LA DOMUS
MEDICA
DEL TERZO MILLENNIO ANNO XVII - periodico di informazione scientifica a diffusione mirata
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Q U E S T O
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N U M E R O
Alla scoperta di ATTIVA®
( CGF) Concentrato di fattori di crescita
L ’utilizzo del Peeling chimico nello studio del Medico Estetico
n. 52 settembre-dicembre 2017, anno XVII - Aut. Tribunale Bologna n. 7071 del 05/12/2000 - Sped. a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Poste Italiane Dir. Comm. Imprese E/R Spedizione riservata ai soli abbonati non acquistabile in edicola. In caso di mancata consegna, restituire all’editore che si impegna a pagare la relativa tassa c/o CMP di Bologna - Contiene I.P.
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LA DOMUS MEDICA DEL TERZO MILLENNIO
periodico di informazione scientifica a diffusione mirata
ANNO XVII - SETTEMBRE-DICEMBRE 2017
SOMMARIO
Autorizzazione Tribunale di Bologna n. 7071 del 05/12/2000 Direttore responsabile: Marco Montanari Coordinamento scientifico: Matteo Basso, Bruno Giacomo Carrari, Maurzio Cavallini, Domenico D’Angelo, Maria Pia De Padova, Crescenzo Di Donato, Emanuela Di Lella, Alessandro Frullini, Salvatore Fundarò, Federica Lerro, Fabio Marini, Giorgio Maullu, Paola Molinari, Antonio Monti, Isabella Pia Palmieri, Franco Paolini, Maurizio Priori, Paola Rosalba Russo.
ARTICOLI
PAGINA
Microbotulino, che passione!
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(CGF) Concentrato di fattori di crescita
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Xlase Plus: la piattaforma laser intelligente che guarda al futuro
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Alla scoperta di ATTIVA
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La Mesoterapia funziona anche senza farmaci
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HIFU, l’evoluzione continua con l’innovativa tecnologia CENTERLESS
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L’utilizzo del Peeling chimico nello studio del Medico Estetico
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Nuovo approccio terapeutico al ringiovanimento del volto
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D.A.S. Medical: la nuova energia del plasma modulata in frequenza
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La nuova Endymed 3DEEP PURE 2.0
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Immagine & comunicazione: Elisa Fantini - comunicazione@valet.it
Nutrizione e nutraceutici nelle alterazioni del body contour
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Soft-lifting con i nuovi fili di trazione e biostimolazione in PDO
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Realizzazione grafica: Matteo Nuti - immagine@valet.it
La scleroterapia delle teleangectasie
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Ruolo di S.E.F.F.I. e MicroS.E.F.F.I. nella mia filosofia del ringiovanimento del volto R3
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Cenni sul ruolo dell’Ecocolor Doppler nello studio del circolo vertebro-basilare
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Hanno collaborato: Franco Accorsi, Attilio Cavezzi, D’Andria Daniele, Alessandro Frullini, Salvatore Fundarò, Alessandro Gennai, Noura Lebbar, Michela Maggi, Gregorio Martinez-Sanchez, Giorgio Maullu, Paola Molinari, Antonella Mosca, Maurizio Otti, Franco Paolini, Paola Pederzoli, V. Quinzi., Davide Tonini, Simone Ugo Urso. Segreteria di redazione: VALET s.r.l. Via dei Fornaciai 29/b - 40129 Bologna Tel. 051.63.88.334 - Fax 051.32.68.40 - segreteria@valet.it - www.valet.it
Stampa: Nuova Cantelli s.r.l. - Castel Maggiore, Bologna È vietata la riproduzione, totale o parziale, di ogni contenuto di questa pubblicazione senza esplicita autorizzazione dell’editore. Tutti i punti di vista espressi in questo periodico sono quelli dei rispettivi autori e non riflettono necessariamente quelli delle imprese alle quali appartengono, dell’editore e delle istituzioni. Nulla intende rappresentare un consiglio o una raccomandazione su cure e metodiche; l’editore non da garanzie sui protocolli terapeutici citati e non riconosce alcuna responsabilità su eventuali danneggiamenti causati da nozioni riportate sulla rivista. La rivista è spedita in abbonamento postale. I dati anagrafici dei soggetti interessati alla spedizione della presente rivista provengono da elenchi pubblici e vengono trattati in conformità a quanto previsto dal “Codice Privacy” (Digs. 196/2003). Le finalità del trattamento riguardano la spedizione in abbonamento postale della presente rivista, di altre pubblicazioni, invio di cataloghi ed eventuali altre comunicazioni inerenti le attività promosse dal titolare del trattamento. L’interessato può in qualsiasi momento richiedere informazione sul trattamento dei propri dati, ottenere modifiche od opporsi in tutto o in parte, facendone richiesta via fax, lettera o e-mail, al titolare del trattamento. II titolare del trattamento è VALET S.r.l. - Via dei Fomaciai, 29/b 40129 Bologna (BO). Alla data della presente pubblicazione, il Responsabile del trattamento è il Sig. Daniele Morini. L’informativa integrale, completa di finalità, modalità del trattamento, diritti dell’interessato e soggetti a cui potrebbero essere comunicati i dati, è consultabile sul sito www.valet.it alla sezione Privacy.
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RUBRICHE e SPECIALI
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CPMA - VALET - Scuola di Medicina e Chirurgia Estetica
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Live Stages CPMA - VALET
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Diffusione Nazionale: Medici specialisti in: anestesia e rianimazione, angiologia e flebologia, chirurgia generale, chirurgia plastica, dermatologia, dietologia, endocrinologia, fisiatria, malattie reumatiche, medicina sportiva e patologia vascolare, centri di medicina e chirurgia estetica, estetica medica, medici di base, studi privati di agopuntura e mesoterapia, infermieri professionali, ambulatori di chiroterapia, fisioterapia, fisiokinesiterapia e massaggi, centri estetici, poliambulatori, case di cura e cliniche private, direttori sanitari: A.S.L., ospedali, stabilimenti termali, associazioni e istituzioni sanitarie, istituti scientifici e di ricerca, docenti e corsisti Divisione Didattica VALET: CPMA e C.E.D.A. Distribuzione: 140.000 copie
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MICROBOTULINO, CHE PASSIONE!
MEDICINA ESTETICA Dr. Salvatore Fundarò Specialista in Chirurgia Generale, Chirurgia Plastica. Docente CPMA - VALET, Direttore Sanitario del Poliambulatorio MultiMed - Bologna
Non è una tecnica nuova, ma è stata recentemente riscoperta grazie agli studi condotti in vari Paesi. Il nostro primo corso è stato un grande successo: vi aspettiamo al prossimo…
a tecnica d’inoculo della tossina L botulinica, definita comunemente microbotulino, non è certo nuova né particolarmente innovativa, in quanto già vent’anni fa vari autori la proponevano con il termine “mesobotox”. Recentemente, l’utilizzo di questa tecnica con indicazioni estetiche e dermatologiche, dopo un periodo di oblio, è stata riscoperta soprattutto grazie a studi e ricercatori prevalentemente asiatici, che hanno approfondito il suo meccanismo d’azione e analizzato i suoi effetti a livello cutaneo e muscolare. A seguito del II° congresso AITEB, tenutosi a Firenze nel 2016, la metodica, in anticipo anche su altri Paesi europei, ha iniziato a trovare in Italia una sempre più larga diffusione e a suscitare un notevole interesse da parte degli operatori nel settore medico-estetico e anche dei pazienti. A conferma di questo, più di 70 medici hanno partecipato al primo corso VALET tenutosi il 17 giugno 2017, dando vita a un’intensa giornata di approfondimento e di scambio di Fig. 1: trattamento di cheloide con terapia combinata con infiltrazione dei cortisonico, tossina botulinica e applicazione di IPL
esperienze. Molti detrattori della categoria sostengono che ciò è dovuto al fatto che si è sempre alla ricerca di “novità” atte a incrementare l’afflusso di clientela presso gli studi di Medicina Estetica. Pur concordando che in molti casi di “novità” del passato si è sicuramente trattato di un fenomeno di questo tipo, ritengo che questa volta non sia proprio il caso e che la “novità microbotulino” abbia fondate basi scientifiche che la supportano. La tecnica del microbotulino, o botulino intracutaneo, prevede l’inoculo del farmaco a livello del derma e non, come prevede la tecnica classica, a livello dei muscoli mimici. La sede d’inoculo non è l’unica differenza che contraddistingue la tecnica che, infatti, prevede anche una diluizione nettamente maggiore rispetto a quella normalmente utilizzata [1]. Queste modifiche consentono di concentrare l’azione del farmaco prevalentemente a livello
dermico, dove ha indubbie e comprovate attività migliorative su vari aspetti estetici e funzionali cutanei. Studi in vitro evidenziano un’azione stimolante la produzione del collagene e una riduzione del suo catabolismo in colture fibroblastiche trattate con tossina botulinica o un’azione antagonista sui fenomeni di senescenza fibroblastica indotta dai raggi UVB [2, 3]. Le conclusioni a cui giungono gli autori di tali lavori sono univocamente concordi nell’individuare una potenziale azione dermica anti-photoaging e biostimolante della tossina botulinica intracutanea. Amy Rose e David Goldberg [4] evidenziano un’indubbia azione inibente la secrezione sebacea e la riduzione del diametro dei pori della cute della fronte dopo inoculo di intracutaneo di BoNT-A. Tale effetto potrebbe essere correlato all’azione inibente sui recettori acetilcolinici delle unità pilosebacee e sui musco5
Fig. 2: L’inoculo intradermico della tossina botulinica determina un’azione del farmaco sulle fibre muscolari più superficiali e a livello dermico provoca una riduzione della secrezione sebacea e sudoripara con conseguente assottigliamento e contrazione cutanea (11).
li erettori del pelo. Nel 2015 Bonaparte et Al. [5] e nel 2016 Zhu et Al. [6], evidenziano come l’inoculo intradermico di tossina botulinica migliora vari parametri fisici cutanei come la pliabilità, la TEWL, l’elasticità, l’irregolarita superficiale, l’indice d’idratazione e i parametri viscoelastici della cute. AZIONE PREVENTIVA Numerosi articoli [7-10] dimostrano un’indubbia azione di prevenzione sull’insorgenza di cicatrici cheloidee o ipertrofiche da parte della tossina botulinica inoculata in prossimità della ferita, da correlarsi alla riduzione della tensione cicatriziale da contrattura muscolare perilesionale dovuta ai processi infiammatori e metabolici connessi con la guarigione della ferita. Lo spasmo muscolare, inoltre, causa una riduzione dell’apporto ematico e una conseguente riduzione dei processi riparativi. La tossina botulinica, riducendo lo spasmo muscolare e inibendo la liberazione di norepinefrina dei neuroni vasocostrittori, è in grado di interrompere questo circolo vizioso, determinando un’azione favorente la guarigione. L’inoculo intracutaneo di tossina botulinica sembra avere anche un ruolo nella terapia di cicatrici cheloidee conclamate, anche se i meccanismi alla base di tela azione devono essere ancora del tutto chiariti pur essendoci già valide ipotesi d’azione estremamente suggestive [11-13] (Fig. 1). Numerose sono le pubblicazioni che suggeriscono un possibile utilizzo della tossina botulinica nel trattamento di patologie dermatologiche quali, acne, seborrea, flushing cutaneo, morbo di Reynauld, nell’alopecia, nella psoriasi, ecc. Anche in campo estetico la tecnica di microbotulino amplia ulteriormente 6
le aree del volto che possono essere trattate. L’azione diffusa e limitata alle fibre muscolari più superficiali consente un’estensione delle zone d’inoculo, permettendo il trattamento di aree che normalmente erano evitate per l’elevata possibilità di effetti collaterali e complicanze (regione infraorbitaria, terzo medio e inferiore e collo). Anche le indicazioni estetiche sono aumentate: non più solo chemodenervazione, ma anche riduzione della secrezione sebacea, riduzione dei pori, skin tightening, ecc [1, 4] (Fig. 2). È evidente che l’inoculo intradermico ha aumentato notevolmente le indicazioni dermatologiche ed estetiche della tossina botulinica, il che giustifica il vivo interesse suscitato nei medici del settore, in quanto tale metodica offre loro una maggior proposta terapeutica. ✘ BIBLIOGRAFIA 1. Wu W.T.L.: Microbotox of the Lower Face and Neck: Evolution of a Personal Technique and Its Clinical Effects. Plast. Reconstr. Surg. 136: 92S, 2015. 2. Oh S. et Al.: The Potential Effect of Botulinum Toxin Type A on Human Dermal Fibroblasts: An In Vitro Study. Dermatol Surg 2012;38:1689–1694. 3. Permatasari F. et Al.: Anti-photoaging potential of Botulinum Toxin Type A in UVB-induced premature senescence of human dermal fibroblasts in vitro through decreasing senescence-
related proteins. J Photochem Photobiol B: Biology 133 (2014) 115–123. 4. Rose A. et Al: Safety and Efficacy of Intradermal Injection of Botulinum Toxin for the Treatment of Oily Skin. Dermatol Surg 2013;39:443– 448. 5. Bonaparte J.P. et Al.: Alterations in the Elasticity, Pliability, and Viscoelastic Properties of Facial Skin After Injection of Onabotulinum Toxin A. JAMA Facial Plast Surg. 2015;17(4):256-263. 6. Zhu J, et Al: The efficacy of intradermal injection of type A botulinum toxin for facial rejuvenation. Dermatol Ther. 2017 ;30:1-4. 7. Zhang D, et Al: Botulinum Toxin Type A and the Prevention of Hypertrophic Scars on the maxillofacial Area and Neck: A Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials. PLoS One. 2016:17;11. 8. Ziade M, et Al: Use of botulinum toxin type A to improve treatment of facial wounds: A prospective randomised study. Journal of Plastic, Reconstructive & Aesthetic Surgery 2013;66:209-214. 9. Gassner HG, et al. Botulinum toxin to improve facial wound healing: a prospective, blinded, placebo controlled study. Mayo Clin Proc 2006; 81(8): 1023–8. 10. Giebler FRG, Giebler EF. Creating invisible scars. Int J Cosmet Surg Aesth Derm 2002; 4(2): 107–10. 11. Wu WTL: Skin resurfacing with Microbotox and the treatment of keloids. In Botulinum Toxins in Clinical Aesthetic Practice edited by Benedetto AV CRC Press 2011. 12. Elhefnawy AM: Assessment of intralesional injection of botulinum toxin type A injection for hypertrophic scars. Indian J Dermatol Ven Leprol. 2016:82:279-283. 13. Robinson AJ, et Al: Keloid scars and treatment with Botulinum Toxin Type A: the Belfast experience. J Plast Reconstr Aesthet Surg. 2013;66:439-40.
NEW corso teorico-pratico MICROBOTULINO, EVOLUZIONE DELLA TECNICA ED EFFETTI Obiettivo del corso Il corso si prefigge l’obiettivo di mettere il medico estetico in condizione di poter utilizzare una nuova arma per contrastare inestetismi come la perdita del tono dei tessuti ed il trattamento delle rughe del collo. La tecnica denominata microbotox consente infatti di ottenere risultati assolutamente superiori a quelli normalmente ottenuti con il trattamento classico con tossina botulinica. I trattamenti pratici effettuati in diretta dai docenti daranno modo di comprendere appieno quanto illustrato durante le fasi teoriche.
