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LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

L’AMBULATORIO

MEDICO

n u m e r o

T R E N T A S E T T E

SIES DAY 2012: FILL & PEEL Ringiovanimento del volto mediante laser CO2 microspot fractional resurfacing I disturbi dolorosi funzionali di origine vertebrale Corsi CPMA: dalla teoria alla pratica già dal giorno dopo

n. 37 settembre-dicembre 2012, anno XII - Aut. Tribunale Bologna n. 7071 del 05/12/2000 - Sped. a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Poste Italiane Dir. Comm. Imprese E/R - Spedizione riservata ai soli abbonati non acquistabile in edicola. In caso di mancata consegna, restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa c/o CMP di Bologna - Contiene I.P.



LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

L’AMBULATORIO

MEDICO

Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 7071 del 05/12/2000 Direttore responsabile: Marco Montanari Coordinamento scientifico: Basso Matteo, Bitelli Piera, Carrari Bruno Giacomo, Cavezzi Attilio, De Padova Maria Pia, Di Donato Crescenzo, Di Lella Emanuela, Frullini Alessandro, Fundarò Piero, Izzo Giuseppe Maria, Lerro Federica, Maullu Giorgio, Molinari Paola, Paolini Franco, Pelliccia Roberto, Priori Maurizio, Russo Rosalba, Tomasoni Andrea. Hanno collaborato: Benslimane Fahd, Bitelli Piera, D’Angelo Domenico, Dalla Vedova Alessandro, De Rosa Mario, Distante Fernanda, Filippini Enrico, Fundarò Salvatore, Ingallina Fabio, Lizio Giovanni, Marini Fabio, Martignani Alberto, Maugeri Roberto, Miori Lucio, Palmieri Isabella Pia, Paolini Franco, Pieri Alessandro, Terracol Gilles, Zazzaron Michela Segreteria di redazione: VALET S.r.l. Via dei Fornaciai 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 - Fax 051.32.68.40 - edizioni@valet.it - www.valet.it Immagine & comunicazione: Elisa Fantini - elisa@valet.it Realizzazione grafica: Matteo Nuti - immagine@valet.it Stampa: Poligrafici il Borgo S.p.A. È vietata la riproduzione, totale o parziale, di ogni contenuto di questa pubblicazione senza esplicita autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questo periodico sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelli delle imprese alle quali appartengono, dell’editore e delle istituzioni. Nulla intende rappresentare un consiglio o una raccomandazione su cure e metodiche; l’editore non da garanzie sui protocolli terapeutici citati e non riconosce alcuna responsabilità su eventuali danneggiamenti causati da nozioni riportate sulla rivista. La rivista è spedita in abbonamento postale. I dati anagrafici dei soggetti interessati alla spedizione della presente rivista provengono da elenchi pubblici e vengono trattati in conformità a quanto previsto dal “Codice Privacy” (Digs. 196/2003). Le finalità del trattamento riguardano la spedizione in abbonamento postale della presente rivista, di altre pubblicazioni, invio di cataloghi ed eventuali altre comunicazioni inerenti le attività promosse dal titolare del trattamento. L’interessato può in qualsiasi momento richiedere informazione sul trattamento dei propri dati, ottenere modifiche od opporsi in tutto o in parte, facendone richiesta via fax, lettera o e-mail, al titolare del trattamento. II titolare del trattamento è VALET S.r.l. - Via dei Fomaciai, 29/b 40129 Bologna (BO). Alla data della presente pubblicazione, il Responsabile del trattamento è il Sig. Daniele Morini. L’informativa integrale, completa di finalità, modalità del trattamento, diritti dell’interessato e soggetti a cui potrebbero essere comunicati i dati, è consultabile sul sito www.valet.it alla sezione Privacy.

Diffusione Nazionale:

Medici specialisti in: anestesia e rianimazione, Angiologia e Flebologia, chirurgia generale, chirurgia plastica, dermatologia, dietologia, endocrinologia, fisiatria, malattie reumatiche, medicina sportiva e patologia vascolare, centri di medicina e Chirurgia Estetica, estetica medica, medici di base, studi privati di agopuntura e mesoterapia, infermieri professionali, ambulatori di chiroterapia, fisioterapia, fisiokinesiterapia e massaggi, poliambulatori, case di cura e cliniche private, direttori sanitari: A.S.L., ospedali, stabilimenti termali, associazioni e istituzioni sanitarie, istituti scientifici e di ricerca, docenti e corsisti Divisione Didattica VALET: CPMA e C.E.D.A.

Distribuzione: 140.000 copie

NUMERO 37 sETTEMBRE - DICEMBRE 2012 ANNO XII

SOMMARIO

ARTICOLI

PAGINA

elōs Plus™: la nuova stazione di lavoro multiapplicativa

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Integratori alimentari, alimenti funzionali, endofarmaci. Attività vantata, validità e sicurezza

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SAIP: nuovo protocollo integrato proteico biofarmacologico

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Alla scoperta dei nanopeeling

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La dissecazione della carotide extracranica: il ruolo della diagnostica con Eco-color Doppler

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Ringiovanimento del volto mediante laser CO2 microspot fractional resurfacing

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Dove c’è un Medico

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Sistema M22™ Laser Multi Spot™ ND:Yag: trattamenti su lesioni vascolari superficiali e profonde

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Il problema della gamba gonfia: breviario clinico-strumentale per la diagnosi

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Kelo-cote®: una soluzione efficace nella prevenzione e nel trattamento delle cicatrici patologiche

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I disturbi dolorosi funzionali di origine vertebrale

50

Il dimagrimento armonico in VLCD e un migliore equilibrio psicofisico in Ritmonutrizione®

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Taping neuromuscolare - Kinesiotaping

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RUBRICHE e SPECIALI

PAGINA

SIES DAY 2012 - Fill & Peel

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Un rivoluzionario approccio formativo proposto da CPMA: Training for Experts

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Se l’Allievo non puo’andare a Scuola, la Scuola va dall’Allievo

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I segreti della bellezza del viso svelati a Marrakech

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Corsi CPMA: dalla teoria alla pratica già dal giorno dopo

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La forza della solidarietà

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ERRATA CORRIGE L’intervista al Dr. M. Cavallini, intitolata “Grasso è bello (e utile)”, alla pag. 65 del numero 36, è stata erroenamente sovrascritta con l’intervista del Dr. F. Marini. Il testo corretto è alla pag. 48 L’AMBULATORIO 3 MEDICO di questo numero.


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MEDICINA ESTETICA

Ricerca e Sviluppo SMEI

012: la IPL (Intense Pulsed 2 Light) compie 20 anni. Syneron Medical Ltd., da tempo innovatrice a livello mondiale nel campo dei dispositivi basati su varie fonti di energie, commemora il 20° anniversario dell’invenzione della IPL. I pionieri che stanno dietro questa azienda hanno generato una moltitudine di invenzioni di successo che hanno aiutato l’azienda Syneron ad essere riconosciuta produttore leader nel settore medicoestetico. Guardando indietro alla fine degli anni ‘80 ed ai primi anni del ‘90, gran parte dell’attenzione del settore medico era focalizzata sul potenziale delle apparecchiature laser. In confronto la IPL era considerata “un nuovo modo di effettuare gli stessi processi sulla pelle”, ha ricordato Shimon Eckhouse, PH.D, inventore della IPL e co-fondatore di Syneron Medical. “Tuttavia, l’utilizzo della IPL ha dimostrato diversi vantaggi rispetto ai laser, compreso il controllo dello spettro di lunghezze d’onda, durate di impulso variabili e la possibilità di trattare aree più ampie, fornendo risultati migliori.” Anche se la tecnologia IPL è ormai diventata onnipresente nel mercato dell’estetica, le sue umili origini si possono far risalire al 1992. Il Dr. Eckhouse, un fisico laureato presso il Technion, Israel Institute of Technology e presso la University of California, Irvine, sviluppò una nuova generazione di lampade flash ad alta intensi-

elos Plus™: la nuova stazione di lavoro multiapplicativa Syneron celebra 20 anni di innovazione nella Medicina Estetica riunendo le sue consolidate tecnologie in un’unica futuristica consolle tà per il trattamento di anomalie vascolari della pelle. Nel 1991 il Dr. Eckhouse formò una piccola società in Israele, la ESC Medical. Nel 1992 ESC con un piccolo gruppo di ingegneri costruirono e testarono Photoderm VL, il primo prototipo di dispositivo a Luce Pulsata, approcciando poi diversi noti dermatologi che eseguirono lavori clinici e che aiutarono l’azienda a sviluppare ulteriormente la tecnologia IPL, portandola sul mercato. Nel 1995 questa tecnologia fu autorizzata dalla FDA per il trattamento di lesioni vascolari e incominciò la commercializzazione negli Usa e in Europa. Secondo quanto riportato dal Dr. Eckhouse il PhotoDerm “permetteva di fare cose che non era possibile fare in precedenza con il laser. Abbiamo introdotto sul mercato la IPL e negli anni successivi abbiamo lavorato per migliorarla ulteriormente. Abbiamo investito molto tempo nella funzionalità di questa tecnologia rivoluzionaria. Il nostro obiettivo era di creare qualcosa che traesse vantaggio dalla flessibilità del dispositivo tramite un controller ed una schermata interfacciata con l’utente, concetto piuttosto nuovo in quel momento”. In definitiva, la scoperta della IPL ha portato alla creazione di un sottogenere di trattamento estetico completamente nuovo chiamato foto-ringiovanimento, fornendo allo stesso tempo ai professionisti medici opzioni di trattamento più sicure, con breve down-time, per diverse condizioni

dermatologiche come la rosacea, vene delle gambe, poikilodermia, teleangectasie, pori dilatati, lentiggini e melasma, e persino epilazione. Di conseguenza, la commercializzazione di IPL ha portato la creazione di numerosi prodotti e aziende, tra le quali, Syneron. Nel 2000, ESC-Sharplan incorporò Coherent Medical, dando vita all’attuale Lumenis. Nello stesso anno il Dr. Eckhouse ed il fisico Michael Kreindel, Ph.D., costituirono Syneron Medical. La collaborazione di questi due ricercatori diede vita all’innovativa tecnologia che combinava la IPL con la radiofrequenza bipolare (RF), nota come sinergia elettroottica (ELŌS™). Questa tecnologia presentò dei nuovi standard in termini di sicurezza ed efficacia, per un’ampia gamma di trattamenti medico-estetici. In quel tempo, l’uso di energia RF era raro nei tradizionali dispositivi estetici; Syneron diede così la possibilità di effettuare un ringiovanimento della pelle su una più ampia parte della popolazione. Una tecnologia all’avanguardia. Syneron è stata la prima azienda ad utilizzare la RF in unione con l’energia ottica (sia IPL che Laser che Infrarossi). La combinazione simultanea di queste due fonti di energia ha dato vantaggi esclusivi dimostrati per tutti i tipi di pelle, grazie alla possibilità di utilizzare una minor quantità di energia ottica, compensata dalla RF. La successiva ondata di innovazione por-

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Caratteristiche e Vantaggi

Aspetti clinici

Sicurezza e comfort paziente

Design

Sistema

Caratteristiche Piattaforma multi-applicativa

Fornisce un range completo delle applicazioni più richieste

Utilizza tecnologia elōs™

Permette trattamenti sicuri ed efficaci sulla più ampia varietà di tipi di pelle e di pelo

Design all’avanguardia

Nuovo look accattivante

Connessioni Simultanee

Possono essere connessi 3 applicatori in una volta

Aggiornamenti software Plug & Play

Applicazioni facili da aggiornare

Interfaccia Intuitiva Touch Screen

Maggiore semplicità di utilizzo

Modalità di trattamento guidate

Guida Rapida di Riferimento incorporata nell’interfaccia grafica

Maggiore capacità di raffreddamento rispetto ad eMax

Il sistema lavora più velocemente (1Hz)

Studiato per assicurare la trasportabilità: maniglie sul retro; schermo e porta applicatori staccabili

Portatile, facile da trasportare tra vari studi

Schermo inclinabile

Visibile da varie angolazioni

Impulso lungo e corto – permette la Maggiore sicurezza e comfort per il selezione della frequenza del sub-impulso paziente Geometria della punta ottimizzata su applicatore MOTIF

Maggior comfort per il paziente

Raffreddamento per contatto integrato con zaffiro

Maggior comfort per il paziente e aumentata sicurezza

Active Dermal Monitoring: ISM/ISL monitora le variazioni dell’impedenza della pelle attraverso ogni impulso e taglia l’impulso quando viene raggiunto il limite impostato

Alto profilo di sicurezza

Vantaggio di eTwo – Combinazione di Sublime e Sublative

Trattamento multilivello della pelle per un ringiovanimento completo del viso nella stessa seduta

Protocollo TRINITI

Rinnovamento totale del viso nella stessa seduta

Aggiunta delle modalità MOTIF su 3 applicatori

Permette epilazione e trattamento della pelle veloce e “indolore”

Frequenza costante sino a 3 Hz in modalità LHR (normal) sull’applicatore Motif LHR

Velocità del trattamento

Integrazione dell’IFS Integrazione della IFS (Intelligent Feedback System )

Assicura una erogazione precisa della RF, nonostante le variazioni di impedenza

Nuova elettronica su RF con misurazione più accurata

Migliora i problemi di errato o parziale contatto

tata da Syneron sul mercato del ringiovanimento della pelle è stata la RADIOFREQUENZA FRAZIONATA. Nel 2009 Syneron ha introdotto un nuovo trattamento chia-

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Vantaggi

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mato Sublative Rejuvenation™ attualmente disponibile su eTwo e sulle piattaforme eSeries. Con Sublative, la RF viene posta in maniera controllata nel derma

superiore, con un minimo danno epidermico. Di conseguenza il downtime è nettamente inferiore e la grande versatilità di questa tecnologia permette diverse opzioni di trattamento su un’ampia tipologia di pazienti, anche quelli con pelle scura, grazie all’alto profilo di sicurezza. Oggi Syneron rimane in prima linea nella ricerca e sviluppo, come lo era nei primi anni 2000, presentando sul mercato una piattaforma che comprende tutte le sue tecnologie studiate, sviluppate e ulteriormente migliorate. Si tratta del sistema ELŌS PLUS™, una nuova entusiasmante offerta che incorpora in una singola postazione di lavoro aggiornabile le possibilità di trattamento e la funzionalità di molti dei più famosi sistemi basati sulla combinazione ELŌS™. La sua interfaccia intuitiva touch screen è progettata per perfezionare il flusso di lavoro e i risultati clinici, guidando i professionisti attraverso ognuna delle opzioni di trattamento del sistema. Le modalità di trattamento sono infatti completamente guidate per tutti i 10 applicatori disponibili (forniti a scelta in base alle necessità del medico), tra cui le nuove applicazioni per il ringiovanimento del sistema da tavolo eTWO, SUBLIME e SUBLATIVE. È stato pensato anche per migliorare l’esperienza dei pazienti, con funzionalità quali modalità MOTIF, di recente introduzione, che consentono una depilazione veloce efficace e indolore. In sostanza le “capacità” della piattaforma eMax con il “cervello” di eTwo. ✘ PER INFORMAZIONI: PER INFORMAZIONI: 800 812 017 SMEI Via F. Negri, n.15 15033 Casale Monferrato (AL) www.smei.it


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DIETOTERAPIA

di Isabella Pia Palmieri Specialista in Chirurgia Plastica Professore a Contratto Università di Padova Docente CPMA - VALET - Bologna

INTEGRATORI ALIMENTARI, ALIMENTI FUNZIONALI, ENDOFARMACI. ATTIVITÀ VANTATA, VALIDITÀ E SICUREZZA

Gli integratori costituiscono una fonte concentrata di nutrienti o sostanze ad effetto fisiologico destinata ad integrare o complementare la dieta egli ultimi anni l’attenzione N per tali supplementi è cresciuta notevolmente alimentata dalla

convinzione che la loro assunzione diminuisca il rischio di sviluppare patologie croniche come le malattie cardiovascolari, il diabete, il cancro. Noi siamo geneticamente impreparati a vivere 80 anni e siamo portatori di un patrimonio genetico selezionato dal meccanismo dell’evoluzione che tutela la sopravvivenza della nostra specie, non la durata e la qualità di vita dei singoli individui che la compongono. Dopo i 40-50 anni il nostro ruolo di continuazione della specie è ormai finito e l’evoluzione non ha approntato efficienti meccanismi di controllo e di difesa dalle patologie degenerative, poco note e frequenti fino a pochi decenni fa, che hanno sostituito le malattie acute tra le principali fonti di disabilità e morte. La fisiopatologia del nostro organismo non si è modellata sugli alimenti che consumiamo ma su impredittibili caratteristiche di specifiche vie metaboliche ed enzimatiche, delle strutture tridimensionali di alcune proteine del nostro organismo, di peculiari interazioni gene-ambiente. Ottimizzare queste vie implica il consumo di quantità o principi base che l’alimentazione, sia pur adeguata alle specifiche esigenze, non è in grado di fornire. Ecco perché integrare può essere utile. La supplementazione

con nutrienti funzionali può assumere, inoltre, la valenza di terapia nei soggetti affetti da malattie ereditarie del metabolismo; anche patologie acute possono beneficiare di integrazioni e supplementazioni concettualmente ben costruite. L’uso intelligente degli integratori può svolgere quindi un ottimo ruolo di supporto rappresentando un trattamento complementare in grado di migliorare la risposta dell’organismo ad insulti di tipo infettivo o allo stress ossidativo, specie nelle persone anziane con deficit immunitario che riduce la capacità di fronteggiare banali patologie virali e ne rallenta le capacità di guarigione, come anche nei giovani in cui l’azione immunodepressiva dello stress può portare a forme di astenia e a un rallentamento dell’evoluzione della guarigione da patologie banali. Il nostro organismo, anche quando è in perfette condizioni e la sua flora batterica intestinale funziona bene, non è in grado di produrre tutte le vitamine nelle quantità richieste per il fabbisogno giornaliero,per cui è costretto ad assumerle attraverso l’alimentazione. Ma oggi viviamo una anarchia alimentare assumendo cibi ricchi di calorie ma poveri di principi attivi. Si stima che il 42% degli Americani faccia ricorso agli integratori con lo scopo di migliorare lo stato di salute.Anche in Europa l’utilizzo di in-

