Angal da Kampala una volta al mese per risolvere le difficoltà degli operatori che usano il programma “Open Hospital”. Per la connessione Internet, invece, mancano ancora i fondi.
E i costi dell’Ospedale? Il Saint Luke nel 2011 è costato globalmente circa 479.585 euro. Il 49% di questa cifra è stata finanziata da “Amici di Angal”, il 23% da fondi delegati del governo ugandese e solo il 17% dai ticket pagati dai pazienti. Da sottolineare due aspetti: in primo luogo come risulti da studi di settore che un ospedale che tragga più del 20% delle proprie entrate dai pazienti diventi a breve un ospedale non più a servizio dei poveri; in secondo luogo che “Amici di Angal” è il maggior finanziatore dell’Ospedale. Questi elementi richiederanno a breve/medio termine cambiamenti di strategia da parte di entrambe le parti, allo scopo di ottimizzare ulteriormente le risorse e diversificare i finanziatori. È in gioco la possibilità che la gente povera dell’area possa continuare a trovare nell’Ospedale di Angal una risposta decorosa ai propri bisogni di salute. Borse di studio e stipendi governativi Linee di credito 3% per acquisto farmaci 5%
Altre 3%
4. Progetto dentistico: si sono fatti dei buoni passi avanti nella collaborazione con la SMOM, che ha inviato negli ultimi 12 mesi ben tre volontari, Matteo Traversone (agosto 2011 e gennaio 2012), Francesco Riboli (gennaio 2012) e Salvatore Bonatesta (ottobre 2011).
N ew s
Che cosa puoi fare tu
a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”
I Progetti Come contribuire
Assistenza degli orfani da AIDS
I contributi si possono inviare con bonifico bancario a: ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUS Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie locali Unicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr) che accolgono e si prendono cura di questi orfani (247 al 20 c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: L novembre 2011). IBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019 Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, cure mediche, istruzione).
Numero 9 – MAGGIO 2012
eventi E lontano da Angal...
Entrate ospedale di Angal 2011.
e manifestazioni
20/10/11 A Como incontro a casa Nessi, dove Italo, al ritorno da Angal, aggiorna i membri del Consiglio Direttivo dell’Associazione sui risultati del workshop organizzato dall’Amministratore dell’Ospedale per promuovere il progetto definito “Quality Improvement Plan”. A novembre, nello storico Campo Padovani di Firenze, la squadra dell’Old Rugby e quella dei giovani under-14 del Firenze Rugby 1931 scendono in campo per promuovere una raccolta di fondi a favore dell’Ospedale di Angal.
Nuovi obiettivi e realizzazioni 1. Nello scorso numero avevamo iniziato con una nota negativa : la mancata realizzazione delle casette per gli infermieri. Questa volta possiamo invece esprimere soddisfazione perché 6 nuove casette sono state completate in questi giorni e presto saranno assegnate ad altrettanti dipendenti dell’Ospedale. Artefice di questo lavoro è fratel Gianni Bonafini, che un anno fa aveva anche costruito gli shelters (=alloggi) per i parenti dei pazienti.
7/12 A Stresa gli “Amici di Cinzia”, in occasione della festa dell’Immacolata, propongono artigianato africano e prodotti locali per finanziare 3 borse di studio che permetteranno ad altrettanti figli di dipendenti dell’Ospedale di diventare infermieri.
2. È ancora in fase di stallo, viceversa, il Progetto rete idrica. Un passo avanti era stato fatto con la venuta ad Angal dell’Ing. Emmanuele Giaccari, che aveva completato il progetto con i dati planimetrici e chiesto un preventivo ad una ditta di Kampala per l’acquisto dei tubi. Speriamo che entro l’estate si possa affrontare la spesa e… l’esecuzione. 3. Progetto informatico: grazie ad “Informatici senza frontiere” abbiamo raggiunto un accordo con un informatico ugandese, Joseph Balikuddembe, disposto a recarsi ad
18/12 Presso l’Auditorium di Aymavilles (Aosta) Concerto di Natale con l’Orchestra Suzuki e il Coro di voci bianche “Canto leggero”. In occasione del Concerto, ad ingresso gratuito, vengono distribuiti i calendari “Karacel 2012” e si raccolgono offerte destinate all’Associazione “Karacel”, che opera a fianco di “Amici di Angal”.
Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lunghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro. L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delle Entrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Al momento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il 5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscale dell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spazio del modello IRPEF.
Assistenza degli ammalati di AIDS spesa annua: € 35.000 Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati di AIDS attraverso una équipe di infermieri espressamente formati per questo servizio.
Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sceglieranno di beneficiare la nostra Associazione. I contributi raccolti attraverso questa forma di finanziamento saranno interamente impiegati a favore dell’Ospedale e dei Progetti sostenuti dagli “Amici di Angal”.
Operazione Proteine spesa annua: € 8.000
Ulteriori informazioni si possono richiedere a: Amici di Angal ONLUS Via Vivaldi 3 - 37020 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 7513296 sito web: www.amicidiangal.org e-mail: info@amicidiangal.org
Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) interno all’Ospedale, che fornisce tre pasti al giorno ad alto contenuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione. Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche ai pazienti bisognosi degli altri reparti.
Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione, coordinata da Tilde Barone tilde.barone@live.it Giuseppina Ricciardi tel. (+39) 333 7122535 tel. (+39) 338 7728989
Samaritan Fund spesa annua: € 7.500 Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che non possono pagare la sia pur modesta retta chiesta dall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farmaci salvavita”.
Realizzazione grafica: Quadri_Folio Fotografie: da archivio dell’Associazione Stampa: Tipografia Gravinese, Torino
31/01/12 Ad Aosta, in occasione della Fiera di S. Orso, esposizione di oggetti dell’artigianato valdostano, regalati da artigiani locali, da donare in cambio di offerte per “Karacel”.
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Cronache da Angal
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Tempo di bilanci: il nostro e… il loro
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Nuovi obiettivi e realizzazioni
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E lontano da Angal…
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Testimonianze
È possibile anche effettuare donazioni on-line in modo rapido, gratuito e sicuro attraverso il sistema di pagamento Paypal (www.paypal.com).
spesa annua: € 60.000
Fondi delegati governativi 23%
In questo numero:
(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito in Legge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUS con assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato fino alla misura del 10%).
Ricovero gratuito per i bambini
Ticket da pazienti 17%
GRAZIE a tutti quelli che ci hanno dato fiducia − per un valore rappresentante l’89% delle entrate (458.883 euro); da sottolineare però che il dato non rispecchia la reale avvenuta contrazione delle erogazioni, riflesso della crisi finanziaria, in quanto influenzato dalla presenza di un importante quanto occasionale lascito testamentario. Le attività tipiche e accessorie, da intendersi come trasferimenti di denaro da enti pubblici o fondazioni a sostegno di attività dell’Associazione, sono ammontate a 2.450 euro, mentre il 5 x mille ha comportato un’ entrata pari a 43.221 euro.
Padre Felice Centis ethò (“è morto)
News dagli Amici di Angal
L’Associazione “Amici di Angal” sostiene l’attività • Svolgere un’opera di sensibilizzazione. dell’Ospedale St. Luke di Angal, in Uganda, e vari • Partecipare agli eventi di raccolta fondi. Progetti di assistenza e cura di bambini e adulti indigenti. • Impegnarti in una donazione regolare a sostegno dei singoli Progetti.
contributo annuo necessario: € 200
L’Ing. Giaccari, progettista del nuovo acquedotto.
Donazioni in beni e servizi 49%
L’Associazione in breve
Un “figlio” ritrovato (di Sonia e Giannino Busato)
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Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni (di Rita Polo)
0
Figli di Angal: mama Klaùdia racconta Jakuma Saggezza africana (V)
Cronache da Angal Le missioni continuano Per molti anni le notizie da Angal sono state fornite esclusivamente da “ Mario e Claudia”. In futuro ci sarà anche l’apporto di altri Soci, che hanno già cominciato ad affiancarci nella gestione dei rapporti con l’Amministrazione dell’Ospedale. Questo non vuol dire che intendiamo “mollare”, ma che, per il bene di Angal, c’è bisogno di forze nuove e anche più giovani! La nostra 36ª missione, infatti, si è interrotta bruscamente a causa di una grave lombosciatalgia di Claudia, non trattabile ad Angal. Durante la nostra permanenza, nei vari incontri con l’Amministratore e il Direttore sanitario, abbiamo avuto l’appoggio di Rita Polo, rientrata a pieno ritmo fra i membri attivi dell’Associazione, che si è prodigata anche in sala operatoria (v. la sua Testimonianza a p. ooo?). Claudia ha constatato delle gravi carenze in Nutrition Unit, dove mancava il latte in polvere e non si era fatto nulla per reperire latte fresco; dove, dal nostro ultimo soggiorno, a giugno, non era stato più acquistato pesce fresco e quello secco era di pessima qualità. Con noi è tornato anche Salvatore Bonatesta, per riprendere il lavoro iniziato nell’ambito del progetto dentistico, 1
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insieme con Maurizio Nicolardi ed Emanuele Giaccari, intenzionato ad occuparsi del rifacimento della rete idrica dell’Ospedale. Dal 18 giugno all’8 luglio aveva avuto luogo la missione di Luca e Francesca Sarti (con i figli Giacomo e Cecilia), durante la quale avevano discusso il rinnovo della Convenzione che regola i rapporti essenziali tra Amministrazione e Associazione, coinvolgendo, oltre alle parti interessate, anche il nuovo Vescovo, Mons. Wanok, in qualità di proprietario dell’Ospedale. Ad ottobre eravamo stati preceduti da Italo Nessi, che aveva partecipato, su incarico dell’Associazione, al Seminario su “Quality improvement” organizzato dall’Amministratore. A febbraio 2012, un ritorno inaspettato: Sonia e Giannino Busato, nostri predecessori ad Angal, vi si sono fermati un mese per insegnare i fondamenti dell’anestesia a medici e infermieri (la loro commossa Testimonianza è a p. ooo). Giovanni Cardellino, di nuovo ad Angal per le verifiche di routine dal 4 al 18 febbraio, ha avuto numerosi incontri con il team amministrativo, con gli infermieri, per raccogliere le loro richieste e i suggerimenti al fine di migliorare sempre più il servizio, ed ancora con il Vescovo. Con Giovanni Soumia Ferg, che ha sostituito Claudia in Nutrition Unit.
Padre Felice Centis ad Angal
Padre Felice Centis, Comboniano, averva 92 anni; ne avrebbe compiuti 93 il mese prossimo, ma il 10 marzo “il Signore lo ha chiamato a sé silenziosamente”, come ha scritto Padre Gino Stocchero nel darci la notizia. Nella sua lunga vita missionaria aveva svolto varie mansioni in Italia e in Inghilterra ai vertici dell’Istituto, ma il suo cuore era in Africa, in Uganda, dove era giunto nel 1967 e dove sarebbe rimasto quasi ininterrottamente, 5 x mille Entrate Attività 9% dedicandosi oltre a tutto il resto alla traduzione in Alùr finanziarie tipiche e della Bibbia e del Messale, lavoro estremamente diffici1% accessorie 1% le, che lo impegnò per anni. Lo scorso settembre, dopo un periodo di cure in Italia, volle riprendere il volo per l’Uganda e ritornare a concludere la propria missione fra gli Alùr. Alla notizia della sua morte, dopo un primo sentimento Erogazioni liberali di sgomento, è questo il pensiero che ci ha consolati: che 89% è morto fra la gente alla quale aveva dedicato la sua vita, Entrate 2011 Amici di Angal. come aveva desiderato. Padre Felice sarà ricordato con riconoscenza da quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e mancherà moltissimo alla gente di Angal e a quanti, medici ed amici, ad Angal Le uscite del 2011 hanno riguardato per il 97% progetritorneranno. ti in favore dell’Ospedale, per un totale di 309.938 euro, quota percentuale davvero elevata al confronto di altre realtà associative o istituzionali di aiuto allo sviluppo; il resto si è diviso fra spese per raccolta fondi e oneri bancari (poco più di 6.700 euro). Le uscite sono ammontate a 316.667,93 euro, maggiori quindi delle entrate per un differenziale di circa 18.000 euro. La cosa è motivo di inevitabile preoccupazione, anche perché negli anni il supporto richiestoci dall’Ospedale si è fatto sempre più oneroso; in particolare nel 2011 un aumento di stipendi nel settore sanitario pubblico ugandese si è tradotto in un analogo (e legittimo) incremento di stipendi anche nell’Ospedale di Angal, al quale l’Associazione ha dovuto far fronte, con un pesante incremento della nostra esposizione finanziaria. Spuntino di gruppo sulla via per Angal.
Progetti per Angal 97%
Tempo di bilanci: il nostro…e il loro È proprio così: con l’arrivo della primavera si rendono ineludibili adempimenti di legge, che diventano anche Uscite occasione di riflessione su quantità e qualità del nostro finanziarie 1% intervento a favore dell’Ospedale, nell’anno trascorso. Le entrate del 2011 si sono caratterizzate per erogazioni liberali per poco più di 408.756 euro – un caloroso Uscite 2011 Amici di Angal. 2
Spese per raccolta fondi 2%
Angal da Kampala una volta al mese per risolvere le difficoltà degli operatori che usano il programma “Open Hospital”. Per la connessione Internet, invece, mancano ancora i fondi.
