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L’indagine ANAV fotografa una crisi profonda
by AnavRoma
SERVIZI COMMERCIALI E TURISTICI L’INDAGINE ANAV FOTOGRAFA UNA CRISI PROFONDA
Il 2020 si è chiuso con un calo del 70-75 %. Per l’anno in corso, almeno per il primo semestre, la contrazione potrebbe essere ancora più evidente. Sul finire dell’anno è attesa una ripresa. Impossibile da quantificare
[Francesco Romagnoli] Funzionario servizio tecnico e ambiente
Quando l’Associazione nei mesi di settembre dello scorso anno ha avviato un’indagine volta a quantificare le conseguenze della pandemia sul settore del trasporto commerciale di passeggeri con autobus, la speranza era quella di dover riportare qualcosa che apparteneva al passato, da raccontare come qualcosa di avvenuto. Dallo studio presentato all’International Bus Expo di ottobre a Rimini dal prof. Beria, costruito con i dati di quell’indagine di settembre, era emerso come nei settori delle linee senza obblighi di servizio e in quello del noleggio di autobus con conducente, entrambi nelle loro varie declinazioni, le perdite di fatturato nel periodo gennaio-agosto 2020 rispetto al medesimo dell’anno precedente, si erano attestate intorno al 75%. In termini assoluti, una perdita di 200 milioni di euro per il settore delle linee e di 1,3 miliardi di euro per quello del noleggio. A questi dati, per descrivere meglio la situazione, si aggiungono quelli relativi alle immatricolazioni. Per gli autobus adibiti a tali servizi, nel periodo gennaio-agosto 2020 si è registrato un calo di quasi il 20%. Per gli scuolabus invece il calo è stato anche superiore. Calo delle immatricolazioni che di per sé è grave in generale, ma assume una valenza ancora maggiore se consideriamo la cronica elevata età media del parco circolante nel nostro Paese, che dunque
Da gennaio a giugno 2021 si prevedono ulteriori cali rispetto al 1° semestre 2020, le cui perdite sono state in parte mitigate dai primi due mesi di normalità
non ha fatto altro che aumentare. Certo, i km percorsi purtroppo sono stati molto pochi, molti veicoli non sono stati dunque praticamente soggetti ad usura. Ma l’anzianità di un veicolo non dipende solo dai km che ha percorso.
Una luce a fine anno Una situazione drammatica. Le previsioni per la fine dell’anno e per l’inizio dell’attuale non erano certo rosee, ma sicuramente descrivevano una situazione di progressivo miglioramento. Il contesto però, come noto, a cominciare proprio dalla fine di ottobre, ha iniziato nuovamente a peggiorare. I contagi avevano iniziato ad aumentare e conseguentemente crescenti sono state anche le limitazioni alla circolazione. Limitazioni che, inevitabilmente, hanno comportato conseguenze importanti nel settore della mobilità. Per questo motivo, l’Associazione ha deciso di proporre una seconda indagine conoscitiva, analoga alla precedente, al fine di aggiornare le stime effettuate e presentate nel mese di ottobre. Tre in particolare le domande che sono state rivolte alle aziende: calo di fatturato nel 2020 rispetto al 2019 (fattore che nella precedente indagine era solamente stimabile), calo di fatturato nel primo semestre 2021 rispetto al primo semestre 2019 e calo del fatturato del primo semestre 2021 rispetto al primo semestre 2020. I dati hanno confermato che nel 2020 le perdite di fatturato nel settore del noleggio si sono attestate attorno al 70-75% e tale andamento si protrarrà anche nel 1° semestre di quest’anno. Inoltre, è da sottolineare come da gennaio a giugno di quest’anno in alcuni casi si prevedano ulteriori cali rispetto al 1° se-
-70-75%
Le perdite di fatturato nel settore del noleggio nel 2020, in fumo circa 1,3 miliardi di euro
mestre dell’anno scorso, caratterizzatosi per un duro lockdown ma le cui perdite sono state in parte mitigate dai primi due mesi di normalità. L’andamento, con un valore un po’ inferiore sulle percentuali, è analogo per le linee, confermato anche dai dati provenienti dalla Tibus, l’autostazione di Roma, che nei primi 45 giorni del 2021 ha registrato un numero di partenze e arrivi inferiore del 70% rispetto al medesimo periodo del 2020.
Una crisi profonda È da sottolineare, tra l’altro, che per quanto recente, l’indagine è stata comunque effettuata in un periodo in cui buona parte delle regioni erano in una situazione stabile con rischio giallo, dunque con una possibilità maggiore di mobilità. Nel momento in cui si scrive, invece, la situazione è ulteriormente peggiorata. E la domanda vera di questo momento è, inevitabilmente, relativa alla situazione che si verrà a creare questa estate. I motivi per essere moderatamente ottimisti ci sarebbero anche. In primis ripensare alla situazione dell’estate dello scorso anno, in cui per motivi (probabilmente) legati alla stagione la circolazione del virus era nettamente diminuita, al punto da poter allentare drasticamente le misure restrittive adottate nei mesi precedenti. L’esperienza dell’anno scorso ci farebbe pensare dunque ad un miglioramento, coadiuvato anche dalla diffusione, si spera la più ampia possibile, del vaccino, strumento non ancora disponibile pochi mesi fa.
Migliorerà, ma di quanto? Se un miglioramento è certo dunque, salvo imprevisti che in queste situazioni possono comunque sempre verificarsi, la vera incognita, il vero elemento di difficile valutazione, è l’entità di questo miglioramento. La speranza è che sia tale da poter tornare alla normalità, non tanto in tutti gli aspetti del vivere quotidiano, quanto almeno in quelli riguardanti la possibilità di circolare. È evidente che alcune regole avranno ancora vita lunga prima di essere ritirate, come ad esempio l’uso della mascherina in tutti i luoghi chiusi, ma per quelle almeno relative alla mobilità delle persone l’auspicio è che con la bella stagione si possa tornare ad una sufficiente libertà. Il settore è pronto. Sappiamo infatti che le prescrizioni adottate relativamente al contrasto alla diffusione del virus sugli autobus rendono questo modo di viaggiare sufficientemente sicuro. Mascherine obbligatorie, potenziamento del ricambio dell’aria, pulizia e disinfezione giornaliere, sanificazione periodica, ecc., come hanno dimostrato vari rapporti, studi ed indagini, hanno permesso all’autobus di non essere luogo privilegiato di contagio. Fattore evidentemente da tenere in conto quando i flussi di mobilità torneranno a crescere, a prescindere da quando questo avverrà. ■