Numero 28

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LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO

n. 28 settembre-dicembre 2009, anno IX - Aut. Tribunale Bologna n. 7071 del 05/12/2000 - Sped. a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Poste Italiane Dir. Comm. Imprese E/R Spedizione riservata ai soli abbonati - non acquistabile in edicola - In caso di mancata consegna, restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa c/o CMP di Bologna - Contiene I.P.

periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

L’AMBULATORIO

MEDICO

n u m e r o

v e n t o t t o

Protocollo di fotoringiovanimento con laser frazionale non ablativo a doppia lunghezza d’onda (LPPTM) Il rimodellamento armonico del volto Omotaurina: nuove prospettive per il trattamento e la prevenzione della patologia di Alzheimer La nuova scuola di collaboratore del Medico Estetico



LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

L’AMBULATORIO

MEDICO

Autorizzazione Tribunate di Bologna n. 7071 del 05/12/2000 Direttore responsabile: Marco Montanari Coordinamento scientifico: Bitelli Piera, Carrari Bruno Giacomo, Cavezzi Attilio, Ceccarelli Maurizio, De Padova Maria Pia, Di Donato Crescenzo, Frullini Alessandro, Fundarò Piero, Gennai Alessandro, Izzo Giuseppe Maria, Lucchini Giacomo, Motolese Pasquale, Paolini Franco, Pelliccia Roberto, Priori Maurizio, Rigo Clara, Russo Rosalba, Sangiorgi Cellini Giuseppe, Tessari Lorenzo, Tomasoni Andrea.

NUMERO 28 SETTEMBRE - DICEMBRE 09 ANNO IX

SOMMARIO

ARTICOLI

PAGINA

Protocollo di fotoringiovanimento con laser frazionale non ablativo a doppia lunghezza d’onda (LPPTM)

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Eco-color Doppler e Malattie rare: lo Pseudoxantoma Elastico

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Onde elastopulsate: metodologia di elezione per la veicolazione profonda di principi attivi nei tessuti

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Il rimodellamento armonico del volto

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Pix Scan 2: il nuovo laser frazionale

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Radiofrequenza monopolare e bipolare

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Una nuova opzione di trattamento con gel NASHA: formulazione con lidocaina

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Grandi novità in casa Thermage™

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Mesoterapia antiossidante e ristrutturante: concetto ed indicazioni d’uso con Conjonctyl®

37

Matrix RF™: Skin Resurfacing Frazionato

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Omotaurina: nuove prospettive per il trattamento e la prevenzione della patologia di Alzheimer

45

Epilazione ad alta velocità con sistema LightSheer™ Duet

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Lifting verticale endoscopico con incisioni minime (MIVEL): un nuovo approccio per un risultato naturale

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Esiti stabilizzati di paralisi facciale periferica

55

Il ruolo della schiuma sclerosante nella moderna terapia delle vene varicose

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Le applicazioni con IPL

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L’allenamento

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Il futuro in buone mani: le nostre…

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Medici specialisti in: anestesia e rianimazione, Angiologia e Flebologia, chirurgia generale, chirurgia plastica, dermatologia, dietologia, endocrinologia, fisiatria, malattie reumatiche, medicina sportiva e patologia vascolare, centri di medicina e Chirurgia Estetica, estetica medica, medici di base, studi privati di agopuntura e mesoterapia, infermieri professionali, ambulatori di chiroterapia, fisioterapia, fisiokinesiterapia e massaggi, poliambulatori, case di cura e cliniche private, direttori sanitari: A.S.L., ospedali, stabilimenti termali, associazioni e istituzioni sanitarie, istituti scientifici e di ricerca, docenti e corsisti Divisione Didattica VALET: C.P.M.A. e C.E.D.A.

Eicosanoidi: gli ormoni della vita

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Implantologia: sostituzione del dente singolo

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Shiatsu e cefalee

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Eicosanoidi: gli ormoni della vita

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Distribuzione: 140.000 copie

La nuova scuola di collaboratore del Medico Estetico

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Hanno collaborato: Amore Roberto, Barini Clelia, Bazzoni Alberto, Bitelli Piera, Fabbri Massimiliano, Frullini Alessandro, Gennai Alessandro, Gondinet Alain, Haney Beth, Iozzo Ivano, Izzo Luigi, Martignani Alberto, Mauricio Tess, Miori Lucio, Palmieri Isabella Pia, Paolini Franco, Pelliccia Roberto, Pelliconi Barbara, Sangiorgi Cellini Giuseppe, Scapagnini Giovanni, Shieh John, Sito Giuseppe, Tarantino Paola, Tomasoni Andrea, Ziveri Fabio Segreteria di redazione: VALET S.r.l. Via dei Fornaciai 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 - Fax 051.32.68.40 - edizioni@valet.it - www.valet.it Immagine & comunicazione: Elisa Fantini - elisa@valet.it Realizzazione grafica: Matteo Nuti - immagine@valet.it Stampa: BetaGraf Spa È vietata la riproduzione, totale o parziale di ogni contenuto di questa pubblicazione senza esplicita autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questo periodico sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelli delle imprese alle quali appartengono, dell’editore e delle istituzioni. Nulla intende rappresentare un consiglio o una raccomandazione su cure e metodiche; l’editore non da garanzie sui protocolli terapeutici citati e non riconosce alcuna responsabilità su eventuali danneggiamenti causati da nozioni riportate sulla rivista. La rivista è spedita in abbonamento postale. I dati anagrafici dei soggetti interessati alla spedizione della presente rivista provengono da elenchi pubblici e vengono trattati in conformità a quanto previsto dal “Codice Privacy” (Digs. 196/2003). Le finalità del trattamento riguardano la spedizione in abbonamento postale della presente rivista, di altre pubblicazioni, invio di cataloghi ed eventuali altre comunicazioni inerenti le attività promosse dal titolare del trattamento. L’interessato può in qualsiasi momento richiedere informazione sul trattamento dei propri dati, ottenere modifiche od opporsi in tutto o in parte, facendone richiesta via fax, lettera o e-mail, al titolare del trattamento. II titolare del trattamento è VALET S.r.l. - Via dei Fomaciai, 29/b - 40129 Bologna (BO). Alla data della presente pubblicazione, il Responsabile del trattamento è il Sig. Daniele Morini. L’informativa integrale, completa di finalità, modalità del trattamento, diritti dell’interessato e soggetti a cui potrebbero essere comunicati i dati, è consultabile sul sito www.valet.it alla sezione Privacy.

Diffusione Nazionale:

BENVENUTA, ANGELICA VALET, editore di questa rivista e da tanti anni promotore a della divulgazione Medico-scientifica, non è solo un’azienda e erche in questi anni ha saputo imporsi in ambito nazionale e internazionale: è anche una famiglia. Bene, dal 23 giugno scorso la famiglia si è ulteriormente allargata grazie all’arrivo di Angelica, figlia di Elisa e Daniele. All’ultima arrivata (ultima solo in ordine di tempo, sia chiaro) e ai genitori va il caloroso abbraccio di tutta la famiglia VALET. E, immaginiamo, anche quello dei clienti e dei partner di VALET stessa.

RUBRICHE e SPECIALI

PAGINA

AFI - Associazione Flebologia Italiana

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10° Sclerotherapy 2010 - 1° Congresso Nazionale AFI

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Lo sforzo di A.I.S.A. combattere l’atassia

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Tra il dire e il fare c’è di mezzo la SIES

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Medicina Estetica

di Alberto Bazzoni Medico Chirurgo Darfo Boario Terme (BS)

Protocollo di fotoringiovanimento con laser frazionale non ablativo a doppia lunghezza d’onda (LPPTM)

Piattaforma laser 1064 / 1064 frazionale / 1440 frazionale OmniYAGTM by EVLASER®

laser resurfacing non ablativo è relativamente recente ma Iinltecnica fortissimo sviluppo da almeno un triennio per via degli ottimi risultati ottenibili con le sorgenti di ultima generazione a fronte di downtime praticamente annullato e semplicità dei protocolli di utilizzo. Il raggio laser viene frazionato in 500 micropunti adiacenti tra loro e quindi in grado di creare un effetto stimolazione e riempimento “a colonna” grazie a microlesioni cilindriche non visibili a occhio nudo intramezzate da tessuto sano, stimolando quindi la produzione di collagene e facilitando l’eliminazione del tessuto denaturato in circa 15 giorni, quando sarà consigliabile effettuare la seduta successiva. Ogni applicazione significa quindi migliaia di microlesioni di diametro estremamente ridotto, circa 150μ ognuna, con conseguente stimolazione ma

senza alcun tipo di esito evidente se non un leggero arrossamento. I pigmenti di derma ed epidermide e la pelle da eliminare verranno poi espulsi in circa una settimana; il risultato a distanza di poche sedute sarà una pelle luminosa e levigata, a fronte di nessun downtime né esito collaterale. Si parla quindi, concettualmente, di rinnovamento tissutale. Spiegazione del dispositivo

Abbiamo utilizzato una piattaforma laser che combina Nd:YAG @1064, frazionato e non, e @1440 nm frazionato (OmniYAG di Elettronica Valseriana – EVLASER, Italia). Il laser frazionato Nd:YAG 1440 in fibra comprende manipolo con diametro spot fisso a 7 mm e frazionato in 500 punti, con fluenze fino a 30J/cm2 e quindi fino a 600mJ per ogni punto, frequenza fino a 2 Hz, durata dell’im-

Fig. 1: Valutazione su soggetto femminile con massima riduzione a 180 giorni dall’ultima applicazione

pulso 12 ms. Il laser Nd:YAG 1064 in fibra comprende doppio manipolo frazionato in 500 punti, fluenze come 1440, e non frazionato, diametro spot 1-10 mm con fluenza limitata a 600J/cm2, frequenza fino a 5 Hz e durata dell’impulso regolabile da 5 a 100 ms. Studio osservazionale

Abbiamo trattato un gruppo di 60 soggetti di età compresa tra i 29 e i 60 anni in un periodo di tempo di circa 6 mesi, fototipo II – IV, suddivisi in 48 pazienti di sesso femminile e 12 maschile. La metodica prevedeva 12 sedute quindicinali di circa trenta minuti effettivi cadauna per il trattamento di viso, collo e décolleté, senza le complicazioni post resurfacing dei laser ablativi e senza le complicazioni metodologiche della radiofrequenza. È stato utilizzato in tutte le sedute un sistema di raffreddamento superficiale a contatto a temperatura controllata di -5°C non essendo mai stato necessario ricorrere all’utilizzo di anestetici locali. Protocollo applicativo

Lo studio osservazionale eseguito parte dal presupposto che ogni sorgente laser, in base alla lunghezza d’onda, ha diverse profondità di penetrazione nella pelle e quindi differenti piani di biostimolazione. Sono state utilizzate tre modalità di azione differente e combinate in ognuna delle sedute e più pre-

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Protocollo di fotoringiovanimento con laser frazionale non ablativo a doppia lunghezza d’onda (LPP TM)

cisamente 1064 non frazionale prima fase; 1064 frazionale seconda fase; 1440 frazionale terza fase. Prima fase: Il 1064 utilizzato in modalità non frazionale sfrutta la stimolazione puntiforme del neodimio particolarmente profonda e, dato molto interessante, non visibile in superficie, quindi è indicato per il trattamento delle rughe più profonde della zona perioculare – zampe di gallina – oltre a rughe frontali, glabellari, nasogeniene, labbro superiore (codice a barre), mentoniera, anelli di Venere, décolleté. Abbiamo effettuato tre passaggi ripetuti su ogni localizzazione utilizzando diametro dello spot di 1 mm con fluenza tra i 300 e i 400 J/cm2 e con durata dell’impulso compresa di 30 e 40 ms focalizzando l’azione nel solco della ruga. Seconda fase: Il 1064 utilizzato in modalità frazionale sfrutta in questo caso una stimolazione dermica più superficiale, estendendo l’azione sulle aree limitrofe alla ruga, quindi non più mirato solo nel solco, soprattutto nella zona perioculare. Abbiamo effettuato tre passaggi ripetuti su ogni area utilizzando diametro dello spot di 7 mm con fluenze comprese tra i 26 e i 30J/cm2 e con durata dell’impulso compresa tra 30 e 40 ms. Terza fase: Il 1440 frazionale sfrutta al meglio la stimolazione dermica superficiale e permette di trattare l’area in maniera più estesa e diffusa soprattutto ove sia presente rugosità superficiale, comprese zone dove sia necessaria un’azione molto di superficie, come la palpebra superiore, o dove siano presenti peli, come sopracciglia o zona mandibolare maschile, azioni abitualmente non consentite con l’uso della maggior parte delle sorgenti. Abbiamo effettuato 4/5 passaggi su tutta l’area utilizzando diametro dello spot di 7 mm con

Fig. 2: Valutazione su soggetto femminile con massima riduzione a 180 giorni dall’ultima applicazione

fluenze comprese tra i 26 e 28J/cm2, quindi fluenze pari rispettivamente a 520 e 560 mJ per punto e durata dell’impulso pari a 12 ms. Vorremmo ribadire il concetto che le tre fasi si possono fare una di seguito all’altra, senza necessità di intermezzo e soprattutto che dopo le applicazioni non ci sono segni tangibili se non un modesto arrossamento transitorio, quindi possibilità di utilizzo in qualunque periodo dell’anno – non essendoci fotosensibilizzazione della pelle e quindi problema di successiva esposizione solare o problema di applicazione su pelle abbronzata – e in qualunque momento della giornata (Lifting di Pausa Pranzo – LPPTM). Valutazione clinica a distanza di 30 e 180 giorni

Abbiamo osservato un costante rilievo di aumento di luminosità, elasticità, compattezza e distensione delle aree trattate e una notevole riduzione della profondità delle rughe – tra il 40 e il 70% – con soddisfazione estrema da parte di tutti e 60 i soggetti interessati e in tutte le aree di applicazione. I medesimi risultati si sono osservati anche a 180 giorni, segno tangibile della risposta fisiologica alla biostimolazione effettuata (Fig. 1 e 2). Lo stesso protocollo

Fase

Prima fase

Seconda fase

Terza fase

Lunghezza d’onda

@1064

@1064 frazionale

@1440 frazionale

Fluenza

300 - 400J/cm2

26 - 30J/cm2

26 - 28J/cm2

Passaggi

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può essere utilizzato anche per altri distretti corporei interessati dal foto invecchiamento, ad esempio il dorso della mano. Cenni sulla versatilità del sistema

La piattaforma a doppia lunghezza d’onda consente di trattare in maniera estremamente efficace lesioni vascolari rosse e blu, lesioni pigmentate ed effettuare diversi interventi di microchirurgia – in particolare lo xantelasma palpebrarum – applicazioni complementari ai protocolli e alla metodica di cui sopra soprattutto per le aree del viso, décolleté, collo █ e mani. PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE: Dr. Alberto Bazzoni Via Manifattura, 76 Darfo Boario Terme (BS) Tel. 3334814121 albertobazzoni@yahoo.it

PER INFORMAZIONI TECNICO-COMMERCIALI:

Elettronica Valseriana Srl EVLASER Divisione Medicale Via San Carlo, 45/47 Casnigo (BG) Tel: +39 035 726301 Fax +39 035 740758 info@evlaser.com www.evlaser.com


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Angiologia E Flebologia

di Alberto Martignani Specialista in Angiologia Docente C.P.M.A. - VALET, Bologna

Eco-color Doppler e Malattie rare: lo Pseudoxantoma Elastico

o Pseudoxantoma Elastico (PXE, L S. di Gronblad-Strandberg) è un raro disturbo ereditario eterogeneo dell’elastina, il cui segno distintivo è la calcificazione distrofica del tessuto elastico della cute, della retina e delle arterie. Si tratta di una malattia molto rara, con un’incidenza calcolata nell’ordine di 1/25.000-50.000. Si trasmette ereditariamente come carattere autosomico-recessivo. La causa è stata individuata, solo nel 2000, in delezioni o mutazioni del gene MRP6/ABCC6 del cromosoma 16. Tale gene controlla i processi di sintesi dell’elastina (Fig. 1). La diagnosi si basa generalmente su caratteristiche lesioni cutanee a buccia d’arancia (“peau d’orange”) che interessano le pliche cutanee di collo, ascelle, inguine, addome sin dall’età puberale o addirittura infantile (Fig.2). Una biopsia e l’analisi genetica del DNA consentono di confermare la diagnosi. La malattia comporta la comparsa di precoci lesioni vascolari retiniche dette strie angioidi (Fig.3), che sono patognomoniche della malattia ma clinicamente non rilevanti. Purtroppo in età più avanzata sono frequenti degenerazioni più severe della retina (mineralizzazione della membrana di Bruch, neovascolariz-

Fig. 1: sintesi dell’elastina

Fig. 2: peau d’orange in PXE

zazione ed emorragia) responsabili di compromissione del visus, talora sino alla perdita completa della visione centrale. In una percentuale elevata di pazienti, lo PXE si associa a una caratteristica arteriopatia periferica agli arti inferiori che insorge in genere precocemente. In una metanalisi eseguita su 299 pazienti affetti da PXE, l’incidenza di insufficienza arteriosa periferica è risultata essere del 52,8% e l’età media di comparsa dei sintomi (claudicatio intermittens) di 34,7 anni.

le superficiale. Più raramente vi è interessamento o co-interessamento delle arterie poplitea e tibiali. L’ECO-color Doppler (ECD) fornisce un’ottima caratterizzazione delle lesioni elastosiche da PXE della parete arteriosa.L’ecostruttura delle lesioni è caratteristica: estremamente disomogenea, con prevalenza di aree iperecogene, presenza di coni d’ombra, superficie molto irregolare (Fig. 4 e 5). Il dato più eclatante è rappresentato dal fatto che tali lesioni vengono spesso rilevate in pazienti giovani o giovanissimi (II-III decade di vita) e in assenza di lesioni similari negli altri distretti arteriosi esplorabili con l’ECD (vasi epiaortici, aorta, arterie iliache). Le stenosi prodotte sono sovente serrate, caratterizzabili, dal punto di vista morfologico ed emodinamico (semi-quantitativo), con l’ausilio del color-Doppler, anche se la valutazione è spesso ostacolata da una ridottissima permeabilità agli ultrasuoni della parete, causata dalla mineralizzazione della stessa (Fig. 6).

SCREENING VASCOLARE

Su 52 pazienti affetti da PXE sottoposti a screening vascolare presso il nostro Servizio di Angiologia dal 1995 al 2009, l’incidenza di arteriopatia periferica è risultata essere del 42,3%, comprendente un 25% di quadri sintomatici (con claudicatio intermittens) e un 17,3% di quadri sub-clinici. L’età media di comparsa della claudicatio intermittens è risultata essere di 36,8 anni. Il vaso interessato dalle lesioni in oltre il 90% dei casi di arteriopatia periferica da PXE è l’arteria femora-

Fig. 3: strie angioidi

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Eco-color Doppler e Malattie rare: lo Pseudoxantoma Elastico

Fig. 4 e 5: lesioni da PXE a carico dell’arteria femorale superficiale

senta uno dei caratteri semeiologici più tipici dell’arteriopatia da PXE (Fig. 7). Vi è sovente perdita di un’identità di parete rilevabile o addirittura immagini di “arteria che non c’è”. Il trattamento dell’arteriopatia periferica da PXE non prevede generalmente il ricorso agli antiaggreganti piastrinici. Anche se non esiste un’evidenza scientifica circa la loro nocività, si preferisce, in via precauzionale, non utilizzare farmaci antiapiastrinici in pazienti che risultano Fig. 6: stenosi serrata dell’arteria femorale superficiale in giovane pz. affetta da PXE

esposti a un elevato rischio emorragico, in particolare a livello retinico e gastro-enterico, più raramente intracranico. Il trattamento d’elezione, per l’arteriopatia da PXE, è sicuramente quello fisico-riabilitativo, in considerazione anche del fatto che si tratta di pazienti in gran parte giovani e con una potenzialmente ottima riserva funzionale arteriosa su cui intervenire. I risultati ottenuti sono in genere molto soddisfacenti, con remissione della claudicatio intermittens o, quanto meno, significativi, incremento del “tratto scatenante” e decremento del “tempo di recupero”.Risulta comunque fondamentale, in questa tipologia di paziente, un precoce “abbattimento” dei fattori di rischio per la malattia aterosclerotica, in particolare fumo, ipertensione arteriosa, iperdislipidemia, diabete. Lo scopo è quello di prevenire la possibilità di una sovrapposizione, all’arteriopatia da PXE, di una più grave arteriopatia da aterosclerosi, gravata da un maggior rischio di complicanze locali █ e generali (ictus, infarto).

corso teorico pratico ECO COLOR DOPPLER DI PRIMA FORMAZIONE Obiettivi del corso

Fig. 7: esteso cono d’ombra da mineralizzazione di parete arteriosa in pz. affetto da PXE

Questa ridotta permeabilità agli ultrasuoni di tratti più o meno estesi di parete arteriosa è rilevabile sin dagli stadi iniziali della malattia e rappre-

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Il corso di prima formazione si propone di fornire le basi teoriche e metodologiche dell’Eco-color Doppler vascolare. Nei primi tre stage verranno affrontate le problematiche relative allo studio dei vasi cerebroafferenti, delle arterie periferiche degli arti interiori, dell’aorta addominale e dei suoi rami, del sistema venoso degli arti inferiori. Ad un’agile presentazione teorica della metodologia d’indagine e dei quadri semeiologici più comuni, farà ben presto seguito l’applicazione delle tecniche diagnostiche su pazienti con patologia, selezionati dal Docente. I partecipanti al corso saranno chiamati a svolgere in prima persona, sotto la guida e con l’assistenza continua del Docente, gli esami ultrasonografici, allo scopo di familiarizzare sin dall’inizio con la manualità e l’interpretazioni dei dati. Il quarto ed ultimo stage sarà esclusivamente pratico e prevederà l’esecuzione in “full immersion” di esami riguardanti tutti e quattro i distretti precedentemente studiati. Il corso non si prefigge -non sarebbe d’altra parte possibile- di fornire ai partecipanti l’“autonomia operativa”, ottenibile solo al termine di alcuni mesi di pratica continuativa. È tuttavia in grado di fornire agli interessati le conoscenze necessarie ed una manualità di base per “cominciare a lavorare” e perfezionarsi successivamente attraverso una pratica assidua e la frequentazione di corsi avanzati.

