RASSEGNA STAMPA DEL 11 NOVEMBRE 2020

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V

Primo Piano

Mercoledì 11 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Virus, i sindaci

L’EMERGENZA il sindaco Jacopo Massaro parla di «situazione drammatica» per i contagi, dopo l’incontro con la Regione. E si scaglia contro gli assembramenti del fine settimana, con assalto anche al Nevegal

«Comportamenti idioti: migliaia di contagiati» ` Si è scagliato contro l’assalto del fine settimana L’accusa del sindaco Jacopo Massaro, lanciato dopo la riunione con la Regione e l’analisi dei dati «Con Zaia e Lanzarin concordato un giro di vite» `

L’EMERGENZA BELLUNO Male, anzi malissimo. Belluno pagherà i comportamenti incauti dello scorso fine settimana, il Covid non perdona. L’ha detto chiaramente il sindaco Jacopo Massaro, dopo il vertice di ieri pomeriggio con i sindaci dei capoluoghi del Veneto, il governatore Luca Zaia e l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin. Non ha scelto le parole più delicate e non ha misurato gli aggettivi, il primo cittadino ieri nel riportare i contenuti emersi dall’incontro svoltosi, naturalmente, online. Parla di situazione drammatica, di comportamenti idioti e di raffiche di controlli da qui in avanti. In-

somma, nel giorno in cui cinque regioni passano a zona arancione e rossa anche a Belluno scatta un nuovo allarme e parte l’appello ai cittadini a mettersi una mano sulla coscienza perchè così non va. «Se non ci saranno nuovi provvedimenti – dichiara l’inquilino di Palazzo Rosso – siamo avviati a passi lunghi e rapidi verso la zona arancione e poi rossa, bisogna intervenire immediatamente: la gente è troppo rilassata, la situazione è drammatica».

L’ASSALTO Nella mente allora è naturale che scorrano le immagini dello scorso fine settimana, quando le montagne della provincia sono state letteralmente prese d’assalto dai turisti e dagli stes-

SINDACO Jacopo Massaro

si bellunesi che, approfittando della giornata soleggiata e inaspettatamente calda, hanno invaso le località in quota, con lunghe code al rientro la sera. Lo scotto da pagare per un sabato e una domenica di svago, ai tempi del Covid, è però alto. Troppo, stando alle parole di Massaro che oggi mette in guardia con durezza paventando a tutti lo spauracchio di un nuovo lockdown. «Con il governatore Zaia e l’assessore c’è stata una chiacchierata di confronto sulle misure necessarie da adottare per dare un’ulteriore stretta – prosegue Massaro -, perché non si può più presentare una situazione come quella di domenica quando si saranno infettate migliaia di persone per

comportamenti idioti e incauti. Abbiamo concordato sulla necessità di un giro di vite sui controlli, credo che nessuno abbia voglia di finire in zona rossa in pieno periodo di Natale, questa ipotesi va a tutti i costi scongiurata e bisogna intervenire immediatamente». Dunque, fermare la continua crescita dei contagi per non mettere ancora più in difficoltà il sistema sanitario, per evitare nuove restrizioni e per sperare in un Natale più tranquillo: questi gli obbiettivi dei sindaci dei comuni capoluogo del Veneto e dei vertici della Regione Veneto, che nel pomeriggio di ieri si sono confrontati sulle misure per limitare il diffondersi dei contagi.

LE MISURE

Oggi c’è grande preoccupazione per la tenuta del sistema sanitario regionale, per le possibilità di cura dei nuovi positivi che emergeranno nei prossimi giorni e per la necessità, al contempo, di assicurare visite e assistenza anche ai malati oncologici. Sulle misure da adottare, i rappresentanti locali e regionali si sono confrontati. «Personalmente – prosegue Massaro, che ha partecipato alla riunione in qualità di sindaco di Belluno, sì, ma anche di presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl 1 Dolomiti - ho posto due questioni: quella delle case di riposo, dove è urgente che la Regione intervenga con del personale che possa sostituire gli operatori contagiati per garantire la continuità del servizio, e quella del numero di persone per famiglia nei supermercati; mentre durante il lockdown vigeva la regola per la quale un solo membro per famiglia poteva accedere ai punti vendita, ora assistiamo a ritrovi familiari tra le corsie». Insomma, ancora non sono chiare quali saranno le ulteriori restrizioni da adottare da qui in avanti, quel che è certo è la rilassatezza dei giorni scorsi ha mandato ancora una volta la situazione fuori controllo e ci si dovrà attendere multe e controlli ancora più serrati a partire da oggi. «Purtroppo, le persone sono ancora troppo rilassate - conclude il sindaco - e non hanno capito come la situazione sia realmente drammatica». Alessia Trentin © RIPRODUZIONE RISERVATA

La sindaca di Valle positiva al virus «Per fortuna ho solo sintomi lievi» LA TESTIMONIANZA VALLE DI CADORE Nella prima ondata, a primavera, era stata in isolamento perchè entrata in contatto con un positivo del suo paese, in questa seconda fase Marianna Hofer, riconfermato sindaco di Valle di Cadore, è in isolamento perchè risultata lei stessa positiva. Lo ha detto ai suoi cittadini nella diretta facebook che ha ripreso a fare da qualche giorno, da quando il Covid 19 è tornato a mordere anche nelle località montane, le stesse che nei mesi primaverili erano state graziate. L’alto bellunese vive momenti drammatici, il Cadore segna numeri pesanti, a Valle il sindaco è il contagio più illustre. Con gli occhi lucidi, per quel raffreddamento che aveva fatto scattare l’allar-

me, e la stanchezza ben evidente in volto il sindaco Marianna dopo i saluti fornisce subito la notizia: «Purtroppo anche il mio tampone è risultato positivo, non me l’aspettavo perchè il rapido era risultato negativo, pensavo fosse una semplice influenza anche perchè, fortunatamente, così si è manifestata e così è il decorso che sto facendo. Non ho avuto contatti diretti con le persone che lavorano in Comune nè con i miei collaboratori con i quali abbiamo

IL RACCONTO DI MARIANNA HOFER NELLA QUOTIDIANA DIRETTA FACEBOOK PER AGGIORNARE I CITTADINI

sempre attuato le modalità di riunioni a distanza ne con il pubblico». Ma in municipio c’era stato un caso di positività e questo, assieme a quello del sindaco, impone prudenza; una situazione che va tenuta sotto controllo, quanto ai servizi «saranno garantiti grazie a due dipendenti che si alterneranno e quindi non ci saranno contatti fino a quando farò il prossimo tampone di controllo».

I DATI Nell’occasione della diretta social fornisce anche i dati sui contagi in paese. I positivi sono passati da 34 a 36, sindaco compreso, con 17 persone in isolamento, ma la situazione, per dirla come Marianna Hofer, «è sotto controllo». Vede anche un lato positivo analizzando i dati del Covid a Valle, spiega: «Le persone sono brave, i positivi sono saliti di due e in

isolamento solo tre significa che si stanno rispettando le regole: mascherine, igiene delle mani e distanziamento. Vi chiedo di continuare così per il bene di tutti». Si appella alla pazienza degli utenti che in questo periodo non potranno contare sulla stessa erogazione delle prestazioni in municipio, le forze sono ridotte, bisogna fare di necessità virtù in attesa di tempi migliori ricordando sempre che quanto viene chiesto è per la salute di tutti. «Mi ritengo fortunata perchè so che tante sono le persone che sviluppano la malattia in maniera forte, sono fortunata ho solo il raffreddore, le tosse», assicura il sindaco di Valle; il mal di testa ieri era passato tanto che, non avesse avuto il responso del tampone, in mattinata sarebbe andata al lavoro in municipio. Sono sempre tante le cose da fare, le farà a distanza,

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LA SINDACA Marianna Hofer durante la diretta con i cittadini

«LAVORERO’ DA CASA DOMANI PRESIEDERO’ ANCHE IL CONSIGLIO CI SARANNO DISAGI IN MUNICIPIO MA TENIAMO DURO»

presiederà on line anche il Consiglio comunale di domani. Nel frattempo, il prossimo tampone di controllo è previsto per il giorno 17, oltre al lavoro dedicherà tempo alle letture senza dimenticare l’appuntamento serale con gli amici dei social ai quali comunicare le ultime notizie. Giuditta Bolzonello © RIPRODUZIONE RISERVATA


Belluno Mercoledì 11, Novembre 2020

SAN MARTINO: IN MUNICIPIO E IN CHIESA FESTA RIDOTTA PER IL PATRONO

San Martino. Ricevuto il battesimo, lasciò le armi e condusse presso Ligugé vita monastica in un cenobio da lui stesso fondato, sotto la guida di sant’Ilario di Poitiers.

La rassegna “Passi e trapassi”, esperimento riuscito: versione digital promossa

G. Santin a pagina VIII

4°C 12°C Il Sole Sorge 7:04 Tramonta 16:43 La Luna Sorge 1:48 Cala 15:11

Belluno

Segherie Bellunesi si ferma: per 45 anni con Mauro Corona Era nata nel 1905, ora si dedicherà soltanto al commercio e non più al taglio. L’amministratore Collarin: «Ci sono sempre meno falegnami»

Trentin a pagina XV

De Donà a pagina IX

Tutti i contagi comune per comune La mappa della provincia con le persone attualmente positive ` Ieri 225 casi e tre vittime: un sessantunenne di Cortina o in quarantena: l’incidenza maggiore nella parte settentrionale e due anziani nelle residenze di Limana e di Pieve di Cadore `

L’intervista

Il primario «Al 118 il doppio di chiamate» Le chiamate che in una normale domenica di novembre aumentano del 50%. Il 118 utilizzato a volte per richiedere informazioni da chi ha due linee di febbre. Il primario del Suem, Giulio Trillò, racconta il superlavoro degli operatori in centrale a Pieve di Cadore. A pagina III

La crescita del contagio ormai è esponenziale anche in provincia. Ieri 225 nuovi casi e 3 morti, tra i quali un 61enne di Cortina. Nemmeno i comuni rimasti immuni alla prima ondata si salvano. Gli unici territori “puliti”, ad oggi, sono Colle Santa Lucia e Rivamonte Agordino. Belluno con 261 positivi e un totale di 329 persone tra contagiati e contatti è il primo comune per contagi. Ma l’incidenza del virus rapportata alla popolazione è solo dello 0,92 per cento. Ben diverso il caso Cortina: con 158 positivi l’incidenza del virus è del 2,7%. Ancor peggio Santo Stefano dove i positivi sono il 5,45% degli abitanti. Bonetti a pagina II

La polemica I gestori contro il governo: «Mancano regole»

