amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno VII - N. 10 - 23 DICEMBRE 2017 - Copia omaggio 3 domande a BB
La Partita / Il Punto
“Dybala valore aggiunto ma deve spingere sempre sull'acceleratore”
La Signora ha ripreso a correre con tanta 'Joya'. Roma, resti 'Peter Pan'?
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Forum Giornalisti
“Madama più forte della Lupa! E arriverà anche il 7° scudetto...”
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L'Analisi
Serata insidiosa in compagnia degli eredi di Romolo e... Turone!
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OLTRE L'OSTACOLO
NEL BIG MATCH PRENATALIZIO GLI UOMINI DI ALLEGRI AFFRONTANO I GIALLOROSSI ALLO STADIUM. UN'OCCASIONE PER DISTANZIARE UNA DELLE RIVALI NELLA CORSA SCUDETTO
JUVENTUS-ROMA | SABATO 23 DICEMBRE ORE 20.45
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3 domande a... Bruno Bernardi
“La Juve resta la squadra da battere!” “Dybala sa bene quale valore aggiunto sia per i compagni ma deve spingere sempre sull'acceleratore”
B
runo Bernardi, l'ultima partita dell'anno solare, allo Stadium, coincide con il big-match JuveRoma. Si sfidano due contendenti per lo scudetto, con i bianconeri reduci dal convincente successo di
Bologna e la qualificazione ottenuta in coppa Italia a spese del Genoa... “Sì, la Juve arriva in buona salute dopo aver sbancato agevolmente Bologna con una prova di grande perso-
nalità. Peccato per l'infortunio che ha colpito qualche giocatore, vedi Mandzukic e De Sciglio. Infortuni che non ci volevano perché il croato aveva dimostrato una volta in più il suo peso determinante nell'attacco juventino e la qualità delle sue giocate ; il difensore ex-Milan aveva dimostrato di sapersi adattare bene agli schemi e al gioco del suo allenatore. Dopo le ultime prestazioni positive stava dimostrando di poter essere una pedina molto utile e aveva tolto parecchi dubbi ai più scettici circa le sue qualità. E' stato fortemente voluto da Allegri e farà del suo meglio anche per dare ragione all'allenatore. A Bologna si è vista una Juve tonica che ha dimostrato non soltanto la voglia di proporsi ancora nelle zone altissime della
classifica ma anche di aver eliminato gran parte di quei problemi tecnici, tattici e fisici di qualche elemento che impedivano ai campioni di esprimere tutta la loro potenzialità. In Emilia si è
rivista una squadra che ha alternative di qualità che hanno dato un'energia tale alla squadra per dare corposità ad una vittoria molto importante dal punto di vista della classifica e sul piano mentale. La Juve resta la favorita per lo scudetto. È sempre la squadra da battere e la vittoria di Bologna è la conferma.” Veniamo al caso-Dybala. Due panchine consecutive in campionato, poi è tornato titolare in coppa Italia e ha subito segnato una rete bella e importante. “L'argentino ha potuto capire che per diventare fenomeni bisogna anche saper soffrire e lottare come se si fosse gregari. Le qualità tecniche di Dybala non si discutono e proprio su queste colonne ho più volte sottolineato le sue doti immense, la similitudine, sotto molti aspetti, tra lui e un altro grande argentino: Omar Sivori. Dybala sa bene quale è il suo valore aggiunto nella Juve e sa quanto questo valore possa fare la differenza in ogni partita e in ogni competizione. Ma nel calcio bisogna spingere sempre forte sull'acceleratore se si vogliono ottenere grandi risultati. È una riflessione vecchia come il calcio ma sempre utile. Quando è entrato in campo nella ripresa, a Bologna, la gara era già segnata ma Dybala ha comunque tirato fuori due o tre colpi dei suoi che hanno fatto capire a tutti che la... riflessione era servita. In Coppa Italia altro nume-
ro di alta scuola con il gol che ha sbloccato il risultato conto il Genoa. Presto, molto presto, tornerà a tempo pieno anche in campionato a fare sempre la differenza, per la 'joya' sua, di Allegri e di tutti i tifosi bianconeri. Ad iniziare magari proprio con la Roma...” Roma che non ha entusiasmato nelle ultime uscite in campionato ed è stata eliminata in Coppa Italia ma è saldamente nel gruppo delle pretendenti al tricolore. Senza dimenticare l'ottimo cammino disputato fino ad ora in Champions League dai giallorossi, con un girone vinto sovvertendo tutti i pronostici. “La Roma viene a Torino per misurarsi alla pari con la Juve. E ci viene con un biglietto da visita importante come il successo nel
girone di qualificazione in Champions League, dove ha superato due squadroni europei come il Chelsea e l'Atletico Madrid. Un risultato straordinario per la Roma e per il calcio italiano. Campionato e Champions sono due competizioni diverse, è vero, ma con un denominatore unico: il gruppo
sapientemente forgiato dall'ottimo tecnico giallorosso Di Francesco. La gara di sabato sera allo Stadium quindi, non è decisiva per lo scudetto ma sarà un esame estremamente importante per entrambe le squadre.” Roberto Grossi
L'arbitro di Juve-ROMA ai raggi X TAGLIAVENTO Paolo Nato a Terni il 19/09/1972 Sezione AIA Terni * Internazionale Esordio Serie A - 16/05/2004 Chievo-Bologna 2-1 Assistenti: ASS1: Costanzo Alessandro - Sez. Orvieto (TR) ASS2: Manganelli Lorenzo - Sez.Valdarno IV°: Damato Antonio - Sez. Barletta VAR: Irrati Massimiliano - Sez. Pistoia AVAR: Pinzani Riccardo - Sez. Empoli Partite dirette in A: 212 Vittorie interne: 99 Pareggi: 46 Vittorie esterne: 67 Rigori assegnati: 97 Espulsioni: 76
Precedenti (A/B )con Juventus: 23 Vittorie: 10 Pareggi: 5 Sconfitte: 8 Precedenti con la Roma: 34 Vittorie: 22 Pareggi: 4 Sconfitte: 8 Precedenti in Coppa Italia Vittorie: 2 Pareggi: 0 Sconfitte: 2
(a cura di Ermanno Vittorio)
Via Carlo Alberto, 30 • 10123 TORINO • Cell. 328 0055286
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Punto Juve
La Signora ha ripreso a correre con tanta 'Joya' lontà di super Mario di partecipare alla battaglia.
Foto Vincenzo Glinni
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uve-Roma è sempre Juve-Roma. Dagli anni '80 in poi abbiamo assistito (prima, durante e dopo la sfida) a feroci polemiche tra i due 'poli opposti'. Le invettive si sono sprecate, dando vita ad esilaranti siparietti dirigenziali, giornalistici e tra tifosi. Questa volta è andato tutto liscio, complice anche il turno infrasettimanale di coppa Italia che ha spostato per qualche giorno l'attenzione. Occorre anche constatare, con una certa prudenza, che negli ultimi tempi le 'grandi nemiche' si sono trasformate in 'grandi avversarie', un upgrade significativo e inedito per il sempre avvelenato calcio nostrano. Merito forse della proprietà Made in Usa dei giallorossi che mal sopporta alcuni atteggiamenti paleolitici del football italico? Può darsi. Ma attenzione, il pericolo di sconfinare nel 'sangue e arena' è sempre dietro l'angolo. Quindi meglio non farsi troppe illusioni e vivere alla giornata. SIGNORA TIRATA A LUCIDO, MA L'INFERMERIA... - La Juve arriva alla sfida di sabato sera in condizioni psico-fisiche generali ottime ma con alcuni elementi non di poco conto in infermeria. Se il buon Szczesny
per ora non sembra far rimpiangere Buffon, Lichsteiner non è all'altezza del miglior De Sciglio visto nelle ultime gare. L'ex milanista, trasformato finalmente nel giocatore fortemente desiderato e voluto da Allegri, si è fermato proprio sul più bello. Benatia è la sorpresa positiva della retroguardia: il marocchino sembra tornato ai livelli... romanisti e potrebbe mettere una volta per tutte il bavaglio a chi continua a rimpiangere Bonucci. Chi l'avrebbe mai detto? Di Howedes, che rientrerà nel nuovo anno, meglio non parlare visto che in questa stagione è come non ci fosse mai stato. A centrocampo, al momento di andare in stampa, sono tutti abili e arruolati e il tecnico livornese, dopo aver timbrato il modulo da adottare, avrà solo l'imbarazzo della scelta sugli elementi da mandare in campo. In avanti, 'recuperato' Dybala (ne parliamo subito dopo) c'è l'incognita Mandzukic, reduce da tredici punti di sutura al polpaccio, la sua cartolina ricordo di Bologna. Il guerriero croato, più volte celebrato dalla curva sud, proverà ad essere della gara ma i dubbi sul suo impiego non mancano, a prescindere dalla ferrea vo-
RIECCO DYBALA - Tornato titolare dopo le panchine contro Inter e Bologna, la 'Joya' è tornato anche a segnare firmando la vittoria bianconera di mercoledi scorso, in coppa Italia, contro il Genoa. Una prestazione convincente ribadita poi con l’assist a Higuain che ha chiuso la partita un quarto d’ora dopo che l'altro argentino era entrato in campo. Sei partite a secco di gol per Dybala, fino al colpo che ha steso il Grifone e forse chiuso una scia di polemiche infinita in cui le 'accuse' al fratello procuratore da parte della società bianconera viaggiano sotto coperta ma si sentono eccome. E una gara giocata, almeno sino all'entrata di Higuain, da centravanti o falso nueve, come faceva nel Palermo. Un ruolo che Paulo ha interpretato ovviamente
con il proprio stile, arretrando per liberare spazio a centrocampisti ed esterni, sino a quando si è ritrovato a fianco di Gonzalo e da li in poi è stato 4-4-2. D'altronde, nella conferenza stampa di vigilia della Coppa Italia, Allegri si era lasciato andare ad una frase che aveva colpito molti addetti ai lavori: “Nell'attacco a tre Dybala giocherà punta centrale”. Anche in futuro? Nutriamo dubbi... VOLATA PER IL TITOLO D'INVERNO – Contro la Roma i bianconeri si giocano anche una grossa fetta del titolo – platonico ma non troppo - di campioni d'inverno. In classifica il Napoli è sopra di un punto e prima del giro di boa Higuain e soci saranno ospiti dell'Hellas al Bentegodi, mentre il Napoli, almeno sulla carta, ha due turni più abbordabili: in casa contro la tremebonda Sampdoria
vista nelle ultime settimane (guarda caso da dopo che i blucerchiati hanno vinto contro la Juve...) e il Crotone in trasferta. Sempre sulla carta il Napoli è favorito per chiudere il girone di andata al comando ma, in ogni caso, un successo juventino contro la Roma significherebbe distanziare un'altra possibile rivale scudetto, aspettando i prossimi passi falsi dell'Inter. IL PUBBLICO HA GIÀ VINTO Facile (ma non troppo di questi tempi in Italia) fare il tutto esaurito contro la Roma. Ma un applauso al pubblico juventino va fatto soprattutto per i quasi 40.000 spettatori paganti di mercoledi scorso contro il Genoa. Nonostante la serata ghiacciata con il termometro che segnava meno 5 e la partita di scarso richiamo i fans della Vecchia Signora hanno riempito l'impianto della Continassa
quasi in ogni ordine di posto. Loro, i tifosi, hanno già vinto l'ennesimo scudetto nonostante la squalifica della curva sud sanzionata dalla giustizia sportiva (per la nota querelle sui biglietti distribuiti dalla società agli ultras) da scontare nel prossimo turno interno di campionato, sempre contro il Genoa. Una giustizia quanto meno discutibile, per non dire altro... Andrea Montanari
Roma, resti 'Peter Pan' o diventi adulta?