E i costi dell’Ospedale? Il Saint Luke nel 2011 è costato globalmente circa 479.585 euro. Il 49% di questa cifra è stata finanziata da “Amici di Angal”, il 23% da fondi delegati del governo ugandese e solo il 17% dai ticket pagati dai pazienti. Da sottolineare due aspetti: in primo luogo come risulti da studi di settore che un ospedale che tragga più del 20% delle proprie entrate dai pazienti diventi a breve un ospedale non più a servizio dei poveri; in secondo luogo che “Amici di Angal” è il maggior finanziatore dell’Ospedale. Questi elementi richiederanno a breve/medio termine cambiamenti di strategia da parte di entrambe le parti, allo scopo di ottimizzare ulteriormente le risorse e diversificare i finanziatori. È in gioco la possibilità che la gente povera dell’area possa continuare a trovare nell’Ospedale di Angal una risposta decorosa ai propri bisogni di salute. Borse di studio e stipendi governativi Linee di credito 3% per acquisto farmaci 5%
Altre 3%
4. Progetto dentistico: si sono fatti dei buoni passi avanti nella collaborazione con la SMOM, che ha inviato negli ultimi 12 mesi ben tre volontari, Matteo Traversone (agosto 2011 e gennaio 2012), Francesco Riboli (gennaio 2012) e Salvatore Bonatesta (ottobre 2011).
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Che cosa puoi fare tu
a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”
I Progetti Come contribuire
Assistenza degli orfani da AIDS
I contributi si possono inviare con bonifico bancario a: ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUS Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie locali Unicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr) che accolgono e si prendono cura di questi orfani (247 al 20 c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: L novembre 2011). IBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019 Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, cure mediche, istruzione).
Numero 9 – MAGGIO 2012
eventi E lontano da Angal...
Entrate ospedale di Angal 2011.
e manifestazioni
20/10/11 A Como incontro a casa Nessi, dove Italo, al ritorno da Angal, aggiorna i membri del Consiglio Direttivo dell’Associazione sui risultati del workshop organizzato dall’Amministratore dell’Ospedale per promuovere il progetto definito “Quality Improvement Plan”. A novembre, nello storico Campo Padovani di Firenze, la squadra dell’Old Rugby e quella dei giovani under-14 del Firenze Rugby 1931 scendono in campo per promuovere una raccolta di fondi a favore dell’Ospedale di Angal.
Nuovi obiettivi e realizzazioni 1. Nello scorso numero avevamo iniziato con una nota negativa : la mancata realizzazione delle casette per gli infermieri. Questa volta possiamo invece esprimere soddisfazione perché 6 nuove casette sono state completate in questi giorni e presto saranno assegnate ad altrettanti dipendenti dell’Ospedale. Artefice di questo lavoro è fratel Gianni Bonafini, che un anno fa aveva anche costruito gli shelters (=alloggi) per i parenti dei pazienti.
7/12 A Stresa gli “Amici di Cinzia”, in occasione della festa dell’Immacolata, propongono artigianato africano e prodotti locali per finanziare 3 borse di studio che permetteranno ad altrettanti figli di dipendenti dell’Ospedale di diventare infermieri.
2. È ancora in fase di stallo, viceversa, il Progetto rete idrica. Un passo avanti era stato fatto con la venuta ad Angal dell’Ing. Emmanuele Giaccari, che aveva completato il progetto con i dati planimetrici e chiesto un preventivo ad una ditta di Kampala per l’acquisto dei tubi. Speriamo che entro l’estate si possa affrontare la spesa e… l’esecuzione. 3. Progetto informatico: grazie ad “Informatici senza frontiere” abbiamo raggiunto un accordo con un informatico ugandese, Joseph Balikuddembe, disposto a recarsi ad
18/12 Presso l’Auditorium di Aymavilles (Aosta) Concerto di Natale con l’Orchestra Suzuki e il Coro di voci bianche “Canto leggero”. In occasione del Concerto, ad ingresso gratuito, vengono distribuiti i calendari “Karacel 2012” e si raccolgono offerte destinate all’Associazione “Karacel”, che opera a fianco di “Amici di Angal”.
Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lunghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro. L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delle Entrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Al momento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il 5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscale dell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spazio del modello IRPEF.
Assistenza degli ammalati di AIDS spesa annua: € 35.000 Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati di AIDS attraverso una équipe di infermieri espressamente formati per questo servizio.
Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sceglieranno di beneficiare la nostra Associazione. I contributi raccolti attraverso questa forma di finanziamento saranno interamente impiegati a favore dell’Ospedale e dei Progetti sostenuti dagli “Amici di Angal”.
Operazione Proteine spesa annua: € 8.000
Ulteriori informazioni si possono richiedere a: Amici di Angal ONLUS Via Vivaldi 3 - 37020 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 7513296 sito web: www.amicidiangal.org e-mail: info@amicidiangal.org
Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) interno all’Ospedale, che fornisce tre pasti al giorno ad alto contenuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione. Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche ai pazienti bisognosi degli altri reparti.
Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione, coordinata da Tilde Barone tilde.barone@live.it Giuseppina Ricciardi tel. (+39) 333 7122535 tel. (+39) 338 7728989
Samaritan Fund spesa annua: € 7.500 Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che non possono pagare la sia pur modesta retta chiesta dall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farmaci salvavita”.
Realizzazione grafica: Quadri_Folio Fotografie: da archivio dell’Associazione Stampa: Tipografia Gravinese, Torino
31/01/12 Ad Aosta, in occasione della Fiera di S. Orso, esposizione di oggetti dell’artigianato valdostano, regalati da artigiani locali, da donare in cambio di offerte per “Karacel”.
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Cronache da Angal
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Tempo di bilanci: il nostro e… il loro
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Nuovi obiettivi e realizzazioni
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E lontano da Angal…
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Testimonianze
È possibile anche effettuare donazioni on-line in modo rapido, gratuito e sicuro attraverso il sistema di pagamento Paypal (www.paypal.com).
spesa annua: € 60.000
Fondi delegati governativi 23%
In questo numero:
(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito in Legge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUS con assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato fino alla misura del 10%).
Ricovero gratuito per i bambini
Ticket da pazienti 17%
GRAZIE a tutti quelli che ci hanno dato fiducia − per un valore rappresentante l’89% delle entrate (458.883 euro); da sottolineare però che il dato non rispecchia la reale avvenuta contrazione delle erogazioni, riflesso della crisi finanziaria, in quanto influenzato dalla presenza di un importante quanto occasionale lascito testamentario. Le attività tipiche e accessorie, da intendersi come trasferimenti di denaro da enti pubblici o fondazioni a sostegno di attività dell’Associazione, sono ammontate a 2.450 euro, mentre il 5 x mille ha comportato un’ entrata pari a 43.221 euro.
Padre Felice Centis ethò (“è morto)
News dagli Amici di Angal
L’Associazione “Amici di Angal” sostiene l’attività • Svolgere un’opera di sensibilizzazione. dell’Ospedale St. Luke di Angal, in Uganda, e vari • Partecipare agli eventi di raccolta fondi. Progetti di assistenza e cura di bambini e adulti indigenti. • Impegnarti in una donazione regolare a sostegno dei singoli Progetti.
contributo annuo necessario: € 200
L’Ing. Giaccari, progettista del nuovo acquedotto.
Donazioni in beni e servizi 49%
L’Associazione in breve
Un “figlio” ritrovato (di Sonia e Giannino Busato)
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Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni (di Rita Polo)
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Figli di Angal: mama Klaùdia racconta Jakuma Saggezza africana (V)
Cronache da Angal Le missioni continuano Per molti anni le notizie da Angal sono state fornite esclusivamente da “ Mario e Claudia”. In futuro ci sarà anche l’apporto di altri Soci, che hanno già cominciato ad affiancarci nella gestione dei rapporti con l’Amministrazione dell’Ospedale. Questo non vuol dire che intendiamo “mollare”, ma che, per il bene di Angal, c’è bisogno di forze nuove e anche più giovani! La nostra 36ª missione, infatti, si è interrotta bruscamente a causa di una grave lombosciatalgia di Claudia, non trattabile ad Angal. Durante la nostra permanenza, nei vari incontri con l’Amministratore e il Direttore sanitario, abbiamo avuto l’appoggio di Rita Polo, rientrata a pieno ritmo fra i membri attivi dell’Associazione, che si è prodigata anche in sala operatoria (v. la sua Testimonianza a p. ooo?). Claudia ha constatato delle gravi carenze in Nutrition Unit, dove mancava il latte in polvere e non si era fatto nulla per reperire latte fresco; dove, dal nostro ultimo soggiorno, a giugno, non era stato più acquistato pesce fresco e quello secco era di pessima qualità. Con noi è tornato anche Salvatore Bonatesta, per riprendere il lavoro iniziato nell’ambito del progetto dentistico, 1
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insieme con Maurizio Nicolardi ed Emanuele Giaccari, intenzionato ad occuparsi del rifacimento della rete idrica dell’Ospedale. Dal 18 giugno all’8 luglio aveva avuto luogo la missione di Luca e Francesca Sarti (con i figli Giacomo e Cecilia), durante la quale avevano discusso il rinnovo della Convenzione che regola i rapporti essenziali tra Amministrazione e Associazione, coinvolgendo, oltre alle parti interessate, anche il nuovo Vescovo, Mons. Wanok, in qualità di proprietario dell’Ospedale. Ad ottobre eravamo stati preceduti da Italo Nessi, che aveva partecipato, su incarico dell’Associazione, al Seminario su “Quality improvement” organizzato dall’Amministratore. A febbraio 2012, un ritorno inaspettato: Sonia e Giannino Busato, nostri predecessori ad Angal, vi si sono fermati un mese per insegnare i fondamenti dell’anestesia a medici e infermieri (la loro commossa Testimonianza è a p. ooo). Giovanni Cardellino, di nuovo ad Angal per le verifiche di routine dal 4 al 18 febbraio, ha avuto numerosi incontri con il team amministrativo, con gli infermieri, per raccogliere le loro richieste e i suggerimenti al fine di migliorare sempre più il servizio, ed ancora con il Vescovo. Con Giovanni Soumia Ferg, che ha sostituito Claudia in Nutrition Unit.
Padre Felice Centis ad Angal
Padre Felice Centis, Comboniano, averva 92 anni; ne avrebbe compiuti 93 il mese prossimo, ma il 10 marzo “il Signore lo ha chiamato a sé silenziosamente”, come ha scritto Padre Gino Stocchero nel darci la notizia. Nella sua lunga vita missionaria aveva svolto varie mansioni in Italia e in Inghilterra ai vertici dell’Istituto, ma il suo cuore era in Africa, in Uganda, dove era giunto nel 1967 e dove sarebbe rimasto quasi ininterrottamente, 5 x mille Entrate Attività 9% dedicandosi oltre a tutto il resto alla traduzione in Alùr finanziarie tipiche e della Bibbia e del Messale, lavoro estremamente diffici1% accessorie 1% le, che lo impegnò per anni. Lo scorso settembre, dopo un periodo di cure in Italia, volle riprendere il volo per l’Uganda e ritornare a concludere la propria missione fra gli Alùr. Alla notizia della sua morte, dopo un primo sentimento Erogazioni liberali di sgomento, è questo il pensiero che ci ha consolati: che 89% è morto fra la gente alla quale aveva dedicato la sua vita, Entrate 2011 Amici di Angal. come aveva desiderato. Padre Felice sarà ricordato con riconoscenza da quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e mancherà moltissimo alla gente di Angal e a quanti, medici ed amici, ad Angal Le uscite del 2011 hanno riguardato per il 97% progetritorneranno. ti in favore dell’Ospedale, per un totale di 309.938 euro, quota percentuale davvero elevata al confronto di altre realtà associative o istituzionali di aiuto allo sviluppo; il resto si è diviso fra spese per raccolta fondi e oneri bancari (poco più di 6.700 euro). Le uscite sono ammontate a 316.667,93 euro, maggiori quindi delle entrate per un differenziale di circa 18.000 euro. La cosa è motivo di inevitabile preoccupazione, anche perché negli anni il supporto richiestoci dall’Ospedale si è fatto sempre più oneroso; in particolare nel 2011 un aumento di stipendi nel settore sanitario pubblico ugandese si è tradotto in un analogo (e legittimo) incremento di stipendi anche nell’Ospedale di Angal, al quale l’Associazione ha dovuto far fronte, con un pesante incremento della nostra esposizione finanziaria. Spuntino di gruppo sulla via per Angal.
Progetti per Angal 97%
Tempo di bilanci: il nostro…e il loro È proprio così: con l’arrivo della primavera si rendono ineludibili adempimenti di legge, che diventano anche Uscite occasione di riflessione su quantità e qualità del nostro finanziarie 1% intervento a favore dell’Ospedale, nell’anno trascorso. Le entrate del 2011 si sono caratterizzate per erogazioni liberali per poco più di 408.756 euro – un caloroso Uscite 2011 Amici di Angal. 2
Spese per raccolta fondi 2%
Angal da Kampala una volta al mese per risolvere le difficoltà degli operatori che usano il programma “Open Hospital”. Per la connessione Internet, invece, mancano ancora i fondi.
E i costi dell’Ospedale? Il Saint Luke nel 2011 è costato globalmente circa 479.585 euro. Il 49% di questa cifra è stata finanziata da “Amici di Angal”, il 23% da fondi delegati del governo ugandese e solo il 17% dai ticket pagati dai pazienti. Da sottolineare due aspetti: in primo luogo come risulti da studi di settore che un ospedale che tragga più del 20% delle proprie entrate dai pazienti diventi a breve un ospedale non più a servizio dei poveri; in secondo luogo che “Amici di Angal” è il maggior finanziatore dell’Ospedale. Questi elementi richiederanno a breve/medio termine cambiamenti di strategia da parte di entrambe le parti, allo scopo di ottimizzare ulteriormente le risorse e diversificare i finanziatori. È in gioco la possibilità che la gente povera dell’area possa continuare a trovare nell’Ospedale di Angal una risposta decorosa ai propri bisogni di salute. Borse di studio e stipendi governativi Linee di credito 3% per acquisto farmaci 5%
Altre 3%
4. Progetto dentistico: si sono fatti dei buoni passi avanti nella collaborazione con la SMOM, che ha inviato negli ultimi 12 mesi ben tre volontari, Matteo Traversone (agosto 2011 e gennaio 2012), Francesco Riboli (gennaio 2012) e Salvatore Bonatesta (ottobre 2011).
