JuveToro n. 1 - anno XI - Juventus-Napoli

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amc_juvetoro@yahoo.com GIORNALE DEDICATO AI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno xI - N. 1 - 31 AGOSTO 2019 - SETTIMANALE GRATUITO Il Punto

Controcorrente

I bianconeri devono fare i conti con gli esuberi a centro campo e in attacco. L'incognita Sarri e la voglia di Ronaldo

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Il provinciale calcio nostrano, cortiletto in cui ci vuole sempre qualcuno da odiare

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Squadra Ospite

L'Intervista

Dopo l'ultima deludente stagione Ancelotti è chiamato al riscatto. De Laurentiis vuole molto di più

Una targa ricordo per Gipo Farassino, grande artista e tifosissimo bianconero. La figlia Valentina: “Papà scavalcava i muri per vedere la Juve'

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ESORDIO COL BOTTO JUVENTUS-NAPOLI | SABATO 31 AGOSTO ORE 20.45

NELLA PRIMA PARTITA Allo Stadium si affrontano le due squadre più quotate del campionato. UN Big-match anomalo, tra spiaggie, sorteggi e mercato

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Il Punto

Big-match anomalo, tra spiaggie, sorteggi e mercato I bianconeri devono fare i conti con gli esuberi a centro campo e in attacco. E poi c'è l'incognita Sarri...

C

'era una volta il calendario del campionato di calcio, non ancora computerizzato e gravato di mille paletti, impedimenti, nulla osta; libero di oscillare tra un numero inferiore di partecipanti, nonché fondato su esperienze pluriennali, a cui ci si ancorava con serenità. Allora, nemmeno tanti anni fa, neanche di notte si sognava di collocare lo scontro dell'anno, la “madre di tutte le partite”, al 31 agosto (e il ritorno al 25/26 gennaio), in un periodo della stagione legato a mille variabili dettate dalla ripresa agonistica. Quest'anno poi, si aggiunga il mercato non ancora chiuso, a scombinare le carte. Juve–Napoli, la chiave della cassaforte che custodisce lo scudetto, da almeno 3 o 4 anni, apre la stagione della Juventus all'Allianz Stadium. Mai visto prima. Alla faccia della libertà e dell'apertura al nuovo. Sempre ammesso che essere “nuovo” significhi “meglio”, non è detto che i termini siano sinonimi. D'altronde è giocoforza trovare un modo per far giocare i partenopei fuori casa nelle prime 2 giornate, vista la necessità di sistemazione del fatiscente impianto di Fuorigrotta. Il Napoli è società italiana che bazzica le coppe europee, ma non altrettanto si può dire per le strutture sporti-

ve del capoluogo campano. E qui ci fermiamo, ad altri tocca o toccherebbe darsi da fare. La differenza tra il mondo juventino e quello azzurro inizia dallo stadio. Se da una parte si adegua l'impianto della Continassa con ulteriori aggiunte di telecamere a circuito chiuso per rendere vieppiù sicuro e fruibile l'offerta ai propri tifosi, dall'altra si è in pieno dilettantismo. Magari anche questa differenza ha ispirato la società ospitante a pendere per il divieto ai nati e non solo residenti in Campania? Non lo sapremo mai, dopo la perorazione della Questura. Venendo ad argomenti che hanno più a che fare con la presentazione dell'incontro, in sede di vigilia, pare di dover sottolineare notevoli diversità nel momento che le 2 squadre, con riferimento anche alle società intese come dirigenze e staff tecnici, stanno attraversando. Partiamo

dalle fisionomie che derivano dai rispettivi mercati. Da un lato il Napoli si presenta nel solco della continuità, iniziando dalla conferma di Ancelotti, per continuare nella sostanziale conferma in toto del blocco che ha centrato il 2° posto nella passata stagione. Sostanzialmente, fino a ieri è entrato nella rosa “napolista” il solo Manolas. È di questa settimana l'arrivo di Lozano, ovviamente tutto da valutare. In uscita si potrebbe risolvere la lunga trattativa per Verdi al Torino. È pur vero che, ogni giorno che passa, la cosa richiama sempre più da vicino la “signora Meraviglia, che tutti la vogliono, ma nessuno la piglia”. Gli intenditori di faccende pedatorie sono pronti a scommettere che la continuità sia un dato positivo, sotto il Vesuvio gli scongiuri si sprecano. Sotto la Mole, la solfa è di tutt'altro genere. Hanno

salutato la truppa Spinazzola, Kean e Cancelo; sono arrivati De Ligt e Demiral per dare un'alternativa alla spietata anagrafe dei senatori; Ramsey e Rabiot per potenziare il centrocampo (ne siamo convinti?); Danilo per tappare la carenza sulle fasce basse. Si riprende la stagione contando su un Cuadrado ritrovato e dovendo risolvere il problema di troppi giocatori rientrati e con nessuna intenzione di approdare ad altri lidi. È il caso di Higuain, di Matuidi, di Mandzukic, campioni avanti con l'età e gravati da ingaggi onerosi. La novità delle novità sta in panca, con Sarri al posto di Allegri. Dopo 11 trofei e 5 anni, dopo 2 finali di Champions, solo finali, purtroppo, il ciclo targato Massimiliano Allegri da Livorno si è concluso, come era lecito aspettarsi. Ora le sorti di Madama sono nelle mani di un ex Napoli di grande spessore, alla rincorsa di un gioco più convincente, ma non a scapito dei risultati. Certo la polmonite conclamata che ha colpito il tecnico durante la tournèe asiatica, sta rallentando l'inserimento degli schemi nella truppa, anche se qualche pallida sembianza fa capolino. Ci vorranno giorni e giorni di lavoro, per cambiare corso tecnico – tattico ed anche per questo, disputare una gara così fon-

damentale per le sorti del campionato, appare scelta perlomeno discutibile. Sarri l'Aretino sta lottando per sedersi sulla panchina, dopo aver dato forfait a Parma. Attaccamento al proprio lavoro, non c'è dubbio, ma anche messaggio forte e chiaro di presenza ai suoi ed agli avversari di cui è a conoscenza di ogni cosa. Ad ogni buon conto, al fischio d'inizio di sabato sera, tutto le congetture si azzereranno. Conterà solo bissare la vittoria della pri-

se vedono protagonista la Juventus, altrimenti si tendono a smorzare in subordine come se nulla fosse successo. Siamo avvezzi. La posta in palio è enorme, c'è la vittoria finale in gioco, anche se maggio è lontano. La classifica degli scontri diretti vale da subito ed un risultato vittorioso costringerebbe la contendente a dover partire rincorrendo. Non propriamente un atteggiamento psicologico di tutto riposo. Il mini torneo di sole 2 giornate iniziali

ma giornata, ottenuta dalla Juve con un pizzico di sofferenza a Parma e conseguita dagli uomini di Ancelotti a Firenze con spettacolo e tante polemiche. Si sa che queste ultime contano solo

pretende la sua regina: se fosse la Juventus di CR7 e Sarri non ci stracceremmo le vesti in alcun modo. Marco Sanfelici


