[Title will be auto-generated]

Page 1

305

Stanchezza, autismo e sindrome Cri du Chat A. Claro et al.

320

Funzionamento adattivo e prevalenza disabilità O. Obi et al.

333

Cambiamenti nei comportamenti disadattivi nell’autismo D. K. Anderson et al.

354

Scala per la valutazione dell’autodeterminazione L. Cottini e B. Bonci

369

Evoluzione storica e metodologica del precision teaching

402

Presentazione della sezione ABA-Italia P. Moderato

403

L’evoluzione della scienza del comportamento in Italia P. Moderato

414

Ettore Caracciolo: un ricordo P. Moderato

418

Presentazione dei Gruppi di ricerca di interesse specifico (SIRG-Special Interest Research Group) di AIRIM

C. Torli et al.

421

SIRG Disabili adulti, anziani e paradigmi S. Fontana et al.

423

SIRG Disabilità intellettiva e salute (fisica e mentale) R. Capellini et al.

426

Frequenza dei disturbi mentali V. Moretti et al.

AJIDD edizione italiana

ISSN 2036-220X

T. Gomiero et al.

419

SIRG Qualità della Vita, normalità e inclusione

ottobre 2011 volume 9 numero 3

Quality of Life in Late-stage Dementia

AJIDD

A. B. Courtemanche et al.

389

edizione italiana

Interventi psicofarmacologici e comportamentali

American Journal on Intellectual and Developmental Disabilities

ottobre 2011 – volume 9 – numero 3 – 281-432

287

R. Franchini

F. Cavallini et al.

Vannini • Editoria Scientifica


AJIDD

Informazioni per gli Autori Italiani Pubblicato da

American Association on Intellectual and Developmental Disabilities

Redazione Americana Editor Leonard Abbeduto, University of Wisconsin-Madison Managing Editor Stephanie Dean, American Association on Intellectual and Developmental Disabilities Associate Editors W. Ted Brown, New York State Institute for Basic Research on Developmental Disabilities; Eric Carter, Vanderbilt University; Eric Emerson, Lancaster University; Deborah J. Fidler, Colorado State University; Richard P. Hastings, Bangor University; Ann P. Kaiser, Vanderbilt University; Sandra M. Magaña, University of Wisconsin-Madison; Laura Lee McIntyre, University of Oregon; Gael Orsmond, Boston University; Rose A. Sevcik, Georgia State University; Tony J. Simon, University of California, Davis; Frank Symons, University of Minnesota, Twin Cities; Marc J. Tassé, University of South Florida Consulting Editors Michael G. Aman, Ohio State University; Donald B. Bailey, Jr., University of North Carolina, Chapel Hill; Bruce L. Baker, University of California, Los Angeles; Jan Blacher, University of California, Riverside; Daniel M. Bolt, University of Wisconsin-Madison; Sharon Borthwick-Duffy, University of California, Riverside; Jacob A. Burack, McGill University; Michael Carlin, Shriver Center; Kim Cornish, McGill University; Laraine Masters Glidden, St. Mary’s College of Maryland; Kylie M. Gray, Monash University; Randi J. Hagerman, University of California, Davis; Dougal Julian Hare, University of Manchester; Anne Bradford Harris, University of Wisconsin-Madison; Lucy Henry, King’s College London; Susan Hepburn, University of Colorado at Denver Health Sciences Center; Robert M. Hodapp, Vanderbilt University; Robert H. Horner, University of Oregon; Carolyn Hughes, Vanderbilt University; Andrew Jahoda, University of Glasgow; Chris Jarrold, University of Bristol; Craig Kennedy, Vanderbilt University; Jee-Seon Kim, University of Wisconsin-Madison; Marty W. Krauss, Brandeis University; Barbara Landau, Johns Hopkins University; Nancy Raitano Lee, National Institutes of Health; Mark H. Lewis, University of Florida; Bruce McCandliss, Weill Medical College of Cornell University; Edward Merrill, University of Alabama; Carolyn Mervis, University of Louisville; Melissa M. Murphy, College of Notre Dame of Maryland; Gael Orsmond, Boston University; Susan L. Parish, University of North Carolina at Chapel Hill; Amy Philofsky, University of Colorado at Denver Health Sciences Center; Joe Reichle, University of Minnesota; Jane E. Roberts, University of South Carolina; Johannes Rojahn, George Mason University; Mary Ann Romski, Georgia State University; Richard R. Saunders, University of Kansas; Gaia Scerif, University of Oxford; Laura E. Schreibman, University of California, San Diego; Marsha M. Seltzer, University of Wisconsin-Madison; Paul T. Shattuck, Washington University; Wayne P. Silverman, Kennedy Krieger; Patricia A. Snyder, University of Florida; Roger Stancliffe, University of Sidney; Helen Tager-Flusberg, University of Massachusetts, Boston; James Thompson, Illinois State University; Michael Wehmeyer, University of Kansas; Jennifer Zarcone, University of Rochester Medical Center.

Contact Information: American Journal on Intellectual and Developmental Disabilities (Print ISSN 1944-7515; Online ISSN: 1944-7558). Published bimonthly by the American Association on Intellectual and Developmental Disabilities, 501 3rd St., NW, Suite 200, Washington, DC 20001-2760. Printed by The Sheridan Press, 450 Fame Ave., Hanover, PA 17331.

Editorial office: Leonard Abbeduto, Waisman Center, University of Wisconsin-Madison, 1500 Highland Ave., Madison, WI 53705.

Proposta di un articolo Quattro copie cartacee del manoscritto, unitamente alla dichiarazione che l’articolo proposto non è stato accettato da alcun’altra casa editrice, devono essere inviate a Roberto Cavagnola, c/o Vannini Editoria Scientifica - Via Mandolossa, 117/A - 25064 Gussago (BS). L’articolo può essere inviato anche in formato elettronico, all’e-mail: scientifica@vanninieditrice.it. Se l’articolo è stato preparato per revisione anonima, deve essere inclusa una ulteriore copertina che contenga un’intestazione provvisoria piuttosto che il nome dell’autore su ogni pagina del manoscritto, mentre altro materiale identificativo dovrà essere rimosso. Ogni articolo viene spedito per una revisione tra pari. Successivamente l’Editore potrà richiedere modifiche per adattare l’articolo agli standard della rivista. I manoscritti dovranno essere preparati in conformità con il Publication Manual of the American Psychological Association (APA, 5th ed.) del 2001. Gli articoli dovranno comprendere un riassunto di un massimo di 120 vocaboli. L’Editore è responsabile per le recensioni e per le disposizioni relative a ogni articolo (accettazione, rifiuto o richiesta di revisione). Una volta che l’articolo è stato accettato per la pubblicazione, deve essere fornita una versione elettronica del manoscritto accettato compatibile per PC, in Excell o Word su un CD o via e-mail. All’Autore verrà richiesto di firmare una liberatoria che trasmetta tutti i diritti di utilizzazione dell’opera, compresi quelli elettronici, alla Vannini Editoria Scientifica. Per qualsiasi problema tecnico va contattata la redazione al numero 030313374. Formato Tutte le sezioni dell’articolo (incluse citazioni, bibliografia, tabelle e note a piè di pagina) devono avere margine superiore, sinistro e inferiore di 2 cm e destro di 3,5 cm, interlinea singola e rientro di paragrafo di 1 cm. Per il testo usare carattere Times corpo 12, allineamento giustificato. Utilizzare l’invio solo nei cambi di paragrafo: un invio ogni paragrafo. Non utilizzare comandi di sillabazione, stili o macro; non utilizzare doppi spazi per allineare o far rientrare il testo. Negli elenchi, utilizzare la seguente gerarchia: numeri seguiti da punto; lettere con parentesi chiusa; lineette medie. Per i riferimenti bibliografici interni al corpo del testo gli autori faranno riferimento alle norme APA. Nel corpo del testo è da evitare l’uso indiscriminato o enfatico di maiuscole, virgolette; utilizzare eventualmente il corsivo. È da evitare in ogni caso l’uso del sottolineato e del grassetto. Gli autori devono tenere l’originale; le copie non vengono normalmente restituite. La lunghezza standard del manoscritto è di circa 20 pagine, o meno. Articoli più lunghi vengono presi in considerazione a seconda della difficoltà e dell’importanza della ricerca riportata.