N ew s
Che cosa puoi fare tu
a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”
I Progetti Come contribuire
Assistenza degli orfani da AIDS
I contributi si possono inviare con bonifico bancario a: ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUS Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie locali Unicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr) che accolgono e si prendono cura di questi orfani (247 al 20 c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: L novembre 2011). IBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019 Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, cure mediche, istruzione).
Numero 9 – MAGGIO 2012
eventi E lontano da Angal...
Entrate ospedale di Angal 2011.
e manifestazioni
20/10/11 A Como incontro a casa Nessi, dove Italo, al ritorno da Angal, aggiorna i membri del Consiglio Direttivo dell’Associazione sui risultati del workshop organizzato dall’Amministratore dell’Ospedale per promuovere il progetto definito “Quality Improvement Plan”. A novembre, nello storico Campo Padovani di Firenze, la squadra dell’Old Rugby e quella dei giovani under-14 del Firenze Rugby 1931 scendono in campo per promuovere una raccolta di fondi a favore dell’Ospedale di Angal.
Nuovi obiettivi e realizzazioni 1. Nello scorso numero avevamo iniziato con una nota negativa : la mancata realizzazione delle casette per gli infermieri. Questa volta possiamo invece esprimere soddisfazione perché 6 nuove casette sono state completate in questi giorni e presto saranno assegnate ad altrettanti dipendenti dell’Ospedale. Artefice di questo lavoro è fratel Gianni Bonafini, che un anno fa aveva anche costruito gli shelters (=alloggi) per i parenti dei pazienti.
7/12 A Stresa gli “Amici di Cinzia”, in occasione della festa dell’Immacolata, propongono artigianato africano e prodotti locali per finanziare 3 borse di studio che permetteranno ad altrettanti figli di dipendenti dell’Ospedale di diventare infermieri.
2. È ancora in fase di stallo, viceversa, il Progetto rete idrica. Un passo avanti era stato fatto con la venuta ad Angal dell’Ing. Emmanuele Giaccari, che aveva completato il progetto con i dati planimetrici e chiesto un preventivo ad una ditta di Kampala per l’acquisto dei tubi. Speriamo che entro l’estate si possa affrontare la spesa e… l’esecuzione. 3. Progetto informatico: grazie ad “Informatici senza frontiere” abbiamo raggiunto un accordo con un informatico ugandese, Joseph Balikuddembe, disposto a recarsi ad
18/12 Presso l’Auditorium di Aymavilles (Aosta) Concerto di Natale con l’Orchestra Suzuki e il Coro di voci bianche “Canto leggero”. In occasione del Concerto, ad ingresso gratuito, vengono distribuiti i calendari “Karacel 2012” e si raccolgono offerte destinate all’Associazione “Karacel”, che opera a fianco di “Amici di Angal”.
Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lunghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro. L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delle Entrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Al momento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il 5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscale dell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spazio del modello IRPEF.
Assistenza degli ammalati di AIDS spesa annua: € 35.000 Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati di AIDS attraverso una équipe di infermieri espressamente formati per questo servizio.
Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sceglieranno di beneficiare la nostra Associazione. I contributi raccolti attraverso questa forma di finanziamento saranno interamente impiegati a favore dell’Ospedale e dei Progetti sostenuti dagli “Amici di Angal”.
Operazione Proteine spesa annua: € 8.000
Ulteriori informazioni si possono richiedere a: Amici di Angal ONLUS Via Vivaldi 3 - 37020 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 7513296 sito web: www.amicidiangal.org e-mail: info@amicidiangal.org
Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) interno all’Ospedale, che fornisce tre pasti al giorno ad alto contenuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione. Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche ai pazienti bisognosi degli altri reparti.
Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione, coordinata da Tilde Barone tilde.barone@live.it Giuseppina Ricciardi tel. (+39) 333 7122535 tel. (+39) 338 7728989
Samaritan Fund spesa annua: € 7.500 Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che non possono pagare la sia pur modesta retta chiesta dall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farmaci salvavita”.
Realizzazione grafica: Quadri_Folio Fotografie: da archivio dell’Associazione Stampa: Tipografia Gravinese, Torino
31/01/12 Ad Aosta, in occasione della Fiera di S. Orso, esposizione di oggetti dell’artigianato valdostano, regalati da artigiani locali, da donare in cambio di offerte per “Karacel”.
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Cronache da Angal
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Tempo di bilanci: il nostro e… il loro
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Nuovi obiettivi e realizzazioni
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E lontano da Angal…
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Testimonianze
È possibile anche effettuare donazioni on-line in modo rapido, gratuito e sicuro attraverso il sistema di pagamento Paypal (www.paypal.com).
spesa annua: € 60.000
Fondi delegati governativi 23%
In questo numero:
(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito in Legge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUS con assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato fino alla misura del 10%).
Ricovero gratuito per i bambini
Ticket da pazienti 17%
GRAZIE a tutti quelli che ci hanno dato fiducia − per un valore rappresentante l’89% delle entrate (458.883 euro); da sottolineare però che il dato non rispecchia la reale avvenuta contrazione delle erogazioni, riflesso della crisi finanziaria, in quanto influenzato dalla presenza di un importante quanto occasionale lascito testamentario. Le attività tipiche e accessorie, da intendersi come trasferimenti di denaro da enti pubblici o fondazioni a sostegno di attività dell’Associazione, sono ammontate a 2.450 euro, mentre il 5 x mille ha comportato un’ entrata pari a 43.221 euro.
Padre Felice Centis ethò (“è morto)
News dagli Amici di Angal
L’Associazione “Amici di Angal” sostiene l’attività • Svolgere un’opera di sensibilizzazione. dell’Ospedale St. Luke di Angal, in Uganda, e vari • Partecipare agli eventi di raccolta fondi. Progetti di assistenza e cura di bambini e adulti indigenti. • Impegnarti in una donazione regolare a sostegno dei singoli Progetti.
contributo annuo necessario: € 200
L’Ing. Giaccari, progettista del nuovo acquedotto.
Donazioni in beni e servizi 49%
L’Associazione in breve
Un “figlio” ritrovato (di Sonia e Giannino Busato)
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Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni (di Rita Polo)
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Figli di Angal: mama Klaùdia racconta Jakuma Saggezza africana (V)
Cronache da Angal Le missioni continuano Per molti anni le notizie da Angal sono state fornite esclusivamente da “ Mario e Claudia”. In futuro ci sarà anche l’apporto di altri Soci, che hanno già cominciato ad affiancarci nella gestione dei rapporti con l’Amministrazione dell’Ospedale. Questo non vuol dire che intendiamo “mollare”, ma che, per il bene di Angal, c’è bisogno di forze nuove e anche più giovani! La nostra 36ª missione, infatti, si è interrotta bruscamente a causa di una grave lombosciatalgia di Claudia, non trattabile ad Angal. Durante la nostra permanenza, nei vari incontri con l’Amministratore e il Direttore sanitario, abbiamo avuto l’appoggio di Rita Polo, rientrata a pieno ritmo fra i membri attivi dell’Associazione, che si è prodigata anche in sala operatoria (v. la sua Testimonianza a p. ooo?). Claudia ha constatato delle gravi carenze in Nutrition Unit, dove mancava il latte in polvere e non si era fatto nulla per reperire latte fresco; dove, dal nostro ultimo soggiorno, a giugno, non era stato più acquistato pesce fresco e quello secco era di pessima qualità. Con noi è tornato anche Salvatore Bonatesta, per riprendere il lavoro iniziato nell’ambito del progetto dentistico, 1
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insieme con Maurizio Nicolardi ed Emanuele Giaccari, intenzionato ad occuparsi del rifacimento della rete idrica dell’Ospedale. Dal 18 giugno all’8 luglio aveva avuto luogo la missione di Luca e Francesca Sarti (con i figli Giacomo e Cecilia), durante la quale avevano discusso il rinnovo della Convenzione che regola i rapporti essenziali tra Amministrazione e Associazione, coinvolgendo, oltre alle parti interessate, anche il nuovo Vescovo, Mons. Wanok, in qualità di proprietario dell’Ospedale. Ad ottobre eravamo stati preceduti da Italo Nessi, che aveva partecipato, su incarico dell’Associazione, al Seminario su “Quality improvement” organizzato dall’Amministratore. A febbraio 2012, un ritorno inaspettato: Sonia e Giannino Busato, nostri predecessori ad Angal, vi si sono fermati un mese per insegnare i fondamenti dell’anestesia a medici e infermieri (la loro commossa Testimonianza è a p. ooo). Giovanni Cardellino, di nuovo ad Angal per le verifiche di routine dal 4 al 18 febbraio, ha avuto numerosi incontri con il team amministrativo, con gli infermieri, per raccogliere le loro richieste e i suggerimenti al fine di migliorare sempre più il servizio, ed ancora con il Vescovo. Con Giovanni Soumia Ferg, che ha sostituito Claudia in Nutrition Unit.
Padre Felice Centis ad Angal
Padre Felice Centis, Comboniano, averva 92 anni; ne avrebbe compiuti 93 il mese prossimo, ma il 10 marzo “il Signore lo ha chiamato a sé silenziosamente”, come ha scritto Padre Gino Stocchero nel darci la notizia. Nella sua lunga vita missionaria aveva svolto varie mansioni in Italia e in Inghilterra ai vertici dell’Istituto, ma il suo cuore era in Africa, in Uganda, dove era giunto nel 1967 e dove sarebbe rimasto quasi ininterrottamente, 5 x mille Entrate Attività 9% dedicandosi oltre a tutto il resto alla traduzione in Alùr finanziarie tipiche e della Bibbia e del Messale, lavoro estremamente diffici1% accessorie 1% le, che lo impegnò per anni. Lo scorso settembre, dopo un periodo di cure in Italia, volle riprendere il volo per l’Uganda e ritornare a concludere la propria missione fra gli Alùr. Alla notizia della sua morte, dopo un primo sentimento Erogazioni liberali di sgomento, è questo il pensiero che ci ha consolati: che 89% è morto fra la gente alla quale aveva dedicato la sua vita, Entrate 2011 Amici di Angal. come aveva desiderato. Padre Felice sarà ricordato con riconoscenza da quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e mancherà moltissimo alla gente di Angal e a quanti, medici ed amici, ad Angal Le uscite del 2011 hanno riguardato per il 97% progetritorneranno. ti in favore dell’Ospedale, per un totale di 309.938 euro, quota percentuale davvero elevata al confronto di altre realtà associative o istituzionali di aiuto allo sviluppo; il resto si è diviso fra spese per raccolta fondi e oneri bancari (poco più di 6.700 euro). Le uscite sono ammontate a 316.667,93 euro, maggiori quindi delle entrate per un differenziale di circa 18.000 euro. La cosa è motivo di inevitabile preoccupazione, anche perché negli anni il supporto richiestoci dall’Ospedale si è fatto sempre più oneroso; in particolare nel 2011 un aumento di stipendi nel settore sanitario pubblico ugandese si è tradotto in un analogo (e legittimo) incremento di stipendi anche nell’Ospedale di Angal, al quale l’Associazione ha dovuto far fronte, con un pesante incremento della nostra esposizione finanziaria. Spuntino di gruppo sulla via per Angal.
Progetti per Angal 97%
Tempo di bilanci: il nostro…e il loro È proprio così: con l’arrivo della primavera si rendono ineludibili adempimenti di legge, che diventano anche Uscite occasione di riflessione su quantità e qualità del nostro finanziarie 1% intervento a favore dell’Ospedale, nell’anno trascorso. Le entrate del 2011 si sono caratterizzate per erogazioni liberali per poco più di 408.756 euro – un caloroso Uscite 2011 Amici di Angal. 2
Spese per raccolta fondi 2%
Un “figlio” ritrovato di Sonia e Giannino Busato
La toccante testimonianza di un pioniere della medicina ad Angal – Giannino Busato – che vi lavorò senza sosta dal 1960 al 1966, aiutato dalla moglie Sonia, anche lei medico. Al Dr. Busato si deve in particolare l’organizzazione della sala operatoria dove, pur con mezzi molto limitati, riu14/3 Ad Orgiano (VI), nella Chiesa parrocchiale, si rinnova il scì in poco tempo a intensificare enormemente e con successo Concerto organizzato dalle Insegnanti Mariangela Gazzetta, l’attività chirurgica. Maria Emma Dal Bosco e Colleghe con la geniale regia del Prof.
azioni e manifestazioni
26/02 A Negrar (VR), dai Marsiaj, si riunisce il Consiglio Direttivo dell’ Associazione per esaminare ed approvare il bilancio consuntivo 2011 e il preventivo per il 2012.
Sergio Costa. Come ogni anno, gli alunni ci consegnano il ricavato della “merenda solidale” da loro organizzata come gesto concreto di solidarietà verso i loro coetanei di Angal.
