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Rispondere alle violazioni dei diritti umani /Editoriale

RISPONDERE ALLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI

di Giuseppe Provenza

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Le sfide ad un’umanità “umana”, che possegga come principio fondamentale il “rispetto”, divengono ogni giorno sempre più difficili da affrontare.

È pur vero che la storia dell’uomo, dall’età della pietra ad oggi, è stata sempre segnata da sopraffazioni fra individui, dittature e guerre fra comunità, ma la fine del XX secolo ha segnato una svolta decisiva.

Il progresso scientifico e tecnologico, iniziato all’alba del XIX secolo, fautore di una qualità della vita straordinariamente più elevata rispetto al passato, è stato trasformato in uno strumento di potere.

Mentre, infatti, la parte migliore dell’umanità realizzava importanti conquiste sociali, la sua parte peggiore raffinava gli strumenti di sfruttamento volgendo a proprio favore la tecnologia più moderna.

La rivoluzione francese a fine XVIII secolo, i movimenti per la conquista della democrazia nel XIX secolo, la sconfitta dell’impero zarista ad inizio XX secolo, costituirono dei progressi sociali importanti, pur se in essi stessi si generarono spesso le loro contraddizioni. Il regresso iniziato con la prima guerra mondiale ed esasperato dal sorgere di regimi oscurantisti quali il nazismo e vari fascismi nel mondo, portò alla negazione totale del concetto di “rispetto” culminata con la seconda guerra mondiale.

Lo sconvolgimento che ne derivò sembrò far rinascere, agli occhi dei più ottimisti, la consapevolezza, per l’umanità, della imprescindibile necessità di tornare a comprendere l’importanza del valore dell’uomo come tale. Sembrò quindi che si accendesse la luce del “rispetto” di ogni essere umano con la nascita di un organismo sovranazionale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, deputato a difendere la pace attraverso la difesa dei diritti umani, così come definiti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Tuttavia, ciò fu pura illusione. La pace non arrivò mai e sempre più il mondo è venuto a trovarsi stretto nella morsa di coloro, sempre più pochi, che manovrano a proprio piacimento l’intera umanità, ovvero ben più di sette miliardi di persone. Ed è a questo punto, o più precisamente negli ultimi trenta anni, che è avvenuta la svolta tecnologica.

La velocità e la facilità con cui è oggi possibile spostare uomini ed interi eserciti, merci e produzione di merci, hanno fatto del mondo un unico luogo. La possibilità di dialogare in tempo reale con miliardi di persone ovunque si trovino, ha reso la terra un’unica “agorà” in cui pochi esperti comunicatori possono dirigere le menti, e quindi le volontà, e sostituire una apparente e falsa democrazia a quella reale, indirizzando in questo modo il mondo in funzione dell’interesse, soprattutto economico, di pochissimi a detrimento dei diritti della quasi totalità.

Effetto drammatico di tale condizionamento è un mondo sempre più irrispettoso dei diritti umani. Nel mondo si combattono ancor oggi parecchie decine di guerre, tutte coinvolgenti popolazioni inermi spesso in fuga sia per salvare la vita, sia per la distruzione di intere città e villaggi, guerre che vedono spesso il ricorso a quei modernissimi strumenti di morte che sono i droni.

Decine sono i paesi sotto l’oppressione di dittature spesso dure e spietate, paesi in cui talora si combattono le più atroci guerre e che costituiscono i luoghi d’origine di quei copiosi flussi migratori che sono al centro dell’acceso dibattito politico in corso nei paesi europei e negli Stati Uniti d’America, e che vengono gestiti sempre più frequentemente in aperta violazione dei principi fondamentali dei diritti umani e delle convenzioni internazionali e che, peraltro, sono divenuti argomento di propaganda politica basata sulla paura.

È per lottare contro il degrado del rispetto dell’uomo a cui ha portato la gestione del mondo volta all’interesse di pochi potenti, in grado ormai di indirizzare i governi di tutti i paesi, influendo nel contempo sull’opinione pubblica, sui suoi interessi, sui suoi bisogni, sulle sue paure, che sono sorte ed operano fra sempre più grandi difficoltà le organizzazioni per la difesa dei diritti umani come Amnesty International.

È all’analisi dei temi più rilevanti e difficili che devono oggi affrontare le organizzazioni umanitarie e in particolare di quelli che costituiscono l’oggetto dell’attività di Amnesty International che è dedicato questo numero doppio di “Voci”, numero doppio in quanto costituito dalla parte speciale contenente l’articolo del Prof. Fulvio Vassallo Paleologo sulle problematiche in termini di relazioni internazionali nascenti dalle attuali politiche di gestione dei flussi migratori, e la parte “ordinaria” sui temi oggi più delicati: dal commercio delle armi e l’uso dei droni, al delicato ruolo che ormai giocano i social media nella formazione dell’opinione pubblica, il più delle volte in maniera distorta, dalla lotta giornalmente condotta da migliaia uomini e donne che con “coraggio” denunziano le violazioni dei diritti umani a rischio della propria incolumità, alle pressioni operate dai governi di tanti paesi, anche con il supporto degli organi di polizia e dei servizi di sicurezza.

Amnesty Summer Lab, Lampedusa 2018 / Amnesty International Italia

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