22-NOV-2020 Estratto da pag. 74
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25-NOV-2020 Estratto da pag. 98
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 17
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 11
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 38
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-6
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 12
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27-NOV-2020 Estratto da pag. 42
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 5
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-12
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 13
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 25
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 29
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-32
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-25
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-3
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-5
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-14
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 13
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-9
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-24
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27-NOV-2020 Estratto da pag. 36
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25-NOV-2020 Estratto da pag. 1-9
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 4
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 9
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 6
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 26
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-19
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-37
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-22
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-23
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-23
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 9
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 35-35
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 5
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 2
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 4
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 4
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-3
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-3
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-17
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-17
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 7
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-10
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-11
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-32
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 36
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3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 33
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 6
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3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 6
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-4
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3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 4
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3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 4
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 14
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3043
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4
PRIMO PIANO
DOMENICA 29 NOVEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Coronavirus: il rischio sanitario il goVernatore e l’irpef
Il Covid-19 e i bambini nel Veneto 0-1 ANNI 36 191 11 166 120 138 111 24 797
TOTALE 506 2.178 311 2.050 1.391 1.549 1.381 65 9.431
Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Vicenza Verona Non domiciliati in Veneto TOTALE
2-6 ANNI 104 452 65 432 264 306 277 10 1.190
CASI POSITIVI 7-14 ANNI 366 1.535 235 1.452 1.007 1.105 993 31 6.724
ATTUALMENTE POSITIVI 2-6 7-14 ANNI ANNI 41 160 226 700 29 108 192 769 133 494 165 450 137 381 1 2 924 3.064
0-1 ANNI 13 107 5 88 60 57 39 4 373
TOTALE 214 1.033 142 1.049 687 672 557 7 4.361
NUMERO DI POSITIVI
NUMERO DI BAMBINI POSITIVI AL COVID 19 PER MESE DI POSITIVITÀ E CLASSI DI ETÀ 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0 FEBBRAIO
MARZO
APRILE
MAGGIO
MES DI POSITIVITÀ
GIUGNO
0-1 ANNI
LUGLIO 2020 2-6 ANNI
AGOSTO
7-14 ANNI
SETTEMBRE
«Piazze gremite, affollamenti irresponsabili nel Black Friday Il Covid è avviato al picco, il rischio arancione dietro l’angolo»
Un sollievo. Anzi, un pericolo. Il ventilato riavvio delle lezioni in presenza dal 9 dicembre diventa uno scoglio divisivo: «Siamo tutti favorevoli al ritorno in classe ma negare l’esistenza di focolai scolastici è scorretto», punge Luca Zaia. IL CIRCUITO AULA-FAMIGLIA-COMUNITÀ
Che al riguardo sfodera un report sull’incidenza del Covid tra i bambini e i ragazzi da 0 a 14 anni dall’esordio della pan-
demia. Scorrendolo, si apprende che a fronte di 9.431 minorenni positivi, quelli in età scolastica - 6.724 - rappresentano la grande maggioranza. L’incidenza sul territorio è eterogenea (significativi, però, i picchi a Padova e Treviso) mentre l’andamento della curva evidenzia una quota marginale di infezioni “primaverili”, pressoché scomparse nella stagione estiva, e una brusca accelerazione di contagi a partire da settembre-ottobre. «La circostanza non va ascritta ai tra-
NOVEMBRE (primi 25 giorni)
TOTALE
Oltre 9 mila i contagi tra bambini e ragazzi Zaia: focolai a scuola folle riaprire a breve Filippo Tosatto / VENEZIA
OTTOBRE
sporti, ricordo che le superiori sono chiuse», chiosa il governatore «i focolai sono stati “accesi” da un portatore e qua e là abbiamo già casi secondari, cioè ragazzi che si sono infettati in aula, così la scuola rischia di diventare lo snodo intermodale che fa entrare il virus e poi lo dirotta nelle famiglie e alle comunità. Non è un atto d’accusa, è l’evidenza scientifica». Morale della favola? «Riaprire prima delle festività sarebbe un errore, meglio fissare un obiettivo più solido, dopo l’Epi-
fania o alla fine di gennaio, e programmare in sicurezza». IL 7% DEI TAMPONI DÀ ESITO POSITIVO
Nel complesso la percentuale di positivi al test (ieri il 7%) è impressionante - e il record di tamponi eseguiti concorre ad elevarne il numero - mentre perdurano i comportamenti irresponsabili: «Gli affollamenti nel Black Friday sono pessimi segnali che rischiano di vanificare gli sforzi compiuti per restare in fascia gialla evitando i blocchi alla mobilità e la chiusura generalizzata dei locali sperimentata nel resto d’Italia». Tuttavia, l’ordinanza che ha riacceso i grandi e medi negozi nel sabato dello shopping suona come cessato allarme... «Non è così, si trattava di un divieto che altrove non vige, io rifiuto l’idea di uno Stato di polizia che insegue la gente per sanzionarla e mi ostino a confidare nel senso civico». GIALLO “SALVATO” DAL CONTACT TRACING
Un dubbio: il Veneto è scampato alla “retrocessione” a dispetto di un Rt (1,2) secondo solo alla Basilicata. Qual è il coniglio nel cilindro? «Una combinazione di fattori, che include la dotazione di mille terapie intensive ma soprattutto il contact tracing per sintomatologia e grado di infezione, i tempi di presa in carico dei malati,
«Macché ripristino dell’addizionale noi rispettiamo gli impegni assunti» «Non mi sono affatto pentito di aver rinunciato all’applicazione dell’addizionale Irpef regionale, quello di evitare inasprimenti fiscali è un impegno assunto con i veneti che intendiamo mantenere». Luca Zaia (nella foto) liquida così il dibattito scaturito dalle sue dichiarazioni («In dieci anni abbiamo lasciato 12 miliardi nelle tasche dei cittadini ma la memoria umana è corta, forse è stato il peggior errore della storia... ») in tema di risorse regionali utili a ristorare imprese e famiglie. Al riguardo, il Pd e la Cgil hanno colto la palla al balzo, invitando il governatore leghista a ripristinare l’imposta destinandola «ai redditi più alti», che il sindacato rosso
la capacità del sistema ospedaliero. Detto ciò, se allo spirito di comunità subentrano individualismo, irresponsabilità e negazionismo, l’ingresso in arancione è dietro l’angolo». La nuova settimana riserverà due occasioni di confronto tra governo e regioni: «Ci avviamo alla congiunzione astrale di gennaio con virus, influenza e vaccini, c’è in ballo il nostro futuro», le parole di Zaia; «La stagione dello sci? È la meno pericolosa, spiace che qualcuno confonda lo svago dei milionari con gli stagionali che vivono della montagna: a me stanno a cuore loro e in ogni caso il divieto di assembramento dovrà valere per tutti... ». I VACCINI ANTINFLUENZALI IN ARRIVO
A proposito di vaccinazione, + Europa lamenta una sottostima del fabbisogno veneto di antinfluenzali... «Presto disporremo delle 30 mila dosi “restituite” dalle farmacie, più 3 mila reperite sul mercato e 50 mila spray per infanzia e ragazzi giunti dal ministero», replica l’assessore alla salute Manuela Lanzarin. «Rispetto al 2019 abbiamo raddoppiato le ordinazioni ma l’offerta delle case farmaceutiche è esaurita. Unica alternativa, il ricorso al mercato cinese al quale il Governo ha deciso di rinunciare». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIANPIERO DALLA ZUANNA
IL COMMENTO
I primi dati positivi ci dicono che non possiamo mollare l 27 novembre, per la prima volta nella seconda ondata, diminuiscono in misura significativa i ricoverati Covid-19 in terapia intensiva, che ormai da una settimana erano un numero pressoché costante. Questa diminuzione è un segnale importante. Vuol dire che l’indice di contagio Rt è tendenzialmente inferiore a uno, ossia che il numero dei guariti, nell’ultima settimana, è stato superiore al numero dei nuovi casi. Oggi
I
i ricoverati Covid-19 in terapia intensiva sono 3.800, un numero vicino a quello massimo raggiunto nella prima ondata, all’inizio di aprile (4 mila). Per scendere a 1.500 fu necessario un altro mese di clausura stretta: passammo i ponti di Pasqua, del 25 Aprile e del Primo maggio in casa, e il lockdown venne allentato solo all’inizio di maggio. Anche se in calo, i 3.800 pazienti Covid-19 in terapia intensiva testimoniano la
presenza di un serbatoio ancora molto vivo e numeroso di asintomatici potenzialmente contagianti, un serbatoio simile a quello presente, nella prima ondata, a inizio aprile. Lo ha ben dimostrato il meritorio screening di tamponi di massa in Alto Adige, che ha individuato centinaia e centinaia di asintomatici sani e inconsapevoli. Questi numeri ci incoraggiano, ma nello stesso tempo debbono spaventarci. Ci
dicono che, prima di gennaio, non possiamo aprire i ristoranti e i bar la sera, né le scuole superiori, né le università né – tanto meno – le piste da sci. Che dobbiamo mantenere rigidi controlli e quarantene per chi viene dall’estero. Che dobbiamo continuare a vivere mascherinati e distanziati, che non possiamo affollare i centri commerciali, i treni, i pullman... Solo quando avremo svuotato i reparti ospedalieri, le
terapie intensive – e quindi il serbatoio dei potenziali contagianti – potremo ricominciare una parvenza di vita normale. Dovremo però mettere in atto aggressive politiche di tracciamento dei casi, e quarantene molto rigide alle frontiere, possibilmente concordando tutto con gli altri Paesi europei. In attesa di vaccinazioni di massa, non possiamo permetterci una terza ondata. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
quantifica nella soglia superiore ai 65 mila euro annuali. «Togliere ai ricchi per dare ai poveri? Ben venga la solidarietà ma non mi sembra il momento di accendere una lotta di classe. In ogni caso, chi oggi mi incita ad aumentare le tasse avrebbe dovuto proporre un prelievo fiscale in campagna elettorale ma si è ben guardato dal farlo».
i medici aderenti a cimo
«Sbloccare le attività ospedaliere ordinarie» VENEZIA
L’emergenza Covid ha causato una contrazione delle attività ospedaliere ordinarie: visite e prestazioni ambulatoriali limitate ai casi urgenti o con priorità breve; sospensione o rinvio di screening, controlli, libera professione dei medici dipendenti. In proposito, i medici aderenti a Cimo-Fesmed riconoscono «l’esigenza originaria di arginare l’afflusso di persone negli ospedali per privilegiare l’assistenza ai pazienti Covid» ma avvertono che «la situazione di questa seconda ondata di contagi appare di difficile soluzione in tempi brevi con un tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e sub intensiva in aumento». Ne consegue, afferma il segretario Giovanni Leoni, che «l’attività programmabile deve essere necessariamente ricollocata pena la formazione di liste di attesa che determineranno un aumento delle disuguaglianze fra ricchi e poveri a vantaggio delle attività private pure come è accaduto in primavera». Al riguardo, Cimo lamenta il perdurante blocco dell’attività in libera professione imposto al personale medico pubblico: «È una grave discriminazione nei confronti dei medici dipendenti che hanno scelto la libera professione in ospedale, scontando magari una riduzione dello stipendio, ad esclusivo beneficio di quanti lavorano nel privato puro senza alcuna penalizzazione e anzi incrementando la loro attività». —
II
Primo Piano
Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
Virus, la seconda ondata
Tutti in coda per un pigiama Paradossi del commercio: fila da Tezenis per abiti da casa `Dopo l’ultima ordinanza ha riaperto nel fine settimana Ovs mentre al mercato c’è chi parla di perdite al 70 per cento Due addetti controllano che non si superi il limite di capienza `
IL REPORTAGE BELLUNO Bancarelle semi-deser-
te ma code fuori dai negozi per acquistare pigiami e tute. È la fotografia scattata ieri mattina nel capoluogo. Un giornata particolare segnata dalla riapertura delle medie e grandi strutture a seguito della nuova ordinanza regionale. Oltre che dalla ripartenza del mercato del centro storico. Con Natale alle porte è scoppiata anche la frenesia per i regali da posizionare sotto l’albero, incentivata dalla settimana del “black friday”. La differenza, rispetto agli anni passati, sta nella determinazione del cliente medio nello scegliere il prodotto.
I PIGIAMI «Ormai – citando la responsabile di un negozio del centro – invece di bersi un aperitivo con il vestito nuovo, le persone scelgono i pigiami per stare in casa». È uno degli effetti collaterali del coronavirus. Che non solo ha costretto i cittadini, tramite i decreti governativi anti-contagio, a rimanere chiusi nelle loro abitazioni. Ma ha anche modificato i loro desideri. Feste annullate, grandi cene rinviate al nuovo anno, discoteche e cinema chiusi. Non è rimasto altro che buttarsi a capofitto sull’abbigliamento da casa: pigiami, tute, ciabatte. Le sfilate si sono spostate dalle piazze ai corridoi di casa. «Sul settore “pigiameria” stiamo facendo ancora meglio dell’anno scorso» raccontano dalla sede Tezenis di piazza dei Martiri. Certo, novembre è il mese del pigiama per antonomasia. C’è la festa di San Nicolò vicina e, appena dopo, c’è Natale. Nonostante questo «stiamo andando davvero forte». Ieri mattina, fuori da Tezenis, c’era la coda. Una settimana fa potevano entrare al massimo 14 per-
sone. Ora 8. Eppure il lavoro continua a gonfie vele. «Non c’è stato nessun calo – confida la responsabile – Lavoriamo bene, come sempre. Come se il covid non esistesse. La gente sta a casa e quindi cerca abbigliamento da casa». Quasi tutti i negozi del centro hanno avuto un buon movimento di persone. «Non
possiamo lamentarci – commentano all’Ovs – Non sapevamo se i cittadini avessero recepito la riapertura del sabato perché è arrivata all’ultimo momento, però è andata bene. Un piccolo calo l’abbiamo registrato anche se non è niente di preoccupante».
