amc_juvetoro@yahoo.com GIORNALE DEDICATO AI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - ANNO X - N. 22 - 26 MAGGIO 2019 - SETTIMANALE GRATUITO Il Punto
Numeri e Statistiche
L'Intervista
Il Pagellone
Il saluto dei supporters aspettando l'eventuale ripescaggio-Uefa
Toro, mai così tanti punti dal '94/'95. Belotti, 70 gol come Loik
Beppe Gandolfo: “Milan, il fair-play finanziario va rispettato. Moretti? Un grande”
Sirigu mostruoso. Belotti ok. Male Zaza, Bremer e Meitè
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SOGNANDO (ANCORA) L'EUROPA TORINO-LAZIO | DOMENICA 26 MAGGIO ORE 15
CONTRO LA LAZIO, NELL'ULTIMA GIORNATA DI CAMPIONATO, I MAZZARRI-BOYS SI CONGEDANO DAI TIFOSI GRANATA DOPO UNA STAGIONE POSITIVA. APPUNTAMENTO AL PROSSIMO ANNO PER LA CONQUISTA DI UN POSTO IN EUROPA LEAGUE. O FORSE, VISTI I PROBLEMI FINANZIARI DEL MILAN, ANCHE PRIMA?
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Il Punto
Il saluto dei tifosi aspettando l'eventuale ripescaggio-Uefa IL 7° POSTO (IN TEORIA) NON BASTA Dalla grande esaltazione per la vittoria in rimonta sul Sassuolo alla grande depressione per la disfatta di Empoli. Dove il Toro non ha mai vinto e dove domenica ha detto addio all'Europa. Persa forse già sul divano 10 giorni fa con la conquista della Coppa Italia da parte della Lazio, che ha reso inutile il 7° posto granata. Ad Empoli si è visto infatti un Toro svuotato di energie nervose e di convinzione. Peccato perché il 7° posto bastò al Toro 5 anni fa per andare in Europa (ed i posti utili erano 6, grazie ai guai del Parma privato della licenza Uefa) e non sono bastati quest'an-
no con 7 posti utili, perché la Coppa Italia non l'ha vinta nessuna delle prime 6 in classifica. Anche ora si parla però di un possibile ripescaggio, a scapito del Milan, che di certo negli anni passati non ha vinto lo scudetto del bilancio. I rossoneri se si qualificassero solo per la "povera" Europa League, anziché la ricca Champions, potrebbero patteggiare con l'Uefa (che già escluse i rossoneri un anno fa per aver abbondantemente sforato dal "financial fair play" e
che furono riammessi in Europa solo tramite decisione del Tas, pagamento di una penale da 12 milioni e limitazioni alla composizione della rosa della squadra) una sorta di autoesclusione, in cambio di una "sbiancata" alla fedina penale economica del Milan. In tal caso il Toro sarebbe ripescato anche se arrivasse 8°, perdendo la sfida contro la Lazio, visto che i biancocelesti andranno comunque in Europa da vincitori della Coppa Italia PAREGGI E RIMPIANTI I rimpianti non mancano, soprattutto per quella serie infinita di 15 pareggi, la maggior parte dei quali annoverabili come mancate
vittorie. Specialmente sulla via Emilia. I pareggi di Bologna (all'epoca squadra derelitta) dove il Toro ha sperperato due gol di vantaggio, alla beffa pre-natalizia del “Mapei Stadium” quando i granata furono raggiunto dal Sassuolo al minuto 95. Oppure il recente pareggio al Tardini contro un Parma falcidiato dalle assenze. E ovviamente la mancata vittoria casalinga contro il Cagliari, agevolata dalla improvvida espulsione di Zaza. Senza voler scomo-
non ha prezzo. Ma Belotti, a prescindere dalle offerte dei top team, avrebbe piacere di ricevere la prossima stagione meno botte e più assist. Serve una punta di livello che lo affianchi e condiviva con lui le durezze delle difese arcigne. Servono degli esterni che gli buttino più palle giocabili al centro, servono almeno un centrocampista di qualità che inneschi meglio Belotti con passaggi filtranti e precisi. E serve una panchina più ampia, perché la teoria mazzarriana 'panchina corta per non aver musi lunghi' è troppo rischiosa e spesso controproducente. dare i tanti rimpianti-Var che sicuramente non hanno aiutato i Mazzarri-boys. TENERE I GIOIELLI Cairo lo ha ripetuto spesso nelle ultime settimane. Il “Grande Torino” ha giocato per anni con la stessa formazione, non vendeva i gioielli, ed il Toro attuale dovrebbe fare lo stesso. Il problema è che, a prescindere della volontà di Cairo, alcuni giocatori granata senza l'Europa potrebbero chiedere di andarsene. Sirigu su tutti, reduce da una stagione straordinaria, con tanti top team che lo corteggiano ed un età che potrebbe invogliarlo ad accettare l'ultimo grande contratto. Discorso a parte per Belotti che dovrà compiere 26 anni senza aver mai giocato un solo minuto della sua vita nelle coppe europee. Ma Cairo, che garantisce ad i suoi giocatori il 7° monte ingaggi della serie A a fronte del 10° fatturato, considera il “Gallo” un simbolo anche per i giovani tifosi granata e insomma Belotti teoricamente
TORO-LAZIO, DA SPAREGGIO AD AMICHEVOLE E cosi Toro-Lazio da 'madre di tutte la partite', spareggio europeo e tutti i titoloni previsti in questi casi, diventa inutile come l'amichevole contro la selezione della Valtellina. Lazio che potrebbe anche soffiare al Toro il 7° posto. Ma almeno la soddisfazione di finire davanti ai biancocelesti i granata se la meritano. Per onorare una stagione che
ha visto il Toro protagonista fino al 19 maggio e non nel limbo da gennaio, come accaduto nelle ultime 3 stagioni. E poi qualche giorno per aspettare l'eventuale auto-esclusione del Milan dall'Europa. Essere ripescati non è un disonore, soprattutto dopo aver fatto la migliore media punti degli
ultimi 27 anni, aver subito solo 2 sconfitte in 19 trasferte, aver vinto in casa 8 delle ultime 10 gare, ed aver fatto riempire finalmente e costantemente gli spalti dello stadio 'Olimpico Grande Torino'. Alessandro Costa
Moretti lascia il campo ma non il Toro Toro-Lazio sarà l'ultima partita da giocatore per Emiliano Moretti che l'11 giugno compirà 38 anni, di cui gli ultimi 6 in granata. Dopo un'altra splendida stagione Emiliano preferisce smettere in bellezza. Sia Cairo che Mazzarri hanno tentato di convincerlo a giocare sino al 2020. Resterà come dirigente perché la sua grande compostezza ed umanità saranno ancora molto preziose per il Toro. Moretti ha vinto un Bronzo olimpico e un titolo di Campione d'Europa con l'Under 21 azzurra nel 2014. Nei suoi 5 anni al Valencia ha vinto una Supercoppa Europea e una Coppa di Spagna mentre in Italia ha vinto una Coppa Italia con la Fiorentina nel 2001 e una Supercoppa italiana con la Juventus nel 2002. 600 le gare giocate in serie A. È il giocatore che ha debuttato più tardi con la Nazionale azzurra: all'età di 33 anni in Italia-Albania. (al.co.)
