Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020 Studio sullo stato ed evoluzione del settore
Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020 Studio sullo stato ed evoluzione del settore
Comitato Tecnico-Scientifico
Patrizia Apostoli
Giovanni Simonelli
dottore commercialista e revisore contabile
dottore commercialista e revisore contabile
Rosa Billone
Maria Elena Russo
dottore commercialista e revisore contabile
Servizio Studi Camera di Commercio di Brescia
Simona Cherubini
Enrico Massardi
dottore commercialista e revisore contabile
Francesco Landriscina dottore commercialista e revisore contabile
Grazia Savelli dottore commercialista e revisore contabile
INIZIATIVA COFINANZIATA E PATROCINATA DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI BRESCIA
Servizio fiscale Ance Brescia
Sommario
05 Prefazioni dei presidenti
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Il costruito: settore primario di un’economia locale che guarda al futuro _ 5
La redditività aggregata e l’analisi abc La redditività aggregata _ 55
Un pregevole studio utile all’interpretazione del comparto edile a livello provinciale _ 6
Andamento del margine operativo lordo _ 57
Un settore resiliente che affronta gli ostacoli della ripresa post pandemica _ 7
Andamento della redditività finanziaria _ 63
Andamento del reddito operativo _ 62 Andamento del reddito ante imposte e del risultato economico aggregato _ 75 Analisi della redditività tramite gli indici di bilancio: il ROA _ 80
09 Introduzione La struttura organizzativa territoriale e le dinamiche demografiche delle imprese edili _ 13 Le imprese esaminate ai fini dell’analisi economico-patrimoniale _ 14
Analisi della redditività tramite gli indici di bilancio: il ROE _ 83
87
Il settore delle costruzioni bresciano
17 Premessa
Premessa _ 89
21 Nota metodologica per l’analisi
Struttura produttiva del settore edile bresciano: evoluzione 2012-2021 _ 97
economico-patrimoniale
Il rimbalzo delle imprese nel 2021: una prima lettura _ 91
I primi impatti della pandemia sull’occupazione del settore edile bresciano _ 101 I dati della Cassa edile _ 102
27 La struttura patrimoniale aggregata
Il patrimonio aggregato: la struttura patrimoniale _ 29 Impieghi _ 31 Fonti _ 35 Indici di solidità patrimoniale _ 36 Analisi del patrimonio netto _ 38 Analisi dell’andamento dei mezzi di terzi _ 42 Indici di liquidità _ 44 Analisi per divisione ATECO2007 dei mezzi di terzi _ 47
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Gli ammortizzatori sociali _ 103 Sintesi _ 105
107 Conclusioni 113 Appendice Classificazione ATECO2007 _ 115
117 Allegati Allegato tecnico _ 119 Allegato statistico _ 124
3
Il costruito: settore primario di un’economia locale che guarda al futuro Ingegner Massimo Angelo Deldossi Presidente Ance Brescia
Il settore delle costruzioni è protagonista di trasformazioni che lo collocano tra i principali attori del cambiamento socioeconomico contemporaneo. Dopo il freno forzato dettato dalla crisi pandemica, come dimostrano i dati e le considerazioni riportati nel presente studio, l’edilizia nel corso del primo trimestre 2021 è stata determinante per tracciare la strada della ripartenza nazionale post-Covid 19. Allo stesso modo, il costruito bresciano si connota quale settore primario dell’economia locale e, stimolato da un’iniziativa imprenditoriale in crescita, arriva a contare a fine 2020 quasi 18 mila imprese registrate al Registro della Camera di Commercio di Brescia, con una diffusione sempre più estesa di forme organizzative maggiormente strutturate. È positivo rilevare nello studio qui proposto anche il dato che registra un incremento del 4,6% nel numero di imprese giovanili attive in territorio bresciano, aumento che testimonia come il comparto delle costruzioni risulti sempre più attrattivo agli occhi delle nuove generazioni. L’analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane, giunta al suo 33° anno di pubblicazione, per il terzo anno consecutivo prende in esame tutti i bilanci presentati da tali aziende per fornire elementi di riflessione sull’evoluzione che interessa il settore, ponendosi quale utile strumento per elaborare prospettive future e strategie di crescita del territorio. Il Gruppo di professionisti dietro a questo intenso lavoro, che vede affiancarsi l’impegno di Ance Brescia, Ordine dei Commercialisti e Camera di Commercio, merita ancora una volta un plauso per il tempo dedicato all’analisi dei dati e per l’indagine sviluppata nelle pagine successive. Uno studio che evidenzia le difficoltà segnate dagli effetti della pandemia, che ha rallentato la corsa di un’edilizia pronta a lasciarsi alle spalle gli strascichi delle crisi economiche passate. A mettere nuova benzina per la ripartenza sono stati gli incentivi alle ristrutturazioni, che hanno favorito un nuovo boost per il comparto della Casa, e le misure di rilancio del Paese. Come evidenziano i dati della presente analisi, nel contesto imprenditoriale bresciano il settore delle costruzioni ha chiuso il 2020 in crescita e per il 2021 si prevede un aumento della domanda di lavoro da parte delle imprese, con il 65,6% delle aziende del settore pronte ad assumere oltre 11 mila figure. Permane, però, la difficoltà di reperire manodopera specializzata, che si somma alle altre criticità che gravano sulle attività economiche dopo la fase pandemica, come l’inflazione e il caro delle materie prime. Lo spaccato delineato dall’analisi mostra luci e ombre di un periodo in cui, nonostante gli ostacoli, il settore delle costruzioni continua a riflettere la volontà delle imprese di ripartire dopo il freno di questi ultimi due anni e sprona la ripresa delle attività economiche ad esso connesse, con ricadute positive sull’occupazione e per la crescita del territorio.
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Un pregevole studio utile all’interpretazione del comparto edile a livello provinciale Dottor Michele de Tavonatti* Vicepresidente Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
L’analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane del periodo 2016-2020, realizzata dal Gruppo di lavoro costituito d’intesa tra Ance Brescia, l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Brescia e la Camera di Commercio di Brescia, rappresenta uno strumento analitico utile all’interpretazione del comparto a livello provinciale e ne lascia intravedere le tendenze sia pure in un momento storico dove tutte le previsioni sono state superate da eventi che hanno influenzato l’economia su scala mondiale. Senza dubbio le agevolazioni introdotte dal Governo hanno inciso positivamente sull’esercizio 2020, così che le non positive previsioni effettuate lo scorso anno sulla spinta della crisi pandemica, è possibile siano state in parte mitigate dal rafforzamento dei bonus fiscali in edilizia, che hanno contribuito a sostenere il mercato e a sviluppare l’offerta edile anche con la nascita di nuove imprese. Del Gruppo di lavoro che è stato costituito in seno all’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Brescia fanno parte i Colleghi: Patrizia Apostoli, Rosa Billone, Simona Cherubini, Francesco Landriscina, Grazia Savelli e Giovanni Simonelli. A loro va il plauso per il lavoro svolto e il ringraziamento per la disponibilità che, unitamente agli sforzi profusi dagli altri tecnici che hanno composto il team, hanno consentito di realizzare il pregevole studio che viene sottoposto alla vostra attenzione. Nonostante le articolate tecniche utilizzate per la trattazione dell’argomento si apprezza lo sforzo di rendere leggibile lo studio per rendere fruibili i dati in esso raccolti. Buona lettura.
* Al momento della redazione dell’analisi Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Brescia
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Un settore resiliente che affronta gli ostacoli della ripresa post pandemica Ingegner Roberto Saccone Presidente della Camera di Commercio di Brescia
Nel lungo periodo di crisi indotto dalla pandemia, il settore edile ha dimostrato notevole resilienza e complessivamente, meglio di altri, ha superato le difficoltà emerse, anche grazie ai programmi previsti nell'ambito del Pnrr, al Superbonus 110% e ad altre forme di incentivo. Per tutto il 2021 il settore delle costruzioni ha evidenziato, dal punto di vista della nascita di nuove imprese, una dinamica brillante che ha consentito di chiudere l’anno con un'importante crescita pari al 2,1% (382 imprese in più rispetto al 2020), alla quale ha contribuito la ritrovata vitalità degli artigiani edili (198 imprese in più rispetto allo scorso anno). Complessivamente, al 31/12/2021, risultavano iscritte al RI della Camera di Commercio di Brescia 18.310 imprese del settore costruzioni. Purtroppo, proprio nel momento in cui il peggio sembrava essere passato, nel complesso scenario economico post pandemico che si è oggi delineato, sono subito emerse altre problematiche che rischiano di pregiudicare seriamente quella che si stava delineando come una ripresa definitivamente in atto. Aumento dei costi delle materie prime, scarsità di materiali e carenza di personale qualificato sono fattori che, in effetti, possono porre un forte freno all'attività delle imprese delle costruzioni edili. In particolare, l'aumento dei prezzi delle opere pubbliche può rappresentare un pesante ostacolo alla realizzazione dei programmi previsti nel Pnrr. Molte imprese del settore si sono infatti trovate ad affrontare nuovi costi non previsti nelle gare d’appalto; i prezzi di molti materiali da costruzione, secondo il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, hanno raggiunto incrementi superiori al 70%. Nondimeno, anche con l'auspicio che la revisione del codice degli appalti possa introdurre semplificazioni amministrative in grado comunque di portare benefici, vanno evidenziati alcuni segnali che possono indurre a un moderato ottimismo. La Commissione europea – che si è di recente espressa favorevolmente sul Superbonus – ravvisa l'opportunità di ampliarlo sostenendo che c’è anche spazio per includere misure di efficienza energetica più incisive nelle imprese, in particolare nell’industria. Il Pnrr darà, in ogni caso, impulso agli investimenti pubblici per sostenere la transizione verde e digitale dell’Italia e prevede investimenti nell'efficienza energetica degli edifici residenziali e pubblici (15,3 miliardi di euro), nella mobilità sostenibile (34 miliardi di euro) e nelle energie rinnovabili, nell'economia circolare e nel miglioramento della gestione dei rifiuti e delle acque (11,2 miliardi di euro). Vi sono, in ultima analisi, tutte le condizioni affinché, nel prossimo futuro, il settore edile, ancora una volta, possa rivestire un ruolo assolutamente decisivo e, come sempre, trainante per tutta la nostra economia. Un sincero plauso e un sentito ringraziamento rivolgo ad Ance Brescia per avere realizzato, con grande cura, la presente pubblicazione che, ricca di dati e informazioni, rappresenta uno strumento indispensabile per l'analisi di un settore da sempre colonna portante del nostro sistema economico.
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Introduzione
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Relazione finale
Introduzione
Lo studio che Ance Brescia pubblica dal 1990, anche quest'anno è frutto del lavoro di elaborazione e di sintesi di un gruppo tecnico composto, oltre che dall’Associazione dei costruttori edili di Brescia, dalla Camera di Commercio di Brescia e dall’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Brescia, al quale partecipano il ragionier Enrico Massardi per Ance, la dottoressa Maria Elena Russo per la Camera di Commercio e i dottori commercialisti Patrizia Apostoli, Rosa Billone, Simona Cherubini, Francesco Landriscina, Grazia Savelli e Giovanni Simonelli per l’Ordine di Brescia. L’Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane relativa al periodo 2016-2020 ha il duplice obiettivo: 1. di fornire dati e informazioni presenti nel Registro delle imprese della Camera di Commercio di Brescia, mediante i quali si vogliono descrivere le caratteristiche della struttura imprenditoriale, l’andamento demografico e la dinamica del settore delle costruzioni nel periodo 2012-20201 senza, tuttavia, avere la pretesa di costituire una indagine congiunturale. 2. di illustrare l’analisi delle condizioni di economicità delle imprese edili, rette in forma di società di capitali. Un’anteprima degli effetti della crisi pandemica iniziata nel febbraio 2020 e, purtroppo, non ancora conclusa, sulla popolazione delle aziende edili bresciane era stata fornita nell’analisi presentata lo scorso anno. Nel presente studio verrà dato seguito alle elaborazioni che riguarderanno l’intero 2020 sulla base dei dati in possesso della Camera di Commercio di Brescia. L’indagine statistica sulla struttura imprenditoriale delle imprese edili prende a riferimento le imprese iscritte al Registro delle imprese di Brescia, appartenenti al settore “F Costruzioni”, ripartito nelle tre divisioni: “F41 Costruzione di edifici”, “F42 Ingegneria civile” e “F43 Lavori di costruzione specializzati”, secondo l’attuale classificazione delle attività economiche ATECO20072, indipendentemente dalla forma giuridica assunta. La crisi pandemica che ha interessato il 2020 ha rappresentato un grave elemento di discontinuità di cui dovrà essere tenuto conto nell’interpretazione dei dati che mostrano le tendenze dei diversi indicatori riguardanti la natimortalità delle imprese e l’occupazione nel settore edile della provincia di Brescia.
L’approfondimento strutturale e demografico delle imprese edili bresciane è stato esteso anche agli anni 2012, 2013 e 2014 al fine di meglio rappresentare il trend che lo ha interessato e per dare continuità di analisi rispetto all’ultimo rapporto pubblicato (2015-2019). 1
La classificazione delle attività economiche ATECO2007 è una tipologia di classificazione adottata dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) per le rilevazioni statistiche nazionali di carattere economico. Si veda in allegato l’apposta scheda. 2
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Introduzione
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Il documento illustra, inoltre, l’andamento economico e patrimoniale delle imprese edili bresciane nel quinquennio 2016-2020, utilizzando la tecnica dell’analisi di bilancio applicata all’aggregato dei valori dei bilanci delle imprese tenute alla pubblicità legale dei conti. In questa sezione, lo studio mira a descrivere il quadro generale del settore delle costruzioni della provincia di Brescia, pur con le inevitabili approssimazioni derivanti sia dall’utilizzo di dati aggregati, sia dalla impossibilità di reperire dati raffrontabili per tutte le categorie di imprese. In particolare, le elaborazioni hanno riguardato le società di capitali suddivise, laddove ritenuto opportuno, per scaglioni di valore della produzione. La crisi pandemica che ha colpito il 2020 non ha certamente risparmiato il settore edile. Secondo i dati indicati dall’Osservatorio sui bilanci delle società di capitali istituito dalla Fondazione Nazionale dei Dottori Commercialisti3, a fronte di una riduzione media del 9,9% dei ricavi di tutte le società di capitali censite sul territorio nazionale (2020 su 2019), la riduzione nel settore delle costruzioni si è limitata a registrare un -5,4%. Lo studio congiunturale elaborato da Unioncamere Lombardia4 sulla base di questionari trimestrali indica che, nel primo semestre, le sospensioni dell’attività per lockdown hanno interessato circa i tre quarti delle imprese lombarde per una forza lavoro pari al 60% degli addetti5 e che, nel settore delle costruzioni, la ripresa del secondo semestre del 2020 è stata particolarmente robusta, anche grazie agli effetti degli incentivi fiscali messi in campo dal Governo, che hanno fornito una grande spinta al mercato delle ristrutturazioni portando, tuttavia, il 2020 a chiudere con risultati parzialmente negativi e inferiori rispetto al 2019. Per questi motivi, particolare cautela dovrà essere utilizzata anche nell’interpretazione dei dati economici e finanziari, soprattutto di natura tendenziale, in quanto caratterizzati dalla presenza della crisi sanitaria.
Il report 2020 presenta i dati relativi alla struttura delle società di capitali a livello nazionale con almeno un bilancio presentato negli ultimi tre anni (2018-2020) suddivisi per quattro classi dimensionali e per venti settori di attività. 3
12
4
Fonte: Unioncamere Lombardia, “Il settore delle costruzioni e dell’Edilizia in Lombardia nel 2020” – Gli indicatori congiunturali.
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Fonte: Unioncamere Lombardia, “Il settore delle costruzioni e dell’Edilizia in Lombardia nel 2020”.
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Introduzione
La struttura organizzativa territoriale e le dinamiche demografiche delle imprese edili
Le imprese edili bresciane attive che risultano iscritte nel Registro delle imprese di Brescia al 31 dicembre di ogni anno possono essere classificate secondo la loro forma giuridica, come risulta nella Tabella 1. I dati della tabella si riferiscono alle sole imprese attive. Nel conteggio non sono state considerate le imprese “sospese”, “inattive”, con “procedure concorsuali”, in “scioglimento o liquidazione” e “cessate”. Tabella 1: Numero delle sole imprese attive iscritte, appartenenti alla categoria “F” Costruzioni, divise per forma giuridica società di capitali
società di persone
imprese individuali
altre forme
totale
2016
3.582
2.224
10.994
103
16.903
2017
3.627
2.130
10.869
100
16.726
2018
3.718
2.048
10.556
98
16.420
2019
3.909
1.967
10.451
97
16.424
4.071
1.884
10.409
91
16.455
2020 Fonte: CCIAA di Brescia
Nella parte di questo lavoro riguardante l’indagine statistica, per una più completa illustrazione dei dati, verranno considerate tutte le imprese registrate nei repertori camerali, che contano al loro interno attive, inattive, sospese, in scioglimento o liquidazione e con procedure concorsuali. Per l’intero settore delle costruzioni si è voluto analizzare la struttura imprenditoriale e le dinamiche demografiche che lo hanno caratterizzato nel periodo 2012-2020, prendendo a riferimento tutte le imprese registrate nei repertori camerali alla fine di ciascun anno considerato.
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Introduzione
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Le imprese esaminate ai fini dell’analisi economico-patrimoniale
L’analisi economico patrimoniale si è basata sui dati contabili relativi alle imprese del settore esaminato. Considerato, però, che solamente le società di capitali sono tenute legalmente alla pubblicità dei conti, è stato necessario limitare lo studio ai dati di bilancio, riferendolo unicamente a queste ultime. A mero scopo informativo, la Tabella 2 indica le società di capitali attive nel quinquennio 2016-2020, suddivise per classi di valore della produzione (VdP), secondo i dati estratti dalla banca dati Stockview-Infocamere del Registro delle imprese della Camera di Commercio di Brescia. Tabella 2: Società di capitali attive nel quinquennio 2016-2020, suddivise per classi di valore della produzione Valore della produzione
31/12/2016
31/12/2017
31/12/2018
31/12/2019
31/12/2020
Totale
VdP assente
728
844
929
1.029
1.083
4.613
VdP negativo
48
31
30
36
32
177
1.297
1.235
1.216
1.217
1.202
6.167
250 - 500 mila/euro
451
461
440
445
473
2.270
500 mila - 1 milione/euro
467
424
448
463
493
2.295
1 - 2,5 milioni/euro
358
391
402
428
473
2.052
2,5 - 5 milioni/euro
137
145
151
176
193
802
5 - 10 milioni/euro
65
64
64
67
68
328
10 - 25 milioni/euro
20
21
27
31
35
134
25 - 50 milioni/euro
5
5
6
13
13
42
Più di 50 milioni/euro
6
6
5
4
6
27
3.582
3.627
3.718
3.909
4.071
18.907
Fino a 250 mila/euro
Totale iscritte Fonte: CCIAA di Brescia
La selezione delle imprese indicate nella Tabella 2 è stata fatta con i seguenti criteri: 1. società di capitali attive appartenenti al settore “F Costruzioni” secondo la classificazione ATECO2007, che hanno condotto tale attività economica in via esclusiva o principale; 2. disponibilità di almeno un bilancio nel periodo considerato; 3. valore della produzione disponibile, anche se negativo.
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Tali criteri hanno consentito di selezionare ed esaminare il numero di bilanci suddiviso per annualità, come indicato nella Tabella 3 sotto riportata. Tabella 3: Numero di bilanci disponibili appartenenti a società di capitali, Categoria “F” Costruzioni, divisi per periodo 2016-2020 2016
2017
2018
2019
2020
TOTALE
2.563
2.671
2.670
2.675
2.635
13.214
Come mostrano le tabelle sopra riportate, opportunamente riepilogate nell’allegato tecnico, si evince che l’analisi ha riguardato circa il 65% delle società di capitali del settore edile iscritte al Registro delle imprese della Camera di Commercio di Brescia. I dati riportati nell’allegato tecnico consentono di stimare anche che l’analisi ha vagliato circa l’88,2% delle società di capitali del settore edile iscritte al Registro delle imprese della Camera di Commercio di Brescia che hanno depositato il bilancio nel periodo in esame. L’elaborazione si è comunque basata su un’enorme mole di dati contabili, estrapolati dai bilanci delle società di capitali operanti nel settore edile bresciano. Tali criteri hanno ridotto il numero di bilanci elaborati da 18.907 a 13.214. Successivamente, si è provveduto a individuare i principali indicatori che meglio rappresentano i profili della struttura economico-patrimoniale delle imprese esaminate. Sia pure con le limitazioni che meglio verranno illustrate in seguito, il lavoro svolto può essere ritenuto: z un’utile indicazione per l’individuazione di benchmark di settore a rilevanza locale, di cui le singole imprese edili potranno disporre per un raffronto con le proprie risultanze di bilancio; z un supporto per gli operatori economici interessati al settore edile bresciano, siano essi istituti finanziari, industrie manifatturiere o pubbliche amministrazioni.
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Premessa
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Premessa
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Premessa
Premessa
Il 2020 è stato caratterizzato dagli effetti della pandemia da Covid-19 che si è rapidamente diffusa in tutto il mondo. Le necessarie misure di contenimento del virus, adottate con tempistiche eterogenee nei diversi Paesi, hanno causato uno shock di natura reale, che ha investito contemporaneamente l’offerta (chiusura di attività e interruzione delle catene del valore) e la domanda (crollo dei consumi, riduzione dei redditi), e la cui rapidità e intensità non ha precedenti storici. In base alle stime dell’Istat, in Italia il valore aggiunto è diminuito dell’11,1% nell’industria in senso stretto, dell’8,1% nei servizi, del 6,3% nelle costruzioni e del 6% nell’agricoltura. I cali più intensi si sono registrati in alcuni comparti dei servizi: commercio, trasporti, alberghi e ristorazione (-16%); attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, di riparazione di beni per la casa (-14,6%); attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrative e servizi di supporto alle imprese (-10,4%). L’evoluzione dell’emergenza sanitaria ha avuto, di conseguenza, effetti rilevanti sul mercato del lavoro, determinando una diffusa riduzione dell’occupazione. Ciò, nonostante gli interventi straordinari adottati dall’esecutivo, come il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione. La pandemia ha portato a pesanti contraccolpi anche in provincia di Brescia con un calo del valore aggiunto del 7,2%: la manifattura bresciana ha registrato un calo produttivo del 10,1%, mentre la manifattura artigiana ha segnato un -11%. I servizi hanno subito una diminuzione del fatturato del 9,8% e il commercio al dettaglio del 5,8%. L’occupazione in provincia di Brescia ha mostrato un calo limitato (-2,1%), attenuato dalle misure straordinarie di tutela dell’occupazione (blocco dei licenziamenti). La crisi causata dalla pandemia si è innestata in un periodo in cui il settore delle costruzioni iniziava a mostrare i primi segnali di ripresa. Nel 2020, nonostante la crisi pandemica, l’iniziativa imprenditoriale non si è fermata, anzi, il settore delle costruzioni bresciano riporta il primo risultato positivo, seppur moderato, dopo otto anni di costante flessione. Anche nel contesto imprenditoriale bresciano il settore delle costruzioni, insieme ai servizi, chiude l’anno in crescita. Alla fine del 2020 il settore edile bresciano conta 17.928 imprese registrate al Registro delle imprese di Brescia, in aumento dello 0,1% rispetto al 2019. Il risultato positivo è dovuto ancora una volta alla crescita delle imprese che svolgono, in via prevalente, l’attività di lavori di costruzione specializzati (F43, +0,4%), mentre il numero delle imprese che operano nelle attività di costruzione di edifici (F41) e nei lavori di ingegneria civile (F42) si confermano in flessione, registrando rispettivamente un -0,6% e un -2,3%. Sul fronte occupazionale, secondo i dati disponibili relativi alle ore lavorate dagli operai iscritti alla Cape di Brescia, emerge che, nel corso del 2020, l’attività lavorativa è stata condizionata dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria. Nei mesi del lock-
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Premessa
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down le ore lavorate sono crollate: ad aprile le ore hanno segnato un calo, rispetto al corrispondente mese dello scorso anno, di oltre l’80%. L’allentamento delle misure ha avuto quale effetto un recupero delle ore lavorate a partire da giugno e proseguito fino alla fine dell’anno. Tuttavia, il recupero delle ore lavorate nella seconda parte dell’anno non è stato sufficiente a bilanciare la perdita subita tra marzo e maggio. Ma, sempre nel 2020, sono state introdotte delle misure di rilancio dell’economia, quali il Superbonus 110%, i cui effetti saranno osservabili nel corso del 2021. In questa generale rappresentazione del settore edile bresciano è possibile inquadrare l’analisi dei dati dei bilanci delle imprese.
