Numero 43

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LA A DOMUS D E L T E R ZO M I L LE N N I O ANNO XIV - periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

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Q U E S T O

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N U M E R O

Elicina funziona, anche su ustioni e cicatrici Attualità clinica dell’analisi posturale e posturometrica in Medicina Estetica “Rinofiller”: dall’anatomia alla tecnica d’iniezione Gli esiti cicatriziali post-acneici

n. 43 settembre-dicembre 2014, anno XIV - Aut. Tribunale Bologna n. 7071 del 05/12/2000 - Sped. a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Poste Italiane Dir. Comm. Imprese E/R Spedizione riservata ai soli abbonati non acquistabile in edicola. In caso di mancata consegna, restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa c/o CMP di Bologna - Contiene I.P.


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LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO periodico di informazione scientifica a diffusione mirata

ANNO XIV - SETTEMBRE - DICEMBRE 2014

Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 7071 del 05/12/2000 Direttore responsabile: Marco Montanari Coordinamento scientifico: Basso Matteo, Bitelli Piera, Carrari Bruno Giacomo, Cavezzi Attilio, De Padova va Maria Pia, Di Donato Crescenzo, Di Lella Emanuela, Frullini Alessandro, Fundarò rò Salvatore, Izzo Giuseppe Maria, Lerro Federica, Maullu Giorgio, Molinari Paola, a, Paolini Franco, Pelliccia Roberto, Priori Maurizio, Ronconi Maurizio, Russo Rosalba. a.

SOMMARIO ARTICOLI

PAGINA

“Rinofiller”: dall’anatomia alla tecnica d’iniezione

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Le ultime generazioni di fili riassorbibili in Medicina e Chirurgia Estetica non invasiva

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Hanno collaborato: Accorsi Franco, Antonucci Valentina, Casoni Paolo, Cavallini Maurizio, De Padova va Maria Pia, Di Donato Crescenzo, Fasola Elena, Ingallina Fabio, Iozzo Ivano, Izzo zo Giuseppe Maria, Lovera Marcella Tatiana, Paolini Franco, Pelliccia Roberto, o, Raschellà Rachele, Salvatore Fundarò, Tarantino Paola, Toti Tullio, Zanfrini Sergio. o.

Efficacia dei trattamenti di rimozione dei tatuaggi con il Laser QX MAX Fotona

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La Dermo Ablation Surgery

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Segreteria di redazione: VALET S.r.l. Via dei Fornaciai 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 - Fax 051.32.68.40 - edizioni@valet.it - www.valet.it

Elicina funziona, anche su ustioni e cicatrici

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La versatilità del resurfacing frazionato non ablativo 1565 nm in terapia combinata con biostimolazione

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Immagine & comunicazione: Elisa Fantini - elisa@valet.it

Il ringiovanimento del volto con fili: un’evoluzione costante

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Realizzazione grafica: Matteo Nuti - immagine@valet.it

Cosmeceutici e peeling chimici: nuovi concetti e nuove prospettive

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Stampa: Cantelli Rotoweb S.p.a.

Tecnosix® Recorder ME, l’evoluzione della radiofrequenza in Medicina Estetica

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Gli esiti cicatriziali post-acneici

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Carbossiterapia: oltre le indicazioni tradizionali

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Attualità clinica dell’analisi posturale e posturometrica in Medicina Estetica

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Eco-color Doppler, il miglior amico del medico

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La Biostimolazione cutanea

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I peeling chimici ieri, oggi e domani

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La terapia del dolore con le medicine complementari

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È vietata la riproduzione, totale o parziale, di ogni contenuto di questa ta pubblicazione senza esplicita autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista ta espressi in questo periodico sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono no necessariamente quelli delle imprese alle quali appartengono, dell’editore e delle istituzioni. Nulla intende rappresentare un consiglio o una raccomandazione ne su cure e metodiche; l’editore non da garanzie sui protocolli terapeutici citati ati e non riconosce alcuna responsabilità su eventuali danneggiamenti causati ddaa nozioni riportate sulla rivista. La rivista è spedita in abbonamento postale. I dati anagrafici dei soggetti interessati alla spedizione della presente rivista ta provengono da elenchi pubblici e vengono trattati in conformità a quanto previsto to dal “Codice Privacy” (Digs. 196/2003). Le finalità del trattamento riguardano llaa spedizione in abbonamento postale della presente rivista, di altre pubblicazioni, ni, invio di cataloghi ed eventuali altre comunicazioni inerenti le attività promosse se dal titolare del trattamento. L’interessato può in qualsiasi momento richiedere re informazione sul trattamento dei propri dati, ottenere modifiche od opporsi in in tutto o in parte, facendone richiesta via fax, lettera o e-mail, al titolare del el trattamento. II titolare del trattamento è VALET S.r.l. - Via dei Fomaciai, 29/b 40129 Bologna (BO). Alla data della presente pubblicazione, il Responsabile del el trattamento è il Sig. Daniele Morini. L’informativa integrale, completa di finalità, à, modalità del trattamento, diritti dell’interessato e soggetti a cui potrebbero ro essere comunicati i dati, è consultabile sul sito www.valet.it alla sezione Privacy. y. y. Diffusione Nazionale: Medici specialisti in: anestesia e rianimazione, Angiologia e Flebologia, chirurgia ia generale, chirurgia plastica, dermatologia, dietologia, endocrinologia, fisiatria, a, malattie reumatiche, medicina sportiva e patologia vascolare, centri di medicina na e Chirurgia Estetica, estetica medica, medici di base, studi privati di agopuntura ra e Mesoterapia, infermieri professionali, ambulatori di chiroterapia, fisioterapia, a, fisiokinesiterapia e massaggi, poliambulatori, case di cura e cliniche private, e, direttori sanitari: A.S.L., ospedali, stabilimenti termali, associazioni e istituzioni ni sanitarie, istituti scientifici e di ricerca, docenti e corsisti Divisione Didattica ca VALET: CPMA e C.E.D.A. Distribuzione: 140.000 copie

RUBRICHE e SPECIALI

PAGINA

AFI Days 2015 - Simposio Nazionale

7

SIES Day 2014 - La regione Periorbitaria

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Live Stage CPMA VALET

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È una questione di Modulo

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MEDICINA ESTETICA di FFabio Ingallina Specialista in Chirurgia Plastica - Catania Spe

er “Rinofiller” s’intende il rimoP dellamento della piramide nasale mediante iniezioni di Acido Ialuronico

“RINOFILLER”: DALL’ANATOMIA ALLA TECNICA D’INIEZIONE

Fig. 2

che, in casi selezionati, permettono di correggere alcune deformità nasali e di armonizzare le dimensioni e la forma del naso. La selezione delle pazienti che presentano una corretta indicazione al trattamento è indispensabile al fine di ottenere risultati esteticamente apprezzabili. Sono da escludere tutti i casi di vera ipertrofia nasale con presenza di gibbo osteo-cartilagineo e ipertrofia della punta, condizioni che costituiscono la maggioranza dei casi. INDICAZIONI AL RINOFILLER Presenza di pseudo gibbo in nasi deproiettati primari o secondari e correzione di piccole irregolarità o asimmetrie in nasi secondari. ANATOMIA CLINICA Struttura Osteo-cartilaginea La porzione ossea è costituita dalle ossa nasali e dai processi frontali delle ossa mascellari; la porzione cartilaginea è costituita dalle cartilagini triangolari e dalle cartilagini alari. Le ossa definiscono la forma e le dimensioni Fig. 1

del terzo superiore del dorso nasale, le cartilagini triangolari definiscono quelle del terzo medio e le cartilagini alari definiscono forma e proiezione della punta nasale. Il punto di massima proiezione e di definizione della punta nasale è determinato dalla posizione e dalla forma dei dome delle cartilagini alari. Le ossa nasali sono rivestite dal periostio e le cartilagini dal pericondrio (Figg.1, 2 e 3).

Cute e tessuti molli Costituiscono tre strati: 1) cute; 2) tessuto adiposo sottocutaneo; 3) lo SMAS (superficial musculo aponevrotic system). Fra lo SMAS e il piano pericondraleperiostale è presente un piano virtuale avascolare utilizzato nella dissezione chirurgica della rinoplastica. La cute nasale ha uno spessore variabile, massimo al livello del nasion e della punta e minimo in corrispondenza del rinion (Figg.1, 2 e 3). Anatomia Vascolare La vascolarizzazione arteriosa origina sia dalle arterie oftalmiche che dalle faciali. Le arterie oftalmiche danno origine alle a. dorsali del naso che irrorano il dorso, le arterie faciali danno origine alle arterie nasali laterali e alle arterie columellari che irrorano il terzo medio e la punta del naso. I rami arteriosi del sistema dorsale decorrono nel tessuto sottocutaneo e i rami del sistema arterie columellari e nasali laterali decorrono al di sopra dello SMAS.

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Fig. 3

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corso teorico-pratico UNICA EDIZIONE - PRE SIES DAY

PROFILOPLASTICA P ROF MEDICA (FILLER, TOSSINA BOTULINICA, FILI) Obiettivo del corso L’inquadramento dell’aspetto estetico del volto non può prescindere dalla valutazione profilometrica del paziente. Fronte, naso, labbra e mento vengono quindi valutate nella proiezione laterale fornendo al partecipante chiare indicazioni relative alle tecniche di utilizzo di comuni metodiche quali filler, tossina botulinica e fili che, opportunamente impiegati, possono correggere ambulatorialmente, in tempi rapidi e senza particolari problematiche, molteplici inestetismi legati alla proiezione laterale del paziente. Il corsista, grazie alle lezioni frontali e alle dimostrazioni pratiche in diretta del docente, sarà messo in condizione di poter rapidamente apprendere le sinergie fra le differenti metodiche ed applicarle nel proprio ambulatorio. DOCENTI: DATA DEL CORSO: ECM:

Dr. Maurizio Cavallini 21 novembre 2014 8 crediti

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TECNICA D’INIEZIONE L’acido ialuronico può essere iniettato mediante ago o cannula. Ambedue le tipologie di trattamento sono valide ma presentano indicazioni, tecniche d’inoculo e piano di deposizione del prodotto differenti. Iniezione con l’ago (27-30 gauge). È indicata nel trattamento di piccole zone, correzione d’irregolarità dorsali o rimodellamento e proiezione della punta nasale. Non necessita d’anestesia locale. I piani anatomici d’inoculo sono sia profondo, retro SMAS, che superficiale, intradermico profondo. L’iniezione nel piano sottocutaneo con ago è sconsigliata vista la presenza del vasto network arterioso e venoso (rischio di necrosi cutanea da embolizzazione dei vasi arteriosi). Iniezione con cannula a punta smussa (25 gauge 2.5-4 cm lunghezza). È indicata nel trattamento dei deficit di proiezione del dorso nasale al fine di permettere una più uniforme distribuzione del filler. Necessita di un’iniezione di poche gocce di anestetico locale (0.01 ml) nel punto d’ingresso della cannula, generalmente nella regione supratip (sopra la punta nasale). I piani anatomici d’inoculo possono essere sia quello profondo, retroSMAS (avascolare), che il tessuto sottocutaneo. In caso di deficit importanti di proiezione del dorso nasale e della punta (per esempio, naso da pugile…), preferisco associare le due tecniche d’iniezione al fine di distribuire il filler sui tre piani anatomici (derma, sottocute, retro-SMAS) ottenendo la massima proiezione possibile. Preferisco pianificare il trattamento in due tempi: nel primo trattamento inietto generalmente i ¾ del volume di filler che ho preventivato (leggera ipocorrezione); nel secondo trattamento, a distanza di una settimana, al fine di rivalutare la presenza di possibili micro-irregolarità, asimmetrie o deficit volumetrici residui, inietto il restante ¼. È preferibile iniettare acidi ialuronici ad alta coesività e densità e con massima capacità “liftante”. ✘


AFI DAYS

SIMPOSIO NAZIONALE VALET - Bologna, 27-28 Marzo 2015 ’Associazione Flebologica Italiana è una realtà ormai ben consolidata in Italia e conosciuta anche all’estero. La filosofia dello statuto si basa su principi che esulano dalle lotte di lobby più o meno blasonate, mentre nasce e cresce con l’idea di fare e trasmettere cultura flebologica. Non a caso noi tutti, soci e delegati regionali, abbiamo caldeggiato e molto apprezzato l’elezione di un presidente donna, forse il primo nella storia delle società flebologiche Italiane, specchio di un cambiamento che si respira nell’aria e non solo in campo medico. Il successo di Sclerotherapy 2014 è stato veramente notevole e fino al 2016 saranno solo gli incontri regionali a fare parlare di AFI. Annualmente, però, l’Associazione organizza un evento più significativo, l’AFI DAY Nazionale. Il 2015 sarà l’Emilia Romagna a ospitare l’evento, presso la sede della VALET, organizzatrice da sempre degli incontri proposti dai vari comitati scientifici. Come delegato regionale e con precedenti esperienze organizzative congressuali, ho scelto di

L

DAYS

SIMPOSIO NAZIONALE Bologna B Bo logna • 27-28M 27-28 Marzo 2015 Sede: VALET - Bologna

E SAV THE E DAT

dedicare alle giornate un tema di flebologia “estetica”, ovvero si tratteranno dei più frequenti inestetismi riguardanti gli arti e il volto: le teleangectasie e le vene reticolari. È stimato che il 70% della popolazione femminile, ma non solo, interpelli il proprio curante o uno specialista per problemi estetici concernenti le proprie gambe per teleangectasie, o il proprio volto, o addirittura gli arti superiori e le mani. L’AFI DAY nazionale tratterà in modo completo questi argomenti, con un’introduzione anatomica ed emodinamica, verranno poi affrontati gli aspetti clinici più frequenti. Si tratteranno approfonditamente i farmaci sclerosanti nelle più consuete forme utilizzate analizzandone metodi e modalità, effetti collaterali e controversie tra l’uso in forma liquida o schiume. L’attenzione si concentrerà poi, come in un “corso pratico”, su una parte totalmente “Live”, dove vedremo in diretta noti flebologi, di varie scuole italiane, francesi e tedesche al lavoro attraverso la scleroterapia, l’uso del laser e della microchirurgia. Avremo esperti della flebologia delle mani da cui impareremo come intervenire in modo sicuro ed efficace. Potremo interagire con loro perché gran parte del tempo verrà dedicata alla discussione. In conclusione verranno simulati due casi clinici con risvolti medico-legali con esperti del foro, perché si possa capire quali siano le regole da rispettare per agire in completa sicurezza e nel rispetto delle norme vigenti. Data la densità e l’ambizione di un programma così ricco, non sarà infatti possibile limitare i lavori a un solo giorno, saranno infatti i primi AFI DAYS nazionali, non casualmente all’inizio della primavera, con inizio dei lavori il venerdì 27 marzo al pomeriggio, per continuare tutto il sabato 28 marzo. Segnate la data, vi aspettiamo numerosi! Comitato Organizzatore Delegato REGIONE EMILIA ROMAGNA Dr. Paolo Casoni

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MEDICINA ESTETICA Rice e sviluppo Ricerca BIMEDICA BIM

LE ULTIME GENERAZIONI DI FILI RIASSORBIBILI IN MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA NON INVASIVA Per ogni età, il filo ideale per combattere l’invecchiamento e per ridefinire le linee del viso e del corpo

ent’anni di ricerca ed esperienza V maturata in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica hanno portato il professor Marlen Sulamanidze, “il primo ideatore di fili permanenti per il lifting”, alla creazione di nuovi speciali fili riassorbibili riempitivi, volumizzanti, rivitalizzanti, rimodellanti, di sostegno e per il sollevamento dei tessuti ptosici. Grazie a oltre 1.500.000 impianti riassorbibili APTOS eseguiti, oggi abbiamo a disposizione una vasta gamma di fili suddivisi in tre linee. Ogni linea è mirata alla soluzione dei vari problemi in base alla loro localizzazione e al risultato che si vuole ottenere anche in aree che sino a oggi erano considerate molto difficili da trattare. L’unicità dei fili riassorbibili APTOS per il lifting è rappresentata non solo dalle soluzioni tecniche adottate, ma anche dallo speciale copolimero “L-lactide-ε-Caprolactone”, che è stato ideato per garantire il completo bio-assorbimento senza effetti collaterali, il mantenimento delle caratteristiche fisico-meccaniche di trazione, tensione ed elasticità del filo per un lifting efficace, calibrato e di lunga durata nel tempo. Nell’area trattata, durante il loro assorbimento, i fili APTOS, oltre ad assicurare l’azione di trazione e di sollevamento, rivitalizzano i tessuti stimolando la formazione di nuovo collagene. Grazie allo speciale abbinamento “L-lactide-ε-Caprolactone”, col passare di giorni, mesi e anni, la pelle acquista un aspetto sempre più tonico, elastico, giovane e il nuovo tessuto connettivo creato assume l’importante funzione di sostegno con effetto liftante. I fili per il lifting APTOS vengono posizionati attraverso particolari microaghi atraumatici. I trattamenti non

richiedono nessuna incisione, sono di breve durata, assicurano un risultato immediato con un intervento semplice, permettono la conservazione della naturale espressività e hanno una durata di oltre due anni.