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on veder sfumare 2 obiettivi in 3 giorni. Dopo la sorprendente eliminazione di mercoledì contro il Toro in Coppa Italia (che ha fatto saltare la possibilità di affrontare la Juve nei quarti) la Roma proprio all'Allianz Stadium deve mantenere vivo il secondo obiettivo stagionale: lo scudetto, o almeno la lotta per il titolo. Perdere anche contro la Juve, oltre a far trascorrere un triste Natale ai tifosi giallorossi, significherebbe per gli Eusebio-boys l'addio anche al tricolore. Dopo tanti elogi ricevuti, sarebbe una doccia gelida per l'autostima dei romanisti. CONTRO LA DEPRESSIONE, RIECCO I TITOLARI La Roma di scorta vista mercoledì contro il Toro è parsa anche una Roma di scarto. Di Francesco non ha 22 titolari come la Juve, anche se lo sperava. Nella Torino bianconera tor-
DE ROSSI E NAINGGOLAN Servono i combattenti contro la Juve. Di Francesco chiederà l'uso della sciabola anche se il fioretto non sarà messo in valigia. Il rischio è che a qualcuno, De Rossi in primis, possano saltare i nervi per la pressione. Anche questo è un rischio, ma va accettato: per non rischiare di vedere in campo un'altra Rometta. neranno i titolari, ammesso che sia sufficiente per tornare nella Capitale con qualche punto. L'ambiente giallorosso è frizzantino: si passa dall'esaltazione alla depressione in poco tempo. Ed aspirare già a Natale solo ad un piazzamento Champions, e non allo scudetto, farebbe tornare nubi dense sull'ambiente. La faccia attonita di Totti in Tv, nel finale di Roma-Toro è l'emblema del momento giallorosso. A cui forse un leader carismatico come 'er Pupone' manca davvero. Più nello spogliatoio che in campo.
ESAME DI MATURITÀ Frase banale, ma le ultime partite sottotono (inclusa la vittoria sul Cagliari giunta al 94' in coda ad indicibili sofferenze e a una Var generosa) la giustificano. La Roma sabato sera dove decidere cosa vuol fare da grande. Restare Peter Pan o diventare squadra adulta. Bisogna svoltare e superiore ostacoli irti. Altrimenti anche la Champions potrebbe riservare delusioni. Alessandro Costa
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Forum Giornalisti e Opinionisti
“Juve, sei più forte della Roma! E arriverà anche il 7° scudetto...” “Troppe tensioni nella Capitale, bianconeri più abituati a vincere e con un organico migliore. Benatia decisivo per la difesa ma contro i giallorossi occorrerà giocare con intelligenza” A
due settimane dal derby d’Italia, le luci dell’Allianz Stadium tornano ad accendersi per un’altra gara di cartello. In programma sabato sera c’è Juventus-Roma, un anticipo di Natale con i fiocchi per tutti i tifosi bianconeri, ai quali la formazione di Massimiliano Allegri ha già regalato il passaggio del turno in Coppa Italia, con tanto di derby nei quarti in programma il 3 gennaio. Quello contro i giallorossi sarà un altro crocevia importante per lo scudetto, dopo gli scontri diretti con Napoli e Inter. Sui temi della sfida fra bianconeri e giallorossi “JuveToro” ha interpellato alcuni prestigiosi giornalisti, di tv e carta stampata, al seguito delle partite della squadra bianconera.
Per Gianni Balzarini, inviato delle reti Mediaset, la Juve si presenta all’appuntamento di sabato sera con i favori del pronostico, anche per effetto della Coppa Italia, che in settimana ha avuto un esito differente per le due compagini: “Se vale il teorema di Allegri, ovvero che chi fa bene in Coppa Italia ne trae benefici anche in campionato, allora i bianconeri arrivano all’appuntamento in condizioni migliori rispetto ai giallorossi. La forza della Juve di Allegri è stata che
ha saputo affrontare ogni impegno, compresa la Coppa Italia, senza trascurare nulla. Dagli umori che sento pervenire dalla capitale, per la Roma questa partita sta già assumendo toni della partita della vita, mentre per i bianconeri è 'soltanto' una partita importante. E’ stato così anche per Napoli-Juventus ed è un altro dei tratti che distinguono la Juve da tutte le altre pretendenti allo scudetto. Fatte queste dovute considerazioni, la Roma di Di Francesco mi ha sorpreso. Il giovane tecnico giallorosso è stato molto bravo ad imporre lo stile di gioco che aveva a Sassuolo anche in un ambiente complicato come quello della Capitale, dove all’inizio c’era molto scetticismo nei suoi riguardi. Sarà molto interessante assistere al confronto tra il miglior attacco del campionato, che è quello dei bianconeri, e la miglior difesa, ovvero quella giallorossa. Sono rimasto colpito dalle dichiarazioni di Allegri, che sostiene di non avere mai visto compiere un intervento da Allison, segno che i romanisti evidentemente concedono poche occasioni agli avversari. Sarà comunque una bella sfida tra due serie candidate alla vittoria dello scudetto”.
Per Stefano Tallia della redazione torinese della Rai “l’eliminazione dalla Coppa Italia subita dai giallorossi ad opera del Toro può essere un segnale incoraggiante per i bianconeri, nonostante i giallorossi abbiano affrontato l’impegno di coppa con i granata con una formazione ampiamente rimaneggiata. Viceversa, la Juve mi sembra che abbia preso a marciare a ritmo sostenuto dopo un inizio con qualche difficoltà, dovute all’inserimento di giocatori importanti come Douglas Costa e Matuidi, che adesso si stanno integrando nel gioco di Allegri. D’altronde la forza della Juve è proprio quella di avere in rosa tanti giocatori di valore, in modo da poter sopperire anche alle presunte crisi, avvenute in tempi comunque diversi, di due fuoriclasse del calibro di Higuain e Dybala”.
Dopo essere stato per tanti anni l’inviato alle partite della Juve sulle pagine del Corriere dello Sport, Antonio Barillà è recentemente passato sulle colonne del quotidiano torinese 'La Stampa': “La Roma è un’ottima squadra, indipendentemente dall’eliminazione subita in Coppa Italia. Ma per lo scudetto continuo a vedere favorita la Juve. Se
i bianconeri ci mettono la giusta voglia non ce n’è per nessuno...” Oltre ai giornalisti al seguito della squadra bianconera abbiamo interpellato anche alcuni opinionisti televisivi di 'Telenova', la storica emittente lombarda dove il settimanale 'JuveToro' - insieme all'emittente torinese 'Rete7' - è sovente ospite con le sue firme più prestigiose. Domenico Marocchino, indimenticato esterno destro alto della Juve primi anni '80, cresciuto nel vivaio bianconero, vede così la sfida di sabato sera: “JuveRoma non è scontata, sarà una gara aperta a qualsiasi risultato, con una leggera prevalenza per una vittoria bianconera. La Juve, se vuole portare a casa i tre punti, deve giocare con intelligenza. Come ha fatto ad esempio contro il Napoli al San Paolo, dove i bianconeri hanno vinto centrando un'impresa non semplice per nessuno, giocando una
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bellissima gara, gestendo il vantaggio e concedendo praticamente nulla ai padroni di casa. Altrettanto contro l’Inter dove avrebbe potuto anche ottenere di più. La squadra di Allegri ha poi giocato bene anche a Bologna ma la prossima gara con la Roma, seppur sconfitta in coppa Italia contro il Toro, non sarà sicuramente facile perchè i giallorossi vanno presi con le dovute cautele. La Juve la vedo più forte delle altre sugli esterni ed è questa una caratteristica che la porterà a vincere il campionato”. Anche Gigi Balestra (giocatore del Milan degli anni '50 e poi allenatore delle giovanili rossonere) propende per una vittoria da parte di Higuain e compagni: “La Juve ha trovato la quadra nel reparto difensivo. Benatia è stato il segreto di questa ricrescita. Partito Bonucci sembrava che la Juve avesse perso molto ma in realtà Benatia è in grande spolvero e sta crescendo di gara in gara. La Juve è favorita perché non vuole lasciare spazio a nessuno: prevedo una vittoria bianconera contro i rivali di sempre...”. Stessi pensieri positivi per la Vecchia Signora anche da parte di chi vede il mondo in rossoneroazzurro. Sentite Massimo Canta, giornalista della radio 'MilanInter': “La differenza tra
Juve e Roma c’è nel gruppo e nella qualità dei giocatori, inoltre la Juve ha ripreso a macinare gioco e risultati. Vedo una squadra ben assortita anche dagli scambi tra i titolari e gli uomini di panchina, assolutamente competitivi su tutti i fronti. Contro la Roma non credo che la Juve possa perdere il confronto...”.