Calcio

Serie D saltano anche i recuperi

Il sindaco: «Migliaia di infettati dopo gli assembramenti di domenica» `

Valle

Hofer annuncia in diretta: «Colpita anch’io» «Sono positiva al virus». A raccontarlo ieri in diretta Facebook con i cittdaini è stata la sindaca di Valle di Cadore Marianna Hofer. «Ora lavorerò solo da casa» Bolzonello a pagina V

Più morti di primavera L’operatrice «Un incubo» Sono 63 i positivi nella casa di riposo di Limana tra cui 18 operatori. E gli anziani rischiano di restare anche senza assistenza. Il sindacato Cisl Fp chiederà un tavolo di confronto permanente all’Usl 1 Dolomiti. Il focolaio è scoppiato domenica. In due giorni si sono registrate 63 positività. Ben 42 su 112 gli ospiti contagiati e devono ancora arrivare gli esiti di 25 tamponi. Nel frattempo si conta anche un decesso. Piol pagina VII

Massaro accusa «Un’altra stretta per colpa di pochi» Male, anzi malissimo. Belluno pagherà i comportamenti incauti dello scorso fine settimana, il Covid non perdona. L’ha detto chiaramente il sindaco Jacopo Massaro, dopo il vertice di ieri pomeriggio con i sindaci dei capoluoghi del Veneto, il governatore Luca Zaia e l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin. Massaro parla di situazione drammatica, di comportamenti idioti, riferendosi anche all’assalto alle montagne di domenica e chiede interventi urgenti, anche nelle case di riposo. Trentin a pagina V

Case di riposo

Impianti di sci chiusi: «Ristori ridicoli» DOLOMITI SUPERSKI «Impossibile dire quanto potremo aprire. Aspettiamo un protocollo che sia meno penalizzante di quello presentatoci la settimana scorsa», così il presidente Anef al termine della riunione degli impiantisti, in perdita del 50-70%. Ciprian a pagina XIII

Niente da fare: il recupero della partita di serie D in programma domenica tra Belluno e Montebelluna si disputerà il 22. La richiesta della società gialloblù è stata accolta, ma il tecnico Lauria chiede di fermare subito l’intero campionato: «Troppo rischioso continuare a portare a spasso il virus». Anche Union Feltre e Sedico si fermano: salta il derby in programma il 22 novembre. A pagina XIV

Belluno

Borgo Valbelluna

Trova i soldi per terra e li restituisce

Acc, il governo frena la fusione «È prematura»

«Per me non è nulla di particolare: ho visto i soldi per terra, li ho raccolti e poi portati in Questura». Valter Meneghesso, 74enne di Belluno ed ex insegnante ammette di essere rimasto sorpreso dell’attenzione che si è creata intorno al suo caso. Giovedì scorso ha trovato per terra 10 banconote da 20 euro e una carta bancoposta e li ha subito portati in questura.

«Ancora prematuro dire quale sarà la compagine societaria della nuova Italcomp». Così il sottosegretario al Ministero per lo sviluppo economico, Alessandra Todde, ieri alla Camera nell’affrontare il tema della creazione di un nuovo polo industriale del freddo che unisca, sotto l’ombrello dello Stato, la Acc di Mel e la ex Embraco di Torino. Intanto a Mel la cassa è vuota.

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Redazione Belluno: 32100 - Belluno, via Segato 5 - Tel. 0437.940260 - fax 041.665177 belluno@gazzettino.it

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Primo Piano

Mercoledì 11 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Coronavirus, la sanità

IL DIRETTORE GENERALE Domenico Scibetta, numero uno dell’Ulss 6 Euganea, ieri allo stadio Euganeo mentre i medici effettuano i tamponi. Accanto a lui il capitano medico, militare, Stefano Caiolo

Tamponi record, ora in Fiera Picco dall’inizio della pandemia: in un giorno 6.782 test, `Scibetta conferma la volontà di spostare il servizio dallo stadio i “rapidi” superano i molecolari. In azione anche l’esercito a via Tommaseo: «Spazi riscaldati e parcheggio, aspetto l’intesa» `

L’EMERGENZA PADOVA E’ record di tamponi nei

nove punti di screening dell’Ulss 6 Euganea. Nel giro di 24 ore sono stati eseguiti 6.782 test, il numero più alto messo a segno dall’inizio della pandemia nel Padovano. Il picco è stato raggiunto lunedì, ma il progressivo aumento di richieste fa pensare che presto la cifra sarà superata. Dal 21 febbraio ad oggi l’Ulss 6 Euganea ha eseguito oltre 420 mila tamponi, di cui ben 54 mila dal 29 ottobre in poi. «Le richieste crescono in maniera esponenziale – dichiara il direttore generale, Domenico Scibetta - Il 28 ottobre scorso si è verificato il sorpasso dei test antigenici rapidi rispetto a quelli molecolari. Il 9 novembre è stato raggiunto il record di 6.782 tamponi effettuati, il 61% di questi sono antigenici quindi con la consegna del referto in mano. Desidero tranquillizzare i cittadini che temono di prendere il coronavirus mentre sono in coda per sottoporsi al tampone. Come se si fosse in fila per entrare in posta, basta rispettare le semplici regole che conosciamo tutti: distanziamento, mascherina e igiene delle mani. Sono ben altri i contesti ai quali bisogna rivolgere la propria attenzione».

IL SISTEMA Il coronavirus corre, ma allo stesso tempo il sistema di tracciamento dei contatti stretti funziona a pieno ritmo. Attualmente nei nove punti di screening coronavirus dell’Ulss 6 Euganea sono impiegate 244 persone. «Stiamo dando il massimo per far fronte all’emergenza e per fornire una risposta efficace alla popolazione – aggiunge Scibetta -, la squadra in prima linea è formata da 117 medici Usca e 127 tra infermieri e operatori. Mai come oggi risulta necessario essere duttili nel modulare la rispo-

sta sanitaria in funzione della domanda, con l’obiettivo di velocizzare e razionalizzare l’attività di prevenzione e diagnosi precoce».

LA SQUADRA Dal primo novembre l’Ulss 6 Euganea ha rimpolpato la squadra dedicata ai tamponi con 37 nuovi medici Usca (Unità speciali di continuità assistenziale). Le Usca da un lato garantiscono l’assistenza e il monitoraggio a domicilio dei pazienti affetti da Covid che non necessitano di ricovero ospedaliero, e dall’altro danno man forte anche nell’esecuzione dei tamponi, antigenici rapidi o molecolari, nei punti allestiti nel Distretti socio-sanita-

ri, allo stadio Euganeo e nella tensostruttura di Schiavonia. Dal primo ottobre i medici Usca hanno garantito 412 visite domiciliari a padovani in isolamento a casa, oltre che 2.260 tamponi domiciliari. Intanto anche i medici di medicina generale si stanno attrezzando per poter effettuare lo screening per Sars-Cov2

«LE RICHIESTE CRESCONO IN MODO ESPONENZIALE, IN CODA TUTTI RISPETTINO LE REGOLE PIÙ SEMPLICI: MASCHERINA, DISTANZA E LAVARSI LE MANI»

nelle loro sedi ambulatoriali, in questi giorni stanno arrivando le prime dotazioni di Dpi e tamponi.

LE SEDI Uno dei punti di riferimento più importanti, dal lunedì al venerdì, rimane lo stadio Euganeo dove si rivolgono gran parte dei padovani per effettuare il tampone. Visto il crescente aumento di richieste, l’Ulss 6 sta valutando di trasferire il servizio in un padiglione della Fiera di Padova.

«Il 24 settembre scorso ho preso contatti con la direzione della Fiera – spiega Scibetta -, esprimendo la volontà di trasferire lì l’attività di screening. I vantaggi sono diversi, spazi ampi e riscaldati, un grande parcheggio e così via. A seguito del nostro sopralluogo, abbiamo sollecitato la Fiera al fine di ottenere una valutazione per la remunerazione dei costi. Siamo in attesa che si chiuda la valutazione economica e il relativo accordo scritto». Novità potrebbero arrivare

già nelle prossime ore. Debutto ieri mattina per i rinforzi dell’esercito allo stadio Euganeo e al distretto di Albignasego. Due medici, quattro infermieri e quattro movieri (militari incaricati di dirigere il traffico o di orientare le persone) supporteranno l’attività già svolta finora dal personale dell’Ulss 6. Le due squadre militari presteranno servizio dalle 8 alle 14, dal lunedì al sabato. «Attualmente all’Euganeo sono attivi sette stalli per effettuare tamponi – spie-

partire dalla Regione per ottenere il rispetto delle norme e che venga ripresa la sanificazione dei mezzi». Una missiva nella quale si ricordano anche altre norme non applicate o praticate in modo che, i sindacati definiscono approssimativo. «Gli stessi regolamenti e protocolli prevedono

che nei bus e nel tram la salita e discesa debba avvenire da porte separate, consentendo la salita dalla porta centrale e la discesa dalla porta posteriore utilizzando idonei tempi di attesa al fine di evitare contatto tra chi scende e chi sale - continua il sindacalista - Vogliamo ricordare anche, tra le altre cose, che si devo-

LA RICHIESTA I sindacalisti chiedono maggiori interventi di sanificazione a bordo con una lettera alle istituzioni

«Un nostro autista positivo e quattro casi sospetti, servono le sanificazioni» I TRASPORTI PADOVA «A fronte del riscontro di un caso di positività di un dipendente di Busitalia e di altri quattro sospetti in attesa dei risultati del tampone già eseguito, abbiamo deciso di richiedere l’intervento urgente del governatore Luca Zaia, del Prefetto Renato Franceschelli, del Presidente della Provincia Fabio Bui e del sindaco Sergio Giordani». Lo dice Danilo Scattolin di Sgb (Sindacato Generale di Base, che poi spiega: «Abbiamo inviato una lettera ufficiale per denunciare la mancata sanificazione dei mezzi di trasporto pubblico e altre inosser-

vanze delle misure anti Covid 19. Il riscontro di un positivo e di casi sospetti non rappresenta certo un focolaio del Virus ma si devono tutelare utenti e dipendenti in tutti i modi possibili e prescritti». I dipendenti dell’azienda di trasporto pubblico, che serve città e provincia, tramite i loro

LETTERA DEL SINDACATO A GIORDANI, ZAIA E FRANCESCHELLI PER SOLLECITARE BUSITALIA A MAGGIORI PULIZIE A BORDO

rappresentanti sindacali negli ultimi mesi hanno fatto sentire la loro voce più volte per richiedere misure di sicurezza. «In base alle ordinanze regionali e al protocollo siglato dalle associazioni di categoria, la sanificazione dei mezzi di trasporto, autobus e tram deve essere eseguita almeno una volta al giorno spiega Danilo Scattolin - ma abbiamo constato che in Busitalia, in violazione di quanto previsto anche dall’ultimo dpcm del 3 novembre scorso, i mezzi non vengono più sottoposti a igienizzazione e sanificazione con grave rischio di contagio per dipendenti e passeggeri, per questo abbiamo deciso di informare della situazione tutti gli enti a

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In un giorno altri 545 contagi, Este piange la sarta del paese `Altre 10 persone ricoverate a Padova, impennata Elena Candeo, 91 anni, è morta a Schiavonia: «Molto attiva in parrocchia, lascia un gran ricordo» anche a Cittadella. La vicinanza del Senato del Bo `

LA GIORNATA PADOVA Ancora 545 nuovi casi di contagio e quattro decessi registrati in provincia di Padova. Il quadro emerge dal report di Azienda Zero, che mostra complessivamente 9.857 positivi al tampone. Le vittime legate al Covid dall’inizio dell’emergenza ad oggi sono state 380. I padovani in isolamento domiciliare sono 1.234, nelle ultime 24 ore sono entrati in quarantena in 40. Nei vari ospedali sono assistiti 340 pazienti positivi.