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Premessa
Nota metodologica per l’analisi economico-patrimoniale
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Nota metodologica per l’analisi economico-patrimoniale
Nota metodologica per l’analisi economico-patrimoniale
In questa parte dell’analisi verranno esaminati i bilanci di tutte le imprese che: z sono attive; z appartengono alla categoria ATECO “F Costruzioni” secondo la classificazione ATECO2007; z hanno condotto tale attività economica in via esclusiva o principale; z hanno depositato nel Registro delle imprese di Brescia almeno un bilancio nel quinquennio 2016-2020; z hanno un valore della produzione (VdP) disponibile, anche se negativo. Sulla base di tali criteri di selezione sono stati elaborati 13.214 bilanci nel periodo 20162020. Dai dati esposti nella Tabella 4 appare evidente come le imprese analizzate rappresentino in modo significativo il panorama provinciale delle imprese del settore edile. Questo anche rammentando quanto esposto in precedenza riguardo all’incidenza delle società di capitali sull’intero settore (oltre un quarto delle imprese che impiegano più del 50% degli addetti)1. Tabella 4: Imprese con bilancio ordinario “dettagliato”, abbreviato o micro (Valori in migliaia di euro) Imprese con bilancio ordinario “dettagliato” (A)
2016
2017
2018
2019
2020
1.005.316
1.186.465
1.252.165
1.282.400
1.385.144
Valore aggiunto
319.159
371.617
410.230
420.389
463.336
Patrimonio netto totale
627.903
722.789
739.239
634.880
890.699
Utile/perdita
-5.367
19.415
40.961
11.348
2.622
Dipendenti
3.242
3.673
3.966
4.165
4.898
68
69
68
67
76
VdP
Bilanci esaminati
1
Dato derivato dal confronto della Tabella 4 con i dati statistici.
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Tabella 4: Imprese con bilancio ordinario “dettagliato”, abbreviato o micro (Valori in migliaia di euro) Imprese con bilancio abbreviato (B)
2016
2017
2018
2019
2020
1.766.113
1.958.084
2.180.516
2.407.737
2.397.166
Valore aggiunto
436.356
494.417
544.198
620.970
613.106
Patrimonio netto totale
868.089
982.295
967.731
1.020.261
1.149.374
Utile/perdita
35.999
45.749
64.265
72.219
80.736
Dipendenti
10.436
10.729
11.243
12.658
12.594
Bilanci esaminati
2.495
2.602
2.602
2.608
2.559
Totale imprese (A+B)
2016
2017
2018
2019
2020
2.771.429
3.144.550
3.432.682
3.690.137
3.782.310
755.515
866.034
954.428
1.041.359
1.076.442
1.495.992
1.705.084
1.706.971
1.655.141
2.040.073
Utile/perdita
30.632
65.163
105.226
83.567
83.358
Dipendenti
13.678
14.402
15.209
16.823
17.492
Società attive iscritte nel Registro Imprese
3.582
3.627
3.718
3.909
4.071
Bilanci esaminati
2.563
2.671
2.670
2.675
2.635
VdP
VdP Valore aggiunto Patrimonio netto totale
Fonte: Elaborazioni Ance Brescia su dati Aida
Con riferimento all’esercizio 2020, ad esempio, delle 4.071 società di capitali attive iscritte nel Registro delle imprese di Brescia sono stati esaminati 2.635 bilanci che fanno riferimento ad altrettante società che occupano 17.492 dipendenti, realizzano un valore della produzione di euro 3.782.310 e un valore aggiunto di euro 1.076.442. Le microimprese e le imprese che possono presentare il bilancio in forma abbreviata hanno generato, nel 2020, il 63,37% del valore della produzione, in linea con i dati degli anni precedenti, mentre il restante è attribuibile a imprese di medio-grandi dimensioni che hanno depositato il bilancio in forma ordinaria. Proseguendo in ulteriore dettaglio, di seguito viene esposta la Tabella 5 che riporta i bilanci considerati, con separata indicazione di quelli presentati in forma ordinaria e suddivisi per classificazione ATECO20072.
2
24
Nella Tabella 5, tra parentesi, è indicato il numero delle imprese che presentano il bilancio in forma ordinaria.
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Nota metodologica per l’analisi economico-patrimoniale
Tabella 5: Distribuzione percentuale per codice ATECO2007 Anno
Imprese F41
% sul totale
Imprese F42
% sul totale
Imprese F43
% sul totale
TOTALE
2016
1.497 (25)
58%
80 (14)
3%
986 (29)
38%
2.563 (100%)
2017
1.549 (26)
58%
82 (14)
3%
1.040 (29)
39%
2.671 (100%)
2018
1.517 (25)
57%
84 (14)
3%
1.069 (29)
40%
2.670 (100%)
2019
1.491 (23)
56%
66 (15)
3%
1.074 (29)
41%
2.675 (100%)
2020
1.420 (26)
54%
90 (16)
4%
1.125 (34)
42%
2.635 (100%)
TOTALE
7.474 (125)
417 (72)
5.323 (150)
13.214 (100%)
Fonte: Elaborazioni Ance Brescia su dati Aida
La tabella sopra esposta evidenzia una larga presenza nel campione di imprese che non redigono il bilancio in forma ordinaria (97,11%), a fronte di imprese di maggiore dimensione tenute a più stringenti obblighi informativi, che assommano al 2,88% del campione. In linea con gli anni precedenti si conferma il progressivo aumento delle imprese appartenenti alla codifica ATECO F43, che passano dal 38,47% al 42,69% delle imprese considerate, e una corrispondente riduzione delle imprese appartenenti alla codifica F41, che si riducono dal 58,41% al 53,89%. Le imprese appartenenti alla codifica F42, intorno al 4% del campione nel periodo considerato, appaiono sensibilmente aumentate rispetto ai passati esercizi in valore assoluto e con una presenza particolare di imprese di medio-grandi dimensioni. Quali sono i limiti della presente analisi? 1. la natura della ricerca, essenzialmente divulgativa; 2. l’analisi del bilancio, per indici e flussi, riconosciuta dalla comunità scientifica è stata elaborata per l’esame ex post degli effetti economici, patrimoniali e finanziari prodotti dalle operazioni gestionali di una singola impresa e, al più, utilizzata per confrontare tra loro i bilanci di più imprese dello stesso settore; 3. l’applicazione di tale metodologia di analisi presenta criticità che sono tanto maggiori quanto più ampio è il numero di aziende esaminato; 4. l’orizzonte temporale considerato (termine che per le imprese spesso comporta il passaggio dalla redazione del bilancio in forma abbreviata a quello in forma ordinaria e viceversa, oppure comporta l’introduzione di normative che modificano i criteri di redazione del bilancio); 5. i flussi di imprese che entrano o escono dalla popolazione esaminata, perché si modificano nella struttura societaria (trasformandosi da società di capitale a società di persone e viceversa), oppure a causa della normale natalità/mortalità; 6. l’attività effettivamente esercitata dalle aziende considerate; 7. la non omogeneità della popolazione esaminata, dovuta al fatto che ogni anno le aziende che rientrano tra quelle per le quali vengono aggregati i valori possono essere diverse, diversità che non rende possibile un confronto omogeneo dei valori aggregati anno su anno e che consente, e rende significativo, soltanto un raffronto tra “ratios” dei diversi anni;
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Nota metodologica per l’analisi economico-patrimoniale
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8. inoltre, bisogna tenere conto dell’insufficienza dei dati disponibili e della loro mancanza di omogeneità, dovuta al diverso dettaglio informativo a cui sono tenute le società di capitali (e che dipende dal valore della produzione, dell’attivo e del numero di dipendenti impiegato). Con queste necessarie premesse è stato possibile sviluppare l’analisi mettendo in evidenza solamente gli indicatori economico-patrimoniali e sviluppando alcune considerazioni e interpretazioni che potessero abbracciare l’intero novero delle aziende esaminate. Così gli indicatori e i ratios evidenziati nell’analisi possono fornire solo un generale quadro delle condizioni economiche delle imprese edili negli aspetti reddituali e patrimoniali. Nelle pagine seguenti verrà esposto lo svolgimento dell’attività partendo dai dati aggregati utilizzati. Seguirà l’analisi dell’aspetto patrimoniale aggregato, al fine di fornire utili informazioni sul grado di capitalizzazione, sugli investimenti e sul ricorso a mezzi di terzi delle imprese oggetto del presente studio. Infine, l’esame degli aspetti economici riguarderà indicatori e considerazioni attinenti all’andamento del valore della produzione e della marginalità della popolazione esaminata. La fonte da cui sono stati estratti i valori di bilancio è la banca dati Aida.
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Nota metodologica per l’analisi economico-patrimoniale
La struttura patrimoniale aggregata
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Nota metodologica per l’analisi economico-patrimoniale
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La struttura patrimoniale aggregata
Il patrimonio aggregato: la struttura patrimoniale
Il presente capitolo si pone l’obiettivo di fornire una rappresentazione della struttura patrimoniale e della sua evoluzione nel corso del quinquennio 2016-2020. È necessario precisare che alcuni valori delle attività e passività aggregate di stato patrimoniale relativi all’esercizio 2020 risentono significativamente di una serie di norme straordinarie, introdotte dal legislatore al fine sostenere le imprese in un anno caratterizzato dal manifestarsi della pandemia da Covid-19. Pertanto, l’analisi dei numeri aggregati e della loro variazione necessita di essere contestualizzata rispetto al quadro normativo eccezionale. In via preliminare si è proceduto a una riclassificazione dei prospetti aggregati di stato patrimoniale secondo un criterio di decrescente liquidità, che fornisce una diversa e più adeguata rappresentazione della struttura degli investimenti e delle fonti di finanziamento. Tale elaborazione ha portato alla compilazione della Tabella 6, che di seguito si riporta. Tabella 6: Struttura patrimoniale delle società 2016-2020 (Valori in migliaia di euro) ATTIVO
2016
%
2017
%
2018
%
2019
%
2020
%
Crediti vs soci
2.189
0,03%
2.016
0,02%
1.958
0,02%
3.497
0,04%
2.417
0,03%
Imm. materiali
3.349.800
38,76%
3.465.727
39,30%
3.403.239
39,20%
3.370.189
39,64%
3.565.596
39,86%
Imm. immateriali
68.277
0,80%
58.096
0,70%
58.551
0,70%
66.761
0,79%
83.449
0,93%
Imm. finanziarie
545.698
6,30%
596.937
6,80%
587.126
6,80%
614.769
7,23%
569.434
6,37%
Attivo fisso netto
3.963.775
45,90%
4.120.760
46,70%
4.048.916
46,60%
4.051.720
47,65%
4.218.479
47,16%
Liquidità immediate
442.302
5,10%
497.846
5,60%
594.392
6,80%
637.701
7,50%
834.211
9,33%
Liquidità differite
1.975.166
22,90%
2.053.358
23,30%
2.050.448
23,60%
2.016.505
23,72%
2.161.813
24,17%
Magazzino
2.217.499
25,70%
2.096.893
23,80%
1.945.913
22,40%
1.747.295
20,55%
1.676.688
18,75%
Ratei e risconti
42.342
0,49%
44.161
0,50%
46.953
0,54%
46.200
0,54%
48.602
0,54%
Attivo circolante
4.679.467
54,10%
4.694.275
53,30%
4.639.664
53,40%
4.451.200
52,35%
4.725.869
52,84%
Capitale investito
8.643.273
100%
8.815.034
100%
8.688.580
100%
8.502.919
100%
8.944.348
100%
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La struttura patrimoniale aggregata
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Tabella 6: Struttura patrimoniale delle società 2016-2020 (Valori in migliaia di euro) PASSIVO
2016
%
2017
%
2018
%
2019
%
2020
%
Passività correnti
3.161.713
36,60%
3.249.875
36,90%
3.149.542
36,20%
2.969.493
34,92%
2.937.060
32,84%
Passività consolidate
3.985.568
46,10%
3.860.074
43,80%
3.832.067
44,10%
3.878.287
45,61%
3.967.215
44,35%
Mezzi di terzi
7.147.281
82,70%
7.109.950
80,70%
6.981.610
80,40%
6.847.780
80,53%
6.904.275
77,19%
Mezzi propri
1.495.992
17,30%
1.705.084
19,30%
1.706.971
19,60%
1.655.141
19,47%
2.040.073
22,81%
Totale fonti
8.643.273
100% 8.944.348
100%
100% 8.815.034
100% 8.688.580
100% 8.502.919
L’analisi che segue fornisce preliminarmente la composizione degli impieghi e delle fonti, quale generale rendicontazione dei valori assoluti di stato patrimoniale. Successivamente, tramite la costruzione dei principali indici di bilancio, si pone l’obiettivo di indagare la solidità finanziaria e il livello di liquidità, quali grandezze strettamente correlate ai valori di stato patrimoniale. I dati esposti nella Tabella 6 inducono alle considerazioni che seguono.
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La struttura patrimoniale aggregata
Impieghi
L’anno 2020 evidenzia un’apprezzabile crescita del capitale investito, che segna un’inversione di tendenza rispetto al biennio precedente. Mentre negli anni 2018 e 2019 si è verificata, infatti, una contrazione, a seguito della quale il valore totale delle attività al 31/12/2019 risultava inferiore di € 312 mln rispetto a quello esistente nel 2017, nel 2020 il settore evidenzia una crescita del 5% rispetto al 2019, passando da un valore complessivo di € 8.502 mln a € 8.944 mln. Se si prende in considerazione l’intero quinquennio, il capitale investito 2020 risulta aumentato del 3,48% rispetto al 2016, passando, in termini assoluti, da € 8.643 mln a € 8.944 mln. Il capitale investito è suddivisibile in due macroclassi: il capitale cosiddetto immobilizzato (attivo fisso netto) e l’attivo circolante. L’attivo fisso netto presenta, nel quinquennio, un incremento del 6,4%, mentre l’attivo circolante aumenta solo dell’1%. Tuttavia, non in tutti gli esercizi si è verificata questa dinamica. Se si considera l’esercizio più recente, ovvero il 2020, e lo si confronta con il 2019 emerge che: z il valore assoluto dell’attivo fisso netto risulta pari a € 4.218 mln ed è incrementato del 4,2% rispetto all’anno precedente, in cui ammontava a € 4.051 mln; z il valore assoluto dell’attivo circolante si è attestato a € 4.726 mln ed è incrementato del 6,17% rispetto all’anno precedente, in cui ammontava a € 4.451 mln. In considerazione di quanto sopra, l’anno 2020 evidenzia una crescita del capitale investito distribuita in maniera sostanzialmente omogenea in entrambe le macrocategorie. Grafico 1: Andamento dell'Attivo Fisso Netto (2016-2020) 4.250.000 4.200.000 4.150.000 4.100.000 4.050.000 4.000.000 3.950.000 3.900.000 3.850.000 3.800.000
2016
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2017
2018
La struttura patrimoniale aggregata
2019
2020
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Se si esamina l’andamento, nel quinquennio 2016-2020, delle tre categorie che compongono l’attivo immobilizzato (immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie), emergono le seguenti risultanze. Gli investimenti in beni materiali durevoli sono cresciuti del 6,4%, passando da un valore di € 3.350 mln a € 3.565 mln. Tuttavia, negli anni dal 2016 al 2017, sono leggermente aumentati per poi diminuire costantemente fino al 2019. Di contro, in quegli anni, nel conto economico si registrava un costante e apprezzabile aumento dei costi per noleggi, locazioni e leasing, a dimostrazione che si sono privilegiati strumenti più flessibili rispetto agli investimenti in beni di proprietà. Il 2020 segna un incremento di investimenti rispetto al 2019 del 5,7%. È tuttavia necessario tenere conto che tale risultato non è totalmente ascrivibile agli investimenti effettivi sostenuti, ma risente significativamente della rivalutazione dei beni aziendali che la normativa ha consentito di effettuare in tale anno quale misura utile a contrastare gli effetti negativi della pandemia da Covid-19. Infatti, la riserva di rivalutazione iscritta a patrimonio netto, nel 2020 è aumentata di circa € 159 mln rispetto al 2019, a fronte di un incremento complessivo degli investimenti, rispetto al medesimo anno, di € 195 mln. Per quanto concerne il valore delle immobilizzazioni immateriali, si constata che la loro incidenza sul capitale investito è molto limitata (inferiore all’1%). L’intero comparto edile continua a confermare la riluttanza del settore a investire sugli intangibles e la tendenza ad attuare un modello di impresa “tradizionale”, poco orientato alla digitalizzazione e all’informatizzazione delle fasi del processo produttivo. L’andamento tendenziale nel quinquennio è stato altalenante. Il 2020, tuttavia, risulta superiore all’anno di inizio di osservazione e in aumento rispetto al 2019 di circa € 16 mln, in termini assoluti. È ipotizzabile, però, che anche quest’ultimo risultato sia in parte riconducibile all’applicazione della legge di rivalutazione. Ciò nonostante, va fatta una considerazione: dalle risultanze dei dati Istat, la propensione innovativa cresce all’aumentare delle dimensioni dell’impresa e manifesta termini quantitativamente apprezzabili nelle imprese con 10 o più addetti, concentrandosi, in termini di numerosità, nella fascia di imprese dai 10 ai 49 addetti. Nelle realtà più grandi (almeno 250 addetti) la propensione all’innovazione risulta elevata. Le tipologie di innovazione più diffuse sono quelle relative all’organizzazione del lavoro e delle risorse umane seguite da innovazione combinata di prodotto/processo. Poiché il settore edile è frammentato in un elevato numero di piccole aziende con pochi (o pochissimi) addetti, la media statistica degli investimenti in beni immateriali viene penalizzata dalla forte incidenza di tali imprese. Le immobilizzazioni finanziarie hanno avuto un andamento altalenante. Tuttavia, fra inizio e fine quinquennio sono cresciute del 4% e rappresentano, mediamente fra il 6 e il 7% del capitale investito. Esaminando i dati nel dettaglio, si nota che il valore delle partecipazioni nel 2020 è diminuito significativamente rispetto al 2016, mentre altrettanto significativamente sono aumentati i crediti verso le società partecipate. Se ne deduce che la tendenza all’aggregazione, che nel settore è sempre stata modesta, è ulteriormente rallentata. Concludendo, l’analisi dell’attivo fisso netto, che dal 2016 al 2019 ha mostrato un comparto statico e nell’insieme riluttante a perseguire strategie volte all’innovazione, nel 2020 mostra un’inversione di tendenza: pur tenendo conto degli effetti contabili derivanti dalla norma di rivalutazione, le imprese hanno ricominciato a investire. Sebbene il valore assoluto di tali investimenti abbia un’incidenza ancora contenuta, il 2020 rappresenta un punto di svolta di tutto il settore, che ha la necessità di attrezzarsi per soddisfare la crescente domanda del mercato, trainata anche dai ben noti incentivi fiscali.
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La struttura patrimoniale aggregata
Grafico 2: Composizione dell'Attivo Fisso Netto (2016-2020) 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2016
2017
Imm. materiali
2018
Imm. immateriali
2019
2020
Imm. finanziarie
Nel 2016 e nel 2017, l’attivo circolante è cresciuto costantemente, seppur in maniera non omogenea all’interno delle voci che lo compongono, per poi registrare una prima flessione nel 2018 e una ulteriore flessione nel 2019, entrambe riassorbitesi nel 2020. Tabella 7: Composizione dell’attivo circolante (Valori in migliaia di euro) Attivo circolante
2016
%
2017
%
2018
%
2019
%
2020
%
442.302
5,10%
497.846
5,60%
594.392
6,80%
637.701
7,50%
834.211
9,33%
Liquidità differite
1.975.166
22,90%
2.053.358
23,30%
2.050.448
23,60%
2.016.505
23,72%
2.161.813
24,17%
Magazzino
2.217.499
25,70%
2.096.893
23,80%
1.945.913
22,40%
1.747.295
20,55%
1.676.688
18,75%
42.342
0,49%
44.161
0,50%
46.953
0,54%
46.200
0,54%
48.602
0,54%
52,35% 4.725.869
52,84%
Liquidità immediate
Ratei e risconti Attivo circolante
4.679.467
54,10% 4.694.275
53,30% 4.639.664
53,40% 4.451.200
Grafico 3: Composizione dell'attivo circolante (2016-2020) 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2016 Liquidità immediate
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
2017 Liquidità differite
2018 Magazzino
La struttura patrimoniale aggregata
2019
2020
Ratei e risconti
33
Per analizzare l’andamento è necessaria una scomposizione nelle tre macro-categorie che lo costituiscono (omettendo per mancanza di significatività, i valori di cui alla voce Ratei e risconti), ovvero: z liquidità immediate; z liquidità differite (ovvero crediti); z rimanenze. Da una prima lettura, risulta che: z le liquidità immediate sono costantemente aumentate nel quinquennio, passando da € 442 mln nel 2016 a € 834 mln nel 2020, con un incremento, in termini percentuali, del 89%; z le liquidità differite (crediti) sono aumentate di € 186 mln, dal 2016 al 2020, con un incremento del 9,41%; z le rimanenze hanno avuto un trend in costante diminuzione, passando da € 2.217 mln nel 2016 a € 1.677 mln nel 2020, con un decremento di €540 mln, pari al 24,35%. Ciò evidenzia che le aziende edili sono riuscite a smobilizzare parte delle proprie rimanenze monetizzandole, con contestuale beneficio sia sulle disponibilità liquide sia sui ricavi. La crisi avvenuta nel periodo 2008-2014 si deduceva anche dai valori delle rimanenze di stato patrimoniale che avevano assunto livelli insostenibili, addirittura superiori al fatturato: ricordiamo che nei bilanci riferiti all’anno 2014 le rimanenze ammontavano a € 2.380 mln, a fronte di un fatturato di € 2.278 mln. Solo a partire dall’esercizio 2015 inizia un trend di ripresa, che è continuato nel quinquennio oggetto di analisi. Infatti, a fronte di un incremento costante del fatturato, che dal 2016 al 2020 è stato di € 1.010 mln, pari al 36%, si è verificato un decremento costante delle rimanenze. Lo smobilizzo delle rimanenze è indicatore di un mercato che, dopo anni di crisi profonda, ha iniziato a riattivarsi. In conclusione: l’attivo circolante nel quinquennio esaminato è aumentato quantitativamente e è migliorato in termini qualitativi: è diminuita l’incidenza delle rimanenze, la cui liquidabilità (ossia l’attitudine a tramutarsi in liquidità), di norma, risulta sottoposta a condizioni incerte, ed è aumentato significativamente il peso sia delle liquidità immediate sia delle liquidità differite (crediti). Ricordiamo che le rimanenze sono la forma di attività a breve più vincolata, dato che il loro smobilizzo può comportare la necessità di effettuare una o più operazioni del ciclo economico-tecnico. Contemporaneamente, trattasi di impieghi per i quali non si è ancora verificata la maturazione di ricavi. Sebbene siano classificate tra le attività a breve, è sempre necessario effettuare una valutazione minuziosa circa il loro livello di obsolescenza e la reale possibilità di disinvestimento in modo rapido e senza perdite. Per quanto concerne l’aumento costante e ricorrente delle liquidità immediate, è opportuno precisare che tale incremento è causato dalla ripresa del mercato e delle vendite. Tuttavia, nell’anno 2020 c’è un ulteriore elemento da tenere in considerazione: la possibilità per le imprese di avvalersi della moratoria del rimborso delle rate dei mutui e dei canoni di leasing disposta dal legislatore nell’ambito del pacchetto di interventi per sostenere le attività durante la pandemia da Covid-19.