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È la metodica più “soft” indicata dove i segni del tempo appaiono per primi... Posizionando sul volto solo 5 o 10 fili Nano la pelle ritroverà la freschezza della propria giovinezza. La procedura non richiede anestesia; attraverso un micro-foro, il filo viene posizionato nell’ipoderma superficiale riempiendo dall’interno la ruga e creando il sostegno nelle aree dinamiche (marionetta e nasogeniene). La linea Nano è indicata per le correzioni di rughe della fronte, glabellari, della marionetta, zampe di gallina, décolleté, solchi nasogenieni, codice a barre e mani.

Questa linea segna una nuova epoca nella Medicina Estetica minimamente invasiva. I fili sono caratterizzati da microscopiche ancore posizionate in direzioni contrapposte l’una rispetto all’altra e disposte a spirale per tutta la lunghezza del filo stesso. Questa particolare e unica struttura del filo garantisce la migliore fissazione ipodermica e il consolidamento dell’ancoraggio in ogni singolo tratto, assicurando nel tempo il perdurare e la stabilità della trazione esercitata sui tessuti ptosici. La procedura richiede l’anestesia locale ed è sufficiente un unico minuscolo foro di ingresso per il posizionamento e l’ancoraggio nell’ipoderma medio profondo. La linea Excellence è indicata per le correzioni di sopracciglio, zigomo, profilo mandibolare e collo. 9


LIFTING – LINEA CHIRURGICA

Prima e Dopo 1 anno dal trattamento con fili riassorbibili Aptos

i l i paraQuesta li linea consente risultati gonabili a un lifting chirurgico. Le caratteristiche progettuali e tecniche di questi fili sono atte a garantire i migliori risultati nelle aree nelle quali il cedimento dei tessuti è ormai accentuato. I fili sono caratterizzati dalla presenza di micro-ancore bidirezionali poste su tutta la lunghezza del filo stesso e sono montati su doppi aghi che ne consentono la creazione di figure geometriche sottocutanee altrimenti impossibili (esempio: loops). La procedura richiede l’anestesia locale; il posizionamento e l’ancoraggio del filo avviene nell’ipoderma medio profondo. La linea Light Lift è indicata per le correzioni di sopracciglio, zigomo, profilo mandibolare, collo e per il sollevamento delle ptosi labiali laterali. ✘

Prima e Dopo 6 mesi dal trattamento con fili riassorbibili Aptos

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EFFICACIA DEI TRATTAMENTI DI RIMOZIONE DEI TATUAGGI CON IL LASER QX MAX FOTONA

MEDICINA ESTETICA Rice e Sviluppo Ricerca EMMECI QUATTRO EMM

Per una rimozione efficace e sicura, il laser deve essere in grado di emettere impulsi in nanosecondi con energia d’impulso molto alta e profilo del raggio uniforme a terapia laser rappresenta il gold L standard per la rimozione dei tatuaggi. Con la rimozione laser, le particelle di pigmento dei tatuaggi possono essere selettivamente distrutte senza danneggiare i tessuti circostanti grazie alla fototermolisi selettiva. Per una rimozione efficace e sicura, il laser deve essere in grado di emettere impulsi in nanosecondi con energia d’impulso molto alta e profilo del raggio uniforme. Nel nostro studio sono stati trattati 10 pazienti, che richiedevano la rimozione di tatuaggi, con il laser Fotona QX MAX. Il laser QX MAX offre quattro diverse lunghezze d’onda in un solo sistema: Nd:YAG 1064nm, usato per trattare e rimuovere i pigmenti scuri; KTP 532 nm, per l’inchiostro rosso, viola e arancione; dye 650 nm, per l’inchiostro verde; dye 585 nm per l’inchiostro azzurro. MATERIALI E METODI I criteri di esclusione per il trattamento di rimozione dei tatuaggi includevano la presenza di cicatrici cheloidi, gravidanza, madri in allattamento e la somministrazione di farmaci che possono provocare fotosensibilità. I trattamenti sono stati eseguiti con una scansione laser manuale dell’area di trattamento utilizzando uno spot da 3 - 6 mm, secondo la dimensione e il tipo di tatuaggio (nella maggior parte dei casi è stato usato uno spot da 5 mm). I trattamenti sono stati realizzati usando diverse frequenze tra 1 – 10 Hz (media di 2 Hz), fluence da 2 J/cm² a 9 J/ cm² (media di 6 J/cm²) e una durata d’impulso di 5 ns. Inizialmente sono state usate fluence più basse per poi aumentare nei trattamenti successivi. Sono state scattate foto in alta definizione prima e dopo ogni sessione. Alla fine del trattamento è stato sottoposto ai pazienti un questionario per valutare la loro soddisfazione (soddisfazione 12

per la rimozione del tatuaggio, per il numero di trattamenti, per effetti collaterali non desiderati e dolore durante il trattamento). I risultati della rimozione dei tatuaggi sono stati valutati su una scala da 1 a 6, dove 1 è il minimo e 6 il massimo. Per ogni tatuaggio è stato assegnato un punteggio sulla scala di Kirby-Desai basandosi sulla cartella clinica del paziente e sulle fotografie scattate prima del trattamento. Nella scala di Kirby-Desai vengono assegnati valori numerici a sei diversi parametri: tipo di pelle, posizione, colore, quantità di inchiostro, cicatrici o alterazioni tissutali e stratificazione. I punteggi dei parametri vengono poi sommati per trovare un punteggio combinato che indica il numero di trattamenti previsti per una totale rimozione del tatuaggio. La scala di parametri per ottenere il punteggio di Kirby-Desai è stata applicata come segue: tipo di pelle = da 1 a 6 secondo la scala di Fitzpatrick; posizione = da 1 a 5; colore = da 1 a 4; quantità di inchiostro = da 1 a 4; cicatrici = da 0 a 5; stratificazione = da 0 a 2. RISULTATI I risultati dello studio rivelano che la rimozione completa di tutti i tatuaggi dei 10 pazienti è stata raggiunta. Dai risultati del questionario possiamo concludere che i pazienti sono stati molto soddisfatti per la riuscita rimozione del tatuaggio e per il numero di trattamenti effettuati. Gli effetti indesiderati sono stati molto leggeri o non rilevati e il dolore moderato (Tab. 1). Per ogni tatuaggio è stato calcolato un punteggio sulla scala di Kirby-Desai e poi registrato il numero effettivo di trattamenti. Nella tabella 2 possiamo vedere le immagini di alcuni casi prima e dopo il trattamento, con il numero reale di trattamenti effettuati e il numero di trattamenti stimati secon-

Soddisfazione per la rimozione del tatuaggio Soddisfazione per il numero di trattamenti Effetti collaterali non desiderati Dolore

5.2 4.9 1.3 3.8

Tabella 1: Media dei punteggi di soddisfazione generale della rimozione dei tatuaggi su una scala da 1 a 6 (1 minimo – 6 massimo).

do la scala di Kirby-Desai. La maggior parte dei pazienti ha mostrato effetti collaterali comuni e di lieve entità. In tutti i pazienti sono stati osservati un leggero e localizzato edema e un eritema, risolvibili in 2-3 giorni. Le croste iniziano a staccarsi normalmente dopo 5-6 giorni e la completa guarigione della pelle avviene dopo 7-10 giorni. In due casi si è verificata una leggera ipopigmentazione (Tab. 2). DISCUSSIONE È dimostrato che con il laser Q-switch, le particelle di pigmento vengono selettivamente distrutte tramite fototermolisi selettiva senza danneggiare i tessuti circostanti. Il nostro studio dimostra chiaramente che il laser FOTONA QX MAX è un’ottima scelta per la rimozione dei tatuaggi. Tutti i tatuaggi sono stati rimossi con successo con un numero di trattamenti tra 3 e 11. Il questionario mostra che i pazienti sono stati soddisfatti dal numero di trattamenti effettuati. È noto a tutti che sono necessari più trattamenti per la rimozione dei tatuaggi. La scala di Kirby-Desai è stata proposta in precedenza per valutare il potenziale successo e il numero di trattamenti necessari per un determinato paziente. Usando i punteggi di KirbyDesai, abbiamo provato a valutare il numero di trattamenti per poi confrontarli con il reale numero di trattamenti eseguiti. Siamo stati in grado di fornire una buona approssimazione del nume-


Numero di trattamenti

Numero di trattamenti secondo la scala Kirby-Desai

1

5

6

2

6

9

3

6

10

4

5

10

Prima

Dopo

azione dei tatuaggi amatoriali è meno prevedibile. Nella maggior parte dei casi, i tatuaggi più vecchi hanno risposto meglio al trattamento grazie alla minor densità di pigmento presente dovuta alla sua naturale migrazione. È stato invece necessario un numero superiore di trattamenti per i tatuaggi multicolore; le tonalità viola, giallo e verde sono quelle più impegnative dal punto di vista terapeutico.

Tab.2 : Foto prima e dopo, numero reale di trattamenti e numero di trattamenti secondo la scala di Kirby-Desai

ro di trattamenti richiesti per raggiungere la totale rimozione del tatuaggio. La media del numero reale di sedute è stata di 6 trattamenti, più bassa del

numero stimato che era di 7.5 sedute. In generale, i tatuaggi amatoriali richiedono meno trattamenti rispetto a quelli professionali, anche se la re-

Prima

CONCLUSIONI Il nostro studio ha confermato che, grazie alla sua alta potenza, il laser FOTONA QX MAX è lo strumento ideale per la rimozione dei tatuaggi neri e colorati di differenti qualità. Come previsto, sono stati necessari diversi trattamenti per la rimozione totale dei tatuaggi. Il numero reale di trattamenti effettuati corrisponde molto bene al numero di trattamenti previsti grazie alla scala di Kirby-Desai e a volte lo migliora. ✘ BIBLIOGRAFIA Journal of the Laser and Health Academy Vol. 2013, No.2; www.laserandhealth.com

Dopo 6 Tx a laser in ton no Fo

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Casi

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MEDICINA ESTETICA di IIvano Iozzo Specialista Spe p in Chirurgia Plastica e RRicostruttiva - Bologna e VValentina Antonucci Specialista Spe p in Dermatologia e VVenereologia - Bologna

a sempre crescente richiesta di L trattamenti poco invasivi e con rapidi tempi di recupero ha spinto il mio interesse verso una nuova tecnologia chiamata Dermo Ablation Surgery (D.A.S.) che si è rivelata molto utile nel trattamento delle lesioni cutanee benigne e delle lassità cutanee palpebrali di grado moderato o lieve. La Dermo Ablation Surgery è una radiofrequenza ablativa a onde lunghe che sfrutta un principio noto, quello della radiofrequenza appunto, ma migliorato e arricchito. La tecnologia D.A.S. è racchiusa in un dispositivo composto da un manipolo con un puntale sterile e da un bracciale che permette la regolazione dei valori di funzionamento. Avvicinando il puntale alla cute si crea un arco voltaico che genera un’onda elettromagnetica responsabile dell’effetto sulla cute stessa. Non vi è contatto fra puntale e cute, infatti il dispositivo lavora per sfioramento, in quanto per la formazione dell’arco voltaico deve sempre esserci una certa distanza fra puntale e cute. Se ci si avvicina fino a creare contatto, si interrompe l’emissione dell’onda elettromagnetica e quindi il funzionamento. L’estrema precisione del dispositivo consente di concentrare grandi quantità di energia in aree piccolissime di tessuto (1 mm di diametro) senza coinvolgimento della cute circostante. Ne risulta la possibilità di agire sui tessuti con estrema cura, trattando aree circoscritte e regolando la profondità della nostra azione in base alle lesioni da trattare. La possibilità di agire in modo preciso interessando solo gli strati superficiali, evita di intaccare gli strati più profondi della cute e quindi predispone a una migliore cicatrizzazione. Un grande vantaggio di questo dispositivo è la possibilità di combinare 5 livelli di potenza e 5 di frequenza: ciò permette un’estrema modulabilità

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LA DERMO ABLATION SURGERY Il D.A.S. Medical è un dispositivo semplice da usare, rapido ed efficace. Uno strumento che fornisce una valida alternativa di trattamento per molteplici problematiche nell’azione e la possibilità di regolazione in base alle diverse esigenze. Grazie a questa modulabilità è possibile ottenere da un semplice riscaldamento (radiofrequenza) della cute che stimola la riorganizzazione delle fibre collagene fino a ottenere una vera e propria ablazione che può interessare l’epidermide selettivamente o coinvolgere il derma superficiale. Il riscaldamento che si ottiene durante il funzionamento determina la coagulazione dei vasi dermici: ciò consente di non avere sanguinamenti durante il trattamento. Questa particolare metodologia di lavoro provoca una relativamente bassa stimolazione del dolore. I trattamenti delle piccole lesioni possono essere eseguiti senza anestesia, mentre per lesioni di dimensioni maggiori è utile, per il confort del paziente, applicare una crema anestetica topica o praticare un’infiltrazione di soluzione anestetica nell’area da trattare. Il trattamento si realizza agevolmente, le lesioni vengono rimosse rapidamente, senza sanguinamento o eritema della regione circostante. È sufficiente avvicinare il puntale alle formazioni cutanee per vedere apparire il raggio, che in pochi secondi vaporizza le lesioni lasciando al loro posto dei residui carboniosi che possono essere rimossi con una garza umida o lasciati in sede. Nel caso di lesioni superficiali, l’effetto del D.A.S. è quello di provocare lo scollamento della giunzione dermo-epidermica e quindii o ottenere il sollevamento immediato delle formazioni e la possibilità di ri-muoverle facilmente. o Dopo il trattamento non è necessario o eseguire medicazioni, in quanto il sito a di azione si presenta asciutto. La zona trattata appare con l’aspetto tipico del-e la disepitelizzazione. Nel caso di aree di trattamento di maggiori dimensionii o di lesioni che arrivano più in profon--

Aging palpebrale pre e post trattamento D.A.S.

dità il trattamento può essere seguito da una medicazione con un unguento antibiotico o crema riparatrice. In ogni caso il ritorno alle normali attività è immediato. È imperativo che le lesioni da trattare siano di certa natura benigna. Nel caso in cui vi siano dubbi, è doveroso eseguire una biopsia e successivo esame istologico prima di procedere con il trattamento. Il post trattamento è caratterizzato da rapida guarigione (3 giorni per le lesioni di piccole dimensioni, 5-7 per le lesioni di dimensioni maggiori dimensioni). Il manipolo inoltre è provvisto di una luce guida in 5 colori diversi, in CORSI TEORICO-PRATICI DI DERMO ABLATION SURGERY (D.A.S.) 26 settembre 2014 25 ottobre 2014

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modo da facilitare l’identificazione dei margini delle lesioni ed il corretto rilevamento delle aree da trattare anche in caso di lesioni di diversa tipologia e colore. I campi di applicazione sono molteplici: cheratosi seborroiche, lesioni esofitiche, verruche virali, fibromi penduli, papule fibrose, iperplasie sebacee, xantelasmi, condilomi, piccoli capillari e tutte le neoformazioni cutanee benigne in genere. È possibile inoltre settando il dispositivo, ottenere una delicata ablazione e praticare un “Elettro-peel” cioè un peeling “elettrico” leggero in grado di esfoliare gli strati superficiali dell’epidermide con tutti i benefici connessi a questa tipologia di trattamento e con la comodità e la rapidità di esecuzione proprie del dispositivo. Un’altra interessante applicazione del dispositivo D.A.S. Medical è il trattamento delle lassità cutanee palpebrali di grado lieve o moderato. In questo caso, in seguito all’interazione con la cute, in regione palpebrale superiore o inferiore si ottiene una retrazione cutanea. Aree trattate vengono affiancate ad aree non trattate, consen-

tendo di ottenere una “coartazione cutanea” e quindi un miglioramento della lassità. L’immediato post trattamento prevede sottili crosticine sieriche nelle zone trattate, che cadranno spontaneamente in 3 giorni; la totale guarigione si avrà poi in 5-7 giorni. Anche in questo caso è possibile applicare un unguento antibiotico o una crema riparatrice per mantenere la parte morbida e protetta. Nell’ottica di miglioramento e ringiovanimento del volto è possibile associare il D.A.S. Medical ad altri trattamenti come tossina botulinica o acido jaluronico. Nel caso della tossina botulinica, il trattamento può essere eseguito nella regione palpebrale e perioculare successivamente alla tossina botulinica, allo scopo di migliorare le lassità cutanee localizzate non ancora risolte. Nel caso dell’acido ialuronico, invece, un Elettropeel ad esempio può precedere l’infiltrazione di acido jaluronico con l’obiettivo di migliorare le irregolarità della cute del volto ed ottenere quindi un risultato migliore. In conclusione, il D.A.S. Medical si è rivelato un dispositivo semplice da usa-

Lesione esofitica pre e post 7 gg trattamento D.A.S.