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Controcorrente

L'italico cortiletto in cui ci vuole sempre qualcuno da odiare I

prodromi c'erano tutti. Sapientemente coltivato con la creazione di tormentoni, la diffusione di false notizie, abominevoli speculazioni, polemiche costruite sul nulla cosmico, ignoranza crassa e malafede, ingredienti base delle polluzioni con le quali il circo mediatico eccita e amplifica la natura già corrotta di suo del cittadino/ cliente/tifoso medio, il clima mefitico che permea il torneuccio di calcio scherzato ancora poppante sta già

go della pratica, l'ordine dei piazzamenti cosiddetti d'onore, la squadra rivelazione; in buona sostanza, le minutaglie. L'italico cortiletto, in cui "Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria" (U. Eco), ove la norma è essere contro anziché a favore, ove chiunque dimostri d'esser più bravo degli altri è considerato un baro o il nemico da eliminare con qualsiasi fantasioso, illecito mezzo, ove i sospiri abilmente ma-

perché, duole ammetterlo, il contradaiolo zebrato non è migliore di quello degli altri piccoli feudi; solo più numeroso e, per conseguenza, proporzionalmente più ridondante di quel retrivo provincialismo che l'Europa del Football boccia con regolarità disarmante. Un campanile, ovunque sia, non è l'ombelico del mondo, la SerJe A-ventus non è la terra promessa, mentre le piccole beghe condominiali sono la mela avvelenata di un giardino in condizioni di pietoso degrado. Meno dedizione morbosa a questo calcio figlio di un Dio minore, più attenzione a quello che conta davvero, la pretesa di meritare di più e di meglio, potrebbero aiutare il recupero di un equilibrio all'oggi totalmente sacrificato sull'altare della mediocrità. Si salvi chi può. Augh! Ezio Maletto

assolvendo a pieno ritmo la sua "naturale" funzione di ideale collettore nel quale far confluire ogni tipo di deiezione sociale, con tutti gli "ismi" annessi e connessi utilizzati, come direbbe il grande Camilleri, alla sanfasò, e alle cui inesorabili tracimazioni mai seguiranno soluzioni diverse dalla consueta settimana "una tantum" dedicata allo spargimento di ipocrite doglianze da ammontichiare in tutta fretta sotto il tappeto al primo VARo sgradito. Il tutto, anche con l'intento, affatto criptico, di stravolgere un copione che non prevede, ad esclusione di qualche dettaglio, un finale diverso dal solito: il numero di punti bastevoli al disbri-

nipolati in un attimo diventano prima scoregge e poi tuoni, riapre i suoi feculenti battenti sui quali campeggia a chiare lettere il divieto d'accesso a ogni pericolosa forma di civiltà, oggettività e sportività, ospiti particolarmente sgradite sopratutto a coloro che hanno eletto spregio e lamento a stile di vita. Auspicare un'inversione di tendenza è purtroppo la follia alla quale, pur nella consapevolezza che "Nel paese della bugia, la verità è una malattia" (G. Rodari), qualunque persona di buon senso non dovrebbe sottrarsi e, ahimè, la speranza che l'incipit possa essere scandito dalla clientela juventina un esercizio maledettamente acrobatico

Ancelotti chiamato al riscatto La Juve dista ancora una decina di punti, l'Inter ha accorcuato il gap e può contendere ai partenopei il secondo posto. Ancelotti, per evitate che l'ambiente partenopeo si deprima, nonostante la posizione di vertice, quest'anno dovrà dare ai tifosi maggiori soddisfazioni anche in Europa. D'altronde è per questo che De Laurentiis ha scelto il tecnico di Reggiolo per il dopo-Sarri, ossia per avere anche una vetrina internazionale di altissimo livello. La scorsa stagione il sorteggio fu beffardo per il Napoli, avendo inserito i partenopei nel girone di ferro con Paris Saint Germain e Liverpool. Ma nessun alibi può essere concesso alla disastrosa Europa League che seguì alla retrocessione

dalla coppa più nobile: un fiasco totale per Insigne e soci. Senza parlare della fallimentare coppa Italia. A Napoli vo-

gliono sollevare qualche trofeo, anche minore, e in attesa della Champions Ancelotti deve porsi un obiettivo concreto anche in campionato. Le bellicose parole pronunciate ad inizio stagione dal tecnico hanno lo scopo di infondere coraggio ad un gruppo troppo spesso mancante di continuità. Il pirotecnico debutto di Firenze ha detto che in fase offensiva le opzioni per fare gol non mancano, mentre la difesa barcolla nonostante i nomi di livello. Siamo ad inizio stagione e i meccanismi vanno oliati, certo, ma fare risultato in casa della Juventus servirebbe come il pane per il morale e l'ambiente.

Alessandro Costa


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Squadra Ospite

Napoletani ovunque ma non al San Paolo... Ai tempi di Maradona 80.000 spettatori riempivano l'impianto partenopeo. Oggi gli abbonati sono un decimo

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iù tifosi in serie C, che in Champions. È questo lo strano destino del Napoli di De Laurentiis. Quando il tycoon cinematografico rilevò il Napoli dopo il fallimento in serie C (dove rimase 2 anni) i tifosi partenopei non smisero mai di palesare affetto ed entusiasmo per la loro squadra. Entusiasmo ripagato dai fatti. Rapida risalita in serie A, tanti secondi posti, molti campioni acquistati. quasi sempre presenti in Europa e molto frequentememte in Champions. Insomma questo è il periodo storico più vincente della storia partenopea, sebbene con Maradona tra il 1987 ed il 1990 arrivarono 2 scudetti, 1 Coppa Uefa e 2 Coppe Italia. Ma nel lungo periodo il

