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mercato del lavoro
L’Osservatorio sul mercato del lavoro e sulle relazioni collettive dell’Università degli studi di Brescia ha analizzato il nuovo accordo siglato lo scorso novembre e la sua rappresentatività nel sistema edile territoriale
L’edilizia è un settore complesso caratterizzato da una lunga filiera: una panoramica complessa che si riscontra anche nella contrattazione collettiva del comparto delle costruzioni. A novembre del 2021 i contratti dedicati all’edilizia depositati presso il Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) risultavano settantuno su un totale di novecento novantatré che riguardano tutti i settori produttivi. A tali numeri si devono aggiungere una pluralità di accordi che, sebbene sviluppati in altri comparti, vengono applicati anche a imprese la cui attività ricade nell’ambito dell’edilizia. Una situazione che comporta, sia dal lato sindacale che dal lato imprenditoriale, il rischio di una frammentazione della rappresentanza e della stessa funzionalità del contratto collettivo. La recente esperienza dei bonus fiscali ha evidenziato il problema, stimolando l’introduzione da parte della legislatura di strumenti a contrasto del dumping contrattuale come l’attestazione di congruità. È interessante evidenziare come siano state proprio le parti sociali a voler individuare formule per incentivare le imprese all’applicazione del contratto collettivo edile.
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La particolare dinamica delle relazioni sindacali all’intero del settore ha, in effetti, suggerito all’Osservatorio sul mercato del lavoro e sulle relazioni collettive istituito presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Brescia (Osmer), di proporre ad Ance Brescia di entrare a far parte dell’organismo. Invito prontamente accettato dall’Associazione, anche alla luce della sottoscrizione del contratto collettivo provinciale, avvenuta il 30 novembre scorso, cui l’Osservatorio ha, poi, dedicato un seminario di presentazione. Invitati all’appuntamento per dialogare insieme ai docenti Cristina Alessi, Sergio Albertini, Gianluca Bonanomi e Fa- bio Ravelli sono intervenuti i rappresentanti del sistema edile bresciano: il direttore di Cassa edile Brescia Nicolò Depellegrin, i segretari delle organizzazioni sindacali provinciali di categoria Ibrahima Niane di FilleaCgil Brescia, Raffaele Merigo di Feneal-Uil e Sara Piazza di Filca-Cisl e il responsabile del servizio sindacale di Ance Brescia Francesco Zanelli. Nel corso del dibattito è stato evidenziato come il testo del Ccpl presenti un contenuto ricco, articolato e di spessore. Nello specifico viene confermato il modello partecipativo molto sviluppato legato al ruolo centrale della bilateralità, che è una caratteristica peculiare del settore edile sin dalle proprie origini. Sul banco i punti cardine di innovazione del contratto collettivo provinciale, a partire, da due istituti di retribuzione incentivante a contrasto del dumping contrattuale: il primo, di natura territoriale, l’elemento variabile di retribuzione (Evr), mentre il secondo, da introdursi a livello aziendale da parte della singola impresa interessata a istituirne la disciplina verso i propri dipendenti. Due strumenti, il primo obbligatorio mentre il secondo facoltativo, che possono essere visti come complementari fra loro quali forme legali di retribuzione istituite per rendere attrattivo il Ccpl e il settore nei confronti dei lavoratori. Ancor più caratterizzante è la conferma della banca ore elemento che la contrattazione provinciale ha preso in prestito da altri settori e che, forse per la prima volta in Italia, è stata introdotta nel comparto edile nel 2017. La banca ore permette all’impresa di avere una forma di flessibilità e ai lavoratori di accantonare le ore di straordinario, così da utilizzarle in caso di esigenze personali. Un aspetto che rende chiara la volontà di allargare i confini della contrattazione collettiva, per cogliere le opportunità legislative a disposizione e migliorare la qualità del lavoro e i rapporti stessi del settore. Intento strettamente connesso alle attività di forte spinta verso l’apertura al dialogo che si rivela dall’istituzione della commissione di conciliazione, anch’essa già prevista nell’accordo siglato nel 2017, costituita per ridare slancio alle relazioni industriali e per favorire una soluzione delle controversie al di fuori delle sedi giudiziarie. inoltre rafforza il ruolo di centralità ricoperto dagli enti bilaterali bresciani, Cassa edile e Scuola edile, quali enti principali di erogazione dei corsi
Non per ultimo l’aspetto della formazione che ricopre un ruolo centrale per le imprese, in un periodo di forte sviluppo del settore. Concetto che ancora una volta dimostra la vivacità di uno strumento che si pone sempre di più come modello completo per la gestione delle risorse del settore edile. Lo spazio alla formazione nel nuovo accordo è sintomo di innovazione, perché intercetta le necessità dell’edilizia e sfrutta le opportunità delle risorse per migliorare la qualità del lavoro dell’impresa e le capacità del singolo lavoratore. Attività, quest’ultima, che rafforza il ruolo di centralità ricoperto dagli enti bilaterali bresciani, Cassa edile e Scuola edile, quali enti principali di erogazione dei corsi, degli aggiornamenti e dei servizi competenti e gratuiti rivolti alle imprese e ai lavoratori iscritti. Un impegno continuo che vuole incentivare la crescente evoluzione del settore.