DOCENTE: Dr. Alberto Martignani DATE DEL CORSO: gennaio 2010 DURATA: 4 stages di 12 ore n° massimo di partecipanti 10 RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it


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Medicina Estetica

di Isabella Pia Palmieri Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Messina Docente C.P.M.A. - VALET, Bologna

ONDE ELASTOPULSATE: METODOLOGIA DI ELEZIONE PER LA VEICOLAZIONE PROFONDA DI PRINCIPI ATTIVI NEI TESSUTI

Tre anni di esperienza con gel arricchiti di sostanze medicamentose in grado di ottimizare i trattamenti per viso e corpo, veicolate con le onde elastopulsate del dispositivo EPOREX K69 ’introduzione di medicamenti nei L tessuti senza l’utilizzo di ago ha trovato sempre un ostacolo nel pannicolo di cheratina della cute che la rende poco permeabile. Oggi la metodica EPOREX K69 ha migliorato la veicolazione transcutanea di sostanze attive, miscelate in gel, che prima vengono ionizzate da un’onda elastopulsata modulabile. L’onda elettrica non viene scaricata sulla cute ma direttamente dentro una camera di ionizzazione, ove si trovano i principi attivi sotto forma di gel. La polarità delle molecole viene trasformata e vengono conferite loro caratteristiche elettriche che permettono il trasporto ionico in tutti i tessuti che possono andare in risonanza. Inoltre con la metodica Eporex K69, l’Isoforesi, oltre a favorire il passaggio ionico delle sostanze, ha un’utilissima azione di stimolazione tissutale e muscolare, riunendo in sé i concetti di ionoforesi, jontoforesi ed elettroporazione. Il principi attivi, presenti nel gel contenuto nella camera collegata al manipolo, una volta ionizzati si concentrano in quantità importante nella matrice fondamentale extracellulare della zona interessata al trattamento. Il doppio strato lipidico delle membrane cellulari è sottoposto a un temporaneo riassetto, con formazione di canali acquosi (elettropori) che rendono le membrane permeabili a molecole idrofile anche di grande peso molecolare. Questo porta a una rapida attivazione del

metabolismo delle cellule bersaglio, che grazie alle variazioni osmotiche captano e utilizzano le sostanze attive. I recettori avvertendo la carica elettrica sono più responsivi e si ha un’accelerazione dei processi con una maggiore durata dell’azione farmacologia, una migliore efficacia terapeutica pur con l’utilizzo di quantità minima di prodotto attivo. La lunghezza d’onda delle pulsazioni regola il tempo di apertura dei canali acquosi che possono rimanere attivi da pochi secondi a circa 10 minuti. METODO NON INVASIVO

Il metodo Eporex K69 di elettroporazione essendo non invasivo rappresenta una metodica di elezione per la Medicina Estetica. Ha permesso infatti di ottimizzare i trattamenti per il viso e per il corpo usando sostanze attive,oggetto di diverse sperimentazioni cliniche, che vengono veicolate dalle correnti galvaniche. Combinazioni sinergiche di peptidi di origine sintetica associate a principi attivi vegetali sono state miscelate in gel pronti per la ionizzazione e finalizzate a trattamenti di ringiovanimento del volto e del collo, alla riduzione non chirurgica di piccole borse grassose delle palpebre inferiori, al miglioramento degli stadi della PEFS e delle adiposità localizzate. Sulla base di queste conoscenze abbiamo scelto da tre anni di utilizzare le apparecchiature Eporex K69 per i trattamenti eseguiti sulle nostre

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pazienti per veicolare peptidi e altri principi attivi miscelati in gel. Sappiamo che l’invecchiamento cutaneo è collegato ai cambiamenti di conformazione della tripla elica del collagene, alla degradazione dei polipeptidi di elastina e al disordine dell’impacchettamento della matrice fondamentale extracellulare. È acclarato che l’invecchiamento cutaneo può essere significativamente rallentato mediante la modulazione del complesso SNARE (SNAp-REcepetor), complesso ternario formato dalle proteine VAMP-Sintaxina e SNAp25 che interviene nel complesso di ancoraggio, fusione ed esocitosi del-

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le vescicole dei neurotrasmettitori. Se il complesso SNARE è destabilizzato, le vescicole non possono ancorarsi e rilasciare efficacemente i neurotrasmettitori, quindi i muscoli non possono contrarsi rallentando così la formazione delle rughe e attenuando quelle già esistenti. Il funzionamento

Nel Gel Antiage da noi usato è presente un esapeptide analogo dell’NTerminale delle proteina SNAP-25, che contribuisce alla modulazione del complesso SNARE. Il Peptide svolge solo un’attività di tipo similneurosinaptica combinandosi al livello della sinapsi neuromuscolare ultima. Le cellule nervose comunicano per mezzo di neurotrasmettitori che si legano a recettori della superficie cellulare. I recettori si aprono e consentono agli ioni Na+ di entrare. Il Peptide si lega alla sommità del recettore della membrana nicotinica muscolare dell’Acetilcolina (mnAChR), prevenendo il legame dell’Acetilcolina con il recettore stesso, che così rimane bloccato non permettendo il passaggio degli ioni Na+. Si interrompe il segnale, non si ha la depolarizzazione e quindi la contrazione del muscolo che rimane rilassato. Nel Gel Antiage è presente anche un Peptide che agisce sul fattore di crescita tissutale, stimolando i fibroblasti a sintetizzare nuove fibre di collagene. Nel Gel “Filler” con acido glucuronico, glicosamina e condroitina solfato, sono presenti Cellule Staminali Vegetali. Le Cellule Prima e dopo 5 trattamenti

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Staminali sono cellule allo stato embrionale capaci di dare origine a cellule specializzate di tessuti e organi. Nella cute sono presenti Staminali Epiteliali che si trovano nello strato basale e Staminali del Bulbo del Capello che si trovano nel follicolo pilifero. Tali cellule hanno un’aspettativa di vita limitata e possono essere protette e supportate per ritardare le fasi dell’invecchiamento. Nelle piante le Cellule Embrionali Vegetali (CEV) producono Poli-chinoidi che agiscono sulla respirazione cellulare, automantenendosi e autoperpetuandosi. ionizzazione

Le CEV presenti nel Gel “Filler”, veicolate nelle cellule cutanee utilizzando un manipolo con microcamera di ionizzazione a veicolazione lineare, hanno dimostrato di avere attività anche sui mitocondri umani, regolando la respirazione cellulare. Il DNA delle cellule cutanee viene così preservato da possibili alterazioni dovute a fattori endogeni ed esogeni e aiutato a mantenere nel tempo la sua regolare conformazione, rallentando i processi di invecchiamento cellulare. Il Gel Blefaro è stato formulato per correggere l’inestetismo dovuto alle piccole borse grassose della palpebra inferiore ancora non operabili con una blefaroplastica. La lipolisi è l’idrolisi dei trigliceridi esterificati in acidi grassi. Questo processo metabolico dipende da un enzima detto Lipasi, ormone sensibile (HLS) che si attiva in forma fosforilata. La sua fosforilazione è indotta dalla Proteinchinasi (PKA) stimolata dall’AMPc, derivante dall’ATP. Nel Gel Blefaro è presente un ATPeptide che induce un aumento intracellulare con una sintesi di AMPc entro 30 minuti determinando la riduzione del vacuolo lipidico. La sua attività è confermata dal rilascio di glicerolo entro 3 ore. L’L-Carnitina, presente nel gel, facilita l’entrata nei mitocondri degli acidi grassi a catena lunga formando un substrato per l’ossidazione e quindi la produzione di energia. Inoltre è

Prima e dopo 10 trattamenti

presente troxerutina, che migliora la stasi venosa e riduce gli edemi localizzati. I Trattamenti Anti -age sono eseguiti con una cadenza bisettimanale e per un totale di 10. Per la PEFS e l’Adiposità Localizzata la via transdermica con Isoforesi garantisce un’ampia disponibilità di principi attivi anche a 10 cm di profondità. I Gel Adipe e PEFS sono arricchiti da UCPpeptide, Teofillina, Carnitina ed estratti vegetali. Il nostro grasso bruno(BAT), che ha attività termogenica, è ricco di mitocondri permeabili ai protoni grazie alle proteine disaccoppianti UCP. Queste proteine, sintetizzate in laboratorio e miscelate in un gel, veicolate con onde elastopulsate attivano un meccanismo termogenico nel tessuto adiposo localizzato, controllando il metabolismo lipidico. Le UCP attivano la permeabilità delle membrane mitocondriali interne, permettono la riduzione del gradiente protonico e il dirottamento dei circuiti metabolici di accumulo di grasso con produzione di energia che viene dissipata sottoforma di calore. L’UCPpeptide ostacola anche il passaggio da preadipocita ad adipocita al momento della differenziazione, oltre che la diminuzione di volume degli adipociti maturi differenziati. Il protocollo dei Trattamenti per il Corpo prevede sedute bisettimanali con un massimo di 15 sedute. L’onda elastopulsata di Eporex, veicolando sostanze attive in profondità, ci ha permesso di eseguire trattamenti mirati, non invasivi, con un’esaltazione dei risultati che rende concordi Medi█ co e pazienti.


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Medicina Estetica

IL RIMODELLAMENTO ARMONICO DEL VOLTO

di Roberto Pelliccia Medico Estetico, Roma

l concetto di bellezza, oltre a essere influenzato dalle sensazioni Isoggettive, da influenze culturali, dalla moda, dall’emulazione di immagini, da tutto quanto ci viene quotidianamente sottoposto (per non dire imposto) dai media, soggiace anche a canoni prestabiliti. Ma il concetto di bello, di armonia e tutto quello che soddisfa il nostro inconscio concetto di bellezza e inconsciamente riconosciamo come armonico e piacevole senza doverne analizzare le peculiare caratteristiche, rispetta regole ferree. Sia in natura, nel mondo vegetale come nel mondo animale, e anche nelle opere d’arte create dall’uomo in campo artistico, architettonico e dell’oggettistica, dalla carta di credito al pacchetto delle sigarette, al grattacielo, fino al capolavoro misterioso della Gioconda, tutto rispetta un concetto armonico universalmente riconosciuto che è quello delle proporzioni auree. Il volto non sfugge a queste regole ferree che rappresentano il “canone della bellezza”. Il rettangolo aureo è un rettangolo le cui proIl rettangolo aureo

La sezione aurea applicata al volto della Monnalisa

Il Palazzo dell’ONU: la proporzione aurea su larga scala

porzioni sono basate sulla proporzione aurea. Tale rapporto vale approssimativamente 1,618. Il numero esatto può essere ricavato da una formula specifica. Tale numero ricavato esprime la sezione aurea ed è un numero irrazionale, cioè rappresentabile con infinite cifre decimali (non tutte uguali a 0 o 9); esso può essere approssimato, con crescente precisione, dai rapporti fra due termini successivi della successione di Fibonacci, a cui è strettamente legato. Tornando ad applicazioni pratiche nel campo della Medicina Estetica, stiamo cercando sempre di più di integrare le varie metodiche di ringiovanimento della superficie cutanea con metodiche volumetriche riempitive che oltre alle classiche tecniche di correzione di rughe o

depressioni abbiano anche valide capacità volumetriche. Abbiamo avuto già modo di affermare che la biotecnologia dei polimeri, con la sua rapida evoluzione, ci avrebbe portato sempre più verso quello che abbiamo ipotizzato essere il filler ideale. Per filler ideale (to fill: riempire) intendiamo un prodotto sicuro, maneggevole, atossico, a lunga durata ma totalmente riassorbibile e biocompatibile, non flogogeno o citotossico. La realtà non ha smentito le nostre affermazioni, anzi queste sono state rafforzate dai fatti. Quello che pochi mesi fa sembrava essere un livello biotecnologico difficilmente superabile in un breve lasso di tempo, proprio per il rapido sviluppo degli studi e l’evoluzione della bioingegneria dei polime-

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il rimodellamento armonico del volto

ri, ha fatto sì che i già evoluti livelli biotecnologici e gli elevati livelli di sicurezza fossero un ulteriore punto di partenza per la creazione di un prodotto che si pone ai vertici dei prodotti top fra i monofasici a base di acido ialuronico. Un prodotto, o meglio una gamma di prodotti in grado di soddisfare pienamente le esigenze del Medico Estetico deve avere, oltre alle capacità correttive usuali, anche notevole potere riempitivo e volumetrico. Il biomateriale che andremo a usare deve offrirci quindi sempre di più per soddisfare tali esigenze correttive, e ci deve consentire di rimodellare, manipolare ed essere il mezzo con cui riusciremo a ricreare quelle forme armoniose che il paziente ci chiede avendole perse negli anni. In precedenti scritti e lavori ho sempre sostenuto che contrastare l’effetto negativo dello stress ossidativo è un punto fermo per la durata e la riuscita di un buon impianto filler. Il riassorbimento enzimatico e la degradazione termica sono validamente contrastati dalle moderne tecniche di crosslink, ma una tecnica poco aggressiva e che minimizzi la risposta radicalica è un

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valido aiuto alle scarse capacità che l’HA possiede nel contrastare la degradazione indotta dai radicali liberi. In questo nuovo biomateriale il problema è stato validamente affrontato e risolto da due diverse angolazioni. Da un lato un’innovativa tecnologia del crosslink incremen-

un limitato uso di sostanza legante (BDDE) ottiene una densità di legami al di sopra della media di altri prodotti monofasici, a tutto vantaggio della durata nel tempo dell’impianto e della riduzione delle reazioni cutanee e infiammatorie post iniezione. La “IPN Like Technology”, processo brevettato, consta di due o più catene crosslincate e interlacciate fra loro ma non vincolate e quindi libere di muoversi fra loro in modo sinergico, senza mai allontanarsi, adattandosi quindi al meglio alle condizioni di impianto e del tessuto ospite in cui il gel viene impiantato. Ciò comporta un’enorme plasticità del gel, altamente viscoelastico, in grado di essere iniettato con aghi sottili per tutta la gamma dei prodotti disponibili per le varie indicazioni. L’esperienza maturata con questa gamma di prodotti ci ha permesso di modificare in modo valido e duraturo le volumetrie del volto, ricostruendo la regione zigomatica, le guance, il solco naso genieno e ricostituendo la carnosità

Prima e dopo trattamento con Laser Erbium frazionato asclepion mcl 30 + Filler Stylage XL + L

ta l’effetto barriera come vedremo in seguito, ma è apprezzabile la presenza di un antiossidante nella costituzione del viscogel che risolve all’origine il problema dello stress ossidativo indotto. Abbiamo definito innovativa la tecnologia del crosslink, denominata “IPN Like Technology” (Maglie reticolate interpenetrate), che con

e la naturalezza delle labbra, e in sinergia con le metodiche peeling (biorivitalizzazione, laser frazionato) ottenere modificazioni delle proporzioni del volto che si possano avvicinare il più possibile alle condizioni ideali delle proporzioni auree il cui raggiungimento sarebbe la chimera di ogni operatore nel █ campo estetico.


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Medicina Estetica

Ricerca e sviluppo General Project

PIX SCAN 2: Il nuovo laser frazionale In questi ultimi anni abbiamo assistito a un costante aumento dell’offerta di trattamenti estetici, per cui sempre più pazienti cercano il rimedio migliore a piccole rughe del viso, linee sottili, discromie e lassità cutanea

a pelle del volto tende ad asL sottigliarsi, a rilassarsi e a incresparsi con l’avanzare degli anni a causa prevalentemente della perdita di collagene e alla disidratazione, che sono conseguenze dell’invecchiamento. Anche il fumo, lo stress, l’eccessiva esposizione solare, l’alimentazione non corretta, l’inquinamento atmosferico, l’abuso di alcool e altro ancora contribuiscono a questo fenomeno. L’intervento che ridona vita e tono alla pelle in questi casi utilizza un raggio Laser cosiddetto frazionale che, come spiegheremo meglio in seguito, vaporizza lo strato superficiale solo su una matrice di punti, lasciando inalterato il resto del tessuto. Questo trattamento favorisce la ricrescita di un nuovo strato cutaneo (resurfacing), che renderà la pelle più levigata. Il trattamento con laser CO2 frazionale provoca un’evaporazione dell’acqua contenuta nelle cellule, che saranno sostituite da un nuovo

Paziente donna, prima p e dopo il trattamento con Pix Scan 2

strato epidermico, grazie alla rigenerazione naturale della pelle. Il derma sottostante viene stimolato a formare nuovo collagene, che si posizionerà in maniera più ordinata e regolare dando un supporto più omogeneo all’epidermide sovrastante: l’effetto finale è una pelle più liscia, con un notevole appiattimento di tutte le rughe. SCANNER SPECIALE

Pix Scan 2, il nuovo laser frazionale di General Project, incorpora uno speciale scanner che fraziona il fascio luminoso emesso dal laser affinché colpisca solo parzialmente la cute in centinaia di microsco-

pici punti, lasciando inalterata la maggior parte dell’epidermide. Il laser frazionale, infatti, agisce bruciando piccolissime porzioni di tessuto in profondità, ma lasciando intatta la pelle in superficie. Questo permette una notevole riduzione dei tempi di guarigione e di ripresa delle normali attività dopo l’intervento rispetto a quanto avveniva in passato con metodi più invasivi. Il fascio emesso dal laser, suddiviso in una matrice puntiforme dallo scanner, produce quindi dei minuscoli forellini in profondità provocando la denaturazione del collagene e la conseguente produzione di fibroblasti, ovvero delle cellule deputate alla formazione di nuovo collagene, acido ialuronico ed elastina. Per questo motivo il trattamento produce un ringiovanimento e un miglioramento del tessuto cutaneo senza intaccare la pelle

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PIx SCAN 2: il nuovo laser frazionale

Paziente donna, 46 anni, prima e dopo 4 trattamenti con Pix Scan 2

in superficie. È quindi lo strumento più indicato per resurfacing, cicatrici da acne, melasma, iperpigmentazioni e cicatrici chirurgiche. Pix Scan 2 ha una potenza di 15 Watt continui al tessuto, selezionabili a passi di 0,5 W. La macchina è dotata di un modernissimo scanner che consente di trattare superfici ampie (fino a 20x20 mm) in tempi brevi. Un ampio pannello di controllo consente la regolazione di tutti i parametri in modo facile e intuitivo. In particolare è possibile selezionare le dimensioni dell’area da trattare, il tempo di permanenza su ciascun punto o pixel (da 5 a 50 msec) e la percentuale di riempimento, ovvero la distanza tra un pixel e il successivo. Per fare un esempio, con soli 7 W di potenza a impulso e 5 msec di permanenza per pixel, si ottengono già 35 mJ su ciascun punto in cui si sofferma il raggio laser; una potenza più che sufficiente a dare risultati importanti, con minima invasività. È infine possibile passare facilmente

dall’utilizzo dello scanner frazionale a quello del manipolo chirurgico tradizionale per effettuare tutte le relative applicazioni dermatologiche, sia in modo focalizzato sia defocalizzato.

tamente trascurabili. Nell’uso chirurgico la maneggevolezza e il ridotto ingombro rendono possibili anche le operazioni nelle posizioni più disagiate. Il numero delle sedute dei trattamenti varia da tre a cinque, da eseguirsi ogni 15-30 giorni, in rapporto al problema da trattare. Dopo ogni seduta la zona trattata appare eritematosa; è altresì presente un leggero edema. Non si ha però la distruzione dell’epidermide, pertanto il paziente può tornare a una normale vita di relazione in tempi brevissimi, spesso anche il giorno seguente al trattamento. Occorre infine sottolineare che i

Paziente donna, 47 anni, prima e dopo 3 trattamenti con Pix Scan 2 L’IMPORTANZA DELLA FIBRA CAVA

Un’importante caratteristica di Pix Scan 2 è l’utilizzo della fibra cava che sostituisce il complesso e ingombrante braccio articolato. Leggera e maneggevole, la fibra cava garantisce una costante efficacia e perdite di energia assolu-

Paziente donna, prima e dopo 4 trattamenti con Pix Scan 2

miglioramenti indotti dall’applicazione continuano a manifestarsi anche per diversi mesi successivi █ al trattamento. Foto gentilmente concesse dal Dr. Johannes Lang, Erlangen, Germany

PER INFORMAZIONI:

General Project s.r.l. Via della Gora 15/19 50025 Montespertoli (FI) Tel: +39 0571 675076 Fax: +39 0571 675077 www.generalproject.com info@generalproject.com

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Medicina Estetica

di Lucio Miori Medico Chirurgo, Specializzato in Dermatologia, docente presso Scuola di Medicina Estetica Agorà, Milano

a Radiofrequenza è un principio L che utilizza onde elettromagnetiche ad alta frequenza. Queste onde riattivano le risorse dell’organismo per ristabilirne l’armonia, scaldando uniformemente il derma e proteggendo l’epidermide. L’azione sul derma interessa le fibre di collagene, di forma elicoidale, che contraendosi creano una ritrazione dei tessuti. Si ottiene così un’azione sul collagene esattamente contraria a quella dell’invecchiamento. Da qui l’utilizzo del sistema per contrastare l’atonia (talvolta fino alla ptosi vera e propria), sia del viso, sia del corpo. La Radiofrequenza INTRADERMA MD, è un’apparecchiatura da 240 Watt (potenza massima) erogati sotto il controllo di un micro processore digitale che rilascia l’energia non con un unico picco improvviso (che determinerebbe forti algie e necessiterebbe di seda-

RADIOFREQUENZA MONOPOLARE E BIPOLARE Trattamento di un classico “caso impossibile”: lassità cutanea marcata del collo e della zona sottomentoniera

zione per risultare tollerabile), bensì nell’arco di alcuni millisecondi, rimanendo così all’interno del tempo di rilassamento termico (TRT) del tessuto. Lavorare con apparecchiature di radiofrequenza (parliamo di sistemi a elevata potenza), che cedono energia in un singolo impulso, significa causare un danno termico alla matrice del collagene, che si rigenererà con un tessuto cicatriziale (possibilità di effetti collaterali permanenti come la ptosi). La metodica Intraderma MD, cedendo potenza gradualmente, bypassa questa difficoltà, non originando il processo: danno–riparazione ma una stimolazione controllata del lavoro dei fibroblasti. Questo rende il trattamento effettuato con Intraderma MD, molto ben tollerato, effettuabile in qualsiasi periodo dell’anno e da qualsiasi tipologia di pazienti che abbiano una

Esempio di trattamento viso effettuato con manipolo bipolare ridotto Intraderma MD

reale indicazione al trattamento. Va evidenziata l’estrema importanza di lavorare a temperature di esercizio congrue. Il sistema evidenziato presenta un manipolo dedicato al corpo (monopolare con 18 poli a scansione - Brevettato) e due manipoli di differenti diametri dedicati a viso, collo, décolleté (manipoli bipolari). Entrambi sono dotati di rilevamento della temperatura di esercizio tramite una sonda collimata ai manipoli stessi. Questo consente all’operatore di controllare istantaneamente la temperatura a cui sta lavorando e conseguentemente stare nel range corretto, onde evitare il danno termico. TRATTAMENTO EFFETTUATO

Marcata lassità cutanea di collo, zona sottomentoniera e sottomandibolare. Paziente: donna, 57 anni, normopeso. METODICA USATA

Si procede con la perfetta detersione della zona da trattare. Viene applicato congruo strato di gel conduttivo sull’intera area di interesse e con il manipolo bipolare standard, impostato il Programma Intensivo (potenza 75%, temperatura di esercizio tra 46 e 48° C) si inizia il trattamento. La paziente, che è invitata a manifestare eventuali fastidi legati alla temperatura, riferisce ottima tollerabilità e pertanto il trattamento può procedere. I passaggi sulla zona sono 4, per una durata totale di cir-

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RADIOFREQUENZA MONOPOLARE E BIPOLARE

Visione frontale pre-trattamento

Visione laterale pre-trattamento

ca 30 minuti. Le sedute effettuate, con cadenza quindicinale, saranno in totale 4. Al termine della singola seduta viene applicato un sottile strato di crema lenitiva, ma la paziente, il cui lieve rossore è destinato a scomparire nell’arco di 4-6 minuti, può continuare la propria vita sociale. Il trattamento, che non è stato associato a nessun altro tipo di terapia, è risultato per la paziente: breve, ottimamente tollerato, non invalidante nell’esporsi in pubblico, dal costo contenuto, con risultati evidenti sin dalla seconda applicazione. Per il Medico: rapido, sicuro, semplice nell’utilizzo, di assoluta e indiscussa efficacia, privo di costi di rigenerazione ed esercizio se non il gel conduttivo. Al di là del caso evidenziato, (che peraltro rappresenta un grosso successo se si pensa alla complessità nell’ottenere un risultato di questa portata in una zona così ostica da trattare), la radiofrequenza è un trattamento estremamente valido anche sul corpo.