L'unico che va controcorrente – ma è una sua caratteristica che lo rende 'appetibile' come opinionista televisivo - è Enzo Gambaro, ex di diverse squadre tra cui Sampdoria, Parma, Milan e Napoli: “La Juventus ha un parco giocatori sicuramente superiore alla Roma ma credo che, alla fine, a vincere questo confronto diretto saranno i giallorossi. Dunque vedo favorita la squadra di Di Francesco, che reputo un ottimo allenatore”. Giovani Rolle / Marco Venditti (Nelle foto Domenico Marocchino ed Enzo Gambaro)
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L'Analisi
Serata insidiosa in compagnia degli eredi di Romolo e... Turone! M
eno volgare di un palio con i pony neo borbonici; velenosa, ma non quanto un giro di giostra con la Virgobiscia, la serata alla vaccinara in compagnia degli eredi di Romolo e... Turone rischia, paradossalmente, di essere la più insidiosa del morente girone d'apertura del torneuccio peninsulare. Se la potenziale minaccia si tramuterà in un reale pericolo, lo stabilirà il campo, ma solo in seconda istanza, giacché, quanto sarà dato constatare, dipenderà molto dalla parte in cui si abbasserà la bilancia in settimana. Tra il rispetto e l'eccessivo timore corre, molto più in fretta di Khedira, parecchia differenza, e un atteggiamento improntato a soverchia prudenza potrebbe svelarsi ancora una volta penalizzante, maldestro e svilente la natura di una rosa che vanta i petali più profumati dell'italico giardinetto. Cionondimeno, il dubbio che l'ospitata sia allestita, come sempre quando l'asticella si alza un pochetto, a base di Imodium, è ben lungi dal
lasciarsi fugare. Sarebbe un peccato, l'ennesimo, ma ben sappiamo che, come recita l'incipit di un noto brano del duo Mina/Celentano, “Semplici e un po' banali io direi quasi prevedibili e sempre uguali son fatti tutti così...” gli appuntamenti più significativi di nostra Signora del Serenissimo, e sarebbe un esercizio estremamente spericolato attenderseli diversi. Eppure, a dispetto di tutte le evidenze, sperare di rivedere la stessa Juve (magari in formazione riveduta, corretta e migliorata secondo logica e talento) che al Renato Dall'Ara ha spadroneggiato come sempre si vorrebbe perché è nelle sue corde, specialmente al cospetto di una concorrenza che per quanto si arrabatti mal camuffa l'appartenenza ai ceti più disagiati, dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo anziché un avvenimento. Dopo ben 25 apparizioni ufficiali (quasi metà stagione...), la condizione atletica appare finalmente in crescendo e il ripristino della modulazione compendiante due centrocampisti
di ruolo oltre l'alemannotunisino (una sorta di rotatoria stradale che obbliga a rallentare e girarci intorno) ha innervato nella squadra certezze date per smarrite, consentendo una protezione più adeguata del reparto difensivo e consegnando agli abitanti delle terre più alte maggior libertà di inventare giocate in proprio, dato che per difetto di schemi offensivi non hanno uno spartito da interpretare. Il tutto, a beneficio di un ritrovato equilibrio tradotto in una solidità complessiva scevra di inopportune ricreazioni in corso d'opera; affatto casualmente, infatti, le prestazioni in-
dividuali dei difendenti denunciano una confortante lievitazione, e ancor meno fortuita è diventata l'incidenza di Miralem Pjanic sul destino delle partite, tant'è che il senso euclideo del bosniaco è in costante progresso; se, adeguatamente affiancato, riuscirà a pensare con superiore velocità a un calcio più verticale e di lunga gittata, il collettivo guadagnerà un tempo di gioco e lui si evolverà presto da regista di cortometraggi a direttore artistico di “filmoni”. C'è chiaramente ancora molto da smussare, raffinare ed evitare, a esempio: le piaghe da decubito
inflitte al miglior giocare del torneo dal follower di mr. Muscolo. Quella parte di critica iscritta all'”Ordine dei Cavalieri dello Stuoino” attribuirà il merito della bella prestazione sfoderata dalla Joya nel Trofeo Tim alle panchine cui l'ha obbligato il capobastone, perché totalmente allineata all'exit strategy cogitata per indurre la tifoseria meno smagata ad accogliere benevolmente, quasi con sollievo, la monetizzazione di una plusvalenza che con mesi d'anticipo già brilla nello sguardo di un certo dirigente; in realtà, Paulino Dybala non è un gaudente scapigliato amante delle artificiali luci notturne, ma solo il progetto avanzato di un fuoriclasse che vorrebbe giocare come il talento consegnatogli dalle muse del pallone imporrebbe: nei paraggi dell'area ostile, per far danni o contribuire a crearli, e non in una posizione che declassa le sue fibre di pura seta a volgare iuta. Valga a esempio la rete grazie alla quale l'approdo ai quarti di finale della coppetta nazionale si è
risolto in una scaramuccia da cortile. In ordine al resto, ove si intenda per tale un vero adeguamento globale alle esigenze del calcio che conta e paga bene, quanto finora dimostrato entro il confine è ancora Pochettino. Dulcis in fundo e come ampiamente previsto, ma non sussistevano perplessità al riguardo già dal giorno in cui il padrone del vapore si è schierato inequivocabilmente al fianco del cugino, l'assurda inibizione comminata al Presidente Agnelli è evaporata del tutto, delegittimando prepotentemente le richiesta avanzata dallo squallido personaggio a capo della Procura Federale. Per festeggiare il Santo Natale al meglio, ora manca soltanto un'autorevole e convincente addomesticamento della lupa capitolina. I reciproci stati di forma, fisica e mentale, inducono un fondato ottimismo sulla buona riuscita dell'operazione, anche se la palla continua a esser rotonda e a dispetto di chi si prodiga per renderla spigolosa... Augh. Ezio Maletto
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Numeri e Statistiche di Massimo Fiandrino
Le 'magie' di Pjanic: Miralem ha eguagliato Diego Dopo il gol su punizione a Bologna il bosniaco 'punta' ora Totti. Tra gli 'all time' bianconeri comanda Del Piero con 22 reti
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uando si pensa a un gol su punizione, si pensa a una magia di un fuoriclasse, che si può accostare a un tiro da tre punti nel basket o l’ace su battuta nella pallavolo. Nella seconda metà degli anni ’80, l’Italia era piena di questi grandi campioni che regalavano magie, non solo giocatori italiani (dopo il volano della nostra Nazionale Campione del Mondo nel 1982). Indimenticabili Diego Armando Maradona, Michel Platini e Arthur Coimbra detto Zico. Ma non solo loro sono riusciti a regalare emozioni al loro tifosi in questa peculiarità. Successivamente, nella seconda metà degli anni ’90, altri due giocatori hanno lasciato una forte impronta e sono i due bomber che si sono inseguiti in questa speciale classifica: Sinisa Mihajlovic (attuale allenatore del Torino) con 28 centri e Andrea Pirlo (che da poco ha lasciato il calcio giocato) al 2° posto
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27. Mihajlovic è addirittura riuscito a segnare una tripletta su punizione il 13/12/1998 in Lazio-Sampdoria 5-2, (questo ko costò la panchina a Spalletti), stesso exploit anche per Beppe Signori contro l’Atalanta nel torneo 1993/94, ma per la cronaca solo una su tre era una punizione diretta, le altre due erano 'di seconda'. Ma per tornare alla sfida Juventus-Roma tante le sfide decise dai fuoriclasse bianconeri sui
giallorossi con una rete su punizione. Ne ricordiamo alcune: Platini nel 1983, Del Piero nel 2008 e Tevez nel 2015. Ma la storia juventina è piena di straordinari campioni abili a realizzare punizioni, su tutti troviamo Alex Del Piero con 22 centri per questa causa in campionato, precede Platini a 13, Pirlo a 12 e infine Dybala già al 4° posto con 7 (e quest’ultimo ha già superato 'mostri sacri' come Zinedine Zidane e Roberto Baggio fermi a quota 5). In questo torneo la Juve puo’ disporre di due talenti per trovare questo tipo di soluzioni, il già citato Dybala e Miralem Pjanic, ex giallorosso che a Bologna ha realizzato la sua punizione numero 14 in campionato, 11 di queste reti per le sorti della Roma e le ultime 3 per quelle della Juventus. Negli ultimi 10 anni nessuno ha fatto meglio del forte giocatore bosnico (solo Pirlo ha fatto altrettanto) e
ha cosi' raggiunto in questa speciale classifica Diego Armando Maradona. Contro la Roma ha la possibilità di realizzare la sua prima punizione-gol alla Stadium in Campionato (in Champions ha deciso il match con lo Sporting Lisbona), nella sua sfida più sentita e anche più 'temuta' oltre che una rivincita contro i suoi 'detrattori' che hanno alimentato non poche polemiche contro l’uomo e contro il giocatore quando è passato due stagioni fa sulla sponda bianconera della città della Mole. Anche Dybala aspetta l’occasione giusta per ritornare. Di Francesco e i suoi ragazzi sono avvisati… DAGLI ANNI '80 A OGGI GLI SPECIALISTI DEI CALCI DA FERMO 28 Mihajlovic; 27 Pirlo; 22 Del Piero; 20 Baggio R. e Zola; 15 Totti; 14 PJANIC e Maradona; 13 Chiesa, Conti, Lodi, Platini, Recoba
30/11/14 ROMA-Inter 30/08/15 ROMA-Juventus
4-2 2-1
26/09/15 ROMA-Carpi
5-1
17/10/15 ROMA-Empoli
3-1
05/12/15 Torino-ROMA 1-1 06/11/16 Chievo-JUVE 27/11/16 Genoa-JUVE
1-2 3-1
Il dettaglio delle reti di Pjanic:
17/12/17 Bologna-JUVE 0-3
29/01/12 ROMA-Bologna
1-1
11/11/12 Lazio-ROMA
3-2
BOMBER JUVE SU PUNIZIONE DAL 1982/83: COMANDA ALEX
24/02/13 Atalanta-ROMA
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24/09/14 Parma-ROMA 1-2
2-3
18/10/13 ROMA-Napoli
2-0
16/02/14 ROMA-Samp.
3-0
PLATINI 13 “Le Roi” è al secondo posto: il francese ha segnato 13 punizioni in serie A nelle 5 stagioni giocate con i Bianconeri. PIRLO 12 Sul gradito più basso del podio c'è Andrea Pirlo: con la Juventus su calcio piazzato ha segnato 12 dei 16 gol in Bianconero. DYBALA 7 Paulo Dybala è al quarto posto di questa speciale classifica e inoltre ha staccato due mostri sacri come Roberto Baggio e Zinedine Zidane fermi a quota 5.
(In alto a sinistra Pjanic: il bosniaco ha eguagliato Maradona in quanto a reti su calcio di punizione; in alto a destra Del
DEL PIERO 22 RETI Alex Del Piero davanti a tutti gli altri juventini a segno su punizione diretta dal 1982/83: 22 gol su 188 totali in Campionato.