Abbreviazioni e terminologia Le abbreviazioni devono essere ridotte al minimo. I nomi di gruppi o condizioni sperimentali non devono essere abbreviati. I nomi dei test devono essere indicati per esteso la prima volta che vengono citati, riportando l’eventuale sigla tra parentesi. Quando il contesto rende chiaro se l’autore si stia riferendo a persone con disabilità intellettiva, o quando invece non sia necessario fare riferimenti al livello intellettivo o alla categoria diagnostica, gli autori dovrebbero usare termini generici più descrittivi, come ‘bambino’, ‘studente’ o ‘persona’, senza usare termini qualificativi come “con handicap”, o “con problemi di sviluppo”. Il termine ‘ritardato’ come sostantivo non deve essere usato. Costrutti proposizionali come “studenti con disabilità intellettiva” o “individui che hanno disabilità intellettiva” sono preferibili a costrutti aggettivali come “persone mentalmente ritardate”. Il vocabolo normale non deve essere usato, poiché, avendo molteplici significati, potrebbe implicare inappropriatamente a-normale quando non applicato. Al contrario possono essere utilizzati termini descrittivi più operazionali come “allievi a sviluppo tipico”. Tabelle, figure e bibliografia Il sistema di misurazione metrico decimale dovrebbe essere usato per tutte le espressioni di misura lineare, di peso e di volume. Tabelle e figure devono essere ridotte al minimo funzionale e presentate una sola volta, evitando inutili ripetizioni. All’interno delle tabelle tutte le colonne devono avere una intestazione. Stampe patinate o disegni originali di figure possono rimanere all’autore fino a che la redazione non le richiede dopo l’accettazione del manoscritto. Non si accettano fotocopie. Le didascalie delle figure devono essere riportate su un foglio diverso, ma numerazioni o lettere possono apparire sulla figura stessa. Questo tipo di indicazioni devono essere di qualità professionale (non dattilografata) e di dimensioni sufficienti per sopportare una riduzione di circa il 50% delle dimensioni. Le fotografie di persone devono essere accompagnate da moduli di liberatoria (firmati e datati). Se possibile va fatta attenzione a tutelare l’identità delle persone ritratte. Gli autori si assicurino inoltre di avere i permessi di utilizzare ogni tabella e figura protetta da copyright. La bibliografia va redatta in base alle norme apposite dell’APA e devono essere indicati i dati sia dei testi originali che delle eventuali edizioni italiane. Note a piè di pagina Devono essere ridotte al minimo. Vanno poste nella prima pagina dell’articolo le note: (a) che riconoscono sostegno e aiuto nello sviluppo della ricerca o nella preparazione del manoscritto; (b) che notificano il cambio di affiliazione di un autore; (c) che informano della disponibilità di informazioni supplementari.


Direttore responsabile

Responsabili scientifici

Roberto Cavagnola

Serafino Corti

Lucio Cottini

Anffas Brescia

Fondazione Sospiro, Università Cattolica Brescia

Università di Udine

Luigi Croce

Paolo Moderato

Università Cattolica Brescia, Anffas Brescia

Università IULM di Milano

Mauro Leoni Fondazione Sospiro, Università di Parma

Comitato Scientifico Gioacchino Aiello, Laboratorio di Picofisiologia Milano; Roberto Anchisi, Università di Parma; Giulia Balboni, Università della Valle d’Aosta; Pier Luigi Baldi, Università Cattolica Milano; Francesco Barale, Università di Pavia; Angelo Gianfranco Bedin, Fondazione Don Gnocchi Milano; Serafino Buono, Oasi Maria Santissima Troina-Enna; Ernesto Caffo, Università di Modena; Piero Calabrò, Tribunale dei Diritti dei Disabili Anffas; Milena Cannao, IRCCS “E. Medea” Lecco; Angela Carlino Bandinelli, Ri.Ha.S. Roma; Domenico Casciano, ASL TA1, Taranto; Fabio Celi, ASL 1, Massa e Carrara, Università di Parma; Angelo Cerracchio, ANFFAS Salerno; Don Virginio Colmegna, Caritas Ambrosiana; Cesare Cornoldi, Università di Padova; Gianfranco De Lorenzo, ANPE Catanzaro; Santo Di Nuovo, Università di Catania; Mario Di Pietro, Servizio NPI-ASL 17, Monselice-Padova; Walter Fornasa, Università di Bergamo; Roberto Franchini, Opera Don Orione Genova; Guido Fusaro, ASL di Biella; Carlo Giacobini, Centro di Documentazione UILDM; Giovanni Guazzo, Università G. Marconi, Roma; Furio Lambruschi, Università di Siena; Andrea Materzanini, DSM Iseo; Paolo Meazzini, Università di Udine; Roberto Medeghini, Università di Bergamo; Lucio Moderato, Istituto Sacra Famiglia; Mario Mozzanica, Università Cattolica Milano; Franco Nardocci, Fondazione Fabietti Milano; Salvatore Nocera, Fondazione Zancan Padova; Laura Nota, Università di Padova; Annalisa Pelosi, Università di Parma; Francesca Pergolizzi, Università di Milano; Silvia Perini, Università di Parma; Maurizio Pilone, AIRiM (Associazione Italiana Ritardo Mentale); Olimpia Pino, Università di Parma; Carlo Pruneti, Università di Parma; Francesco Rovetto, Università di Pavia; Marina Sala, Istituto Sacra Famiglia; Tarcisio Sartori, Centro Studi Futura Anffas Brescia; Salvatore Soresi, Università di Padova; Luigi Tesio, Fondazione Salvatore Maugeri Pavia; Alessandra Tiberti, Spedali Civili Brescia; Patrizio Tressoldi, Università di Padova; Fabio Veglia, Università di Torino; Renzo Vianello, Università di Padova; Susanna Villa, IRCCS Eugenio Medea, Associazione La Nostra Famiglia, Conegliano (TV); Claudio Vio, Università di Padova; Paola Visconti, Unità Operativa NPI, Ospedale Maggiore AUSL Città di Bologna; Donata Vivanti, Autismo Europa; Marilena Zacchini, Ambulatorio Minori, Fondazione Sospiro; Michele Zappella, Azienda Ospedaliera Siena.

AIRiM Onlus Associazione Italiana per lo studio delle Disabilità Intellettive ed Evolutive

In collaborazione con

ISSN 2036-220X Proprietà letteraria riservata Copyright © 2011 by Vannini Editoria Scientifica s.r.l. Sede legale: Via Mandolossa, 117/A - Uffici: Via Leonardo da Vinci, 6 - 25064 Gussago (Brescia) - Tel. 030 313374 Fax 030 314078 - e-mail: scientifica@vanninieditrice.it - web: www.vanninieditrice.it Abbonamenti 2011 AJIDD Annuale cartaceo 105,00 € - Biennale cartaceo 180,00 € - Singolo numero 40,00 € - Singolo numero arretrato 45,00 € I prezzi indicati sono comprensivi di Iva. L’impegno di abbonamento è continuativo, salvo regolare disdetta da notificarsi per iscritto entro 30 gg. dalla scadenza. La repulsa dei numeri non equivale a disdetta. Per le citazioni e per le riproduzioni grafiche, appartenenti alla proprietà di terzi, inserite in quest’opera, l’Editore – che ha provveduto al deposito della stessa presso l’Ufficio della Proprietà letteraria ai sensi della Legge sul Diritto d’Autore – è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire, nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti. I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), in lingua italiana, sono riservati per tutti i paesi. Autorizzazione del Tribunale di Brescia nº 43/2002 del 25.10.2002.

Finito di stampare nel mese di ottobre 2011 presso Arti Grafiche Vannini - Bagnolo Mella (BS)

edizione italiana

AJIDD


PER I PROFESSIONISTI, PER I SERVIZI, PER I FAMILIARI E PER GLI OPERATORI.

FORMAZIONE

FORMAZIONE IN SEDE Prevede l’attivazione di master (di durata generalmente annuale) e di corsi specialistici (la forma privilegiata è quella del workshop intensivo su uno o più week-end).

FORMAZIONE IN LOCO Prevede l’attivazione di corsi presso le singole strutture, studiati e organizzati per rispondere alle esigenze specifiche della struttura stessa.

PROGRAMMA DI CONSULENZA Prevede, su richiesta, la definizione di un percorso di supervisione che affianchi all’approfondimento teorico lo studio di casistiche reali.

PROGRAMMI FORMATIVI

DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Uso dello strumento più accreditato per l’assessment del funzionamento, dei bisogni e del potenziale di sviluppo dei soggetti con autismo, disturbi generalizzati dello sviluppo e deficit comunicativi.

AUTONOMIE PERSONALI Uso delle strategie di modificazione del comportamento e delle relazioni per valutare il funzionamento del soggetto con disabilità e strutturare il successivo progetto riabilitativo centrato sullo sviluppo delle autonomie.

QUALITÀ DELLA VITA Uso dello strumento più valido e funzionale per tracciare un profilo qualitativo e quantitativo dei bisogni di sostegno della persona disabile, indicando – in termini di frequenza, durata quotidiana, tipologia di sostegno – la quantità di assistenza o sostegno non ordinario di cui un soggetto ha bisogno.

DISABILITÀ INTELLETTIVE Sulla base di esigenze specifiche, vengono organizzati corsi ad hoc relativi alle diverse tipologie di disabilità per fornire risposte concrete, pratiche e immediatamente spendibili, ai bisogni quotidiani delle persone con disabilità.