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CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 16 DI GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2019
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Numeri e Statistiche
di Massimo Fiandrino
Toro, mai così tanti punti dal '94/'95 ULTIMA VITTORIA GRANATA NEL 2013 13 le vittorie 'corsare' della Lazio in campionato contro il Toro, l’ultima il 29/4/2018 per 1-0 (Milinkovic-Savic). 23 i pareggi, l'ultimo il 2-2 del 23/10/2016 (Iago Falque, Immobile, Murgia, Ljaijc rig). 27 le vittorie del Toro in casa, le ultime due sempre per 1-0. L’ultima l’08/12/2013 (Glik). La vittoria più vistosa del Toro nel 1946/47 (5-1, tripletta di Mazzola) 165 le reti delle sfide, 95 quelle del Torino, 70 Lazio. 13 i pareggi del Toro in trasferta, record stagionale e 6 “ics” per 0-0. 15 i pareggi complessivi del Toro (come un anno fa). 15 le partite del Toro sen-
primato, dal 1994/95, dei Granata in A (da quando la A premia la vittoria con 3 punti), il precedente erano i 57 punti nel 2013/14 (7° posto e fu Europa). 33 Il Torino ha collezionato 33 punti nel girone di ritorno contro i 27 del girone di andata. BELOTTI 70 GOL COME LOIK za subire gol su 37. Il Toro 1991/92 aveva chiuso il Torneo con 18 gare senza subire reti su un totale di 34 giornate. 9 i punti in più rispetto a un anno fa e questo Toro ha già stabilito il primato in A da quando la vittoria viene premiata con i 3 punti. 60 Sono i punti conquistati dal Toro. Sono già il
70 Sono i gol di Belotti con la maglia del Toro fra Campionati e Coppe, eguaglia Loik. Per il “Gallo” 63 reti con il Toro in serie A (3 triplette e 10 doppiette) e 15 centri in questo Torneo (4 doppiette). SFIDA FRA PRESIDENTI Toro-Lazio è anche la sfida tra Urbano Cairo e Claudio Lotito, stessa classe, il 1957
e 12 giorni di differenza tra i due Presidenti. 14 gli anni di Cairo da Presidente Toro, dal 2/9/2005, miglior risultato il 7° posto nel 2014/15. 15 gli anni della gestione Lazio di Lotito, ha vinto 3 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane. Il miglior piazzamento in Campionato è il 3° posto nel 2014/15. IL TORO NON VINCEVA 11 GARE INTERNE DAL 1985/86 11 le vittorie interne del Torino in questa stagione, non raggiungeva questa quota dal 1985/86 con Radice allenatore, allora 11 vittorie in casa su 15. 35 i punti conquistati in casa, questa squadra ha già eguagliato con una gara di anticipo il
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primato di punti conquistati sotto la Presidenza Cairo: 35 punti interni anche con Mihalovic nel 2016/17 ma a fine Torneo. s ono i giocatori espulsi dal Torino in questo Campionato: Meitè, Nkoulou, Aina e Zaza. Mai una vittoria del Toro con l'uomo in meno, tre pareggi e una sconfitta. s ono le volte in cui Walter Mazzarri è stato espulso in questo Torneo. i punti collezionati dal Torino in rimonta, 3 vittorie contro Genoa, Frosinone e Sassuolo e 4 pareggi (Inter, Udinese e 2 volte Fiorentina). i punti persi dal Torino da una situazione di vantaggio iniziale, di questi 5 con il Bologna
(3 in casa e 2 in trasferta) e 2 contro Sassuolo, Lazio, Cagliari e Juventus. (Nella foto a sinistra Belotti con De Silvestri, a destra Savic)
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Storia / Maggio Toro
Radice vince subito lo scudetto. Cairo compie 62 anni 18 maggio 1969 50 anni fa il Toro chiude il campionato battendo la Roma 2-0; doppietta del 'Facchetti dei poveri', come veniva definito Natalino Fossati. Soprannome che ovviamente non gradiva. La seconda rete siglata con uno scavetto di pregevole fattura tecnica. Il Toro di Rocco chiuderà al 6° posto. 19 maggio 1974 Sempre Fossati gioca l'ultima partita in granata contro il Verona. In estate sarà ceduto a sua insaputa in serie B alla Samp. Fossati, appresa la notizia, per la rabbia devastò la stanza d'albergo dove era in villeggiatura. Ma ancora adesso a distanza di 45 anni, se pensa a quei giorni, si infuria. Perché Natalino meritava di far parte del Toro scudettato. 19 maggio 1963 Ultima partita ufficiale al Filadelfia davanti a 21 mila
Pianelli. A distanza di decenni, il miglior Presidente della storia del Toro, dopo Ferruccio Novo.
spettatori: si gioca ToroNapoli, arbitra Lo Bello, finisce 1-1, per il Toro segna Enzo Bearzot. 3 giorni dopo il Toro perde a Milano la finale di Coppa Italia contro l'Atalanta.
20 maggio 1912 Sempre il 20 maggio ma di 107 anni fa, nasce a Trieste Nereo Rocco allenatore del Toro dal 1963 al 1967, prima di passare al Milan. Col 'Paron' 4 anni di tremendismo granata, con un 3° posto nel 1965, il lancio di tanti giovani (Meroni e Fossati su tutti) e il Filadelfia che divenne all'epoca una seconda casa per i tifosi granata. Rocco fu il 1° allenatore scelto da Pianelli.
20 maggio 1982 Dopo 20 anni di grandi successi Orfeo Pianelli cede il Toro a Sergio Rossi. Uno scudetto, 2 coppe Italia e altri titoli sfiorati. Un Toro protagonista in serie A per 20 anni. Eppure in quel ventennio i tifosi granata contestarono spesso
21 maggio 1957 A Milano nasce Urbano Cairo, che dunque ha festeggiato i 62 anni, e a settembre saranno 14 anni da presidente del Toro. Dopo alcuni mugugni nelle stagioni passate (soprattutto quelle in B) i tifosi granata incominciano a consi-
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derarlo un grande presidente. Che è diventato un tycoon nel campo dell'Editoria e Comunicazione ma dedica ancora gran parte delle sue 100 ore di lavoro settimanali al Toro. Ed ora combatte anche per una più equa ripartizione dei soldi dei diritti tv, e per la difesa dei campionati nazionali contro la Superlega europea. Insomma il Cavaliere sta tornando ad essere Papa Urbano. 23 maggio 1915 Inizia la prima guerra mondiale e finisce il campionato. Si pensa che sia una “guerra-lampo” e dunque la federazione interrompe il torneo col Genoa capolista del girone settentrionale, ma sconfitto per 6-1 dal Toro. I granata se battessero anche al ritorno i rossoblù vincerebbero il girone per poi affrontare la vincente del gruppo meridionale (Lazio favorita). Ma la guerra purtroppo
di fila e rimane imbattuto contro la Juve fino al 1979. Porta il Toro al 2° posto nel 1977 e 1978, e (dopo l'esonero di inzio 1980) ritorna nel 1984 e sarà ancora 2° e poi 4°. Insomma insieme con Mondonico ed Egri, uno dei 3 più grandi allenatori della storia del Toro.
dura anni. La Figc dopo qualche tempo congela il campionato assegnando il titolo al Genoa. Titolo che Lotito spesso rivendica, ma il Toro ne avrebbe più diritto della Lazio. 24 maggio 1975 Il Toro annuncia il nuovo allenatore: si chiama Gigi Radice e vincerà subito lo scudetto. Vince 3 derby
26 maggio 1949 In un Comunale stracolmo e commosso si gioca la partita Torino Simbolo- River Plate. La proposta del presidente Liberti viene accolta da Ferruccio Novo e il Toro schiera una selezione dei migliori calciatori italiani: centravanti 'granata' un certo Giampiero Boniperti, centravanti 'bonaerense' un certo Alfredo Di Stefano. Finisce 2-2, ma inizia la grande amicizia fra Toro e River Plate. Alessandro Costa (Nella foto a sinistra Gigi Radice, a destra Urbano Cairo)
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L'Intervista a... Beppe Gandolfo
“Milan, il fair-play finanziario va rispettato. Moretti? Un grande”
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eppe Gandolfo, scrittore e giornalista Mediaset, è un grande tifoso del Toro. Una passione rafforzata da quella grande storia del Torino che gli ha dato modo di pubblicare diversi libri, testimonianza del suo attaccamento a una squadra che per lui è più che una semplice passione. È anche il giornalista che racconta Torino all’Italia con il suo “Un anno in Piemonte”, quest’anno giunto alla sedicesima edizione. Beppe, come spieghi la debacle del Toro a Empoli? “Premesso che do alla stagione del Torino un bel 7, dico che nel momento in cui la Lazio ha vinto la Coppa Italia c’è stato un calo totale di tensione. Quindi, trovandosi di fronte a una squadra che giocava per la vita o per la morte come l’Empoli, il Toro ha capito che dando anche il massimo per vincere sarebbe stata comunque un’impresa inutile”. Ma c’è ancora una speranza di entrare ugualmente in Europa, visti i problemi legati al fair play finanziario del Milan?