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Rossore immediatamente successivo al 1° trattamento

Evidente risultato dopo 2 trattamenti, a distanza di 15 giorni

belicale garantisce un recupero del tono, minimizzando così quelle antiestetiche lassità che spesso con il trascorrere del tempo, con un tono muscolare che si riduce, o per effetto di un calo ponderale rilevante, risultano evidenti. Per questa ragione, la radiofrequenza può essere un sistema da utilizzare anche in sinergia alla Cavitazione Ultrasonica (che esercitando una azione lipoclasica, tende a creare l’effetto “sacco svuotato”), oppure in associazione alla veicolazione transdermica (Elettroporazione). In questo caso si può effettuare un Trattamento di rassodamento per via transdermica, veicolando il principio attivo dedicato (che ricordiamo, deve essere veicolabile). █ BIBLIOGRAFIA: - Alster T.A. Tanzi E. “Improvement of neck and cheek Laxity with a non. ablative Radiofrequency Device: a lifting experience”. - Zelickson BD. “Histological and Ultrastructural Evaluation of the effects of a Radiofrequency-Based Nonablative Dermal Remodeling Device”. Archives of Dermatology Vol 140, p. 204/209; February 2004 - Ipertermia in terapia fisica, Ernesto Alicicco, Gianluca Alessandrelli, Antonello Borrani – edi-Ermes

PER INFORMAZIONI SCIENTIFICHE:

Esito dopo 4 sedute – visione frontale

Dr. Lucio Miori Pavia Tel: +39 0382 29 740 Peschiera del Garda (VR) Tel: +39 045 64 01 684

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Esito dopo 4 sedute – visione laterale

Sebbene con risultati meno rapidi, lavorare con questo sistema in zone quali l’addome, l’interno coscia, l’interno braccia, la zona periom-

Uffici Via G. Verga, 4 - 20017 Rho (MI) Via G. Bellini, 17 - 20025 Legnano (MI) Tel:

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Una nuova opzione di trattamento con gel NASHA: formulazione con lidocaina

Medicina Estetica

di Giuseppe Sito Chirurgo Estetico, Napoli

L’utilizzo sempre più frequente di acido ialuronico per la correzione delle rughe facciali ci ha spinto a ricercare metodiche sempre più confortevoli per i pazienti. L’utilizzo di gel di acido ialuronico associato a lidocaina non è altro che un ulteriore passo verso il raggiungimento di questo obiettivo no degli elementi che dissuadoU no i pazienti dall’approccio alle terapie estetiche, particolarmente ai trattamenti iniettivi quali i filler, è il dolore. Già negli Anni 80, con la diffusione del collagene bovino iniettabile a scopo estetico, si è tentato di minimizzare questa spiacevole sensazione, aumentando la compliance della paziente, con l’associazione di sostanze anestetiche, per lo più lidocaina, oppure con l’uso di creme topiche, le più note a base di una miscela di prilocaina e lidocaina, talvolta preparate in concentrazioni diverse e in forma officinale. Di certo, una soluzione univoca ed efficace, che aumenti anche la compliance della paziente, è difficile. L’impiego dell’acido ialuronico NASHA (Non Animal Stabilized Hyaluronic Acid) si è largamente affermato nell’ultimo decennio tra i materiali riempitivi, grazie all’ampia versatilità di applicazioni offerte da un range di formulazioni, ciascuna con diverso numero e dimensione di particelle di gel, specificatamente studiate per adattarsi alle caratteristiche del tessuto dove il gel dovrà essere impiantato (tissue tailored concept). Caratteristica peculiare della tecnologia brevettata NASHA (Q-Med AB Uppsala Sweden) è il processo di stabilizzazione della molecola che comporta una modificazione solo minima (<1%) della molecola originaria di acido ialuronico. Questo conferisce al gel

Prima

Dopo

NASHA la proprietà di essere un materiale altamente biocompatibile. Inoltre, a parità di concentrazione di acido ialuronico (20mg/ml) e con la medesima minima modificazione della molecola, la peculiare tecnologia permette di ottenere gel con caratteristiche fisico-chimiche diverse a seconda delle indicazioni. La sicurezza e l’efficacia dei gel NASHA, oltre che essere comprovate da più di dieci milioni di trattamenti in tutto il mondo eseguiti in più di 10 anni di utilizzo, sono supportate da oltre 100 pubblicazioni su riviste scientifiche indicizzate(1-6). Con l’intento di offrire lo stesso profilo di sicurezza e di efficacia dei trattamenti correttivi con acido ialuronico NASHA in combinazione a un effetto analgesico il più possibile efficace in termini di comfort per il paziente, le formulazioni di gel NASHA più comunemente utilizzate della gamma (Restylane e Restylane Perlane) sono attualmente disponibili anche con l’associazione di lidocaina allo 0,3% (Restylane

lidocaine e Restylane Perlane lidocaine). GLI ANESTETICI LOCALI

Dall’introduzione in terapia della cocaina da parte di Koller nel 1884, gli anestetici locali (AL) sono stati ampiamente utilizzati in medicina per le loro proprietà di bloccare, reversibilmente, i canali del sodio e ridurre il flusso di ioni sodio attraverso la membrana neuronale cui consegue la diminuzione della velocità e dell’ampiezza di depolarizzazione, e quindi degli impulsi nervosi che giungono alle fibre sensitive. La lidocaina è stata sintetizzata nel 1943 a Stoccolma dal chimico Nils Löfgren, che in seguito ha sviluppato, insieme al collega Bengt Lundqvist (che lo ha addirittura testato su se stesso), quello che ancora oggi è considerato nel mondo il più efficace e sicuro anestetico locale, con tempi di azione rapidi e incidenza di allergie estremamente rara. I primi dati di uno studio multicentrico condotto in

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scala di severità delle rughe

Svezia (7) dimostrano che la performance – in termini di durata e sicurezza – delle nuove formulazioni di gel NASHA con lidocaina è la stessa delle formulazioni senza lidocaina. Per quel che concerne il comfort del trattamento, questo risulta più confortevole nel 90% dei soggetti trattati rispetto alla formulazione senza lidocaina. Nello studio, condotto in cieco su 42 pazienti di sesso femminile (età media 56 anni), è stata confrontata la formulazione di gel NASHA costituita da 10.000 particelle di gel/ml nella versione senza e con lidocaina (Restylane Perlane vs Restylane Perlane lidocaine), ciascuna iniettata in uno dei due solchi naso-genieni, rispettivamente destro o sinistro. La valutazione della severità delle rughe (WSRS) veniva eseguita in cieco secondo la scala a 5 punti riportata in Tabella 1, mentre l’intensità del dolore percepito veniva valutata dalla paziente al momento del trattamento e nell’arco di due ore dopo il trattamento sulla base di una scala analog 0-10.

Grado

Descrizione

1

Estrema: palesemente visibili con una profondità di 4mm

2

Severa: visibili con profondità minore di 2mm

3

Moderata: appena visibili

4

Lieve: assenti, si formano per un’accentuata mimica facciale

5

Assente: Non presenti con nessuna mimica facciale

Nella maggior parte dei casi è stata utilizzata la formulazione con 10.000 particelle di gel (Restylane Perlane lidocaine), iniettando una quantità media di gel pari a 0,5 ml/per solco in caso di rughe di grado 3 (1 ml in totale) e di 1 ml/solco in presenza di rughe di grado 4 (2 ml in totale). La tecnica utilizzata non differisce da quella comunemente impiegata che prevede l’iniezione nel derma profondo in modo lineare retrogrado, con modificazioni personali. Solo nella porzione apicale vicino all’ala del naso è stata utilizzata la tecnica a ventaglio. La sola accortezza è stata quella di aspettare appena un pò più di tempo tra le varie iniezioni e iniettare lentamente, così da permettere di esplicare da parte della

INTENSITÀ DEL DOLORE

Nel Grafico 1 sono rappresentati i risultati relativi all’intensità del dolore percepito, dai quali emerge che, già alla valutazione subito dopo il trattamento, l’intensità del dolore è significativamente inferiore in caso di impiego del filler con lidocaina rispetto che in caso di utilizzo della formulazione senza anestetico (p<0,001). Una significativa minor dolorabilità viene riferita su questa sede anche nell’arco delle due ore successive. Il risultato estetico a 3 mesi ottenuto con le due formulazioni era sovrapponibile, con una persistenza pressoché totale del livello di correzione iniziale. L’esperienza personale con le formulazioni di gel NASHA con lidocaina riguarda il trattamento di 46 pazienti per il trattamento dei solchi naso-genieni, 33 delle quali con rughe di grado 3 e 13 con rughe di grado 4 (severità valutata in accordo alla scala rappresentata in Tabella 1).

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Grafico 1 - Severità del dolore

lidocaina tutto il suo effetto; è stato inoltre sfruttato l’effetto “sorpresa” avvalendosi di una piccola percussione nell’area del primo impianto. L’osservazione clinica dei casi trattati ha permesso di riscontrare una compliance da parte della paziente notevolmente maggiore poiché il dolore dopo ogni singola iniezione diminuisce sempre più nel corso del trattamento, rendendo il trattamento stesso altamente confortevole e con sensazione dolorosa globale pressoché nulla, anche nel corso delle due ore successive. Gli effetti indesiderati sono totalmente sovrapponibili a quelli comunemente riscontrati

nel trattamento con HA. Nell’esperienza personale si è verificato un solo ematoma in una paziente in terapia salicilica. La valutazione a 3 mesi ha permesso di riscontrare una persistenza ottimale del livello di correzione estetica e nessun effetto collaterale. Le pazienti riportavano un’elevata soddisfazione globale, sia per il comfort del trattamento al momento dell’iniezione, sia per i risultati estetici. In conclusione, l’introduzione delle formulazioni di gel NASHA con lidocaina rendono la gamma Restylane ancora più versatile. Il professionista potrà infatti adattare il trattamento all’indicazione specifica e potrà soddisfare tutte le esigenze delle pazienti con risultati estetici ottimali e un profilo di sicurezza comprovati scientificamente, oggi anche █ con maggior comfort. BIBLIOGRAFIA: 1) Narins RS, Brandt F, Leyden J, et al. A randomized, double-blind,multicenter comparison of the efficacy and tolerability of Restylane versus Zyplasts for the correction of nasolabial folds. Dermatol Surg 2003;29:588–95. 2) Matarasso SL, Carruthers JD, Jewell ML. Consensus recommendations for soft tissue augmentation with nonanimal stabilized hyaluronic acid (Restylane). Plast Reconstr Surg 2006; 117: 3S-34S; discussion 5S-43S 3) Wang F, Garza LA, Kang S et al. In vivo stimulation of de novo collagen production caused by cross-linked hyaluronic acid dermal filler injections in photodamaged hman skin. Arch Dermatol 2007; 143:155-63 4) Hamilton RGH, ABMLI D, Strobos J, Adkinson F. Immunogenicity Studies of Cosmetically Administered Nonanimal-Stabilized Hyaluronic Acid Particles. Dermatol Surg 2007;33:S176–S185 5) Narins RS, Steven H. Dayan, Brandt FS e Baldwin EK. Persistence and Improvement of Nasolabial Fold Correction with Nonanimal-Stabilized Hyaluronic Acid 100,000 Gel Particles/mL Filler on Two Retreatment Schedules: Results up to 18 Months on Two Retreatment Schedules. Dermatol Surg 2008;34:S2–S8 6) Friedman PM, Mafong EA, Kauvar ANB, et al. Safety data of injectable nonanimal stabilized hyaluronic acid gel for soft tissue augmentation. Dermatol Surg 2002;28:491-4. 7) Heden P, Fagrell D, Sellman G. AntiAging World Congress (AAWC), Monaco, Montecarlo 19-21 Marzo (Poster)


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GRANDI NOVITÀ IN CASA THERMAGE™

Medicina Estetica

di Clelia Barini Specialista in Dermatologia e Venereologia - Corlo (MO)

L’avvento delle nuove punte Multiplex ha semplificato enormemente l’approccio terapeutico delle lassità corporee, riducendo i tempi di esecuzione del trattamento oltre alla percezione dolorifica. Il segreto di ciò sta nell’aumentata superficie di trattamento della punta (16 cm2) e in una diversa curva termica evocata. L’esperienza personale dei primi mesi conferma queste prerogative multiple a favore delle multiplex

hermage™ è uno strumento ben noto a tutti che sfrutta la RaT diofrequenza monopolare capacitiva a 6 mega hertz per effettuare un ringiovanimento cutaneo non ablativo, riducendo la lassità cutanea e aumentando lo spessore e la consistenza del derma. La radiofrequenza monopolare capacitiva attraversa i tessuti e incontra la resistenza che questi offrono; tale resistenza è in grado di convertire l’energia elettromagnetica della radiofrequenza in energia termica. Gli effetti clinici e terapeutici che si ottengono attraverso l’impiego della radiofrequenza sono dovuti infatti all’incremento della temperatura che, secondo un gradiente termico inverso, si manifesta nel derma cutaneo. La radiofrequenza monopolare capacitiva, attraverso l’incremento termico, esplica la propria attività con un duplice meccanismo: la denaturazione di una quota variabile di collagene e l’attivazione fibroblastica. Le fibre collagene denaturandosi diventano più corte e di diametro maggiore, con conseguente

effetto “tensorio” e riduzione della lassità; oltre a ciò, la radiofrequenza monopolare capacitiva induce i fibroblasti ad aumentare la propria attività sintetica a favore del collagene tipo I, cioè collagene fisiologico, in tal modo si induce un incremento della componente strutturale del derma e quindi, in pratica, si ottiene un vero e proprio ringiovanimento cutaneo. Il primo utilizzo in Italia del Thermage™ risale a cinque anni or sono; il trattamento era, almeno inizialmente, limitato al distretto facciale. Lo strumento dimostrò da subito una buona efficacia, ma il trattamento era piuttosto doloroso e imponeva all’operatore un rigore ferreo nel corso dell’esecuzione per evitare i rari, seppur possibili, effetti indesiderati. Negli anni successivi, con l’avvento di modifiche tecniche a carico di alcuni componenti ausiliari, è stato possibile estendere il trattamento ad altri distretti corporei come addome, braccia, cosce e glutei, con risultati incoraggianti ma non ancora del tutto soddisfacenti.

La punta L ta da d 3 cm2 d dii Thermage™ Th ™

L’interesse suscitato dall’opportunità’di poter trattare distretti corporei di difficile approccio anche chirurgico, ha indotto l’azienda statunitense a intraprendere una serrata e rigorosa ricerca scientifica, al fine di apportare migliorie allo strumento e/o ad alcuni suoi componenti. Il risultato di tanto lavoro sono state delle “punte dedicate”cioè delle “punte” specifiche per il trattamento dei distretti corporei diversi dal volto. Vediamo però in dettaglio cosa sono le “punte” e perché sono così importanti, anzi determinanti, ai fini del risultato terapeutico. Le punte sono un dispositivo monouso e monopaziente e consentono di trasferire la Radiofrequenza (generata dallo strumento) al derma del paziente. LE PUNTE DA 3 CM2

Le punte specifiche per il corpo utilizzate fino a qualche mese fa avevano una superficie di 3 cm2 e ne esistevano tre diverse varianti con caratteristiche diverse tra loro e quindi con un’indicazione elettiva. Le punte da 3 cm2 sono identificate

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da sigle che ne indicano l’impiego principale: STC sono utilizzate sia per il volto sia per il corpo, per ridurre la lassità cutanea e per ridurre le rughe (STC tightening and contourig, cioè riduzione delle rughe, riduzione della lassità e aumento dello spessore dermico), mentre DC e CL sono utilizzabili solo nel corpo: le DC vengono impiegate per trattare la lassità cutanea associata ad adiposità distrettuale(DC deep contouring), mentre le CL sono da impiegarsi per trattare la pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica di grado lieve o medio con associata lassità cutanea. Mentre le STC veicolano la radiofrequenza a una profondità di circa 2 mm dal piano cutaneo, le DC e le CL consentono alla radiofrequenza di raggiungere la massima temperatura fra i 3 e i 5 mm di profondità, determinando un accorciamento dei setti fibrosi del derma con conseguente ancoraggio sui piani sottostanti. I successi riportati dalle DC e CL hanno indotto la ricerca ingegneristica a intraprendere un ulteriore percorso per migliorare in maniera ancor più significativa le caratteristiche delle punte specifiche per il corpo e, dall’inizio dell’anno, sono state introdotte in Italia - contemporaneamente agli Stati Uniti - le nuove punte per il corpo, le Multilpex. Una vera e propria rivoluzione! LA RIVOLUZIONE MULTIPLEX

Rispetto alle punte DC e CL da 3 cm2, ancora utilizzate e apprezzate, le nuove Multiplex hanno una superficie di 16 cm2 e originano dalla fusione di quattro punte di 3 cm2 tenute insieme da un sottile raccordo lineare (che è comunque in grado di consentire la trasmissione della radiofrequenza per tutta la sua superficie). Si può affermare che le Multiplex hanno una superficie operativa di 16 cm2, quindi coprono una superficie assai più ampia in un tempo minore: una punta Multiplex è programmata per emettere 300 spots

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coprendo una superficie di 5800 cm2 in poco più di un’ora, mentre per ottenere la stessa copertura con le DC o le CL è necessario utilizzare 1600 spots e il tempo in tal caso necessario per effettuare il trattamento di pari estensione è di oltre due ore. Un’altra peculiarità delle nuove MULTIPLEX è una curva termica evocata differente rispetto alle DC e alle CL. Infatti, la massima energia viene erogata all’inizio dell’emissione della radiofrequenza e decresce progressivamente fino al termine dello spot: ciò si traduce in una ridotta percezione dolorifica per il paziente. Grazie al minor numero di spots necessari per effettuare il trattamento e alla differente e più tollerabile curva termica, viene ridimensionato in maniera significativa l’unico limite della terapia con Thermage™: il dolore. Nonostante la maggior tollerabilità del trattamento e i dimezzati tempi di esecuzione, le prestazioni delle Multiplex sono sovrapponibili a quelle delle punte specifiche per il corpo di 3 cm2; le temperature operative ottenute sono comprese fra i 55C e i 62C, la profondità alla quale giunge la radiofrequenza, seguendo un gradiente termico inverso, è di circa 4 mm. Tale profondità è specifica per il corpo, cioè è utile ad accorciare i setti fibrosi presenti nel derma riducendo così la lassità corporea. I primi mesi di impiego delle nuove multiplex hanno consentito a noi utilizzatori di apprezzarne i grandi vantaggi: buona efficacia e specificità d’azione coniugate a una buona tollerabilità e tempi di esecuzione del trattamento assai ridotti. Il trattamento di un distretto corporeo esteso (ad esempio addome o

braccia) si effettua in unica sessione terapeutica della durata di poco più di un’ora, non è necessaria anestesia locale né sedazione e il paziente può riprendere immediatamente le proprie attività. EFFETTI E BENEFICI

Gli effetti terapeutici del trattamento con Thermage™, lenti e progressivi, potranno essere apprezzati in un arco di tempo variabile fra i 3 e i 6 mesi: tale periodo è necessario perché i fibroblasti possano effettuare la neocollagenogenesi. I benefici della terapia strumentale sono stabili e saranno apprezzabili per i due anni seguenti, anche se il trattamento potrà comunque essere ripetuto quando ancora sono visibili gli effetti del precedente. I primi sei mesi di impiego delle nuove Multiplex hanno consentito a noi operatori di apprezzarne i vantaggi e hanno aperto la strada per sviluppare un approccio più completo per il trattamento di quadri misti, che quindi possono trarre beneficio da terapie differenti opportunamente associate. Un esempio di ciò è offerto dall’associazione di una tecnica iniettiva avanzata di Acido Jaluronico macromolecolare e il Thermage™ per il rimodellamento dermico dell’arto superiore, oppure l’associazione del Thermage™ con cavitazione o fosfatidilcolina per trattare adiposità localizzata associata a lassità; il concetto è che le nuove punte Multiplex per il corpo consentono di completare un percorso terapeutico fornendo un risultato ottenibile solo con la radiofrequenza monopolare capacitiva: la riduzione della lassità cutanea e █ il ringiovanimento cutaneo.