Il mercato della “salute”, confronto tra Italia e USA. Negli USA, Nutraceutici e alimenti funzionali, per il 50% vengono somministrati sotto consiglio medico

tegratori è molto diffuso .Gli Italiani hanno sempre più fiducia nelle loro proprietà benefiche, come si ricava dall’andamento di mercato di questi prodotti, secondo l’ultima indagine di AC-Nielsen per FederSalus. Oggi vi ricorre un cittadino su tre e se il 45% lo fa occasionalmente, il 18% li consuma regolarmente durante l’anno e di questi il 62% afferma di utilizzarli da oltre 2 anni e il 14% da più di 1 anno. L’indagine evidenzia che la motivazione è per il 46% ricerca di benessere psicofi9

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sico e per il 43% la ricerca di risposte a specifiche esigenze di salute. Attualmente, si assiste ad un vero e proprio proliferare di prodotti le cui proprietà sono decantate con enfasi, spesso senza il minimo criterio che ne motivi il presunto effetto. Ne deriva che la scelta nel grande mare di specialità esistenti risulti oltremodo difficoltosa, in quanto non è facile individuare quella che possa offrire il miglior risultato, senza intaccare in alcun modo la salute, e la preferenza è spesso determinata dall’emotività dei soggetti influenzati dalla pubblicità. I Farmaci già in commercio sono monitorati dagli enti di controllo del Ministero della Salute, ma gli Integratori Alimentari e le Erbe Medicinali hanno diversa regolamentazione e ricadono in un complesso quadro legislativo per le cui indicazioni bisogna far riferimento a decine di circolari ministeriali. Inoltre la potenza e la purezza di questi prodotti sono soggette a notevoli variazioni per la mancanza di standard ufficiali. In più è molto difficile controllarne l’impiego e il dosaggio da parte del singolo soggetto dato che si tratta spesso di terapie “fai da te”. I sistemi di sorveglianza post-marketing forniscono raramente dati che danno informazioni sugli eventi avversi. Questi possono essere classificati in dechallange (reazione che scompare quando la droga è sospesa),rechallange (reazione che riappare quando la droga è somministrata) e reazioni temporali che possono dare un indicazione su una possibile o probabile reaDalla Clinica al Trattamento

Il Medico chiede un trattamento: • Efficace • Sicuro • Patogenetico

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zione avversa. Già l’OMS ha classificato le reazioni avverse in certe, probabili,possibili,improbabili e inclassificabili. La formulazione degli integratori deve basarsi su una conoscenza precisa e quantitativa, della relazione tra l’apporto di specifiche sostanze e la risposta metabolica dell’organismo. Devono essere ben note le alterazioni biochimiche e metaboliche delle sostanze impiegate, le interazioni con farmaci di sintesi e gli alimenti e le eventuali reazioni avverse. Questo Corso ECM nasce dalle esigenze di rendere meno nebuloso questo universo di prodotti che già muovono quasi un terzo del mercato farmaceutico globale. Il bisogno di una fonte di formazione obiettiva su questo controverso e confuso campo appare quanto mai indispensabile. Sebbene le caratteristiche di molti integratori siano esaurientemente documentate, rivendicazioni di efficacia per molti altri rimangono altamente speculative. Identificare i meccanismi alla base dell’azione protettiva/preventiva di questi componenti e l’analisi rischi/benefici, rappresenta una delle principali sfide per il futuro della ricerca in campo biochimico e tossicologico. Indagare e conoscere gli effetti vantati e la validità di tali sostanze

Ipericum perforatum

rappresenta anche l’unico modo per garantire la chiarezza prescrittiva. Da qui l’esigenza di analizzare le diverse tipologie di formulazione avendo come obiettivo formativo una conoscenza approfondita per una scelta sempre ragionata e basata su dati scientifici che evidenzino le possibili caratteristiche terapeutiche e i possibili effetti collaterali e i rischi legati, per esempio, a dosi molto superiori o non appropriate per chi le utilizza. L’uso degli integratori, infatti, non rappresenta una soluzione rapida ai problemi di salute, ma deve essere solo una integrazione benefica e salutare nell’ambito di una dieta complessivamente bilanciata e di uno stile di vita attivo. ✘

corso teorico pratico INTEGRATORI ALIMENTARI ALIMENTI FUNZIONALI, ENDOFARMACI. ATTIVITÀ VANTATA, VALIDITÀ E SICUREZZA Obiettivo del corso Il corso ha la finalità di approfondire la conoscenza di questo segmento di mercato che “vale” quasi un terzo dell’intero fatturato farmaceutico. In un universo così composito, il corso si propone di far conoscere la reale efficacia dei vari integratori, che in alcuni casi è scientificamente documentata, mentre in altri è affidata più alla suggestione del marketing che a effettive qualità. Il corsista, al termine del corso, sarà in grado di prescrivere il giusto Integratore Nutrizionale in base alle effettive necessità del paziente. DOCENTE: Dr.ssa Isabella Pia Palmieri DATA DEL CORSO: 27/10/12 DURATA: 1 stage di 8 ore ECM: 8 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C PMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it


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SIES DAY 2012

TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SU FILLER & PEELING Appuntamento il 24 novembre a Bologna, nella sede CPMA, per una full immersion dedicata alle tecniche più richieste nei nostri ambulatori

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on sempre è facile unire l’utile al dilettevole. SIES non la pensa così e da tanti anni – oltre all’imperdibile Congresso Internazionale – organizza il SIES Day, appuntamento irrinunciabile per i medici e i chirurghi estetici di tutta Italia. Anche quest’anno, per tenere fede alle attese, la Società che fa capo al professor Maurizio Priori propone un menù per veri intenditori. Domanda (retorica): quali sono i trattamenti estetici più richiesti nei nostri ambulatori? Risposta (scontata): Filler e Peeling. E allora, ecco uniti l’utile (l’approfondimento delle tecniche che i nostri pazienti richiedono) al dilettevole (una giornata in compagnia dei migliori esperti del settore, in una full immersion pratica con esaustiva parte teorica). Quindi, parafrasando il titolo di un famoso film di Woody Allen, “Tutto quello che avreste voluto sapere su Filler e Peeling ma non avete mai osato chiedere” condensato in una sola giornata, con relatori di chiara fama e collegamenti in diretta con il Poliambulatorio Multimed, dove alle parole gli stessi relatori faranno seguire i… fatti, ovvero gli interventi, con la possibilità per tutti i partecipanti di interagire con il medico per farsi spiegare – in diretta, appunto – ogni particolare. Focus approfonditi dedicati alle cosiddette Aree Difficili, alle nuove tecniche, ai prodotti più innovativi, agli aspetti legali e a quelli operativi: Filler e Peeling, al tramonto del 24 novembre, non avranno più segreti, per voi. Inutile dilungarci troppo sui titoli delle singole sessioni (che comunque trovate nella locandina dell’evento), in questa sede vogliamo solo sottolinea-

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re la parte dedicata al Filler Autologo, pratica che sta prendendo sempre più piede in Italia e nel mondo. Prelevare grasso là dove ce n’è in eccesso e utilizzarlo là dove necessita: tutto bello e semplice, a patto di osservare alcune precise e fondamentali regole che

verranno esposte durante il Convegno. Non meno importanza va accordata ai filmati – che arricchiranno la parte teorica – in cui verranno mostrati i punti di intervento attraverso la dissezione anatomica appositamente realizzata in precedenza. Infine, la sede. Quest’anno è stata scelta quella del CPMA di Bologna. Il motivo ce lo illustra proprio Maurizio Priori, presidente SIES: “La scelta sottolinea il rapporto che lega storicamente la nostra Società alla Scuola bolognese di Medicina e Chirurgia Estetica. In più, a Bologna abbiamo la possibilità di usufruire delle nuovissime strutture del Poliambulatorio Multimed, che permetteranno ai nostri docenti di mettere immediatamente in pratica quanto spiegato poco prima in aula ai discenti”. Appuntamento quindi per il 24 novembre: quel giorno potrete davvero chiedere (e sapere) tutto su Filler e Peeling.


TI I S PO ITAT LIM

SIES DAY 2012

LIVE SESSIONS

FILL & PEEL 24 NOVEMBRE 2012 VALET SRL - BOLOGNA

SESSIONI LIVE dal Poliambulatorio

evento in fase di accreditamento

VALET - Divisione Congressuale Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna Tel: +39 051 63.88.334 • Fax: +39 051 32 68 40 www.valet.it • congresso@valet.it


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DIETOTERAPIA

Ricerca e Sviluppo NEW PENTA Consulenza di: Prof. Enrico Filippini Specialista in Endocrinologia - Brescia

SAIP: nuovo protocollo integrato proteicobiofarmacologico

’organizzazione mondiale della L sanità prevede che entro il 2015 circa 2,5 miliardi di adulti saranno

sovrappeso e saranno 700 milioni gli obesi. In Europa la prevalenza di obesità è triplicata negli ultimi 20 anni: circa metà della popolazione adulta è sovrappeso con il 20-30% di obesi. Quando affermo che l’esperto in dietologia in realtà è anche diabetologo, cardiologo e oncologo, è perché circa l’80% dei pazienti affetti da diabete, il 35% di coloro che sono affetti da patologie ischemiche o il 14-20% dei malati di cancro potrebbero essere prevenuti se non esistesse l’obesità. Per quanto riguarda le modalità d’intervento, esse consistono semplicemente nelle modificazioni dello stile di vita (restrizione calorica ed esercizio fisico) con l’eventuale aggiunta di supporto farmacologico. Per quanto riguarda la restrizione calorica, negli ultimi 10 anni sono stati compiuti grossi passi in avanti che hanno permesso di raggiungere obiettivi prima inimmaginabili, soprattutto con le diete vlcd che hanno perfezionato l’originale teoria di Blackburn, permettendo allo specialista di riuscire a effettuare terapie dimagranti chetogeniche utilizzando pasti proteici di altissima qualità e palatabilità. Io, nella pratica clinica, utilizzo con grande soddisfazione un’interpretazione della vlcd che si sviluppa in 5 fasi o step. Nelle prime due, chetogeniche, attraverso un’alimentazione normoproteica, fortemente ipolipidica e ipoglucidica, si

Perché è necessario determinare la svolta terapeutica ad aumentare la compliance nel mantenimento

ottiene perdita di peso veloce, ma con diminuito o assente senso di fame. Progressivamente, dopo un periodo che va dai 15 ai 30 giorni, si reintroducono i carboidrati e si entra nelle fasi di transizione prima e mantenimento dopo. Purtroppo, in realtà, la pratica clinica quotidiana e l’evidenza scientifica ci indicano che la propensione allo sviluppo di obesità sia, per un’alta percentuale di casi, determinata geneticamente. Esiste un sistema di controllo fisiologico, che influenza l’equilibrio energetico e che tende a mantenere il peso entro variazioni limitate (pochi chili). Ovvio, quindi, che a ogni perdita di peso, soprattutto da parte dell’obeso, ma anche nei sovrappesi severi, si contrappongano risposte compensatorie, genetiche e fisiologiche. E come avviene questo? Principalmente con l’aumento della fame e soprattutto con la diminuzione del metabolismo. Tanti sono i meccanismi indagati, sia centrali sia periferici, che incidono sulla fame e sul metabolismo:

neurotrasmettitori e neurormoni, come la serotonina e la dopamina; segnali che provengono dalla periferia con gli enterormoni, tra i quali la grelina (ormone oressigeno), la cck e la gpl1 (anoressigeni) e il nervo vago; gli adipociti, con la loro secrezione apocrina, paracrina ed endocrina e con la liberazione del peptide più indagato degli ultimi anni, la leptina (anoressigeno e stimolante il metabolismo). La conoscenza di questi processi, e soprattutto il loro cattivo funzionamento o l’alterazione anche genetica, mette in discussione quel modello standard, unico e indiscutibile, che fa di restrizione calorica, esercizio fisico e modificazioni comportamentali l’unica soluzione possibile ai problemi dell’obeso. Ben venga l’alimentazione controllata; auspichiamo un modello alimentare, comportamentale e fisico che sia il più sano e corretto possibile, ma riflettiamo sulle conseguenze che abbiamo davanti agli occhi per aver usato lo stesso termine di paragone per tutti: non è più possibile applicare lo stesso

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SAIP nuovo protocollo integrato proteico-biofarmacologico

protocollo comportamentale-terapeutico per chi ha esclusivamente blande problematiche estetiche rispetto invece a chi è sovrappeso, oppure obeso. Per questo motivo si è sempre sentita la necessità di avere farmaci adatti, che potessero contrastare, almeno in parte, questa reazione adattativa, fisiologica e spesso patologica dei pazienti in cura dimagrante. Rimonabant, benfluorex, sibutramina, fendimetrazina (la forma galenica) sono stati, in ordine, gli ultimi farmaci che hanno subito la scure delle varie commissioni nazionali, europee, ecc. L’unico farmaco in commercio è rimasto l’orlistat, nonostante qualche recente attacco subito. L’impressione è che le nuove molecole siano segnate in partenza, sicuramente a ragion veduta, ma forse anche perché frutto di qualche pregiudizio! Il gold standard di un

farmaco a disposizione degli specialisti dovrebbe essere utile, ma anche ricco di letteratura scientifica e di una storia clinica che ne attesti l’innocuità. Da quanto detto in precedenza nasce il progetto SAIP: un sistema che fornisce alla terapia dimagrante in 5 step tutti gli strumenti per contrastare le principali insidie che si presentano durante il dimagrimento. Con i nuovi integratori IN.TECH abbiamo sposato il principio del sistema terapeutico di biofarmaceutica vegetale, cioè la resa farmacologica e clinica di derivati vegetali altamente standardizzati e titolati; l’ampia documentazione dei principi attivi ci permette stabilità nel tempo e ripetibilità del prodotto, ben adattandosi alla necessità dei trials clinici. I limiti all’alta biodisponibilità sono stati superati con la tecnica della fitosomizzazione (utilizzando un

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fosfolipide complessato con l’estratto), aumentando l’assorbimento anche di tre volte rispetto a un altro estratto. Le forme farmaceutiche sono state create per modulare i rilasci in base alle variabili tempo e ph, in modo da trasportare correttamente e indenne l’estratto nel sito di assorbimento, senza subire trasformazioni durante il percorso (ricordiamo, per esempio, le difficoltà del passaggio gastrico). Con i biofarmaci IN.TECH accompagniamo tutti gli step della terapia dimagrante; già nel primo step, nel protocollo SAIP, è prevista la necessaria associazione di un integratore fortemente alcalinizzante, con in aggiunta antiossidanti e fattori pro-enzimatici, ovviamente privo di zuccheri e addolcito con acesulfame K. L’effetto defaticante è previsto entro i 15-20 minuti, soprattutto se assunto a stomaco vuoto, mentre

