Psicologia e Scuola, n. 137 Anno ventottesimo. Dicembre 2007 – gennaio 2008
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Teoria e ricerca
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trategie educative solitamente applicate nell’area delle disabilità intellettive e della riabilitazione possono essere altrettanto efficaci per fronteggiare criticità all’interno della scuola e in favore di alunni privi di disabilità conclamate. La scienza del comportamento rimane una sola nonostante ogni singola situazione richieda una declinazione specifica. Così strategie efficaci possono essere applicate in contesti più ampi superando le barriere di stigmi ed etichette diagnostiche (Fabio, Mecenero e Tiezzi, 2003). Una strategia essenziale è l’educazione strutturata. La scelta della sua applicazione nel contesto scolastico nasce dall’analisi della funzione del disagio espresso attraverso comportamenti problema. Le variabili ambientali e contestuali sono i primi fattori di regolazione del comportamento individuale che, se non adeguatamente gestiti, possono generare processi a catena che si alimentano in varie direzioni (tipologia, frequenza, intensità e durata) con conseguenze spesso molto complesse e disadattive (Demchak e Bossert, 1996; Kiernan e Kiernan, 1994). Talvolta le risorse del gruppo e individuali sono in grado di contenere le stimolazioni di un ambiente disorganizzato, talvolta situazioni particolarmente vulnerabili sono il terreno nel quale il disagio si propaga. I comportamenti problema individuali sono solo il risultato emergente di questo processo. Pertanto solo una corretta analisi contestuale ci permette di cogliere cosa rimane sotto alla superficie percettiva e di connettere le manifestazioni di malessere ai difetti strutturali e funzionali dell’ambiente (Carr, 1998).
Costruire l’autonomia: educazione strutturata e autoregolazione nella scuola elementare Gabriele Caselli, Mauro Leoni, Francesco Rovetto
Università degli Studi di Parma Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro (CR)