Testimonianze
Testimonianze
Maggio 1960: appena sposati, Sonia ed io eravamo in partenza per Angal, medici “missionari”, prima coppia ad essere accolta fraternamente dai Comboniani in Uganda. 30/03 - 11/04 Nella saletta d’Arte del Comune di Aosta, mostra Ad Angal un embrione di ospedale con la prima “sala di quadri offerti da pittori valdostani, da donare in cambio di operatoria” (3 metri per 4) per una popolazione che già a quel tempo contava più di 100.000 persone e che fino ad offerte per “Karacel”. allora avrebbe dovuto fare cento chilometri per un taglio 00/00 se possibile inserire altro testo cesareo (e certo non li faceva i cento chilometri!). Ad Angal siamo rimasti sei anni, abbastanza perché quella missione (non c’era paese allora) diventasse casa nostra per la vita: un lavoro faticoso ma ricco di soddisfazioni, la nascita di due figlie, l’incontro con tantissime persone care che ci hanno aiutati anche a maturare umanamente (eravamo ragazzi), un legame del quale non ci saremmo più liberati negli anni a venire, anni di lavoro ancora in Africa e poi in Italia. Abbiamo lasciato l’eredità di lavoro e di affetti ai Marsiaj con il grande rammarico di non aver potuto condividere questa esperienza, ma sicuri che tutto sarebbe andato avanti migliorando. In ogni modo il distacco è stato molto doloroso… Rassicurati dalla presenza dei Marsiaj, che tuttora dura e sostiene l’Ospedale, quasi inconsciamente ci siamo tenuti in disparte: come avere un figlio lontano inavvicinabile, continuare ad amarlo, cercare di non pensarci. C’è voluto del coraggio per rivederlo, quel figlio di ormai più di quarant’anni: una sala operatoria, un ospedale, una missione, una terra, un cimitero, a testimoniare la presenza spirituale di persone straordinarie che tanto avevano inciso nella nostra vita. Una casa, che era stata posta al centro della missione quasi per proteggerla, oggi è il cuore di un’ intensa attività umanitaria. «Nessun ritorno di fiamma, c’è semplicemente del lavoro da fare», ci siamo detti, cercando di abbordare la cosa alla larga… Da sempre siamo impegnati per lo sviluppo dell’anestesia in Africa, specialità tanto essenziale quanto misconosciuta e trascurata. C’entra ancora Marsiaj: dopo Angal eravamo a lavorare a Lacor, a 160 chilometri di distanza, e ci si incontrava appena possibile. Una volta Mario mi disse accorato che, se avesse avuto l’anestesista, un certo suo malato non sarebbe morto. Cominciò forse Giovanni Cardellino all’ingresso della mostra di pittura. 4
così una vocazione che oggi, un po’ per scherzo, ci fa dire di essere “missionari dell’anestesia”. Siamo tornati a Lacor con un compito molto tecnico, ma già lì la fiamma che covava si è riaccesa e così abbiamo ripreso la strada di Angal… Incredibile come la lingua abbandonata da oltre quarant’anni riaffiori scorrevole, come i volti, quelli rimasti, rivelino tra le rughe fisionomie mai dimenticate… Quanta gente ci ricordava con incredibile affetto, gente che avevamo conosciuto direttamente e persone cui il ricordo di noi era stato trasmesso come un dono! La casa ritrovata come se non l’avessimo mai lasciata: perfino la culla dove avevamo deposto i primi figli bianchi nati fra quella gente dalla pelle nerissima, i figli nostri e dei Marsiaj, a testimoniare la continuità di una presenza umana e non solo professionale. Anche gli alberi lì ad attenderci: li avevamo piantati con Padre Calvi quasi 50 anni fa, ed eccoli diventati monumenti viventi con il loro groviglio di radici che ben raffigurano il nostro radicamento. Siamo rimasti un po’ disorientati perché il “figlio”, l’Ospedale, nonostante le innumerevoli vicende tragiche che hanno scosso il Paese, in tutti questi anni è enormemente cresciuto, per merito di tanti amici, ed è ora il riferimento perfino di altri ospedali circonvicini. Un’attività che smetteva di essere per noi solo cifre e tornava realtà da toccare, partecipata: la Pediatria come mai l’avremmo sognata, con l’Unità nutrizionale, il Centro per l’AIDS, le
case per il personale, la sala operatoria nuova, attrezzata e pulita, medici bravi e felici di approfittare della nostra presenza tecnica e umana. Abbiamo lavorato in due tappe consecutive: una brevissima, ma della durata sufficiente per installare la prima parte dell’apparecchio da anestesia e per organizzarci; la seconda di cinque settimane, per montare l’apparecchio fornito dall’Associazione e fare scuola di anestesia. Sorpresa: 12 persone, alcune da ospedali distanti più di cento chilometri, altre con i capelli grigi, pronte ad impegnarsi molte ore al giorno per capire e fare, animate da un’incredibile voglia di praticare meglio l’anestesia: il cruccio di Mario che trova risposta dopo quarant’anni. È solo l’inizio, si deve continuare. Siamo seri, bando alla commozione. Angal ha ancora bisogno di noi, alla nostra età.
Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni di Rita Polo Rita Polo, specializzata in chirurgia, si è rivelata fin dalla sua prima missione ad Angal, nel luglio 1999, una infaticabile, matek (dura) lavoratrice, capace al tempo stesso di stabilire un ottimo rapporto con i medici locali. Nel testo che segue conferma la sua sensibilità, restituendoci nelle diverse sfaccettature le impressioni ricavate dalla sua recente permanenza ad Angal. Mancavo da Angal da 5 lunghi anni. Molte cose non sono cambiate. Ad esempio l’odore. Quel caratteristico odore di “Uganda” che mi ha investita appena messo piede fuori dall’aereo e che mi avrebbe fatto inequivocabilmente capire che ero arrivata a destinazione anche se mi ci avessero condotta ad occhi chiusi. Ad esempio i colori. Quei colori così vivi, così vari, così violenti che sembrano avere una valenza fisica, palpabile, come il bagliore dei fiori di frangipane nelle prime luci del mattino. Ad esempio la dolcezza delle colline che risalgono dal fiume fino ai confini del cielo, o le ombre scure e gradatamente sfumate delle acacie che emergono dalla bruma mattutina nella valle del Nilo. Ad esempio le mani sudaticce che popolano l’adubango, la panca di Claudia sempre gremita di poverissimi in attesa della sua straordinaria generosità, o il pianto dei bimbi della Maternity che col canto dei galli, i belati delle capre, le nuove campane ed il tam-tam della Messa rende difficile il riposo notturno, almeno nei primi giorni.
Di nuovo insieme ad Angal: Claudia e Mario con Sonia e Giannino Busato.
Ad esempio la quantità di storie di povertà e di disgrazie che riguardano persone giovani, vecchie, di mezza età, senza fare torto a nessuno. Ad esempio l’impegno di Mario: e non ci sono epatiti, non ci sono malesseri, non ci sono delusioni o fardelli di età che lo facciano desistere.
Che cosa è cambiato? Sicuramente è aumentato l’affollamento dell’Ospedale, soprattutto della Maternità e della sua sezione Cesarei. Gli interventi chirurgici sono molti e parecchie anche le complicanze perché i pazienti vi arrivano tardi, dopo un pellegrinaggio inutile in altre strutture in cui non riescono a trovare assistenza adeguata, con progressivo peggioramento del quadro clinico. Dopo averne parlato con i colleghi africani ed aver fatto alcune verifiche sui registri, ho avuto la netta impressione di un deterioramento nella Sanità pubblica ugandese, che non rifornisce adeguatamente i suoi centri pubblici con malfunzionamento degli stessi. Non parliamo del personale di tali strutture, che pare intascare il salario senza preoccuparsi di quel che deve fare o non fare. Angal è diventato quindi, nonostante sia un ospedale “privato” (pur nella categoria non-for-profit), il punto di riferimento sanitario per tutto il Distretto, specie per i problemi chirurgici. Ciò che fa la differenza è, penso, oltre ad una buona direzione da parte del Medical Superintendent e dell’Amministratore, la nostra presenza di Supervisori che pretendono determinati standard di qualità e di equità e che si impegnano a trovare soluzione ai problemi man mano che si presentano, lottando contro le difficoltà logistiche, la povertà e, se necessario, la corruzione locale. La buona battaglia in difesa degli ultimi è cominciata molti anni fa ma non è mai finita: i guerrieri sono ancora molti, le motivazioni forti, il coraggio tanto. Che Dio ci sostenga per sostenere loro!
Rita Polo in sala operatoria.
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Saggezza africana (V)
Figli di Angal: mama Klaùdia racconta
a cura di Claudia Marsiaj
Jakuma Con questo numero prende avvio una nuova rubrica che, in una sorta di naturale estensione della precedente, allarga il raggio dei “fili delle donne”ai bambini. Inizia con Jakuma, mio amatissimo “figlio di Angal” recentemente scomparso, la carrellata dei bambini che hanno reso la mia vita ad Angal infinitamente ricca di emozioni, di gioia e di tristezza, di amore dato e ricevuto. Questa volta Jakuma non ce l’ha fatta ad aspettarmi: è morto una settimana prima del mio ritorno ad Angal, a ottobre. Aveva 14 anni, ne dimostrava 8, era malato di aids e viveva in simbiosi con la nonna Cecilia. Era un bambino scontroso, con un carattere spigoloso. Gli volevo un bene dell’anima. Quando, diversi anni fa, avevo cominciato ad occuparmi di lui, non voleva essere curato. «I miei fratelli, i miei genitori − mi diceva − sono tutti morti a causa di questa malattia. Morirò anch’io». Si era isolato. Non andava più a scuola perché sul suo viso erano comparsi i segni di questo terribile virus. Poi, non so come, avevo vinto le sue resistenze e con i farmaci adatti e una buona alimentazione l’avevo visto rinascere. Era tornato a scuola, ma aveva mantenuto il suo carattere spigoloso. Mai un sorriso, mai una manifestazione di affetto. Mi trattava con sufficienza, come a dire: «Ma cosa vuole da me questa mzungu*?». Aveva una grande dignità e accettava il mio cibo come se fosse un dono che lui faceva a me (e in realtà lo era). Non chiedeva mai. Qualche volta, alla sera, quando era sicuro di non essere visto dai compagni, si sedeva sulla panca di fronte a casa mia e mi avvertiva della sua presenza con un colpetto di tosse. Quello era il segnale che aveva fame. Era crollato, però, il giorno della mia partenza. Era scoppiato in lacrime e mi aveva detto: «Non partire, mama Klaùdia». Avevo una gran voglia di abbracciarlo, ma queste effusioni non si usano fra gli Alùr. Gli ho risposto che sarei tornata presto. «No, tornerai troppo tardi», aveva singhiozzato. Da allora ero tornata tante volte e l’avevo visto migliorare. Fino all’ottobre scorso. Fino a quando la tubercolosi, che spessissimo si accompagna all’aids, ha avuto la meglio. E questa volta sono tornata davvero troppo tardi. In Swahili = uomo bianco.
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I proverbi sono la quintessenza dell’eloquenza africana e rappresentano in qualche modo il codice delle leggi tribali, una guida per il mantenimento di buoni rapporti all’interno del clan e, per noi, un mezzo per tentare di capire il loro punto di vista e la loro psicologia. Zigzagando fra i tanti proverbi che ho raccolto ad Angal grazie ad un personaggio indimenticabile, il maestro Domenico Manano, e quelli trovati frugando nella biblioteca comboniana, ne trascrivo qui alcuni che mi sembrano particolarmente interessanti. Molti riguardano le donne, da sempre considerate con grande sufficienza in una società maschilista.
I ra c c onti sono com ei pon ti...
eventi
19/02 Ad Aosta, rappresentazione dello spettacolo teatrale “Africa”, messo in scena, recitato, cantato e ballato dagli studenti della Scuola Media di Variney (Aosta). Qualche settimana prima, Giovanni Cardellino, presidente di “Karacel”, aveva tenuto una conferenza agli studenti sulla situazione sanitaria in Uganda.
- Due mogli sono come due vasi pieni di veleno. - Un intero mercato può essere distrutto da una donna. - Le donne non usano parole diritte, ma solo distorte. - La donna e il cielo non possono essere capiti. - Una donna non può essere mandata a riscuotere crediti. Viceversa: L’abilità di un uomo è incisiva come un coltello.
I codici di comportamento si servono di immagini molto fantasiose, come nel proverbio Gli uomini hanno penne (cioè non devi irritare qualcuno che potrebbe reagire dandoti la caccia), e di argute metafore o similitudini: - Le cose comprate non riempiono il granaio (un invito a far fruttare la terra). - Un piccolo, insignificante sentiero può portare sulla strada maestra. - Aspettare non è tremare di paura (non giudicare le azioni di un uomo a prima vista). - Soffrirai come gli occhi che si aprono al mattino (contemplando le miserie del mondo, dopo una notte di piacevoli sogni). - Chi spende il proprio tempo per adornarsi sa che sta andando a una danza (c’è una ragione per ogni cosa). - L’uomo che rincorre il denaro è come l’uccello che accompagna le locuste nel loro migrare per cibarsene.
Un particolare significato hanno questi due proverbi: - Due ospiti allo stesso tempo non sono benvenuti. - Due ospiti non amano la stessa canzone. Contrariamente a quanto sembra, vogliono dire che l’ospite deve avere per sé tutta l’attenzione del padrone di casa, che non può dedicarla a due persone contemporaneamente. Il senso di grande ospitalità è infatti una delle prerogative degli Africani.
Jakuma e nonna Cecilia.
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Un “figlio” ritrovato di Sonia e Giannino Busato
La toccante testimonianza di un pioniere della medicina ad Angal – Giannino Busato – che vi lavorò senza sosta dal 1960 al 1966, aiutato dalla moglie Sonia, anche lei medico. Al Dr. Busato si deve in particolare l’organizzazione della sala operatoria dove, pur con mezzi molto limitati, riu14/3 Ad Orgiano (VI), nella Chiesa parrocchiale, si rinnova il scì in poco tempo a intensificare enormemente e con successo Concerto organizzato dalle Insegnanti Mariangela Gazzetta, l’attività chirurgica. Maria Emma Dal Bosco e Colleghe con la geniale regia del Prof.
azioni e manifestazioni
26/02 A Negrar (VR), dai Marsiaj, si riunisce il Consiglio Direttivo dell’ Associazione per esaminare ed approvare il bilancio consuntivo 2011 e il preventivo per il 2012.
Sergio Costa. Come ogni anno, gli alunni ci consegnano il ricavato della “merenda solidale” da loro organizzata come gesto concreto di solidarietà verso i loro coetanei di Angal.