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La struttura patrimoniale aggregata
Fonti
Le voci del passivo indicano le politiche di finanziamento adottate dal campione delle imprese analizzate. Come noto, un’impresa può finanziarsi ricorrendo ai mezzi propri (capitale di rischio), ovvero ai mezzi di terzi (capitale di debito). All’interno del capitale di terzi è altresì di grande importanza stabilire la consistenza delle varie forme di finanziamento in base alla scadenza temporale. Si premette che non esiste una definizione ottimale delle politiche di finanziamento, poiché dipendono da una molteplicità di variabili, diverse da settore a settore e determinate dalle diverse fasi di vita dell’impresa. Da un punto di vista teorico, la regola generale è che le scelte di finanziamento debbano essere calibrate in modo da assicurare un fisiologico equilibrio tra mezzi di terzi e mezzi propri, in funzione del grado di rigidità degli investimenti.
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La struttura patrimoniale aggregata
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Indici di solidità patrimoniale
La solidità è la capacità dell’impresa di opporre resistenza a shock esogeni e, conseguentemente, di durare nel tempo in modo autonomo. L’analisi della solidità patrimoniale presuppone di indagare: z la sussistenza di equity (mezzi propri) sufficienti e proporzionati alle fonti di finanziamento provenienti da soggetti terzi (tale obbiettivo viene raggiunto mediante la costruzione del rapporto di indebitamento); z la sussistenza di equilibrio tra investimenti immobilizzati e finanziamenti strutturali: l’equilibrio è inteso come la coerenza tra scadenze temporali degli investimenti rispetto ai finanziamenti. Nella tabella che segue viene indicato il rapporto di indebitamento ovvero il quoziente fra mezzi di terzi/mezzi propri). Tale indice assume una valenza cardine al fine di valutare il corretto bilanciamento tra capitale di debito e di rischio delle imprese oggetto di analisi. Tabella 8: Rapporto di indebitamento (mezzi di terzi/mezzi propri) 2016
2017
2018
2019
2020
4,78
4,17
4,09
4,14
3,38
Nel periodo osservato, risulta chiaramente che le fonti di finanziamento provengono in misura preponderante da terzi. Per analizzare più in dettaglio le politiche di finanziamento, si può costruire l’indice di incidenza dei mezzi di terzi sul totale delle fonti (ovvero il capitale investito), determinato da: mezzi di terzi/capitale investito, i cui risultati sono riepilogati nella seguente tabella. Tabella 9: Indice di incidenza dei mezzi di terzi sul totale delle fonti 2016
2017
2018
2019
2020
82,7%
80,7%
80,4%
80,5%
77,2%
Negli anni dal 2016 al 2019 il rapporto di indebitamento è rimasto costantemente intorno all’80%. Concentrando l’analisi all’anno 2020, risulta che il capitale investito è finanziato utilizzando: z per il 77,2% i mezzi di terzi; z per il 22,8% il capitale proprio.
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La struttura patrimoniale aggregata
Le imprese hanno dunque finanziato una quota maggiore del capitale investito ricorrendo ai mezzi propri rispetto che ai mezzi di terzi. È però da tenere in considerazione che il considerevole incremento dei mezzi propri è in larga parte attribuibile alle rivalutazioni effettuate nei bilanci 2020. I quozienti analizzati, sebbene in miglioramento, evidenziano una situazione di indebitamento costante e strutturale del settore. Appare interessante procedere a una analisi della composizione sia dei mezzi propri sia dei mezzi di terzi.
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La struttura patrimoniale aggregata
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Analisi del patrimonio netto
Allo scopo di fornire ulteriori elementi di valutazione, viene esaminata di seguito la distribuzione delle imprese edili in funzione del capitale sociale impiegato, con suddivisione per anno (dal 2016 al 2020) e per codice ATECO2007. Grazie a tale operazione è possibile notare che le imprese edili appartenenti ai codici F41 e F43 con valori del capitale sociale fino a € 50.000 sono largamente prevalenti rispetto a quelle con capitale sociale compreso tra € 50 e 100 mila, mentre le imprese con più di € 100 mila di capitale sociale rappresentano una quantità largamente minoritaria. Fanno eccezione le imprese appartenenti al codice F42 (presenti in numero molto ridotto nella popolazione osservata), nelle quali è possibile notare un maggiore ricorso al capitale di rischio. Per questa categoria ATECO il 2019 rappresenta una anomalia dovuta alla corposa riduzione del capitale sociale di una sola società di rilevantissime dimensioni. Tabella 10: Imprese edili in funzione del capitale sociale impiegato, con suddivisione per anno (dal 2016 al 2020) e per codice ATECO2007 F41
0-50
51-100
101-oltre
2016
75,98%
17,17%
6,84%
2017
75,55%
17,77%
6,68%
2018
75,55%
18,14%
6,30%
2019
82,81%
11,98%
5,21%
2020
78,31%
14,23%
7,46%
0-50
51-100
101-oltre
2016
51,22%
25,61%
23,17%
2017
53,75%
23,75%
22,50%
2018
51,32%
25,00%
23,68%
2019
77,78%
17,28%
4,94%
2020
54,44%
22,22%
23,33%
0-50
51-100
101-oltre
2016
83,75%
12,50%
3,75%
2017
83,37%
12,98%
3,65%
2018
83,32%
13,22%
3,47%
2019
74,91%
16,76%
8,33%
2020
83,73%
11,91%
4,36%
F42
F43
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La struttura patrimoniale aggregata
L’analisi del patrimonio netto, pur rammentando i limiti della presente aggregazione, può essere utile per meglio capire la sua composizione, la sua incidenza nella determinazione di altri indici e il grado di capitalizzazione del comparto. La Tabella 11 mostra l’aggregato percentualizzato per anno ed evidenzia, come un “di cui” della voce Capitale sociale, anche tutte le riserve che sono state iscritte in funzione di operazioni sul capitale sociale e che, pertanto, acquistano natura di indisponibilità per utilizzi diversi dall’aumento di capitale o dalla copertura di perdite.
Tabella 11: Composizione del patrimonio netto (Valori in migliaia di euro) 2016
%
2017
%
2018
%
2019
%
2020
%
Capitale sociale
586.765
39,22%
624.356
36,62%
561.483
32,89%
495.899
29,96%
488.840
23,96%
di cui: Versamenti soci in c/capitale
266
170
1
1
785
9.673
9.556
10.137
3.198
3.287
24.394
23.164
23.641
22.455
23.844
27
1.437
1.395
1.495
151
di cui: Versamenti in c/futuro aumento di capitale di cui: Versamenti in c/capitale di cui: Versamenti a copertura perdite Riserva da sovrapprezzo
47.559
3,18%
42.413
2,49%
26.929
1,58%
27.928
1,69%
52.349
2,57%
Riserva di rivalutazione
168.346
11,25%
165.495
9,71%
156.825
9,19%
137.299
8,30%
296.301
14,52%
Riserva legale
23.943
1,60%
24.818
1,46%
26.929
1,58%
29.570
1,79%
31.038
1,52%
Riserva statutaria
21.088
1,41%
19.782
1,16%
21.826
1,28%
21.474
1,30%
23.778
1,17%
1.039.911
69,51%
1.162.521
68,18%
1.149.324
67,33%
1.270.507
76,76%
1.451.877
71,17%
22
0%
1.936
0,11%
22
0%
96
0,01%
0%
- 252.237 - 14,79%
- 252.188
-14,77%
- 332.505 - 20,09%
- 307.784 - 15,09%
Altre riserve Copertura parziale perdita di esercizio Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi
- 292.835 - 19,57%
Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio (+/-)
- 6.875
- 0,46%
- 6.872
- 0,40%
- 6.873
- 0,40%
- 6.873
- 0,42%
- 6.873
- 0,34%
- 122.565
- 8,19%
- 142.292
- 8,35%
- 82.531
- 4,83%
- 71.821
- 4,34%
- 72.815
- 3,57%
30.632
2,05%
65.163
3,82%
105.226
6,16%
83.567
5,05%
83.358
4,09%
1.495.992
100%
1.705.084
100%
1.706.971
100%
1.655.141
100%
2.040.073
100%
Riserva azioni proprie Utile/perdita a nuovo Utile/perdita di esercizio TOTALE PATRIMONIO NETTO
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La struttura patrimoniale aggregata
39
Come è possibile notare, il patrimonio netto complessivo a partire dal 2016 segna la presenza di un utile delle imprese, crescente fino al 2018 e in leggera flessione nel 2019, nonché una riduzione complessiva dello stock di perdite pregresse. Il risultato dell’esercizio 2020, nonostante il fermo produttivo imposto dalla crisi pandemica, si attesta allo stesso livello del 2019, anche se diminuisce dell’1% la sua incidenza sul patrimonio netto complessivo. L’aggregato capitale sociale nel quinquennio considerato si riduce progressivamente, passando da € 624,356 mln del 2017 a € 488,840 mln del 2020, pari al 23,96 % dell’aggregato patrimonio netto (nel 2017 rappresentava il 36,62%). Da sottolineare l’incremento del patrimonio netto aggregato, caratterizzato da un aumento consistente delle riserve da rivalutazione nel 2020 dovuto all’applicazione delle leggi di rivalutazione che hanno interessato l’esercizio, in controtendenza rispetto al trend che aveva interessato gli anni precedenti (dal 2016 al 2019). L’incremento del patrimonio netto è dovuto anche alla crescita della voce Altre riserve, la cui partecipazione al patrimonio netto si assesta intorno al 71,7% del totale, in leggera diminuzione rispetto al precedente esercizio a seguito dell’incremento delle riserve da rivalutazione sopra individuato. L’osservazione del patrimonio netto per tipologia di bilancio presentato (O=ordinario, A=abbreviato e/o micro) e per divisione ATECO2007 è riportata nella seguente tabella. Tabella 12: Patrimonio netto suddiviso per codifica ATECO2007 e per tipologia di bilancio (O = ordinario, A = abbreviato e/o micro) Anno 2016
2017
2018
2019
2020
40
Imprese F41
% sul totale
Imprese F42
% sul totale
Imprese F43
% sul totale
TOTALE
% sul totale
O
572.087
91,11%
-60.248
-9,60%
116.064
18,48%
627.903
100%
A
640.573
73,79%
33.776
3,89%
193.740
22,32%
868.089
100%
T
1.212.659
81,06%
-26.471
-1,77%
309.804
20,71%
1.495.992
O
587.511
81,28%
-39.181
-5,42%
174.459
24,14%
722.789
100%
A
735.002
74,83%
35.003
3,56%
212.290
21,61%
982.295
100%
T
1.322.513
77,56%
-4.179
-0,25%
386.750
22,68%
1.705.084
O
621.783
84,11%
-73.533
-9,95%
190.988
25,84%
739.239
100%
A
693.331
71,64%
34.009
3,51%
240.391
24,84%
967.731
100%
T
1.315.114
77,04%
-39.524
-2,32%
431.380
25,27%
1.706.971
O
623.723
98,24%
-201.286
-31,70%
212.443
33,46%
634.880
100%
A
707.263
69,32%
43.158
4,23%
269.840
26,45%
1.020.261
100%
T
1.330.986
80,42%
-158.128
-9,55%
482.283
29,14%
1.655.141
O
645.287
72,45%
-135.647
-15,23%
381.058
42,78%
890.698
100%
A
756.929
65,86%
66.739
5,81%
325.706
28,34%
1.149.375
100%
T
1.402.216
68,73%
-68.908
-3,38%
706.764
34,64%
2.040.073
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La struttura patrimoniale aggregata
Coerentemente con gli anni scorsi, le imprese appartenenti alla codifica F41 (Costruzione di edifici) sono quelle che costituiscono la parte più rilevante del patrimonio netto aggregato in ogni esercizio considerato. Risultano essere anche quelle che presentano un patrimonio netto in crescita costante. La stessa dinamica di crescita è presentata allo stesso modo dalle imprese della divisione F43 (Lavori di costruzione specializzati), che partecipano alla formazione del patrimonio netto aggregato nella misura del 21% nel 2016, per giungere fino al 35% nel 2020. Per le meno numerose imprese appartenenti alla divisione F42 (Ingegneria civile), si registra una drastica riduzione del patrimonio netto, da attribuire principalmente alle imprese di medio-grandi dimensioni. Ad analoghe conclusioni si giunge osservando il risultato di esercizio aggregato e suddiviso per divisione ATECO2007 e tipologia di bilancio presentato (O=ordinario, A=abbreviato e/o micro), come riassunto nella Tabella 13. Tabella 13: Risultato di esercizio aggregato e suddiviso per divisione ATECO2007 e tipologia di bilancio presentato (O = ordinario, A = abbreviato e/o micro) Anno 2016
2017
2018
2019
2020
Imprese F41
% sul totale
Imprese F42
% sul totale
Imprese F43
% sul totale
TOTALE
% sul totale
O
28.175
-524,95%
-47.903
892,53%
14.361
-267,58%
-5.367
100%
A
12.075
33,54%
2.245
6,24%
21.679
60,22%
35.999
100%
T
40.250
131,40%
-45.659
-149,06%
36.041
117,66%
30.632
O
26.391
135,93%
-28.992
-149,33%
22.016
113,40%
19.415
100%
A
15.567
34,03%
2.377
5,20%
27.805
60,78%
45.749
100%
T
41.958
64,39%
-26.615
-40,84%
49.820
76,45%
65.163
O
42.490
103,73%
-33.121
-80,86%
31.593
77,13%
40.961
100%
A
25.632
39,89%
97
0,15%
38.536
59,96%
64.265
100%
T
68.122
64,74%
-33.024
-31,38%
70.128
66,65%
105.226
O
22.900
201,80%
-44.394
-391,21%
32.842
289,41%
11.348
100%
A
24.847
34,41%
4.531
6,27%
42.841
59,32%
72.219
100%
T
47.747
57,14%
-39.863
-47,70%
75.683
90,57%
83.567
O
7.306
278,64%
-80.212
-3059,19%
75.528
2880,55%
2.622
100%
A
29.285
36,27%
5.452
6,75%
45.999
56,97%
80.736
100%
T
36.591
43,90%
-74.760
-89,69%
121.527
145,79%
83.358
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
La struttura patrimoniale aggregata
41
Analisi dell’andamento dei mezzi di terzi
Se nel quadriennio 2016-2019 le imprese avevano intrapreso una lenta ma costante strategia di riduzione dell’indebitamento, nel 2020 il totale dei debiti verso terzi registra un lieve incremento in termini assoluti (+0,83) rispetto all’anno 2019. Tale variazione non deve essere letta negativamente, poiché di modesta entità e ascrivibile e consequenziale sia a un aumento del fatturato e del capitale investito, sia alla moratoria dei mutui e dei canoni di leasing, quale misura di sostegno utile a fronteggiare la pandemia da Covid-19 (a cui, in contropartita, come sopra esplicato, corrisponde un significativo incremento delle liquidità immediate). Analizzando l’intero quinquennio, il totale dei debiti verso terzi è passato da € 7.147 mln nel 2016 a € 6.904 mln nel 2020, con un decremento del 3,4%, a fronte nello stesso arco temporale di: z un incremento delle attività del 3,5% (che ha però beneficiato nel 2020 della norma di rivalutazione); z un incremento dei mezzi propri del 36,67% (che ha altresì beneficiato nel 2020 della norma di rivalutazione); z un incremento del fatturato del 34%. Alla luce dei dati analizzati emerge che le imprese sono state in grado di conseguire un incremento del fatturato e del capitale investito, migliorando la consistenza dell’indebitamento. Con riferimento alle fonti esterne di finanziamento è necessario effettuare un’analisi di dettaglio al fine di verificare l’orizzonte temporale nel quale tali passività sono destinate a tramutarsi in uscite di cassa, al fine di valutare in maniera puntuale la qualità e struttura dell’indebitamento. Nella Tabella 14 si riporta la composizione “per scadenza” delle passività. Tabella 14: Composizione “per scadenza” delle passività (Valori in migliaia di euro) Descrizione
2016
2017
2018
2019
2020
Passività a breve (mezzi terzi)
3.161.713
3.249.875
3.149.542
2.969.493
2.937.060
Passività medio-lungo (mezzi terzi)
3.985.568
3.860.074
3.832.067
3.878.287
3.967.215
Patrimonio netto (mezzi propri)
1.495.992
1.705.084
1.706.971
1.655.141
2.040.073
Totali
8.643.273
8.815.034
8.688.580
8.502.919
8.944.348
2016
2017
2018
2019
2020
Passività a breve (mezzi terzi)
37%
37%
36%
35%
33%
Passività medio-lungo (mezzi terzi)
46%
44%
44%
46%
44%
Patrimonio netto (mezzi propri)
17%
19%
20%
19%
23%
100%
100%
100%
100%
100%
Descrizione
Totali Fonte: Banca dati Aida ed elaborazioni Ance Brescia
42
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
La struttura patrimoniale aggregata
Come accennato nel paragrafo relativo alle fonti, la seconda dimensione della solidità presuppone la verifica dell’esistenza di un bilanciamento tra scadenze temporali, ovvero di coerenza fra scadenze temporali di finanziamenti e investimenti. È quindi necessario indagare la sussistenza di equilibrio tra investimenti immobilizzati e finanziamenti strutturali. Una sana politica aziendale presuppone che l’impresa finanzi gli investimenti durevoli con mezzi propri e/o di terzi a medio lungo periodo. Tale equilibrio viene indagato con i seguenti due indicatori: 1. Grado di copertura dell’attivo fisso netto: Mezzi propri + Passivo a medio/lungo termine Attivo fisso netto La dottrina indica, per la valutazione del risultato, i seguenti valori di riferimento: buono/ottimo > 1 / valore soglia = 1 / critico < 1 2. Margine di struttura: Mezzi propri + Passivo a medio/lungo termine Attivo fisso netto Il margine di struttura, che non è un quoziente ma una operazione fra grandezze in termini assoluti, integra il precedente quoziente fornendo un’informazione sul valore assoluto del divario, necessaria per meglio valutare l’equilibrio tra scadenze. I valori dell’indice, secondo la dottrina aziendale, devono così interpretarsi: buono/ottimo > 0 / valore soglia = 0 / critico < 0 Nella tabella sono riportati entrambi gli indicatori per le imprese oggetto del campione. Tabella 15: Indici di coerenza tra indebitamento e investimenti (Valori in migliaia di euro) Anno
Mezzi propri
Passivo a medio-lungo termine
Attivo fisso netto
Grado di copertura dell’attivo fisso netto
Margine di struttura
2020
2.040.073
3.967.215
4.218.479
1,42
1.788.809
2019
1.655.141
3.878.287
4.051.720
1,37
1.481.708
2018
1.706.971
3.832.067
4.048.916
1,37
1.490.122
2017
1.705.084
3.860.074
4.120.760
1,35
1.444.398
2016
1.495.992
3.985.568
3.963.775
1,38
1.517.785
I risultati sono, per entrambi gli indici, sempre positivi. Si può dunque concludere che esiste un equilibrio tra struttura patrimoniale e finanziaria. In altri termini, le imprese con i mezzi propri e i finanziamenti a medio-lungo periodo finanziano non solo gli investimenti in beni durevoli, ma anche una parte del capitale circolante. Si evidenza, infine, che nel 2020 entrambi gli indici, seppur già positivi negli anni passati, sono ulteriormente migliorati.
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
La struttura patrimoniale aggregata
43
Indici di liquidità
La dimensione della liquidità verte intorno all’equilibrio finanziario e monetario nel breve periodo, al fine di valutare la solvibilità aziendale, ovvero l’attitudine dell’impresa a far fronte tempestivamente ed economicamente (ovvero a costi accettabili) ai propri impegni finanziari. Data tale definizione, l’analisi della liquidità indaga l’equilibrio a breve tra attività e passività. Se le attività rappresentano gli investimenti aziendali destinati a tramutarsi in denaro e, all’opposto, le passività costituiscono i debiti destinati a tramutarsi in uscite di cassa. Un’impresa sana deve sempre possedere un attivo a breve maggiore del passivo a breve; diversamente la società si troverebbe in una situazione di potenziale inadempienza. L’equilibrio viene indagato utilizzando i seguenti due indicatori: 1) Il margine di tesoreria (Li + Ld) – Pc dove: Li: liquidità immediate; Ld: liquidità differite (nell’analisi sono stati considerati i crediti commerciali, i crediti tributari e i ratei e i risconti); Pc: passività correnti. Il margine di tesoreria è una grandezza differenziale desumibile dal bilancio e indica di quanto le liquidità immediate e differite sono superiori rispetto alle passività correnti. Esso vuole segnalare la capacità dell’impresa di far fronte alle uscite future connesse alle passività a breve, con i mezzi liquidi a disposizione e con il realizzo delle attività a breve. Secondo la dottrina, per valori superiore allo 0, l’indice esprime una situazione positiva. 2) Indice di liquidità È possibile costruire due indici di liquidità: l’indice di liquidità primaria detto anche acid test; l’indice di liquidità secondaria o indice di liquidità corrente. Indice di liquidità primaria (acid test): Liquidità immediate + Liquidità differite Debiti a breve termine dove: Li: liquidità immediate; Ld: liquidità differite (nell’analisi sono stati considerati i crediti commerciali, i crediti tributari e i ratei e i risconti); Pc: passività correnti.
44
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
La struttura patrimoniale aggregata
Questo indice consente di valutare l’attitudine dell’azienda a soddisfare gli impegni di breve periodo attraverso risorse già liquide o liquidabili. Secondo la dottrina aziendale: z valore ideale: prossimo a 1; z per valori inferiori a 1, si rende opportuno effettuare un controllo di secondo livello con la costruzione dell’indice di liquidità corrente nel quale le liquidità differite comprendono anche le rimanenze. Dall’analisi dei dati aggregati del quinquennio 2016-2020 emergono le seguenti risultanze: Tabella 16: Indici di liquidità (Valori in migliaia di euro) Anno
Liquidità immediate
Liquidità differite
Passività correnti
Indice di liquidità primaria
Margine di tesoreria
2020
834.211
2.210.416
2.937.060
1,04
107.566
2019
637.701
2.062.706
2.969.493
0,91
-269.086
2018
594.392
2.097.401
3.149.542
0,85
-457.750
2017
497.846
2.097.519
3.249.875
0,80
-654.511
2016
442.302
2.017.508
3.161.713
0,78
-701.903
La liquidità, nel quinquennio esaminato, è migliorata sensibilmente. Nell’anno 2020 le imprese hanno incremento le liquidità immediate e differite, riducendo contestualmente l’indebitamento a breve periodo. Per effetto di queste variazioni, la dimensione della liquidità risulta migliorata rispetto al 2019. Dall’analisi della liquidità relativa all’intero quinquennio, si deduce che le imprese, in questi anni, hanno operato per migliorare costantemente il ciclo finanziario a breve. Si può affermare infatti che, se nell’anno 2016 i rischi di inadempienza presentavano valori elevati, dopo cinque anni la dimensione della liquidità risulta positiva, in quanto esprime una generale capacità delle imprese di far fronte agli impegni di pagamento nel breve periodo. Inoltre, si è già data evidenza che le imprese dispongono di cospicue rimanenze, che potranno concorrere a creare ulteriore liquidità. A completamento dell’analisi della liquidità, si rende opportuno valutare l’indice di liquidità corrente (current ratio) o di secondo livello, ovvero: Liquidità immediate + Liquidità differite + Magazzino Debiti a breve termine Inoltre, si è voluto costruire anche il capitale circolante netto, ovvero: attivo a breve – passivo a breve. Questo indice esprime la capacità dell’impresa di pagare i debiti a breve attingendo alle risorse disponibili dell’attività corrente nel suo complesso. Esistono alcune specifiche che indicano quali sono i valori ottimali. Tuttavia, si tratta di valori standard da utilizzare con cautela, per il fatto che possono attenuare le diversità rilevabili nelle varie aziende proprio perché sono medie di settore.
