Editoriale
RISPONDERE ALLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI di Giuseppe Provenza
Amnesty Summer Lab, Lampedusa 2018 / Amnesty International Italia
L
e sfide ad un’umanità “umana”, che possegga come principio fondamentale il “rispetto”, divengono ogni giorno sempre più difficili da affrontare. È pur vero che la storia dell’uomo, dall’età della pietra ad oggi, è stata sempre segnata da sopraffazioni fra individui, dittature e guerre fra comunità, ma la fine del XX secolo ha segnato una svolta decisiva. Il progresso scientifico e tecnologico, iniziato all’alba del XIX secolo, fautore di una qualità della vita straordinariamente più elevata rispetto al passato, è stato trasformato in uno strumento di potere. Mentre, infatti, la parte migliore dell’umanità realizzava importanti conquiste sociali, la sua parte peggiore raffinava gli strumenti di sfruttamento volgendo a proprio favore la tecnologia più moderna. La rivoluzione francese a fine XVIII secolo, i movimenti per la conquista della democrazia nel XIX secolo, la sconfitta dell’impero zarista ad inizio XX secolo, costituirono dei progressi sociali importanti, pur se in essi stessi si generarono spesso le loro contraddizioni. Il regresso iniziato con la prima guerra mondiale ed esasperato dal sorgere di regimi oscurantisti quali il nazismo e vari fascismi nel mondo, portò alla negazione totale del concetto di “rispetto” culminata con la seconda guerra mondiale. 3
Lo sconvolgimento che ne derivò sembrò far rinascere, agli occhi dei più ottimisti, la consapevolezza, per l’umanità, della imprescindibile necessità di tornare a comprendere l’importanza del valore dell’uomo come tale. Sembrò quindi che si accendesse la luce del “rispetto” di ogni essere umano con la nascita di un organismo sovranazionale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, deputato a difendere la pace attraverso la difesa dei diritti umani, così come definiti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Tuttavia, ciò fu pura illusione. La pace non arrivò mai e sempre più il mondo è venuto a trovarsi stretto nella morsa di coloro, sempre più pochi, che manovrano a proprio piacimento l’intera umanità, ovvero ben più di sette miliardi di persone. Ed è a questo punto, o più precisamente negli ultimi trenta anni, che è avvenuta la svolta tecnologica. La velocità e la facilità con cui è oggi possibile spostare uomini ed interi eserciti, merci e produzione di merci, hanno fatto del mondo un unico luogo. La possibilità di dialogare in tempo reale con miliardi di persone ovunque si trovino, ha reso la terra un’unica “agorà” in cui pochi esperti comunicatori possono dirigere le menti, e quindi le volontà, e sostituire una apparente e falsa democrazia a quella reale, indirizzando in questo modo il mondo in funzione dell’interesse, AGOSTO 2018 N.3 / A.4 - Voci