re (e da trasportare), rapido ed efficace; i risultati ottenuti sono interessanti e con notevoli prospettive di miglioramento. In definitiva, si è dimostrato uno strumento utile che fornisce una valida alternativa di trattamento per molteplici differenti problematiche. ✘

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di Maurizio Cavallini Direzione area ricerca e sperimentazione medico-chirurgica SIES

SIES DAY 2014 LA GIORNATA FONDAMENTALE DELLA MEDICINA ESTETICA

Questa è un’area molto complessa, perché comprende molte unità estetiche fortemente diverse fra di loro e con influenza sulla medesima molto dissimile l’una dall’altra. Il 22 novembre ne parleremo a Bologna…

a zona degli occhi rappresenta L un’area di estrema importanza da un punto di vista relazionale e di espressività, basti pensare come la prima cosa che ognuno di noi osserva incontrando un’altra persona sia il suo sguardo e quanto la letteratura, l’arte e la poesia si siano concentrate sull’emozione espressa dagli occhi. Da un punto di vista anatomico, la regione periorbitaria è un’area molto complessa perché comprende molte unità estetiche fortemente diverse fra di loro e con influenza sulla medesima molto dissimile l’una dall’altra: regione frontale e del sopracciglio, regione glabellare, nasale, malare, zigomatica e temporale. Inoltre, la regione periorbitaria è un’area particolarmente delicata per la presenza e il passaggio sia di unità vascolari importanti (si pensi nella parte mediale alla arteria e vena facciale), che di strutture nervose come ad esempio i nervi infraorbitario, sopraorbitario e sopratrocleare, coinvolti nella sensibilità e motilità. Da un punto di vista strettamente personale e didattico, sono abituato a dividere la regione periorbitaria in 3 zone: la parte superiore, inferiore e laterale, in quanto, a mio personale modo di vedere, suscettibili di trattamenti differenziati. Ciononostante, la regione periorbitaria va inquadrata nel suo insieme valutando la qualità cromatica della cute (in particolare della parte inferiore, dove può essere più scura), la proiezione delle ossa (in particolare dei bordi orbitari) e la elasticità cutanea, sinonimo di maggiori garanzie di risultato finale. Nella valutazione preoperatoria, ritengo molto importante anche la valutazione della presenza di eventuali asimmetrie di posizione e la presenza di calasie palpebrali. Nel ringiovanimento della regione periorbitaria, escludendo opzioni strettamente chirurgiche, sono molte le so16

SIES DAY: LA REGIONE PERIORBITARIA

luzioni possibili e spaziano da tecniche di fotoringiovanimento (a luce pulsata, laser) a tecniche con energie (radiofrequenza ablativa frazionata), da bio ristrutturazioni con fili riassorbibili o con sostanze rivitalizzanti, a tecniche di natura bioenergetica. Nella mia personale esperienza ritengo che i migliori risultati nei programmi di correzione della regione periorbitaria si possano ottenere con due tipi di sostanze: tossina botulinica tipo A e filler a base di acido ialuronico. Questo non solo per le loro caratteristiche intrinseche e per la loro assorbibilità completa, ma anche per l’alto grado di soddisfazione che possono fornire al paziente a fronte di un elevato profilo di sicurezza. Quest’ultimo in realtà è fortemente condizionato dalla preparazione ed esperienza del medico, essendo questo un territorio dove bisogna conoscere molto bene le strutture anatomiche coinvolte e quindi i livelli di profondità di infiltrazione. Per questo motivo ritengo che la regione periorbitaria non sia un trattamento per professionisti che intraprendono inizialmente il loro percorso lavorativo in questo campo, ma che debba essere di pertinenza di medici più esperti e anche con training specifico effettuato in corsi monotematici sull’argomento. Entrando nella parte più tecnica: nella regione periorbitaria superiore bisogna valutare la correzione dell’invecchianento del sopracciglio, che con il tempo tende a cadere verso il basso. La correzione usufruisce molto bene dell’applicazione della tossina botulinica tipo A, con la quale si può riequilibrare il riallineamento della struttura e un suo rialzo sia a livello della testa che della coda; nella regione periorbitaria esterna, la problematica maggiore interessa la comparsa delle cosiddette zampe di gallina. In quest’area la prima indicazione prevede l’infiltrazione con tos-

i botulinica b t li i in i tre t punti, ti in i ognuno sina dei quali si iniettano quattro unità; la parte più interessante, ma anche più complessa, riguarda la regione periorbitaria inferiore, in cui la problematica più frequente riguarda la presenza dei solchi palpebrali, cioè di quella depressione che dalla parte esterna si porta in modo arcuato sino all’attaccatura del naso, dando spesso un aspetto stanco, affaticato e invecchiato. In questa zona si possono correggere i solchi con filler particolari studiati appositamente per questa area. Le complicanze nella regione periorbitaria possono esistere e sono legate in particolare da una parte a un eccessivo rialzo della coda del sopracciglio (correggibile) e dall’altra al temibile overcorrection dei solchi palpebrali, che può produrre un edema marcato per diversi mesi o la visibilità dell’acido jaluronico in caso di deposito troppo superficiale del prodotto (e visibile come noduli o “salsicciotto“ lineare). Il 22 novembre, presso l’aula VALET e in collegamento con il Poliambulatorio MULTIMED, ne parleremo diffusamente durante il SIES Day. ✘

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA VALET Srl - Provider ECM 1328 Via dei Fornaciai 29/b 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 • Fax 051.32.68.40 info@valet.it • www.valet.it


FOCUS ON: LA REGIONE PERIORBITARIA. TECNICHE E METODICHE PER IL TRATTAMENTO DELLA REGIONE PERIOCULARE

22 NOVEMBRE 2014 • VALET - BOLOGNA LIVE SESSIONS dal Poliambulatorio

POSTI LIMITATI Per informazioni rivolgersi alla Segreteria Organizzativa VALET - Divisione Congressuale Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna Tel: +39 051 63.88.334 • Fax: +39 051 32 68 40 www.valet.it • congresso@valet.it

SIES DAY 2014 LA GIORNATA FONDAMENTALE DELLA MEDICINA ESTETICA 17


LIVE STAGE CPMA VALET 24 Ottobre 2014

Toccare con mano: il modo migliore per rendersi conto di qualcosa. In Chirurgia e Medicina Estetica, si “tocca con mano” quando si è a diretto contatto con il paziente. Già, ma come arrivare a questo incontro ravvicinato di un certo tipo avendo tutte le conoscenze necessarie? Iscrivendosi a un corso specifico, certo, ma non basta: quello che fa la differenza, in campo medico, è l’approccio diretto. La Scuola di Bologna lo sa e, per venire incontro alle esigenze dei propri allievi, ha messo in agenda una serie di appuntamenti davvero da non perdere. Stiamo parlando dei LIVE STAGES che verranno organizzati presso le aule della VALET in collegamento televisivo diretto con il POLIAMBULATORIO MULTIMED: da questa parte dello schermo, una platea di medici interessati alle diverse metodiche; dall’altra parte, uno specialista di chiara fama che metterà in pratica queste metodiche (una alla volta, per non ingenerare confusione) mostrando e spiegando ai colleghi tutti i passaggi, dalla preparazione del paziente alla gestione post trattamento. I medici in aula potranno interagire senza intermediazioni con lo specialista per chiarire in diretta eventuali dubbi nati dall’esposizione del caso o dalla visione del trattamento stesso. Non più semplice allievo, quindi, ma protagonista effettivo: la Scuola di Bologna te lo consente grazie ai LIVE STAGES…

Correzione delle volumetrie del volto con acido ialuronico e microcannula Dr. Roberto Pelliccia Fotoringiovanimento del volto e delle mani: lesioni pigmentate, couperose, teleangectasie con IPL OPT Lumenis Dr. Giovanni Lizio Carbossiterapia, up to date di una metodica: oltre le indicazioni tradizionali Dr.ssa Paola Tarantino I peeling leggeri, medi e profondi secondo la metodica del Dr. Obagy Dr. Giuseppe Maria Izzo Balance Lift® - fili biostimolanti .......e non solo Dr. Jacopo Pattarino

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INFORMAZIONI L’iscrizione allo stage è a numero chiuso. Criterio discriminante per l’accettazione delle domande è l’ordine di arrivo delle stesse. Durata: dalle 9:00 alle 17:00 Quota di iscrizione: Soci sies € 60,00 con IVA Non soci € 180,00 con IVA La quota comprende: - accesso alla sala plenaria - lunch - attestato di partecipazione Per questo evento non è previsto l’accreditamento ECM Sede e per informazioni: VALET - Provider ECM 1328 Via dei Fornaciai 29/B - Bologna Tel: 051 63.88.334 info@valet.it


MEDICINA ESTETICA Rice e sviluppo Ricerca BIOELISIR BIO

ELICINA FUNZIONA, ANCHE SU USTIONI E CICATRICI Oltre che su rughe, segni dell’acne, smagliature, macchie, la nota crema a base di bava di lumaca è efficace nel rigenerare la pelle compromessa da cicatrici e ustioni

el mondo cosmetico si sente N parlare, da un po’ di anni, di un prodotto chiamato Elicina che sta riscuotendo molto successo tra i consumatori. Il motivo di questa preferenza rispetto ad altre formulazioni è da attribuire, in primis, all’origine naturale del principio attivo, la bava di lumaca, una sostanza che viene raccolta senza disturbare il tranquillo animaletto, purificata e infine incorporata nella crema Elicina. Ciò che l’ha resa davvero famosa, però, è la sua straordinaria efficacia rigenerante verso tutti i più comuni inestetismi della pelle, dovuta all’azione sinergica e biodisponibile dei componenti naturali della bava, e che ne ha fatto un prodotto top nel mondo della dermocosmesi. COME NASCE L’IDEA DI UTILIZZARE IL SECRETO DI LUMACA PER TRATTARE LA PELLE? Come è accaduto a molte altre scoperte scientifiche, il caso ha giocato un ruolo importante, come ci spiega la dottoressa Diana Malcangi, chimico cosmetologa e consulente di Bioelisir (l’azienda che distribuisce in esclusiva Elicina in Italia): ”Negli Anni 80 in Cile, in un allevamento di lumache destinate al mercato alimentare, si scoprì che le piccole ferite alle mani degli allevatori guarivano in pochissimo tempo e la pelle si riparava senza dar luogo a processi infettivi né a cicatrici, mostrando al contempo una straordinaria morbidezza e compattezza. Un medico, il dottor Bascunan, si interessò al fenomeno e avviò tutta una serie di studi sul metabolismo dei gasteropodi e sull’efficacia dermica del loro secreto”. PERCHÉ ELICINA È COSÌ EFFICACE? L’efficacia di Elicina sulla pelle, dimostrata in campo medico e cosmetico,

è dovuta a due fattori: “l’elevatissima percentuale di attivo presente nelle formulazioni, che raggiunge l’80%, e soprattutto l’alta qualità della bava, trattata al meglio per preservarne le caratteristiche: due fattori che elevano Elicina rispetto a cosmetici analoghi, i quali non possono vantare tutti i test di efficacia a cui questa crema è stata sottoposta”. Tutto merito, dunque, di quel mix di sostanze contenute nella secrezione di lumaca, la cui azione sinergica gioca un ruolo fondamentale nel trattamento dei più comuni inestetismi cutanei: rughe, smagliature, segni dell’acne, macchie, cicatrici e ustioni. STUDI CLINICI SULLE CICATRICI “Una cicatrice è causata da una rapida attività riparatrice del derma, sollecitata dall’evento traumatico. Il derma, proliferando velocemente, crea degli ispessimenti cutanei irregolari, le cicatrici appunto, che se da un lato sono il segno della guarigione della ferita, dall’altro rappresentano degli inestetismi. Numerosi studi in vivo su volontari umani condotti in importanti cliniche internazionali hanno dimostrato che, con l’uso costante di Elicina, la cute si ripara senza che si formi la cicatrice, oppure, se questa si è formata in precedenza, se ne constata un’apprezzabile riduzione e appiattimento, e la pelle tende a tornare fisiologicamente al suo stato originale”, spiega la dottoressa Malcangi. Riportiamo di fianco alcune immagini di un paziente con ferite e cicatrici post-chirurgiche, trattate con Elicina crema (studio condotto all’Evangelismos Hospital, Grecia). La naturale rigenerazione post-lesione si è verificata senza dar luogo a cicatrici e gli eventuali ispessimenti cutanei cicatriziali si sono ridotti, il

I ordine In di ddall’alto: llll’’ lt Giorno Gi dell’operazione, d ll’ i 8 giorni dopo l’operazione e 30 giorni dopo l’operazione

tutto in un periodo di tempo compreso fra i trenta e i quarantacinque giorni. CICATRICI DATATE All’ospedale Coaniquem, in Cile, è stato condotto uno studio altrettanto importante su un gruppo di giovani pazienti (età compresa tra 1 e 20 anni) appartenenti a entrambi i sessi, 19


• capacità di rigenerazione pigmentaria, risultante nel miglioramento del colore della cicatrice; • aspetto generale dell’esito cicatriziale. Al trascorrere dei novanta giorni dello studio, su 19 pazienti iniziali, 14 mostravano risultati eccellenti o buoni, 4 presentavano risultati regolari e solo 1 soggetto non ha mostrato nessun risultato. Qui a sinistra mostriamo le immagini di un piccolo paziente, eseguite a un anno di distanza l’una dall’altra, in cui si nota una riduzione dello spessore della cicatrice e uno schiarimento generale del colore cutaneo in seguito al trattamento con Elicina crema.

Ustione U tii prima i e ddopo iill ttrattamento tt t con Eli Elicina li i

BBruciatura i t prima i e ddopo il ttrattamento tt t con Eli Elicina li i

che presentavano cicatrici da ustioni e innesti “datate”, ovvero risalenti ad almeno sei mesi prima. Essi sono stati trattati, per tre mesi, solo con Elicina crema. I risultati sono stati valutati in termini di: • capacità di rigenerazione cellulare, evidenziabile nella riduzione dell’ispessimento cutaneo; 20

STUDI CLINICI SU USTIONI E BRUCIATURE È stata studiata a fondo anche l’azione di Elicina sulle bruciature presso l’Athens General State Hospital e i risultati sono stati presentati al 21° Congresso Mondiale di Dermatologia tenutosi a Buenos Aires. Lo studio ha valutato gli effetti di Elicina su 35 pazienti adulti che presentavano bruciature localizzate sul viso. Questi soggetti hanno usato Elicina due volte al giorno per 21 giorni. La prima delle due immagini qui a sinistra mostra le ustioni derivanti da un incidente dovuto a olio di oliva bollente, 24 ore dopo l’episodio accidentale. La seconda mostra i risultati ottenuti dopo 15 giorni di trattamento con Elicina crema. STUDI SULLE SMAGLIATURE “Anche le smagliature sono cicatrici”, precisa la dottoressa Malcangi. “Elicina si è rivelata molto efficace nel trattamento delle antiestetiche strie che si formano in seguito a perdita di elasticità del tessuto cutaneo”. Lo studio clinico è stato condotto presso il Dipartimento di Chimica Farmaceutica dell’Università di Pavia. Sono stati considerati 20 volontari di età compresa fra i 22 e 38 anni con una zona corporea che presentasse smagliature. Elicina è stata applicata una volta al giorno per 2 mesi e confrontata con un placebo (crema senza attivi). Una verifica

Smagliatura li prima i e ddopo ill trattamento con Elicina li i

strumentale, mediante l’apparecchiatura ottica Primos-pico ha consentito di ottenere un’immagine in 3D della superficie cutanea, trasformata poi dal software Primos-5.7 in un’altra, a colori, che rappresenta la profondità della smagliatura. I risultati evidenziano che, nella zona trattata con Elicina, si ha una riduzione del 14,6% del parametro Ra (profondità media) e del 16,7% di Rt (profondità massima) - dati considerati statisticamente significativi - ovvero una riduzione media delle smagliature del 15%. Elicina svolge un’azione livellante e uniformante, come è possibile vedere anche dalle foto di un volontario qui sopra, in cui si nota la scomparsa della smagliatura bianca più sottile dopo due mesi di applicazione con Elicina: “Non conosco altri cosmetici la cui efficacia sia stata dimostrata da una così lunga serie di test clinici - verso quasi tutti gli inestetismi cutanei più comuni - come Elicina”, conclude la dottoressa Malcangi, “merito dell’azione rigenerante della bava di lumaca in alta percentuale”. Tutte le informazioni sulla bava di lumaca, i prodotti, le applicazioni e i test clinici sono disponibili sul sito www.elicina.it ✘



MEDICINA ESTETICA di EElena Fasola MD Specialista in Microchirurgia Spe e CChirurgia Sperimentale - Milano Docente VALET, Agorà e Fondazione Doc Fate Fatebenefratelli

LA VERSATILITÀ DEL RESURFACING FRAZIONATO NON ABLATIVO 1565 NM IN TERAPIA COMBINATA CON BIOSTIMOLAZIONE

INTRODUZIONE Una ricerca della Società Americana di Chirurgia Dermatologica (ASADS) rivela che nel 2013 i trattamenti più richiesti in medicina estetica sono stati quelli praticati con tecnologie a base di luce, ovvero Laser e IPL. Oltre 2,25 milioni di americani nel 2013 si sono sottoposti a trattamenti laser, il ché rappresenta rispetto al 2012 un incremento del 34%, e addirittura dell’85% se limitato al segmento dei Resurfacing frazionati [1]. La richiesta nel nostro paese non è tanto differente. Dopo i 40 anni infatti l’attenzione è sulla texture cutanea che inizia ad essere compromessa dall’insorgere dei primi segni di elastosi da photoaging, associati al fisiologico invecchiamento cronobiologico. Tale richiesta non è confinata esclusivamente al volto, bensì a più distretti corporei quali décolleté, arti superiori e inferiori. Lo scopo di questo lavoro vuole essere la valutazione di come una semplice procedura non chirurgica e minimamente invasiva come la fototermolisi frazionata non ablativa 1565 nm, in terapia combinata con complesso dermoristrutturante, possa essere efficace in modo scientifico e ripetibile su più distretti corporei.