Per informazioni contattare:

Vannini Editoria Scientifica www.vanninieditrice.it - scientifica@vanninieditrice.it - telefono: 030 313374 int. 1 - fax 030 314078


edizione italiana

AJIDD

American Volume 9, Numero 3 Journal on Ottobre 2011 INTELLECTUAL AND DEVELOPMental DISABILITIES

indice sezione scientifica 287

Andrea B. Courtemanche, Stephen R. Schroeder e Jan B. Sheldon Disegni sperimentali e analisi di interventi psicofarmacologici e comportamentali per il trattamento di comportamenti problema nelle persone con disabilità intellettive e dello sviluppo

305

Anthony Claro, Kim Cornish e Reut Gruber Associazione fra stanchezza e sintomi autistici nei bambini con sindrome Cri du Chat

320

Obianuju Obi, Kim Van Naarden Braun, Jon Baio, Carolyn Drews-Botsch, Owen Devine e Marshalyn Yeargin-Allsopp Effetto dell’inclusione di punteggi di funzionamento adattivo nella prevalenza della disabilità intellettiva

333

Deborah K. Anderson, Melissa P. Maye e Catherine Lord Cambiamenti nei comportamenti disadattivi dalla media infanzia all’età giovane adulta nei disturbi dello spettro autistico

354

Lucio Cottini e Benedetta Bonci Valutare l’autodeterminazione nelle persone con disabilità intellettiva grave e con autismo: la scala ADIA

369

Francesca Cavallini, Fabiola Casarini e Valentina Tirelli Evoluzione storica e metodologica del precision teaching

389

Tiziano Gomiero, Elisabeth Weger, Annachiara Marangoni, Ulrico Mantesso, Elisa De Bastiani, Luc P. De Vreese, Michela Uberti e Myron F. Weiner Misurare la qualità della vita nella Disabilità intellettiva con demenza: una valutazione psicometrica della versione italiana della scala Quality of Life in Late-stage Dementia (QUALID)

SEZIONE ABA - Italia 403

Paolo Moderato L’evoluzione della scienza del comportamento in Italia: una breve (ma intensa) storia e una ricognizione del contesto scientifico professionale nazionale

414

Paolo Moderato Ettore Caracciolo (1933-2011): un ricordo

segue


edizione italiana

AJIDD

M. Leoni

American Volume 9, Numero 3 Journal on Ottobre 2011 INTELLECTUAL AND DEVELOPMental DISABILITIES

indice SEZIONE AIRIM 419

Cristina Torli, Mauro Leoni e Marco Zanisi Qualità della vita, normalità e inclusione

421

Solange Fontana, Andrea Merighi, Matteo Ghillani e Serafino Corti Disabili adulti, anziani e paradigmi

423

Rosalina Capellini, Silvia Berna, Maria Laura Galli e Roberto Cavagnola Disabilità intellettiva e salute (fisica e mentale)

426

Valentina Moretti, Francesca Villanti, Daniele Marchetti, Anna Maria Agostini e Ciro Ruggerini Frequenza dei disturbi mentali in una popolazione di 290 adulti con Disabilità Intellettiva: presentazione della struttura di ricerca condotta dall’AUSL di Rimini

Revisioni - Le eventuali modifiche di tabelle o dati all’interno degli articoli rispetto all’originale sono avvenute previo accordo della Vannini Editoria Scientifica con gli autori. Ogni modifica è stata attuata e approvata dal Comitato Scientifico. Traduzioni - Umberta Cammeo, Mauro Leoni


Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

Evoluzione storica e metodologica del precision teaching

edizione italiana

401

AJIDD American Journal on Intellectual and Developmental Disabilities

sezione

ABA-Italia Analisi applicata del comportamento

in collaborazione con IESCUM


Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

402

Presentazione della sezione ABA – Italia

Con il numero presente si inaugura una sezione scientifica interamente dedicata alle scienze del comportamento: ABA – Italia. Questa iniziativa sancisce gli esiti e il lavoro di almeno una generazione di ricercatori e clinici nazionali, che hanno portato lustro alle conoscenze psicologiche e alle relative applicazioni cliniche nel contesto delle disabilità intellettive. Come verrà illustrato in modo dettagliato nel primo articolo di questa sezione, l’Italia ha avuto in passato, e oggi con forza ancora maggiore, un ruolo nello sviluppare contributi epistemologici e applicativi in questo settore, corroborando queste attività in particolare negli ultimi anni, con la strutturazione di associazioni scientifiche dedite alla formazione, alla progettazione-intervento e alla promozione scientifica. Malgrado le scienze del comportamento nell’ambito della salute siano riconosciute a livello internazionale come un punto di riferimento imprescindibile (senza dimenticare il fatto che i sistemi socio-sanitari più efficaci ed efficienti si basano sulle conoscenze di questa branca delle scienze umane e proprio queste mostrino il miglior livello di compatibilità con le discipline mediche), nel nostro paese il crescente interesse non ha ancora trovato adeguata e uniforme conferma sul territorio. Molto spesso mancano punti di riferimento. Pertanto questa sezione si pone come obiettivo primario quello di rappresentare un riferimento autorevole e un terreno di scambio culturale e scientifico. Il miglior augurio coincide con l’invito a tutti coloro che si occupano di disabilità intellettive di utilizzare questo spazio come un canale comunicativo privilegiato, per portare i propri dati, i propri quesiti, e attingere al bagaglio di conoscenze oggi disponibili. Paolo Moderato

Università IULM, Milano


Paolo Moderato Università IULM, Milano

Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

L’evoluzione della scienza del comportamento in Italia: una breve (ma intensa) storia e una ricognizione del contesto scientifico professionale nazionale

403

Riassunto L’articolo intende mostrare le radici culturali e i riferimenti che hanno fatto da sfondo alla nascita della corrente culturale comportamentista all’interno del panorama scientifico italiano. L’intento dichiarato è di mostrare come “il comportamentismo italiano”, pur alimentandosi all’interno del dibattito scientifico internazionale, sia sempre stato attento a non essere una colonia della potente tradizione anglosassone. Vengono via via ripercorsi i principali momenti di questa storia e gli attori che, lungo almeno tre generazioni di ricercatori e operatori, hanno contribuito alla divulgazione e crescita della teoria scientifica del comportamento. L’articolo cerca infine di formulare una sorta di bilancio della presenza e della rappresentatività del comportamentismo in Italia. La metodologia utilizzata è quella di utilizzare tre diversi ambiti per verificarne l’impatto di termini di presenze e capacità di orientamento scientifico: l’università, il mondo dei servizi sanitari e socio-sanitari, l’editoria. Il quadro che emerge da questo bilancio è molto frastagliato e, a tratti, contraddittorio. Tuttavia emerge con chiarezza la vivacità di questa corrente del mondo scientifico italiano che continua a evolvere e pare avere ancora molto da dire.

Abstract The purpose of this paper is to trace the cultural roots of behaviorism and its development in the Italian scientific context. The authors aim to show how Italian behaviorism is deeply rooted inside the international debate, and, without being a “colony” of an Anglo-Saxon tradition, maintained and developed its own national scientific and cultural identity within the Behavioristic frame. The basic steps of this story and the scholars who contributed to the development and growth of a scientific theory of behavior in Italy are depicted. The paper offers a final balance on the presence and representativeness of behaviorism in Italy, analyzing three different domains: Academy, Health services and Publishers. Italian behaviorism still looks in progress, but above all it has still much to say.

Per contattare gli autori scrivere a: Paolo Moderato, Università IULM, Istituto di Comunicazione, comportamento e consumi “Giampaolo Fabris”, Via Carlo Bo, 1, 20143 Milano E-mail: paolo.moderato@iulm.it


Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

P. Moderato

404

Negli ultimi anni si è sviluppata anche nel nostro paese un’attenzione crescente nei confronti dell’ABA, l’Applied Behavior Analysis, cioè il ramo applicativo della Behavior Analysis, la scienza psicologica sviluppatasi negli USA a partire dagli anni ’50 (Skinner, 1953). Questa attenzione è, non saprei dire se merito o colpa, certamente effetto, della progressiva diffusione (per un’analisi cfr. Moderato, 2011) della sindrome autistica, nei confronti della quale l’ABA ha dimostrato una particolare efficacia. Collateralmente, abbiamo assistito alla consueta colonizzazione, che chiamare culturale sarebbe farle un complimento, dato che ben altri sono gli interessi in gioco, come abbiamo ampiamente descritto assieme ad altre vittime di tale colonizzazione (Keenan, Dillenburger, Moderato e Röttgers, 2010). Si sono così creati due diversi atteggiamenti, entrambi frutto di un bias di conoscenza: il primo che l’ABA (pronunciata popolarmente “aba” e non correttamente“ei-bi-ei”) sia una specifica terapia per l’autismo, e solo per l’autismo, la seconda che la storia dell’analisi comportamentale in Italia sia cominciata pochi mesi orsono, con l’arrivo dei primi norvegesi, inglesi o americani che sono venuti a “curare” i primi bambini autistici italiani. Del primo bias ho già trattato altrove (Moderato e Copelli, 2010a, b), del secondo vorrei parlare adesso ripercorrendo la storia del comportamentismo e dello sviluppo dell’analisi del comportamento in Italia, anche se non è facile raccontare qualcosa che è ancora in corso e in cui si è personalmente coinvolti. Ne approfitto anche per ricordare, in altra parte della rivista, colui che deve essere considerato, a buona ragione, come il padre dei comportamentisti e di molti sperimentalisti italiani, siano diventati poi analisti del comportamento o siano approdati ad altri orientamenti: mi riferisco a Ettore Caracciolo, recentemente scomparso. L’inizio della Storia dell’Analisi del Comportamento in Italia risale alla fine degli anni ’60, quando un allora giovane studioso brasiliano di origini italiane, Isaia Pessotti (http://www.iescum.org/doceboCms/index.php?special=changearea&newArea=19), che era già stato in Italia qualche anno prima con una borsa di studio, torna nel nostro Paese, questa volta per scappare dalla dittatura militare, e approda all’Istituto di Psicologia del Comune e dell’Università di Milano diretto da Marcello Cesa Bianchi, giovane ordinario di psicologia. È qui che avvengono i primi esperimenti con animali, grazie all’entusiasmo e all’abilità di Isaia che costruisce con le proprie mani le prime camere operanti, le celebri (e tanto vituperate) Skinner box, e altri apparati sperimentali, mettendo in piedi un rudimentale laboratorio di psicologia animale e superando non poche difficoltà, talvolta con ingegnose soluzioni «all’italiana». Nel 1970 viene pubblicato il suo volume Introduzione allo studio del comportamento operante, nell’anno successivo la sua traduzione di Scienza e comportamento per FrancoAngeli. L’analisi del comportamento si è sviluppata anche grazie all’attività di uno studioso americano, Fred Keller (1899-1995), che ha passato molto tempo a diffondere la Behavior Analysis nel mondo (http://www.iescum.org/doceboCms/index.php?special=changearea&newArea=19). Ha insegnato alla Columbia University per 26 anni e ha sviluppato un metodo di insegnamento conosciuto come Personalized System of Instruction (PSI). L’influenza di Keller è riconoscibile anche sul gruppo italiano di comportamentisti che si sarebbe sviluppato nel decennio successivo. L’occasione per coaugularlo è il Congresso che si tiene nel 1972 presso il Centro Europeo dell’Educazione di Villa Falconieri a Frascati grazie all’organizzazione di Ettore Caracciolo, aiuto presso l’Istituto di Psicologia di Milano. Il convegno internazionale «Recenti Sviluppi nella Psicologia dell’Apprendimento» vede una delle più vaste e qualificate presenze in Italia di studiosi dell’apprendimento a orientamento comportamentista e non, che hanno dato fondamentali contributi alla Psicologia come Scienza, in generale, e alle sue applicazioni in tutti gli ambiti cli-


nici e didattici: H.J. Eysenck, Fred Keller, Gregory Kimble, Barbel Inhelder, Victor Meyer, JeanFrançois Le Ny, Joseph Nuttin, Pierre e Geneviève Oléron, Isaia Pessotti, Leo Postman, Marc Richelle, Marcello Cesa-Bianchi, Anna Longoni, Luigi Meschieri, Luigi Gozzer e Luigi Valzelli. A seguito di queste sollecitazioni, un gruppo di giovani studiosi si ritrova periodicamente alle riunioni settimanali dell’internato dell’Istituto di Psicologia della Facoltà Medica di Milano e si riunisce attorno alla figura di Ettore Caracciolo; il gruppo inizia a sviluppare tematiche teoriche dell’analisi del comportamento e applicazioni sperimentali e cliniche, con particolare riferimento al campo dell’educazione normale e speciale. Il gruppo continuerà il suo lavoro all’Università di Messina, dove Ettore Caracciolo si trasferisce nel 1975 avendo vinto la cattedra di ordinario. Anche all’Università di Padova si sviluppa l’interesse nei confronti di quella che allora era chiamata «Analisi e Modificazione del Comportamento». Nel 1975, per iniziativa di Roberto Anchisi, Paolo Meazzini, Ezio Sanavio, Salvatore Soresi e altri, si cominciano a organizzare stage formativi residenziali (Varallo Sesia, Saint Pierre) in cui vengono presentate e discusse varie applicazioni della Behavior Therapy e della Behavior Modification. Nel 1977, all’interno del XVII Congresso della Società Italiana di Psicologia (SIPs) che ha luogo a Viareggio, vi è per la prima volta una sessione sulla psicologia a orientamento comportamentale, presieduta da Virgilio Lazzeroni, lo studioso che per la prima volta in Italia (1942) aveva introdotto il termine «studio del comportamento» come oggetto della psicologia. Alla fine del 1977 è fondata a Verona l’Associazione di Analisi e Modificazione del Comportamento (AIAMC). Come primo presidente viene eletto Roberto Anchisi, cui succedono Paolo Meazzini, Gian Franco Goldwurm, Paolo Moderato, Ezio Sanavio (citiamo solo i «decani» del secolo scorso) e altri fino ai giorni nostri. Nel giugno 1978 Paolo Meazzini organizza al Lido di Venezia il congresso internazionale “L’Apprendimento: teoria, sperimentazione, applicazioni in ambito clinico, scolastico, comunitario” che vede la partecipazione, oltre che degli italiani sopra citati, di molti esponenti del comportamentismo internazionale: H.J. Eysenck, Daniel K. e Susan O’ Leary, S. Rachman, Arthur Staats, Travis Thompson. Nella primavera del 1982 e nell’autunno 1984 uno dei padri fondatori dell’Applied Behavior Analys, Sidney W. Bijou (1908-2008), è ospite in Sicilia di due convegni e tiene una serie di seminari di formazione agli interni dell’Istituto di Psicologia di Messina. È l’inizio di una collaborazione di lungo termine che contribuisce a fare nascere negli anni successivi esperienze di ricerca, nuovi strumenti di valutazione diagnostica e strategie di intervento nel ritardo dello sviluppo cognitivo e nell’autismo. Altra tappa formativa per gli analisti comportamentali italiani è stato il piccolo (per numero di partecipanti), ma intenso (6 giorni di lavoro che si protraeva anche alla sera davanti a qualche birra) e altamente qualificato convegno tenutosi in una piccola località termale tedesca, Bad Kreuznach. Il primo “Summer Institute on Verbal Relations” (Hayes e Chase, 1991) vede la partecipazione della maggior parte dei ricercatori che allora conducevano pioneristicamente le ricerche sul comportamento umano e sul ruolo del linguaggio nella Rule Governance, e che decidevano di confrontarsi in modo diretto e interattivo in tempo reale – senza i filtri delle riviste e i cerimoniali congressuali. Alcune di quelle ricerche sono il punto di partenza, alcuni anni dopo, dell’Acceptance and Committment Therapy, in clinica, e dei programmi applicativi di sviluppo del linguaggio nei bambini autistici impropriamente noti in Italia come Verbal Behavior, derivati dall’approccio skinneriano e postskinneriano al linguaggio. A questo appuntamento

Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

L’evoluzione della scienza del comportamento in Italia

405


Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

P. Moderato

406

partecipano meno di 30 persone che, attorno a un tavolo, discutono nelle varie sessioni una relazione presentata di volta in volta da ciascuno a turno. È in questa occasione che Steve Hayes presenta per la prima volta la versione iniziale della sua analisi post-skinneriana del linguaggio che verrà chiamata, di lì a poco, Relational Frame Theory. I partecipanti risulteranno familiari a chi legge abitualmente gli articoli scientifici pubblicati sulle classiche riviste a orientamento comportamentista: Steve Hayes, Linda Parrott, Phil Chase, Ullin Place, Phil Hineline, Jack Marr, Hayne Reese, Kurt Saltzinger, Paul Andronis, Julie Vargas Skinner, Robert Palmer, Margaret Vaughan, Emilio Ribes Inesta, T. W. Joe Lang. Fra i presenti anche un italiano, che con il coraggio e l’incoscienza dei trent’anni aveva accettato di misurarsi con questi nomi (Moderato, 1991). Alla fine degli anni ’80 uno dei giovani del gruppo messinese, Giovambattista Presti, ottiene una borsa di studio grazie alla quale può trascorrere un periodo di formazione e ricerca presso il laboratorio di Analisi del Comportamento Umano e Animale della University of Maryland Baltimore County (UMBC) a Baltimora, dove ospite e sotto la guida di Charles Catania, Eliot Shimoff e Bud Matthews partecipa alle ricerche che lì si svolgevano e approfondisce i temi legati all’analisi del comportamento verbale che alla fine degli anni ’90 prendeva vigore sotto la spinta di questi studiosi e di altri come Steven Hayes, Lanny Fields e Mark Sundberg. In quel periodo viene ospitato anche al Queens College da Lanny Fields per un seminario sulla Behavior Analysis in Italia e per approfondire le ricerche sulle classi di equivalenza che quel gruppo di ricercatori stava conducendo. Durante il congresso ABA di Milwaukee (1989), l’ultimo cui partecipò anche B.F. Skinner, partecipa assieme ad altre 7 persone, alla formalizzazione dello Special Interest Group (SIG) sul Verbal Behavior che sotto la spinta di Mark Sundberg aveva iniziato a pubblicare in forma ciclostilata di poche pagine una newsletter, The Analysis of Verbal Behavior, che sarebbe da lì a qualche anno diventata una rivista autorevole per la pubblicazione degli studi sul linguaggio secondo l’ottica della behavior analysis. Il 1990 è un altro anno miliare nel processo di formazione e approfondimento scientifico. Phil Chase trascorre presso l’Università di Palermo un anno sabbatico, che sarà ricambiato da una visiting fellowship due anni più tardi alla West Virginia University (USA). Inizia un lungo lavoro di ricerca e riflessioni scientifiche che porteranno, dieci anni più tardi, alla pubblicazione del volume “Pensieri, parole, comportamento” (Moderato, Presti e Chase, 2002) un’analisi comportamentale del linguaggio e dei processi cognitivi, l’unico volume pubblicato in italiano, oltre alla vecchia traduzione del libro di Skinner del 1974, sul verbal behavior. Ancora nel 1992, grazie al contributo dell’Università di Guadalajara, nasce «Acta Comportamentalia», rivista latina di analisi del comportamento, edita da Emilio Ribes e coedita, rispettivamente per ogni lingua ufficiale della rivista, da Maria Amelia Matos, Rafael Moreno, Marc Richelle e Paolo Moderato. La rivista, che il prossimo anno festeggerà i 20 anni di vita con un numero speciale, viene presentata nel corso del Primo Congresso Internazionale sulle Scienze del Comportamento che ha luogo a Guadalajara (Mexico). È questo il primo di un ciclo di convegni organizzati da Peter Harzem ed Emilio Ribes Inesta che, con cadenza biennale, vede un gruppo crescente di qualificati studiosi riunirsi in diverse parti del mondo per discutere di scienza e di filosofia della scienza, oltre che dei risultati delle ricerche di punta nell’ambito del comportamento umano. Altra caratteristica saliente è l’interdisciplinarietà: Peter Harzem, purtroppo prematuramente scomparso nel 2009, ha, nel corso degli anni, coltivato il dibattito con studiosi non necessariamente psicologi e non necessariamente di matrice comportamentista, stimolando la cross-fertilizzazione delle idee fra diversi campi. Nel 1994 ha luogo a Palermo il secondo Congresso Internazionale sul Comportamenti-