Testimonianze
Testimonianze
Maggio 1960: appena sposati, Sonia ed io eravamo in partenza per Angal, medici “missionari”, prima coppia ad essere accolta fraternamente dai Comboniani in Uganda. 30/03 - 11/04 Nella saletta d’Arte del Comune di Aosta, mostra Ad Angal un embrione di ospedale con la prima “sala di quadri offerti da pittori valdostani, da donare in cambio di operatoria” (3 metri per 4) per una popolazione che già a quel tempo contava più di 100.000 persone e che fino ad offerte per “Karacel”. allora avrebbe dovuto fare cento chilometri per un taglio 00/00 se possibile inserire altro testo cesareo (e certo non li faceva i cento chilometri!). Ad Angal siamo rimasti sei anni, abbastanza perché quella missione (non c’era paese allora) diventasse casa nostra per la vita: un lavoro faticoso ma ricco di soddisfazioni, la nascita di due figlie, l’incontro con tantissime persone care che ci hanno aiutati anche a maturare umanamente (eravamo ragazzi), un legame del quale non ci saremmo più liberati negli anni a venire, anni di lavoro ancora in Africa e poi in Italia. Abbiamo lasciato l’eredità di lavoro e di affetti ai Marsiaj con il grande rammarico di non aver potuto condividere questa esperienza, ma sicuri che tutto sarebbe andato avanti migliorando. In ogni modo il distacco è stato molto doloroso… Rassicurati dalla presenza dei Marsiaj, che tuttora dura e sostiene l’Ospedale, quasi inconsciamente ci siamo tenuti in disparte: come avere un figlio lontano inavvicinabile, continuare ad amarlo, cercare di non pensarci. C’è voluto del coraggio per rivederlo, quel figlio di ormai più di quarant’anni: una sala operatoria, un ospedale, una missione, una terra, un cimitero, a testimoniare la presenza spirituale di persone straordinarie che tanto avevano inciso nella nostra vita. Una casa, che era stata posta al centro della missione quasi per proteggerla, oggi è il cuore di un’ intensa attività umanitaria. «Nessun ritorno di fiamma, c’è semplicemente del lavoro da fare», ci siamo detti, cercando di abbordare la cosa alla larga… Da sempre siamo impegnati per lo sviluppo dell’anestesia in Africa, specialità tanto essenziale quanto misconosciuta e trascurata. C’entra ancora Marsiaj: dopo Angal eravamo a lavorare a Lacor, a 160 chilometri di distanza, e ci si incontrava appena possibile. Una volta Mario mi disse accorato che, se avesse avuto l’anestesista, un certo suo malato non sarebbe morto. Cominciò forse Giovanni Cardellino all’ingresso della mostra di pittura. 4
così una vocazione che oggi, un po’ per scherzo, ci fa dire di essere “missionari dell’anestesia”. Siamo tornati a Lacor con un compito molto tecnico, ma già lì la fiamma che covava si è riaccesa e così abbiamo ripreso la strada di Angal… Incredibile come la lingua abbandonata da oltre quarant’anni riaffiori scorrevole, come i volti, quelli rimasti, rivelino tra le rughe fisionomie mai dimenticate… Quanta gente ci ricordava con incredibile affetto, gente che avevamo conosciuto direttamente e persone cui il ricordo di noi era stato trasmesso come un dono! La casa ritrovata come se non l’avessimo mai lasciata: perfino la culla dove avevamo deposto i primi figli bianchi nati fra quella gente dalla pelle nerissima, i figli nostri e dei Marsiaj, a testimoniare la continuità di una presenza umana e non solo professionale. Anche gli alberi lì ad attenderci: li avevamo piantati con Padre Calvi quasi 50 anni fa, ed eccoli diventati monumenti viventi con il loro groviglio di radici che ben raffigurano il nostro radicamento. Siamo rimasti un po’ disorientati perché il “figlio”, l’Ospedale, nonostante le innumerevoli vicende tragiche che hanno scosso il Paese, in tutti questi anni è enormemente cresciuto, per merito di tanti amici, ed è ora il riferimento perfino di altri ospedali circonvicini. Un’attività che smetteva di essere per noi solo cifre e tornava realtà da toccare, partecipata: la Pediatria come mai l’avremmo sognata, con l’Unità nutrizionale, il Centro per l’AIDS, le
case per il personale, la sala operatoria nuova, attrezzata e pulita, medici bravi e felici di approfittare della nostra presenza tecnica e umana. Abbiamo lavorato in due tappe consecutive: una brevissima, ma della durata sufficiente per installare la prima parte dell’apparecchio da anestesia e per organizzarci; la seconda di cinque settimane, per montare l’apparecchio fornito dall’Associazione e fare scuola di anestesia. Sorpresa: 12 persone, alcune da ospedali distanti più di cento chilometri, altre con i capelli grigi, pronte ad impegnarsi molte ore al giorno per capire e fare, animate da un’incredibile voglia di praticare meglio l’anestesia: il cruccio di Mario che trova risposta dopo quarant’anni. È solo l’inizio, si deve continuare. Siamo seri, bando alla commozione. Angal ha ancora bisogno di noi, alla nostra età.
Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni di Rita Polo Rita Polo, specializzata in chirurgia, si è rivelata fin dalla sua prima missione ad Angal, nel luglio 1999, una infaticabile, matek (dura) lavoratrice, capace al tempo stesso di stabilire un ottimo rapporto con i medici locali. Nel testo che segue conferma la sua sensibilità, restituendoci nelle diverse sfaccettature le impressioni ricavate dalla sua recente permanenza ad Angal. Mancavo da Angal da 5 lunghi anni. Molte cose non sono cambiate. Ad esempio l’odore. Quel caratteristico odore di “Uganda” che mi ha investita appena messo piede fuori dall’aereo e che mi avrebbe fatto inequivocabilmente capire che ero arrivata a destinazione anche se mi ci avessero condotta ad occhi chiusi. Ad esempio i colori. Quei colori così vivi, così vari, così violenti che sembrano avere una valenza fisica, palpabile, come il bagliore dei fiori di frangipane nelle prime luci del mattino. Ad esempio la dolcezza delle colline che risalgono dal fiume fino ai confini del cielo, o le ombre scure e gradatamente sfumate delle acacie che emergono dalla bruma mattutina nella valle del Nilo. Ad esempio le mani sudaticce che popolano l’adubango, la panca di Claudia sempre gremita di poverissimi in attesa della sua straordinaria generosità, o il pianto dei bimbi della Maternity che col canto dei galli, i belati delle capre, le nuove campane ed il tam-tam della Messa rende difficile il riposo notturno, almeno nei primi giorni.
Di nuovo insieme ad Angal: Claudia e Mario con Sonia e Giannino Busato.
Ad esempio la quantità di storie di povertà e di disgrazie che riguardano persone giovani, vecchie, di mezza età, senza fare torto a nessuno. Ad esempio l’impegno di Mario: e non ci sono epatiti, non ci sono malesseri, non ci sono delusioni o fardelli di età che lo facciano desistere.
Che cosa è cambiato? Sicuramente è aumentato l’affollamento dell’Ospedale, soprattutto della Maternità e della sua sezione Cesarei. Gli interventi chirurgici sono molti e parecchie anche le complicanze perché i pazienti vi arrivano tardi, dopo un pellegrinaggio inutile in altre strutture in cui non riescono a trovare assistenza adeguata, con progressivo peggioramento del quadro clinico. Dopo averne parlato con i colleghi africani ed aver fatto alcune verifiche sui registri, ho avuto la netta impressione di un deterioramento nella Sanità pubblica ugandese, che non rifornisce adeguatamente i suoi centri pubblici con malfunzionamento degli stessi. Non parliamo del personale di tali strutture, che pare intascare il salario senza preoccuparsi di quel che deve fare o non fare. Angal è diventato quindi, nonostante sia un ospedale “privato” (pur nella categoria non-for-profit), il punto di riferimento sanitario per tutto il Distretto, specie per i problemi chirurgici. Ciò che fa la differenza è, penso, oltre ad una buona direzione da parte del Medical Superintendent e dell’Amministratore, la nostra presenza di Supervisori che pretendono determinati standard di qualità e di equità e che si impegnano a trovare soluzione ai problemi man mano che si presentano, lottando contro le difficoltà logistiche, la povertà e, se necessario, la corruzione locale. La buona battaglia in difesa degli ultimi è cominciata molti anni fa ma non è mai finita: i guerrieri sono ancora molti, le motivazioni forti, il coraggio tanto. Che Dio ci sostenga per sostenere loro!
Rita Polo in sala operatoria.
5
Saggezza africana (V)
Figli di Angal: mama Klaùdia racconta
a cura di Claudia Marsiaj
Jakuma Con questo numero prende avvio una nuova rubrica che, in una sorta di naturale estensione della precedente, allarga il raggio dei “fili delle donne”ai bambini. Inizia con Jakuma, mio amatissimo “figlio di Angal” recentemente scomparso, la carrellata dei bambini che hanno reso la mia vita ad Angal infinitamente ricca di emozioni, di gioia e di tristezza, di amore dato e ricevuto. Questa volta Jakuma non ce l’ha fatta ad aspettarmi: è morto una settimana prima del mio ritorno ad Angal, a ottobre. Aveva 14 anni, ne dimostrava 8, era malato di aids e viveva in simbiosi con la nonna Cecilia. Era un bambino scontroso, con un carattere spigoloso. Gli volevo un bene dell’anima. Quando, diversi anni fa, avevo cominciato ad occuparmi di lui, non voleva essere curato. «I miei fratelli, i miei genitori − mi diceva − sono tutti morti a causa di questa malattia. Morirò anch’io». Si era isolato. Non andava più a scuola perché sul suo viso erano comparsi i segni di questo terribile virus. Poi, non so come, avevo vinto le sue resistenze e con i farmaci adatti e una buona alimentazione l’avevo visto rinascere. Era tornato a scuola, ma aveva mantenuto il suo carattere spigoloso. Mai un sorriso, mai una manifestazione di affetto. Mi trattava con sufficienza, come a dire: «Ma cosa vuole da me questa mzungu*?». Aveva una grande dignità e accettava il mio cibo come se fosse un dono che lui faceva a me (e in realtà lo era). Non chiedeva mai. Qualche volta, alla sera, quando era sicuro di non essere visto dai compagni, si sedeva sulla panca di fronte a casa mia e mi avvertiva della sua presenza con un colpetto di tosse. Quello era il segnale che aveva fame. Era crollato, però, il giorno della mia partenza. Era scoppiato in lacrime e mi aveva detto: «Non partire, mama Klaùdia». Avevo una gran voglia di abbracciarlo, ma queste effusioni non si usano fra gli Alùr. Gli ho risposto che sarei tornata presto. «No, tornerai troppo tardi», aveva singhiozzato. Da allora ero tornata tante volte e l’avevo visto migliorare. Fino all’ottobre scorso. Fino a quando la tubercolosi, che spessissimo si accompagna all’aids, ha avuto la meglio. E questa volta sono tornata davvero troppo tardi. In Swahili = uomo bianco.
6
I proverbi sono la quintessenza dell’eloquenza africana e rappresentano in qualche modo il codice delle leggi tribali, una guida per il mantenimento di buoni rapporti all’interno del clan e, per noi, un mezzo per tentare di capire il loro punto di vista e la loro psicologia. Zigzagando fra i tanti proverbi che ho raccolto ad Angal grazie ad un personaggio indimenticabile, il maestro Domenico Manano, e quelli trovati frugando nella biblioteca comboniana, ne trascrivo qui alcuni che mi sembrano particolarmente interessanti. Molti riguardano le donne, da sempre considerate con grande sufficienza in una società maschilista.
I ra c c onti sono com ei pon ti...
eventi
19/02 Ad Aosta, rappresentazione dello spettacolo teatrale “Africa”, messo in scena, recitato, cantato e ballato dagli studenti della Scuola Media di Variney (Aosta). Qualche settimana prima, Giovanni Cardellino, presidente di “Karacel”, aveva tenuto una conferenza agli studenti sulla situazione sanitaria in Uganda.
- Due mogli sono come due vasi pieni di veleno. - Un intero mercato può essere distrutto da una donna. - Le donne non usano parole diritte, ma solo distorte. - La donna e il cielo non possono essere capiti. - Una donna non può essere mandata a riscuotere crediti. Viceversa: L’abilità di un uomo è incisiva come un coltello.
I codici di comportamento si servono di immagini molto fantasiose, come nel proverbio Gli uomini hanno penne (cioè non devi irritare qualcuno che potrebbe reagire dandoti la caccia), e di argute metafore o similitudini: - Le cose comprate non riempiono il granaio (un invito a far fruttare la terra). - Un piccolo, insignificante sentiero può portare sulla strada maestra. - Aspettare non è tremare di paura (non giudicare le azioni di un uomo a prima vista). - Soffrirai come gli occhi che si aprono al mattino (contemplando le miserie del mondo, dopo una notte di piacevoli sogni). - Chi spende il proprio tempo per adornarsi sa che sta andando a una danza (c’è una ragione per ogni cosa). - L’uomo che rincorre il denaro è come l’uccello che accompagna le locuste nel loro migrare per cibarsene.
Un particolare significato hanno questi due proverbi: - Due ospiti allo stesso tempo non sono benvenuti. - Due ospiti non amano la stessa canzone. Contrariamente a quanto sembra, vogliono dire che l’ospite deve avere per sé tutta l’attenzione del padrone di casa, che non può dedicarla a due persone contemporaneamente. Il senso di grande ospitalità è infatti una delle prerogative degli Africani.
Jakuma e nonna Cecilia.
7
Un “figlio” ritrovato di Sonia e Giannino Busato
La toccante testimonianza di un pioniere della medicina ad Angal – Giannino Busato – che vi lavorò senza sosta dal 1960 al 1966, aiutato dalla moglie Sonia, anche lei medico. Al Dr. Busato si deve in particolare l’organizzazione della sala operatoria dove, pur con mezzi molto limitati, riu14/3 Ad Orgiano (VI), nella Chiesa parrocchiale, si rinnova il scì in poco tempo a intensificare enormemente e con successo Concerto organizzato dalle Insegnanti Mariangela Gazzetta, l’attività chirurgica. Maria Emma Dal Bosco e Colleghe con la geniale regia del Prof.
azioni e manifestazioni
26/02 A Negrar (VR), dai Marsiaj, si riunisce il Consiglio Direttivo dell’ Associazione per esaminare ed approvare il bilancio consuntivo 2011 e il preventivo per il 2012.