LAVORO CLINICO Materiali M22/ResurFX™ Lumenis è l’unica piattaforma multi-applicazione che tra gli altri moduli (IPL con 7 filtri cut-off, Nd:YAG, Q-Switched Nd:YAG) monta un laser frazionato in fibra 1565 nm (Fig. 1). Questa lunghezza d’onda è specifica per uno dei picchi di assorbimento dell’acqua. Rimanendo al di sotto dei 2000 nm, lo strumento genera una fototermolisi classificata come non ablativa. Il sistema è dotato di una punta raffreddata che va a contatto con la regione da trattare (Fig. 2). L’operatore in ogni momento del trattamento è in grado di scegliere la forma e la dimensione dello spot, l’energia da erogare (10-70 mJ) in ogni microspot di 110 micron e può variare la densità di tali microspot per unità di superficie (50-500 microspot/ cm2). Grazie al puntale trasparente, per gran parte della sua sezione, l’operatore può seguire visivamente l’applicazione sull’area di cute trattata. I microspot sono emessi in modo non sequenziale (esclusiva tecnologia scanner CoolScan™, brevetto Lumenis), caratteristica che permette di utiliz lizzare una grande quantità di energia pe per ognuno di essi. La non sequenzia zialità permette di lasciare tra 2 spot at attigui l’intervallo di tempo necessario af affinchè la procedura sia molto efficace ma del tutto sicura sui tessuti: il calo lore del primo spot non si sovrappone al calore erogato dal secondo spot. Il complesso dermoristrutturante a ba base di HA utilizzato in terapia combi binata con la fototermolisi frazionata T0 - Visita basale T1 - dopo 15gg Valutazione clinica/ anamnesi/ Consenso informato/ Programma di trattamento

1ª seduta di ResurFX™ 1565nm

Fig. 2: Manipolo ResurFX™ - WL1565nm

non ablativa è un pool di sostanze che attua una biostimolazione considerata di seconda generazione. L’obiettivo clinico della terapia combinata sta nel voler esaltare i risultati, nell’accelerare i tempi per il raggiungimento del risultato, nonchè nel prolungare il mantenimento del risultato rispetto a quanto si otterrebbe con le due metodiche separate. Il razionale scientifico invece sta nello stimolare la reazione e la funzione fibroblastica attraverso la fototermolisi frazionata non ablativa [2, 3], e nell’integrare poi il tessuto di quelle sostanze necessarie ai fibroblasti per espletare la loro funzione di neocollagenesi. La stessa bibliografia scientifica internazionale dimostra di preferire queste metodiche perché minimamente invasive e nel contempo efficaci [4]. Metodo 5 regioni anatomiche, 2 del volto (area perioculare-zigomatica e malare) e 3 del corpo (décolleté, area volare del

T2 - dopo 15gg

T3 - dopo 15gg

T4 - dopo 21gg

T5 - dopo 21gg

1ª infiltrazione del complesso dermoristrutturante HA

2ª seduta di ResurFX™ 1565nm

2ª infiltrazione del complesso dermoristrutturante HA

3ª infiltrazione del complesso dermoristrutturante HA

Schema del protocollo Fig. 1: M22/ResurFX™ M Lumenis 22


braccio e ginocchio) in 15 pazienti di sesso femminile, in ottimo stato di salute, di età compresa tra i 43 e i 54 anni, tutte con fototipo tra II e III Fritzpatrik. Ogni paziente è stata trattata in un’unica area anatomica. Tutte le pazienti sono state sottoposte a 2 sedute di trattamento con M22/ResurFX™ 1565 nm, in unico passaggio e distanziate di 4 settimane l’una dall’altra, e 3 sedute di trattamento mediante infiltrazione del complesso dermoristrutturante. Non è stato utilizzato anestetico prima del trattamento laser. Tecnica 1565 nm ResurFX™: dopo aver deterso ed asciugato accuratamente la cute dell’area da trattare, la stessa è stata sottoposta ad un passaggio con forma quadrata del pattern, con energia di 30 mJ in 200-250 microbean/ cm2. L’intera area è stata trattata senza overlap degli spot. Il complesso dermoristrutturante: dopo aver disinfettato e deterso accuratamente la superficie cutanea, per ogni seduta è stato infiltrato 1 ml di prodotto per una superficie di cute di circa 10-15 cm2, la tecnica utilizzata è stata a piccoli boli multipli ed intradermici profondi [5], il volume di prodotto iniettato con ago da 30G1/2 è stato di circa 0,01- 0,02 ml con una distanza di circa 1 cm l’uno dall’altro. Dopo l’infiltrazione è stato attuato un breve massaggio per distendere e distribuire il prodotto. RISULTATI Il risultato medio ottenuto e derivato dal giudizio estetico da parte delle pazienti è stato più che incoraggiante: punteggio 8 su scala 0-10. I risultati oggettivabili vengono riportati di seguito attraverso fotografie del prima e dopo trattamento (ogni fotografia del post trattamento è stata scattata a 6 mesi dalla fine del trattamento stesso) (Fig 3). Non sono stati osservati effetti collaterali a medio termine (follow up 1 anno). DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Considerando la grande richiesta di metodologie minimamente invasive in generale e soprattutto l’emergente rischiesta di miglioramento della

Prima e dopo 6 mesi dal trattamento con M22/ResurFX™ e complesso dermoristrutturante HA

texture cutanea in distretti corporei anche differenti dal volto, questo protocollo combinato di Resurfacing frazionato non ablativo e complesso dermoristrutturante iniettivo può essere ritenuto una valida proposta di trattamento, in grado di ottimizzare l’efficacia, la rapidità del conseguimento del risultato estetico e soprattutto del suo mantenimento nel tempo in differenti distretti corporei con il massimo della compliance da parte del paziente. ✘ BIBLIOGRAFIA 1 ) ht t p : / / w w w. p l a s t i c s u rg e r y p ra c t i ce . com/2014/02/asds-survey-documents-rise-inprocedures-in-20134/#sthash.zlSnGW0G.dpuf 2) Will nonablative rejuvenation replace ablative lasers? Facts and controversies.LipozenÐiÐ J1, Mokos ZB- Clin Dermatol. 2013 Nov-Dec;31(6):718-24. doi: 10.1016/j.clindermaol.2013.05.008. 3) Fractional photothermolysis: treatment of

facial and nonfacial cutaneous photodamage with a 1,550-nm erbium-doped fiber laser. Wanner M1, Tanzi EL, Alster TS. Dermatol Surg. 2007 Jan;33(1):23-8. 4) Fractional Erbium laser in the treatment of photoaging: randomized comparative, clinical and histopathological study of ablative (2940nm) vs. non-ablative (1540nm) methods after 3 months - Juliano Borges,1 Tullia Cuzzi,2 Carlos Alberto Mandarim-de-Lacerda,3 and Mônica Manela-Azulay2 - An Bras Dermatol. 2014 Mar-Apr; 89(2): 250–258 5) Indagine multicentrica Teosyal Meso versus Teosyal Redensity I, settembre 2010, dott. Carré, dott. Vivier, Fr

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MEDICINA ESTETICA di SSalvatore Fundarò Specialista in Chirurgia Generale, Spe Chirurgia Plastica. Chi Docente CPMA - VALET, Doc Dire Direttore Sanitario del Poliambulatorio Mu MultiMed - Bologna

i può dire senza paura di essere S smentiti che circa due anni fa l’introduzione dei fili in Medicina Estetica sia stata la principale novità degli ultimi tempi. Il rapido susseguirsi dell’immissione di varie tipologie ha però generato una certa confusione sia nei pazienti che nei medici, facendo nascere a volte aspettative di risultato eccessive, che le caratteristiche del prodotto utilizzato non potevano garantire. Per ovviare a questi fraintendimenti è bene fare chiarezza sulle tipologie di fili impiantabili, sulle loro indicazioni e sulle relative tecniche d’impianto. L’ampissima varietà di fili attualmente in commercio impedisce a questo breve articolo di essere esaustivo. Non essendo possibile descriverli tutti, vi proporremo un’iniziale classificazione dei differenti fili al fine di cominciare a dare un po’ di ordine al mercato e di orientare nella scelta il medico che si avvicina a questo settore. In primo luogo si devono distinguere due principali categorie: i fili biostimolanti e i fili di trazione. Come si evince dalla loro denominazione, l’azione di ciascuna tipologia è differente: i primi hanno un effetto biostimolante sul tessuto cutaneo, mentre i secondi sono in grado di determinare un’azione di sollevamento, trazione o pessi della cute e dei compartimenti adiposi superficiali. I fili biostimolanti sono caratterizzati, in generale, dalla loro semplicità d’impianto, in quanto vengono inseriti a livello dermico/ sottocutaneo attraverso un semplice ago ipodermico di gauge a lunghezza

IL RINGIOVANIMENTO DEL VOLTO CON FILI: UN’EVOLUZIONE COSTANTE variabile a seconda della misura del filo, senza richiedere l’esecuzione di anestesia locale. A loro volta sono suddivisibili in lisci e in spinati. I fili lisci si distinguono poi in fili lisci-lineari, lisci-a spirale, lisci-intrecciati. Il polimero più frequentemente utilizzato nella loro fabbricazione è il polidiossanone (PDO), normalmente usato nei fili di sutura riassorbibili. Il tempo di riassorbimento completo del PDO è di 6 mesi circa. Il meccanismo d’azione maggiormente accreditato per spiegare l’effetto biostimolante cutaneo è la meccanotrasduzione. Il filo impiantato a livello dermico/sottocutaneo esercita una trazione sulla rete di fibre collagene dermiche che è in grado di provocare un aumento della produzione collagene da parte dei fibroblasti. Infatti la cellula, sottoposta a uno stimolo meccanico esterno, viene stimolata grazie alla presenza di vari sistemi di trasduzione meccanica collocati a livello della membrana cellulare, il più noto dei quali è l’integrina. Lo stimolo meccanico esterno esercitato sulla matrice extracellulare determina, pertanto, modificazioni biologiche intracellulari in grado di attivare gli specifici geni deputati alla sintesi del collagene. Altro meccanismo d’azione dei fili biostomolanti è invece di tipo

Gentile consessione del Dr. Carlo Borriello - Lucca

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Prima e dopo una settimana dal trattamento con fili BalanceLift® di Seltec Medical

fisico, dovuto all’azione di sostegno e rinforzo dermico oltre che di riempimento delle depressioni dermiche che i fili possono esercitare una volta impiantati. I fili di trazione hanno

Tipo d’azione

Polimeri

Sistemi d’impianto

Tipologia

Biostimolazione

Polidiossanone (PDO)

Ago ipodermico

Lisci-lineari Lisci- a spirale Lisci-intrecciati Spinati

Tipo d’azione

Polimeri

Sistemi d’ancoraggio

Sistemi d’impianto

Distribuzione ancoraggi

Trazione

Policaprolattone Acido lattico-glicolico

Spine Coni

Ago singolo Doppio ago Ago ipodermico

Monodirezionali Bidirezionali convergenti Bidirezionali divergenti

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corso teorico-pratico

I FILI IN MEDICINA ESTETICA: DALLA BIORIVITALIZZAZIONE AL SOSTEGNO Obiettivo del corso Il corso si pone l’obiettivo di far comprendere il corretto utilizzo delle metodiche di trattamento mediante fili riassorbibili per biorivitalizzazione e fili riassorbibili di sostegno. Queste tecniche, opportunamente comprese ed applicate consentono di aumentare le capacità di trattamento degli inestetismi del viso, garantendo risultati rapidi ed apprezzabili in maniera significativa. L’applicazione infatti dei fili biorivitalizzanti, consente un effetto di ringiovanimento e di compattamento della cute mentre i fili di sostegno consentono la definizione dei diversi distretti anatomici del viso quali il profilo mandibolare, l’area zigomatica e l’area periorbitaria. Queste tecniche, in abbinamento all’impiego di filler e tossina botulinica, garantiscono una completezza di trattamento ed una qualità di risultati tali da avvicinare sempre più la medicina estetica alla chirurgia estetica, aumentando quindi la compliance del paziente nel nostro ambulatorio. DOCENTI: DATE DEL CORSO: DURATA: ECM: Gentile consessione del Dr. Giovanni Scornavacca - Catanio

Gentile consessione del Dr. Giovanni Scornavacca - Catanio

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una pianificazione e una tecnica di impianto più complessa e articolata e richiedono in linea di massima l’esecuzione di anestesia locale. Le tipologie sono estremamente variegate. In primis vanno distinti in base al sistema di ancoraggio dei tessuti, che può essere costituito dalla spinatura dei fili stessi (fili spinati o barbed) o dall’inserimento lungo il filo di coni riassorbibili (filo con coni). I polimeri utilizzati sono il policaprolattone per i fili barbed e l’acido polilatticoglicolico per i fili con coni. I tempi di 26

Dr. Salvatore Fundarò Dr.ssa Paola Rosalba Russo 17 ottobre 2014 1 stage di 8 ore 8 crediti

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riassorbimento sono per entrambi di 12 mesi circa. I fili con i coni si trovano in un’unica versione a doppio ago posto alle estremità del filo con coni contrapposti di varie lunghezze. I fili barbed sono molto più variegati, infatti ce ne sono di impiantabili tramite cannule smusse e tramite aghi posti alle estremità. Possono prevedere anche sistemi di ancoraggio chirurgici tramite punto di sutura. Recentemente sono stati introdotti fili barbed bidirezionali impiantabili con ago ipodermico, che non richiedono anestesia locale e facilitano la tecnica d’impianto. L’orientamento della spinatura può essere unidirezionale, bidirezionale divergente o bidirezionale convergente. Il meccanismo d’azione consiste in tutti i casi nella capacità del sistema di ancoraggio tissutale di agganciare il tessuto sottocutaneo e di trazionarlo in senso antigravitazionale. La loro azione è pertanto inequivocabilmente di tipo liftante sui tessuti cutanei e sottocutanei del volto. Ciascuna tipologia ha indicazioni e tecniche d’impianto specifiche e variabili tra un filo e l’altro. I risultati ottenibili con l’impianto di fili sia biostimolanti che di trazione sono solitamente di soddisfazione per i pazienti e il medico, avendo cura di inquadrare bene il caso e di spiegare accuratamente le finalità del trattamento scelto. Errare l’indicazio-

ne o utilizzare una tecnica non corcor retta può ridurre o a volte azzerare i risultati. L’impianto corretto dei fili richiede una curva d’apprendimento e un’adeguata preparazione dei medici, che solo dopo un’adeguata formazione possono sfruttare al massimo le potenzialità del trattamento. ✘

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MEDICINA ESTETICA di G Giuseppe Maria Izzo Specialista in Dermatologia Spe e VVenereologia - Napoli Docente CPMA VALET - Bologna Doc

el complesso e variegato mondo N della Medicina Estetica, da qualche anno ha visto la luce un nuovo modo di approcciare gli inestetismi collegati alle patologie dermatologiche. Il teorico di questa nuova filosofia è il dermatologo statunitense Zein Obagi, uno dei massimi esperti di peeling a livello mondiale, nonché profondo conoscitore della fisiopatologia della cute. Nella sua rinnovata visione della dermatologia estetica, il dottor Obagi pone l’accento sulla necessità di curare la cute dall’interno per poterne poi migliorare l’aspetto esterno: tutte le metodiche di trattamento, dal laser ai filler, dalla tossina botulinica ai peeling chimici, hanno un’altra resa se la cute su cui agiscono è stata precedentemente preparata con un’adatta terapia topica domiciliare, specifica per il tipo di cute e l’età del paziente. Per la verità, è un concetto che chi scrive porta avanti dalla fine degli anni Novanta, quando in numerosi corsi e congressi sostenevamo che la cute ha

Prima e dopo il trattamento per acne e iperpigmentazione post-infiammatoria. La procedura eseguita è il nuovissimo peeling ideato dal Dott. Zein Obagi, il ZO 3-Step Peel, che oltre a permettere una forte azione di esfoliazione stimola la rigenerazione cellulare, step che non avviene con i peeling tradizionali 28