“Sono stato critico nei confronti di Cairo, imputandogli scelte sbagliate, errori e mancanza di passione. Ma bisogna dargli atto di aver messo il bilancio del Torino in regola e se dovesse succedere com’è successo con il Parma, non la ritengo un’entrata dalla porta di servizio ma un’entrata di diritto, perché ci sono regole che vanno rispettate. Dunque, chi non ha rispettato il FPF è giusto che sia penalizzato. Ricordo che abbiamo vissuto fior di presidenti delinquenti che hanno massacrato i bilanci del Toro, ma una volta che abbiamo un presidente che ha fatto della correttezza finanziaria il proprio vanto, ebbene, tutto questo gli va riconosciuto”. Perché quest’anno la squadra di Mazzarri non è riuscita ad avere continuità? Lui è l'allenatore giusto per il Toro? “È un problema di motivazioni: il Toro ha giocato bene le partite con le grandi mentre abbiamo perso punti in casa contro Bologna, Parma, Cagliari. Credo sia mancanza di maturità, concentrazione, non sapere affrontare queste partite con il piglio giusto. Su Mazzarri all’inizio avevo pronosticato che avrebbe pareggiato molto e beccato sonore sconfitte e non avrebbe mai praticato un bel gioco. Abbiamo pareggiato tante partite, non abbiamo mai preso sonore batoste (tranne Empoli) e il
punto di vista del gioco, atteggiamento, nervosismo e incapacità di entrare nei meccanismi. Petrachi ha lavorato bene, curando le plusvalenze e partecipando a mettere in regola i bilanci. Ha scovato calciatori come Meitè e soprattutto
Nkoulou che nessuno conosceva mentre adesso molte squadre europee li vorrebbero. Mi piacerebbe che al suo posto ci fosse Massimo Bava, che conosco e ritengo persona straordinaria, eccezionale, pulita e puntigliosa. Certo, inizialmente
mancherà di esperienza in quel ruolo ma penso sia la persona indicata”. Salvino Cavallaro (Nella foto in prima colonna Beppe Gandolfo giornalista Mediaset; nella terza colonna Emiliano Moretti)
Spazio Tifosi bel gioco lo abbiamo visto a tratti. Lo ritengo però un allenatore solido, sanguigno, preciso nel preparare le partite inibendo il gioco avversario piuttosto che curare l’offensiva. Ma se pensiamo che con Mihajlovic si andava tutti in attacco e poi non si combinava nulla...”. Tra i giocatori, chi ti ha entusiasmato e chi deluso? E chi vedi al posto di Petrachi? “Emiliano Moretti mi ha entusiasmato. Domenica lo stadio deve venire giù, per lui. È il più grande giocatore che ha avuto il Torino negli ultimi anni, come prestazioni effettuate e abnegazione, spirito, serietà, sacrificio, eleganza. Moretti è una ricchezza che il Toro non può perdere, mi auguro che sarà il prossimo dirigente granata: ha incarnato lo spirito Toro, in un mondo del calcio fatto di procuratori ed esorbitanti interessi economici. La delusione è Zaza: è incappato in una stagione storta dal
Anche nel lodigiano batte il cuore granata Anche in Provincia di Lodi ci sono tanti tifosi granata. Abbiamo intervistato Gaetano Pozzi, stimato farmacista di Sant'Angelo Lodigiano, 'cuore Toro' di vecchia data. Gaetano, come mai un Lodigiano tifa Toro? “Ho preso questa “malattia” (in senso buono) da mio padre, che è sempre stato un tifoso di quel Grande Torino amato da tutta Italia, una squadra fantastica che in un'occasione diede 10/11 di giocatori alla Nazionale. L'unico escluso fu Bacigalupo, ma solo per evitare che la formazione fosse solo granata. Mio padre mi narrava (quasi come una filastrocca) la formazione di quella squadra. La prima partita allo stadio? Inter-Toro del 1971-72”. La passione è rimasta tale anche da adulto, favorita dal Torino anni '70, giusto? ”Sì, ho avuto la fortuna di vedere quel Toro scudettato 1975-'76. Infatti il mio calciatore granata preferito è da sempre Paolino Pulici.... Qui la passione granata è forte, seppur in una zona dominata da Milan-Inter-Juve. Siamo una minoranza molto appassionata. Ricordo di essermi recato a Torino per vedere la bellissima avventura UEFA 1991-'92: persi solo la finale, poiché stetti male. Ricordo come fosse ora la semifinale col Real Madrid: non riuscii a vedere il primo goal a causa dei fumogeni! E il Delle Alpi era strapieno. Ma la partita più 'strana' è stato un derby di qualche decennio fa. Perché
Gaetano Pozzi con Giuseppe Vives
trovai i biglietti ma nella curva juventina! Praticamente, vedevo la Maratona, con le bandiere e gli striscioni. Ero come Pippo Franco nel film 'Il tifoso, l'arbitro e il calciatore', dove il romanista è in mezzo ai tifosi laziali...“. Potreste diventare di più se il Toro tornasse quello dei primi anni '90... ”Sì. Però, dopo aver vissuto la 'lunga estate calda' del 2005, sono felicissimo di vedere il Toro con una società solida, seria. Questa stagione è stata buona, siamo rimasti in corsa per l'Europa fino alla penultima giornata, addirittura sognando la Champions“. Giuseppe Livraghi
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Il Film del Campionato
Una stagione densa di emozioni AGOSTO Dopo un precampionato scandito dalle vittorie su Bormiese, Pro Patria e Renate ed il prestigioso successo il 27 luglio ad Alessandria contro il Nizza di Vieira (gol di Belotti di testa), il Toro il 1° agosto riceve la Chapocoense, unita ai granata dalla tragedia aerea che ha commosso il mondo. Il Toro si impone 2-0 con reti di Meite e De Silvestri. Il 7 agosto invece i granata volano ad Anfield dove nella tana del Liverpool subiscono un pesante 3-1 (gol ancora di Belotti). La prima gara ufficiale il 12 agosto vede il Toro vincere in Coppa Italia sul
Cosenza: 4-0 con doppietta di Belotti e sigilli di Baselli e Rincon. Inizia presto il campionato: il 18 agosto si disputa la prima giornata ed il Toro riceve l'ambiziosa Roma. I granata disputano una partita eccellente e ad inizio ripresa Iago Falque porterebbe in vantaggio i granata. Ma il Var dopo alcuni minuti individua un millimetrico fuorigioco di Aina, autore dell'assist. A 10 dalla fine altro episodio: Iago viene abbattutto a zero metri dalla porta giallorossa mentre sta per infilare il tap-in. Proteste vibranti ma l'arbitro Di Bello ed il Var non concedono il rigore. La beffa si completa al minuto 94, allorquando su una percussione di Klui-
