amcsrls@yahoo.it GIORNALE DEI TIFOSI DI JUVENTUS E TORINO - Anno VII - N. 2 - 27 SETTEMBRE 2017 - Copia omaggio 3 domande a BB
Punto Juve
Analisi
Numeri e Statistiche
“Partita facile solo sulla carta. I greci animati da nuovi stimoli dopo il cambio di allenatore”
La Champions dei bianconeri inizia ora. Serve una vittoria da dedicare al Presidente
È così difficile poter rivedere la bella e vincente Juve del derby?
Da Sivori a Mandzukic 399 gol Champions. Chi entrerà nella storia?
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JUVE, ESAME DI GRECO
DOPO LA SCONFITTA SUBITA A BARCELLONA STASERA I BIANCONERI, A CACCIA DEL GOL N° 400 IN CHAMPIONS, HANNO L'OBBLIGO DI VINCERE JUVENTUS-OLYMPIACOS | MERCOLEDÌ 27 SETTEMBRE ORE 20.45
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3 domande a... Bruno Bernardi
“Stasera è una partita facile solo sulla carta” “I greci saranno animati da nuovi stimoli dopo il cambio di allenatore. Juve però obbligata a vincere”
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runo Bernardi, dopo la sconfitta subita a Barcellona la Juve deve immediatamente ripartire in Europa. Allo Stadium arriva l'Olympiacos che ha appena cambiato allenatore. I greci venderanno cara la pelle... È d'obbligo il riscatto europeo, assolutamente. La Juve è obbligata a vincere questa partita. Una partita che è però facile solo sulla carta e che andrà affrontata come fosse già la sfida decisiva del girone. I greci hanno cambiato il mister e avranno stimoli nuovi, bellicosi. I giocatori vorranno mettersi in evidenza davanti al loro nuovo trainer ed entreranno in campo decisi a creare delle difficoltà
a Buffon e compagni. Ma gli uomini di Allegri hanno appena ripreso a camminare veloce, come si è visto in maniera nitida al derby. Hanno ripreso a giocare cioè da primi della classe. A Barcellona, nella prima gara del girone, non fu vera Juve. Nelle successive partite partite di campionato invece si è visto un gruppo più tonico e determinato. Una Juve che ha ritrovato i suoi connotati, quelli cioè che hanno permesso ai campioni di continuare il loro ciclo straordinario. Questa Juve può battersi al meglio in tutte le competizioni. Allegri sa che questa con l'Olympiacos è una gara da non sbagliare e farà del suo meglio per im-
porre la superiorità tecnica dei bianconeri forte anche di una condizione fisica, atletica e agonistica che pare in deciso miglioramento. Il derby di sabato scorso ha in effetti fatto rivedere una Juve prima della classe. I cugini del Toro sono stati annichiliti... Sì, la Juve ha anche ritrovato quelli ingredienti necessari per vincere un derby che si annunciava, alla vigilia, molto insidioso. Invece è stata una vittoria schiacciante che ha restituito morale e compattezza a Madama. Mi ha colpito soprattutto l'attenzione massima di tutto il gruppo che ha saputo capire sin dall'inizio ogni situazione tecnico-tattica sfruttando i punti deboli del Toro. I cugini sono rimasti imprigionati
dalla forza dei bianconeri sin dal primo minuto. Ottimo anche l'adattamento dei 'nuovi' acquisti al clima della stracittadina, penso a Matuidi e Costa ad esempio. Insomma una risposta adeguata a chi temeva di vedere una Juve in difficoltà. Si è ammirato anche un sontuoso Dybala. Per Higuain invece discorso ri-
mandato. Quando vedremo finalmente in campo la versione migliore del 'pipita'? Higuain aveva probabilmente bisogno di ritrovare la giusta tranquillità e quindi bene ha fatto Allegri a portarselo in panchina. A volte è il rimedio migliore. Gonzalo ha potuto vedere i compagni disputare un ottimo derby e avrà la possibilità di reinserirsi in squadra per dare in futuro il suo prezioso contributo anche in questa stagione. Io credo che sia soprattutto una questione psicologica a frenarlo. Come tutti i bomber ha bisogno di ritrovare il gol e riprendere fiducia in se stesso. Poi, certo, occorre migliorare anche la condizione fisica del 'Pipita' che ha tutti i numeri per recuperare il terreno perduto, compreso quello della classifica cannonieri. In ogni
caso il gol non deve diventare un tormentone per lui. Dybala, dal canto suo, sta andando a mille. È sotto gli occhi di tutto come l'altro argentino stia attraversando un momento magico: la 'joia' è in grado di fare la differenza sempre. Anche in Europa. Roberto Grossi
(In alto a sx in senso orario: Paolo Dybala e Giorgio Chiellini; Mario Mandzukic; Gonzalo Higuain e Douglas Costa; Gianluigi Buffon)
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Punto Juve
Madama, la tua Champions inizia ora
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on è ancora finita l'eco di un derby vissuto maramaldeggiando sui resti di quello che fu il tremendismo granata, che in casa Juve incalza un nuovo capitolo della manifestazione più ambita e più “maledetta” della leggenda bianconera. Verrebbe da dire che dalla sera di mercoledì prende il via la nuova annata europea. Troppo presto e troppo anomala si è palesata la trasferta al Camp Nou per aver lasciato segni di drammi e
di ultime spiagge. Occorre vincere però al cospetto dell'Olympiacos, compagine non nuova a calcare l'erba dello Stadium, per alimentare il giusto desiderio di passaggio del turno. Un'ipotesi, quella dell'eliminazione da non prendere nemmeno lontanamente in considerazione. L'urna di Nyon non ha spalancato le porte agli ottavi, anche se è pur vero che sulla carta, tra il Barça, la Juve e le altre, Sporting Lisbona compreso, il divario appare netto. Al
campo sono affidate le sentenze ineludibili. Proprio per ciò, la Juventus approda al secondo round di Coppa avendo un solo risultato da centrare, la vittoria. Ed anche netta, per avere un occhio alla differenza reti che conta assai in un gironcino a 4 squadre. La truppa bianconera è reduce da un derby largamente positivo, non solo in termini di risultato, ma soprattutto, ciò che conta di più, in quanto a trame di gioco convincenti ed applicate con continuità. Di gran lunga la partita migliore della pur giovane stagione. La forma complessiva lievita e la condizione appare più che discreta. Allegri ha di che essere soddisfatto, seppur con quella consapevolezza nel non sottovalutare l'avversario e non trascurare la sorpresa sempre possibile, che lo caratterizza come mister e gli fa onore come condottiero di un gruppo di livello ec-
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celso. Curiosamente anche l'Olympiacos è reduce da un derby. A differenza della Juventus, i biancorossi del Pireo sono andati sotto con l'Aek, subendo una ri-
e se voglia riconfermare il 4–2–3–1 ormai collaudatissimo o ripiegare sul 3–4–3 per coprire la difesa a fronte del “buco” strutturale dell'esterno destro. Hoewe-
P.S. Sarebbe veramente cosa buona e giusta se i ragazzi interpretassero la gara in ossequio al presidente Andrea Agnelli, dopo la proditoria vergogna per-
monta terribile dopo essere stati in vantaggio di 2 reti. Sono emersi limiti evidenti di fragilità tattica e mentale e, siccome tutto il mondo è paese, a pagare è stato Hasi, esonerato alla vigilia della trasferta di Torino. La squadra è stata affidata a Takis Lemonis, autentica gloria biancorossa, sperando nella reazione del gruppo. Per quel che può valere, si dovrà fare attenzione alla voglia di rivalsa dei giocatori greci. Al momento di andare in stampa non sappiamo cosa abbia detto Allegri nella conferenza di vigilia
des ancora al palo, De Sciglio out e Lichtsteiner fuori lista Uefa: emergenza costante a destra, almeno fino a gennaio. Confermatissimi Pjanic e Matuidi (grande colpo estivo), imprenscindibile Cuadrado, “conditio sine qua non” Paulo Sivori Dybala. Coppia in avanti Higuain e Mandzukic? Lo scopriremo solo vivendo. Sulla carta pare che non ci sia partita. Proprio in questi casi l'attenzione si deve moltiplicare per non svegliarsi da un brutto incubo. Juve avvisata, mezza salvata.