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quello alcalinizzante varia fra le 4 e le 6 ore. Nella successiva fase chetogenica step 2 è previsto l’utilizzo di un prodotto IN.TECH contenente due estratti, la Lespedeza capitata e il cardo mariano, con funzione ipoazotemica ed epatoprotettrice. Interessante la Silimarina del cardo mariano, fitosomizzata, altamente biodisponibile. I medici che praticano la terapia aminoacidica sanno bene come sia delicata la fase di transizione: reinserire i carboidrati, ridurre gli effetti benefici dei corpi chetonici, reinvertire il rapporto insulina-glucagone-gh. In fase di transizione, SAIP ha programmato di assumere un integratore a base di Camellia sinensis, altamente titolato in epigallocatechin gallato, fitosomizzato per aumentare almeno di tre volte la biodisponibilità. Numerosi trials del tè verde Fitosoma®, preso singolarmente con gli stessi dosaggi, hanno dimostrato

lipolitico e stimolante la secrezione del gh, le cumarine dell’ippocastano e del meliloto, invece, mantengono pervio il circolo linfatico, eliminando la stasi e drenando quindi i liquidi in eccesso. Ma è con i due IN.TECH di “punta” che SAIP si propone innovativo. Il primo, proposto in quarto step, punta a superare due grandi inconvenienti: la fame, talvolta anche patologica (BED, NES, SNACKING, ecc), e il metabolismo rallentato. Con estratti a base di Griffonia e stigmi di zafferano, manteniamo alte le concentrazioni di serotonina e dopamina, mentre con il Pinnothin®, olio estratto dal Pino Coreano, stimoliamo la secrezione di cck e glp1. Con l’estratto di Camelia sinensis e di Citrus aurantium, invece, incideremo positivamente sulla lipolisi, anche mediante la termogenesi. Per progettare il quinto IN.TECH ci siamo ispirati all’articolo pubblicato poco tempo fa sul

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Alla scoperta dei nanopeeling

MEDICINA ESTETICA

Un nuovo concetto di peeling senza limitazione solare: l’azione sinergica, sicura ed efficace dell’acido Salicilico, della Resorcina e dell’acido Tricloroacetico (SRT) nella stessa formulazione nanostrutturata

di Lucio Miori Specialista in Dermatologia e Venereologia - Pavia e Peschiera del Garda e Mario De Rosa Ordinario di Biochimica Seconda Università di Napoli

l peeling è un processo chimico Istrato che aumenta l’esfoliazione dello corneo, con rimozione delle

cellule morte, eliminazione delle impurità cutanee, stimolazione della produzione di collagene e crescita di una nuova pelle. La sua importanza negli ultimi anni, dopo un periodo di offuscamento, è progressivamente accresciuta grazie alla possibilità di utilizzare simultaneamente i principi attivi in combinazione nella stessa formulazione. Le caratteristiche chimiche e le proprietà d’azione di ogni singolo componente utilizzato per peeling sono ampiamente conosciute e validate nel corso degli anni. Tuttavia le indicazioni e le richieste di trattamento hanno spinto i formulatori a ricercare e a proporre nuove miscele caratterizzate da un effetto “booster” garantito dalla sinergia d’azione degli acidi utilizzati. La loro potenza d’azione è valutata dal pKa (logaritmo della costante dissociativa di un acido) e quindi è facile comprendere come l’acido tricloroacetico (pKa 0,69) sia notevolmente più “forte” dell’acido glicolico (pKa 3,83). L’anima forte di un acido ci consente ovviamente azioni più energiche sul piano cutaneo, ma con reazioni ed esiti talvolta invalidanti per il paziente. Una nuova potenzialità nel campo dei soft peeling è stata garantita dall’impiego della nanotecnologia, che ha permesso di utilizzare miscele di acidi differenti a concentrazioni più basse rispetto alle singole formulazioni tradizionali. La nanotecnologia si avvale di concetti e nozioni di chimica, fisica e biologia, basandosi sull’impiego di materali di dimensioni nanometriche

(1 nanometro = 1 miliardesimo di metro), una dimensione circa un milione di volte più piccola dello spessore di un capello. I nanopeeling, accanto alla maggiore e migliore capacità di penetrazione tra gli spazi intercorneocitari, assicurano una maggiore biodisponibilità del principio attivo. Questi ultimi, una volta assorbiti sul materiale nanostrutturato (nanosilice), vengono rilasciati nella pelle in maniera omogenea e continua durante il trattamento. Nell’elaborazione di un nuovo peeling è importante la scelta di un acido e la conoscenza del suo meccanismo d’azione in funzione dello scopo che si vuole ottenere. Accanto a queste considerazioni, variabili importanti sono la concentrazione e la formulazione da utilizzare. La nanotecnologia ha permesso la realizzazione di una serie innovativa di peeling utilizzando in modo stabile e sinergico acidi forti, con azioni mirate e a basse concentrazioni. Nel mondo dei peeling, una limitazione importante è sempre stata la stagionalità, in quanto l’azione degli acidi sulla cute determina una modificazione della barriera cutanea e dell’architettura cheratinocitaria non più in grado di garantire una corretta foto protezione, aumentando così il rischio di esiti iperpigmentari sulla cute trattata.

fornita dalla Ditta Seventy BG, per differenti indicazioni e durante tutto l’anno solare senza limitazioni stagionali. La particolare formulazione è composta da acido salicilico (8%); resorcina (4%); acido tricloroacetico (3%). Sono stati trattati 40 pazienti di entrambi i sessi e di età media pari a 38,9 anni. Ogni paziente è stato sottoposto a 4 sedute distanziate di 20 giorni (+/- 3 gg) e alla fine del trattamento a ogni paziente è stato richiesto di commentare il disagio prodotto dal trattamento (0 = nullo, 1 = lieve, 2 = forte) e il grado di soddisfazione (0 = scarsa, 1 = buona, 2 = ottima). RISULTATI E CONSIDERAZIONI

I dati (Grafico) evidenziano che la particolare formulazione permette, unica nella sua elaborazione, di usufruire contemporaneamente in modo sinergico e sicuro dell’azione già ampiamente documentata dei tre differenti acidi, in grado di potenziarsi tra loro e di garantire effetti evidenti con concentrazioni estremamente basse. Secondo la letteratura internazionale e le linee guida dell’FDA, la percentuale dell’acido tricloroacetico (TCA) nei soft-peeling è sempre segnalata tra il 10 e il 25%. A percentuali inferiori non si attribuisce alcuna azione pe-

SCOPO DELLO STUDIO, MATERIALI E METODI

Verificare la reale azione a bassa concentrazione dell’acido Salicilico, della Resorcina e dell’acido Tricloroacetico in una formulazione nanostrutturata denominata SRT e Grafico: risultati


eling. L’efficacia della formulazione impiegata (3% di TCA) è garantita dalla combinazione con l’acido salicilico e la resorcina (entrambi a basse percentuali) in grado realmente di potenziarsi vicendevolmente in condizioni di estrema sicurezza. Il peeling può quindi essere costruito basandosi sull’anima forte dell’acido impiegato, sulle sue proprietà, sul meccanismo d’azione e non esclusivamente in base alla percentuale. Tutto questo grazie all’utilizzo della nanotecnologia, che permette miscele stabili di acidi forti a concentrazioni estremamente basse. Dobbiamo ricordarci sempre che un peeling è un atto che può riservare delle sorprese e l’imprevedibilità è l’oggetto oscuro che tutti vogliamo evitare. La nanotecnologia ci fornisce strumenti efficaci e facili da usare, ma l’azione esiste ed è il medico operatore che ne stabilisce l’indirizzo e deve conoscere le variabili: con la corretta formulazione e con l’ottimale concentrazione di acidi compatibili tra loro si crea la possibilità di confezionare peeling per problematiche diverse anche nei periodi assolati. Quest’ultimo aspetto riveste una particolare importanza, in quanto l’impiego di questa innovativa formulazione SRT permette non solo di affrontare problematiche differenti (Tabella) anche durante i periodi a maggior impatto solare, ma ravviva la luminosità della cute anche già esposta alle radiazioni ultraviolette (Fig. 1 e 2). In definitiva, la miscela proposta può essere considerata attualmente l’unica formulazione peeling ad azione reale e controllata senza limitazione solare. ✘ Ringiovanimento anche su cute foto-esposta Pelle seborroica Pori dilatati, comedoni chiusi e aperti Follicolite Acne papulo-pustolosa Discromie post-infiammatorie Iperpigmentazioni Trattamento di cicatrici, anche post-chirurgiche

Tabella: indicazioni di trattamento 20

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Fig. 1: Prima e dopo trattamento con formulazione SRT. Si notino i risultati sui profili destro e sinistro del volto

Fig. 2: Prima e dopo trattamento al collo con formulazione SRT

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La dissecazione della carotide extracranica: il ruolo della diagnostica con Eco-color Doppler

ANGIOLOGIA E FLEBOLOGIA

di Alberto Martignani Specialista in Angiologia Docente CPMA - VALET - Bologna

Una patologia di raro riscontro, che interessa pazienti non di rado giovani, gravata da una percentuale elevata di fasi negative all’esame ultrasonografico. Come insorge, come evolve, come riconoscerla grazie all’Eco-color Doppler a dissecazione delle arterie a L destinazione encefalica è una patologia rara ma di non trascura-

bile rilevanza sociale, dal momento che rappresenta la causa del 10-25% degli ictus insorti sotto i 45 anni. La carotide disseca con frequenza doppia rispetto all’arteria vertebrale, con un’incidenza globale, nella popolazione, di 3/100.000 (Menon R, 2008). I tratti extracranici sono quelli di gran lunga più coinvolti (nel 90% dei casi). La dissecazione è generalmente la conseguenza di uno scollamento dell’intima, al di sotto della quale si genera una raccolta ematica intramurale che aggrava progressivamente il distacco con effetto stenosante sul lume, sino alla possibile occlusione. Più raramente lo scollamento è sotto-avventiziale. In questo caso, alla dissecazione si associa l’ectasizzazione del vaso, con formazione di un vero e proprio “aneurisma dissecato”. L’insorgenza può essere spontanea o conseguente a traumi (contusione, strangolamento, manipolazione, rotazione e/o flessoestensione energica, tosse ecc.). Nelle forme spontanee, come in quelle post-traumatiche si ammette tuttavia vi sia alla base una meiopragia congenita o, più raramente, acquisita dei con-

nettivi, tipica di quadri patologici come la displasia fibromuscolare, la necrosi cistica della media, la malattia di Marfan, la malattia di Ehlers-Danlos, il deficit di alfa-1 antitripsina, l’iperomocisteinemia, le infezioni. È inoltre documentata un’associazione frequente con l’emicrania, presente in anamnesi nel 20-40% dei dissecati (Tzourio C, 2002). Il sospetto clinico di dissecazione carotidea in atto può derivare, oltre che dalla giovane età del paziente, dall’associazione agli eventuali sintomi ischemici (TIA emisferico, amaurosis fugax, Stroke), presenti nel 50-95% dei casi, di sintomi locali. Questi, presenti nell’80-90% dei casi, possono consistere in cefalea, cervicalgia, dolore alla regione anteriore del collo, sindrome di Claude-Bernard–Horner (miosi, ptosi palpebrale ed enoftalmo), acufeni, paresi dei nervi cranici per compromissione dei “vasa nervorum”. In un paziente con sintomatologia eclatante, l’Eco-color Doppler può non costituire l’indagine diagnostica di prima scelta, in quanto soprattutto la presenza di una sintomatologia neurologica focale giustifica un ricovero d’urgenza e l’esecuzione, in prima istanza, possibilmente di una angio RMN dell’encefalo e dei vasi del collo.

Fig. 1: “flap” intimale (iniziale scollamento dell’intima carotidea)

Fig. 2: scollamento conclamato dell’intima carotidea

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Fig. 3: dissecazione carotidea, immagine, in proiezione traversa, “a canne di fucile”: lume vero (1) più falso lume (2)

Questa rappresenta sicuramente la metodica più efficace per l’individuazione delle eventuali lesioni ischemiche ipodense dell’encefalo e dell’ematoma intramurale prodotto dalla dissecazione, sotto forma di caratteristiche iperintensità nelle immagini T1 pesate (“segno della semiluna”). Il ruolo principe dell’Eco-color Doppler, in questi casi, consiste nel monitorare l’evoluzione della malattia, fermo restando che qualunque modifica evidenziata, ivi

compresa l’eventuale risoluzione spontanea, dovrà essere sottoposta a verifica mediante l’esecuzione di una nuova angio RMN. L’Eco-color Doppler eseguito in prima istanza su un paziente, sintomatico o asintomatico, portatore di dissezione carotidea, può invece non risultare dirimente e risulta gravato da una percentuale consistente di falsi negativi. Ciò avviene non tanto perché il problema carotideo (stenosi od ostruzione) non venga individuato, quanto per il fatto che esso può essere erroneamente attribuito a cause più ordinarie (aterotrombosi) rispetto alla dissecazione. Entra quindi, una volta di più, pesantemente in gioco la questione del carattere “operatoredipendente” della metodica, che richiede esecutori ben addestrati e in grado di riconoscere non solo la patologia “ordinaria”, ma anche quella più desueta o francamente rara come la dissecazione. In ogni caso, la semeiotica ultra-

corso teorico pratico ECO COLOR DOPPLER DI PRIMA FORMAZIONE Obiettivo del corso Il corso di prima formazione si propone di fornire le basi teoriche e metodologiche dell’eco-color-doppler vascolare. Nei primi tre stages verranno affrontate le problematiche relative allo studio dei vasi cerebroafferenti, delle arterie periferiche degli arti interiori, dell’aorta addominale e dei suoi rami, del sistema venoso degli arti inferiori. A un’agile presentazione teorica della metodologia d’indagine e dei quadri semeiologici più comuni, farà ben presto seguito l’applicazione delle tecniche diagnostiche su pazienti con patologia, selezionati dal Docente. I partecipanti al corso saranno chiamati a svolgere in prima persona, sotto la guida e con l’assistenza continua del Docente, gli esami ultrasonografici, allo scopo di familiarizzare sin dall’inizio con la manualità e l’interpretazioni dei dati. Il quarto e ultimo stage sarà esclusivamente pratico e prevederà l’esecuzione in “full immersion” di esami riguardanti tutti e quattro i distretti precedentemente studiati. Il corso non si prefigge - non sarebbe d’altra parte possibile - di fornire ai partecipanti l’“autonomia operativa”, ottenibile solo al termine di alcuni mesi di pratica continuativa. È tuttavia in grado di fornire agli interessati le conoscenze necessarie e una manualità di base per “cominciare a lavorare” e perfezionarsi n° max di partecipanti: 10 DOCENTE: DATE DEL CORSO: DURATA: ECM:

Dr. Alberto Martignani 19-20/1/13 - 2-3/2/13 16-17/2/13 - 9-10/3/13 4 stages di 12 ore 50 crediti

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sonografica della dissecazione carotidea comprende segni diretti e indiretti. Segni diretti: visualizzazione di “flap” intimale (fase iniziale) o di scollamento conclamato dell’intima, con suddivisione del lume del vaso in due comparti (Fig. 1 e 2); ematoma intramurale, immagine in trasversale “a canne di fucile” (lume vero + falso lume) (Fig. 3). Segni indiretti: alterazioni flussimetriche da stenosi in corrispondenza del tratto dissecato; flusso ad altissime resistenze, “bloccato” (“stump flow”), in caso di steno-ostruzione per dissecazione distale (Fig. 4). In molti casi è il reperto di questo flusso “bloccato” che, associato ai sintomi locali, fa porre il sospetto clinico di dissecazione. La prognosi della dissecazione carotidea extra-cranica è globalmente buona, con una “restitutio ad integrum” nel 62% delle ostruzioni e nel 90% delle stenosi. La mortalità risulta inferiore al 10%. Il trattamento di una dissecazione sintomatica per TIA o Ictus rimane controversa in assenza di studi clinici randomizzati. In fase acuta è raccomandato il trattamento con EBPM seguito da terapia anticoagulante orale (TAO), anche se il tempo stro il no visita sito:

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Fig. 4: “stump flow” a monte di ostruzione carotidea per dissecazione

di prosecuzione di quest’ultimo non risulta ben codificato. Pur in assenza di specifiche prove di validazione, viene consigliata la ripetizione di uno studio Ecocolor Doppler dei vasi epiaortici a distanza di 3 mesi: in caso di risoluzione delle anomalie vascolari, confermata da Angio RMN, si sospendono i dicumarolici. In caso di persistenza delle irregolarità del lume, viene raccomandato di proseguire la TAO per altri tre mesi. A 6 mesi viene consigliato in

ogni caso di sospendere la TAO. Se persistono anomalie della parete vascolare, viene consigliata una terapia antiaggregante a vita. Nella fase iperacuta della lesione ischemica da dissecazione carotidea è stata peraltro sperimentata con successo anche la trombolisi endovenosa con rt-PA (Engelter ST, 2009). ✘ BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE: 1) Menon R, Kerry S, Norris J W, Markus H S. Menon R, Kerry S et Al. Treatment of cervical artery dissection: a systematic review and meta-analysis. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2008; 79:1122–1127. 2) Kim Yang-Ki, Schulman Sam. Kim Yang-Ki, Schulman Sam. Cervical artery dissection: Pathology, epidemiology and management. Thrombosis Research 2009; 123 810–821. 3) Tzourio C, Benslamia L, Guillon B, et Al. Migraine and the risk of cervical artery dissection: a case-control

study. Neurology 2002; 59: 435-437. 4) Weimar C, Kraywinkel K, Hagemeister C, Haaß et Al. Recurrent stroke after cervical artery dissection. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2010 81: 869-873. 5) Engelter ST, Rutgers MP, Hatz F, Georgiadis D et Al. Intravenous thrombolysis in stroke attributable to cervical artery dissection. Stroke 2009; 40:3772-6.