vert, Dzeko colpisce al volo (mal marcato da Aina) e trafigge Sirigu. Toro-Roma 0-1. Agosto prosegue con la sfida di San Siro contro l'Inter. Primo tempo totale appannaggio dei nerazzurri in gol con Perisic e De Vrij. Ma nella ripresa il Toro pareggio con Meitè (di potenza) e Belotti di astuzia (male Handanovic). E nel finale il Toro sbaglia le ripartenze che potrebbero garantire la vittoria: Inter-Toro 2-2. SETTEMBRE Il Toro inizia il mese ricevendo la Spal che nei primi minuti mette in difficoltà i granata. Poi si scatena Giove Pluvio, la partita sembra destinata ad essere rinviata per la fortissima pioggia. Che però si placa improvvisamente e l'eccellente drenaggio dell'Olimpico Grande Torino permette di proseguire. Il Toro si ridesta, ed al 7' della ripresa con un'incornata di Nkoulou porta i casa i 3 punti. Toro-Spal 1-0. La seconda trasferta è ad Udine. Al 10' la prima svolta: la combinazione spagnola Iago-Berenguer porta il Toro in vantaggio, ma Valeri annulla per fuorigioco prima che la palla entri: il Var avrebbe dimostrato che l'off-side non c'era, ma ormai l'arbitro ha fischiato e fermato il gioco. Beffa atroce per il Toro che poco dopo subisce la rete di De Paul. Ad inizio ripresa Meitè pareggia, e i granata si sentono scippati di 2 punti. Udinese-Toro 1-1. Il 23 settembre il Toro riceve il Napoli e gioca una delle peggiori partite della stagione: Insigne al 4' e Verdi al 22' indirizzano la gara. Belotti prova a riaprirla su rigore al 6' della ripresa, ma ancora Insigne chiude i giochi. Sconfitta netta. ToroNapoli 1-3. 3 giorni dopo il Toro è di scena a Bergamo. Belotti vive una notte difficile, isolato nella morsa dei difensori atalantini. Ma Sirigu
non corre grandi pericoli e il Toro coglie il primo 0-0 di una lunga serie. Domenica 30 ottobre il Toro è ancora in trasferta (a Torino non si può giocare causa la concomitanza con i mondiali di volley). Al Bentegodi il Toro soffre un pugnace Chievo. Ma nel finale Mazzarri sdogana Zaza, che ad un minuto dal termine finalizza in scivolata una bella verticalizzazione granata. Primo gol del bomber lucano che vale 3 punti. Chievo-Toro 0-1. OTTOBRE Se col Chievo il Toro ha sofferto, altrettanto accadde col Frosinone il 5 ottobre. Eppure le reti di Rincon e Baselli nei primi 45 minuti sembrano aver chiuso la partita e determinato l'esonero di Longo, mister frusinate. Ma in 6 minuti Goldaniga e Ciano pareggiano l'incontro. Il pubblico granata mugugna, ma al minuto 71 Berenguer segna il bellissimo gol del definitivo 3-2. Longo salva momentaneamente la panchina. Il Toro torna in campo 16 giorni dopo, il 21 ottobre con il derellito Bologna di Pippo Inzaghi. Iago Falque al 13' e Baselli al 54' sembrano firmare una vittoria agevole. E invece il Toro rovina tutto. Santander su calcio d'angolo, ed il difensore Calabresi, su una incerta respinta di Sirigu, suggellano il pareggio felsineo. 2 punti buttati al vento. BolognaToro 2-2. Il mese si chiude il 27 ottobre con il primo dei due pareggi casalinghi stagionali del Toro. Contro la Fiorentina inizia malissimo: l'ex granata Benassi la sblocca al 2° minuto. Rimedia al 13' Ola Aina, con un diagonale che colpisce il palo, la palla rimbalza sulla schiena di Lafont e si incassa: è il definitivo 1-1. NOVEMBRE Il 4 novembre il Toro dispu-
Una canzone per Capitan Valentino Dalle aule dei tribunali al verde prato da gioco attraverso le note musicali. Sono gli elementi che caratterizzano la vita e le passioni di Daniele De Bellis, avvocato 44enne di Savonera, che insieme al mestiere di legale porta avanti da sempre due grandi passioni: la musica e il Toro. E sono proprio queste ultime due che lo hanno spinto a comporre una canzone dedicata a Valentino Mazzola, capitano e simbolo del Grande Torino, che lo scorso 4 maggio è stato commemorato nel 70° anniversario della tragedia di Superga. “Valentino Mazzola” è appunto il titolo del brano che sul CD viene presentato in due versioni, una cantata dall’autore, l’altra strumentale. Testo, musica e voce sono ad opera dello stesso De Bellis, che nella ricorrenza dei 100 anni della nascita di Valentino Mazzola, al quale la città di Torino ha recentemente intitolato i giardini in piazza Galimberti, ha voluto rendere un omaggio in musica al capitano del Grande Torino. I tifosi granata possono ascoltare il brano, già presente su Youtube, in rete, oppure sul CD, che l’autore ha provveduto ad inviare a tutti i club del Toro. (Giovanni Rolle)
ta la miglior partita esterna della stagione. Nella Marassi blucerchiata Belotti asfalta i difensori doriani e beffa 2 volte (la seconda su rigore, da lui stesso procurato) Audero. Falque firma il 3° gol mentre Quagliarella dal dischetto cerca di riaprire la sfida. Chiusa però dal sigillo di Izzo. Samp-Toro 1-4 e pioggia di elogi sui granata. Troppi elogi, perchè la settimana dopo il Toro viene asfaltato in casa da Gervinho e Inglese. Le punte del Parma maramaldeggiano tra i difensori granata. Baseli al 37' riapre il match, ma il Toro viene sconfitto malamente. Mazzarri a fine gara ammette che gli elogi post-Samp hanno fatto danni, e Belotti parla di un Toro poco combattivo. Durante la pausa del campionato l'umore dei tifosi granata è basso. Prima della sfida di Cagliari invece Mazzarri è vittima di un malore e deve disertare la trasferta del lunedi. In panchina siede Frustalupi: il Toro ottiene il secondo 0-0 ma sembra ancora una vittoria buttata. DICEMBRE Complice il boxing-day, ben 7 gare in dicembre. Il 2 il Toro riceve il Genoa, che passa in vantaggio con Kouame, dopo che Piatek ha colpito un palo e soprattutto che Romulo si è fatto espellere. Il Toro con l'uomo in più ribalta il punteggio in pochi secondi nel recupero del 1° tempo. Le reti di Ansaldi e Belotti su rigore ai minuti 47 e 49 ricordano la celeberrima rimonta del 2014: sempre sul Genoa, sempre in pochi secondi, sempre sotto la Maratona (all'epoca gol di Immobile e Cerci). Il 6 dicembre il Toro ospita in Coppa Italia, nella ghiacciaia del “Grande Torino”, il Sud Tirol dell'ex Paolo Zanetti. Il Toro si impone 2-0 con reti di Soriano ed Edera, che un mese dopo andranno a Bologna da Mihajlovic. Vittoria però non facile, perché agli altoatesini viene ingiustamente annullato per fuorigioco il gol del pareggio. Il 9 dicembre il Toro torna a San Siro e pareggia 0-0 contro il Milan in una sfida molta combattuta. Cosi come è combattuto il derby del 15 dicembre. Zaza e Belotti lamentano due penalty non concessi dall'arbitro Guida. Che invece punisce col rigore un contatto Ichazo- Mandzukic su stolto passaggio all'indietro di Zaza. Ronaldo va sul dischetto e Ichazo (che aveva sostituito l'infortunato Sirigu) sfiora il pallone calciato dal portoghese. Toro-Juve
0-1. Beffa che il Toro subisce anche dal Sassuolo il 22 dicembre. Al 9' della ripresa Belotti porta in vantaggio, i granata che al minuto 92 subiscono il pareggio di Brignola. Sassuolo-Toro 1-1 e altri 2 punti buttati al vento. Si torna in campo a Santo Stefano: il Toro regola in casa l'Empoli con un netto 3-0 firmato N'Koulou, De Silvestri, Iago. L'anno si chiude in casa della Lazio. Belotti propizia e sigla il gol del vantaggio granata ma Milinkovic-Savic firma il pareggio laziale.
nel 1° tempo, in cui Paganini porta avanti i ciociari. La rimonta è firmata dalla splendida doppietta di Belotti: Frosinone-Toro 1-2. Il 16 marzo è Mihajlovic a fermare la cavalcata granata. Eppure contro il Bologna un autogol di Pulgar su tiro di Ansaldi porta in vantaggio il Toro. Ma Poli, lo stesso Pulgar ed Orsolini firmano la vittoria felsinea: nel finale Izzo firma il 2-3 definitivo. Dopo la pausa il Toro torna in campo a Firenze: finisce 1-1 con reti di Simeone e Baselli.