LA VITTIMA

ULSS 6 E’ record di tamponi nei nove punti di screening dell’Ulss 6 Euganea. Nel giro di 24 ore sono stati eseguiti 6.782 test. Ieri sono arrivati come rinforzo anche i militari dell’esercito

ga il dg Scibetta -, l’arrivo dell’esercito consentirà di aprire un ottavo stallo. Ringrazio del contributo perché nella lotta al coronavirus ogni risorsa è preziosa. L’iniziativa migliorerà l’efficienza operativa della nostra grande macchina sanitaria di prevenzione e diagnosi». Ieri i militari hanno completato l’affiancamento ai sanitari, da oggi entreranno effettivamente in servizio. Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA

no adottare possibili accorgimenti atti alla separazione del posto guida con distanziamento di almeno un metro dai passeggeri. Cosa, questa, richiesta a più riprese sia per proteggere l’autista del mezzo da possibili contagi che le persone che utilizzano autobus e tram ora che, finalmente, la capienza dei mez-

Il coronavirus ha messo la parola fine alla lunga vita di Elena Candeo, 91enne di Este ma la sua testimonianza di amore e di servizio nella comunità di Meggiaro è ancora viva nei cuori degli altri parrocchiani. L’anziana era ricoverata da qualche settimana al Covid hospital di Schiavonia. Giusto qualche mese fa aveva perso il marito, Angelo Buoso, morto a 93 anni, dopo un’intera vita trascorsa fianco a fianco, crescendo i tre figli e poi godendosi anche i nipoti. Elena faceva la sarta: ha confezionato centinaia di vestiti. Al lavoro e all’impegno in famiglia come moglie e madre ha sempre affiancato il volontariato in parrocchia, animata da una fede ardente. Molto attiva nell’Azione Cattolica, ogni settimana distribuiva la stampa cattolica agli altri fedeli: a domicilio quando era giovane e in tempi più recenti in chiesa, dopo la messa della domenica. Non solo: dava volentieri una mano anche con le pulizie della chiesa a cui era così affezionata. Del resto era stata tra i cittadini che più si erano prodigati nella raccolta fondi per dotare la parrocchia di San Girolamo, istituita nel 1975, di un edificio di culto. «Era una persona squisita, di quelle che seminano luce. Ha lasciato davvero un bel ri-

I TAMPONI Ancora 545 nuovi casi di contagio. Qui sopra il personale dell’Ulss 6 Euganea impegnato ieri mattina allo stadio Euganeo

cordo di sé». A dipingere il ritratto di Elena è don Orlando Zampieri, parroco emerito di Meggiaro: «Era un’ottima donna, affabile, comprensiva, dai modi piacevoli, molto devota a Dio. Aveva dei grandi valori, che ha testimoniato fino alla fine, sia in famiglia che nella co-

munità. Elena ha vissuto una vita umile, fatta di servizio e amore verso il prossimo».

I RICOVERI In Azienda ospedaliera sono ricoverati 124 pazienti nei letti di Malattie infettive (+15 nelle ultime 24 ore) e altri 19 in tera-

zi di trasporto è stata dimezzata dal provvedimento del Governo per evitare gli assembramenti che si sono più volte verificati ad esempio, alla riapertura delle scuole». Il dipendente risultato positivo al Covid 19, per ora non presenta sintomi preoccupanti. «Sono sempre stato molto attento sia nell’indossare la mascherina che nell’igienizzare le mani e, per quanto sia possibile, anche nel mantenere le distanze con le persone che trasportavo - racconta - ma purtroppo siamo di fronte ad un virus subdolo. Per ora ho un po’ di febbre, tosse anche se fortunatamente non tanto frequente, sento ancora il gusto del cibo ma il mio olfatto non è più come prima. Mi auguro che i prossimi giorni passino senza ulteriori problemi. Quando ho sentito i primi sintomi ho chiamato il mio medico e sono subito andato a fare il tampone che l’azienda non fa, ho passato delle ore sperando di avere l’influenza poi il responso: positivo». Luisa Morbiato

pia intensiva (+1). All’ospedale di Schiavonia sono assistite 93 persone in reparto (+3) e 18 in rianimazione. A Cittadella salgono in ricoveri in reparto arrivando a quota 50 (+10), i casi gravi scendono a 7 (-1). Nella struttura ospedaliera di Piove di Sacco sono occupati 22 posti

letto in area non critica (+2) e 4 in terapia intensiva. All’ospedale di Camposampiero si trovano 2 positivi in rianimazione e uno in reparto. La pressione nei reparti e nelle terapie intensive intanto non si allenta e arrivano parole di incoraggiamento dal senato accademico dell’università di Padova. «Di fronte al rapido peggioramento della situazione relativa ai contagi per Covid-19 cui stiamo assistendo, il senato accademico, certo di interpretare i sensi dell’intera comunità accademica, desidera oggi rinnovare il sincero e profondo sentimento di vicinanza, solidarietà e gratitudine a tutto il personale medico, infermieristico e in formazione specialistica, a qualsiasi titolo impegnato nelle attività di accoglienza e cura degli ammalati, nell’auspicio che anche in questa nuova aspra stagione si producano le medesime attestazioni di disponibilità e generosità che hanno contraddistinto i mesi primaverili». Il messaggio dei rappresentanti del Bo guarda anche al mondo della sanità, oggi sotto stress a causa dell’aumento dei ricoveri Covid. «Forte della testimonianza e della competenza dei suoi componenti di area medica, il senato accademico desidera inoltre rivolgere un caldo, forte e non rituale appello alla cittadinanza tutta affinché si sforzi, anche a fronte di una comprensibile stanchezza e di rinunce non banali, di rispettare con il massimo scrupolo tutte le disposizioni e le precauzioni necessarie ad evitare che la situazione degli ospedali, già oggi molto severa, peggiori ulteriormente e assuma tratti la cui drammaticità non sarebbe diminuita dall’essere stata già vissuta in primavera». E.Fa. M.E.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA

I RAPPRESENTANTI DELL’UNIVERSITÁ: «SOLIDARIETÁ E GRATITUDINE A TUTTO IL PERSONALE MEDICO INFERMIERISTICO»

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Contributi per la spesa e le bollette in arrivo come aiuto alle famiglie Verranno erogati direttamente sul conto corrente Pronto il bando per le case popolari: mancava da 4 anni `

I RISTORI DEL COMUNE

SCENE DA NON RIVEDERE La manifestazione dell’1 novembre che ha richiamato in piazza Matteotti e sul Corso centinaia di persone in segno di protesta contro le nuove disposizioni che limitano l’apertura dei locali pubblici alle 18, consentendo l’attività di asporto fino alle 22

Esattamente come a marzo, quando hanno cominciato ad esserci le prime chiusure per arginare il contagio e la gente ha preferito affollare marciapiedi e percorsi pedonali pur di uscire nonostante bar e ristoranti fossero chiusi per impedire aggregazioni fuori controllo, durante lo scorso weekend è avvenuta la stessa cosa. La gente si è riversata in strada come se nulla fosse e questo, fa notare il prefetto, non va bene, tant’è che ha confessato che un eventuale uniformità delle restrizioni a livello nazionale forse sarebbe meglio, ma «è il mio personale parere». Alberto Lucchin © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ATTENZIONE È PUNTATA SOPRATTUTTO NEL FINE SETTIMANA NEL CAPOLUOGO E NEI GROSSI CENTRI

Nuovo Covid Point a Trecenta

San Luca, tamponi nell’ex portineria Uno spostamento fra i tanti che stanno interessano il San Luca, diventato il fulcro polesano dell’attività ospedaliera sul fronte del Covid. In questo caso ad essere interessata, però non è l’area dove si trovano i ricoverati, bensì quella di diagnosi: il Covid Point. Da lunedì, infatti, il punto di esecuzione dei tamponi ha una nuova collocazione all’interno dell’ex portineria avanzata dell’ospedale. È qui che si effettuano i tamponi di screening per l’utenza esterna. Nel dettaglio, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 11.30 vengono eseguiti i tamponi per chi rientra dall’estero e per gli utenti esterni con l’impegnativa di medici di famiglia e pediatri, mentre dalle 11.30 alle 14 alle persone inviate dal Sisp. Il sabato dalle 10 alle 11, vengono eseguiti i

tamponi per i rientri dall’estero e per chi è inviato da medico o pediatra, dalle 11 alle 13, invece per chi ha l’appuntamento del Sisp. I tamponi di screening per i dipendenti dell’Ulss e per chi deve eseguire il test in vista di un ricovero o un’operazione continueranno ad essere effettuati nel centro prelievi al piano terra dell’ospedale. «Ci sono state critiche sul punto tamponi di Trecenta – ha sottolineato lunedì il dg dell’Ulss Compostella – Il consigliere Bianchini, che mesi fa gongolava perché diceva che il laboratorio di processazione era un fallimento quando invece ha processato migliaia di tamponi, ora dice che non c’è sicurezza. Tutto, invece, si svolge in sicurezza». F.Cam. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ROVIGO Un nuovo aiuto per fare la spesa alle famiglie che si trovano in difficoltà a causa della pandemia. Il Comune ha annunciato l’arrivo di altri 220mila euro in buoni spesa destinati ai nuclei messi in ginocchio dall’emergenza. Questa volta, però, ha fatto sapere l’assessore al Welfare Mirella Zambello, il contributo verrà erogato direttamente nei conti correnti dei richiedenti. Non saranno riproposti, dunque, come la scorsa primavera, i buoni cartacei distribuiti al domicilio dei beneficiari con la collaborazione delle associazioni di volontariato e la convenzione delle attività commerciali aderenti, ma il Comune erogherà un bonifico sul conto corrente di chi è risultato idoneo a ricevere l’aiuto. La somma complessivamente destinata è di 220mila euro, di cui 87mila da bilancio comunale, il restante da contributi statali. «Il bando è in fase di realizzazione - spiega Zambello - nel frattempo è importante produrre il certificato Isee che permette di verificare la possibilità di accedere a questo aiuto. Tutti i dettagli verranno comunque presentati appena il bando sarà pronto».

ducia, è auspicabile che i soldi siano utilizzati effettivamente per fare la spesa e non per bisogni di altro tipo. Il prossimo anno il buono spesa verrà erogato probabilmente attraverso le cif card. In questo momento abbiamo scelto il bonifico diretto al beneficiario per accelerare l’iter, vista l’emergenza in corso».