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MEDICINA ESTETICA Prof. Gregorio Martinez-Sanchez Dottore in Scienze Farmaceutiche - L’Avana (Cuba) Dr.ssa Paola Pederzoli Specialista in Odontoiatria e Protesi Dentaria - Modena
e cellule progenitrici circolanti L CD34+ derivate da midollo osseo contribuiscono al rimodellamento e
alla riparazione nelle lesioni tissutali [1]. L’attivazione piastrinica consente l’accesso a fattori di crescita autologhi che, per definizione, non sono né tossici né immunogenici e sono dunque in grado di accelerare i normali processi di rigenerazione ossea. In generale, un gran numero di studi sul PRP (Platelet-Rich Plasma, ovvero plasma arricchito in piastrine) dimostrano che esso stimola la proliferazione e la differenziazione di fibroblasti, osteoblasti, condrociti e cellule staminali mesenchimali [2, 3]. Il PRP può quindi essere considerato un utile strumento per arricchire la qualità del tessuto osseo rigenerato [4], la guarigione delle ferite [5], la guarigione di imperfezioni [6] nei tessuti molli associate a lesioni croniche del tendine che non guariscono, tra cui epicondilite laterale, fascite piantare e degenerazione della cartilagine [2]. Il concentrato di fattori di crescita (Concentrated Growth Factors - CGF) è un prodotto autologo
(CGF) CONCENTRATO DI FATTORI DI CRESCITA Il Concentrated Growth Factors (CFG) è un importante strumento nella medicina rigenerativa
che raccoglie in un piccolo volume di plasma un gran numero di fattori di crescita oltre alle cellule staminali CD34+. Il sangue è una fonte ottimale nella maggior parte delle tecniche di ingegneria tissutale per la guarigione di grandi lesioni. Il CGF (la seconda generazione di PRP) lavora come un adesivo tissutale di fibrina in grado di avere una tenuta emostatica e del tessuto, ma si differenzia dalla colla di fibrina e da altri adesivi tissutali poveri di piastrine perché le sue piastrine possiedono una capacità unica di favorire la guarigione delle ferite e migliorare l’osteogenesi. Il CGF è un agente chirurgico emostatico immediato, biocompatibile, sicuro ed efficace, accelera la rigenerazione endoteliale, epiteliale ed epidermica, stimola l’angiogenesi, accresce la sintesi del collagene, favorisce la guarigione dei tessuti molli e duri, riduce le cicatrici cutanee, migliora la risposta emostatica a una lesione, e fa mutare l’inibizione di guarigione di una ferita causata dai glucocorticoidi. L’alta concentrazione di leucociti presente nel CGF aggiunge inol-
tre un effetto antimicrobico. Inoltre la lipossina A4 rilasciata dalle piastrine conferisce un effetto antinfiammatorio [7]. Il CGF ha una gamma estremamente ampia di applicazioni per la guarigione clinica: nella chirurgia della testa e del collo; in otorinolaringoiatria; nella chirurgia cardiovascolare; nel campo delle ustioni e della guarigione di ferite in chirurgia orale e maxillo-facciale; in chirurgia estetica e nei disturbi del legamento parodontale. MECCANISMI Risposta emostatica a una lesione: l’iniziale risposta vascolare a una lesione comprende il rilascio di fattori che richiamano piastrine subendoteliali circolanti e attivano le proteine della coagulazione. Le piastrine rispondono aggregandosi e aderendo al sito della lesione, nel quale rilasciano granuli piastrinici contenenti serotonina, trombossano e adenosina, per avviare la coagulazione e la formazione di fibrina. La produzione locale di trombina migliora l’attivazione delle piastrine e la successiva formazione di un tappo emostatico, che riduce ulteriormente il sanguinamento. La produzione di trombina e l’attivazione di piastrine dà avvio inoltre al processo di guarigione delle ferite mediante l’attivazione di cellule trombina-dipendente e angiogenesi piastrine-dipendente. Il CGF riproduce l’ultimo passaggio del sistema a cascata della coagulazione del sangue: la formazione di un coagulo di fibrina. CONCENTRATO DI FATTORI DI CRESCITA Il CGF esercita i suoi effetti benefici attraverso la degranulazione dei granuli alfa delle piastrine, che contengono fattori di crescita ritenuti importanti nella fase iniziale di
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guarigione di una ferita. Quando le piastrine bifasiche presenti nel CGF attivato dalla trombina si aggregano, rilasciano fattori di crescita, insieme ad altre sostanze che servono ad accelerare il processo di guarigione, aumentando così la proliferazione cellulare, la formazione della matrice, la produzione osteoide, la guarigione del tessuto connettivo, l’angiogenesi e la sintesi del collagene. Il primo passo, ossia la secrezione attiva di questi fattori di crescita, principia entro pochi minuti dall’inizio della sequenza di coagulazione, e più del go% dei fattori di crescita sono secreti durante la prima ora nei primi 3 giorni. Dopo questo scatto iniziale, le piastrine secernono fattori di crescita addizionali per i rimanenti 7 giorni della loro vitalità. Sopraggiungono poi i macrofagi, a causa della crescita vascolare stimolata dalle piastrine, che regolano la guarigione della ferita secernendo alcuni di quegli stessi fattori di crescita addizionali. Il tasso di guarigione della ferita è determinato dalla qualità della concentrazione piastrinica nel coagulo di sangue all’interno dell’innesto o della ferita, il CGF individua e accresce questo numero iniziale. Il CGF contiene fattori di crescita piastrinici osteoinduttivi autologhi e una matrice fibrinica osteoconduttiva8 Nel CGF sono inoltre presenti: cellule TGF-b1, VEGF e CD34+.9 L’impiego di CFG porta a un’ecce!- lente guarigione nel caso di lesione ossee di dimensioni critiche in vivo,8 nel caso di perdita di capelli,’0 nella compromissione delle zone periferiche e in caso di ischemia miocardica.” ESITO FISIOLOGICO: GUARIGIONE DELLE LESIONE Studi condotti sull’uomo hanno dimostrato che CFG può essere vantaggioso e di facile applicazione in chirurgia e in terapia. Il CGF è stato utilizzato in pazienti sottoposti a interventi di chirurgia estetica, tra cui lifting, aumento del seno, riduzioni del seno e nella chirurgia dell’ascensore collo. L’utilizzo di CGF con rendimento emostatico adeguato, nel caso in cui il plasma è povero di piastrine (PPP), è stato applicato anche per creare una tenuta in grado di arrestare il sanguinamen-
to, poiché il PPP contiene più elevate quantità di fibrinogeno, albumina, globuli bianchi, citochine solubili. È stato riportato che il sanguinamento dei capillari si è effettivamente chiuso entro i tre minuti successivi l’applicazione di PRP e PPP. Si è inoltre notato un ulteriore vantaggio nella possibile riduzione dell’uso di elettrocauterizzazione, limitando così il rischio di danni ai nervi adiac.enti. Inoltre, il CGF in aggiunta alle cellule staminali CD34+ ha riportato vantaggi significativi in termini di accelerazione nella guarigione delle ferite, di riparazione dei tessuti molli e nella formazione di nuovo osso. CONTROINDICAZIONI Il trattamento con CGF autologo è in genere considerato sicuro in pazienti adeguatamente valutati. I potenziali candidati per il trattamento con CGF dovrebbero essere sottoposti a un pretrattamento di valutazione ematologica al fine di escludere potenziali coagulopatie e disturbi della funzione piastrinica. I pazienti con anemia e quelli con trombocitopenia possono essere candidati non idonei per il trattamento con CGF. Altre potenziali controindicazioni includono: instabilità emodinamica; grave ipovolemia; angina instabile; sepsi; anticoagulanti o terapia farmacologica fibrinolitica. CONCLUSIONI Il CGF autologo è sostanzialmente una nuova biotecnologia di autoinnesto che ha dimostrato risultati promettenti nella stimolazione e nell’accelerazione dei tessuti molli
e nella guarigione e formazione di tessuto osseo. L’efficacia di questo trattamento consiste nell’erogazione locale di una vasta gamma di fattori di crescita e proteine, che mimano e sostengono la guarigione fisiologica della ferita, il processo riparativo dei tessuti e la terapia locale di infiltrazione. ✘ BIBLIOGRAFIA 1. de Boer,H.C. et al. Activated platelets correlate with mobilization of naive CD34(+) cells and generati an of CD34(+) /KDR(+) cells in the circulation. A meta-regression analysìs. J Thromb Haemost 11,1583-92 (20 13). 2 . Sampson,S. ,Gerhardt,M. & Mandelbaum,B. Platelet rich plasma ìnjection grafts far mu sculoskeletal injuries: a review. Curr Rev Musculoskelet Med l, 165-74 (2008). 3. Lee,K.S. et al. Musculoskeletal applications of platclct-rich plasma: fad or future? AJR Am J Roentgenol 196,628-36 (201 1). 4. Pacifici,L.,Casella,F. & Maggiore,C. [Platelet rich plasma (PRP): potentialities and tech niques of extraction]. Minerva Stornato! 51,34150 (2002). 5. Gao,F., Wang,J.X. & Han, Y. [Research Advance on Application of Platelet-rich Plasma in Wound Repair-Review.]. Zhongguo Shi Yan Xue Ye Xue Za Zhi 17, 840-3 (2009). 6. Cieslik-Bielecka,A. et al. Autologous platelets and leukocytes ca n improve healing of in fected high-energy soft tissue injury. Transfus Apher Sci (2009). 7 . Osterman C et al. Platelet-Rich Plasma Increases Anti-inflamrnatory Markers in a Human Coculture Mode! for Osteoarthritis. Arn J Sports Med. 2015 Jun;43(6):1474-8 8. Honda,H.,Tamai,N., Naka, Yoshikawa,H. & Myoui,A. Bone tissue engineering with bone marrow-derived stromal cells integrated with concentrated growth factor in Rattus norvegicus ca!varia defect mode!. J Artif Organs 16,305-15 (2012). 9. Rodella,L.F. et al. Growth factors,CD34 positive cells, and fibrin network analysis in con centrateci growth factors fraction. Microsc Res Tech 74, 772-7 (2011). lO. Kang,J.S. et al. The effect of CD34+ cell-containing autologous platelet-rich plasma injec tion on pattern hair loss: a preliminary study. J Eur Acad Dermatol Venereo] 28,72-9 (2014). Il. Mack:ie,A. R. & Losordo,D.W. CD34-positive stem cells: in the treatment of heart and va scular dìsease in human beings. Tex Heart Inst J 38, 474-85 (2011).
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LA PIATTAFORMA MODULARE MAI OBSOLETA L’obsolescenza è uno dei problemi principali in campo tecnologico e il bisogno di acquistare la più evoluta tecnologia laser disponibile sul mercato è un’esigenza comune in campo medico. Ecco perché Xlase Plus nasce per essere aggiornata con le più recenti innovazioni e applicazioni, senza dover acquistare un nuovo modello. È un investimento intelligente: con un semplice aggiornamento software e l’aggiunta dell’applicatore laser, Xlase Plus cresce con le esigenze del professionista, nel momento in cui queste si manifestano. Non è necessario investire più di quanto serve e lo si può fare nel momento in cui il bisogno è reale. Dr.ssa Grazia Giardinelli “Diodo 810nm” «Ho da sempre affiancato alla mia attività di chirurgo plastico quella di laserista e durante gli anni ho avuto modo di acquistare 10
e utilizzare diverse tecnologie di tante aziende. Quando ho conosciuto Biotec Italia ho trovato prima nell’azienda e poi anche nelle apparecchiature tutto quello che ritenevo indispensabile sia a livello tecnologico che umano per un percorso condiviso. L’attenzione nel post vendita è costante e costruttiva grazie anche all’ingegner Michela Maggi, responsabile scientifica e formatrice dell’azienda. Utilizzo il laser Diodo 810nm per l’epilazione nel trattamento di tutte le aree del corpo e di tutti fototipi, ed è sorprendente quanto sia indolore ed efficace allo stesso tempo. La tecnologia proprietà dell’azienda, “Motion Speed”, permette di trattare ampie zone in tempi ridotti. Infatti, la possibilità di emettere una durata di impulso molto breve, con una frequenza di lavoro sino a 10 impulsi al secondo e una energia totale di 60Jcm2, mi garantisce risultati mai visti prima e un numero di sedute davvero ridotto rispetto alle apparecchiature che utilizzavo in precedenza». Dr. Piero Boriolo “Erbium Yag 2940nm” «Voglio esprimere la mia ammirazione per la Biotec Italia, eccellente realtà produttiva italiana, rispettata in tutto il mondo e nostro orgoglio tricolore. L’Erbium Yag 2940, utilizzato per il rin-
giovanimento, in modalità frazionata mi ha aiutato a correggere molti inestetismi, sia superficiali che profondi, nel massimo comfort e con il minimo disagio. Il raggio laser frazionato crea molteplici micro canali nella pelle, infatti rimuove, o vaporizza, microscopiche colonne nella pelle, lasciando il tessuto circostante intatto e quindi favorendo un processo di rigenerazione molto più rapido, se confrontato ai protocolli laser di tipo ablativo. I risultati sono graduali ma costanti e la pelle continua a migliorare fino a tre mesi dopo l’ultimo trattamento. Ho utilizzato il laser anche in modalità chirurgica, rimanendo sorpreso per la sua precisione e l’energia costante che ha prodotto ottimi risultati. La restitutio ad integrum è più veloce di qualunque altra tecnologia ablativa in quanto, non carbonizzando il tessuto e riuscendo ad avere un raggio di ridottissime dimensioni, vengono facilitati tutti i processi di guarigione». Dr.ssa Maria Teresa Saliani “Q-Switched Nd:YAG 1064/532nm” «La piattaforma Xlase Plus è stata la prima apparecchiatura che ho acquistato dalla Biotec Italia. Il laser Q-Switched mi ha da subito favorevolmente stupita per l’estrema efficacia nella rimozione di tatuaggi anche colorati e ipercromie. Il modulo OptoH, che utilizza un risonatore di ultima concezione, mi garantisce un raggio laser sempre
stabile, anche alle alte energie, per poter trattare lesioni molto estese senza cali di potenza o comunque disomogeneità nell’area. L’assistenza tecnica, quando necessaria, è sempre stata disponibile, mai esosa, ma soprattutto molto rapida nel momento del bisogno, essenziale presupposto a corollario della mia stima per l’azienda oltre che per il prodotto». Dr. Fabio Marini e Dr. Domenico D’Angelo “CPL” «Occupandoci di trattamenti laser da più di 20 anni, siamo da sempre alla ricerca di una luce pulsata in grado di garantire risultati clinici paragonabili alle tecnologie laseristiche. Come è
noto, la luce pulsata è caratterizzata dall’emissione di più lunghezze d’onda, precisamente da 400nm a 1200nm. La tecnologia Biotec Italia denominata “Dual filtration” seleziona le lunghezze d’onda ideali per il cromoforo specifico, attraverso l’utilizzo di un doppio filtro cut off. Avendo la possibilità di variare alcuni parametri quali lunghezza e ripetizione di impulso e fluenza, la tecnologia CPL Biotec risulta in termini di risultati clinici ottenibili, sovrapponibile alle più evolute tecnologie laseristiche. Inoltre la cavità platinata ad alta riflettività, rende uniforme l’emissione della luce su tutto il cristallo, evitando punti di concentrazione di fluenza, limite comune a quasi tutte le luci pulsate in commercio. La nostra esperienza ci conferma che le indicazioni ideali al trattamento sono riscontrate in patologie di difficile soluzione tra le quali ritroviamo la Rosacea I-II stadio, l’eritrosi diffusa, la Coupe-
rose, il Poikiloderma di Civatte e nel trattamento dell’Ageing cutaneo I-II stadio di Glogau». Dr. Antonio Mancino “Nd:YAG 1064 LP-SP” «La cosa più importante per me è sempre stata offrire ai miei pazienti trattamenti il più possibile sicuri, efficaci e risolutivi. Data la mia lunga esperienza con diverse aziende di laser, ho trovato nella piattaforma Xlase Plus la soluzione alle tante patologie che quotidianamente affronto. L’applicatore Nd:YAG 1064 LP-SP mi ha consentito di migliorare ulteriormente la risoluzione di patologie vascolari sia degli arti inferiori che del viso, che già affrontavo con soddisfazione con la tecnologia precedente. Grazie alla possibilità di modulare la durata dell’impulso, selezionando poche centinaia di microsecondi sino a decine di millisecondi, riesco in sicurezza a coagulare sia i vasi piccoli, chiari e superficiali che quelli scuri grossi e profondi». ✘
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ALLA SCOPERTA DI ATTIVA®
MEDICINA ESTETICA Prof. Giorgio Maullu Cordinatore master II livello e Membro del Comitato di Ricerca in Medicina Estetica Università di Sassari
Per ottenere risultati straordinari sono sufficienti poche sedute e i risultati ottenuti sono subito apprezzabili e di lunga durata
l costante sviluppo scientifico e tecInuovo nologico ha permesso di ottenere un genere di Radiofrequenza, detta
Endodermica, che permette di far arrivare il calore prodotto dalla macchina in maniera precisa, costante e stabilizzata nel tessuto durante il trattamento. Per questo motivo, i più famosi chirurghi plastici e medici estetici in tutto il mondo la considerano una propria e vera rivoluzione. Infatti, per ottenere risultati straordinari sono sufficienti poche sedute e i risultati ottenuti sono subito apprezzabili e di lunga durata. Vediamo di scoprirla insieme, questa rivoluzione tecnologica made in Italy. ATTIVA® è un’apparecchiatura elettromedicale a radiofrequenza ideata e prodotta in Italia, ai vertici costruttivi per via della sua sofisticata tecnologia e sicurezza. Le onde radio, emesse a una determinata frequenza, penetrando all’interno del tessuto irraggiato (a causa della densità del tessuto stesso e dell’attrito provocato) generano calore. Il calore così prodotto può essere utilizzato a varie intensità, per trattare molteplici problematiche della pelle e del tessuto adiposo sia del viso che del corpo, ma anche dei tendini, dei muscoli e, in chirurgia riparativa, in ambito ginecologico. ATTIVA® è una radiofrequenza di ultimissima generazione che permette di avere un’emissione continua e pulsata, che apre la