Piero e Zidane: Alex è al comando della classifica degli 'all-time' bianconeri con 22 reti; qui a sinistra Dybala: in questa speciale classifica è quarto con 7 reti e ha staccato due mostri sacri come Roberto Baggio e Zidane)
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Numeri e Statistiche di Massimo Fiandrino
Juve sempre ok allo Stadium contro la Roma: 7 Su 7 22/4/2012 Juve-Roma 4-0 Reti: Vidal al 4° e 8°, Pirlo al 28°, Marchisio al 53° Espulso: Stekelenburg (Portiere Roma) al 26° (chiara occasione da rete) 29/09/2012 Juve-Roma 4-1 Reti: Pirlo (J) al 11°, Vidal (J) al 16° (rig.), Matri (J) al 19°, Osvaldo (ro) al 69° (rig.), Giovinco (J) al 90° 05/01/2014 Juve-Roma 3-0 Reti: Vidal al 17°, Bonucci al 49°, Vucinic al 77° (rig.) Espulsi: De Rossi (ro) al 75° (gioco falloso); Castan (ro) al 76° (fallo di mano) 05/10/2014 Juve-Roma 3-2 Reti: Tevez (J) al 27° (rig.), Totti (ro) al 32° (rig.), Iturbe (ro) al 44°, Tevez (J) al 48° pt (rig.), Bonucci (J) al 86° Espulsi: Morata (J) e Manolas (ro) al 44° (reciproche scorrettezze) 24/01/2016 Juve-Roma 1-0 Rete: Dybala al 77° 17/12/2016 Juve-Roma 1-0 Rete: Higuain al 14° 24/01/2012 (Coppa Italia - Quarti) Juve-Roma 3-0 Reti: Giaccherini al 6°, Del Piero al 30°, aut. Kjaer al 90° Espulsi: Lamela (Ro) al 68° (fallo di reazione)
JUVE IMBATTUTA DA 371 MINUTI E MIGLIOR ATTACCO (44 GOL). NON SEGNAVA COSI TANTO DA 67 ANNI 1 Un punto in meno dei bianconeri rispetto a un anno fa (41 contro 42), nello scorso torneo la Juventus era in fuga (42 punti contro i 35 della Roma al 2° posto). 371 i minuti della Juventus senza subire reti in questo Campionato, record stagionale per i nianconeri, l'ultimo gol subito a Marassi da Ferrari (Sampdoria) al 79°. In 9 gare totali su 17 i bianconeri non hanno subito gol. 44 le reti segnate sino ad ora dall'attacco juventino. Come nel '59/'60. Il dettaglio degli attacchi più prolifici: 50 reti 1933/34 e 1949/50; 48 reti 1950/51; 47 reti 1951/52; 45 reti 1952/53; 44 reti 1959/60 e 2017/2018. Nello scorso torneo i bianconeri dopo 17 gare avevano segnato 36 gol (8 in meno di adesso)
PRECEDENTI IN A: JUVE CON IL DOPPIO DELLE VITTORIE Totale: 166 Vittorie Juve: 79 Pareggi: 48 Vittorie Roma: 39 Reti Juve: 260 Reti Roma: 179
BOREL II E DEL PIERO I BOMBER DELLA SFIDA I bomber Juve nelle sfide contro la Roma: 10 Borel II
(15 presenze), 10 Del Piero (24), 9 Bettega (23), 9 Boniperti (21), 7 Sivori (12). I bomber Roma nelle sfide contro la Juve: 9 Totti (34 presenze), 6 Da Costa (9), 6 Bernardini (18), 6 Giannini (20), 5 Pruzzo (15) 4 i giocatori che hanno segnato una tripletta in 166 precedenti di Campionato: il primo è stato Borel II (il 1 ottobre 1933 in RomaJuventus 2-3), assieme a Guglielmo Gabetto nel 1936, Karl Aage Hansen nel 1950 e l'ultima di Schillaci il 18/11/1990. 37 invece le doppiette. 4 i giocatori capaci di andare a segno con entrambe le maglie: Fabio Capello, Dino Da Costa, Giampaolo Menichelli e Pablo Osvaldo. 9 le reti nelle sfida con più reti: Juve-Roma 7-2 del 8/10/1950
CURIOSITÀ SFIDE A TORINO 3 le triplette delle sfide e tutte bianconere: Gabetto in Juve-Roma 5-1 del
22/11/1936, Karl Hansen in Juve-Roma 7-2 dell’8/10/1950 e Schillaci in Juve-Roma 5-0 del 18/11/1990. 7-1 è la vittoria più vistosa ottenuta dalla Juve il 6/3/1932: è anche la sconfitta esterna più pesante dei giallorossi nella loro storia in A. 54 le vittorie bianconere, le ultime 6 allo Stadium (16 gol realizzati, 3 subiti). 21 i pareggi (l’ultimo 0-0 nel 1993/94) 8 le vittorie “corsare” giallorosse (l’ultima il 23/01/2010 per 2-1 con Ranieri ex mister bianconero).
GLI ALLENATORI: ALLEGRI PARI VS ROMA, DI FRANCESCO KO VS JUVE E ALLEGRI. E DA CALCIATORE SOLO 2 VITTORIE... 16 i precedenti ufficiali di Allegri in panchina contro la Roma, bilancio in parita': 5 vittorie a testa e 6 pareggi. 2 le vittorie di Di Francesco in panchina in 8 precedenti
contro Allegri, 1 pareggio e 5 sconfitte. 1 sola la vittoria di Di Francesco in 8 precedenti ufficiali in panchina contro la Juve, 1 pareggio e 6 ko. La vittoria il 28/10/2015 (Sassuolo-Juve 1-0, Sansone al 20° su punizione). 2 le vittorie di Di Francesco da calciatore contro la Juve. Il 15/11/1998 (2-0 per i giallorossi) e l'ultima nel suo ultimo match contro i bianconeri con la maglia del Perugia il 2/5/2004 (1-0 per gli umbri e gol di Ravanelli al 49°). Ha sfidato la Juve con le maglie di Piacenza, Roma e Perugia con un bilancio di 2 vittorie, 3 pareggi e 11 ko .
ROMA 12 VITTORIE CONSECUTIVE IN TRASFERTA E MIGLIOR DIFESA 12 le vittorie consecutive della Roma a cavallo di 2 campionati. Le ulti-
me 7 trasferte del Torneo 2016/2017 (Crotone, Inter, Palermo, Bologna, Pescara, Milan, Chievo) e le prime 5 del 2017/2018 (Atalanta, Benevento, Milan, Torino e Fiorentina). 3 i punti in più della Roma rispetto allo scorso anno. Ora i giallorossi vantano 38 punti con una gara da recuperare, un anno fa erano a 35 dopo 17 gare giocate. 5 le vittorie della Roma per 1-0 in questo campionato (Atalanta, Torino, Crotone, Bologna e Cagliari) su 12. 10 i gol subiti dalla Roma con 16 gare giocate su 17, miglior difesa del campionato. Nello scorso torneo con Spalletti a questo punto avevano già subito 17 segnature. Roma imbattuta da 214 minuti e 9 gare su 16 giocate senza subire gol. 2 i rigori sbagliati da Perotti (14 tentativi totali) e Dybala (Atalanta e Lazio in questo torneo), i 2 campioni argentini della sfida.
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Giustizia Sportiva
Agnelli e Juve sono salvi, anzi no... Solo una multa a Presidente e Società. E chiusura curva per un turno. Ma quante domande rimaste inevase...