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La struttura patrimoniale aggregata
45
La dottrina propone questi valori: z > 2: situazione di liquidità ottimale; z tra 1,5 e 1,75: situazione di liquidità soddisfacente; z < 1,25: situazione di liquidità da tenere sotto controllo; z < 1: situazione di crisi di liquidità. Dall’analisi dei dati aggregati del quinquennio 2016-2020 emergono le seguenti risultanze: Tabella 17: Indici di liquidità di secondo livello (Valori in migliaia di euro) Anno
Attività correnti
Passività correnti
Capitale circolante netto
Indice di liquidità 2° livello
2020
4.725.869
2.937.060
1.788.809
1,61
2019
4.451.200
2.969.493
1.481.707
1,50
2018
4.639.664
3.149.542
1.490.122
1,47
2017
4.694.275
3.249.875
1.444.400
1,44
2016
4.679.467
3.161.713
1.517.754
1,48
Notiamo che, nel quinquennio preso in esame, l’indice ha segnato un progressivo miglioramento arrivando a raggiungere nel 2019 una soglia soddisfacente, superata nel corso del 2020. Va da sé che l’indice di liquidità secondaria esprime la solvibilità in senso lato alla gestione caratteristica dell’impresa nel suo complesso e potrebbe non essere rappresentativo, per tutti i casi aziendali, della reale ed effettiva solvibilità della gestione operativa dell’impresa in seno alla attività caratteristica. Anche il capitale circolante netto è sensibilmente migliorato, segnando un +18% dal 2016 al 2020, dovuto all’incremento delle attività a breve e alla contemporanea diminuzione delle passività a breve.
46
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
La struttura patrimoniale aggregata
Analisi per divisione ATECO2007 dei mezzi di terzi
Di seguito, si riporta un’analisi dei mezzi di terzi condotta per dimensione dell’impresa e per categoria: F41 Costruzioni di edifici, F42 Ingegneria civile e F43 Lavori di costruzione specializzati. All’interno di ogni settore le aziende sono state suddivise per tipologia di bilancio presentato (ordinario per quelle di maggiori dimensioni, semplificato per le altre) riportando per ciascun elemento il valore monetario assoluto e l’incidenza percentuale rispetto al totale delle passività a breve dell’intero comparto edile. I risultati ottenuti sono esposti nelle tabelle che seguono. 1) Passività a breve (con scadenza entro 12 mesi) Tabella 18: Mezzi di terzi (Valori in migliaia di euro)
2016
2017
2018
2019
2020
Imprese F41
% sul totale
Imprese F42
% sul totale
Imprese F43
% sul totale
TOTALE
% sul totale
O
902.960
65%
168.533
12%
321.913
23%
1.393.406
100%
S
1.247.644
71%
73.960
4%
446.703
25%
1.768.307
100%
T
2.150.604
68%
242.492
8%
768.617
24%
3.161.713
O
912.904
63%
193.587
13%
344.980
24%
1.451.471
100%
S
1.241.266
69%
83.626
5%
473.513
26%
1.798.405
100%
T
2.154.170
66%
277.213
9%
818.492
25%
3.249.875
O
860.487
61%
216.531
15%
334.672
24%
1.411.690
100%
S
1.168.610
67%
82.459
5%
486.783
28%
1.737.852
100%
T
2.029.097
64%
298.990
10%
821.455
26%
3.149.542
O
747.663
58%
205.804
16%
334.537
26%
1.288.004
100%
S
1.100.760
65%
73.873
4%
506.855
31%
1.681.489
100%
T
1.848.423
62%
279.677
10%
841.392
28%
2.969.493
O
753.585
56%
192.023
14%
402.405
30%
1.348.013
100%
S
1.027.914
65%
76.351
5%
484.782
30%
1.589.047
100%
T
1.781.499
61%
268.374
9%
887.187
30%
2.937.060
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
La struttura patrimoniale aggregata
47
Grafico 4: Passività a breve a seconda della redazione del bilancio ordinario o semplificato 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2016 Ordinario
2017
2018
2019
2020
Semplificato
L’esposizione a breve termine dell’intero comparto edile è costituita in misura preponderante dalle imprese del settore F41, che rappresentano una percentuale che varia dal 68% del 2016 al 61% del 2020. Le imprese di minori dimensioni manifestano un’esposizione a breve più elevata della media: nel 2016 superava il 70% per poi, progressivamente e costantemente, abbassarsi al 65% del 2020. Le imprese del settore F42 (Ingegneria civile), poco numerose e con alcuni soggetti di grandi dimensioni, se rapportate alla dimensione media del settore, hanno un’esposizione a breve alquanto contenuta, assestandosi per tutto il quinquennio intorno a una media fra l’8 % e il 10%. A differenza del settore F41 ed F43, le imprese di minori dimensioni presentano un’esposizione a breve inferiore alla media del settore. Le imprese del settore F43 (Lavori specializzati) partecipano all’esposizione a breve del comparto con una percentuale media che va dal 24% del 2016 al 30% nel 2020. A differenza degli altri settori manifestano un aumento dei debiti a breve modesto ma continuo, con le imprese di minori dimensioni maggiormente esposte rispetto alla media del settore. Ricordiamo che nel 2020 il decreto Cura Italia, che ha introdotto misure per sostenere finanziariamente le imprese colpite dalla pandemia, ha reso possibile sospendere il pagamento delle rate dei prestiti o delle linee di credito in essere fino al 30 settembre 2020. Si è trattato di una moratoria straordinaria ex lege, che si è andata ad aggiungere alla moratoria di categoria di ABI e Confindustria e a quelle offerte dalle singole banche. 2) Passività a lungo (con scadenza maggiore di 12 mesi) Tabella 19: Passività a lungo (con scadenza maggiore di 12 mesi) (Valori in migliaia di euro)
2016
2017
48
Imprese F41
% sul totale
Imprese F42
% sul totale
Imprese F43
% sul totale
TOTALE
% sul totale
O
266.653
10%
2.230.425
86%
106.817
4%
2.603.896
100%
S
1.206.576
88%
33.263
2%
141.834
10%
1.381.672
100%
T
1.473.228
37%
2.263.688
57%
248.651
6%
3.985.568
O
217.237
8%
2.263.815
89%
68.767
3%
2.549.819
100%
S
1.131.549
87%
31.382
2%
147.324
11%
1.310.256
100%
T
1.348.786
35%
2.295.197
59%
216.091
6%
3.860.074
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
La struttura patrimoniale aggregata
Tabella 19: Passività a lungo (con scadenza maggiore di 12 mesi) (Valori in migliaia di euro)
2018
2019
2020
Imprese F41
% sul totale
Imprese F42
% sul totale
Imprese F43
% sul totale
TOTALE
% sul totale
O
188.622
7%
2.350.733
90%
85.475
3%
2.624.830
100%
S
1.022.827
85%
28.704
2%
155.706
13%
1.207.237
100%
T
1.211.449
32%
2.379.437
62%
241.181
6%
3.832.037
O
217.688
8%
2.514.386
89%
82.245
3%
2.814.320
100%
S
862.220
81%
25.138
2%
176.610
17%
1.063.968
100%
T
1.079.908
28%
2.539.524
65%
258.855
7%
3.878.288
O
230.795
8%
2.476.164
88%
96.198
4%
2.803.157
100%
S
879.085
77%
49.927
4%
211.670
19%
1.140.683
100%
T
1.109.880
28%
2.526.091
64%
307.868
8%
3.943.840
Grafico 5: Passività a lungo a seconda della redazione del bilancio ordinario o semplificato 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2016 Ordinario
2017
2018
2019
2020
Semplificato
L’esposizione a medio/lungo termine è rappresentata in misura preponderante dalle aziende del settore F42 (Ingegneria civile), fra le quali hanno un peso significativo quelle che realizzano opere infrastrutturali di durata protratta nel tempo e spesso di valore rilevante. Il trend del settore è stato in costante crescita dal 2016 al 2019, con un incremento percentuale di 8 punti sul totale delle passività a medio lungo termine, mentre nel 2020 ha registrato una leggera flessione. Si noti che le imprese F42 di minori dimensioni (che quindi, in astratto, non realizzano direttamente opere infrastrutturali, ma eseguono attività legate all’indotto di tali opere), viceversa presentano incidenza di debiti a medio termine assai modesta (2% costante dal 2015 al 2019 e 4% nel 2020).
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
La struttura patrimoniale aggregata
49
Risulta poco esposto a medio lungo termine il settore F43 (Costruzioni specializzate), con un’incidenza media costantemente intorno al 6/7%, che nel 2020 si è alzata all’8%. In sintesi, emerge come il settore F42 sia quello che assorbe maggiormente l’indebitamento a lungo, con una percentuale media sul totale che ammonta al 57% nel 2016 e aumenta fino al 64% nel 2020. Tuttavia, al proprio interno vi sono sensibili differenze fra le imprese con bilancio ordinario e quelle con bilancio abbreviato: le prime hanno, sia in termini assoluti sia percentuali, un’esposizione molto superiore alla media del settore, mentre le seconde molto inferiore alla media. Tuttavia, bisogna tenere presente che le imprese con bilancio ordinario sono numericamente pochissime e rappresentano circa il 2% del campione: ciò porta a concludere che il risultato ottenuto non dipende dalla struttura finanziaria delle aziende, ma dalla composizione del campione. In termini assoluti, nel 2020 l’indebitamento a medio/lungo termine è aumentato rispetto al 2019 di € 65 mln; tuttavia, su quest’ultimo dato incide la moratoria dei debiti disposta dai provvedimenti legislativi. Si è voluto ricalcolare anche il grado di copertura dell’attivo fisso netto di primo e di secondo livello, seguendo il medesimo metodo di suddivisione per categorie Istat e per tipologia di bilancio. 1. Grado di copertura dell’attivo fisso netto di primo livello (o indice di struttura primario, o autocopertura del capitale fisso) dato dal rapporto fra mezzi propri/immobilizzazioni Tabella 20: Grado di copertura dell’attivo fisso netto di primo livello (o indice di struttura primario)
2016
2017
2018
2019
2020
50
Imprese F41
Imprese F42
Imprese F43
O
0,49
-0,04
1,08
S
0,80
0,59
1,07
T
0,61
-0,02
1,07
O
0,52
-0,02
1,30
S
0,88
0,55
1,14
T
0,67
-0,002
1,21
O
0,57
-0,04
1,31
S
0,88
0,65
1,26
T
0,7
-0,02
1,28
O
0,59
-0,11
1,43
S
0,89
0,87
1,27
T
0,72
-0,09
1,34
O
0,60
-0,08
2,15
S
0,92
0,79
1,28
T
0,72
-0,04
1,64
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
La struttura patrimoniale aggregata
Emergono sensibili differenze fra le tre classi ATECO2007: il settore F43 (Impiantistica specializzata) presenta un indice superiore all’unità, ovvero i mezzi propri non solo hanno finanziato completamente i beni durevoli ma in parte anche il capitale circolante; il settore F42 (Ingegneria civile) registra livelli molto bassi di incidenza dei mezzi propri sul capitale investito. Da ultimo, il settore F41 (Costruzioni di edifici) ha finanziato solo in parte (dal 61% al 72%) gli investimenti in beni durevoli. Se ne deduce che la tipologia di attività esercitata dalla classe F43 necessita di investimenti assai più contenuti rispetto alle altre due, con conseguente più agevole autocopertura dell’attivo fisso. Viceversa, le aziende con bilancio ordinario del settore F42 presentano un livello di investimenti di gran lunga più elevato rispetto a tutte le altre del settore edile e ciò spiega il basso livello di autocopertura. 2. Grado di copertura dell’attivo fisso netto di secondo livello (o indice di struttura secondario) dato dal rapporto mezzi propri + passività a lungo/immobilizzazioni Tabella 21: Grado di copertura dell’attivo fisso netto di secondo livello (o indice di struttura secondario)
2016
2017
2018
2019
2020
Imprese F41
Imprese F42
Imprese F43
O
0,72
1,32
2,07
S
2,29
1,17
2,92
T
1,36
1,31
2,60
O
0,71
1,26
1,82
S
2,24
1,04
1,93
T
1,36
1,25
1,88
O
0,75
1,27
1,90
S
2,17
1,21
2,07
T
1,34
1,27
2,00
O
0,79
1,29
1,98
S
1,98
1,38
2,11
T
1,30
1,30
2,06
O
0,81
-1,45
2,70
S
1,98
1,39
3,38
T
1,32
1,31
2,35
Quest’ultimo indice è mediamente superiore all’unità per tutte e tre le categorie. Ciò significa che le fonti di finanziamento a medio/lungo termine (passività consolidate e mezzi propri) non solo finanziano integralmente il capitale fisso ma, per l’eccedenza, anche una parte del capitale circolante. La classe F43 presenta una migliore capitalizzazione rispetto agli altri due, spiegabile dal livello di investimenti molto più contenuto rispetto agli altri settori.
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La struttura patrimoniale aggregata
51
La redditività aggregata e l’analisi ABC
54
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
La redditività aggregata
L’analisi della redditività si pone l’obiettivo di apprezzare l’attitudine dell’impresa a generare nel tempo risorse sufficienti a remunerare i fattori produttivi impiegati nella gestione: z investimenti; z capitale di terzi; z capitale proprio. La costruzione degli indici atti allo scopo parte dalla riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio funzionale e del conto economico a valore aggiunto, in quanto tali indici hanno, almeno al numeratore o al denominatore, un valore economico. Per completare il lavoro predisposto nell’elaborato precedente, sono stati analizzati anche i dati aggregati relativi ai bilanci relativi all’esercizio 2020 depositati presso il Registro delle imprese. Come evidenziato dalla tabella seguente, sia il valore della produzione aggregato sia l’ammontare dei ricavi aggregati nel corso del 2020 evidenziano un aumento. Il comparto nel suo complesso evidenzia il trend di leggera crescita dal 2014 in poi. Tabella 22: Valore della produzione aggregato e ammontare dei ricavi (dal 2014 al 2020) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Valore della produzione
2.435.142
2.561.121
2.771.429
3.144.550
3.432.682
3.690.137
3.782.310
Ricavi
2.278.064
2.543.933
2.630.943
3.044.042
3.238.695
3.469.269
3.520.193
Grafico 6: Andamento del Valore della produzione e dei ricavi 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2014
2015
Valore della produzione
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2016
2017
2018
2019
2020
Ricavi
La redditività aggregata e l’analisi ABC
55
Nello specifico, il valore della produzione registrato nel 2020 evidenzia un aumento percentuale del 2,50% rispetto all’esercizio precedente. Si è deciso, per completare il quinquennio di analisi, di considerare in questo studio anche gli esercizi 2014 e 2015. Ciò consente una migliore comprensione dell’andamento dal punto di vista della redditività del comparto. Tabella 23: Valore della produzione in migliaia di euro e percentuale
Valore della produzione
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2.435.142
2.561.121
2.771.429
3.144.550
3.432.682
3.690.137
3.782.310
0
5,17%
8,21%
13,46%
9,16%
7,50%
2,50%
L’incremento indicato risulta sostanzialmente in linea con quanto registrato per i ricavi aggregati, il cui aumento si attesta al 1,47% rispetto all’esercizio precedente. Tabella 24: Ricavi in migliaia di euro e percentuale
Ricavi
56
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2.278.064
2.543.933
2.630.943
3.044.042
3.238.695
3.469.269
3.520.193
11,67%
3,42%
15,70%
6,39%
7,12%
1,47%
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
Andamento del margine operativo lordo
Uno degli indicatori fondamentali da tenere sotto controllo per monitorare lo stato di salute di un’azienda è il margine operativo lordo (MOL o EBITDA). Si tratta di un parametro presente nel conto economico, che indica la redditività legata alla gestione operativa. Il margine operativo lordo fornisce una buona approssimazione del flusso di cassa operativo dell’azienda e consente di fare stime realistiche sulle risorse finanziarie disponibili. È un dato utile in fase di analisi, perché permette di vedere se la gestione operativa dell’impresa sta generando ricchezza o meno. Per calcolare il MOL è necessario escludere dal conto economico: z ammortamenti e svalutazioni; z risultato della gestione finanziaria; z risultato della gestione straordinaria; z imposte di esercizio. Ossia, schematizzando, il MOL si calcolerà nel seguente modo: Ricavi di esercizio + Variazione rimanenze semilavorati e prodotti + Incrementi immobilizzazioni per lavori interni + Contributi in conto esercizio = Valore della produzione - Acquisti - Variazione materie prime - Spese per servizi e godimento beni di terzi = Valore aggiunto - Costi del personale = Margine operativo lordo (MOL o EBITDA) Applicando quanto sopra al campione in esame per ogni esercizio dal 2014 al 2020, otteniamo quanto segue: Tabella 25: Calcolo MOL 2014-2020 (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Ricavi di esercizio
2.278.064
2.543.933
2.630.943
3.044.042
3.238.695
3.469.269
3.520.193
Valore della produzione
2.435.142
2.561.121
2.771.429
3.144.550
3.432.682
3.690.137
3.782.310
Valore aggiunto
676.129
709.322
755.515
866.034
954.428
1.041.359
1.076.442
- Costi del personale
422.533
448.023
486.921
536.921
586.928
649.897
640.049
= Margine operativo lordo (MOL o EBITDA)
253.596
261.298
268.595
329.113
367.501
391.462
436.393
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
57
Il margine operativo lordo evidenzia un incremento del 11,48% nel 2020 rispetto all’esercizio precedente, confermando il trend di crescita, anche se più contenuta rispetto ad alcuni degli esercizi precedenti. Tabella 26: MOL e incremento percentuale rispetto all’esercizio precedente (Valori in migliaia di euro)
Margine operativo lordo
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
253.596
261.298
268.595
329.113
367.501
391.462
436.393
3,04%
2,79%
22,53%
11,66%
6,52%
11,48%
Incremento rispetto esercizio precedente
Anche per quanto attiene ai ricavi di esercizio, l’incremento registrato nel 2020 rispetto all’esercizio precedente è pari al 1,47%. Tabella 27: Ricavi e incremento percentuale rispetto all’esercizio precedente (Valori in migliaia di euro)
Ricavi di esercizio
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2.278.064
2.543.933
2.630.943
3.044.042
3.238.695
3.469.269
3.520.193
11,67%
3,42%
15,70%
6,39%
7,12%
1,47%
Incremento rispetto esercizio precedente
Trend in crescita dal 2014 come evidenziano i due seguenti grafici. Grafico 7: Margine Operativo Lordo (2014-2020) 450.000 400.000 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 0
58
2014
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2015
2016
2017
La redditività aggregata e l’analisi ABC
2018
2019
2020
Grafico 8: Ricavi di esercizio 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
È interessante considerare anche l’andamento di alcune delle componenti negative rientranti nel calcolo del MOL. Anche i costi della produzione evidenziano un aumento del 2,16% nel 2020 rispetto all’esercizio precedente, confermando la crescita del costo della produzione, che spesso uguaglia in termini percentuali anche l’incremento dei ricavi delle vendite. Tabella 28: Costi della produzione e incremento percentuale rispetto all’esercizio (Valori in migliaia di euro)
Costi della produzione
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
1.759.012
1.851.799
2.015.914
2.278.516
2.478.253
2.648.778
2.705.868
5,27%
8,86%
13,03%
8,77%
6,88%
2,16%
Incremento rispetto esercizio precedente
Grafico 9: Costi della produzione 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2014
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2015
2016
2017
La redditività aggregata e l’analisi ABC
2018
2019
2020
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Altrettanto significativo è l’andamento dei costi del personale dall’esercizio 2019 al 2020, con un decremento percentuale pari al 1,52%, evidente segno degli effetti del rallentamento indotto dalla pandemia da Covid-19. Tabella 29: Costi del personale e incremento percentuale rispetto all’esercizio (Valori in migliaia di euro)
Costi del personale
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
422.533
448.023
486.921
536.921
586.928
649.897
640.049
6,03%
8,68%
10,27%
9,31%
10,73%
-1,52%
Incremento rispetto esercizio precedente
Grafico 10: Costi del personale 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Confrontando ricavi di esercizio, costi della produzione e costi del personale, negli esercizi considerati, otteniamo il seguente andamento: Tabella 30: Confronto ricavi, costi della produzione, costi del personale e MOL (Valori in migliaia di euro)
60
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Ricavi di esercizio
2.278.064
2.543.933
2.630.943
3.044.042
3.238.695
3.469.269
3.520.193
Costi della produzione
1.759.012
1.851.799
2.015.914
2.278.516
2.478.253
2.648.778
2.705.868
Costi del personale
422.533
448.023
486.921
536.921
586.928
649.897
640.049
Margine operativo lordo
253.596
261.298
268.595
329.113
367.501
391.462
436.393
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
Graficamente: Grafico 11: Confronto ricavi, costi della produzione, costi del personale e MOL 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2014
2015
Ricavi di esercizio
2016
2017
Costi della produzione
2018
2019
Costi del personale
2020
Margine operativo lordo
È interessante considerare i rapporti MOL sui ricavi delle vendite e sul VdP, in quanto le percentuali evidenziano l’andamento della redditività dell’impresa. Il rapporto MOL/VdP ha avuto un leggero aumento dal 2014 al 2020 passando dal 10,41% al 11,54%. Analogo andamento ha avuto il rapporto MOL/Vendite che, nel periodo considerato, è passato dal 11,13% al 12,40%. Tabella 31: Rapporto MOL/VdP e Mol/Vendite 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
MOL/Valore della produzione
10,41%
10,20%
9,69%
10,47%
10,71%
10,61%
11,54%
MOL/Vendite
11,13%
10,27%
10,21%
10,81%
11,35%
11,28%
12,40%
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61
Andamento del reddito operativo
Andamento crescente anche per quanto concerne il reddito operativo che, nel periodo in esame, è passato da € 126.346 mila del 2014 a euro € 300.623 mila nel 2020, con un incremento del 138% rispetto al valore del 2014 e del 15% rispetto all’esercizio precedente. Tabella 32: Andamento risultato operativo (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
126.346
147.669
113.245
209.884
247.449
260.564
300.623
Incremento rispetto all’esercizio precedente
17%
-23%
85%
18%
5%
15%
Incremento rispetto all’anno base
17%
-10%
66%
96%
106%
138%
Risultato operativo
Grafico 12: Andamento del risultato operativo 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Volendo poi confrontare i dati di cui sopra con l’andamento del valore della produzione, si evince il seguente andamento. Tabella 33: Risultato operativo/VdP
Risultato operativo/VdP
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
5,19%
5,77%
4,09%
6,67%
7,21%
7,06%
7,95%
Il suddetto rapporto evidenzia un andamento in costante crescita, passando dal 5,19% del 2014 al 7,95% del 2020.
