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TPL
by AnavRoma
PER IL FUNZIONAMENTO DELL’ART
OCCORRE L’INTERVENTO DELLO STATO
ANAV: vista la crisi in corso, non possono essere gli operatori economici dei settori del trasporto a coprire le esigenze di ART. È necessario che le spese di funzionamento dell’Autority rientrino tra le voci del Bilancio dello Stato
[Antonello Lucente] Dirigente Servizio economico
Negli scorsi giorni l’Autorità di regolazione dei trasporti ha diffuso le modalità di dichiarazione e di versamento del contributo al proprio funzionamento per la competenza 2021. Al pari dello scorso anno i soggetti chiamati a farsene carico sono gli operatori economici dei diversi settori del trasporto per i quali l’Autorità ha concretamente avviato, nel relativo mercato, l’esercizio delle competenze o il compimento delle attività previste dalla legge. D’altra parte, come la stessa ART ha motivato nella delibera di determinazione del contributo stesso, questo è ciò che stabilisce la norma istitutiva dell’Authority, mancando attualmente nell’ordinamento una norma che preveda meccanismi di finanziamento alternativi. In tale contesto, le richieste da più parti avanzate di considerare i rilevantissimi impatti economici causati dalla pandemia da Covid-19 su tutti i diversi comparti del trasporto persone hanno trovato un riscontro limitato ad una diversa rateizzazione del versamento del contributo (un terzo del dovuto come acconto entro il 30 aprile prossimo e i restanti due terzi a saldo entro il 29 ottobre 2021), “non potendosi invece operare riduzioni del fatturato rilevante o riduzioni dell’aliquota contribuiva a causa della pandemia da COVID-19, in assenza di specifici interventi normativi che consentano una diversa modalità per l’Autorità di reperimento delle risorse finanziarie necessarie per il proprio funzionamento”. Certo, se il fatturato rilevante preso in considerazione fosse quello relativo all’anno in corso, secondo un criterio di analoga competenza, l’onere per le imprese sarebbe di gran lunga inferiore e, per converso, le esigenze di finanziamento dell’ART resterebbero prive di adeguata copertura. Ma, come è noto, il meccanismo di finanziamento sconta lo scarto di un biennio economico, per cui il contributo dovuto per ciascuna competen-
Come è noto, il meccanismo di finanziamento sconta lo scarto di un biennio economico, per cui il contributo dovuto per ciascuna competenza è tarato sul fatturato realizzato due anni prima
za è tarato sul fatturato rilevante realizzato due anni prima. Ne deriva che imprese praticamente ferme dall’inizio della pandemia, e che hanno registrato perdite fino all’80% del fatturato, sono chiamate a versare un contributo quantificato sui livelli di fatturato ante Covid, un’altra era economica! Gli effetti distorsivi e paradossali sono evidenti: un esborso calibrato su un fatturato che a quei livelli non esiste più, e che occorreranno anni per recuperare, a carico di imprese la cui stessa continuità è oggi a rischio e che necessitano di misure di ristoro e sostegno dello Stato, comunque parziali e per alcuni settori ad oggi largamente insufficienti. La diversa rateizzazione accordata serve a ben poco. D’altra parte l’ART ha rilevanti competenze e funzioni di regolazione attribuitele dal legislatore e che comportano dei costi di funzionamento di cui qualcuno deve farsi carico. Ma, nel contesto attuale e per i prossimi anni che serviranno a risollevarsi da una crisi senza precedenti, non possono essere gli operatori economici dei settori del trasporto ed è il legislatore stesso che deve intervenire individuando una soluzione alternativa che contempli le spese di funzionamento dell’Autority tra le voci del Bilancio dello Stato da finanziare attraverso la fiscalità generale. Questa, almeno, è la posizione che l’ANAV insieme a tutte le Associazioni aderenti a Federtrasporto ha già formalizzato alle Istituzioni lo scorso anno e che continuerà a sostenere anche con l’attuale Governo. ■