«ORMAI NON SI COMPRA PIÙ IL VESTITO NUOVO PER L’APERITIVO MA INDUMENTI COMODI PER RILASSARSI»
«SE LA GENTE GIRA COMPRA, SE RIMANE IN CASA NO E SPESSO I CLIENTI PREDILIGONO IL COMMERCIO ONLINE»
CAMBIO DI ROTTA Secondo l’ultima ordinanza di Zaia, che rimarrà in vigore fino al 4 dicembre, i negozi non possono superare la capienza di un cliente ogni 20 metri. All’Ovs, dove ne possono entrare 50, sono presenti due addetti alla sicurezza che monitorano gli ingressi. «Finora non abbiamo avuto problemi – spiega uno di loro – Abbiamo raggiunto il limite poche volte ma le persone si comportano bene. Alcune, addirittura, si fermano davanti al-
la porta e mi chiedono se possono entrare». Se i negozi e i bar hanno avuto una risposta soddisfacente da parte della cittadinanza, lo stesso non può esser detto per il mercato. «Noi abbiamo perso il 70% degli incassi – racconta una coppia da Sospirolo che ha una bancarella di vestiti in piazza dei Martiri – Se la gente gira, compra. Se invece sta chiusa in casa, noi rimaniamo con le ma-
ni in mano. Ora si predilige l’acquisto online. Ma c’è terrorismo nell’aria: le persone sono spaventate e il calo è stato drastico. Inoltre, grazie al sindaco, abbiamo saltato due sabati di fila perdendo così due splendide giornate». Rabbia condivisa anche da Angelo Graziottin che vende scarpe lì vicino. «Perché questo sabato sì e l’altro no? Cos’è cambiato? – chiede in modo retorico – Abbiamo il gel e le mascherine. Mi parlano di assembramenti. Ma dove sono? Se si contagia-
INSEGNANTE POSITIVA AD ARSIÈ: PER GLI SCOLARI È SCATTATO IL MONITORAGGIO, SI VALUTA LA CHIUSURA
provincia d’Italia per diffusione del contagio. Il dato, facilmente reperibile in rete, dice che in provincia di Belluno ci sono stati negli ultimi 7 giorni 78 nuovi casi al giorno, per 100mila abitanti. Peggio solo a Como (83) e a Cuneo (83). Si tratta comunque di un dato confortante. Nel
GLI AMBULANTI
RIVAI DI ARSIÈ Dopo il tampone all’insegnante che ha rivelato la positività ad essere “indagati” anche 18 bambini
Asilo di Rivai: tamponi per 18 Cinque vittime in 24 ore la più giovane aveva 68 anni IL CONTAGIO BELLUNO Una delle giornate più nere dall’inizio della seconda ondata del virus. Un ruolino che continua ad aggiornarsi quotidianamente. Rischiando di far dimenticare che dietro quei numeri ci sono delle vite. Nonni, zie, mamme e papà. Il bilancio di sabato parla di cinque vite spezzate: tutti erano positivi al virus. A perdere la vita un uomo di 82 anni ricoverato in ospedale di Comunità a Belluno, una donna di 90 anni in Geriatria a Belluno, un uomo di 86 anni che si trovava in pneumologia a Belluno, una donna di 68 anni per la quale è stato tentato il possibi-
le: dopo essere arrivata in ospedale era stata ricoverata nel reparto di Rianimazione a Belluno. E infine un 80enne in ospedale di Comunità a Belluno. Purtroppo continua a salire anche il numero delle persone ricoverate. A fronte dei cinque decessi infatti, i letti occupati sono a quota 203, quattro in più di
RICOVERI A QUOTA 203 UNDICI INVECE I PAZIENTI NEI REPARTI DI TERAPIA INTENSIVA DI FELTRE E BELLUNO
quelli del giorno prima. In altri termini nelle ultime 24 ore ci sono stati almeno nove nuovi ricoveri.
TERAPIE INTENSIVE Sono undici i letti occupati nelle terapie intensive di Feltre (4) e Belluno (7). Prima dell’inizio dell’epidemia di Coronavirus i due ospedali bellunesi avevano soltanto dieci posti in terapia intensiva. Ma il passare dei mesi ha imposto di incrementare anche i letti a disposizione dei pazienti più gravi.
LA MAPPA Nel frattempo la media mobile a sette giorni dei “nuovi positivi” colloca Belluno come terza
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III
Primo Piano
Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
Oggi tamponi di massa, la sindaca «Fermiamo il contagio e andiamo» Gli ultimi dati evidenziano un crollo dei positivi `Dalle 9,30 in zona Taiarezze via allo screening sono scesi a 156, la scorsa settimana erano 243 Al controllo sono attese fino a 1200 persone `
IL CASO
A Longarone
BELLUNO «Fermiamo il contagio, presentiamoci allo screening!». Ultimo appello del sindaco di Auronzo di Cadore Tatiana Pais Becher ai suoi cittadini. L’ha postato ieri pomeriggio, sui profili social, per invitare tutti coloro che rientrano nella fascia d’età dai 41 ai 65 anni a presentarsi in località Taiarezze. Dove, questa mattina, ci saranno i tendoni dell’Usl 1 Dolomiti per i tamponi di massa. Obiettivo: scovare gli asintomatici che non sanno di aver contratto il virus e arginare l’epidemia.
Covid point allestito dai medici di base
sindaco di Auronzo – che l’alternativa al vaglio della Regione avrebbe potuto essere la dichiarazione di “micro zona rossa” per il nostro Comune. Mi appello quindi a gran voce, di nuovo, al vostro senso civico e al vostro senso di responsabilità e comunità, chiedendo di presentarvi al drive-in. Dobbiamo proteggere le fasce più deboli». Riportare la situazione alla normalità però ha un altro significato: «Vorrebbe dire garantire una stagione turistica invernale più tranquilla, sia per i turisti e proprietari di seconde case che vorranno trascorrere le vacanze natalizie nel paese delle Tre Cime, sia per le attività economiche presenti sul territorio». Dopo gli innumerevoli appello del sindaco, ora serve una risposta concreta da parte dei suoi cittadini. Davide Piol
I sei medici della Medicina di Gruppo integrata Longaronese Zoldo avvieranno da mercoledì 9 il servizio di tamponi per i loro mutuati. In modo alternato, saranno a disposizione dei circa 8.000 pazienti in quattro giornate. A Longarone i giorni stabiliti per gli accertamenti sono il mercoledì e venerdì dalle 13,30 alle 14,30. Verrà allestito il sistema drive-in nel parcheggio sotterraneo del supermercato SuperW: qui, scendendo direttamente con il kit per il tampone dagli ambulatori che si trovano ai piani, il personale infermieristico sottoporrà i pazienti al tampone. Procedura simile in Zoldo con accesso drive-in nella parte retrostante degli ambulatori che si trovano di fronte al municipio di Forno (martedì e giovedì dalle 11,30 alle 12,30). Saranno invece i medici a verificare positività o negatività, a refertare i campioni e a consegnare l’esito dell’esame ai pazienti e a fornire le indicazioni necessarie in caso di esito positivo; fra cui quella di recarsi al drive-in di Belluno per il test molecolare. Sarà possibile prenotare, telefonando al proprio medico di base, solo da giovedì 3 dicembre. I sei medici colgono l’occasione per ringraziare al Protezione Civile di Zoldo e Longarone per l’aiuto fornito in occasione della campagna di vaccinazione antinfluenzale. Giovanni Santin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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TESTACODA
DOPPIA GUARDIA All’Ovs ci sono due addetti a controllare gli accessi. Proseguendo in senso antiorario, l’aperitivo in piazza, i portici e la fila al negozio Tezenis accanto al Comunale
no all’aperto, figuriamoci quando sono tutti appiccicati nei bar». Poi attacca il sindaco Massaro: «C’è raziocinio nelle scelte di questa amministrazione oppure fanno esperimenti sulla pelle delle persone? Il mercato porta vita. Così, invece, sta morendo tutto. Io ho dato indietro la concessione per il posto. Come me, molti altri. Alcuni non vengono più. Se continuiamo così la piazza rimarrà vuota». Davide Piol © RIPRODUZIONE RISERVATA
In realtà, ad Auronzo, la curva dei contagi si è abbassata in modo considerevole ma il timore è che la situazione possa sfuggire di mano ancora una volta. Attualmente ci sono 156 persone positive e 58 in isolamento domiciliare fiduciario. È un risultato ottimo. In meno di sette giorni i casi totali sono scesi di quasi cento unità. «Dal picco raggiunto una settimana fa, ossia 243 positivi – ha commentato il primo cittadino di Auronzo – i numeri stanno calando vistosamente e di questo va dato merito sicuramente a voi cittadini, per la maggiore attenzione prestata in questi giorni, e ai numerosi controlli effettuati quotidianamente dai carabinieri per verificare il rispetto delle norme anti contagio». Notizie confortanti arrivano anche dalla casa di riposo. Dei 54 ospiti che erano stati trovati positivi al virus, 17 si sono già negativizzati. Inoltre, stanno continuando a rientrare in servizio anche infermieri e oss rimasti contagiati nelle ultime settimane. «Comunico la mia vicinanza e quella dell’amministrazione comunale ai cittadini di Auronzo che sono risultati positivi – ha continuato Tatiana Pais Becher – Ma anche a coloro che si trovano ricoverati negli ospedali
TAIAREZZE Imponente il dispositivo. In campo volontari, medici e infermieri (Facebook/ protezione civile Auronzo)
della provincia e stanno combattendo il virus e alle persone in isolamento fiduciario. Ricordo che gli uffici comunali rimangono a disposizione della popolazione per fornire assistenza e informazioni. Non esitate a contattarci al numero 0435-400035».
ATTESI IN 1200 L’appuntamento quindi è in località Taiarezze. È importante che si presentino i cittadini della fascia d’età selezionata dall’Usl 1
L’AVVISO: «L’ALTERNATIVA AL VAGLIO DELLA REGIONE ERA LA DICHIARAZIONE DEL COMUNE COME MICRO ZONA ROSSA»
I CONTROLLI tamponi che non è omogeneo.
AD ARSIÈ
corso dell’ultima settimana il dato era arrivato a filo dei cento nuovi casi giornalieri (sempre per cento mila abitanti) in un quadro nazionale più complicato di quanto appaia oggi. Altro elemento da sottolineare quando si fanno confronti con province fuori dal Veneto il fattore
Va verso la chiusura, invece, l’asilo di Rivai di Arsie. Una decisione non c’è ancora ma è probabile che sia questa la strada che verrà intrapresa nelle prossime ore. Quello delle scuole e degli asili del resto rimane un settore seguito con grande attenzione dall’Usl 1 Belluno Dolomiti. In provincia sono 91 le classi seguite dalla squadra speciale del personale sanitario. Ad Arsié il team specializzato ha disposto il tampone per diciotto bambini della classe dopo la positività di un’insegnante. In totale, nel paese guidato dal sindaco Luca Strappazzon, sono 21 le persone positive e 12 quelle in isolamento. Lo scorso mese i positivi erano arrivati a 34 poi scesi a 14 ed ora c’è stato un nuovo incremento. «Questa seconda ha spiegato il sindaco - si sta rivelando peggio della prima in cui avevano registrato al max 7 casi. Ora siamo sopra i 20 casi e ci sono anche due ricoveri». AZ © RIPRODUZIONE RISERVATA
PEDAVENA Doveva chiudere alle 18, ma al posto di abbassare la serranda e mandare tutti a casa ha organizzato una festa. I carabinieri della compagnia di Feltre, guidati dal capitano Luca Innelli, si sono presentati al locale El Travo di Pedavena che erano già passate le ventidue. «All’interno c’erano almeno sette o otto persone -spiegano le forze dell’ordine- che alla vista dei militari si sono allontanate precipitosamente». Tre avventori sono stati però bloccati e non hanno avuto altra possibilità che ammettere che all’interno era in corso una festa. Con buona pace, evidentemente, del rispetto delle norme che impongono la chiusura dei locali alle 18.
LE SANZIONI «Per il titolare - spiegano sempre i carabinieri - è scattata la sanzione pecuniaria prevista e la chiusura immediata del locale per 5 giorni». Ma i guai non sono finiti qui. Perché a finire nella rete sono stati anche i tre clienti che hanno dovuto com-
Dolomiti (dai 41 ai 65 anni). Ad attenderli, dalle 9 e mezza, tre squadre di infermieri, tre medici refertatori e i volontari della Protezione civile di Auronzo di Cadore. Secondo i dati forniti dall’Anagrafe dovrebbero presentarsi 1.257 persone ma l’azienda sanitaria stima una partecipazione di circa il 50-60%. Nessuno è obbligato a eseguire il tampone. È chiaro però che più gente deciderà di farlo e più sarà facile individuare le positività ancora sconosciute e arginare il contagio. Si può arrivare al drive-in dalle 9.30 alle 13. Sono già stati predisposti tre percorsi differenti per le auto. Cioè tre accessi che dovrebbero velocizzare l’attività di screening. In caso di alta affluenza, si andrà avanti anche nel pomeriggio.
LA MICRO ZONA ROSSA «Ricordo – ha fatto presente il
Al bar di Pedavena festa fino alle 22 arrivano i carabinieri
vece denunciate dai carabinieri di Lamon dopo un’indagine cominciata lo scorso mese di luglio. L’accusa per tutti è di manifestazione abusiva e disturbo alle persone. Si tratta di ragazzi di età compresa tra i 19 e i 28 anni che in due occasioni (nel mese di luglio) avrebbero organizzato degli incontri di calcio nella piazza del comune. «Al dichiarato scopo - hanno ricostruito le forze dell’ordine - di protestare contro la mancata protrazione dell’orario di apertura degli esercizi pubblici». Episodi che hanno suscitato le rimostranze dei residenti che stanchi del trambusto hanno deciso di sporgere una formale querela.