COSMECEUTICI E PEELING CHIMICI: NUOVI CONCETTI E NUOVE PROSPETTIVE bisogno di cosmeceutici appropriati e non soltanto di semplici creme che hanno soltanto azione idratante e nutriente dello strato corneo. Zein Obagi estremizza questa nostra asserzione e sostiene, a nostro avviso giustamente, che questi cosmetici di superficie siano addirittura controindicati nella cura della pelle, in quanto limitano la corretta risposta della nostra cute, impedendone una corretta rigenerazione. CORREZIONE Migliorare l’epidermide con agenti topici per sei settimane, prima di effettuare peeling chimici, con la seguente procedura: detersione, stimolazione, scrub, equilibrio del ph, controllo del sebo, applicazione di aha e sostanze schiarenti. STABILIZZAZIONE DELL’EPIDERMIDE Utilizzo di cosmeceutici contenenti principi attivi in grado di stabilizzare l’epidermide, ottenendo ripristino della funzione barriera; riparazione del DNA; attività antinfiammatoria; riduzione dei danni da UV; aumento dei benefici della correzione; riduzione delle reazioni indesiderate. Gli agenti utilizzati sono in primis il retinolo, insieme ad antiossidanti, antinfiammatori e riparatori del DNA. STIMOLAZIONE Miglioramento del derma grazie all’impiego di alcuni topici, principalmente il retinolo, per favorire la riparazione e la produzione di collagene, elastina e glicosaminglicani e alcune sostanze schiarenti, e con l’ausilio di trattamenti medico-estetici a livello dermico. OMOGEINIZZAZIONE DEL COLORITO DELLA CUTE Per i possibili e frequenti effetti collaterali derivanti dall’uso dell’idrochino-

Foto prima e dopo il trattamento per melasma. La procedura eseguita è il ZO Controlled Depht Peel, evoluzione del famosissimo “Blue Peel” il peeling che ha reso famoso nel mondo il Dott. Zein Obagi. Questo peeling è il più potente tra quelli che si possono usare nel programma di trattamenti del Dott. Obagi e permette di migliorare e resettare la pelle del viso fino al derma reticolare

ne, sostanze depigmentanti e retinolo in combinazione fra di loro vengono applicate sul viso non solo per schiarire le iperpigmentazioni, ma anche per uniformare il colorito della cute, mantenendone nel tempo i risultati. IDRATARE E CALMARE Le creme idratanti sono state bandite perché il loro utilizzo determina l’annullamento dei risultati raggiunti con i quattro principi chiave. Si utilizzano quindi prodotti in grado di stabilizzare i risultati e di accelerare l’idratazione cutanea dall’interno. PROTEZIONE SOLARE L’approccio alla fotoprotezione si compone di due elementi: stabilizzazione dell’epidermide, per aumentare la tolleranza e la resistenza agli UV e sopprimerne la flogosi che essi inducono; filtri fisici e melanina vengono utilizzati in combinazione per dare sia una protezione a breve termine (2 ore) che a lungo termine (6-8 ore).


ZO 3 STEP PEEL Il primo step di questo nuovissimo peeling rimuove lo strato più superficiale dell’epidermide e si compone di acido salicilico (17%), tca (10%), acido lattico(5%), insieme a saponina per bloccare un’eccessiva reazione della cute e glicerina per preservarne l’idratazione. Il secondo step prevede l’applicazione di una crema al 6% di retinolo, che stimola il derma, incoraggiandone la funzione delle cellule presenti, determinando un notevole effetto di ringiovanimento della cute, con aspetto turgido della stessa e riduzione delle rughe. Nel terzo e ultimo step viene applicata una crema lenitiva, per minimizzare la reazione flogistica della cute. A casa, il paziente applica il mattino successivo una seconda dose di retinolo nonché altra crema calmante. La restitutio ad integrum si completa entro pochi giorni ed è indicato dal fotoaging alle ipercromie, compreso il melasma, nonché nell’acne attiva e cicatriziale di grado non elevato.

ZO MEDICAL CONTROLLED DEPTH PEEL A base di tca al 30% che, miscelato con la base blu, diventa al 20–26 %, in rapporto alla diluizione. Quando applichiamo il tca sulla cute, si determina disidratazione e conseguente necrosi di cellule epidermiche e dermiche di intensità variabile in rapporto alla concentrazione del peeling e un recupero dopo la fase di eritema ed esfoliazione della cute di durata variabile dai 4 ai 10 giorni. Al termine della fase di ristrutturazione, la cute presenta una texture omogenea, appare compatta e di aspetto omogeneo. In rapporto alla sua concentrazione, il peeling può essere solo intraepidermico oppure andare più o meno in profondità nel derma. Dopo un solo peeling si ottengono notevoli miglioramenti nel fotoaging, nell’acne attiva e cicatriziale, nelle ipercromie post flogistiche et anche nel melasma. La base blu è la nostra assicurazione per un risultato ottimale senza complicanze indesiderate ed è a ph bilanciato, arricchita da integratori lipidici, mediatori dell’infiammazione

e antiossidanti. Il peeling (miscela di base blu e tca nelle proporzioni già citate) si applica a strati in rapporto alla profondità che si vuole raggiungere con il Controlled Depth Peel. Dopo l’applicazione, si deterge con un cleanser ricco di betaidrossiacidi per rimuovere la base blu e le cellule morte e di niacinamide (vitamina b3) che, penetrando nella cute, ha la funzione di stimolare il normale turnover della pelle. CONCLUSIONI La filosofia di Zein Obagi è essenzialmente questa: spostare il bersaglio dei nostri trattamenti dalla superficie all’interno della cute, utilizzando tutti gli strumenti necessari a ricostruire una corretta funzione cellulare per prevenire gli effetti del fotoinvecchiamento e del cronoinvecchiamento. Non più, quindi, cosmetici di superficie e non solo prodotti farmaceutici per le patologie, ma una linea di cosmeceutici in grado di offrire alla cute gli strumenti che le permettano di rinnovarsi, prendendosi cura della pelle stessa. ✘

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MEDICINA ESTETICA di TTatiana Marcella Lovera Medico chirurgo, Me Esperto in Medicina Estetica e Antiaging - Cuneo Esp

TECNOSIX® RECORDER ME, L’EVOLUZIONE DELLA RADIOFREQUENZA IN MEDICINA ESTETICA La sinergia perfetta tra trattamento diatermico e criogenico

a radiofrequenza rappresenta ogL gigiorno una delle più moderne tecniche utilizzabili nel trattamento dell’aging e del rilassamento cutaneo di viso e corpo. Con tale metodica si effettua un ringiovanimento cutaneo in maniera naturale, piacevole e molto ben accetto dal paziente. Com’è noto, l’effetto tensorio cutaneo ottenibile con la RF non ablativa risulta correlato a modificazioni dei tessuti attraversati in rapporto al fatto che l’energia elettromagnetica emessa incontra una resistenza tissutale che la converte in energia termica. L’energia termica prodotta risulta responsabile della

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denaturazione delle fibre di collagene, con conseguente riarrangiamento stechiometrico delle fibre stesse per rottura dei legami intramolecolari. Tale fenomeno induce una reazione infiammatoria con richiamo di fattori chemiotattici responsabili della produzione di nuove fibre collagene (skin tightening). Il trattamento con radiofrequenza è dunque un’ottima procedura non chirurgica che agisce sulle fibre del collagene, determinandone una contrattura immediata a livello del derma profondo, sino alla fascia muscolare, con l’effetto di un piacevole rassodamento e una maggiore tonicità della cute di viso e corpo. Le micro rugosità vengono eliminate, mentre solchi e rughe profonde si attenuano notevolmente; la pelle appare più compatta e consistente, eliminando tutti gli inestetismi cutanei legati al rilassamento cutaneo. Oggi, attraverso innovative soluzioni tecniche, abbiamo a disposizione un’apparecchiatura a radiofrequenza che unisce effetti diatermici a effetti criogenici. Parliamo della Tecnosix® Recorder ME, un’apparecchiatura che associa alla RF capacitiva e resistiva anche un manipolo criogenico, mantenuto a una temperatura di 4°, rigorosamente controllata, in grado di scambiare calore, sottraendolo, attraverso il raffreddamento della zona trattata. L’integrazione dei due trattamenti, chiamata Shock Diatermico, rappresenta la nuova frontiera della terapia fisica strumentale. Ciò che si determina con l’utilizzo in sinergia di entrambi i sistemi è un’importante biostimolazione (grazie alle movimentazioni energetiche endocellulari), un’iperemia capillare, Il sistema Tecnosix® Recorder ME

Trattamento con Tecnosix® Recorder ME alla pprima seduta

Trattamento con Tecnosix® Recorder ME alla sesta seduta

un aumento della riossigenazione dei tessuti, un’accelerazione del drenaggio linfatico nonché una rivascolarizzazione di aree ischemiche soggette a danno biologico, con conseguente effetto antiaging di viso e corpo (rughe, lassità cutanea, cellulite), ma anche antalgico, miorilassante e decontratturante dei tessuti muscolari.


Tecnosix® Recorder ME è inoltre dotata di un sistema di controllo, l’“Energy Absorbed Control” (E.A.C.), con cui è possibile misurare e controllare l’energia somministrata, rendendo dosabile e ripetibile ogni trattamento. Ciò rende possibile trattare il paziente, in funzione dell’energia assorbita e non, del tempo di esposizione, superando il vecchio concetto di legame tra tempo e terapia. Tecnosix® Recorder ME presenta inoltre una versatilità d’uso notevole, unica nel suo genere. Con Tecnosix® Recorder ME è possibile, infatti, effettuare trattamenti combinati e controllati di diatermia + freddo, selezionare i parametri di erogazione secondo i tessuti da trattare, dosare l’energia per ogni paziente e per ogni patologia, creare (grazie a un sistema gestionale computerizzato) un database e singole schede per ogni paziente, nonché registrare e memorizzare, su hard disk esterni oltre che direttamente sulla macchina, tutti i parametri di trattamento. ✘

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SCUOLA CPMA di Crescenzo Di Donato Specialista in Dermatologia e Venereologia Coordinatore didattico CPMA VALET - Bologna

È UNA QUESTIONE DI MODULO In difesa della vostra professionalità o all’attacco delle novità proposte dalla Scienza Medica: comunque vogliate decidere di giocare le vostre chances, la Scuola di Bologna ha quello che fa per voi…

l medico, oggi, può decidere di gioIdella care in difesa dei propri pazienti e propria professionalità, ma può decidere pure di giocare all’attacco, “aggredendo” le novità che la Scienza Medica propone con cadenza quasi quotidiana. In un caso come nell’altro – se ci è consentito il paragone calcistico – dovrà prima di tutto scegliere il Modulo giusto. Già, perché i medici hanno oggi a disposizione la possibilità di perfezionare le proprie coscienze in un singolo settore del campo che interessa (e i corsi CPMA, al proposito, sono esaustivi) o più in generale nell’intera branchia cui appartiene il settore stesso (e allora, niente di meglio dei Moduli CPMA). I Moduli proposti dalla Scuola di Bologna sono sei: Viso (base e avanzato), Corpo (base e avanzato), Angiologia e Flebologia, Tecniche Laser. Sei percorsi formativi davvero completi, che regalano al medico una piena conoscenza delle metodiche più sicure e funzionali e delle strumentazioni e dei prodotti più all’avanguardia. Entriamo nel dettaglio e prendiamoli in esame: MODULO VISO BASE Prevede corsi su questi temi: CheckUp cutaneo; Inestetismi del volto: filler - corso base; Impiego della tossina botulinica - corso base; Indicazioni medico-chirurgiche del viso e del collo; Timedchirurgia; Peelings chimici; Carbossiterapia in Medicina Estetica; Approccio multidisciplinare al trattamento dell’acne; L’avvocato nell’ambulatorio di Medicina Estetica. MODULO VISO AVANZATO Ecco i corsi su cui si sviluppa: Inestetismi del volto: filler - corso avanzato; Peelings chimici - corso II livello pratico; Biostimolazione: strategia 32

nel trattamento degli inestetismi del viso; Impiego della tossina botulinica - corso avanzato; Analisi differenziata e approccio globale dei trattamenti medico estetici del 3° superiore e medio del volto, nei pazienti dai 30 ai 60 anni; Tecniche laser; Fili in Medicina Estetica; Gestione delle complicanze. Vi sembra che sia stato trascurato qualche argomento? Ai nostri docenti e alle centinaia di medici che nel corso degli anni hanno affollato le aule, il programma è sempre sembrato otti-

mo e abbondante. E se l’oggetto dei vostri interessi professionali è l’intero corpo: MODULO CORPO BASE È basato sui seguenti corsi: Semeiotica clinica-strumentale e analisi della composizione corporea; Intradermoterapia distrettuale (Mesoterapia) e microterapia; Insufficienza venosa (propedeutico a sclerotera pia); Body Reshaping; Mesoterapia e Laserlipolisi; Management utrizionale associato; Intergratori alimentari,


alimenti funzionali, endofarmaci; Liporiduzione non chirurgica tramite iniezioni di fosfatidilcolina (Intralipoterapia), Scienza dell’alimentazione (propedeutico a Dietoterapia dell’obesità); L’avvocato nell’ambulatorio di Medicina Estetica. MODULO CORPO AVANZATO Non è da meno: Rimodellamento corporeo con liposcultura e lipofilling; Timedchirurgia; Scleroterapia delle varici ed esame E.C.D. - schiuma sclerosante; Tecniche di chirurgia cutanea ambulatoriale; Dietoterapia dell’obesità; Gestione delle complicanze. MODULO ANGIOLOGIA E FLEBOLOGIA comprende Insufficienza venosa (propedeutico a scleroterapia); Scleroterapia delle varici, esame E.C.D. e Schiuma sclerosante; Eco-colordoppler di prima formazione; Scleroterapia ecoguidata. MODULO TECNICHE LASER IN MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA Tecniche laser percorso base prope-

deutico; Trattamento laser di fotoepilazione; Trattamento laser delle lesioni pigmentate e tatuaggi; Trattamento laser delle lesioni vascolari a manifestazione cutanea; Trattamento laser in sinergia nella terapia dell’aging cutaneo di viso e corpo. DIPARTIMENTO DI TERAPIA ANTALGICA INTEGRATA Per chi è interessato alla terapia del dolore il dipartimento è composto da: Agopuntura di sintesi funzionale, Terapia manuale, vertebrale e articolare, Mesoterapia antalgica integrata, Carbossiterapia nel trattamento del dolore. Insomma, ogni problematica trova la migliore delle risposte possibili, nelle

aule CPMA, e tutto questo avviene da una trentina d’anni. Allora non vi resta che decidere qual è il vostro Modulo migliore e poi scendere in campo. Sarete una squadra fortissima! ✘

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MEDICINA ESTETICA di M Maria Pia De Padova Ospedale Privato Nigrisoli - Bologna Osp

GLI ESITI CICATRIZIALI POST-ACNEICI Gli esiti cicatriziali post-acneici sono un problema cosmetico, particolarmente rilevante in corso di acne di grado moderato e severo

’incidenza non è ben definita: a seL conda degli studi, le stime oscillano tra l’11% e il 95%. Queste manifestazioni possono peggiorare la qualità della vita dei pazienti forse più delle manifestazioni dell’acne in fase attiva, che vengono considerate transitorie. L’evoluzione in senso cicatriziale delle lesioni acneiche costituisce un evento estremamente frequente, che assume importanti dimensioni da un punto di vista epidemiologico, essendo l’acne una patologia cutanea molto diffusa. Indipendentemente dai fattori di rischio e/o condizioni favorenti la loro comparsa, premessa fondamentale per la definizione di linee guida di trattamento è l’esatta caratterizzazione, in termini clinici, delle cicatrici postacneiche e il loro inquadramento in classificazioni univoche e condivise. La classificazione più utilizzata è quella Americana di Jacob et al. che identifica tre specifici pattern: a fittone (icepick); a scodellina (rolling); a cratere superficiali o profonde (superficial–deep boxcar). Queste caratteristiche morfologiche ci permettono di individuare e definire le linee guide di trattamento. D’altronde, a tutt’oggi nella pratica quotidiana degli ambulatori la valutazione delle cicatrici post-acneiche non sempre viene effettuata e, qualora si realizzi, rappresenta comunque un momento accessorio e successivo rispetto alla gestione della fase attiva

della patologia acneica. È auspicabile che l’uso di una classificazione diventi routinaria e che sia unica e in grado di stabilire non solo l’idoneità o l’efficacia dei trattamenti correttivi, ma anche di rappresentare uno strumento strategico per aumentare la compliance del paziente. MIGLIORAMENTI Il trattamento degli esiti dell’acne è decisamente migliorato nel corso degli anni, potendo offrire soluzioni multiple per i diversi tipi di problemi. L’approccio al trattamento è in generale basato su molteplici opzioni, la cui efficacia è sovente correlata al tipo di cicatrici che dobbiamo trattare. Tutte le tecniche finora utilizzate per migliorare la qualità della cute e per indurre un aumento dello spessore cutaneo tale da apportare un miglioramento visibile sulla sua superficie e sul contenuto in fibre hanno adottato tecniche di distruzione, parziale o totale, o di intenso danneggiamento di tutte le assisi cellulari epiteliali fino agli strati più profondi del derma. Possiamo citare i peeling chimici all’acido tricloracetico, tecniche di laser resurfacing ablativo, CO2 o Herbium, o frazionato, micro-dermoabrasione, associate o meno a iniezioni di acido ialuronico con una subcisione con ago del tessuto fibrotico della cicatrice. I trattamenti laser devono essere considerati come i trattamenti