GENNAIO Lunga pausa dopo il boxingday: il 13 gennaio il Toro riceve in casa la Fiorentina nella gara secca per gli ottavi di Coppa Italia. Occasione ghiotta, che il Toro spreca: sfida equilibrata, ma nel finale Chiesa firma la doppietta della qualificazione viola. Il 19 gennaio il Toro subisce la prima sconfitta esterna (la seconda sarà ad Empoli). Zaniolo e Kolarov (su rigore) nei primi 34 minuti sembrano indirizzare la sfida. Ma il Toro pareggia con le reti di Rincon ed Ansaldi. Ma alla fine la Roma torna in vantaggio con El Sharaawy. Roma-Toro 3-2. Dopo questa gara, inizia lo splendido girone di ritorno del Toro. Il 27 gennaio i granata sconfiggono in casa l'Inter (non accadeva dal 1994): 1-0 gol di Izzo,
APRILE Il 3 aprile ancora Belotti grande protagonista della vittoria sulla Sampdoria con una doppietta nel 1° tempo. Inutile il gol doriano di Gabbiadini nel finale: Toro-Samp 2-1. Il 6 aprile il Toro però butta via altri 2 punti al “Tardini”: il Parma è decimato dagli infortuni, la vittoria granata sembra una formalità ma gli emiliani strappano un prezioso 0-0. Altri 2 punti gettati al vento il 14 aprile. Belotti è squalificato e allora ci pensa Zaza a firma il vantaggio granata al 7' della ripresa. Il bomber lucano però si fa stoltamente espellere nel finale dall'arbitro Irrati per un ”vaffa” assolutamente evitabile. Pavoletti così pareggia ed il Toro si mangia le mani. Il 20 aprile il Toro si riscatta espugnando ancora Marassi: contro il Genoa è decisivo l'ex Ansaldi. Il mese si chiude con un'altra vittoria casalinga di prestigio: stavolta la vittima è il Milan infilzato dai gol di Belotti su rigore e Berenguer.
FEBBRAIO Il mese inizia a Ferrara, dove il Toro colleziona l'ennesimo 0-0 con l'alibi dell'espusione di Nkoulou al minuto 65. Il 10 febbraio a Torino arriva l'Udinese. Il match-winner è Ola Aina al minuto 31, ma il vero protagonista è Sirigu. Che nel finale para il rigore del pareggio di De Paul. I friulani esultano però poco dopo per la rete di Okaka. Che pero', tra le polemiche, viene annullata dal Var. Toro-Udinese 1-0. il 17 febbraio il Toro è di scena a Napoli. Sirigu mantiene ancora la partita inviolata, e i granata ne escono indenni. Napoli-Toro 0-0. 6 giorni dopo per il Toro altra vittoria casalinga di grande rilevanza. Stavolta la vittima è l'Atalanta, trafitta della rete di Izzo e Iago, tra la fine del 1° e l'inizio del 2° tempo. Toro-Atalanta 2-0. MARZO A marzo per il Toro altre 2 vittorie fondamentali, contro ultima e penultima, anche se i 6 punti vengono raggiunti con eccessiva sofferenza. L'8 febbraio in Toro-Chievo, saracinesca-Sorrentino para tutto il parabile per 76 minuti. Poi sblocca Belotti e nel recupero Rincon e Zaza firmano il 3-0 finale. Il 10 marzo a Frosinone il Toro soffre tantissimo
MAGGIO Il 3 maggio, il giorno prima delle celebrazioni per i 70 anni di Superga, il Toro sfiora la vittoria nel derby in casa Juve. Lukic buggera Pjanic e trafigge Szczesny: Toro in vantaggio dal minuto 18 al minuto 84. Allorquando Ronaldo di testa spezza il sogno granata. Succede di tutto il 10 maggio in Toro-Sassuolo. Bourabia segna e si fa espellere al 27'. Belotti pareggi al minuto 56 ma Lirona riporta avanti il Sassuolo. Zaza e Belotti (con una rovesciata spettacolare) in pochi secondi, intorno al minuto 82, firmano il sorpasso granata: Toro-Sassuolo 3-2. Ormai l'Europa sembra certa: ma il 15 maggio la Lazio vince la Coppa Italia e rende vano il 7° posto del Toro. Che, scarico, cade male ad Empoli (1-4). Con la Lazio basta un pareggio per mantenere il 7° posto. Confidando nella rinuncia all'Europa League del Milan, per un ripescaggio che sarebbe comunque meritato. Alessandro Costa
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Il Pagellone della Stagione
Sirigu mostruoso. Belotti ok. Male Zaza, Bremer e Meitè DIFESA SIRIGU 9. Stagione mostruosa, ha garantito al Toro almeno 8-10 punti. I 6 gol subiti nelle ultime due gare non sono certo colpa sua. È il miglior portiere d'Italia. Sarà dura trattenerlo, le offerte non mancheranno. IZZO 8. La reincarnazione di Pasquale Bruno. 10 milioni spesi davvero bene. Grinta, senso della posizione, esplosività e 4 gol segnati. Una colonna. NKOULOU 7. Elegante ed imperioso, qualche volta distratto, ma è da decenni che il Toro non annoverava un centrale di tale qualità. Uno dei segreti della solidità difensiva granata. MORETTI 8. Titolare inamovibile a 38 anni. La serietà fatta persona, in ogni allenamento e comportamento. Speriamo aspetti ancora prima di diventate dirigente granata. In campo ci sarà ancora bisogna di lui. DJIDJI 6. Maledetto menisco. Inizio in sordina, poi conquista i gradi ma l'infortunio contro l'Udinese si rileva fatale. Ancor peggio la scelta della terapia conservativa. E cosi: panchina, operazione e ora convalescenza. Il futuro però è dalla sua parte. BREMER 4. Se davvero è costato 6 milioni è la spesa più incauta della gestione Cairo. Doveva contendersi una maglia con Izzo ma ha giocato da titolare solo contro il Suditirol in Coppa Italia e nel derby di ritorno per l'assenza degli altri compagni. Benino contro la Juve, ma non aver ostacolato Ronaldo in occasione del pareggio bianconero è la didascalia della sua stagione. CENTROCAMPO DE SILVESTRI 8. vincitore del trofeo Topolino nel
1999, 20 dopo si conferma atleta naturale prodigioso. Trascinatore di compagni e pubblico, combatte su ogni palla, segna qualche gol e ha imparato anche a fare gli assist per Belotti. Gladiatorio. ANSALDI 8. esterno a destra e sinistra, ma anche interno di centrocampo. Strappato per soli 4 milioni all'Inter, garantisce qualità, cross e sagacia tattica. Condita da qualche rete importante (vedi le 2 al Genoa). Peccato che ogni tanto si infortuni. RINCON 7. “El general” ha appena concluso la sua miglior stagione granata. Tanta quantità, grinta da vendere, frangiflutti e pedina tattica preziosa. LUKIC 6,5. L'anno al Levante e la cura Mazzarri gli hanno giovato. Ha acquisito peso e qualità. Generoso metronomo, eccellente stagione condita dal gol nel derby. MEITE' 5,5. Media tra il '7 del girone di andata e il 4 del ritorno. L'espulsione a fine dicembre contro la Lazio è stata la chiave di volta negativa. Il futuro dirà se è un campione o solo un buon giocatore. BASELLI 6,5. Sempre in bilico tra essere un centro-
campista di livello assoluto oppure da squadra di mezza classifica. Mazzarri lo ha spesso avanzato tra le 2 linee. Risultato: 4 gol, ma deve ancora superare l'ultimo step. BERENGUER 6,5. Alejandro da Pamploma è migliorato molto. Non è una punta, non è un vero esterno, ma è un eccellente ibrido che Mazzarri ha saputo valorizzare. La prossima stagione potrebbe essere quella della definitiva esplosione. AINA 6. Buona gamba, più utile in fase di spinta che nei ripiegamenti. Gli mancano continuità e sangue freddo, vedi le 3 giornate di squalifica per l'espulsione col Bologna e la disfatta di Empoli. Ha grandi potenzialità. Però 10 milioni per riscattarlo dal Chelsea sembrano troppi. PARIGINI 6. Col senno di poi, gli avrebbe giovato farsi le ossa in provincia. Ha giocato col contagocce, cercando di dare una svolta nei momenti in cui è subentrato. Ancora incompiuto. ATTACCO BELOTTI 8. A prescindere dai gol lotta e combatte su tutto il fronte dell'attacco e anche della difesa a volte. Isolato dai compagni, accerchiato dai difensori avversari, ha ricevuto tante botte ma pochi assist. Va per i 26 anni e in Europa non ha giocato nemmeno un minuto. Speriamo gli basti il palcoscenico italiano IAGO 5,5. 12 gol il 1° anno, 12 il 2°, appena 5 il 3°. Paga infortuni e modulo tattico, anche lui sarà insoddisfatto della sua stagione ZAZA 4,5: Dall'ex centravanti dell'Italia ci si aspettava un rendimento ben diverso. Solo 4 reti, di cui 2 al Chievo. Contro il Cagliari
