RASSEGNA STAMPA DEL 28 NOVEMBRE 2020

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28-NOV-2020 Estratto da pag. 17

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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28-NOV-2020 Estratto da pag. 1-25

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28-NOV-2020 Estratto da pag. 1-3

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28-NOV-2020 Estratto da pag. 1-6

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28-NOV-2020 Estratto da pag. 1-19

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28-NOV-2020 Estratto da pag. 1-2

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28-NOV-2020 Estratto da pag. 1-5

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22-NOV-2020 Estratto da pag. 10

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28-NOV-2020 Estratto da pag. 1-14

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27-NOV-2020 Estratto da pag. 39

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25-NOV-2020 Estratto da pag. 14

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28-NOV-2020 Estratto da pag. 1-32

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27-NOV-2020 Estratto da pag. 1-40

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28-NOV-2020 Estratto da pag. 27

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25-NOV-2020

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PRIMO PIANO

SABATO 28 NOVEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus:l’emergenza in Italia

Si abbassano i contagi Piemonte e Lombardia arancioni da domani Nelle due regioni e in Calabria riaprono i negozi. Restano chiusi bar e ristoranti De Luca protesta: «Una buffonata». Furia Val d’Aosta: vogliamo spiegazioni

LA MAPPA DEI COLORI DA DOMANI L’INDICE RT REGIONE PER REGIONE P.A. Trento

0,81 Lombardia

P.A. Bolzano

1,17

1

Valle d'Aosta

Friuli V.G.

0,99

1,09

Piemonte

Veneto

0,89

1,2

Liguria

E. Romagna

0,76

1,07 Marche

Toscana

0,93

1,2

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Abruzzo

Umbria

1,06

0,74 I DATI DI IERI (e quelli da inizio epidemia)

MORTI NELL’ULTIMO MESE (variazione giornaliera)

Molise

Sardegna

1,17

0,71 700

+28.352 (1.538.217)

+35.467 (696.647)

Lazio 500

827

221

300

+827 (53.677)

232.711 (21.411.701)

QUANTI SONO I MALATI (ieri e in totale)

Campania

1

0 27 ott

27 nov

RICOVERATI IN TERAPIA INTENSIVA (totali) 1.411 3.000

-64 (3.782)

-7.534 (750.427)

L’Italia si tinge tutta di giallo, dicono i dati del nuovo monitoraggio relativo alla settimana dal 16 al 22 novembre. Ma non da subito, perché chi è in lockdown nella fascia rossa e nel purgatorio di quella arancione ci deve restare tre settimane a partire da quando lì è stato confinato dalle ordinanze del ministro alla Salute, Roberto Speranza. Che intanto ieri ne ha firmata un’altra che libera la Calabria, la Lombardia e il Piemonte dalla morsa del rosso, dove anche i negozi sono tutti chiusi e si può uscire da casa solo per comprovate esigenze. Tutte e tre finiscono da domani in area arancio, dove a restare chiu-

0

si tutto il giorno sono soltanto bar e ristoranti, e dove si può tornare a uscire di casa, ma senza varcare i confini della regione. Lo stesso provvedimento promuove dalla fascia aran-

Gialle Liguria e Sicilia Si potrà tornare nei locali di giorno, in aula seconda e terza media cione alla gialla la Liguria e la Sicilia, dove così al bar e al ristorante si potrà tornare di giorno, mentre i ragazzi di seconda e terza media rientreranno in aula. In base allo stesso meccanismo, che prevede due settimane di indicatori in mi-

glioramento più una di verifica dati, venerdì una nuova ordinanza promuoverà per la domenica successiva la Campania, la Valle d’Aosta e la Toscana da rosse ad arancio. Mentre dopo altri sette giorni sarebbe la Basilicata a passare dall’arancio al giallo. Colore del quale via via si tingerebbe tutta l’Italia, in base ai dati forniti ieri dal monitoraggio. In pratica il sistema a semaforo non esiste già più. Perché i 21 indicatori miscelati insieme indicano ancora dieci regioni a un rischio complessivo alto, vuoi perché gli ospedali sono saturi o perché il tracciamento dei casi sospetti è saltato. L’INDICE DI CONTAGIOSITÀ