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Medicina Estetica

di Alain Gondinet Specialista in Mesoterapia, Nutrizione e Meso Nappage Parigi - Thoiry (Francia)

MESOTERAPIA ANTIOSSIDANTE E RISTRUTTURANTE: CONCETTO e INDICAZIONI D’USO CON Conjonctyl®

e la mesoterapia, inventata SMedico all’inizio degli Anni 50 da un francese, il Dottor Pistor, è messa in pratica da numerosi medici in tutto il mondo, la mesoterapia antiossidativa e ristrutturante è un concetto innovativo e originale messo a punto nel 2003 dai Dottori Alain Gondinet e André Dalloz-Bourguignon. La mesoterapia antiossidativa e ristrutturante consiste in un’iniezione di medicamenti allopatici, con un qualsiasi piccolo ago (4mm/27G), nella parte superficiale della pelle (il derma papillare). La mesoterapia antiossidativa e ristrutturante è un’arma efficace nella lotta contro i radicali liberi, molecole particolarmente temibili per il nostro organismo. La produzione esagerata di radicali liberi è la conseguenza diretta e nefasta dello stress ossidativo. Questo è il frutto di molti fattori particolarmente aggressivi e correnti nella nostra vita moderna: sforzo fisico e psichico, inquinamento chimico ed elettromagnetico, fumo, esposizione al sole, abuso di alcool, sovrabbondanza di esercizio fisico, ecc. Questi radicali liberi sono prodotti da piccoli organismi cellulari, vere fabbriche energetiche: i mitocondri. Grazie all’iniezione di specifiche molecole anti-ossidanti (vitamine, oligoele-

menti, minerali), l’azione anti-radicale della mesoterapia antiossidativa e ristrutturante sarà particolarmente efficace su questa produzione radicalica mitocondriale tossica. La matrice extracellulare

La mesoterapia antiossidativa e ristrutturante, grazie alla presenza della molecola del silicio organico contenuto in Conjonctyl® (silicone organico o Silicium), permette di rinforzare la struttura della matrice extracellulare del derma, vera “rete” composta da proteine e polisaccaridi. Tutti i tessuti connettivi, in effetti, sono caratterizzati dall’esistenza di una matrice extracellulare (E.C.M.) costituita da uno scompartimento acquoso nel quale troviamo una rete di fibre insolubili, le glicoproteine come il collagene di Glicoaminoglicani (GAGs) organizzato in una struttura 3D, molto particolare per i tessuti connettivi. Le forze fisiche che controllano questa organizzazione 3D dipendono dai legami fra le molecole che costituiscono queste fibre insolubili. Le interazioni fra proteoglicani e

GAGs impliciti nell’organizzazione E.C.M. possono direttamente modulare il volume del tessuto connettivo e la sua impressionante resistenza agli stimoli meccanici quali allungamento, pressione e torsione. Per questo motivo, nell’ambito della mesoterapia antiossidativa e ristrutturante, l’uso di Conjonctyl® in Medicina Estetica come riempitivo e/o biostimolante, è sicuramente un campo di applicazione consigliato per ottenere un derma compatto e tonico. I disordini dell’apparato locomotorio, reumatico o post traumatico in natura, rappresentano un altro dei campi in cui la mesoterapia antiossidativa e ristrutturante più ampiamente si applica e dove un’alta percentuale di buoni risultati può essere ottenuta. Questo campo di attività medica è così importante che un “general practitionner” incontrerà queste patologie spesso nella sua pratica quotidiana. In virtù della sua molecola, Conjonctyl® può essere combinato con altri prodotti idrosolubili. Ha dimostrato una tolleranza locale e generale perfetta tramite iniezione nel derma e specificamente con la tecnica del nappage (con profondità specifica 1-2 millimetri di iniezioni nel derma papillare), le sedute di mesoterapia non saranno dolorose e non avranno reazioni o effetti secondari.

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MESOTERAPIA ANTIOSSIDANTE E RISTRUTTURANTE: CONCETTO e INDICAZIONI D’USO CON Conjonctyl®

Conjonctyl®: target in mesoterapia antiossidativa E ristrutturante

Conjonctyl® è molto facile da usare sia da solo in iniezioni intradermiche sia in uno specifico cocktail antiossidativo e ristrutturante: questo cocktail antiossidante arresterà la produzione dei radicali liberi nei mitocondri. I radicali liberi inizieranno quindi il rilascio dei mediatori chimici tossici (cytokines) responsabili di infiammazione e dolore durante le malattie reumatiche. Molto ricchi in silicone organico (Si) ai tempi dell’embriogenesi, i tessuti connettivi si impoveriscono in modo naturale durante la vita a causa di una riduzione di assorbimento intestinale. Notiamo inoltre che le cellule sono riconosciute con difficoltà. Il fenomeno di invecchiamento aumenterà la perdita progressiva nel corpo umano del silicio organico e avrà come conseguenza la disorganizzazione del tessuto. Alcuni campi di applicazione della Mesoterapia Antiossidativa e ristrutturante e pratica di applicazione con Conjonctyl®

• Medicina Estetica: per fermare l’invecchiamento naturale della pelle, cioè l’apparire delle rughe, l’assottigliamento della pelle, il cambiamento di colore, l’eliodermia, i disordini della pigmentazione. • Patologie abarticolari con effetti periferici (tendiniti, capsuliti, neurolalgie, distorsioni, sforzo muscolare), nello specifico spalla, gomito, polso, mano, legamenti, anca, ginocchio, caviglia. • Patologie abarticolari con effetti alla rachide (cervicale, dorsolombare e sacrolombare), nello specifico, sciatica, neuralgia cervicobrachiale, lombalgie, torcicollo... Queste ultime due patologie possono essere trattate o con un cocktail “antioxidative e Restructuring” (con Conjonctyl®) oppure con un cocktail “Pain Killer” (con Calcitonine. Vit B1. Vit B

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12 e Thiocolchicoside). Il protocollo prevede una sessione a T0, il terzo giorno e il sesto. Oltre se necessario. • Malattie degenerative delle giunture sia in fase cronica sia acuta. Nello specifico artrosi, osteoporosi, artriti e osteoartriti. Conclusioni

Il silicone organico incluso in Conjonctyl® può aiutare tutti gli organi a base di tessuto connettivo (tendini, ossa, tessuti cartilaginei, muscoli lisci) nello sviluppo dell’architettura dei loro elementi fibrosi. Conjonctyl®, quindi, grazie alla sua attività sulla struttura del tessuto connettivo (la stessa origine mesodermica del derma), può e deve essere utilizzato, con risultati

efficienti, in malattie delle ossa, delle giunture, dei tendini e dei muscoli, oltre che in Medicina Estetica. Può quindi contribuire, come la CHIAVE DI VOLTA di un arco che sostiene l’arcata di una cattedrale, all’integrità strutturale, fornendo la resistenza e █ la resilienza. PER INFORMAZIONI:

GF Electromedics srl Via R. Giuliani, 505 - 50141 Firenze Tel: 055 42.50.396 Fax: 055 45.62.41 gfpacetti@gfelectromedics.it www.gfelectromedics.it


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Medicina Estetica

Matrix RF™: Skin Resurfacing Frazionato La tecnologia tratta i tipi di pelle più scura

Intervista a: Tess Mauricio, M.D. Dermatologa - USA John Shieh, M.D. Medico Estetico - USA

opo la presentazione allo scorD so Congresso Internazionale AAD di San Francisco, ora i medici saranno in grado di offrire a pazienti con tipi di pelle più scura trattamenti di resurfacing della pelle frazionato in tutta sicurezza ed efficacia grazie a Matrix RF™ di Syneron, Inc. (Irvine, California). Matrix RF™ usa esclusivamente la tecnologia con radiofrequenza per trattare con successo i tipi di pelle IV, V e VI della scala Fitzpatrick. “Prima di poter disporre di Matrix RF™, dovevo essere estremamente cauta quando eseguivo trattamenti ablativi o addirittura semi-ablativi sui miei pazienti con pelli scure perché c’era il rischio di possibili complicazioni” afferma Tess Mauricio, M.D., dermatologa e fondatrice dei centri Scripps Ranch Dermatology e Cosmetic Center a San Diego, California. “Matrix RF™ è un dispositivo che non si basa sull’utilizzo del laser o della luce frazionata. La sua fonte d’energia è la radiofrequenza, che eroga in modo efficace una quantità sicura di energia termica proprio sul punto che si sta trattando”. Secondo la Dr.ssa Mauricio, applicare energia ottica, come quella del laser, o di altre apparecchiature che usano fonti di luce, per il trattamento di pelli scure, risulta spesso essere un rischio che non vale la pena correre. “Nei tipi di pelle più scura a causa della maggiore concentrazione di pigmenti si registra un assorbimento

Paziente donna, prima e dopo 1 mese dal trattamento con Matrix RF™

superiore di energia ottica”. Inoltre, trattamenti di resurfacing con laser possono risultare aggressivi a livello epidermico. Un incremento della distruzione epidermica è direttamente proporzionale al rischio di effetti dannosi. Matrix RF™ provoca minori danni epidermici in quanto produce lesioni di forma più triangolare. Sulla superficie della pelle, la zona che ha subito ablazione è più ristretta, con aree in cui i tessuti circostanti risultano meno colpiti. Quest’area colpita va allargandosi sotto la superficie della pelle cosicché l’area maggiormente colpita risulta più ampia rispetto a quella trattata da altre tecnologie frazionate. Il colpire questa massa più estesa porta alla neocollagenesi a livello del derma (circa 400 micron) dove è preferibile che avvenga perché si ottenga un’effettiva distensione della pelle. La Dr.ssa Mauricio è capo ricercatore di uno studio in corso sulla resa di Matrix RF™ sulle pelli scure – tipi di pelle V e VI della scala Fitzpatrick – che comprendono le carnagioni di pazienti asiatici, ispanici, afroamericani e dell’area dell’India orientale. I pazienti che si sono sottoposti allo studio sono uomini e donne in età compresa tra i 25 e 60 anni. Sono stati sottoposti a trattamenti di

riduzione rughe, restrizione dei pori e problemi di pigmentazione. Già a metà febbraio la maggior parte dei pazienti partecipanti a questa ricerca, portata avanti da un solo centro, aveva completato il loro secondo trattamento, che era stato distanziato di un mese dalla prima sessione. “Fino a oggi Matrix RF™ ha dimostrato risultati promettenti per i tipi di pelle più scuri” ha riferito la Dr.ssa Mauricio. “Non abbiamo incontrato alcuna complicazione. Non ci sono stati casi di iperpigmentazione postinfiammatoria, che è generalmente l’effetto indesiderato più comune che si presenta su questo tipo di pazienti quando vengono sottoposti a un qualsiasi trattamento di resurfacing della pelle con laser. Questo risultato è davvero incoraggiante”. Dei tre programmi di trattamenti offerti da Matrix RF™, la maggior parte dei pazienti che ha preso parte allo studio è stata trattata sia con il Programma A, che effettua una lieve ablazione e resurfacing cutaneo il cui impatto assomiglia a quello raggiunto con trattamenti con dispositivi erbium glass frazionato, sia con il Programma B, che consiste in un’ablazione moderata e resurfacing della pelle simile al miglioramento ottenuto con apparecchiature Er:YAG fraziona-

Il metodo Matrix RF™ Impatto modulato

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to. “Siamo in grado di controllare la densità di copertura della zona di ricezione grazie al SelectPulse, regolabile” sottolinea la Dr.ssa Mauricio. “Per quanto riguarda la fluenza, il sistema offre la possibilità di erogare fino a 25 Joules di energia”. Un paziente che riportava cicatrici da acne profonde è stato trattato con il Programma C, che effettua trattamenti di ablazione intensa e resurfacing cutaneo; i risultati ottenuti sono simili a quelli generalmente osservati dopo trattamenti con apparecchiature a CO2 frazionato. “Il Programma C risulta essere inoltre molto indicato per i trattamenti del contorno occhi e contorno labbra dove si presentano rughe profonde” aggiunge la Dr.ssa Mauricio. “Il trattamento con testina usa e getta, che offre 125 impulsi, è un metodo semplice ed efficace per mantenere condizioni di sterilità specialmente in queste zone, caratteristica difficilmente raggiungibile dalle apparecchiature che usano tecnologie concorrenziali”. Diversamente da altre apparecchiature per trattamenti frazionati che richiedono diversi passaggi, “La tecnica di Matrix RF™ richiede un solo passaggio”, prosegue la Dr.ssa Mauricio “un trattamento completo al viso può essere eseguito in circa 15/20 minuti”. I risultati della ricerca rilevano inoltre che il tempo di recupero dopo il trattamento , utilizzando Matrix RF™, è molto contenuto. “Nei pazienti, l’area trattata si presenta leggermente gonfia e arrossata subito dopo il trattamento, ma tutto ciò svanisce nell’arco di poche ore e il giorno seguente il paziente può già truccarsi,” sottolinea la Dr.ssa Mauricio ”anche i pazienti che non usano trucco potranno uscire tranquilli il giorno seguente perché non ci sarà bisogno di celare o coprire nessun segno. Ho una lunga esperienza di trattamenti frazionati con altre apparecchiature e mi sento di affermare che Matrix RF™ è completamente diverso rispetto a ogni altro macchinario per il resurfacing frazionato della pelle che

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io abbia mai usato”. La Dr.ssa Mauricio riporta che i pazienti che hanno preso parte allo studio sono entusiasti dei risultati ottenuti dopo soli due trattamenti. “La maggior parte di loro ha effettivamente notato dei miglioramenti, già una o due settimane dopo il primo trattamento. Anche i loro colleghi e familiari hanno notato che la loro pelle appare molto migliorata”. La Dr.ssa Mauricio consiglia di sottoporsi a cinque sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, con Matrix RF™, con la possibilità di sessioni aggiuntive qualora si dovessero trattare cicatrici profonde da acne. “Non credo si possano riscontrare effetti collaterali da “sovraddosaggio” dei trattamenti. Maggiori sedute effettuate significano risultati più evidenti” afferma. “Si registrano aumenti nella produzione di nuovo collagene, nella distensione della pelle e un ringiovanimento generale”. Secondo John Shieh, MD., Medico Estetico a Los Angeles, California, “Generalmente, preferiremmo non trattare pazienti di colore (tipi di pelle V e VI) con le apparecchiature che sfruttano tecnologie luminose. Persino i tipi di pelle IV vengono distolti dal sottoporsi a questo tipo di trattamenti per il rischio insito in questa pratica”. Il Dr. Shieh apprezza la possibilità di poter regolare la profondità di penetrazione e la quantità d’energia utilizzati da Matrix RF™, “che consentono di minimizzare i danni potenziali ai melanociti, che si trovano più in profondità nel derma. I danni da riscaldamento a tale livello sono limitati, e tuttavia riusciamo a ottenere i risultati di resurfacing desiderati in superficie. Con Matrix RF™ possiamo evitare di colpire la melanina presente nella pelle in quanto la sua tecnologia non dipende più da una componente di energia luminosa per riscaldare la pelle”. Utilizzando fonti d’energia luminosa, il punto che viene maggiormente ri-

scaldato è la superficie della pelle e l’energia che riesce a penetrare in profondità viene immediatamente dispersa e poi diffusa. Diversamente l’energia elettrica di Matrix RF™ “è più controllabile. Tutti gli ioni presenti nel flusso elettrico vengono conservati e controllati” spiega il Dr. Shieh. I 64 punti di contatto della matrice/ griglia presente sulla punta della testina “non trapassano la pelle, ma la sfiorano semplicemente. L’energia elettrica viene modulata attraverso questi 64 punti alternando le terminazioni di polarità, negativa e positiva, presenti in ciascuno di essi”. Sedute personalizzate di Matrix RF™ permettono una maggiore coagulazione o maggiore ablazione. In corrispondenza di ciascun punto di contatto “si crea una minuscola lesione” prosegue il Dr. Shieh “solo penetrando in profondità nel tessuto gli effetti sull’area colpita si espandono”. Il Dr. Shieh ha trattato con Matrix RF™ diverse condizioni dei tessuti, rughe sottili e marcate. “Ho inoltre trattato pazienti con cicatrici da acne e con tipi di pelle di varie etnie. In particolare,” ricorda il Dr. Shieh “una signora di origini ispaniche, intorno ai 35 anni, con pelle di tipo IV che presentava serie cicatrici da acne. È stata sottoposta a tre trattamenti, con intervalli da 4 a 6 settimane. Abbiamo osservato un appianamento delle cicatrici da acne, mentre precedentemente, in seguito a un trattamento con sistema a CO2 frazionato, non era stato raggiunto il risultato desiderato. Matrix RF™ è decisamente un nuovo approccio ai █ trattamenti ablativi frazionati”. PER INFORMAZIONI: 800 812 017 www.smei.it


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NEUROLOGIA

di Giovanni Scapagnini Prof. Associato Biochimica Clinica Facoltà di Medicina Università degli Studi del Molise

Omotaurina: nuove prospettive per il trattamento e la prevenzione della patologia di Alzheimer

a malattia di Alzheimer (AD) è L una malattia neurodegenerativa progressiva e la causa più comune in età adulta di demenza, cioè di uno stato clinico caratterizzato dalla perdita di memoria e di funzioni cognitive complesse. L’AD ha un esordio tipicamente senile e in molti paesi la sua incidenza, soprattutto in ragione dell’allungamento della vita media, è in costante aumento. Gli ultimi dati presentati dall’Alzheimer Association parlano di una triplicazione dei casi di Alzheimer da oggi al 2050, definendo questa malattia una vera e propria epidemia silente. Questo argomento acquista sempre maggiore importanza in una società, come la nostra, che sta vivendo una sorta di ‘rivoluzione demografica’: nel 2000, nel mondo c’erano circa 600 milioni di persone con più di 60 anni, nel 2025 ce ne saranno 1,2 miliardi e 2 miliardi nel 2050. Una caratteristica misteriosa dell’AD è la variabilità con cui colpisce le persone e la difficoltà di porre una diagnosi precoce. I pazienti affetti da AD presentano un progressivo aumento di deficit cognitivi, lungo un arco di 8 - 10 anni di media dalle prime manifestazioni cliniche, che vanno da lievi deficit mnestici nelle prime fasi della malattia fino alla morte passando per disturbi cognitivi, disturbi di carattere emotivo, alterazioni motorie, disturbi comportamentali, episodi di depressione, psicosi con deliri e

allucinazioni e disturbi del sonno. La diagnosi richiede l’applicazione di un pacchetto di test neuropsicologici piuttosto ampio. Tuttavia l’analisi neuropsicologica non riveste caratteri di specificità eziopatogenetica. Tipicamente risulta difficile porre una diagnosi precisa, soprattutto all’esordio. Attualmente la diagnosi di AD è anatomopatologica e si fonda sul riscontro autoptico a livello cerebrale delle placche di beta amiloide e dei grovigli neuro fibrillari, le due tipiche lesioni che caratterizzano questa malattia. Sebbene sia noto che alla patogenesi dell’AD concorrono la formazione di aggregati proteici e la perdita di popolazioni neuronali, poco si conosce circa le modalità con le quali questi fattori interagiscono tra loro e quale di essi sia causa o conseguenza della patologia. Altrettanto poco noti sono gli eventi molecolari alla base del processo di morte causato dalle proteine coinvolte in queste malattie. Secondo una delle ipotesi patogenetiche più accreditate, il peptide di 42 aa beta amiloide (Abeta), che rappresenta la maggior componente delle placche amiloidi, gioca un ruolo determinante nel causare la degenerazione neuronale caratteristica dell’AD. Il peptide deriva dal metabolismo della proteina precursore dell’amiloide (APP) ad opera di tre enzimi: alfa, beta e gamma secretasi. L’ipotesi della cascata amiloidea sostiene che l’abnorme produzione e deposizio-

ne di Abeta in sede extracellulare è responsabile di una serie concatenata di eventi che hanno come esito finale fenomeni neurotossici. Un dato costante comunque è che la presenza di aggregati proteici è associata a morte neuronale. La prevenzione degli effetti devastanti di queste malattie richiede pertanto la prevenzione della morte e perdita dei neuroni. La scarsa efficacia dimostrata dagli inibitori dell’acetilcolinesterasi nel frenare la progressione della malattia sembra supportare l’idea che solo la diagnosi ed il trattamento precoce potrebbero incidere significativamente sulla sopravvivenza neuronale e sul risparmio delle funzioni cognitive. In particolare la perdita di volume dell’ippocampo, una area del sistema nervoso centrale fondamentale per la memoria e tra le prime ad essere danneggiate durante lo sviluppo della patologia neurodegenerativa, è stata direttamente collegata al grado di declino cognitivo dei pazienti di Alzheimer. Il livello di perdita di volume dell’ippocampo valutato attraverso Risonanza Magnetica (MRI) è stato proposto come un valido strumento diagnostico per predire la progressione e l’andamento della patologia di Alzheimer. Su tali basi, composti in grado di proteggere il cervello e l’ippocampo contro la neurotossicità da Abeta costituirebbero degli ideali strumenti terapeutici per il trattamento dell’AD.

Fig. 1: L’omotaurina inibisce la formazione dei filamenti amiloidi tossici 45

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L’omotaurina, o tramiprosato, è un composto solfonato di basso peso molecolare in grado di legarsi, in vivo ed in vitro, al peptide Abeta nella sua forma solubile. Il legame con la forma solubile di beta amiloide impedisce al peptide di assumere la struttura fibrillare, non più solubile, e ne favorirebbe l’eliminazione prevenendone l’accumulo. In vitro l’omotaurina si è dimostrata in grado di proteggere nei ratti i neuroni e il tessuto di ippocampo in cultura contro la tossicità da beta amiloide. L’omotaurina si è dimostrata anche in grado di revertire l’inibizione della long-term potentiation (LTP) indotta da beta amiloide, in fettine di ippocampo di ratto, grazie anche alla sua specifica capacità di legare i recettori di tipo A dell’acido gamma amino butirrico (GABA). In vivo l’omotaurina produce una riduzione dose-dipendente di entrambe la beta amiloide solubile e aggregata, nei cervelli di topi transgenici (TgCRND8). Nell’uomo la somministrazione di omotaurina in soggetti sani, giovani e anziani, e nei pazienti di Alzheimer è risultata essere sicura e ben tollerata. Sul numero di Luglio della rivista scientifica “The Journal of Nutrition, Health and aging” il gruppo di ricerca della McGill University di Montreal ha pubblicato i primi dati relativi allo studio Alphase, uno studio clinico di fase III, multicentrico, randomizzato e controllato con placebo, condotto su 1052 pazienti affetti da Alzheimer da lieve a moderato, già in trattamento con inibitori dell’acetilcolinesterasi, e seguiti per 18 mesi. Il presente studio ha valutato un sottogruppo di pazienti (312) a cui sono state effettuate analisi di imaging mediante risonanza magnetica volumetrica per valutare l’andamento della perdita di volume dell’ippocampo durante il periodo del trattamento. In questa pubblicazione gli autori dimostrano per la prima vol-

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Fig. 2: Encefalo sano (sx) e encefalo affetto da Alzheimer (dx)

ta che l’omotaurina somministrata due volte al giorno ad un dosaggio di 100 mg o di 150 mg, è in grado di ridurre in maniera significativa la perdita di volume dell’ippocampo tipica della patologia di Alzheimer. Nello stesso studio gli autori hanno anche evidenziato nei pazienti osservati un migliore andamento dello stato cognitivo. Lo studio rappresenta la prima sostanziale evidenza di una efficacia clinica dell’omotaurina nei pazienti affetti da Alzheimer, anche in un’ottica di trattamento coadiuvante la terapia con inibitori dell’acetilcolinesterasi e/o come trattamento specifico per la prevenzione dell’insorgenza della malattia di Alzheimer, soprattutto nei numerosi soggetti affetti da Mild Cognitive Impairment” (MCI), cioè in persone non dementi con deficit cognitivi evidenziabili ed un maggior rischio di sviluppare demenza. Di seguito riportiamo i punti salienti dell’abstract dello studio in oggetto: “Effetto del tramiprosato (omotaurina) nei pazienti affetti da malattia di Alzheimer da lieve a moderata: analisi esplorativa del sottogruppo dello studio Alphase valutato con MRI”.