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MEDICINA ESTETICA

di Fabio Marini e Domenico D’Angelo SKIN LASER CLINIC Pescara - S. Benedetto del Tronto (AP) Docenti CPMA VALET - Bologna

resurfacing ablativo con sorgenti IdilCOscansione attraverso l’utilizzo di sistemi ausiliari rappresenta il 2

GOLD STANDARD nel trattamento del photoaging del volto. Lo scopo del Resurfacing mediante laser ablativi CO2 è quello di determinare una retrazione cutanea mediante uno shrinkege del collagene con induzione alla neocollagenogenesi, generando inoltre il rinnovamento dell’epitelio di superficie danneggiato. Lo scotto da pagare è elevato ed è rappresentato da: downtime prolungati, disconfort ed elevata incidenza di effetti collaterali (eritemi persistenti, ipopigmentazioni, infezioni, esiti cicatriziali), tutto ciò ne ha da sempre limitato l’utilizzo. Il miglioramento clinico dovuto all’ablazione, la contrazione e il ritensionamento delle fibre collagene con rimodellamento successivo è così rilevante da indirizzare la ricerca verso metodiche e tecnologie in grado di ottenere gli stessi risultati, riducendone altresì il down time e gli effetti indesiderati. CO2 Laser Fractional Resurfacing

I sistemi frazionali ablativi sono diventati così il trattamento ideale nei pazienti con crono-photoaging di vario grado o con esiti cicatriziali. Rispetto ai resurfacing tradizionali, i sistemi frazionali riducono i tempi di guarigione e anche gli effetti collaterali a fronte di un’eccellente ristrutturazione dell’epidermide e del derma. La riparazione cellulare nei tradizionali laser ablativi avviene per migrazione delle cellule staminali dall’unità pilosebacea follicolare, mentre nel resurfacing ablativo

RINGIOVANIMENTO DEL VOLTO MEDIANTE LASER CO2 MICROSPOT FRACTIONAL RESURFACING frazionale la riepitelizzazione è più rapida in quanto la migrazione parte dalle vicine cellule staminali cutanee. Quando l’energia laser interagisce con il tessuto, lo fa seguendo la legge di Beer. Il danno tessutale nel punto di assorbimento diminuisce in modo esponenziale all’aμmento di distanza dal bordo del cratere [1]. R. Reid per primo pubblica un lavoro dimostrando con studi in vivo istologici e immunoistochimici che il “CO2 ablative fractional resurfacing” determina un rimodellamneto del collagene a partire da 90 giorni del trattamento [2], dimostrando così che i sistemi Ablativi Frazionali per mezzo di lesioni ablativo-termiche a colonna che si estendono dal corneo al derma reticolare determinano “Improvement della texture con Skin tightening effect” ottenendo risultati clinici più evidenti dei sistemi laser frazionali non ablativi [3]. La tecnologia da noi presa in considerazione è un laser CO2 caratterizzata da emissione continua (CW-CHOPPED) frazionale con microspot (300-180 μm) con gestione della scansione a quadranti separati non sequenziale, cosiddetto algoritmo “Z”. Caratteristiche originali e distinte che rendono tale sistema innovativo nell’emissione, nella distribuzione e nella dimensione spaziale dei microdots. Utilizzando tale sistema CO2 in modalità continua

(CW-CHOPPED) otteniamo: 1) Vaporizzazione superficiale del tessuto con immediata contrazione. 2) Effetto termico diffuso al tessuto circostante per 200/500 μm in relazione alla potenza. La profondità di azione del laser dipende dalla quantità di energia utilizzata (W). La soglia di ablazione cutanea per il laser CO2 si conviene sia di 5j/cmq, ma per le peculiarità del 10600 nm per la sua affinità all’H2O intra ed extra cellulare, la sua è un’azione combinata di ablazione e riscaldamento dermico, quindi è fondamentale il tempo di emissione del raggio laser nel punto in cui colpisce la cute. Il tempo di permanenza di ogni singolo dot sulla superficie colpita è espresso da un nμmero, l’INDEX, che va da 8 a 1, che corrisponde al tempo effettivo di emissione per singolo dot (2,5 msec - 16 msec). La modalità di scansione è la soluzione che ci permette di lavorare senza l’ausilio di anestesia. Il principio è nella modalità non sequenziale dei singoli dot sulla cute. Ogni dot emesso è sufficientemente distanziato dal precedente in modo da non creare sommazione termica e di conseguenza stimolo doloroso. Ciò si traduce in sicurezza operativa per gli stimoli termici controllati, quindi riduzione degli effetti collaterali e indesiderati. La non necessità di dover ricorrere a creme anestetiche o ad altre preparazioni su base acquo-

Esiti cicatriziali post acne prima e dopo due applicazioni

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Ipercromia post infiammatoria del labbro superiore prima e dopo una applicazione

sa garantisce che il contenuto idrico cutaneo non venga alterato prima del trattamento. Peculiarità non trascurabile quando si utilizzano λ I.R. che vengono assorbite prevalentemente dall’H2O (P. Bjerring 2007). La densità dei dots, la percentuale di danneggiamento termo-ablativo dell’unità cutanea trattata, può essere variata dal 5% al 40%. Tale duttilità rende questo sistema frazionale estremamente flessibile e adattabile alle varie esigenze clinico-anatomiche. Possiamo variare il diametro dei singoli dots da 300 μm a180 μm. Secondo le nostre indicazioni, suggeriamo un settaggio di diametro 300 μm per trattare le ipercromie, le rugosità superficiali e le lassità cutanee di media entità, mentre indichiamo l’utilizzo di 180 μm per le rugosità profonde, negli esiti cicatriziali e nella severe lassità cutanee. La dimensione dello spot può variare dai 6x6 mm ai 20x20 mm, con incremento di 2 mm per volta. Dal settembre 2006 al settembre 2011 abbiamo trattato 585 pazienti (523 F, 62 M): 284 Glogau 3; 182 Glogau 2; 60 Glogau 4; 59 Esiti cicatriziali acne; età media 45,8 (range 24-69); fototipo II-III. Criteri di inclusione

Assenza di terapia topica 3 mesi antecedenti. Assenza di terapie chirurgiche estetiche al volto nei 6 mesi antecedenti. Non assunzione di isotretinoina nei 12 mesi antecedenti. Assenza di terapie iniettive locali o altre metodiche tipo fotoringiovanimento o fotodinamica nei 6 mesi precedenti. Tutti i pazienti sono stati fotografati e clinicamente valutati a 0 a 1 a 5 a 21 giorni a 1 mese a 3 mesi. A tutti i pazienti è stata prescritta una terapia orale antimicrobica e antivi28

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rale dalla sera prima del trattamento, continuandola per 5-8 giorni ed una fotoprotezione solare estrema da utilizzare per almeno 30 giorni successivi al trattamento. Risultati

Tutti i pazienti hanno mostrato un significativo miglioramento della texture e dell’uniformità di colorazione cutanea. Effetti indesiderati post trattamento: 1) Eritema; 2) Edema; 3) Microcrusting. Guarigione: 1 settimana. Trattamento ben tollerato. Effetti collaterali a lungo termine assenti. Follow up sei mesi. Tip and Tricks

Detergere a fondo la cute e asciugare prima del trattamento. Coprire gli occhi con gusci protettivi riflettenti. Il trattamento è indicato per viso, collo, torace e mani. Settaggio iniziale 8 W e index 8 per un trattamento soft e privo di disagio. Per il trattamento delle rugosità la potenza rimane settata a 8 W, mentre l’index varierà in relazione al fototipo e alla profondità della ruga. La riduzione dell’index incrementerà il tempo di esposizione e l’indice di penetrazione del dot. Per il trattamento delle rughe più profonde possono essere prescritti farmaci antidolorifici un’ora prima della procedura. Per il trattamento delle cicatrici da acne, il settaggio dell’index rimane a 8. Il settaggio della potenza

varierà in relazione alle caratteristiche della pelle e alla profondità delle cicatrici. La potenza andrà incrementata fino a raggiungere l’effetto desiderato sul tessuto; il paziente non sentirà dolore. Per il trattamento di cicatrici più profonde sarà necessario un antidolorifico orale. Il paziente avrà una sensazione di bruciore sulla cute per un periodo di tempo oscillante tra i 30 minuti e le 2 ore. Applichiamo un antibiotico ad ampio spettro in preparazione oleosa per due giorni, onde evitare che la “mortificazione del terreno” determinata dall’insulto termico possa favorire lo sviluppo di una flora batterica virulenta. I tempi di guarigione sono di 7 giorni per il viso, 10 giorni per collo, 2 settimane per il décolleté e 3 settimane per le mani. Le rughe superficiali spariscono dopo una seduta, mentre rugosità più profonde e cicatrici da acne necessitano dalle 2 alle 3 sedute distanziate da un periodo di un mese. Conclusioni

CO2 Microspot Fractional Resurfacing è una procedura efficace e sicura, la sua versatilità consente all’operatore di effettuare trattamenti minimamente invasivi garantendo risultati sovrapponibili a procedure ablative più agressive. ✘ BIBLIOGRAFIA 1) (Abbasi N, LaTowsky B, Arndt K, et al. Comparison of four ablative fractional devices in the treatment of photoaging. Presented at the American Society for Laser Medicine and Surgery Conference, April 2010, Phoenix, AZ.). 2) (Reid R: Physical and surgical principles governing carbon dioxide laser surgery on the skin, Dermatol Clin 9:297,1991 2007 Hantash et al.). 3) (Hantasch BM, Bedi VP, Kapadia B In vivo histologic evaluation of a novel ablative fractional resurfacing device Laser Surg Med 2007)

corso teorico pratico TECNICHE LASER PERCORSO BASE PROPEDEUTICO DOCENTI: Dr. Domenico D’Angelo Dr. Fabio Marini DATA DEL CORSO: 7-8-9-/9/12 DURATA: 1 stage di 20 ore ECM: 20 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C PMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it


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ualità, design, affidabilità, conQ sulenza, ecosostenibilità: l’unione di questi punti di forza non è

una semplice somma, bensì l’elevazione all’ennesima potenza dei singoli plus che dà quale risultato un Gruppo che fa della qualità totale nel settore medicale, podologico e del benessere la propria missione, nel presente e in proiezione futura. Il Gruppo Lemi, composto dalle società Lemi by Brusaferri, Pevonia Botanica e PI.CO. Wellness, seguendo un’evoluzione lunga ventitrè anni, progetta idee vincenti e inedite, interpretandone le tendenze con stile e design tutto italiano: l’impegno costante è quello della ricerca di soluzioni semplici ed efficaci, coniugando funzionalità e il massimo del comfort. Da Gennaio 2012 Lemi e’ distributore esclusivo per l’Italia di Mesoestetic. La genesi

“Ho fondato la Brusaferri & C. nel 1989” ricorda il Presidente di Lemi Group, Emilio Brusaferri, “insieme a mio cugino Silvio Genelli: nello scegliere il nome del marchio abbiamo scelto “Lemi”, ovvero l’acronimo di “Lettini elettrici manuali idraulici”. Questo la dice lunga sullo spirito eminentemente pratico dell’azienda, traslato nel Gruppo quasi per trasmissione genetica”. La qualità dei lettini Lemi ha origine dunque molto prima che uno dei membri dell’ufficio ricerche interne inizi il suo lavoro: affonda le proprie radici in una una visione secondo cui quel lettino non dovrà solo accogliere il paziente in modo confortevole ma dovrà rendere, nel caso della linea medicale, in termini di praticità e comfort durante la visita

Da ventitrè anni il Gruppo Lemi è al fianco di studi medici, ospedali e poliambulatori con lettini e poltrone di qualità e stile Made in Italy o la terapia. L’esempio classico (e storico) dell’attenzione nel creare e migliorare le attrezzature per il settore medico è rappresentato dal lettino LEMI 4, che oltre 15.000 medici, nel corso dell’evoluzione del modello, hanno scelto per ergonomia e stile. Si tratta, come molti hanno potuto sperimentare direttamente, di una poltrona lettino multi specialistica, ideale per visite diagnostiche, check up, dermatologia, medicina estetica, piccola chirurgia ambulatoriale, farmacia, odontoiatria, visite ginecologiche e prelievi. Il lettino è caratterizzato da quattro motori elettrici indipendenti a regolazione continua (altezza, schiena, gambe e trendelenburg), un movimento elettrico sincronizzato per regolare la schiena e le gambe e un movimento di azzeramento automatico per riportare il letto nella posizione base. LEMI 4 si distingue anche per la presenza di un materasso piatto realizzato senza cuciture, dei quattro piedini regolabili alla base e per la predisposizione ai più svariati accessori medicali. Peraltro sono già molti gli accessori abbinabili a questo lettino: il proteggi gambe in plastica, i reggi tallone, i braccioli da prelievo e i morsetti, il vassoio servitore, le ruote e molti altri accessori per adattarlo a usi più specifici. LEMI 4 è fornito di sky ignifugo che risponde ai requisiti UNI 9175 class 1M. Controllo e stile, tutti italiani

Una visita ai settemila metri quadrati della sede Lemi di Casalbuttano, in provincia di Cremona, aiuta a capire quanto sia presa sul serio la questione del controllo totale sulla filiera produttiva dei lettini e, più in L’azienda

Il Dr. Emilio Brusaferri, fondatore e presidente del Gruppo Lemi

generale, di tutte le linee di prodotto. Si parte dal progetto: Lemi vanta un ufficio ricerca e sviluppo formato da uno staff altamente qualificato nella ricerca di nuove soluzioni per la realizzazione di attrezzature. Dopo aver pensato al progetto dei suoi lettini, Lemi li costruisce anche in proprio, nella sede di Azzanello, grazie a un’officina meccanica completamente equipaggiata con macchine utensili, robot di saldatura, macchina per la piegatura dei tubi, in sintesi lo stato dell’arte per le costruzioni meccaniche. È qui che vengono singolarmente testati tutti i motori prima di essere montati sui lettini, per assicurarne il buon funzionamento. Anche le centraline elettroniche vengono controllate una a una, mediante un software ideato appositamente per valutare che i parametri rispettino i valori standard richiesti. Sempre in sede, i lettini vengono testati singolarmente prima di essere imballati mediante un test automatico di controllo che garantisce il corretto funzionamento di tutti i


La gamma Medeor Chemioterapia ed Emodialisi: Hemo 2, Hemo 3, Hemo 4, Hemo Syncro, Lemi Med, Ke Treat. Fisioterapia, Osteopatia e Riabilitazione: Sosul, Galliard e Sothermal. Chirurgia Estetica, Dermatologia e Trattamenti Laser: Lemi 2, Lemi 3, Lemi 4, Lemi Syncro Bizak. Diagnostica Generale e Medicina: Well, Lemi Med, DreaMed, DreaMed Zak. Ginecologia: Gyno, HydroGyno, Lemi Med, Gyno Plus. ORL: DreaMed, DreaMed Zak. Prelievi: He move. Lettino LEMI 4

Lettino Gyno Plus

comandi. E poiché l’aspetto esteriore di un lettino è basilare tanto quanto la sua meccanica, Lemi si occupa di tappezzeria per dare corpo a una personalizzazione estrema basata sul know-how, attraverso un dipartimento specializzato del Gruppo. È così che, su richiesta, si producono materassi con misure particolari e con un’ampia scelta nei colori dei modelli, lavorando anche con tessuti forniti dal paziente e sempre con un occhio di riguardo alla scelta delle gomme da utilizzare, indeformabili a densità variabile, secondo l’utilizzo e le peculiarità del materasso. Il controllo della filiera, in un certo senso, continua con il servizio post vendita affidabile ed estremamente rapido, in grado di fornire soluzioni e inviare ricambi entro pochi giorni dalla segnalazione del problema e, grazie all’elevata qualità, di confermare una garanzia quadriennale. Lemi E IL SETTORE MEDICALE

Lettino KeTreat

Lettino DreaMed

“Il Gruppo Lemi” sottolinea il Presidente parlando delle linee medicali “produce attrezzature per studi medici, dove è leader nella produzione di strumenti d’eccellenza con la linea Medeor, con lettini d’eccellenza quali il Sosul e il DreaMed”. Sosul, solido e affidabile, di facile accesso per il paziente e il medico, è un lettino multifunzionale per visite, fisioterapia, massaggi ideale per visita diagnostica, fisioterapia, riabilitazione, riflessologia, caratterizzato da un motore elettrico per il sollevamento dell’altezza e da quattro movimenti meccanici: testa, schiena, inclinazione seduta e gambe. La seduta (il materasso è in sky ignifugo) si regola con cinque inclinazioni diverse attraverso una molla a gas,

la quale consente al medico di trovare facilmente la posizione giusta, in sicurezza, anche col paziente sdraiato. I quattro piedini regolabili alla base e il numero elevato di accessori in dotazione completano il quadro di un lettino completo, che arriva a una portata massima di centocinquanta chilogrammi. DreaMed, con 4 motori elettrici indipendenti a regolazione continua (altezza, schiena, gambe e trendelenburg), è uno strumento universale per visite di otorinolaringoiatria, chirurgia dentale e implantologia, stomatologia, ortodonzia, oftalmologia, diagnostica e piccoli interventi ambulatoriali. Altezza minima di 52 centimetri, regolazione al millimetro di altezza e discesa, schienale e seduta e della gamba del lettino, resistenza al tempo con la sua struttura in metallo zincato e facilità di pulizia, con un materasso in sky ignifugo senza cuciture: a queste caratteristiche, il DreaMed aggiunge un movimento elettrico sincronizzato per schiena e gambe con il comando di azzeramento automatico sulla pedaliera, molteplici accessori (vassoio servitore, braccioli da prelievo, braccioli medicali, ad esempio), una portata massima di duecento chili e un’ampia scelta di rivestimenti, che ne fa anche un vero e proprio elemento d’arredo. CERTIFICAZIONI