Napoli di De Laurentiis ha ottenuto risultati molto più importanti del Napoli di Ferlaino. Eppure il Napoli con Maradona mattatore vantava un San Paolo sempre pieno: 80 mila spettatori di norma. Mentre oggi gli abbonati sono un decimo, appena 8 mila. Come è

possibile? Oltretutto Napoli e l'unica città metropolitana con una sola squadra da tifare. È come se Milan e Inter avessero 4 mila abbonati a testa. Davvero paradossale. Anche perché in trasferta i tifosi napoletani non mancano mai. Il San Paolo invece è spesso desolatamente vuoto. Qualche tenue alibi ci sarebbe: la sfiducia per la vittoria in campionato, soprattutto dopo la beffa del 2018. Troppo forte la Juve per sperare di vincere il terzo scudetto, pensano molti napoletani. Che magari la partita preferiscono guardarsela a casa in TV magari insieme a decine di amici e parenti. Oppure semplicemente i tifosi partenopei non si abbonano per tenersi gli euro per acquista-

re i biglietti per i singoli big-match di campionato o Champions. Oppure, come sostengono alcuni maligni, al San Paolo a vedere la partita ci vanno molti portoghesi. Non connazionali di Cristiano Ronaldo, ovviamente. Bensì spettatori che il biglietto non lo pagano, complici controlli distratti o compiacenti. Un altro tema, secondo i malpensanti, che spiega lo scarsissimo afflusso al San Paolo è purtroppo legato alla Camorra con cui De Laurentiis non fa accordi o di cui non accetta né pressioni né ricatti. Questo nonostante il centro sportivo del Napoli sorga a Castel Volturno, che, purtroppo per i residenti, sta alla Camorra come Parigi sta a Macron. E la camor-

ra punisce De Laurentiis, prima mandando la manovalanza a derubare a mano armata i giocatori (accadde ad Hamsik e Cavani) per spaventare loro e le proprie mogli, così da indurli a lasciare il Napoli. E poi 'consigliando' a molti tifosi di disertare lo stadio.

Purtroppo anche questo accade in Italia nell'anno di (dis)grazia 2019. Alessandro Costa In alto a sinistra il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis


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Numeri e Statistiche

di Massimo Fiandrino

Da Cesarini a Sarri, in 7 hanno vissuto entrambe le panchine GRANDE RIVALITÀ DAGLI ANNI '70 IN POI Il principio di questa grande rivalità inizia dalla stagione 1974/75 dopo il Mondiale Tedesco e l'ammirazione per il Calcio Totale dell'Olanda di Cruyff. La Juventus del Presidente Boniperti si affida a Carlo Parola (da giocatore arcigno difensore reso immortale da un intervento acrobatico la cui foto ha avuto oltre 200 milioni di ristampe in tutto il Mondo: la rovesciata che si può ammirare sulla copertina degli album Panini '80 di un incontro con la Fiorentina). Boniperti gli mette a disposizione una squadra di Campioni (Bettega, Scirea, Causio, Anastasi….) ai quali si aggiungono Dino Zoff e Jose' Altafini

➌ prelevati nel 1972 dal Napoli. Invece il Napoli del Presidente Ferlaino lascia che Vinicio costruisca una squadra camaleontica e “moderna” dove militano Burgnich (mito dell'Inter del Mago Herrera) che deve giocare in linea con Vavassori, Bruscolotti, La Palma (e Pogliana) per accorciare le distanze con i centrocampisti Juliano, Esposito, Orlandini e Rampanti,

come nello stile Olanda anni'70. Quella stagione vede protagoniste Juventus e Napoli ma nello scontro diretto al San Paolo la linea difensiva dei Partenopei è troppo alta: batosta record 2-6 !! Segue un affannoso inseguimento del Napoli di ridurre le distanze ma ancora lo scontro diretto è fatale al Napoli.di Vinicio. Al Comunale di Torino Dino Zoff compie prodezze in serie e Altafini entrato con il numero 13, realizza la rete del 2-1 a pochi minuti dal termine. Da allora a Napoli Jose' è “Core Ingrato” e simbolo di irriconoscenza. GLI ANNI '80 Negli anni '80 il Top di questa rivalità e gli anni con il massiccio arrivo in serie A delle migliori stelle straniere. La Juve nel 1980/81 guidata dal Trap a cinque giornate dal terrmine è in testa alla classifica insieme con la Roma di Liedholm e il Napoli di Rino Marchesi. Ma in un turno sulla carta favorevole, gli Azzurri perdono incredibilmente (0-1) contro un Perugia già retrocesso. Inoltre il 17 maggio, nello scontro diretto, Vinicio Verza segna la rete del successo Bianconero: Juventus 42 punti, Roma 41 e Napoli 38, i Bianconeri di mister Trap alla fine vincono il 19° Scudetto a quota 44. DIEGO E MICHEL La situazione si ripeterà nel 1985/86. Il 9 novembre 1985, al San Paolo, Maradona ferma il tentativo di fuga Bianconero con una magia su punizione del fuoriclasse argentino approdato in Italia un anno

pa Italia nella stessa stagione con entrambe le casacche, è Ciro Ferrara che ha collezionato la doppietta con i partenopei nel 1986/87 e con la Juventus nel 1994/95, alla sua prima stagione con i bianconeri. 1 i l giocatore in gol con entrambe le maglie, è Altafini che ha realizzato 2 reti con la casacca del Napoli e una con quella bianconera. 3 le triplette nelle 73 sfide a Torino, la prima segnata da Barbieri (Napoli) il 21/4/1948 in JuveNapoli 1-3; la 2^ di Sivori il 17/4/1960 in Juve-Napoli 4-2; infine il “Tris” di Careca