S. GAUTHIER1, P.S. AISEN2, S.H. FERRIS3, D. SAUMIER4,9, A. DUONG4, D. HAINE5, D. GARCEAU6, J. SUHY7, J. OH7, W. LAU7, J. SAMPALIS8 FOR THE ALPHASE GROUP

Obiettivi: L’efficacia, la sicurezza e la capacità di modificare l’andamento della patologia del tramiprosato (omotaurina) sono state recentemente investigate in un completo studio clinico di fase III (Alphase) su larga scala in pazien-

ti affetti da malattia di Alzheimer di grado lieve e moderato. Il presente studio descrive i risultati ottenuti con vMRI e le valutazioni dello stato cognitivo e clinico ottenuti su tale sottogruppo. Disegno: Uno studio multicentrico, in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo su di un sottogruppo dei 1052 pazienti reclutati nello studio Alphase. Setting: 51 centri di diagnosi con vMRI negli Stati Uniti e in Canada. Partecipanti: Un totale di 508 pazienti è stato valutato con vMRI. Interventi: I pazienti sono stati randomizzati per ricevere placebo bid (n=109), tramiprosato 100 mg bid (n=103) o tramiprosato 150 mg bid (n=100) per 78 settimane. Misurazioni: I test Alzheimer’s Disease Assessment Scale-cognitive subscale (ADAS-cog) e Clinical Dementia Rating–Sum-of-boxes (CDR-SB) sono stati somministrati in condizioni basali e a 13, 26, 39, 52, 65 e 78 settimane. Risultati: I punteggi dei risultati psicometrici hanno dimostrato un trend numerico favorevole al tramiprosato sebbene non è stata raggiunta una completa significatività statistica. È stato anche riscontrato un significativo effetto generale del trattamento e una differenza di andamento dei punteggi del ADAS-cog in favore del tramiprosato. Conclusioni: L’analisi del vMRI nel sottogruppo di pazienti oggetto dello studio indica che l’omotaurina rallenta l’atrofia dell’ippocampo, e rivela alcuni effetti benefici di tale trattamento sui processi cognitivi █ nei pazienti affetti da AD.


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Medicina Estetica

Epilazione ad alta velocità con SISTEMA LightSheer™ Duet

di Beth Haney, FNP-C Yorba Linda (California - USA)

I metodi per la rimozione dei peli superflui basati su laser e luce pulsata (fotoepilazione) per entrambi i sessi sono relativamente nuovi. Questi metodi sono adatti alla rimozione o riduzione permanente della quantità di peli superflui di ascelle, braccia, gambe, torace, schiena, area bikini o viso

lcuni studi hanno effettuato una A revisione dell’efficacia e della sicurezza dei dispositivi laser ed IPL per la rimozione dei peli superflui (1, 2, 3). Secondo l’American Society of Aesthetic Plastic Surgery, tra tutte le applicazioni dei dispositivi laser, l’epilazione laser resta la procedura effettuata con maggior frequenza. L’obbiettivo della fotoepilazione è rilasciare l’energia luminosa indirizzandola alla melanina nelle cellule staminali e nella papilla dermica del follicolo pilifero. In generale, l’efficacia ottimale e la sicurezza dell’epilazione dipendono da diversi fattori: lunghezza d’onda, ampiezza dell’impulso, fluenza, raffreddamento, numero di trattamenti e numero di impulsi (4). Più specificamente, l’efficacia dipende dall’assorbimento della luce da parte della melanina e dalla successiva distruzione termica di pelo superfluo e follicolo per mezzo della fototermolisi selettiva. Tuttavia, le alternative efficaci alle procedure a base di laser e luce pulsata per la rimozione dei peli superflui sono limitate, perché l’energia luminosa viene assorbita anche dalla melanina presente nell’epidermide. Il LightSheer™ (Lumenis, Inc.), un laser a diodi a impulsi lunghi, da 800-nm, con il suo dispositivo di raffreddamento in zaffiro

ha dimostrato di essere sicuro ed efficace per l’epilazione a lungo termine in una vasta gamma di tipi di pelle e peli superflui (5, 6). Dato che l’assorbimento di energia da parte della melanina è di quattro volte superiore ad una lunghezza d’onda di 800 nm rispetto a quanto avvenga a 1064 nm, LightSheer™ rimuove i peli superflui a fluenze più basse di quelle richieste dai laser da 1064 nm (6). Il dispositivo di raffreddamento con cristallo in zaffiro del LightSheer™ protegge l’epidermide e, dato che viene premuto contro la cute, avvicina il bulbo pilifero al derma superficiale dove l’energia del laser è alla sua massima potenza (6). Le maggiori ampiezze d’impulso del LightSheer™ e il suo puntale con raffreddamento a contatto mediante cristallo di zaffiro minimizzano il danno alla pelle e permettono un utilizzo sicuro delle fluenze più alte, perfino nei pazienti dalla pelle più scura (5). Il dispositivo di depilazione laser LightSheer™, con il suo puntale di raffreddamento in zaffiro, viene considerato il Gold Standard dell’epilazione laser. Il Sistema laser LightSheer™ Duet (Lumenis, Inc., Santa Clara, CA) è un dispositivo estetico non invasivo che rilascia una luce laser pulsata all’infrarosso a 800 nm. Il sistema (Fig. 1) è dotato di due manipoli: 1) Il LightSheer™ ET con uno spot delle dimensioni di 9 mm x 9 mm per trattare aree piccole. 2) Il nuovo LightSheer™ HS (ad alta velocità) con uno spot delle di-

Fig. 1: Il sistema LightSheer™ Duet 48 48

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Fig. 2: Il nuovo LightSheer™ HS

mensioni di 22 mm x 35 mm per trattare le aree più ampie (Fig. 2). Ho effettuato procedure estetiche, compresa l’epilazione, per sette anni. Nella nostra clinica abbiamo utilizzato con regolarità il Sistema laser LightSheer™ Duet per la rimozione dei peli superflui fin dalla prima volta in cui abbiamo iniziato a valutare il sistema, nel 2006. Il tipo di manipolo che utilizziamo dipende dalle aree da trattare. Utilizziamo l’ET con spot di piccole dimensioni per trattare labbro superiore, mento, caviglia e area bikini, e l’HS con spot di grandi dimensioni e sistema vacuum per trattare schiena, spalle, torace e gambe. Il vacuum effettua un’aspirazione per attirare e distendere la pelle in un’ampia area di trattamento, avvicinandola così alla fonte luminosa. La distensione della pelle per mezzo del vuoto fornisce quattro importanti benefici: 1) Un trasferimento più efficiente dell’energia attraverso la cute, assottigliata e distesa. 2) Una riduzione della fluenza necessaria a raggiungere l’efficacia,


Area di trattamento

grazie alla maggior vicinanza della luce ai bulbi dei follicoli piliferi obiettivo di trattamento. 3) una riduzione nella densità della melanina epidermica, minimizzando così il danno all’epidermide indotto dal calore e massimizzando l’assorbimento della luce da parte della melanina di peli e follicoli. 4) costrizione e successivo schiarimento dei vasi ematici nell’area di trattamento, eliminando così ulteriormente l’assorbimento della luce da parte dei cromofori concorrenti. L’ottica della cute distesa e l’utilizzo della stessa durante i trattamenti clinici con laser è stata descritta in dettaglio (7). Fig. 3: 15 minuti per trattare la parte inferiore delle gambe

TRATTAMENTO RAPIDO CON UN FASTIDIO MINIMO

Il manipolo HS ha tre vantaggi principali: il trattamento è rapido, il fastidio per il paziente viene ridotto al minimo in modo da non necessitare di alcun anestetico per uso topico, e durante il trattamento non è necessario utilizzare alcun gel. I tempi di trattamento per i manipoli ET e HS vengono confrontati nella Tabella. In tutti i casi il manipolo HS riduce i tempi di trattamento del 50/75%. Una volta, per trattare la schiena di un uomo con l’ET impiegavamo 1 ora. Ora con l’HS ci bastano dai 15 ai 20 minuti. Per trattare la parte inferiore delle gambe erano necessari 45 minuti, mentre ora ne bastano 15 (Fig. 3). In 15 minuti possiamo anche Fig. 4: 15 minuti per epilare il torace di un uomo

Schiena Petto Spalle Ascelle Gambe Parte inferiore gambe Zona Bikini

Tempo di trattamento (min) ET 60 40 20 10 60-75 45 15

Riduzione (%)

HS 15-20 15 10 4 20-30 15 5

67-75 62 50 60 63 67 67

Confronto dei tempi di trattamento tra ET e HS

rimuovere i peli superflui dal torace di un uomo (Fig. 4). Con il manipolo HS, ho visto risultati eccellenti dopo 3 trattamenti distanziati uno dall’altro di 4/6 settimane rispetto ai 5 trattamenti effettuati con il solo ET. Con vantaggi simili, non deve sorprendere se il volume delle nostre procedure di epilazione con laser è rimasto costante anche durante questa depressione economica. Per quanto riguarda il fastidio per il paziente, un paziente cui abbiamo trattato la schiena con il vecchio dispositivo ha atteso un anno prima di effettuare un altro trattamento perché temeva di sottoporsi a un’altra lunga, dolorosa esperienza. Quando infine il paziente è tornato, l’abbiamo trattato con il manipolo HS ed egli è rimasto stupito per la sua velocità, tollerabilità ed efficacia. Naturalmente, alcune aree anatomiche sono più sensibili di altre, e la quantità di fastidio dipende dalla quantità di energia utilizzata. Generalmente, però, il trattamento è abbastanza confortevole, tanto che possiamo eliminare completamente il tempo di preparazione dedicato all’applicazione dell’anestetico per via topica e ridurre ulteriormente tempo di trattamento e costi della procedura. Gli effetti indesiderati sono pochi e di lieve entità. Uno è che la cute sensibile si arrossa attorno al follicolo pilifero e può diventare edematosa, che è un endpoint comune di trattamento nell’epilazione laser. E, sebbene non abbia mai trattato alcun paziente afro-americano, ho trattato pazienti dalla pelle abbronzata. Il problema della pelle abbronzata è che assorbe una quantità maggiore di energia laser a causa della maggior quantità di melanina nella pelle. Semplicemente, utilizzo un livello di energia più basso e trat-

to il paziente più spesso. I pazienti dalla pelle chiara rispondono molto bene al trattamento. FACILITÀ DI FUNZIONAMENTO

Un altro vantaggio del manipolo HS è la sua facilità di funzionamento. L’operatore, piuttosto che far scorrere il manipolo sull’area obiettivo di trattamento per 1 o 2 ore, si limita a “tamponare” l’area obiettivo di trattamento con una pressione molto lieve e quindi solleva il manipolo. Non dobbiamo utilizzare un gel per rendere più facile lo scivolamento né un anestetico topico per ridurre il fastidio. La procedura è molto meno noiosa e necessita di minuti anziché di ore. Inoltre l’intera unità è di piccole dimensioni, mobile e facile da spostare in studio per l’infermiera. CONCLUSIONE

Il LightSheer™ Duet con manipolo HS fornisce al Medico clinico un trattamento rapido di epilazione per restare competitivo e aumentare i profitti derivanti da tali procedure. Inoltre, il manipolo HS offre un’alta soddisfazione del paziente grazie alla sua efficacia, rapidità e assenza di fastidio per il paziente durante il █ trattamento. BIBLIOGRAFIA Disponibile su www.lumenisitalia.it

PER INFORMAZIONI:

Lumenis Italy Srl lumenis-italy@lumenis.com www.lumenis.com

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Chirurgia Estetica

Studio Gennai Chirurgia Estetica Responsabile: Alessandro Gennai Collaboratori: Ivano Iozzo Luigi Izzo

Lifting Verticale Endoscopico con Incisioni Minime (MIVEL): un nuovo approccio per un risultato naturale Da ormai più di 10 anni abbiamo modificato la nostra filosofia di intervento nell’ambito del ringiovanimento del volto, ponendo come obiettivo il conseguimento di un risultato esteticamente valido, armonico e nel contempo estremamente naturale, attraverso l’introduzione dell’endoscopia nella nostra pratica chirurgica

ale procedura, denominata MIT VEL (Minimal Incision Vertical Endoscopic Lift), ci ha consentito di ottenere alcuni risultati importanti che vi illustriamo di seguito. 1) Ridotto numero di cicatrici: l’approccio endoscopico al distretto frontale e zigomatico-malare necessita di 4-5 incisioni di circa 2 cm di lunghezza (1 mediana, 2 paramediane, 2 temporali). Il distretto cervico-mentoniero viene approcciato mediante un’incisione esclusivamente retroauricolare. 2) Nessuna resezione di cute “in eccesso”: il riposizionamento endoscopico dei tessuti molli mediante vettori verticali e/o temporali, difatti, garantisce risultati estremamente naturali e armonici. I tessuti molli vengono approcciati agendo sulla causa: non già un eccesso di cute, raramente presente, bensì una ptosi, che è la primaria indicazione per un riposizionamento in sede normale dei tessuti, in luogo dell’abituale resezione. In tal modo l’assenza di tensione sui margini della ferita assicura una migliore qualità della cicatrizzazione e al contempo il risultato appare naturale, non essendovi alcuna distorsione dei rapporti tra

le unità estetiche del volto. 3) Risoluzione dei deficit di volume: impieghiamo di routine il lipofilling della regione periorbitaria superiore e del distretto zigomatico-malare. Nel caso non fosse possibile il prelievo di tessuto adiposo, ricorriamo all’acido ialuronico. 4) Rispetto dell’integrità del muscolo orbicularis oculi: eseguiamo, quando presente un’erniazione adiposa sottopalpebrale, una blefaroplastica inferiore transcongiuntivale presettale, con assenza di cicatrici esterne e scevra delle sequele estetiche e funzionali sulla palpebra inferiore (proprie della blefaroplastica esterna). In casi selezionati, quando è realmente presente cute in eccesso, pratichiamo una modesta resezione della stessa, senza alcuna incisione del muscolo orbicolare. 5) Rara indicazione alla blefaroplastica superiore: riteniamo infatti che l’aspetto “appesantito” della palpebra sia molto più spesso legato a una ptosi sopraciliare (indicazione a un lift endoscopico); gli infrequenti casi di blefarocalasi costituiscono indicazione a una blefaroplastica superiore.

I distretti del viso

In tal modo risparmiamo ai pazienti ulteriori cicatrici (sebbene abitualmente di buona qualità). Il mantenimento a lungo termine del risultato viene facilitato dall’iniezione di tossina botulinica in VII giornata di postoperatorio: il conseguente rilassamento dell’attività muscolare facilita la guarigione delle ferite, migliorando la qualità delle cicatrici residue, peraltro ben occultate oltre la linea del capillizio e in regione retroauricolare-

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Lifting Verticale Endoscopico con Incisioni Minime (MIVEL): un nuovo approccio per un risultato naturale

mastoidea. La chirurgia endoscopica del volto con vettori verticali si dimostra molto moderna nell’ottenere risultati naturali di lunga durata e sovrapponibili a quanto offerto dalle tecniche “classiche”. È una chirurgia mini-invasiva, ma decisamente non è una minichirurgia: va approcciata con il rispetto dovuto a qualunque intervento chirurgico. Casi Clinici

Primo caso: La paziente chiede di migliorare lo sguardo, già con l’idea che l’unica soluzione sia una blefaroplastica superiore. All’esame clinico possiamo osservare una ptosi del sopracciglio, responsabile della pseudodermatocalasia. Difatti, in posizione supina e a occhi chiusi, il rilassamento dei muscoli depressori del sopracciglio migliora il quadro clinico. In aggiunta, il rimodellamento osseo ha comportato una ipertrofia della porzione orbitaria dell’osso frontale che ha contribuito allo “scivolamento” dell’arPrimo caso clinico

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cata sopraciliare. Inoltre le regioni zigomatico-malare e labiale sono anch’esse interessate dall’ipotrofia del tessuto adiposo. Pertanto abbiamo effettuato un lifting endoscopico fronto-temporale secondo un vettore prevealentemente verticale, integrando il deficit di volume con tessuto adiposo autologo, innestato in regione perioculare, zigomatico-malare e labiale.Le foto mostrano il risultato postoperatorio a un mese dall’intervento: è apprezzabile un netto miglioramento dello sguardo, che non ha più un aspetto stanco. Le labbra e la regione zigomaticomalare mostrano un aspetto più riempito, senza per questo stravolgere I lineamenti, con un risultato estremamente naturale. Secondo caso La paziente vuole migliorare l’aspetto del viso, da lei riferito Secondo caso clinico come “notevolmente invecchiato” plastica Inferiore Transcongiunnegli ultimi tempi. tivale presettale con rimozione La clinica del distretto frontale diretta della cute della palpebra ci mostra una parziale riduzione inferiore, Lipofilling perioculare, della cute palpebrale in ecces- malare, zigomatico, periorale e so mediante il sollevamento del mentoniero, Lifting cervicale con sopracciglio e il rilassamento dei incisione esclusivamente retromuscoli depressori. Pertanto pos- auricolare. La blefaroplastica susiamo classificare il caso come periore è stata eseguita al termidermatocalasia di tipo misto, cau- ne del “lift” endoscopico al fine di sata da ptosi del sopracciglio unita evitare ipercorrezioni; comunque, a eccesso di cute palpebrale. di norma effettuiamo asportazioni L’ipotrofia della regione soprapal- cutanee molto conservative. pebrale contribuisce ad aggravare Le foto mostrano I risultati a 30 l’entità della ptosi. La palpebra in- giorni dall’intervento. feriore mostra bilateralmente una Lo sguardo è più aperto e “giovamodesta erniazione adiposa con ne”, I tessuti mediofacciali appaioaspetto “festonato” della cute. È no aver acquisito maggior tono e apprezzabile una discreta ipotro- il distretto cervicomentoniero una █ fia dei tessuti molli labiali, perio- maggiore definizione. rali e zigomatico-malari, con ptosi di questi ultimi. Infine, il distretto cervicomentoniero evidenzia una Dr. Alessandro Gennai lassità muscolocutanea con scarChirurgia Plastica sa definizione dell’angolo mandiRicostruttiva ed Estetica bolare. L’indicazione chirurgica Bologna pertanto consisteva in Lifting Enwww.gennaichirurgia.it doscopico Fronto-temporo-malare, agennai@gennaichirurgia.it Blefaroplastica Superiore, Blefaro-


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Medicina ANTALGICA

di Franco Paolini Medico Chirurgo - Teramo Docente C.P.M.A. - VALET, Bologna

INQUADRAMENTO OCCIDENTALE

La malattia di Bell (paralisi a frigore) si contraddistingue per colpire un emivolto con paralisi dei muscoli innervati dal nervo facciale (VII°) con interessamento della muscolatura di un intero emisoma, diversamente da una paralisi di origine centrale che si manifesta con una esclusiva compromissione dei muscoli dei 2/3 inferiori della faccia, rispettando la gran parte del territorio facciale superiore. Si presenta con una asimmetria del viso. Appianamento delle rughe frontali dal lato affetto; impossibilità di sollevamento del sopracciglio; l’occhio del lato affetto non riesce a chiudersi o si chiude parzialmente; appiattimento del solco naso-genieno; asimmetria della bocca con l’emirima dal lato affetto che risulta più bassa della contro laterale, con difficoltà a gonfiare la guancia, mostrare i denti o fischiare. Ha una incidenza variabile da 11 a 40 casi su 100.000 abitanti all’anno. Nella paralisi di Bell ( o idiopatica) non sono riconoscibili cause specifiche. Il riscontro di edema del corpo genicolato e del percorso interno del nervo nell’osso temporale, suggeriscono una Fig. 1

Esiti stabilizzati di paralisi facciale periferica Possibilità di recupero con riflessologia auricolare e craniopuntura

etiologia virale (virus dell’herpes simplex di tipo 1) che però non è confermata. La prognosi è per lo più favorevole con circa l’80 % dei soggetti affetti che recuperano totalmente la funzionalità muscolare in poche settimane o qualche mese. Un periodo di paralisi di oltre 6 mesi fa considerare la paralisi stabilizzata con complicazioni quali contrazioni muscolari inappropriate dovute a re innervazione parziale o disordinata; emispasmo facciale post-paralitico; scosse muscolari di tipo cloniche. Le comuni terapie indicano un uso di cortisone entro le 72 ore dall’insorgenza della paralisi con una posologia di desametasone 0,2 mg/kg o Idrocortisone 1-2 mg/ kg, oppure Prednisone 60-80 mg/ die per 5 giorni a scalare poi nei succesivi 5 giorni. Un percorso riabilitativo della muscolatura motoria ne facilita la riattivazione. Ancora si discute sulla utilità dell’uso di Vitamina B1-B6-B12 e di antivirali (Acyclovir) (1, 2). INQUADRAMENTO in Medicina Tradizionale Cinese

In M.T.C. una paralisi facciale è dovuta ad un disordine di QI e Sangue ed alla malnutrizione dei Meridiani e collaterali della regione facciale, causati dall’invasione di vento-freddo o umidità patogeni (3). È da far notare come in M.T.C. il “Vento” rappresenta anche la veicolazione di eventuali agenti patogeni generanti

Fig. 2

processi infettivi e che l’”Umidità” rappresenta edema, tutti fattori che sono presenti nella così detta “Paralisi a Frigore”, a sostegno della verosimile etiologia infettiva virale. Il trattamento che ne segue consiste nell’eliminare il vento e rimuovere l’ostruzione dei collaterali utilizzando punti dei Meridiani Yangming di mani e piedi (Grosso Intestino e Stomaco) e Meridiano Jueyin (Fegato); in particolare i punti 4GI (Hegu) e 3F (Taichong) hanno una particolare azione di dispersione del “vento”; i punti da utilizzare nel volto appartengono prevalentemente ai Meridiani dello Stomaco (St) della Vescica Biliare (VB), del Triplice Riscaldatiìore (SJ), della Vescica Urinaria (V) e del Vaso Governatore (VG) (4). L’efficacia dell’agopuntura nel trattamento della paralisi di Bell ha mostrato prove di evidenza scientifica (5). Ben note sono le possibilità applicative dell’agopuntura nella paralisi di Bell in fase acuta (6). Meno note le possibilità applicative dell’agopuntura negli esiti