Sergio Costa. Come ogni anno, gli alunni ci consegnano il ricavato della “merenda solidale” da loro organizzata come gesto concreto di solidarietà verso i loro coetanei di Angal.
Testimonianze
Testimonianze
Maggio 1960: appena sposati, Sonia ed io eravamo in partenza per Angal, medici “missionari”, prima coppia ad essere accolta fraternamente dai Comboniani in Uganda. 30/03 - 11/04 Nella saletta d’Arte del Comune di Aosta, mostra Ad Angal un embrione di ospedale con la prima “sala di quadri offerti da pittori valdostani, da donare in cambio di operatoria” (3 metri per 4) per una popolazione che già a quel tempo contava più di 100.000 persone e che fino ad offerte per “Karacel”. allora avrebbe dovuto fare cento chilometri per un taglio 00/00 se possibile inserire altro testo cesareo (e certo non li faceva i cento chilometri!). Ad Angal siamo rimasti sei anni, abbastanza perché quella missione (non c’era paese allora) diventasse casa nostra per la vita: un lavoro faticoso ma ricco di soddisfazioni, la nascita di due figlie, l’incontro con tantissime persone care che ci hanno aiutati anche a maturare umanamente (eravamo ragazzi), un legame del quale non ci saremmo più liberati negli anni a venire, anni di lavoro ancora in Africa e poi in Italia. Abbiamo lasciato l’eredità di lavoro e di affetti ai Marsiaj con il grande rammarico di non aver potuto condividere questa esperienza, ma sicuri che tutto sarebbe andato avanti migliorando. In ogni modo il distacco è stato molto doloroso… Rassicurati dalla presenza dei Marsiaj, che tuttora dura e sostiene l’Ospedale, quasi inconsciamente ci siamo tenuti in disparte: come avere un figlio lontano inavvicinabile, continuare ad amarlo, cercare di non pensarci. C’è voluto del coraggio per rivederlo, quel figlio di ormai più di quarant’anni: una sala operatoria, un ospedale, una missione, una terra, un cimitero, a testimoniare la presenza spirituale di persone straordinarie che tanto avevano inciso nella nostra vita. Una casa, che era stata posta al centro della missione quasi per proteggerla, oggi è il cuore di un’ intensa attività umanitaria. «Nessun ritorno di fiamma, c’è semplicemente del lavoro da fare», ci siamo detti, cercando di abbordare la cosa alla larga… Da sempre siamo impegnati per lo sviluppo dell’anestesia in Africa, specialità tanto essenziale quanto misconosciuta e trascurata. C’entra ancora Marsiaj: dopo Angal eravamo a lavorare a Lacor, a 160 chilometri di distanza, e ci si incontrava appena possibile. Una volta Mario mi disse accorato che, se avesse avuto l’anestesista, un certo suo malato non sarebbe morto. Cominciò forse Giovanni Cardellino all’ingresso della mostra di pittura. 4
così una vocazione che oggi, un po’ per scherzo, ci fa dire di essere “missionari dell’anestesia”. Siamo tornati a Lacor con un compito molto tecnico, ma già lì la fiamma che covava si è riaccesa e così abbiamo ripreso la strada di Angal… Incredibile come la lingua abbandonata da oltre quarant’anni riaffiori scorrevole, come i volti, quelli rimasti, rivelino tra le rughe fisionomie mai dimenticate… Quanta gente ci ricordava con incredibile affetto, gente che avevamo conosciuto direttamente e persone cui il ricordo di noi era stato trasmesso come un dono! La casa ritrovata come se non l’avessimo mai lasciata: perfino la culla dove avevamo deposto i primi figli bianchi nati fra quella gente dalla pelle nerissima, i figli nostri e dei Marsiaj, a testimoniare la continuità di una presenza umana e non solo professionale. Anche gli alberi lì ad attenderci: li avevamo piantati con Padre Calvi quasi 50 anni fa, ed eccoli diventati monumenti viventi con il loro groviglio di radici che ben raffigurano il nostro radicamento. Siamo rimasti un po’ disorientati perché il “figlio”, l’Ospedale, nonostante le innumerevoli vicende tragiche che hanno scosso il Paese, in tutti questi anni è enormemente cresciuto, per merito di tanti amici, ed è ora il riferimento perfino di altri ospedali circonvicini. Un’attività che smetteva di essere per noi solo cifre e tornava realtà da toccare, partecipata: la Pediatria come mai l’avremmo sognata, con l’Unità nutrizionale, il Centro per l’AIDS, le
case per il personale, la sala operatoria nuova, attrezzata e pulita, medici bravi e felici di approfittare della nostra presenza tecnica e umana. Abbiamo lavorato in due tappe consecutive: una brevissima, ma della durata sufficiente per installare la prima parte dell’apparecchio da anestesia e per organizzarci; la seconda di cinque settimane, per montare l’apparecchio fornito dall’Associazione e fare scuola di anestesia. Sorpresa: 12 persone, alcune da ospedali distanti più di cento chilometri, altre con i capelli grigi, pronte ad impegnarsi molte ore al giorno per capire e fare, animate da un’incredibile voglia di praticare meglio l’anestesia: il cruccio di Mario che trova risposta dopo quarant’anni. È solo l’inizio, si deve continuare. Siamo seri, bando alla commozione. Angal ha ancora bisogno di noi, alla nostra età.
Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni di Rita Polo Rita Polo, specializzata in chirurgia, si è rivelata fin dalla sua prima missione ad Angal, nel luglio 1999, una infaticabile, matek (dura) lavoratrice, capace al tempo stesso di stabilire un ottimo rapporto con i medici locali. Nel testo che segue conferma la sua sensibilità, restituendoci nelle diverse sfaccettature le impressioni ricavate dalla sua recente permanenza ad Angal. Mancavo da Angal da 5 lunghi anni. Molte cose non sono cambiate. Ad esempio l’odore. Quel caratteristico odore di “Uganda” che mi ha investita appena messo piede fuori dall’aereo e che mi avrebbe fatto inequivocabilmente capire che ero arrivata a destinazione anche se mi ci avessero condotta ad occhi chiusi. Ad esempio i colori. Quei colori così vivi, così vari, così violenti che sembrano avere una valenza fisica, palpabile, come il bagliore dei fiori di frangipane nelle prime luci del mattino. Ad esempio la dolcezza delle colline che risalgono dal fiume fino ai confini del cielo, o le ombre scure e gradatamente sfumate delle acacie che emergono dalla bruma mattutina nella valle del Nilo. Ad esempio le mani sudaticce che popolano l’adubango, la panca di Claudia sempre gremita di poverissimi in attesa della sua straordinaria generosità, o il pianto dei bimbi della Maternity che col canto dei galli, i belati delle capre, le nuove campane ed il tam-tam della Messa rende difficile il riposo notturno, almeno nei primi giorni.
Di nuovo insieme ad Angal: Claudia e Mario con Sonia e Giannino Busato.
Ad esempio la quantità di storie di povertà e di disgrazie che riguardano persone giovani, vecchie, di mezza età, senza fare torto a nessuno. Ad esempio l’impegno di Mario: e non ci sono epatiti, non ci sono malesseri, non ci sono delusioni o fardelli di età che lo facciano desistere.
Che cosa è cambiato? Sicuramente è aumentato l’affollamento dell’Ospedale, soprattutto della Maternità e della sua sezione Cesarei. Gli interventi chirurgici sono molti e parecchie anche le complicanze perché i pazienti vi arrivano tardi, dopo un pellegrinaggio inutile in altre strutture in cui non riescono a trovare assistenza adeguata, con progressivo peggioramento del quadro clinico. Dopo averne parlato con i colleghi africani ed aver fatto alcune verifiche sui registri, ho avuto la netta impressione di un deterioramento nella Sanità pubblica ugandese, che non rifornisce adeguatamente i suoi centri pubblici con malfunzionamento degli stessi. Non parliamo del personale di tali strutture, che pare intascare il salario senza preoccuparsi di quel che deve fare o non fare. Angal è diventato quindi, nonostante sia un ospedale “privato” (pur nella categoria non-for-profit), il punto di riferimento sanitario per tutto il Distretto, specie per i problemi chirurgici. Ciò che fa la differenza è, penso, oltre ad una buona direzione da parte del Medical Superintendent e dell’Amministratore, la nostra presenza di Supervisori che pretendono determinati standard di qualità e di equità e che si impegnano a trovare soluzione ai problemi man mano che si presentano, lottando contro le difficoltà logistiche, la povertà e, se necessario, la corruzione locale. La buona battaglia in difesa degli ultimi è cominciata molti anni fa ma non è mai finita: i guerrieri sono ancora molti, le motivazioni forti, il coraggio tanto. Che Dio ci sostenga per sostenere loro!
Rita Polo in sala operatoria.
5
Saggezza africana (V)
Figli di Angal: mama Klaùdia racconta
a cura di Claudia Marsiaj
Jakuma Con questo numero prende avvio una nuova rubrica che, in una sorta di naturale estensione della precedente, allarga il raggio dei “fili delle donne”ai bambini. Inizia con Jakuma, mio amatissimo “figlio di Angal” recentemente scomparso, la carrellata dei bambini che hanno reso la mia vita ad Angal infinitamente ricca di emozioni, di gioia e di tristezza, di amore dato e ricevuto. Questa volta Jakuma non ce l’ha fatta ad aspettarmi: è morto una settimana prima del mio ritorno ad Angal, a ottobre. Aveva 14 anni, ne dimostrava 8, era malato di aids e viveva in simbiosi con la nonna Cecilia. Era un bambino scontroso, con un carattere spigoloso. Gli volevo un bene dell’anima. Quando, diversi anni fa, avevo cominciato ad occuparmi di lui, non voleva essere curato. «I miei fratelli, i miei genitori − mi diceva − sono tutti morti a causa di questa malattia. Morirò anch’io». Si era isolato. Non andava più a scuola perché sul suo viso erano comparsi i segni di questo terribile virus. Poi, non so come, avevo vinto le sue resistenze e con i farmaci adatti e una buona alimentazione l’avevo visto rinascere. Era tornato a scuola, ma aveva mantenuto il suo carattere spigoloso. Mai un sorriso, mai una manifestazione di affetto. Mi trattava con sufficienza, come a dire: «Ma cosa vuole da me questa mzungu*?». Aveva una grande dignità e accettava il mio cibo come se fosse un dono che lui faceva a me (e in realtà lo era). Non chiedeva mai. Qualche volta, alla sera, quando era sicuro di non essere visto dai compagni, si sedeva sulla panca di fronte a casa mia e mi avvertiva della sua presenza con un colpetto di tosse. Quello era il segnale che aveva fame. Era crollato, però, il giorno della mia partenza. Era scoppiato in lacrime e mi aveva detto: «Non partire, mama Klaùdia». Avevo una gran voglia di abbracciarlo, ma queste effusioni non si usano fra gli Alùr. Gli ho risposto che sarei tornata presto. «No, tornerai troppo tardi», aveva singhiozzato. Da allora ero tornata tante volte e l’avevo visto migliorare. Fino all’ottobre scorso. Fino a quando la tubercolosi, che spessissimo si accompagna all’aids, ha avuto la meglio. E questa volta sono tornata davvero troppo tardi. In Swahili = uomo bianco.
6
I proverbi sono la quintessenza dell’eloquenza africana e rappresentano in qualche modo il codice delle leggi tribali, una guida per il mantenimento di buoni rapporti all’interno del clan e, per noi, un mezzo per tentare di capire il loro punto di vista e la loro psicologia. Zigzagando fra i tanti proverbi che ho raccolto ad Angal grazie ad un personaggio indimenticabile, il maestro Domenico Manano, e quelli trovati frugando nella biblioteca comboniana, ne trascrivo qui alcuni che mi sembrano particolarmente interessanti. Molti riguardano le donne, da sempre considerate con grande sufficienza in una società maschilista.
I ra c c onti sono com ei pon ti...
eventi
19/02 Ad Aosta, rappresentazione dello spettacolo teatrale “Africa”, messo in scena, recitato, cantato e ballato dagli studenti della Scuola Media di Variney (Aosta). Qualche settimana prima, Giovanni Cardellino, presidente di “Karacel”, aveva tenuto una conferenza agli studenti sulla situazione sanitaria in Uganda.
- Due mogli sono come due vasi pieni di veleno. - Un intero mercato può essere distrutto da una donna. - Le donne non usano parole diritte, ma solo distorte. - La donna e il cielo non possono essere capiti. - Una donna non può essere mandata a riscuotere crediti. Viceversa: L’abilità di un uomo è incisiva come un coltello.
I codici di comportamento si servono di immagini molto fantasiose, come nel proverbio Gli uomini hanno penne (cioè non devi irritare qualcuno che potrebbe reagire dandoti la caccia), e di argute metafore o similitudini: - Le cose comprate non riempiono il granaio (un invito a far fruttare la terra). - Un piccolo, insignificante sentiero può portare sulla strada maestra. - Aspettare non è tremare di paura (non giudicare le azioni di un uomo a prima vista). - Soffrirai come gli occhi che si aprono al mattino (contemplando le miserie del mondo, dopo una notte di piacevoli sogni). - Chi spende il proprio tempo per adornarsi sa che sta andando a una danza (c’è una ragione per ogni cosa). - L’uomo che rincorre il denaro è come l’uccello che accompagna le locuste nel loro migrare per cibarsene.
Un particolare significato hanno questi due proverbi: - Due ospiti allo stesso tempo non sono benvenuti. - Due ospiti non amano la stessa canzone. Contrariamente a quanto sembra, vogliono dire che l’ospite deve avere per sé tutta l’attenzione del padrone di casa, che non può dedicarla a due persone contemporaneamente. Il senso di grande ospitalità è infatti una delle prerogative degli Africani.
Jakuma e nonna Cecilia.