AIUTI PER LE BOLLETTE

L’assessore al Welfare ha poi ricordato la possibilità di richiedere un aiuto per pagare i canoni di locazione, sostenuto dai fondi regionali. In questo caso, le domande dovranno essere presentate ai Caf.

BANDO CASA AL VIA Infine, dopo quattro anni di attesa, è pronto a partire anche il bando per gli alloggi popolari. «L’ufficio Casa è a disposizione per fissare gli appuntamenti e accogliere le domande - ricorda Zambello - terminata la raccolta delle domande, verrà fatta la graduatoria provvisoria per arrivare nei primi mesi del 2021 a quella definitiva. Nell’arco del 2021 molte famiglie troveranno finalmente risposta a un problema davvero pressante nella nostra città». Sono circa 500 le domande di alloggi previste per la nuova graduatoria, di queste, il Comune punta a soddisfarne, entro il prossimo anno, circa 150. «Sono iniziative importanti - ha concluso Zambello - che vanno ad aggiungersi ai vari contributi che vengono offerti dai Servizi sociali legati anche a misure di progetti regionali. Stiamo lavorando per cercare di assistere in maniera concreta chi si trova in maggiore difficoltà». Roberta Merlin

IL DETTAGLIO

Il Comune ha poi previsto un secondo bando per aiutare le famiglie a pagare le utenze domestiche realizzato grazie a circa 90mila euro messi a disposizione della Fondazione Cariparo. «Il bando - sottolinea l’assessore - prevede un contributo massimo di 400 euro a nucleo, a seconda dei parametri richiesti. In questo caso l’Isee per i richiedenti sale a 30mila euro, in quanto molte famiglie rodigine si sono trovate in difficoltà a pagare le utenze a causa della pandemia». Il fondo della Fondazione destinato all’emergenza ammontava a circa 100mila euro, ma solo una minoranza di nuclei, nei mesi scorsi, ha chiesto il contributo e dunque sono avanzati circa 90mila euro per la proroga del contributo. Anche questo bando, con i criteri di ammissione e relativa domanda, sono reperibili nel sito del Comune.

Il contributo per fare la spesa potrà essere chiesto da chi non supera i 15mila euro di Isee. Ai nuclei con una persona l’aiuto erogato sarà di 80 euro, 100 nel caso di due persone, 160 per i nuclei da tre, fino a 200 euro in caso di una famiglia di 5 o più persone. Non solo. Previsto un contributo aggiuntivo di 40 euro per ogni minore di 3 anni e altri 40 aggiuntivi in caso di presenza di disabili. «Le famiglie prese in carico dai Servizi sociali sono circa 600 - aggiunge l’assessore al Welfare - precedentemente all’emergenza sanitaria erano circa 500. Il Covid ha fatto emergere circa 100 famiglie inquadrabili nelle cosiddette nuove povertà, ossia persone che riuscivano a portare a casa uno stipendio con lavori precari o saltuari e che in seguito all’emergenza, si sono trovate senza alcuna fonte di reddito. Il contributo verrà erogato sulla fi-

LOCKDOWN I buoni spesa che vennero distribuiti a primavera

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All’orizzonte adesso c’è anche la chiusura delle piazze `Ieri mattina

attenti controlli al mercato in Corso COMUNI ROVIGO «Non possiamo permettere che il fine settimana diventi un’occasione per la trasmissione del virus». Con queste parole il presidente della Regione Luca Zaia ha invitato i sindaci veneti a mettere in atto controlli più severi sugli assembramenti che durante il fine settimana si formano nelle piazze e davanti ai locali della movida degli aperitivi, appuntamento che in tutto il Veneto è stato ormai anticipato alle 15.

IL VERTICE Ieri pomeriggio il sindaco Edoardo Gaffeo ha partecipato a una lunga riunione con la Regione e i colleghi sindaci dei Comuni capoluogo del Veneto per fare il punto sulla situazione delle piazze durante il weekend. Il governatore Zaia e l’assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin, hanno indicato ai primi cittadini i provvedimenti da prendere in caso di assembramenti nelle piazze e davanti ai locali che anticipano l’orario dell’aperitivo. I sindaci sono stati chiamati dalla Regione a usare il pugno duro sul fronte delle sanzioni e della chiusura dei locali che si ostinano a non rispettare le regole. Interventi necessari per evitare di scendere nella fascia arancione o addirittura rossa,

con conseguenze catastrofiche per l’economia, oltre che per la salute dei veneti. A Rovigo, per il momento, non si sono verificati assembramenti pericolosi come quelli che si sono stati immortalati a Padova e postati sui social durante il weekend. La situazione delle piazze è comunque da tenere sotto controllo, in quanto anche in Polesine il numero dei contagi si mantiene, nelle ultime settimane, a livelli pericolosamente elevati, se pur inferiori rispetto alla maggior parte delle province venete in preda alla seconda ondata della pandemia.

tato ordine e sicurezza in Prefettura per fare il punto proprio in merito agli assembramenti che se pur in misure più contenuta rispetto ad altre città, si verificano anche nel capoluogo, in particolare durante il fine settimana.

PIAZZE CHIUSE?

TAVOLO COL PREFETTO Mentre il sindaco era in collegamento con la Regione, l’assessore alla Sicurezza Patrizio Bernardinello partecipava al Comi-

BANCARELLE Molta gente ieri al mercato in Corso

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Tra le misure che il Comune potrebbe prendere nelle prossime ore, anche un controllo del flusso dei mercati. Ieri mattina i controlli messi a punto al mercato che si è svolto sul Corso non hanno rilevato sanzioni per il mancato uso della mascherina. «L’attenzione resta alta spiega l’assessore Bernardinello - l’appello che rivolgo ai rodigini è quello di rispettare le regole per evitare il peggioramento sul fronte sanitario e nuove

chiusure. Gli ospedali stanno riempiendo le Terapie intensive, la situazione è preoccupante. Occorre massima responsabilità i quanto il virus agisce silenzioso e ogni giorni si moltiplicano i ricoveri». Dalla riunione in prefettura, prosegue Bernardinello, «abbiamo avuto indicazioni di sanzionare chi non rispetta le regole, intensificando i controlli. Il sentore è infatti che in città il clima sia di eccessiva leggerezza. Non ci si rende conto del dramma che si sta consumando all’interno dei nostro ospedali. Ecco perché potrebbero anche arrivare da parte del Comune decisioni drastiche come chiusure di piazze fulcro di pericolosi assembramenti». R. Mer. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

L’ULTIMA VENDEMMIA DEL VENETO L’estate di San Martino si accompagna nel Padovano alla raccolta dell’uva Raboso per la produzione del vino Friularo Docg. Coldiretti: «I quintali salgono a 3.500».

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L’intervista Luigi Brugnaro un anno dall’Aqua Granda del 12 novembre, la marea di 187 centimetri che ha sommerso Venezia, Chioggia e le isole, causando danni immensi, le ferite della città sono quasi tutte rimarginate. Tuttavia, quell’episodio, causato (ormai è assodato) da un piccolo ciclone che si è formato attorno alle 20 a sud della città, è stato l’inizio di un anno terribile per Venezia, le sue famiglie e le sue attività, che hanno sofferto pesantemente con tre mesi di anticipo a una situazione che poi il Covid ha esteso al resto d’Italia. Il sindaco Luigi Brugnaro quella notte era in piazza, assieme a un gruppo ristretto di funzionari e collaboratori, a gestire la situazione dal punto più colpito.

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Sindaco, cosa le è rimasto di quella notte? «È un periodo che non dimenticherò mai. Non ho avuto il tempo di riflettere, ma ricordo di non aver avuto paura. Mi era capitato anche in altre occasioni: di fronte al problema cerco di risolverlo. Ricordo che davo ordini senza neanche sapere se ne avevo l’autorità; non mi ero chiesto in quel momento se potevo o non potevo farlo. L’ho fatto e basta. Allora si è creata veramente una vicinanza con la gente. Ricordo alle 2 di notte la grappa bevuta assieme a un commerciante delle Fondamente Nove che aveva perso tutto. Le ore e i giorni successivi ho girato la città, ricordo gli occhi delle persone che in un momento erano tutte unite in una grande comunità. Sono arrivato che ero stremato a febbraio, contavo i giorni che mancavano alla fine del Carnevale per farmi due settimane di riposo. Ed è partito il Covid...». Ha visto anche tante lacrime e tanta rabbia. «Sì, ma di fronte all’emergenza questa città ha reagito come una squadra compatta. Quel momento dovrebbe essere la chiave di lettura di come Venezia dovrebbe affrontare il futuro. Bisogna lasciare certe polemiche e fare squadra. Ce lo insegna lo sport: stai vincendo, poi gli altri rimontano. In quel momento o hai in nervi saldi e porti a casa la partita oppure perdi. Venezia quando è unita è imbattibile. Se ci si divide si perdono le battaglie importanti e non abbiamo più tempo per perderle. Se sbagliamo le mosse adesso perderanno i nostri bambini». Tutti hanno in mente l’immagine del vaporetto sulla riva, possiamo raccontare cosa è suc-

12 novembre

UN ANNO FA Il sindaco Luigi Brugnaro di notte in una piazza San Marco sommersa dall’acqua

«È stato come il terremoto ma Venezia si è riscattata» Il sindaco un anno dopo l’ “Aqua Granda”: `«Quel giorno segna una presa di coscienza «Abbiamo dato una dimostrazione all’Italia» da parte dello Stato verso una città speciale» `

cesso dopo? «Nei primi trenta giorni abbiamo ripristinato la città, cancellato i segni dei danni che avrebbero creato un problema alla vita delle persone. Oltre al grande sforzo dello Stato, della Regione del Comune e delle aziende, c’è stata una gara di solidarietà. Gio-

ALLUVIONE E VIRUS HANNO SCATENATO QUESTA CRISI MA VA CAMBIATO L’ATTEGGIAMENTO OSTILE VERSO LE IMPRESE

vani, anziani, studenti, famiglie, associazioni sportive, protezione civile che ha fatto turni massacranti. Nessuno si è sottratto. Abbiamo dato una dimostrazione all’Italia che quando si vuole si può fare. Un po’ come in Friuli nel ‘76». Il 2020 è per Venezia è anche uno spartiacque tra il “prima” e il “dopo”. «Effettivamente il 12 novembre in qualche modo segna una presa di coscienza da parte del Governo e del Paese, che ha ricominciato a capire che Venezia è una città speciale. Bisogna ora concretizzare un percorso su cui ho le idee molto chiare. Sono successe cose incredibili, un cambiamento economico inimmaginabile, prima per l’acqua alta e ora per il Covid». Che strada deve cercare Venezia?