strada a un’innovazione operativa: la radiofrequenza endodermica effettuata con un ago dotato di elettrodo con sensore termico! Con l’ausilio di un particolare ago schermato al suo esterno per quasi tutta la sua lunghezza tranne che nella sua parte finale (10 mm), nel cui lume viene alloggiata la sonda che trasmette l’energia, ATTIVA® è in grado di determinare una ristrutturazione completa di tutto il derma del tessuto trattato con assoluta precisione. Infatti la possibilità di far arrivare direttamente il calore nel substrato indicato, con una temperatura preimpostata al fine da indurre le modificazioni volute, permette di avere dei risultati straordinari. Con una temperatura di circa 45/50 C°, il passaggio dell’ago determina una denaturazione della struttura primaria,
Prima e a 90 giorni, dopo 2 sedute - Per gentile concessione del Prof. Fabio Marini
secondaria delle proteine, e in parte la terziaria, determinando inizialmente la retrazione delle strutture collageniche del derma con un effetto lifting; secondariamente inizia l’attivazione metabolica del fibroblasta, che inizia a riparare il collagene denaturato, e contemporaneamente anche la ridensificazione del derma con la produzione di neocollagene. Questi processi determinano una condizione di retrazione delle strutture cutanee persistente, duratura e, soprattutto, immediata. RISULTATI A OGNI TEMPERATURA Intorno ai 60 C° esplica un’azione defibrotizante, con l’eliminazione in modo naturale dei tralci aderenziali dei tessuti in seguito a traumi (per esempio, fratture con retrazione tessutale anomalo) o post interventi chirurgici per la riduzione delle cicatrici. Intorno ai 70 C°, invece, determina la lisi cellullare degli adipociti con l’emissione dei trigligeridi negli spazi interstiziali e nella matrice extracellulare, dove poi successivamente per via linfatica vengono rimossi. In questo caso, l’alterazione della struttura adipocitaria consente di poter eseguire una liposcultura superficiale estremamente precisa e meticolosa in tutte quelle aree estremamente difficili da trattare, un esempio per 13
tutti l’accumulo adiposo sovraioideo o dell’angolo della mandibola. Intorno agli 85 C°, infine, si ottiene un effetto di denervazione quando ATTIVA® viene utilizzata in vicinanza di un nervo. Infatti l’intenso calore irraggiato, ma delimitato e localizzato, determina un’alterazione reversibile della struttura di rivestimento della guaina dell’assone, con impedimento della trasmissione dell’impulso sia di natura elettrico nell’assone che chimico nelle placche dei dendriti. Tale blocco è reversibile e determina lo stesso l’effetto della tossina botulinica, ma con una durata maggiore. CONTROLLO COSTANTE A seconda dei trattamenti da eseguire, si possono usare agocannule di 5, 10 e 15 cm soprattutto per il viso e di 20 cm con diametri di 18 e 16 gouge per il corpo, destinate quindi a interventi maggiori come le liposculture o le celluliti fibrotiche. Attraverso una telecamera speciale (termocamera) durante l’esecuzione, viene monitorata l’area e l’intensità del calore del tessuto trattato, per cui - attraverso lo schermo 10,4” di ATTIVA® - tutte le impostazioni generali di temperatura cutanea superficiale e profonda di derma e ipoderma sono costantemente tenute sotto controllo in ogni istante del trattamento. In questo modo si possono eseguire millimetrici movimenti con un massimo di variabilità del calore impostato di appena 2 C° e si raggiungono risultati perfetti. ATTIVA® permette a qualsiasi operatore medico di ottenere i migliori risultati con possibilità di effetti indesiderati ridotti al minino o quasi inesistenti. Inoltre ATTIVA® ha una procedura molto semplice e intuitiva nel suo utilizzo, pertanto l’unica condizione che deve essere sempre valutata bene è che l’agocannula venga posizionata nel corretto piano di trattamento. In
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Tema Medicina S.r.l. Via dei Fornaciai, 29/E - 40129 Bologna tel. +39 051 0828559 www.temamedicina.com info@temamedicina.com
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Prima e a 60 giorni, dopo 2 sedute - Per gentile concessione della Dr.ssa Melania Battistella
questo modo, qualunque trattamento eseguito permette di avere sempre risultati straordinari. I casi qui pubblicati permettono di comprendere quanto ATTIVA® sia all’apice dell’innovazione tecnologica. Per poter effettuare il trattamento, una volta selezionato il programma prescelto, si esegue un piccolo pomfo di anestesia e si produce il foro di accesso con un ago da 18 0 16 gouge a seconda che la termocoppia sia per il viso o per il corpo, al fine di poter introdurre la termocannula agevolmente. Se la temperatura di trattamento si mantiene intorno ai 45 gradi non c’è bisogno di alcuna anestesia. Per temperature superiori è richiesta una semplice anestesia cutanea, effettuata con un ago per intralipoterapia. Il trattamento te-
rapeutico deve essere svolto in maniera molto lenta e quindi diventa molto preciso e allo stesso momento molto facile da eseguire; per tale motivo possono essere trattate aree anatomiche molto delicate come l’area zigomatica o le palpebre. ATTIVA® ha rivoluzionato la Chirurgia Estetica e la Medicina Estetica, in quanto riduce le problematiche della prima e potenzia i risultati della seconda, avendo sempre un effetto di sinergia con tutte le altre metodiche e strategie operative. Volete ringiovanire? riATTIVAtevi! ✘
LIVE STAGE
presenti il 5•10•2017
Prima e a 30 giorni, dopo 1 sola seduta - Prof. Giorgio Maullu
PER INFORMAZIONI T E M A MEDICINA
Prima e a 30 giorni, dopo 1 sola seduta - Per gentile concessione della Prof.ssa Irina Poleva
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MEDICINA ANTALGICA Dr. Franco Paolini Medico Chirurgo - Roseto degli Abruzzi (TE) Docente CPMA - VALET - Bologna
LA MESOTERAPIA FUNZIONA ANCHE SENZA FARMACI Se all’azione meccanica della tecnica togliamo quello farmacologico, rimangono ancora due meccanismi d’azione a farla funzionare…
on il passare degli anni, dal lontaC no 1988, mi convinco sempre di più che la straordinaria efficacia del-
la Mesoterapia nel trattamento dei dolori localizzati muscolo-scheletrici ha una molteplicità di meccanismi d’azione. Indiscutibile è l’azione farmacologica. I farmaci che in genere si utilizzano sono i NSAIDs (farmaci antinfiammatori non steroidei) ed è peculiare la loro modalità di somministrazione: piccole quantità di farmaco diluito in soluzione fisiologica, inoculate in sede intradermica nella cute al di sopra delle zone dolenti con un ago delle dimensioni di 4 mm di lunghezza e 27-30 gauge di spessore (un farmaco inoculato a una profondità di 10 mm raggiunge facilmente il sistema circolatorio capillare e permane in loco per poco tempo). Micropomfi distanziati di un centimetro circa l’uno dall’altro, che per diffusione formano un uniforme e localizzato strato di diluizione farmacologica, con progressione della diffusione nelle zone sottostanti fino all’interno delle articolazioni. Minimi dosaggi farmacologici con massima biodisponibilità, velocità di occupazione recettoriale e azione farmacologica prolungata, fanno della mesoterapia un trattamento d’elezione per soggetti con sindromi dolorose localizzate acute e croniche con necessità di terapie antinfiammatorie e antidolorifiche per os o parenterali prolungate nel tempo ma non effettuabili per la coesistenza di plurime patologie e terapie farmacologiche multiple e complesse. È ormai un ritornello quando, nel presentare la mesoterapia ai pazienti per dare una informazione su che cos’è e quali sono i possibili vantaggi e rischi, dico che «nell’unità di tempo, la quantità di diluizione farmacologica che entra in circolo è così piccola rispetto alle tradizionali modalità di somministra16
zione farmacologica, che non si hanno gli effetti collaterali su rene, stomaco, fegato e cuore», mentre è massima l’azione locale che persiste anche per più giorni; non c’è necessità di dover raggiungere alte concentrazioni di farmaco nel circolo sistemico perché questo abbia comunque effetto (locale). Tre applicazioni a distanza di 3-4 giorni l’una dall’altra e poi una a settimana nelle patologie dolorose acute, per una media di 7 applicazioni (5-8) in totale; un’applicazione a settimana per cicli che variano dalle 8 alle 12 applicazioni (più 8 che 12) per il trattamento dei dolori cronici, sono sufficienti all’ottenimento di un ottimo miglioramento. In genere i miglioramenti appaiono evidenti a partire dalla terza applicazione. Almeno questa è la mia esperienza personale. Ma il meccanismo d’azione della Mesoterapia è solo farmacologico? Da decenni riteniamo che sia triplice: Farmacologico,
Antalgico-Riflessologico e BioumoraleImmunologico. Se all’azione meccanica della mesoterapia togliamo quello farmacologico, rimangono ancora due meccanismi d’azione a farla funzionare. Di certo non sarà la stessa cosa per la mancanza dell’azione farmacologica, ma ci sono evidenze che mostrano come anche l’inoculazione intracutanea di soluzione fisiologica (Intracutaneous sterile water injection) abbia i suoi effetti antalgici nel mal di schiena (Low Back Pain). MESOTERAPIA MIRATA Benché la Mesoterapia sia accessibile ed effettuabile alla grande maggioranza dei soggetti che necessitano di un trattamento antalgico localizzato, vi sono comunque soggetti che, per allergie o per altre controindicazioni mediche, non possono usare farmaci. È proprio in questi soggetti che possiamo usare la mesoterapia senza il
DIPARTIMENTO DI TERAPIA ANTALGICA INTEGRATA
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DIDATTICA A CURA DI: Dr. Franco Paolini
Mesoterapia Antalgica Integrata DATE DEL CORSO: 16(pom)-17 Settembre 2017
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Carbossiterapia nel trattamento del dolore DATA DEL CORSO: 8 Ottobre 2017
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farmaco, utilizzando la soluzione fisiologica. L’azione meccanica dell’ago e della piccola quantità (0.2 ml) di soluzione fisiologica inoculati, evidentemente sono in grado di attivare sinergicamente gli altri due meccanismi d’azione, quello antalgico-riflessologico e quello bioumorale-immunologico, dando comunque buoni risultati terapeutici. C’è da considerare anche che possiamo potenziare l’azione an-
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talgica della mesoterapia avvalendoci della stimolazione meccanica di specifici punti di agopuntura, la cui stimolazione, comparata a quella dei punti trigger, ha mostrato maggior efficacia. È la Mesoterapia Mirata. La mesoterapia è una procedura che ogni medico pratico può facilmente imparare: è sicura, facile da eseguire, poco costosa e adatta a molti pazienti. Ha un suo razionale, in quanto vengono utilizzati
farmaci anche se in quantità minore e con una diversa modalità di somministrazione. Nonostante ciò, può funzionare anche senza farmaci allargando l’includibilità dei soggetti che non possono assumerne. ✘ RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI J. Z. Cui, Z. S. Geng, [...], and X. B. Zhang. “Effects of intracutaneous injections of sterile water in patients with acute low back pain: a randomized, controlled, clinical trial”. Braz J Med Biol Res. 2016; 49(3): e5092. M. Mammucari, A. Gatti, S. Maggiori, and A. F. Sabato. “Role of Mesotherapy in Musculoskeletal Pain: Opinions from the Italian Society of Mesotherapy”. Hindawi Publishing Corporation - Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine. Volume 2012, Article ID 436959, 12 pages. doi:10.1155/2012/436959. A. Di Cesare, A. Giombini, M. Di Cesare, M. Ripani, M. C. Vulpiani, V. M. Saraceni. “Comparison between the effects of trigger point mesotherapy versus acupuncture points mesotherapy in the treatment of chronic low back pain: a short term randomized controlled trial”. Complement Ther Med. 2011 Feb;19(1):19-26. doi: 10.1016/j. ctim.2010.11.002. Epub 2010 Dec 15. M. Mammucari, E. Maggiori, M. Lazzari, S. Natoli. “Should the General Practitioner Consider Mesotherapy (Intradermal Therapy) to Manage Localized Pain?”. Pain Ther (2016) 5:123–126 DOI 10.1007/s40122-016-0052-3.
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HIFU, L’EVOLUZIONE CONTINUA CON L’INNOVATIVA TECNOLOGIA CENTERLESS
MEDICINA ESTETICA ALTAIR Ricerca e Sviluppo
Altissima qualità, focus più preciso, maggiore stabilità, sicurezza e prestazioni migliorate, maggiori risultati, riduzione degli effetti collaterali, facile utilizzo: la gamma si compone di 3 diversi tipi di dispositivi medicali ENTERLESS è la più recente tecC nologia a disposizione del chirurgo e del medico estetico per
offrire ai pazienti trattamenti spettacolarmente innovativi dai risultati entusiasmanti. L’alta qualità dei trasduttori CENTERLESS ha come conseguenza un minor consumo di shots. È prodotta da un’azienda coreana leader e specializzata esclusivamente nel settore degli ultrasuoni e HIFU, prima su quelli terapeutici e ora anche su quelli per la medicina estetica. Ancora oggi porta avanti la ricerca accademica in collaborazione con l’Università Nazionale di Jeju, specializzata nello studio e nella valutazione degli ultrasuoni e HIFU. La tecnologia CENTERLESS è unica sul mercato, e brevettata a livello internazionale e solo questo consentirebbe al medico di distinguersi da tutti gli altri. Rispetto alla tecnologia laser e alla radiofrequenza, che agiscono entro i primi 2 millimetri di profondità, può focalizzare l’energia derivata dagli ultrasuoni molto più in profondità e con un grado di precisione elevatissimo. Il range di profondità della tecnologia HIFU è tra 1.5 millimetri e 18 millimetri. Impiegato a una profondità di 8,13,18 mm è efficace nella riduzione non chirurgica del pannicolo adiposo. Focalizzato invece a 4.5 mm di profondità, produce una serie di punti di denaturazione termica del muscolo SMAS, per cui ha un effetto lifting. A 3 mm di profondità rigenera le fibre di collagene, per cui rassoda la pelle e a 1.5 mm tratta le rughe superficiali. CARATTERISTICHE DEL CENTERLESS HIFU CENTERLESS HIFU è un innovativo sistema HIFU che utilizza una speciale piastra di ceramica piezoelettrica 18
concava con un foro al centro. Un tubo è inserito attraverso il foro per impedire la generazione di ultrasuoni al centro della ceramica.
MAGGIORE STABILITÀ Gli ultrasuoni, passando attraverso l’acqua nel trasduttore, originano delle microbolle (effetto cavitazione) che si raccolgono sulla superficie della ceramica con formazione di energia. Grazie alla forma concava della ceramica piezoelettrica e al foro centrale, l’energia che viene emessa dalla ceramica sarà focalizzata soltanto all’interno della pelle, con maggiore sicurezza di emissione rispetto ai normali trasduttori semplici.
SICUREZZA & PRESTAZIONI MIGLIORATE La maggior parte dei dispositivi HIFU, per compensare il problema di generare eccessivo calore sulla superficie della pelle con conseguenti scottature e forte dolore, riducono l’emissione di energia ultrasonica. Tuttavia, l’abbassamento dell’energia riduce la dimensione del punto focale all’interno del tessuto con degrado delle prestazioni del trasduttore e minori risultati. Al contrario, il CENTERLESS HIFU, grazie alla sua conformazione, elimina radicalmente il problema di creare calore eccessivo sulla superficie della pelle senza abbassare troppo la quantità di energia. I risultati sperimentali hanno dimostrato che i CENTERLESS HIFU sono in grado di ridurre in modo significativo gli effetti collaterali e allo stesso tempo migliorano la prestazione della lesione all’interno del tessuto di oltre il 50%.
A sinistra, le limitazioni dei semplici HIFU e, a destra, il CENTERLESS HIFU
Caso 1
Caso 1
L’EFFICACIA GRAZIE A KORUST KORUST è riuscita a produrre con successo i CENTERLESS HIFU, trasduttori molto efficaci, acquistabili a partire da €155 al mese. Il fascio di calore è più concentrato e mirato e di conseguenza il CENTERLESS HIFU è in grado di fornire trattamenti più sicuri senza bruciature e con risultati molto più efficaci, come si può notare dalle immagini in questa pagina, sia nell’immediato, sia a distanza di tempo. ✘
Caso 2
Caso 2
Caso 1
Caso 1
Caso 1: prima e immediatamente dopo trattamento con HIFU CENTERLESS
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Caso 3
Caso 3
Casi 2 e 3: prima e dopo 3 mesi dal trattamento con HIFU CENTERLESS
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L’UTILIZZO DEL PEELING CHIMICO NELLO STUDIO DEL MEDICO ESTETICO
MEDICINA ESTETICA Dr.ssa Paola Molinari Specialista in Chirurgia Generale - Modena Docente CPMA VALET - Bologna e Dr.ssa Antonella Mosca Specialista in Idrologia Medica - Lecce
Serve un check up cutaneo per individuare la terapia restitutiva e idratante più adatta per la cute probabilmente danneggiata dalle fotoesposizioni una verità universalmente ricoÈ nosciuta, come direbbe Jane Austen, che il nuovo anno inizi alla fine delle vacanze, e che quindi il desiderio di essere in forma in quel periodo dell’anno sia sentito in modo particolare. Una bella abbronzatura non sempre è sinonimo di salute. Se preso senza precauzioni, il troppo sole, una volta sbiadito il colore della pelle al rientro dalle vacanze, presenta il conto sotto forma di rughe, macchie scure e perdita di tono a carico della pelle di viso, mani e décolleté. A questo fattore si associa la cosiddetta sindrome da rientro Holiday blues - per utilizzare la definizione in inglese e dare un tocco di esotismo. Ed allora... peeling! In molti dei nostri studi professionali si inizia il nuovo anno con un check up cutaneo per individuare la terapia restitutiva e idratante più adatta per la cute probabilmente danneggiata dalle fotoesposizioni.