➊ prima. Invece Michel Platini, altro straordinario fuoriclasse, specialista come Diego nelle punizioni , riesce ad aver la meglio sul filo di lana per la vittoria dello Scudetto sulla Roma di Eriksson, che perde 3-2 in casa con il retrocesso Lecce. Ma il Napoli riesce a riprendersi la rivincita sulla Juventus l'anno dopo, nel 1987, con Ottavio Bianchi in panchina. Lo scontro diretto è ancora a Novembre e stavolta si gioca a Torino, dove gli Azzurri si impongono per 3-1. Maradona non segna pero' a fine Campionato per la prima volta precede fra i Cannonieri Platini ormai all'epilogo (si ritirerà causa acciacchi fisici) che nelle due stagioni precedenti lo aveva tenuto dietro: 18 gol a 14 nel '85 e 12 gol a 11 nel '86. Inoltre per tre stagioni di fila il francese aveva vinto la classifica marcatori. Ma Diego non era in Italia. Il Napoli vince nel 1987 il suo primo Scudetto e fa finire l'egemonia decennaria della Juventus. DA CESARINI A SARRI SU ENTRAMBE LE PANCHINE 1 i l giocatore che ha vinto Scudetto e Cop-

cede Boniperti con 5, Sivori, Careca e Jeppson a 4. 7 c on Sarri gli allenatori che hanno allenato entrambi i clubs, i 6 precedenti sono: Cesarini, Monzeglio, Marchesi, Lippi, Ancelotti e Ranieri. 1188 i minuti di imbattibilità interna, record di Castellini, in quelle stagioni estremo difensore del Napoli, il record fu realizzato a cavallo di 2 Campionati, 440 minuti nel 1982/83 e 748 minuti nel 1983/84, fu Platini a interrompere la performance il 29/1/84 con una rete al 28', la gara finì 1-1. 330 le gare giocate da Zoff con la maglia della Juve in Campionato e 143 con la casacca del Napoli, in tutto con le due squadre 473 presenze sulle 570 totali in serie A. HIGUAIN VS. NAPOLI: 5 GOL IN 6 SFIDE E 4 NELLE ULTIME 4

➍ (Napoli) il 20/11/1988 in Juve-Napoli 3-5. 11 le doppiette (Juventus 9, Napoli 2), 2 di Borel II. 3 le autoreti delle sfide, tutte a favore della Juve. La prima è storica di Zoccola Biagio, l'autore del primo autogol nei tornei a girone unico. Il fatto risale al 6/10/1929, Zoccola deviò al 10' un tiro di Cevenini in Juve-Napoli 3-2. 6 le reti di Borel II (bomber delle sfide), pre-

29/10/2016 JUVE-Napoli (rete al 70' del 2-1)

2-1

02/04/2017 Napoli-JUVE 1-1 C. Italia (Sem. Andata) 28/02/2017 JUVE-Napoli 3-1 (64') C. Italia (Sem. Ritorno)

➋ MADAMA: ULTIME 8 STAGIONI OK TRANNE KOULIBALY 01/04/2012 Juve-Napoli Vucinic 53’, Vidal 75’, Quagliarella 83’

20/10/2012 Juve-Napoli 2-0 Caceres 80’, Pogba 82’ 10/11/2013 Juve-Napoli 3-0 Llorente 2’, Pirlo 74’, Pogba 80’ 23/05/2015 Juve-Napoli 3-1 Pereyra 13’, Lopez 50’, Sturaro 77’, Pepe 93’ (r.) 13/02/2016 Juve-Napoli Zaza 88’

1-0

29/10/2016 Juve-Napoli 2-1 Bonucci 50’, Callejon 54’, Higuain 70’ 28/02/2017 Juve-Napoli 3-1 Callejon 36’, Dybala 47’ (r.) e 69’ (r.), Higuain 64’ 22/04/2018 Juve-Napoli Koulibaly 90’

0-1

05/04/2017 Napoli-JUVE (32' e 59')

3-2

01/12/2017 Napoli-JUVE (12')

0-1

29/09/2018 Juve-Napoli 3-1 Mertens 10’, Mandzukic 26’ e 49’, Bonucci 76’

0-1

1. Maurizio Sarri; 2. Gonzalo Higuaín; 3. Michel Platini 4. Armando Maradona

22/04/2018 JUVE-Napoli

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Storia / Settembre Juve

di Ermanno Vittorio

L'addio all'immenso Scirea e l'esordio di Alex Del Piero 1 settembre 1968 Amichevole spettacolare a San Siro tra Milan e Juve, alla notturna assistono più di 70.000 spettatori che si esaltano per il gioco della Juve che impone il suo ritmo e le sue trame e vince 3-1 con gol di Benetti, Pasetti ed Anastasi. 2 settembre 1973 Per la Coppa Italia, la Juve si reca a Ferrara, vittoria netta (5-0 sulla Spal) con gol di Cuccureddu (2, 1 su rigore) e tripletta di Anastasi. Per il giovane Giorgio Mastropasqua si tratta dell’esordio in Coppa Italia con la Juve. 3 settembre 1989 Muore in un tragico incidente d’auto in Polonia Gaetano Scirea: allenatore in seconda alla Juve si era recato in Polonia per visionare il Gornik, prossimo avversario dei bianconeri in Coppa UEFA. Scirea, una vita in bianconero, recordman di presenze, 552 con 32 gol, 7 scudetti, 2 coppe Italia, 1 Coppa campioni, 1 Intercontinentale, 1 Coppa Coppe, 1 Supercoppa Europea, 1 UEFA. In nazionale le presenze sono 78 con 2 gol, campione del Mondo 1982.

➍ 4 settembre 1958 Amichevole della Juventus a Vercelli contro la “Mitica Pro”, stadio colmo di spettatori che applaudono la vittoria bianconera (5-1), gol di Stivanello, Nicolè, Stacchini, due reti sono autoreti del mediano della Pro Vercelli Bolzoni. 5 settembre 1993 Muore a Torino, stroncato da un male incurabile, Vladimiro Caminiti, inviato speciale di Tuttosport e cantore della Juve, aveva scritto molti libri e saggi sui bianconeri come gli indimenticabili 'Juventus settanta' e 'Juventus ottanta'. Il giornalismo sportivo italiano perde una delle firme più prestigiose e competen-

no ancora i bianconeri 2-1 con i gol ancora di Hirzer che questa volta segna solo due volte. La popolarità dell’ungherese, sia a Torino che a Milano, è notevole, in questo periodo lo batte solo Tazio Nuvolari, recente vincitore del gran premio motociclistico delle Nazioni disputato a Monza.

un forte traversone che il doriano Bergamaschi devia nella propria rete sancendo così la vittoria bianconera. Esordio in coppa Italia per Luigi Fuin.