Cicatrici Ci t i i a punteruolo t l ((Ice I Pi Pick) k)

Cicatrici a scodella (Rolling)

maggiormente in grado di migliorare le cicatrici post-acneiche di tipo rolling o box-car. I laser non ablativi non frazionali comportano risultati più modesti ma con meno effetti collaterali. I trattamenti non ablativi frazionati, invece, comportano risultati eccellenti con un downtime ridotto, ma purtroppo devono essere eseguiti molteplici volte. Il resurfacing con laser Er:Yag offre risultati eccellenti però solo in mani esperte. Il resurfacing frazionale con laser CO2 può essere considerato un buon compromesso tra risultati e downtime, minimizzando il rischio di effetti collaterali. Tutte queste tecniche hanno un comune denominatore, quello di asportare o danneggiare in-

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Classificazioni delle Cicatrici da acne


giungere il risultato estetico migliore nel tempo, ma con minimi disagi. Inoltre è bene far capire ai nostri pazienti che i risultati ottenuti devono essere mantenuti attraverso una terapia di mantenimento, perché l‘invecchiamento cutaneo nei pazienti con cicatrici acneiche tende a far riemergere il danno cicatriziale nel tempo, seppure in maniera ridotta. La gestione del problema è veramente complessa. Nella quasi totalità dei casi, l’obiettivo che ragionevolmente ci si può porre è limitato a un miglioramento della situazione clinica. Il desiderio del paziente di ottenere il ritorno della cute alle condizioni precedenti alla comparsa dell’acne viene esaudito, purtroppo molto di

Dott.ssa Norma Cameli

Il trattamento needling

Dott.ssa Norma Cameli

PPrima i e ddopo trattamento con Laser CO2 ffrazionale i l

tensamente vari strati cutanei, spesso comprendendo anche il derma medio e profondo, per indurre una ferita e cambiare il tessuto danneggiato con un tessuto cicatriziale che abbia un migliore aspetto e una migliore consistenza. I rischi connessi però sono relativamente alti e consistono in discromie, eritrosi persistente,cicatrici ipo ed ipertrofiche. ARRIVA IL NEEDLING Una nuova tecnica, priva di effetti collaterali, è il needling, o PCI (Percutaneos Collagen Induction), che mediante un danno controllato, ma senza apporto termico, riesce a indurre attraverso micro ferite, provocate da un roller con infissi, un numero variabili di aghi di acciaio, un miglioramento significativo della superficie e dello spessore cutaneo. Il miglioramento della cicatrice, dell’elasticità e della levigatezza di questa tecnica, è riconducibile alla produzione di collagene indotta, ma anche alla stimolazione meccanica dei fibroblasti dermici. In anni recenti, il trattamento delle cicatrici da acne si è focalizzato su approcci non invasivi o a minima invasività, quindi la combinazione di più trattamenti “soft” può aumentare il miglioramento delle stesse, evitando tutti quegli effetti collaterali 36

Dott.ssa Gabriella Fabbroncini

Prima e dopo il trattamento con needling

di tecniche più aggressive. Secondo la mia esperienza, il miglior risultato si ottiene eseguendo terapie combinate topiche, chimiche, laser frazionali non ablativi e needling. Così, con differenti meccanismi d’azione, possiamo rag-

rado. A ottobre, presso le aule della VALET, ci sarà un corso sull’acne durante il quale affronteremo il problema in tutti i suoi aspetti clinici e terapeutici, sia nella fase acuta che in quella cicatriziale. Vi aspetto! ✘ corso teorico-pratico

APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE AL TRATTAMENTO DELL’ACNE Programma del corso • Definizione • Incidenza ed eziopatogenesi dell’acne • Classificazione • Manifestazioni cliniche • Diagnosi differenziale

DOCENTI: DATA DEL CORSO: ECM:

• Indicazioni terapeutiche: • Topiche • Sistemiche • Ormonali • Strumentali: • Peeling • Laser frazionato non ablativo ed ablativo Dr.ssa Maria Pia De Padova • Lipofilling Dr.ssa Sandra Lorenzi • Terapia fotopneumatica 25 ottobre 2014 • Filler 8 crediti • Needling

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CARBOSSITERAPIA: OLTRE LE INDICAZIONI TRADIZIONALI

MEDICINA ESTETICA Rice e Sviluppo Ricerca MBE MEDICAL DIVISION MB

Nuove frontiere di trattamento per le insufflazioni di anidride carbonica medicale: tendinosi dell’achilleo, alopecia, ringiovanimento genitale e terapia vascolare a Carbossiterapia consiste nell’uL so di anidride carbonica medicale (CO ) somministrata a scopi curativi 2

per via sottocutanea e intradermica mediante inoculazioni. È un trattamento che può essere praticato solo da personale medico e per effettuarlo si utilizza un apparecchio collegato a una bombola di CO2 medicale che permette l’erogazione di gas in modo controllato, programmabile in funzione delle resistenze incontrate nei tessuti del paziente. Durante la somministrazione, è evidente un “gonfiore” della cute, segno della notevole capacità di diffusione della CO2, cui segue un arrossamento con senso di calore, segno dell’attività vascolare del gas. Il trattamento è sicuro per il paziente, poiché l’anidride carbonica è atossica, non provoca embolia ed è compatibile con l’organismo umano che la produce costantemente e la elimina tramite il sistema venoso per via polmonare. Numerose sono le indicazioni della carbossiterapia e oggi ai trattamenti “classici” (psoriasi ed eczemi, P.E.F.S., adiposità localizzata, body contouring, anti age di viso, collo e decolleté, smagliature e cicatrici, lassità cutanea, acrocianosi e malattie vascolari, stasi del microcircolo, impotenza sessuale su base vascolare, R.L.S., ferite difficili) si affiancano protocolli innovativi ed estremamente efficaci. TENDINOSI DELL’ACHILLEO Numerosi casi di tendinopatia dell’achilleo affliggono sia persone che svolgono attività sportiva a livello amatoriale (per di più giocatori di calcio, basket, pallavolo) che persone sedentarie, ma in sovrappeso con sindrome metabolica. Sintomo principale della tendinite d’Achilleo è il dolore sordo lungo la porzione posteriore del tendine, verso il calcagno. A volte il tendine può apparire tumefatto, gonfio ed 38

edematoso, con presenza del dolore nei movimenti del piede che aumenta soprattutto quando ci si solleva sulle punte dei piedi e si allunga il tendine, la mobilità della caviglia è limitata nei movimenti di flesso-estensione e di abduzione-adduzione. Il trattamento della tendinosi achillea si basa su una terapia conservativa e può avvalersi di diversi presidi terapeutici in base allo stadio evolutivo della patologia. Un elemento molto importante è la tempestività dell’intervento. Qualora nonostante le terapie effettuate l’infiammazione persistesse, la carbossiterapia rappresenta un’ottima soluzione per accorciare i tempi di guarigione in quanto con l’insufflazione del gas CO2 si migliora la microcircolazione, si promuove una pseudo-angiogenesi, si vasodilata e si stimola, per effetto Bohr, l’ossigenazione dei tessuti. RINGIOVANIMENTO VULVO-VAGINALE Gli organi genitali subiscono, nel corso della vita, cambiamenti fisiologici di forma e volume e cambiamenti funzionali. In particolare, la menopausa spesso porta con sé atrofia o degradazione dei tessuti attorno al perineo, una ridotta risposta agli stimoli, oltre a una perdita di funzionalità e di turgore dei tessuti e una ridotta sensibilità della zona. Nel campo della Medicina Estetica, è possibile utilizzare la carbossiterapia per un ringiovanimento

non chirurgico della vagina. Il ruolo della terapia è di riossigenare e riattivare i processi metabolici e drenanti che risultano rallentati nell’invecchiamento fisiologico. Il trattamento viene abbinato alle terapie classiche (sostitutive ormonali, tecniche di bioristrutturazione con aminoacidi, vitamine) con lo scopo di rendere la parte più turgida e idratata e ridare forma ai volumi persi. Il trattamento di carbossiterapia consiste in 5 o 6 microiniezioni di anidride carbonica, da effettuarsi nell’area, per stimolare la crescita di nuovi capillari nei tessuti. Si tratta di una procedura rapida e il paziente può tornare alle proprie attività subito dopo il trattamento. A seconda della gravità del problema, possono essere necessari da 6 a 10 trattamenti settimanali e un trattamento al mese per il mantenimento. Gli effetti dei trattamenti sono cumulativi. I risultati saranno un rinnovato turgore della zona trattata, il miglioramento della circolazione e, in tal modo, il ripristino delle funzioni del tessuto ed un aumento della quantità di tessuto nell’area. Grazie ai trattamenti di carbossiterapia, è possibile migliorare non solo l’aspetto estetico della zona trattata, ma anche la qualità della vita sessuale dei pazienti, con incremento dell’attività orgasmica grazie a un rinnovato turgore dei tessuti, tono e funzionalità e a una migliorata lubrificazione. corsi teorico-pratici

CARBOSSITERAPIA IN MEDICINA ESTETICA E CARBOSSITERAPIA ANTALGICA DOCENTI: DATE DEI CORSI: ECM:

Dr.ssa Emanuela Di Lella (Estetica) Dr. Matteo Basso (Estetica) Dr. Giovanni Posabella (Antalgica) Estetica 18 ottobre 2014 Antalgica 19 ottobre 2014 8 + 8 crediti

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TRATTAMENTO ALOPECIA E DIRADAMENTO La perdita e l’assottigliamento dei capelli sono causati da una combinazione di fattori, inclusa la predisposizione genetica e una cattiva circolazione a livello dello scalpo. Ăˆ stata provata l’efďŹ cacia della carbossiterapia nell’aiutare ad invertire questo trend, grazie alla stimolazione delle cellule staminali della papilla dermica del follicolo del capello, nonchĂŠ tramite un miglioramento della circolazione sanguigna locale dovuta alla vasodilatazione indotta dal gas che consente di avere una maggiore disponibilitĂ di ossigeno nei tessuti. Si ricorda inoltre l’azione beneďŹ ca della carbossiterapia nel combattere la ďŹ brosi presente a livello del cuoio capelluto. I migliori risultati si notano abbinando sedute di carbossiterapia a sedute di oxyneedlingÂŽ che stimola le proteine presenti nella matrice extracellulare, la procedura determina la stimolazione del cuoio capelluto con un rullo munito di piccoli aghi d’acciaio chirur-

gico con contemporanea Propulsione di OssigenoÂŽ. Viene cosĂŹ a formarsi un’abrasione locale in grado di favorire l’attivazione delle piastrine, primo elemento di riparazione per il nostro organismo. Nel corso della procedura si osservano una serie di eventi: le piastrine liberano i fattori contenuti negli alfa-granuli; ciò favorisce ed accelera la riparazione e rigenerazione tessutale, stimolando la replicazione dei ďŹ broblasti e delle cellule endoteliali. La Propulsione di OssigenoÂŽ consente la ridistribuzione delle ďŹ bre prodotte, determinando una scultura del derma e esercitando un’azione seboregolatrice nonchĂŠ antinďŹ ammatoria sul cuoio capelluto. CONCLUSIONI Riassumendo, gli effetti della carbossiterapia sono: vasodilatazione di quei minuscoli vasi sottocutanei che in molte patologie sono non funzionanti, vasodilatazione arteriolare e aumento della sďŹ gmicitĂ , pseudoangiogenesi, ossigenazione dei tessuti, scollamen-

to dei tessuti ďŹ brotici, trattamento delle cicatrici, rivascolarizzazione dei tessuti limitroďŹ , ripresa della tonicitĂ cutanea, trattamento delle aree ipovascolarizzate, aumento della velocitĂ del circolo con aumento della deformabilitĂ degli eritrociti. Oggi la CO2 è ampiamente accettata come vasodilatatore naturale con proprietĂ locali ed è fortemente apprezzata anche per il suo effetto analgesico. La scelta della tipologia dei trattamenti e, in particolare, la quantitĂ di CO2 iniettata, il usso utilizzato, la temperatura del gas, la localizzazione piĂš o meno profonda è variabile a seconda della patologia e strettamente connessa alla qualitĂ e versatilitĂ dell’apparecchiatura utilizzata. Caratteristiche tecniche indispensabili di cui tenere conto nella scelta dell’apparecchiatura sono la certiďŹ cazione medicale, la possibilitĂ di regolare indipendentemente velocitĂ , quantitĂ e temperatura del gas e la presenza di dispositivi che riducano l’effetto rebound, rendendo piĂš tollerabile il trattamento al paziente. ✘

ALOPECIA

Courtesy of Dott.ssa A.Scilletta

CARBOSSITERAPIA DI ULTIMA GENERAZIONE PRI PR P R RIM IM MA MA

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RINGIOVANIMENTO GENITALE Courtesy of Dott.ssa A.Scilletta

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TENDINOSI ACHILLEA

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18째 CONGRESSO INTERNAZIONALE

di

MEDICINA e CHIRURGIA ESTETICA

SIES - VALET

27 FEBBRAIO - 1 MARZO, 2015

Centro Congressi CENTERGROSS - BOLOGNA (IT)

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SAVE THE DATE


POSTUROLOGIA di TTullio Toti Specialista Spe p in Odontostomatologia Presidente WPAI - Verona Pre Sergio Zanfrini Ser Libero docente in posturometria Libe Soc Socio fondatore WPAI - Perugia e RRachele Raschellà Nutrizionista, Socio WPAI - Perugia Nut

uello dell’analisi degli squilibri Q posturali è un tema ormai ricorrente e accettato come elemento essenziale per la ricerca della cause delle molteplici sindromi disfunzionali che sono, nella maggioranza dei casi, motivo di richiesta di visita medica. Come in ogni campo delle attività umane, anche in quello delle scuole di analisi posturale esistono correnti di pensiero che producono, infine, differenti protocolli operativi. Le differenze, che in questo breve scritto non appare il caso di enunciare dettagliatamente, possiamo sommariamente dividerle in due indirizzi: coloro che intendono in ogni caso portare il paziente a un rigoroso equilibrio, anche se forzato, e coloro che interpretano l’atteggiamento indiantigravitazionale assunto dall dall’individuo coma la somma degli adattamenti che il suo sistema neuro muscolare ha dovuto adottare nel corso del

ATTUALITÀ CLINICA DELL’ANALISI POSTURALE E POSTUROMETRICA IN MEDICINA ESTETICA tempo conseguentemente alle eventuali noxae che, per cause traumatiche, casuali, ma anche iatrogene, si sono inserite e hanno cambiato la programmazione neurologica del sistema di facilitazione inibizione che governa di fatto la totale gestualità statica e dinamica. La scuola della WPAI (World Postural Association Italia) si riconosce in quest’ultima filosofia clinica. I suoi protocolli di analisi tendono a ricercare l’etiologia delle noxae responsabili dello squilibrio posturale al fine di identificare quella o quelle che, superando le capacità di adattamento dell’individuo, determinano malessere alla persona. Come prima accennato, infatti, non tutti gli adattamenti che fuorviano da un presunto equilibrio ottimale e assoluto sono da considerare patogeni e quindi necessitano uno specifico trattamento, in questo la capacità del medico a eseguire una cor-

ret-

ta diagnosi differenziale è fondamentale per garantire una felice prognosi ad ogni trattamento. Indubbiamente, la considerazione che l’atteggiamento tonico posturale del paziente è il fenotipico risultato della somma degli adattamenti che quel sistema antigravitazionale ha assunto negli anni, o nei mesi, per mantenere un buono stato di benes41


Fig. 1: visione antero posteriore della paziente in prima visita, si nota la stazione in torsione prima l’astinenza dall’alimento ritenuto responsabile di intolleranza alimentare