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ha segnato e poi si è fatto espellere, agevolando il pareggio sardo. Col Sassuolo dopo essersi mangiato 3 gol ha segnato il 2-2. Secondo le scelte di Mazzarri, è un doppione anziché il secondo “gemellino" del gol di Belotti. Dimenticavamo: ha fatto lo stolto passaggio a Mandzukic nel derby di andata. Ha ancora 4 anni di contratto. Ma potrebbe andare in prestito a riconquistare autostima. ALTRI SENZA VOTO: Ichazo, Rosati, Ferigra, Edera, Damascan, Millico. SORIANO 3. Al Toro un ectoplasma, al Bologna giocatore di grande livello. Doveva allora arrivare al Toro
un anno prima, visto che con Mihajlovic è riesploso. Mazzarri gli ha dato molte opportunità da trequartista ma evidentemente è stato un acquisto di Petrachi e non di Mazzarri. MAZZARRI 7. Due sole sconfitte in trasferta, 8 vittorie nelle ultime 10 gare in casa. Record di punti dal 1992 ad oggi, classifica costruita soprattutto sulla solidità difensiva. Un grande tattico, anche se forse poco coraggioso. Avrebbe meritato di portare il Toro in Europa. Mezzo voto in meno perché tiene sempre chiuse ai tifosi le sacre porte del Filadelfia. CAIRO 7. Ha appena compiuto 62 anni e si è guadagnato consenso e affetto
definitivo da parte dei tifosi. Ha chiuso in passivo il mercato estivo, ha alzato al 7° posto il monte-ingaggi nonostante il 10° fatturato. Ed è il paladino dei tifosi, non solo granata, che vogliono una più equa distribuzione dei soldi dei diritti tv e non vogliono i campionati nazionali schiacchiati dalla Champions allargata. PETRACHI 5,5. Si è dimesso in settimana. Come preventivato. La scorsa estate ha realizzato alcuni ottimi colpi (Izzo, Aina, Meitè) ma anche flop costosi (Bremer, Soriano, Zaza). Dopo 9 anni e mezzo, il suo ciclo e le sue motivazioni sembrano terminate. Alessandro Costa
Libri Granata / 'Non so parlare sottovoce' Sembra ieri, eppure è già passato un anno dalla sua presentazione alla Fiera del Libro di Torino. “Non so parlare sottovoce” pubblicato da Cairo Editore, fa parte di quella letteratura italiana che appassiona sempre ed è senza tempo. Mai titolo di un libro fu adatto al suo contenuto. Aldo Agroppi è così, prendere o lasciare. È il destino di tutte le persone schiette come lui, toscano fino alla punta dei capelli nel non conoscere dove sta di casa l’ipocrisia. Ricordo di aver letto con molto piacere il file che mi era stato inviato via mail prima della pubblicazione del libro. Bozze corrette, parole sottolineate e ricorrette dall’autore, che sapevano di impegno letterario da parte di chi si accingeva per la prima volta a scrivere un libro da solo, svelando pubblicamente come egli è nella sua anima e nel suo più profondo essere, con i pro e i contro di un carattere che è simile a un “legno storto”, così come (dice lui) era il “su babbo”. Ricordo che lo scorrere di questo lungo e intenso lavoro letterario mi aveva affascinato sotto l’aspetto della conoscenza di un percorso di vita fatto in rettilineo, ma che spesso ha subito curve improvvise e inaspettate. L’amore eterno per Nadia, sua moglie, donna perfetta con la quale condivide lunghi anni di matrimonio felice. E poi tanti momenti di ricordi e figure incancellabili della sua famiglia, che tracciano un passato fatto di semplicità e tanto orgoglio. Tutto questo s’interseca perfettamente agli aneddoti che si sono sviluppati tra antipatie e polemiche vissute con personaggi del mondo pallonaro, vedi Mancini, Lippi, Sacchi. Pagine e capitoli in cui Aldo mette a nudo le proprie ansie, le fragilità, l’oscurità e il pessimismo verso il mondo d’oggi che ha perso il senso dell’equilibrio e dei valori umani. Ma al contempo ho letto pagine che fanno sorridere, esilaranti, capaci di contrapporsi a certi racconti commoventi. Il Toro, Gigi Meroni e la giornata di una maledetta domenica d’ottobre, che inizia con la vittoria sulla Sampdoria e si conclude tragicamente con la morte della “farfalla” granata. Chi conosce Aldo lo ritiene un caro amico, e chi come me ha avuto l’occasione di intervistarlo più volte, coglie sempre in lui il tratto malinconico di un’anima spesso inquieta, sensibile, reattiva alle storture e alle ingiustizie della vita, ma al contempo capace di sciogliersi come un bimbo. Sono i forti sentimenti contrapposti che lo coinvolgono personalmente, e forse, chissà, sono stati gli artefici del suo male oscuro che a un certo punto gli ha cambiato la vita. È l’Agroppi degli estremi opposti tra loro, che si sviluppano tra picchi di positività ad altri di negatività. È il marchio della sua vita di ex calciatore professionista e di uomo che con la sua schiettezza si è inimicato anche i “papaveri” del Potere. Per questo ha pagato a lungo sulla sua persona, ma la cosa più bella è che egli fa di questo suo modo d’essere il suo orgoglio. Senza rimpianti, senza incertezze, ma con la consapevolezza che se la sua vita dovesse ricominciare rifarebbe esattamente ciò che ha fatto. È Aldo Agroppi, mediano arcigno e marcatore senza mezzi termini in campo e nella vita. Incendiario e mai pompiere, per questo non sa parlare sottovoce. Salvino Cavallaro
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Speciale Scherma
Piccole Donne Crescono e Combattono I
l cielo di Riccione, nonostante le nuvole, la settimana scorsa si è colorato di blu intenso (come la divisa dell’ ISEF “Eugenio Meda” Torino ASD Scherma) di oro e di bronzo (i colori di chi cavalca “quel” podio) e di un tricolore che accompagnato dall’inno nazionale regala sempre emozioni indescrivibili e che ha firmato la quarta giornata di gara Nazionale del 56° Gran Premio Giovanissimi “Renzo Rostini” – trofeo “Kinder + Sport”. In occasione dei suoi 10 anni la società ISEF “Eugenio Meda” raccoglie ancora successi e l’ennesima
emozione, che è racchiusa nei cuori tremanti di tutti coloro che hanno gioito e pianto con queste fantastiche ragazze: allenatori e famiglie che con grande fiducia le incoraggiano e le sostengono quotidiana-
sono insegnamenti di vita che vanno oltre la pedana: il rispetto per il prossimo, la lealtà, la dignità, la costanza, la determinazione, la fiducia in se stessi e nei propri punti di forza, la consapevolezza e l’umiltà di accettare e lavorare sulle proprie aree di miglioramento, la disciplina e la resilienza. E dopo i meritati festeggiamenti, si ritorna in sala, tenaci e instancabili. Un Ringraziamento all’allenatore Mencarelli Maurizio, al presidente Mencarelli Sonia e a tutto lo staff dell’ISEF “Eugenio Meda” Torino ASD Scherma. A questo punto del
