
10 minute read
incontri
FOTOLIVE
Francesca Bazoli
Advertisement
FONDAZIONE BRESCIA MUSEI BRESCIA MUSEI, TRASFORMATA IN FONDAZIONE DI PARTECIPAZIONE DALL’ORIGINARIA SOCIETÀ PER AZIONI (NATA NEL 2003 DAL COMUNE DI BRESCIA, SOCIO DI MAGGIORANZA, FONDAZIONI CAB E ASM, CAMERA DI COMMERCIO) PER DARE CONTINUITÀ DI GESTIONE ALLA INNOVATIVA PARTNERSHIP PUBBLICO-PRIVATO CHE HA CONSENTITO LA RIAPERTURA DI SANTA GIULIA E LA VALORIZZAZIONE DI BRESCIA COME CITTÀ D’ARTE. CURA I SEGUENTI MUSEI: SANTA GIULIA MUSEO DELLA CITTÀ, BRIXIA. PARCO ARCHEOLOGICO DI BRESCIA ROMANA, PINACOTECA TOSIO MARTINENGO, MUSEO DELLE ARMI LUIGI MARZOLI, MUSEO DEL RISORGIMENTO, CINEMA NUOVO EDEN.
L’arte dimensione fondamentale per la nostra vita Capitale della Cultura 2023, occasione per migliorare
di Adriano Baffelli
Percorrendo via dei Musei dal cuore urbano della città verso l’anima storica e cultuale, consci o no, si cammina sull’antico decumano massimo. Una magica macchina del tempo consente di passeggiare tra ere storiche cariche di fascino: dall’identità romana a quella longobarda. Il percorso entro il 2023, anno di #BsBg23 e decimo anniversario dell’iscrizione di Santa Giulia e del Capitolium nel Patrimonio Mondiale Unesco — sito seriale I Longobardi in Italia — sarà profondamente trasformato con la realizzazione del “Corridoio Unesco”.
Presidente Bazoli, qual è a suo avviso il principale valore di Fondazione Brescia Musei? Direi anzitutto il suo modello di governance estremamente interessante, al quale si guarda anche da fuori, sia in Italia sia all’esterno. Ci sono poche
esperienze simili. Rappresenta il nucleo di raccordo tra l’amministrazione comunale, proprietaria di tutti i musei civici, compreso il Teatro romano, che è statale ma gestito da Comune. La municipalità affida la gestione a Fondazione Brescia Musei, nominata in maggioranza dal Comune e da altri enti rappresentativi della comunità: Fondazioni Cab e Asm, Camera di Commercio. Si crea un efficace connubio tra il pubblico che dà gli indirizzi generali e i privati, con un funzionamento da organo pubblico e privato insieme. Una modalità che consente alla città di partecipare attivamente alla gestione del rilevante patrimonio artistico. Una gestione che incide positivamente sulla collettività, favorendo la partecipazione dei cittadini. Un modello che ha in qualche modo anticipato lo schema del Partenariato pubblico privato nella gestione dei beni pubblici. Non per nulla si è stati capaci di coinvolgere la città nell’alleanza per la cultura, perché se la richiesta di supporto e di contributo economico proviene da professionisti ha un sapore diverso, che valorizza il rapporto civico, creando presupposti diversi rispetto alla situazione nella quale sono gli esponenti politici che avanzano richieste alle imprese. Recentemente abbiamo ricevuto da Verona e Cremona richieste di approfondimenti e di spiegazione del nostro modello. Qual è l’obiettivo principale che Brescia, non solo sul versante culturale, dovrebbe raggiungere con la coinvolgente iniziativa di Capitale della Cultura 2023, onore e onere condiviso in forma straordinaria con Bergamo? Secondo me ci aiuta in un percorso che noi con l’amministrazione comunale abbiamo avviato, ovvero che la città capisca sempre più la grande potenzialità e consapevolezza come già ha quella di capitale industriale. Come, del resto, lo è stata è stata della finanza e della politica. Forse per questo si è tralasciato l’aspetto culturale. Pensiamo ai tempi lunghi necessari per il progetto Santa Giulia. Negli anni Settanta Vasco Frati e mio zio Luigi Bazoli s’impegnarono molto in tal senso ma solo nel 1998 si poté inaugurare il Museo di Santa Giulia. Quindi l’evento del 2023 sarà una tappa importante, utile anche per un’approfondita autoanalisi della città sul tema del suo rapporto con la cultura! Qualcuno definisce la filosofia tanto inutile quanto indispensabile per noi esseri umani. Si può dire lo stesso dell’arte? Sono di parte... è come se dovessimo chiederci se serva l’aria per respirare. L’arte è dimensione fisica ma anche intellettuale. Non è un caso, cre-
Nata a Brescia, dove risiede, coniugata, mamma di tre figli, dopo il diploma di maturità classica al Liceo cittadino Cesare Arici, si laurea in Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È iscritta all’Albo degli avvocati di Brescia e svolge la professione forense come socio senior dello studio legale e tributario Studium 19.12, del quale è socia fondatrice. Si occupa prevalentemente di contenzioso e consulenza di diritto civile, commerciale, societario, fallimentare e della crisi d’impresa, in materia bancaria e di governance, di operazioni straordinarie e di M&A. Ha maturato una consistente esperienza nella attività di amministratrice di società, quotate e no, nonché di fondazioni ed enti no profit. Tra le cariche attualmente ricoperte si segnalano: consigliere di Editoriale Bresciana Spa, di Editoriale Teletutto Bresciasette Srl, di Csq Spa, consigliere. Enti senza scopo di lucro: è presidente della Fondazione Brescia Musei, della Fondazione Accademia Cattolica di Brescia e consigliere della Cooperativa Cattolica di Cultura di Brescia, della Fondazione Banca S. Paolo di Brescia, della Fondazione Cattolica Assicurazioni. È condirettore della rivista “Città e Dintorni”. È autrice delle seguenti pubblicazioni scientifiche: Televisione e libertà d’espressione negli stati Uniti d’America, in Giur. Cost. (1994), pp. 4317 ss. Antitrust ed esperienza Usa, in Aida (1995), pp. 187 ss. (aprile 2016).