petrata ai suoi danni da una Procura di parte e priva di autorevolezza. Dopo la sentenza civile, nella quale la Juve compariva come parte lesa, la Giustizia Sportiva ha dato ulteriore prova di essere un marchigegno ad orologeria in mani pericolose. Non ci stupiremmo nel vedere una reazione tremenda da parte della squadra. Come terribile accusa ad un sistema in agonia e protervo fino alla nausea. Anche questo è calcio in Italia, purtroppo. Marco Sanfelici
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5 Analisi
È così difficile poter rivedere la bella Juve del derby? L
a prima notte di Champions allo Stadium, secondo turno di un girone reso acclive più dalla vittoria in Ellade dello Sporting Lisbona che dalla prevedibile disfatta bianconera in Catalunya, proporrà subito una gara da dentro o fuori. Per quanto teoricamente molto abbordabile, soprattutto per una squadra come la Juve che ambisce dichiaratamente ad attestarsi con continuità ai vertici dell'unico football che conta, l'Olympiakos Pireo non dovrà essere sottovalutato, giacché i trascorsi casalinghi di Madama, nella fase a raggruppamento e al cospetto di avversari dal lignaggio non particolarmente elevato, sono tutt'altro che lusinghieri. L'occasione è peraltro decisamente propedeutica alla riconciliazione con un torneo che, dall'infausta sera di Cardiff, ha propinato solo amarezza a catinelle, insufflando nella gente zebrata un pernicioso senso di fatalità e rassegnazio-
ne a un ruolo secondario. Onde evitare sgradite sorprese, che l'Europa è solita collocare dietro ogni possibile angolo, e dispensare a chiunque pensi di poter vivacchiare sulla scorta di un vantaggio minimo, occorrerà una Juve diversa da quella che in ambito peninsulare, anche e soprattutto per l'acclarata modestia delle contendenti, può permettersi un atteggiamento sparagnino talvolta financo eccessivo; servirà la bella, intensa, aggressiva prestazione, caratterizzata dalla presenza costante sul “pezzo” che le ha consentito di annichilire il Torino nell'ultimo derby. In ultima istanza, lo si può affermare senza disambiguazioni, ci si attende una Signora che sappia esser “Padrona” anche quando il brano introduttivo non è quello di Giovanni Allevi. Ogni stagione ha una cosiddetta partita chiave, i cui contenuti e risvolti esondano abbondantemente la freddezza del riscontro numerico, pur
se roboante, e si riverberano incessantemente nel prosieguo dell'annata agonistica; la stracittadina, al riguardo, pare voler assurgere ancora una volta a gara della svolta. Ci riuscì il 31 ottobre 2015 (affondo di Cuadrado sul suono della campanella), potrebbe ripetersi stavolta. Nulla accade per caso, pur se certi accadimenti possono apparite tali. Se l'ultima corsa della zebra è apparsa fluida e armoniosa, meglio allineata ai dettami del calcio continentale che non derogano
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sull'indispensabilità di proporre gioco, anziché adattarsi a quello altrui, qualche motivo c'è e non alligna sul seggiolino a bordo campo scaldato da un Higuain comunque impresentabile, ma è bensì ascrivibile al trionfo della semplice logica per cui, ogni giocatore, schierato nel proprio ruolo e secondo attitudini, rende al meglio e contribuisce alla miglior espressione dei compagni. Chiaro che una discreta condizione fisica aiuta l'ossigenazione delle idee, ma una circolazio-
ne della palla più snella e veloce, non mortificata da errori tecnici gratuiti, è la conseguenza naturale della libertà concessa a giocatori chiamati per indole e “fratellanza” tecnica ad attaccare e intendersi, consapevoli di dover semplicemente fare quello che sanno. A prescindere da un'esibizione iniziata in chiaroscuro, l'innesto di Douglas Costa sul lato zurdo del rettangolo verde ha rappresentato la quadratura del cerchio. Dopodiché, una mediana che consta dell'apporto di un vero stantuffo di spessore e, a Eupalla piacendo, la classe adamantina di Paulino Dybala sguinzagliata in zolle più prossime a quelle che deve calpestare per vocazione, indipendentemente dal centrattacco di circostanza, hanno trasformato quasi d'incanto un collettivo disorganizzato e votato alla recita a soggetto, in un team coeso, elastico, fantasioso, all'interno del quale comincia a spiccare di luce propria lo sboc-
cio di Miralem Pjanic nelle vesti di regista arretrato, ma non troppo. Vincente e convincente come da tanto, troppo tempo non era dato ammirare, a onta degli episodi favorevoli (la fortuna è cieca, ma se corteggiata ci vede benissimo...), l'ultimissima Juve è stata quella che la critica invoca da anni. Ora, dato che esistono anche gli antagonisti, sarebbe irrazionale pretendere ogni volta un “partitone”, ma un sapiente, ordinato, sensato controllo degli spezzoni in cui si renderà indispensabile difendersi o concedere l'iniziativa alla rivale, senza per questo indulgere alla passività o alla rinuncia al gioco, è doveroso esigerlo. Se son davvero stare rose, fioriranno. Viceversa, chi vorrà, faccia finta di credere che difendere in casa propria, opposti a una squadretta menomata negli effettivi, il vantaggio minimo, sia spiritualmente corroborante. Augh! Ezio Maletto
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Numeri e Statistiche
di Massimo Fiandrino
Juve, 399 gol Champions. Chi entrerà nella storia? Sivori siglò la prima rete in Coppa Campioni il 24/9/1958. L'ultima, a Cardiff, porta la firma di Mandzukic
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a Juve aspetta l’Olympiakos. Una partita importante per il risultato, sarà fondamentale cancellare subito la delusione del Camp Nou anche perché l’avventura bianconera in Coppa Campioni poi Champions è sempre piena di aspettative, contraddistinta da gioie e delusioni (tante le 7 finali perse, di queste 2 negli ultimi tre anni ) e il Trofeo manca da troppo tempo, dal lontano 1996. Ma contro gli ellenici anche la statistica assume importanza, i Bianconeri
inseguono il gol n° 400 in Coppa Campioni/Champions, adesso la Juve è a quota 399 realizzati da 99 bomber diversi. Chi sarà il bomber che entrerà nel gotha bianconero? Nel passato chi ha firmato la prima rete e le “centenarie” sono i Campioni che hanno poi caratterizzato la storia di questo club. Facendo un passo indietro la storia juventina e il gol nella Coppa più importante inizia il 24 settembre 1958 con l’esordio in Coppa Campioni e la vittoria dei ragazzi di Brocic a Torino per 3-1 con gli austriaci del Wiener SK, la prima rete in questa manifestazione è firmata da Omar Sivori al 2° minuto di gioco. Sette giorni dopo la doccia fredda, gli austriaci rifilano un 7-0 ai bianconeri (il peggior ko della Juve di sempre in Europa) e la consapevolezza iniziale del tabù Coppa Campioni per la compagine torinese. La 100a rete arriva nel momento più triste della storia della Juventus, nella finale di Coppa Campioni 1985 nella strage dell’Heysel, la segna Michel Platini su rigore, niente gioia, solo disperazione e dolore. La 200a rete, a sorpresa, la realizza Antonio Conte, contro l’Olympiakos il 17 mar-
zo 1999 (gol decisivo per raggiungere le semifinali) in una stagione importante ma sofferta per la Juve che ha dovuto rinunciare al di-