62
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Andamento della redditività finanziaria
Risulta interessante analizzare anche l’andamento generale del comparto della gestione finanziaria e l’evoluzione dei valori che hanno assunto le poste che la compongono, ossia proventi e oneri finanziari. In generale, il comparto della gestione finanziaria evidenziava nel 2014 un valore aggregato negativo pari a € -160.852 mila, per arrivare nel 2020 a presentare un saldo aggregato negativo pari a € -163.795 mila, con un incremento assoluto pari all’1,83%. L’esercizio in cui si evidenzia un decremento maggiore di tale importo negativo è il 2016, in cui si registra un calo rispetto ai dati del 2014 dell’84%. Tabella 34: Risultato della gestione finanziaria e andamento rispetto all’esercizio precedente e all’anno base (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
-160.852
-147.187
-25.865
-84.048
-82.745
-106.124
-163.796
Incremento rispetto all’esercizio precedente
-8,50%
-82,43%
224,95%
-1,55%
28,25%
54,34%
Incremento rispetto all’anno base
-8,50%
-83,92%
-47,75%
-48,56%
-34,02%
1,83%
Risultato della gestione finanziaria
Grafico 13: Risultato della gestione finanziaria 0 -20.000 -40.000 -60.000 -80.000 -100.000 -120.000 -140.000 -160.000 -180.000
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
La gestione finanziaria è rappresentata dalla differenza tra proventi e oneri finanziari. Per poter analizzare in modo completo le motivazioni dell’andamento di cui sopra, è necessario sottolineare quanto è successo alle poste coinvolte. I proventi finanziari sono aumentati del 62,04% nel 2020 rispetto al 2014, anche se, dal 2019 al 2020, gli stessi sono diminuiti del 23,41%.
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
63
Tabella 35: Proventi finanziari e andamento rispetto all’esercizio precedente e all’anno base (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
17.686
14.352
116.441
50.738
54.936
37.417
28.658
Incremento rispetto all’esercizio precedente
-18,85%
711,34%
-56,43%
8,27%
-31,89%
-23,41%
Incremento rispetto all’anno base
-18,85%
558,40%
186,89%
210,63%
111,57%
62,04%
Proventi finanziari
Grafico 14: Proventi finanziari 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Nel 2020 gli oneri finanziari, invece, hanno evidenziato un incremento pari al 7,79% rispetto al 2014, anche se hanno registrato un aumento più significativo (del 34,08%) dal 2019 al 2020. Tabella 36: Oneri finanziari e andamento rispetto all’esercizio precedente e all’anno base (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
178.537
161.538
142.306
134.786
137.681
143.541
192.454
Incremento rispetto all’esercizio precedente
-9,52%
-11,91%
-5,28%
2,15%
4,26%
34,08%
Incremento rispetto all’anno base
-9,52%
-20,29%
-24,51%
-22,88%
-19,60%
7,79%
Oneri finanziari
64
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
Grafico 15: Oneri finanziari 200.000 180.000 160.000 140.000 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Analisi relativa al settore con codice ATECO F41 Il comparto delle costruzioni è composto da tre sotto categorie, suddivise a seconda del raggruppamento per codice ATECO2007 considerato. È interessante analizzare quanto evidenziato nei precedenti paragrafi tenendo conto dei dati specifici di ogni singolo sotto settore. Partiamo dal settore F41 (Costruzione di edifici). Abbiamo esaminato l’andamento del margine operativo lordo negli esercizi dal 2014 al 2020, ottenendo la seguente tabella.
Tabella 37: MOL 2014-2020 (settore F41) (Valori in migliaia di euro) Settore F41
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Ricavi di esercizio
1.007.959
1.061.555
1.099.418
1.269.598
1.310.989
1.345.399
1.322.901
Valore della produzione
1.043.481
1.059.487
1.204.549
1.356.256
1.446.480
1.498.776
1.483.858
Valore aggiunto
266.051
288.572
290.233
325.704
341.442
351.039
36.369
- Costi del personale
153.685
158.092
171.200
182.303
191.992
213.535
198.579
112.366
130.481
119.033
143.401
149.451
137.504
- 162.210
Variazione rispetto l’esercizio precedente
16,12%
- 8,77%
20,47%
4,22%
-7,99%
- 217,97%
Variazione rispetto all’anno base
16,12%
5,93%
27,62%
33%
22,37%
- 244,36%
= Margine operativo lordo (MOL o EBITDA)
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2015-2019
La redditività aggregata e l’analisi ABC
65
Il MOL relativo al settore F41 ha evidenziato un incremento da € 112.366 nel 2014 a € 137.790 nel 2020, registrando un incremento pari al 22,63% rispetto all’anno base e un incremento pari allo 0,21% rispetto a quanto registrato nel 2019.
Grafico 16: Margine Operativo Lordo (settore F41) 150.000 100.000 50.000 0 -50.000 -100.000 -150.000 -200.000
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Dal 2019 al 2020 il rapporto MOL/VdP ha registrato un decremento, passando dal 9,17% al -0,93%. Si evidenzia che il 2020 è l’esercizio che presenta il rapporto più basso. Medesimo trend si è registrato per il rapporto MOL/Ricavi delle vendite, anch’esso in diminuzione nel 2020 rispetto al 2019, dove registra il valore minore, ossia -12,26%. Tabella 38: Rapporto MOL/VdP e MOL/Ricavi delle vendite (settore F41) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
MOL / Valore della produzione
10,77%
12,32%
9,88%
10,57%
10,33%
9,17%
-10,93%
MOL / Vendite
11,15%
12,29%
10,83%
11,29%
11,40%
10,22%
-12,26%
Consideriamo ora l’andamento del risultato operativo negli esercizi considerati. Nel 2020 si è registrata una diminuzione dello stesso rispetto a quanto rilevato nel 2019, passando da € 75.699 a € 44.178. Tabella 39: Risultato operativo (settore F41) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
1.019.209
992.428
1.197.410
1.281.128
1.361.432
1.423.077
1.410.539
24.271
67.059
7.140
75.128
85.048
75.699
44.178
Valore della produzione
1.043.481
1.059.487
1.204.549
1.356.256
1.446.480
1.498.776
1.483.858
Risultato operativo/VdP
2,33%
6,33%
0,59%
5,54%
5,88%
5,05%
2,98%
Costi della produzione Risultato operativo
66
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2015-2019
La redditività aggregata e l’analisi ABC
In calo anche il rapporto Risultato operativo/VdP, che passa dal 5,05% registrato nel 2019 al 2,98% del 2020. La gestione finanziaria evidenzia nel 2020 un evidente calo (-567,35%), rispetto a quanto rilevato nel 2019, passando da €1.519 a € -7.099. Nel confronto con l’anno base (2014) si è registrato un peggioramento della stessa del 103,67%, passando da € -41.410 a € -7.099. Tabella 40: Risultato della gestione finanziaria (settore F41) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Proventi finanziari
14.216
13.679
112.767
40.360
46.256
26.979
17.078
Oneri finanziari
55.626
48.590
39.663
34.910
31.516
25.460
24.177
-41.410
-34.910
73.104
5.450
14.740
1.519
-7.099
Variazione rispetto l’esercizio precedente
-15,70%
-309,41%
-92,54%
170,44%
-89,69%
-567,35%
Variazione rispetto all’anno base
-15,70%
-276,54%
-113,16%
-135,59%
-103,67%
-82,86%
Risultato della gestione finanziaria
Grafico 17: Risultato della gestione finanziaria (settore F41) 80.000 60.000 40.000 20.000 0 -20.000 -40.000 -60.000
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Analisi relativa al settore con codice ATECO F42 Dal 2019 al 2020, il settore F42 (Ingegneria civile) ha evidenziato una diminuzione in termini di MOL del 9%, passando da € 98.269 a € 89.429. Rispetto all’anno base si registra un decremento complessivo dello 0,43%. Nel settore F42 il risultato operativo ha registrato nel 2020 un leggero decremento rispetto all’esercizio precedente, passando da € 488.753 a € 486.817.
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
67
Tabella 41: MOL 2014-2020 (settore F42) (Valori in migliaia di euro) Settore F42
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Ricavi di esercizio
288.647
345.235
317.409
397.589
418.016
483.219
464.329
Valore della produzione
366.909
365.750
318.708
393.898
439.583
488.753
486.817
Valore aggiunto
134.643
105.598
111.099
141.763
161.854
193.254
185.424
44.826
44.484
42.827
50.365
58.939
94.985
95.995
89.817
61.114
68.272
91.398
102.915
98.269
89.429
Variazione rispetto l’esercizio precedente
-31,96%
11,71%
33,87%
12,60%
-4,51%
-9%
Variazione rispetto all’anno base
-31,96%
-23,99%
1,76%
14,58%
9,41%
-0,43%
- Costi del personale = Margine operativo lordo (MOL o EBITDA)
Grafico 18: Margine Operativo Lordo (MOL o EBITDA) 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Tabella 42: Risultato operativo (settore F42) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
313.871
349.556
285.547
345.037
385.499
420.369
428.091
53.037
16.194
33.161
48.862
54.084
58.384
58.726
Valore della produzione
366.909
365.750
318.708
393.898
439.583
488.753
486.817
Risultato operativo/VdP
14,46%
4,43%
10,40%
12,40%
12,30%
11,95%
12,06%
Costi della produzione Risultato operativo
Un leggero incremento si registra, al contrario, nel rapporto Reddito operativo/ VoP, che passa dall’11,95% del 2019 al 12,06% del 2020.
68
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2015-2019
La redditività aggregata e l’analisi ABC
Grafico 19: Risultato operativo (settore F42) 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Il risultato della gestione finanziaria permane negativo ed evidenzia un saldo peggiorativo nel 2020 rispetto a quanto registrato nel 2019, passando da € -103.583 a € -153.777.
Tabella 43: Risultato della gestione finanziaria (settore F42) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
1.889
-814
1.619
1.022
684
903
2.762
Oneri finanziari
107.598
98.430
90.272
85.248
92.733
104.486
156.539
Risultato della gestione finanziaria
-105.709
-99.243
-88.653
-84.226
-92.049
-103.583
-153.777
Proventi finanziari
Grafico 20: Risultato della gestione finanziaria (settore F42) 0 -20.000 -40.000 -60.000 -80.000 -100.000 -120.000 -140.000 -160.000
2014
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2015-2019
2015
2016
2017
La redditività aggregata e l’analisi ABC
2018
2019
2020
69
Analisi relativa al settore con codice ATECO F43 Il settore F43 (Lavori di costruzione specializzati) evidenzia nel 2020 un aumento del 34,35% rispetto al 2019, passando da € 155.688 a € 209.174. Rispetto all’anno base, la variazione si cresce del 134,34%. Tabella 44: MOL 2014-2020 (settore F43) (Valori in migliaia di euro) Settore F43
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
981.459
1.137.143
1.214.116
1.376.854
1.509.690
1.640.650
1.732.963
1.024.752
1.135.884
1.248.172
1.394.395
1.546.619
1.702.607
1.811.636
Valore aggiunto
275.436
315.152
354.184
398.567
451.132
497.065
554.649
- Costi del personale
203.811
225.891
254.420
281.817
310.417
341.377
345.475
71.624
89.261
99.764
116.750
140.715
155.688
209.174
Variazione rispetto l’esercizio precedente
24,62%
11,77%
17,03%
20,53%
10,64%
34,35%
Variazione rispetto all’anno base
24,62%
39,29%
63%
96,46%
117,37%
134,34%
Ricavi di esercizio Valore della produzione
= Margine operativo lordo (MOL o EBITDA)
Grafico 21: Margine Operativo Lordo (MOL o EBITDA) 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
In leggero aumento anche i rapporti MOL/VdP e MOL/Vendite, che passano rispettivamente dal 9,14% all’11,55% e dal 9,49% al 12,07%. Tabella 45: Rapporti MOL/VdP e MOL/Vendite 2014-2020 (settore F43)
70
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
MOL / Valore della produzione
6,99%
7,86%
7,99%
8,37%
9,10%
9,14%
11,55%
MOL / Vendite
7,30%
7,85%
8,22%
8,48%
9,32%
9,49%
12,07%
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
Anche il reddito operativo registra un incremento, passando da € 116.482 nel 2019 a € 168.578 nel 2020. Un significativo aumento si riscontra nel rapporto Risultato operativo/VdP, che sale dal 6,84% del 2019 al 9,31% del 2020. Tabella 46: Risultato operativo e rapporto risultato operativo/VdP (settore F43) (Valori in migliaia di euro)
Costi della produzione Risultato operativo Valore della produzione Risultato operativo/VdP
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
975.716
1.071.467
1.175.228
1.308.501
1.438.302
1.586.126
1.643.058
49.037
64.417
72.944
85.894
108.317
116.482
168.578
1.024.752
1.135.884
1.248.172
1.394.395
1.546.619
1.702.607
1.811.636
4,79%
5,67%
5,84%
6,16%
7%
6,84%
9,31%
Grafico 22: Risultato operativo (settore F43) 180.000 160.000 140.000 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Migliora il risultato della gestione finanziaria che passa da € -4.060 nel 2019 a € -2.921 nel 2020. La causa risiede nella diminuzione degli oneri finanziari, che scendono da € 13.595 nel 2019 a € 11.738 nel 2020, nonostante un leggero decremento dei proventi finanziari.
Tabella 47: Risultato della gestione finanziaria (settore F43) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
1.581
1.486
2.055
9.356
7.996
9.535
8.817
Oneri finanziari
15.313
14.519
12.371
14.628
13.432
13.595
11.738
Risultato della gestione finanziaria
-13.732
-13.033
-10.316
-5.272
-5.435
-4.060
-2.921
Proventi finanziari
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
71
Grafico 23: Risultato della gestione finanziaria (settore F43) 0 -2.000 -4.000 -6.000 -8.000 -10.000 -12.000 -14.000
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Confronto generale Si è ritenuto interessante riassumere nelle seguenti tabelle i risultati evidenziati nei paragrafi precedenti. Il comparto delle costruzioni, in termini di composizione in base ai ricavi negli esercizi considerati, ha mantenuto, anche se con qualche scostamento, le medesime percentuali rispetto ai settori che lo compongono. Si evidenzia una diminuzione nei settori F41 e F42 e un leggero incremento nel settore F43.
Tabella 48: Ricavi (settori F41, F42 e F43) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
F41
1.007.959
1.061.555
1.099.418
1.269.598
1.310.989
1.345.399
1.322.901
F42
288.647
345.235
317.409
397.589
418.016
483.219
464.329
F43
981.459
1.137.143
1.214.116
1.376.854
1.509.690
1.640.650
1.732.963
Tabella 49: Ricavi in percentuale (settori F41, F42 e F43) (Valori in migliaia di euro)
72
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
F41
44,25%
41,73%
41,79%
41,71%
40,48%
38,78%
37,58%
F42
12,67%
13,57%
12,06%
13,06%
12,91%
13,93%
13,19%
F43
43,08%
44,70%
46,15%
45,23%
46,61%
47,29%
49,23%
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
Grafico 24: Composizione dei ricavi del settore costruzioni per codice ATECO 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2014
2015
Imprese F 41
2016
Imprese F 42
2017
2018
2019
2020
Imprese F 43
Analogo andamento si evidenzia per quanto concerne la composizione del comparto in termini di valore della produzione dei diversi settori. Si è riscontrata una diminuzione nei settori F41 e F42, accompagnata da un leggero aumento nel settore F43.
Tabella 50: Valore della produzione (settori F41, F42 e F43) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
F41
1.043.481
1.059.487
1.204.549
1.356.256
1.446.480
1.498.776
1.483.858
F42
366.909
365.750
318.708
393.898
439.583
488.753
486.817
F43
1.024.752
1.135.884
1.248.172
1.394.395
1.546.619
1.702.607
1.811.636
Tabella 51: Valore della produzione in percentuale (settori F41, F42 e F43) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
F41
42,85%
41,37%
43,46%
43,13%
42,14%
40,62%
39,23%
F42
15,07%
14,28%
11,50%
12,53%
12,81%
13,24%
12,87%
F43
42,08%
44,35%
45,04%
44,34%
45,06%
46,14%
47,90%
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
73
Grafico 25: Composizione del VdP del settore costruzioni per codice ATECO 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2014 Imprese F 41
74
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2015
2016
Imprese F 42
2017 Imprese F 43
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2018
2019
2020
Andamento del reddito ante imposte e del risultato economico aggregato
L’analisi effettuata ha rilevato un incremento significativo del reddito ante imposte, che registra un aumento, rispetto all’anno base (2014), del 439,25% nel 2020, anche se in diminuzione dell’8,33% se comparato con quanto registrato nel 2019.
Tabella 52: Reddito ante imposte (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
-37.579
-29.945
74.645
115.058
158.517
139.079
127.488
Incremento rispetto all’esercizio precedente
-20,32%
-349,28%
54,14%
37,77%
-12,26%
-8,33%
Incremento rispetto all’anno base
-20,32%
-298,64%
-406,18%
-521,82%
-470,10%
-439,25%
Reddito ante imposte
Grafico 26: Reddito ante imposte 160.000 140.000 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0 -20.000 -40.000
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Anche il risultato economico aggregato si attesta positivo nel 2020, con un incremento del 219,08% rispetto all’anno base (2014), anche se in leggero decremento dello 0,25% se confrontato con quanto registrato nel 2019.
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2015-2019
La redditività aggregata e l’analisi ABC
75
Tabella 53: Risultato economico aggregato (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
-70.000
-62.320
30.632
65.163
105.226
83.567
83.358
Incremento rispetto all’esercizio precedente
-10,97%
-149,15%
112,73%
61,48%
-20,58%
-0,25%
Incremento rispetto all’anno base
-10,97%
-143,76%
-193,09%
-250,32%
-219,38%
-219,08%
Risultato economico aggregato
Analisi relativa al settore F41 Si sono voluti analizzare gli andamenti evidenziati nel precedente paragrafo considerando i singoli settori che compongono il comparto delle costruzioni. Il reddito ante imposte del settore F41 ha evidenziato una diminuzione del 19,44% nel 2020, passando da € 74.587 del 2019 a € 60.087 nel 2020. Rimane comunque positivo il trend rispetto all’anno base (2014), che evidenzia un incremento in percentuale del 496,82%.
Tabella 54: Reddito ante imposte (settore F41) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
-15.142
6.383
69.669
70.479
94.412
74.587
60.087
Incremento rispetto all’esercizio precedente
-142,15%
991,48%
1,16%
33,96%
-21%
-19,44%
Incremento rispetto all’anno base
-142,15%
-560,10%
-565,45%
-723,51%
-592,58%
-496,82%
Reddito ante imposte
Grafico 27: Reddito ante imposte (settore F41) 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0 -20.000
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2014
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2015
2016
2017
La redditività aggregata e l’analisi ABC
2018
2019
2020
Anche il risultato economico del settore considerato evidenzia un decremento del 23,36% nel 2020, rispetto a quanto registrato nel 2019, passando da € 47.747 a € 36.591. Tabella 55: Risultato economico aggregato (settore F41) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
-38.928
-21.797
40.250
41.958
68.122
47.747
36.591
Incremento rispetto all’esercizio precedente
-44,01%
-284,66%
4,24%
62,36%
-29,91%
-23,36%
Incremento rispetto all’anno base
-44,01%
-203,40%
-207,78%
-274,99%
-222,65%
-194%
Risultato economico aggregato
Analisi relativa al settore F42 Un peggioramento del 106,58% viene registrato nel 2020 per il reddito ante imposte del settore F42, che dal 2014 al 2020 mantiene un valore negativo. Tabella 56: Reddito ante imposte (settore F42) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
-55.321
-81.866
-55.537
-35.382
-38.015
-47.024
-97.141
Incremento rispetto all’esercizio precedente
47,98%
-32,16%
-36,29%
7,44%
23,70%
106,58%
Incremento rispetto all’anno base
47,98%
0,39%
-36,04%
-31,28%
-15%
75,60%
Reddito ante imposte
Grafico 28: Reddito ante imposte (settore F42) 0 -20.000 -40.000 -60.000 -80.000 -100.000
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Negativo anche il risultato economico aggregato del settore, che evidenzia nel 2020 un decremento dell’87,54%, rispetto a quanto registrato nel 2019.
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
77
Tabella 57: Risultato economico aggregato (settore F42) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
-46.308
-65.408
-45.659
-26.615
-33.024
-39.863
-74.760
Incremento rispetto all’esercizio precedente
41,25%
-30,19%
-41,71%
24,08%
20,71%
87,54%
Incremento rispetto all’anno base
41,25%
-1,40%
-42,53%
-28,69%
-13,92%
61,44%
Risultato economico aggregato
Analisi relativa al settore F43 Nel 2020 il reddito ante imposte del settore F43 è aumentato del 47,52% rispetto al 2019, passando da € 164.502 nel 2020 a € 111.515 del 2019 e registrando un incremento rispetto all’anno base del 400,23%. Tabella 58: Reddito ante imposte (settore F43) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
32.885
45.538
60.514
79.961
102.120
111.515
164.502
Incremento rispetto all’esercizio precedente
38,48%
32,89%
32,14%
27,71%
9,20%
47,52%
Incremento rispetto all’anno base
38,48%
84,02%
143,15%
210,54%
239,11%
400,23%
Reddito ante imposte
Grafico 29: Reddito ante imposte (settore F43) 180.000 160.000 140.000 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0
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2014
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2015
2016
2017
La redditività aggregata e l’analisi ABC
2018
2019
2020
In crescita del 60,57% anche il risultato economico aggregato del settore F43, che si attesta nel 2020 a € 121.527 contro gli € 75.683 del 2019. Tabella 59: Risultato economico aggregato (settore F43) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
15.237
24.885
36.041
49.820
70.128
75.683
121.527
Incremento rispetto all’esercizio precedente
63,32%
44,83%
38,23%
40,76%
7,92%
60,57%
Incremento rispetto all’anno base
63,32%
136,54%
226,97%
360,25%
396,71%
697,58%
Risultato economico aggregato
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
79
Analisi della redditività tramite gli indici di bilancio: il ROA
Al fine di poter esprimere giudizi più approfonditi sulla redditività del comparto, si è provveduto all’esame dei seguenti rapporti: z il rendimento del capitale investito nell’attività corrente (ROA), articolato nelle sue determinanti tipiche (redditività delle vendite e rotazione del capitale investito); z il rendimento del capitale proprio (ROE). Il ROA misura la redditività delle attività ed è dato dal rapporto tra reddito netto e attività totali (o capitale investito). È altresì definito come Return on Assets. Tale indice è indicativo di quanto le attività totali dell’azienda vengano utilizzate efficientemente. Nel calcolo è sicuramente preferibile adottare un valore delle attività totali dato dalla media dei valori contabili di inizio e fine esercizio. Tale misura è influenzata dai problemi associati alla leva finanziaria e alle aliquote fiscali, a differenza del ROI (ottenuto dal rapporto tra reddito operativo e capitale investito), che consente di superare tali limiti. Il Return on Assets è un valore percentuale. Per comprenderne importanza e significato, esso deve essere messo a confronto con i valori dei tassi d’interesse delle banche nazionali. In tal caso: z ROA > Interesse banche: le attività stanno fruttando z ROA < Interesse banche: l’azienda non genera abbastanza valore Nel periodo in esame tale indice è aumentato, passando dall’1,51% rilevato nel 2014 al 3,36% del 2020. Si è quindi registrato un incremento della redditività delle aziende del comparto nel corso del quinquennio in esame. Tabella 60: ROA (Valori in migliaia di euro)
EBIT Totale attivo ROA
80
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
126.346
147.669
113.245
209.884
247.449
260.564
300.623
8.352.326
8.387.440
8.643.273
8.815.034
8.688.580
8.502.919
8.944.348
1,51%
1,76%
1,31%
2,38%
2,85%
3,06%
3,36%
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
Grafico 30: ROA 3,50% 3,00% 2,50% 2,00% 1,50% 1,00% 0,50% 0,00%
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Andamento ROA per codici ATECO Il ROA relativo al settore F41 si attesta all’1,71% nel 2020, registrando una leggera diminuzione rispetto all’esercizio precedente, passando dall’1,78% all’1,71%. Tabella 61: ROA (settore F41) (Valori in migliaia di euro)
EBIT totale attivo ROA
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
24.271
67.059
7.140
75.128
85.048
75.699
73.319
4.825.509
4.791.293
4.836.492
4.825.470
4.555.661
4.259.317
4.297.134
0,50%
1,40%
0,15%
1,56%
1,87%
1,78%
1,71%
In linea con quanto evidenziato per il settore F41, nell’F42 il ROA nel 2020 è diminuito, passando dal 2,57% del 2019 al 2,14% del 2020. Tabella 62: ROA (settore F42) (Valori in migliaia di euro)
EBIT Totale attivo ROA
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
53.037
16.194
33.161
48.862
54.084
68.384
58.726
2.324.521
2.336.593
2.479.709
2.568.231
2.638.903
2.661.072
2.741.421
2,28%
0,69%
1,34%
1,90%
2,05%
2,57%
2,14%
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
81
Il comparto che evidenzia anche nel 2020, come negli esercizi precedenti, un ROA significativo risulta essere il settore F43, in cui il valore dell’indice, in incremento rispetto al 2019, si attesta nel 2020 all’8,84%. Tabella 63: ROA (settore F43) (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
49.037
64.417
72.944
85.894
108.317
116.482
168.578
1.202.296
1.259.553
1.327.072
1.421.333
1.494.016
1.582.530
1.906.793
4,08%
5,11%
5,50%
6,04%
7,25%
7,36%
8,84%
EBIT Totale attivo ROA
È interessante riepilogare e confrontare i valori di settore con quelli dell’intero comparto.