➊ ti che abbia avuto. 5 settembre 1965 Per la prima volta nel campionato italiano viene sostituito un giocatore a partita in corso. Parte la nuova panchina con il 12° giocatore, il portiere di riserva, la

➌ prima partita con il cambio è Juve-Foggia (1-0), prima di campionato. Duro contrasto in area tra il centravanti bianconero Traspedini (autore del gol partita al 29°) ed il portiere del Foggia Moschioni, il portiere non può continuare ed ecco il cambio: minuto 61° esce Moschioni, l’arbitro Marchiori permette l’ingresso del portiere di riserva Gastone Ballarini, classe 1937 all’esordio in A. Esordio ottimo perché terrà la porta inviolata per i restanti 29 minuti di gioco. 6 settembre 1970 Rocambolesco pareggio bianconero a Novara (2-2) nel secondo turno di Coppa Italia a gironi. Primo tempo

Juve con doppio vantaggio, prima Anastasi su rigore poi Bettega alla sua prima rete con la Juve. Ma nel II tempo il carattere degli azzurri esce fuori ed il centravanti Gabetto, figlio di Guglielmo centravanti del Grande Torino e della Juventus, sigla una doppietta da incorniciare. La partita termina in parità sancendo la qualificazione del Novara che terminerà con 5 punti seguita dalla Juve con 4, Arezzo 2 e Verona 1. 7 settembre 1958 La Juve, vincendo 3-2 contro la Sampdoria a Marassi, si qualifica per le semifinali della coppa Italia. Partita emozionante che al 90° termina sul 2-2. Goal bianconeri di Emoli su rigore e Sivori. All’inizio dei supplementari, l’ala Muccinelli, toccato duro, è in campo ma inutilizzabile. Ad un minuto dal termine, Stivanello centra in area

8 settembre 1991 La Juventus si impone sul Foggia 1-0, partita disputata sul campo neutro di Bari, il gol della vittoria è di Schillaci, per l’allenatore Giovanni Trapattoni è una data storica, si tratta della sua personale 500.a panchina in serie A. 9 settembre 1984 Nel Girone della Coppa Italia, la Juve affronta al Comunale la Sambenedettese, goleada (5-0) con Michel Platini protagonista della serata, sigla 3 gol (uno su rigore), festeggia la sua presenza numero 100 con la Juve. In queste prime 100 partite ufficiali con la Juve, Platini ha segnato 56 gol perdendo soltanto 14 partite. Michel non andava in gol dal 27 Giugno, finalissima degli Europei Francia-Spagna 2-0. Le altre marcature del giovane Pioli e Briaschi. 10 settembre 1981 Grande attesa per la presentazione della nuova maglia della Juventus che avrà per la prima volta nella sua storia lo sponsor, si tratta della ditta Ariston di cui è presidente l’onorevole Merloni. La presentazione sarà fatta presso il circolo Sporting, saranno presenti più di sessanta giornalisti. L’indossatore della prima maglia con lo sponsor sarà Giuseppe Furino. 11 settembre 1983 Apertura alla grande per la prima giornata di campionato che vede la Juve ospitare l’Ascoli, finisce 7-0, goleador di giornata sono Rossi (2), Penzo (2), Platini (2 di cui uno su rigore), e Boniek. La Juve non segna-

➋ va 7 gol in campionato dalla 24.a giornata del torneo 1964/65 (Juve-Genoa 7-0). Da ricordare che Tacconi parando un rigore calciato da De Vecchi nega il gol bandiera agli ascolani. 12 settembre 1993 In Foggia–Juventus, valida per la quarta giornata di campionato, subentrando a Fabrizio Ravanelli al 74°, il non ancora diciannovenne Alessandro Del Piero esordisce in serie A e nella Juventus. La partita termina 1-1 goal di Ravanelli. 13 settembre 1925 La Juve dopo aver incontrato in amichevole L’Ambrosiana-Inter, battuta 4-1 con tutti i gol opera dell’ungherese Hirzer, rende la visita giocando a Milano: vinco-

14 settembre 1969 La prima giornata del 68/69 è Juve-Palermo (4-1), esordiscono in campionato con la Juve: Tancredi, Morini, Furino, Vieri Roberto e Leonardi. Per Furino e Leonardi oltre all’esordio la gioia del gol, le altre due marcature sono di Helmut Haller. 15 settembre 1993 Roberto Baggio firma a Bologna (campo neutro) contro il Lokomotiv Mosca, per i trentaduesimi di finale di coppa UEFA, il gol numero 400 della Juventus in Europa. La partita termina 3-0 con doppietta di Baggio e gol di Ravanelli. 1. Vladimiro Caminiti (a dx) e Marco Bernardini 2. Fabrizio Ravanelli e Alessandro del Piero 3. Giuseppe Moschioni e Gastone Ballarini 4. Gaetano Scirea 5. Giovanni Trapattoni 6. Giuseppe Furino con Merlino e Boniperti

➏ Radio Bianconera a fianco della Juve e dei suoi tifosi. È nata ad aprile, in tempo per festeggiare il suo primo Scudetto. Per Radio Bianconera ora è tempo di vivere la prima vera stagione a fianco dei tifosi della Juve, per raccontare tutto sul mondo della Vecchia Signora. In pochi mesi, la squadra diretta da Antonio Paolino si è già fatta conoscere. Per seguire Radio Bianconera ci sono molte opportunità. Intanto scaricando sul proprio smartphone la app ufficiale, dalla quale è possibile ascoltare le trasmissioni in diretta e mandare i propri messaggi. Ma anche in streaming sul sito www.radiobianconera.com con la possibilità di «guardare» i programmi attraverso le webcam dello studio. Inoltre, nella sezione podcast, si possono trovare tutte le trasmissioni già andate in onda. Per i tifosi del Piemonte c’è un’opportunità in più: la TV, attraverso il canale 16 del digitale terrestre. Inoltre, la web-radio è molto attiva su tutti i principali social network: Facebook, Instagram, Twitter e Telegram. Per interagire c’è un numero di telefono al quale mandare messaggi di testo e note vocali attraverso WhatsApp. Sarà un’altra lunga stagione per tutti i tifosi della Juve e Radio Bianconera è pronta a viverla con loro!


Juv en 3 o tus-N tto ap bre oli 198 3-0 2

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L'Intervista

Il ricordo di Gipo Farassino: famiglia, musica e... Juve In autunno la targa per il grande cantautore piemontese. La figlia Valentina: 'Papà scavalcava i muri pur di vedere gli allenamenti'

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hi lo conosceva bene sapeva benissimo che la sua fede calcistica era rivolta a quella sponda di Dora dal colore Bianconero, gli altri lo scoprirono grazie alla sua canzone “Girano” contenuta nell’album “Per La Mia Gente”, canzone che conteneva la frase che titola questo articolo: “FORZA JUVE PRIMO AMORE”. Gipo è stato uno dei più grandi, se non il più grande rappresentante della musica e del teatro in lingua piemontese e raccontare la sua arte è stato il piacere di molti scrittori prima di noi affascinati dalla sua grandezza. Rischieremmo quindi di dire cose che sono state descritte meglio da altri.