Piero, il bomber più prolifico di sempre dei Bianconeri con 289 gol ufficiali di questi 44 in Champions League, che il 7 dicembre 2005 in Rapid-Vienna-Juventus 1-3 trova il gol n° 300. Infine siamo ai giorni nostri l’ultimo gol-Juve la rovesciata di Mandzukic nella finale di Cardiff, il gol più bello della precedente edizione non è bastato a portare il trofeo a Torino. Tante curiosità che si stagliano fra i bianconeri e il gol nella Coppa più importante, di queste 399 segnature, 243 fra le mura amiche, 149 reti “corsare” e 7 in campo neutro, va ricordata l’edizione più prolifica quella del 2002/2003 con 30 reti (Bianconeri sconfitti nella lotteria dei rigori realizzato 22 gol, 7 le triplette, di queste 2 di Pippo Inzaghi e l’ultima di Vidal nel 2013 contro i danesi del Copenaghen e infine le 37 le doppiette (7 Trezeguet, 6 Del Piero e 4 Platini). Quanta storia, quante gioie e quanti gol, aspettando nuovi capitoli e nuovi successi…
missionario Marcello Lippi e al suo posto un giovanissimo Carlo Ancelotti. Non poteva mancare in questa galleria Alessandro Del
nella finale con il Milan a Manchester), il Real Madrid la squadra incontrata più volte (19) e alla quale la signora del calcio italiano ha
(In alto da sinistra in senso orario: Omar Sivori autore della prima rete Champions; Mario Mandzukic autore dell'ultima a Cardiff; Michel Platini autore della 100a rete europea nella tragica serata all'Heysel; Antonio Conte autore rete n° 200)
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7 La Storia
Sconfitti ad Atene e aggrediti dai tifosi a Caselle… Novembre 2000: notte folle all’aeroporto dopo il ko subito dagli uomini di Ancelotti al cospetto del Panathinaikos
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ella storia della Juventus sono stati numerosi gli intrecci con le squadre di Atene, sia in Champions League, che in Coppa Uefa. Se chiedete a un tifoso quali ricordi suggerisca la capitale della Grecia, da Trento a Palermo tutti diranno la sconfitta nella finale della Coppa Campioni del 1983 con il gol di Magath. Ci sono poi state più vittorie che ko nei confronti con le due principali formazioni ateniesi, l’Olympiacos e il Panathinaikos, ma in ogni caso non sono mai state partite semplici, se si esclude il 7-0 rifilato proprio agli avversari di stasera nel 2003, nella stagione che condusse Del Piero e compagni alla sciagurata finale di Manchester con il Milan. Atene è stata teatro di grandi sfide, vissute in un contesto difficile, di fronte a un pubblico che ha sempre
creato un ambiente infuocato. Il ricordo più particolare sull’asse Torino-Atene
è però legato a una sfida con l’altra squadra della capitale: il Panathinaikos. Era la stagione 2000-2001, in panchina c’era Ancelotti, un grande allenatore mai entrato nel cuore della tifoseria durante due stagioni sfortunate e concluse senza scudetto. Nella fase a gironi la Juve, dopo aver vinto 2-1 la gara di andata al Delle Alpi, l’8 novembre era di scena all’Olimpico ateniese nell’ultima partita del gruppo ‘E’. Non sembrava un’impresa eroica uscire indenni dallo stadio
e puntare allla qualificazione. Invece ancora una volta Atene si trasformò in una Caporetto, fu il capolinea di ogni ambizione. Juve fuori già nella prima fase della competizione. Al fischio finale erano tre i gol finiti alle spalle di Van der Sar e Rampulla, perché il portiere olandese venne perfino espulso. Prima la rete dell’ex Paulo Sousa, poi il pareggio di Inzaghi. Il più sembrava fatto, invece i greci colpirono altre due volte. Una notte da incubi, un ritorno a Torino quasi alle prime luci dell’alba che ebbe uno strascico antipatico di cui siamo stati testimoni. Infatti nonostante l’orario, nel deserto dell’aeroporto di Caselle c’erano tre ultras insonni e furibondi ad attendere la squadra. I giocatori sfilarono a testa bassa davanti ai tifosi, che avevano un obiettivo preciso. Infatti quando si aprirono le porte automatiche e comparve Zidane, la rabbia di quei ragazzi si scatenò contro il francese. Zizou era in panchina, la sua colpa fu di essere stato inquadrato dalle telecamere mentre rideva con i compagni, quasi estraneo a ciò che stava accadendo in campo. Un affronto da vendicare. Prima insulti a Van der Sar, poi all’improvviso un ceffone a Zidane che scatenò un pa-
rapiglia di cui parte della squadra, ancora impegnata nel ritiro dei bagagli, quasi non si accorse. L’episodio non sfuggì, invece, a Fonseca e soprattutto a Montero. I due uruguaiani reagirono
difendendo il compagno e volarono parole grosse e anche spintoni. Una mini rissa cui mise fine l’intervento di Moggi e di un paio
di agenti in servizio. Il più “rammaricato” sembrava Davids, arrivato quando tutto era finito e ormai non più in grado di difendere il suo amico Zizou. Fabio Vergnano
(In alto a sx in senso orario: Edgard Davids, Carlo Ancelotti allenatore all'epoca della Juventus, Paolo Montero e Zinedine Zidane)
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Olympiacos
Cambio in panchina dopo il brutto avvio stagionale Fatale a Besnik Hasi il derby perso in campionato contro l'AEK. Al suo posto Takis Lemonis
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e la Juventus sta dettando legge nel campionato italiano, come dimostrano i sei scudetti consecutivi vinti dai bianconeri, lo stesso si può dire dei prossimi rivali degli uomini di Allegri in Champions League nel rispettivo torneo. L’Olympiakos Pireo è infatti la regina del calcio greco, con 44 titoli conquistati, a cui vanno aggiunte 27 coppe nazionali e 4 Supercoppe di Grecia. Negli ultimi 21 anni i biancorossi del Pireo hanno instaurato in patria una vera e propria “ditta-
tura”, aggiudicandosi ben 19 campionati: un dominio incontrastato, interrotto in due sole occasioni dai rivali ateniesi del Panathinaikos. CAMBIO AL TIMONE - Se il club con sede nel Pireo, il celebre porto nei pressi di Atene, è stato leader incontrastato del calcio greco degli ultimi lustri, non
altrettanto si può dire che i biancorossi abbiano iniziato in modo positivo la
stagione in corso. Oltre al ko subito in casa ad opera dello Sporting Lisbona nel turno inaugurale di Champions, la squadra campione di Grecia ha avuto un inizio difficoltoso anche nel torneo di casa. La sconfitta per 3-2 subita dall’Aek, che ha fatto volare i gialloneri a più 5 in classifica, è costa-
ta il posto al tecnico Besnik Hasi, la cui panchina era gi traballante dopo i deludenti pareggi contro Xhanti e Asteras Tripolis. A guidare i biancorossi all’Allianz Stadium toccherà a Takis Lemonis, il quale aveva già rimpiazzato il portoghese Paulo Bento, esonerato lo scorso marzo. IL CAMMINO CHAMPIONS
- La formazione greca ha avuto accesso alla fase a girone di Champions League dopo aver superato due turni preliminari. Nel primo i biancorossi hanno avuto la meglio sul Partizan Belgrado, grazie al successo sui serbi all’andata e al pareggio nella gara di ritorno. Nel turno successivo è stata la volta del Rijeka, sconfitto sia in Grecia che a Fiume dai biancorossi. LA STELLA - L’elemento più rappresentativo nelle file del club ellenico è il centrocampista offensivo Marko Marin. Tedesco di origine Bosniaca, Marin ha avuto una fugace esperienza nella Fiorentina nella stagione 2014-15 (4 presenze e 2 reti in Europa League, ma senza mai debuttare in serie A) e ha vestito con alterne fortune le maglie di Borussia Monchengladbach, Werder Brema, Chelsea, Siviglia, Anderlecht e Trabzonspor. A 28 anni sembra aver trovato la sua dimensione in Grecia. I problemi fisici che lo avevano un po’ condizionato nella stagione del suo debutto con la maglia a strisce biancorosse (senza impedirgli tuttavia di offrire il proprio contributo nella conquista del titolo) sembrano ormai alle spalle e in Champions è già