smo, appuntamento cui nessuno di coloro che negli anni precedenti era entrato in contatto col gruppo italiano vuole mancare. È l’ultima volta in cui Fred Keller, che ci avrebbe lasciato nella primavera successiva, tiene una relazione congressuale di cui tutti i partecipanti serbano commossa memoria. E gli «ascoltatori» sono studiosi di altissimo livello noti anche al grande pubblico degli psicologi: Sid Bijou, Peter Harzem, Emilio Ribes, Masaya Sato, Hayne Reese, Phil Hineline, Phil Chase, Martha Pelaez, Ullin Place, Fergus Lowe, Pauline Horne, Linda Hayes, Carlos Bruner e Linda Acuna. Lo stupendo skyline di Mondello fa da cornice indimenticabile all’avvenimento, ma non si tratta del solito atteggiamento «spaghetti, sole e mandolino»: il rapporto con questi studiosi e ricercatori di chiara fama è caratterizzato da profondo rispetto, umiltà e voglia di imparare, ma anche da spirito d’indipendenza e ferma convinzione di non essere una colonia. Nel frattempo un riconoscimento del ruolo e dell’apporto degli studiosi non statunitensi alla crescita scientifica e alla diffusione culturale dell’analisi sperimentale del comportamento si ha con l’elezione a presidente di Masaya Sato, primo non statunitense a ricoprire questo ruolo, e con il cambiamento del nome dell’associazione che diventa Association for Behavior Analysis - an International organization, abbreviata in ABAI (pronunciata “abai”). Masaya scompare nell’estate 2010 vittima di un tragico incidente, spinto da un ubriaco sotto un treno della metropolitana di Tokyo. Questa vocazione all’internazionalizzazione viene celebrata con il primo congresso internazionale dell’ABAI al di fuori degli USA, che si tiene nel 2001 alla Fondazione Cini, sull’isola di S. Giorgio a Venezia. Al gruppo italiano viene chiesto di co-organizzare l’evento, nel corso del quale si gettano le basi per la costituzione di un’associazione europea di analisi del comportamento (Arntzen, Hughes, Pellón e Moderato, 2009). Questi eventi si susseguono con cadenza biennale e diventano punto di riferimento per apprezzare lo sviluppo dell’Analisi del Comportamento in diversi Paesi e stimolare lo scambio scientifico in contesti culturalmente differenti da quello statunitense in cui ha avuto origine. Un altro segno dell’attenzione agli sviluppi internazionali dell’analisi comportamentale si ritrova nel premio che, a partire dal 1997, la SABA (Society for the Advancement of Behavioral Analysis) conferisce ogni anno a coloro che hanno dimostrato un significativo contributo alla diffusione e allo sviluppo dell’analisi a livello internazionale. Tra coloro che hanno ottenuto il riconoscimento possiamo ricordare i già citati Masayo Sato e Emilio Ribes-Inesta, Murray Sidman, Doug Greer, Linda Hayes. Il fatto che nel 2002 il riconoscimento sia stato conferito anche all’autore di questo articolo, e per suo tramite a tutto il gruppo che poi darà vita a IESCUM, testimonia la qualità del lavoro svolto in Italia. Nel 2003, l’Università di Parma ospita il Convegno di fondazione della nascente Associazione Europea di Analisi del Comportamento (EABA). Qualche anno più tardi Presti entrerà a fare parte del board di governo dell’Associazione con un mandato che durerà tre anni e che ha lasciato di recente. Sempre a Parma, tra il 2002 e il 2005, hanno luogo tre edizioni del master universitario «Programmazione e interventi psicologici in campo clinico riabilitativo» a forte tenore comportamentale con stage pratico negli USA che rafforza i nostri legami con la comunità scientifica internazionale. L’assenza di una realtà italiana che si collegasse storicamente a questa lunga esperienza scientifica e culturale, e che potesse fungere da elemento coordinatore e da volano moltiplicatore delle diverse istanze della ricerca e delle sue applicazioni, dà origine a una lunga riflessione che culmina con la decisione del gruppo di dare vita a un’associazione scientifica. Sorge così

Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

L’evoluzione della scienza del comportamento in Italia

407


Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

P. Moderato

408

nell’autunno del 2003 IESCUM (Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano - a non profit organization) (www.iescum.org). Si tratta di un centro studi, ricerche e formazione a carattere non profit nato per promuovere lo studio scientifico e l’avanzamento della conoscenza relativi al comportamento umano inteso nella sua più ampia accezione- compresi gli aspetti più difficilmente accessibili come quelli emotivi, cognitivi e verbali, che tradizionalmente non vengono riconosciuti come ambito di studio dei “comportamentisti” - e che rivolge particolare attenzione alle applicazioni psicologiche per la soluzione di problemi pratici nonché alla prevenzione e al rimedio del disagio umano in un mondo soggetto a rapidi e continui cambiamenti. IESCUM non è l’unica organizzazione a operare in Italia nell’analisi del comportamento. Un altro gruppo di comportamentisti, nati dalla stessa costola originaria, la scuola di Caracciolo, opera in Italia e si fa apprezzare per il suo lavoro nel campo della sicurezza sul lavoro: si tratta dell’ A.A.R.B.A. Association for the Advancement of Radical Behavior Analysis (www.aarba.eu). La credibilità scientifica conquistata sul campo dai membri fondatori di IESCUM permette di ottenere dal BACB (Behavior Analyst Certification Board, www.bacb.org) l’approvazione del master post lauream «L’analisi del comportamento: aspetti teorico-metodologici e applicazioni al disturbo autistico», iniziato nel 2007 e finora unico in Italia. L’approvazione del programma (courseware) da parte del BACB rende questo master sostanzialmente e formalmente equipollente a quelli delle migliori università europee e americane e consente l’accesso all’esame per diventare analista del comportamento certificato (Board Certified Behavior Analyst). Negli anni, IESCUM ha offerto anche una serie di master in ABA di primo livello, aperti a coloro che hanno conseguito una laurea triennale e che danno accesso all’esame per la posizione di BCaBA, assistenti analisti comportamentali. Si tratta di professionisti in possesso di una laurea cosiddetta breve (in psicologia, scienze dell’educazione o in professioni sanitarie come logopediste, psicomotriciste ecc.) e che nel corso del master seguono un training di 150 ore di didattica frontale, di 1000 di tirocinio e di 50 ore di supervisione diretta sull’attività di tirocinio. Anche questi requisiti sono assolutamente identici a quelli richiesti internazionalmente, che sono stati studiati per mettere al riparo le famiglie da sedicenti esperti o “tecnici ABA”, autoproclamatisi dopo 3 giorni di training. Infine l’ultimo nato nella comunità dell’analisi del comportamento è ACT-Italia (www.actitalia.org), il capitolo italiano dell’Associazione per la Scienza Contestualista del Comportamento (www.acbs.org), che raccoglie coloro che si riconoscono nell’analisi clinica del comportamento e nelle psicoterapie da questa derivate (ACT, FAP). Nel luglio di quest’anno a Parma si è tenuto il IX Congresso Mondiale dell’ACBS, il cui co-Presidente è stato Presti, un riconoscimento al gruppo italiano stimolato e coordinato da Giovanni Miselli di un ruolo trainante anche a livello della comunità scientifica mondiale (sono state oltre 20 le relazioni e i simposi che hanno avuto come protagonisti studenti, ricercatori e clinici italiani).

