ZAMBON. Oxy.gen IL RESPIRO NELL'ARCHITETTURA

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Michele De Lucchi Il respiro nell’architettura

13 . 11 . 2014



Ha senso costruire se si dĂ un significato alle costruzioni.


1.

Il pagliaio Tagliare l’erba e raccogliere il fieno, nei covoni prima nei pagliai poi, è un’operazione ancestrale oramai in disuso che però conserva nella mentalità comune l’impellenza e la poesia di prepararsi al futuro, ai mesi freddi dell’inverno. La forma dei pagliai forse è la forma architettonica per eccellenza: pura, essenziale e unica.

Installazione itinerante Expo Agorà, Expo 2015 Spa, Milano, Castello Sforzesco, 2013



2.

Il tronco I tronchi, si sa, sono quelli degli alberi e sono grossi, robusti e forti. Si sa tutto e non c’è nemmeno bisogno di descriverli per incominciare a parlarne. A ciascuno ne viene in mente qualcuno di diverso, diritto o contorto, alto o basso e tarchiato o esile. I tronchi ci fanno chiaramente pensare agli alberi ma non a un albero.

Uffici Il Tronco, Honoris Holding Gmbh & Co. Kg, Pforzheim (Germania), 2009 - 2012



UniCredit Pavilion, Milano, 2013 - in corso


3.

Il seme I semi cadono sulla terra e le radici si infiltrano nel terreno per radicarsi e crescere e vegetare. I semi hanno una pelle che li ricopre e protegge un cuore vivo, vitale, fertile. C’è dentro l’essenza della vita e la magia di quelle materie che si trasformano e rigenerano quello da cui sono state generate. Il seme di un pensiero messo in un progetto che si evolverĂ .


4.

La prospettiva La prospettiva dà profondità alle cose. È un sistema per vedere più lontano e abbandonare la stretta logica della convenienza contingente. C’è la linea di terra e la linea di fuga. Il punto di fuga ti spinge a guardare lontano e lontano ti porta. I corridoi sono prospettive.

Biblioteca di Storia dell’Arte e restauro della Manica Lunga, Fondazione Cini, Venezia, 2005 - 2009



5.

La pace La pace va cercata‌ La pace si costruisce, pezzetto dopo pezzetto, mattone dopo mattone, traliccio dopo traliccio. Un bel ponte è tradizionalmente simmetrico. Costruire un ponte ha sempre senso e merita sempre portare posizioni divergenti in contatto.

Ponte della pace, Old City Rehabilitation and Development Fund, Tbilisi (Georgia), 2009 - 2010



6.

La crosta La crosta è una cosa strana. La crosta terreste merita il più importante museo della Terra, anzi, non esiste ancora e non esisterà mai un museo importante a sufficienza e in ogni caso speriamo proprio che in un museo non vada a finire, ma rimanga sempre lì e sempre più bella a disposizione di tutti, ma proprio di tutti.

Padiglione Zero, Fiera Milano Spa, sito espositivo di Expo Milano 2015, 2012 - in corso



7.

Il sasso levigato Una storia indĂš racconta di un maestro che insegnava ai discepoli la regola per ottenere la saggezza e la felicitĂ .

Spazio espositivo Intesa Sanpaolo per Expo Milano 2015, 2012 - in corso


Bisogna diventare come i sassi nel fiume che sanno che l’acqua passerà sempre inevitabilmente sopra. Il sasso la fa passare con indifferenza e lascia che la corrente modelli la sua forma scivolando sulla pelle, arrotondando le asperità, modellandone il corpo.


8.

L’aria è tutto ma non si vede mai. Tutti la sentiamo, la viviamo, la godiamo, la respiriamo, la inspiriamo, la espiriamo, la vogliamo, la pretendiamo ma ci pensiamo solo quando non c’è più o quando è cattiva, dannosa, pericolosa.



9.

L’aria non è il vuoto ed è quella entità più contemporaneamente vicina all’idea del niente e del tutto. Dove sta l’aria? Sta nel respiro e nell’affanno, nel caldo e nel freddo, nella luce e nel buio, nel movimento e nella stasi, nello spazio e negli oggetti, nella tempesta e nella bonaccia, nella materia e nello spirito, nel corpo e nella mente.



10.