stato decisivo in occasione della sfida di Fiume. Giovanni Rolle
(In alto a sinistra il logo ufficiale dell'Olympiacos. Nelle altre foto Vidal, Pogba e Llorente nella sfida di Champions League contro i greci datata 4 novembre 2014 giocata allo Juventus Stadium di Torino e finita 3 a 2 per i bianconeri)
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Giustizia Sportiva
Pecoraro e l’Agnello sacrificale Un anno di inibizione al Presidente bianconero Andrea Agnelli. Aspettando il prossimo grado di giudizio
Prima i fatti (confusi) Dalle diverse inchieste degli ultimi mesi (sia in sede penale che in sede sportiva) si è appurato che negli anni scorsi la Juventus ha concesso un numero di biglietti più elevato del consentito ad alcuni capi ultras, con lo scopo di tenere buona
la tifoseria. Tutto ciò è avvenuto davvero, ed è stato vivamente consigliato dalla Digos. Agnelli e la Juventus hanno ammesso di averlo fatto. Con questo comportamento è stato, di fatto, agevolato il bagarinaggio? Può anche essere, ma di certo è stato un comportamento
frutto di mille problematiche di sistema e di un forte stato di necessità di ordine superiore e molto diffuso in tutti gli stadi dello stivale. I soliti giornali mediocri d’Italy (quelli che ormai persino i pesci al mercato si rifiutano di esserci incartati dentro post mortem) si sono divertiti a metterci in mezzo la 'ndrangheta. Infatti, un tizio incensurato appartenente alla tifoseria di cui sopra, parrebbe avere dei legami con la malavita organizzata calabrese. Il procuratore federale Pecoraro poi, davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia, mesi fa ha preso uno scivolone gravissimo citando una prova risultata fin da subito inesistente. Ovviamente però non è stato allontanato dalla sua carica, come avrebbe dovuto succedere in un paese civile. La canzone insomma è sempre la stessa: i soliti personaggi discutibili e i soliti pasticci all’italiana. Morale della favola, arriva il processo sportivo di primo grado e arrivano le condanne: un anno di inibizione ad Andrea Agnelli e 300.000
euro di multa alla Juventus. Pecoraro voleva una pena più dura e ha già annunciato che farà ricorso. Fine dei fatti. Adesso alcuni quesiti esistenziali Aspettando il secondo grado di giudizio (appello), tocca farsi alcune domande stupidotte in libertà. - Chi gli racconta ora alla Digos e agli enti competenti preposti dallo Stato alla tutela della sicurezza che, con un atto ufficiale, il calcio italiano ha stabilito che loro e i relativi “consigli” contano meno di zero e sono, di fatto, illegittimi? E che se qualcuno per caso li segue viene, o può venire, condannato? Gentiloni e il Parlamento Italico cosa hanno da dire a riguardo? Sempre nel solito sonno profondo? Driiiiiin! Sveglia! - La giustizia sportiva ora condannerà anche tutti gli altri presidenti di serie A e B, oppure, visto che le loro squadre non hanno la J nel nome, allora hanno diritto di fare qualunque cosa senza nessun controllo e senza correre alcun rischio? (La risposta è insita nella do-
manda). - Il dottor Agnelli, sempre attento a che tutti i tifosi abbiano un senso critico dormiente, che cosa ha imparato da tutto questo? Ha ancora senso dialogare e sperare, per l’ennesima volta, nella redenzione morale di un sistema calcio che odia la Juventus e che non perde mai occasione per dimostrarlo? - L’ingegnere Elkann cosa ha da dire riguardo a questa condanna? Da che parte sta? Ne è felice o dispiaciuto? Continua ad avere senso sponsorizzare, attraverso il marchio FIAT, un baraccone zozzo che dovrebbe essere chiuso e raso al suolo da almeno 20 anni, o perlomeno da 11? Calciopoli infatti noi tifosi non ce la siamo ancora dimenticata… Quante altre ne dovremo ancora vedere e sopportare? Conclusioni su questa ennesima barzelletta triste (dove si ride amaro insomma) In fondo tutto è come sempre. Chi con questa vicenda aveva come obbiettivo vero
quello di infangare, ancora una volta, la Juventus, ci è nuovamente riuscito. Ne esce male la giustizia sportiva che, come al solito, non ha nulla a che fare con la giustizia. Ne escono malissimo i gruppi ultras perché, anche se seguono ininterrottamente la Juve da decenni con grande affetto, spesso sono protagonisti in negativo della vita del club. Bisogna ammetterlo. Il calcio italiano nel complesso, come d’abitudine consolidata, si è distinto di nuovo per essere completamente sbilenco, autoreferenziale, sporco quanto basta, falso, ottuso, pieno di pericolose combriccole, moralmente corrotto e indigeribile. Somiglia sempre di più ad una sorta di wc, pieno, dove “stranamente” non si riesce mai a trovare qualcuno che ha il “coraggio” e la “voglia” (o ad essere cattivi, meglio dire la “convenienza”) di tirare lo sciacquone per mandare tutto lo schifo dove merita. Antonio Catapano 'Crazeology' Giùlemanidallajuve.com
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Accadde il
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20 settembre e l'11 ottobre 1967
La prima volta contro l’Olympiacos Pari sofferto in Grecia. Si decise tutto nel ritorno a Torino. Gol di Zigoni e Menichelli Olympiacos-Juventus 0-0 Andata Sedicesimi di finale Atene 20 settembre 1967 Stadio Yorgos Karaiskakis OlympiaCos: Vallianos, Gaitatzis, Pavlidis, Polikroniou, Zanteroglou, Aganian, Vasiliou, Sideris, Gioutsos, Botinos. All. Bukovi Marton Juventus:
La Juventus, fresca vincitrice del 13° scudetto vinto sul filo di lana dell’ ultima giornata superando l’Inter del “Mago” Helenio Herrera si presenta in Coppa dei Campioni con una squadra che vede ben poche novità dovuto anche al fatto che sfumato il trasferimento del granata Meroni in bianconero è arrivato sempre dal Torino a titolo quasi di risarcimento l’ala Luigi Simoni che certamente non ha né le caratteristiche tecniche né l’estro del “Beatle-Gigi”. Il Mister bianconero Heriberto Herrera non demorde anzi affronta i greci con una squadra compatta in difesa e corta neri movimenti con il suo stile di gioco cosiddetto “Movimiento”. Lo stadio ribolle di tifo l’atmosfera incute timori ed ostilità che diventano preoccupazione quando ad inizio partita Ernesto Castano subisce un infor-
Juventus-Olympiacos 2-0 Ritorno Sedicesimi di finale
che arretra a dar man forte alla difesa, la coppia centrale Bercellino-Salvadore sugli scudi respinge gli assalti dei greci sospinti da un pubblico assai rumoroso. Anzolin vigila ed è poco impegnato, risolve al meglio respingendo i cross che arrivano da fondo campo dalle ali greche frenate anche dal campo bagnato e dal pallone molto leggero non certo pesante 420 grammi come
Salvadore, Simoni, Del Sol,
di 2 milioni e 200 mila dracme pari a circa 45 milioni di lire. Circa 300 i tifosi italiani giunti dall’Italia. Acquazzone ad inizio partita che dura per tutto il I tempo. Espulso al 84° il greco Botinos dopo una rissa in campo culminata con l’espulsione del greco per scorrettezze.