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Esiti di paralisi facciale perifericA

stabilizzati da anni (7, 8). Uno di questi casi si è presentato alla mia osservazione ed è stato trattato con la integrazione di riflessologia auricolare e cranio puntura (Fig. 1 e 2). Ancora un caso limite: D.G. femmina di 47 anni. Nel novembre 2005 manifestò una intolleranza allo schermo del computer con fastidi, irritazione, incapacità di mantenere gli occhi fissi, soprattutto il sinistro le cui palpebre rimasero bloccate in apertura con impossibilità di chiusura volontaria. Nel sospetto di una paresi a frigore fu sottoposta a trattamento cortisonico e Tiobec con nessun miglioramento. A distanza di tre settimane presentava deviazione della bocca a destra, gonfiore allo zigomo sinistro, impossibilità a sollevare il sopracciglio sinistro e perdita della sensibilità a sinistra. Per tali motivi nel dicembre 2005 fu ricoverata per 10 giorni e dimessa con diagnosi di Paresi Facciale Sinistra da presumibile fatto virale. Nel gennaio 2006 accennava a riprendere la sensibilità cutanea anche se avvertiva sempre una sensazione di tensione cutanea. La situazione è rimasta stabile fino a quando ha effettuato riabilitazione motoria con 20 massaggi e 10 elettrostimolazioni con modesto miglioramento. Ha effettuato anche un trattamento omeopatico con riferiti miglioramenti che sono consistiti in una ridiscesa dello zigomo ed un modesto riallineamento della bocca. Nonostante tutto la fisionomia ha continuato a manifestare stabile asimmetria fino ad aprile 2009 quando si è presentata alla mia osservazione come da foto (Fig. 3) prima del trattamento. Con tutte le perplessità e le riserve manifestate per l’inizio di un trattamento agopunturale in un caso ormai stabilizzato da oltre tre anni,

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Fig 3 e 4: Prima e dopo 6 settimane di trattamento

la paziente decide di iniziare il percorso terapeutico proposto di riflessologia auricolare e di eventuale craniopuntura (9). Ritengo la riflessologia auricolare metodica elettiva per il trattamento in quanto con aghi a dimora ottengo una stimolazione continuativa per 3 settimane a seguito delle quali valuto eventuali miglioramenti. Nel caso specifico decido di integrare sedute settimanali di craniopuntura. A distanza di una settimana, all’atto della effettuazione di una seduta di craniopuntura, la paziente si presentava (con mia e sua meraviglia) come da foto dopo il trattamento (Fig. 4). A distanza di sei settimane (due sedute di auricoloterapia e quattro di cranio puntura) la paziente ha riferito e presentato: • Maggior simmetria di mento e bocca, in particolare per il labbro inferiore, meno per il lato sinistro del labbro superiore • Viso globalmente più simmetrico; • La palpebra sinistra più rilassata rispetto a prima. Le foto del pre-trattamento e posttrattamento rendono evidente il

miglioramento (Fig. 3 e 4). Alla paziente ho chiesto di giudicare il risultato del trattamento valutandolo nullo, scarso, sufficiente, buono, ottimo e lo ha collocato (al momento) tra sufficiente e buono. Il trattamento proseguirà fino a quando ci saranno progressivi ed evidenti miglioramenti, anche con l’ausilio dell’utilizzazione di agopuntura classica con eventuale elettrostimolazione e coppettazione (particolarmente indicata nei casi cronici). In considerazione che la foto del prima trattamento rappresenta la situazione statica ed invariata che si è protratta negli ultimi tre anni e che la scienza concorda sulla non regredibilità di esiti stabilizzati da oltre 6 mesi di paresi facciale periferica, varrebbe la pena di chiedersi come ciò sia potuto accadere. La riflessologia auricolare si ritaglia sempre più ampi spazi sulle possibilità di interventi terapeutici e risolutivi in diverse patologie di difficile trattamento con la medicina ortodossa ed anche il suo meccanismo d’azione inizia ad essere chiarito (10). Altrettanto si può dire della cranio puntura. In letteratura scientifica ci


sono tante pubblicazioni riguardanti i trattamenti con craniopuntura degli esiti di stroke; la diagnostica per immagini mette in evidenza come stimolare determinati pulsanti faccia accendere determinate lampadine illuminando specifici percorsi neurologici. Nella paziente sono state stimolate tramite infissione di ago unico le aree Motoria e Sensitiva tra i 2/3 medi ed i 2/3 inferiori bilateralmente. In questo caso trattamenti agopunturali hanno fatto sortire benefici, anche se parziali, in esiti stabilizzati di paralisi di Bell; a volte, però, può succedere anche il contrario: un’agopuntura mal fatta può causare una paralisi di Bell (11). I risultati ottenuti sono incoraggianti ed un ulteriore e necessario confronto lo si effettuerà a distanza di un anno dall’inizio del trattamento. Nella nostra Scuola insegniamo tecniche complementari agopunturali quali la riflessologia auricolare

e la craniopuntura e tra la sostanziale sintesi apportata nell’insegnamento i Colleghi che hanno frequentato i corsi negli anni passati e anche nel 2009 possono ben ricordare come vi sia elettiva indicazione al trattamento con craniopuntura nei deficit sensitivi e/o motori dell’intero corpo, in questo █ caso del volto. BIBLIOGRAFIA: (1) Kasper; Braunwald; Fauci; Hauser; Longo; Jameson - Harrison’s Principles of Internal Medicine 16th Edition – McGraw-Hill Medical Publishing Division 2005 (pag, 2436); (2) N Julian Holland and Graeme M Weiner “Recent developments in Bell’s palsy” BMJ 2004 http://www.bmj.com/cgi/reprint/329/7465/5533); (3) AA.VV. “Elementi essenziali di agopuntura cinese” Edizioni Paracelso – Roma 1982 (pagg340-41); (4) G. Maciocia “La clinica in medicina cinese” Casa Editrice Ambrosiana (pagg. 68083) (5) Zhongguo Zhen Jiu. Li Y, Liang FR, Yu SG, Li CD, Hu LX, Zhou D, “ Efficacy of acupuncture and moxibustion in treating Bell’s palsy: a multicenter randomized controlled trial in China.”

(6) Zhongguo Zhen Jiu. Reheman A, Liu HS, Kang MF. “Clinical study on acupuncture combined with moxibustion on temperaturesensitive points for treatment of Bell palsy in the acute stage” 2009 Jan;29(1):17-20. Department of Rehabilitation, Affiliated Hospital of Xinjiang Uygur Higher Medical Training School, Hetian 848000, China. kuyax1969@163.com); (7) Wong CL, Wong VC. “Effect of acupuncture in a patient with 7-year-history of Bell’s palsy.” J Altern Complement Med. 2008 Sep;14(7):847-53 (8) AA.VV. “ Essemtial of contemporary chinese acupuncturists’clinical experiences” Foreign Languages Press – Beijin 1989 (pagg. 140.141); (9) F.Paolini “Craniopuntura: indicazioni e risultati” Domus Medica Redelta Bologna 1991 (articolo accessibile su www.francopaolini.it alla voce “Medicina” “documenti” “agopuntura”). (10) F.Paolini “Rilevabilità dei DIM nelle aree somatotopiche rappresentative del rachide nel padiglione auricolare” L’Ambulatorio Medico numero 25 Bologna 2008 (articolo accessibile su www.francopaolini.it alla voce “Medicina” “documenti” “medicina manuale”) (11) Rosted P, Woolley DR. “Bell’s Palsy following acupuncture treatment--a case report”. Acupunct Med. 2007 Jun;25(1-2):47-8. Sheffield University, UK. prosted@gmail.com

corso teorico pratico TERAPIA MANUALE VERTEBRALE E ARTICOLARE Obiettivi del corso Dall’inquadramento posturale generale statico e dinamico all’esame distrettuale e segmentario del rachide cervicale, dorsale e lobo-sacrale per la ricerca del Disturbo Intervertebrale Minore (DIM). I disturbi funzionali della colonna vertebrale, e tutto il corteo sintomatologico riflesso, trovano immediata risoluzione con un trattamento mobilizzativo selettivo che viene insegnato con due possibilità di intervento per ciascun tratto vertebrale ed in maniera indolore. Insegnamento di alcune mobilizzazioni articolari periferiche.

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Associazione Flebologica Italiana

www.associazioneflebologicaitaliana.it Care Colleghe, cari Colleghi per troppi anni la Flebologia nel nostro paese ha sofferto della mancanza di un’associazione che avesse per scopo la promozione dell’attività dei flebologi italiani e, allo stesso tempo, servisse come strumento di tutela della loro professionalità. L’ASSOCIAZIONE FLEBOLOGICA ITALIANA (AFI) nasce con questo spirito, un’associazione aperta a tutti che vuole offrire ai suoi iscritti: • la promozione della Flebologia e della ricerca flebologica • la tutela della professionalità del flebologo • un’assicurazione convenzionata specifica per chi effettua Flebologia • la consulenza legale per i flebologi iscritti • portale web • rivista flebologica Lo statuto dell’AFI consente a qualsiasi socio ordinario di entrare a far parte del consiglio direttivo. Il congresso nazionale si terrà ogni due anni e in quella occasione si svolgeranno le elezioni dei soci ordinari che entreranno a far parte per il biennio successivo del CD. La parte scientifica sarà interamente delegata a un segretario nominato tra i soci eletti al consiglio direttivo. L’ASSOCIAZIONE FLEBOLOGICA ITALIANA permetterà quindi a chiunque di partecipare attivamente alla vita societaria e si pone assolutamente al servizio della Flebologia e dei flebologi. Non è nostra intenzione creare la solita società autoreferenziale ma vogliamo dar vita a qualcosa di veramente innovativo. Ti invito quindi ad iscriverti all’AFI. Insieme potremo ridare alla Flebologia italiana il posto che le compete nel panorama internazionale e tutelare il lavoro di tutti noi. Dr. Alessandro Frullini Presidente dell’Associazione Flebologica Italiana

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Piazza Caduti di Pian d’Albero, 20 - 50063 Figline Valdarno (FI) tel 055 9157158 • info@associazioneflebologicaitaliana.it • www.associazioneflebologicaitaliana.it


Angiologia E Flebologia

di Alessandro Frullini Flebologo - Figline Valdarno (FI) Presidente dell’Associazione Flebologica Italiana - AFI

l trattamento delle varici è staIdall’introduzione to recentemente rivoluzionato in terapia di nuove terapie minimamente invasive come l’ablazione laser o con radiofrequenza della safena insufficiente. Insieme al contemporaneo

Fig. 1: varice collaterale. Trattamento con schiuma sclerosante di Lauromacrogol 400 3%

progresso delle tecniche chirurgiche in anestesia locale però, l’evoluzione più interessante di questi ultimi anni è stata l’introduzione della schiuma sclerosante. Utilizzata per la prima volta da Cabrera

IL RUOLO DELLA SCHIUMA SCLEROSANTE NELLA MODERNA TERAPIA DELLE VENE VARICOSE nel 1993, si è dovuto attendere il 1997 perché si difondesse il suo utilizzo, anche grazie a tre italiani – Frullini, Cavezzi e Tessari – che oltre a introdurre questa metodica in Italia hanno contribuito grandemente a rendere popolare questa terapia in tutto il mondo. Oggi la schiuma sclerosante è probabilmente il mezzo più diffuso di scleroterapia dei grandi tronchi venosi. Questo perché all’estrema semplicità di trattamento si associa un costo molto contenuto. Candidati a questa terapia sono in pratica la maggior parte dei pazienti con insufficienza safenica. Un diametro safenico di 1,2 cm distalmente la valvola preterminale è generalmente accettato come un buon limite al di sotto del quale le possibilità di riuscita del trattamento sono estremamente alte. Il trattamento viene effettuato sostanzialmente con due modalità: mediante puntura diretta con ago o mediante l’utilizzo di un catetere. Nella la puntura diretta (sia con ago che con ago-cannula) il risultato terapeutico si ottiene mediante l’iniezione ecoguidata di schiuma di Lauromacrogol 400 o di tetradecilsolfato di sodio. Con l’eco-doppler si può documentare con esattezza il corretto posizionamento dell’ago, la diffusione della schiuma (che è ecovisibile per il suo contenuto gassoso) e la formazione dello spasmo nelle aree trattate. Il trattamento con un ca-

Fig. 2: risultato a 2 anni di distanza

tetere risulta un po’più indaginoso per la necessità di un campo sterile ma in certi casi può risultare utile. In ogni caso al paziente viene fatta indossare una calza (in genere di 2° classe) e consigliata una de-

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ambulazione prolungata e ripetuta per alcuni giorni. I pazienti possono proseguire in genere con la loro attività lavorativa, si chiede solo di interrompere una stazione eretta o assisa prolungata con alcune piccole passeggiate nei primi giorni dopo il trattamento. La bassa incidenza di complicazioni per un trattamento correttamente eseguito e gli ottimi risultati clinici mettono oggi la schiuma in primo piano come una terapia irrinunciabile nella gestione del paziente con insufficienza venosa █ cronica.

Dr. Alessandro Frullini Flebologo - Figline Valdarno (FI) Presidente AFI www.venevaricose.it www.associazioneflebologicaitaliana.it

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corso teorico pratico SCLEROTERAPIA DELLE VARICI, ESAME ECO-COLOR-DOPPLER E SCHIUMA SCLEROSANTE Obiettivi del corso Con questo corso è possibile conseguire un significativo bagaglio di nozioni teoriche e pratiche sulla terapia sclerosante delle varici degli arti inferiori; accanto ad una base sulla fisiopatologia delle varici e al loro studio morfologico ed emodinamico mediante esame eco(color)doppler, si forniscono le conoscenze fondamentali sui materiali più idonei e le tecniche classiche e più innovative di scleroterapia; una parte importante dello stesso corso è costituito dall’utilizzo della schiuma sclerosante, vera e propria rivoluzione nella terapia delle varici. Il corso è riservato a medici che abbiano precedentemente frequentato o che attestino una conoscenza di base nell’ambito della Flebologia, lo stage propedeutico relativo all’insufficienza venosa, presentato nel programma precedente.

DOCENTE:

Dr. Alessandro frullini Dr. Attilio Cavezzi Dr. Lorenzo Tessari Dr. Paolo Casoni Dr. Camillo Orsini DATE DEL CORSO: 16-17-18/10/09 27-28-29/11/09 04-05-06/12/09 DURATA: 3 stages di 20 ore ECM: 43 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it


Principali argomenti del Congresso • Scleroterapia con liquidi e schiuma nell’insufficienza venosa • Nuove terapie dell’insufficienza venosa • Aspetti legali nell’utilizzo della schiuma sclerosante • Profilassi eparinica nella scleroterapia • Standardizzazione della produzione di schiuma sclerosante • Laserterapia • Radiofrequenza • Elastocompressione e scleroterapia • Valutazione duplex del risultato della scleroterapia • Complicanze della scleroterapia con schiuma. • Scleroterapia delle malformazioni vascolari

Iscrizioni • Subscriptions • Inscripción www.valet.it www.associazioneflebologicaitaliana.it

Sede del Congresso Congress venue • Sede del Congreso C.N.R. Area della Ricerca di Bologna Via Gobetti, 101 - 40126 - Bologna

Sede del Corso • Course venue • Sede del Curso 25 March 2010 VALET - Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 - Bologna

Segreteria Scientifica Scientific Secretary • Secretaría Científica Dr. Alessandro Frullini • AFI - Associazione Flebologica Italiana Piazza Caduti di Pian d’Albero, 20 - 50063 - Figline Valdarno (FI) • Tel. +39 055 9157158 www.associazioneflebologicaitaliana.it info@associazioneflebologicaitaliana.it

Comitato scientifico Scientific committee • Comité Científico A. Frullini, A. Cavezzi, L. Tessari, P. Casoni, S. Bellandi, M. Ronconi, C. Orsini

Segreteria Organizzativa Organizing Secretary • Secretaría Organizativa VALET - Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna (IT) • Tel. + 39 051 63 88 334 • Fax +39 051 326 840 www.valet.it congresso@valet.it


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LE APPLICAZIONI CON IPL

Medicina Estetica

La luce pulsata: un elemento indispensabile per l’ambulatorio del Medico Estetico

di Roberto Amore Medico Chirurgo Medicina Estetica - Pisa

ell’universo della strumentistiN ca per i trattamenti di Medicina Estetica troviamo l’IPL, ovvero una metodica basata sull’emissione di luce a vasto spettro di lunghezza d’onda (400-1200 nm), a elevata intensità, non coerente, non collimata e pulsata. L’IPL si differenzia dalle altre strumentazioni soprattutto per l’estrema versatilità e grazie a questo trova il suo razionale negli ambulatori dei medici estetici, soprattutto per tutti coloro che hanno da poco intrapreso questa attività. Le differenti applicazioni che possono essere utilizzate per i numerosi tipi di inestetismi trattabili faranno sì che il vostro ambulatorio inizi a popolarsi: con pochi filtri di selezione del range di lunghezza d’onda (420-1200, 510-1200, 5601200, 640-1200, 680-1200) e un paio di manipoli di diversa grandezza (grande per il corpo e piccolo per il volto) sarà possibile trattare l’ipertricosi, il foto-cronoaging, le discromie cutanee, l’acne e gli inestetismi vascolari. Il tutto con ottimi risultati, basso rischio di complicazioni e buona tolleranza del trattamento da parte del cliente. Tuttavia l’estrema eterogeneità e differenza dei device a luce pulsata e le differenze individuali dei clienti (fototipo e reattività della pelle, localizzazione e tipo dell’inestetismo) impongono un buon training e un minimo di esperienza in merito. Dalla mia esperienza personale emergono alcuni consigli utili: 1) Iniziare il ciclo di sedute sempre con una fase iniziale preparatoria al fine di valutare le caratteristiche in-

dividuali: reazione post-trattamento, risposta della zona da trattare e della zona sana circostante, eccetera. 2) Tenere una scheda-paziente contenente data e tipo di trattamento, parametri e potenza utilizzati, reazione immediata e ritardata, risposta post-trattamento… 3) Applicare inizialmente protocolli e parametri standard per poi cominciare a personalizzarli: ghiacciare bene prima e dopo l’area da trattare, usare parametri corretti, applicare pomate specifiche posttrattamento… 4) Considerare il ciclo di trattamenti come parte integrante di un programma multisciplinare più ampio (tecniche iniettive, altri device, cosmesi…).

broblasti a produrre nuova matrice connettivale. Le sedute sono mensili ed eseguite con doppio passaggio: il primo, di media intensità, a tappeto su tutto il viso, collo e decolleté; il secondo, a intensità elevata, sulle aree di maggior rugosità e cedimento. Il risultato non è eclatante ma, a mio parere, fondamentale per preparare il tessuto ai successivi trattamenti correttivi (filler, botox…) che avranno un miglior risultato e una maggior durata. Ottima l’associazione iniziale delle prime 2-3 sedute con peeling e delle successive 2-3 con biostimolazione. Le macchie ipercromiche di vario

Diversi protocolli per diversi tipi di inestetismi

Il trattamento dell’acne, effettuato con filtro da 430 nm, focalizza come bersaglio principale le protoporfirine batteriche. Sedute bi-trisettimanali, di intensità medio-bassa, associate a soft peeling e a terapia topica domiciliare permettono di ottenere un ottimo controllo del fenomeno e di prevenire evoluzioni cisitiche ed esiti cicatriziali post acneici. Il fotoringiovanimento, effettuato con filtro da 560 nm, determina una contrazione delle fibre di collagene ed elastina oltre a stimolare i fi-

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tipo (senili, post gravidiche, da terapia estroprogestinica…) possono essere trattate anch’esse con filtro da 560 nm. Senza l’ausilio di altre tecniche, con una semplice terapia topica domiciliare di fotoprotezione e/o depigmentante, è possibile eliminarle. L’elevata potenza impiegata richiede due importanti accorgimenti: limitare il trattamento esclusivamente all’area discromica (delimitandola con matita bianca o garza) e fare una seduta preliminare di potenza ridotta per valutarne la reattività. Gli inestetismi vascolari, trattati con filtro 510 nm, sono quelli che presentano una maggior eterogeneità di risposta: ottima per gli angiomi e la couperose, variabile per le teleangiectasie (eventualmente da associare con trattamenti sclerosanti). Gli accorgimenti da impiegare sono gli stessi delle macchie. Il trattamento dell’ipertricosi (con filtri da 640 – 680 – 710 a seconda del colore del pelo) è

anch’esso efficiente sia in termini di periodo di assoluta assenza di peli sia in termini di crescita di peli (molto più lenta). Ciò che è fondamentale precisare al cliente è che il controllo totale della crescita dei peli (epilazione permanente) si ottiene in più sedute e che comunque sono sempre necessarie sedute di mantenimento (2-4 per anno). Inizialmente è preferibile utilizzare una potenza intermedia ed effettuare più passaggi per poi aumentare progressivamente nelle sedute successive fino al raggiungimento del valore ottimale.

messo qualità/prezzo. La presenza di 8 filtri di selezione del range di lunghezza d’onda permette di operare nel massimo di selettività per inestetismo. Inoltre la presenza di un manipolo opzionale di dimensioni maggiori permette di trattare vaste aree in tempi ragionevoli (esempio: depilazione degli arti inferiori). In conclusione, l’IPL rappresenta oggi un device estremamente versatile, facilmente ammortizzabile economicamente e che permette di aumentare la gamma di trattamenti del vostro ambulatorio di Medicina █ Estetica. PER INFORMAZIONI:

Conclusioni

La mia esperienza spazia nell’utilizzo di diversi device IPL, tutti validi, anche se molto differenti fra loro, soprattutto in termini di parametri (in particolar modo la potenza). Quello che è diventato per me un punto di riferimento è il device Pulspectra 2, che rappresenta il giusto compro-

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Novembre 2009 C.N.R.