Ma grazie all’incontro con Valentina, sua figlia, vogliamo portare i lettori di 'JUVETORO' in un breve viaggio che racconta della sua juventinità. La prima domanda per Valentina è diretta perché vogliamo invece sapere il suo 'grado' di tifosa bianconera'. Valentina sorride e risponde: “Beh io sono una tifosa media, però sono stata trascinata verso la Juventus dal mio babbo quando ero piccola piccola, avrò avuto 4 o 5

Calcio Femminile

Juventus Women all'assalto del Barcellona

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anni, e lui mi portava a vedere le partite della Juve”. Gipo era molto diretto e diceva: “Voi dovete essere della Juve e basta, io non posso avere una serpe in seno...” “Lui era un tifosissimo, e raccontava che fin da ragazzino, non potendo andare a vedere le partite pagando, scavalcavano i muretti per vedere gli allenamenti, e il suo amore scattò grazie all’allora portiere bianconero Sentimenti IV, vedendolo giocare gli fu chiaro che sarebbe stato per sempre della Juve. Con il passare degli anni diventò grande amico di Boniperti, il quale sosteneva che Gipo portasse fortuna seduto alla sua destra tutte le partite come gesto scaramantico…. Papà si divertiva come un matto per questa cosa, e raccontava che il Presidente quando si infervorava durante la partita, gli tirava delle gomitate. Quella era l’epoca di ZOFF, CABRINI, BETTEGA, quelle legate alle Coppe Europee, per le quali soffriva un po’ di più, mentre per il

campionato era un po’ più rilassato, tanto che i derby andavano a vederli insieme lui e il suo carissimo amico del Toro, Angelo Marello, storico carrozziere di Torino”. L’ultima domanda è d’obbligo ed è inerente alla Targa ricordo che verrà dedicata a Gipo in Via Cuneo, a Torino, luogo dove nacque... “Si questa è una bella notizia che mi è stata comunicata dal Presidente della 'Circoscrizione 7' Luca Deri: la delibera ufficiale della Toponomastica sulla affissione della Targa dedicata a papà. Dopo 5 anni, finalmente in autunno ci sarà questo riconoscimento, richiesto già nel 2014 dal gruppo di Facebook 'GIPO FARASSINO E I BUGIA NEN' che vede realizzarsi un bel sogno”. Ringraziamo Valentina che con il sorriso ci ha raccontato uno spaccato di vita privata di un grandissimo artista di Torino, che visse tra Famiglia, Musica e... Juventus: Gipo Farassino.

a Juventus Women di Rita Guarino torna al lavoro con il difficile compito di confermarsi sia in campionato sia in Coppa Italia, ponendosi l'obiettivo di rivincere entrambe le competizioni. La squadra, che si basa sul blocco della passata stagione, ha sostituito il terzo portiere Federica Russo, passato al Napoli Femminile, con Sabrina Tasselli, in arrivo dal Sassuolo. Nel pacchetto arretrato, dopo il saluto con polemica della svedese Petronella Ekroth, tornata in patria al Djurgårdens, per sopperire anche all'assenza momentanea di Cecilia Salvai, il cui recupero dalla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro sembra procedere bene, è stata ingaggiata l'ex Montpellier Linda Sembrant, che vanta quasi cento presenze con la Nazionale maggiore svedese. In attacco sono stati ceduti a titolo temporaneo all'Hellas Verona i due giovani talenti scuola Fiammamonza Sofia Cantore e Benedetta Glionna, che in bianconero sono stati sostituiti da Asia Bragonzi, promossa definitivamente dalla Primavera alla Prima Squadra, e Andrea Stašková, classe 2000 in arrivo dallo Sparta Praga, già nel giro della Nazionale maggiore ceca nonostante la giovane età e che ben ha figurato andando a segno contro lo Zurigo (semifinale del torneo amichevole Women's Cup) e nel test con la Novese realizzando una tripletta per il 6-0 finale. Tra le avversarie chi si è rinforzata maggiormente è la Roma, capace di tenere la maggior parte delle giocatrici chiave e sopperire alle partenze

degli attaccanti Martina Piemonte e Luisa Pugnali con gli arrivi di Lindsey Thomas, Amalie Thestrup e Andressa, quest'ultima tra le prime scelte della Nazionale brasiliana. Le giallorosse si sono rinforzate maggiormente a centrocampo, con gli inserimenti di Andrine Hegerberg, sorella del pallone d'oro Ada, e Manuela Giugliano, in arrivo dal Milan. Le rossonere sembrano in una fase di costruzione e pertanto difficilmente potranno ambire alle prime due posizioni: il nuovo tecnico Maurizio Ganz si è visto venire a mancare il centrocampo titolare della passata stagione: oltre a Giugliano hanno infatti salutato anche la brasiliana Thaisa, passata al Tacon il cui titolo sportivo dovrebbe essere acquisito tra un anno dal Real Madrid, e Lisa Alborghetti, che si è accasata alle cugine dell'Inter. Le nerazzurre hanno confermato la maggior parte del gruppo che ha dominato il campionato di serie B inserendo diversi profili internazionali interessanti come Julie Debever, Anna Auvinen, Eva Bartonová, Ella Van Kerkhoven e Andreia Norton oltre ad alcune tra le migliori calciatrice italiane come il portiere Chiara Marchitelli

e gli attaccanti Eleonora Goldoni e Stefania Tarenzi. Candidata per la vittoria finale anche la Fiorentina, con cui la Juventus si giocherà la Supercoppa Italiana il 26 ottobre, che ha fatto pochi inserimenti ma di livello: in difesa arriva Frederikke Thøgersen dalle danesi del Fortuna Hjørring, da cui proviene anche la centrocampista statunitense Janelle Cordia. Per la mediana il club toscano si assicura anche l'ex Tavagnacco Marta Mascarello mentre nel reparto offensivo il colpo da novanta è l'australiana Lisa De Vanna, giunta a Firenze assieme all'ex Pink Bari Paloma Lázaro. Per il club bianconero sarà subito un impegno difficile in Champions League. L'urna di Nyon non è stata benevola con Sara Gama e compagne, che affronteranno in doppia sfida le vice campionesse di Spagna del Barcellona. Nella passata edizione il club catalano arrivò fino alla finale, dove perse 4-1 contro il Lione. Le torinesi probabilmente dovranno rinunciare, oltre alla lungodegente Cecilia Salvai, anche a Barbara Bonansea che ha rimedito la frattura del metatarso del piede sinistro nella finale di Women's Cup, che ha visto la vittoria del Psg in finale contro le bianconere con il punteggio di 4-0. Il match di andata con le blaugrana si disputerà mercoledì 11 settembre al Moccagatta di Alessandria mentre il ritorno al nuovo stadio Johan Cruyff di Barcellona, costruito per la squadra B maschile, le giovanili e la femminile, sarà mercoledì 25 settembre alle 18.30. Federico Scarso