7
Un “figlio” ritrovato di Sonia e Giannino Busato
La toccante testimonianza di un pioniere della medicina ad Angal – Giannino Busato – che vi lavorò senza sosta dal 1960 al 1966, aiutato dalla moglie Sonia, anche lei medico. Al Dr. Busato si deve in particolare l’organizzazione della sala operatoria dove, pur con mezzi molto limitati, riu14/3 Ad Orgiano (VI), nella Chiesa parrocchiale, si rinnova il scì in poco tempo a intensificare enormemente e con successo Concerto organizzato dalle Insegnanti Mariangela Gazzetta, l’attività chirurgica. Maria Emma Dal Bosco e Colleghe con la geniale regia del Prof.
azioni e manifestazioni
26/02 A Negrar (VR), dai Marsiaj, si riunisce il Consiglio Direttivo dell’ Associazione per esaminare ed approvare il bilancio consuntivo 2011 e il preventivo per il 2012.
Sergio Costa. Come ogni anno, gli alunni ci consegnano il ricavato della “merenda solidale” da loro organizzata come gesto concreto di solidarietà verso i loro coetanei di Angal.
Testimonianze
Testimonianze
Maggio 1960: appena sposati, Sonia ed io eravamo in partenza per Angal, medici “missionari”, prima coppia ad essere accolta fraternamente dai Comboniani in Uganda. 30/03 - 11/04 Nella saletta d’Arte del Comune di Aosta, mostra Ad Angal un embrione di ospedale con la prima “sala di quadri offerti da pittori valdostani, da donare in cambio di operatoria” (3 metri per 4) per una popolazione che già a quel tempo contava più di 100.000 persone e che fino ad offerte per “Karacel”. allora avrebbe dovuto fare cento chilometri per un taglio 00/00 se possibile inserire altro testo cesareo (e certo non li faceva i cento chilometri!). Ad Angal siamo rimasti sei anni, abbastanza perché quella missione (non c’era paese allora) diventasse casa nostra per la vita: un lavoro faticoso ma ricco di soddisfazioni, la nascita di due figlie, l’incontro con tantissime persone care che ci hanno aiutati anche a maturare umanamente (eravamo ragazzi), un legame del quale non ci saremmo più liberati negli anni a venire, anni di lavoro ancora in Africa e poi in Italia. Abbiamo lasciato l’eredità di lavoro e di affetti ai Marsiaj con il grande rammarico di non aver potuto condividere questa esperienza, ma sicuri che tutto sarebbe andato avanti migliorando. In ogni modo il distacco è stato molto doloroso… Rassicurati dalla presenza dei Marsiaj, che tuttora dura e sostiene l’Ospedale, quasi inconsciamente ci siamo tenuti in disparte: come avere un figlio lontano inavvicinabile, continuare ad amarlo, cercare di non pensarci. C’è voluto del coraggio per rivederlo, quel figlio di ormai più di quarant’anni: una sala operatoria, un ospedale, una missione, una terra, un cimitero, a testimoniare la presenza spirituale di persone straordinarie che tanto avevano inciso nella nostra vita. Una casa, che era stata posta al centro della missione quasi per proteggerla, oggi è il cuore di un’ intensa attività umanitaria. «Nessun ritorno di fiamma, c’è semplicemente del lavoro da fare», ci siamo detti, cercando di abbordare la cosa alla larga… Da sempre siamo impegnati per lo sviluppo dell’anestesia in Africa, specialità tanto essenziale quanto misconosciuta e trascurata. C’entra ancora Marsiaj: dopo Angal eravamo a lavorare a Lacor, a 160 chilometri di distanza, e ci si incontrava appena possibile. Una volta Mario mi disse accorato che, se avesse avuto l’anestesista, un certo suo malato non sarebbe morto. Cominciò forse Giovanni Cardellino all’ingresso della mostra di pittura. 4
così una vocazione che oggi, un po’ per scherzo, ci fa dire di essere “missionari dell’anestesia”. Siamo tornati a Lacor con un compito molto tecnico, ma già lì la fiamma che covava si è riaccesa e così abbiamo ripreso la strada di Angal… Incredibile come la lingua abbandonata da oltre quarant’anni riaffiori scorrevole, come i volti, quelli rimasti, rivelino tra le rughe fisionomie mai dimenticate… Quanta gente ci ricordava con incredibile affetto, gente che avevamo conosciuto direttamente e persone cui il ricordo di noi era stato trasmesso come un dono! La casa ritrovata come se non l’avessimo mai lasciata: perfino la culla dove avevamo deposto i primi figli bianchi nati fra quella gente dalla pelle nerissima, i figli nostri e dei Marsiaj, a testimoniare la continuità di una presenza umana e non solo professionale. Anche gli alberi lì ad attenderci: li avevamo piantati con Padre Calvi quasi 50 anni fa, ed eccoli diventati monumenti viventi con il loro groviglio di radici che ben raffigurano il nostro radicamento. Siamo rimasti un po’ disorientati perché il “figlio”, l’Ospedale, nonostante le innumerevoli vicende tragiche che hanno scosso il Paese, in tutti questi anni è enormemente cresciuto, per merito di tanti amici, ed è ora il riferimento perfino di altri ospedali circonvicini. Un’attività che smetteva di essere per noi solo cifre e tornava realtà da toccare, partecipata: la Pediatria come mai l’avremmo sognata, con l’Unità nutrizionale, il Centro per l’AIDS, le
case per il personale, la sala operatoria nuova, attrezzata e pulita, medici bravi e felici di approfittare della nostra presenza tecnica e umana. Abbiamo lavorato in due tappe consecutive: una brevissima, ma della durata sufficiente per installare la prima parte dell’apparecchio da anestesia e per organizzarci; la seconda di cinque settimane, per montare l’apparecchio fornito dall’Associazione e fare scuola di anestesia. Sorpresa: 12 persone, alcune da ospedali distanti più di cento chilometri, altre con i capelli grigi, pronte ad impegnarsi molte ore al giorno per capire e fare, animate da un’incredibile voglia di praticare meglio l’anestesia: il cruccio di Mario che trova risposta dopo quarant’anni. È solo l’inizio, si deve continuare. Siamo seri, bando alla commozione. Angal ha ancora bisogno di noi, alla nostra età.
Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni di Rita Polo Rita Polo, specializzata in chirurgia, si è rivelata fin dalla sua prima missione ad Angal, nel luglio 1999, una infaticabile, matek (dura) lavoratrice, capace al tempo stesso di stabilire un ottimo rapporto con i medici locali. Nel testo che segue conferma la sua sensibilità, restituendoci nelle diverse sfaccettature le impressioni ricavate dalla sua recente permanenza ad Angal. Mancavo da Angal da 5 lunghi anni. Molte cose non sono cambiate. Ad esempio l’odore. Quel caratteristico odore di “Uganda” che mi ha investita appena messo piede fuori dall’aereo e che mi avrebbe fatto inequivocabilmente capire che ero arrivata a destinazione anche se mi ci avessero condotta ad occhi chiusi. Ad esempio i colori. Quei colori così vivi, così vari, così violenti che sembrano avere una valenza fisica, palpabile, come il bagliore dei fiori di frangipane nelle prime luci del mattino. Ad esempio la dolcezza delle colline che risalgono dal fiume fino ai confini del cielo, o le ombre scure e gradatamente sfumate delle acacie che emergono dalla bruma mattutina nella valle del Nilo. Ad esempio le mani sudaticce che popolano l’adubango, la panca di Claudia sempre gremita di poverissimi in attesa della sua straordinaria generosità, o il pianto dei bimbi della Maternity che col canto dei galli, i belati delle capre, le nuove campane ed il tam-tam della Messa rende difficile il riposo notturno, almeno nei primi giorni.
Di nuovo insieme ad Angal: Claudia e Mario con Sonia e Giannino Busato.
Ad esempio la quantità di storie di povertà e di disgrazie che riguardano persone giovani, vecchie, di mezza età, senza fare torto a nessuno. Ad esempio l’impegno di Mario: e non ci sono epatiti, non ci sono malesseri, non ci sono delusioni o fardelli di età che lo facciano desistere.
Che cosa è cambiato? Sicuramente è aumentato l’affollamento dell’Ospedale, soprattutto della Maternità e della sua sezione Cesarei. Gli interventi chirurgici sono molti e parecchie anche le complicanze perché i pazienti vi arrivano tardi, dopo un pellegrinaggio inutile in altre strutture in cui non riescono a trovare assistenza adeguata, con progressivo peggioramento del quadro clinico. Dopo averne parlato con i colleghi africani ed aver fatto alcune verifiche sui registri, ho avuto la netta impressione di un deterioramento nella Sanità pubblica ugandese, che non rifornisce adeguatamente i suoi centri pubblici con malfunzionamento degli stessi. Non parliamo del personale di tali strutture, che pare intascare il salario senza preoccuparsi di quel che deve fare o non fare. Angal è diventato quindi, nonostante sia un ospedale “privato” (pur nella categoria non-for-profit), il punto di riferimento sanitario per tutto il Distretto, specie per i problemi chirurgici. Ciò che fa la differenza è, penso, oltre ad una buona direzione da parte del Medical Superintendent e dell’Amministratore, la nostra presenza di Supervisori che pretendono determinati standard di qualità e di equità e che si impegnano a trovare soluzione ai problemi man mano che si presentano, lottando contro le difficoltà logistiche, la povertà e, se necessario, la corruzione locale. La buona battaglia in difesa degli ultimi è cominciata molti anni fa ma non è mai finita: i guerrieri sono ancora molti, le motivazioni forti, il coraggio tanto. Che Dio ci sostenga per sostenere loro!
Rita Polo in sala operatoria.
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Saggezza africana (V)
Figli di Angal: mama Klaùdia racconta
a cura di Claudia Marsiaj
Jakuma Con questo numero prende avvio una nuova rubrica che, in una sorta di naturale estensione della precedente, allarga il raggio dei “fili delle donne”ai bambini. Inizia con Jakuma, mio amatissimo “figlio di Angal” recentemente scomparso, la carrellata dei bambini che hanno reso la mia vita ad Angal infinitamente ricca di emozioni, di gioia e di tristezza, di amore dato e ricevuto. Questa volta Jakuma non ce l’ha fatta ad aspettarmi: è morto una settimana prima del mio ritorno ad Angal, a ottobre. Aveva 14 anni, ne dimostrava 8, era malato di aids e viveva in simbiosi con la nonna Cecilia. Era un bambino scontroso, con un carattere spigoloso. Gli volevo un bene dell’anima. Quando, diversi anni fa, avevo cominciato ad occuparmi di lui, non voleva essere curato. «I miei fratelli, i miei genitori − mi diceva − sono tutti morti a causa di questa malattia. Morirò anch’io». Si era isolato. Non andava più a scuola perché sul suo viso erano comparsi i segni di questo terribile virus. Poi, non so come, avevo vinto le sue resistenze e con i farmaci adatti e una buona alimentazione l’avevo visto rinascere. Era tornato a scuola, ma aveva mantenuto il suo carattere spigoloso. Mai un sorriso, mai una manifestazione di affetto. Mi trattava con sufficienza, come a dire: «Ma cosa vuole da me questa mzungu*?». Aveva una grande dignità e accettava il mio cibo come se fosse un dono che lui faceva a me (e in realtà lo era). Non chiedeva mai. Qualche volta, alla sera, quando era sicuro di non essere visto dai compagni, si sedeva sulla panca di fronte a casa mia e mi avvertiva della sua presenza con un colpetto di tosse. Quello era il segnale che aveva fame. Era crollato, però, il giorno della mia partenza. Era scoppiato in lacrime e mi aveva detto: «Non partire, mama Klaùdia». Avevo una gran voglia di abbracciarlo, ma queste effusioni non si usano fra gli Alùr. Gli ho risposto che sarei tornata presto. «No, tornerai troppo tardi», aveva singhiozzato. Da allora ero tornata tante volte e l’avevo visto migliorare. Fino all’ottobre scorso. Fino a quando la tubercolosi, che spessissimo si accompagna all’aids, ha avuto la meglio. E questa volta sono tornata davvero troppo tardi. In Swahili = uomo bianco.
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I proverbi sono la quintessenza dell’eloquenza africana e rappresentano in qualche modo il codice delle leggi tribali, una guida per il mantenimento di buoni rapporti all’interno del clan e, per noi, un mezzo per tentare di capire il loro punto di vista e la loro psicologia. Zigzagando fra i tanti proverbi che ho raccolto ad Angal grazie ad un personaggio indimenticabile, il maestro Domenico Manano, e quelli trovati frugando nella biblioteca comboniana, ne trascrivo qui alcuni che mi sembrano particolarmente interessanti. Molti riguardano le donne, da sempre considerate con grande sufficienza in una società maschilista.
I ra c c onti sono com ei pon ti...
eventi
19/02 Ad Aosta, rappresentazione dello spettacolo teatrale “Africa”, messo in scena, recitato, cantato e ballato dagli studenti della Scuola Media di Variney (Aosta). Qualche settimana prima, Giovanni Cardellino, presidente di “Karacel”, aveva tenuto una conferenza agli studenti sulla situazione sanitaria in Uganda.
- Due mogli sono come due vasi pieni di veleno. - Un intero mercato può essere distrutto da una donna. - Le donne non usano parole diritte, ma solo distorte. - La donna e il cielo non possono essere capiti. - Una donna non può essere mandata a riscuotere crediti. Viceversa: L’abilità di un uomo è incisiva come un coltello.
I codici di comportamento si servono di immagini molto fantasiose, come nel proverbio Gli uomini hanno penne (cioè non devi irritare qualcuno che potrebbe reagire dandoti la caccia), e di argute metafore o similitudini: - Le cose comprate non riempiono il granaio (un invito a far fruttare la terra). - Un piccolo, insignificante sentiero può portare sulla strada maestra. - Aspettare non è tremare di paura (non giudicare le azioni di un uomo a prima vista). - Soffrirai come gli occhi che si aprono al mattino (contemplando le miserie del mondo, dopo una notte di piacevoli sogni). - Chi spende il proprio tempo per adornarsi sa che sta andando a una danza (c’è una ragione per ogni cosa). - L’uomo che rincorre il denaro è come l’uccello che accompagna le locuste nel loro migrare per cibarsene.