Sideris N. Vasiliou, tunio dopo un duro intervento: due greci gli franano in pratica addosso procurandogli una distorsione al ginocchio sinistro. All’epoca era solo consentito il cambio del portiere, la situazione è pesante, dieci contro undici per 80 minuti. Castano resta stoicamente sul terreno di gioco ma è in pratica inutilizzabile. Nonostante la menomazione la squadra regge con il centrocampista Del Sol
impone il regolamento: questo escamotage si rivelerà al contrario per l’ Olympiakos che giocando con un pallone più leggero ha maggiori difficoltà nell’ impostare l’azione su un terreno bagnato e poco drenante. Rissa nel finale di partita, deve intervenire dalla panchina anche l’allenatore Herrera che cerca di sedare gli animi e calmare i bianconeri, saggia la decisione dell’arbitro ungherese Horvat che espelle l’ala sinistra dell’ Olympiakos Botinos per scorrettezze. Non succede altro sino al fischio finale che premia la Juventus con un ottimo pareggio a reti inviolate, buon viatico per il ritorno di Torino.
Foto e testi di Ermanno Vittorio
Aganian, Sideris G. Gioutsos, Barbalias. All. Bukovi Marton Arbitro: Droz Gilber (Fed. Svizzera) Note: Giornata soleggiata e calda, spettatori paganti 33.000 per un incasso di 45 milioni di lire. Ammoniti: Polikroniou, Sideris G. Menichelli, Del Sol. Presente in tribuna
Ammoniti Polikroniou, Aganian, Menichelli.
Cinesinho,
Polikroniou, Zanteroglou,
Arbitro:
un incasso
Simoni, Del Sol, Zigoni,
Gaitatzis, Pavlidis,
All. Heriberto Herrera
40.000 mila per
Sarti, Salvadore,
Vallianos (46° Xarhakos),
Cinesinho, Menichelli.
Spettatori circa
Leoncini, Bercellino I,
OlympiaCos:
De Paoli,
Note:
Colombo, Gori,
All. Heriberto Herrera
Bercellino I, Castano,
(Fed. Ungheria)
Juventus:
faceva il massimo con la rosa che aveva, non certo di qualità ma compensava con l’impegno di un gruppo che dava il massimo in campo. Ricordiamo che nel periodo 1964-1968 arrivarono comunque le vittorie in coppa Italia (1965) ed in campionato (1967) una finale di coppa città delle Fiere, ed un terzo posto in campionato (1967-68) e una semifinale di Coppa Campioni 1967-68.
Menichelli.
Anzolin, Gori, Leoncini,
Horvath Lajos
Torino 11 ottobre 1967 Stadio Comunale
La squadra bianconera affronta il ritorno priva di portiere e centrale titolari, infortunati Anzolin e Castano Heriberto Herrera manda in campo i sostituti Colombo Angelo e Sarti Benito. Le scelte del “Mister” sono azzeccate come quella di variare in attacco inserendo Zigoni al posto di De Paoli, mossa giusta che regala i suoi frutti in apertura di match: il terzino Gori si incunea in area greca calciando con forza, respinge il tiro il portiere greco, sul pallone si avventa Zigoni che un colpo lieve e preciso infila la porta. Esulta il folto pubblico torinese anche perché è stata negata la diretta TV. Alla vigilia del match Juventus e RAI non si mettono d’accordo sul compenso, la differenza è lieve ma la Rai non molla così c’è sola diretta radiofonica alle ore 15. Dopo il gol la partita si incattivisce anche perché la squadra greca la mette sulla quasi rissa, ogni intervento è
(In alto la formazione
Angoli 7-6
della Juventus 1967/1968;
per Olympiacos.
in centro la rissa in campo durante la partita; qui a sx Roberto Anzolin)
l’allenatore della Nazionale Italiana Valcareggi Ferruccio.
falloso, si cerca la reazione dei calciatori bianconeri che comunque ribattono falli e calci non facendosi intimorire. Ad inizio ripresa la qualificazione si decide grazie alla splendida partita del terzino destro Adolfo Gori che s’invola sulla destra in progressione e centra con prontezza e precisione un pallone che scavalca il portiere Xarhakos subentrato ad inizio ripresa all’ infortunato Vallianos. Sul pallone si avventa Menichelli che vola in cielo ed azzecca una precisa deviazione di testa gonfiando la rete. 2-0! Lo stadio esplode per la prodezza dell’ala e per l’oramai certa qualificazione agli Ottavi di Finale. C’è ancora il tempo di sbagliare un gol quasi fatto ma Simoni non riesce a deviare in rete da pochi passi dalla porta. Ottima partita ed ottima difesa sorretta da un centrocampo che vede in Del Sol e Cinesinho due calciatori che si compensano a vicenda uno un moto perpetuo (Del Sol), l’altro inventa geometrie e passaggi che illuminano le fasce laterali liberando i terzini che scendono sulle fasce con puntualità e precisione. Heriberto Herrera
Proprio in quella edizione di Coppa la squadra bianconera arrivò in semifinale eliminata dal Benfica del fuoriclasse Eusebio, comunque fu il miglior risultato in coppa Campioni ottenuto sino ad allora, poi viatico di futuri successi in campo nazionale ed internazionale.
Foto e testi di Ermanno Vittorio (In alto il portiere Angelo Colombo; in centro il gol di Zigoni; in basso il gol di Menichelli)
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Numeri e Statistiche
di Massimo Fiandrino
Allegri ha sempre superato il girone eliminatorio JUVE 252 PARTITE IN COPPA DEI CAMPIONI/CHAMPIONS LEAGUE. RECORD PER UNA SQUADRA ITALIANA, STACCATO IL MILAN 252 le partite della Juventus in Coppa Campioni/ Champions League, record per una squadra Italiana nella Coppa più prestigiosa. Segue il Milan a 249. Sono 125 le vittorie della Juventus nelle 252 gare giocate in Coppa Campioni/Champions League, completano lo score 64 i pareggi e 63 sconfitte. Infine sono 399 le reti realizzate e 246 i gol subiti.
perse nella Coppa più importante per club, in questa speciale classifica precede il Benfica e Bayern Monaco con 5 e infine 4 ko nelle finali per il Milan.
