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ColleoniCappella
di Adriano Baffelli
Fu Bartolomeo Colleoni a volere fosse costruita la Cappella che porta il nome del suo casato, pensandola come proprio mausoleo. Validi operai edili, guidati dall’architetto Alessio Agliardi, la eressero nel XV secolo, dando forma al progetto di Giovanni Antonio Amadeo di un’elegante chiesa rinascimentale, terminandola nel 1476, pur se non interamente completata, in quanto parte delle opere vennero solo successivamente aggiunte. Al termine la pregevole Cappella sarebbe stata dedicata ai Santi Bartolomeo, Marco e Giovanni Battista. La costruzione del complesso monumentale sarebbe iniziata nel corso del 1472 con l’abbattimento della sagrestia di Santa Maria Maggiore e del porticato antistante. Si trova sulla piazza del Duomo di Bergamo alta, addossata alla basilica di Santa Maria Maggiore. La cappella è formalmente un luogo cristiano ma sostanzialmente un mausoleo, apoteosi della forza e del trionfo di un imperatore, il Colleoni, discendente da Ercole come amava definirsi.
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Originariamente il terreno dove è stata edificata la cappella aveva tre destinazioni: vi erano una piccola cappelletta, il cimerchium chiuso da cancellata che era il luogo dove venivano conservati gli arredi liturgici di valore che non erano d’uso comune. La Cappella Colleoni rappresenta uno straordinario esempio di fusione tra la cultura lombarda e quella veneziana: fu infatti eseguita in territorio veneziano per il Capitano Generale delle truppe della Serenissima da un artista lombardo a capo di maestranze lombarde. A Venezia e alle cupole di San Marco si deve la scelta di strutturare le pareti esterne della cappella con marmi policromi e di disporli in modo da creare un effetto di chiaroscuro. La struttura è un concentrato incredibile di opere d’arte. Al suo interno si trovano la statua equestre del condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, i sarcofagi interamente intarsiati nel marmo, la pala d’altare di Lorenzo Lotto e gli affreschi di Giambattista Tiepolo. La Cappella Colleoni è conosciuta e apprezzata an-
Consultando testi che approfondiscono storia e caratteristiche della Cappella Colleoni, che dona valore aggiunto alla suggestiva e intrigante Bergamo, apprendiamo che i pilastri, che hanno alla base delle teste di leoni, sostengono un primo sarcofago con bassorilievi con scene della crocefissione di Cristo; sopra vi è un secondo sarcofago, di cui è ignota la destinazione, sostenuto da tre statue, anch’esso con bassorilievi che raffigurano le scene dell’Annunciazione, della natività di Cristo e dell’adorazione dei Re Magi. La statua equestre del condottiero in legno dorato, realizzata da Sisto e Siry da Norimberga nel 1501 al prezzo di 1.600 ducati d’oro, sostituì quella in pietra che creava problemi di instabilità a causa del suo peso con delibera del 17 gennaio 1493, ed è posta a conclusione della struttura piramidale del monumento. Il sarcofago superiore e la statua equestre affiancata dalle statue di Dalila e Giuditta, che vi poggiano, sono racchiusi da un arco sorretto da due coppie di leggere colonne portate da basi di marmo rosso scolpito, il tutto su uno sfondo turchino che restituisce un insieme policromo di eccezionale eleganza e bellezza. Il monumento funebre di Medea, figlia prediletta del Colleoni, morta il 6 marzo 1470, anch’esso opera dell’Amadeo, si trova sulla parete di sinistra. Gli affreschi dei pennacchi, delle lunette e della cupola riproducenti Episodi della vita di San Giovanni Battista, di San Marco e di San Bartolomeo sono di Giambattista Tiepolo, che li realizzò tra il 1732 e il 1733 su incarico dei Reggenti del Luogo Pio della Pietà Bartolomeo Colleoni e con l’aiuto di Francesco Capella. Le lunette sono state restaurate nel 1996. Il sarcofago ha avuto la collocazione attuale solo nel 1842, quando è stato trasferito dal santuario Madonna della Basella di Urgnano dove si trovava fino a quella data. Sotto il monumento, il bancale in noce con tarsie bibliche è opera di Giacomo Caniana 1785. Il presbiterio, a cui è annessa una piccola sagrestia, ha un altare scolpito da Bartolomeo Manni nel 1676 su cui sono le statue dei santi Giovanni Battista, Bartolomeo apostolo e Marco Evangelista. che per la presenza al suo interno dei preziosi intarsi in legno, progettati da Lorenzo Lotto, uno dei più grandi artisti del Rinascimento italiano, che raffigurano scene bibliche e mitologiche. La sua decorazione di questo capolavoro del Rinascimento italiano è composta da marmi rossi e bianchi che creano un effetto di chiaroscuro.
La facciata è divisa in tre parti da quattro lesene corinzie che sostengono un timpano triangolare. Al centro della facciata si trova il portale d’ingresso, sormontato da una lunetta affrescata con l’Annunciazione. Sopra il portale si trova una finestra circolare che illumina l’interno della cappella. L’abbattimento della sagrestia di Santa Maria Maggiore per fare posto al mausoleo ha fatto discutere gli storici, dando vita a posizioni diverse. Una parte degli studiosi, ad esempio, si è chiesta se sia stato un atto di soldatesca arroganza del Colleoni, stanco delle lungaggini burocratiche che ritardavano l’inizio dei lavori, o sia avve- nuto con l’accordo degli amministratori della chiesa. Colleoni aveva chiesto l’autorizzazione all’amministrazione comunale per l’edificazione del mausoleo in un posizione non ben identificata dato le varie modifiche che la chiesa, e i palazzi che la circondano hanno subito nel tempo, forse era proprio il palazzo della Ragione, oggetto della demolizione, che si trovava in urgente necessità di restauro, cosa che avverrà nei primi anni del Cinquecento su progetto di Pietro Isabello. La lettura del mastro di contabilità della nuova sagrestia laddove dice che la precedente era stata “ruinata” ha fatto nascere quella che monsignor Angelo Meli, uno dei maggiori studiosi della Cappella, definisce la leggenda dell’intervento armato. “Si è inteso il termine “ruinata” come conseguenza dell’azione violenta del potere militare mentre voleva esprimere solamente il fatto fisico dell’abbattimento in sé senza con ciò volerlo derivare da un’azione di forza”.
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Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2017-2021
Lo studio che nasce dall’impegno congiunto di Ance Brescia, Ordine dei dottori Commercialisti e Camera di Commercio per fare sintesi dei dati che emergono dai bilanci presentati dalle imprese bresciane del settore delle costruzioni. Una panoramica sul settore che promuove una riflessione sull’evoluzione dell’edilizia a livello provinciale