Prima di procedere con qua“lunque atto medico estetico
è indispensabile inquadrare le eventuali lesioni presenti, pigmentate e non, sia con un esame obbiettivo, sia con l’ausilio di strumenti quali (tra gli altri) la lampada di Wood, che emettendo una luce particolare permette di capire se ci sia un danno solo epidermico o anche dermico, e il dermatoscopio (questo serve a comprendere l’esatta natura di un’eventuale lesione e quindi a definire il percorso terapeutico più adatto)
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L’idratazione profonda si raggiunge attraverso un’azione combinata. Le tecniche sono innumerevoli: noi cominciamo quasi sempre con un peeling che, eliminando l’eccesso di strato corneo epidermico superficiale, normalizza la pelle e la rende più ricettiva ai principi attivi cosmetici. Solo allora continuiamo eventualmente con trattamenti medico-estetici ambulatoriali con effetti molto naturali: tra essi la biostimolazione, con acido ialuronico, aminoacidi, vitamine, polinucleotidi, cellule staminali, antiossidanti in genere; la carbossiterapia, che comporta una forte ossigenazione locale; la veicolazione transdermica di principi attivi mediante elettroporazione o mediante ossigenoterapia a propulsione; la radiofrequenza, che con un particolare passaggio di corrente stimola la riparazione e la produzione di collagene ed elastina. IL PEELING In Medicina Estetica, il peeling chimico è considerato un trattamento di vero e proprio ringiovanimento cutaneo. Ciò è reso possibile grazie all’utilizzo di sostanze, di derivazione più o meno naturale, che una volta stese sulla cute da trattare agiscono come esfolianti, favorendo la rimozione degli strati di pelle più in superficie e quindi datata. Questa tipologia di trattamento è in grado di agire attraverso l’azione di diversi meccanismi: • c ome già detto, in primis, stimola il turnover cellulare, andando così a eliminare ed esfoliare le cellule morte dello strato corneo; avviene perciò un ricambio cellulare che già fisiologicamente si verificherebbe, anche se più lentamente. •D opodiché, concorre a eliminare le cellule che si presentano danneg-
giate o comunque degenerate che a loro volta sono sostituite, frequentemente, da cellule epidermiche normali. • Infine crea un’infiammazione più o meno importante: questa, mediante la stimolazione dei fibroblasti, è in grado di attivare la produzione di elastina e collagene autologo, sostanze fondamentali per ottenere un effetto rivitalizzante e di ringiovanimento della pelle. Già nell’antichità i nostri antenati si prendevano cura dell’aspetto esteriore, tant’è vero che nell’antica Grecia e nelle civiltà di Turchia, India e Babilonia si sfruttavano sostanze di origine vegetale per ottenere un aspetto più giovane.
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Nel papiro di Edwin Smith, datato al 1700 a. C., è descritto con precisione un peeling chimico per eliminare le rughe che sembrerebbe quindi risalire addirittura agli antichi Egizi. Tra gli ingredienti selezionati appositamente per effettuare il peeling vediamo lo zolfo, la pomice, le polveri di piante e fiori e le polveri di minerali. Più avanti, alla fine dell’800, il dermatologo tedesco P. G. Unna, dopo varie sperimentazioni di sostanze e metodologie, giunse a descrivere l’impiego dell’acido tricloroacetico (1882), dell’acido salicilico, della resorcina e, per finire, del fenolo. Nel 1952, invece, il famoso dermatologo inglese Mackee sperimentò l’utilizzo del fenolo per intervenire sulle cicatrici da acne. In tempi più recenti, tra i nomi illustri
che portarono maggiore conoscenza in merito alla tematica del peeling troviamo La Gassé, che fece un approfondimento del peeling al fenolo (a lui si deve il suggerimento dell’occlusione, quale effetto di potenziamento del peeling e quale sicurezza per le infezioni) e Murad sull’utilizzo del tricloroacetico, dell’acido salicilico, dell’acido lattico e in particolar modo dell’acido glicolico. Parlando di peeling è possibile stilare una lista dei casi più comuni in cui il Medico Estetico interviene con questo tipo di trattamento; in particolare, tra gli altri, ricordiamo cheratosi e invecchiamento cutaneo, cicatrici da acne, smagliature, discromie, acne, dermatite seborroica, lassità cutanea, radiodermiti. Una delle classificazioni più comuni dei peeling li definisce a seconda del tipo di sostanza chimica che si utilizza e della profondità cutanea a cui questi riescono ad agire. Più precisamente, è possibile identificare: peeling molto superficiali, peeling superficiali, peeling medio profondi e peeling profondi. LE SOSTANZE PIÙ UTILIZZATE Il peeling è quindi una metodica diffusa: molte case farmaceutiche, farmacisti preparatori, aziende produttrici di medical device, medici utilizzatori e poi formulatori, nel tempo hanno proposto programmi integrati, associazioni o sequenze di applicazione; queste si differenziano, oltre che per la caratterizzazione commerciale, anche per differenze nella formulazione e nell’assorbimento, costituendo spesso veri e propri protocolli e sistemi di approccio completo. Ecco un elenco di sostanze conosciute e utilizzate in ambito medico per il peeling: Alfa-idrossi-acidi, Acido glicolico, Acido salicilico, Acido piruvico, Acido ascorbico, Acido lattico, Acido mandelico, Acido tioglicolico o mercaptoacetico, Soluzione di Jessner, Resorcina, 5-fluorouracile (5-Fu), acido retinoico, acido tricloroacetico (TCA) e Fenolo.Questo elenco è ovviamente parziale, ma conoscenze di chimica di base già a un primo sguardo permettono di capire quanto diversa possa essere la
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possibile composizione dei vari trattamenti, per capacità di penetrazione, efficacia e sicurezza. Per scegliere la profondità giusta a cui deve agire il peeling chimico, è necessario tener conto di diversi fattori. Ad esempio: • Tipo di inestetismo o patologia che si desidera trattare. • S ostanza utilizzata, la sua concentrazione, il suo pH. • Eccipienti o formulazione del peeling stesso: la preparazione nanotecnologica ad esempio ha una capacità di penetrazione molto diversa da altre, e allo stesso modo diverso sarà il comportamento a seconda delle caratteristiche reologiche, se è sotto forma di gel, acquoso, solido, veicolato ecc. • Area cutanea su cui intervenire. • Tecnica di applicazione e numero di passaggi. • Trattamento cutaneo prima dell’applicazione, farmaci assunti, abitudini domiciliari. • Tipo di pelle del paziente. • Spessore della pelle del paziente. • Tempo di applicazione e permanenza, metodica. Per esempio l’occlusione aumenta l’effetto. Esiste poi una formula di peeling combinato in crema, che si lascia applicato anche per ore raccomandando al paziente di detergersi a domicilio e che provocherà il proprio effetto nei giorni successivi all’applicazione, variabile a seconda della durata. Tutti questi hanno un’influenza su quanto saremo aggressivi, non soltanto la formula chimica o la concentrazione. Con un’attenta visita, il medico estetico potrà individuare il peeling più indicato, condividendo con il paziente sia gli obbiettivi raggiungibili, sia l’eventuale disagio durante il trattamento e nel periodo successivo a esso, oltre alle raccomandazioni di sicurezza per le avvertenze da adottare. Durante le due settimane antecedenti il trattamento ambulatoriale, sarà necessario preparare la pelle utilizzando prodotti specifici; in particolare si tratta di cosmeceutici scelti a seconda del quadro clinico, a base ad esempio di alfaidrossiacidi; la cute preparata opportunamente raggiungerà una migliore riepitelizzazione una volta concluso il trattamento.
Medicina Estetica, il pee“In chimico ling è considerato un trattamento di vero e proprio ringiovanimento cutaneo. Ciò è reso possibile grazie all’utilizzo di sostanze, di derivazione più o meno naturale, che una volta stese sulla cute da trattare agiscono come esfolianti, favorendo la rimozione degli strati di pelle più in superficie e quindi datata. Questa tipologia di trattamento è in grado di agire attraverso l’azione di diversi meccanismi...
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PEELING MOLTO SUPERFICIALE Con questa tipologia di peeling si rimuove solo lo strato di pelle più superficiale (strato corneo) ed è utile soprattutto per donare più luminosità, eliminare l’opacità e attenuare la disomogeneità cutanea. Per l’esecuzione dello stesso si utilizzano ad esempio soluzioni di acido glicolico o acido mandelico al 30% o 50%, con pH maggiore di 1,5/2. Questo trattamento deve essere ripetuto per più sedute successive a cadenza settimanale o quindicinale per ottenere risultati soddisfacenti. PEELING SUPERFICIALE Viene utilizzato per vari inestetismi e irregolarità dell’epidermide e può raggiungerne lo strato basale. Il peeling superficiale è indicato soprattutto per acne, cicatrici da acne superficiali, iperpigmentazione, lentigo solare, raramente melasma e rughe superficiali delle guance e del contorno occhi. Si può effettuare con soluzioni a concentrazioni diverse, ad es. di Acido mandelico al 40-60%, Acido salicilico al 1525%, Acido glicolico al 70%, Acido tricloroacetico al 15%, Soluzione di Jessner o Resorcina al 40%. A differenza della precedente tipologia di peeling, in questo caso si può avvertire un bruciore diffuso e compare un eritema a volte intenso. Talvolta può comparire uno sbiancamento della cute (frost), segnale
di danno indotto per coagulazione delle proteine: più è bianco e uniforme, compatto, più il peeling è profondo; l’esfoliazione perdura dai 7 ai 10 giorni. Con il frost non va confusa la comparsa di un precipitato bianco molto simile, di natura diversa, tipico del peeling al salicilico. PEELING DI MEDIA PROFONDITÀ Questo peeling, come quello superficiale, crea necrosi modulata dell’epidermide, ma si estende in più al derma papillare. Si tratta di un trattamento per mani particolarmente esperte e trova indicazione quando vi sia la presenza di acne papulopustolosa e nodulocistica, cicatrici da acne e da varicella, melasma e rughe di media profondità, con la possibilità di associare il trattamento alle infiltrazioni di filler. Si utilizzano soluzioni di acido tricloroacetico al 35- 40% oppure peeling combinati o misti o ancora, di nuovo dopo un periodo relativamente lungo in cui era stato abbandonato per la sua possibile tossicità, il fenolo. Con il peeling medio-profondo, sulla pelle si avverte una sensazione di bruciore che può essere a volte molto intensa. Per quanto concerne il decorso post-trattamento, è possibile evidenziare quasi subito una pelle più scura e dopo cinque giorni inizia verificarsi un’esfoliazione a grandi squame che dura dagli 8 ai 10 giorni. PEELING PROFONDO Oltre a determinare necrosi dell’epidermide, produce necrosi del derma papillare e, in alcuni casi, del derma reticolare, con l’indicazione quindi per il trattamento di quadri con ritidosi diffusa e accentuata, lassità cutanea ed esiti cicatriziali. Uno dei principi attivi più usato è il Fenolo, sostanza che comporta denaturazione e coagulazione delle proteine con necrosi del derma papillare e talvolta reticolare. L’applicazione viene, di solito, effettuata in sala operatoria, con sedazione del paziente e medicazione occlusiva. A causa del notevole rischio di complicanze infettive, cicatriziali e di danni estetici permanenti, noi,
come la maggioranza dei Medici Estetici, quando anche vi fosse indicazione a questo trattamento, preferiamo dirottare il paziente verso azioni alternative di tipo ablativo, quali l’uso di terapie laser o combinazioni di trattamenti, nel tempo sempre più sicuri e maneggevoli. Una menzione a parte meritano poi il peeling all’Acido Mandelico e il Tricloroacetico Modulato. Quello all’Acido Mandelico rappresenta la generazione di peeling che meglio rispecchia la filosofia “soft”, nella quale l’associazione di acidi di leggera-media potenza consente di ottenere risultati eccellenti con il minor rischio possibile di effetti indesiderati. L’acido Mandelico, derivante dalle mandorle, presen23
corsi teorico-pratici
PEELING CHIMICI DI SUPERFICIE, MEDI E PROFONDI DIDATTICA A CURA DI: Dr. Maurizio Cavallini e Dr. Lucio Miori DATA DEL CORSO: 16-17 Settembre 2017 ECM: 12 crediti
PEELING CHIMICI 2° LIVELLO PRATICO DIDATTICA A CURA DI: Dr. Maurizio Cavallini e Dr.ssa Paola Molinari DATA DEL CORSO: 11 Novembre 2017 ECM: 11,1 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
ta molteplici vantaggi: non è fotosensibilizzante e quindi può essere utilizzato in tutti i periodi dell’anno, compresi la primavera e l’estate; pur avendo un’importante azione di stimolo sull’esfoliazione dell’epidermide e la rigenerazione del derma, è privo di effetti collaterali fastidiosi come il bruciore o l’eritema intensi; in associazione con altri agenti peeling notoriamente aggressivi, è in grado di frenarne l’azione, pur lasciandone intatte le specifiche proprietà terapeutiche. Sulla base di queste caratteristiche, sono nate le seguenti associazioni: Acido Mandelico-Tiolattico, ristrutturante e depigmentante; Acido Mandelico-Piruvico, trattamento dell’acne in fase acuta; Acido Mandelico-Salicilico, con effetto levigante, per il trattamento dell’acne e dei suoi esiti; Acido Mandelico-Tricloroacetico, usato soprattutto nelle forme importanti d’invecchiamento. Il TCA Modulato, invece, è un peeling innovativo composto da un’associazione di acido tricloroacetico al 33%, noto in Medicina Estetica per le sue caratteristiche ristrutturanti, acido Cogico al 5% (per il suo effetto modulatore della pigmentazione) e soprattutto perossido di idrogeno che, penetrando più velocemente del TCA nelle membrane cellulari dell’epidermide, compete con esso e ne neutralizza quindi l’antiestetico effetto esfoliante. Grazie a questa formulazione stimola la cute in profondità, ma permette al paziente un’immediata socializzazione e con risultati apprezzabili 24
fin da subito: è particolarmente indicato per trattare il viso, ma anche il collo, per esempio quando presenta rughe anche accompagnate da rilassamento della pelle o rughe circolari, e il décolleté, e comunque in tutti i casi in cui la pelle risulta poco idratata, con capillari e macchie scure; addirittura si utilizza sul melasma, terrore di tutti per l’alto rischio di peggioramento se affrontato con terapie troppo aggressive. I principali vantaggi del trattamento sono i seguenti: non è fotosensibilizzante, quindi si può effettuare anche nella stagione estiva; è stato proposto come alternativa alla biorivitalizzazione iniettiva, innescando nei fibroblasti e nel collagene un vero e proprio processo rigenerativo e un effetto immediato di miglioramento di tono e luminosità; è praticamente indolore e poco invasivo. Anche per queste ragioni è particolarmente gradito ai pazienti di genere maschile. TRATTAMENTI E PRECAUZIONI POST-PEELING Dopo ogni seduta di peeling, la pelle dovrà essere trattata per almeno 4-5 giorni con creme emollienti e idratanti, non grasse, per evitare occlusione dei pori e follicoliti. Terapie antibiotiche e cortisonici saranno riservati solo ai peeling di grado medio-profondo o a casi particolari, e comunque su pescrizione del medico. Un’elevata fotoprotezione è invece d’obbligo in tutti i casi, anche durante i mesi invernali.
RISCHI E COMPLICANZE DERIVANTI DAI PEELING CHIMICI Come abbiamo detto più volte, rivolgersi a un Medico Estetico ben preparato professionalmente è fondamentale per ottenere risultati ottimali in sicurezza ed evitare rischi o complicanze che invece potrebbero verificarsi con persone non correttamente formate. Lievi eritemi, arrossamenti e desquamazione furfuracea della durata di qualche giorno sono le normali conseguenze di un peeling ben eseguito: il nome stesso di questo trattamento (to peel in inglese significa “sbucciare”) indica appunto che si presenterà un’esfoliazione più o meno importante. Sta al medico evitare che, da effetto collaterale normale, questo venga percepito dal paziente come complicanza a causa di un errore di comunicazione. Solo raramente invece compaiono complicanze importanti, spesso evitate grazie alla corretta gestione sia dell’atto medico, sia del post immediato e tardivo: la loro trattazione merita uno spazio dedicato. ✘
Oggi un professionista serio “trova la propria soddisfazione
nel ritrovarsi di fronte, dopo un percorso mai frettoloso, un individuo sano, armonioso, che si senta bene nella sua pelle, che viva compiutamente la sua età, che sappia riconoscersi e accettarsi, che lavori con impegno per migliorarsi e che sappia stimarsi e amarsi di più: il peeling è uno dei trattamenti che più aiuta nel conseguire questo risultato. Concludiamo con una considerazione: un risultato naturale spesso si ottiene con l’applicazione moderata di molti rimedi diversi. E, un passo alla volta, il viso apparirà più fresco e riposato, quindi più giovane...
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SCUOLA di MEDICINA e CHIRURGIA ESTETICA Moduli tematici e corsi monotematici teorico-pratici riservati al Medico
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Una struttura creata appositamente per ospitare i nostri Corsi di Medicina e Chirurgia Estetica a Bologna
IL METODO CPMA VALET
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La parte teorica si fonde armonicamente con quella pratica, per dare modo ai medici di essere subito in grado di offrire nuovi servizi ai propri pazienti
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La parte teorica si fonde armonicamente con quella pratica, per dare modo ai medici di essere subito in grado di offrire nuovi servizi ai propri pazienti ... Nel 2017 per compiere un ulteriore salto di qualità, lanciamo per la prima volta la trasmissione in 3D delle LIVE Sessions in diretta dal Poliambulatorio MULTIMED...