«L’acqua alta e il virus sono certamente cause scatenanti della crisi, ma il problema nasce da lontano, parte da un atteggiamento culturale che, senza che qualcuno se la prenda a male, è oggettivamente sbagliato. È l’idea della “decrescita felice”, che non è nata oggi, un atteggiamento ostile nei confronti del lavoro e delle imprese. A Venezia ci sono radici forti di questo movimentismo ambientalista chiuso. Io mi ritengo un “ambientalista operativo”, credo che l’ambiente lo difendi se entri in dialogo con la natura. E il dialogo lo fai non subendo la natura». E una volta chiarito l’antefatto? «Allontanare i problemi negandoli è la favola della volpe e l’uva. Il porto e la città devono convivere, non è vero che scavare i canali per riportarli alla situazione ottimale è un danno all’ambiente.

Da qui a dire che non si fa niente il passo è breve. La laguna è anche un mezzo di comunicazione. Se si vuole pensare al rilancio economico bisogna passare di qua. Come puoi immaginare di riportare persone in città se non porti il lavoro e la rifunzionaliz-

IO MI RITENGO UN AMBIENTALISTA OPERATIVO: COME SI POSSONO RIPORTARE ABITANTI IN LAGUNA SENZA IL LAVORO?

zazione degli edifici? Se non porti un riconoscimento della sua specialità e dei costi impropri che essa sostiene tutti i giorni?». Si riferisce alla Legge speciale? «Sì, fino al 2003 Venezia percepiva in media 140 milioni l’anno, poi sono passati a 18 e ora che stiamo recuperando la media è di 35-36. Ma parlo anche di fare i lavori per chiudere i marginamenti a Marghera e far insediare attività ad alto valore tecnologico. Non si può fare una battaglia di retroguardia contro il termovalorizzatore quando tutti sanno che nei paesi del Nord dove l’ambientalismo è più forte hanno tutti i termovalorizzatori che funzionano benissimo e non hanno fatto morire nessuno. L’alternativa sarebbero le discariche o i costi impropri del conferimento delle nostre spazzature ad altri. C’è il tema della nuova chimica che se la fai in maniera intelligente come fa l’Eni con il recupero degli oli esausti, diventa un vanto nel mondo. O la scelta che il Comune ha già fatto di usare solo bus elettrici al Lido o di dotare tutta la città di fibra ottica. L’idea di poter attirare con la Zona economica speciale a Marghera investimenti con il vantaggio fiscale. L’idea di difendere il porto. La città deve cogliere l’occasione di rilancio. Ma deve ascoltare chi ha dei meriti. I Boeing li devono pilotare le persone che hanno i brevetti. Se si fa così sono convinto che Venezia sarà una delle prime città a ripartire». Inevitabile parlare del Mose, che sta funzionando e dovrebbe eliminare almeno le maree più alte. «Non voglio creare polemiche, ma fino a oggi noi abbiamo collaborato con tutti, poi a Ferragosto, in mezzo al decreto Covid hanno piazzato una norma che crea un’Autorità per la laguna che toglie ogni competenza al Comune e ai cittadini. La ritengo un grande errore e spero che ci sia il modo di cambiarla. Io penso che rischiamo di perdere questi due anni in cui il Mose non è finito per capire come usare l’opera tenendo in funzione il porto. Invece, se lo Stato vorrà fare da solo, ci ritroveremo a opera finita a discutere ancora se tirare su le barriere a 110 o 130 centimetri. Il fatto è che dove lo Stato interviene sulle città non funziona più niente. È per quello che il Veneto ha votato in massa per l’autonomia». Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo il no di Boron, Padova perde una commissione `Turismo e Cultura

si cerca il presidente in un’altra provincia IL CASO VENEZIA Il leghista Fabrizio Boron, padovano, rieletto in consiglio regionale del Veneto nella lista Zaia Presidente, ha rifiutato di presiedere la Sesta commissione di Palazzo Ferro Fini, quella che si occupa principalmente di Cultura e Turismo. La motivazione data ie-

ri da Boron durante la seduta della commissione, è stata laconica: motivi personali. La conseguenza è che a questo punto la maggioranza zaian-leghista potrebbe dare la presidenza della Sesta commissione non più a un padovano, ma, attraverso un rimescolamento delle composizioni delle varie commissioni, a un esponente di un’altra provincia. Con una sintesi che il diretto interessato sicuramente respingerà: per colpa di Boron - dicono in casa della Lega - Padova perderà la presidenza di una commissione.

IL RETROSCENA Dicono che Fabrizio Boron volesse fare, dopo Luca Coletto e Manuela Lanzarin, l’assessore alla Sanità della Regione del Veneto. E che, in subordine, si sarebbe accontentato di fare, come negli ultimi cinque anni, il presidente della Quinta commissione, quella che, appunto, si occupa di Sanità e Sociale. E non, come gli aveva proposto/chiesto il partito, il presidente della commissione Cultura. «Bisogna rispettare le competenze. Dopo 5 anni credo di aver maturato una discreta esperienza nella gestione della sanità e

non vedo perché dovrei passare alla Cultura», ha detto Boron in una intervista al gruppo Gedi. E ancora: «È come con la scuola: se studi medicina non puoi vincere un concorso di storia dell’arte per guidare un museo o una Sovrintendenza. E quindi continuerò a occuparmi di sanità». La scena accaduta ieri pomeriggio a Palazzo Ferro Fini finirà agli annali. Alberto Villanova che, a nome del gruppo Zaia Presidente e della Lega, propone Fabrizio Boron come presidente della Sesta commissione. E Boron che dice: «Non accetto per motivi

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personali». A quel punto la seduta salta perché i consiglieri di maggioranza si alzano e se ne vanno. Un invito a nozze per l’opposizione di centrosinistra: «Le liti interne alla Lega bloccano la Sesta commissione», dicono Giacomo Possamai e Vanessa Camani (Pd). «Mentre la Lega si spartisce le poltrone il mondo della cultura è in ginocchio», aggiunge Elena Ostanel (Vcv). Ora cosa succederà? Boron farà il consigliere semplice, il presidente della Sesta potrebbe non essere padovano. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIERE Fabrizio Boron


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del NordEst

ANNO 134- N° 267

VENEZIA MESTRE

Mercoledì 11 Novembre 2020

Meolo Faccia a faccia con i ladri e poi l’inseguimento per le strade

La storia «Le nostre dighe mobili per difendere e pulire i fiumi»

Calcio Respinto il ricorso del Napoli: «Alibi per non giocare con la Juventus»

Pierobon a pagina 18

Furlan a pagina XIX

www.gazzettino.it

A pagina 20

Il Veneto anticipa la stretta Intesa con Emilia Romagna e Friuli: pronto `Zaia: «Chiusura totale il 15 novembre? il divieto di spostarsi dal comune nel weekend Se continuiamo così non è improbabile» `

Le idee

La rivoluzione di cui il Paese ha bisogno Paolo Balduzzi iviamo nell’incertezza. Il passaggio da restrizioni molto labili alla probabilità di una chiusura generalizzata a livello nazionale è stato velocissimo, anche se da settimane stava diventando sempre più prevedibile. Abbiamo perso parecchio tempo e occasioni, come cittadini e come istituzioni, troppo concentrati sul soddisfacimento (...) Continua a pagina 23

V

L’osservatorio

Stato-regioni il contagio del virus

Gli “sconfinamenti” - anche se solo nei fine settimana - non saranno più consentiti, da un Comune all’altro non ci si potrà più muovere. Divieto di uscita dal Comune di residenza: sarebbe questo il fulcro dell’ordinanza che il governatore Zaia, si appresterebbe a firmare, in modo da farla scattare già da venerdì. Provvedimento analogo sarà firmato anche dai governatori di Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. «Un lockdown totale per il 15 novembre? Non lo trovo improbabile, se continuiamo in questo modo», ha detto Zaia. Vanzan a pagina 3

L’analisi. I parametri delle regioni sotto osservazione

Numeri e ricoveri ecco perché il Nordest rischia

Il caso

Stop folla in strada il governo incalza sindaci e prefetti Troppi assembramenti, troppe persone in strada senza dispositivi di protezione né distanze. Così il Viminale sollecita prefetti e sindaci: più controlli. Gentili e Mangani a pagina 2

Gli interventi

Ilvo Diamanti a diffusione del Covid prosegue, rapida. E preoccupa i cittadini. Dovunque. Anche nel Nord Est. Dove è partita prima, rispetto ad altrove. Ed è ri-partita, in modo impetuoso. Anche se il Governo ha colorato di Giallo questa zona, per sottolineare come il contagio, qui, sia meno pericoloso che altrove. (...) Continua a pagina 23

L

Il Veneto acquista e distribuisce 100mila saturimetri «Il Veneto - ha annunciato l’assessore Lanzarin - ha già avviato le procedure di acquisto di centomila saturimetri per distribuirli alle persone a casa». A pagina 4

Pederiva a pagina 5

VIRUS Un reparto di terapia intensiva: sono in aumento i ricoveri.