L
a notizia è stata appresa e digerita alla velocità della luce, e ora si è già tornato a parlare dei supposti problemini di Dybala e via discorrendo. Quale notizia? Ovviamente quella della Corte Federale della FIGC che, nel processo di appello, ha ridotto la squalifica iniziale di 12 mesi ad Agnelli, per i rapporti non consentiti con i tifosi, e che ha aggiunto però anche una multina di 100 mila euro. Multina per lui, s’intende. E da questo momento l’inibizione è finita e la pena è già scontata. Senza dimenticarci, non sia mai, che ha anche inflitto alla Juventus una multa di 600 mila euro e ha chiuso per un turno la curva dei tifosi bianconeri allo Stadium (quello col nome di un gruppo assicurativo tedesco). La chiusura della curva varrà per la prima partita casalinga del 2018, JuventusGenoa del 21 gennaio, e non per questo match pre-nata-
lizio in casa con la Roma di Di Francesco. E fino a qui fatti noti e stra-noti. Ma, prima di abboffarci come porcelli tra vivande, panettoni e spumanti, veniamo a qualche domanda fisiologica che si materializza non appena si mette il tasto di accensione del cervello sulla posizione “ON”. Si, vabbè, lo ammetto, son domande retoriche, ma servono per ammazzare il tempo prima che arrivino gli antipasti base di trigliceridi e colesterolo… Che fine ha fatto la famosa tremendissima telefonata citata in audizione alla Commissione Antimafia dal procuratore federale Giuseppe Pecoraro? Datemela, la voglio sentire! La suddetta Commissione, che intenzioni ha riguardo al fatto che, in relazione al bagarinaggio, biglietti, ultras, e via dicendo, ci siano in tutta Italia infiltrazioni mafiose? Lo ha detto la stessa presidente Rosy
Bindi, mica il mio tabaccaio. Pubblicità pomposa e chiacchiere pre-elettorali, o si cominceranno a prendere delle decisioni serie? E il gentilissimo Gentiloni e il suo governo, a quest’ora sono ancora a letto? Per ciò che riguarda gli altri club, il procuratore federale, ha già definitivamente deciso che sono tutti più buoni, anche non a Natale, o invece procederà con ulteriori procedimenti? O è ancora troppo arrabbiato per la barzelletta di quel pastore pecoraro a cui gli scappò un agnello? Gli altri club, hanno lavorato su questo problema in collaborazione con la Digos, come ha fatto la Juve, o hanno fatto e fanno sempre tutto da soli, che tanto “chi fa da se fa per tre”? Ah ecco, quasi mi dimenticavo, quando comincerà il pro-cesso sportivo contro la Digos? Ci sono già delle ipotesi di richiesta di inibizioni, squalifiche e multe da parte del buon Pecoraro? Una condannina-ina-ina alla Juve dovrebbe automaticamente, a cascata diciamo, generare una condanninaina-ina anche per la Digos, no? Lascia stare che la Digos non è un club di calcio… Son dettagli, visto che in Italia è Carnevale tutto l’anno e anche a Natale... E diamogliela una bottarella anche a loro, dai! Procediamo oltre. Come già è stato scritto e detto, la Juventus e Agnelli hanno subito una piccola condanna, che è stata smaltita quasi
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tutta, mancano solo un paio di assegni, ma pur sempre di condanna si tratta. Ora, essendo tutta la vicenda un altro grosso pasticcione vergognoso, con tanto di giornali che con il solito entusiasmo anti-Juve hanno associato le parole Juve e Agnelli alla parole mafia-‘ndgangheta, ecc, chi paga i danni d’immagine subiti dalla Juventus? (sì, solo dalla Juventus, perché di Agnelli sinceramente ci interessa nulla, visto che è adulto, ricco e vaccinato). A che punto siamo in procura con le indagini sull’ultrà bianconero Raffaello Bucci, detto Ciccio, suicidatosi buttandosi giù dal viadotto vicino a Fossano (lo stesso cavalcavia da dove tanti anni fa si buttò giù Edoardo Agnelli, figlio dell’Avvocato), che a quanto pare lavorava per i servizi segreti (non si sa bene a che titolo), e che nei giorni pre-suicidio aveva tanta tanta tanta paura di morire? Cos’è Ciccio, solo un effetto, morto, collaterale e chi se ne frega? Questa vicenda nel suo complesso è l’esempio per-
fetto (tra milioni di altri esempi, s’intende) del motivo per cui l’ItaGlia si trova nello stato complessivo che tutti fin troppo bene conosciamo. Questa storia racchiude tutti i difetti, le distorsioni e i buchi oscuri del sistema. Per questi innumerevoli motivi infatti, l'Italia è solo la Svizzera dell’Africa. Piccolo consiglio gratuito, ossia regalino natalizio, agli uomini di buona volontà (che magari indossano una toga con dignità): perché non dare una bella e scrupolosa occhiata anche alla
vendita dei biglietti dei concerti? Ma quante ne so, quante ne so… Auguri a quasi tutti! Ps: faceva bene Totò, in un vecchio film, a chiedersi: “a quest’ora il Questore è ancora in Questura?" Antonio Catapano 'Crazeology' www.giùlemanidallajuve.com (Qui sopra il Presidente Agnelli firma autografi ai tifosi a Villar Perosa; in alto a sinistra la curva Sud dello Stadium)
Giornale sportivo per i tifosi di Juventus e Torino Direttore Responsabile Roberto Grossi rogro@inwind.it Hanno collaborato Bruno Bernardi Antonio Catapano Salvino Cavallaro Massimo Fiandrino Ezio Maletto Andrea Montanari Dan Morino Paolo Rachetto Giovanni Rolle Marco Sanfelici Marco Venditti Ermanno Vittorio Segreteria di redazione Cristina Zecchino amcsrls@yahoo.it Impaginazione e grafica Silvana Scarpa Tel. 011 0371291
Servizi fotografici Archivio JuveToro Editore AMC Art Media Communication Direttore Editoriale Gianni Castaldo amcsrls@yahoo.it Pubblicità amcsrls@yahoo.it Stampa I.T.S. SpA Distribuzione gratuita agli ingressi esterni degli stadi torinesi, eventi e canali commerciali Autorizzazione Trib. di Torino n. 30 del 27/11/2015. Tutti i diritti riservati Responsabile del trattamento dei dati personali: Gianni Castaldo
CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 17 DI GIOVEDÌ 21 DICEMBRE 2017
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Juve Global/Local
Il Chierese, terra da sempre bianconera! Giuliano, la moglie di Boniperti, Viola e Parola. L'albergo dei ritiri, l'attuale preparatore atletico, il capo dei riabilitatori e lo psicologo. Senza dimenticare l'ufficio stampa. E, ovviamente, Claudio Marchisio...
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rizzonti sempre più proiettati verso una dimensione planetaria e radici che rimangono ben salde nel territorio continuando ad alimentarsi. È la doppia anima che da sempre caratterizza la Juventus, ben rappresentata dal curioso legame dei colori bianconeri con il Chierese, fatto da quasi un secolo di scambi di talenti e collaborazione all'insegna della reciproca soddisfazione. Bisogna fare un tuffo nel passato al calcio eroico dei pionieri per trovare il primo esponente del football chierese approdare alla corte della - all'epoca non ancora Vecchia Signora. Si tratta di Giuseppe “Ciccio” Gola, roccioso terzino che nella stagione 1927/'28 colle-
zionò 7 presenze al fianco di mostri sacri del calibro di Combi, Rosetta, Bigatto, Munerati, Cevenini III e Vojak, chiudendo il campionato al terzo posto. Dopo la parentesi juventina Gola vestì le maglie di Vomero Napoli, Derthona, Sampierdarenese e Atalanta, tornando a Chieri in veste di allenatore nella seconda metà degli anni '50. Pochi sanno che anche il presidentissimo Giampiero Boniperti e il suo storico braccio destro Pietro Giuliano hanno uno stretto legame con Chieri: il primo per matrimonio, dato che dal 1954 è sposato con Maria Rosa Vergnano, figlia di Carmelo Vergnano, centromediano del Chieri che negli anni '20 arrivò a militare fino in Terza Divisione Nazionale (l'attuale serie C); il secondo il qualità di giocatore con 48 presenze e 1 rete nel Chieri dal 1958 al '61 fra ambito regionale e serie D. Capitano della Juventus che nel 1961 si aggiudicò per la prima volta il prestigioso Torneo di Viareggio era Francesco “Cece” Stacchino, brevilineo attaccan-
te chierese doc, che in precedenza, il 5 aprile 1959, aveva debuttato in serie A indossando la casacca numero 8 dell'indisponibile Boniperti in un JuventusBari 2-2, in cui aveva siglato la rete del definitivo pareggio juventino dopo i gol di Sivori e dei pugliesi Conti ed Erba. Per Stacchino in bianconero ancora una presenza nel massimo campionato ed un'apparizione in Coppa Italia, prima di una carriera comunque soddisfacente sui campi della serie C con Sanremese, Biellese e Cremonese, chiusa in serie D con la maglia azzurra della squadra
della sua città natale. Gli anni '60 furono “mitici” anche per la rampante società calcistica chierese, che si affacciò per quattro stagioni consecutive ('62-'66) sul palcoscenico della serie D. Quel periodo fu impreziosito da un costante travaso di tecnici e giocatori dalla casa madre bianconera alla succursale azzurra. Sulla panchina sedettero a più riprese gli indimenticati Giovanni Viola e Carlo Parola, mentre in campo deliziarono il pubblico, tra
gli altri, Patrucco, Donino, Francescon e Aggradi, tutti prodotti del vivaio juventino con qualche precedente apparizione in serie A. Non solo intrecci di allenatori e calciatori, ma anche sede dei ritiri prepartita. L'albergo chierese Tre Re in corso Torino, già tana dei granata di Giagnoni, all'alba degli anni '70 ospitò anche la Juventus durante la ristrutturazione dell'hotel di Villar Perosa. In collina i bianconeri prepararono la doppia, sfortunata finale di Coppa delle Fiere (l'antesignana dell'Europa League) del 1971 contro gli inglesi del Leeds e gettarono le basi per i primi scudetti dell'era bonipertiana. Affievolitosi negli ultimi decenni del secolo scorso, il legame tra Juventus e Chierese ha ripreso vigore ai giorni nostri, con numerosi personaggi che hanno contribuito e continuano a dare il loro apporto in più settori all'attuale straordinaria cavalcata di successi. Su tutti Claudio Marchisio, cresciuto fra Cambiano, Chieri e Andezeno, uno dei talenti più cristallini espressi dalla società bianconera, vera
SOCCORSO STRADALE
GIANNONE
a propria bandiera già entrata nella storia del club. A stretto contatto di gomito con Marchisio sia in allenamento, sia nelle partite, lavora Andrea Pertusio, rivese, classe 1977, dopo una lunga gavetta nelle giovanili da quattro stagioni preparatore atletico di Buffon e compagni, primo assistente di Simone Folletti, preparatore di fiducia di mister Allegri. Di importanza strategica il ruolo di Marco Luison, chierese di Pessione, classe 1970, a capo dello staff dei riabilitatori, professionisti che accompagnano i giocatori infortunati dalla fisioterapia alla preparazione atletica verso il completo recupero. Carattere gioviale, sono note le sue dispute scherzose con il concittadino Marchisio sulla “centralità
mondiale” della frazione Pessione e quelle con il sanremese Sturaro sull'andamento delle squadre delle rispettive città nel campionato di serie D, che spesso alleviano la tensione del prepartita. A strettissimo contatto con la prima squadra lavora anche la poirinese Gabriella Ravizzotti, da quasi vent'anni colonna dell'ufficio stampa in cui gestisce assieme ad Enrica Tarchi e Cristina Demarie i rapporti dei media con i calciatori, oltre agli eventi di comunicazione che coinvolgono squadra e società. Alessandro Spugna, di Pino Torinese, classe 1973, è la presenza chierese nello staff tecnico del settore giovanile bianconero, che in questa stagione lo vede alla guida degli Under 14. Infine, dietro le quinte lavorano Riccardo Tinozzi, psicologo referente dell'area residenziale cui sono affidati i ragazzi dello Juventus College e la formazione per quanto riguarda l'attività di base, e il suo collega Luca Corbetta, tutor dei giovani giocatori bianconeri che risiedono allo Juventus Village della Continassa, a ulteriore testimonianza di un legame sempre più florido fra club bianconero e la fucina del Chierese. Luca Ceste (si ringrazia Ermanno Vittorio per la ricerca storico-fotografica)
(Nella 1a colonna Gola con Agnelli e, in basso, Giuliano; nella 3a colonna Francescon; nella 4a Viola; nella 5aAggradi)
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Dicembre Juve
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di Ermanno Vittorio
I 'Palloni d'Oro' di Michel e Pavel La scomparsa di Gianni Brera, giornalista e scrittore che inventò uno stile particolare. La prima volta con la maglia Kappa 16 dicembre 2010 Per l’Europa League s’incontrano all’Olimpico di Torino Juventus e Manchester City: partita non eccelsa e pareggio 1-1. Da ricordare l’esordio di Boniperti Filippo, classe 1991, nipote di Giampiero, dopo 49 anni un altro Boniperti calca il prato del Comunale-Olimpico. Da rimarcare anche il gol del giovane Giannetti alla sua prima segnatura in bianconero. 17 dicembre 1978 Compare per la prima volta sulle maglie della Juventus un logo commerciale: si tratta del marchio Kappa del Maglificio Calzificio Torinese, ditta che produce gli indumenti di gioco per la Juventus. La partita di campionato è Roma-Juventus (1-0)
21 dicembre 1952 Juve-Roma al Comunale: s’impone la Juve 3-2 grazie ai gol di Praest (2) e J. Hansen. Strepitoso il gol che decide la partita nella ripresa: Praest recupera il pallone a metà campo ed in slalom salta 5 giallorossi presentandosi in area di rigore dove con un tocco vellutato sigla il gol vittoria. L’avvocato Agnelli torna allo stadio per la prima volta dopo l’incidente automobilistico che lo aveva coinvolto in quell’estate. tra i suoi libri più conosciuti: 'Storia critica del calcio italiano', 'Il corpo della ragassa' (dal quale fu ricavato anche un film), 'L’arcimatto'. Buona tavola, pipa e sigari le sue passioni. Commentò per anni nel periodo 1950/1970 i successi della Juventus ed anche gli insuccessi…
22 dicembre 2003 Nedved vince il Pallone d’Oro davanti a Henry e Maldini. France Football lo
20 dicembre 1968 La disciplinare conferma le pesanti squalifiche ai giocatori del Napoli e Juventus Panzanato (9 giornate), Sivori (6), Salvadore (4): si erano resi protagonisti di una rissa durante la partita di campionato Napoli-Juventus (2-1) del 1 dicembre. Questa squalifica porterà Omar Sivori al ritiro dal calcio agonistico 18 dicembre 1932 Travolgente Juventus che si sbarazza agevolmente dell’Ambrosiana (3-0) mandando in delirio il pubblico amico di Corso Marsiglia. Si tratta della nona vittoria consecutiva in campionato, goleador di giornata sono la piccola ala brasiliana Sernagiotto, Orsi su rigore e Varglien I. 19 dicembre 1992 Muore in un tragico incidente d’auto Gianni Brera. Giornalista e scrittore, inventò uno stile particolare,
incorona miglior giocatore d`Europa 2003. Il ceco vince il suo 1° Pallone d'Oro dopo aver conquistato lo scudetto 2002/03 e portato la Juve alla finale Champions, nella quale non gioca per squalifica. Nedved si è qualificato con la Repubblica Ceca per l'Europeo 2004 precedendo l'Olanda e diventa il 2° giocatore ceco, dopo Masopust nel 1962, ad essere incoronato miglior calciatore militante in una squadra europea. È il 6° bianconero a ricevere il premio dopo
gala alla squadra una prestazione super siglando tre goal che fissano la partita sul punteggio finale di 3-1. Esordio in Coppa Italia per il terzino Carlo Buscaglia. 26 dicembre 1983 e 1993 Primo dei tre 'Pallone d'Oro' consecutivi per Michel Platini nel 1983; dieci anni dopo tocca a Roberto Baggio aggiudicarsi il premio.