Area della Ricerca di Bologna

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Segreteria Scientifica SIES Società Italiana di Medicina e Chirurgia Estetica www.sies.net

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Apparecchiatura per cavitazione con tecnologia a ultrasuoni a bassa frequenza

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PER IL SOCIALE LO SFORZO DI A.I.S.A. COMBATTERE L’ATASSIA Il termine ATASSIA (dal greco ataxia, disordine) si riferisce alla progressiva perdita di controllo nella coordinazione muscolare ed è frequentemente usato per descrivere un’andatura scoordinata e inferma. Il centro della coordinazione dei movimenti muscolari è il cervelletto, che elabora gli impulsi portati ai muscoli dal midollo spinale e dai nervi periferici. L’atassia può quindi essere provocata da problemi sia a livello del sistema nervoso centrale sia a livello dei nervi periferici. Le conseguenze si manifestano con la mancanza di coordinazione fra tronco e braccia, tronco e capo, ecc. Vi sono inoltre disturbi associati, quali incoordinazione dei movimenti dell’occhio, incontinenza, difficoltà di deglutizione, nell’eloquio e movimenti involontari di arti, capo e tronco. L’atassia è sintomo delle cosiddette sindromi atassiche, malattie genetiche ed ereditarie come l’atassia teleangectasica, l’atassia di Friedreich, le atassie spinocerebellari, l’atassia di Charcot-Marie-Tooth, l’atrofia cerebellare, l’atassia olivo-pontocerebellare, oppure di malattie acquisite dovute a infezioni virali, encefaliti, lesioni al sistema nervoso centrale o alla spina dorsale, sostanze tossiche come stupefacenti, alcool e radiazioni. Nonostante i notevoli sforzi compiuti dalla comunità scientifica per identificare l’errore genetico responsabile della malattia prima e, quindi, per sviluppare possibili approcci terapeutici mirati a ciascuna forma, non è disponibile ad oggi nessuna terapia pienamente efficace; anche se l’impiego di potenti antiossidanti si è dimostrato efficace nel ridurre il danno cardiaco nell’atassia di Friedreich, malattia per la quale c’è un cauto ottimismo da parte del mondo dei ricercatori nel mettere a punto a breve termine una serie di composti validi sul piano terapeutico. L’unico trattamento concretamente disponibile rimane la fisioterapia o riabilitazione neuromotoria anche in acqua (idro-fisio-chinesi-terapia), quantomeno per rallentare il decorso dell’atassia. La Associazione Italiana per la lotta alle Sindromi Atassiche Onlus (A.I.S.A.), formata unicamente da volontari, opera nel campo del Volontariato Sociale e Sanitario per incoraggiare e promuovere la ricerca scientifica genetico molecolare, biochimica e immunologica sulle Atassie; svolge attività di informazione e promozione della prevenzione sulle stesse, presta sostegno globale ai pazienti AtasL’AMBULATORIO 66 MEDICO sici, alle famiglie e ai disabili in genere, aiutandoli nella risoluzione dei problemi derivanti dalla com-

parsa delle malattie e migliorare la Qualità della Vita, raccoglie fondi per operare quanto sopra. L’ A.I.S.A., nata nel 1982, è riconosciuta giuridicamente dal Ministero della Sanità, è presente alla Consulta Malattie Rare del Ministero della Sanità, fa parte della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (F.I.S.H.) e del Consiglio Nazionale Disabilità (C.N.D), è socio fondatore della Federazione Italiana Associazioni Neurologiche (F.I.A.N.), partecipa attivamente alle iniziative europee per l’handicap con EUROAtaxia, è “Socia” di Telethon, collabora con la A.G.C.I. (Associazione Generale Cooperative Italiane), effettua attività di comunicazione a mezzo ufficio stampa sostenuto da AGI (Agenzia Giornalistica Italiana), ha un suo sito internet www.atassia.it, è presente con sedi regionali e comitati promotori in 15 regioni italiane. L’A.I.S.A. ha una propria Commissione Medico Scientifica, formata da ricercatori di varie università italiane ed istituti di ricerca. Il Presidente della Commissione è il Professor Alessandro Filla dell’Università di Napoli. Negli ultimi 10 anni sono stati individuati i geni responsabili di circa 60 tipi di atassie diverse, a volte rarissime, spesso devastanti con complicanze ad esempio cardiache, come in alcuni tipi di atassia di Friedreich. I pazienti atassici italiani sono indicati in circa 5.000 unità, in aumento e con una riduzione dell’età di comparsa dei sintomi; il calcolo secondo le percentuali di incidenza sulla popolazione mondiale indicano per l’Italia 15.000 persone colpite da atassia: questa anomalia tra numero stimato e numero “censito” è dovuta a diagnosi generica di neuropatia progressiva in assenza di test genetico. Le persone affette da Atassia secondaria, presente a causa di altre patologie neuro muscolari e danni prodotti da alcool e tossicodipendenza sono circa 1.500.000. Il 25 settembre è stato proclamato, dal 2000, Giornata Mondiale dell’Atassia, in Italia dal 2002 viene realizzata la Settimana Italiana dell’Atassia a cavallo dello stesso 25 settembre; i simboli della Giornata Mondiale sono le candele bianche (per testimoniare l’impegno di scienziati e volontari), le candele blu (per rinnovare la speranza di vittoria sulle atassie) e il fiore di confetti (dolce ringraziamento ai sostenitori della lotta alle sindromi atassiche). Elisa Stagni


L’allenamento

Medicina RIABILITATIVA

Il ruolo dell’attività fisica e dell’allenamento nella prevenzione delle patologie cardiovascolari e muscoloscheletriche e nel mantenimento dello stato di benessere

di Piera Bitelli Medico Chirurgo Specialista in Fisiatria - Bologna Docente C.E.D.A. - VALET, Bologna di Barbara Pelliconi Preparatore Atletico

a tecnologia moderna ha fatto L diminuire l’impiego fisico nella vita di tutti i giorni. La maggior parte di quanto era richiesto durante un’ora di lavoro fisico è stato rimpiazzato dallo schiacciare un bottone o usare un computer. Benché il corpo umano sia stato finalizzato al movimento e a una attività fisica intensa, l’esercizio non è tipicamente una parte dello stile di vita medio. La maggior parte del tempo libero viene dedicata ad attività sedentarie. L’inattività fisica ha portato a un incremento delle malattie ipocinetiche (malattie croniche, ipertensione, iperlipidemia, obesità, disordini muscolo scheletrici).

Malattia

➫ salute

La miglior difesa contro lo sviluppo di malattie ipocinetiche è far lavorare l’apparato locomotore, il cuore, i polmoni con un programma d’allenamento regolare e sistematico. Il rapporto salutefitness incorpora soprattutto il concetto di benessere. Alcuni individui possono raggiungere un alto livello di benessere sentendosi fisicamente e psicologicamente bene, cambiando solamente la qualità delle abitudini. Il benessere totale ruota attorno

Assenza di Malattia

➫ FITNESS

benessere

all’esercizio fisico e a uno stile di vita attivo. Alcuni individui hanno riscontrato che l’attività fisica migliora le loro capacità di convivere con lo stress psichico. Malattie cardiovascolari

Secondo alcuni autori, le persone che svolgono un’attività fisica regolare riducono il rischio di malattie cardiovascolari di quasi la metà. Un’attività fisica costante può aiutare a diminuire la pressione arteriosa in pazienti con ipertensione moderata. L’esercizio aerobico aiuta ad abbassare la pressione in pazienti ipertesi o predisposti a malattie croniche; inoltre un programma di allenamento di 16 settimane con i pesi produce una diminuzione significativa della pressione diastolica in uomini sani di mezza età. Obesità e problemi di peso

L’obesità viene definita come un eccesso di peso corporeo di oltre il 20% rispetto ai livelli deside-

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MEDICO ME M ED DIIC CO O


L’allenamento

rabili, oppure un eccesso di grasso corporeo che può aumentare i rischi di malattia. L’eccesso di peso corporeo e l’essere grassi divengono una minaccia alla qualità e alla lunghezza della vita; individui obesi hanno un’aspettativa di vita più corta, rischiano malattie coronariche, ipertensione, ipercolesterolimia, diabete, alcuni tumori, malattie polmonari croniche, inoltre artrosi precoce della colonna, delle anche, delle ginocchia. L’obesità può essere causata da una dieta impropria, da fattori genetici e ormonali e dalla mancanza di attività fisica. L’allenatore gioca un ruolo molto importante nel combattere l’obesità, pianificando una dieta e programmi di allenamento validi. Disordini dell’apparato locomotore

È stato stimato che oltre il 60% della popolazione mondiale soffre di lombalgie: l’80% dei problemi lombari sono l’effetto dell’ipotonia muscolare causat a d a l l a mancanza d i a t t i v i t à fisica. Se i muscoli non sono suffi-

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MEDICO ME M EDIIC CO O

WORKSHOP ALLENAMENTO SPORTIVO Programma • L’allenamento della Forza in quanto allenamento per il miglioramento del benessere psicofisico • Allena...mente “come ottimizzare le performance sportive attraverso l’allenamento mentale” • Potenziamento e prevenzione • Tavola rotonda e discussione con partecipazione di medici, allenatori e atleti • Parte pratica: la terapia manuale nelle patologie da sovraccarico dello sport COORDINATORE: RELATORI:

Dr.ssa P. Bitelli S. Colonna S. Bosa, A. Dall’Omo B. Descovic G. Limonetti, B. Pelliconi DATA: 23/01/2010 DURATA: 8 ore ECM: in fase di accreditamento per fisioterapisti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.E.D.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it

cientemente forti per supportare l’allineamento adeguato della colonna, ne derivano posture scorrette e dolore lombare. Un peso eccessivo, poca elasticità e abitudine a sollevare oggetti in modo improprio, contribuiscono a creare problemi lombari. Dato che le origini della patologia lombare sono funzionali piuttosto che strutturali, potrebbero essere corrette nella maggior parte dei casi tramite un programma di allenamento finalizzato a sviluppare la forza e l’elasticità dei gruppi muscolari interessati. Durante la pianificazione di un programma ben fatto di allenamento fisico, si devono avere informazioni sullo stile di vita della persona e sulle sue abitudini, includendo lo stress psicologico.

La flessibilità

La flessibilità è una componente importante spesso poco considerata dall’allenamento. In qualità di allenatore, si incontrano persone che hanno avuto traumi muscolo scheletrici oppure lombalgie. La flessibilità è la possibilità di una articolazione di muoversi in modo fluido per tutto il suo raggio d’azione (ROM). Il ROM è specifico per ogni singola articolazione e dipende dalla sua struttura. La limitazione maggiore della flessibilità è la rigidità dei tessuti molli (capsule, muscoli, fasce, tendini, legamento, cute). La flessibilità diminuisce progressivamente con l’avanzare dell’età, a causa della diminuzione di elasticità dei tessuti molli e del calo di █ attività fisica.


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VALET C.P.M.A.

di Marco Montanari

Il futuro in buone mani: le nostre… La Scuola di Bologna forma ogni anno un numero sempre maggiore di Medici Estetici. Scopriamo il perché attraverso le parole di una ex allieva, la Dr.ssa Paola Tarantino

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el 2002, a 24 anni, la laurea in Medicina e Chirurgia. Contestualmente, entra nella scuola di specializzazione di medicina del lavoro presso la medesima Università di Foggia. Nel 2005 si iscrive alla Scuola Internazionale CPMA (Centro Postuniversitario della Medicina Ambulatoriale) di Bologna, successivamente consegue il diploma di frequenza in Medicina e Chirurgia Estetica, dopodiché intraprende l’attività di libero professionista come Medico Estetico. Dalla medicina del lavoro alla Medicina Estetica: come è maturato questo passaggio? “La scoperta di questa branca risale al giorno in cui, per puro caso, ho sentito parlare per la prima volta di Medicina Estetica da una mia collega del corso di specializzazione di medicina del lavoro.

Dr.ssa Paola Tarantino

Essendo una branca di cui non avevo mai sentito parlare nel mio percorso didattico universitario, la cosa mi incuriosì moltissimo, tanto che cominciai ad acquisire informazioni da chiunque potesse darmene, non tralasciando lo strumento principe utile nella ricerca di ogni cosa, internet”.

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Come ha conosciuto i corsi CPMA? “Tra le persone che mi seppero rispondere in maniera chiara ed esaustiva ci fu una collega che aveva già frequentato il CPMA di Bologna. Mi descrisse questa scuola post-laurea come una scuola seria, in cui si poteva ricevere una preparazione completa e soprattutto con un’impostazione pratica. Ci tenne a puntualizzare che il giorno dopo aver seguito questi corsi teorico-pratici, lei era già in grado di essere operativa nel suo studio, mettendo in pratica ciò che aveva imparato, senza alcun tipo di esitazione o timore. Da quel giorno presi consapevolezza che questa nuova branca poteva seriamente piacermi ed ero orientata a scegliere anche il CPMA come scuola da seguire. Solo che, come avviene per tutte le decisioni importanti, continuai le mie ricerche e scoprii che esistevano altre scuole di Medicina Estetica in Italia. Decisi di discuterne con la collega che mi aveva parlato del CPMA: lei mi rassicurò nella scelta dicendomi che la scuola di Bologna era l’unica in Italia a dare un’impostazione pratica vera, e molti colleghi che avevano frequentato le altre due scuole si recavano poi al CPMA per imparare a eseguire praticamente le varie tecniche”. Perché un Medico dovrebbe prendere

in esame l’idea di iscriversi al CPMA? “A mio parere è una scuola molto valida, in cui i docenti trasmettono la loro concreta esperienza di studio e che permette ai giovani medici di operare con la massima preparazione e senza esitazioni”. Secondo la sua esperienza personale, che cosa offre in più CPMA rispetto alle altre Scuole? “Quella che ho vissuto al CPMA è stata un’esperienza unica, per me che giungevo da lontano, dalla Puglia, sola, con tanta voglia di imparare a svolgere in maniera impeccabile la professione di Medico Estetico. Oltre alla competenza dei colleghi che mi hanno insegnato i segreti per essere un bravo professionista, sono stata molto colpita dalla calda accoglienza dello staff, che mi ha fatto sentire a casa chiarendomi qualunque dubbio e incertezza sul mio percorso di studio”. Chi frequenta i corsi CPMA assicura che fin dal giorno dopo è in grado di mettere in pratica, all’interno del proprio ambulatorio, quanto appreso a Bologna. Lei conferma? “Come ho già detto, è la parte pratica - a cui si dedicano molte ore - che differenzia il CPMA dalle altre scuole”.


E’possibile iscriversi al singolo corso monotematico o al modulo tematico completo Quali sono, a suo avviso, i margini di ulteriore sviluppo della Medicina Estetica? “La Medicina Estetica per me è il futuro. È fondamentale, secondo me, scegliere questa branca della medicina non solo per l’aspetto puramente economico: è importante possedere dentro quello che con alcuni colleghi chiamiamo “il fuoco sacro”, la passione estrema per la disciplina. Ecco svelato il mio “segreto”, la mia grande passione per la Medicina Estetica, che in meno di tre anni mi ha portato ad avere tre studi in Italia: Cerignola (FG), Roma e Trapani, a relazionare in vari congressi in Ita-

lia e all’estero e a essere coautrice di un nuovo volume dal titolo “La Medicina Estetica”, diffuso in tutto il mondo e tradotto in lingua inglese e spagnola. È un orgoglio per me, alla mia ancora giovane età (trent’anni), essere così gratificata dal mio lavoro. Per questo dico grazie di cuore alla █ scuola CPMA e al suo staff”.

PER INFORMAZIONI C.P.M.A. VALET srl Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.6388.334 - Fax 051.326.840 info@valet.it - www.valet.it

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EICOSANOIDI: GLI ORMONI DELLA VITA

DIETOTERAPIA

di Giuseppe Sangiorgi Cellini Nutrizionista Specialista in Scienza dell’Alimentazione, Biochimica e Chimica Clinica, Ferrara Docente C.P.M.A. - VALET, Bologna

a quando, nel 1982, il premio D Nobel per la medicina fu conferito a Bergstrom, Samuelson e Vane per le loro scoperte sugli eicosanoidi e sui loro meccanismi di azione, è sceso un lungo silenzio tanto che questi ormoni autocrini, sintetizzati in tutte le cellule del corpo, sono in gran parte sconosciuti dall’establishment medica. Ma perché tutto ciò è accaduto, sapendo che sono responsabili del controllo di quasi tutti i meccanismi fisiologici e che l’insorgenza e il decorso di molte malattie croniche quali il diabete, l’artrosi, l’ipertensione, la depressione, il cancro e altre sono dovute in gran parte agli squilibri nelle loro sintesi? Ritengo che ciò trovi una spiegazione plausibile nella scarsa importanza che assumono sotto il profilo farmacologico non essendo attivi se assunti per via orale, possedendo una vita biologica brevissima (si autodistruggono in pochi secondi) e lavorando in concentrazioni quasi imponderabili, per cui possono essere pericolosi se autosomministrati o somministrati da persone inesperte. Inoltre scarse sono le conoscenze dei loro meccanismi di azione che non possono essere rilevati direttamente sul corpo, ma dagli effetti che inducono sulle colture di tessuti alle quali sono stati aggiunti, dallo studio di alcuni loro metaboliti stabili, rintracciabili nelle urine, e recentemente dalla comprensione degli effetti farmacologici di farmaci quali l’aspirina, gli antinfiammatori non steroidi (FANS), i corticosteroidi e altri.

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Comparsi circa 500 milioni di anni fa negli organismi primitivi, gli eicosanoidi sono rimasti praticamente immutati nel tempo. Oggi se ne conoscono circa un centinaio, catalogati in vari gruppi: prostaglandine, trombossani, leucotrieni, lipossine, acidi grassi idrossilati, isoprostanoidi, epiisoprostanoidi e isoleucotrieni. Derivano tutti dagli acidi grassi polinsaturi essenziali delle serie ω-6 e ω-31 di origine alimentare, e la loro azione non viene controllata dall’ipotalamo (cioè da un meccanismo omeostatico a feed-back), ma esclusivamente dai rapporti fra le concentrazioni delle varie forme antagonistiche. Quelle buone2 allungano la sopravvivenza dell’individuo in quanto controllano la proliferazione cellulare, inibiscono l’aggregazione piastrinica, sono vasodilatatori, rafforzano il sistema immunitario, svolgono azione antinfiammatoria e così via, mentre quelle cattive hanno effetti diametralmente opposti. Ma approfondiamo la loro genesi. Come abbiamo già detto, gli acidi grassi polinsaturi delle serie ω-6 e ω-3 sono di origine alimentare, per cui la dieta svolge nella biosintesi di questi ormoni un ruolo insostituibile in quanto: • fornisce le materie prime; • intensifica, rallenta e inibisce l’attività di alcuni enzimi (in particolare A6 e A5 DESATURASI), presenti soprattutto nel fegato e implicati nella loro produzione. Se ad esempio esaminiamo la filiera che conduce dall’acido linoleico

(acido grasso polinsaturo essenziale della serie ω-6) agli ecosanoidi, osserviamo che ci sono due passaggi critici: quelli dove svolgono l’attività enzimatica la A6 desaturasi e la A5 desaturasi. La prima ha il compito di attivare l’acido linoleico (ω-6) trasformandolo in acido gammalinolenico (GLA). L’azione di questo enzima può però essere condizionata, fino a essere inibita, dall’invecchiamento, dalla presenza di alcune malattie metaboliche (quali diabete, obesità, ecc…), da un elevato contenuto nella dieta di acidi grassi saturi, insaturi nella forma trans (prodotti industrialmente), da infezioni virali e così via. Una volta fermatosi il GLA, essendo attivo, subisce rapidamente la trasformazione in acido diomo-gamma-linoleico (DGLA), il precursore di tutti gli eicosanoidi buoni e cattivi. La seconda ha quello di trasformare una percentuale variabile di DGLA in acido arachidonico (AA), dal quale provengono tutti gli eicosanoidi

w-6; w-3 = la serie dell’acido dipende dalla distanza che intercorre fra il primo doppio legame ed il metile –CH3 (w-3, ad esempio, significa che intercorrono tre atomi di carbonio fra il doppio legame ed il metile) Buono/cattivo = termini che non esprimono un significato morale (così come quelli di colesterolo buono e colesterolo cattivo), ma che permettono in modo semplice e con parole chiare di indicare le azioni fisiologiche opposte che essi inducono 1

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Immutati nel tempo

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cattivi. L’attività della A5 desaturasi è intensificata dall’insulina, mentre è depressa soprattutto dall’acido grasso polinsaturo eicosapentaenoico o EPA di origine alimentare. Dal rapporto DGLA/AA, nei circa 60mila miliardi di cellule che formano l’organismo umano, dipendono gli equilibri fra i vari eicosanoidi a funzione antagonista. Importanza fondamentale

L’azione di molti eicosanoidi, inoltre, si estrinseca anche sulla sintesi dei messaggeri intracellulari (secondi messaggeri) quali l’AMPc, il GMPc, l’IP3, il DAG e altri. Questi rivestono una fondamentale importanza perché amplificano i messaggi che molti ormoni endocrini (es. glucagone, serotonina, adreno-corticotropo, FSH, LH, ossido nitrico, ecc...) trasportano permettendo il loro recapito all’interno delle cellule bersaglio. La loro importanza si accresce con l’invecchiamento, quando la secrezione di molti ormoni diminuisce. Mantenere questi secondi messaggeri ai livelli fisiologici è essenziale perché le informazioni giungano forti e rapide ai sistemi effettori. Ma come possiamo mantenere o recuperare gli equilibri fra gli eicosanoidi, dai quali dipende gran parte della nostra salute? Innanzitutto agendo sulle caratteristiche della dieta, associata o no a integratori alimentari. Infatti di recente sappiamo che il contenimento del tasso ematico dell’insulina e il rifornimento sistematico, per via alimentare, di acidi grassi ω-3 rappresentano le strategie dietetiche fondamentali per il mantenimento o il recupero di questi equilibri. Per mantenere l’insulinemia a digiuno entro il range fisiologico (6-26 microU/ml) dobbiamo, come già si è detto in precedenti articoli, adeguare sempre l’introito al fabbisogno energetico, fare pasti piccoli e frequenti, equilibrati sotto il profilo compositivo cioè con un rapporto proteine/carboidrati, compreso fra 0,6 e 1,0. Questo perché l’asse

ormonale glucagone-insulina sia stimolato in modo fisiologico. Inoltre dobbiamo utilizzare carboidrati con indice glicemico basso, per cui gli alimenti quali pasta, pane, patate, riso, cereali vari facciano la loro comparsa nella alimentazione quotidiana come contorno e non come piatto principale. Per un adeguato rifornimento di acidi grassi ω-3 bisogna utilizzare il pesce (soprattutto quello delle acque fredde: merluzzo, salmone, trota, aringa e altri) almeno due volte alla settimana nella porzione di circa 200-400g (contenuti circa 2-4g di EPA). Tuttavia, in presenza

di alcune patologie e dello stesso invecchiamento fisiologico, è consigliabile integrare l’alimentazione con acidi ω-3. L’integrazione più appropriata è quella con capsule di olio di fegato di merluzzo purificato in associazione con Vit. E.Questo olio rappresenta una vera miniera di acidi eicosapentaenoico e docosaesaenoico. Ma al termine di questa breve disquisizione mi si permetta una riflessione. I prodotti (o i loro derivati) che la natura ci offre, se utilizzati in modo parco e corretto, rimangono sempre gli elementi portanti di ogni █ strategia salutistica.

corsi teorico pratici SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE (corso propedeutico) DOCENTE: Dr. Giuseppe Sangiorgi Cellini DATE DEL CORSO: 16-17-18/04/10 DURATA: 3 stages di 20 ore ECM:

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DIETOTERAPIA DELL’OBESITÀ DOCENTE: Dr. Giuseppe Sangiorgi Cellini DATE DEL CORSO: 15-16/05/10 06-07/06/10 DURATA: 2 stages di 12 ore ECM: 22 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.P.M.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it

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Tra il dire e il fare c’è di mezzo la SIES

Tra T ra il dire d ire e il fare, ammonisce la a saggezza saggezza popolare, popolare c’è di mezzo il mare. Nel campo della Medicina e della Chirurgia Estetica, per fortuna, è tutto un po’ più semplice. Già, in questo ambito tra il dire e il fare c’è di mezzo semplicemente la… SIES. Per saperne di più, abbiamo intervistato il presidente di SIES, il professor Maurizio Priori. Quello della Medicina e Chirurgia Estetica è un settore che risente dell’attuale crisi economica? “Indubbiamente sì, nei nostri ambulatori abbiamo avuto una diminuzione del 10/20 per cento dei pazienti, ma il bisogno di estetica ci consente ancora di lavorare e di non subire una Waterloo come è successo in altri settori”. La Società Italiana di Medicina e Chirurgia Estetica che lei presiede è un’associazione scientifica – composta da chirurghi plastici, chirurghi e medici estetici – che opera su tutto il territorio nazionale. Nata nel 1995 grazie al suo impegno, a tutt’oggi quanti iscritti piò vantare? “La crescita dal 1995 a oggi è stata esponenziale, in quanto la SIES conta 1.200 soci attivi”. Quali sono gli obbiettivi dell’associazione? “La missione della SIES è fornire formazione ai medici e percorsi di preparazione e aggiornamento (rivolti al personale Medico e paramedico attivo nel campo della chirurgia plastica, della Chirurgia Estetica e della Medicina Estetica) dedicati alle tecniche più innovative, oltre che dare visibilità a nuovi protocolli scientifici e favorire l’incontro-confronto fra le Scuole di diversi Paesi”.