Il focus

È già assedio al vaccino e l’Italia non ha un piano Mauro Evangelisti ultimo dato parla di 580 morti in 24 ore. Provate a immaginare cosa succederà, di questo passo a gennaio-febbraio, quando arriveranno le prime dosi del vaccino. Quali aspettative ci saranno? Per organizzare la distribuzione servirà l’Esercito, ci sarà un problema di sicurezza, perché ci sarà la corsa a proteggersi con il vaccino». A parlare è una fonte vicina al Governo, guarda a ciò che potrà succedere quando, nei primi mesi del 2021, saranno disponibili le prime dosi del vaccino anti Covid-19. I sondaggi raccontano la diffidenza degli italiani rispetto a questo strumento di difesa, ma una cosa è essere titubanti a vaccinarsi contro l’influenza, un’altra avere la possibilità di immunizzarsi contro una malattia che ogni giorno uccide 500-600 persone e ne manda in terapia intensiva 200-300. Serve un piano articolato, e serve subito perché il 2020 sta finendo, che arruoli il personale, decida quali strutture si utilizzano, quali edifici, quali celle frigorifere, quante persone si vaccineranno ogni giorno, chi per primo e chi per secondo. (...) Continua a pagina 23

«L’

Brugnaro: «Io, Venezia e l’Aqua Granda» Arriva “Molto”

In regalo domani

Bankitalia

«Nordest e Covid persi 12mila posti di lavoro» Un calo di circa 12 punti percentuali nell’indicatore economico trimestrale regionale nella macroarea del Nordest. Il dato emerge dal documento illustrato ieri dalla sezione di Bankitalia di Trieste. Persi circa 12 mila posti di lavoro (nonostante il divieto dei licenziamenti) nel periodo gennaio-settembre rispetto al dato dell’anno precedente. A pagina 17

`Un anno fa la marea

record. Il sindaco: «Come un terremoto: ti cambia» Michele Fullin un anno dall’Aqua Granda del 12 novembre, la marea di 187 centimetri che ha sommerso Venezia, Chioggia e le isole, causando danni immensi, le ferite della città sono quasi tutte rimarginate. Tuttavia, quell’episodio, causato (ormai è assodato) da un piccolo ciclone che si è formato attorno alle 20 a sud del-

A

la città, è stato l’inizio di un anno terribile per Venezia, le sue famiglie e le sue attività, che hanno sofferto pesantemente con tre mesi di anticipo a una situazione che poi il Covid ha esteso al resto d’Italia. Il sindaco Luigi Brugnaro quella notte era in piazza, assieme a un gruppo ristretto di funzionari e collaboratori, a gestire la situazione dal punto più colpito. «C’è stata una grande gara di solidarietà. Nessuno si è sottratto. Abbiamo dato una dimostrazione all’Italia che quando si vuole si può fare. Un po’ come in Friuli nel ‘76». Segue a pagina 15

il periodico oltre la notizia

Il giallo

Padova, a fuoco nella notte tre bar del centro storico Un piromane ha seminato in pieno centro storico a Padova una scia di fuoco nella notte. I roghi degli attentati incendiari hanno distrutto i plateatici di tre bar: danni ingenti per i gestori in un periodo già molto difficile a causa del Covid. Lucchin a pagina 13

REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆ “Le Grandi Battaglie della Serenissima - vol. 4” + € 7,90 ∆

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LA NOTIZIA PIÙ LETTA SUL GAZZETTINO.IT

IL COMMENTO SUL GAZZETTINO.IT

Lettera degli scienziati: «Così si ferma il virus in 20 giorni» Alternativa al lockdown possibile, ma «il governo l’ha ignorata». Nel documento inviato il 29 marzo al premier, un gruppo di ricercatori aveva proposto l’alternativa lockdown.

«Mio figlio entra a scuola senza mascherina», lite con la preside A casa! Non vogliono le regole? Tenetevi il pargolo a casa! Una bella educazione parentale per non rompere le scatole alla comunità! (Utente GZ_4753 2020)

Mercoledì 11 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Le idee

Osservatorio

La rivoluzione di cui l’Italia ha bisogno

Il virus contagia i rapporti tra Stato e Regioni

Paolo Balduzzi

Ilvo Diamanti

segue dalla prima pagina

(...) di bisogni individuali e poco propensi a ragionare come comunità. E se la cosa è poco accettabile - ma del resto non stupefacente - quando si tratta dei singoli cittadini o categorie economiche, imperdonabile è invece stato l’atteggiamento di chi ci governa, a livello locale, regionale e nazionale. Viviamo nell’incertezza, si diceva: e anche le previsioni della Commissione europea, presentate e commentate solo la scorsa settimana dal commissario Gentiloni, appaiono a rischio. Giusto il tempo di notare che la perdita di reddito per il 2020 era stata prevista al 9,9%, dato già superiore al 9% governativo contenuto nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef), che già l’ipotesi di un nuovo lockdown nazionale rende anche un crollo del 10% un obiettivo ottimistico e auspicabile. Non a caso, e in previsione di una ulteriore stretta, il Governo sta già preparando una manovra correttiva. Il mondo guarda con grande speranza all’annuncio di un vaccino efficace da parte di Pfizer-Biontech. Ma un governo non può limitarsi all’attesa di una notizia finalmente positiva. Né può perdersi nel mare delle cifre decimali sulle previsioni economiche relative a quest’anno. Il legislatore e l’organo esecutivo devono invece concentrarsi sul futuro, sulle previsioni di crescita che proprio per la Commissione europea rimangono, a opinione di chi scrive, inaccettabilmente basse, vale a dire intorno al 4% per il 2021 e inferiori al 3% già nel 2022. Cosa serve quindi per crescere? Tre ingredienti principali, da dosare con saggezza e responsabilità: risorse, progettualità, capacità realizzativa. Primo: le risorse. Al momento, ci sono; ed è inutile negarlo. Anzi, potrebbero essere anche di più, se finalmente il governo accantonasse le sue resistenze di matrice esclusivamente politica nei confronti del Mes. Secondo: la progettualità. Essa richiede

lungimiranza, capacità di visione e, perché no, anche una certa fantasia. Le idee non mancano, le proposte finora discusse e inviate all’Unione Europea possono non essere tutte condivisibili ma sono comunque una base di partenza. Terzo: la capacità realizzativa. E ad oggi è proprio questo l’ingrediente mancante, l’anello debole della catena: l’ostinata incapacità dell’apparato amministrativo e burocratico di realizzare ciò che si è progettato. In tutta questa incertezza che caratterizza questo periodo, dunque, resistono delle certezze forse troppo dure a morire, anche in un’epoca straordinaria come questa. Ne è una prova emblematica l’ultimo rapporto della Corte dei conti europea, organismo indipendente che dal 1977 controlla che le risorse dell’Unione siano raccolte e utilizzate correttamente. Ebbene, l’Italia è uno dei peggiori Paesi all’interno dell’Unione per capacità di assorbire i fondi strutturale e di investimento europei; più precisamente, il nostro Paese nel 2019 non aveva ancora usato oltre due terzi dei fondi che l’Europa aveva messo a sua disposizione per il periodo 2014-2020. A fronte di una media comunque non elevata tra tutti gli Stati dell’Unione (circa il 40%), l’Italia si piazza al momento al penultimo posto, con una percentuale pari al 30,7%, facendo meglio, si fa per dire, solo della Croazia (30%). Che però dell’Unione fa parte solo dal 2013. Quel che è peggio, è che si tratta esattamente della stessa percentuale di cosiddetto assorbimento sperimentata nel 2012. Segno, appunto, che certe debolezze del nostro sistema non cambiano mai e che, ancor peggio, non sembra esserci alcuna intenzione di cambiarle. Eppure, i primi mesi di questa emergenza sanitaria sembravano promettenti dal punto di vista dell’allentamento della burocrazia. Ma man mano che il tempo passa, tuttavia, il pendolo sembra tornare nella posizione iniziale, con nessuna prospettiva di

un vero miglioramento. Equivale a sparare sulla Croce Rossa la quantificazione dei danni economici e dei ritardi che la burocrazia ha causato al nostro Paese. Si tratta di un prezzo che non siamo più in grado di sostenere. Abbiamo l’occasione unica di rivoluzionare ogni aspetto del nostro sistema produttivo e organizzativo. Stiamo chiedendo enormi sacrifici economici a tutti, stiamo sperimentando sui alunni e studenti modalità di somministrazione dell’istruzione innovative ma dall’effetto ancora incerto, stiamo obbligando intere categorie professionali a reinventarsi. È arrivato il momento che sia proprio la pubblica amministrazione a dare per prima un buon esempio, accettando quella rivoluzione che da troppo tempo il Paese attende. © RIPRODUZIONE RISERVATA

a diffusione del Covid prosegue, rapida. E preoccupa i cittadini. Dovunque. Anche nel Nord Est. Dove è partita prima, rispetto ad altrove. Ed è ri-partita, in modo impetuoso. Anche se il Governo ha colorato di Giallo questa zona, per sottolineare come il contagio, qui, sia meno pericoloso che altrove. Tuttavia, la preoccupazione non sembra calare, come mostrano i dati del Sondaggio di Demos per l’Osservatorio Nord Est. E non è, comunque, chiaro a chi spettino le decisioni, in merito ai vincoli sulla vita sociale e delle persone. Ma anche sulle attività commerciali ed economiche. E non è un caso che le preoccupazioni dei cittadini si dividano, in misura quasi eguale, tra la salute e l’economia. Non potrebbe essere diversamente, perché c’è stretta relazione fra questi piani. Per la stessa ragione,

L

La vignetta

c’è incertezza e discussione su chi debba decidere. Perché queste decisioni non condizionano solo la vita sociale e personale. Ma anche il consenso politico. Durante il primo semestre dell’anno in corso, infatti, il Governo ha raggiunto livelli di fiducia molto elevati. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in particolare, è tra i più popolari dell’ultimo decennio. Perché la paura alimenta la domanda di un Capo intorno al quale stringersi. Un orientamento che ha favorito non solo il Presidente del Consiglio, ma gli stessi Presidenti di Regione. Zaia, per primo. Ma anche Bonaccini. Parallelamente, il Virus della Paura ha spinto ai margini le opposizioni, percepite come ostacoli di fronte alla domanda di sicurezza e, appunto, di governo. Nel Nord Est, come mostra il sondaggio di Demos, queste tendenze appaiono ancora evidenti. Sostenute dalla seconda ondata del contagio. Il Governo guidato da Giuseppe Conte ottiene una valutazione positiva presso la maggioranza assoluta dei cittadini. Di poco inferiore rispetto alla primavera scorsa, mentre montava la prima ondata. Ovviamente, il grado di sostegno al Governo riflette l’orientamento politico dei cittadini. Pressoché unanime fra gli elettori dei partiti di maggioranza, PD e M5s, cala via via che si sposta a Destra. Soprattutto nella base della Lega e dei Fd’I. Ma il problema, in questa fase, riguarda, piuttosto, a chi spettino le decisioni. Al governo Centrale o ai governi regionali. E in che modo debbano venire assunte. Se, cioè, il Governo nazionale possa mantenere un ruolo dominante oppure se le Regioni debbano assumere uno spazio maggiore. Senza considerare i Comuni, ai quali spettano la gestione e il controllo delle decisioni. Le opinioni, al proposito, sono diverse e divergenti, fra i cittadini. Ma anche fra i soggetti di governo. E sarà difficile trovare soluzioni con-divise. Perché l’autonomia, sostenuta e votata dai cittadini in Veneto, ha valorizzato il ruolo dei territori. Ma ha reso più difficile e complicato prendere decisioni. Soprattutto oggi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’accordo Armenia sconfitta. L’azero Aliyev: svolta storica Nagorno-Karabakh finalmente la tregua “benedetta” da Putin Se non proprio la pace, almeno una tregua nel Nagorno-Karabakh grazie all’accordo firmato tra Baku ed Erevan, con la benedizione di Vladimir Putin. Che ha inviato nel fazzoletto di terra conteso ben duemila soldati (e centinaia di mezzi corazzati) per monitorare, sul campo, il rispetto dell’intesa. Una vittoria, per il presidente azero Ilham Aliyev, che ha gridato al risultato «storico». L’Armenia, al contrario, è sotto shock. Il premier Nikol Pashinyan ha ammesso la sconfitta e ha definito la tregua «dolorosa» quanto «necessaria».