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UPGRADE PRATICI Al termine dei corsi dedicati a: • FILI IN MEDICINA ESTETICA • TOSSINA BOTULINICA (base e avanzato) • FILLER (base e avanzato) • BIOSTIMOLAZIONE a 5 allievi verrà data la possibilità di partecipare a un ulteriore corso prettamente pratico durante il quale il Medico – sotto la supervisione del Docente – tratterà una paziente da lui reclutata 27
PRESENTAZIONE
Dopo l’Università c’è il CPMA Più di 40 anni fa, da una felice intuizione del Professor Antonio Monti, nasceva a Bologna il Centro Postuniversitario Medicina Ambulatoriale (CPMA), uno dei primi in assoluto, che si è progressivamente affermato per l’attenta didattica dei suoi esperti docenti. In un mondo in cui troppo spesso tengono banco le chiacchiere, noi preferiamo che a parlare siano i fatti. E i fatti sono sotto gli occhi di tutti. Da più di 40 anni, la nostra Scuola aiuta medici e chirurghi ad affinare le proprie conoscenze e le proprie qualità in termini di tecniche ambulatoriali. Lo fa attraverso un metodo didattico collaudatissimo, capace di offrire ai partecipanti informazione e formazione scientifiche aggiornate che consentono ai partecipanti di passare con immediatezza dalla teoria alla pratica. Ovvero: una volta frequentato il corso, il medico dal giorno dopo può mettere in pratica nel proprio ambulatorio le tecniche apprese e offrire quindi ai propri utenti i nuovi trattamenti, mantenendosi al passo coi tempi e con le richieste di una clientela sempre più esigente e aggiornata in fatto di Medicina e Chirurgia Estetica. E il CPMA non si limita a far conoscere ai medici le nuove tecniche: li tiene costantemente informati organizzando tempestivamente corsi d’aggiornamento che servono a illustrare (e dimostrare) le evoluzioni delle tecniche stesse. 40 anni d’esperienza, una didattica chiara che ha permesso a migliaia di medici di mantenersi aggiornati, docenti selezionati, strumenti d’insegnamento e di comunicazione moderni. E in questi 40 anni, ovviamente, la scienza medica ha fatto passi da gigante e noi con lei. Per offrire Corsi e Moduli che rispondessero alle nuove esigenze dei pazienti, abbiamo rinsaldato il rapporto di collaborazione con le società scientifiche SIES (Medicina e Chirurgia Estetica) e AFI (Associazione Flebologica Italiana), abbiamo inaugurato il Poliambulatorio MULTIMED che ci consente di far “toccare con mano” ai nostri allievi le metodologie che vengono illustrate in aula e infine siamo diventati PROVIDER STANDARD ECM con Certificazione UNI EN ISO 9001:2008 per offrire il miglior riscontro professionale ai medici che ci concedono la loro fiducia. Il nostro non è uno slogan: “Dopo l’Università, c’è il CPMA”. È la cronaca di un successo che ha per protagonisti e testimoni i medici di tutta Italia.
VISO BASE
CORPO AVANZATO
SCUOLA
CORSO
CORSO
CORSO
CORSO
MODULO
CORSO
CORSO
CORSO
CORSO
La SCUOLA si compone di 4 MODULI
VISO AVANZATO
Ogni MODULO è composto da CORSI MONOTEMATICI TEORICO-PRATICI
CORPO BASE
TECNICHE LASER
Sono previsti ulteriori MODULI e DIPARTIMENTI di APPROFONDIMENTO
MODULO/ DIPARTIMENTO
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MEDICINA ESTETICA Dr. Daniele D’Andria Specialista in Chirurgia Generale - Roma
NUOVO APPROCCIO TERAPEUTICO AL RINGIOVANIMENTO DEL VOLTO Questa tecnica prende in considerazione una terapia combinata peeling-laser (Fotona 4D® e Yellow Peel) e una topico-sistemica con creme domiciliari e integratori (linea MM System)
l ringiovanimento del volto rappreIchiesti senta uno dei trattamenti più riin Medicina Estetica. Negli ulti-
mi anni si stanno affermando sempre di più metodiche minimamente invasive, con un downtime di breve durata, che consentono un’immediata ripresa delle attività sociali. Le possibilità di ringiovanire un volto sono molteplici grazie all’ampio spettro di medical devices che il mercato offre. Oggi, nuove opportunità terapeutiche a disposizione del medico utilizzatore di laser offrono la possibilità d’interagire con le varie metodiche al fine di ottimizzare i risultati: peeling chimici, filler, promotori della vascolarizzazione, integratori (proteici-Omega 3), trattamenti topici pre e post laser. La mia esperienza positiva di questo nuovo approccio terapeutico prende in considerazione una terapia combinata peeling-laser (Fotona 4D® e Yellow Peel) e una topico-sistemica con creme domiciliari e integratori (linea MM System). Questo nuovo approccio terapeutico inizia con un peeling combinato di stimolazione dermica (Yellow Peel) a base di Acido Azelaico, Acido Fitico, Retinolo, Acido Salicilico e Emu Oil. Per peeling combinato s’intende la successione temporale nella stessa seduta di due o più peeling, così da ottenere un migliore effetto, senza incorrere nel rischio di effetti indesiderati. In base al tipo di pelle e ai risultati che si vogliono ottenere, si possono applicare differenti metodiche: peeling molto superficiale (pelli sensibili, melasma, fototipi alti), peeling superficiale (primi segni di photoaging, macchie post-infiammatorie e attiniche), peeling medio (evidenti segni di photoaging, pelli mature, rughe medio-profonde, atrofia cutanea). L’obiettivo del trattamento peeling è quello di incrementare la circolazione vascolare, stimolare
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i fibroblasti, incrementare i Glycosaminoglicani (aumento ritenzione d’acqua) e incrementare il turgore dermico, oltre a prevenire le macchie grazie alle sostanze schiarenti. LE QUATTRO “DIMENSIONI” Dopo il trattamento, il protocollo prevede l’applicazione di una crema a base di DNH Oil (Post Peel Recovery Formula) per circa 10 giorni, per accelerare i processi riparativi, mantenere idratata la pelle e rigenerare il tessuto dermico. Dopo 30 giorni si procede con il trattamento laser. La mia esperienza è con il Fotona 4D® (Fotona laser), che è una combinazione di trattamenti laser, non invasivi, che agiscono sulla superficie esterna della pelle e su quella interna del cavo orale, per garantire una completa contrazione delle fibre di collagene e un conseguente effetto tightening e volumizzante senza utilizzo di iniettabili. Con due lunghezze d’onda (Er:YAG e Nd:YAG) e quattro modalità di trattamento, consente un approccio sinergico a quattro livelli, che agisce sulle strutture connettive profonde, medie e superficiali della pelle e colpisce simultaneamente diverse imperfezioni cutanee. Le quattro “dimensioni” del Fotona 4D® si riferiscono ad altrettanti distinti trattamenti con i sistemi laser Fotona SP Dynamis o SP Spectro: SmoothLiftin™, FRAC3®, PIANO® e SupErficial™, utilizzati in maniera sinergica per contrastare l’invecchiamento del volto, senza necessità di anestesia e con minimi tempi di guarigione. SmoothLiftin™ - Il trattamento Er:YAG intraorale non ablativo, per un riscaldamento massivo, controllato e delicato per il rassodatmento delle guance, diminuzione delle rughe naso-geniene e sollevamento della commissura labiale e l’accentuazione dell’arco di cupido che stimola la
Caso clinico pre e post
Caso clinico pre e post
contrazione del collagene e la neocollagenesi. Determina un generale miglioramento del tono e dell’elasticità nei tessuti trattati, oltre a un effetto di riempimento dall’interno delle rughe naso-geniene, simile all’effetto filler. FRAC3® - Effetto frazionale 3D autoindotto del laser Nd:YAG, che provoca
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piccoli picchi localizzati di elevata temperatura. Colpisce le imperfezioni profonde, completando l’effetto del trattamento intraorale e donando alla pelle un aspetto più giovane. PIANO® - Impulso Nd:YAG ultra lungo che determina un riscaldamento massivo dei tessuti rapido e sicuro, dall’esterno all’interno, che concentra
l’energia negli strati sottocutanei e consente di ottenere un effetto rassodante. SupErficial™ - Una leggera ablazione Er:YAG a freddo, che migliora ulteriormente l’aspetto della pelle e riduce le imperfezioni. Dopo il trattamento, il protocollo prevede ancora l’applicazione a base di DNH Oil (Post Peel Recovery Formula) per circa 10 giorni e, successivamente, l’assunzione di un integratore a base di Resveratrolo, mattino e sera, per neutralizzare i radicali liberi generati dal processo infiammatorio e favorire la circolazione, e un integratore proteico per favorire il trofismo dermico di collagene, elastina e muscolo. Dall’undicesimo giorno, l’applicazione di una crema inibitrice della tirosinasi (Stand By C Cream) una volta al giorno e di una protezione solare filtro totale. La mia esperienza personale evidenzia l’efficacia di questo nuovo approccio combinato sicuro e non invasivo, grazie al quale il ringiovanimento del volto viene affrontato in maniera globale e sinergica, con una piena e duratura compliance del paziente. ✘
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MEDICINA ESTETICA Dr.ssa Noura Lebbar Medico Estetico - Milano
D.A.S. MEDICAL: LA NUOVA ENERGIA DEL PLASMA MODULATA IN FREQUENZA Il dispositivo che permette trattamenti dermo-estetici in totale sicurezza anche sui fototipi scuri. Nessun rischio di iper-pigmentazione, comprovato da centinaia di trattamenti
’introduzione, circa 10 anni fa L [1], della tecnologia plasma nell’ambito della Medicina Esteti-
ca, ha creato un immediato e forte entusiasmo negli operatori del settore per gli straordinari effetti anti-aging di questa nuova forma di energia. Il plasma, quarto stato della materia, permette non solo un ringiovanimento dei tessuti, ma anche il trattamento rapido di patologie dermatologiche benigne senza causare cicatrici e con una guarigione veloce. L’entusiasmo, però, è rapidamente svanito quando si sono manifestati i primi effetti collaterali, tra cui l’iper-pigmentazione cutanea secondaria. Siamo ben cosci che l’iper-pigmentazione è uno degli effetti collaterali non concepibili nell’ambito della Medicina Estetica, che ha come scopo principale l’eliminazione delle imperfezioni e ha l’obbligo di dare un risultato. Le suddette problematiche erano e sono causate da un danno termico eccessivo, che comporta un processo infiammatorio importante che iper-stimola la melanogenesi e porta, quindi, alla iper-pigmentazione delle aree trattate, soprattutto nei fototipi più scuri.
IL DISPOSITIVO Nel sistema D.A.S. medical si è ovviato a questo problema permettendo la modulazione non solo della potenza, ma anche della frequenza. Ciò significa che l’operatore può decidere, in base a fototipo, tipo di pelle (spessa o sottile) e trattamento, sia la quantità di tessuto da rimuovere, sia il danno termico causato in un arco di tempo nel medesimo punto. La modulazione della frequenza permette al medico di avere totale controllo sul trattamento e di agire in totale sicurezza essendo certo di poter evitare l’insorgenza di iperpigmentazioni secondarie su tutti i fototipi. LA MIA ESPERIENZA PERSONALE Nella mia esperienza con il plasma ho trattato più di 500 pazienti di tutti i fototipi e per diverse indicazioni, con grande soddisfazione sia personale sia dei pazienti. In questo articolo focalizzeremo la nostra attenzione su tre pazienti con fototipo intermedio (IV/V) trattate per un ringiovanimento palpebrale superiore (pazienti A e B) e combinato superiore/inferiore (paziente C). IL TRATTAMENTO Alle pazienti non viene prescritta alcuna medicazione precedentemente al trattamento. Mezz’ora prima della seduta si applica crema anestetica (Lidocaina 30%); non è necessaria anestesia iniettiva, in quanto il sistema attua una sublimazione degli strati superficiali della cute senza penetrare in profondità e senza intaccare le strutture
coinvolte nella sensazione del dolore. Le impostazioni di frequenza e potenza ottimali per effettuare il trattamento della lassità alle palpebre sono quelle intermedie. Nella scelta delle impostazioni è molto importante tenere presente sia il fototipo sia il grado di lassità. Ad esempio, maggiore sarà la lassità e più alta potenza potremo utilizzare per avere un effetto shrinking maggiore; sui fototipi alti dovremo utilizzare frequenze mediobasse, mentre sui fototipi più chiari si potranno utilizzare frequenze più elevate. In tutte le pazienti si sono utilizzate impostazioni medie di frequenza e potenza, poiché tutte presentavano un fototipo medio-alto. Per quanto concerne la tecnica di trattamento, si tratta di quella a spot triangolari sull’intera area interessata da eccesso cutaneo o lassità. Utilizzo e consiglio questa tecnica, che si ispira alla tecnologia frazionata dei laser, perché dà esiti posttrattamento meno intensi rispetto alla tecnica lineare e permette una guarigione più veloce, lasciando aree di tessuto sano intervallate da aree trattate. A seguito del trattamento, consiglio alle pazienti la disinfezione cutanea dell’area trattata con clorexidina 2 volte al dì e a seguito della caduta della crosta, circa 5 giorni dal trattamento, l’utilizzo di un filtro solare per una durata di 3 settimane circa. Si può prescrivere anche una terapia corticosteroidea, assunzione di betametasone (3mg il giorno del trattamento e a scalare di 1 mg nei due giorni successivi), che permette la riduzione dell’edema postoperatorio. Sarebbe però preferibile evitare tale terapia, a patto che
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Pre
la paziente sia d’accordo, visto che l’infiammazione cutanea post-operatoria è molto utile per la stimolazione della neo-collagenogenesi grazie ai mediatori chimici rilasciati come HSP (Heat Shock Protein) [2], IL (Interleuchine) e FGF (Fibroblast Growth Factor). Oltre alla neocollagenesi indotta dall’ energia plasma, assistiamo anche a una riduzione notevole dell’espressione dei Metalloproteinase al livello della matrice extracellulare [3]: questo fenomeno spiega la velocità della riparazione cutanea conseguente a un trattamento con plasma. I CASI Le tre pazienti, tutte con fototipo IV/V, di età compresa tra i 50 e i 55 anni, presentavano una lassità moderata/alta. La paziente A (Fig. 1) presentava una lassità moderata ed è stata sottoposta a una sola sessione trattando la sola palpebra superiore. Il trattamento verteva ad aprire maggiormente l’occhio e a rendere la palpebra meno pesante e cadente. Le foto di controllo sono state scattate a 4 mesi di distanza dal trattamento e la paziente riportava tessuto più disteso e uno sguardo più giovane. La paziente B (Fig. 2) presentava un appesantimento della palpebra superiore. È stata sottoposta a due sessioni di trattamento distanziate l’una dall’altra di 3 mesi. La foto di controllo è stata scattata a 2 anni dalla prima sessione. La paziente presentava uno sguardo più aperto. La paziente C (Fig. 3) presentava una lassità superiore importante e tessuto rugoso e lasso nella palpebra inferiore. È stata sottoposta a tre sessioni per la palpebra superiore e una sessione per la palpebra inferiore, contemporanea alla seconda sessione alla palpebra superiore. La foto di controllo è stata scattata a 8 mesi dal primo trattamento e a 7 mesi dal secondo trattamento. La lassità superiore è visibilmente ridotta e il tessuto della palpebra inferiore si presenta disteso. Nessuna delle pazienti ha presentato esiti di iper-pigmentazione a seguito del trattamento. 34
Post
Fig. 1: paziente A - Ringiovanimento palpebrale superiore con D.A.S. medical. 1 sessione di trattamento; foto di controllo a 4 mesi Pre
Post
Fig. 2: paziente B - Ringiovanimento palpebrale superiore con D.A.S. medical. 2 sessioni di trattamento; foto di controllo a 2 anni dal primo trattamento Pre
Post
Fig. 3: paziente C - Ringiovanimento palpebrale superiore e inferiore con D.A.S. medical. 3 sessioni di trattamento; foto di controllo a 8 mesi dal primo trattamento. Tutti i trattamenti sono stati effettuati dalla Dr.ssa Noura Lebbar
CONCLUSIONI Il dispositivo medico D.A.S. medical permette la realizzazione di diversi trattamenti dermo-estetici, dalla rimozione di un fibroma cutaneo al trattamento delle lassità palpebrali, in totale sicurezza. Essendo l’unico dispositivo medico con la possibilità di modulare la frequenza, ho trattato fototipi scuri senza alcun rischio di iper-pigmentazione secondaria. ✘ BIBLIOGRAFIA *1 I primi articoli sulla tecnologia al plasma sono stati pubblicati nel 2006/2007. *2 Li X, Fang L, Huang L. In vivo histological evaluation of fractional ablative microplasma radio frequency technology using a roller tip: an animal study. Lasers Med Sci 2015 Dec; 30(9):2287-94. *3 Shao PL, Liao JD, Wong TW & all. Enhancement
of wound Healing by Non-ThermalN2/Ar MicroPlasma Exposure in Mice with Fractional CO2 Laser induced wounds. Plos One, 2016 Jun 1; 11(6).