Platini, Sivori, Paolo Rossi, Roberto Baggio e Zidane. 23 dicembre 1934 La Juve del “quinquennio” liquida l’Alessandria a Torino 4-1, doppietta di Cesarini, e gol di Borel II e Serantoni. Esordio nella Juventus per il ventenne mediano Luciano Ramella. 24 dicembre 1972 Per l'ultima volta si gioca in serie A alla vigilia di Natale. Giornata 12: AtalantaPalermo 1-0, FiorentinaRoma 2-1, a Torino la Juve batte la Ternana 2-0 (Causio e Altafini), Lazio-Torino 0-0, Napoli-Milan 0-0, Sampdoria-Bologna 2-1, VeronaCagliari 1-1. Inter-Vicenza non si gioca per nebbia (recuperata il 31 gennaio con i veneti vittoriosi 2-1). Al termine di quella giornata il Milan comandava con 18 punti, Inter, Juve e Lazio 17. Lo scudetto andò alla Juve che chiuse a 45, Milan 44 e Lazio 43. 25 dicembre 1938 La Juve passa il Natale a Padova dove affronta la squadra locale in partita unica per i sedicesimi della Coppa Italia. Il primo tempo termina con i locali in vantaggio 1-0, nella ripresa Gabetto in versione Babbo Natale re-
27 dicembre 1959 L’ultimo turno di campionato dell’anno vede la Juve affrontare in casa la Roma, partita a senso unico con il pubblico infreddolito ma contento di vedere la squadra orchestrata da Boniperti andare in gol quattro volte per un 4-0 che non ammette scusanti per i romanisti privi di trame e marcature in grado di fermare Sivori, in gol due volte, Stacchini e Boniperti. 28 dicembre 1991 Torneo di Capodanno a Palermo, vi partecipano oltre alla Juventus, il Milan ed il Cska di Mosca. Partite di 45 minuti, la Juve s’impone al CSKA (1-0) con goal di Baggio mentre è battuto dal Milan (1-0), goal di Van Basten su rigore. Gli spettatori paganti sono 25.000. 29 dicembre 1972 La nebbia incombe ma è scartata l'ipotesi di anticipare le partite al nord Italia alle 14. Dal 1946 al 1972 le partite di campionato sospese sono state 109 di cui 58 per nebbia, 27 per neve e 24 per pioggia. La stagione 1955/56 ha visto il maggior numero di partite sospese per nebbia: 11. Le partite sospese della Juve sino alla stagione 1971/72: 8/12/1948 Bologna-Juventus (nebbia): 2/1/1949 Novara-Juve (impraticabilità campo); 29/12/1955
Juve-Padova (impraticabilità campo); 29/12/1957 Juve-Sampdoria (nebbia); 18/12/1958 Inter-Juventus (nebbia); 16/4/1961 JuveInter (invasione di campo pacifica) 30 dicembre 1975 Esordio in nazionale per Gaetano Scirea, la partita è l’amichevole Italia-Grecia (3-2) disputata a Firenze, Scirea raccoglierà in nazionale 78 presenze con 2 goal. 31 dicembre 1947 Si conclude la querelle di mercato che vede Juve e Milan lottare per strapparsi il danese Ploeger: quando sembrava fatta per i rossoneri arriva il colpo d’ala dei dirigenti bianconeri che soffiano il danese al Milan del presidente Trabattoni. Per alleggerire lo sgarbo la Juve lascia via libera al Milan per l’acquisto del centravanti svedese Gunnar Nordhal...
(Nella prima colonna la maglia Kappa indossata da Giuseppe Furino; nella seconda colonna Gianni Brera e, in basso, il danese Ploeger conteso tra Juve e Milan; nella terza colonna Nedved solleva il Pallone d'Oro nel 2003; nella quarta Michel Platini; nella sesta Gaetano Scirea con Dino Zoff nella copertina di Hurrà Juventus)
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Sport Vari / Basket
Auxilium, sconfiggere Reggio Emilia per festeggiare bene il Natale Un vero peccato la contemporaneità con la partita di calcio Juve-Roma: i tifosi dovranno scegliere...
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na serata speciale quella di sabato 23 dicembre. Se all'Allianz Stadium la Juventus sarà di scena nel big match contro la Roma, in contemporanea, al PalaRuffini, l'Auxilium Torino si contenderà i due punti del campionato di basket con la Grissin Bon Reggio Emilia. Davvero un'occasione sprecata per la città di Torino i cui tifosi dovranno decidere se recarsi all'impianto della Continassa oppure a quello di Parco Ruffini. Una contemporaneità che di sicuro non fa bene al basket torinese. Si sarebbe potuto immaginare un anticipo o un posticipo per permettere agli appassionati di assistere ad entrambi gli eventi trasformando l'antivigilia di Natale in una ricca giornata di sport. Ha vinto invece la miope cura
del proprio orticello come purtroppo spesso capita sul suolo italico. Passiamo però alle questioni tecniche del match che attende l'Auxilium Torino. A farle visita una Reggio Emilia che l'anno scorso aveva frequentato le parti alte della classifica e che quest'anno era stata protagonista di un avvio shock che l'aveva relegata al fondo della classifica per le prime giornate con addirittura sei sconfitte su sei. Purtroppo per Torino però la Grissin Bon che si presenterà al Palaruffini non è più quella di inizio stagione. Un filotto di 4 vittorie su 5 la fa invece essere una delle squadre più in forma del momento. Pericolo pubblico della squadra Reggiana è una giovane / vecchia conoscenza del basket piemontese: quel Amedeo del-
la Valle, temibile cecchino dalla media e soprattutto lunga distanza. In questa prima vera stagione per lui da giocare protagonista con tanti minuti in campo, Amedeo sta ripagando le attese e completando il suo
In Libreria David Trezeguet, una vita di gol «Quando gioca segna sempre Trezeguet». Quante volte abbiamo sentito questo coro allo stadio? David captava il messaggio e segnava, segnava e segnava. A raffica, 171 volte, tanto da diventare il bomber straniero più prolifico della storia della Juventus. Per i tifosi bianconeri è sempre stato Trezegol. E “Je suis Trezegol” è proprio il titolo della sua autobiografia, scritta in collaborazione con il giornalista Florent Torchut e ora tradotto per il mercato italiano. Edito da Edizioni Effedì e impreziosito dalle foto di Salvatore Giglio. I primi 40 anni di David, raccontati in prima persona con aneddoti, episodi e naturalmente i gol. Dai primi calci in Argentina, all’esplosione in Francia, fino alla consacrazione in Italia, con addosso la maglia bianconera numero 17. Il percorso di un campione che ha lasciato il segno, accompagnato da importanti compagni di viaggio che hanno lasciato la loro testimonianza: da Del Piero a Zidane, da Montero a Camoranesi, da Deschamps al suo grande amico Henry. Trezeguet ha smesso di giocare, ma continua a segnare nella memoria di tutti gli juventini.