Tabella 64: ROA (settori F41, F42, F43 e totale) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
F41
0,50%
1,40%
0,15%
1,56%
1,87%
1,78%
1,71%
F42
2,28%
0,69%
1,34%
1,90%
2,05%
2,57%
2,14%
F43
4,08%
5,11%
5,50%
6,04%
7,25%
7,36%
8,84%
ROA TOTALE
1,51%
1,76%
1,31%
2,38%
2,85%
3,06%
3,36%
Grafico 31: ROA - Composizione per settore 9,00% 8,00% 7,00% 6,00% 5,00% 4,00% 3,00% 2,00% 1,00% 0,00%
2014 F 41
82
2015 F 42
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2016 F 43
2017
ROA totale
La redditività aggregata e l’analisi ABC
2018
2019
2020
Analisi della redditività tramite gli indici di bilancio: il ROE
Il ROE è un quoziente che esplicita il rendimento conseguito dall’impiego del capitale, esprimendo la remunerazione che un’azienda è in grado di fornire ai soggetti conferenti capitale di rischio. Si calcola come segue: ROE = Reddito netto dell’esercizio / Mezzi propri Il ROE (Return on equity), ottenuto dal rapporto tra reddito netto d’esercizio e mezzi propri, evidenzia la redditività netta dei mezzi propri, considerando pertanto – a differenza del ROA che si ferma al risultato operativo – la gestione nel suo complesso, dalla operativa alla finanziaria, dalla corrente non operativa alla straordinaria. L’interpretazione del quoziente in parola richiede particolari cautele logiche e metodologiche. Esso, infatti, nel caso di specie risente: a) dell’aggregazione di un numero considerevole di imprese appartenenti al campione, con conseguenti dinamiche compensative; b) della qualità complessiva dei bilanci depositati, in particolare con riferimento all’influsso sempre decisivo delle norme tributarie nel processo di calcolo del reddito ai fini civilistici; c) infine, dell’attendibilità complessiva del dato rappresentato dai mezzi propri, in un settore dove le politiche di capitalizzazione operate per il tramite di finanziamenti infruttiferi dei soci risultano relativamente diffuse. Non va poi trascurato l’effetto complessivo, sul quoziente in commento, delle componenti straordinarie, soprattutto nei casi in cui esse si manifestino soltanto in alcuni degli anni presi a riferimento per la formulazione dell’analisi. Nel corso del quinquennio in esame, il risultato economico aggregato del comparto, come evidenziato nei paragrafi precedenti, ha avuto un incremento del 219,08% rispetto all’anno base di riferimento, ossia il 2014. Relativamente ai mezzi propri definiti come capitale sociale e riserve, più utili, meno perdite, l’analisi svolta sul campione considerato evidenzia una, anche se limitata, compressione del valore, segnando un incremento del 14,98% nel 2020 rispetto ai valori rilevati nel 20141. Tabella 65: Mezzi propri (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
1.774.326
1.764.874
1.495.992
1.705.084
1.706.971
1.655.141
2.040.073
Incremento rispetto all’esercizio precedente
-0,53%
-15,24%
13,98%
0,11%
-3,04%
23,26%
Incremento rispetto all’anno base
-0,53%
-15,69%
-3,90%
-3,80%
-6,72%
14,98%
Mezzi propri
1
Al riguardo si vedano le considerazioni sviluppate nel capitolo che tratta il patrimonio netto.
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
83
Grafico 32: Mezzi propri 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Si evidenzia un decremento significativo nel corso del 2016, dove il valore ha toccato il minimo storico del periodo, evidenziando una perdita in percentuale del 15,24% rispetto all’esercizio precedente e del 15,69% rispetto all’anno base 2014.
Tabella 66: Risultato economico aggregato (Valori in migliaia di euro) 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
-70.000
-62.320
30.632
65.163
105.226
83.567
83.358
Incremento rispetto all’esercizio precedente
-10,97%
-149,15%
112,73%
61,48%
-20,58%
-0,25%
Incremento rispetto all’anno base
-10,97%
-143,76%
-193,09%
-250,32%
-219,38%
-219,08%
Risultato economico aggregato
Grafico 33: Risultato economico aggregato 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0 -20.000 -40.000 -60.000 -80.000
84
2014
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2015
2016
2017
La redditività aggregata e l’analisi ABC
2018
2019
2020
Anche l’andamento del ROE ha quindi subito un andamento altalenante nel corso del quinquennio, partendo da un valore negativo nei primi due esercizi e invertendo la rotta a partire dal 2016. Nel 2020, però, si è evidenziato un leggero decremento dell’indice rispetto al 2019, passando dal 5,05% al 4,09%. Tabella 67: ROE
ROE
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
-3,95%
-3,53%
2,05%
3,82%
6,16%
5,05%
4,09%
Grafico 34: ROE 8,00% 6,00% 4,00% 2,00% 0 -2,00% -4,00%
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Non è significativa l’analisi dell’indice per i settori specifici F41, F42 e F43 per la variabilità e disomogeneità dei dati rilevati, che non garantirebbero una corretta rappresentazione dello stesso.
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La redditività aggregata e l’analisi ABC
85
Il settore delle costruzioni bresciano
Premessa
Dopo lo shock recessivo innescato dall’emergenza sanitaria che ha caratterizzato il 2020, l’economia italiana nel 2021 ha mostrato un deciso recupero. Secondo le stime della Commissione europea, il Pil italiano ha riportato un forte rimbalzo, tra i migliori in Europa, pari a un aumento del 6,5% rispetto al 2020. La crescita italiana è stata trainata dalla domanda interna e, tra i settori produttivi, spicca il rilevante contributo fornito dalle costruzioni, il quale, dopo tanti anni di crisi, è ritornato a svolgere un ruolo trainante per l’economia. Il percorso di crescita intrapreso nel 2021 dal settore delle costruzioni è stato stimolato dalla coesistenza di diversi elementi scaturiti dallo shock pandemico: a partire dalla ripresa degli investimenti pubblici, fino agli incentivi per gli interventi sul patrimonio residenziale (tra cui quelli relativi al Superbonus 110%), che hanno innescato una ripresa veloce e diffusa. In base alle stime dell’Ance, nel 2021 il settore delle costruzioni ha registrato un significativo incremento, pari a un +16,4% in termini reali, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti. Una crescita importante, che il settore non registrava da moltissimi anni e che non costituisce solo un mero rimbalzo statistico a seguito dello shock pandemico. Il confronto con il 2019 - anno pre-pandemico - rimane, infatti, positivo (+9,1%), a conferma che le costruzioni si sono avviate verso una graduale ripresa. Tuttavia, il gap produttivo con l’inizio della crisi settoriale resta ancora elevato (-28,8% di investimenti rispetto al 2007, ovvero una perdita di 60 miliardi annui di investimenti in costruzioni). Nel corso del 2021 sono emerse però delle forti criticità, dovute alle persistenti difficoltà di offerta legate all’indisponibilità di una serie di materie prime e di prodotti intermedi a livello globale; alla crescita vertiginosa dei prezzi di alcune delle principali materie prime utilizzate nelle attività edilizie, quali metalli, materie plastiche derivate dal petrolio, legno, calcestruzzo e bitume. Di fronte a questa situazione, le imprese di costruzioni si sono trovate in difficoltà, dovendo sopportare un aggravio economico nella realizzazione di opere per rispettare gli impegni assunti con contratti già stipulati. Da fine anno, inoltre, è esploso l’aumento dell’inflazione spinta dall’incremento sostenuto dei prezzi, in particolare dei beni energetici. L’anno appena concluso ha visto, oltre all’adozione di misure di rilancio dell’economia quali gli incentivi per gli interventi sul patrimonio residenziale - l’approvazione del Pnrr, la cui attuazione ha enormi potenzialità per una crescita sostenuta nel lungo periodo. Ma lascia in eredità un’incognita molto importante, derivante dagli elevati aumenti dei prezzi delle materie prime connesse a tutte le attività economiche, non solo delle costruzioni, e dal sostenuto aumento dell’inflazione. Elementi che rischiano di limitare l’espansione dell’economia italiana prevista per il 2022.
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In tale contesto, a prosecuzione degli approfondimenti già affrontati nelle edizioni precedenti del presente studio, l’analisi che segue si propone di fornire una prima lettura dell’impatto che la crisi economica generata dall’emergenza sanitaria ha avuto sul sistema imprenditoriale dell’edilizia bresciana nell’ultimo biennio, anche con riferimento al mercato del lavoro. Fornisce, altresì, un quadro sull’evoluzione del settore edile bresciano nell’ultimo decennio, caratterizzato da un forte ridimensionamento, ma protagonista di una significativa trasformazione che riflette i cambiamenti normativi, sociali ed economici avvenuti nello stesso periodo.
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Il rimbalzo delle imprese nel 2021: una prima lettura
Dopo anni di flessioni che hanno portato le imprese edili bresciane dalle 20.148 unità del 2012 al minimo storico di 17.919 toccato nel 2019, la ripresa dell’iniziativa imprenditoriale già iniziata nel 2020, nonostante la crisi pandemica, nel 2021 si intensifica. A fine 2021, infatti, si contano 18.310 imprese delle costruzioni iscritte al Registro Imprese di Brescia, in aumento del 2,1% sul 2020, corrispondenti a 382 realtà imprenditoriali in più in un anno. L’avvio di nuove imprese in provincia è stato particolarmente vigoroso, il rimbalzo è comprovato dal tasso di natalità imprenditoriale che tra il 2020 e il 2021 è passato dal 4,4% al 6,1% Bisogna tornare indietro al 2010 per trovare un tasso più alto (6,8%). Grafico 35: Iscrizioni delle imprese edili nella provincia di Brescia 400
2019
2020
2021
350 300 250 200 150 100
I trimestre
II trimestre
III trimestre
IV trimestre
Grafico 36: Cessazioni delle imprese edili nella provincia di Brescia 450
2019
2020
2021
400 350 300 250 200 150 100 50
I trimestre
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II trimestre
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III trimestre
IV trimestre
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La vitalità imprenditoriale è stata accompagnata da una maggiore tenuta delle imprese esistenti. Le uscite dal sistema produttivo sono, infatti, diminuite sensibilmente, mantenendosi per tutto il corso del 2021 sotto i livelli del 2020 e ampiamente al di sotto dei livelli pre-pandemici. Il tasso di mortalità imprenditoriale a fine 2021 si attesta al 4,5%, il valore più basso dal 2009. L’analisi dei segmenti di attività di cui è composto il settore delle costruzioni, secondo la classificazione ATECO2007, mette in evidenza che la crescita del 2021 per il 66% è dovuta all’avvio di imprese che svolgono l’attività imprenditoriale nell’ambito dei lavori di costruzione specializzati (F43). Rientrano in tale divisione le imprese che, in via prevalente, eseguono attività relative alla demolizione e preparazione del cantiere edile; all’installazione di impianti elettrici, idraulici; al completamento e finitura di edifici e altri lavori attinenti. Particolarmente dinamici in tale ambito sono state le attività che si occupano di lavori di completamento e finitura di edifici cresciute del 5,9% (corrispondenti a 137 imprese in più sul 2020) e delle attività di tinteggiatura e posa in opera di vetri, aumentate del 4,9% (pari a 98 imprese in più sul 2020). Questo risultato consolida la crescita che ha contraddistinto tale comparto negli ultimi quattro anni, probabilmente per effetto dei bonus e delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie già in vigore prima del periodo pandemico. A fine 2021 il comparto dei lavori di costruzione specializzati conta 12.169 imprese - il 2,1% in più sul 2020 e il 2,5% sul 2019 – confermandosi, con una quota del 66,5%, il segmento più numeroso del settore delle costruzioni bresciano. Anche il comparto della costruzione di edifici (F41), che comprende le imprese che svolgono in via prevalente l’attività di costruzione di immobili residenziali e non residenziali, torna a contribuire al dinamismo del settore delle costruzioni, dopo un decennio di costante flessione. Tra il 2020 e il 2021 le imprese che operano in tale comparto sono cresciute del 2,1%, attestandosi a 5.966 attività, che rappresentano il 32,6% delle imprese del settore edile. A incidere sull’espansione del settore ha contribuito anche il comparto dei lavori di ingegneria civile (F42), in cui rientrano le imprese che svolgono in via prevalente opere di costruzione di strade e ferrovie e si occupano di opere di pubblica utilità. Il comparto è cresciuto sul 2020 del 4,8% e del 2,3% sul periodo pre-Covid, attestandosi a 175 realtà imprenditoriali che rappresentano l’1% delle aziende del settore edile. Un apporto significativo agli avvii d’impresa è dato dal dinamismo degli stranieri che hanno contributo per il 60% alla crescita della base imprenditoriale che il settore delle costruzioni ha riportato nel 2021. Nel dettaglio, nell’anno appena concluso, le imprese guidate da stranieri sono cresciute sensibilmente negli ambiti in cui sono più operativi, ovvero nei lavori di completamento e di finitura di edifici, segmento in cui opera il 27% delle imprese edili straniere della provincia, le imprese sono cresciute del 10,7% (corrispondenti a 83 imprese in più sul 2020). Nel comparto della costruzione di edifici, dove operano il 22% delle imprese edili di provenienza straniera, le attività sono cresciute del 9,1% (pari a 57 imprese in più sul 2020) e nelle attività di tinteggiature e posa vetri aumentate dell’11,6% (46 unità in più). Nel complesso le imprese gestite da stranieri sono cresciute del 7,8%, arrivando a fine 2021 a un totale di 3.169 aziende, pari al 17,3% delle imprese edili bresciane. Nell’ultimo anno, le nuove opportunità hanno reso il settore delle costruzioni attrattivo anche per i giovani. Le imprese giovanili attive nelle costruzioni sono cresciute, infatti, del
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4,6%, attestandosi a 1.422 unità, pari al 7,8% dell’intero settore edile bresciano. Le attività in cui i giovani sono stati più dinamici sono state quelle legate ai lavori di completamento e finitura di edifici, ai lavori di tinteggiatura e alla costruzione di edifici; in questi tre segmenti opera circa il 60% delle imprese edili guidate da giovani sotto i 35 anni. Grafico 37: Variazioni percentuali 2021-2020 delle imprese delle costruzioni suddivise per classificazione ATECO2007 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0
2,1
4,8
2,1
F 41 Costruzione di edifici
F 42 Ingegneria civile
F 43 Lavori di costruzione specializzati
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
Grafico 38: Variazione percentuale rispetto al periodo pre-Covid (2021/2019) imprese del settore delle costruzioni per divisioni ATECO2007 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0
1,5
2,3
2,5
F 41 Costruzione di edifici
F 42 Ingegneria civile
F 43 Lavori di costruzione specializzati
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
Il contesto imprenditoriale bresciano e il contributo del settore delle costruzioni nel 2021 Dopo il rallentamento dell’iniziativa imprenditoriale che aveva caratterizzato tutto il 2020 per effetto dell’emergenza sanitaria ed economica dovuta alla diffusione del Covid-19, nel 2021 il sistema produttivo bresciano ha ritrovato l’innata vocazione imprenditoriale. Le
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iscrizioni di nuove imprese sono cresciute del 17,9% rispetto al 2020, recuperando pienamente i livelli pre-pandemici. Parallelamente, le cancellazioni di imprese dall’anagrafe camerale bresciana sono diminuite del 9,7% sul 2020. Il 2021 si chiude con un numero di imprese pari a 118.742, in crescita rispetto al 2020 dell’1,2%, e in pieno recupero rispetto al periodo pre-pandemico. Tuttavia, il quadro resta influenzato dalla crisi economica generata dall’emergenza sanitaria, in corso ormai da due anni. L’evoluzione della campagna vaccinale e il conseguente allentamento delle misure restrittive hanno contribuito a stimolare la natalità d’impresa, ma, allo stesso tempo, l’ampio ventaglio di sostegni e moratorie messo in atto dalle istituzioni per salvaguardare il tessuto imprenditoriale dagli effetti della crisi ha frenato le chiusure delle imprese in difficoltà. La valutazione di queste dinamiche impone prudenza nella lettura dell’evoluzione della struttura imprenditoriale, che potrà essere più chiara nei prossimi mesi.
Grafico 39: Variazione percentuale rispetto al 2020 delle imprese edili bresciane suddivise per settori di attività
1,2
Totale
2,8
Altri servizi
-0,1
Alloggio e ristorazione
-0,3
Commercio
2,1
Costruzioni Industria in senso stretto
-0,8
Agricoltura
-0,8 -1,0
-0,5
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
Grafico 40: Variazione percentuale rispetto al 2019 delle imprese edili bresciane suddivise per settori di attività
1,0
Totale
4,2
Altri servizi Alloggio e ristorazione
-0,7
Commercio
-0,7 2,2
Costruzioni
-1,6
Industria in senso stretto
-2,2
Agricoltura
-3,0
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-2,0
-1,0
Il settore delle costruzioni bresciano
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
In tale contesto il settore delle costruzioni – accanto a quello dei servizi - ha dato un significativo contributo alla ripresa dell’iniziativa imprenditoriale, determinando il 33% della crescita che il sistema produttivo bresciano ha registrato nel 2021. L’effetto traino che caratterizza il settore delle costruzioni ha dato impulso alla nascita di attività strettamente correlate a esso. In provincia, infatti, nel 2021 le attività degli studi di architettura e d’ingegneria sono aumentate del 4,4%, un dato superiore alla crescita del settore dei servizi, ambito nel quale si collocano. Crescono anche le attività di commercio all’ingrosso di materiali edili (+1,7%), a fronte della crescita nulla che il comparto del commercio nel suo complesso ha segnato nel 2021.
La struttura organizzativa: dinamica del 2021 Un dato significativo deriva dall’analisi della struttura organizzativa, che evidenzia un forte contributo alla crescita segnata dalle imprese edili nel 2021 derivante dall’aumento delle forme organizzative più strutturate. Le società di capitale sono, infatti, aumentate del 5,8% rispetto al 2020 (corrispondenti a 287 società di capitali in più rispetto al 2020), per effetto di una maggiore crescita delle stesse nel comparto della costruzione di edifici. Sono il segmento più strutturato del settore delle costruzioni bresciane, dato che il 54% delle imprese in tale ambito è costituito da società di capitale. Sostenuta, in termini percentuali (+4,8%), è stata la crescita delle società di capitali attive nel comparto dei lavori di costruzioni specializzati, sebbene in tale ambito solo il 15,6% delle imprese risulta organizzato sotto forma di società di capitale. A fine 2021 le società di capitali sono 5.259, pari al 28,7% delle imprese del settore edile. Contribuiscono alla crescita dell’anno anche le imprese individuali, che dopo anni di costante flessione tornano a crescere. Le imprese organizzate in ditte individuali sono aumentate dell’1,5% (pari a 160 unità in più rispetto al 2020) a seguito dell’avvio di nuove imGrafico 41: Variazione percentuale rispetto al 2020 delle imprese edili bresciane suddivise per organizzazione giuridica 8,0 6,0
5,8 4,0 2,0 0,0
1,5 -2,6
-2,0 -4,0 -6,0
-5,4 Imprese individuali
Società di persone
Società di capitali
Altre forme
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
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Grafico 42: Variazione percentuale rispetto al 2019 delle imprese edili bresciane suddivise per organizzazione giuridica 15,0 10,0
9,2 5,0
1,1
0,0
-6,5
-5,0
-10,7
-10,0 -15,0
Imprese individuali
Società di persone
Società di capitali
Altre forme
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
prese operanti nel comparto dei lavori di costruzione specializzati, segmento in cui sei imprese su dieci sono imprese individuali. Diminuiscono, di contro, le imprese edili costituite in società di persone e sotto le altre forme.
Le dinamiche del 2021 e i riflessi sulla struttura dimensionale delle imprese L’avvio di nuove realtà imprenditoriali e l’aumento dell’occupazione nelle imprese esistenti hanno avuto riflessi significativi sulla struttura dimensionale: le imprese di grandi dimensioni (50 addetti e più) sono cresciute del 24,5% sul 2020, attestandosi allo 0,5% del totale delle imprese del settore (era lo 0,4% nel 2020); le medie imprese (10-49 addetti) incrementano la loro base dell’11,1% sul 2020, contando il 5,5% delle imprese edili (erano il 5,1% nel 2020). Le imprese di più piccole dimensioni, pur aumentando di numero (+2%) rispetto al 2020, perdono quote di mercato. Le imprese con un solo addetto, che rappresentano la componente prevalente, sono passate dal 61,8% del 2020 al 61,4% del 2021. Le imprese con 2-9 addetti mantengono stabile la loro quota attestandosi al 32,6% del totale. Grafico 43: Imprese delle costruzioni bresciane per classi di addetti nel 2021
0,5%
32,6%
50 e più
2-9 addetti
61,4%
5,5%
1 addetto
10-49 addetti
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
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Struttura produttiva del settore edile bresciano: evoluzione 2012-2021
Gli effetti degli incentivi per agevolare gli interventi sul patrimonio residenziale (tra cui quelli relativi al Superbonus 110% approvato a luglio 2020), adottati per contrastare la crisi economica generata dalla pandemia, hanno stimolato l’iniziativa imprenditoriale portando un rimbalzo degli avvii d’impresa che ha permesso di chiudere il 2021 con un numero di imprese edili attive in provincia pari a 18.310 unità, in sensibile recupero rispetto al periodo pre-pandemico, ma ancora lontano dai livelli del 2012. Il settore delle costruzioni bresciano nell’ultimo decennio ha subito un forte ridimensionamento, ma ha intrapreso, al contempo, una significativa trasformazione che riflette i cambiamenti normativi, sociali ed economici avvenuti nello stesso periodo. Grafico 44: Andamento delle imprese del settore delle costruzioni a Brescia (2012-2021) 30.000 25.000
20.148
20.000
19.664
19.221
18.865
18.508
18.336
18.016
17.919
17.928
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
18.310
15.000 10.000 5.000 0
2012
2021
L’attuale struttura del settore, con riferimento all’attività prevalente svolta dalle imprese di costruzioni bresciane sulla base dei codici ATECO2007 (sezione F, dal 41 al 43), è il risultato dei cambiamenti intervenuti nel decennio scorso, caratterizzato dalla profonda crisi economica che ha avuto impatti eterogenei sui comparti di attività. Seppur in un contesto di cali generalizzati, il comparto dei lavori di costruzione specializzati (F43) è il segmento che meno ha risentito degli effetti delle precedenti crisi economiche. Nell’ultimo quinquennio è cresciuto beneficiando degli incentivi fiscali legati alla riqualificazione del patrimonio abitativo esistente, adottati per dare una spinta al settore delle costruzioni. Ne deriva che le imprese che operano nei lavori di costruzione specializzati, che è il comparto più numeroso del settore delle costruzioni in provincia, hanno acquisito incidenza passando da una quota del 63,5% del 2012 al 66,5% del 2021. Per il comparto delle attività di costruzione di edifici (F41), la crisi è stata molto intensa: tra il 2012 e il 2020 sono uscite fuori dal sistema produttivo più di 1.330 imprese. Ne con-
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segue che le imprese attive nei lavori di costruzione di edifici hanno perso quote di mercato: nel 2021 la loro incidenza sul totale è pari al 32,6% contro il 35,7% del 2012. Per il segmento dei lavori di ingegneria civile il peso sul totale si è mantenuto sostanzialmente stabile. Grafico 45: Confronto anni 2012 e 2021 della composizione delle imprese delle costruzioni bresciane suddivise per comparto di attività
2012
2021
35,7%
32,5%
F 41 Costruzione di edifici
F 41 Costruzione di edifici
0,8%
1,0%
F 42 Ingegneria civile
F 42 Ingegneria civile
63,5%
66,5%
F 43 Lavori di costruzione specializzati
F 43 Lavori di costruzione specializzati
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
Tra le trasformazioni che hanno interessato il settore delle costruzioni nell’ultimo decennio merita particolare attenzione l’osservazione dell’aspetto organizzativo delle imprese attraverso la forma giuridica scelta. Nel periodo analizzato si è assistito alla diffusione di forme organizzative più strutturate che si sono sostituite alle forme più semplici. Si tratta di un fenomeno che, pur scontando gli effetti dei cambiamenti normativi (con l’introduzione nel nostro ordinamento di forme semplificate di società di capitale), è da considerarsi indicativo di un’evoluzione del sistema verso forme più sofisticate d’impresa. Tra il 2012 e il 2021 l’espansione delle società di capitali (+21,2%) ha aumento il peso delle stesse all’interno della struttura organizzativa: nel 2012 incidevano per il 21,5%, per aumentare al 28,7% nel 2021. Nel dettaglio, a fine 2021, il 74% delle società di capitali rimane composto dalle società a responsabilità limitata ordinarie, cresciute nel periodo osservato del 18,4%; le società a responsabilità limitata semplificata raggruppano il 12,9% e con socio unico il 12%. Le società per azioni rappresentano una minoranza (0,9%) e, nello spesso periodo, hanno segnato un costante arretramento (in valore assoluto, nel 2012 le spa erano 84, nel 2021 sono scese a 45).