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gresso dell’energia avviene tramite 6 elettrodi che generano costantemente 3 campi magnetici alternati, quindi si ottiene l’ingresso di molta energia che agirà in modo focalizzato in profondità, ma che viene assorbita tramite un’area vasta di superfice, minimizzando la sensazione di dolore o discomfort tipica delle altre radiofrequenze. In tal modo si preserva l’epidermide sovrastante e si eliminano i rischi per potenziali effetti collaterali così come la necessità del raffreddamento cutaneo, garantendo un trattamento assolutamente sicuro e non doloroso. Altro connotato esclusivo riguarda le caratteristiche di sicurezza: grazie alla presenza del sensore di contatto cutaneo l’impulso viene emesso unicamente se il manipolo ha contatto pieno con la pelle; il sensore di movimento assicura che l’emissione dell’impulso avvenga solo se il manipolo è in movimento; la misurazione dell’impedenza in tempo reale con la regolazione dei parametri di trattamento e la misurazione della temperatura integrata potranno inoltre essere di supporto al medico che potrà sottoporre i pazienti a trattamenti in completa sicurezza. Endymed 3DEEP® PURE 2.0, caratterizzata da un design moderno con un display 15” e facilità di utilizzo, permette la combinazione di RF con microaghi, frazionale e rassodante, grazie all’utilizzo dei seguenti 6
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manipoli. Si possono trattare diverse zone del corpo ed inestetismi, ideale per trattare le lassità e per tonificare viso, collo, décolleté, braccia e addome, texture grossolana, riduzione delle rughe e body contouring in grado anche di ridurre la cellulite in associazione a perdita di circonferenza di addome, cosce e aree più piccole e delicate come contorno occhi e contorno bocca. VISO, COLLO, DÉCOLLETÉ, BRACCIA E ADDOME • RF Microaghi Manipolo Intensif: per il trattamento di cicatrici acneiche, rughe
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profonde e smagliature, con aghi placcati oro (25) non isolati che possono raggiungere fino a 3,5 mm e potenza 25W e con emissione di radiofrequenza lungo tutta la lunghezza dell’ago; • RF Frazionata Manipolo FSR: per resurfacing frazionale di viso e corpo: particolare manipolo dotato di 112 punte (puntine di spillo che non pungono) che può essere utilizzato come fosse un laser per ottenere delle invisibili bruciature superficiali che permettono un totale rinnovamento della pelle con sorprendenti risultati su rughe e cicatrici da acne, iperpigmentazione.
RASSODAMENTO E CONTOURING • RF Focalizzata Manipolo Shaper: per un efficace rassodamento e body contouring, capace di raggiungere 11mm di profondità e quindi l’adipe sottocutanea ed efficace anche sulla cellulite; Manipolo Minishaper: specifico per contouring di sottomento, braccia e ginocchia che raggiunge 7mm di profondità. RASSODAMENTO Manipolo Small: per rassodamento e tonificazione di viso, collo, braccia e ginocchia; Manipolo iFine: per ridurre rughe e lassità perioculari e periorali. La nuova Endymed 3DEEP® PURE 2.0, apparecchiatura medicale, tramite un’unica piattaforma, consente di trattare diverse zone del corpo o diversi inestetismi, avendo la garanzia della sicurezza, versatilità e velocità dei trattamenti potenziati dalla capacità di utilizzare le differenti modalità di utilizzo combinate nella stessa seduta. ✘
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NUTRIZIONE Dr. Attilio Cavezzi, Dr. Simone Ugo Urso* e Dr.ssa V. Quinzi Eurocenter Venalinfa - S.Benedetto del Tronto (AP) *Studio Medico Flebologico, Zola Predosa (BO)
NUTRIZIONE E NUTRACEUTICI NELLE ALTERAZIONI DEL BODY CONTOUR
L’errata alimentazione rappresenta probabilmente la base di qualsivoglia accumulo di adipe: come migliorarla ed aiutarci con nutraceutici innovativi e patologie legate ai disturbi del L tessuto adiposo, sia intese come accumulo adiposo localizzato che come
lipodistrofia edematosa o alterazioni del profilo corporeo su base lipodistrofica, riconoscono alterazioni fisiopatologiche quali ad esempio la patologia ipertrofica/iperplastica del tessuto adiposo sottocutaneo, quella del microcircolo venulo-linfatico (PEFS, lipedema, lipolinfedema), alterazioni del tono muscolare, dismetabolismo di vario genere, stress ossidativo e glicazione, infiammazione cellulare cronica di basso grado, endocrino-patie/senescenza, procedure tipo chirurgia bariatrica. Tra i comuni denominatori di queste alterazioni dei depositi di tessuto grasso si riconoscono una componente genetica, un’alterata nutrizione, una ridotta attività fisica, una flebolinfostasi, nonché molti altri fattori più o meno importanti correlati allo stile di vita. L’alterazione del flusso nell’unità microvasculo-tissutale genera un alterato scambio di liquidi, da cui consegue una sofferenza dei tessuti, un accumulo dei “detriti”metabolici, uno stato di scarsa ossigenazione che favorisce quindi l’infiammazione della cellula. L’errata alimentazione rappresenta probabilmente la base di qualsivoglia accumulo di adipe. Una non corretta assunzione di cibo porta scientificamente a un aumento dello stato infiammatorio cellulare, con conseguente danneggiamento e fibrosi di tutti i tessuti. Tra le cause più significative tipiche di un’errata dieta negli ultimi secoli, annoveriamo l’au-
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mento del consumo di cereali raffinati, l’aumento del consumo dei grassi polinsaturi Omega 6, la diminuzione del consumo dei grassi polinsaturi Omega 3 e il diminuito consumo dei polifenoli, i più potenti antiossidanti naturali. L’abuso di cereali raffinati ha portato a un consumo eccessivo di carboidrati raffinati: i farinacei soprattutto non integrali, quali il pane, la pasta, la pizza e tutti i loro derivati compresi il riso e le patate. Questi polisaccaridi (raffinati, perciò privati della loro componente fibra, proteica e oligominerale) sono costituiti da lunghissime catene di zucchero e questo eccesso interagisce con l’accumulo di adipe almeno in due modi: la difficoltà di elaborare polisaccaridi e di essere assorbiti a livello intestinale dalla flora batterica (microbiota) e l’elevata risposta ormonale infiammatoria causata dall’insulina. L’insulina genera infiammazione tessutale e trasforma lo zucchero in eccesso in grasso. L’acidità di questi polisaccaridi accelera il processo infiammatorio cellulare, ovvero il processo di ritenzione idrica, la panniculopatia edematofibrosclerotica e le alterazioni del tessuto adiposo, l’aumento di peso e quindi, in definitiva, accelerano l’invecchiamento. Per contrastare questi effetti, è indispensabile bilanciare questi alimenti con l’abbandonante introduzione di altri zuccheri a catena corta (mono e disaccaridi) provenienti dalla verdura, dagli ortaggi e dalla frutta. Ugualmente, è possibile contrastare l’aumentato introito di acidi grassi polinsaturi del tipo omega 6 attra-
verso un consumo limitato di alcuni grassi vegetali ed animali, favorendo piuttosto l’assunzione giornaliera di un moderato quantitativo di frutta secca come le noci e le mandorle. Gli Omega 6 oggi in eccesso, pur utili per svolgere le importanti azioni di difesa immunitarie, sopravanzano sempre più gli acidi grassi Omega 3 (diminuito introito di pesce e frutta secca nella nostra dieta). Questi ultimi hanno un documentato ruolo antinfiammatorio, ma purtroppo il rapporto omega 3/ omega 6 si è portato nelle società occidentali verso un valore medio di circa 1:10/1:15 [1]. Un’integrazione a base di cibi o integratori contenenti omega 3 dovrebbe essere associata all’uso di grassi monoinsaturi come l’olio di oliva extravergine, le olive e, per i gusti più esotici, l’avocado. Non ultima problematica nutrizionale per importanza, la scarsa assunzione di polifenoli completa il nostro quadro di infiammazione cellulare su base nutrizionale. La nostra dieta dovrebbe essere ricca di polifenoli, i nostri antiossidanti naturali che combattono lo stress cellulare che porta alla formazione dei radicali liberi. I polifenoli si trovano soprattutto nella frutta rossa, nel té verde, nella cioccolata fondente e in alcuni frutti che non fanno parte della nostra abitudine alimentare, ma che si possono trovare sotto forma di estratto secco come la Curcuma, il Maqui e l’Amla. L’IMPORTANZA DELLE PROTEINE Un discorso a parte va fatto per le proteine: infatti l’introito di proteine animali (carni, uova e pesce) è comunque essenziale per la nostra sopravvivenza e sono d’obbligo in una dieta bilanciata e antinfiammatoria. Sarebbe auspicabile che il nostro introito di proteine animali derivasse da allevamenti non “intensivi” e da animali non alimentati con i cereali, ma con erba o foraggio
(“grass-fed”). Circa l’introito di pesce, sarebbe buona norma affidarsi a quello di piccola taglia (quindi con minor dose di eventuali inquinanti) e soprattutto al pesce azzurro e al salmone, fortemente ricchi di Omega 3. Utili in un secondo momento anche l’assunzione moderata di legumi e alcuni tipi di latticini, soprattutto sotto forma di probiotici. Una dieta bilanciata con un corretto ed equilibrato introito di carboidrati, di grassi e proteine, associata a un corretto introito di acqua, ha mostrato un forte potere antinfiammatorio, con evidenti risultati sul benessere metabolico del nostro organismo ed è certamente utile a combattere le alterazioni adipose del body contour, con una probabile azione positiva finanche sulla nostra longevità. Un discorso a parte meriterebbe il digiuno di tipo intermittente, dai risultati molto promettenti negli ultimi anni [2] sia nel dismetabolismo/perdita di peso che nell’attivazione di reazioni virtuose per il tessuto adiposo, probabilmente con meccanismi anche di tipo ormetico [3]. La letteratura ci evidenzia la presenza di un significativo stress ossidativo nelle pazienti con patologia del tessuto adiposo (PEFS, adiposità localizzata ecc.) [4], per cui l’utilizzo degli antiossidanti ha sempre trovato un suo razionale; tra i nutraceutici utilizzabili spiccano quelli a base di Maqui, possibilmente a dosi di almeno 1000 mg/ die [5], in virtù dell’elevatissimo potere ORAC (Oxygen Radicals Absorbance Capacity) di questa bacca della Patagonia del Cile ricchissima di delfinidine. I polifenoli già menzionati sopra (tra cui la Curcuma) condividono un’azione documentata contro lo stress ossidativo [6], ma anche nel dismetabolismo lipidico e glicidico, riducendo l’azione negativa dell’insulina [7] vero e proprio ormone adipogenetico. L’attivazione mitocondriale e quindi metabolica da parte del Maqui e della Curcuma rappresenta un meccanismo che indirettamente ci aiuta nell’ambito del sovrappeso/obesità e delle patologie da accumulo di adipe. Nell’ambito dell’utilizzo della Curcuma, la sua limitata biodisponibilità rende fondamentale l’utilizzo di nutraceutici che contengano una titolazione alta (95%) di curcuminoidi e ne favoriscano l’assorbimento con tecnologie specifiche e un dosaggio giornaliero di
corso teorico-pratico
INTEGRATORI ALIMENTARI, ALIMENTI FUNZIONALI, ENDOFARMACI. ATTIVITÀ VANTATA, VALIDITÀ E SICUREZZA Obiettivo del corso Il corso ha la finalità di approfondire la conoscenza di questo segmento di mercato che “vale” quasi un terzo dell’intero fatturato farmaceutico. In un universo così composito, il corso si propone di far conoscere la reale efficacia dei vari integratori, che in alcuni casi è scientificamente documentata, mentre in altri è affidata più alla suggestione del marketing che a effettive qualità. Il corsista, al termine del corso, sarà in grado di prescrivere il giusto Integratore Nutrizionale in base alle effettive necessità del paziente. DIDATTICA A CURA DI: Dr.ssa Isabella Pia Palmieri DATA DEL CORSO: 11–12 Novembre 2017 ECM: 12 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
almeno 1200-1400 mg [8]. Altri principi attivi si stanno affermando in qualità di supporto alle terapie nell’ambito della Medicina e Chirurgia Estetica. Ricordiamo, tra queste, la Carnosina, a mo’ di agente anti-aging completo [9, 10], in quanto antiossidante e soprattutto potente neutralizzatore degli AGE e quindi della glicazione, che comporta una rigidità delle fibre di collagene ed elastina (invecchiamento cutaneo) e un dismetabolismo del tessuto connettivo in generale. Sulla base della letteratura, l’elenco delle sostanze potenzialmente utili nel metabolizzare meglio il tessuto adiposo in eccesso può includere altri principi quali caffeina, salicina, guaranà e caffè verde. Ugualmente, un miglioramento della stasi microcircolatoria, alla base di PEFS e alterazioni adipocitarie simili, è conseguibile mediante l’utilizzo di cumarina (derivata sostanzialmente dal meliloto), diosmina +/- esperidina, rutina, antocianine, ginkgo biloba, escina, centella asiatica e ruscus. La scienza ci sta in definitiva sempre più dimostrando che sussiste una necessità di una terapia nutrizionale e con nutraceutici di supporto per qualsivoglia terapia invasiva delle alterazioni del body contour, vuoi per potenziare i risultati consegubili, vuoi per mantenerli nel tempo. ✘
BIBLIOGRAFIA 1) Importance of a balanced omega 6/omega 3 ratio for the maintenance of health. Nutritional recommendations; C. Gómez Candela, L. M. Bermejo López and V. Loria Kohen; Nutr Hosp. 2011;26(2):323-329. 2) Impact of intermittent fasting on health and disease processes; Mattson MP, Longo VD, Harvie M; Ageing Res Rev. (2016) doi: 10.1016/j. arr.2016.10.005. 3) Cellular stress responses, hormetic phytochemicals and vitagenes in aging and longevity; Calabrese V, Cornelius C, Dinkova-Kostova AT, Iavicoli I, Di Paola R, Koverech A, Cuzzocrea S, Rizzarelli E, Calabrese EJ; Biochim Biophys Acta. 2012 May;1822(5):753-83. 4) Oxidative Stress evaluation and histological analysis in the assessment of cellulite: lights and shadows towards a multidisciplinary approach; Amuso D; Iorio EL; Bonetti L; Amore R; Terranova F; Leonardi V; Eur J Aest Med& Derm 2015(3):48-55. 5) www.zonediet.com/blog/the-zone-teachesbeauty-from-the-inside-out/ ult.acc.19.04.17. 6) A Randomized Clinical Trial Evaluating the Efficacy of an Anthocyanin-Maqui Berry Extract (Delphinol®) on Oxidative Stress Biomarkers; Davinelli S, Bertoglio JC, Zarrelli A, Pina R, Scapagnini G.; J Am Coll Nutr. 2015;34 Suppl 1:28-33. 7) Nutraceutical and antioxidant effects of a delphinidin-rich maqui berry extract Delphinol®: a review; Watson RR, Schönlau F; Minerva Cardioangiol. 2015 Apr;63(2 Suppl 1):1-12. 8) La Medicina dell’Aging e dell’anti-aging D.Galimberti et al. Edra Ed. 9) Carnosine and processes of ageing; Hipkiss AR, Baye E, de Courten B Maturitas; 2016 Jun 22.30134-7. 10) Carnosine: a versatile antioxidant and antiglycan agent; Reddy VP, Garrett MR, Perry G et al; Sci Aging Knowledge Environ. 2005 May 4; 2005(18):pe12.
PER INFORMAZIONI
www.nutrage.eu
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SIES DAY 2017 LA GIORNATA FONDAMENTALE DELLA MEDICINA ESTETICA
SIMPOSIO TEORICO-PRATICO
IL RINGIOVANIMENTO DELLO SGUARDO 25 NOVEMBRE 2017 • VALET
BOLOGNA
SI RINGRAZIANO LE SEGUENTI AZIENDE PARTECIPANTI ADVANCED MEDICAL AESTHETIC SOLUTIONS ALLERGAN DTA - ACEA MEDICA FARMA NEW AGE IBSA FARMACEUTICI ITALIA
LINK2MED - MULTIMED MASTELLI MDE WORKS MERZ PHARMA ITALIA OFFICINA EDITORIALE OLTRARNO
ORLICOM SELTEC MEDICAL SEVENTY BG TEMA MEDICINA TEOXANE ITALIA
Aggiornato al 22/07/17
Segreteria Scientifica SIES - Società Italiana di Medicina e Chirurgia Estetica www.sies.net • informazioni@sies.net Segreteria Organizzativa C.P.M.A. - VALET Via dei Fornaciai, 29/b - 40129 Bologna 40 + 39 051 63 88 334 • www.valet.it • congresso@valet.it
LIVE SESSIONS Evento in fase di accreditamento
MEDICINA ESTETICA Dr. Maurizio Otti Specialista in Chirurgia Generale; Chirurgia e Medicina Estetica - Roma
SOFT-LIFTING CON I NUOVI FILI DI TRAZIONE E BIOSTIMOLAZIONE IN PDO Correggere un rilassamento del viso senza dover ricorrere al bisturi? Da oggi è ancora più semplice…
ggi si parla molto della possibiO lità di eseguire lifting del volto minimamente invasivi senza ricorrere alla chirurgia, ma con l’utilizzo di fili di trazione e sospensione. Non si tratta certo di una novità, dal momento che già da diversi anni si è iniziato a usare appunto particolari fili per correggere i fisiologici processi di invecchiamento del volto e del collo; i primi fili utilizzati erano in polipropilene, un materiale non riassorbibile, abbastanza rigido, caratterizzati da una particolare “dentellatura” che li faceva aggrappare ai tessuti e quindi esercitare una modesta tensione. Si trattava quindi di una metodica relativamente semplice, molto rapida e poco traumatica, che sfruttava la sola azione meccanica del filo.