I CONTROLLI CLIENTI NEI GUAI La loro autocertificazione è al vaglio dei carabinieri
DENUNCIATI IN DIECI PER MANIFESTAZIONE ABUSIVA: GIOCAVANO A CALCIO IN PIAZZA A LAMON PER PROTESTA CONTRO LE CHIUSURE
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pilare un’autocertificazione sulla quale sono in corso le verifiche: «Essendo passate le 22 non potevano infatti trovarsi fuori casa senza giustificato motivo».
A LAMON Dieci persone sono state in-
Nel corso della settimana sono state 969 le persone controllate dalle forze dell’ordine. Nove quelle sanzionate per non aver rispettato l’ordinanza che impone l’uso della mascherina e il divieto di circolazione dopo le 22 se non per i casi previsti. Quarantacinque in totale le attività e i locali che sono stati controllati della forze dell’ordine. AZ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
Coronavirus, il commercio LA SITUAZIONE PADOVA Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi sulla corretta definizione di assembramento non avrebbe dovuto far altro che andare a guardare le lunghe code sviluppatesi ieri di fronte ai grandi negozi. L’effetto combinato del Black Friday e dell’ordinanza regionale che ha permesso l’apertura delle grandi e medie strutture di vendita (non nei centri commerciali) è stato a dir poco esplosivo. Sono centinaia i padovani che si sono armati di sciarpe, berretti e giubbotti pesanti per sostenere il freddo pungente mentre attendevano il proprio turno per entrare. La coda più lunga si è registrata di fronte all’entrata di Ikea a Padova Est ma era anche la più disciplinata. All’ingresso un addetto sorvegliava attentamente i clienti e qualche volta è intervenuto per farli distanziare adeguatamente. Anche le code di Decathlon e Mediaworld certo non scherzavano: sono ricomparse le serpentine come quando si attende il check-in all’aeroporto e in questi due casi, però, i padovani a caccia di sconti erano decisamente più vicini. Anche in centro, tra le vie dello shopping, la situazione si è rivelata drammatica. In alcuni punti era quasi difficile camminare dalla calca che si formava.
LE OCCASIONI Sembrava un sabato qualunque, con i cittadini che fanno acquisti, escono dai negozi carichi di buste sotto la luce natalizia dei videomapping che decoreranno i monumenti cittadini fino a gennaio. Un’atmosfera che a prima vista avrebbe potuto dirsi serena ma che celava tutt’altro sentimento. Perché non era un sabato qualunque quello di ieri. Era un sabato di pandemia che tutto poteva permettersi tranne gli assembramenti che si sono visti in città. Ma a quanto pare il richiamo degli sconti è stato irresistibile e ha vinto sulla preoccupazione per il coronavirus. Preoccupazione che però non è stata accantonata proprio da tutti i padovani visto che la sala operativa della polizia locale è stata bombardata di telefonate che segnalavano assembramenti in tanti punti diversi della città. «È stato un delirio di segnalazioni, le abbiamo verificate tutte, alcune non sono state proprio puntuali, diciamo così – racconta Diego Bonavina, assessore alla Sicurezza – La maggior parte riportava di as-
“Assalto” agli acquisti, code e assembramenti Ieri combinazione della nuova ordinanza di Zaia e delle offerte del Black Friday Folla in centro storico, file nei grandi negozi aperti di sabato da Ikea a Decathlon `
sembramenti di fronte alle grandi e medie strutture di vendita. Un bar in zona Città giardino e altri tre in zona centrale sono stati multati perché gli agenti hanno visto che effettivamente la situazione era pesante, non si poteva dare un semplice ammonimento, quindi è scattata la sanzione di 400 euro per violazione delle norme anti-Covid. C’era molta gente anche nei mercati delle piazze però è stata gestita bene, grazie anche al piano che il Comune ha approntato con gli
accessi controllati e contingentati».
CENTRALE DEI VIGILI TEMPESTATA DALLE SEGNALAZIONI DEI CITTADINI SANZIONATI 4 BAR, UNO A CITTÁ GIARDINO
L’ASSESSORE BONAVINA: «MOLTA GENTE NEI MERCATI, MA LE PRESENZE GESTITE BENE GRAZIE AL PIANO»
I PARCHEGGI Non solo, ieri i padovani hanno messo tutta la loro creatività nel parcheggiare l’auto dove non era permesso, andandosi a incastrare in ogni anfratto che sono riusciti a trovare pur di andare a far compere in centro, e sono diverse le multe staccate dalla polizia locale per divieto di sosta. Silvia Moranduzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
NEI NEGOZI E NELLE PIAZZE Qui sopra, le proiezioni natalizie. A destra, folla nelle piazze e coda all’esterno di Decathlon
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Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
Spesa in “solitaria”, vigili tra gli scaffali: «Rispettate la norma» La polizia locale del Pd1A all’Iperlando, all’Aldi e all’Alìper Una ventina di persone fatte uscire perchè in compagnia `
I CONTROLLI CITTADELLA Agenti della Polizia locale del Distretto Pd1A tra gli scaffali dei supermercati ieri mattina in alcuni comuni del Cittadellese. Una presenza insolita tra la clientela, soprattutto nelle aree dedicate alla gastronomia e alla macelleria. L’operazione è stata finalizzata alla verifica del rispetto delle disposizioni di sicurezza anti contagio della recente ordinanza del governatore del Veneto Luca Zaia che rimarrà in vigore fino al 3 dicembre, ossia, quando ci sarà in nuovo decreto governativo. A fare gli acquisti nei supermercati può andare solo una persona per nucleo familiare a meno che non si tratti di persone non autosufficienti o minorenni.
LA PREVENZIONE
LE VERIFICHE Qui sopra, il coordinatore del Distretto Pd1A, il vice commissario Gledis Sambugaro, all’Iperlando di Cittadella. I controlli sono scattati per verificare che la spesa venga fatta da un singolo componente del nucleo familiare. A sinistra, gente in coda davanti ai grandi negozi riaperti ieri grazie all’ordinanza del governatore Luca Zaia
«É stata un’azione di informazione e prevenzione - spiega il coordinatore del Distretto, vice commissario Gledis Sambugaro - non abbiamo sanzionato nessun cliente. In molti ci hanno detto di non essere a conoscenza del divieto. Nei supermercati c’erano, come richiesto, i cartelli informativi anche relativi alla capienza e persona-
«Le regole sono troppo penalizzanti: i sindaci decidano per i loro territori» IL GRIDO D’ALLARME CITTADELLA «Non è possibile che ogni decisione cada dall’alto senza considerare le reali situazioni in cui si trovano i commercianti. C’è l’elevatissimo rischio che continuando ad agire in questo modo si mettano a rischio moltissime attività». É un grido d’allarme quello di Enrico Baggio, presidente del mandamento di Cittadella di Ascom Confcommercio. La protesta arriva dagli associati che quotidianamente gli riferiscono i problemi relativi alle disposizioni normative adottate a vari livelli istituzionali per il loro settore. «É come un cappio che giorno dopo giorno si stringe per effetto di decisioni di chi non ha la misura della realtà professionale».
LE MISURE «Le nuove disposizioni per negozi e botteghe sono quasi inapplicabili - dice Baggio - ma non se la passano meglio le medie strutture». Spiega un operatore che a Cittadella ha un negozio di media dimensione: «Fino all’altro giorno abbiamo dovuto chiudere anche al sabato, oltre che alla domenica, e c’è stato il rischio che i clienti si concentrassero in determinate fasce orarie o che prediligessero gli acquisti online. Era già un fenomeno in essere prima della crisi generata dalla pandemia, ora è esponenziale ed i dati parlano chiaro. Nel mio spazio evidenzia il negoziante - possono entrare massimo 25 persone. Non ci sarà mai un rischio assembramento, una situazione di insicurezza. Mi chiedo
perchè ho dovuto devo chiudere anche al sabato, quale sia stata la ragione. Anche strutturalmente siamo diversi dai centri commerciali. Per fortuna l’hanno capito, ma vedremo a dicembre che accadrà». Nei negozi diventa quasi necessario essere presenti in due. Impossibile per un singolo commreciante controllare che tutte le norme vengano rispettate. Continua Baggio: «Tutti gli operatori hanno investito moltissimo nella messa a norma dei loro spazi e sono attenti a
IL PRESIDENTE ASCOM DI CITTADELLA: «LE DISPOSIZIONI GENERALIZZATE CREANO INUTILI DANNI A MOLTI OPERATORI»
PRESIDENTE Enrico Baggio è alla guida del mandamento Ascom di Cittadella
far rispettare le disposizioni. Chi non lo fa è giusto sia punito. Ciononostante siamo considerati dei dilettanti. Siamo persone che svolgono il lavoro da anni, decenni, generazioni».
LA PROPOSTA Quella del presidente Baggio, che è anche consigliere della Camera di Commercio di Padova, non è una polemica sterile. «Siamo come sempre pronti al confronto, ed una soluzione chiara ce l’ho - indica - Regole generali come quelle in essere stanno creando quello che è sotto gli occhi di tutti. Rischiano di compromettere moltissime attività. Si lascino ai Comuni e ai sindaci, che conoscono le realtà territoriali in modo preciso, l’applicazione delle regole. Quello che può essere utile agli operatori di una città può non esserlo per i colleghi in un paese. Ricordo che i commercianti non sono persone impreparate e che hanno sempre rispettato le regole». Ascom Confcommercio tra l’altro ha in essere l’iniziativa itinerante Sos Imprese, ossia, incontra gli operatori in vari mercati del padovano, ascoltando le istanze ed offrendo supporto per aiutarli a superare questo momento difficilissimo guardando alla ripartenza. Si spera quindi che le istituzioni raccolgano effettivamente le richieste concrete dei commercianti. In vista del periodo festivo, forte anche un altro appello di Baggio: «Acquistiamo nei negozi di vicinato non solo per aiutare il commercio ma anche per sostenere la nostra comunità dando un’iniezione di fiducia a tutti i colleghi commercianti» M.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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le di controllo». Ma è su questo aspetto che nella pratica si rivela l’assurdità dell’italica burocrazia. Gli addetti al controllo ed alla sicurezza informano del divieto, ma materialmente, non possono fermare le persone all’ingresso. Persone che però possono essere sanzionate da un pubblico ufficiale, e l’attività commerciale rischia la chiusura immediata. Ovvio che gli agenti valuteranno situazione per situazione. Ieri tra le 11 e le 12 sono stati controllati a Cittadella l’IperLando nella zona industriale Nord e il supermercato Aldi lungo via Galileo Galilei, mentre a Fontaniva la verifica ha interessato il centro acquisti Alìper in via Marconi. «All’IperLando sono state accompagnate fuori dallo spazio commerciale una decina di persone, otto invece nella struttura di Fontaniva, nessuna all’Aldi - continua
IL COMANDANTE: «IN MOLTI GNORANO ANCORA IL DIVIETO, ORA INFORMIAMO DAI PROSSIMI GIORNI SCATTANO LE MULTE»
Sambugaro - Abbiamo trovato la massima collaborazione da parte delle direzioni e del personale, come pure dei clienti, molti dei quali si sono scusati. Del resto si tratta di disposizioni che salvaguardano la sicurezza di tutti, dei lavoratori e dei clienti. Come abbiamo sempre fatto quando si introducono nuove norme - sottolinea il vice commissario - accanto al servizio di controllo c’è quello di informazione. É avvenuto anche per l’ordinanza anti fumo in vigore a Cittadella».
I PROVVEDIMENTI É pur vero che con i vari provvedimenti nazionali, regionali e comunali, per i cittadini il rischio di confondersi è elevato. La sanzione è tutt’altro che leggera: 400 euro. I nuclei familiari sono stati individuati nelle aree di attesa dei prodotti freschi, soprattutto gastronomia e macelleria. Nessun problema per quanto riguarda il numero massimo di clienti presenti contemporaneamente, non è stato superato. Tra gli scaffali e le corsie dei grandi supermercato degli otto Comuni che costituiscono il Distretto, gli agenti ritorneranno. «Allora, se necessario- conclude Sambugaro - scatteranno i verbali». Michelangelo Cecchetto © RIPRODUZIONE RISERVATA
II
Primo Piano
Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
Coronavirus, l’emergenza
Pienone in centro e regole eluse: vigili attenti ma inoperosi La Polizia locale presidia ma non interviene su eventuali assembramenti troppo numerosi. La difesa del sindacato `
LA SITUAZIONE ROVIGO Altro sabato pomeriggio nel quale è andato in scena l’affollamento del centro storico. Se nella normalità delle cose, senza un’epidemia globale, questa è una buona notizia, in piena emergenza sanitaria è il segnale che le parole del Governo e del presidente della Regione Luca Zaia sono cadute nel vuoto. Le piazze e il corso del Popolo sono state letteralmente prese d’assalto già dalla tarda mattinata. Complice una temperatura leggermente maggiore rispetto ai giorni precedenti e l’avvicinamento delle festività natalizie, la gente ieri ha girato come se nulla fosse in tutto il centro storico del capoluogo, mentre le pattuglie delle forze dell’ordine e della Polizia Locale svolgevano un controllo diffuso senza fermare le persone.