Fig. 3: tracciato posturometrico iniziale, evidente torsione posturale e grave squilibrio ponderale tra dx e sx 42

sere toglie dal panorama l’erroneo collegamento tra causa ed effetto che, razionalmente, ci si aspetterebbe perché ogni reazione di adattamento sarà “assorbita” dalla situazione precedente; quindi il campo semeiologico nel quale professionista si addentra all’inizio può apparire complicato ed eccessivamente vasto ma pian piano, in realtà, si dimostra di una elementarità sconcertante. Sommariamente diremo che, rifacendoci al molto conosciuto concetto di “triangolo della salute”, le categorie di noxae che possono determinare adattamenti posturali sono la struttura corporea, ovvero ogni parte del nostro corpo con i relativi recettori nervosi, muscolari e tendinei, con particolare attenzione all’attività dei muscoli oculomotori, all’apparato stomatognatico, all’equilibrio di appoggio plantare, alla reciproca attività di facilitazione inibizione delle catene muscolari; l’omeostasi metabolica ovvero tutto quello che introduciamo, acqua, cibo, farmaci, compreso quello che respiriamo, con particolare attenzione agli spesso mal distinti segni e sintomi da intolleranza alimentare; l’abito emozionale soprattutto in relazione a quelle che chiameremo “emozioni negative” come rancore, rimorso, ansia, fobie ecc. Così a confermare quanto già duemila anni fa diceva Ippocrate cioè che tutte le parti del corpo formano un cerchio, perciò ogni parte ha effetto sulle altre. Oggi si parla spesso di Posturologia ma non esiste ancora un corso di laurea che prepari una figura medica che conosca alla perfezione anatomia, fisiologia, neurofisiologia ecc... per poter capire con ragionevole certezza qual è il primum movens. Ecco spuntare allora come funghi sedicenti posturologi che, attraverso tentativi terapeutici, provano a eliminare il sintomo o a rimettere in assetto i pazienti. Spesso queste terapie sono sintomatiche e comportano soltanto l’eliminazione di un compenso che troverà collocamento in un altro distretto corporeo. La filosofia WPAI, per quanto riguarda il campo medico, tende a

Fig. 2: visione antero posteriore della paziente al controllo, si nota il buon riequilibrio posturale dopo l’astinenza dall’alimento ritenuto responsabile di intolleranza alimentare

riconoscere non tanto la figura del medico “posturologo” quasi fosse un generico, ma invita a distinguere coloro che mantenendo le connotazioni specialistiche abbina alla propria diagnosi anche i dati conseguenti all’analisi posturale e posturometrica. Resta fondamentale l’analisi clinica, fondata su un’anamnesi generalista che tenga conto anche dello stile di vita del paziente con particolare riguardo alla postura lavorativa ma, per una corretta diagnosi, è necessario avvalersi anche di misure che vadano oltre le scale analogiche (VAS) o il semplice esame visivo. La misura ha una triplice funzione: rendere oggettivo e quantificare quello che è soggettivo, stabilendo anche la priorità degli interventi terapeutici; documentare anche ai fini medico legali lo stato iniziale del pa-


ATTUALITÀ CLINICA DELL’ANALISI POSTURALE E POSTUROMETRICA IN MEDICINA ESTETICA ziente; creare un elemento di dialogo comune con i professionisti di diverse discipline nel lavoro in equipe. Esistono diversi strumenti di misura ma riteniamo che lo strumento di elezione debba avere alcune caratteristiche fondamentali: non essere invasivo; essere di uso rapido; dare contemporaneamente informazioni sull’assetto ponderale del corpo e sulle modalità di integrazione sensoriale a livello del SNC; indicare l’importanza di una disfunzione rispetto a un’altra; poter analizzare il corpo nel suo insieme. Le pedane posturometriche e stabilometriche (non tutte!) possono rispondere a questi criteri. Attraverso protocolli che prevedono la deafferentazione o la stimolazione di alcuni recettori, possiamo valutare la loro importanza nel mantenimento della postura o nella funzione di disturbo. Uno dei pregi universalmente riconosciuti a uno strumento di misurazione è che ci consegna dati oggettivi. Quindi, considerando la subitanea capacità del sistema facilitazione/ inibizione a riprogrammarsi ad ogni variabile immessa nel sistema, una batteria di esami con caratteristiche differenti, ad esempio occhi aperti e occhi chiusi, alimento in contatto, ecc., potranno darci obiettiva consapevolezza della reazione del sistema paziente al nostro intervento. Va da sé che tutto quanto esposto deve essere considerato non solo in

chiave diagnostica ma anche prognostica. La medicina estetica non si esime dall’aver utilità nella diagnosi posturale del paziente che domanda un intervento riabilitativo perché questa analisi permetterà al professionista di avere un quadro esaustivo ad esempio dei carichi ponderali, con conseguenza sul flusso linfatico ed ematico, sullo stato cronico di torsione e/o flesso estensione con informazioni importanti relativamente ad ipertrofie muscolari asimmetriche, ecc. CASO CLINICO Il caso clinico che esaminiamo è relativo a una paziente (SM di anni 32) che si è presentata a visita per dorsalgia e stanchezza di ndd agli arti inferiori (Figg. 1, 2, 3, 4 e 5). L’analisi kinesiologica della paziente ha evidenziato una sindrome posturale biochimica relativa ad intolleranza alimentare nei confronti del pomodoro. All’esame antropometrico la paziente presentava, in posizione supina, un diametro maggiore della coscia destro di circa 3 cm. Sia i test effettuali sulla paziente che i tracciati stabilometrici hanno confermato la diagnosi. Alla paziente è stato consigliato di astenersi dall’alimento in qualsiasi forma. Il controllo a 25 gg conferma che il sistema posturale della paziente, una volta sollevato dalla noxa, si è riprogrammato verso una situazione

Fig. 4: tracciato posturometrico del controllo a 25 gg, evidente il recupero ponderale e della torsione

corso teorico-pratico

ATTUALITÀ CLINICA DELL’ESAME POSTUROMETRICO Obiettivo del corso Trasmettere i concetti base della patogenesi degli squilibri posturali focalizzando l’attenzione del clinico anche al rispetto dei meccanismi fisiologici di compenso. Analisi del meccanismo di facilitazione/inibizione muscolare anti gravitazionale. Introduzione all’utilità clinica e medico legale della misurazione delle variazioni posturali sia in chiave diagnostica che prognostica. DOCENTE: DATA DEL CORSO: ECM:

Dr. Tullio Toti 31 gennaio 2015 in fase di accreditamento

PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it

Fig. 5: Tracciato posturometrico con la paziente a contatto dell’alimento ritenuto responsabile di intolleranza alimentare, si noti il miglioramento conseguente al rilassamento indotto dall’alimento intossicante

di maggior equilibrio con un recupero di 13.3 Kg a favore dell’arto destro. La sintomatologia dorsalalgica è scomparsa e la stanchezza (definita “cronica” in altra struttura) agli arti inferiori è nettamente migliorata con un pressoché completo equilibrio tra i diametri delle cosce perché la differenza si è ridotta a 0,4 cm a favore della coscia destra. ✘ 43


ECO-COLOR DOPPLER, IL MIGLIOR AMICO DEL MEDICO

FLEBOLOGIA di FFranco Accorsi Specialista in Angiologia Medica Spe Docente CPMA - VALET - Bologna Doc

Ormai è universalmente riconosciuto che gli ultrasuoni sono uno strumento diagnostico indispensabile per l’attività quotidiana negli ambulatori medici

nche quest’anno la VALET orgaA nizzerà corsi di eco-color Doppler vascolare: in particolare, il corso di prima formazione è rivolto ai medici dei servizi di emergenza e di pronto soccorso, sempre più coinvolti nella diagnostica angiologica, ai medici di medicina interna e a tutti i medici specialisti che devono quotidianamente confrontarsi con problemi vascolari. Nelle lezioni sarà privilegiato un confronto diretto docentidiscenti, con presentazioni teoriche e di casi clinici “interattivi” cui faranno seguito numerose ore di esercitazioni pratiche, con applicazione delle tecniche diagnostiche su pazienti selezionati. Il corso sarà suddiviso in tre moduli, articolati in sei giornate, con lezioni che riguarderanno sia la diagnostica arteriosa (vasi cerebro afferenti, aorta addominale e suoi rami, arti inferiori), sia la diagnostica venosa (vene dell’addome e degli arti inferiori). La finalità è fornire ai discenti le conoscenze teorico-pratiche per “cominciare a lavorare” e le basi per un successivo perfezionamento che si potrà ottenere solo con la pratica quotidiana e la frequentazione di corsi avanzati.

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PRIMO STAGE Il primo modulo sarà dedicato ai principi fisici, alle tecniche di esecuzione, ai quadri normali, ai limiti dell’indagine e allo studio dei tronchi sovraortici. Nelle lezioni dedicate allo studio dei vasi cerebro afferenti, si risponderà alle domande più frequenti: quando e perché eseguire lo studio eco-color Doppler dei vasi extracranici nel paziente asintomatico e sintomatico, come e quando valutare l’ispessimento intima-media, come fare per una valutazione corretta della placca carotidea (morfologia, ecostruttura e percentuale di stenosi). Una lezione riguarderà anche il ruolo dell’ecocolor Doppler nell’insufficienza cerebro-vascolare acuta. In questo caso, l’indagine può essere considerata lo stetoscopio dello specialista: in mani esperte, lo studio ultrasonografico dei vasi extra-intracranici può identificare, in meno di quindici minuti, il meccanismo alla base dello stroke (localizza la sede dell’eventuale occlusione vascolare) e permettere l’inizio immediato di una terapia efficace. SECONDO STAGE Il secondo modulo tratterà la patologia dell’aorta e suoi rami, delle

arterie periferiche e delle vene addominali. Nelle lezioni riguardanti la patologia dei vasi arteriosi addominali, molta importanza sarà data allo studio degli aneurismi dell’aorta: in questi casi, l’esame ultrasonografico, in mani esperte, è un metodo diagnostico molto attendibile, con una sensibilità di quasi il 100%. Una lezione sarà dedicata allo studio eco-color Doppler delle arterie renali: questo esame complesso, di non semplice interpretazione, attualmente viene spesso richiesto nell’ipertensione arteriosa severa, nell’insufficienza renale acuta dopo somministrazione di ACE-inibitori e in caso di trapianto renale, per escludere una stenosi dell’anastomosi o una dissecazione. Nello studio delle arterie degli arti inferiori, l’importanza di una corretta esecuzione dell’esame ultrasonografico consiste nel fatto che questa indagine è, spesso, l’unica a essere eseguita: saranno presentati i quadri eco Doppler di stenosi, aneurismi, trombosi. Una lezione specifica sarà riservata alle stenosi arteriose distali, che comportano maggiori difficoltà diagnostiche e, quindi, richiedono 44


corso teorico-pratico

ECO-COLOR DOPPLER DI PRIMA FORMAZIONE una maggiore esperienza dell’esaminatore. Una sessione, infine, riguarderà lo studio delle vene addominali, con particolare riguardo alle trombosi dell’asse iliaco-cavale e renale. TERZO STAGE Il terzo modulo tratterà esclusivamente la patologia venosa, pro-

Obiettivo del corso Il corso di prima formazione si propone di fornire le basi teoriche e metodologiche dell’ecocolor-doppler vascolare. Nei primi tre stages verranno affrontate le problematiche relative allo studio dei vasi cerebroafferenti, delle arterie periferiche degli arti interiori, dell’aorta addominale e dei suoi rami, del sistema venoso degli arti inferiori. A un’agile presentazione teorica della metodologia d’indagine e dei quadri semeiologici più comuni, farà ben presto seguito l’applicazione delle tecniche diagnostiche su pazienti selezionati con varie patologie. I partecipanti al corso saranno chiamati a svolgere in prima persona, sotto la guida e con l’assistenza continua del Docente, gli esami ultrasonografici, allo scopo di familiarizzare sin dall’inizio con la manualità e l’interpretazioni dei dati. Il quarto e ultimo stage sarà esclusivamente pratico e prevederà l’esecuzione in “full immersion” di esami riguardanti tutti e quattro i distretti precedentemente studiati. Il corso non si prefigge - non sarebbe d’altra parte possibile - di fornire ai partecipanti l’”autonomia operativa”, ottenibile solo al termine di alcuni mesi di pratica continuativa. È tuttavia in grado di fornire agli interessati le conoscenze necessarie e una manualità di base per “cominciare a lavorare” e perfezionarsi successivamente attraverso una pratica assidua e la frequentazione di corsi avanzati. DOCENTI: DATA DI INIZIO: ECM:

Dr. Franco Accorsi Dr. Alessandro Pieri 16/01/15 50 crediti

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Trombosi venosa profonda

fonda e superficiale, degli arti inferiori. In presenza di “gamba gonfia”, l’eco-color Doppler è il test di riferimento: in questi casi, il sospetto clinico di trombosi venosa profonda deve sempre essere confermato, urgentemente, con questo esame strumentale, in quanto la sola diagnosi clinica presenta una bassa sensibilità e specificità.

Ne Nelle lezioni verranno presenttate le due possibili strategie diagnostiche che consistono nella compressione venosa e nello studio completo, morfologico e funzionale della vena cava inferiore, delle vene iliache e delle vene degli arti inferiori. Anche la diagnosi di trombosi venosa superficiale necessita sempre di una conferma strumentale: la diagnosi clinica, infatti, non è aaffidabile nel determinare l’este stensione prossimale del trombo (che generalmente si estende oltre i segni clinici) e nel diagnosticare u un’eventuale trombosi venosa profon profonda associata. Anche in questo caso l’eco-color Doppler, in mani espert esperte, è lo strumento diagnostico di scel scelta sia nella fase acuta, sia nel follow up, per la documentazione dell’ev dell’eventuale progressione o risoluzione della malattia. Naturalmente, alle presentazioni p teoriche, faranno seguit seguito numerose ore di esercitazioni pratiche pra su pazienti selezionati, con discussioni di riguardanti le modalità di esecuzione dell’indagine strumenta mentale e gli schemi di refertazione degli esami. e ✘ 45


MEDICINA ESTETICA di RRoberto Pelliccia Medico Chirurgo - Roma Me

LA BIOSTIMOLAZIONE CUTANEA Gestire la rigenerazione cutanea con fattori eterologhi, ma nel rispetto della fisiologia

on il termine biostimolazione C cutanea, da distinguere dal concetto di bioristrutturazione cutanea, vogliamo indicare un’attivazione biologica a livello dermico con il fine di ottenere un miglioramento funzionale della cute ottenuto con l’attivazione delle funzioni anaboliche del fibroblasto per migliorare la sintesi dei vari componenti della matrice: proteoglicani, collagene e acido jaluronico. Il fibroblasto presenta, nella nostra cute, capacità biosintetiche differenti a seconda della sua età. Nella fase giovanile produce grandi quantità di proteoglicani ed elastina, consentendo alla cute un giusto stato d’idratazione e di elasticità; in età avanzata la produzione è spostata verso la formazione di collagene (principalmente di tipo I) che, pur mantenendo il tono cutaneo, non ne migliora l’idratazione e l’elasticità. Questo significa che il trattamento di biostimolazione non potrà dare lo stesso risultato su una cute con fibroblasti giovani e su una cute con fibroblasti anziani. Con il termine di bioristrutturazione cutanea si intende un trattamentile a migliorare to medico utile lla cute anche l’estetica della la fisiologia di a scapito della rocesso d’inquesta. Il processo o del volto vecchiamento prevede la diminuzione stenza dei della consistenza tessuti che lo come strutture pongono. Le portanti del corpo e il inuiscono derma diminuiscono me con il il loro volume passare del tempo: questo porta alla caduta verso il basso dei tessuti mobili ttodel volto, sottoza posti alla forza 46

di gravità; quindi favorendo meccanismi di riparazione e favorendo la neoformazione di collagene fibroso di tipo I riusciamo a ricompattare il derma con conseguente miglioramento estetico. L’attività anabolica del fibroblasto è anche indotta dalla degradaziop ne dei componenti della matrice e in particolare

dell’acido jaluronico. È fisiologica l’esistenza di meccanismi regolatori che si attivano alla diminuzione dei componenti della matrice e si inibiscono all’aumento della concentrazione di questi. L’ATTIVAZIONE METABOLICA Infatti,, mentre i frammenti di acido jaluronico compresi tra 20 e 38 monomeri si legano ai CD (cluster of differentiation) 44 e attivano la proteinchinasi C con conseguente attivazione anabolica del fibroblasto, l’acido jaluronico in forma macromole-


colare inibisce le funzioni fibroblastiche e attiva le metalloproteinasi del derma (idrolisi della matrice). Dopo l’attivazione metabolica del fibroblasto, dobbiamo fornire all’ambiente circostante la cellula gli aminoacidi precursori dei componenti della matrice dermica. Prolina per attivare la formazione di collagene, lisina per attivare la formazione di desmosina (cerniera elastica dell’elastina) e cisteina per ridurre le MMS, che vengono tenute bloccate nel loro sito attivo proprio da questo aminoacido.Tutto questo è contenuto in un Medical Device di tipo III (Skin B), necessariamente tamponato con bicarbonato a un Ph fisiologico indispensabile al mantenimento dello stato di sol della matrice con il fine di favorire gli scambi metabolici a livello cellulare. In tempi più recenti sono stati formulati altri due Medical Device di III livello che diversificano e completano le indicazioni per una corretta “Biostimolazione”. Nel primo caso è stata aggiunta la colina (Skin Colin)

precursore dell’acetilcolina con il fine di incrementarne la produzione e attivare il sistema colinergico cutaneo coinvolto nel processo di proliferazione, differenziazione, adesione e migrazione dei cheratinociti, unitamente a svariate altre funzioni: microcircolo, formazione di sebo, angiogenesi, etc. Nel secondo caso sono stati aggiunti antiossidanti, in particolare Vitamina C e Glutatione, al fine di inattivare i radicali liberi dell’ossigeno. Con tale gamma di prodotti è possibile variare e modulare l’azione, a livello dermico, secondo la valutazione del danno, alternando e combinando secondo necessità i vari Medical Device. I prodotti vanno inoculati a livello dermico con creazione di ponfi, distribuiti in modo omogeneo, con sedute a cadenza settimanale nella prima fase del trattamento per poi passare a sedute ogni due settimane e proseguire con mantenimento mensile. ✘

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MEDICINA ESTETICA di G Giuseppe Maria Izzo Specialista in Dermatologia Spe e VVenereologia - Napoli e Cerignola e Paola P Tarantino Medico Estetico - Cerignola e Napoli Me Docenti CPMA VALET - Bologna Doc

La pratica del peeling chimico ormai da un quarto di secolo è entrata nel bagaglio terapeutico di medici estetici, chirurghi plastici e dermatologi

uanto siamo lontani da quei pochi Q medici che praticavano pochi tipi di peeling chimici piuttosto invasivi, non scevri da frequenti effetti collaterali e, in fondo, con risultati correttivi che non ne giustificavano l’invasività... Grande merito di questa diffusione è da attribuirsi al dermatologo statunitense Eugen Van Scott, che studiò le caratteristiche degli alfaidrossiacidi e le loro possibili applicazioni in numerose patologie dermatologiche e nei principali inestetismi cutanei, dal fotoaging alle ipercromie, dall’acne attiva a quella cicatriziale. Egli individuò come alfaidrossiacido più adatto come agente peeling l’ acido glicolico, per le piccole dimensioni della molecola e la conseguente rapida penetrazione nell’epidermide. Dopo qualche tempo, Eugen Van Scott cominciò a elaborare una serie di peeling combinati, assemblando vari alfaidrossiacidi fra di loro e con altri agenti, come acido acetico e acido piruvico, dando inizio alla diffusione a tappeto della pratica del peeling chimico. Molti suoi allievi hanno progressivamente cominciato a formulare peeling chimici utilizzando sia una sola molecola che combinandone varie e unendo spesso ai peeling sostanze attive specifiche per l’inestetismo da correggere, come antiossidanti,, schiarenti e antisettici.