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La ditta individuale si mantiene la forma più scelta per fare impresa nel settore delle costruzioni, ma nell’ultimo decennio è diminuita progressivamente. A fine 2021 si contano 10.765 ditte individuali, più di 1.900 unità in meno in confronto al 2012. Lo stesso periodo è stato caratterizzato dalla costante riduzione delle società di persone. Sono poco più di 2.100 le società di persone a fine 2021, 770 in meno rispetto al 2012. Grafico 46: Confronto anni 2012 e 2021 della composizione delle imprese delle costruzioni bresciane suddivise per organizzazione giuridica
2012
2021
63,0%
14,4%
58,8%
11,6%
Imprese individuali
Società di persone
Imprese individuali
Società di persone
21,5%
1,1%
28,7%
0,9%
Società di capitale
Altre forme
Società di capitale
Altre forme
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
Anche l’attuale struttura dimensionale del settore edile è il risultato di profondi cambiamenti intervenuti negli anni di grave crisi che ha caratterizzato il settore nel decennio scorso, colpendo in modo asimmetrico piccole, medie e grandi imprese. La diminuzione delle stesse, intervenuta tra il 2012 e il 2021, è stata più intensa per le realtà imprenditoriali con un numero di addetti compreso tra i 2 e i 9 (-25,1%) e per le imprese con un solo addetto (-15,7%). All’opposto, nello stesso periodo, le imprese edili con oltre 50 addetti sono cresciute (+15,8%). Queste dinamiche hanno modificato la configurazione dell’offerta produttiva, accentuando la frammentazione del tessuto imprenditoriale delle costruzioni. Le realtà più piccole (2-9 addetti) hanno perso d’incidenza, passando dal 35,6% del 2012 al 32,6% del 2021. Mentre le realtà con un addetto hanno acquisito una maggior quota di mercato, crescendo dal 59,5% al 61,4% del 2021. Di contro le medie (10-49 addetti) e grandi imprese (50 addetti e più) hanno aumentato il loro peso percentuale rispettivamente da 4,6% a 5,5% e da 0,4% a 0,5%.
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Grafico 47: Confronto anni 2012 e 2021 della composizione delle imprese delle costruzioni bresciane suddivise per classi di addetti
2012
2021
59,5%
4,6%
61,4%
5,5%
1 addetto
10-49 addetti
1 addetto
10-49 addetti
35,6%
0,4%
32,6%
0,5%
2-9 addetti
50 e più
2-9 addetti
50 e più
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Registro Imprese di Brescia-Infocamere
Tra i fattori rappresentativi dell’evoluzione del settore delle costruzioni meritano attenzione aspetti quali la partecipazione dei giovani e la presenza straniera nel sistema delle imprese edili bresciane. Nel 2021 le imprese gestite da giovani (sotto i 35 anni) sono tornate a crescere (+4,6% sul 2020). È un dato significativo che palesa il rinnovato interesse dei giovani verso il settore edile, comparto che ha visto in dieci anni diminuire di oltre il 50% il numero di imprese gestite da under 35, passate da circa 3 mila a fine 2012 a 1.422 nel 2021. Con la conseguenza che l’età media del settore si è alzata: nel 2012 quasi 17 imprese su 100 operanti nelle costruzioni era gestito da under 35, nel 2021 la quota si è dimezzata (7,8%). Il settore delle costruzioni bresciano rappresenta un’opportunità imprenditoriale per gli stranieri presenti sul territorio. Nel periodo osservato, le imprese gestite da stranieri sono diventate una parte strutturalmente significativa del settore stesso. Le imprese gestite da stranieri sono, a fine 2021, 3.169, pari al 17,3% delle imprese edili bresciane, nel 2012 erano 2.917 e raggruppavano il 14,7% del totale.
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I primi impatti della pandemia sull’occupazione del settore edile bresciano
Il rimbalzo delle attività d’impresa e il miglioramento dell’attività economica si sono riflessi positivamente sull’occupazione del settore. Secondo i dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio, le imprese bresciane attive nelle costruzioni a fine 2021 occupano complessivamente 42.641 addetti, un numero significativamente superiore al 2020 (+10,1%) quando il numero degli addetti si attestava a 38.744 unità. Si tratta di un risultato che riduce il gap con i livelli occupazionali di dieci anni fa. Tra il 2012 e il 2020 il settore delle costruzioni ha perso oltre 6.400 addetti.
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I dati della Cassa edile
La performance positiva dell’occupazione nel settore registrata nel 2021 è confermata anche dalla Cassa Edile di Brescia. I dati Cape riferiti agli operai evidenziano, infatti, come il 2021 sia stato caratterizzato da un sensibile rimbalzo occupazionale. Nel complesso, le ore lavorate nel 2021 sono state 19,23 milioni, in aumento del 28,5% sul 2020, mentre il numero degli operai iscritti è cresciuto del 21,3% rispetto allo stesso periodo. Tale risultato in parte risente, ovviamente, anche del confronto con i valori anomali del 2020; tuttavia, a conferma di una ripresa del settore, l’andamento rimane positivo anche rispetto allo stesso periodo pre-pandemico. Il dato più significativo che emerge dall’analisi della serie storica osservata è che il numero delle ore lavorate nel 2021 risulta essere il valore più alto dal 2012. Grafico 48: Ore lavorate dagli operai iscritti alla Cape di Brescia 21,0
19,23 17,30
18,0
14,85
15,0
13,36
13,42
13,95
14,30
2014
2015
2016
2017
16,11
15,12
14,96
12,0 9,0 6,0 3,0 0
2012
2013
2018
2019
2020
2021
Grafico 49: Variazione percentuale annua ore lavorate e operai iscritti alla Cape di Brescia 28,5
30,0 25,0
21,3
20,0 15,0 10,1
10,0
7,2 4,0
5,0 0,4
0,0
7,1
5,8
7,2
6,5
2,5 -0,2
-0,5
-5,0 -7,1
-10,0 -15,0 -20,0
-9,3 -10,0
-11,6 -14,2
2013
Operai iscritti 2014
2015
2016
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Cape di Brescia
102
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Il settore delle costruzioni bresciano
2017
2018
2019
Ore lavorate 2020
2021
Gli ammortizzatori sociali
Ulteriori conferme in merito al miglioramento dell’occupazione arrivano dai dati relativi al ricorso alla Cassa integrazione guadagni. Nel complesso, nel 2021 il numero di ore autorizzate ammonta a 1,17 mln, in maggioranza di Cig ordinaria e in sostanziale riassorbimento dopo l’aumento esponenziale del 2020 dovuto all’allargamento dei criteri di accesso necessari per salvaguardare l’occupazione. Grafico 50: Ore Cig autorizzate al settore delle costruzioni della provincia di Brescia (periodo 2012-2021) 8.000.000 7.000.000 6.000.000 5.000.000 4.000.000 3.000.000 2.000.000 1.000.000 0
2012
2013
Ordinaria
2014
2015
Straordinaria
2016
2017
2018
2019
2020
2021
Deroga
Fonte: elaborazioni Ance Brescia su dati Inps
La domanda di lavoro e le difficoltà di reperimento In linea con il clima di ripresa economica che ha caratterizzato il 2021 è aumentata la domanda di lavoro da parte delle imprese. Il 65,6% delle imprese bresciane delle costruzioni ha programmato nel 2021 di assumere oltre 11 mila lavoratori, valore che supera il fabbisogno pre-pandemia, dopo la significativa flessione nel 2020. Tuttavia, la rapidità della ripresa occupazionale ha procurato un consistente aumento delle difficoltà nel reperire manodopera specializzata. Il fenomeno ha riguardato tutti i settori economici della provincia, ma nel settore delle costruzioni è stato particolarmente intenso anche per effetto della perdita di forza lavoro che ha interessato il comparto nel decennio precedente. Rispetto al 2019, il mismatch tra domanda e offerta nelle costruzioni è aumentato di quasi 17 punti percentuali, a fronte dell’aumento di 4 punti percentuali che ha riguardato l’insieme dei settori economici. In base ai dati dell’indagine Excelsior condotta
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Il settore delle costruzioni bresciano
103
da Unioncamere, nelle costruzioni, nel 2021, quasi il 45% dei profili richiesti è risultato difficile da reperire, mentre prima della pandemia, nel 2019, era il 28%. Per alcune figure professionali, inoltre, la difficoltà di reperimento è stata molto più elevata della media, come gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (52,8%).
Tabella 68: Entrate programmate dalle imprese edili bresciane e quote percentuali delle imprese che assumono nel periodo 2019-2021 entrate programmate
imprese che assumono
di difficile reperimento
2021
11.120
65,6%
44,6%
2020
8.440
54,2%
39%
2019
9.540
63,3%
27,9%
Fonte: Elaborazioni Ance Brescia su dati Excelsior-Unioncamere
104
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Il settore delle costruzioni bresciano
Sintesi
Dalle prime evidenze emerge che il settore dell’edilizia proviene da un periodo storico di forte contrazione, ma nell’ultimo biennio si è manifestata un’inversione di tendenza sotto l’effetto dei vari incentivi fiscali. Le misure adottate per contrastare la crisi economica generata dalla pandemia hanno stimolato l’iniziativa imprenditoriale portando un rimbalzo degli avvii d’impresa che ha permesso di chiudere il 2021 con un numero di imprese edili attive in provincia pari a 18.310 unità, in sensibile recupero rispetto al periodo pre-pandemico. L’avvio di nuove imprese è stato particolarmente significativo nei comparti di attività che compongono il settore. Particolarmente dinamica è stata la categoria dei lavori di costruzione specializzati, che ha contribuito per il 66% alla crescita segnata nel 2021, confermandosi con una quota del 66,5% il segmento più numeroso del settore del costruito bresciano. Anche il comparto della costruzione di edifici torna a contribuire al dinamismo del settore delle costruzioni, dopo un decennio di costante flessione. Tra il 2020 e il 2021 le imprese che operano in tale ambito sono cresciute del 2,1%, - e dell’1,5% rispetto al 2019 - attestandosi a 5.966 attività, che rappresentano il 32,6% delle imprese edili. A incidere sull’espansione del settore ha contribuito anche il comparto dei lavori di ingegneria civile, cresciuto sul 2020 del 4,8% e del 2,3% sul periodo pre-Covid, attestandosi a 175 realtà imprenditoriali, che rappresentano l’1% delle aziende del settore edile. Un contribuito significativo agli avvii d’impresa è dato dal dinamismo degli stranieri che hanno contributo per il 60% alla crescita della base imprenditoriale che il settore delle costruzioni ha riportato nel 2021. Nell’ultimo anno, le nuove opportunità hanno reso il settore delle costruzioni attrattivo anche per i giovani. Le imprese giovanili attive nelle costruzioni sono cresciute, infatti, del 4,6%, attestandosi a 1.422 unità, pari al 7,8% dell’intero settore edile bresciano. La struttura organizzativa riferisce che un forte contributo alla crescita segnata dalle imprese edili nel 2021 deriva dall’aumento delle forme organizzative più strutturate. Le società di capitali sono incrementate, infatti, del 5,8% rispetto al 2020 e del 9,2% rispetto al periodo pre-pandemico. Nel contesto imprenditoriale bresciano il settore delle costruzioni ha dato un significativo contributo alla ripresa dell’iniziativa imprenditoriale determinando il 33% della crescita che il sistema produttivo bresciano ha registrato nel 2021. Il rimbalzo delle attività d’impresa e il miglioramento dell’attività economica si è riflesso positivamente sull’occupazione del settore. Secondo i dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio, le imprese bresciane attive nelle costruzioni a fine 2021 occupano complessivamente 42.641 addetti, un numero significativamente superiore al 2020 (+10,1%), quando il numero degli addetti si attestava a 38.744 unità.
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105
La performance positiva dell’occupazione nel settore registrata nel 2021 è confermata anche dalla Cassa Edile di Brescia. I dati Cape riferiti agli operai evidenziano, infatti, come il 2021 sia stato caratterizzato da un sensibile rimbalzo occupazionale. Tuttavia, la rapidità della ripresa occupazionale ha procurato un consistente aumento delle difficoltà nel reperire manodopera specializzata. Il fenomeno ha riguardato tutti i settori economici della provincia, ma nel settore delle costruzioni è stato particolarmente intenso anche per effetto della perdita di forza lavoro registrata nel decennio precedente. Rispetto al 2019, il mismatch tra domanda e offerta nelle costruzioni è aumentato di quasi 17 punti percentuali a fronte dell’aumento di 4 punti percentuali che ha riguardato l’insieme dei settori economici. Le tendenze dell’ultimo decennio riferiscono di un settore caratterizzato da un forte ridimensionamento, ma protagonista di una significativa trasformazione che riflette i cambiamenti normativi, sociali ed economici avvenuti nello stesso periodo. L’attuale struttura del settore, con riferimento all’attività prevalente svolta dalle imprese di costruzioni bresciane sulla base dei codici ATECO2007 (sezione F, dal 41 al 43), è il risultato dei cambiamenti intervenuti nel decennio scorso, contrassegnato dalla profonda crisi economica che ha avuto impatti eterogenei sui comparti di attività. Il comparto dei lavori di costruzione specializzati (F43) è il comparto che meno ha acquisito nel decennio osservato più importanza, la sua incidenza è passata dal 63,5% del 2012 al 66,5% del 2021. Il comparto delle attività di costruzione di edifici (F41) ha subito più intensamente gli effetti delle crisi del periodo, con la conseguenza che le imprese attive nella categoria F41 hanno perso quote di mercato: nel 2021 la loro incidenza sul totale è pari a 32,6% contro il 35,7% del 2012. Per il segmento dei lavori di ingegneria civile il peso sul totale si è mantenuto sostanzialmente stabile. Tra le trasformazioni che interessano il settore, merita particolare attenzione l’aspetto organizzativo delle imprese attraverso la forma giuridica scelta. Tra il 2012 e il 2021 il settore ha conosciuto un aumento significativo delle società di capitali (+21,2%). Ne deriva che nel 2012 poco più di due imprese su 10 erano organizzate sotto forma di società di capitale, per passare a quasi tre su dieci a fine periodo. La ditta individuale resta la forma più diffusa nel settore delle costruzioni, ma nell’ultimo decennio è diminuita progressivamente. Tra i fattori rappresentativi dell’evoluzione del settore delle costruzioni si sottolineano la partecipazione dei giovani e la presenza straniera nel sistema delle imprese edili bresciane. In provincia, il settore ha visto in dieci anni diminuire di oltre il 50% il numero di imprese gestite da under 35, con la conseguenza che nel 2012 quasi 17 imprese su 100 operanti nelle costruzioni era gestito da under 35, nel 2021 la quota si è dimezzata (7,8%). Il settore edile bresciano rappresenta un’opportunità imprenditoriale per gli stranieri presenti sul territorio. Nel periodo osservato le imprese gestite da stranieri sono diventate una parte strutturalmente significativa del settore stesso. Le imprese gestite da stranieri sono, a fine 2021, 3.169, pari al 17,3% delle imprese edili bresciane. Nel 2012 erano 2.917 e raggruppavano il 14,7% del totale.
106
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Il settore delle costruzioni bresciano
Conclusioni
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Nonostante la pandemia da Covid-19, il settore delle costruzioni, seppur risentendo del rallentamento economico globale, nella provincia di Brescia, come appurato nei capitoli precedenti, ha sostanzialmente mantenuto la sua peculiare connotazione quale uno dei settori primari nell’economia bresciana. Segnali di netta ripresa, non solo dal comparto bresciano, si hanno a livello nazionale nel corso del primo trimestre 2021, periodo che segna i primi passi della lenta ripresa dell’economia nazionale. Secondo il rapporto annuale dell’Istat, pubblicato a luglio 2021, in quasi tutti i settori, ad eccezione dei comparti abbigliamento, alimentari e farmaceutica, nei primi tre mesi del 2021 si è registrato un incremento della fatturazione, rispetto a quanto rilevato nel corso del primo trimestre dell’esercizio precedente, con una evidente inversione di tendenza e proporzionalità delle vendite sul territorio italiano rispetto all’export. La scelta, nel corso dell’analisi svolta, di mantenere il confronto dei dati sin dall’esercizio 2016 è stata consapevolmente effettuata per sottolineare la netta demarcazione tra il periodo pre-Covid e quella che si è manifestata quale profonda fase di cambiamento per il comparto, comparando i dati “prima della crisi” con quanto evidenziato durante e a seguito della pandemia da Covid-19. Analisi condotte a livello nazionale mostrano come la crisi, avvenuta tra il 2008 e il 2016, abbia causato la scomparsa sul mercato di oltre 120 mila imprese di costruzioni, con perdite maggiori in aziende più grandi e strutturate (cessazioni stimate al 40%) e con un conseguente impoverimento del settore edilizio. In generale le aziende edili con meno di 50 dipendenti hanno subito un calo medio del 30%. L’innovazione nei processi produttivi e nei prodotti, unitamente alle tecnologie digitali che costituiscono gli elementi fondamentali per un adeguamento ai cambiamenti di un mercato sempre più globale, ha consentito un’inversione di rotta a partire dal 2016, toccando nel 2018 un valore complessivo degli investimenti in costruzioni nell’intero territorio nazionale maggiore di 139 miliardi di euro. Prima della pandemia si stimava, soprattutto grazie al mercato dell’edilizia residenziale e delle opere pubbliche, una previsione di crescita pari a 2,5 miliardi nel 2020, con un incremento in percentuale dell’1,8% e pari a 2,4 miliardi nel 2021, con un ulteriore aumento percentuale dell’1,7%. Nonostante lo stop “forzato” a causa della pandemia, già nel corso del 2021, grazie alla spinta fiscale all’innovazione e alla crescita promossa dal Governo, gli interventi in costruzioni sono cresciuti del 16,4% e la produzione del 24,1%. Dati recenti pubblicati dall’Enea hanno stimato che, al 31 marzo 2022, gli interventi legati a misure come il Superbonus 110% abbiano raggiunto il valore complessivo di oltre 33,7 miliardi di euro, con una percentuale di effettiva completa realizzazione dell’intervento pari al 70%.
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Conclusuioni
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Gli interventi in edilizia residenziale e non nel corso del 2021 sono aumentati di circa il 10%; medesimo andamento per gli investimenti nelle opere pubbliche, che evidenziano un aumento rispetto all’esercizio precedente del 15%. Trend che, secondo i dati forniti da Federcostruzioni, si manterrebbe anche nel corso del 2022. Uno spunto di riflessione, in questo scenario decisamente roseo, viene lanciato dalla Saie, soprattutto portando a sensibilizzare il settore, in fase di forte rilancio grazie alle opportunità concesse dal Pnrr e dagli incentivi fiscali, su temi rilevanti come inflazione, difficoltà di approvvigionamento e conflitto russo-ucraino, che inevitabilmente rappresentano dei fattori di rischio anche per il comparto edile. Evidentemente, anche solo l’aumento del costo delle materie prime, il caro energia e una generale spinta inflazionistica potrebbero creare un nuovo arresto nella crescita del settore, impattando negativamente sulle positive ricadute che esso crea, considerando che, secondo Federcostruzioni “per ogni miliardo di euro investito nelle costruzioni, vengono generati effetti diretti e indiretti per 2,3 miliardi di euro (che arrivano a 3,5 miliardi tenendo conto anche dell’effetto di lungo periodo) e un incremento di oltre 15.500 posti di lavoro”.
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Conclusioni
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Conclusioni
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Il settore delle costruzioni bresciano
Appendice
La classificazione ATECO2007
La classificazione delle attività economiche ATECO è una tipologia di suddivisione adottata dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) per le rilevazioni statistiche nazionali di carattere economico. Si tratta di una classificazione alfa-numerica con diversi gradi di dettaglio: le lettere individuano il macrosettore economico, mentre i numeri (da due fino a sei cifre) rappresentano le specifiche articolazioni e sottocategorie dei settori stessi. L’attuale classificazione, in vigore dal 1° gennaio 2008, è l’ATECO2007, che è stata approvata dall’Istat in stretta collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, le Camere di Commercio e altri Enti, Ministeri e associazioni imprenditoriali interessati. Con i codici ATECO2007 viene pertanto adottata la stessa classificazione delle attività economiche per fini statistici, fiscali e contributivi, in un processo di semplificazione delle informazioni gestite dalle pubbliche amministrazioni e dalle istituzioni.