L’analisi del comportamento in Italia oggi Per l’analisi della situazione attuale ho scelto tre punti di riferimento: la presenza accademica, la presenza nei servizi, la presenza nel mondo editoriale. Comincio dalla presenza accademica, partendo da Milano. Presso l’Università IULM si è costituito un forte gruppo di giovani ricercatori, addottorati e specialisti, dottorandi e specializzandi, molto motivati nonostante le difficoltà del momento, che sotto la guida di chi scrive e


di altri più giovani colleghi lavorano nel campo della ricerca e della formazione. Un altro storico gruppo di ricerca, con lunga tradizione nell’analisi comportamentale in campo evolutivo ed educativo, con particolare riferimento al ritardo cognitivo, si trova all’Università di Parma sotto la guida di Silvia Perini. A Padova continuano la tradizione comportamentista Luigi Pedrabissi e Salvatore Soresi. A Udine un altro gruppo di ricerca lavora sotto la guida di Lucio Cottini. A Bari è tornato a insegnare in Italia dopo decenni trascorsi nei Paesi Bassi Giulio Lancioni, autore di importanti articoli in riviste internazionali su sofisticate analisi comportamentali per lo sviluppo di tecnologie nel campo della disabilità plurisensoriale. Infine a Messina Rosalba Larcan ha continuato lungo il sentiero tracciato da Ettore Caracciolo raccogliendo attorno a sé gli ex allievi siciliani. Come si può intuire la presenza dell’analisi comportamentale in ambito accademico è quantitativamente limitata, anche se ognuno dei poli citati ha un significativo impatto sul piano scientifico e formativo. Se andiamo a vedere la situazione nei servizi la situazione va parzialmente meglio, e molti cambiamenti sono ancora in corso. Citerei per prima l’ASL di Massa, dove opera come dirigente Fabio Celi, compagno di studi e “roommate in the good-old-days”. Non è questo il motivo per cui lo cito per primo, certamente, ma per altri due motivi: è stato storicamente il primo ad applicare esplicitamente i principi dell’analisi comportamentale in ambito pubblico, ed ha avuto uno dei più importanti impatti nella sua diffusione tramite i suoi scritti (Celi e Fontana, 2007, 2010). La diffusione dell’analisi comportamentale nell’ambito dei servizi sanitari e socio-sanitari va di pari passo con l’istituzione, a livello nazionale, dei servizi stessi. Fra la metà degli anni settanta e per tutti gli anni ottanta le diverse regioni italiane promulgano i dettati normativi istitutivi delle unità di offerta. Limitando il fuoco dell’analisi ai servizi rivolti genericamente alle disabilità intellettive assistiamo al radicarsi, un po’ a macchia di leopardo, di esperienze nella quali trova sempre più spazio l’approccio comportamentale. Tali luoghi diverranno, a loro volta, ambiti di formazione che irradieranno l’analisi del comportamento ad altre realtà ancora secondo uno schema “a cascata”. Cercando di mappare la diffusione della “analisi e modificazione del comportamento”, per usare il termine allora in uso, possiamo ricordare certamente il gruppo degli operatori che si muovevano all’interno dell’esperienza del “Filo d’oro” di Osimo, Giulio Lancioni, Luigi Giacco, Patrizia Ceccarani, Antonio Nisi e Mauro Coppa. A loro va ascritto il merito di avere concorso a una delle riviste che ebbe certamente una funzione pedagogicodivulgativa importante in quegli anni, HD (Handicap e disabilità) che ebbe quale direttore Paolo Meazzini. Sempre in quegli anni va ricordato il meritorio lavoro presso i servizi del territorio di Udine e Gorizia di Carlo Pascoletti che contribuì a creare una cerchia di operatori orientati professionalmente alla analisi comportamentale. In Sicilia, all’interno dell’IRCSS “Oasi” di Troina, l’approccio comportamentale viene introdotto e praticato fin dalla nascita del centro grazie al lavoro clinico e formativo di Santo Di Nuovo e di Serafino Buono. In altre regioni del meridione operano in questa direzione Giovanni Guazzo, che rappresenta per la Campania un importante punto di riferimento per il lavoro nei centri; Donato Salfi, alla stessa stregua, lo è stato per il territorio pugliese. In Lombardia, come non ricordare l’esperienza pionieristica di Enrico Micheli? A Milano nel 1983, presso il CTR “Piccoli” di via Vallarsa, attorno alla sua figura si coagula un gruppo di operatori che danno inizio al trattamento sistematico e pubblico, seguendo il modello cogni-

Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

L’evoluzione della scienza del comportamento in Italia

409


Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

P. Moderato

410

tivo comportamentale applicato in un ambiente TEACCH, dei bambini affetti da disturbo dello spettro autistico. Come ho già avuto modo di ricordare altrove, il lavoro di Micheli è stato fondamentale nel facilitare lo “sdoganamento” degli approcci psicoeducativi nell’ambito dei servizi di neuropsichiatria infantile, tradizionalmente dominati dai modelli psicodinamici. Sempre in Lombardia, al Centro regionale per le Psicosi infantili dell’IRCCS Medea di Bosisio Parini, coordinato da Laura Villa, è in atto un’importante sperimentazione con il metodo della ricerca-azione sui bambini con autismo utilizzando interventi intensivi precoci di matrice ABA. E nel 2011, a Brescia, è partito un progetto regionale, per il trattamento comportamentale intensivo e precoce di 25 bambini con autismo. Si tratta di un progetto gestito da Fobap Onlus, Fondazione a marchio Anffas con la supervisione scientifica di IESCUM e la collaborazione dell’UONPIA. In entrambe queste realtà tra le altre cose si sta applicando in via sperimentale una forma innovativa di parent training, che integra i contenuti e le metodologie dei parent training tradizionali, e si basa sulle nuove declinazioni cliniche dell’ABA, come la già citata ACT. Il contributo dell’analisi del comportamento non è destinato solo a interventi sul disturbo autistico e neppure a interventi limitati a un particolare momento della vita. Per questa ragione il trattamento comportamentale ha preso piede anche in servizi “storicamente” per adulti: ne sono un esempio l’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, dove opera da tempo Lucio Moderato, i servizi genovesi dell’Anffas dove già a partire dagli anni ottanta Maurizio Pilone inizia a implementare l’intervento comportamentale, e i servizi della rete Anffas a Brescia dove Roberto Cavagnola, all’atto di nascita dei servizi socio-sanitari della regione Lombardia (legge 1 del 1986 e successivo Piano 1988-1990) modella una rete di servizi per disabili intellettivi adulti con specifico riferimento alla “behavior modification”. Parte del gruppo bresciano, raccolto attorno a Serafino Corti, in anni più recenti inizierà a svolgere, nell’ambito della provincia di Cremona un importante lavoro all’interno dell’Istituto Ospedaliero di Sospiro (Cremona). In ambito editoriale le pubblicazioni e le opere che si rifanno più o meno esplicitamente all’analisi del comportamento sono in continuo aumento. Precorritrice di questo sviluppo è la casa editrice Erickson, che ha rappresentato un punto di riferimento importante, fin dagli anni ottanta del secolo scorso, per il pensiero e la pratica comportamentali. La penetrazione di testi a contenuto comportamentale nell’ambito della scuola italiana va certamente ascritta, come merito, a questa casa editrice, cui va pure ricondotta la rivista quadrimestrale Handicap Grave dove hanno ampio spazio ricerche e interventi esemplari fondati sui principi dell’analisi comportamentale applicata. Anche la rivista Autismo e disturbi dello sviluppo, per quanto focalizzata sul disturbo autistico, presenta molti lavori significativi di impostazione comportamentale. Nel corso degli anni novanta il sodalizio fra il gruppo bresciano e alcuni ricercatori, come Enrico Micheli, Luigi Croce e l’autore di questo articolo, dà il via alla pubblicazione, attraverso la casa editrice Vannini, di una linea editoriale rivolta alla disabilità intellettiva con un preciso riferimento alla teoria comportamentale, la collana GEA (www.vanninieditrice.it) tutt’ora operativa, e alla pubblicazione della edizione italiana del prestigioso house organ della associazione americana sul ritardo mentale, l’American Journal on Mental Retardation (ora American Journal on Intellectual Developmental Disabilities. A Croce, primo e unico italiano, nel 2011 è stato conferito da parte dell’ AAIDD il prestigioso International Award. Il campo editoriale comportamentale è stato a lungo validamente presidiato dalla casa editrice McGraw Hill Italia, che ha dato vita nel 1997 a una collana di psicologia, diretta da Paolo Moderato e Francesco Rovetto che in oltre 10 anni di attività ha pubblicato oltre 130 volumi prevalentemente orientati in senso cognitivo comportamentale.