LO STRUSCIO SI FA COME NIENTE FOSSE E I CONTRADDITTORI MESSAGGI DAL COMUNE NON CHIARISCONO CHI E COSA VA STOPPATO
CONTROLLI DEI VIGILI Nel tardo pomeriggio, dopo la chiusura di bar e ristoranti alle 18, in base all’ultimo Dcpm che ne impone la serrata al tradizionale orario dell’aperitivo, i vigili urbani sono stati costretti a replicare il copione dello scorso fine settimana con il controllo degli accessi ai principali luoghi a rischio affollamento. Questa volta nessun tafferuglio, anzi, le pattu-
glie hanno spiegato di non avere rilevato particolari problemi né nei locali, né lungo le strade. Insomma, nonostante sembrava che tutto fosse un po’ sopra le righe, le forze dell’ordine hanno ritenuto di non aver a che fare con particolari assembramenti che necessitassero richiami o, peggio, sanzioni. I vigili non hanno affatto impedito alla gente di fare shopping, perché questo è consentito dall’ordinanza regionale. Solamente chi è a passeggio “senza un valido motivo” non può muoversi in centro storico. Un gruppo di amici, giunta la fatidica ora: «Ragazzi, sono le 18, fine della serata. Ci vediamo il prossimo week-end». Così, dopo il Diccap, anche la FP Cgil si è schierata in difesa della Polizia Locale, additando all’assessore competente Patrizio Bernardinello la mancanza di polso per «una puntuale difesa dell’operato dei propri agenti», sostenendo inoltre che, a loro dire, l’assessore dovrebbe «ribadire che le regole vanno rispettate» e non difendere solo i commercianti.
IL SINDACATO
CONTROLLI Una pattuglia della Polizia davanti a Palazzo Nodari
A parlare per il sindacato della Funzione Pubblica è Paolo Zanini, tirando nuovamente in ballo l’episodio del video al vigile della settimana passata girato da un commerciante del centro: «Gli operatori della Polizia Loca-
PIAZZA VITTORIO EMANUELE Tavolini dei bar affollati ai lati del liston nel centro storico cittadino le erano stati chiamati ad operare, per far osservare dei provvedimenti del Governo e della Regione, volti ad evitare il formarsi di assembramenti - ha spiegato il sindacalista -. Da cittadini possiamo certamente esprimere dei dubbi sull’opportunità e sull’efficacia di certe misure. In molti, ad esempio, si staranno chiedendo come si possa contenere l’afflusso delle persone nella piazza centrale della città, un sabato pomeriggio, quando bar ed esercizi commerciali sono aperti. Resta il fatto che i cittadini hanno il dovere di osservare le norme, mentre compete alle forze di polizia assicurare la loro reale applicazione, indipendentemente dalle opinioni personali. Queste sono le regole, in un contesto civile e
democratico. Considerato questo, riteniamo che il cittadino in questione (chi ha girato il video “incriminato”, ndr) dovrebbe chiedere scusa per un comportamento che ha largamente travalicato il confine della civile espressione di una protesta. Ma, al di là dell’episodio in sé, registriamo un diffuso malcontento tra il personale, soprattutto per le dichiarazioni rese dall’assessore Bernardinello e per le sue comunicazioni date direttamente al personale».
«DICHIARAZIONI CONFUSE» Stando a quanto spiega Zanini, infatti, in comando «non si è capito bene a chi si rivolga e dove voglia andare a parare, quando, da un lato afferma che le regole
ROVIGO Medici in rivolta contro l’Ulss Polesana. A loro parere il nuovo atto aziendale penalizzerebbe il Basso Polesine e porterebbe a un impoverimento dell’ospedale di Adria e del territorio. Sotto la lente d’ingrandimento di Cgil Medici, Uil Fpl, Cimo Fesmed, Anaao Assomed, Aaroi Emac, Fassid e Fvm, finiscono le soppressioni delle unità operative complesse di Radiologia, Direzione Medica, Farmacia, Pediatria e Psichiatria, declassate a “semplici” e la soppressione dell’Unità operativa semplice di Lungodegenza. «Per la Psichiatria si perdono tutti i posti letto, trasferiti a Rovigo con la creazione di un unico Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di 24 posti - spiegano le sigle di categoria -, situazione discutibile dal punto di vista strutturale oltre che per le finalità del servizio. Anche se l’impoverimento è frutto delle scelte già perpetrate nelle schede ospeda-
liere emanate dalla Regione, come sindacati medici e della dirigenza sanitaria dell’Ulss Polesana riteniamo che si possano comunque fare scelte diverse da quelle prospettateci».
NOTA CONGIUNTA Per questo motivo, a firma congiunta, le diverse sigle hanno in-
LE SIGLE SINDACALI DEI MEDICI DELL’OSPEDALE CRITICANO PESANTEMENTE I TAGLI IMPOSTI «LA SOPPRESSIONE DI INTERE BRANCHE E SERVIZI PENALIZZA I PAZIENTI CHE PROVENGONO DAL BASSO POLESINE»
viato una nota al direttore generale Antonio Compostella e, per conoscenza all’assessore regionale Cristiano Corazzari, ai consiglieri regionali della Provincia, all’Ordine dei Medici, alle rappresentanze dei sindaci in seno alla Conferenza e ai sindaci di Rovigo ed Adria. «Oltre ad elencare le ricadute delle scelte di questi mesi sulla sanità del Polesine - spiegano i sanitari - mettiamo in luce quali proposte di modifica all’Atto Aziendale auspichiamo». Il nuovo documento determinerebbe ulteriori riduzioni e declassamenti che inciderebbero fortemente sull’ospedale di Adria e sul Basso Polesine: «Va segnalata la soppressione dei Dipartimenti presenti al Santa Maria Regina degli Angeli di Adria ed il conseguente declassamento delle strutture dipartimentali presenti. Come avvenuto in passato per l’ospedale di Trecenta, la mancanza di autonomia porterà a una riduzione delle risorse e alla progressiva riduzione delle prestazioni. Ciò comporterà un iniziale sovraccarico su Rovigo e
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L’ospedale sta subendo la progressiva riduzione di capacità di offrire servizi
Dipartimenti soppressi, medici sul piede di guerra LA PROTESTA
vanno applicate rigorosamente e che sanzionare è un dovere, salvo poi aggiungere che è doveroso un atteggiamento di sensibilità e garbo nei confronti dei cittadini, precisando che, se ci mettiamo senso di responsabilità, evitiamo questa pena ulteriore in momenti difficili. In questo suo complicato esercizio da equilibrista, l’Assessore, senza dirlo chiaramente, di fatto, esprime delle riserve sull’operato degli agenti. Queste uscite “buoniste”, che si sostanziano nel dire a tutti e quindi anche agli agenti, “fate i bravi”, come si fa con i bambini dell’asilo, è assolutamente fuori luogo, in quanto mette in discussione l’operato». Alberto Lucchin
una fuga dei pazienti che abitano in Basso Polesine, come già succede per l’Alto Polesine, determinando un impoverimento di tutta la sanità polesana».
DIPARTIMENTI AUTONOMI Utile, secondo i medici, prevedere dipartimenti autonomi anche ad Adria: «Segnaliamo inol-
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tre la soppressione dell’Unità Operativa Semplice di osservazione breve intensiva al Pronto Soccorso, laddove le schede ospedaliere prevedevano invece il potenziamento da 8 a 12 posti letto. Se ne chiede il ripristino. È stata anche soppressa l’Oncologia di Adria, con la previsione di percorsi oncologici ambulatoriali
all’interno della struttura complessa dell’Oncologia di Rovigo. Questa assumerà una valenza trasversale determinando di fatto la fine del servizio ora previsto». L’oncologia ad Adria a detta delle rappresentanze mediche, è sempre stata un importante fattore di crescita e di risposta, riducendo fortemente le fughe dei pazienti oncologici del Basso Polesine verso altre Ulss. «Basti pensare che nel 2020 la struttura di Adria ha erogato 5.840 prestazioni ambulatoriali a fronte delle novemila di Rovigo, con un incremento rispetto al 2019 di oltre il 18 per cento. A queste situazioni si aggiungono ulteriori scelte che in questi mesi hanno fortemente rappresentato un’idea di depotenziamento della sanità pubblica nel Delta come la riduzione dell’attività del Laboratorio Analisi, la riorganizzazione dei posti letto in area chirurgica, la chiusura della portineria con centralino telefonico dopo le 13». Guido Fraccon © RIPRODUZIONE RISERVATA
XIX
Oderzo
L’INCIDENTE Non è chiaro per quale motivo si sia avvicinato troppo al giunto: il sistema di sicurezza ha però bloccato immediatamente il motore
Motta
Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
treviso@gazzettino.it
MEDUNA DI LIVENZA Minorenne rimane incastrato col braccio destro nel cardano di un trattore: scatta l’allarme a Meduna di Livenza, arriva anche l’elisoccorso. L’episodio si è verificato nel pomeriggio di ieri alle 14.15 in territorio comunale di Meduna di Livenza. La chiamata è arrivata da via San Pio X, in zona Magher, area che confina a sud con Lorenzaga di Motta di Livenza e a est con Frattina di Pravisdomini, in provincia di Pordenone.
Il braccio resta incastrato nel trattore: 14enne ferito ` Portato in elicottero al Ca’ Foncello: se Il ragazzino era seduto sul retro: si è impigliato nel cardano del mezzo agricolo la cava con una frattura e tanto spavento `
LA PAURA rimasto incastrato con il braccio destro nel cardano del trattore, ossia il giunto che trasmette il moto tra le due assi in rotazione del mezzo agricolo.
NEI CAMPI
L’INCIDENTE
Com’è di norma nelle zone agricole, in questo periodo sono parecchi i trattori al lavoro nei vari appezzamenti di terreno. Sul posto ieri al lavoro anche un ragazzino di 14 anni insieme ai parenti. Per cause attualmente al vaglio degli inquirenti, i ragazzino si trovava sul retro del trattore. E durante il lavoro considerato di routine è
Al momento non è chiaro il motivo per il quale il ragazzo si era avvicinato al giunto. Ad ogni modo in pochi attimi il braccio è rimasto intrappolato nel macchinario. Per sua fortuna il sistema di sicurezza del trattore ha bloccato immediatamente il motore Realizzato quello che stava accadendo, i presenti hanno subito contattato i soccorsi, mentre il 14enne urlava per il dolore. Sono accorsi velocemente i sanitari del Suem, dottore ed infermiere, con un’ambulanza giunta dall’ospedale di Oderzo. Ma è arrivato anche l’elisoccorso, proveniente dall’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Sono stati minuti lunghi e drammatici perché in un primo momento
LE URLA DI DOLORE HANNO FATTO ACCORRERE LE PERSONE PIÙ VICINE CHE HANNO CHIAMATO I SOCCORSI
L’INCIDENTE Un trattore al lavoro nei campi (da archivio): un ragazzino è rimasto ferito ieri a Meduna
Il bilancio per il 2021 sarà di lacrime e sangue. In parole povere: soldi ce ne sono pochi, le spese aumentano e non è certo che da Roma arrivino risorse. Ecco riassunta in poche righe quella che sarà l’operatività della macchina comunale per l’anno a venire, per una città che può dirsi benestante (vanta un patrimonio pubblico di oltre 40 milioni di euro) ma nelle cui casse entrano sempre meno risorse. Gli effetti della pandemia sono pesanti: aumentano le spese per il sostegno a famiglie ed attività, si riducono le entrate dalle imposte – circa 133mila euro in meno di Imu tanto per dirne una – per non parlare di oneri di urbanizzazione ridotti al lumicino. Perciò la sindaca Maria Scardellato, durante il consiglio comunale di venerdì sera, ha messo le mani avanti: non ci si faccia illusioni su manutenzioni assidue del verde, ampliamenti dei cimiteri e altri interventi. «Nel prossimo consiglio dovremo parlare del bilancio nuovo e sarà sangue. Dovremo tagliare l’ira di Dio» ha detto. In municipio si stanno organizzando per dare copertura alle
PESANTI GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA: POCHI INCASSI E TROPPE USCITE. IL SINDACO: «SI DOVRÀ TAGLIARE TANTO»
spese che sono state effettuate grazie anche al “fondone” di 878mila euro arrivato dal governo. «Entro le prossime settimane - ha specificato Mauro Lorenzon, assessore al bilancio - avremo la precisazione di quelle che dovranno essere le voci da inserire nell’utilizzabilità del fondone». Lorenzon ha spiegato che si attingerà al fondone per compensare ad esempio il mancato incasso dell’affitto del cinema Cristallo; la società che lo gestisce è stata esonerata per 5mila euro. Anche le associazioni non pagano l’utilizzo delle loro sedi e sono altri 5mila euro. «Alcune società sportive hanno chiesto la possibilità di contribuire al sostenimento delle loro spese di gestione non potendo più godere delle tariffe pagate dalle famiglie quindi ecco uno specifico fondo di 20mila euro» ha aggiunto l’assessore. Il ministero dell’interno non ha adempiuto all’obbligo di versare l’affitto per la caserma dei carabinieri e mancano all’appello 84mila euro. La consigliera di maggioranza Erika Zaia ha evidenziato come il 2020 sia stato un anno difficile «da dimenticare, che ha scombinato le entrate e bilanci di tutti. Il fondone è senza dubbio indispensabile per mantenere i conti in ordini per contenere le minori entrate e le maggiori spese». Erika Zaia ha ricordato come il bilancio consuntivo approvato venerdì sia l’ultimo del mandato della sindaca Scardellato. Segnato pure da eventi infausti come l’incendio al parco Stella, quello alla scuola di Faè e dalla pandemia. Annalisa Fregonese © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ponte di Piave
ODERZO
Aiuti alle partite Iva con crediti agevolati
Rinvenuto un bilancino per pesare le dosi di stupefacenti: giaceva seminascosto nel giardino del Foro Romano, dirimpettaio a via Roma. A trovarlo è stato l’assessore Alessio Bianco che ieri mattina, insieme alla collega Lara Corte e ad alcuni volontari, stavano valutando i siti dove collocare gli alberi di Natale preparati dalle associazioni opitergine. Individuato l’oggetto e capito di che cosa si trattava, subito gli assessori hanno chiamato la polizia locale ed i carabinieri. Questi ultimi hanno preso in consegna il bilancino per poi proseguire le indagini.