L’aria dà la forma alle cose. Dà la geometria e l’organicità e questo nell’architettura è tutto.




11.

Bresso era un piccolo paese agricolo che si è trasformato negli anni ‘50 con l’avvento dell’industria e l’arrivo di tanti immigrati. Oggi è praticamente Milano ed è stato assorbito nella maglia urbana.


12.

Il Parco Nord è un bellissimo giardino che organizza e difende le aree verdi. Ăˆ tutto quello che è rimasto della campagna di tanti anni fa. Un angolo del parco confina con Open Zone, un campus di ricerca sperimentale per diverse aziende farmaceutiche.



13.

Qui passano le acque del fiume Seveso che nelle vicinanze di Milano è stato quasi interamente interrato. Con queste acque è stato possibile realizzare un laghetto e al centro di un laghetto è stato costruito l’Oxy.gen Pavilion.




14.

Ăˆ un piccolo padiglione in struttura leggera dedicato alla divulgazione scientifica della salute del respiro e dell’ambiente.


15.

Appare come una bolla d’aria, una calotta semisferica. In realtà è un diedro poligonale. Tutte le forme organiche nascono da una geometria. Come le molecole.



16.

In origine è un pentagono con un lato piÚ corto.




17.

Diventa un poligono con 9 lati tutti uguali, mantenendo la lunghezza del lato corto.



18.

Si separano a pezzi di tre lati e si ottiene una forma trilobata.



19.

Ogni lato viene diviso per ottenere una dimensione pi첫 costruibile.



20.

La forma finale è l’Oxy.gen Pavilion.


21.

Ăˆ rivestito con due strati di tessuto e ricoperto da una griglia in elementi metallici che consolida la struttura e ombreggia. L’aria passa attraverso i due strati di tessuto e attutisce gli sbalzi acustici e di temperatura.




22.

All’interno una grande sala per incontri, conferenze, presentazioni, esperimenti, lezioni, proiezioni ed esposizioni.


23.

Si arriva attraverso un ponticello che separa dal mondo caotico e stressato per giungere dove il proprio respiro si può anche sentire. E si arriva a captare la propria mente.




24.

Non possiamo impedire al nostro corpo di cercare l’aria. Il respiro è l’atto più essenziale del nostro sistema nervoso ed è il simbolo della vita sulla terra. Respirando esistiamo.


25.

Il respiro ci porta dentro. Sentiamo l’aria che entra e arriva ai polmoni. I polmoni si gonfiano e si sgonfiano. Se pensiamo al respiro pensiamo a noi e la nostra mente si concentra sull’esistenza. E vorremo fosse sempre migliore, per noi e per quelli dopo di noi.



26.

C’è sempre un dentro e un fuori. Nell’uomo come negli edifici, senza un fuori non ci sarebbe un dentro. Senza i muri non ci sarebbero le case, senza i corpi non ci sarebbero le menti. Il fuori determina il dentro e il dentro il fuori. È l’architettura. La qualità degli ambienti influenza la nostra esistenza e le nostre emozioni influenzano gli spazi nei quali viviamo. Ogni variazione è determinata da una nuova sopraggiunta immaginazione.




27.

Quando pensiamo al respiro del corpo vediamo la mente dell’uomo. Quando pensiamo al respiro del mondo vediamo la mente dell’architettura. Nelle culture orientali corpo e mente non sono separabili. Anche nell’architettura la costruzione e la vita non sono separabili. La mente dell’architettura ci racconta il senso del costruire. Si costruisce per sopravvivere nella speranza di vivere meglio.


28.

Oxy.gen Pavilion non è un padiglione dell’Expo. È un padiglione solitario, inaspettato, in mezzo a un laghetto, alla periferia di Milano. Si distacca da tutto quello che gli sta vicino ed è dedicato da Zambon alla curiosità di chi vuole conoscere di più del mondo, degli altri, di se stesso e di quello che ha dentro.




Progetto architettonico, di allestimento e grafico Michele De Lucchi Project leader Nic Bewick Collaboratori progetto Davide Angeli Federica Cevasco Marco Corazza Matteo Di Ciommo Francesco Faccin Francesco Garofoli Maddalena Molteni Greta Rosset Vittorio Romano Laiza Tonali


Stampato a Milano nel novembre 2014




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