Lo Scudetto dei record raccontato da Salvatore Giglio Questione di capolavori: la Gioconda sta a Leonardo come la foto di Platini disteso sul prato di Tokyo sta a Salvatore Giglio. Un’immagine simbolo, scattata nella finale di Intercontinentale del 1985, che ha fatto il giro del mondo. Una delle innumerevoli scattate dal più celebre dei fotografi bianconeri in oltre 40 anni a bordo campo. In ogni parte del mondo, sempre a seguito della Juventus. Salvatore Giglio ne ha immortalati tanti di trionfi bianconeri. Ultimo, in ordine di tempo, lo Scudetto dei record conquistato lo scorso maggio. Il sesto consecutivo, come mai nessuno prima era riuscito nel campionato italiano. E che potrebbe essere irripetibile. Un’intera stagione di emozioni, la 2016/17, percorsa con le spettacolari fotografie, scattate partita dopo partita. Dal ritiro estivo, fino alla sfortunata finale di Champions League, a Cardiff, contro il Real Madrid. Un ko doloroso che non può cancellare la storica impresa di Buffon e compagni. Quasi 350 pagine di emozioni, edito da Edizioni Effedì, un vero pezzo da collezione per chi ama la Juventus.
cammino di crescita cestistica. Sempre dal perimetro Markoishvili dovrà essere un altro osservato speciale. Importanti anche i centimetri ed il peso sotto le plance. Non stiamo parlando dello strapotere fisico di Mila-
no ma di certo la presenza di Julian Wright, abile anch'egli nel tiro da tre, e Jalen Reynolds darà del filo da torcere ai centrali torinesi. Un piacevole ritorno sul parquet del PalaRuffini è quello del neoacquisto reggiano Chris Wright. Di lui, oltre alle buone prestazioni in maglia gialloblu, si ricorda la forza e la dignità con cui affronta la terribile malattia da cui è affetto, la sclerosi multipla. Se quindi Reggio Emilia ha tutto per continuare nel cammino di risalita verso le parti alti della classifica, altrettanto vero è che il risultato del 23 dicembre dipenderà in gran parte dal roster di Torino. Con una prestazione di squadra come le ultime in cui è stata vista all'opera, anche la fatal Bologna dove il risultato finale è stato
purtroppo una sconfitta, e con una ritrovata vena realizzativa da parte di Vujacic che difficilmente ripeterà lo 0 su 10 dell'ultimo match, l'Auxilium ha a disposizione tutto quanto le serve per poter uscire vincitrice e festeggiare il Natale con 2 punti in più in classifica. Da Bologna si torna poi con un ritrovato minutaggio da parte di Mazzola che si spera possa confermare quanto di buono fatto vedere. Un buon Natale quindi a tutti: a quelli che dallo Juventus Stadium tenderanno un orecchio per essere aggiornati sul risultato dell'Auxilium Torino e a quanti dal PalaRuffini butteranno un occhio per vedere cosa succede nel big match tra Juventus e Roma. Dan Morino
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Oroscopo Speciale 2018
Spettacoli e cultura
Al grattacielo Intesa la 'Madonna col bambino' Fino al 7 gennaio è possibile ammirare il dipinto di ispirazione biblica del pittore fiorentino
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odernità ed arte religiosa al 36esimo piano del grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino. Dal 21 dicembre al 7 gennaio sarà esposta la "Madonna col bambino, santa Elisabetta e san Giovannino di Agnolo" di Cosimo di Mariano, detto il Bronzino, opera proveniente dal Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, che ne ha appena completato il restauro. Il dipinto sarà visibile nella sala Spazio Trentacinque, dove il capolavoro cinquecentesco potrà essere ammirato in un ambiente di modernità, cir-
condato dalla natura della serra bioclimatica. Un regalo, quello di Intesa Sanpaolo, a quanti vivono, lavorano o si trovano in visita in città in occasione delle festività natalizie. Il dipinto raffigura la Vergine con il Bambino sulle ginocchia nell'atto di giocare con il piccolo San Giovanni, alle spalle del quale si staglia la figura della madre Santa Elisabetta. L'opera, di ispirazione biblica, pone a confronto due diverse maternità, quella della Vergine Maria e quella dell'anziana Elisabetta e simboleggia il passaggio
di consegne dal profeta san Giovanni al Messia, il Bambin Gesù. Un tema sacro reinterpretato dal Bronzino in chiave manierista, con accenti, colori e pose plastiche, che nei tratti ricordano Michelangelo. Agnolo di Cosimo (Monticelli di Firenze 1503 - Firenze 1572), detto il Bronzino - Forse per il colore dei suoi capelli, fu allievo di Pontormo, da cui presto si differenziò con uno stile personale, frutto della sintesi fra naturalismo ed astrazione. Lasciò Firenze solo per brevissimi periodi e svolse gran parte della sua attività al servizio dei Medici. Celebri i suoi ritratti dei membri della famiglia ducale e la decorazione della cappella della duchessa Eleonora de Toledo a Palazzo Vecchio. Nelle migliori opere sacre - ed è il caso del dipinto di Capodimonte - egli riesce ad aggiungere note di tenera umanità alla consueta preziosità delle forme e dei colori. Bronzino fu anche poeta versatile e membro dell'Accademia della Crusca. Solo
pochi decenni fa studi più approfonditi hanno permesso di individuarne la sicura paternità, collocando l'opera nel periodo della produzione tarda del Bronzino, a cavallo del 1560. Giunto a Napoli assieme ad altri quadri in seguito al sequestro effettuato dal commissario borbonico Venuti presso il deposito rivoluzionario di San Luigi dei Francesi a Roma (prima del 1799), dal 1929 al 1994 il quadro è stato esposto a Roma presso Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica. L'ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria sul sito www.grattacielointesasanpaolo.com/ news. Oltre a questa esposizione, nell'ambito dell'iniziativa Luci d'Artista sostenuta dalla Banca, all'imbrunire sarà possibile ammirare "acromactive", l'installazione realizzata appositamente per il grattacielo e composta da due elementi, uno sospeso nella serra bioclimatica e uno collocato nella terrazza al 35esimo piano. Paolo Rachetto
(Foto Luciano Basagni - Napoli)
A cura di Elis
ARIETE (21/03-20/4) L'Ariete dovrà vedersela con Saturno e Plutone contrari. Un passaggio impegnativo, ma superabile se si mostrerà riflessivo, cauto, prudente. I due pianeti chiederanno di crescere, di sviluppare consapevolezza, di evitare conflitti inutili che andranno evitati il più possibile, pena il ritrovarsi spesso nei guai. Ad aiutarvi, Urano in Ariete e da novembre il generoso Giove: un sostegno fondamentale per mettere a punto i vostri progetti e chiudere bene il 2018. TORO (21/04-20/05)
Il Toro sarà decisamente sotto i riflettori. Saturno, Plutone e Nettuno favorevoli e Giove teso vi spingeranno verso una trasformazione continua, a volte lenta e a volte più veloce. Urano in Toro da maggio a novembre coagulerà una prima volta questi cambiamenti, che renderà visibili. Ma nel corso dei prossimi anni aspettatevi continui rivolgimenti: questa sarà solo una prima fase, e quanto più sfrutterete gli ottimi passaggi planetari, tanto più questa fase sarà vantaggiosa per l'intera vostra vita.
GEMELLI (21/05-21/06)
I Gemelli aprono l'anno sospirando di sollievo: finalmente Saturno si è tolto dalle orbite! In più, fino a maggio, sarete coccolati da Urano, che si prenderà cura delle novità e v'aiuterà a svoltare, se lo desiderate. Dei fastidi precedenti, vi porterete dietro solo Nettuno ostile, che a tratti vi renderà confusi e incerti. Occhio ai passi falsi in ambito economico da novembre in poi: sarà il consiglio di Giove in Sagittario.
CANCRO (22/06-22/07) Il Cancro con tutta probabilità avrà un anno tra complicazioni e successi. Come da anni accade, le contraddizioni saranno pane quotidiano, ma con una differenza: che nel 2018 imparerete a credere in voi stessi e avrete meno timori di affrontare i cambiamenti. Saturno in opposizione vi chiederà responsabilità e impegno, ma con Giove e Nettuno a favore saprete reagire sempre nel modo giusto. Inoltre, tra maggio e novembre avrete un assaggio della positività di Urano in Toro che nei prossimi anni vi offrirà situazioni favorevoli. LEONE (23/07-23/08)
Giove in Scorpione sarà una minaccia solo se ti lascerai tentare dal desiderio di fare il passo più lungo della gamba! Urano in Ariete sarà lo sponsor di cambiamenti positivi, ti darà energia e tanta voglia di fare. Occhio, però, tra maggio e novembre: Urano in Toro potrebbe renderti impulsivo, con il rischio di cedere a facili entusiasmi e di mandare all'aria i solidi risultati ottenuti negli anni precedenti. Favorevolissimi e fortunati gli ultimi due mesi dell'anno.
VERGINE (24/08-22/09) La Vergine recupererà tono, grinta, fiducia in se stessa, e si sentirà finalmente pronta ad accogliere opportunità in grado di migliorare la sua vita. Un pizzico di fortuna sarà il giusto premio di questo nuovo atteggiamento, maturato da Saturno e Plutone in Capricorno e da Giove in Scorpione e da Urano in Toro tra maggio e novembre. In barba a Nettuno che dai Pesci cercherà, a momenti, di minare le tue certezze. A fine anno, con Giove in Sagittario, occhio ai passi falsi. BILANCIA (23/09-22/10) Bilancia non avrà un anno semplice, tra Plutone e Saturno in Capricorno e Urano in Ariete che la spingeranno a trasformazioni continue, a revisioni fondamentali che potrebbero non essere facili. L'intera struttura della tua vita sarà in discussione: dunque rifletti e lascia andare solo i rami marci, le situazioni che ormai non hanno più senso per te. A novembre, Giove in Sagittario renderà meno difficoltoso il tuo cammino e proseguirai più forte che mai. SCORPIONE (23/10-22/11)
'Si riallestisce la GAM', storia del 1° Museo Civico d'arte moderna L
a Gam di Torino ha inaugurato mercoledì 20 dicembre una nuova esposizione permanente delle sue collezioni con un allestimento innovativo, che abbandona l’ordinamento tematico per offrire al pubblico un percorso che ricompone la storia del primo Museo Civico d'Arte Moderna d'Italia raccontando la storia dell’arte moderna attraverso le proprie raccolte, acquisizioni e politiche culturali. Il riallestimento è guidato da Carolyn Christov-Bakargiev. Tre linee di lettura: la storia dell’arte, del museo, e il contesto storico, sociale ed economico di Torino. Il percorso, suddiviso in 17 sale, segue un ordinamento cronologico con temi quali
"Il rinnovamento del paesaggio", "L’arte alle grandi esposizioni", "La fortuna del ritratto" e "La pittura divisionista e simbolista". Al 1° piano le opere dal primo decennio del secolo scorso fino al 1965, con opere del '900 Italiano di Carena, Sironi, Carrà, Savinio, De Chirico; i Futurismi di Balla, Severini, Boccioni e Prampolini; le Avanguar-
die storiche di Dix, Picabia, Ernst, Klee. Al 2° piano dipinti e sculture dalla nascita del museo nel 1863 fino ai primi '900. Per i colori delle pareti si è scelta un’alternanza di rosso e verde, colori utilizzati nel 1913 da Enrico Thovez. Il percorso è intervallato dalle stanze monografiche con i capolavori di Casorati, Martini, Morandi e De
Pisis. Un’ampia sala, dedicata all’Arte a Torino tra le due guerre, è introdotta da Amedeo Modigliani. Si prosegue con la sala degli artisti Astratti italiani anni '30 (sculture di Fontana, Melotti e i dipinti di Licini); le opere dei protagonisti anni '40 e '50 (Chagall, Picasso, Hartung, Arp); le ricerche di Fontana e Burri, di Jorn e Gallizio, del gruppo CoBrA e dell’Internazionale Situazionista; gli anni '60 con la storia del Museo Sperimentale, le opere donate da Eugenio Battisti al museo, allargando infine lo sguardo sulla scena Pop italiana con opere di Schifano e Scarpitta e l'arte internazionale con Andy Warhol, Louise Nevelson e Beverly Pepper. (p.r.)