(gr) Presentata ieri mattina in municipio a Ponte di Piave l’iniziativa “Sette comuni per la Garanzia d’Impresa”. Ossia un’iniziativa di accesso al credito agevolata per le partite Iva del territorio in un periodo economicamente molto complicato. Le partite Iva saranno quelle dei comuni di Ponte di Piave (amministrazione capofila), Cessalto, Mansuè, Motta, Oderzo, Ormelle e Portobuffolè. Le parti si impegnano a promuovere e sostenere finanziariamente i soggetti economici del territorio, concedendo almeno l’80% degli importi finanziati da ogni comune ad aziende con almeno una sede operativa all’interno del territorio comunale. E il rimanente 20% ad aziende con almeno una sede operativa nel territorio degli altri sei comuni aderenti. Ogni comune ha messo a disposizione un euro per ogni residente. Raccolti dunque circa 56mila euro. Grazie alla disponibilità delle banche aderenti all’iniziativa, le imprese godranno di finanziamenti per oltre un milione di euro al tasso fisso dello 0,70%, per un importo minimo di 5.000 euro e massimo di 30.000 euro e della durata massima di 72 mesi, senza spese di istruttoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Per lui in buona sostanza la frattura del braccio destro e parecchio spavento. Ha rilevato l’episodio anche una pattuglia dei Carabinieri. Ieri tra Motta e Meduna sono state udite distintamente le ambulanze che stavano raggiungendo l’area del Malgher a sirene spiegate, poco lontano dalla regionale Postumia. Tanto che in un primo tempo c’è chi pensava anche ad un grave incidente stradale, come purtroppo ne sono capitati spesso in passato. «Abbiamo udito sirene andare avanti e indietro di continuo - spiega un residente - poi abbiamo notato l’elicottero atterrare in zona. Spesso quando c’è questo movimento di mezzi di soccorso si tratta di incidenti gravi lungo la Postumia. Poi abbiamo saputo, perché la notizia ha cominciato a circolare abbastanza presto in paese». Gianadrea Rorato © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SCOPERTA Un bilancino per la droga trovato dall’assessore Bianco insieme alla collega Corte
«Bilancio lacrime e sangue la speranza nel “fondone”» ODERZO
si è temuto il peggio, col ragazzino comprensibilmente terrorizzato. Il 14enne prima è stato liberato e poi è stato subito visitato dai sanitari per le prime cure. Non era in pericolo ma è stato deciso di ricoverarlo al Pronto Soccorso dell’ospedale di Treviso con l’elicottero. Qui dunque gli sono state riscontrate ferite di media gravità.
LA STORIA «Stavamo al Foro Romano – racconta Alessio Bianco – quando ho visto luccicare qualcosa lungo il muro dell’edificio, nei pressi di una grondaia. La prima impressione, da lontano, è che potesse trattarsi di un telefonino. Una volta che ci siamo avvicinati però è stato chiaro che non era un telefono. Mi sembrava quasi un telecomando. E’ stata la collega Corte a chiarirmi le idee: macché telecomando mi
L’ASSESSORE BIANCO «STAVAMO CERCANDO UN POSTO DOVE POSIZIONARE L’ALBERO DI NATALE: QUALCOSA LUCCICAVA»
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Choc al Foro Romano bilancino per la droga nascosto in un muro ha detto, quello dev’essere un bilancino di precisione. Ho subito pensato che poteva essere stata utilizzata per confezionare le dosi di stupefacenti. Non l’abbiamo toccata e abbiamo subito chiamato i nostri vigili. I quali a loro volta hanno avvisato i carabinieri».
I VIGILI «Siamo arrivati subito sul posto, nel contempo sono pure giunti i carabinieri – evidenzia il comandante dei vigili Andrea Marchesin -. Anzi mi preme sottolineare l’ottima collaborazione con la Tenenza opitergina dei carabinieri e la sinergia fra i nostri due comandi. Il bilancino è stato consegnato ai carabinieri, nel contempo abbiamo svolto un accurato sopralluogo su tutta l’area. Sono state ispezionate tutte le grondaie, vuoi mai che ci potessero essere degli stupefa-
centi all’interno di esse. Ma non sono stati rinvenuti stupefacenti né altri oggetti connessi allo spaccio di droga. E’ un’ipotesi che quel bilancino sia stato nascosto sotto la grondaia da una persona che non voleva tenerselo in casa o in auto». «La zona – conferma Alessio Bianco – pur essendo con l’affaccio su via Roma, è un po’ defilata e chi vi ha celato il bilancino ha pensato che fosse un buon nascondiglio. Davvero non immaginavo ieri di rinvenire un oggetto simile. Stavamo valutando dove poter posizionare l’albero di Natale e quel lato di giardino ci sembrava appropriato. Ma guarda un po’ cosa dovevamo trovare». Da evidenziare che il Foro Romano è pure video sorvegliato e dunque un aiuto potrebbe arrivare dai filmati delle telecamere. An.Fr. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VI
Primo Piano
Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
Virus, il commercio
Shopping, l’attesa infinita «Tutti in coda da 50 minuti» Centro e mercato pieni di gente. Lunga fila per entrare da Tiger. Ma i vigili: «Non ci sono stati assembramenti» `
LA GIORNATA TREVISO Attese, lunghe. E poi freddo, impazienza, voglia di fare qualcosa di meglio che starsene lì, fermi, attenti a non avvicinarsi troppo a chi ti sta davanti e mantenendo a distanza chi ti sta alle spalle. E rimanere così anche per 50 minuti, come ha sperimentato sulla propria pelle chi ha sperato di poter entrare in letizia nello store Tiger rimanendo invece intrappolato. Il sabato dedicato al commercio, allo shopping pre-natalizio marchiato da black friday, sulla carta un bel momento per i commercianti che incassano e per i clienti che spendono per una volta cuor leggero, si è trasformato in un piccolo calvario. E le code in tante trappole. Potenza del Covid e delle norme pensate per arginare la pandemia, che obbligano a rispettare i turni d’ingresso in qualsiasi locale per scongiurare i tanto temuti assembramenti.
ANCHE UN QUARTO D’ORA PER ENTRARE DA CALZEDONIA, CONTE: «MA LE REGOLE SONO STATE RISPETTATE OVUNQUE»
IL DISAGIO Per entrare nei negozi trevigiani bisogna armarsi di pazienza. In certi casi, infinita. Tiger, store prediletto da giovani e studenti per acquisti originali e a basso costo, è uno dei tanti simboli di questi giorni così strani e, a loro modo, tristi. La fila di potenziali clienti in attesa si attor-
TUTTI IN FILA Tante persone in attesa di entrare da Calzedonia
ciglia attorno alla Loggia dei Cavalieri, si snoda per decine di metri. Per varcare la fatidica soglia d’ingresso si rasenta l’ora di attesa. Ieri mattina il record sono stati 50 minuti. Nel pomeriggio qualcuno lo ha anche migliorato. Un tempo eterno che mette alla prova anche il più forte desiderio di far felice qualcuno con un pensierino. Ma l’andazzo tra i negozi del centro è questo. Dove non aspetti 50’, ne puoi attendere tranquillamente per non meno di dieci, che non sono comunque pochi: «Un quarto d’ora in fila, fuori, con la temperatura di questi giorni, per acquistare un paio di calze. Mi sembra eccessivo», ammette candidamente una ragazza in uscita dal Calzedonia. Ma, per un volta, non è veramente colpa di nessuno, se non di un virus pestilenziale. Nei negozi funziona tutto: cartelli che indicano quante persone possono stare all’interno contemporaneamente; segnali per le distanze di sicurezza; obbligo di mascherina, bottigliette di gel sparse ovunque, personale alla porta che regola le code con sorrisi e ammiccamenti. Ma tanta cortesia non sempre basta. Se un adolescente a caccia di un regalino da pochi euro accetta di stare in coda per delle mezzore, coppie di mezza età all’ingresso dei negozi del Calmaggiore spesso dopo qual-
LE CODE Centro e mercato pieni di gente, con file infinite per entrare da Tiger
che minuto mollano: «Bisogna contrastare il virus, ma è un po’ troppo per degli acquisti. Speriamo di tornare presto alla normalità», dice una signora elegantemente vestita mentre si allontana dalle luci della piazza.
L’AFFLUSSO Anche a Treviso come nel resto del Veneto il centro storico ha fatto, nonostante tutto, il pieno di gente: «È vero ammette - il sindaco Mario Conte - si è vista più gente degli ultimi fine settimana. Ma non abbiamo avuto situazioni particolarmente gravi. Anzi, direi che è andato tutto bene. Chi è venuto in città ha rispettato le regole, ha tenuto la mascherina, osservato le distanze, atteso in coda fuori da nego-
zi». Com’era abbondantemente prevedibile anche il mercato tornato a pieno regime, almeno per quanto riguarda l’estensione e il numero di bancarelle, ha contribuito ad attirare clienti e curiosi. Polizia locale, Alpini e volontari della Protezione Civile hanno mantenuto alta la guardia per regolare ingressi, uscite ed evitare anche i più piccoli assembramenti. Davanti alla merce esposta si poteva sostare giusto il tempo per un’occhiata o per un acquisto. Uno shopping veloce per gente con le idee chiare, non certo per chi ama confrontare, parlare, toccare con mano più prodotti per poi scegliere.
LA PROSPETTIVA
VITTORIO VENETO «Rimanere chiusi ancora un sabato, e soprattutto nel sabato del Black Friday, sarebbe stato molto pesante per l’economia del negozio». Tira un sospiro di sollievo Andrea Visentin titolare dell’omonimo negozio di abbigliamento di viale della Vittoria, nel cuore del Centro di Vittorio Veneto.
L’ORDINANZA A seguito dell’ordinanza regionale del 12 novembre il suo negozio, avendo 1.500 metri quadrati di superficie di vendita, sabato 14 e 21 novembre era rimasto chiuso come tutte le medie strutture di vendita. Con il nuovo atto firmato dal governatore Luca Zaia venerdì, ieri le serrande si sono potute rialzare come ai vecchi tempi. Una decisione accolta con favore anche da Ascom Vittorio Veneto, la cui direttrice, Antonella Secchi, due settimane fa aveva scritto a Zaia evidenziando la disparità di trattamento tra un ne-
gozio cittadino di 251 metri quadrati e un outlet, considerati entrambi alla pari medie strutture di vendita. «Avevamo già avvisato i nostri clienti che oggi (ieri per chi legge ndr) saremmo stati chiusi ipotizzando una proroga del provvedimento regionale e invece, per nostra positiva sorpresa, è arrivata la comunicazio-
ANDREA VISENTIN «GLI SCONTI HANNO FATTO DA TRAINO E IN TANTI HANNO APPROFITTATO PER FARE ACQUISTI» FIATO SOSPESO IN VISTA DI UNA NUOVA ORDINANZA «SPERIAMO DI RIMANERE IN ZONA GIALLA»
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negozio – un cliente ogni 20 metri quadrati fino ai 250 metri quadrati, sopra uno ogni 30 metri quadrati - viene definito da Visentin «un sistema equo. Speriamo che questa formula sia mantenuta anche in futuro».
ne della possibilità di tenere aperto il sabato – ripercorre Andrea Visentin -. Abbiamo così subito contattato i nostri clienti e ci siamo riorganizzati per poter aprire regolarmente».
FIATO SOSPESO Ora gli occhi dei commercianti sono puntati al nuovo Dpcm atteso nei prossimi giorni, ma anche alla nuova ordinanza regionale visto che quella in vigore scade il 3 dicembre. «Soprattutto – afferma il commerciante di viale della Vittoria – speriamo di rimanere zona gialla. Da quando il Friuli Venezia Giulia è stato classificato come zona rossa, abbiamo patito la mancanza di tutta la nostra clientela che arriva dal territorio friulano». L’auspicio è che il Veneto si confermi zona gialla, dunque che le attività commerciali possano rimanere aperte nel rispetto delle prescrizioni anti-Covid che ci saranno. «Chiudere a dicembre sarebbe per noi catastrofico – conclude Visentin -: questo è il mese più redditizio di tutto l’anno, vale circa un 20% del fatturato annuo. Un mese fondamentale per un anno segnato dalla pandemia». Claudia Borsoi
I RISULTATI E i risultati, in termini di clientela, non si sono fatti attendere. «Posso dire che questo weekend del Black Friday abbiamo lavorato bene e rispetto allo scorso anno è andato meglio nonostante quest’anno non possiamo tenere aperto la domenica» traccia un bilancio il negoziante. Sia venerdì, sia sabato in molti hanno approfittato degli sconti per fare acquisti per sé e per la famiglia, ma anche per i primi regali di Natale. «Qualcuno – confermava ieri pomeriggio Visentin – ha anticipato gli acquisti per Natale, forse per timore che non ci sia la possibilità di farli più avanti. Abbiamo così iniziato con i primi pacchettini regalo». La nuova ordinanza che impone ai negozi di far entrare un certo numero di clienti in base alla metratura del
no stato problemi - assicura il sindaco - c’è state gente, ma meno del solito. Poi, certo, qualcuno tirerà fuori la solita foto fatta in prospettiva per accusarci di aver aperto alle folle. Ma garantisco che non è stato così». Dopo le 18, con la chiusura di bar e locali vari, la pressione sulle piazze storiche è gradatamente diminuita. «L’afflusso di gente è stato importante - chiude il comandante della polizia locale Andrea Gallo - ma non ci sono stati assembramenti o altre situazioni pericolose. Sia al mercato che in centro lo schieramento di forze dell’ordine è stato notevole. Ma tutto è filato liscio e nessuna sanzione è stata fatta». Paolo Calia
«Anche al mercato non ci so-
«La riapertura del sabato? Più affari dello scorso anno» LA STORIA
(Nuove Tecniche/BORTOLANZA)
LA VETRINA del negozio di abbigliamento di Vittorio Veneto
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(COVRE)
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VII
Primo Piano
LA TRADIZIONE ARCADE L’emergenza coronavirus spegne anche lo storico Panevin di Arcade. Il 5 gennaio prossimo non divamperà nessun rogo nella piazza del paese. E’ la prima volta in 54 anni di storia. Il Comune e il gruppo organizzatore degli Alpini, che purtroppo in questi mesi ha contato alcuni decessi legati al Covid anche tra i propri iscritti, non hanno avuto alcun dubbio: viene prima la salute di tutti e la necessità di contribuire alla riduzione dei contagi. La decisione è stata confermata direttamente dal sindaco Fabio Gazzabin. Per lui sarebbe stato il primo Panevin da accendere nelle vesti di primo cittadino assieme a Luca Zaia, che non ha mai saltato un anno ad Arcade.
Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
Arcade, stop al Panevin dopo 54 anni di storia Il virus spegne il tradizionale evento `Il plauso del governatore Luca Zaia Gazzabin: « Non possiamo rischiare» al primo cittadino: «Giusto annullarlo» `
LA DECISIONE Da qui la decisione di fermarsi per un anno. Le altre iniziative restano confermate. Il 3 gennaio andrà regolarmente in scena la 25esima edizione del concorso letterario “Parole attorno al fuoco”. Si svolgerà in chiesa, con le tradizionali letture. E il 5 gennaio verrà celebrata la messa. Ma stavolta la festa non si concluderà con l’accensione della pira più alta del trevigiano. Nel frattempo ad Arcade continuano i controlli sul rispetto delle misure di prevenzione. Nei giorni scorsi ci sono stati alcuni interventi da parte della polizia locale e dei carabinieri. «Sono state di fatto delle attività di sensibilizzazione. Non è stato necessario staccare alcuna multa – conclude Gazzabin – le regole sono state interiorizzate sia dagli esercenti che dagli avventori. E’ importante continuare a tenere duro fino a quando questa emergenza sanitaria non sarà definitivamente alle spalle». Mauro Favaro
I COMPLIMENTI E proprio il governatore ieri si è complimentato con Gazzabin, suo braccio destro per 25 anni, per la decisione di annullare l’accensione della pira. In piazza resta solo il palo che avrebbe dovuto tenere assieme al catasta di legna, posizionato comunque in modo simbolico. Su quel palo adesso è stato srotolato uno striscione: “Arrivederci al 5 gennaio del 2022”. «Il mese scorso abbiamo avuto un incontro con il gruppo degli Alpini. In quell’occasione abbiamo analizzato come sarebbero potute andare le cose. E alla fine è emerso che in questo periodo sarebbe stato im-
A DARE L’ANNUNCIO UNO STRISCIONE IN PIAZZA POI RIPRESO NEI SOCIAL: «ARRIVEDERCI AL 5 GENNAIO 2022»
possibile procedere in piena sicurezza – spiega il sindaco – il primo problema riguardava l’ammassamento della legna: generalmente servono tre settimane di lavoro. E poi, soprattutto, sarebbe stato impossibile gestire una folla di 7mila persone in piazza, tra i quali molti bambini e anziani, con il distanziamento e tutte le misure di prevenzione contro la diffusione del coronavirus».
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LA FESTA ANNULLATA Salta quest’anno il tradizionale panevin di Arcade, tradizione che attira circa settemila persone. L’annuncio in uno striscione in piazza, il sindaco Gazzabin: «Impossibile garantire l’evento in piena sicurezza».
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«GENERALMENTE SERVONO TRE SETTIMANE DI LAVORO SOLO PER AMMASSARE LA LEGNA»
XI
Villorba Paese Mogliano
Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
«Imu e multe, troppi cittadini non pagano» `Il sindaco Serena:
di trovare spazio senza riflettere in modo oggettivo sulle questioni di bilancio».
«Costretti ad arrivare anche ai pignoramenti» IL NODO VILLORBA
IL SERVIZIO I volontari della Protezione civile all’opera per allestire la tensostruttura; nella foto sotto gli assessori Tochet e Donadel
Punto tamponi presto attivo il Comune compra una tenda `Sarà utilizzata dai medici di base La tensostruttura allestita nell’area del Gris: «Così risparmiamo sull’affitto» «Poi verrà donata alla Protezione civile» `
MOGLIANO Dalla settimana prossima sarà operativo anche a Mogliano il punto tamponi per i medici di base. Il progetto sorge in un’area privata dell’istituto Costante Gris nel parcheggio adiacente alle cucine, dove ogni medico di base, ad orari prestabiliti, riceverà i propri pazienti che lo contatteranno per effettuare gli eventuali tamponi previsti dalla campagna per il controllo del Covid. La valutazione della chiamata è a discrezione dello stesso medico di base che si avvarrà dei suddetti spazi, nel caso lo ritenesse opportuno. L’iniziativa è stata presa in carico dai due assessori Tochet e Donadel, i quali stanno collaborando con i medici per far partire il prima possibile il servizio.
alla Protezione civile locale - dice l’assessore alla Sicurezza e Protezione civile, Marco Donadel - questo acquisto del bene, ci permette a conti fatti, un notevole risparmio e l’associazione si ritroverà così l’attrezzatura necessaria per far fronte anche ad eventuali emergenze future che richiedano tali ausili». Il tendone è costato circa due-
mila euro ed è stato montato dagli stessi volontari coordinati dall’ingegner Luciano Minto, presidente della Protezione civile moglianese. «Su indicazione dell’Usl 2 è stata richiesta la collaborazione ai comuni affinché i medici di base possano effettuare i tamponi di richiamo alle persone che sono Covid positive specifica l’assessore alle Politi-
che sociali e rapporti con le Usl Giuliana Tochet - i medici di famiglia, come sappiamo, non effettuano il servizio neii loro ambulatori. Molti altri comuni si sono attrezzati con strutture di questo tipo quindi è bene fornire questo servizio. In questa struttura verranno effettuati i tamponi che i medici riterranno opportuni».
«Purtroppo nel nostro territorio c’è uno zoccolo di contribuenti che non paga i debiti verso il Comune, soprattutto l’Imu e le multe per violazioni al Codice della strada. Per il recupero si arriva fino al pignoramento, alle esecuzioni immobiliari e, per le insolvenze più gravi, alla richiesta di fallimento: operazioni lunghe e complesse che richiedono anche anni di attività. Da qui la motivazione dell’ingente importo di residui attivi presente in bilancio». Il sindaco Marco Serena risponde così alle osservazioni della Corte dei Conti che, analizzando il rendiconto di gestione per l’esercizio finanziario del 2016, ha evidenziato il nodo della sovrastima delle entrate legate in particolare all’Imu. Ad oggi si parla di mancate entrate per circa 1,2 milioni. E il conto è fatto per difetto.
I CONTI «Il credito non viene abbandonato – specifica il primo cittadino – anche se bisogna ricordare che a causa dell’emergenza Covid sono state introdotte diverse moratorie che hanno sospeso le procedure di riscossione coattiva». Serena replica anche al Movimento 5 Stelle, che ieri ha sottolineato la reprimenda della Corte dei Conti. «In un periodo così complicato per tutta la comunità – sbotta – c’è una minoranza consigliare che cerca
Di seguito, il sindaco si concentra su un altro nodo indicato dalla magistratura contabile: il ricorso all’anticipazione di cassa. «Non abbiamo certo aspettato la Corte dei Conti, le cui osservazioni arrivano con 4 anni di distanza, per continuare ogni azione utile a una sana gestione finanziaria e a limitare il ricorso all’anticipazione di cassa – scandisce – dopo il 2016 il ricorso a tale istituto si è ridotto, fino ad azzerarsi. E quest’anno, nonostante la crisi determinata dalla pandemia, non è stato necessario accedere ad anticipazioni di liquidità. Questo grazie alle buone pratiche di controllo introdotte: puntuale programmazione e costante monitoraggio dei flussi di entrata e di pagamento, contenimento della spesa per il personale e per i consumi, accantonamento di cospicue quote di avanzo a fondo crediti di dubbia esigibilità e tempestiva attivazione delle procedure di recupero e di riscossione delle entrate nei confronti di contribuenti morosi, assicurando nel contempo i servizi al cittadino e la tempestività dei pagamenti ai creditori del Comune. Si sappia inoltre – conclude Serena – che il ricorso all’anticipazione di tesoreria ha comportato un esborso del tutto irrisorio per il Comune in termini di interessi: zero per il 2016 e dai mille ai 3mila euro negli anni successivi. Non siamo di fronte a una sofferenza di liquidità strutturale. I saldi oggi sono attivi». Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN SICUREZZA L’area dispone di un’entrata e un’uscita con due accessi distanziati ed è anche per questo che si presta particolarmente alla gestione della viabilità in modo da non creare traffico o intasamenti in zone più centrali. Sarà utilizzata inoltre anche un’ambulanza veterinaria che la Protezione civile usa abitualmente per azioni cinofile, ma solo come ufficio operativo. «Il mezzo è stato sanificato con l’ozono – continua la Tochet- e poi Zaia ha detto che anche i veterinari devono fare la loro parte, noi siamo pronti anche su questo fronte» Fabio B. Mason
L’INVESTIMENTO «Dopo alcune valutazioni su quello che ci sarebbe costato un contratto di affitto, abbiamo deciso di impegnarci nell’acquisto di una tendostruttura e donarla
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IL MUNICIPIO Il bilancio del Comune di Villorba sotto osservazione dalla Corte dei Conti per le sovrastime dell’Imu
CMB e Ca’ Foscari puntano su Explora Si e spento a 65 anni Flavio Antonello LA COLLABORAZIONE Creare valore condiviso è una pratica che si sviluppa toccando le diverse fasi: passa attraverso la cura delle persone che hanno fatto e continuano a fare la storia di CentroMarca Banca, per il supporto alle comunità locali, per la promozione di stili di vita sostenibili tra i giovani e le loro famiglie giungendo al forte impegno verso le oltre 7000 imprese di soci e clienti. È proprio a loro che si rivolge il progetto “Explora” nato dalla collaborazione, avviata già nel 2019, tra Ca’ Foscari Challenge School, scuola di Alta Formazione Executive dell’Università Ca’ Foscari Venezia e CentroMarca Banca Credito Cooperativo di TV e VE con la necessità di dare vita, in un mo-
mento di nuove dinamiche socio-economiche e culturali legate ai distanziamenti sociali, ad un luogo (fisico e non) di scambio per ripensare il futuro e ottenere risultati immediati in termini di business.Il Progetto prevede l’istituzione di una cabina di regia congiunta con la partecipazione del direttore scientifico Ugo Rigoni e della direttrice esecutiva di Ca’ Foscari Challenge School Roberta Lesini, con l’obiettivo di guidare nuove progettualità per persone, imprese ed istituzioni. «Le opportunità non si attendono, si creano per non trovarci impreparati ad un’evoluzione del sistema – commenta il direttore generale di CMB Claudio Alessandrini La partnership con Ca’ Foscari Challenge School trova sintonia nell’obiettivo comune di genera-
re valore nella crescita della persona e della propria impresa e nell’accompagnarle a fronteggiare il cambiamento nelle dinamiche di evoluzione dei sistemi economici e del mondo del lavoro». Soci e Clienti di CMB avranno l’opportunità, unica nel suo genere per un Credito Cooperativo, di potenziare il proprio business ed ottenere risultati immediati attraverso attività di alta formazione dedica te ai professionisti per ampliare competenze e capacità; approfondimenti in materia di finanza, economia globale e investimenti; incontri con esperti, eventi di networking, percorsi guidati per start-upping e redesign dei propri modelli di business. Si parte con un ciclo di webinar gratuiti per soci e clienti di CMB. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ex calciatore dell’Indomita Monigo PAESE Si è spento il sorriso di Flavio Antonello, 65 anni, conosciutissimo a Treviso come a Paese. Era ricoverato da un ventina di giorni all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso per un’ischemia celebrale. Le sue condizioni sono precipitate e l’altro giorno è deceduto. Flavio Antonello era nato a Treviso nel quartiere di Monigo, quindi dopo il matrimonio aveva abitato a Castagnole e da alcuni anni si era trasferito a Paese dove lascia la moglie Giuliana e il figlio Alberto. Per la sua fede rossonera, quando giocava a calcio con l’Indomita Monigo, era so-
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IL LUTTO Flavio Antonello
prannominato Prati ma anche “cipollino” dai numerosi
amici che ricordano la sua straordinaria simpatia, amicizia e cordialità essendo una persona solare. Da poco era in pensione dopo aver lavorato come falegname, poi alla Berga quindi come civile alla caserma di Portogruaro e poi in quella di Canizzano a Treviso all’interno dell’aeroporto militare. Oltre ad aver giocato con l’Indomita dal 2012 faceva parte del Comitato Marca Trevigiana che organizza i tornei notturni primaverili di calcio giovanile. Il funerale di Flavio Antonello verrà celebrato mercoledì 2 dicembre alle 10 nella chiesa parroccchiale di Paese. (m.m.). © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
IL PROSECCO SUL PONTE DI RIALTO Accordo tra il Consorzio di tutela Doc, Vela e il Comune di Venezia. Dal 5 al 31 dicembre un gioco di luci proietterà immagini della storia della città e un brindisi a sorpresa.
Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
L’intervista Andrea Martella
«Venezia, una sola regia per la laguna» Il sottosegretario: «L’aqua granda è stato un punto di svolta. Ma `«Quello che prima era disperso sarà riunito nell’Autorità. Non si la città metropolitana non è decollata, serviva un’altra risposta» sottrae potere al sindaco, ci saranno anche il Comune e Regione» `
a svolta, dice, è più epocale di quella che seguì la prima “aqua granda” del 4 novembre 1966. Allora, l’onda emotiva mondiale di una Venezia sommersa e devastata portò alla nascita della Legge speciale. Oggi, un anno dopo l’altra “aqua granda”, quella del 12 novembre 2019, l’obiettivo è una nuova gestione della laguna. Andrea Martella, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, vuoi perché veneziano e vuoi per l’opportunità di governare da una “cabina di regia” privilegiata, sta gestendo questa fase. Le transizioni non sono mai semplici né indolori, figurarsi le rivoluzioni. La laguna di Venezia, intesa come bacino di competenze e di rapporti di potere, è alquanto infida.
L
Sottosegretario, qual è lo schema del governo per la laguna di Venezia, il punto di arrivo? «Partiamo da un dato: esisteva un prima ed esiste un dopo quel 12 novembre 2019. Per un anno al governo abbiamo lavorato per cambiare lo scenario e ribadire quel principio di “preminente interesse nazionale”, pilastro della Legge speciale ma che rischiava di andare perduto. Il Mose, la sua entrata in funzione, ha dato la spinta decisiva a questa svolta. Il punto di arrivo? Una nuova gestione, semplificata e unitaria, che tenga conto della salvaguardia, del funzionamento del Porto in presenza del Mose, del problema dello scavo dei fanghi in laguna, della soluzione per le crociere, del rilancio economico, della tutela ambientale. Abbiamo un obiettivo: farci trovare pronti, nel 2021, in occasione dei 1600 anni dalla fondazione di Venezia: una data significativa». Per questo avete creato l’Agenzia per la laguna? «Sì e lo dico subito: senza l’azione del governo, senza l’accelerazione impressa dopo il 12 novembre di un anno fa, tutto que-
«L’OBIETTIVO È FARCI TROVARE PRONTI NEL 2021 PER I 1600 ANNI DALLA FONDAZIONE DELLA CITTÀ» «GRANDI NAVI, CI SARÀ UNA SOLUZIONE A BREVE PROVVISORIA, E POI UNA DEFINITIVA. MA CON LA PRIMA È BENE PARTIRE SUBITO»
VENEZIA Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il veneziano Andrea Martella, illustra la nuova Autorità per la gestione unificata della laguna istituita dal governo
sto non sarebbe stato possibile». È la risposta al sindaco Luigi Brugnaro che vi accusa di aver creato una struttura che sottrae potere alla città? A dire il vero anche alcuni del Pd chiedono la stessa cosa, auspicano trasparenza nella governance. «L’Autorità prevede la piena rappresentanza degli enti locali, e la trasparenza è un principio cardine. L’Autorità avrà sede a Venezia, opererà a Venezia. Senza la nostra azione saremmo a zero. Se poi per qualcuno il tema è chi è il “deus ex machina”, allora entriamo in un’altra sfera di problemi». Sì ma Brugnaro voleva che la gestione della laguna fosse affidata alla Città metropolitana di cui è sindaco... «Anche io nel passato ho pensato che Venezia potesse recuperare la sua specialità tramite la vocazione metropolitana. Ma in 6 anni la Città metropolitana non è decollata come ente e per recuperare c’era bisogno di una istituzione nazionale, che prendesse in mano le redini». Veniamo ai nodi di questa Agenzia. Nata per semplificare e unificare, in realtà appare come un ente complesso: un presidente, un Comitato di gestione di 7 persone, un Comitato consultivo sempre di 7 persone. Alla fine il processo decisionale non rischia di essere farraginoso? «No, finalmente le competenze della laguna sono state unificate. Quello che prima era disperso, ora sarà riunito. Nel Comitato di gestione ci saranno Comune e Regione. Gli altri enti faranno parte del Comitato consultivo. Verranno coinvolte anche le
forze sociali, i sindacati. E sarà lo Statuto a regolare ruoli e competenze, ad esempio chi farà funzionare il Mose, per il quale sarà necessario verificare continuamente il funzionamento». Già, lo Statuto. Circolano due bozze proposte una dal super commissario al Mose, Elisabetta Spitz (in procinto di essere nominata presidente
dell’Autorità) e una di Cinzia Zincone, presidente del Provveditorato alle opere pubbliche (in procinto di essere nominata presidente del Porto). Si parla di un dualismo tra le due. «Sulle nomine non entro. Saranno Conte, il ministro De Micheli e Zaia a decidere e sono certo agiranno per il meglio. Saranno scelte persone competenti, ca-
paci, con senso delle istituzioni. Sullo Statuto, in prima applicazione toccherà al Mit approvarlo. Ci sono e ci saranno contributi di cui si terrà conto, anche con un ampio confronto con la Città». Veniamo a questioni concrete. La convivenza tra Porto e Mose. «È un tema di cruciale impor-
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tanza per garantire lo sviluppo del Porto, per il necessario sostegno a imprese e lavoratori. Bisogna correggere la conca di navigazione di Malamocco e tra le soluzioni non va esclusa nemmeno quella un porto d’altura». Crociere. «Dobbiamo farci trovare pronti per il 2021, alla ripresa della stagione. Il principio è liberare il bacino di San Marco: ci saranno una soluzione provvisoria a breve e una definitiva, più avanti. Ma con la prima è importante partire subito. Già nel Comitatone del prossimo 11 dicembre spero che si esca con un accordo. In quella sede si discuterà anche la ripartizione dei fondi ai Comuni della gronda lagunare». Si sa già che la soluzione provvisoria saranno gli approdi diffusi sul water front lagunare. Per quella definitiva? «Posto che Venezia deve ritornare a essere un porto leader per le crociere, è chiaro che dobbiamo giungere ad una soluzione definitiva per le grandi navi, esaminando tutte le proposte, compresa quella di un off-shore». Scavo dei fanghi... «Il nuovo protocollo è un tema sul quale convergono tre ministeri: infrastrutture, ambiente e salute. Ci sarà una commissione che naturalmente dovrà raccordarsi con la nuova Autorità e il porto». Mose: posto che l’opera è ormai partita, che ne sarà dei lavoratori del Consorzio e delle società collegate? «È stato nominato un commissario liquidatore del Cvn (il commercialista Massimo Miani, ndr) sul quale c’è stato un apprezzamento generale. Sarà lui a traghettare questa fase. Salvaguarderemo l’occupazione e le professionalità cresciute anche nelle altre società come Thetis e Comar. Per questo sarà centrale il dialogo con i sindacati. Nel frattempo verrà creata una società “in house” che si occuperà delle manutenzioni e della gestione del Mose. Sono stati stanziati per il momento 40 milioni dal 2021 al 2034». In tutto questo, come procede l’intesa con il Movimento 5Stelle? «In piena collaborazione. I passi fatti finora sono stati concordati, con i rappresentanti locali e con il ministro D’Incà». Eppure un po’ di fermento c’è. In fondo ridisegnare la mappa del potere in laguna non è roba da poco. Cosa ci vuole secondo lei per far quadrare il cerchio? «Ci vuole spirito di servizio, una visione di Venezia proiettata al futuro e alle opportunità derivanti dal Recovery Fund europeo e a progetti di sostenibilità ambientale». Davide Scalzotto © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Domenica 29 Novembre 2020 www.gazzettino.it
L’emergenza a Nordest
Negozi, fine chiusure Zaia: «Adesso attenti agli assembramenti»
IL PUNTO
VENEZIA Ultimo fine settimana con i negozi chiusi: il prossimo rientrerà nella finestra pre-natalizia, in cui le aperture saranno anzi prolungate di orario per diluire gli accessi. «Con il dpcm del 3 dicembre sarà inevitabile che decadano le restrizioni e la preoccupazione per gli assembramenti c’è: basta vedere cosa sta succedendo con il “Black Friday”, con i corsi cittadini pieni di gente», dice Luca Zaia, alludendo agli sconti del “venerdì nero” che in realtà dura diversi giorni. «Evitate gli assembramenti», ribadisce il governatore, al punto da manifestare pubblicamente apprezzamento per la decisione del sindaco di Arcade (e suo ex storico braccio destro) Fabio Gazzabin di annullare ` il tradizionale Panevin del 5 gennaio, da sempre irrinunciabile bagno di folla per il leghista: «Ha fatto bene e immagino I bambini che lo seguiranno tutti gli altri».
La prossima settimana il dpcm aprirà `Il governatore: «Strade piene di gente, la finestra natalizia con orari prolungati rischio arancione. Giusto stop ai Panevin»
I CONTAGI
contagiati CASI POSITIVI Totale 506
Belluno
0-1 anni 36
ATTUALMENTE POSITIVI
2-6 anni 104
Padova 2.178 191 452 L’ultimo moniRovigo 311 11 65 toraggio della caTreviso 2.050 166 432 Venezia 1.391 120 264 bina di regìa ha seVicenza 1.549 138 306 gnalato un indice Verona 1.381 111 277 di contagio pari a Non domiciliati in Veneto 65 24 10 1,23 per il Veneto. TOTALE 9.431 797 1.910 «Un Rt ancora poPOSITIVI AL COVID-19 MESE PER MESE NEL 2020 E CLASSI DI ETÀ co sopra a 1 porta 6.000 ad un aumento di 0-1 anni 2-6 anni 7-14 anni Totale casi», rimarca il 5.000 friulano Silvio 4.000 Brusaferro, presidente dell’Istituto 3.000 superiore di sani2.000 tà. «Così è un attimo – ammette Za1.000 ia – finire in zona 0 arancione. Tra i 21 02 03 04 05 06 parametri, quello Fonte: Regione Veneto spicca tantissimo, così come pesa l’incidenza dei positivi sui tamponi». Ieri mattina questa era al 7% (3.498 infezioni su 48.804 diagnosi, fra esami molecolari e test rapidi), ma le valutazioni vengono condotte sui 7 e sui 14 giorni. A fine giornata i nuovi casi erano 3.132, i ricovera- CON LA MASCHERINA ti 2.591 in area non critica e 327 in Oltre all’uso dei Terapia intensiva, i decessi 49. dispositivi di «Staremo a vedere cosa succede- protezione e rà da giovedì – commenta il go- all’igiene delle vernatore – sperando di non vani- mani, Luca Zaia ficare gli sforzi immensi fatti per raccomanda di rimanere in zona gialla e garanti- evitare gli re anche quel minimo di econo- assembramenti mia. Temo però che qualcuno
LA STORIA VALDOBBIADENE (TREVISO) «So perfettamente che si corrono dei rischi a lavorare in un reparto Covid, soprattutto a questa età. Ma so anche che un medico, fino a quando sta bene, deve sempre cercare di dare una mano andando a curare i pazienti dove serve. Tanto più davanti a un’epidemia». Quirino Messina, 69 anni tra due settimane, è un medico specializzato in Cardiologia ed Ematologia clinica. Ha deciso di rientrare dalla pensione per prendere servizio nell’unità dedicata al coronavirus ricavata nell’ex ospedale Guicciardini di Valdobbiadene (Treviso). La struttura, sistemata dalla protezione civile e dagli Alpini durante la prima ondata, è stata riaperta dopo vent’anni per accogliere i pazienti Covid che non hanno
QUIRINO MESSINA NEL REPARTO COVID DELL’OSPEDALE DI VALDOBBIADENE: «È IL MIO DOVERE PRESTARE AIUTO»
7-14 anni
Totale
0-1 anni
2-6 anni
7-14 anni
366 1.535 235 1.452 1007 1105 993 31 6.724
214 1033 142 1049 687 672 557 7 4.361
13 107 5 88 60 57 39 4 373
41 226 29 192 133 165 137 1 924
160 700 108 769 494 4S0 381 2 3.064
*primi 25 giorni
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09
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11* L’Ego-Hub
non abbia capito cosa significherebbe passare alla zona arancione: divieto di uscire dal proprio Comune, chiusura dei confini regionali, obbligo di autocertificazione, serrata dei bar e dei ristoranti. Mi appello al senso di responsabilità dei cittadini. Per esempio, è possibile che occorra scrivere in un decreto che non si fanno i veglioni di Capodanno in piazza?».
«SONO FATTI TUOI» Evidentemente sì. Per questo Zaia chiederà, nei due confronti
Medico in pensione: «Rischio ma ritorno in “prima linea”» bisogno di cure ad alta intensità, in modo da alleggerire gli ospedali dell’Usl trevigiana, a partire da quello di Montebelluna, oggi più che mai sotto pressione. L’azienda sanitaria ha potuto recuperare 30 posti letto anche grazie alla sua scelta e a quella di sei infermieri, a loro volta rientrati dalla pensione per lavorare a Valdobbiadene.