La vera rivoluzione si è avuta negli anni successivi, quando si sono introdotti nuovi fili in materiale riassorbibile, il (PDO), che appunto si riassorbiva in un periodo di 6-8 mesi, ma la cui azione durava anche oltre in virtù della reazione fibrotica determinata dall’inserimento del filo stesso. Al giorno d’oggi, con i nuovissimi fili Balance Lift® e Balance Lift® Plus, possiamo eseguire trattamenti assolutamente impensabili fino ad alcuni anni fa, anche alla luce delle nuove acquisizioni scientifiche sui meccanismi alla base dei processi di invecchiamento del viso. In particolare si deve tener conto dei fenomeni di riassorbimento del tessuto adiposo in alcuni compartimenti e contemporaneamente della ptosi, dello scivolamento verso il basso, dei tessuti superficiali del volto. In tal modo è possibile pianificare un vero e proprio lifting non chirurgico, sfruttando la capacità di trazione dei fili Balance Lift® e nello stesso tempo l’azione della fibrosi, indotta dall’impianto stesso dei fili. Il compito del chirurgo sarà pertanto quello di personalizzare il trattamento per ciascuna paziente, individuando i vettori lungo i quali esercitare la trazione e determinare così il riposizionamento dei tessuti superficiali. Il trattamento si esegue a li-
Zone del volto trattabili con Balance Lift®
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Parete e punta di un ago comune più spessa e meno affilata vello ambulatoriale; fondamentale è l’attenta pianificazione con valutazione fotografica e un approfondito colloquio con la paziente, così da valutare esattamente il tipo di risultato ottenibile. Si esegue un’anestesia locale nei siti di ingresso dei fili e quindi si posizionano lungo le direzioni stabilite nelle fasi precedenti, trazionando verso l’alto i tessuti, così da determinare un vero e proprio lifting. Al termine del trattamento risulteranno delle irregolarità cutanee dove si è “recuperato” tessuto, ma spariranno nell’arco di 36-48 ore. La procedura non è affatto dolorosa e la paziente può riprendere immediatamente le normali attività lavorative e di vita di relazione. Inoltre i fili Balance Lift® offrono la possibili-
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Parete e punta di Balance Lift® più sottile e più affilata
tà di trattamenti combinati del viso, del profilo mandibolare e del collo, in virtù della loro lunghezza, che ci permette di rimodellare completamente l’ovale del viso senza dover ricorrere a interventi chirurgici ben più invasivi e aggressivi. In virtù del materiale di cui sono costituiti, i fili Balance Lift® hanno il doppio pregio di esercitare, appena posizionati, un’azione di trazione, per poi, mentre iniziano gradualmente a riassorbirsi, stimolare i tessuti e riattivare la produzione di collagene. I fili Balance Lift® sono quindi oggi una valida soluzione per molti pazienti che desiderano correggere un rilassamento del viso senza dover ricorrere al bisturi. ✘
corso teorico-pratico
I FILI IN MEDICINA ESTETICA: DALLA BIORIVITALIZZAZIONE AL SOSTEGNO Obiettivo del corso Il corso si pone l’obiettivo di far comprendere il corretto utilizzo delle metodiche di trattamento mediante fili riassorbibili per biorivitalizzazione e fili riassorbibili di sostegno. Queste tecniche, opportunamente comprese ed applicate consentono di aumentare le capacità di trattamento degli inestetismi del viso, garantendo risultati rapidi ed apprezzabili in maniera significativa. L’applicazione infatti dei fili biorivitalizzanti, consente un effetto di ringiovanimento e di compattamento della cute mentre i fili di sostegno consentono la definizione dei diversi distretti anatomici del viso quali il profilo mandibolare, l’area zigomatica e l’area periorbitaria. Queste tecniche, in abbinamento all’impiego di filler e tossina botulinica, garantiscono una completezza di trattamento ed una qualità di risultati tali da avvicinare sempre più la medicina estetica alla chirurgia estetica, aumentando quindi la compliance del paziente nel nostro ambulatorio. DIDATTICA A CURA DI: Dr.ssa Paola Rosalba Russo e Dr. Salvatore Fundarò DATA DEL CORSO: 1 Dicembre 2017 ECM: 8 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
saremo presenti al
SIES DAY 2017 LA GIORNATA FONDAMENTALE DELLA MEDICINA ESTETICA
25 novembre 2017
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ANGIOLOGIA e FLEBOLOGIA Dr. Alessandro Frullini Specialista in Chirurgia Vascolare Presidente onorario AFI - Figline e Incisa in Val D’Arno (FI) Docente CPMA VALET - Bologna
LA SCLEROTERAPIA DELLE TELEANGECTASIE Un problema estetico che talvolta segnala una patologia venosa più grave
no dei trattamenti più richieU sti al flebologo è quello delle teleangectasie, quelle che le pa-
zienti chiamano comunemente “i capillari”. Le teleangectasie sono sicuramente un problema estetico, ma talvolta rappresentano il segno di una patologia venosa più grave. Non è infrequente ritrovare pazienti che si recano a uno studio flebologico per quello che credono solo un problema estetico e magari scoprire una patologia safenica. Per un corretto inquadramento diagnostico, risulta essenziale eseguire un esame eco-color-doppler in tutti i pazienti flebologici prima di procedere a qualsiasi terapia. Se l’esame avrà dato esito negativo e il paziente desidera trattare le teleangectasie, i risultati saranno in genere buoni, ma se invece coesiste una qualche insufficienza di un ramo maggiore, i risultati del trattamento scleroterapico dei capillari potrebbero essere insoddisfacenti.
corsi teorico-pratici
INSUFFICIENZA VENOSA (PROPEDEUTICO A SCLEROTERAPIA) DIDATTICA A CURA DI: Dr. Fausto Campana e Dr. Alessandro Pieri DATA DEL CORSO: 22-23 Settembre 2017 ECM: 17,5 crediti
SCLEROTERAPIA DELLE VARICI ED ESAME ECO-COLOR-DOPPLER DIDATTICA A CURA DI: Dr. Mario Forzanini, Dr. Alessandro Frullini e Dr. Stefano Ricci DATE DEL CORSO: 6-7-8 Ottobre - 3-4-5 Novembre 2017 ECM: 50 crediti
SCHIUMA SCLEROSANTE DIDATTICA A CURA DI: Dr. Alessandro Frullini DATA DEL CORSO: 1-2 Dicembre 2017 ECM: 17,5 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
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Teleangectasie rosse e blu prima dopo trattamento sclerosante con polidocanolo 0,5% liquido
La scleroterapia rimane ancora il trattamento di scelta per questo problema, che in genere è affrontato con gli sclerosanti liquidi ma che, nei casi più resistenti, può essere trattato anche con la schiuma sclerosante. Le teleangectasie possono essere oggi considerate ben trattabili nella maggioranza dei pazienti, sia maschi sia femmine. Infatti, è in grande aumento il numero di uomini che richiedono questo trattamento, una volta riservato quasi esclusivamente al gentil sesso. ✘
LIVE STAGES 5 OTTOBRE 2017 ITHYA: collageno nativo eterologo di tipo I, ultima frontiera N nella biorigenerazione cutanea, viso e corpo Xlase Plus la piattaforma intelligente, dal design modulare, che implementa fino a 5 laser
Dr. Domenico D’Angelo e Dr. Fabio Marini
valenza della biostimolazione nel tessuto cicatriziale: La striae rubrae, albe ed esiti cicatriziali
Dr.ssa Mariantonella Simone
Lassità e invecchiamento cutaneo del volto e del corpo:Biorigenerazione non invasiva delle strutture elastico-collagenico cutanee mediante ATTIVA® RF ENDODERMICA
Dr. Fabio Marini
n approccio mirato “in & out” per il trattamento dell’area perioculare: preziosa sinergia U di peeling chimico, iniettivo e terapia domiciliare
Dr. Roberto Pelliccia
Supported by: EURORESEARCH - BIOTEC ITALIA - MASTELLI - TEMA MEDICINA - WDR
9 NOVEMBRE 2017 Fotona 4D®, una nuova soluzione per il ringiovanimento del volto Dr. Daniele D’Andria
D.A.S. Medical: sistema mini-invasivo per molteplici trattamenti Dr. Ivano Iozzo
Tecniche integrate di biorigenerazione, biostimolazione e riempimento del viso Dr. Domenico D’Angelo e Dr. Fabio Marini
RF Nanofrazionale: nuova frontiera del Resurfacing ridensificante
Dr. FIlippo Brighetti
Supported by: EMMECI 4 - TECHNOLUX - MADEK - VENUS CONCEPT ITALY INFORMAZIONI GENERALI L’iscrizione allo stage è a numero chiuso. Criterio discriminante per l’accettazione delle domande è l’ordine di arrivo delle stesse.
La quota comprende: - accesso alla sala plenaria - lunch
Durata: dalle 9:00 alle 17:00
Per questo evento non è previsto l’accreditamento ECM
Quota di iscrizione: Soci SIES e iscritti a un modulo CPMA € 50,00 + IVA Non soci € 148,00 + IVA
Sede e per informazioni: VALET - Provider ECM 1328 Via dei Fornaciai 29/B - Bologna Tel: 051 63.88.334 - info@valet.it
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CHIRURGIA ESTETICA Prof. Alessandro Gennai Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica Specialista in Chirurgia Generale Prof. a contratto di tecniche non invasive - Università di Camerino Bologna e Milano Docente CPMA VALET - Bologna
el mese di giugno, sulla rivista N scientifica francese Journal de Medicine Esthetique et De Chirurgie
Dermatologique è stata pubblicato il mio lavoro riguardante la mia filosofia del ringiovanimento del volto mediante metodica R3 (Journal de Medicine Esthetique et De Chirurgie Dermatologique 2017; vol. XXXXIV N. 174 - Lune 2017 - ISSN 0249-638). Questa metodica è stata standardizzata al fine di correggere le principali cause di invecchiamento attraverso il ripristino dei volumi e la rigenerazione tissutale, utilizzando la tecnica S.E.F.F.I. (Superficial Enhanced Fluid Fat Injection), MicroS.E.F.F.I. e il riposizionamento dei tessuti attraverso la tecnica M.I.V.E.L. (Minimal Incisions Vertical Endoscopic Lifting). Ritengo che tale metodica, denominata R3 (Ripristino, Rigenerazione, Riposizionamento), rappresenti il Golden Standard per il ringiovanimento del volto in pazienti tra i 45 e i 55 anni di età. Nella mia personale casistica, composta da quasi 500 procedure chirurgiche per il ringiovanimento, ho evidenziato che donne e uomini che più frequentemente richiedono tale intervento hanno un’età compresa in questa decade. In questi pazienti, le Fig. 1: varie linee cellulari presenti nella SVF
RUOLO DI S.E.F.F.I. E MICROS.E.F.F.I. NELLA MIA FILOSOFIA DEL RINGIOVANIMENTO DEL VOLTO R3 zone del volto maggiormente interessate dall’invecchiamento sono la perioculare, la malare-zigomatica e la periorale, ovvero la parte centrale del volto; inoltre è fondamentale sottolineare che i fattori maggiormente coinvolti nell’invecchiamento sono tre: perdita di volume; invecchiamento cutaneo; discesa dei tessuti. RUOLO DI S.E.F.F.I. E MICROS.E.F.F.I. Alla luce di tale considerazione, si comprende il ruolo centrale che rivestono le tecniche S.E.F.F.I. e MicroS.E.F.F.I. (da me pubblicate su Aesthetic Surgery Journal e CellR4 nel 2016 e 2017) nella procedura di ringiovanimento del volto, in quanto vanno a correggere le prime due cause di invecchiamento, ovvero perdita di volume e invecchiamento cutaneo, attraverso la rigenerazione tissutale. Tali tecniche sono state standardizzate per raggiungere tre obiettivi fondamentali: migliorare l’attecchimento del tessuto adiposo; rendere il tessuto più fluido e omogeneo per l’innesto superficiale; potenziare l’azione rigenerante del tessuto adiposo. Innestando il tessuto adiposo più omogeneo, evitando “boli” di innesto, e superficiale, dove il plesso dermico è più ricco, si aumenta la possibilità di
attecchimento; per fare ciò è necessario avere un tessuto fluido, costituito da piccoli lobuli adiposi (piccoli cluster cellulari) che non creino irregolarità cutanee di superficie. Inoltre si è compreso che il miglioramento della qualità cutanea è dovuto all’azione delle cellule che formano la SVF (Stromal Vascular Fraction) presenti nel tessuto adiposo aspirato. In effetti, nella SVF sono presenti varie linee cellulari (Fig. 1) pluripotenti e tra queste si trovano riccamente rappresentati i periciti che, se stimolati, danno origine alle ADSCs (Adipose Derived Stem Cells), a loro volta costituite da due linee cellulari: MSCs (Mesenchimal Stem Cells) e HSCs (Hemopoietic Stem Cells). Grazie all’azione di queste linee cellulari pluripotenti presenti nella SVF, si è data spiegazione delle grandi potenzialità del tessuto adiposo nel campo rigenerativo (Fig. 2), potenzialità che superano di molto il semplice ripristino di volume. Le ADSCs sono la parte preziosa, “l’oro” che si trova nel “fiume” del tessuto adiposo. Per poter raccogliere questo “oro” necessitiamo di un “setaccio” sottile, di una preparazione accurata e delicata e di un innesto preciso e superficiale: questo è il S.E.F.F.I. (e il MicroS.E.F.F.I.). I punti fondamentali di S.E.F.F.I. e MicroS.E.F.F.I. sono: • prelievo con cannule speciali sottili con fori molto piccoli (0.3, 0.5 e 0.8mm, prodotte da Bontempi e Advanced - Fig. 3); • lavaggio e centrifugazione delicata; arricchimento con PRP; • innesto superficiale; innesto prevalentemente ad ago o microcannule da 21 a 27G. Il tessuto adiposo ha grandi potenzialità, ma deve essere maneggiato con cura e delicatezza, seguendo protocolli accurati basati su studi scientifici; solo in questo modo potremo sfruttarne la grande capacità rigenerativa e
massimizzare il grado di attecchimento degli adipociti. Nello schema, vengono evidenziate le zone trattate con i diversi tipi di S.E.F.F.I. e MicroS.E.F.F.I. (0.8, 0.5 e 0.3 - Fig. 4). La tecnica S.E.F.F.I. e MicroS.E.F.F.I. prevede che il tessuto venga prelevato molto delicatamente con le speciali cannule a fori da 0.3, 0.5 e 0.8. Tale tessuto viene lavato con Ringer lattato, delicatamente centrifugato per concentrare la parte cellulare e addizionato con PRP al 20%. Dopo la procedura avremo a disposizione tre tipi di tessuto, che pos- Fig. 3: le speciali cannule utilizzate sono essere utilizzati superficialmente nelle varie aree del volto; in effetti, to. Previa infiltrazione di soluzione il volto ha aree con spessore cutaneo anestetica (1:100.000 e 1:400.000), e di sottocute differenti, quindi non è si procede alla completa dissezione pensabile poter innestare superficial- della cornice orbitaria; tale dissezione mente un tessuto con la stessa fluidità è sul piano sottoperiosteo nella porin tutte le aree. Il grande vantaggio zione superiore della cornice orbitadella tecnica S.E.F.F.I. e MicroS.E.F.F.I. ria, e sopraperiosteo e sotto muscolo è anche di fornire tre tipi di tessuto orbicolare nella porzione laterale e con diverse fluidità (e conseguente inferiore. Tale dissezione prevede la diversa cellularità), in quanto nella completa liberazione dei tessuti, che fase di prelievo, grazie alle tre diverse deve avvenire nel rispetto delle strutcannule, si selezionano altrettanti tes- ture nervose e vascolari. suti con dimensioni di cluster cellulari La procedura endoscopica, oltre a rendiversi (Fig. 5). dere l’approccio meno invasivo rispetto alle lunghe incisioni dell’approccio M.I.V.E.L. MINIMAL INCISIONS aperto, rende la liberazione dei tesVERTICAL ENDOSCOPIC LIFTING suti molto più sicura in quanto, grazie Infine la tecnica M.I.V.E.L. (da me alla tecnica endoscopica, il chirurgo pubblicata su Ophthalmic Plastic & ha una visione diretta e magnificata Reconstructive Surgery. 29(4):308- delle strutture anatomiche vascolari e 315, July/August 2013) è indicata per nervose. correggere il terzo problema dell’in- Al termine della dissezione endoscovecchiamento del volto, ovvero la di- pica, i tessuti vengono fissati nella scesa dei tessuti. Tale tecnica prevede loro posizione originaria secondo vetun approccio endoscopico attraverso tori verticali attraverso alcuni punti di incisioni di 2cm nel cuoio capellu- sospensione (Gennai’s stiches). Fig. 2: potenzialità del tessuto adiposo nel campo rigenerativo
RISULTATI Dal 2001 abbiamo effettuato circa 500 procedure di ringiovanimento chirurgico del viso. I risultati si sono dimostrati soddisfacenti e stabili nel tempo con minima invasività. Tali procedure sono state eseguite nel 73% dei casi in anestesia locale assistita, in regime di DH, mentre nel 27% dei casi in anestesia generale con una notte di ricovero. Ritengo che per contrastare efficacemente l’invecchiamento del viso sia necessario correggere prima di tutto la perdita di volume, l’invecchiamento cutaneo e infine la discesa dei tessuti. Tecniche ancillari quali la blefaroplastica superiore e inferiore possono, in casi selezionati, contribuire al risultato ottimale. Molti autori hanno proposto tecniche chirurgiche di ringiovanimento del volto con approccio laterale e tensione dello SMAS attraverso punti di sospensione o lembi di SMAS: tali tecniche hanno, a mio avviso, il difetto di essere molto invasive (lunghe cicatrici, ampi scollamenti) e di “tensionare” prevalentemente le porzioni laterali del viso. Inoltre tali tecniche sono mirate a correggere solo la componente della discesa dei tessuti che, peraltro, è l’ultima delle cause di invecchiamento senza trattare, nella maggioranza dei casi, né la perdita di volume né l’invecchiamento cutaneo. La tecnica M.I.V.E.L. mira a correggere la discesa dei tessuti, riposizionando i tessuti profondi secondo vettori verticali, senza effetto tensivo sulla pelle e con un approccio mini invasivo endoscopico. Tale tecnica viene sempre associata alla tecnica S.E.F.F.I. e MicroS.E.F.F.I. che, grazie all’impianto di adipociti maturi e SVF (contenente 47
Fig. 4: i diversi tipi di S.E.F.F.I. e MicroS.E.F.F.I.