Infine, da alcuni anni sono state formulate molte maschere contenenti vari principi attivi utili per gli inestetismi, da utilizzarsi da sole dopo una buona detersione oppure dopo un soft peel. Tutto questo turbinare di nuovi peeling può generare sgomento e confusione per chi si avvicina a questa affascinante pratica, e il nostro lavoro presso la scuola di Bologna, ormai da molti anni, è sempre stato indirizzato a fare chiarezza fra le varie formulazioni, descrivendole tutte e, soprattutto, fornendo protocolli terapeutici che possano mettere i nostri allievi in condizione di iniziare immediatamente a praticare i peeling chimici. Da alcuni anni abbiamo inoltre pensato di mettere a confronto i nostri allievi con alcuni esperti di peeling, tutor delle principali aziende del settore, che li guidano mentre praticano un peeling su nostre modelle. Insomma, a nostro giudizio una preparazione sufficiente per poter operare e saper scegliere i p g da eseguire. g peeling corsi teorico-pratici

PEELING CHIMICI BASE E SECONDO LIVELLO PRATICO Obiettivo dei corsi Dare una corretta conoscenza dello stato dell’arte nel campo dei peelings chimici, con una completa ma non noiosa illustrazione degli agenti a nostra disposizione, con le indicazioni terapeutiche, le modalità di utilizzo e i possibili eventi avversi. Non abbiamo dimenticato la parte pratica che, in questo corso base, riteniamo debba essere svolto sulle modelle dai docenti per permettere ai colleghi di osservare i momenti dell’esecuzione di un peeling chimico, tutti parimenti importanti per un risultato terapeutico ottimale. La mission dei corsi è fare in modo che il discente sia in grado di iniziare immediatamente a utilizzare i peelings chimici nel suo ambulatorio, dopo aver fatto pratica nel corso di secondo livello DOCENTI: DATE DEI CORSI:

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Dr.ssa Paola Tarantino Dr. Giuseppe Maria Izzo Corso Base 4-5 ottobre 2014 Secondo livello pratico 8 novembre 2014

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NUOVO PROGRAMMA Quest’anno abbiamo pensato di riformulare il nostro programma tagliando i peeling ormai in disuso, che possono solo creare confusione nei discenti, e inserendo tutti i nuovi peeling che sono venuti alla luce negli ultimi tempi, riferendone per ognuno la nostra esperienza e i nostri commenti, doverosi ma ovviamente non di parte… Inoltre, dopo una sezione dove esplicitiamo i possibili trattamenti combinati con i peeling chimici, nell’ ottica che non basta una sola tipologia di trattamento per ottenere un risultato, abbiamo deciso di aggiungere un capitolo con elementi di cosmetologia, dove accenniamo ai nuovi cosmeceutici e ne evidenziamo l’importanza nella pratica del peeling in particolare, e in genere, in tutta la medicina estetica: non più solo idratanti e nutrienti dello strato corneo, ma veri e propri supporti terapeutici per la correzione domiciliare degli inestetismi cutanei. Siamo convinti che un programma così articolato sia in grado di dare ai medici discenti un completo panorama di cosa sia un peeling chimico, di come si utilizzi correttamente, di quali siano i possibili effetti collaterali e le complicanze, nonché di come poterle correttamente gestire e di come si possa inquadrare il peeling chimico nel moderno panorama delle tecniche di medicina estetica. Fin da ora auguriamo buon lavoro a chi voglia frequentare il nostro corso, che continuiamo a tenere con immutato entusiasmo e immutata attenzione ai nostri discenti. ✘


MEDICINA ANTALGICA di FFranco Paolini Medico Chirurgo Me Docente CPMA - VALET - Bologna Doc

LA TERAPIA DEL DOLORE CON LE MEDICINE COMPLEMENTARI

a nostra Scuola propone un diL partimento di Medicina Antalgica con l’insegnamento di Agopuntura, Medicina Manuale e Mesoterapia. Da decenni trasmette la sintesi di un sapere tradizionale di indiscutibile efficacia. Oggi cerca, e trova, un supporto scientifico che le possa far validare anche a livello Accademico. Nel mondo, e anche in Europa, sempre più persone si avvicinano alle medicine complementari trovando soluzioni a diversi problemi di salute. Per quanto piccola, è comunque significativa la percentuale di popolazione generale che ricorre alle Medicine Complementari e Alternative (CAM) ogni anno a dimostrazione del notevole grado di soddisfazione che si è avuto nell’avervi fatto ricorso [1]. L’agopuntura è una delle medicine maggiormente utilizzate tra le CAM è vi è una nutrita letteratura scientifica che si è maggiormente sviluppata negli ultimi decenni anche grazie a tecnologie innovative che facilitano il compito dei ricercatori. Se da un lato è vero che la scienza ancora non permette di comprendere appieno il funzionamento dell’agopuntura, d’altro canto sono sempre più evidenti le correlazioni tra stimolazioni di diversi punti o aree

Gli utenti le usano, la scienza le studia, noi le abbiamo dedicato un seguitissimo dipartimento all’interno della nostra Scuola

di agopuntura e l’attivazione di aree cerebrali evidenziate tramite la fMRI (Functional magnetic resonance imaging); ad esempio, la stimolazione dell’area corrispondente al pollice e al tronco encefalico nel padiglione auricolare, aree topografiche ben differenti, generano variazioni metaboliche differenti nell’encefalo [2]. Anche la PET-CT (Positron emission tomography with computed tomography) aiuta i ricercatori a mettere in evidenza che la stimolazione di punti diversi in regioni simili del corpo umano nella emicrania riducono il dolore e inducono differenti livelli di metabolismo cerebrale di glucosio in regioni del cervello correlate al dolore [3]. A parte la ricerca, che è ovviamente la benvenuta, l’agopuntura da millenni viene usata per diverse patologie e la sua indiscutibile azione analgesica nei dolori è ben conosciuta dai medici che la praticano e dai pazienti che, come anticipato all’inizio, ne fanno ricorso nuovamente dopo la prima esperienza. Ora anche la scienza inizia, seppur con il dovuto senso critico, a riconoscere che l’agopuntura non è una semplice infissione di aghi, ma un complesso sistema di interruttori che - opportunamente manovrati - danno differenti risposte nell’organismo

umano. Nel dipartimento di Medicina Antalgica, il corso di agopuntura di sintesi funzionale antalgica ha lo scopo di insegnare molto sinteticamente, ma con sistematica semplicità, come utilizzare gli aghi per il trattamento delle principali affezioni dolorose articolari su base degenerativa artrosica; quei famosi punti che, opportunamente stimolati, accendono specifiche lampadine nei circuiti neuronali del dolore, ingannandolo. L’insegnamento delle tecniche complementari quali la riflessologia auricolare e la craniopuntura, con altrettanta semplicità, permettono di agire con una potente azione modulatrice sul dolore, così come sulle emozioni, considerando che il dolore è strettamente legato anche alla diversa percezione che ciascuna singola persona ne ha. Anche la riflessologia auricolare trova ampi spazi nella letteratura scientifica; si obbietta comunque che molto diversificate e complesse sono le mappe auricolari. La nostra Scuola propone un insegnamento semplice partendo dal padiglione auricolare, suddividendolo in aree di facile identificazione e memorizzazione e all’interno delle quali i punti che necessitano di essere stimolati hanno modo di essere facilmente identificati perché dolenti o mostranti una resistenza elettrica cutanea minore rispetto alla cute normale; come dire, chiedimi qual è il punto esatto e io (padiglione auricolare) te lo dirò. Sebbene in uno studio scientifico [4] non siano state riscontrate variazioni significative di conducibilità elettrica nella cute del punto 4 LI (4 Large Intestin) e nella cute circostante, nel microsistema auricolare le cose cambiano e sono di facile riscontrabilità. Guardare gli studi scientifici con intelligenza e senso critico pone nella giusta collocazione sia il singolo studio scientifico che l’esperienza comune

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di chi pratica l’agopuntura da decenni. Il termine Mesoterapia, o similari, nel motore di ricerca Medline non dà alcun risultato. Forse per questo non esiste e non mantiene la sua validità? Si può sostenere l’esatto contrario [5]. Ebbi già a citare una pubblicazione scientifica in cui la somministrazione di pochi ml (2) di soluzione fisiologica sottocute dava risultati statisticamente identici a terapie di invasività ben maggiore e con uso di cortisonici nel canale midollare nel trattamento del dolore lombosciatalgico; tutto ciò senza che fosse stato possibile evidenziare differenze statisticamente significative nel miglioramento del dolore tra le diverse modalità terapeutiche. Altro studio scientifico mostra che l’iniezione intracutanea di acqua sterile (soluzione fisiologica) ha efficacia nel trattamento della colica renale causata da urolitiasi in una donna incinta e che tale efficacia sia superiore alla somministrazione di paracetamolo [6]. Pur non essendoci traccia del termine Mesoterapia in medline, si trova qualcosa che lontanamente le si avvicina mostrando la sua efficacia già con la semplice somministrazione di acqua sterile (in mesoterapia iniettiamo diluizioni farmacologiche). Ampia è la discussione se usare o meno terapia mobilizzativa della colonna vertebrale (chiropratica, osteopatia etc) in svariati tipi di dolori. Tra i pro e i contro [8] nella nostra Scuola insegniamo la Medicina Manuale di Robert Maigne [7]. Non a caso la si chiama Medicina. Occorre una diagnosi d’esclusione per la ricerca di eventuali controindicazioni, una dia-

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gnosi di disturbo funzionale e usare le mobilizzazioni solo in presenza di movimenti liberi e non dolorosi, ossia essere certi che la manovra sarà indolore. Il Dipartimento di Terapia Antalgica [9] propone l’insegnamento di quattro metodiche, agopuntura, terapia manuale vertebrale, mesoterapia e carbossiterapia antalgica che possono essere applicate in combinazioni tali da permettere sinergie terapeutiche la cui efficacia può solo essere osservata imparandole e applicandole. Per il dolore cronico, è etico un trattamento farmacologico prolungato nel tempo? Soprattutto quando è dimostrato che la Medicina Tradizionale Cinese ne diminuisce la necessità? [10] ✘ BIBLIOGRAFIA [1] Prevalence of visits to five types of complementary and alternative medicine practitioners by the general population: a systematic rewiev Autori: Cooper KL; Harris PE, Relton C; Thomas KJ Complementary Therapies In Clinical Practice [Complement Ther Clin Pract] 2013 Nov; Vol. 19 (4), pp. 214-20. Date of Electronic Publication: 2013 Jul 27. [2] Ear acupuncture and fMRI: a pilot study for as-

sessing thespecificity of auricular points. Authors: Romoli M; Allais G; Airola G; Benedetto C; Mana O; Giacobbe M; Pugliese AM; Battistella G; Fornari E; Center for Integrative Medicine, University of Florence, Florence, Italy, markro@tin.it. Source: Neurological Sciences: Official Journal Of The ItalianNeurological Society And Of The Italian Society Of Clinical Neurophysiology [Neurol Sci] 2014 May; Vol. 35 Suppl 1, pp. 189-93 [3] A PET-CT study on the specificity of acupoints through acupuncture treatment in migraine patients. Authors: Yang J; Zeng F; Feng Y; Fang L; Qin W; Liu X; Song W; Xie H; Chen J; Liang F. Acupuncture and Tuina School, Chengdu University of Traditional Chinese Medicine, Chengdu, China. Source: BMC Complementary And Alternative Medicine [BMC Complement Altern Med] 2012 Aug 15; Vol. 12, pp. 123. Date of Electronic Publication: 2012 Aug 15.) [4] Is an acupuncture point identifiable with skin electrical resistance measurement? Authors: Wong YM. Source: Acupuncture In Medicine: Journal Of The British Medical Acupuncture Society [Acupunct Med] 2014 Apr; Vol. 32 (2), pp. 203-5. Date of Electronic Publication: 2014 Feb 20). [5] La Mesoterapia Mirata Antalgica: perché funziona, perché apprenderla, perché utilizzarla. Autore: F. Paolini – L’Ambulatorio Medico n° 42 pg. 31-32 www.valet.it [6] Intracutaneous sterile water injection versus oral paracetamol for renal colic during pregnancy: a randomized controlled trial. Authors: Xue P; Tu C; Wang K; Wang X; Fang Y. Department of Urology, First People Hospital of Lianyungang, Lianyungang 222002, Jiangsu province, China. xuepsun@126.c Source: International Urology And Nephrology [Int Urol Nephrol] 2013 Apr; Vol. 45 (2), pp. 321-5. Date of Electronic Publication: 2013 Feb 27. [7] I Disturbi dolorosi funzionali di origine vertebrale Autore: F. Paolini L’Ambulatorio Medico n° 37 pgg. 50-51 www.valet.it [8] Manipolazioni Vertebrali –Controindicazioni cliniche. Autore: F.Paolini L’Ambulatorio Medico n° 34 pgg.45-47 www.valet.it [9] Il Dipartimento di Terapia Antalgica Autore: F. Paolini L’Ambulatorio Medico n° 38 pgg. 53-54 www.valet.it [10] Reductions in pain medication use associated with traditional Chinese medicine for chronic pain. Authors: Elder C; Ritenbaugh C; Aickin M; Hammerschlag R ; Dworkin S; Mist S; Harris RE; Center for Health Research, Portland, OR, USA. charles. elder@kpchr.org Source: The Permanente Journal [Perm J] 2012 Summer; Vol. 16 (3), pp. 18-23

corsi teorico-pratici

DIPARTIMENTO DI TERAPIA ANTALGICA INTEGRATA Obiettivo del dipartimento La Riflessoterapia poggia sul concetto di “riflesso” inteso come risposta a uno stimolo. La stimolazione di punti diversi costituisce un unico messaggio per il S.N.C. che elabora una risposta unica, precisa e sempre uguale per il tipo di stimolazione. Le tecniche riflessoterapiche sono esemplarmente pluridisciplinari: mobilizzazioni riflessogene vertebrali e articolari, agopuntura di sintesi funzionale, mesoterapia mirata (chimiopuntura), kinesiologia (diagnostica, riflessogena, bioenergetica). Contestualmente, vengono fornite nozioni sull’uso di sostanze terapeutiche (naturali e/o farmacologiche) in mesoterapia mirata e di punti importanti di meridiani di agopuntura e bioenergetica. DOCENTI: Dr. Franco Paolini Dr. Griovanni Posabella DATA DI INIZIO: 13 settembre 2014 CORSI DEL DIPARTIMENTO: Terapia manuale, vertebrale e articolare Mesoterapia Antalgica Agopuntura di sintesi funzionale Carbossiterapia nel trattamento del dolore ECM: 50 + 13,5 + 25 + 8 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it


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