Tutti i lettini Lemi sono costruiti a norme CE nel rispetto di tutte le direttive comunitarie. L’azienda è certificata UNI EN ISO 9001, edizione 2008, rilasciata dal TÜV ed è iscritta nel Registro Nazionale dei Produttori Italiani ed ha conseguito il marchio 100% MADE IN ITALY certificate. ✘


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di Giovanni Lizio Medico Estetico esperto in Flebologia - Modena

SISTEMA M22™ LASER MULTI SPOT™ Nd:YAG: TRATTAMENTI SU LESIONI VASCOLARI SUPERFICIALI E PROFONDE Lavorare con maggiore sicurezza in modalità non invasiva con ottima compliance da parte del paziente sia sul vascolare superficiale che su quello più profondo

trattamenti vascolari, rispetto ad Iconsentono altri trattamenti puramente estetici, di curare vere e proprie

patologie, oltre che migliorare il benessere dei pazienti. Da qui l’importanza di un’esatta diagnosi e una corretta conseguente personalizzazione del trattamento sul singolo paziente. Oggi esistono differenti tecniche e tecnologie per i trattamenti vascolari tra cui possiamo citare scleroterapia, chirurgia, nonché trattamenti basati sull’emissione di luce come laser endovena, ablazioni a radiofrequenza e tutte le tecniche non invasive quali KTP, PDL, IPL® (con diversi ed appropriati filtri cutoff) e laser Nd:YAG. La luce laser con sorgente Nd:YAG rappresenta la tecnologia ideale per i trattamenti non invasivi, specifici per lesioni vascolari superficiali e profonde. Trova la sua massima espressione nel trattamento delle vene degli arti inferiori, nonché di emangiomi e couperose del volto.

MECCANISMO D’AZIONE

Il laser Nd:YAG ha una lunghezza d’onda pari a 1064nm, la quale comporta massimo assorbimento da parte dell’emoglobina e bassissima affinità per la melanina. Si potranno così trattare tutti i fototipi senza particolari rischi di danni cutanei. Il target è un cromoforo dinamico (ossiemoglobina che scorre nei vasi) e quindi, al fine di ottenere l’effetto coagulativo desiderato, occorre colpirlo con un impulso (millisec.) sufficientemente lungo e con una fluen34

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za (J/cm2) sufficientemente elevata. La fototermolisi selettiva induce la coagulazione omogenea, selettiva delle pareti vascolari, preservando il tessuto limitrofo. Il danno termico foto-indotto a 70°C permette la chiusura del vaso. La cascata di reazioni biologiche inizia con la trasformazione dell’ossiemoglobina in emoglobina, che, attraverso la coagulazione-denaturazione, si trasforma in metaemoglobina. La conseguente denaturazione delle proteine della membrana vasale e la contrazione della parete produrranno un effetto irreversibile (chiusura del vaso). IL SISTEMA

Il sistema M22™ (Fig. 1), piattaforma multi-applicazione, dotato di manipolo IPL® e Nd:YAG, unisce alle ridotte dimensioni le funzionalità di un’apparecchiatura di semplice utilizzo ed elevatissima efficacia. Singolo dispositivo che consente il trattamento di oltre 30 patologie. Dotato di ben sei filtri in un unico manipolo per tutti i trattamenti IPL® e di un manipolo MultiSpot™ Nd:YAG con due cristalli a zaffiro (6 mm e 2 mmx4 mm) per il trattamento di un ampio spettro di lesioni vascolari, di diversa profondità e calibro; cristalli raffreddati Sapphire Cool assicurano un sensibile miglioramento del benessere del paziente (Fig. 2). M22™ grazie a parametri di trattamento preimpostati consente di iniziare le sedute in totale sicurezza ed efficacia. Fig. 1: Il sistema M22™

Fig. 2: Manipolo Multi-Spot™ Nd:YAG sistema M22™ Lumenis


Fig. 2: Posizione del cristallo tangenziale alla parete del vaso VANTAGGI

Dalla mia casistica clinica ritengo trattabile con il laser Nd:YAG M22™ tutto ciò che è visibile ad occhio nudo, comprese varici di grado severo. I risultati migliori si ottengono con le colorazioni verdi e viola di capillari o vene. L’Nd:YAG ci permette di lavorare in maggiore sicurezza rispetto alla terapia sclerosante, non è una tecnica invasiva come le iniezioni e trova una maggiore compliance da parte dei pazienti. Applicando uno strato di gel freddo molto sottile e ponendo il cristallo tangenzialmente al vaso riusciamo a raggiungere il nostro target, anche con una pressione importante sulla cute, senza rischi di svuotare il vaso (Fig. 2).

Fig. 3: eczema varicoso, prima e dopo 3 trattamenti a distanza di 5 settimane. Settaggi: fluenza di 100 J/cm2 singolo impulso della durata di 12 ms

METODOLOGIA DI TRATTAMENTO

L’energia del nostro impulso dovrà essere sufficientemente elevata da generare una temperatura di 70°C all’interno del vaso e dovrà essere lunga in durata, in modo da produrre la trasformazione dell’ossiemoglobina in metaemoglobina. Le lesioni che si possono trattare sono emangiomi del tronco e del volto, couperose, teleangectasie, venule e vene varicose degli arti inferiori fino a un diametro di 5 mm. Dalla mia esperienza, rispetto alla terapia sclerosante, ottengo vantaggi in termini di compliance, tempi di recupero, minor dolore. Si possono trattare zone come le caviglie e l’interno-coscia senza le difficoltà dovute alle complicanze delle iniezioni sclerosanti e senza pericoli di flebiti, necrosi cutanee, iperpigmentazioni emosideriniche.Nella pratica clinica tendo

ad associare spesso terapia sclerosante e Nd:YAG ma intensificando sempre più la componente laser. Per ottimizzare il lavoro è fondamentale andare a trattare principalmente le vene nutrici e rifinire solo in un secondo tempo la parte estetica (capillari). Organizzo le mie sedute mediamente da 4 a 6 trattando dalla prima volta i vasi più grandi e ritrattandoli eventualmente a 2-3 settimane. In genere su una vena del diametro di 1-2 mm, a media profondità, è sufficiente un solo trattamento. Solo dopo averne constatata la chiusura, procedo con il trattamento dei capillari correlati che comunque saranno già in numero minore. CASI CLINICI

Nel presente articolo vorrei riportare due casi clinici sul vascolare degli arti inferiori. Nel primo caso (Fig. 3), eczema varicoso del cavo popliteo, calibro dei vasi 1-2 mm, ho utilizzato lo zaffiro da 6 mm con una fluenza di 100 J/cm2 e singolo impulso della durata di 12 ms. In totale ho effettuato 3 trattamenti, a distanza di 5 settimane tra il primo e l’ultimo. Nel secondo caso, vena varicosa del cavo popliteo, ho utilizzato un dop-

Fig. 4: vena varicosa del cavo popliteo; prima e dopo una seduta a distanza di 3 settimane. Settaggi: colpo doppio, fluenza 120 J/cm2, profondità vaso “deep” punta zaffiro da 6 mm

pio impulso aumentando la fluenza a 120 J/cm2. Indicativo vedere come in questo caso, con una sola seduta, la zona mostra un miglioramento notevole già a 3 settimane (Fig. 4). CONCLUSIONI

L’alta tecnologia del sistema, associata ad un’elevatissima versatilità di trattamenti, fa della piattaforma Lumenis M22™ un binomio di efficienza e rapidità, unico in un sistema semplice, compatto e facilmente trasportabile. La sua semplicità permette un apprendimento immediato di tutte le sue funzionalità, consentendo di lavorare in estrema sicurezza, dal vascolare medio profondo alle teleangectasie più superficiali, con una metodica non invasiva, che assicura eccellenti risultati a lungo termine, associati ad un’ottima compliance da parte del paziente. ✘ PER INFORMAZIONI: Lumenis Italy Srl Tel: 06 90.75.230 - 06 90.75.249 lumenis-italy@lumenis.com www.lumenis.com

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di Salvatore Fundarò Specialista in Chirurgia Generale, Chirurgia Plastica. Docente CPMA - VALET, Direttore Sanitario del Poliambulatorio MultiMed - Bologna

umerosi medici che frequentano la nostra Scuola ci hanno chiesto di organizzare corsi in cui i partecipanti potessero direttamente mettere in pratica le nozioni imparate durante i corsi sui filler e sulla tossina botulinica. Spronati da tale necessità, ci è sembrato opportuno organizzare un corso pratico rivolto a quei medici che già sono esperti iniettori, ma che desiderano confrontarsi direttamente con le tecniche più avanzate di terapia estetica con iniettabili. Già da alcuni anni si è affermato quel concetto di approccio globale al ringiovanimento del volto che è sicuramente condiviso da molti come la strategia più corretta per assicurare alle pazienti un adeguato miglioramento estetico. Si percepisce comunque ancora la difficoltà da parte di molti di proporre con disinvoltura questo tipo di approccio; ciò può essere dovuto a vari aspetti. La difficoltà di integrare correttamente le varie metodiche a disposizione senza rischiare un overtreatment, l’incertezza nella scelta dei prodotti più adatti per ottenere il risultato voluto, la difficoltà di un’appropriata valutazione dell’aging del volto del paziente, i dubbi sul corretto timing da osservare sono solo alcuni degli elementi che possono rendere ostico un approccio globale all’invecchiamento del volto.

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L’approccio globale, infatti, non significa semplicemente eseguire più procedure in varie aree del volto, ma riuscire a programmare un piano terapeutico efficace a migliorare gli inestetismi essenziali di ciascun paziente, garantendo un risultato significativo eseguendo solo ciò che è necessario e finalizzato al miglioramento estetico. Per cercare di risolvere queste problematiche abbiamo pensato a un corso assolutamente nuovo e rivoluzionario nella sua concezione di base. Abbiamo superato il classico schema costituito dalla lezione teorica iniziale e successiva parte pratico-dimostrativa (che rimane assolutamente valido nei corsi standard) introducendo una

tipologia di corso assolutamente più dinamica, costituita da fasi teoriche, esercizi pratici su pazienti finalizzati a un’adeguata comprensione dell’anatomia dell’aging e a una verifica delle conoscenze anatomiche, da test atti a verificare la corretta programmazione del piano terapeutico formulato e infine dall’attuazione pratica dei trattamenti sulla paziente da parte del medico stesso. L’alternanza di prove pratiche ed esercizi dal vivo con fasi di lezioni teoriche faciliterà notevolmente l’apprendimento delle nozioni trasferite durante il corso e i medici partecipanti, eseguendo direttamente i trattamenti pianificati sotto la giuda del tutor, saranno in grado di mettere in pratica imme-

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SAVE THE DATE diatamente quanto appreso nella fase di analisi e pianificazione. Il confronto con i colleghi e il fatto di mettere in discussione la propria personale visione terapeutica consentirà una significativa crescita professionale. L’approfondimento dell’anatomia dell’aging renderà la valutazione del pazien-

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te molto più agevole e più facile la pianificazione dei trattamenti. Certo, l’impegno durante la giornata sarà notevole e ai partecipanti sarà richiesta una collaborazione anche prima del corso, in quanto sarà necessaria un’adeguata selezione della paziente che ciascun medico dovrà portare per eseguire

gli esercizi e i trattamenti. Questa fase propedeutica è comunque da considerarsi anch’essa parte integrante del corso e necessaria per ottenere il massimo dei risultati personali. Siamo però certi che tale impegno sarà ricompensato e alla fine della giornata i partecipanti saranno in grado di gestire al meglio un innovativo approccio global face. Ecco uno schema delle principali fasi del corso: 1) anatomia dell’invecchiamento del volto (teoria); 2) a nalisi dell’aging del volto ed esercizi pratici di valutazione dell’invecchiamento delle pazienti. (pratica I - II -III esercizio); 3) esercizi di pianificazione dei trattamenti (pratica IV esercizio); 4) strategie di trattamento con tossina botulinica, dermafiller e filler volumizzanti. Approccio global face (teoria); 5) pianificazione dei trattamenti da eseguire sulle pazienti (pratica V esercizio); 6) esecuzione dei trattamenti programmati da parte dei corsisti assistiti dal tutor. I trattamenti verranno filmati e discussi. Ciascun corsista riceverà il filmato del proprio trattamento (pratica); 7) discussione dei casi trattati (pratica); 8) test di valutazione finale. ✘

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ANGIOLOGIA E FLEBOLOGIA

di Alessandro Pieri Specialista in Angiologia - Firenze

Il problema della gamba gonfia: breviario clinicostrumentale per la diagnosi

La comparsa di una tumefazione a carico degli arti inferiori pone problemi diagnostici non sempre risolvibili con il solo ausilio della Clinica e necessita quasi sempre di una conferma strumentale. L’indagine Eco Color Doppler (ECD) è quasi sempre sufficiente a fornire le informazioni indispensabili per una sicura diagnosi i fronte ad una tumefazione D degli arti inferiori bisogna distinguere tra tumefazione bilatera-

le e monolaterale: la bilateralità è spesso indizio di cause “generali” importanti (come, ad es., scompenso cardiaco, nefropatia etc.) ma anche di cause più banali come l’uso di un farmaco calcioantagonista per la terapia dell’ipertensione arteriosa o l’uso di calzature inadatte. Si spazia cioè da patologie potenzialmente gravi a semplici problemi di postura, talora legati solo alle esigenze della moda. Una volta stabilito che la “gamba gonfia” è una sola c’è da capire se ci si deve preoccupare o no: appare subito chiaro che se la tumefazione riguarda tutto l’arto inferiore, dall’inguine alla caviglia, ci si può trovare davanti a situazioni gravi che vanno dalla trombosi delle vene iliache (del bacino) alla loro compressione da parte di masse addominali (l’ipotesi più felice in tal senso è rappresentata dalla gravidanza a termine), al blocco del ritorno linfatico (esiti chirurgici o radioterapici a carico delle catene linfonodali iliache). Oltre alla Clinica anche la modalità temporale di comparsa della tumefazione orienterà nel senso giusto ma si dovrà ricorrere almeno agli Ultrasuoni (Ecografia – ECD) per confermare o escludere il sospetto clinico.