Lo Scorpione si preparerà per un anno di grandi successi e novità! Lo affermeranno Saturno e Plutone in Capricorno, che renderanno solidi i risultati raggiunti, lo confermerà Nettuno in Pesci e soprattutto lo dirà Giove in Scorpione. Tra maggio e novembre con Urano in Toro faranno capolino dei cambiamenti che prenderanno piede negli anni successivi. Osserva con attenzione e fatti trovare pronto!
SAGITTARIO (23/11-21/12) Il Sagittario esce da anni di Saturno nel Segno. Ma ne esce bene, grazie ai favori di Urano che quando sarà in Ariete continuerà ad incoraggiare novità e consapevolezza. Solo Nettuno in Pesci minerà le tue certezze, specie affettive, lasciando un vuoto nel tuo cuore che dovrai riconoscere e imparare a colmare. E a novembre Giove sarà in Sagittario: chiusura da top ten! CAPRICORNO (22/12-20/01) Avrà finalmente la rivincita che aspetta da anni. Sì, cara e caro amico, il 2018 vedrà la tua ascesa professionale o sociale, o personale: dipende dai tuoi obiettivi, da quello che hai lungamente sognato. Certo, come sempre, nulla ti verrà regalato: ma con Saturno e Plutone in Capricorno sarai una roccia e con Giove in Scorpione avrai le occasioni che desideri. E che meraviglia Urano in Toro tra maggio e novembre: un primo assaggio delle ricche novità che ti aspettano anche negli anni successivi! ACQUARIO (21/01-19/02) A voi, care amiche e cari amici dell'Acquario, negli anni precedenti le stelle hanno riservato soddisfazioni lavorative e personali destinate a rendere stabile il vostro percorso. Proprio quei risultati che nel 2018 saranno messi alla prova da Giove in Scorpione. Non perdete di vista i risultati raggiunti e siate costanti. Urano in Ariete vi aiuterà, ma tra maggio e novembre sarà in Toro e potreste cercare di cambiare le carte in tavola nel momento meno opportuno. Meno male che a novembre arriverà Giove in Sagittario a difendervi a spada tratta! PESCI (20/02-20/03)
I Pesci non vedranno l'ora di lasciarsi alle spalle in un pacchetto all inclusive i pesantissimi anni precedenti! Bene, il 2018 sarà tutto vostro! Saturno, Plutone, Nettuno, Giove, Urano tra maggio e novembre indicano che sarete i protagonisti di vicende finalmente positive. Forse voi vi accontentereste della serenità, ma avrete molto, molto di più! La fortuna vi amerà e voi dovrete solo cercare di corrisponderle facendo le azioni e le scelte giuste. Occhio a Giove tra novembre e dicembre quando sarà in Sagittario e indicherà piccole, passeggere, tensioni.
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'Charlot' siamo tutti noi, anche dopo 40 anni! Il ricordo di Charlie Chaplin a 4 decadi dalla sua scomparsa. Uomo geniale, i temi dei suoi film erano orientati ad una riflessione sulla condizione umana
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0 anni fa, esattamente il 25 dicembre del 1977, in Svizzera, moriva Charlie Chaplin. Sir Charles Spencer “Charlie” Chaplin è stato tante cose nella sua vita artistica: attore, comico, regista, sceneggiatore, compositore, produttore cinematografico, e chissà quanto altro. Era anche una sorta di atleta dilettante, aveva un fisico elastico, e un talento per la mimica inarrivabile. Cosa dire su di lui oggi, nel 2017, per celebrare degnamente questa ricorrenza? E’ un personaggio che tutti conoscono, ma questo solo in teoria, perché probabilmente le nuove generazioni, perse tra playstation, smartphone, grandi fratelli, reality sciocchi e osceni, talent show con tanto talent di plastica, ecc, non sanno chi è. Ricordano solo di aver visto qua e là, forse, nella loro breve vita, qualche frame, o la caricatura di uno strano Tizio con bombetta, bastone e baffetti alla Hitler. Magari ad una festa in maschera, a carnevale, o in qualche spot pubblicitario, chissà dove lo hanno visto... E chi era quel Tizio? Se qualcuno ponesse una domanda del genere a chi Chaplin lo conosce, la risposta che bisognerebbe dare è sostanzialmente solo
una: era un genio. Un genio del Cinema (quello con la C maiuscola). E l’adolescente o il ragazzino, giustamente, farebbe notare che lui in tv non ha mai visto i film di questo attore. E avrebbe ragione, perché a parte qualche breve spezzone, capitato forse per caso da qualche parte, o per dare un tono culturale ad un
servizio giornalistico, negli ultimi anni i suoi film ormai vengono dati molto poco in tv. Molti poi sono muti, e con gli occhi scioccamente moderni di oggi, sono molto difficili da vedere e digerire. Tutti noi ormai siamo abituati a suoni esagerati, dialoghi forti e fuori dal mondo e dalla realtà, e ad una qualità dell’im-
magine molto alta; quindi, per vedere un film muto dei primi decenni del secolo 900, bisogna per forza di cose entrare in un’altra dimensione mentale. E poi c’è sempre quella maledetta audience, che è quella che porta i soldi in cassa, quindi se i suoi film passano in tv, passano sempre ad orari improbabili, magari in piena notte, ossia quando la tv non la guarda quasi nessuno. E allora proviamo noi, nel nostro piccolissimo, ad incuriosirle un po’ le nuove generazioni che forse non conoscono questo genio del 900. Charlie, che era in grado di fare moltissime cose (mica per niente è sostanzialmente uno degli inventori del Cinema come lo intendiamo oggi), principalmente però, aveva inventato un personaggio, “il vagabondo”, che in Italia chiamiamo generalmente “Charlot”, che film dopo film, si trovava nelle situazioni comiche più disparate, ove ne combinava di tutti i colori e gliene capitavano di tutti i colori. Ma il bello è che nell’interpretarlo, oltre a delle gag e a delle pantomime geniali da tutti i punti di vista, è riuscito a raccontare le diverse sfaccettature, belle e brutte, della vita e dell’umanità. Con raffinatezza, con intensità e con leggerezza, con gioia e con malinconia, con concretezza e con poesia. Guardando i suoi lavori, soprattutto quelli più “autoriali” e con trame più lunghe delle sue iniziali e brevi “comiche”, si potevano avere lacrime agli occhi sia per le grasse risate e sia per la grande commozione. Non si trattava affatto di un semplice attore comico, perché i
temi dei suoi film erano sempre orientati ad una riflessione sulla condizione umana, soprattutto quella dei più deboli. Mettevano in qualche modo in discussione tutte le fragilissime e posticce cer-
tezze della modernità. Sono ancora oggi, e forse anche più di allora, tremendamente attuali. Ha anticipato molto di tutto quello che poi è avvenuto. In buona sostanza i suoi film ci hanno raccontato chi siamo e dove stiamo andando, quali sono i motivi e gli obbiettivi, giusti e sbagliati, che ci guidano nella nostra piccola e insulsa esistenza.
Non usava molti escamotage narrativi, di quelli un po’ ostici da capire, o che magari portano a riflessioni più “alte” solo post visione, in genere le sue opere sono molto dirette e immediate, e hanno una semplicità di fondo che li rende comprensibili anche ai bambini (che ai suoi tempi lo adoravano quanto gli adulti). E il ragazzino di oggi, quello di cui sopra, potrebbe risponderci o chiederci, forse, se in sostanza questo artista è una specie di Totò. Ecco, quello in effetti è un altro genio del 900 e, nonostante le dovute differenze di contesto, vi è in effetti qualche piccola analogia, ma Totò purtroppo è rimasto sostanzialmente entro i confini italiani. “Italiani” intesi sia come nazione che come precisa identità culturale. Chaplin invece ha respirato l’arte del cinema in un modo molto più ampio, infatti metaforicamente ha “vagabondato” per il mondo ed è arrivato in ogni dove. Lui è morto 40 anni fa, ed era già molto anziano, ma le sue opere lo hanno reso immortale e soprattutto universale. E nel tempo hanno persino messo un po’ in disparte le riflessioni sulla sua vita sentimentale travagliata con ragazze troppo giovani per lui, e le accuse ricevute per una supposta vicinanza ad idee filo comuniste. E’ così strano oggi, pensare che era nato alla fine del secolo 800, quattro giorni prima di Hitler, sul set ne portava gli stessi strani baffetti (in realtà Chaplin li portava già da molto prima dell’ascesa del dittatore tedesco sanguinario), e ha anche realizzato un film, “il grande dittato-
re”, dove con una incredibile eleganza ridicolizzava il dittatore vero. Il secolo 900 ha dato all’umanità tante cose brutte: due guerre mondiali, tante altre guerre in tante parti del mondo, bombe atomiche, incidenti nucleari, dittature, milioni di morti un po’ ovunque, inquinamento, alienazione e mercificazione industriale del genere umano, la diffusione delle droghe su scala mondiale, ecc. Ma tra le poche cose belle che ci ha dato, uno dei doni più belli è sicuramente stato il suo straordinario talento, che attraverso la fisiologica ridicolizzazione del dramma ha toccato, divertito, commosso e accarezzato l’anima di ognuno di noi. Per invitare le nuove generazioni a guarda-
re i suoi film, bisogna raccontargli che Charlie Chaplin, e il suo “Charlot” in particolare, sono il primo motivo per cui bisognerebbe amare il Cinema. Bisogna anche oggi guardare i suoi film, perché Charlot sei tu, Charlot sono io, Charlot siamo tutti noi. Antonio Catapano