La casa editrice F. Angeli ha visto fiorire nel suo catalogo diversi lavori di orientamento comportamentale, soprattutto i grandi classici, ne ricordiamo uno per tutti: Scienza e Comportamento di Skinner pubblicato nel “lontano” 1971. Recentemente hanno visto la luce due nuove collane, la prima “Pratiche comportamentali e cognitive” che si rivolge allo psicologo professionista per fornirgli strumenti clinici illuminati da un’approfondita analisi teorica e metodologica, la seconda “Workbooks”, più orientata alla divulgazione presso il grande pubblico di strumenti applicativi, da usare sotto la guida di un terapeuta o come prime forme di auto aiuto. Sono certo che questa analisi trascura realtà importanti, di cui non ho memoria o magari conoscenza, e di questo mi scuso in anticipo, invitando chi è stato “maltrattato” a inviare in redazione le proprio considerazioni, che saremo felici di riprendere in una sorta di seconda puntata dell’articolo. D’altro canto lo scopo è quello di fare una prima ricognizione dell’esistente per costituire una database da aggiornare nel tempo. Allo stesso modo, e con le stesse scuse anticipate, presentiamo una lunga, seppur assolutamente non esaustiva, sequenza di riferimenti bibliografici prodotti da autori italiani.

Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

L’evoluzione della scienza del comportamento in Italia

411

Bibliografia Anchisi, R., Dessy, M.G., & Moderato, P. (1997). Analisi e terapia del comportamento nell’infanzia e nell’adolescenza. Torino: Cortina. Arntzen, E., Hughes, J.C., Pellón, R. & Moderato, P. (2009). Behavior Analysis in Europe. An update. European Journal of Behavior Analysis, 10, 95-100. Caracciolo, E., Moderato, P., & Perini, S. (1988). Analysis of some concrete-operational tasks from an interbehavioral standpoint. Journal of Experimental Child Psychology, 46, 3, 391-405. Cavagnola, R. (2000). Il piano educativo per l’adulto con ritardo mentale. Ecosistemi e qualità della vita. Trento: Erickson. Cavagnola, R. (2001). L’assistente educatore nella scuola. Brescia: Vannini Cavagnola, R., Moderato, P., & Leoni, M. (2005) Autismo: che fare. Brescia: Vannini Editrice Celi, F., & Fontana, D. (2007). Formazione, ricerca e interventi psicoeducativi a scuola. Milano: Mac Graw Hill. Celi, F., & Fontana, D. (2010). Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia 2/ ed. Mc Graw Hill. Cottini, L., Fedeli, D., Leoni, M. & Croce, L. (2008). Standardizzazione per il contesto in lingua italiana. Caratteristiche tecniche e metodologiche. In J.R., Thompson, R.L., Schalock et al., edizione italiana a cura di Leoni M. e Croce L., SIS, valutazione dell’intensità dei bisogni di sostegno. Brescia: Vannini. Croce, L. (2005). Trattamento dei problemi psichiatrici e comportamentali nel Ritardo Mentale. In Ritardo Mentale e Psicofarmaci: verso la costruzione di un approccio razionale, M. Sala e A. Bonati (a cura di). Brescia: Vannini Editrice. Croce, L., Leoni M., Cavagnola, R., Corti, S., Chiodelli, G., Fioriti, F., Berna, S. & Azzini S. (2011). Sindrome dell’X Fragile e disabilità intellettive nell’adulto: un modello per lo studio del progetto individualizzato, Croce L., (acura di). AJIDD edizione italiana, Numero Speciale Sindrome dell’X Fragile, 9 (1) pp. 85-102 Gentile, R., Moderato, P., Pino, O. (1992). Lo sviluppo di relazioni mand contestuali: analisi sperimentale in un soggetto autistico. Acta Comportamentalia, 0, 167-189. Gentile, R., Moderato, P. & Pino, O. (1993). Linguaggio e riabilitazione: analisi teorica e proposte operative. In: E. Caracciolo e F. Rovetto (a cura di), Ritardo Mentale. Strategie e tecniche d’intervento, 111-149. Milano: Franco Angeli. Gentile, R. Moderato, P. Presti, G. (2004). Acquisizione di richieste funzionali nella sindrome autistica. Autismo e disturbi dello sviluppo, 2 (2), 247- 266. Hayes, L. & Chase, P.N. (Eds.). (1991). Dialogues on verbal behavior. Reno, NV: Context Press. Keenan, M., Dillenburger, K., Moderato, P. & Röttgers, H. (2010). Science For Sale: But At What Price? Behavior and Social Issues, 19, 126-143. Larcan, R. & Moderato, P. (1982). Contributi sperimentali alla tecnologia dell’apprendimento. Messina: Carbone Editore.


Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

P. Moderato

412

Larcan, R., Moderato & P., Perini, S. (1984). Nuove prospettive nelle scienze del comportamento: normalità e patologia dell’apprendimento. Messina: Carbone Editore. Meazzini, P. (1978). La conduzione della classe. Tecniche comportamentali. Firenze: Giunti. Meazzini, P. (1984). Trattato teorico-pratico di Terapia e Modificazione del Comportamento. Pordenone: Erip. Meazzini, P. (1995). Psicopatologia dell’ Handicap. Milano: Masson. Meazzini, P. (1997). Handicap. Passi verso l’autonomia. Firenze: Giunti. Moderato, L. (2009). Il modello superability. Brescia: Vannini. Moderato, P. (1979). Problematiche e tecniche per lo sviluppo di generalizzazione in behavior modification. Messina: Carbone Editore. Moderato, P. (1988). La valutazione cognitivo-comportamentale del ritardo mentale: presupposti, metodologie, strumenti. In E. Caracciolo, F. Rovetto (Eds.) Handicap: nuove metodologie per il ritardo mentale. Milano: F. Angeli. Moderato, P. (1989). Apprendimento e memoria. Questioni generali e nello sviluppo. Milano: Franco Angeli. Moderato, P. (1991). Behavioral analyses of memory. In L. J. Hayes, P.N. Chase (Eds.) Dialogues on verbal behavior. Reno (NE): Context Press. Moderato, P. (1995). Apprendimento. In S. Sirigatti (a cura di) Manuale di psicologia generale. Torino: Utet. Moderato, P. (1998). A behavior analyst in the land of behavior therapy, or the evolution of behavior science. In E. Sanavio (Ed.) Behavior and cognitive therapy today. Oxford: Pergamon. Moderato, P. (1998). Psychology around the world. Behavior analysis in Italy. Mexican Journal of Behavior Analysis, 24, 67-78. Moderato, P. (2001). Analisi del comportamento. In S. Borgo, G. della Giusta, L. Sibilia (Eds.) Dizionario di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Milano: McGraw-Hill. Moderato, P. (2001). Comportamentismo. In S. Borgo, G. della Giusta, L. Sibilia (Eds.) Dizionario di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Milano: McGraw-Hill. Moderato, P. (2003). L’efficacia degli interventi terapeutici: la ricerca. In T. Lomascolo, A. Vaccaro, S. Villa, (Eds.) Autismo: modelli applicativi nei servizi. Brescia: Vannini Editrice. Moderato, P. (2010). Interazioni umane. Milano: Franco Angeli. Moderato, P. (2011). Autismo: tra storia, cause e interventi possibili. Psicologia contemporanea, 226, 54-58. Moderato, P. & Celi, F. (1977). L’effetto sperimentatore nella ricerca psicologica. Messina: Carbone Editore. Moderato, P. Copelli, C. (2010a). L’Analisi comportamentale applicata (ABA): teoria, metateoria e fondamenti. Autismo e disturbi dello sviluppo, 8-1. Moderato, P. & Copelli, C. (2010b). L’Analisi comportamentale applicata (ABA). Autismo e disturbi dello sviluppo, 8-2. Moderato, P. & Croce, L. (2005). Ritardo mentale. Definizione, classificazione e sistemi di sostegno. Curatela e presentazione dell’ed. it. Brescia: Vannini Editrice. Moderato P., & Moderato L. (2004). Cheklist per l’Analisi e la Programmazione Informatizzata del Ritardo Evolutivo (CAPIRE). Bollettino di Psicologia Applicata, 242 47-53. Moderato, P., & Moderato, L. (2007). Intelligenza e ritardo mentale. Problemi aperti e possibili soluzioni. American Journal on Mental Retardation (edizione italiana) 5, 2, 186-193. Moderato, P., & Pino, O. (1992). Analisi funzionale del comportamento verbale in un soggetto autistico. In S. Di Nuovo e P. Moderato (Eds.), La psicologia oggi. Tra indagine sperimentale e ricerca sociale e clinica. Catania: CUECM. Moderato, P. & Presti, G. (2005). What is the purpose of a new behaviourally based dynamic developmental theory of ADHD? The perspective of the educational psychologist. Behavioral and Brain Sciences 2005, 28(3), 435-436. Moderato, & P., Presti, G. (2006). Behaviorism and the science of behavior: its development in Italy. Internationl Journal of Psychology 41, 6, 480-485. Moderato, & P., Presti, G. (2008). Idee e misrappresentazioni odierne del termine comportamento. In S. Di Nuovo e G. Sprini (Eds.) 413-432. Teorie e metodi della psicologia italiana: tendenze attuali. Milano: F. Angeli. Moderato, P, Presti, G. & Chase, P.N. (Eds.) (2002). Pensieri, parole, comportamento. Un’analisi funzionale delle relazioni linguistiche. Milano: McGraw-Hill Moderato, P., Presti, G., & Miselli, G. (2008). La terapia cognitivo-comportamentale entra nel terzo millennio. In S. di Nuovo, G. Falgares (Eds.). Verso una psicologia psicologica. Milano: F. Angeli. Moderato, P., & Ziino M.L., (1995). Dall’essere al divenire ovvero l’evoluzione del paradigma comportamentista. In P. Di Blasio (Ed.) Contesti interattivi e modelli di sviluppo. Milano: Raffaello Cortina Editore. Moderato, & P., Ziino M.L., (1995). Watson: un dinosauro estinto ovvero l’evoluzione continua. Acta Comportamentalia, 3, 105-116.