Tumefazioni isolate di coscia, ginocchio e piede: se la tumefazione riguarda solo la coscia, senza coinvolgere la gamba, è molto probabile che il problema sia solo muscolare (strappo del quadricipite femorale o dei flessori con relativo ematoma). La tumefazione isolata del ginocchio è sempre di interesse ortopedico e costituisce spesso l’unico sintomo visibile di un versamento articolare. Se il gonfiore riguarda solo il dorso del piede e coinvolge le dita non ci sono dubbi sulla sua origine linfatica (linfedema). Tumefazioni di gamba: l’evenienza più comune riguarda però la tumefazione della sola gamba e qui sono necessarie informazioni circa le modalità e le circostanze della sua comparsa poiché le cause possono essere molteplici. Si deve prima di tutto distinguere tra una tumefazione cronica, abituale, ricorrente o una tumefazione acuta, cioè di comparsa brusca ed inattesa. Tumefazione “cronica”: questa è l’espressione prevalente dell’insufficienza linfo-venosa cronica (IVC) in tutte le sue manifestazioni: dalle varici “scompensate” alla sindrome post-trombotica, al linfedema e a tutte quelle alterazioni della deambulazione che impediscono

Fig. 1: Linfedema irreversibile. Da notare l’edema del dorso piede destro, con il solco profondo lasciato dalla calzatura e l’edema delle dita

il normale funzionamento della pompa muscolare del polpaccio che è il motore principale del ritorno venoso. La presenza di segni di sofferenza cutanea come eczema, macchie cutanee (discromia) e/o indurimento dei tessuti (lipodermatosclerosi) orientano con sicurezza verso la diagnosi di IVC. Queste sono le basi sulle quali si potrebbe sviluppare in seguito l’ulcera venosa e bisogna subito 41

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Fig. 2: immagine ECD di una TVP sottopoplitea (frecce bianche) a carico delle vene del soleo. Le vene interessate non sono codificate in colore come quelle sane (che appaiono più piccole e colorate in blu)

Fig. 3: immagine ECD di un ematoma muscolare (freccia) localizzato ai limiti della fascia muscolare. Le vene del muscolo gemello mediale sono libere (indicate dal colore rosso) e situate ai lati dell’arteria (in blu)

correre ai ripari. L’edema da deficit di pompa è “molle” e tende a regredire del tutto con il riposo, non presenta segni cutanei ed è spesso limitato alla sola caviglia ed al malleolo mediale. La tumefazione isolata del malleolo laterale non riconosce quasi mai cause venose ma solo ortopediche (esiti distorsivi) o posturali: la depressione della fossetta mediale sotto-malleolare è ancora presente ed il tendine di Achille è ancora ben palpabile. Il linfedema presenta invece un quadro ricorrente “a va e vieni” fino a divenire irreversibile (Fig.1). Tumefazione “acuta”: nel caso che la tumefazione di gamba avvenga invece in modo improvviso ed inatteso ci sarà da pensare ad una trombosi venosa profonda 42

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(TVP) già estesa al di sopra del ginocchio (TVP prossimale), con interessamento almeno della vena poplitea (la vena poplitea è situata nella faccia posteriore del ginocchio ed in essa confluiscono tutte le vene della gamba ad eccezione della vena grande safena). Voglio precisare a tale proposito che le trombosi venose che interessano le vene profonde della gamba al di sotto della piega del ginocchio non danno mai origine ad una tumefazione di gamba ma si manifestano solo con dolore alla deambulazione e sono del tutto asintomatiche nel paziente allettato. In un paziente deambulante sono del tutto indistinguibili da un dolore di origine muscolare (stiramento, rottura). Solo un accurata palpazione della gamba, con ginocchio flesso, può farci apprezzare la presenza di un modesto edema dei tessuti in sede mediale o laterale. La flessione dorsale forzata del piede risulta sempre dolorosa nelle due eventualità considerate. A questo punto si rende indispen-

sabile una indagine ECD che ci permette di distinguere con sicurezza tra le due possibilità diagnostiche: la trombosi interessa le vene, che sono situate nel contesto dei muscoli, ed è ben visibile il loro aumento di calibro insieme all’incompressibilità alla pressione esercitata tramite la sonda ecografica (Fig. 2) mentre l’ematoma da strappo muscolare è confinato ai margini della fascia (Fig. 3). La diagnosi di stiramento muscolare è una diagnosi di esclusione (non c’è TVP, non c’è strappo né ematoma muscolare) poiché non ci sono altri validi criteri diretti di diagnosi ecografica Lo stiramento e lo strappo muscolare della gamba si manifestano in maniera improvvisa, spesso durante movimenti banali che non si ritengono tali da provocarli. Il dolore muscolare comporta nei giorni seguenti la necessità di deambulare in modo tale da attenuare il sintomo dando origine ad un deficit di pompa muscolare che produce stasi venosa e conseguente tumefazione di gamba. In

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Obiettivo del corso Il corso ha la finalità di approfondire la conoscenza di questo segmento di mercato che “vale” quasi un terzo dell’intero fatturato farmaceutico. In un universo così composito, il corso si propone di far conoscere la reale efficacia dei vari integratori, che in alcuni casi è scientificamente documentata, mentre in altri è affidata più alla suggestione del marketing che a effettive qualità. Il corsista, al termine del corso, sarà in grado di prescrivere il giusto Integratore Nutrizionale in base alle effettive necessità del paziente. Il corso è riservato a medici che abbiano precedentemente frequentato lo stage propedeutico relativo all’insufficienza venosa o che attestino una conoscenza di base nell’ambito della Flebologia. DOCENTI: Dr. Casoni Paolo Dr. Cavezzi Attilio Dr. Frullini Alessandro Dr. Orsini Camillo Dr. Pieri Alessandro Dr. Ricci Stefano DATE DEL CORSO: 14-15-16/9/12 - 12-13-14/10/12 30/11-1/12/12 DURATA: 3 stages di 20 ore ECM: 50 1 + 16 2 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: C PMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it


ripresa di una deambulazione efficiente anche sul piano del ritorno venoso. L’indagine ECD si rivela non solo dirimente ma anche indispensabile per escludere la complicanza trombotica in uno stretto “follow-up”.

Fig. 4: immagine ECD di una trombosi flottante della vena femorale comune: un anello di colore blu circonda il trombo a dimostrazione della sua non aderenza alle pareti venose e del mantenimento del passaggio del sangue tra trombo e parete venosa

questo contesto non è infrequente la complicanza trombotica per cui non c’è da sorprendersi se oltre ad una efficiente elastocompressione sarà prescritto anche l’uso dell’eparina in profilassi. Il bendaggio compressivo ha lo scopo di ridurre il dolore e di permettere, per quanto possibile, la

Nascita ed evoluzione della TVP: le trombosi delle vene profonde della gamba costituiscono un’evenienza frequente, molto spesso sotto-stimata a causa della loro evoluzione verso la guarigione spontanea e senza esiti. Bisogna però sapere che in circa un quarto dei casi le TVP che originano in tale sede sono destinate ad estendersi fino ad interessare la vena poplitea ed a manifestarsi solo con la tumefazione di gamba: il dolore, loro sintomo precoce, si è già risolto per cui il medico resta perplesso sulla causa della tumefazione. In questi casi una banale TVP “sotto-poplitea” può divenire estremamente rischiosa per la sua

più temibile complicazione che è rappresentata dall’embolia polmonare. Il trombo si estende alla vena poplitea ed alla vena femorale, suo prolungamento alla coscia, senza dare altri segni clinici al di fuori della tumefazione di gamba. Il trombo diviene “flottante” nel lume delle vene maggiori, cioè non si ancora alle pareti, ed è così libero di frammentarsi e di “embolizzare” al polmone. Perché si manifesti clinicamente una tumefazione anche a carico della coscia la trombosi deve essere estesa almeno fino all’inguine e deve provocare una discreta ostruzione al ritorno venoso. Nel caso del trombo “flottante” il sangue riesce ancora a fluire tra trombo e pareti venose (Fig. 4) senza dare così segni di ostruzione specialmente nel paziente allettato. Tutto ciò rende l’indagine ECD sempre indispensabile nella diagnosi di una tumefazione di gamba. ✘

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MEDICINA ESTETICA

di Fernanda Distante Specialista in Dermatologia e Venereologia, Medical Advisor, LSO & PharmacoVigilance Manager, Galderma Italia S.p.A.

dice che “una bella cicatrice è SDi iuna cicatrice che si dimentica”. fatto, una ricerca di mercato ha

evidenziato che il 44% dei pazienti non è contento delle proprie cicatrici dopo chirurgia e che l’87% avrebbe voluto che le cicatrici fossero meno visibili. Per questo, la gestione della risposta cutanea in tutti i processi di riparazione richiede speciale attenzione, non solo dopo gli interventi chirurgici, ma anche dopo traumi tissutali minimi (come ad esempio

Kelo-cote®: una soluzione efficace nella prevenzione e nel trattamento delle cicatrici patologiche nelle procedure di medicina estetica di laser-terapia e dermoabrasione), tenuto conto che in una percentuale non trascurabile di casi la risposta riparativa può esitare in cicatrici patologiche. Le cicatrici patologiche (ipertrofiche, cheloidee, atrofiche) sono il risultato di una risposta abnorme del tessuto connettivo in risposta a traumi, processi infiammatori (ad esempio acne), interventi chirurgici e ustioni, ma possono svilupparsi anche spontaneamente (cheloidi) o in risposta a traumi di minore entità (Fig. 1, 2). Si calcola che ogni anno in tutto il mondo 100 milioni di persone sviluppino qualche tipo di cicatrice e che 55 milioni di queste diventino “problematiche”. Le conseguenze estetiche, particolarmente nel caso dei cheloidi, e la comparsa di sintomi associati quali prurito, dolore e parestesie, possono impattare in modo significativo sulla vita di relazione e sull’aspetto psicologico. In alcuni casi, soprattutto in conseguenza di ustioni e traumi, possono comportare alterazioni fisiche e funzionali.

una fase infiammatoria con rilascio di mediatori, richiamo di neutrofili e macrofagi, rilascio di fattori di crescita, una fase proliferativa e infine una fase di maturazione con attivazione dei fibroblasti a produrre collagene e successivo remodelling tissutale. Il risultato finale (cicatrice) è un tessuto di riparazione con caratteristiche diverse da quelle della cute normale circostante, al cui aspetto finale concorrono numerosi fattori, tra i quali l’anamnesi familiare e personale

Patogenesi e fattori di rischio

Fig. 1: cicatrici ipertrofiche

Qualsiasi trauma sulla cute invia dei “segnali” che attivano un insieme di processi biologici volti a riparare il danno. Tali processi, della durata complessiva di diversi mesi, includono una fase immediata di vasocostrizione e di omeostasi,

Fig. 2: cicatrici cheloidee

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positiva, fattori genetici e razziali e la sede corporea interessata. La patogenesi delle cicatrici patologiche non è del tutto chiarita, ma uno dei fattori principalmente implicato è l’eccessiva espressione dei fattori di crescita, in particolare del fattore di crescita dei fibroblasti, citochina chiave nel processo di cicatrizzazione. Secondo alcuni studi, la riepitelizzazione comporterebbe la formazione di uno strato corneo immaturo con alterata funzione di barriera (aumento TEWL) e disidratazione. Questa indurrebbe una stimolazione dei cheratinociti a produrre citochine attraverso un “signaling” epidermide-derma che attiva i fibroblasti dermici a produrre collagene in eccesso. Importanti appaiono essere anche meccanismi immunologici, quali i livelli serici di IgE e un’aumentata liberazione di istamina che stimolerebbe i fibroblasti a produrre collagene. TIPOLOGIE DI CICATRICI

Le cicatrici ipertrofiche: sono solitamente rosse e rilevate e confinate entro i limiti della lesioni iniziale. Si sviluppano nelle settimane dopo il trauma o l’ustione. Possono migliorare naturalmente nell’arco di un anno o più. I cheloidi: sono cicatrici che si estendono oltre i margini della ferita iniziale, spesso in modo irregolare. Possono comparire a qualsiasi età, ma più frequenti in soggetti giovani, nella razza nera e pelli più scure. Non migliorano nel tempo, possono svilupparsi anche dopo mesi dal trauma iniziale e talvolta peggiorano in gravidanza. A differenza di quelle ipertrofiche, recidivano dopo asportazione, ripresentandosi in forma anche più grave. Le cicatrici atrofiche: si presentano in forma di depressioni circolari rispetto alla superficie cutanea, di variabile dimensione. Sono la conseguenza di processi distruttivi del tessuto nei quali le nuove fibre connettivali pro-

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Fig. 4: Meccanismo d’azione dei gel siliconici nella prevenzione delle cicatrici patologiche. (immagine tratta da: Hanasono MM et al. “The effect of silicone gel on basis fibroblast Growth factor Levels in Fibroblast Cell Culture”. Arch Facial Plast Surg 2004; 6:88-93)

dotte nella fase di guarigione sono insufficienti. Comuni dopo processi infiammatori come l’acne o dopo la varicella o dopo eventi traumatici. Quale trattamento?

Per la complessità patogenetica, la non costante prevedibilità della risposta cutanea e le importanti implicazioni estetiche, la gestione del processo di cicatrizzazione è una responsabilità professionale rilevante. Le principali opzioni di trattamento sono illustrate in Tabella. I criteri di scelta sono basati sulla valutazione del tipo e dell’età della cicatrice. Fattore chiave di successo è intervenire nelle fasi iniziali del processo riparativo, quando la lesione cicatriziale è ancora allo stadio immaturo.

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Prodotti topici siliconici

Dall’introduzione agli inizi degli Anni 80, l’impiego topico di prodotti a base di silicone è stato ampiamente dimostrato efficace nella profilassi dello sviluppo di cicatrici ipertrofiche e di cheloidi. Secondo le raccomandazioni internazionali, è il trattamento di prima scelta nella gestione iniziale delle cicatrici. I topici siliconici, attualmente disponibili in lamine e in gel, agiscono attraverso un’azione occlusiva che favorisce il ripristino della funzione di barriera dello strato corneo (riduzione della TEWL e miglioramento dell’idratazione). Ciò interrompe la stimolazione dei cheratinociti a produrre le citochine attivatrici dei fibroblasti dermici (Fig. 4). Il trattamento andrebbe iniziato appena

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Opzioni terapeutiche

Caratteristiche

Topici siliconici

Prima scelta nella prevenzione delle cicatrici patologiche In lamine o in gel. Risultati comparabili ma migliore accettabilità del gel da parte del paziente.

Trattamenti compressivi (bendaggi ecc.)

Utilizzati soprattutto per cheloidi e cicatrici ipertrofiche conseguenti ad ustioni. Basata sull’induzione di una pressione prolungata, della durata di mesi. La pressione sembra diminuire la produzione di istamina e quindi di collagene. Altro possibile meccanismo è l’inibizione della neovascolarizzazione, con conseguente ipossia e degenerazione dei fibroblasti.

Corticosteroidi

L’uso topico è riportato migliorare la consistenza della cicatrice. Le iniezioni intralesionali sono uno dei trattamenti standard nel trattamento dei cheloidi. Dolorose. Efficacia con risposta variabile tra il 50 e il 100%. I corticosteroidi inibiscono l’alfa2-macroglobulina, che a sua volta inibisce la collagenasi. In questo modo le collagenasi possono agire degradando l’eccesso di collagene. Effetti collaterali: atrofia, ipopigmentazione, teleangectasie.

Iniezioni di 5-fluorouracile

Iniezioni ripetute, talvolta in associazione ai corticosteroidi. Dolorose.

Iniezioni di bleomicina

Trattamento efficace in cheloidi e cicatrici ipertrofiche. Inibizione della sintesi di collagene. Meccanismo non chiaro

Crioterapia

L’uso dell’azoto liquido nei cheloidi, ripetuto ogni 20-30 giorni comporta un danno vascolare e cellulare. La conseguente ipossia indurrebbe un danno dei fibroblasti. Gli studi riportano una risposta positiva sia in monoterapia che in combinazione ad altre terapie, in particolare in associazione alle iniezioni steroidee.

Laserterapia

Costoso, efficace, può causare iperpigmentazione.

Radioterapia

Alto tasso di recidive nel trattamento dei cheloidi.

Chirurgia

Alto tasso di recidive in caso di cheloidi.

