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Coraggio, brave, courage, coraje, الشجاعة /Campagne Amnesty

CORAGGIO, BRAVE, COURAGE, CORAJE, الشجاعة

di Martina Costa

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Le persone che difendono i diritti umani promuovono il cambiamento sociale, si impegnano per l’uguaglianza e per la giustizia, sono un sostegno per un mondo libero dalla crudeltà e dalla sofferenza. E questo deve essere riconosciuto da tutti noi.

Dr Mudawi Ibrahim Adam

Tante sono le persone che ancora oggi, in diverse parti del mondo, vanno incontro a numerosi rischi e pericoli al fine di lottare per il riconoscimento e la tutela dei nostri diritti. Viviamo in un’epoca intrisa di paura, divisione e criminalizzazione, e, in questo contesto, difendere i diritti umani può risultare un’attività pericolosa.

Sebbene il XX secolo sia stato testimone di progressi socio politici inimmaginabili, oggi le garanzie sigillate con alcuni dei manifesti sui diritti umani - la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali e il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici del 1966, la Dichiarazione sui Difensori dei Diritti Umani del 1998 - sembrano perdere progressivamente la loro validità. Ignorate ed impugnate in ogni dove, diventano Carte prive di valore.

Gli spazi di libertà si sono progressivamente ridotti, legittimati da un’esigenze di sicurezza e protezione intera. I fatti vengono oggi affrontati come minacce e garantire sicurezza e ordine pubblico sembrano essere diventate le uniche priorità nazionali. La securitizzazione degli avvenimenti ha portato ad anteporre la sicurezza degli Stati e la protezione dei loro confini, alla solidarietà e alla tutela dei diritti umani.

Securitizzando i fenomeni, è dunque possibile parlare dei migranti come clandestini, di Taner Kılıç come terrorista, di Edward Snowden come spia, di Shima Babaee come minaccia alla sicurezza nazionale.

E allora, cos’è “Coraggio”? Vita, lotta, unione e forza. È saper dire di no a un’ingiustizia e saperlo gridare.

Coraggio da un anno e mezzo è anche una campagna globale di Amnesty International (1).

Una campagna che vuole diffondere le storie e lottare al fianco delle centinaia di persone che nel mondo, rischiano la loro libertà e la loro stessa vita, perché lottano e non si arrendano. È una campagna che punta a difendere e legittimare il ruolo dei difensori e delle difensore dei diritti umani e a porre fine alla restrizione dello spazio d’azione della società civile.

Il perché di questa campagna è dettato dai numeri: nel 2015, 156 persone impegnate nella difesa dei diritti umani sono state uccise, cifra salita a 281 nel 2016.

Le persone che si ribellano sono oggi più che mai sotto attacco. Soggetti a infamie, calunnie e stigmatizzazioni, i difensori e le difensore dei diritti umani, vengono spesso accusati di essere criminali, terroristi o agenti stranieri. Una volta criminalizzati mediaticamente e isolati dal contesto della protezione internazionale, risulta più facile delegittimare in un colpo le loro istanze, sterilizzando le loro lotte.

Ma non solo. Sono soggetti a persecuzioni giudiziarie, ritorsioni, vessazioni e intimidazioni, oltre che soggetti a potenziali sorveglianze e censure. Anche lo spazio per la società civile si va progressivamente riducendo, ostacolando il diritto di associazione e la libertà di assemblea pacifica.

Questi individui devono anche confrontarsi con l’inadeguata protezione contro gli attacchi nei loro confronti. Il livello di impunità di chi perpetra queste violenze è altissimo.

Migliaia di persone sono state fatte sparire o uccise, per aver lottato contro l’ingiustizia o contro i trasgressori dei diritti umani.

Gli attacchi provengono non solo dai governi, ma anche da attori non statali, come imprese, gruppi armati e gruppi della criminalità organizzata.

Chi sono i difensori e le difensore dei diritti umani? Oppositori politici, giornalisti e avvocati, ma anche lavoratori agricoli, studenti e insegnanti. Sono soggetti che lottano contro l’abuso di potere di stati e aziende, tutelano l’ambiente, difendono le minoranze, e lottano in favore dei soggetti vulnerabili: donne, lgbti, migranti.

E se la certezza di vivere in una società equa e tutelati da un assetto normativo solido, ci renda liberi di manifestare costantemente la nostra opinione, questo non è così in tutte le parti del mondo.

In Russia (2), per esempio, negli ultimi anni, governo, media e organizzazioni filo-governative hanno diffuso narrazioni negative sui difensori dei diritti umani.

Coraggio, brave, courage, coraje, الشجاعة

Coraggiosi lo si è per noi stessi ma soprattutto per gli altri. È lottare per una causa che non conosce un solo nome. E così una singola istanza, la lotta portata avanti da un solo uomo o una singola donna, diventa una battaglia comune. Il noi sostituisce l’io una lotta che non colpisce un singolo individuo, perché ovunque vi siano violazioni dei diritti umani, è l’umanità intera a perirne.

Lottare per i diritti umani oggi è davvero un lavoro pericoloso. Ma è proprio oggi che questo lavoro è più che mai essenziale. Lottare per la libertà di espressione, per denunciare episodi di sessismo, omofobia e razzismo, condannare la tortura, la pena di morte e l’abuso di potere di forze governative e militari.

La campagna Coraggio di Amnesty International si rivolge a tutti noi al fine di accendere la scintilla del coraggio e lottare per ciò che è giusto. Lavorare per una società più equa è possibile. Chiedere il riconoscimento e la protezione di chi rischia la propria vita per i nostri diritti e lavorare assieme affinché le loro cause diventino universali.

(1) - https://www.amnesty.it/campagne/coraggio/

(2) - https://www.amnesty.it/mondiali-calcio-russia-campo-la-squadra-coraggio/

Amnesty International / Foto di Stefano Gizzarone

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