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Primo Piano

Mercoledì 11 Novembre 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza coronavirus LA GIORNATA VENEZIA Lunedì scorso per il Veneto è stata confermata la classificazione in zona gialla, ma domenica prossima l’intera Italia potrebbe forse diventare tutta rossa? «Non lo trovo improbabile», dice il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. Il governatore parla nel consueto punto stampa all’Unità di crisi della Protezione civile a Marghera a metà giornata e di lì a poco, l’Iss, l’Istituto superiore di sanità, confermerà che per Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Campania si prospetta la fascia arancione, quella che prevede la chiusura totale di bar e ristoranti e il divieto di spostarsi da un Comune all’altro. Gli assembramenti dei giorni scorsi, l’aumento dell’indice di contagio Rt, che ora è 1,56, l’intera situazione generale rischiano dunque di “declassare” il Veneto e di aumentare le restrizioni. «Uno spritz in meno per evitare il lockdown», è lo slogan coniato da Zaia per convincere i veneti ad evitare gli assembramenti. Ma forse è troppo tardi. Nelle ultime ventiquattr’ore in Veneto sono morte 48 persone, i contagiati sono saliti a 85.333 (+2.860), altri 102 pazienti sono stati ricoverati. E a livello nazionale, con 35mila nuovi contagi, ieri si è raggiunto il picco dei decessi: 580 da aprile. «Un lockdown totale per il 15 novembre? Non ho sentore ma non lo trovo improbabile se continuiamo in questo modo - ha detto Zaia - Non è possibile che l’orchestrina del Titanic continui a suonare. Cerchiamo di portare la nave in un porto sicuro, siamo in condizioni di farlo, non affonderà, ma qualcuno non faccia festa mentre manovriamo. Da qui a domenica potrebbe accadere di tutto, valuteremo i dati quando ci sarà una proposta, al momento lo escludo, a meno che i dati nazionali non peggiorino fino al punto che anche chi è al sicuro possa essere coinvolto».

Zaia: «Stop totale il 15 novembre? Se continua così non improbabile» Picco di morti da aprile in Italia: 580. E 35mila casi `Il governatore: «Non è possibile che l’orchestrina Ipotesi di lockdown generale per il boom di contagi del Titanic continui a suonare. Ora serve sacrificio» `

telefonata del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Mi ha chiamato il Capo dello Stato per chiedere informazioni su come sta andando. Voleva avere un punto della situazione, aveva piacere di sapere come stava andando, era informato sull’area gialla. Anche al primo giro si è sempre tenuto aggiornato personalmente. Io ho ringraziato per l’interesse, ho parlato lungamente della situazione, la preoccupazione che i comportamenti di pochi possano inficiare la situazione di molti». Il governatore ha detto di non essere preoccupato per la situazione sanitaria, anche se la pressione sta aumentando, tanto da decidere di aprire già uno degli ospedali a suo tempo dismessi,

quello di Valdobbiadene. «I malati siamo in grado di prenderli in carico, ma stiamo espandendo la capacità di cura. Treviso in particolare sta valutando l’apertura di uno dei cinque ospedali dismessi, quello di Valdobbiadene, come “valvola di sfogo” per i pazienti guariti che hanno ancora bisogno di una struttura protetta».

L’APPELLO Anche ieri il governatore ha rinnovato il suo appello ai veneti. «L’area gialla non è un gioco a premi, non è una classifica dei primi della classe e degli ultimi e non è scritta sul marmo. Dobbiamo meritarci questa area gialla che se non funziona ci potrebbe far precipitare nell’area

I numeri

48 I decessi da Covid nelle ultime ventiquattr’ore in Veneto.

2.860 I nuovi contagi registrati ieri in Veneto. Il totale dall’inizio della pandemia è 85.333.

102 I ricoveri ieri in ospedale per un totale di 2.664. Più altri 211 pazienti in terapia intensiva.

L’emergenza Covid-19 ferma anche l’Umana Reyer, casi di positività al virus bloccano tutte le attività degli orogranata che sono già in isolamento fiduciario. La notizia dello stop è arrivata ieri alla vigilia della partita di Eurocup contro il Partizan Belgrado. I dieci giorni di quarantena faranno saltare anche le gare con Trieste (sabato), Bourg en Bresse (in Coppa martedì 17) e anche la trasferta di Milano del 22. I giocatori positivi (tra gli altri Stefano Tonut e Davide Casarin) stanno bene. Oltre a squadra e staff tecnico e medico, in quarantena anche il presidente Federico Casarin, il team manager Mauro Sartori e il responsabile comunicazione Francesco Rigo.

IN MATTINATA IL CONFRONTO CON MATTARELLA IL MINISTERO DÀ L’OK AL CONTEGGIO ANCHE DEI TAMPONI RAPIDI

DELIBERATO IN GIUNTA UN CONTRIBUTO DI 12,8 MILIONI PER LE CASE DI RIPOSO

Contrariamente a quanto annunciato, il Veneto non ha ancora caricato sul report ufficiale da inviare a Roma il numero dei

Ferma anche la Reyer tutti in quarantena

Il governatore ha detto di aver ricevuto ieri mattina una

VENEZIA Saturimetri a domicilio per misurare l’ossigenazione del sangue. E anche bombole di ossigeno. È l’iniziativa della Regione del Veneto per curare il più possibile i malati di coronavirus a casa, senza ricorrere ai ricoveri negli ospedali. Oltre al protocollo sulle cure domiciliari, ieri la giunta regionale ha approvato anche una delibera che stanzia 12,8 milioni di euro, come contributo a fondo perduto, alle case di riposo: un aiuto agli istituti che hanno dovuto far fronte a maggiori spese per adeguarsi alle nuove misure sanitarie e dall’altro a minori

I TEST

Basket Il focolaio coinvolge giocatori e staff, stop di 10 giorni, saltano 4 partite

LA TELEFONATA

L’INIZIATIVA

rossa e nel lockdown. Evitiamo rimpatriate e riunioni con amici e colleghi, occorre un sacrificio collettivo da parte di tutti. Dateci una mano, oppure, oltre un certo limite negli ospedali non possiamo andare». Intervenuto ieri sera a “Fuori dal coro”, su Rete4, Zaia ha garantito che la sua prossima ordinanza non toccherà il mondo del lavoro e delle imprese: «Adotteremo nuove misure restrittive, che ovviamente non andranno a colpire le aziende, e lo faremo in totale autonomia».

Piano per ridurre i ricoveri: saturimetri e ossigeno consegnati a casa dei malati introiti per l’impossibilità di accettare nuovi ospiti.

LE CURE

ASSESSORE Manuela Lanzarin

«Azienda Zero ha comprato almeno 100mila saturimetri e li stiamo consegnando ai medici di base, per poi darli ai loro pazienti malati di Covid. Tutto questo per non intasare gli ospedali - ha spiegato il governatore del Veneto, Luca Zaia - perché il 70% di coloro che si presentano oggi al pronto soccorso torna a casa, e la stragrande maggioranza si cura a domicilio. Così con questa novità contiamo di superare l’emergenza. Le cure domiciliari infatti sono quelle che ci hanno salvato nella prima fase dell’epidemia e allora dobbiamo proseguire su questa strada». Zaia, affiancato

dagli assessori alla Sanità Manuela Lanzarin e alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin, ha sottolineato che gli isolati sono in tutto il Veneto 16.034, con un aumento di 923 rispetto nelle ultime ventiquattr’ore: «Tanti cittadini che, con questo rafforzamento, potranno stare più tranquilli e ottenere a casa non solo un semplice strumento per misurare l’ossigenazione del sangue e comunicarla al proprio medico, ma anche la terapia con la mascherina dell’ossigeno». Nell’operazione sono coinvolti i medici di medicina generale, le 51 Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) con 320 medici che si occupano di 9.500 pazienti, il servizio di Continuità assistenziale (l’ex Guardia medica).

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«Per 60 giorni - ha detto Lanzarin - abbiamo previsto la deroga alle procedure ordinarie secondo le quali l’ossigenoterapia andrebbe prescritta dal medico specialista. Investiremo anche nella formazione degli infermieri attualmente impiegati nell’assistenza domiciliare integrata, in modo da poter mettere in campo il maggior numero di sanitari possibile».

I CONTRIBUTI Ieri la giunta regionale ha approvato l’assegnazione straordinaria, per un importo complessivo di 12 milioni 845.879,25 euro, di contributi a sostegno dei centri di servizi accreditati per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. «I contributi straordinari saranno distribuiti tramite le Ulss ed Azienda Zero – ha detto l’assessore Lanzarin – entro il corrente esercizio. Il provvedimento è stato varato per sostenere ulteriormente un settore del nostro sistema sociosanitario che si trova in prima linea in questa emergenza legata alla diffusione del coronavirus». (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

tamponi rapidi, oltre a quelli molecolari, anche se questo tipo di test è stato ornai validato a livello nazionale. «Vanno computati anche i test antigenici oltre a quelli molecolari, per questo stiamo adattando le modalità di raccolta dati per non falsare il trend», ha confermato il direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. C’è però da capire il rapporto tra tamponi e popolazione. Ad esempio: i 2.479.307 tamponi molecolari eseguiti da febbraio ad oggi in Veneto hanno interessato 1 milione di cittadini, dal momento che vengono fatti almeno due test per una positività. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Test rapido e poi solo ai negativi il molecolare» LA PROPOSTA PADOVA «Se si vuole testare il gruppo di soggetti considerati a rischio si potrebbe operare con il test antigenico (il tampone rapido, ndr), della cui positività non c’è ragione di dubitare, e poi solo ai negativi, non ai positivi, come proposto da alcuni, fare il test per la ricerca accurata dell’Rna virale, della cui negatività non c’è motivo di sospettare». Lo propongono, in una nota congiunta, i professori Andrea Crisanti (nella foto) e Fulvio Ursini, del dipartimento di Medicina mo-

I DOCENTI DI PADOVA CRISANTI E URSINI: COSÌ AVREMO IL MASSIMO RISULTATO lecolare dell’Università di Padova. «Si otterrebbe - aggiungono - vantaggio dalla velocità dal primo test, e dalla validazione di una risposta negativa e della sensibilità dal secondo. Il massimo dalla integrazione del risultato prodotto dai due test». La proposta è stata avanzata per evitare contrapposizioni tra «due metodologie analitiche, come si vede spesso anche sui media, argomentando in modo non dialettico su argomenti scientifici, in un contesto di scelte politiche e di indicazioni comportamentali», una contrapposizione che «suona irrituale se non anche francamente pericolosa». «Troppo pericoloso - concludono Crisanti e Ursini - far prevalere motivazioni di praticità o economiche, dimenticando il rigore analitico e scientifico».