Tabella: principali opzioni terapeutiche nella prevenzione e nel trattamento delle cicatrici patologiche

l’incisione è chiusa e proseguito per almeno due-tre mesi mantenendo un contatto di 24 ore su 24, laddove possibile. I risultati di studi clinici comparativi tra lamine e gel di silicone evidenziano che il gel ha un’efficacia comparabile alle lamine. Tuttavia alcune zone del corpo non sono appropriate per l’applicazione delle lamine: ad esempio

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il loro utilizzo risulta di scarsa praticità a livello delle articolazioni e del viso, per la difficoltà di ottenere un adeguato contatto con la superficie cutanea. Inoltre le lamine necessitano di sistemi di fissaggio e molti pazienti trovano antiestetica e non pratica la loro applicazione in zone del corpo non coperte da vestiti. Sotto questo aspetto, i gel, in grado di aderire alla superficie

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cutanea, risultano più semplici da utilizzare, influenzando positivamente la compliance del paziente e quindi i risultati terapeutici. Kelo-cote®: un gel siliconico di efficacia comprovata

Kelo-cote® è un prodotto topico brevettato costituito da un gel a base di siliconi per il trattamento delle cicatrici patologiche di vecchia e nuova formazione e per la prevenzione di cicatrici ipertrofiche e cheloidi. Applicato in strato ultrasottile, Kelo-cote® si asciuga rapidamente (4-5 min), formando una pellicola gas permeabile, flessibile e impermeabile all’acqua. Aderisce allo strato corneo formando una barriera protettiva che promuove l’idratazione e la protezione da agenti chimici, fisici e microbici. Ciò crea un microambiente favorevole, in grado di modulare i fattori di crescita con conseguente inibizione della proliferazione dei fibroblasti. Dopo trattamento della durata minima di 2-3 mesi, la sintesi di collagene tende a normalizzarsi e la

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cicatrice presenta un miglioramento di sintomi quali prurito e dolore e, in particolare, una riduzione dell’arrossamento, dell’ipertrofia e una maggiore morbidezza ed elasticità. Kelo-cote® è stato utilizzato con successo per la cura delle cicatrici dovute a traumi, ustioni e chirurgia. L’efficacia clinica di Kelocote®, così come il suo apprezzabile risultato estetico sulle cicatrici, sono stati ampiamente dimostrati e documentati da studi clinici. Oltre che in gel, il prodotto è disponibile anche nelle formulazioni spray e con filtri solari (SPF 30), ulteriori soluzioni a vantaggio rispettivamente della maneggevolezza di impiego e per un’azione preventiva più completa e mirata in caso di esposizione solare. Kelo-cote® è prodotto da Sinclair Pharma e distribuito da Galderma Italia. ✘ BIBLIOGRAFIA disponibile su richiesta

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ERRATA CORRIGE Grasso è bello (e soprattutto utile) di Maurizio Cavallini Dottor Cavallini, lei durante l’ultimo Congresso SIES ha presieduto una sessione intitolata “Il grasso, questo conosciuto”: sappiamo ormai tutto, del grasso? “Il grasso, tanto detestato per le imperfezioni che fornisce nei suoi accumuli, in realtà è un tessuto con caratteristiche biologiche sorprendenti. Infatti, come è emerso dalla letteratura recente e dalle relazioni presentate al Congresso, la cellula adiposa è altamente rigenerativa, capace di effetti benefici molteplici: nel campo estetico, tanto per citarne alcuni fra i molti, è particolarmente utile da iniettare nelle cicatrici, dove non solo riempie infossature e depressioni, ma è altresì in grado di migliorare la qualità delle cicatrici stesse e renderle più morbide. Inoltre è un tessuto utilissimo per ridisegnare i volumi facciali laddove i processi di invecchiamento creano infossature e scavature del viso. Inoltre è molto utile da iniettare per depressioni del seno o, come recentemente proposto nel corso dei lavori congressuali, per rimodellare i glutei. D’altra parte, durante la sessione da me presieduta sono emerse molteplici novità nelle possibilità di eliminazione del grasso, che spaziano dalle metodiche meno invasive (mesoterapia, intralipoterapia, carbossiterapia, ecc.) a quelle chirurgiche, dotate ormai di affinamenti tecnici che migliorano le performance di risultato, come nel caso ad esempio della RFAL (liposuzione radiofrequenza assistita) che, oltre a rimuovere il grasso e modellare la linea, è in grado di dare anche tonificazione e stiramento alla pelle grazie all’emissione mirata di energia termica data dalla radiofrequenza. Il grasso quindi non è esattamente “questo conosciuto”, perché lascia aperti grandi orizzonti di prospettiva nel suo utilizzo in Medicina e Chirurgia Estetica”. Che cosa è lecito aspettarsi dal 16° Congresso SIES, in programma l’anno prossimo? “L’incontro annuale del SIES riserva sempre grandi spunti di aggiornamento e riflessione, non solo per l’autorevolezza degli esperti nazionali ed esteri che intervengono, ma anche per la ricerca sempre più studiata di argomenti di grande interesse scientifico e innovazione di ricerca. Credo che le aspettative per l’anno prossimo siano alte in relazione anche all’impegno che SIES produce in merito alle iniziative di collaborazione e intesa con le altre società scientifiche, nonché sotto il punto di vista medico-legale che nella nostra attività riveste un ruolo sempre crescente. Personalmente sarà mia intenzione proporre di avere a disposizione sempre più live sessions, in cui il collega partecipante possa vedere in diretta e intervenire con domande e quesiti pratici, e poter quindi accrescere le proprie conoscenze in modo più diretto e interattivo con i docenti. In particolare mi piacerebbe che il prossimo anno ci fosse un’area dedicata alle relazioni e alle esperienze dei giovani colleghi (under 30 ), che così potrebbero portare le loro esperienze e confrontarsi senza timore con colleghi più esperti che li aiutino a capire meglio e a crescere professioL’AMBULATORIO nalmente. 48 MEDICOMi candido sin d’ora come coordinatore di questa sessione…”.


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MEDICINA ANTALGICA

di Franco Paolini Medico Chirurgo Docente CPMA - VALET - Bologna

I disturbi dolorosi funzionali di origine vertebrale

ià In precedenti articoli, a propoG sito della terapia manuale vertebrale e articolare, ho avuto modo

di illustrare le potenzialità nel trattamento dei disturbi funzionali dolorosi di origine vertebrale (1), le definizioni di D.I.M. (Disturbo Intervertebrale Minore) e di Sindrome Pseudoradicolare (2); di come sia possibile rilevare la presenza di disturbi funzionali del rachide anche attraverso la riflessologia auricolare (3); le possibilità integrative con la Mesoterapia e l’Agopuntura per il trattamento dei blocchi articolari acuti (4); le controindicazioni. In presenza di un dolore di origine vertebrale è d’obbligo verificare se sia o meno presente una condizione patologica di base che vada a interessare le vertebre nelle sue strutture articolari ossee, tendinee-legamentose, muscolari, nervose, vascolari. Queste patologie possono consistere in degenerazioni articolari da artrosi, artrite, osteoporosi, processi infiammatori e tumorali, malformazioni congenite o acquisite, traumatismi, protrusioni o ernie discali, tutte condizioni obiettivabili clinicamente, eventualmente confermabili con l’ausilio di indagini strumentali, ovvero poterle escludere per farci tendere a identificare quei dolori come di eventuale natura funzionale (F. Paolini “La Sindrome Pseudoradicolare”, L’Ambulatorio Medico n° 10, Bologna Settembre 2003, scaricabile previa registrazione dal sito www.francopaolini.it). PRONTO INTERVENTO

In questo articolo prospetto nuovamente la possibilità di intervenire adeguatamente e immediatamente su quei dolori che non sono di na50

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Fig. 1: le radici nervose sensitive

tura organica e che dal meticoloso esame obiettivo sul rachide ci indirizzano verso un disturbo di origine funzionale. A ciascun medico è nota dagli studi della neurologia la rappresentazione dermatomerica dei territori di innervazione attraverso cui desumere quali possano essere le radici nervose interessate da un eventuale processo patologico, primitivo o secondario (Fig. 1). Poco noto è che a queste rappresentazioni dermatomeriche della sensibilità cutanea possono sovrapporsi dei dolori che non abbiano una causa organica con diretto interessamento della radice del nervo, ma un’origine vertebrale articolare su base funzionale (pseudoradicolare); cambia l’aspetto diagnostico della causa del dolore e di conseguenza la terapia. Per intenderci, pseudoradicolare è quel dolore che è possibile provocare iniettando soluzione salina all11% a livello delle articolazioni interapo-

fisarie lombari L4-L5 o L5-S1, con successiva comparsa di forte dolore lombare cui fa seguito un’irradiazione sacro-iliaca che giunge alla natica e al gran trocantere, molto simile al dolore radicolare ma senza alcun interessamento della radice nervosa (6). Un classico esempio di irradiazione di un disturbo di origine funzionale, o pseudoradicolare che dir si voglia, è rappresentato dall’evocabilità di un dolore al pinzettamento del sopracciglio o della cute dell’angolo della mandibola (molto frequentemente monolaterali) che originano omolateralmente da un DIM a livello C0-C1. Una mobilizzazione C0-C1 può far regredire all’istante e per molto tempo questa aumentata sensibilità cutanea; la terapia farmacologica no. Forte dell’esperienza maturata nell’arco di quasi un quarto di secolo nella terapia manuale vertebrale e articolare, posso affermare che quando la causa del dolore ha un’origine ver-


Fig. 2: esame del rachide

tebrale su base funzionale e tende a manifestarsi con blocchi articolari acuti, le terapie farmacologiche, antidolorifica e miorilassante, il più delle volte non sortiscono gli attesi immediati benefici. Ciò avviene in quanto la limitata spina irritativa intervertebrale che innesca il disturbo funzionale risente poco di quella quantità di farmaco, che diventa piccola perché va a distribuirsi sui circa 11 litri di liquido corporeo; al contrario, limitare la somministrazione intradermica (Mesoterapia) di questi farmaci nella zona emersa quale origine del problema fa in modo che una grande quantità di farmaco giunga per diffusione sulle faccette articolari delle articolazioni

intervertebrali interessate. Ancor più immediata è la soluzione del problema se si ha la possibilità di intervenire direttamente sull’articolazione intervertebrale interessata; i sintomi, nella sindrome pseudoradicolare pura, regrediscono all’istante con una mobilizzazione vertebrale. Ciò significa che molti sintomi dolorosi che potrebbero nascere da disturbi funzionali intervertebrali, ed è statisticamente alta la probabilità che lo siano, in assenza di controindicazioni trovano la mobilizzazione vertebrale come terapia più adeguata. Chi si abitua a un minuzioso esame obiettivo del rachide (Fig. 2) alla ricerca dei D.I.M. capisce presto che la soluzione al problema è rappresentata dall’intervento adeguato sui D.I.M. rilevati e la terapia manuale vertebrale è una delle soluzioni più valide (Fig. 3). Nel rachide abbiamo quattro cerniere che sono tratti di passaggio da una zona del rachide a un’altra: la cerniera occipito-atlantoidea, dal cui disturbo funzionale possono originare dolore occipitale e la citata ipersensibilità del sopracciglio; la cerniera cervico-dorsale, da cui può originare un dolore scapolare o brachiale; la cerniera dorsolombare, da cui può originare un dolore inguinale-pubico, trocanterico o lombare a livello della cresta iliaca; infine la cerniera lombo-sacrale, da

corso teorico pratico TERAPIA MANUALE VERTEBRALE E ARTICOLARE Obiettivo del corso Dall’inquadramento posturale generale statico e dinamico all’esame distrettuale e segmentario del rachide cervicale, dorsale e lombo-sacrale per la ricerca del Disturbo Intervertebrale Minore (DIM). I disturbi funzionali della colonna vertebrale, e tutto il corteo sintomatologico riflesso, trovano immediata risoluzione con un trattamento mobilizzativo selettivo che viene insegnato con due possibilità di intervento per ciascun tratto vertebrale e in maniera indolore. Insegnamento di alcune mobilizzazioni articolari periferiche. DOCENTE: DATE DEL CORSO: DURATA: ECM:

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Fig. 3: Manipolazione della cerniera cervico-dorsale

cui può originare un dolore lombare centrale con irradiazione all’arto inferiore. Saper manipolare anche solo queste 4 cerniere permette al medico di intervenire risolutivamente con una manipolazione vertebrale in almeno l’80% dei sintomi dolorosi di origine funzionale che quotidianamente vengono riferiti dai pazienti negli studi dei medici di famiglia. ✘ BIBLIOGRAFIA (1) F.Paolini “La Terapia Manuale Vertebrale e Articolare” - L’Ambulatorio Medico n° 7, scaricabile previa registrazione al sito www.francopaolini.it in “medicina-documenti-medicina manuale”. (2) F. Paolini “La Sindrome Paseudoradicolare” - L’Ambulatorio Medico n° 10, scaricabile previa registrazione al sito www.francopaolini.it in “medicina-documenti-medicina manuale”. (3) F. Paolini “Rilevabilità dei D.I.M. nelle aree somatotopiche rappresentative del rachide nel padiglione auricolare” - L’Ambulatorio Medico n° 25, scaricabile previa registrazione al sito www. francopaolini.it in “medicina-documenti-medicina manuale o sul sito www.valet.it. (4) F.Paolini “Approccio Pluridisciplinare ai blocchi articolari acuti: torcicollo, colpo di strega, blocco di spalla” - Domus Medica 1991, scaricabile previa registrazione al sito www.francopaolini.it in “medicina-documenti-medicina manuale”. (5) F.Paolini “Manipolazioni Vertebrali- Controindicazioni cliniche” - L’Ambulatorio Medico n° 34, pag.45 (consultabile sul sito www.valet.it). (6) R. Maigne “Medicina Manuale – diagnosi e trattamento delle patologie di origine vertebrale - UTET 1996 pagg. 74-75.

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Dimagrire molto spesso non è solo un desiderio: è un obbligo... Un progetto dietetico efficace dovrebbe poter superare i problemi fisici e psicologici tipici delle diete e avvicinarsi il più possibile a quell’idea di benessere ed equilibrio psicofisico aumentando le possibilità di successo ono in molti a ritenere che la Sutilizzare dietologia moderna dovrebbe le attuali conoscenze

scientifiche in maniera più articolata di quanto non sia stato fatto sinora per consentire di dimagrire e mantenere i risultati raggiunti in modo semplice e stabile. L’inefficacia di alcuni programmi dietetici è in parte legata ai complessi meccanismi biologici che l’organismo umano ha creato nel corso della sua evoluzione per difendersi dai periodi di mancanza di cibo e che ostacolano il dimagrimento, rendendo sempre più difficile perdere peso ed estremamente facile recuperare quello perduto [1].

Questo fenomeno, noto come “effetto rebound”, ha le sue basi biologiche a livello ipotalamico, dove affluiscono le afferenze nervose e ormonali provenienti dalla periferia che danno informazioni sullo stato energetico dell’organismo (livelli circolanti di glucosio e di acidi grassi, insulina, leptina, grelina, adiponectina, PPRγ, colecistokinine, peptide YY) [2, 3, 4]; tali afferenze vengono successivamente elaborate e quindi integrate per tradursi poi in comportamenti di ricerca di cibo o di non assunzione di cibo, consentendo l’adattamento degli apporti a quello delle necessità [5]. I processi sottocorticali, a loro volta, possono essere influenzati da afferenze serotoninergiche/catecolaminergiche [6] e perturbati da fattori di ordine sociale o psicologico che, agendo attraverso le funzioni corticali superiori volontarie, contribuiscono a rendere il meccanismo ancora più complesso. Scegliere al meglio

Qualunque sia quindi il motivo per il quale si cerchi di dimagrire (migliorare il proprio aspetto fisico e/o il proprio stato di salute), l’ipotalamo è in grado di attivare tutta una serie

di stimoli nervosi e ormonali allo scopo di modificare le sensazioni e i comportamenti della persona (fame, astenia, spinta alla ricerca del cibo, aggressività, senso di frustrazione) per consentirle di tornare al peso iniziale e spesso anche di aumentarlo. Ciò significa che ogni qualvolta si perde peso attraverso una restrizione calorica ci si espone al rischio che entrino in gioco i suddetti meccanismi i quali, molto difficili da controllare perché legati alla nostra parte istintuale, ci spingono a riguadagnare il peso perduto. Ciò ci fa comprendere quanto sia complesso il comportamento alimentare del paziente e che per dimagrire non ci si possa affidare a un qualsiasi programma dietetico. È ragionevole ritenere che se da un lato il paziente ha bisogno di essere guidato nella comprensione dei problemi legati al suo rapporto col cibo e stimolato a intraprendere un’attività fisica per aumentare il suo dispendio calorico, dall’altro dovrebbe essere indirizzato verso un protocollo dietetico in grado di determinare una significativa perdita di peso che lo incentivi a proseguire nel suo percorso, eliminare il senso di fame e di stanchezza che la restrizione calorica comporta, riequilibrare le

Fig. 1: il complesso meccanismo di regolazione ipotalamica dell’appetito 53

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Tabella 1

alterazioni endocrino-umorali legate all’insulino-resistenza [2, 3, 4, 7], facilitare la gestione quotidiana della dieta, consentire un’opportuna protezione della massa magra che gli permetta di mantenere alto il metabolismo basale al termine del programma dietetico. Le diete VLCD

Procedendo in questa direzione, in più di 30 anni d’esperienza, le diete normoproteiche, fortemente ipoglucidiche e ipolipidiche (VLCD), hanno messo in evidenza

i loro punti di forza nel contrastare i problemi di obesità, sovrappeso o di adiposità localizzata. L’efficacia delle VLCD non si riassume solo nella semplice restrizione calorica ma, come ampiamente dimostrato [8, 9, 10], la loro azione si esplica anche su molteplici parametri bioumorali implicati nella regolazione energetica, alcuni dei quali dovuti al meccanismo delle VLCD e altri all’idonea integrazione in proteine preassimilabili a elevato valore biologico. I risultati positivi in medicina estetica sono legati a due fattori: • l’inibizione del Proliferatore del Perossisoma (PPRγ) intradipocitario da parte del GH (che aumenta in corso di VLCD), cui segue una maggiore liberazione di trigliceridi [10]; • la preservazione della massa magra, del tono muscolare e dell’elasticità tissutale. I risultati efficaci nel trattamen-

to dell’obesità e del sovrappeso sono invece da mettere in relazione all’effetto reset sui meccanismi neuro-umorali di controllo dell’appetito e dell’insulino sensibilità (Fig. 1), alla preservazione della massa magra (quindi del metabolismo basale) e all’altrettanto importante fase di transizione, con graduale reintroduzione di alimenti a basso indice glicemico. Le chiavi di successo del metodo possono quindi essere comprese in un quartetto vincente: • Il primo punto di forza è rappresentato dall’effetto anoressigeno centrale, dovuto all’azione dei metaboliti intermedi del catabolismo dei trigliceridi, che consente di sostenere nel tempo una dieta fortemente ipocalorica in assenza di fame e di stanchezza. • Il secondo punto di forza è il ripristino dell’insulino sensibilità attraverso un’azione diretta sull’insulina e una indiretta sulle azioni