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Quali sono le prossime frontiere di Medicina e Chirurgia Estetica? “All’inizio eravamo pochi “precursori” snobbati, per non dire declassati, dalla Medicina “vera” e in particolare dai “luminari” della medesima. Oggi la Medicina e la Chirurgia Estetica sono considerate la Medicina dell’Eccellenza da milioni di pazienti che vogliono vedersi e sentirsi meglio e di conseguenza è aumentato l’interesse di tv, radio e giornali, che attingono notizie quotidianamente e in modo… famelico su tutto ciò che riguarda l’Estetica. Ma il compito principale di una società scientifica (e la SIES ne è sempre stata consapevole) è formare, aggiornare, tutelare e ascoltare i medici perché diventino professionisti sicuri nel loro lavoro quotidiano. Il mondo della Medicina e Chirurgia Estetica è un’entità reale e vincente, per cui è giunto il momento di avere un riconoscimento istituzionale: lo meritiamo”. Fin qui il presidente. La SIES, fin dalla sua nascita, organizza apprezzatissimi corsi di aggiornamento gratuiti riservati ai soci. Il tempo passa, le tecniche e le tecnologie si evolvono e di conseguenza aumenta per i medici la necessità di essere sempre aggiornati, di rimanere – come si suol dire – al passo con i tempi.

Così SIES, come sempre avvalendosi della collaborazione di VALET, ha pensato di organizzare interessanti giornate di tirocinio pratico collettive, durante le quali i medici potranno seguire l’attività dei docenti durante la loro normale attività ambulatoriale, che sarà ripresa e trasmessa sul grande schermo della Sala Convegni VALET. Al termine del lavoro sul paziente, ogni docente passerà in aula per discutere il tipo di lavoro effettuato e rispondere alle domande che la platea vorrà porgli. Il tutto si articolerà nell’arco di una giornata e sarà completamente gratuito, ma ovviamente rivolto unicamente ai soci SIES. Stare al passo con i tempi, avvalersi delle conoscenze di Colleghi all’avanguardia nel settore, confrontarsi con i piccoli e grandi problemi dell’attività quotidiana trovando risposte a tutti i dubbi. Davvero il dire e il fare non sono mai stati così vicini…


ODONTOIATRIA Estetica

IMPLANTOLOGIA: SOSTITUZIONE DEL DENTE SINGOLO

di Fabio Ziveri Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia, Bologna

ripristino del sorriso in un giovane Itolpaziente che ha perso un elemendel gruppo frontale superiore rappresenta un trattamento che, in virtù della sua spiccata valenza estetica e funzionale, impone l’obbligo di un risultato capace di non disattendere le legittime aspettative del paziente. La ricostituzione di un’unità dentogengivale che si integri nel contesto biologico e si inserisca armoniosamente tra gli altri elementi presenti, senza peraltro tradire la propria natura “artificiale”, impone al Medico un approccio multidisciplinare chirurgico e protesico che prenda in considerazione tutte le tecniche a sua disposizione con la finalità di ricostruire non soltanto l’elemento dentale perso, la cosiddetta estetica bianca, ma anche l’ambito biologico osseo e mucoso in cui esso si inserisce, l’estetica rosa, imprescindibili l’una dall’altra. PRESENTAZIONE DEL CASO

Il paziente di 24 anni, in buona salute, è molto motivato a risolvere il suo problema, giunge alla mia osservazione con edentulia dell’11 recentemente estratto e accompagnato da un evidente difetto osseo con forte componente orizzontale e verticale. Il paziente riferisce che all’età di 12 anni subì l’avulsione traumatica

dell’elemento che fu rialloggiato nell’alveolo nel giro di poche ore. La procedura di reimpianto, giustificata dalla giovane età del paziente al momento del trauma, ha consentito la permanenza dell’elemento in arcata per molti anni, ma negli ultimi periodi complicazioni di natura flogistica e infettiva hanno reso inevitabile l’estrazione e hanno purtroppo determinato la formazione del grave difetto osseo.

Dopo aver esaminato e scartato insieme altre tecniche (ponti e Maryland), la scelta terapeutica si è orientata verso l’implantologia. L’esame obbiettivo e l’osservazione degli approfondimenti radiologici (rx endorale, ortopantomografia e T.A.C.) evidenziano una morfologia anatomica inadeguata al posizionamento di un impianto in posizione protesicamente guidata, o comunque tale da soddisfare le aspettati-

ve estetiche oltreché funzionali del paziente, per cui risulta evidente che l’inserimento dell’impianto deve essere associato a una procedura atta alla ricostruzione tridimensionale dei tessuti periimplantari nella loro componente ossea e mucosa. Dopo aver valutato e discusso con il paziente le varie alternative terapeutiche (innesto osseo, espansione della cresta…) da associare all’implantologia, al fine di ricreare un’adeguata quota di tessuto osseo, si è deciso di utilizzare una procedura di rigenerazione guidata (GBR). La rigenerazione guidata è una tecnica che sfrutta le potenzialità di riparazione dell’organismo umano e consiste nel posizionamento di una membrana in grado di isolare uno spazio (effetto tenda) all’interno del quale il coagulo sanguigno possa trasformarsi in osso senza essere “disturbato” da altre cellule di altra natura istologica il cui accesso allo spazio viene impedito (effetto barriera). In virtù della sua permeabilità selettiva, consente altresì il passaggio di fluidi e molecole necessarie per il nutrimento del tessuto in maturazione. Senza addentrarci, in questa sede, nei dettagli di una tecnica la cui validità e predicibilità è stata ampiamente dimostrata da un’infinità di autorevolissimi lavori scientifici e che presenta probabilmente come unico punto a sfavore una curva di apprendimento non trascurabile, passo alla descrizione del caso. Il piano terapeutico prevede due fasi: vediamole. PRIMA FASE CHIRURGICA

Posizionamento di un impianto Xive di lunghezza 15mm. e diametro 4.5

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e simultaneo alloggiamento di una membrana in Gore rinforzata stabilizzata con chiodini Frios al fine di aiutare il mantenimento dello spazio; si è utilizzato come biomateriale il

da ricostruire un ambito mucoso che consenta al futuro elemento protesico di emergere nel modo più naturale possibile, in armonia con i denti adiacenti.

La seduta termina con il posizionamento di un provvisorio in acrilico volutamente più corto (non funzionalizzato). FINALIZZAZIONE PROTESICA

Bio Oss miscelato con osso del paziente prelevato dal sito implantare. Al termine di questo primo intervento viene posizionato un provvisorio adesivo che, senza limare i denti limitrofi, consentirà di minimizzare i disagi al paziente e di arrivare alla seconda fase del trattamento dopo dieci – dodici mesi, tempo necessario per una sufficiente maturazione dell’osso neoformato senza particolari problemi. SECONDA FASE CHIRURGICA

Questa fase comprende la rimozione della membrana, l’esposizione dell’impianto e soprattutto il management dei tessuti molli con tecniche di chirurgia muco gengivale in modo

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Nel corso del tempo vengono posizionati vari provvisori per condizionare progressivamente i tessuti molli e, una volta ottenuto un risultato soddisfacente, si può procedere alla finalizzazione del trattamento utiliz-

ceramica pressofusa. I controlli periodici clinici e radiologici nel corso dei quattro anni che hanno seguito la finalizzazione del caso mostrano una sempre maggiore

stabilità dei tessuti molli e duri e in presenza di una buona igiene orale ambulatoriale e domiciliare un ottimo controllo dell’indice di placca e di █ sanguinamento.

zando in questo caso un moncone in zirconio CERCON personalizzato dall’odontotecnico e una corona in Dr. Fabio Ziveri Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia studioziv@yahoo.it


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SHIATSU e CEFALEE

MASSAGGIO

di Massimiliano Fabbri Docente Scuola di Tecniche del Massaggio C.E.D.A - VALET, Bologna

Indagine bio-energetica

La seduta di Shiatzu prevede un’iniziale indagine approfondita, utile a individuare i disequilibri energetici, che comprenda la valutazione dello stato del S.N.V. (sintomi di loggia), la valutazione della costituzione bio-energetica del soggetto, l’indagine visiva e palpatoria di aree e punti riflessi, la valutazione differenziale dei meridiani energetici interessati dai sintomi. Cefalea: sintomo endogeno

Secondo l’approccio bio-energetico, la cefalea va intesa come una problematica endogena, cioè una disfunzione che interessa una o più logge. Le

Con il termine cefalea si indica quell’insieme di dolori che colpiscono la testa e che comunemente vengono definiti “mal di testa”. Le cause possono essere di varia natura, ad esempio reumatiche, dismetaboliche, intolleranze alimentari, stress… In base alla loro localizzazione, le cefalee vengono suddivise in frontali, occipitali, temporali, superiori…

varie cefalee vengono infatti attibuite ad alterazioni energetiche di organi o visceri. Logge energetiche e cefalee

In base ai sintomi riportati dal soggetto, possiamo collocare le cefalee all’interno di logge specifiche: • Cefalea frontale e premestruale: loggia legno (F). • Emicrania: loggia legno(Vb). • Cefalea totale e parestetica: loggia fuoco (C). • Cefalea occipitale muscolo tensiva e da stress: loggia terra(Rp). • Cefalea a casco: loggia metallo (Gi). Scelta del trattamento

Anche se l’operatore Shiatzu ricerca costantemente l’equilibrio globale dell’individuo, per mezzo di trattamenti denominati “endogeni o centrali”, in Occidente tale approccio talvolta è influenzato da richieste specifiche, abbinabili a un concetto allopatico. Se il protocollo sintomatico può essere applicato a problematiche definite periferiche (dolori articolari, recupero post-traumatico e postoperatorio, stasi linfatica degli arti inferiori…), di certo non è sufficiente nel trattamento delle cefalee. Protocollo endogeno

Mentre il protocollo periferico (di meridiano) richiede un assoluto ri-

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vantaggi E Rapidità delle risposte

Le possibilità concesse da questa metodica elevano lo Shiatzu a una posizione privilegiata rispetto ai tradizionali approcci manuali. La disfunzione si riduce notevolmente al termine di ogni seduta, eccetto i casi di problematica di origine centrale (S.N.C.) o presenza di lesione strutturale. Riduzione delle recidive

spetto della sequenza pressoria, durante un trattamento endogeno la sequenza dei punti segue un ordine casuale, dettato dalla comodità di stimolazione dell’operatore. A una prima stimolazione dei punti di comando (IUd e Mo), utile a riequilibrare le funzioni energetiche organoviscerali, segue la digitopressione sui punti lungo i meridiani e sui punti sintomatici, ottenendo un trattamento che, nella maggior parte dei casi, ha una durata di circa un’ora.

Grazie alla capacità del trattamento endogeno di riequilibrare le disfunzioni energetiche centrali, nella maggior parte dei casi si ottiene una riduzione delle recidive. Praticità delle manovre ed economicità d’utilizzo

La manualità utilizzata è la “digitopressione” perpendicolare al punto da stimolare, per produrre la quale non occorre applicare unguenti o altro.

Possibile interazione con altre metodiche

Dopo il trattamento endogeno è possibile incrementare il risultato utilizzando metodiche differenti (massaggio connettivale, terapia fisica, trattamento neuro-muscolare, stretching, bendaggio funzionale…).

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corso teorico pratico MASSAGGIO SHIATSU Indicazioni e controindicazioni

A un elevato numero di indicazioni si contrappone un ridotto elenco di controindicazioni. Conclusione

Se da un lato lo studio dello Shiatzu può risultare impegnativo, data la mole di nozioni che occorre apprendere, dall’altro questa complessità permette all’operatore di ottenere risultati difficilmente raggiungibili attraverso tecniche manuali allopatiche. Per terapisti, riflessologi, massaggiatori, estetiste che amano i trattamenti manuali e su questi basano la loro attività giornaliera, lo Shiatzu può diventare una tecnica fondamentale, da utilizzare ogni volta in cui le tecniche allopatiche non consentano di ottenere i risultati desiderati o qualora siano presenti controindicazioni specifiche a mas█ saggi tradizionali.

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Obiettivi del corso Massaggio giapponese che trae le basi dalla Medicina tradizionale cinese; ricerca l’armonia e l’equilibrio tra le varie energie, endogene ed esogene, che governano le funzioni fisiche e mentali dell’essere umano, stimolando punti precisi collegati, tramite meridiani energetici, alle funzioni organoviscerali, ormonali e psichiche. Con la frequenza al corso vengono fornite le nozioni per poter applicare con successo questa meravigliosa metodica

DOCENTE: Sig. Massimiliano Fabbri DATE DEL CORSO: 16-17-18/10/09 06-07-08/11/09 27-28-29/11/09 11-12-13/12/09 DURATA: 4 stages di 20 ore RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.E.D.A. VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it

C.E.D.A.- VALET Via dei Fornaciai, 29/b 40129 - Bologna Tel. 051 63 88 334 Fax 051 326 840 www.valet.it congresso@valet.it


VALET C.E.D.A

di Andrea Tomasoni Docente Scuola di Tecniche del Massaggio C.E.D.A. - VALET, Bologna

’articolo inerente la figura del collaboratore del Medico estetico ha suscitato parecchio interesse: sono state molte, infatti, le richieste di informazioni riguardo il miglior iter formativo per tali soggetti. Recepiamo quindi le vostre istanze e vi proponiamo per la prossima stagione didattica un progetto specificamente strutturato per assolvere alle differenti competenze di questa nascente figura. Come brevemente illustrato nell’articolo citato, il collaboratore del Medico estetico dovrebbe avere competenze sia di drenaggio linfo-vascolare manuale sia di manipolazione dei tessuti dell’organo pelle, a cui va aggiunta la conoscenza (a puro scopo conoscitivo, ovviamente) delle modalità di realizzazione di un intervento in Medicina Estetica ambulatoria-

La nuova scuola di collaboratore del Medico Estetico tore. Al termine della scuola, una commissione d’esame (presieduta dallo stesso Dottor Di Donato) consentirà di verificare il livello di apprendimento e di selezionare solo i soggetti idonei a operare in █ collaborazione con il Medico.

L

le o chirurgico. Allo scopo è stato ideato un percorso di 124 ore più esame, che si snoda attraverso i corsi di massaggio di base, massaggio riflessogeno linfodrenante, massaggio connettivale e uno stage specifico sul massaggio in Medicina Estetica. La presenza dell’apprezzato coordinatore del rdipartimento di medicina e chirurD gia estetica, Dottor Crescenzo Di Donato, come co-conduttore del e el a corso di massaggio in Medicina a Estetica, garantirà, oltre all’alta qualità della didattica, una linea a e el di continuità tra la formazione del aMedico e quella del suo collabora-

PER INFORMAZIONI C.E.D.A. VALET srl Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.6388.334 - Fax 051.326.840 info@valet.it - www.valet.it

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MASSAGGIO

di Andrea Tomasoni Docente Scuola di Tecniche del Massaggio C.E.D.A. - VALET, Bologna

ra tifosi e detrattori, la globalizT zazione continua inesorabile il suo percorso, offrendoci sempre più spesso occasioni di incontro con differenti culture. Da qui nascono sovente delle contaminazioni che coinvolgono tutti gli aspetti della vita. Non fa certo eccezione il massaggio, che affondando le sue radici nel modello scientifico-culturale delle diverse regioni del mondo, si arricchisce, attraverso tali incontri, di elementi riguardanti il metodo ma anche gli strumenti. Dalla tradizione massoterapica indiana, che fa massiccio uso di oli riscaldati, deriva questa nuova metodica che si sta sempre più affermando a livello mondiale. Il massaggio alla candela utilizza una speciale miscela di oli vegetali, caratterizzata da un punto di fusione molto basso

Novità nel mondo della massoterapia: il massaggio CON candela e una temperatura di combustione costante a 38 gradi che, per effetto di uno stoppino, viene accesa come una vera e propria candela che durante l’uso oltre a fornire olio caldo rilascerà nell’aria la sua profumata fragranza Se dalla tradizione ayurvedica è stato mutuato l’uso di olio caldo, dall’antica arte degli aromatisti francesi è stato assunto l’uso di oli essenziali; dalla massoterapia rilassante occidentale invece, le manualità. Con i tre elementi descritti si ha la possibilità di produrre un trattamento specifico per le esigenze di ogni singolo fruitore. Infatti, se la temperatura dell’olio rimane costante, la sensazione termica può essere modificata in virtù dell’olio essenziale utilizzato e del tipo di manualità procorso teorico pratico

Le massage à la bougie Obiettivi del corso

Il massaggio alla candela utilizza una speciale miscela di oli vegetali caratterizzata da un punto di fusione molto basso ed una temperatura di combustione costante a 38 gradi che per effetto di uno stoppino viene accesa come una vera e propria candela che durante l’uso oltre a fornire olio caldo rilascerà nell’aria la sua profumata fragranza. Il candle massage (all’inglese) il massage a la bougie (alla francese) o massaggio alla candela unisce le istanze di differenti tradizioni massoterapiche e dalla tradizione ayurvedica è stato mutuato l’uso di olio caldo, dall’antica arte degli aromatisti francesi è stato assunto l’uso di oli essenziali, dalla massoterapia rilassante occidentale invece, le manualità. Con i tre elementi descritti si ha la possibilità di produrre un trattamento specifico per le esigenze di ogni singolo fruitore. Infatti se la temperatura dell’olio rimane costante, la sensazione termica può essere modificata in virtù dell’olio essenziale utilizzato e dal tipo di manualità prodotta. Cosi come le ragioni trattate influenzeranno l’azione del massaggio. Risulta pertanto determinante ai fini dell’utilizzo migliore della candela da massaggio la conoscenza delle differenti tecniche manuali, oltre alla capacità di valutare la migliore miscela da utilizzare ed alla corretta scelta delle aree corporee da trattare. I fortunati praticanti di questa metodica si renderanno conto che l’aroma che si diffonde nella stanza, unito alla piacevole luce della candela, al calore dell’olio ed al conforto del contatto manuale creano un’atmosfera nella quale, chi avrà il privilegio di abbandonarsi al massaggio con candela, si troverà stimolato e coccolato come forse non gli è mai capitato.

DOCENTE: Dr. Andrea Tomasoni DATE DEL CORSO: 16-17-18/04/10 DURATA: 1 stage di 20 ore RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C.E.D.A. VALET Divisione Didattica - Bologna L’AMBULATORIO L’AMBULATORI TO ORIO 82 MEDICO M Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it

dotta. Così come le regioni corporee trattate influenzeranno l’azione del massaggio. Normalmente le miscele proposte dal mercato sono definite riscaldanti (oli essenziali di cannella, vaniglia, incenso, etc), rilassanti (lavanda, rosa, geranio, ylang ylang, etc) e tonificanti (menta piperita, eucalipto, zenzero, rosmarino, etc). L’utilizzo delle varie miscele sarà caratterizzato dalle differenti aree trattate, oltre che dalle manualità prodotte; per il massaggio riscaldante si lavoreranno prevalentemente le aree del dorso, dei piedi e dell’addome, con manovre lente e a pressione medio-alta, quello rilassante sarà caratterizzato da manovre lente su dorso, mani, testa e piedi a mediobassa intensità pressoria, per finire con le manovre rapide e a bassa pressione su dorso, arti inferiori, addome e torace di quello tonificante. Come visto, la possibilità di esercitare il giusto trattamento sarà condizionata dall’esatta valutazione delle esigenze del cliente e dalla corretta scelta di manualità, olio e aree corporee trattate; tale valutazione sarà resa più semplice se il lavoro del massaggiatore sarà preceduto dall’attività anamnestica e diagnostica di un Medico, o dall’attenta capacità di valutazione del massaggiatore stesso. Mi sento di aggiungere, in qualità di praticante questa affascinante ed efficace metodica, che l’aroma che si diffonde nella stanza, unito alla piacevole luce della candela, al calore dell’olio e al conforto del contatto manuale, creano un’atmosfera nella quale chi avrà il piacere di abbandonarsi al massaggio con candela, si troverà stimolato e coccolato come █ forse non gli è mai capitato.




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