mente. Il primo titolo tricolore è stato quello di spada femminile Ragazze vinto da Federica Zogno: dopo una semifinale terminata 15-7 contro la spadista Giulia Paulis della Lazio Scherma Ariccia, la Zogno si è avvicendata in una fantastica finale che ha sigillato la sua vittoria per 15-8 su Anna Nicoli del Circolo Scherma Castelfranco Veneto, che poco prima aveva dato lo “stop” sul 15-10 alla Katerina Piatti, altra atleta che batte bandiera blu dell’ISEF. L'altro bronzo è per Arianna Delnevo, nella spada femminile Allieve. Al PlayHall di Riccione
hanno vinto l’impegno, la perseveranza, l’amicizia, la professionalità, il sacrificio, caratteristiche che insieme all’amore per la scherma, accomunano giovani ragazze che condividono lo stesso ideale, le ore
di allenamento, i loro sogni, le loro paure e le loro esperienze di vita. Figlie, atlete, amiche e compagne di sala che hanno mosso i primi passi quando le divise bianche erano quasi più grandi di loro e quella spada sembrava così pesante per le loro manine. Oggi sono giovani donne che crescono e che hanno negli occhi la voglia di superare i propri limiti, di definire la loro strada e dare forma ai loro sogni, tra lacrime e sudore. “Che strani i sogni vero? Non ci sono sogni che valgono per tutti, ma i sognatori invece si assomigliano tutti, anche se vivono condizioni così diverse tra loro hanno questa cosa che li rende come fratelli e sorelle, questo stare in equilibrio precario tra la realtà e quello che la realtà può diventare.” (cit. Bebe Vio). Risultati diversi arrivati e che arriveranno
viaggio, che è solo l’inizio ma che già offre alla vista ed ai cuori scenari mozzafiato nello sport e nella vita, possiamo solo dire: “In guardia …A VOI!” (Redazione sport vari)
(Nella foto al centro, in alto a sinistra: Federica Zogno e Katerina Piatti; in basso a sinistra Arianna Delnevo; a destra, dal basso a sinistra, Giulia Grupico, Katerina Piatti, Kaja Lamonaca, Viola Comin, Federica Zogno)
ma ottenuti sempre con forza di volontà, pazienza e determinazione. Gli ostacoli e gli imprevisti sono e saranno parte integrante di questo percorso ma il coraggio di andare ‘Oltre’, nonostante tutto, senza fermarsi, permetterà loro di fare quel passo in più per avanzare di qualche metro, un giorno dopo l’altro, proprio come uno scalatore che realizza il suo sogno: conquistare la vetta - la “propria” vetta. Non importa dove ognuna di loro arriverà e quanto tempo impiegherà perché ciò che questo sport permette di imparare ogni giorno,
Il mondo della fantasia sulle rive del Po
Appuntamento da non perdere domenica 30 giugno 2019 per gli appassionati di fumetti e del mondo fantasy. A Villafranca Piemonte, in provincia di Torino, presso l’area attrezzata sul fiume Po, avrà luogo la seconda promettente edizione di FANTA PO. Ad attendere tutti gli affezionati, numerosi autori e disegnatori presso il Comics Village, dove si svolgeranno anche gli incontri in cui racconteranno le loro ultime produzioni e progetti futuri. Nell’area Palco assisteremo al Cosplay Contest e al Girotondo dei Mini Cosplay, intervallati dall’esibizione di un gruppo musicale e un balletto ispirato ad un anime giapponese. Vari set fotografici saranno a disposizione dei cosplayers che interverranno. Nell’area del parco dedicata all’evento non mancheranno le bancarelle degli espositori di settore, una fornitissima Area Ristoro curata dalla Proloco di Villafranca, percorsi nella natura in collaborazione con l’Associazione Amici del Po, battesimo della sella, falconieri, animazioni, area giochi con trucca bimbi, laboratori fatati e molto altro ancora! La sera di sabato 29, sempre presso l’area attrezzata sul fiume Po, si terrà la grande festa di apertura: il “FANTA RIVER SHOW!”, spettacolo musicale con l’intervento della Banda Musicale Autonoma “Santa Cecilia”, l’esibizione del Corpo di Ballo “Dreamcatchers” diretto da Chiara Groppo e dell’ Accademia Danze Irlandesi “Gens D’Ys”. Altre info le trovate alla pagina Facebook della Discovery Kepler Association e sul sito del comune di Villafranca.
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Spettacoli e Cultura
10 anni senza 'MJ', 'The King of Pop' Q
uasi 10 anni fa, ossia il 25 giugno 2009, moriva Michael Jackson, la più grande popstar di tutti i tempi. Anche se in questo periodo vi sono ancora degli strascichi delle polemiche innescate dal discutibile documentario/pasticcio ‘Leaving Neverland’ (ne abbiamo parlato nel numero di 'JuveToro' del 6-42019), vale la pena ricordare l’artista tralasciando tutto il resto. La sua carriera è decisamente interessante guardandola a ritroso, perché le diverse fasi fanno capire quanto egli si sia evoluto nel corso del tempo, e come. Cominciò a cantare da bambino in casa, nei primi anni '60, insieme ai suoi fratelli, un pomeriggio in cui la tv si era guastato e loro si annoiavano. E nel giro di poco tempo si ritrovarono tutti, come una vera e propria band, a vincere dei talent show locali, nell’Indiana dove abitavano. E a Michael piaceva anche ballare, imitando personaggi come James Brown e Jackie Wilson. Il manager del gruppo era lo stesso padre dei ragazzi che, viste le potenzialità economiche dell’affare, utilizzò dei metodi anche abbastanza severi per istruirli allo show. Poi approdarono alla casa discografica nera Motown e, nel giro di poco tempo, non solo la vera star del gruppo ‘Jackson 5’ divenne Michael, ma il gruppo stesso ebbe anche un grande successo. Il loro Rhythm and Blues fresco e allegro, impostato su uno stile un po’ teen pop, finì immediatamente in testa alle classifiche. Piaceva sia ai bianchi che ai neri, e il piccolo Michael aveva una incredibile autorevolezza nel canto e una forte sensibilità interpretativa anche quando cantava dei testi che poco avevano a che fare con un bambino. Inoltre, come scuderia la Motown vedeva al suo interno altri grandissimi cavalli di razza da cui imparare, come Marvin Gaye, Stevie Wonder, Diana Ross. Poi cominciò, insieme all’adolescenza, una seconda fase denominata “Jacksons” e la musica, grazie all’ingresso del funk, divenne sempre più vicina alla Discomusic anni 70. E mentre nacque parallelamente una sua carriera solista, dopo poco tempo la forza esplosiva di Michael sbocciò con una nuova casa discografica, che vide una storia musicale a dir poco leggendaria, con una quantità di
successi incredibile. Il suo stile musicale, ossia un Pop infarcito di Soul, Rhythm and Blues, e Rock, arrivò ad una definizione molto personale e non replicabile. E la sua esplosività creativa si concretizzò definitivamente quando realizzò l’album “Thriller” nel 1982, perché da quel momento il ballo diventò parte integrante del suo lavoro rispetto alle semplici coreografie che fino a quel momento avevano caratterizzato la sua carriera e quella dei suoi fratelli. I suoi video diventarono cult assoluti, dei piccoli film musicali, veri pezzi di storia della musica pop, e all’uscita di ogni album successivo si creava sempre