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Tabella 2

Tabella 3

giungere quelli ottenibili nel medio e nel lungo periodo con l’applicazione di un opportuno programma di reintegro degli alimenti (fase di transizione) e l’adozione dei principi della Ritmonutrizione® attraverso la quale è possibile ottimizzare la perdita di peso in corso di dieta e migliorarne la stabilizzazione, intervenire efficacemente nei disturbi metabolici, nell’anti aging, nella modulazione delle alterazioni dell’umore e del comportamento alimentare, nella performance sportiva e intellettuale [6]. ✘

coordinate di: leptina e adiponectina (Tabella 1). • Il terzo punto di forza è costituito dal controllo dei fattori di rischio, antropometrici e di laboratorio, legati all’obesità, come evidenziabile nelle (Tabelle 1 e 2). BIBLIOGRAFIA • Il quarto punto di forza è determi- (1) Marx J. Cellular warriors at the battle of the nato dall’insieme degli effetti legati bulge. Science 2003 Feb 7;299(5608):846-9. Shintani M et al. Grelin, an endogenous all’integrazione di proteine preas- (2) growth hormone secretagogue, is a novel orexisimilabili a elevato valore biologi- genic peptide that antagonizes leptin action thug co, in grado di garantire molteplici the activation of hypotalamic, neuroptide Y/Y1 effetti positivi come elencato nella receptor pathway. Diabetes 2001;50(2):227-32. (3) Nearry NM et al. Appetite regulation: from (Tabella 3).tracc Agli evidenti risultati ES. ADV SDM 19,5x13 21-06-2011 13:04 Pagina 1 the gut to the hypothalamus. SRCI in Endocrinol immediati raggiungibili mediante (Oxf) 2004;60(2):153-60. C M Y CM MY le diete VLCD è importante ag- (4) Le Roux CW et al. Attenuated peptide YY

release in obese subjects is associated with reduced satiety. Endocrinology 2006;147(1):3-8. (5) Mercer JG et al. Hypotalamic neuropeptide mechanism for regulating energy balance: from rodent models to human obesity. Neurosci Biobehav Rev. 2001;25(2):101-16. (6) Terracol G, Maugeri R. La Ritmonutrizione. Società Dietetica Medica 2009. (7) Hellström PM et al. Peripheral and central signals in the control of eating in normal, obese and binge-eating human subjects. Br J Nutr 2004;92 Suppl 1:S47-57. (8) Lara-Castro et al. Effects of short-term VLCD on intramyocellular lipid and insulin sensivity in nondiabetic and type 2 dieabetic subjects. Metabolism 2008; 22(7):661-6. (9) Anderlová K et al. The influence of VLCD on serum leptin, soluble leptin receptor, adiponectin and resistin levels in obese women. Physiol Res 2006;55(3):277-83. (10)Loftus TM, Lane MD. Modulating the transcriptional CY CMY K control of adipogenesis. Curr Opin. Gent Dev 1997.

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Se l’Allievo non puo’andare a Scuola, la Scuola va dall’Allievo

olendo banalizzare il concetto, potremmo portare un esempio che chiama in causa le modalità d’acquisto. In principio, chi voleva comprare qualcosa doveva necessariamente recarsi in un negozio; poi venne il cosiddetto “acquisto per corrispondenza”, che dalle nostre parti coincise soprattutto con il Postal Market: me ne stavo comodamente a casa, un’azienda mi inviava un catalogo e io potevo scegliere che cosa acquistare, naturalmente nell’ambito di quello che era stato selezionato. E veniamo all’oggi: ciascuno di noi può trovare e acquistare qualunque cosa, in ogni parte del mondo, senza rinunciare alle comodità del proprio salotto. Ovvio, quando si parla di Medicina il discorso si fa molto più serio, ma le linee guida restano le stesse. Per apprendere, si frequenta una Scuola, però la tecnologia offre una straordinaria possibilità in più: se l’Allievo non può (per ragioni di tempo o di distanza fisica) andare a Scuola, adesso è possibile che sia la Scuola ad andare dall’Allievo. Senza muovere le aule e i docenti, sia chiaro, ma semplicemente grazie a un “clic”, quello del mouse del vostro computer sul sito www.valet.it. Basta appunto un clic per spalancare davanti a voi – senza limitazioni d’orario – le porte delle aule della Scuola di Medicina e Chirurgia Estetica di Bologna, che da oltre trent’anni forma e tiene aggiornati medici e chirurghi di tutta Italia. La chiamano FAD (acronimo di Formazione a distanza), è la nuova frontiera del Sapere. E il CPMA, precursore nel campo della formazione e dell’aggiornamento medico, non poteva certo non mettersi al passo con i tempi. Così, dopo aver compiuto tutti i passi (anche burocratici) necessari, oggi siamo in grado di annunciare per l’autunno 2012 questa straordinaria novità: la piattaforma – semplice, snella, facilmente fruibile anche dagli internauti meno smaliziati ma comunque completa – è pronta a distribuire online il Sapere dei nostri Docenti. Questo ovviamente non significa che l’attività didattica “classica”, ovvero nelle nostre aule, subirà variazioni: le due strade correranno parallele, fornendo formazione e aggiornamento di grande

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qualità e relativi crediti ECM (previsti, con la giusta parametrazione temporale, anche per i corsi online). L’offerta online può essere considerata a tutti gli effetti “integrativa” e non “alternativa” a quella tradizionale in aula. I corsi fruibili direttamente dal vostro computer verranno programmati per offrire la miglior informazione possibile abolendo quei “tempi morti” che sui banchi vengono presi come un’utile pausa, mentre davanti al video diventano francamente insopportabili. Al tirar delle somme, il CPMA si candida a diventare la prima Scuola di Medicina e Chirurgia Estetica in grado di offrire ai propri discenti un catalogo – tutto rigorosamente accreditato ECM – completo nei contenuti e nelle modalità di ffruizione. Come dire: a ciascuno il suo! Affinare le vostre conoscenze medicochirurgiche non è mai stato facile come oggi… ✘

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I segreti della bellezza del viso svelati a Marrakech

IL COMITATO SCIENTIFICO DEL MWAC 2012 Fahd BENSLIMANE Chirurgo Plastico, Casablanca (Marocco) Wayne CAREY Dermatologo, Montreal (Canada) Fabio INGALLINA Chirurgo Plastico, Catania (Italia) Antoine PARASKEVAS Chirurgo Plastico, Parigi (Francia)

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I medici e i chirurghi italiani che intendono partecipare a questa straordinaria kermesse possono contattare: VALET SRL Via dei Fornaciai, 29/B – 40129 Bologna tel. L’AMBULATORIO 58 MEDICO 051.63.88.334 – www.valet.it

Situato all’interno della mistica Marrakech, tra lo splendore e il lusso del Palmeraie Golf Palace: questa la location della Conferenza Mondiale Inaugurale sulle Procedure Mini Invasive in Chirurgia e Medicina Estetica, in programma venerdì 9 e sabato 10 novembre prossimi. Questo incontro d’elite, dedicato ai Chirurghi e ai Medici Estetici, offre un programma davvero interessante, curato nei minimi dettagli da specialisti di fama internazionale in entrambi i campi. Il Board Scientifico del Congresso, infatti, ha organizzato un corso intensivo, unico nel suo genere, dedicato al Rimodellamento Volumetrico del Viso, che analizza nel dettaglio sia i trattamenti medici mediante fillers sia i trattamenti chirurgici mediante Micro-fat Grafting. Il nostro congresso propone un format unico e innovativo, in cui ogni sessione è costituita da un Corso Pratico d’Insegnamento, “Practical Teaching Course”, con l’obiettivo di esplorare in dettaglio una determinata regione del viso, partendo dall’Anatomia, passando per la valutazione artistica, sino alle più moderne tecniche di trattamento; il 3 A Course: Anatomic Dissection – Artistic Analysis – Advanced Injection Techniques. I nuovi concetti artistici sulla bellezza del viso, le video dissezioni anatomiche in 3D e i trattamenti in live eseguiti da specialisti di fama internazionale, con filmati che mostreranno in stereo l’anatomia dettagliata della regione in corso di trattamento: saranno questi i punti salienti del programma MWAC 2012 che lo rendono unico nel suo genere. Un’ulteriore peculiarità di questo convegno risiede nell’approccio multidisciplinare al rimodellamento volumetrico del volto; le più moderne tecniche di microfat grafting e le più recenti evidenze scientifiche sul trasferimento di grasso e sulle cellule staminali verranno analizzate in dettaglio. Eminenti membri del consiglio di amministrazione della Società Internazionale di Chirurgia Plastica Rigenerativa (ISPRES) hanno già confermato la loro presenza. Una sessione speciale verrà poi dedicata al riequilibrio del volto mediante tossina botulinica e alla sinergia d’azione tossina botulinica-fillers. Questa, riassumendo, sarà davvero un’occasione unica per i partecipanti di avere accesso a tutti gli aspetti del rimodellamento volumetrico del volto e del re-balance mediante tossina botulinica. Il programma sociale, insieme con la leggendaria ospitalità marocchina e la cena di gala “Le mille e una notte”, renderanno questo evento memorabile sotto tutti gli aspetti. Per ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito ufficiale http://www.mwac2012.com. Fahd BENSLIMANE President MWAC


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di Alessandro Dalla Vedova e Michela Zazzaron Corsisti CPMA - Bologna

ssendo sempre stati interessati alla medicina estetica, dopo la laurea abbiamo scelto il CPMA di Bologna per intraprendere un percorso di formazione completo su consiglio di alcuni colleghi che qui avevano seguito alcuni corsi. Le caratteristiche che ci hanno spinto a frequentare il polo di Bologna sono state l’ampia offerta formativa e l’articolazione dei corsi durante i week-end, cosa che permetteva di svolgere la normale attività ambulatoriale durante la settimana. Sin dai primi incontri abbiamo apprezzato la struttura dei corsi, con una parte teorica e un’altra pratica egualmente importanti, che permettevano di tradurre in azione nell’immediato quanto appreso al corso. La disponibilità dei docenti, poi, ci ha permesso di confrontarci sulle tematiche oggetto dei vari corsi e di chiarire eventuali dubbi o incertezze tipiche dei principianti. In particolar modo desideriamo sottolineare la disponibilità e la gentilezza dei docenti dottor Ma-

CORSI CPMA: dalla teoria alla pratica gia’ dal giorno dopo

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rini e dottor D’Angelo e della loro équipe che non ci hanno mai negato un confronto o un consiglio, nonché della dottoressa Russo

e del dottor Fundarò. A mano a mano che proseguivamo nell’esperienza formativa abbiamo acquisito sempre nuovi strumenti di lavoro che ci hanno permesso, in pochi anni, di arrivare ad aprire il nostro primo centro dedicato esclusivamente alla Medicina e Chirurgia Estetica. Parallelamente abbiamo sempre reputato fondamentale l’aggiornamento in questo settore e quindi abbiamo seguito i principali congressi di Medicina e Chirurgia Estetica a livello nazionale e internazionale: questo ci ha permesso di orientare le nostre scelte in merito all’acquisizione di appa61

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recchiature e strumentari in modo da potenziare l’offerta al paziente. Nell’ultimo congresso SIES, inoltre, abbiamo avuto il piacere di veder accolto un nostro lavoro e questo è per noi da stimolo per fare sempre meglio e crescere dal punto di vista scientifico e professionale. Siamo molto soddisfatti dei risultati che abbiamo fin qui raggiunto e siamo consapevoli che occorrerà sempre migliorarsi e aggiornarsi per svolgere al meglio questa bellissima professione, con il giusto mix di entusiasmo e umiltà; personalmente riteniamo che il CPMA Valet di Bologna sia stata la leva giusta applicata al nostro impegno e alla nostra voglia di fare. ✘

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di Piera Bitelli Specialista in Fisiatria Docente CEDA - VALET - Bologna

pparentemente questo tipo di A taping assomiglia molto al taping tradizionale, ma in realtà è

molto diverso sia per i materiale che per le tecniche utilizzate (tecnica compressiva e decompressiva) Il KT si basa essenzialmente sul concetto della decompressione delle strutture utilizzando un cerotto con caratteristiche uguali a quelle della cute creando nelle strutture un allargamento degli spazi, diminuendo la pressione e l’irritazione dei recettori, alleviando quindi il dolore. È una tecnica non invasiva e non farmacologica, che favorisce il metabolismo cellulare, attiva le naturali capacità di guarigione del corpo e normalizza la propriocezione neuromuscolare. La tecnica TNM si basa sull’agevolazione dei movimenti della cute e del muscolo in modo da ottenere un effetto terapeutico. I muscoli sono tra gli organi più importanti sui quali ha azione il TNM. Si ha una diminuzione della pressione sul sistema linfatico e quindi un miglior deflusso della linfa (tecnica decompressiva). Una diversa applicazione del KT sostiene il muscolo in contrazione, allinea le strutture articolari, migliora il ROM (tecnica compressiva). Il nastro utilizzato è elastico solo in lunghezza al 40%, permette la traspirazione e la permeabili-

TAPING NEUROMUSCOLARE KINESIOTAPING tà, aderisce per più giorni fino ad 1 settimana, è resistente all’acqua, si toglie facilmente senza residui. Il nastro è in cotone, con spessore di pochi millimetri e un adesivo acrilico disposto ad onda. Può essere tagliato in vari modi (ad X a Y a ventaglio) ed ogni taglio ha indicazioni precise ed effetti terapeutici diversi. La tensione alla quale può venire applicato va da 0% fino al 75%, a seconda dell’effetto terapeutico desiderato. Nell’ambito del corso, verranno illustrate e fatte eseguire praticamente agli allievi le diverse applicazione: • sostegno del muscolo; • decontrattura del muscolo; • aumento del ROM articolare; • riduzione dell’infiammazione di un’articolazione; • correzione meccanica di un’articolazione; • drenaggio di un ematoma; • drenaggio di linfedema degli arti. ✘

corso pratico di 1° e 2° livello TAPING NEUROMUSCOLARE - KINESIOTAPING Obiettivo del corso Il corso, dopo un primo accenno teorico al KT ed alle sue modalità di utilizzo, si propone di mostrare e far eseguire applicazioni pratiche del metodo tapingneuromuscolare in ambito: sportivo, riabilitativo, linfodrenante e antalgico. Il corso è a numero chiuso, criterio discriminante per l’accettazione della domanda sarà l’ordine di arrivo della stessa DOCENTE: Dr.ssa Pera Bitelli DATE DEL CORSO: 26-27/10/12 DURATA: 1 stage di 16 ore ECM: 23 crediti per Fisioterapisti

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PER IL SOCIALE

La forza della solidarietà Un boato tremendo, la terra che trema, il mondo che sembra caderti addosso: cronaca di ordinaria paura da terremoto. È successo così anche nella notte del 20 maggio, quando nel cuore della notte – erano da poco passate le 4 – l’Emilia si è improvvisamente scoperta terra a rischio sismico: in pochi secondi sono crollate case, scuole, chiese, capannoni industriali, forse anche qualche certezza. Giusto il tempo di rendersi conto di quanto era successo e di contare caduti e danni subiti e la terra ha ballato di nuovo: era il 29 maggio, le 9 della mattina. Da allora, il terremoto ha fatto sempre meno notizia sugli organi d’informazione ma non se n’è mai andato: decine di scosse ogni giorno, piccole, magari leggere ma frequenti, quasi a voler tenere desta l’attenzione di tutti. E l’affetto nei confronti della popolazione coinvolta non è mai venuta meno: ovunque si sono aperte sottoscrizioni per portare un aiuto concreto a chi – in un attimo – ha perso tutto. Concerti allo stadio, spettacoli nei teatri, mercatini improvvisati per vendere quelle forme di Parmigiano Reggiano a loro volta toccate duramente dal sisma: tutto quanto fa solidarietà è andato immediatamente in scena, concedendo applaudite repliche nel corso di questi mesi. Noi della Valet, vicini non solo geograficamente alla zona colpita, abbiamo aderito alle iniziative e, tramite questa rivista, vi invitiamo a fare altrettanto. I Vigili del Fuoco impegnati nelle operazioni di recupero

Difficile indicare questa o quella raccolta fondi: tutti si sono mossi in fretta e bene, contribuendo a portare un aiuto concreto in tempi davvero rapidi. Ma dovendo estrarre un solo nome dal corposo elenco della solidarietà, vorremmo puntare sulla sottoscrizione lanciata da TG5-Mediafriends in collaborazione con QN-Il Resto del Carlino, che ha dato fin da subito una significativa risposta grazie alla generosità dei lettori del quotidiano e dei telespettatori del tg diretto da Clemente Mimun, basti pensare che all’inizio di luglio era già stata superata la soglia dei 3 milioni di euro raccolti. Mediafriends, società onlus di Mediaset, in passato era scesa in campo in modo significativo a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo come per quelle flagellate dalla più recente alluvione in Liguria. Per chi fosse interessato, ricordiamo che il conto corrente su cui versare è intestato a: Mediafriends, BancaIntesa SanPaolo IBAN IT 41 D 03069 09400 615215320387 indicando nella causale “terremoto Emilia Romagna” La Torre dell’Orologio di FInale Emilia distrutta dalle scosse


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