FOTOLIVE
Per un lungo periodo abbiamo dovuto tenere i musei chiusi, ma contestualmente c’è stata una forte accelerazione di molte attività digitali. Si è trattato di un laboratorio di sperimentazione molto interessante, ad esempio con l’erogazione di servizi alle scuole che hanno potuto visitare virtualmente i musei e di fruire attraverso internet di notizie e materiali artistici.
do, che anche mondi apparentemente lontani dall’arte, come la finanza, in realtà la cerchino, la sostengano. Si tratta di una dimensione fondamentale per la vita di ogni persona e per l’Italia rappresenta una preziosa risorsa, e certo anche grosso impegno economico, per questo dovrebbe aiutarci il mondo a mantenere il nostro immenso patrimonio artistico, che rappresenta il 70% dei beni culturali dell’intero pianeta. L’arte è una forza che alimenta anche altri settori, ad iniziare dal design, dalla moda. Cultura e arte a Brescia e in provincia, quale quadro emerge dall’osservatorio della Fondazione Brescia Musei? Anche in città e provincia abbiamo un patrimonio incredibile, ancora poco conosciuto, ad iniziare dai bresciani. Ma siamo sulla strada giusta della promozione da anni. La sensibilità diffusa è aumentata anche grazie ad operazioni mirate, quali il branding Vittoria Alata, diventata un episodio anche di Topolino. La stessa Vittoria Alata riprodotta sulle confezioni della Centrale Latte è un altro interessante episodio. Sono operazioni ad alto ritorno, che richiedono un ampio lavoro. I presupposti sono buoni. Brescia è una realtà culturalmente molto ricca, con un vivace mondo editoriale, il Teatro Grande, il Centro Teatrale Bresciano capaci di offrire interessanti proposte. Come avete affrontato la pandemia e quanto ha inciso sulle attività e sui programmi della Fondazione? Per un lungo periodo abbiamo dovuto tenere i musei chiusi, ma contestualmente c’è stata una forte accelerazione di molte attività digitali. Si è trattato di un laboratorio di sperimentazione molto interessante, ad esempio con l’erogazione di servizi alle scuole che hanno potuto visitare virtualmente i musei e di fruire attraverso internet di notizie e materiali artistici. La riattivazione del Cinema Eden, altro protagonista di un’interessante sperimentazione digitale, ci ha regalato soddisfazioni per il riscontro del pubblico. Abbiamo lavorato molto in quei mesi e quell’impegno ci ha consentito di sperimentare iniziative che ci pongono all’avanguardia, si pensi a quella con protagonista Geronimo Stilton, che ha avuto una fortissima eco. Certo, i musei chiusi in quel periodo suscitavano grande amarezza, ma riuscivamo anche scorgere la poetica dei muri solitari di Santa Giulia che ci parevano posti a protezione del patrimonio artistico e culturale della città. Da dove nasce la scelta di allestire e proporre al pubblico la mostra, coraggiosa anche per le non velate pressioni contrarie della Cina, La Cina non è vicina. Badiucao - opere di un artista dissidente? Nasce come operazione culturale in senso proprio dalla collaborazione con il Festival della Pace di Brescia, grazie an-
Brescia esprime qualcosa di molto particolare, soprattutto da punto della creatività imprenditoriale, con straordinarie caratteristiche tipiche che mi piacciono molto: il non apparire, la dedizione al lavoro, l’attenzione al sociale, ai lavoratori dipendenti da parte degli imprenditori, per citarne alcuni dei più conosciuti.