Un particolare significato hanno questi due proverbi: - Due ospiti allo stesso tempo non sono benvenuti. - Due ospiti non amano la stessa canzone. Contrariamente a quanto sembra, vogliono dire che l’ospite deve avere per sé tutta l’attenzione del padrone di casa, che non può dedicarla a due persone contemporaneamente. Il senso di grande ospitalità è infatti una delle prerogative degli Africani.
Jakuma e nonna Cecilia.
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Angal da Kampala una volta al mese per risolvere le difficoltà degli operatori che usano il programma “Open Hospital”. Per la connessione Internet, invece, mancano ancora i fondi.
E i costi dell’Ospedale? Il Saint Luke nel 2011 è costato globalmente circa 479.585 euro. Il 49% di questa cifra è stata finanziata da “Amici di Angal”, il 23% da fondi delegati del governo ugandese e solo il 17% dai ticket pagati dai pazienti. Da sottolineare due aspetti: in primo luogo come risulti da studi di settore che un ospedale che tragga più del 20% delle proprie entrate dai pazienti diventi a breve un ospedale non più a servizio dei poveri; in secondo luogo che “Amici di Angal” è il maggior finanziatore dell’Ospedale. Questi elementi richiederanno a breve/medio termine cambiamenti di strategia da parte di entrambe le parti, allo scopo di ottimizzare ulteriormente le risorse e diversificare i finanziatori. È in gioco la possibilità che la gente povera dell’area possa continuare a trovare nell’Ospedale di Angal una risposta decorosa ai propri bisogni di salute. Borse di studio e stipendi governativi Linee di credito 3% per acquisto farmaci 5%
Altre 3%
4. Progetto dentistico: si sono fatti dei buoni passi avanti nella collaborazione con la SMOM, che ha inviato negli ultimi 12 mesi ben tre volontari, Matteo Traversone (agosto 2011 e gennaio 2012), Francesco Riboli (gennaio 2012) e Salvatore Bonatesta (ottobre 2011).
N ew s
Che cosa puoi fare tu
a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”
I Progetti Come contribuire
Assistenza degli orfani da AIDS
I contributi si possono inviare con bonifico bancario a: ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUS Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie locali Unicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr) che accolgono e si prendono cura di questi orfani (247 al 20 c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: L novembre 2011). IBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019 Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, cure mediche, istruzione).
Numero 9 – MAGGIO 2012
eventi E lontano da Angal...
Entrate ospedale di Angal 2011.
e manifestazioni
20/10/11 A Como incontro a casa Nessi, dove Italo, al ritorno da Angal, aggiorna i membri del Consiglio Direttivo dell’Associazione sui risultati del workshop organizzato dall’Amministratore dell’Ospedale per promuovere il progetto definito “Quality Improvement Plan”. A novembre, nello storico Campo Padovani di Firenze, la squadra dell’Old Rugby e quella dei giovani under-14 del Firenze Rugby 1931 scendono in campo per promuovere una raccolta di fondi a favore dell’Ospedale di Angal.
Nuovi obiettivi e realizzazioni 1. Nello scorso numero avevamo iniziato con una nota negativa : la mancata realizzazione delle casette per gli infermieri. Questa volta possiamo invece esprimere soddisfazione perché 6 nuove casette sono state completate in questi giorni e presto saranno assegnate ad altrettanti dipendenti dell’Ospedale. Artefice di questo lavoro è fratel Gianni Bonafini, che un anno fa aveva anche costruito gli shelters (=alloggi) per i parenti dei pazienti.
7/12 A Stresa gli “Amici di Cinzia”, in occasione della festa dell’Immacolata, propongono artigianato africano e prodotti locali per finanziare 3 borse di studio che permetteranno ad altrettanti figli di dipendenti dell’Ospedale di diventare infermieri.
2. È ancora in fase di stallo, viceversa, il Progetto rete idrica. Un passo avanti era stato fatto con la venuta ad Angal dell’Ing. Emmanuele Giaccari, che aveva completato il progetto con i dati planimetrici e chiesto un preventivo ad una ditta di Kampala per l’acquisto dei tubi. Speriamo che entro l’estate si possa affrontare la spesa e… l’esecuzione. 3. Progetto informatico: grazie ad “Informatici senza frontiere” abbiamo raggiunto un accordo con un informatico ugandese, Joseph Balikuddembe, disposto a recarsi ad
18/12 Presso l’Auditorium di Aymavilles (Aosta) Concerto di Natale con l’Orchestra Suzuki e il Coro di voci bianche “Canto leggero”. In occasione del Concerto, ad ingresso gratuito, vengono distribuiti i calendari “Karacel 2012” e si raccolgono offerte destinate all’Associazione “Karacel”, che opera a fianco di “Amici di Angal”.
Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lunghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro. L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delle Entrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Al momento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il 5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscale dell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spazio del modello IRPEF.
Assistenza degli ammalati di AIDS spesa annua: € 35.000 Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati di AIDS attraverso una équipe di infermieri espressamente formati per questo servizio.
Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto e sceglieranno di beneficiare la nostra Associazione. I contributi raccolti attraverso questa forma di finanziamento saranno interamente impiegati a favore dell’Ospedale e dei Progetti sostenuti dagli “Amici di Angal”.
Operazione Proteine spesa annua: € 8.000
Ulteriori informazioni si possono richiedere a: Amici di Angal ONLUS Via Vivaldi 3 - 37020 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 7513296 sito web: www.amicidiangal.org e-mail: info@amicidiangal.org
Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) interno all’Ospedale, che fornisce tre pasti al giorno ad alto contenuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione. Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche ai pazienti bisognosi degli altri reparti.
Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione, coordinata da Tilde Barone tilde.barone@live.it Giuseppina Ricciardi tel. (+39) 333 7122535 tel. (+39) 338 7728989
Samaritan Fund spesa annua: € 7.500 Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che non possono pagare la sia pur modesta retta chiesta dall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farmaci salvavita”.
Realizzazione grafica: Quadri_Folio Fotografie: da archivio dell’Associazione Stampa: Tipografia Gravinese, Torino
31/01/12 Ad Aosta, in occasione della Fiera di S. Orso, esposizione di oggetti dell’artigianato valdostano, regalati da artigiani locali, da donare in cambio di offerte per “Karacel”.
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Cronache da Angal
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Tempo di bilanci: il nostro e… il loro
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Nuovi obiettivi e realizzazioni
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E lontano da Angal…
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Testimonianze
È possibile anche effettuare donazioni on-line in modo rapido, gratuito e sicuro attraverso il sistema di pagamento Paypal (www.paypal.com).
spesa annua: € 60.000
Fondi delegati governativi 23%
In questo numero:
(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito in Legge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUS con assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato fino alla misura del 10%).
Ricovero gratuito per i bambini
Ticket da pazienti 17%
GRAZIE a tutti quelli che ci hanno dato fiducia − per un valore rappresentante l’89% delle entrate (458.883 euro); da sottolineare però che il dato non rispecchia la reale avvenuta contrazione delle erogazioni, riflesso della crisi finanziaria, in quanto influenzato dalla presenza di un importante quanto occasionale lascito testamentario. Le attività tipiche e accessorie, da intendersi come trasferimenti di denaro da enti pubblici o fondazioni a sostegno di attività dell’Associazione, sono ammontate a 2.450 euro, mentre il 5 x mille ha comportato un’ entrata pari a 43.221 euro.
Padre Felice Centis ethò (“è morto)
News dagli Amici di Angal
L’Associazione “Amici di Angal” sostiene l’attività • Svolgere un’opera di sensibilizzazione. dell’Ospedale St. Luke di Angal, in Uganda, e vari • Partecipare agli eventi di raccolta fondi. Progetti di assistenza e cura di bambini e adulti indigenti. • Impegnarti in una donazione regolare a sostegno dei singoli Progetti.
contributo annuo necessario: € 200
L’Ing. Giaccari, progettista del nuovo acquedotto.
Donazioni in beni e servizi 49%
L’Associazione in breve
Un “figlio” ritrovato (di Sonia e Giannino Busato)
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Ritorno ad Angal tra emozioni e riflessioni (di Rita Polo)
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Figli di Angal: mama Klaùdia racconta Jakuma Saggezza africana (V)
Cronache da Angal Le missioni continuano Per molti anni le notizie da Angal sono state fornite esclusivamente da “ Mario e Claudia”. In futuro ci sarà anche l’apporto di altri Soci, che hanno già cominciato ad affiancarci nella gestione dei rapporti con l’Amministrazione dell’Ospedale. Questo non vuol dire che intendiamo “mollare”, ma che, per il bene di Angal, c’è bisogno di forze nuove e anche più giovani! La nostra 36ª missione, infatti, si è interrotta bruscamente a causa di una grave lombosciatalgia di Claudia, non trattabile ad Angal. Durante la nostra permanenza, nei vari incontri con l’Amministratore e il Direttore sanitario, abbiamo avuto l’appoggio di Rita Polo, rientrata a pieno ritmo fra i membri attivi dell’Associazione, che si è prodigata anche in sala operatoria (v. la sua Testimonianza a p. ooo?). Claudia ha constatato delle gravi carenze in Nutrition Unit, dove mancava il latte in polvere e non si era fatto nulla per reperire latte fresco; dove, dal nostro ultimo soggiorno, a giugno, non era stato più acquistato pesce fresco e quello secco era di pessima qualità. Con noi è tornato anche Salvatore Bonatesta, per riprendere il lavoro iniziato nell’ambito del progetto dentistico, 1
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insieme con Maurizio Nicolardi ed Emanuele Giaccari, intenzionato ad occuparsi del rifacimento della rete idrica dell’Ospedale. Dal 18 giugno all’8 luglio aveva avuto luogo la missione di Luca e Francesca Sarti (con i figli Giacomo e Cecilia), durante la quale avevano discusso il rinnovo della Convenzione che regola i rapporti essenziali tra Amministrazione e Associazione, coinvolgendo, oltre alle parti interessate, anche il nuovo Vescovo, Mons. Wanok, in qualità di proprietario dell’Ospedale. Ad ottobre eravamo stati preceduti da Italo Nessi, che aveva partecipato, su incarico dell’Associazione, al Seminario su “Quality improvement” organizzato dall’Amministratore. A febbraio 2012, un ritorno inaspettato: Sonia e Giannino Busato, nostri predecessori ad Angal, vi si sono fermati un mese per insegnare i fondamenti dell’anestesia a medici e infermieri (la loro commossa Testimonianza è a p. ooo). Giovanni Cardellino, di nuovo ad Angal per le verifiche di routine dal 4 al 18 febbraio, ha avuto numerosi incontri con il team amministrativo, con gli infermieri, per raccogliere le loro richieste e i suggerimenti al fine di migliorare sempre più il servizio, ed ancora con il Vescovo. Con Giovanni Soumia Ferg, che ha sostituito Claudia in Nutrition Unit.
Padre Felice Centis ad Angal
Padre Felice Centis, Comboniano, averva 92 anni; ne avrebbe compiuti 93 il mese prossimo, ma il 10 marzo “il Signore lo ha chiamato a sé silenziosamente”, come ha scritto Padre Gino Stocchero nel darci la notizia. Nella sua lunga vita missionaria aveva svolto varie mansioni in Italia e in Inghilterra ai vertici dell’Istituto, ma il suo cuore era in Africa, in Uganda, dove era giunto nel 1967 e dove sarebbe rimasto quasi ininterrottamente, 5 x mille Entrate Attività 9% dedicandosi oltre a tutto il resto alla traduzione in Alùr finanziarie tipiche e della Bibbia e del Messale, lavoro estremamente diffici1% accessorie 1% le, che lo impegnò per anni. Lo scorso settembre, dopo un periodo di cure in Italia, volle riprendere il volo per l’Uganda e ritornare a concludere la propria missione fra gli Alùr. Alla notizia della sua morte, dopo un primo sentimento Erogazioni liberali di sgomento, è questo il pensiero che ci ha consolati: che 89% è morto fra la gente alla quale aveva dedicato la sua vita, Entrate 2011 Amici di Angal. come aveva desiderato. Padre Felice sarà ricordato con riconoscenza da quanti ebbero la fortuna di conoscerlo e mancherà moltissimo alla gente di Angal e a quanti, medici ed amici, ad Angal Le uscite del 2011 hanno riguardato per il 97% progetritorneranno. ti in favore dell’Ospedale, per un totale di 309.938 euro, quota percentuale davvero elevata al confronto di altre realtà associative o istituzionali di aiuto allo sviluppo; il resto si è diviso fra spese per raccolta fondi e oneri bancari (poco più di 6.700 euro). Le uscite sono ammontate a 316.667,93 euro, maggiori quindi delle entrate per un differenziale di circa 18.000 euro. La cosa è motivo di inevitabile preoccupazione, anche perché negli anni il supporto richiestoci dall’Ospedale si è fatto sempre più oneroso; in particolare nel 2011 un aumento di stipendi nel settore sanitario pubblico ugandese si è tradotto in un analogo (e legittimo) incremento di stipendi anche nell’Ospedale di Angal, al quale l’Associazione ha dovuto far fronte, con un pesante incremento della nostra esposizione finanziaria. Spuntino di gruppo sulla via per Angal.
Progetti per Angal 97%
Tempo di bilanci: il nostro…e il loro È proprio così: con l’arrivo della primavera si rendono ineludibili adempimenti di legge, che diventano anche Uscite occasione di riflessione su quantità e qualità del nostro finanziarie 1% intervento a favore dell’Ospedale, nell’anno trascorso. Le entrate del 2011 si sono caratterizzate per erogazioni liberali per poco più di 408.756 euro – un caloroso Uscite 2011 Amici di Angal. 2
Spese per raccolta fondi 2%