una fibrillante attesa nei milioni di fans e negli osservatori, curiosi di vedere cosa si sarebbe inventato di volta in volta. Il suo ballo era la fusione di tantissimi generi e i suoi passi erano l’evoluzione di passi di artisti e ballerini del passato; li faceva suoi e li trasformava in qualcosa di diverso. Jackson era curioso e attento di natura, guardava i migliori, assorbiva, provava, e con un lavoro stakanovista portava il tutto su un’altra e nuova dimensione. E così continuò quasi fino alla fine dei suoi giorni. Sui numeri complessivi delle vendite dei suoi dischi e dei suoi guadagni, siamo nell’ordine delle centinaia di milioni di copie nel mondo, e in diversi miliardi di dollari realizzati attraverso le attività che ha svolto dal punto di vista artistico (dischi, concerti, diritti d’autore, pubblicità), perché lavorò per diversi decenni e perché era cantante, autore, ballerino, produttore discografico e attore. Fattura tantissimo tuttora. Questo il
breve ritratto dell’artista, ma si deve anche ricordare qualcosa dell’uomo. Spesso si è parlato delle sue stranezze, come quella del colore della pelle, che da nera divenne bianca, grossomodo dall’album “Bad” in poi. Oppure delle tante plastiche facciali subite (ma da lui negate). In pochi sanno però che egli soffriva di una malattia che provoca la perdita del colore della pelle che si chiama vitiligine, che rende l’epidermide dell'individuo che ne soffre a macchie più chiare, e che nel suo caso arrivò a distruggere quasi completamente la sua pigmentazione. Dopo aver provato per molti anni a colorare artificialmente le macchie con del trucco, per nascondere la malattia durante i concerti e simili, dal 1984 in poi Jackson si sottopose ad alcune terapie uniformanti della pelle, per portarla tutta al colore dominante, che ormai era il “bianco”. Le plastiche facciali (troppe) molto probabilmente sono la conseguenza della prima scelta, ossia quella di arrivare a dei tratti somatici più adatti ad una pelle chiara. Inoltre soffriva anche di una forma di “lupus” (altra malattia della pelle). Queste patologie, confermate anche dall’autopsia del suo corpo dopo la morte, causano elevata fotosensibilità ai raggi solari e danni cutanei (in particolare il lupus), specie alle parti del corpo molto esposte alla luce come il viso, e provocano anche alopecia. Come se non bastasse, nel 1984 durante la registrazione di uno spot pubblicitario della Pepsi, si verificò un incidente in cui i suoi capelli presero fuoco, ed egli si procurò delle ustioni di 2° e 3° grado al cuoio capelluto. Fece uso di antidolorifici per lungo periodo, diventandone dipendente per anni e dovette subire interventi chirurgici dolorosissimi come l'espansione tissutale del cuoio capelluto. Ma non è tutto, perché nel 1999 ebbe anche un incidente sul palco durante un’esibizione, quando una struttura della scenografia su cui lui sostava, simile ad un ponte e sollevata a diversi metri da terra, precipitò schiantandosi e il contraccolpo che egli subì gli provocò problemi alla schiena che si portò fino alla tomba. Inoltre durante i tour e durante il celebre processo penale che lo vide come accusato, Jackson ha sofferto comprensibilmente
di insonnia e stress, e spesso accettò di farsi somministrare farmaci con lo scopo di curarsi. Uno di quei farmaci è proprio l’anestetico che poi lo ha portato alla morte a soli 50 anni. MJ era un uomo che in fondo non crebbe mai davvero, perché fin da bambino ebbe una disponibilità finanziaria spropositata che gli permise di vivere come una sorta di PeterPan. E in due fasi differenti della sua vita, in particolare nella seconda, ebbe una fama talmente strabordante ed esagerata, per cui egli non potè mai avere una vita “normale”. Molte delle sue stranezze per cui viene ricordato, anche riguardo ai suoi rapporti sociali e al suo stile di
vita, hanno a che fare proprio con questa sua personalissima esistenza. Tuttavia era una persona molto dolce, sensibile, che ha dato in beneficenza centinaia di milioni di dollari e ha aiutato di tasca propria tantissime persone. Si interessava anche agli animali e alla natura. Era una persona molto intelligente e un gran lavoratore. Sapeva pianificare da tanti punti di vista (immobili, finanze, progetti personali). A dispetto di quello di cui è stato accusato, e dei supposti gusti sessuali deviati, egli invece ebbe molte fidanzate, si sposò due volte ed ebbe 3 figli. Ma per dare un’idea definitiva di ciò che era come artista, e del perché è diventato ciò che tutti oggi conoscono, riportiamo fedelmente quanto egli scrisse in una lettera privata il 6 novembre 1979, all’età di soli 21 anni, durante la promozione dell'album “Destiny” dei Jacksons: “MJ sarà il mio nuovo nome, non più Michael Jackson. Voglio
un personaggio tutto nuovo e un nuovo look. Voglio essere una persona totalmente differente. Le persone non dovranno più pensare a me come al bambino che cantava “ABC” o “I want you back”. Diventerò un nuovo incredibile attore, cantante e ballerino, che stupirà il mondo. Non darò interviste, avrò un’aura magica, sarò un perfezionista, ricercatore, allenatore, maestro. Sarò migliore della somma di tutti i più grandi attori. Troverò uno sbalorditivo metodo di preparazione, che mi consentirà di cercare e cercare fino a quando non avrò trovato qualcosa. Studierò e analizzerò tutto il mondo dell’intrattenimento e lo perfezionerò, partendo da dove sono approdati i più grandi”. Cari lettori, da queste sue poche parole si capisce perfettamente perché in questa sede lo stiamo ricordando. Non vi pare? Antonio Catapano
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INES, MISS 'ORGOGLIO GRANATA' È la bellissima Ines Pargalia da Giaveno, la Miss “Orgoglio Granata” di ToroLazio. Ines, raccontati ai nostri lettori... Sono appassionata di fotografia e musica: ho realizzato diversi servizi fotografici e comparsate in video musicali, oltre alla partecipazione in alcuni programma di Grp Televisione tra cui ovviamente “Orgoglio Granata”. Per il resto ho lavorato come impiegata amministrativa, ora cerco l'occasione lavorativa giusta. E nel tempo libero? Pratico molto fitness, sono testimonial di un marchio di abbigliamento legato al fitness. Però il mio hobby preferito è viaggiare, anche perché sono diplomata in lingue. Ho viaggiato in quasi tutta l'Europa, ed è importante farlo perché in tal modo si arricchisce il proprio bagaglio culturale. Condividiamo totalmente. Cosa ti aspetti da Toro-Lazio? Il Toro otterrà la nona vittoria casalinga nelle ultime 11 gare per regalare l'ultima gioia ai tifosi. Con o senza Europa League. Viaggiare è importante, ma se non sarà quest'anno, il prossimo sicuramente i tifosi granata viaggeranno in tutta Europa al seguito della squadra...
LE PREZIOSE 'TORO'S ANGELS' Si chiude il campionato e terminano anche le dirette di 'Orgoglio granata' su Grp tv. La stagione è stata costellata dalla presenza di grandi ospiti e di molte splendide collaboratrici, le 'Toro's Angels'. Le ringraziamo e pubblichiamo alcune loro foto. Un ringraziamento anche a Gianluca Lamberti, talentscout di molte di loro.
(ale.co./foto Viktor foto click, Marco Rosa Marin, Marco Esposito, Marco Bolla, Manuel Passarella)
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