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Primo Piano

Mercoledì 11 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Le misure delle Regioni

Stretta a Nordest, patto tra governatori Zaia incontra i sindaci e prepara l’ordinanza anti-ressa: `Disposizioni analoghe concordate con Bonaccini e Fedriga nel fine settimana stop agli spostamenti fuori dal Comune Cambio di fascia: Veneto, Friuli ed Emilia sotto osservazione `

LA DECISIONE VENEZIA I veneziani resteranno a Venezia, i padovani a Padova, i trevigiani a Treviso. Gli “sconfinamenti” - anche se solo nei fine settimana - non saranno più consentiti, da un Comune all’altro non ci si potrà più muovere. Divieto di uscita dal Comune di residenza: sarebbe questo il fulcro dell’ordinanza che il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, si appresterebbe a firmare tra oggi e domani, in modo da far scattare la prescrizione già da venerdì. Visto che i cittadini - non tutti, ma molti - si sono lasciati andare gremendo piazze e spiagge, ecco il divieto: se non avete senso civico, se non riuscite a capire che gli assembramenti causano aumento di contagi e il coronavirus galoppa rischiando di mandare in tilt il sistema sanitario, allora eccovi gli stop. Che poi sarebbero solo una anticipazione di quanto potrebbe accadere su disposizione governativa, visto che la classificazione delle Regioni potrebbe essere rivista diventando tutti “rossi” o, ben che vada, “arancioni”. «Mi

sto concordando con le Regioni gialle confinanti, l’Emilia-Romagna e il Friuli Venezia Giulia - ha detto Zaia - per redigere ordinanze in linea sulle misure restrittive, non coercitive ma che vogliono fare in modo che il lavoro nella zona gialla possa essere d’aiuto agli operatori della sanità».

ed Emilia-Romagna venissero declassate - come pare - da zone gialle ad arancioni, in base all’ultimo Dpcm sarebbe comunque vietato spostarsi da un Comune all’altro.

L’INTESA

L’INCONTRO Zaia ha delineato i contenuti della bozza di ordinanza nell’incontro tenutosi ieri pomeriggio tra l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, e i sindaci dei sette Comuni capoluogo del Veneto. Al netto di sensibili posizioni personali - c’è chi vorrebbe tenere tutto aperto, chi vorrebbe chiudere tutto - alla fine si è trovata un’intesa sulle possibili restrizioni. L’idea è che da venerdì in Veneto nessuno possa più uscire dal Comune di residenza quantomeno nei weekend. Disposizioni analoghe potrebbero essere prese dai governatori dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. L’obiettivo è semplice: evitare gli assembramenti, evitare che

I GOVERNATORI Da sinistra, Luca Zaia (Veneto), Stefano Bonaccini (Emilia Romagna) e Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia)

CON L’ARANCIONE IL DIVIETO DI USCIRE DAL TERRITORIO SCATTEREBBE COMUNQUE

la gente si riversi sulle spiagge a Jesolo o in montagna sul Nevegal, come successo domenica scorsa. Perché assembramenti equivalgono a maggiori possibilità di contagio e più contagio significa riempire ancora di più gli ospedali. Si tenga conto che se Veneto, Friuli Venezia Giulia

Sembra che tutti siano d’accordo. Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: «Dobbiamo essere estremamente attenti per evitare possibilità di contagio. Per questa ragione con i governatori dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e del Veneto Luca Zaia, stiamo ipotizzando e studiando misure per ridurre al massimo le possibilità di assembramenti, cercando di non toccare le attività economiche, già gravemente colpite dalla pandemia e dalle misure restrittive già in essere». Il sindaco di Padova, Sergio Giordani: «Serve la massima coesione istituzionale per affrontare la gestione dell’epidemia con le scelte necessarie ad evitare di rendere, a medio periodo, ingestibile la situazione negli ospedali. Così come tra istituzioni locali, anche tra Regione e sindaci dei Comuni capoluogo

serve collaborazione e sinergia. È il momento di compiere insieme le scelte giuste per tutelare la salute pubblica e in particolare riguardo ai prossimi fine settimana, serviranno misure chiare ed omogenee per contenere, e se possibile eliminare, il fenomeno degli assembramenti. Chi trova tempo per le polemichette locali, significa che di tempo ne ha da perdere. La Regione meglio di qualsiasi altro conosce i dati epidemiologici del nostro territorio e la situazione negli ospedali, sia attuale, che in proiezione. Quindi non ho motivo di dubitare che se alcune misure saranno adottate nei prossimi giorni esse saranno calibrate su questa esigenza primaria, la salute, e quindi avranno senz’altro il mio sostegno senza polemiche». Il sindaco di Treviso, e presidente di Anci Veneto, Mario Conte, già l’altro giorno aveva anticipato il suo sostegno: «Troppa gente in giro, i sindaci da soli non sono in grado di fare molto. Se Zaia deciderà di adottare maggiore restrizioni mi troverà favorevole e lo appoggerò». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le misure Fascia Gialla VALGONO TUTTE LE MISURE VALIDE A LIVELLO NAZIONALE E DUNQUE Coprifuoco dalle 22 alle 5 (se si esce serve l'autocertificazione) Chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione delle farmacie, parafarmacie generi alimentari Chiusura di musei e mostre Didattica a distanza per le scuole superiori Chiusura di bar e ristoranti alle ore 18. L’asporto è consentito fino alle ore 22

Jesolo, controlli a tappeto nel weekend

Riduzione fino al 50% per il trasporto pubblico

Fascia Arancione OLTRE ALLE MISURE NAZIONALI Vietato varcare i confini regionali Vietato uscire dal Comune di residenza se non per motivi seri e con autocertificazione Chiusura di bar e ristoranti, 7 giorni su 7. L’asporto è consentito fino alle ore 22 Chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi Restano chiuse piscine, palestre

SPIAGGIA L’assalto balneare domenica scorsa a Jesolo per l’ “estate di San Martino”

Nuova App, primo via libera: privacy garantita per legge LE NORME

Fascia Rossa

L’Ego - Hub

ULTERIORI MISURE È vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute Chiusura dei negozi, fatta eccezione per supermercati, beni alimentari e di necessità Restano aperte edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri

VENEZIA La prima commissione del Consiglio regionale del Veneto, presieduta da Luciano Sandonà, ha espresso il primo ok ad un provvedimento che dà copertura legislativa alla App di biosorveglianza sanitaria “Zero Covid Veneto” che dovrà monitorare i soggetti positivi al Covid con sintomi e in isolamento. Il provvedimento è stato approvato con l’astensione del Pd e di Europa Verde. «Si tratta di un provvedimento legislativo – ha affermato il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, primo firmatario del progetto di legge -

che risponde alle richieste del Garante e serve quindi unicamente per superare un problema di privacy e poter così autorizzare la modalità telematica di biosorveglianza al fine di alleggerire i compiti del personale sanitario in questa fase emergenziale». Perplessità e richieste di chiarimenti sul funzionamento della App sono state espresse dai rappresentanti di opposizione, che si sono riservati approfondimenti ed emendamenti in aula: «Vogliamo capire se la piattaforma informatica veneta esiste già, chi la gestisce, come funziona, quale utilità e quale impatto avrà sul lavoro dei medici di ba-

se e dei pediatri di famiglia», hanno sostenuto Vanessa Camani, vicepresidente della commissione, Giacomo Possamai, capogruppo del Pd, e Francesca Zottis, vicepresidente del Consiglio. L’opposizione si è astenuta anche sul cosiddetto “bonus Covid” riservato a professori uni-

BONUS COVID L’OPPOSIZIONE SI ASTIENE LA LEGA ATTACCA IL PD: NOI AL FIANCO DI CHI COMBATTE

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SICUREZZA JESOLO (VENEZIA) Troppi assembramenti nei weekend, cresce il rischio contagi. Per questo Jesolo anticipa le nuove misure restrittive. Dopo l’assalto di domenica scorsa, con migliaia di pendolari arrivati sulla spiaggia e provenienti da tutto il Nordest nonostante il rischio contagi, il sindaco Valerio Zoggia ha deciso di intensificare i controlli. Già sulle principali strade di accesso alla città: «Domenica scorsa ci sono stati già dei controlli, dai quali è emerso il rispetto delle normative, tuttavia a fronte di presenze così numerose evitare resse e assembramenti è difficile. Alla gente chiediamo senso di responsabilità». La Polizia locale potenzierà i servizi: «Ci saranno accertamenti per verificare la provenienza delle persone». Sotto osservazione la spiaggia. (G.B.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

versitari e specializzandi: «Non accettiamo strumentalizzazioni da parte della maggioranza – hanno detto i consiglieri Pd - Siamo a fianco di tutti coloro che combattono da mesi in prima linea contro il virus, siamo convinti però che il provvedimento regionale possa essere migliorato e che gli specializzandi debbano essere pagati in maniera adeguata». «Siamo davvero esterrefatti - hanno commentato Alberto Villanova (Zp) e Giuseppe Pan (Lega) - nel constatare che tutta l’opposizione si è astenuta al momento del voto. Non è un bel messaggio per i professionisti del mondo sanitario che, in questo momento, si aspettano per lo meno il sostegno compatto da parte delle istituzioni». Il voto finale venerdì a mezzogiorno in consiglio a Palazzo Ferro Fini. © RIPRODUZIONE RISERVATA


11-NOV-2020 Estratto da pag. 21

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


11-NOV-2020 Estratto da pag. 1-14

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