PER I BIANCONERI 9 FINALI CHAMPIONS La Juventus di Allegri ha conquistato la Finale di Champions 2 volte negli ultimi 3 anni. Sempre sconfitti i Bianconeri, nel 2015 contro il Barcellona e nel 2017 contro il
ALLEGRI 19 VITTORIE IN 35 PANCHINE CON LA JUVE IN CHAMPIONS: HA SEMPRE SUPERATO LA PRIMA FASE 35 le panchine di Max Allegri in Champions con la Juventus calcolando l’edizione 2014/2015 (13) più le 8 gare dell'edizio-
Real Madrid. 2 i successi della Juventus in Coppa Campioni/Champions League, il primo nel 1984/85 con la vittoria per 1-0 sul Liverpool e nel 1995/96 a Roma contro l’Ajax alla “roulette” rigori. 7 sono le finalissime perse dai bianconeri in Coppa Campioni/Champions League; nel 1973 con l’Ajax; nel 1983 con l’Amburgo; nel 1997 con il Borussia Dortmund; nel 1998 con il Real Madrid; nel 2003 con il Milan nel 2003, nel 2015 con il Barcellona e infine nel 2017 contro il Real Madrid. Per i bianconeri record di finali
ne 2015/2016 le 13 gare nell'Edizione 2016/2017 e infine il ko con il Barcellona nell'edizione 2017/2018 con uno score di 19 vittorie, 9 pareggi e 7 ko. 34 le panchine di Allegri in Champions League con il Milan (comprese due partite di preliminari), il bilancio è di 11 vittorie, 13 pareggi e 10 ko. Si è sempre qualificato per gli ottavi di finale e il miglior risultato i quarti di finale dell’edizione 2011/2012 (eliminato dal Barcellona di Guardiola). 7 i trofei vinti da Max Allegri alla guida della Juventus, 3 Campionati, una Supercop-
pa Italiana e 3 Coppe Italia (l'unico mister a vincere 3 Coppe Italia consecutive), più 2 trofei alla guida del Milan (Scudetto 2010/2011 e Supercoppa Italiana nel 2011). Sia con il Milan che con la Juventus ha sempre vinto il Titolo al 1° tentativo. TRADIZIONE JUVE CONTRO L'OLYMPIACOS 10 i precedenti tra la Juventus e l'Olympiakos nelle Coppe Europee: 6 vittorie Juventus, 2 pareggi e 2 vittorie Olympiakos. IL PALMARES DELL'OLYMPIACOS Titoli Nazionali: 44 (record nel Campionato Greco), gli ultimi 7 consecutivi. Coppe Nazionali: 27 (record). Supercoppe Nazionali: 4. Coppa dei Balcani: 1. Formazione (4-2-3-1): Kapino; Elabdellaoui; Retsos; Vukovic; Koutris; Gillet; Romao; Carcela-Gonzalez; Fortounis; Marin; Bennabouhane. Hanno raggiunto i gironi eliminando i Campioni serbi del Partizan e i croati del Rijeka. SCHEDA DEI GRECI L'Olympiakos ha vinto 12 degli ultimi 13 Campionati della Grecia, l'ultimo soffrendo un po' di più, con 6 punti sul PAOK Salonicco e una decisione della disciplinare favorevole (sugli incidenti di Coppa con l'AEK Atene), che gli ha evitato una penalità di 6 punti. Rispetto all'ultima stagione ha perso Cambiasso, il portiere Leali (allo Zulte, ma sempre in prestito dal-
la Juventus) e il difensore della Nazionale Siovas (al Leagnes). Per 10 milioni di passivo sono arrivati fra gli altri il nigeriano Emenike (dal Fenerbahce), il belga Odjidja-Ofoe, il genietto marocchino Carcela-Gonzalez dal Granada e dalle isole Comore Ben Nabouhane (ex Panionios), 4 gol in 2 match nei preliminari. L'uomo chiave è Fortounis, 18 gol due stagioni fa. Infine ricordiamo l'ex centrocampista viola Marko Marin. Tanti i campioni stranieri che hanno militato nell'Olympiakos: l'ungherese Lajos Detari, l'ucraino Oleh Protasov, Predrag Djoedevic ex giocatore serbo ha vinto 12 campionati (record) e detiene il primato di gol segnati da uno straniero con l'Olympiakos (158), il brasiliano Giovanni Silva de Oliveira 5 stagioni con l'Olympiakos dal 1999 al 2005 (98 gol in 208 gare ufficiali con la squadra). Altri grandi giocatori hanno vestito questa maglia: Zlatko Zahovic, Christian Karembeu e addirittura Rivaldo dal 2004 al 2007 (il brasiliano Pallone d'Oro 1999 e Campione del Mondo 2002)
e Olof Mellberg nel 2009. Anche l'attuale mister del Barcellona Ernesto Valverde (2010-2012) ha allenato questo club e il mister del Monaco Jardim (2012) e l'ex giocatore del Real Madrid Michel (2013-2015). Nella prima gara del Girone i greci dell'Olympiakos si sono arresi in casa per 2-3 contro lo Sporting Lisbona.
(In alto Massimiliano Allegri alza il trofeo Coppa Italia: il tecnico bianconero ha conquistato 19 vittorie in Europa con la Juventus in 35 panchine; a sinistra l'ex juventino Fernando Llorente in azione contro l'Olympiacos nella Champions League 2014/2015)
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CHIUSO IN REDAZIONE ALLE ORE 17 DI MARTEDÌ 26 SETTEMBRE 2017
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Numeri e Statistiche
di Massimo Fiandrino
Le reti 'centenarie' europee: Platini, Conte, Del Piero e... LE 399 RETI JUVE IN COPPA CAMPIONI/CHAMPIONS. LA NUMERO 200 DI CONTE PROPRIO CONTRO L'OLYMPIACOS. ECCO LE CENTENARIE
DYBALA MIGLIOR BOMBER BIANCONERO DI SEMPRE DOPO 6 GARE INIZIALI DI SERIE A E SECONDO SOLO AD ANGELILLO NELLA GRADUATORIA GENERALE 10 le reti di Dybala in queste prime 6 gare iniziali in Campionato, il bomber bianconero più prolifico di sempre a questo punto in serie A. Prima della Joya avevano realizzato 8 reti Borel II nel 1933/34 e Bo-
1 - SIVORI il 24 settembre 1958. Nell'esordio della Juve nella Coppa più prestigiosa, vittoria contro gli austriaci del Wiener Sk per 3-1 con la tripletta di Sivori (e il primo gol dopo appena 2 minuti). Ma il proseguo si presenta arduo, i Bianconeri in trasferta subiscono un debacle, perdono 7-0 e questo rimane il peggior ko della Juventus di sempre in Europa.
re il Girone collezionando solo 1 vittoria e 5 pareggi, 8 punti in tutto: incredibile.
100 - PLATINI il 29 maggio 1985. La centesima rete nel momento più tragico, la Juventus è Regina d'Europa
300 - DEL PIERO il 7 dicembre 2005. La 300a rete con la firma di Alex Del Pie-
niperti nel 1953/54. Nella graduatoria generale primo è Angelillo (Inter) con 13 reti nel '58/'59. 54 i gol ufficiali di Dybala con la casacca Juve in 102 gare fra Campionati e Coppe e supera in questa speciale classifica Cesarini, Pastore e Luca Vialli a 53. Le reti dell'argentino sono state 40 in serie A, 6 in Coppa Italia, 5 in Champions e 3 nella Supercoppa Italiana. 102 le presenze ufficiali di Dybala con la Juve fra Campionati e Coppe (il bilancio è di 74 vittorie, 14 pareggi e 14 sconfitte), l'esordio con gol in bianconero l'8 agosto 2015 nella Supercoppa Italiana (subentra a Coman al 63' in gol dieci minuti dopo per il definitivo JuventusLazio 2-0). 5 i Titoli vinti dal campione argentino con i bianconeri: 2 Scudetti (2015/16 e 2016/17), 2 Coppe Italia (2015/16 e
2016/17) e una Supercoppa Italiana (2015). CHIELLINI AD UN PASSO DA CABRINI 439 le presenze ufficiali di Chiellini nella Juventus (corredate da 34 reti), di queste 304 in serie A, 32 in serie B, 24 in Coppa Italia, 4 nella Supercoppa Italiana, 58 in Coppa Campioni/ Champions, 17 in Coppa Uefa/Europaleague. 58 le presenze di Giorgio Chiel-
lini in Coppa Campioni/ Champions League. Se gioca contro l'Olympiakos raggiunge Montero a 59. Oltre a Montero meglio di lui in questa speciale classifica solo: Buffon 107, Del Piero 92, Tacchinardi 71 e Pessotto 68.
