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ATTUALITÀ
by AnavRoma
CORONAVIRUS E VACCINI L’UE corre ai ripari Al via il GREEN DIGITAL PASS
Nel caos della campagna vaccinale in atto anche in Italia, ANAV ribadisce la richiesta di vaccinare il personale delle aziende a contatto con l’utenza e lancia una raccolta dati. Ora una strategia condivisa
[Roberta Proietti] Funzionario ufficio legale e internazionale
Quest’evento pandemico sta mettendo concretamente e rapidamente alla prova l’umanità intera, non solo coloro che si ammalano, soffrono ed in larga parte purtroppo soccombono, non solo tutti gli altri a cui sarebbe richiesta cosciente attenzione comportamentale adeguata per limitare le occasioni di contagio nel rispetto del prossimo, ma anche e soprattutto i decisori e le loro effettive capacità dirigenziali, a tutti i livelli e in tutto il mondo, ai quali toccherebbe ora più che mai in buona coscienza, superando le convenienze personali o politiche, adottare i provvedimenti di volta in volta davvero più utili, che soli possono limitare contagiati e morti, in questo bollettino di guerra quotidiano. Strategia globale Le pandemie impongono una gestione globale anche dal punto di vista della cura, non conoscono confini, né sono efficaci gli sforzi sovrani di chiusura delle singole Nazioni. L’Europa, in questo scenario, ha mostrato tutte le sue lacune e una gestione a dir poco fallimentare del piano vaccinale. Tutti per uno ognun per sé, verrebbe da dire tanto è sotto gli occhi di tutti il caos europeo sui vaccini. La recente mossa di Austria e Danimarca di muoversi in autonomia sui vaccini di seconda generazione per le varianti del Covid e di annunciare partnership con Israele per la produzione del siero porta tutti i segni del fallimento della campagna vaccinale europea. In questo contesto in cui la confusione la fa da padrone, i legislatori europei hanno presentato una proposta di legge per un Green Digital Pass, un certificato digitale europeo che servirà a dimostrare che una persona è stata vaccinata dal Coronavirus, si è ripresa dalla malattia o ha un risultato negativo del test per il Coronavirus. Un certificato verde Il nuovo pass UE non sarà un passaporto vaccinale - la Commissione europea lo ha più volte ribadito - ma un certificato verde per evitare divi-
sioni e blocchi tra i Paesi UE, facilitare gli spostamenti dei cittadini europei e far ripartire il turismo in vista dell’estate. Con il certificato verde digitale, che dovrà essere accettato in tutti gli Stati membri dell’UE, le restrizioni attualmente in vigore dovranno essere via via revocate in modo coordinato. In sostanza, quando viaggiano, tutti i cittadini dell’UE o i cittadini di paesi terzi che soggiornano o risiedono legalmente nell’UE in possesso di un certificato verde digitale, dovrebbero essere esentati dalle restrizioni alla libera circolazione allo stesso modo dei cittadini dello Stato membro visitato. Se uno Stato membro continua a imporre ai titolari di un certificato verde digitale l’obbligo di quarantena o di effettuare un test, deve comunicarlo alla Commissione e a tutti gli altri Stati membri e giustificare tale decisione. Non costituirà un prerequisito per la libera circolazione, che è un diritto fondamentale nell’UE, ma potrà anche fornire prova dei risultati dei test, che spesso sono richiesti nell’ambito delle restrizioni sanitarie applicabili. test/guarigione e identificativo unico, sebbene i dati personali codificati nel certificato non passeranno attraverso il gateway. La Commissione europea aiuterà inoltre gli Stati membri a sviluppare un software che potrà essere utilizzato dalle autorità per controllare i codici QR riportati sui certificati (sia nella versione digitale che cartacea). Il codice QR contiene le informazioni essenziali nonché un sigillo digitale per garantirne l’autenticità. Insomma, a fini di verifica, verranno
Ci sarà un gateway Al problema della privacy dei dati che la Commissione si è certamente posta, i certificati ovvieranno richiedendo solo una serie limitata di informazioni necessarie, che non potranno essere conservate dai paesi visitati. La Commissione europea creerà quindi un gateway, mediante il quale tutte le firme dei certificati potranno essere verificate. Il certificato conterrà informazioni fondamentali necessarie quali nome, data di nascita, data di rilascio, informazioni pertinenti su vaccino/ controllate solo la validità e l’autenticità del certificato, verificando da chi è stato rilasciato e firmato. Tutti i dati sanitari saranno conservati nello Stato membro che ha rilasciato un certificato verde digitale. Dicevamo dunque che l’ambizioso obiettivo della Commissione - soprattutto se si considerano i lunghi tempi di approvazione delle proposte legislative a livello dell’UE - è quello di rendere operativo il sistema di certificazione prima dell’estate. Il tempo è essenziale e non solo per il processo legislativo: ci sono infatti altri aspetti tecnici da risolvere prima del lancio e che devono svolgersi parallelamente ai negoziati interistituzionali. Per esempio, il gateway del sistema deve essere sviluppato entro aprile-inizio maggio, mentre la creazione del gateway stesso, il software open source e il collegamento degli Stati membri al gateway sono le altre operazioni che devono essere eseguite entro giugno. L’atto di esecuzione A complicare le cose, non va dimenticato che sarà necessario un atto di esecuzione per garantire che il sistema sia implementato in modo uniforme in tutti gli Stati membri. Non un secondo passaporto dunque, quanto piuttosto prova della vaccinazione fornita ai cittadini che intendono superare le restrizioni di viaggio, combinata con un approccio comune in materia a livello dell’UE. La proposta della Commissione non ha nulla a che fare con la regolamentazione dei confini, che è una competenza nazionale di ogni Paese dell’UE, ma la sua base giuridica si basa sulla libera circolazione dei cittadini. L’idea generale è di evitare ogni forma di discriminazione poiché, almeno per il momento, non tutti i cittadini sono stati vaccinati e le iniezioni di vaccino non sono disponibili per tutti. Allo stesso tempo, la vaccinazione in sé non è un trattamento medico obbligatorio nella maggior parte dei Paesi dell’UE. C’è poi il rischio di una discriminazione economica, visto che i vaccini sono gratuiti mentre i test sono soggetti a pagamento in molti Paesi. In ogni caso, l’emissione del certificato verde digitale sarà gratuita. La Commissione sta inoltre esplorando le possibilità di collegare il sistema a paesi terzi che soddisfano gli standard europei, poiché nella proposta è incorporato un meccanismo per riconoscere i certificati di altri Paesi.