F
COSTRUZIONI
41
COSTRUZIONE DI EDIFICI
41.10.00
Sviluppo di progetti immobiliari senza costruzione
41.20.00
Costruzione di edifici residenziali e non residenziali
42
INGEGNERIA CIVILE
42.11.00
Costruzione di strade, autostrade e piste aeroportuali
42.12.00
Costruzione di linee ferroviarie e metropolitane
42.13.00
Costruzione di ponti e gallerie
42.21.00
Costruzione di opere di pubblica utilità per il trasporto di fluidi
42.22.00
Costruzione di opere di pubblica utilità per l’energia elettrica e le telecomunicazioni
42.91.00
Costruzione di opere idrauliche
42.99.01
Lottizzazione dei terreni connessa con l’urbanizzazione
42.99.09
Altre attività di costruzione di altre opere di ingegneria civile nca
43
LAVORI DI COSTRUZIONE SPECIALIZZATI
43.11.00
Demolizione
43.12.00
Preparazione del cantiere edile e sistemazione del terreno
43.13.00
Trivellazioni e perforazioni
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La classificazione ATECO2007
115
F
116
COSTRUZIONI
43.21.01
Installazione di impianti elettrici in edifici o in altre opere di costruzione (inclusa manutenzione e riparazione)
43.21.02
Installazione di impianti elettronici (inclusa manutenzione e riparazione)
43.21.03
Installazione impianti di illuminazione stradale e dispositivi elettrici di segnalazione, illuminazione delle piste degli aeroporti (inclusa manutenzione e riparazione)
43.22.01
Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria (inclusa manutenzione e riparazione) in edifici o in altre opere di costruzione
43.22.02
Installazione di impianti per la distribuzione del gas (inclusa manutenzione e riparazione)
43.22.03
Installazione di impianti di spegnimento antincendio (inclusi quelli integrati e la manutenzione e riparazione)
43.22.04
Installazione di impianti di depurazione per piscine (inclusa manutenzione e riparazione)
43.22.05
Installazione di impianti di irrigazione per giardini (inclusa manutenzione e riparazione)
43.29.01
Installazione, riparazione e manutenzione di ascensori e scale mobili
43.29.02
Lavori di isolamento termico, acustico o antivibrazioni
43.29.09
Altri lavori di costruzione e installazione nca
43.31.00
Intonacatura e stuccatura
43.32.01
Posa in opera di casseforti, forzieri, porte blindate
43.32.02
Posa in opera di infissi, arredi, controsoffitti, pareti mobili e simili
43.33.00
Rivestimento di pavimenti e di muri
43.34.00
Tinteggiatura e posa in opera di vetri
43.39.01
Attività non specializzate di lavori edili (muratori)
43.39.09
Altri lavori di completamento e di finitura degli edifici nca
43.91.00
Realizzazione di coperture
43.99.01
Pulizia a vapore, sabbiatura e attività simili per pareti esterne di edifici
43.99.02
Noleggio di gru ed altre attrezzature con operatore per la costruzione o la demolizione
43.99.09
Altre attività di lavori specializzati di costruzione nca
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La classificazione ATECO2007
Appendice
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Allegati
Allegato tecnico
Tasso di copertura Confrontando il numero dei bilanci esaminati relativi alle società di capitali con il numero delle imprese attive nel settore delle costruzioni sotto forma di società di capitali, è possibile calcolare i tassi di copertura: 1. Tasso di copertura “1”, ottenuto rapportando: (a) il numero dei bilanci esaminati depositati dalle imprese attive selezionate con i criteri di cui sopra; (b) al totale delle società di capitali attive iscritte nei repertori camerali alla fine di ciascuno degli anni considerati. Tabella 69: Tasso di copertura “1” - Numero bilanci delle imprese attive esaminate/Numero delle società di capitali attive iscritte nei registri della CCIAA di Brescia alla fine di ciascuno degli anni considerati anno
Bilanci delle società di capitali attive esaminate (a)
Società di capitali attive iscritte nei repertori della CCIAA (b)
Tasso di copertura % a/b
2016
2.563
3.582
68,5
2017
2.671
3.627
73,6
2018
2.670
3.718
71,8
2019
2.675
3.909
68,4
2020
2.635
4.071
64,7
Fonte: Stockview-Infocamere su dati Registro delle imprese della CCIAA di Brescia
Dai dati si evince che l’analisi ha riguardato nel 2020 il 65% delle società di capitali del settore edile iscritte al Registro delle imprese della Camera di Commercio di Brescia mentre, in media, nel quinquennio considerato il tasso di copertura si attesta intorno al 70%. 2. Tasso di copertura “2”, ottenuto rapportando: (a) il numero dei bilanci esaminati depositati dalle imprese attive selezionate con i criteri di cui sopra; (b) al totale delle società di capitali attive iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Brescia per cui è disponibile il Valore della Produzione per ciascuno degli anni considerati1.
Le imprese che presentano un valore della produzione non disponibile equivalgono alle imprese che non hanno depositato il bilancio. Le motivazioni del mancato deposito sono riconducibili alle seguenti casistiche: imprese di nuova costituzione, imprese che per una o più annualità non hanno presentato il bilancio e per le quali sono in corso procedure interne di verifiche e di controllo. 1
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Allegati
119
Tabella 70: Tasso di copertura “2” - Bilanci delle imprese attive esaminate/ Numero delle società di capitali attive iscritte nei registri della CCIAA di Brescia alla fine di ciascuno degli anni considerati che hanno depositato il bilancio Bilanci delle società di capitali attive esaminati (a)
Società di capitali attive iscritte nei repertori della CCIAA con VdP disponibile (c) nei repertori della CCIAA (b)
Tasso di copertura % a/c
2016
2.563
2.854
89,8
2017
2.671
2.783
96
2018
2.670
2.789
95,7
2019
2.675
2.880
92,9
2020
2.635
2.988
88,2
Fonte: Stockview-Infocamere su dati Registro delle imprese della CCIAA di Brescia
Analisi ABC L’andamento del valore della produzione può essere ulteriormente esaminato mediante la tecnica cosiddetta “ABC”, la quale consente di entrare nel merito della composizione del dato aggregato, raggruppando le società analizzate per classi. Nel precedente elaborato abbiamo provveduto a una analisi dettagliata di quanto accaduto a partire dal 2014. Di seguito ci soffermeremo sull’esame dell’esercizio 2020 e confronteremo i dati con le risultanze degli esercizi precedenti. Abbiamo quindi provveduto a dividere il campione delle società considerate per l’esercizio 2020 tenendo conto delle seguenti classi di valore della produzione (VdP): 1. VdP maggiore di 50 ml di euro 2. VdP compreso tra 20 e 50 ml di euro 3. VdP compreso tra 10 e 20 ml di euro 4. VdP compreso tra 5 e 10 ml di euro 5. VdP compreso tra 1 e 5 ml di euro 6. VdP inferiore a 1 ml di euro Successivamente, si è quantificato il VdP rappresentativo per ogni classe considerando la somma dei VdP relativi alle singole società che compongono la classe stessa. Si sono poi calcolate le relative percentuali di rappresentanza considerando il valore del campione, sia in termini di numerosità sia di VdP aggregata. Nello specifico, relativamente all’esercizio 2020: z Numero società facenti parte del campione: 2.635 z Valore della produzione aggregato: 3.782.310,341
120
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Allegati
Tabella 71 (Valori in migliaia di euro) 2020
n. soc.
%
VdP
%
n. soc. cum.
%
VdP_cum
%
8
0,30%
539.297,409
14,26%
8
0,30%
539.297,4
14,26%
20-50 mln
14
0,53%
439.872,554
11,63%
22
0,83%
979.170
25,89%
10-20 mln
32
1,21%
429.410,311
11,35%
54
2,05%
1.408.580
37,24%
5-10 mln
75
2,85%
513.584,262
13,58%
129
4,90%
1.922.165
50,82%
1-5 mln
618
23,45%
1.281.833,579
33,89%
747
28,35%
3.203.998
84,71%
1.888
71,65%
578.312,226
15,29%
2.635
100%
3.782.310
100%
2.635
100%
3.782.310,341
100%
oltre 50
sotto 1 mln
Il cluster più numeroso risulta essere quello che rappresenta le società che presentano un valore della produzione inferiore a 1 milione di euro, in cui sono ricomprese il 71,65% delle società analizzate, seguito dal cluster successivo (quello con VdP compresa tra 1 e 5 milioni), che racchiude il 23,45% del campione. Graficamente otteniamo il seguente andamento. Grafico 51: Analisi ABC (anno 2020) 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 0,00%
20,00%
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40,00%
Allegati
60,00%
80,00%
100,00%
120,00%
121
Considerando la composizione numerica del campione, è interessante sottolineare come si sia modificata la stessa dal 2014 al 2020. Tabella 72 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
oltre 50 ml
0,22%
0,17%
0,20%
0,22%
0,15%
0,26%
0,30%
20-50 ml
0,20%
0,39%
0,31%
0,49%
0,67%
0,49%
0,53%
10-20 ml
0,48%
0,69%
0,74%
0,79%
1,01%
1,16%
1,21%
5-10 ml
2,21%
2,34%
2,26%
2,21%
2,32%
2,43%
2,85%
1-5 ml
18,88%
18,53%
19,59%
20,22%
21,54%
23,85%
23,45%
sotto 1 ml
77,91%
83,90%
76,90%
76,08%
74,31%
71,81%
71,65%
Grafico 52: Composizione del campione considerando il VdP 90,00% 80,00% 70,00% 60,00% 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% 0%
2014
2015
oltre 50 ml
2016
20-50 ml
2017
10-20 ml
2018
5-10 ml
2019
1-5 ml
2020
sotto 1 ml
Come è possibile dedurre dal grafico precedente, la composizione non si è modificata sostanzialmente in termini di numerosità dei cluster. Si evidenzia però una progressiva, anche se lenta, diminuzione della numerosità nel cluster che rappresenta le società con VdP inferiore a un milione, passate dall’essere il 77,91% del campione considerato per l’esercizio 2014 al 71,65% del 2020. Tabella 73
sotto 1 ml
122
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
77,91%
83,90%
76,90%
76,08%
74,31%
71,81%
71,65%
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
Allegati
Se si considera invece la composizione del campione in relazione al valore della produzione, il cluster più significativo risulta essere quello delle società che evidenziano un VdP compreso tra 1 e 5 milioni. Anche in questo caso la composizione della campione è sostanzialmente immutata. Tabella 74 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
15,15%
12,18%
12,90%
11,67%
7,70%
12,25%
14,26%
20-50 ml
9,25%
11,60%
9,03%
13,40%
18,30%
11,88%
11,63%
10-20 ml
6,08%
8%
9,24%
9,08%
10,60%
11,53%
11,35%
5-10 ml
14,13%
14,26%
14,05%
13,34%
12,07%
12,35%
13,58%
1-5 ml
35,90%
35,13%
36,88%
35,61%
35,85%
36,58%
33,89%
sotto 1 ml
19,50%
18,84%
17,91%
16,90%
15,49%
15,42%
15,29%
oltre 50 ml
Grafico 53: Composizione del campione considerando il VdP 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% 0%
2014
2015
oltre 50 ml
2016
20-50 ml
2017
10-20 ml
2018
5-10 ml
2019
1-5 ml
2020
sotto 1 ml
Due sono i cluster significativamente aumentati nel 2020. Tabella 75 2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
oltre 50 ml
15,15%
12,18%
12,90%
11,67%
7,70%
12,25%
14,26%
5-10 ml
14,13%
14,26%
14,05%
13,34%
12,07%
12,35%
13,58%
In controtendenza il cluster “VdP 1-5ml” che registra un decremento nel 2020. Tabella 76
1-5 ml
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
35,90%
35,13%
36,88%
35,61%
35,85%
36,58%
33,89%
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
Allegati
123
Allegato statistico
Tabella 77: Imprese delle costruzioni suddivise per attività (2012-2021) 2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
7.183
6.976
6.716
6.476
6.300
6.153
6.017
5.880
5.846
5.966
165
169
165
174
174
173
169
171
167
175
F43 Lavori di costruzione specializzati
12.800
12.519
12.340
12.215
12.034
12.010
11.830
11.868
11.915
12.169
F COSTRUZIONI
20.148
19.664
19.221
18.865
18.508
18.336
18.016
17.919
17.928
18.310
F41 Costruzione di edifici F42 Ingegneria civile
Tabella 78: Imprese delle costruzioni suddivise per organizzazione giuridica (2012-2021) Classe di natura giuridica
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
Imprese individuali
12.692
12.219
11.928
11.571
11.280
11.135
10.777
10.652
10.605
10.765
Società di persone
2.900
2.825
2.699
2.610
2.521
2.440
2.358
2.275
2.183
2.127
Società di capitali
4.338
4.407
4.399
4.492
4.526
4.584
4.704
4.814
4.972
5.259
218
213
195
192
181
177
177
178
168
159
20.148
19.664
19.221
18.865
18.508
18.336
18.016
17.919
17.928
18.310
Altre forme TOTALE
Tabella 79: Imprese del comparto della costruzione di edifici (F41) per organizzazione giuridica (2012-2021) Classe di natura giuridica
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
179
170
151
149
140
136
133
133
126
116
Imprese individuali
2.664
2.535
2.414
2.273
2.164
2.066
1.948
1.840
1.773
1.751
Società di capitali
2.972
2.963
2.919
2.894
2.890
2.891
2.925
2.949
3.030
3.224
Società di persone
1.368
1.308
1.232
1.160
1.106
1.060
1.011
958
917
875
Totale
7.183
6.976
6.716
6.476
6.300
6.153
6.017
5.880
5.846
5.966
Altre forme
124
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
Allegati
Tabella 80: Imprese del comparto delle opere di ingegneria civile (F42) per organizzazione giuridica (2012-2021) Classe di natura giuridica
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
7
8
9
10
7
6
7
7
4
5
Imprese individuali
40
38
37
37
33
36
30
29
26
28
Società di capitali
99
104
102
111
119
118
121
126
127
132
Società di persone
19
19
17
16
15
13
11
9
10
10
165
169
165
174
174
173
169
171
167
175
Altre forme
Totale
Tabella 81: Imprese del comparto dei lavori di costruzione specializzati (F43) per organizzazione giuridica (2012-2021) Classe di natura giuridica
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
32
35
35
33
34
35
37
38
38
38
Imprese individuali
9.988
9.646
9.477
9.261
9.083
9.033
8.799
8.783
8.806
8.986
Società di capitali
1.267
1.340
1.378
1.487
1.517
1.575
1.658
1.739
1.815
1.903
Società di persone
1.513
1.498
1.450
1.434
1.400
1.367
1.336
1.308
1.256
1.242
12.800
12.519
12.340
12.215
12.034
12.010
11.830
11.868
11.915
12.169
Altre forme
Totale
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
Allegati
125
Tabella 82: Imprese delle costruzioni per comune (anno 2021)
Comune
170
LUMEZZANE
187
CEDEGOLO
18
MACLODIO
CELLATICA
62
MAGASA
34 2
CERVENO
8
MAIRANO
29
Imprese registrate
CETO
25
MALEGNO
28
18
CEVO
10
MALONNO
45
ACQUAFREDDA ADRO
129
CHIARI
420
AGNOSINE
20
CIGOLE
13
MANERBIO
144
ALFIANELLO
25
CIMBERGO
17
MARCHENO
52
CIVIDATE CAMUNO
58
MARMENTINO
ANFO
7
MANERBA DEL GARDA
94
6
ANGOLO TERME
41
COCCAGLIO
178
ARTOGNE
52
COLLEBEATO
37
MAZZANO
154
AZZANO MELLA
48
COLLIO
37
MILZANO
35
MONIGA DEL GARDA
36
BAGNOLO MELLA
138
COLOGNE
104
MARONE
37
BAGOLINO
48
COMEZZANO-CIZZAGO
BARBARIGA
39
CONCESIO
160
MONTE ISOLA
BARGHE
21
CORTE FRANCA
107
MONTICELLI BRUSATI
BASSANO BRESCIANO
28
CORTENO GOLGI
58
MONTICHIARI
411
34
MONTIRONE
89
MURA
10
MUSCOLINE
45
NAVE
83
NIARDO
26
83
MONNO
9 30 74
BEDIZZOLE
189
BERLINGO
77
DARFO BOARIO TERME
BERZO DEMO
25
DELLO
BERZO INFERIORE
51
DESENZANO DEL GARDA
BIENNO
51
EDOLO
BIONE
20
ERBUSCO
149
NUVOLENTO
62
BORGO SAN GIACOMO
82
ESINE
117
NUVOLERA
63
113
FIESSE
41
ODOLO
19
54
FLERO
139
OFFLAGA
60 41
BORGOSATOLLO BORNO BOTTICINO
135
BOVEGNO
CORZANO
272 63 344 64
GAMBARA
68
OME
26
GARDONE RIVIERA
33
ONO SAN PIETRO
BOVEZZO
60
GARDONE VAL TROMPIA
92
ORZINUOVI
BRANDICO
25
GARGNANO
54
ORZIVECCHI
BRAONE
16
GAVARDO
238
OSPITALETTO
75
GHEDI
311
BRENO BRESCIA
2.267
OSSIMO
25
PADENGHE SUL GARDA
61
68
PADERNO FRANCIACORTA
48
GOTTOLENGO
CAINO
14
GUSSAGO
CALVAGESE DELLA RIVIERA CALVISANO CAPO DI PONTE CAPOVALLE CAPRIANO DEL COLLE
47
IDRO
205 27
PAISCO LOVENO PAITONE
INCUDINE
2
PALAZZOLO SULL’OGLIO
IRMA
2
PARATICO
27
ISEO
109
PASPARDO
3
53
PASSIRANO
88
PAVONE DEL MELLA
48
SAN PAOLO
76
9
ISORELLA
52
LAVENONE
8
200
LENO
CARPENEDOLO
205
LIMONE SUL GARDA
15
PERTICA ALTA
CASTEGNATO
104
LODRINO
12
PERTICA BASSA
CASTELCOVATI
160
LOGRATO
53
PEZZAZE
CASTEL MELLA
115
LONATO DEL GARDA
CASTENEDOLO
167
LONGHENA
CASTREZZATO
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
1 44
155
CAPRIOLO
CASTO
46 184
50
13 264
18 196
GIANICO
BRIONE CALCINATO
126
CAZZAGO SAN MARTINO
12 200
LOSINE LOZIO
Allegati
257
296
PIAN CAMUNO
313 75
9 8 36 99
4
PISOGNE
3
POLAVENO
27
POLPENAZZE DEL GARDA
53
10
135
VEZZA D’OGLIO VIONE
PONTE DI LEGNO TEMÙ
MONNO INCUDINE
EDOLO
SONICO
CORTENO GOLGI MALONNO BERZO DEMO
PAISCO LOVENO
SAVIORE DELL’ADAMELLO CEVO
CEDEGOLO
SELLERO CAPO DI PONTE
PASPARDO
ONO SAN PIETRO
REMEDELLO
PONTE DI LEGNO
47
REZZATO
119
PONTEVICO
74
ROCCAFRANCA
119
PONTOGLIO
137
RODENGO-SAIANO
111
BR AO N
ANGOLO TERME
ROÈ VOLCIANO
PRALBOINO
43
RONCADELLE
100
PRESEGLIE
26
ROVATO
377
PRESTINE
1
RUDIANO
143
PREVALLE
100
SABBIO CHIESE
PROVAGLIO D’ISEO
116
SALE MARASINO
GIAN IC CA M
PUEGNAGO DEL GARDA
73
SAN FELICE DEL BENACO
50
SAN GERVASIO BRESCIANO
19
CETO
SAREZZO
BRENO
BIENNO
BAGOLINO LIMONE SUL GARDA
COLLIO BOVEGNO
TREMOSINE
PISOGNE MAGASA
ANFO
PEZZAZE IRMA PERTICA BASSA
ZONE
TAVERNOLE SUL MELLA
MARMENTINO
LAVENONE
VALVESTINO IDRO
MARONE MONTISOL
MURA
LODRINO
SALE MARASINO
A
GARDONE VAL TROMPIA
MARCHENO
PASSIRANO PALAZZOLO SULL’OGLIO
PONTOGLIO
COCCAGLIO
NAVE
BOTTICINO BRESCIA
NUVOLERA
BRANDICO
ROCCAFRANCA
CORZANO
CAPRIANO DEL COLLE
S.
ZE NO
NA VIG LIO
MAZZANO
PONCARALE
A ARD MANERBA EL G SUL GARDA ED AZZ PREVALLE PE N CAL POL SOIANO DEL VAG DEL LAGO MONIGA LA R ES DEL GARDA IVIE E RA PADENGHE SUL BEDIZZOLE GARDA
CASTENEDOLO
DESENZANO DEL GARDA
31
SONICO
18
SULZANO
29
TAVERNOLE SUL MELLA
26
TEMÙ
50
TIGNALE
35
TORBOLE CASAGLIA
HI VECC
POZZOLENGO
127
TRAVAGLIATO
240
CALVISANO
LENO
VALLIO TERME
31
VERO HIA LAVECC
CIGOLE SAN GERVASIO BRESCIANO PONTEVICO
PAVONE MELLA
ISORELLA
REMEDELLO
MILZANO ALFIANELLO
ACQUAFREDDA
VISANO
GOTTOLENGO
PRALBOINO
GAMBARA
83
VEROLAVECCHIA
43
VESTONE
44
VEZZA D’OGLIO
34
VILLA CARCINA
98
VILLANUOVA SUL CLISI
11 102 20 23 120
Meno di 50 imprese
ZONE
18
Tra 51 e 100 imprese
PIANCOGNO
81
Tra 101 e 500 imprese Più di 500 imprese
SENIGA
5
VEROLANUOVA
VOBARNO
BASSANO VEROLANUOVA BRESCIANO
9 107
VISANO
CARPENEDOLO
BORGO SAN GIACOMO
48 166
URAGO D’OGLIO
VIONE
OFFLAGA
87
TOSCOLANO-MADERNO
VILLACHIARA
MONTICHIARI
43 144
SOIANO DEL LAGO
VALVESTINO
SIRMIONE LONATO DEL GARDA
MONTIRONE
GHEDI
MANERBIO
QUINZANO D’OGLIO
PUEGNAGO DEL GARDA
CALCINATO
BAGNOLO MELLA
DELLO
18
TREVISO BRESCIANO
SALÒ
BORGOSATOLLO
BARBARIGA
SAN PAOLO
VILLACHIARA
MAIRANO
LON GHENA
ORZI
POMPIANO
ORZINUOVI
REZZATO
FLERO AZZANO MELLA
TRENZANO
DIO
COMEZZANO CIZZAGO
TORBOLE CASAGLIA LOGRATO
CASTELME LLA
CASTEL COVATI
LO MAC
RUDIANO
GO LIN BER
CASTREZZATO
NO
MUSCOLINE
TRAVAGLIATO
URAGO D’OGLIO
CIA
SAN FELICE DEL BENACO
PAITONE
RONCADELLE
23
SENIGA
TRENZANO
GAVARDO
SERLE
TO LEN VO NU
OSPITALETTO
ROVATO
VILLANUOVA VOL SUL CLISI ROÈ
VALLIO
CELLATICA
CAS TEG NAT O
CHIARI
14
TREMOSINE SUL GARDA
GARDONE RIVIERA
SABBIO CHIESE
ODOLO
BOVEZZO
GUSSAGO
PADERNO F.C.
CAZZAGO SAN MARTINO
COLOGNE
CAINO
CONCESIO
RODENGO SAIANO
ERBUSCO
AGNOSINE
TOSCOLANO MADERNO
VOBARNO
VILLA CARCINA
OME
ATO
PROVAGLIO D’ISEO
LUMEZZANE
BRIONE
CO LLE BE
A NC FRA RTE
ADRO
MONTICELLI BRUSATI
CO
CAPRIOLO
PROVAGLIO VALLE SABBBIA
PRESEGLIE
SAREZZO
POLAVENO
ISEO
PARATICO
BARGHE
BIONE
GARGNANO
TREVISO BRESCIANO
VESTONE
CASTO
SULZANO
TIGNALE
CAPOVALLE
PERTICA ALTA
77 124
SELLERO SERLE
ARTOGNE
152
SAVIORE DELL’ADAMELLO
SIRMIONE
UN O
43
SALÒ
E
O
40
14
DARFO BOARIO TERME
PIA N
79
PROVAGLIO VAL SABBIA
NIARDO
BERZO INFERIORE
ESINE
47
66
BRENO
C. ATE CIVID
98
POZZOLENGO
SAN ZENO NAVIGLIO
MALEGNO
PIANCOGNO
QUINZANO D’OGLIO
69
CIMBERGO
LOSINE
OSSIMO
38
PONCARALE
CERVENO
LOZIO
BORNO
POMPIANO
Totale
18.310
FIESSE
Ance Brescia Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020
Allegati
127
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Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2016-2020 Studio sullo stato ed evoluzione del settore