(In alto da sx in senso orario: Del Piero, Dybala, Mandzukic e Platini con Maradona)
PRECEDENTI JUVE IN COPPA CAMPIONI/CHAMPIONS CONTRO SQUADRE GRECHE ■ COPPA CAMPIONI 1961/62 (Sedicesimi) Atene, 20/09/1961 Panathinaikos-Juventus 1-1
Reti: Mora (J) al 45' Papaemmanouel (P) al 66' Arbitro: Galba (Cecoslovacchia) Torino, 27/09/1961 Juventus-Panathinaikos 2-1 nel suo giorno più triste, la realizza Michel Platini nello stadio Heysel (Juve-Liverpool), al posto della gioia la tragedia con 37 tifosi italiani che perdono la vita. 200 - CONTE il 17 marzo 1999. La 200a rete della Juventus è segnata da Antonio Conte all'Olympiakos Pireo (1-1) e decisiva per la qualificazione dei Bianconeri in semifinali (verranno eliminati dal Manchester Utd). Una stagione difficile il 1998/99 per i Bianconeri che chiudono il primo ciclo Lippi (le dimissioni a dicembre 1998 al suo posto Ancelotti) e riescono a supera-
ro, cannoniere dei Bianconeri nella storia del club e in Champions con 44 reti: Rapid-Juventus 1-3 al minuto 35. 399 - MANDZUKIC il 3 giugno 2017. La 399a è ancora molto attuale: la rovesciata spettacolare di Mario Mandzukic (minuto 27) che regala il momentaneo pareggio della Juventus contro il Real Madrid. Nella ripresa la squadra di Zidane dilagherà e addio sogno bianconero (1-4). Questa rimane la rete più bella e spettacolare di tutta l'edizione 2016/2017.
Reti: Nicolè (J) al 20' Rossano (J) al 23' Koleras (P) al 62' rigore Arbitro: Optuvic (Cecoslovacchia)
■ COPPA CAMPIONI 1967/68 (Sedicesimi) Atene, 20/09/1967 Olympiakos-Juventus 0-0
Reti: Inzaghi F. (J) al 37' Conte (J) al 78' Niniadis (O) al 89' rig. Arbitro: Garcia Aranda (Spagna)
Atene, 17/03/1999 Olympiakos-Juventus 1-1
Reti: Gocic (O) al 12' Conte (J) al 86' Arbitro: Merk (Germania) ■ CHAMPIONS 2000/2001 (Girone) Torino, 19/09/2000 Juventus-Panathinaikos 2-1
Reti: aut. Nikopolidis (P) al 35' Goumas (P) al 47' Trezeguet (J) al 83' Arbitro: Pedersen (Norvegia)
Arbitro: Horvath (Jugoslavia)
Atene, 08/11/2000 Panathinaikos-Juventus 3-1
Torino, 11/10/1967 Juventus-Olympiakos 2-0
Reti: Menichelli (J) al 12', Zigoni (J) al 49' Arbitro: Droz (Svizzera)
■ CHAMPIONS 1998/1999 (Quarti)
■ CHAMPIONS 2003/2004 (Girone)
Torino, 03/03/1999 Juventus-Olympiakos 2-1
Atene, 30/09/2003 Olympiakos-Juventus 1-2
Reti: Paulo Sousa (J) al 6' Inzaghi F. (J) al 24' Bassinas (P) al 59' rig. Warzycha (P) al 65' Arbitro: Jol (Olanda)
Reti: Stoltidis (O) al 11', Nedved (J) al 21' e 79' Arbitro: Poulat (Francia) Torino, 10/12/2003 Juventus-Olympiakos 7-0
Reti: Trezeguet (J) al 14' e 25' Miccoli (J) al 19' Maresca (J) al 28' Di Vaio (J) al 62' Del Piero (J) al 66' Zalayeta (J) al 79' Arbitro: Plautz (Austria)
■ CHAMPIONS 2014/2015 (Girone) Atene, 22/10/2014 Olympiakos-Juventus 1-0
Reti: Kasami (O) al 36' Arbitro: Mazic (Serbia) Torino, 04/11/2014 Juventus-Olympiakos 3-2
Reti: Pirlo (J) al 21' Botia (O) al 24' N’Dinga (O) al 61' aut. Roberto (J) al 65' Pogba (J) al 66' Arbitro: Atkinson (Inghilterra)
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Spettacoli e cultura
'Arrivano i paparazzi', 150 immagini di foto 'rubate' Fino al 7 gennaio 2018, presso le sale di 'CameraTo', in mostra fotografi e divi dalla 'Dolce Vita' a oggi
U
na nuova mostra, presso le sale di 'CameraTo - Centro Italiano per la Fotografia' a Torino, in via delle Rosine. Fino al 7 gennaio 2018, si apre l'esposizione
fotografica “Arrivano i Paparazzi! Fotografi e divi dalla Dolce Vita a oggi”, a cura di Walter Guadagnini e Francesco Zanot. Roma, l’Italia e il mondo, da la Dolce Vita a
oggi, in una mostra che intende documentare, con un taglio originale e con molte immagini mai esposte in precedenza, la lunga, vitale stagione dei cosidetti “Paparazzi” ed indagare la storia e il ruolo della fotografia "rubata", capace di influenzare il costume, le mode e talvolta di determinare il destino stesso di coloro, che di quelle immagini sono stati i protagonisti. L'esposizione si concentra su un particolare fenomeno che ha assunto un ruolo fondamentale nell’intera storia della fotografia italiana ed internazionale, dagli anni Cinquanta fino agli sviluppi nell’immaginario contemporaneo. 150 immagini che raccontano l'epopea della "fotografia rubata", in Italia e nel mondo, dove il mondo rappresentato è quello dello scandalo e del gossip. Fotografie che hanno segnato per sempre la percezione popolare dei personaggi pubblici, attori, cantanti, politici e donne soprattutto. In mostra, fra i vip e le star di ieri e di oggi, troviamo Anita Ekberg, Marilyn Monroe, Jackie Kennedy, Lady D, Sofia Loren, Brigitte Bardot con scatti di famosi fotografi come Tazio Secchiaroli, Marcello
Geppetti, Ron Galella, Lino Nanni e progetti fotografici di artisti contemporanei come Alison Jackson, Ellen von Unwerth e Armin Linke. La mostra non si ferma a questa rievocazione, ma procede negli anni succes-
sivi con tematiche rinnovate in seguito ai mutamenti della società e degli stessi mezzi d’informazione. Compaiono sulla scena altri personaggi, le situazioni si fanno più scabrose, il gusto della sorpresa e dell’assalto che caratteriz-
A Torino due giorni dedicati al rapporto tra musica dal vivo, ballo e attività sportiva Al Circolo dei Lettori e al Jazz Club si apre la manifestazione ' Jazz, Sport & Welfare' Il 28 e 29 settembre, al Circolo dei Lettori ed al Jazz Club Torino di piazzale Valdo Fusi, si apre la manifestazione “Jazz, Sport & Welfare”, a cura del Consorzio Piemonte Jazz. Una due giorni di incontri e convegni dedicati al rapporto tra musica dal vivo, ballo, attività sportiva e implicazioni nei campi della salute e della prevenzione delle malattie professionali. Musicisti, ballerini, atleti e tecnici sportivi si confronteranno con docenti universitari ed esperti di medicina sportiva e per musicisti, prendendo spunto dalla connessione esistente tra musica e danza. Inoltre, istituzioni, organizzazioni sindacali e Confartigianato prenderanno parte ai lavori affrontando i temi legati alla prevenzione, alla cura, alle tutele assicurative e al welfare di artisti e sportivi. Il Consorzio Piemonte Jazz continua il suo lavo-
ro di informazione e sensibilizzazione sul tema del welfare dei musicisti e dei professionisti del mondo dello spettacolo. In collaborazione con il Centro Medico della SUISM dell'Università di Torino e ANCoS Confartigianato. Il program-
ma della manifestazione: Giovedi 28 al Circolo dei Lettori (Via Bogino 9) presso la Sala grande 'Summer Lindy Stories LindyBros e JassBrassBros', con Diego Borotti al sax tenore, Monica Fabbrini voce, Gabriele Ferian alla chitarra, Davide Liberti al contrabbasso, Paolo Franciscone alla batteria. Ore 20,30: lezione aperta a tutti a cura dei LindyBros. Ore 21,30: Social Dance. Venerdi 29 sempre in Sala grande alle ore 16: Tavola rotonda sul tema Jazz, Sport & Welfare. A seguire al Jazz Club Torino alle ore 21,30: The Last Summer Lindy Story @ JCT. In collaborazione con la scuola di ballo swing Feel Good Swing Damn Swing Ilaria Allegri voce, Marcello Picchioni al pianoforte, Gianmaria Ferrario al contrabbasso, Marco Breglia alla batteria. (p.r.)