Moderato, P., & Ziino, M.L. (1994). L’evoluzione del paradigma comportamentista: dal meccanicismo al contestualismo. Archivio di Psicologia, Neurologia e Psichiatria, LV, 1-2. G. Oldani, G. Presti, F. Pergolizzi, & P. Moderato (2010). ACT with kids: a case of school refusal and anxiety. Annual Conference of the Association for Contextual Behavioral Science, Reno (NV, USA), 21-24 June, 2010. Pergolizzi, F. (1989). I genitori come agenti di cambiamento nell’apprendimento di abilità sociali. In A. Meneghelli e D. Sacchi (Eds). Terapia e modificazione del comportamento negli anni ‘80. Milano: Ghedini. Pergolizzi, F. (1997). Le fobie nei bambini. In R. Anchisi, M. G. Dessy e P. Moderato (Eds), Analisi e terapia del comportamento nell’infanzia e nell’adoloscenza. Torino: Cortina. Pergolizzi, F. (2003) L’analisi funzionale: considerazioni e proposte. In O. Pino (ed.), Funziono, dunque sono? Brescia: Vannini Editrice. Pergolizzi, F. (2006) Parenting style come sorgente di interazioni normali e patologiche. In F. Rovetto e P. Moderato (Eds.), Progetti di intervento psicologico. Milano: McGraw-Hill. Pergolizzi, F., & Larcan, R. (1986). Metodologie comportamentali per il sostegno e la formazione dei genitori di bambini handicappati. Atti dell’Accademia dei Pericolanti, vol. LXII, CCLVII. Perini, S. Bijou, S.W. (1993). Lo sviluppo del bambino ritardato. Milano: Franco Angeli. Pilone, M., Cavagnola, R., & Fioriti, F. (2002). La valutazione funzionale nel ritardo mentale adulto. Aspetti metodologici e strumenti operativi. Brescia: Vannini. Presti, G. (1995). Complessità, variabilità e caos nella Behavior Analysis: l’eredità di B.F. Skinner- In P. Moderato e S. Sirigatti (Eds.), L’uomo che cambia, pp. 107-141. Milano: Franco Angeli. Presti, G., Moderato, P., R. & Gentile Chase, P.N. (2002). Le relazioni verbali: analisi e caratteristiche funzionali. In P. Moderato, G. Presti, P.N. Chase (Eds.) Pensieri, parole, comportamento. Un’analisi funzionale delle relazioni linguistiche. Milano: McGraw-Hill. Prevedini, A.B., Presti, G., Rabitti, E., Miselli, G. & Moderato, P. (2011). Acceptance and Commitment Therapy (ACT): the foundation of the therapeutic model and an overview of its contribution to the treatment of patients with chonic physical diseases. Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, XXXIII, 1, 53-63. Skinner, B.F. (1953). Science and human behavior. (Trad. it. Scienza e comportamento umano, 1971, Milano: Franco Angeli.)

Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

L’evoluzione della scienza del comportamento in Italia

413


Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

414

Ettore Caracciolo (1933-2011): un ricordo

Ettore Caracciolo era nato a Bianco (RC) nel 1933. Laureatosi in medicina alla Statale di Milano, aveva scelto la strada della psicologia, entrando nell’Istituto di Psicologia della Facoltà Medica, fondato e diretto da Marcello Cesa Bianchi. Prima assistente ordinario nell’Istituto, poi incaricato stabilizzato alla Facoltà di Scienze, nel 1975 diventa Ordinario di Psicologia presso l’Università di Messina. Nel 1986 ritorna a Milano come Ordinario di Psicologia clinica, e qui concluderà la sua carriera. Caracciolo era un comportamentista e uno sperimentalista, termini che per molti anni sono stati sinonimi. Era un grande metodologo e un grande appassionato-competente di statistica: come non ricordare il suo contributo di curatela al Siegel Castellan? La sua introduzione è un manuale nel manuale, e continua per tutto il testo con note di approfondimento e spiegazione. Ben prima dell’avvento dei pacchetti di software statistico, Caracciolo aveva sviluppato programmi personali per l’analisi e la trasformazione dei dati, utilizzando le macchine dell’epoca (primi anni ’70) che tecnicamente devono essere chiamati personal computer, ma nulla hanno a che fare con i PC attuali: l’Olivetti P 101 per esempio, 10 registri di memoria da riempire e svuotare ogni volta per complessi calcoli. Ci voleva molto manico! Tutte le nostre ricerche, quelle che hanno portato me e gli altri allievi di Caracciolo, a vincere la cattedra, sono state elaborate con quei programmi. Caracciolo è il maestro di tutti noi comportamentisti e analisti del comportamento di oggi: ci ha insegnato non solo a fare ricerca con passione, ma anche a utilizzare per scopi pratici e socialmente rilevanti i dati delle ricerche. Mi riferisco al lavoro di sviluppo di metodologie per il recupero cognitivo e sociale delle persone con ritardo mentale. Caracciolo si è impegnato in molte battaglie culturali. Vorrei ricordarne qualcuna. Negli anni ’90 quella per l’identità della psicologia clinica a medicina, una facoltà dalla quale la psicologia e gli psicologi sono progressivamente scomparsi. Ma quella storicamente più importante è quella per l’uso delle metodologie scientifiche derivate dalla psicologia comportamentale per il recupero cognitivo e sociale dei bambini con disabilità intellettive e per il loro inserimento efficace nella scuola generale. Il progetto di smantellamento delle classi differenziali e di inserimento dei bambini con disabilità nelle classi normali, la legge Falcucci, avveniva infatti sotto la bandiera della “socializzazione” considerata come una sorta di processo di esposizione passiva e automatica. Caracciolo sosteneva con forza la necessità di applicare le metodologie che la psicologia scientifica del comportamento aveva accumulato negli anni per recuperare le abilità cognitive e sociali necessarie ai bambini disabili per fruire appieno delle occasioni di apprendimenti “normali”. Il tempo ha dimostrato ai suoi critici che aveva ragione lui, che il processo di inclusione richiede interventi specifici e non lasciati al caso, e che far parti uguali fra disuguali è finta giustizia. Un altro tema su cui si era battuto con la consueta veemenza è un tema tuttora di grande attualità. Molte teorie cognitive o neurocognitive rischiano di essere, o addirittura sono, teorie


dell’homunculus cioè pseudoteorie (Manzotti e Moderato, 2008, 2010). Caracciolo era un feroce critico delle teorie dell’homunculus e pur essendo di formazione medica, ma veniva dalla scuola di Giulio Maccaccaro, contrastava quella che oggigiorno, almeno finora, è la tendenza imperante a spiegare il funzionamento psicologico attraverso il riduzionismo neuronale. Proprio su questo tema gli avevo inviato due articoli molto critici che richiamavano temi che aveva affrontato in un volume curato da Silvano Chiari negli anni ’80 e questo era stato il pretesto per sentirci, dopo un periodo di silenzio, non più di due mesi prima della sua scomparsa, combattivo come sempre, per concordare un articolo ulteriore di critica alla neuromania imperante. Non abbiamo fatto in tempo a farlo. Paolo Moderato Università IULM, Milano

Volume 9, Numero 3 - OTTOBRE 2011 • AJIDD - Edizione Italiana

In memoriam

Bibliografia 415 Caracciolo, E. (1988). Il problema «mente-cervello»: si possono coniugare «mente» e monismo materialista? In S. Chiari (Ed.). Cervello e mente. Un dibattito interdisciplinare. Milano: Francoangeli. Caracciolo, E. (1992). Introduzione. In S. Siegel e J. Castellan, Statistica non parametrica. Milano: Mc GrawHill. Manzotti, R. & Moderato, P. (2008). Il ritorno del fantasma nella macchina. Sistemi intelligenti, 2, 335-340. Manzotti, R. & Moderato, P. (2010). Is Neuroscience adequate as the forthcoming “mindscience”? Behavior and Philosophy, 39, 1-35.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.