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Area Continassa

Proseguono i lavori nella cittadella bianconera

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a qualche tempo non si hanno più molte notizie sullo stato dei lavori nell’area della Continassa, principalmente per due ordini di motivi. Il primo è che ormai molte delle attività

di costruzione si stanno svolgendo all’interno dei diversi edifici. Il secondo è che la Juventus, con la consueta poca lungimiranza e il solito atteggiamento un po' snob, non ha mai fatto, da quando è partito il pro-

getto Continassa in generale, nessuna inaugurazione ufficiale (Sede Sociale, Training Center, ecc), e non ha abitudine a diffondere news con cadenza periodica su questo argomento. Tuttavia sul web in varie

sedi vengono diffuse immagini raccolte dall’esterno da tifosi e appassionati. Può essere utile, come del resto abbiamo fatto in tante altre occasioni, dare il nostro contributo. Il progetto vede l’Hotel, sito di

fianco al Training Center, ultimato. La struttura è ultimata e gli arredi anche, così come l’esterno (asfalto, aiuole, cancelli, ecc). Ci vorranno ancora diverse settimane, ma cominciano da qualche tempo a trovarsi sul web anche dei tariffari provvisori sui costi per soggiorni e pernottamenti. Qualche tifoso, sul web e non, ha ironizzato definendo il design degli edifici dell’Hotel “in perfetto stile Ex Unione Sovietica”, e in effetti anche dalle foto è visibile quanto la struttura sia un po’ datata dal punto di vista del “look”. Ricorda gli “edifici moderni” degli anni 70. Va detto però che dal vivo, sotto un cielo azzurro e il sole estivo, il bianco degli edifici stessi sembra molto più rassicurante del grigio dei casermoni sovietici. È evidente che si poteva fare di molto meglio, ma questo è il pasto che passa il convento, e purtroppo bisogna accontentarsi. Il Training Center è ormai operativo totalmente da molto tempo, e i tifosi spesso vi si recano e sostano davanti all’ingresso principale, con la speranza di vedere, anche solo di sfuggita, qualche beniamino, (a tratti calciatore, e a tratti milionario), che entra nella struttura con qualche macchinone esagerato. Ovviamente questo dipende anche dal periodo, e con il calcio vero fermo, si verifica molto meno che ci sia una piccola folla di tifosi; tuttavia qualche troupe

giornalistica di qualche emittente più o meno importante la si trova spessissimo lì davanti quando sui media vi sono notizie importanti riguardanti il mondo Juve. Nulla da dire sulla scuola, in quanto attiva da diverso tempo e di cui in passato abbiamo già pubblicato foto e news. CONCEPT STORE Passiamo ora alla descrizione del lato sud, ossia del Concept Store. La struttura in generale, con le sue strisce colorate sulla pareti esterne, è terminata da tempo, e si lavora ormai all’interno. Per ciò che riguarda l’esterno invece, nella zona antistante e nella zona sud-est è pronto sia l’asfalto che la pavimentazione, con tanto di arredi urbani (lampioni, parcheggi per biciclette, motocicli, automobili, ecc). Il verde verrà curato in seguito. Nella zona sud-ovest invece, di fianco al retro degli edifici scolastici, è tutto fermo da mesi. C’è ancora molto movimento terra da effettuare, molte erbacce da togliere, molto materiale di scarto accumulato da smaltire, ecc, ecc. CONCLUSIONI Nel complesso i lavori proseguono, e sono indirizzati in ordine di urgenza e di importanza, infatti l’Hotel, essendo una priorità, non è distante dal completamento. Rimane purtroppo, per ora se non altro, il vecchio problema della prostitu-

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zione anche in pieno giorno, sul lato opposto di via Traves, proprio sul marciapiede opposto di fronte all’Hotel. Problema che si ripropone in modo identico anche nel grande parcheggio antistante lo stadio,

venga gradualmente a rarefarsi o a scomparire, o a spostarsi su altre aree della città. Rimane anche un piccolo quesito riguardante la zona sud-ovest, di fianco al Concept Store, ove c’è un piccolo rettangolo di

che si trova all’angolo tra Corso Gaetano Scirea e via Druento, sempre nell’area Continassa. La speranza è che con il completamento del progetto, e con tutte le strutture attive quasi 18 ore su 24, questo aspetto

terreno dove non è ancora chiaro se e cosa eventualmente ci verrà realizzato sopra. Poco male, prima o poi lo scopriremo. Antonio Catapano


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JENNIFER, MISS 'JUVETORO' La prima Miss 'JuveToro' di questa nuova stagione è la bella e brava Jennifer. Nata in Albania il 3/12/95, tifosissima bianconera come si evince dalle foto, Jennifer attualmente studia come tecnico di servizi d'impresa presso un corso specializzato a Torino e durante il resto della giornata fa la mamma. Le sue passioni sono il motociclismo e la danza, ama molto la natura e gli animali. Vorrebbe diventare impiegata amministrativa ma il sogno nel cassetto è quello di spiccare nel mondo della moda. In bocca al lupo Jennifer! (Foto Giuse Joseph e Max)

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CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 16 DI GIOVEDÌ 29 AGOSTO 2019


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Spettacoli e Cultura

60 anni fa l'addio a Billie Holiday, leggenda Jazz e Blues Morì a soli 44 anni. Era, simbolicamente parlando, l'incarnazione della storia della musica nera

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i chiamava Eleanora Fagan, o Elinore Harris, ma il nome con cui è passata alla storia è Billie Holiday. Morì il 17 luglio del 1959, ed è una leggenda del Jazz e del Blues. Vista la recente ricorrenza, ci sembrava giusto ricordarla non appena il treno di JUVETORO fosse ripartito con la nuova stagione 2019/20. Ed ora finalmente quel momento è arrivato. La piccola Eleanora ebbe una vita molto tormentata fin dall’inizio, perché i genitori furono praticamente assenti e lei crebbe con parenti vari. Subì uno stupro a 11 anni. Crebbe frequentando bordelli e ascoltando Jazz negli stessi. Divenne per breve tempo una prostituta, insieme a sua madre, nel periodo in cui approdò a