Fig. 5: le diverse dimensioni dei cluster cellulari
ADSCs) e PRP, agisce sia per il ripristino dei volumi sia per la rigenerazione cutanea. Concludendo, nella nostra visione del ringiovanimento del volto è necessario: 1. Riposizionare i tessuti secondo vettori verticali e con tecnica mini invasiva. 2. R ipristinare i volumi persi in modo naturale con tessuto autologo. 3. R igenerare la cute tramite l’azione di ADSCs e PRP. Questi obiettivi vengono raggiunti dalla tecnica R3, che prevede l’associazione delle tecniche S.E.F.F.I., MicroS.E.F.F.I. e M.I.V.E.L.. Ritengo che la tecnica R3 possa dare una risposta efficace e duratura alla maggior parte dei pazienti che richiedono un ringiovanimento chirurgico del volto. BIBLIOGRAFIA 1. Gennai A., Bernardini F. P. Superficial enhanced fluid fat injection (S.E.F.F.I. and MicroS.E.F.F.I.) in facial rejuvenationCellR4 2017; 5 (1): e22391. 2. A.Gennai, F.P. Bernardini Rejuvenation faciale 48
par un lifting endoscopique avec une petite incision verticale associée à une injection superficielle de graisse: un repositionnement endoscopique, une regeneration tissulaire et une restayration volumetrique (la technique R3). Journal de Medicine Esthetique et de chirurgie dermatologique
2017; vol. XXXXIV - N. 174 - Lune 2017 - ISSN 0249-6381. 3. Alessandro Gennai, MD; Alessandra Zambelli, MD; Erica Repaci, PhD;Rodolfo Quarto, MD; Ilaria Baldelli, MD; Giulio Fraternali, PhD; Francesco P. Bernardini, MD Skin Rejuvenation and Volume Enhancement with the Micro Superficial Enhanced Fluid Fat Injection (M-S.E.F.F.I.) for Skin Aging of Periocular and Perioral Regions. Aesthetic Surgery Journal 2016, 1–10. 4. Francesco P. Bernardini, MD; Alessandro Gennai, MD et al. Superficial Enhanced Fluid Fat Injection (S.E.F.F.I.) to Correct Volume Defects and Skin Aging of the Face and Periocular Region. Aesthetic Surgery Journal 2015, ASJ 2015, 1-12. 5. Gennai A. Endochirurgia estetica del volto. SEE edizioni Firenze; 2011. 6. Gennai A. Saponaro A., Iozzo I. El rol del lifting endoscópico fronto-témporo-orbitario enel nuevo concepto de rejuvenecimiento facial: MiniInvasivo, tensión moderada, restauración de volúmenes. The importance of brow-temporalorbital endoscopic facelift in the new concept of facial rejuvenation: low invasiveness, moderate tension, volume restauration. Chirurgia plástica iberolatinoamericana - 2009;Vol. 35 - n 1:27-34. 7. Bernardini F.P., Gennai A. et al. Minimal Incisions Vertical Endoscopic Lifting and Fat Grafting as a Systematic Approach to the Rejuvenation of the Periocular Esthetic Unit. Ophthal Plast Reconstr Surg - 2013;29:308–315. 8. Gennai A. “Dal lipofilling al S.E.F.F.I.” in Colombo G., Ruvolo V. “Atlante iconografico di Chirurgia e Medicina estetica”. Ed. Cavinato International – 2014; 123-135. 9. Blanton M.W., Hadad I., Johnstone B.H. et al. Adipose Stromal Cells and Platelet-Rich Plasma Therapies Synergistically Increase Revascularization during Wound Healing. Plast Reconstr Surg J - 2014; 123: 56S-64S. 10. Angelo Trivisonno, Giuliana Di Rocco, Claudio Cannistra et al. Harvest of Superficial Layers of Fat With a Microcannula and Isolation of Adipose Tissue–Derived Stromal and Vascular Cells. Aesthet Surg J - 2014 34: 601. 11. Stuzin J.M. Discussion: Nanofat grafting: basic research and clinical applications. Plast Reconstr Surg J - 2013; 132: 1027-28
corso teorico-pratico
S.E.F.F.I. E MICROS.E.F.F.I. (SUPERFICIAL ENHANCED FLUID FAT INJECTION) tecniche per rigenerare i tessuti e ripristinare i volumi del volto Obiettivo del corso Fornire gli strumenti teorici e pratici per utilizzare la tecnica S.E.F.F.I. e Micro S.E.F.F.I. per il ringiovanimento del volto. Tale tecnica permette un bio ringiovanimento del volto sfruttando le potenzialità degli adipociti e delle ADSC (adipose derived stem cells); tale tecnica può essere anche associata a interventi chirurgici al volto come MIVEL, lifting tradizionale, blefaroplastica e fili di tensione. La tecnica può essere eseguita ambulatorialmente senza necessità di degenza. Il corso prevede una parte teorica ed una parte dove viene dettagliatamente illustrato il protocollo della tecnica. DOCENTE: Prof. Alessandro Gennai DATA DEL CORSO: 18 Novembre 2017 ECM: 8 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it
ANGIOLOGIA e FLEBOLOGIA Dr. Franco Accorsi Specialista in Psicologia Medica, Medicina dello Sport e Angiologia Medica Docente CPMA VALET - Bologna
CENNI SUL RUOLO DELL’ECOCOLOR DOPPLER NELLO STUDIO DEL CIRCOLO VERTEBRO-BASILARE
Gli ultrasuoni, nonostante i limiti della metodica e le caratteristiche anatomiche di questo distretto che non può essere studiato con la stessa accuratezza delle carotidi, hanno un ruolo importante nella diagnosi e nel follow up dei pazienti affetti da patologia vertebro-basilare a patologia delle arterie vertebrali L (AV) e dell’arteria basilare (AB) è associata a un elevato rischio di stroke:
circa il 20% degli ictus ischemici, infatti, è nel circolo posteriore. In particolare, i pazienti con stenosi sintomatica dell’AV intracranica o dell’AB sono ad alto rischio d’ictus, infarto del miocardio o morte improvvisa [1, 2]. Le AV extracraniche possono essere esaminate lungo tutto il decorso (AV1, AV2, AV3) con paziente in decubito supino e a capo esteso. L’AV intracranica (AV4) e l’origine dell’AB vengono studiate utilizzando la finestra occipitale: in caso di una cattiva “finestra acustica”, che non permette una buona visualizzazione dei vasi, l’uso dei mezzi di contrasto per US consente un’ottima visualizzazione di questi segmenti [3, 4].
Fig. 1: trombosi dell’AV sinistra a) angio TC: ostruzione di AV sinistra; b) US: ostruzione di AV2 sinistra (lume completamente occupato da trombo); c) US: pervie l’AV intracranica destra e l’AB. Ostruzione di AV intracranica (AV4) sinistra
STENOSI E OSTRUZIONE DEL CIRCOLO VERTEBRO-BASILARE Quantificare con gli US il grado di stenosi delle AV extracraniche, in particolare delle stenosi ostiali, è difficile a causa delle numerose va-
riazioni anatomiche e irregolarità di decorso di queste arterie. Nella pratica quotidiana, la diagnosi di stenosi dei segmenti extracranici d’AV viene fatta quando si evidenzia un flusso accelerato e turbolento in corrispondenza di un reperto morfologico compatibile con una placca stenosante, con flusso post stenotico a valle. Le stenosi emodinamiche del segmento intracranico AV4 sono diagnosticabili con gli US: il riscontro di una velocità di flusso sistolico > 120 cm./sec. è compatibile con una stenosi emodinamica a tale livello [5, 6]. Nello studio dell’AB, il riscontro di un flusso accelerato e turbolento all’origine, in particolare di una velocità di flusso sistolico > 140 cm./ sec., depone per una stenosi emodinamica [6]. Più difficile è identificare una stenosi dell’apice dell’AB a causa della profondità di questo tratto, che si esplora attraverso la finestra temporale con sonda in proiezione coronale o trasversale: un’elevata velocità di flusso registrata su questo segmento vascolare può essere indicativa di stenosi. Nella diagnosi di stenosi delle AV intracraniche e dell’AB, gli US presentano un alto valore predittivo negativo e un minore valore predittivo positivo [7]. In questi casi, gli US sono strumento di screening iniziale, mentre per la conferma finale della diagnosi sono necessarie altre modalità di neuroimaging. Più agevole è la diagnosi di occlusione delle AV4 e AB: in questo caso, infatti, non si riscontrano flusso e colore a tale livello (Fig. 1). In caso di ostruzione distale, l’analisi spettrale a monte
presenta un flusso a “alta resistenza”. Anche in questi casi, l’utilizzazione del mezzo di contrasto per US migliora notevolmente la qualità delle immagini, con conseguente aumento dell’affidabilità diagnostica [8].
Fig. 2: furto dell’AS sinistra con flusso bidirezionale in AV sinistra a) stenosi emodinamica dell’AS sinistra: velocità di flusso molto elevata (=241 cm/s); b) segmento AV3: onda bidirezionale; c) AB con flusso anterogrado, regolare
Fig. 3: furto dell’AS sinistra con flusso invertito in AV sinistra a) AS sinistra ostruita: flusso post ostruttivo, demodulato, a valle dell’ostruzione; b) AV2 sinistra: flusso completamente invertito, per compenso vertebro-vertebrale 49
corso teorico-pratico
ECO-COLOR-DOPPLER DI 2° LIVELLO - ARTERIOSO Obiettivo del corso Il corso è rivolto ai medici di medicina interna, ai medici dei servizi di emergenza e di pronto soccorso e, in generale, a tutti i medici specialisti che devono quotidianamente confrontarsi con problemi vascolari. La finalità è di fornire approfondite conoscenze teorico-pratiche per affrontare patologie vascolari complesse...
DIDATTICA A CURA DI: Dr. Franco Accorsi DATA DEL CORSO: 29-30 Settembre e 1 Ottobre 2017 ECM: 27,2 crediti RICHIEDI PROGRAMMI DETTAGLIATI SEGRETERIA E SEDE: CPMA - VALET Divisione Didattica - Bologna Tel: 051 63.88.334 - www.valet.it - info@valet.it Fig. 4: dissecazione spontanea dell’AV intracranica US a) Angio TC: Dissecazione dell’AV intracranica; b) US: flusso “a elevate resistenze” a livello dell’AV extracranica (pervia) per dissecazione steno-ostruttiva steno-ostruttiva dell’AV intracranica (c); d) US: AB previa, con flusso regolare
FURTO DELL’ARTERIA SUCCLAVIA E DELLA BASILARE L’ecocolor Doppler (ECD) è in grado di riconoscere facilmente il furto dell’arteria succlavia (AS): con questo strumento, infatti, è possibile registrare sia il flusso patologico all’origine dell’AS, sia identificare il flusso vertebrale patologico (intermittente o invertito) (Figg. 2 e 3). Nella maggioranza dei furti dell’AS, il flusso dell’AB è regolare. Invece, nel caso in cui la steno-ostruzione dell’AS sia associata a patologia steno-ostruttiva dell’AS e/o dell’AV controlaterale, il flusso dell’AB spesso è: a) n ormodiretto, ma scarso e demodulato; b) intermittente (furto intermittente dell’AB); c) retrogrado permanente (furto permanente dell’AB) [9, 10]. Questi complessi eventi emodinamici, che avvengono in corso di furto dell’AB, possono essere riconosciuti solo dagli US: nessun esame neuroradiologico, nemmeno l’angiografia, è in grado di evidenziare questi flussi patologici dell’AB. L’importanza del riconoscimento del furto dell’AB consiste nel fatto che, mentre il furto isolato dell’AS sembra essere solo un marker di patologia aterosclerotica, il furto dell’AB è associato, spesso, a sintomi/segni d’insufficienza V-B. DISSECAZIONE DELL’ARTERIA VERTEBRALE E DELLA BASILARE La diagnosi ECD di dissecazione dell’AV è particolarmente difficile e richiede grande esperienza [11, 12]. In questa patologia, gli US sono sensibili, ma ra50
ramente specifici: infatti, l’ECD delle AV extracraniche è in grado di dimostrare agevolmente le alterazioni emodinamiche non specifiche presenti nelle dissecazioni, quali l’assenza di flusso, flusso ridotto, flusso ad alte resistenze nel tratto a monte per ostacolo più a valle (Fig. 4). Tali alterazioni, presenti anche in caso di ostruzione trombotica, possono però indirizzare il clinico a eseguire esami neuroradiologici finalizzati. Purtroppo le alterazioni morfologiche US “tipiche”, con visualizzione diretta della dissecazione come l’ematoma e il flap, sono meno frequenti. L’ECD transcranico molto raramente può dare immagini specifiche di dissecazione di AV4 e AB. Nonostante ciò, quest’indagine è importante sia a fini diagnostici (è in grado di offrire importanti informazioni emodinamiche quali la ricanalizzazione o meno del tratto AV4 o il coinvolgimento dell’AB), sia prognostici (più importante è la compromissione del circolo intracranico, peggiore è la prognosi). Nel follow up delle dissecazioni, l’ECD diventa l’indagine diagnostica elettiva: in maniera incruenta, infatti, è in grado di evidenziare l’evoluzione della dissecazione, quale l’eventuale ricanalizzazione o l’ostruzione del vaso [13]. CONCLUSIONI Nonostante che gli US non possano studiare le AV extra-intracraniche e l’AB con la stessa accuratezza delle carotidi, sono molto utili nella diagnosi di steno-ostruzione del circolo posteriore per l’elevato valore predittivo negativo.Gli US sono, invece, l’indagine diagnostica elettiva sia nello studio emodinamico in caso di furto dell’AS e AB, sia nel follow up della patologia aterosclerotica e dissecativa. In particolare, in caso di dissecazione, questa metodica innocua e ripetibile è in gra-
do di evidenziare, con studi ravvicinati, la rapida evoluzione del quadro anatomo-patologico caratteristica di questa malattia. ✘ BIBLIOGRAFIA Prognosis of Patients With Symptomatic Vertebral or Basilar Artery Stenosis. The Warfarin-Aspirin Symptomatic Intracranial Disease (WASID) Study Group. Stroke 1998. Incidence and prognosis of ≥ 50% symptomatic vertebral or basilar artery stenosis: prospective population-based study. P. M. Rothwell et al. Brain 2009. Extracranial and Intracranial Sonographic Findings in Vertebral Artery Diseases. E. Vicenzini et al. J Ultrasound Med 2010. Vertebrobasilar Transcranial Color-Coded Duplex Ultrasonography: Improvement with Echo Enhancement. Erwin Stolz et al. AJNR Am J Neuroradiol 2002. Detection of Vertebrobasilar Intracranial Stenoses Transcranial Doppler Sonography Versus Angiography. de Bray JM, et al. J Ultrasound Med 1977. Assessment of > 50% and < 50% Intracranial Stenosis by Transcranial Color-Coded Duplex Sonography. Baumgartner RW et al. Stroke 1999. Noninvasive Detection of Diffuse Intracranial Disease. Andrei V. Alexandrov et al. Stroke 2007. Relationship between Findings of Conventional and Contrast-Enhanced Transcranial Color-Coded Real-Time Sonography and Angiography in Patients with Basilar Artery Occlusion. Masatoshi Koga et al. AJNR Am J Neuroradiol 2002. Sonografia Doppler extra e intracranica. V. Reutern G. Centro Scientifico Editore. 1992. Effect of subclavian syndrome on the basilar artery. de Bray JM et al. Acta Neurol Scand 1994. Evaluation of Extracranial Vertebral Artery Dissection With Duplex Color-Flow Imaging. Bartels E. et al. Stroke 1996. Ultrasound findings in spontaneous extracranial vertebral artery dissection. Sturzenegger M. et al. Stroke 1993. Extracranial and Intracranial Vertebral Artery Dissection: Long-term Clinical and Duplex Sonographic Follow-up. Tiemo Wessels et al. Journal of Clinical Ultrasound 2008. Per maggiori informazioni riguardanti la tecnica di esecuzione, i quadri normali e patologici dell’eco-color Dopper del circolo vertebro-basilare, è possibile consultare il sito web gratuito del dottor Franco Accorsi: www.echodoppler-lessons.com Chi fosse interessato ad aggiornamenti, immagini, brevi video relativi allo studio ecocolor Doppler della patologia arteriosa extra-intracranica, della trombosi venosa superficiale e profonda, della malattia aterosclerotica arteriosa periferica può entrare nella pagina: facebook.com/francoaccorsiecodoppler
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