GIÀ PARTITI I primi pazienti sono stati trasferiti giovedì. Se servirà, i posti letti potranno anche essere raddoppiati. Messina è incaricato a definire e seguire le terapie. La sua carriera è stata lunga e articolata. Partendo da Sacile (Pordenone), di seguito ha trascorso 12 anni nel reparto di Prima Medicina dell’ospedale di Treviso, nel 2004 è diventato primario di Medicina interna a Motta di Livenza e dal 2009 al 2013 ha guidato lo stesso reparto a Portogruaro. Adesso è impegnato come consulente nell’area neurologica dell’ospedale riabilitativo Oras di Motta. È stata diretta-
IL MEDICO Quirino Messina, 69 anni fra due settimane, è rientrato dalla pensione per lavorare nell’ospedale Covid allestito a Valdobbiadene
mente l’Usl a chiedergli se fosse disponibile per il reparto Covid di Valdobbiadene. E lui ha risposto presente. «Potrei limitarmi a rimanere a casa in pensione, ma non è il mio modo di vivere – spiega – Ci sono dei rischi
nell’entrare in un reparto Covid, ma bisogna affrontarli. C’è la paura di prendere il virus e di portarlo a casa. Anche mia moglie, che insegna alle elementari, è esposta. Cerchiamo di stare molto attenti. Se tutti si tirassero
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Ora positivi 4.361 bimbi «A scuola c’è il virus» I DATI VENEZIA Dall’inizio dell’epidemia, in Veneto 9.431 bambini sono risultati positivi al Coronavirus. Attualmente lo sono in 4.361, nella fascia d’età compresa fra 0 e 14 anni, cioè quella che nelle regioni gialle non è stata toccata dalle restrizioni, in quanto i servizi per l’infanzia e le attività scolastiche continuano in presenza, tant’è vero che l’andamento mostra un netto aumento dei casi a partire da settembre, quindi a ottobre e soprattutto a novembre. «Negare che esistano i focolai scolastici – chiosa Luca Zaia – non va bene. Non ho nulla contro la scuola, anzi, i ragazzi devono andarci, ma ho l’obbligo di dire qual è la situazione. In alcune classi ci sono già i casi secondari, cioè ragazzi che si sono infettati in aula, che rischia di diventare lo snodo intermodale che fa entrare il virus e poi lo dirotta nelle famiglie. Per questo ribadisco che sarebbe sbagliato riaprire il 9 dicembre».
GLI ESPERTI
Proprio analizzando i dati di 11 regioni, fra cui il Veneto, l’Associazione Italiana di epidemiologia ha evidenziato che «i bambini fino ai 10 anni di età mostrano, durante tutte le settimane di osservazione, tassi di incidenza più bassi e una crescita meno veloce degli adolescenti e giovani adulti». Secondo lo studio pubblicato su Scienza in rete, invece, i ragazzi tra 11 e 13 anni mostrano «un andamento parallelo a quello degli adolescenti e giovani adulti», i quali «hanno contribuito maggiormente all’avvio della seconda ondata, mostrando i tassi di incidenza più elevati». Anche secondo la Società italiana di infettivologia pediatrica, i più piccoli raramente trasmettono il Covid. «A giugno in Inghilterra su 30 focolai scolastici la trasmissione dai e ai bambini ha interessato solo 8 casi e da bambino a bambino solo 2 casi su 30», annota Giangiacomo Nicolini, specialista in Malattie infettive al San Martino di Belluno e membro del consiglio direttivo della Sitip. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
fra le Regioni e il Governo fissati per domani e dopodomani, di chiarire nel decreto che la montagna vale quanto una piazza: «Se il tema è “no all’assembramento”, deve essere “no” per tutti, lo sci è il meno pericoloso». Il presidente sostiene però che «questa è l’ultima volta» che ripete il concetto. «Noi non abbiamo un ruolo di educatori – sottolinea – ma quello di fare un percorso insieme ai cittadini. Purtroppo però nella prima fase tutti avevano paura di morire, mentre ora sembra solo un problema di chi si trova in ospedale. Non è così: non si può passare da “andrà tutto bene” a “sono fatti tuoi”, non si può pensare che la restrizione sia una prerogativa dell’istituzione che priva i cittadini delle libertà personali attraverso la coercizione».
LE PRESTAZIONI Intanto il sindacato dei medici ospedalieri Cimo lancia l’allarme sul blocco delle prestazioni non urgenti, in quanto «questa seconda ondata di contagi appare di difficile soluzione in tempi brevi», con le inevitabili ripercussioni sull’allungamento delle liste di attesa per il recupero di visite e accertamenti. Il segretario veneto Giovanni Leoni propone di «delocalizzare nelle cliniche private l’attività in regime pubblico e in libera professione». Rispondono il governatore Zaia e l’assessore Manuela Lanzarin: «L’idea potrebbe essere fattibile, ma i privati sono pochi rispetto a un sistema in fibrillazione. Abbiamo sospeso la libera professione perché non volevamo che gli inevitabili ritardi si accumulassero sulle prestazioni con il ticket. Garantiamo che appena si può, si riapre». Ma tra gli effetti indesiderati, c’è anche un’impennata degli accessi al Pronto soccorso: i sanitari in trincea segnalano che calano i sospetti Covid, invitati a rivolgersi al medico di base, ma aumentano i pazienti che cercano di aggirare il congelamento della diagnostica programmabile. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
LEONI (OSPEDALIERI): «LUNGA LISTA D’ATTESA PER RECUPERARE LE VISITE SOSPESE, DELOCALIZZIAMOLE NEI CENTRI PRIVATI»
indietro non se ne uscirebbe più e a Valdobbiadene è stato allestito un bel team di professionisti». Il primario dell’ex Guicciardini è Paola Paiusco, 61enne specializzata in Geriatria, direttrice dell’unità di Cure palliative. Accanto a Messina c’è anche Bruno Dengo, anestesista di 63 anni, mentre il coordinamento infermieristico è affidato a Nadia Cavalli, già coordinatrice del reparto Covid di Castelfranco nella prima ondata di contagi. Il nuovo reparto è stato ricavato al quinto piano dell’ex ospedale e nel piano sotto ci sono le stanze per gli operatori reclutati fuori dal Veneto. In corsia sono presenti 5 infermieri e 5 operatori che domani diventeranno 8 e 8. Quasi tutti gli infermieri sono rientrati in servizio dalla pensione, mentre altri sono stati messi a disposizione dalla cooperativa Orchidea. Gli operatori, invece, sono stati rintracciati in mezza Italia. «Arrivando da altre regioni, c’era il problema dell’alloggio – ha spiegato Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl trevigiana – così abbiamo deciso di fornirglielo noi. Grazie a questo siamo riusciti a reclutare professionisti che altrimenti non sarebbero mai arrivati». Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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del NordEst
ANNO 134- N° 283
VENEZIA MESTRE
Domenica 29 Novembre 2020
Spinea Minacce e botte all’ex compagna fino alla vendetta a luci rosse
La rivista Cibo, filosofia e “gastromania”, le nuove frontiere della buona tavola
L’analisi
L’accordo obbligato per riunificare l’Europa Romano Prodi l braccio di ferro tra Polonia e Ungheria con le Istituzioni europee e gli altri 25 governi, sta andando avanti senza ancora una soluzione. Al di là dei complicati aspetti tecnici, i termini del conflitto sono molto semplici. Come tutti sappiamo, a partire dalla scorsa estate, è stato apprestato dalla Commissione (e poi adottato dal Consiglio Europeo) un progetto politico chiamato Next Generation EU: un’iniziativa dedicata ad aiutare i paesi europei pesantemente provati dal Covid-19. Il progetto, fin dall’inizio, prevedeva che ne potessero beneficiare solo i paesi che si impegnavano ad applicare i principi fondamentali della democrazia. Si trattava di una condizione sostanzialmente scontata, in quanto non faceva che ribadire le regole che stanno alla base dell’Unione Europea. Condizione così scontata da essere accettata da tutti i paesi aderenti, Polonia e Ungheria compresi. Nello stesso tempo, in modo sempre più clamoroso, i governi di questi due paesi hanno però messo in atto misure interne in contrasto con alcuni dei principi fondamentali dell’Unione. Si tratta soprattutto della libertà dei media, dell’indipendenza della magistratura e di altri fondamentali diritti dei cittadini. Il Parlamento di Strasburgo ha reagito ribadendo con larghissima maggioranza, e in termini inequivocabili, che il rispetto dei diritti fondamentali della democrazia doveva essere una condizione concreta e assoluta (...) Continua a pagina 23
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IN EDICOLA CON
Calcio L’Inter rialza la testa: 3-0 al Sassuolo Juve, passo indietro
De Min a pagina 16
Munaro a pag. XV
www.gazzettino.it
l’AGENDA 2021
Alle pagine 19 e 20
Natale, ecco chi potrà spostarsi Dal 19 o dal 23 dicembre vietati i movimenti `I viaggi consentiti soltanto ai parenti tra le regioni. Ma il governo studia le deroghe di primo grado e a chi torna alla residenza `
Il caso. Da Claut a Erto per spegnere i focolai
Le regole per il Natale sono praticamente scritte. Tra domani e martedì verrà data un’ulteriore limatura al Dpcm ma «il quadro è quasi definito» fa filtrare più di un ministro. Confini regionali blindati dal 19 (o dal 23) dicembre. Il nodo ora sono le deroghe. Conte orientato ad autorizzare gli italiani a tornare a Natale nella propria regione di residenza: il premier intenderebbe concedere una deroga al blocco della mobilità tra Regioni per permettere i «ricongiungimenti familiari» dei «parenti di 1° grado». Il coprifuoco dovrebbe restare in vigore. Dimito, Gentili e Mangani alle pagine 2 e 3
La lotta al Coronavirus
L’Italia è in ritardo sui vaccini Poche dosi solo a fine gennaio L’obiettivo dell’Italia è riuscire a vaccinare, a regime, anche 300mila persone al giorno. C’è però un problema: difficilmente l’Italia avrà a disposizione le prime dosi prima di fine gennaio. Evangelisti a pagina 5
Zaia: «Strade piene di gente, il Veneto rischia l’arancione» Altolà del governatore: «Black friday, troppi assembramenti»
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Il modello Vo’ in Friuli: test a tappeto nei paesi LE MISURE Sei squadre con la Protezione Civile a Cimolais, Claut, Barcis, Castelnovo, Andreis, Erto e Casso. Agrusti a pagina 7
L’ultimo monitoraggio della cabina di regìa ha segnalato un indice di contagio pari a 1,23 per il Veneto. «Un Rt ancora poco sopra a 1 porta ad un aumento di casi», rimarca il friulano Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità. «Così è un attimo – avverte Zaia – finire in zona arancione. Tra i 21 parametri, quello spicca tantissimo, così come pesa l’incidenza dei positivi sui tamponi». Di qui l’altolà del governatore: «Evitate gli assembramenti. Temo che qualcuno non abbia capito cosa significherebbe passare alla zona arancione». Pederiva a pagina 6
Treviso
Cortina
Medico in pensione torna in trincea: «Rischio, ma devo»
Col Gallina, riapre la seggiovia: ma solo per atleti
Quirino Messina, cardiologo ed ematologo, ha deciso di rientrare dalla pensione per prendere servizio nell’unità dedicata al coronavirus nell’ex ospedale Guicciardini di Valdobbiadene (Treviso). «Rischio, ma un medico deve curare i pazienti».
È il primo impianto di risalita a riaprire nella zona di Cortina, ma non è per gli appassionati di sci: sulla seggiovia del Col Gallina, sul Passo Falzarego, potranno salire per ora sono solo gli atleti tesserati e riconosciuti di interesse nazionale dalla Federazione.
Favaro a pagina 6
Dibona a pagina 7
L’ira di Nordio: «Lascio l’Antimafia» Svolta nel questionario Padova
Lo studio
Nordest, tredicesima più leggera: 500 milioni in meno Tredicesima in arrivo per trentaquattro milioni di italiani, secondo i calcoli della Cgia di Mestre (16 milioni di pensionati e di 18 milioni di lavoratori dipendenti). Ma quest’anno la tredicesima per molti sarà più leggera: complessivamente - sempre secondo le la Cgia - varrà 30 miliardi , 3 in meno rispetto allo scorso anno. A Nordest, 500 milioni in meno. A pagina 15
`Accuse a Morra (M5s):
«Santelli offesa. Ma se si dimette, cambia tutto» Paolo Calia uelle parole non potevano lasciarlo indifferente. Ha aspettato che qualcosa accadesse, che ci fosse un vero ravvedimento, poi ha deciso di prendere in mano la situazione. E durante un’intervista a Radio Radicale l’ex giudice Carlo Nordio è stato molto chiaro: «Sto pensando di dare le dimissioni dal ruolo di consulente della commissione parlamentare anti-
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mafia perché non me la sento di frequentare una commissione presieduta da una persone che si è espressa come si è espressa su Jole Santelli». Qualche ora dopo riduce lo spazio del dubbio: «Magari sono stato troppo impulsivo ad anticipare la mia decisione alla stampa. Ma ormai è presa. La confermerò anche davanti alla commissione. Se invece l’attuale presidente decidesse di lasciare il suo incarico, allora cambierebbe tutto». Il suo obiettivo è Nicola Morra, senatore eletto tra le fila del M5s, presidente della commissione, che qualche giorno fa ha sollevato un vespaio parlando di Jole Santelli (...) Continua a pagina 9
L’intervista / Andrea Martella
«Ora una sola regia per la laguna Sottratti poteri a Venezia? Falso» Ad un anno dall’acqua “granda” il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Andrea Martella, descrive la nuova Agenzia per la laguna. «Finalmente le competenze sono state unificate. Ciò che prima era disperso sarà riunito. Venezia non sarà esclusa». Scalzotto a pagina 13
del Comune: «Maschio, femmina o altro?» Un questionario anonimo da lunedì sarà distribuito in municipio per analizzare il gradimento dei servizi offerti dagli uffici del Comune di Padova, la domanda sul genere di chi risponde avrà tre opzioni possibili: “Maschio”, “Femmina” o “Altro”. È la prima volta che accade in un documento ufficiale. «È giusto che sia così, perché ci sono persone che potrebbero non sentirsi rappresentate né dal genere maschile né da quello femminile», spiegano da Palazzo Moroni. Pipia a pagina 12
REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆ “Le Grandi Battaglie della Serenissima - vol. 4” + € 7,90 ∆ “Dolomiti. Passeggiate sulla neve” + € 7,90 ∆ “Agenda del Leone 2021” + € 8,80 ∆
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29-NOV-2020 Estratto da pag. 1-6
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22-NOV-2020 Estratto da pag. 55-55
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