New York per raggiungerla. Lavorava nel bordello più famoso di Harlem, poi finì in un penitenziario dopo una retata. In quella sede fu stuprata nuovamente e messa in isolamento. Fa tremare i polsi il pensiero che tutto questo, descritto solo molto brevemente e a grandi linee, avvenne che era ancora minorenne. Ma, uscita dal penitenziario, dopo essersi proposta come cantante in alcuni locali, cominciò finalmente la carriera che successivamente l’ha incastonata come una gemma nella storia della musica moderna. Appena 18enne era già una piccola star, e considerando il corso della

sua intera carriera, pur con i fisiologici alti e bassi, collaborò con molti giganti del Jazz come Benny Goodman, Lester Young, Duke Ellington, Louis Armstrong, Count Basie, ecc. Lei, va doverosamente ricordato, ebbe anche un’importanza storica di tipo sociale nella controversa storia degli States, perché nel 1939, non senza qualche dubbio iniziale sul progetto, cantò un brano che gli venne proposto, intitolato “Strange Fruit”, che divise fortemente il pubblico. La canzone parlava di uno strano frutto appeso a un albero, che in realtà era un uomo di colore impiccato da un gruppo di uomini bianchi. La sua scelta fu una vera e propria sfida alle leggi razziali dell’epoca, che però nel 1978 fece

entrare il brano stesso nella leggenda vincendo, anche se molto a posteriori ovviamente, un Grammy Hall of Fame Award. Dal punto di vista del resto della sua vita privata, dalla fama in poi dunque, impossibile non accennare ai tre matrimoni falliti e inutili, e all’abuso costante di droghe e di alcool che l’ha lentamente portata nel baratro. Spesso, proprio per via delle droghe, ebbe a che fare con la giustizia, che la braccava volentieri per creargli difficoltà. A questo proposito tocca ringraziare sarcasticamente anche il celebre, quanto terribile e vendicativo, capo dell’FBI dell’epo-

ca J.Edgar Hoover. Eppure, nonostante la sua vita avesse diversi tipi di disordine, e la sua carriera ne risentì, tutto sommato il suo carattere molto forte e combattivo gli ha fatto ugualmente collezionare molti successi. Alcuni di questi ogni tanto fanno capolino tuttora in qualche spot pubblicitario, o nel repertorio dei cantanti del genere Jazz in generale. La Holiday aveva infatti un orecchio musicale molto fine, e un modo di interpretare i brani che ha ispirato intere generazioni di cantanti Jazz nel corso del tempo. Certo, forse con “le orecchie di oggi” il suo canto può sembrare molto fuori moda, quasi un lungo e doloroso lamento, rispetto alle voci e alle interpretazioni a cui siamo abituati accendendo una radio o una tv. Chi è più abituato ad ascoltare il Jazz e il Blues, però, non può che riconoscere la bravura di questa artista un po’ fuori dall’ordinario. Morì a soli 44 anni, per complicazioni di salute dovute alle sue dipendenze, e oltre alla sua musica ci rimane in eredità anche la sua immagine iconica, arrivata in ogni dove, del suo viso e della gardenia bianca tra i capelli. Concludiamo il suo ricordo con un piccolo aneddoto riferito proprio a questa immagine. Dopo uno dei suoi arresti, e una relativa campagna diffamatoria ricevuta dai media, (pubblicità negativa eterodiretta

da piani alti della politica), ritornò al canto con un concerto dal vivo alla Carnegie Hall (una delle più importanti e storiche sale da concerto del mondo che si trova a Manhattan, New York, tuttora in attività). C’era il pienone quella sera. Un’amica gli regalò come buon auspicio delle gardenie. La Holiday, prima di salire sul palco, se le mise sul vestito e fra i capelli fissandole con una spilla. Durante il concerto la spilla la ferì sulla testa e lei cominciò a sanguinare, ma nessuno si accorse di niente. La sua pelle era scura, il vestito che indossava era scuro, e il rivolo di sangue che scendeva dai capelli fino a terra in sostanza non lo notò quasi nessuno. C’è qualcosa di stranamente poetico, drammatico e metaforico in

questo episodio. Se a questo aggiungiamo la sua vita molto difficile, la sua scelta di qualche anno prima di cantare “Strange Fruit” che gli costò pressioni di ogni genere, l’accerchiamento mediatico di cui ad un certo punto fu vittima, il fatto che il suo canto aveva un che di sensibile e dolce lamento, il fatto che questo specifico concerto fu un successone al punto che ancora oggi viene ricordato, e il fatto che proprio questa delle gardenie bianche sulla testa, diventata poi un’abitudine, è l’immagine che più si ricorda di lei e che più è facile trovare in ogni dove (web, dischi, fotografie, monumenti, murales, ecc), si può capire il perché lei forse è rimasta nella storia più di tantissimi altri

artisti nella storia del Jazz e del Blues. Era lei stessa, simbolicamente parlando, l’incarnazione della storia della musica nera; la storia triste e disperata di un popolo che, dopo essere stato letteralmente “rubato” con violenza ad un altro continente, dopo essere stato schiavizzato per secoli, ci ha messo troppo tempo ad

ottenere la propria sacra libertà, ad essere considerato, accettato e integrato al resto del mondo libero. Quel rivolo di sangue che scendeva dai capelli di Billie Holiday, in uno dei suoi momenti di maggior fulgore, era, forse, un modo del destino per ricordare al mondo intero che i tanti applausi ricevuti quella sera erano stati conquistati passando per il dolore. E in fondo, se ci pensiamo bene, questa è esattamente la storia del Blues e di tutti i generi di musica nera in generale che nel corso degli anni ci sono stati tramandati fino ad oggi. Il grande successo della musica nera negli anni è indissolubilmente legato, sia nella forma artistica che nei contenuti, alla cultura, alla triste storia e al dolore di un popolo. Il dolcissimo e talentuoso lamento di Billie Holiday, ancora oggi, meglio forse di ogni altra cosa rappresenta l’idea più pura e fedele di questo triste pezzetto di storia del genere umano. Antonio Catapano


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