Lo scenario frammentato Nonostante il rischio che i certificati verdi non vedano mai la luce, non c’è nessun altro piano in cantiere per far fronte alle restrizioni di viaggio e scongiurare lo scenario frammentato che abbiamo già visto lo scorso anno. Speriamo dunque che funzioni. Sul fronte nazionale, il 13 marzo scorso è stato diffuso il Piano del Commissario straordinario, generale Francesco Paolo Figliuolo, per l’esecuzione della campagna vaccinale nazionale. L’o-
biettivo della campagna di vaccinazione della popolazione – si legge nel sito della Presidenza del Consiglio - è raggiungere al più presto l’immunità di gregge per il SARS-CoV2. Ora, la popolazione italiana secondo gli ultimi dati ISTAT ammonta a 60.244.639 residenti. Ponendosi come valore indicativo per l’immunità di gregge il 70% della popolazione, bisognerà somministrare 84.342.495 dosi per vaccinare il 70% della popolazione italiana (2 dosi per persona vaccinata). Gli ultimi dati pubblicati sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri (aggiornati al 18 marzo, data in cui scriviamo) parlano di 7.204.358 somministrazioni, mentre il totale delle persone vaccinate ammonterebbe a 2.225.652. È di tutta evidenza che a questi ritmi l’immunizzazione della popolazione italiana è ancora molto lontana a venire.
L’azione di ANAV Nel settore del trasporto, ANAV, insieme alle altre Associazioni, ha chiesto a più riprese che, nell’ambito del Piano di vaccinazione predisposto dal Governo, la categoria del personale delle aziende di trasporto sia inclusa tra quelle che andrebbero prioritariamente considerate nel piano di vaccinazioni anti pandemia. ANAV ha indicato nel personale delle aziende esercenti servizi di trasporto pubblico locale, in quello delle aziende di servizi di linea commerciali, nonchè nel personale delle aziende di noleggio autobus con conducente una categoria che, per lo svolgimento di un’attività lavorativa caratterizzata da un “continuo contatto con l’utenza”, necessita di una vaccinazione prioritaria, insieme ad altre categorie già incluse. In questo contesto, su richiesta del Ministero dei Trasporti, ANAV ha divulgato un questionario per quantificare e identificare territorialmente i lavoratori del settore del trasporto di passeggeri con autobus destinatari di una possibile priorità nelle vaccinazioni contro il coronavirus. Il questionario, che ha avuto un ampio riscontro in termini di risposte ricevute (400 aziende per circa 18.000 dipendenti), anche tra aziende non associate alle quali ANAV ne ha esteso la diffusione in un’ottica onnicomprensiva, conferma la grande attenzione e sensibilità sul tema vaccini del comparto ed è di stimolo a portare avanti l’azione associativa volta a far sì che, come anticipato dalla Regione Sicilia, anche a livello nazionale, il personale delle aziende di trasporto sia inserito tra le categorie destinatarie in via prioritaria dei vaccini. La pandemia
Alcune pagine del documento sul piano vaccinale scaricabile dal sito del Governo Italiano - Presidenza del Consiglio dei Ministri
sta dando all’umanità una lezione dolorosa da comprendere al più presto. Si tratta di una vera e propria “guerra mondiale” che andrebbe quindi combattuta con strategie condivise in ogni dove, essendo combattuta contro un nemico comune invisibile ma drammaticamente reale, con il quale non sono possibili trattative, né negoziazioni o rese gravose a favore della pace, né furberie di alcun genere, nemico che mostra di non conoscere limiti di razza e nazione, di povertà e ricchezza, il cui obiettivo, globale, è l’essere umano. ■