FOTOLIVE che al presidente del Consiglio comunale di Brescia, Roberto Cammarata, per contribuire a riflettere sui diritti umani, uno dei grandi filoni dell’arte impegnata, così come quello dell’ambiente, ad esempio. Una precedente iniziativa aveva visto protagonista l’artista curda Zehra Doˇgan, prima della pandemia e dopo tre mesi uscita dalla sua uscita dalle carceri turche. La mostra sulla Cina di Badiucao si può considerare il secondo episodio di quella serie. L’iniziativa ha suscitato l’attenzione dell’addetto culturale dell’Ambasciata cinese, che ci ha chiesto quali fossero le motivazioni. Gli abbiamo spiegato che si trattava solo di arte e che l mostra non rappresentava nessuna ostilità nei confronti del popolo cinese, dopo di che non abbiamo più ricevuto nessuna comunicazione o altra dall’Ambasciata. È partito, invece, un tam tam sempre più forte sui media, anche internazionali e di primissimo piano, che hanno rappresentato un’imprevista pubblicità per l’iniziativa e per la nostra città. Ammesso che i numeri di visitatori siano un parametro assoluto da considerare per il successo di un’iniziativa artistica, i 30mila visitatori della mostra dell’artista dissidente cinese, che vive in Australia, vi hanno soddisfatto o vi aspettavate numeri più consistenti? I 30mila visitatori, grazie anche al prolungamento delle date inziali, che hanno visitato la mostra rappresentano un ottimo risultato per una mostra di arte contemporanea. Si tratta di un pubblico incredibilmente diverso da quello che generalmente frequenta i musei. Molti i ragazzi, ed era bello osservare quanto fossero coinvolti. Da avvocato, presidente Bazoli, come considera la contingente fase del mondo del costruito, protagonista del traino della ripresa economica e della riqualificazione urbana? Tutto ciò che ha a che fare con la rigenerazione, la riqualificazione urbana ha un link con l’arte e la cultura. Senza dimenticare la grande cultura progettuale e tecnica che il settore del costruito esprime da lunghi secoli. Nel mondo delle professioni, delle imprese e in quello sociale e culturale, ambiti che lei conosce particolarmente sia a livello locale sia a più ampi livelli, lei ravvisa differenze specifiche tra la dimensione bresciana e quelle di altre città? Credo sia verissimo quanto sovente si dice, ovvero che Brescia esprime qualcosa di molto particolare, soprattutto da punto della creatività imprenditoriale, con straordinarie caratteristiche tipiche che mi piacciono molto: il non apparire, la dedizione al lavoro, l’attenzione al sociale, ai lavoratori dipendenti da parte degli imprenditori, per citarne alcuni dei più conosciuti. Torniamo a Brescia e Bergamo, sorelle più che cugine, abbracciate all’insegna della Capitale italiana della Cultura 2023: che cosa dobbiamo attenderci da Brescia Musei nell’occasione? Come dicevo, si tratta in generale di un’ottima iniziativa per continuare il cammino ben intrapreso da anni da città e provincia. Per quanto concerne Brescia Musei, noi siamo necessariamente tra i protagonisti essendo una realtà importante e unificata, a differenza della situazione di
FOTOLIVE

FOTOLIVE
Bergamo, che non vede attiva una realtà come la nostra. Stiamo lavorando su nostri aspetti tipici, programmando tre grandi mostre in chiave nuova e internazionale, portatrici di valori universali. Una su Ceruti pittore identitario bresciano in collaborazione col Getty Center di Los Angeles, che giudica molto interessate l’artista, anche se non ancora conosciuto a livello internazionale. Un artista singolare, se ci pensiamo: lontano da Brescia dipinge l’aristocrazia. Qui, nella sua città, dipinge gli ultimi perché? Glielo chiede l’aristocrazia locale sempre attenta ai deboli. Una seconda mostra riguarda i primi anni del Rinascimento a Brescia. Saranno esposte qui poche opere particolari del Bresciano e del Bergamasco, capaci di offrire un efficace criterio interpretativo della vita dell’epoca. La terza iniziativa si legherà al Festival della fotografia sul tema delle montagne, nostre e del mondo intero. Non mancheranno tante altre iniziative allestite in collaborazione con realtà bresciane e bergamasche. Avvocato Bazoli, il 2023 sarà anche anno del voto amministrativo per la Loggia, di fronte alla proposta di una candidatura per la poltrona di sindaco quale potrebbe essere la sua risposta? Direi che quel che sto facendo ora alla guida di una fondazione culturale rappresenta al meglio il mio modo di essere a servizio della comunità, è quel che posso fare per la mia città, nella tradizione della nostra famiglia. Quando Francesca Bazoli riesce a staccarsi dai suoi numerosi impegni, qual è o quali sono le attività che predilige? Soprattutto la lettura, una mia grande passione. Quando è possibile amo viaggiare, abbiamo viaggiato molto anche con i bimbi piccoli.