Natura

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La natura ci rivela verità che l’uomo raramente riesce a cogliere. Parla costantemente nell’eterno silenzio dei suoi spazi, e senza mezzi termini, svela ogni segreto, ogni soluzione. Ma l’uomo preferisce il caldo del letto e l’illusione della felicità. Così come l’uomo si è costruito la casa di cemento e mattoni, così ha fatto coi pensieri. Flussi e flussi di pensieri senza sosta, continui ma irregolari, alti ma effimeri, grandi ma deboli. L’uomo è la costruzione di se stesso, è la sua stessa illusione. Millenni di storia, di epoche, di eventi, di persone, di luoghi, di storie, di volti, di emozioni, di virtù, di arte. Millenni di vita, di morte, di amore, di verità, di ipocrisia, di giustizia, di arroganza. E ancora di destino, di sogni, di viaggi, di popoli, di culture, di uomini, di illusioni. Millenni, racchiusi in un secondo, in un attimo. Racchiusi in uno sguardo verso ciò che di più ancestrale possa esistere: la natura. La terra, così soffice, così friabile, così secca, così fredda, così calda, così scura o così limpida, non è forse la storia dell’uomo?


E i tronchi, così vivi e longevi, così radicati in profondità e così tendenti verso l’alto, non sono forse lo spirito dell’uomo? E le foglie, sottili e sinuose, alcune finissime, altre grosse e succose; alcune ingialliscono, altre sempreverdi. Foglie profumate, foglie cadute, foglie plananti, foglie che resistono al mal tempo, altre che cedono; foglie pungenti, foglie soffici, foglie in gruppi, foglie singole. Non sono forse l’uomo stesso? Eppure l’uomo è felice nella campana di vetro, è soddisfatto del suo regno, ed è succube di esso. Noi siamo un Uno col Tutto. Pan, il dio del Tutto, il panico, la manifestazione del tutto interiore, l’esplosione dell’umanità, ormai troppo vecchia per controllarsi e ancora troppo giovane per capire di poterlo ancora scoprire. Ci sveglieremo, una mattina, e ricorderemo tutto questo. Ricorderemo che siamo freddi come il torbido ghiaccio, parassiti come funghi velenosi, ferenti come soffocanti rovi, vuoti e scuri come umide e oscure caverne, assassini come la cicuta e la bella donna. Ma ricorderemo anche che siamo forti come vitali e chiomosi alberi, profondi come tenaci


radici, dolci come freschi e succosi frutti, caldi come il sorriso del sole. Ricorderemo che crediamo nei valori e nei sogni, come piante sulla roccia, come piccoli steli che spaccano l’asfalto. Ricorderemo che amiamo, come il soffice muschio che abbraccia ogni cosa.


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