zava i Paparazzi si trasforma in uno sguardo da lontano, più voyeuristico. Ne è da esempio, la vicenda di Jackie Bouvier Kennedy (in seguito Onassis), autentica icona della stampa scandalistica e di costume. Negli anni Sessanta il suo volto è immortalato in alcuni scatti di Ron Galella, mentre lei passeggia tranquillamente e inconsapevole per le vie della città, ma nel decennio successivo diventa preda di una serie di servizi che la mostrano senza veli, in situazioni private. La celebre sequenza di Settimio Garritano la ritrae nuda mentre prende il sole in vacanza, pubblicata sulle riviste per soli uomini, diventa un caso internazionale. Spazio anche al mondo della moda, bersaglio delle “paparazzate”, con le immagini della grande fotografa Ellen von Unwerth, che hanno come protagonisti le star del nostro tempo, da David Bowie a Kate Moss a Monica Bellucci, e che unisce l’ironia della citazione alla esplicitazione di uno sguardo al femminile. L’inglese Alison Jackson invece ha realizzato alcune immagini nelle quali sono ricostruiti scatti apparentemente rubati a personaggi celebri come Marilyn Monroe e la stessa Lady Diana, in un gioco di inganni e specchi che lascia lo spettatore stupito, interdetto e divertito. Infine, la retrospettiva si chiude con un ampio progetto di Armin Linke, tra i protagonisti della fotografia contemporanea, che ha lavorato sull’archivio di Corrado Calvo, moderno paparazzo, reso celebre dalle sue istantanee sulle vacanze di Berlusconi: un lavoro, quello di Linke, che riflette anche sui temi dell’archivio e del senso di una professione e di un atteggiamento così controverso e affascinante. Paolo Rachetto
(Nella foto in alto a sx: Galella_ Jackie-RG; in alto a dx: Ellen von Unwerth, Kate Moss and David Bowie, 2003; in basso a sx: Walter Chiari e Tazio Secchiaroli 1958)
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Spettacoli e cultura
'La Ninfea' di Giacomo Grosso alla Corte Medievale A Palazzo Madama, sino al 23 ottobre, viene esposta la tela datata 1907 del noto artista torinese
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alazzo Madama di Torino espone alla Corte Medievale, dal 28 settembre al 23 ottobre, la tela dell’artista Giacomo Grosso, “La Ninfea”, datata 1907, in occasione della mostra "Giacomo Grosso. Una stagione tra pittura e Accademia", promosso e organizzato dall’Accademia Albertina di Belle Arti e
il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Palazzo Madama ed il Palazzo Comunale di Cambiano. L’opera verrà esposta all’interno dell’imponente “Cornice d’alcova” seicentesca, una sorta di piccolo arco trionfale di legno intagliato e dorato, che Giacomo Grosso utilizzava come location per mettere in posa le sue modelle, e pertanto raffigurato in molti suoi dipinti. Il dipinto “La Ninfea” è stato esposto nel 1907, alla Biennale Internazionale di Venezia. Qui si vede nella la capacità dell’artista di ritrarre la sensualità femminile impressionisti-
dal Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto. L’esposizione, curata da Angelo Mistrangelo, è suddivisa in quattro sedi istituzionali, ognuna delle quali propone un differente percorso volto ad approfondire i diversi aspetti della figura di Giacomo Grosso. A Torino, presso la Pinacoteca dell’Accademia Albertina,
camente colta tra le luci filtrate dalla vegetazione di un lussureggiante giardino. L'opera di Giacomo Grosso è esposta in Corte Medieva-
le dove è in corso la mostra di Franco Fontana. Paolo Rachetto (A sx la Ninfea - foto Palazzo Madama; a dx Palazzo Madama - Foto Rachetto)
Alle Fonderie Limone in scena 4 capolavori La Compagnia olandese Introdans presenta: Polish Pieces, Canto Ostinato, Songs of a Wayfarer e Rassemblement
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enerdì 29 e sabato 30 settembre, alle ore 20.45, la Compagnia olandese Introdans porterà in scena, in prima italiana, alle Fonderie Limone di Moncalieri, un programma d’eccezione che include quattro capolavori di alcuni tra i più famosi coreografi contemporanei: Polish Pieces di Hans van Manen, Canto Ostinato di Lucinda Childs, Songs of a Wayfarer
di Jirí Kylián e Rassemblement di Nacho Duato. La serata, che Introdans presenta a Torinodanza Festival 2017, rappresenta un corposo saggio di questo patrimonio, una sapiente miscela di repertorio e novità che include quattro capolavori contemporanei. Introdans e la storia di un sogno: agli inizi degli anni Settanta i Paesi Bassi ospitano tre compagnie
professioniste di danza, concentrate nell’Ovest del paese. Ton Wiggers e Hans Focking creano nel 1971 ad Arnhem, nell’area ad Est del paese, lo Studio L.P. L’obiettivo è chiaro: portare il balletto, nel senso più ampio del termine, al maggior numero di spettatori possibili. Gli inizi sono difficili, le sovvenzioni stentano, ma la passione dei due artisti trova subito un riscontro
nel numero di persone che si avvicinano al professionismo e, nel 1979, arriva il nuovo nome: Introdans, come introduzione alla danza. La compagnia olandese, che vanta 40 anni di storia, è una delle formazioni contemporanee cardine del vecchio continente con un ricchissimo carnet de bal. (p.r.) (Polish Pieces Foto Hans Gerritsen)
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