Però poi anche se messi ma-

Coprifuoco a Natale e sci a gennaio Nel Dpcm le regole per le feste ROMA

utti a casa entro le 22, anche la notte di Natale. Si va verso la conferma del lockdown notturno e di conseguenza della chiusura anticipata di bar e ristoranti. Questi i punti fermi

T

0,99

Sicilia

Basilicata

1,04

1,21

ZONA GIALLA

Per i regali, per sette giorni i negozi potrebbero stare aperti fino alle 22 La messa in chiesa prima del cenone e niente spostamenti fra regioni

IL RETROSCENA

Puglia

0,92

1.000

27 ott

Paolo Russo / ROMA

Calabria

3.782

2.000

-354 (33.684)

0,88

del nuovo Dpcm, atteso entro mercoledì. Si ragiona, però, su una finestra di una settimana prenatalizia per agevolare gli acquisti dei regali e dare ossigeno alle attività commerciali. Ai negozi verrebbe consentito il prolungamento dell’orario di apertura fino alle 22, con conseguente e temporaneo slittamento di un’ora dello stop alla circolazione serale.

«È solo un’ipotesi, non abbiamo ancora deciso», frena il ministro della Salute, Roberto Speranza. Come è un’ipotesi, anche se più azzardata, il via libera all’apertura dei centri commerciali nel week end prima di Natale. In sintesi, potremo dedicarci allo shopping natalizio, ma dovremo rinunciare ai viaggi. Sarà vietato, infatti, lo spostamento tra le regio-

27 nov

il caso

Sulla riapertura delle scuole Azzolina incassa

Coprifuoco dalle 22 alle 5

Aperte edicole, tabaccherie, farmacie, lavanderie e parrucchieri

se non per motivi di salute, lavoro, studio, situazioni di necessità

Didattica a distanza dalla prima superiore

Chiusura di bar e ristoranti alle 18 (asporto consentito fino alle 22) Centri commerciali chiusi nei giorni festivi e prefestivi

Mezzi di trasporto pubblico al 50% Chiusi musei, mostre, teatri, cinema, palestre. Aperti i centri sportivi

Fonte: Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità

Continua lo scontro sulla riapertura delle scuole. Le superiori si rassegnino: nelle aule non si tornerà prima della fine delle vacanze di Natale. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina incassa la sconfitta ma ora il governo ha un mese e mezzo di tempo per gli interventi necessari a evitare che il rientro si trasformi in un’ondata di contagi. Il commissario straordinario ha annunciato che sono stati consegnati 2.369.672 banchi, quasi la totalità delle richieste ricevute.

le, basta che l’Rt scenda sotto 1,25 e si è automaticamente in giallo. Per questo il ministero della Salute e le stesse regioni stanno pensando di correggere il tiro, dando meno peso all’indice di contagiosità e più al numero di casi e al tasso di occupazione dei posti letto. Operazione che richiede tempo per evitare altri scivoloni, tanto che per ora, nel prossimo Decreto della presidenza del consiglio dei ministri, che dovrà esse-

re varato entro il 3 dicembre, si pensa più semplicemente di imporre anche alle regioni gialle il divieto di spostamento dai loro confini. Intanto l’Rt a livello nazionale è sceso a 1,08 avvicinandosi così all’obiettivo di andare sotto la soglia di uno, che significa poi far scendere automaticamente la curva dei contagi, subito dopo quella dei ricoveri e da ultimo quella dei decessi. Obiettivo già raggiunto

ni, a prescindere dalla fascia di colore. Quindi, anche con un’Italia tutta o quasi in giallo, tra un paio di settimane, gli spostamenti oltre i confini regionali saranno limitati ai soliti motivi di salute, lavoro o necessità specifica. Ciò per evitare il ripetersi dei fatt di agosto: per molti scienziati, in quei giorni si sono creati i presupposti per la seconda ondata. Dunque, si potranno raggiungere le seconde case solo se si trovano all’interno della propria regione. In realtà, nel governo si dibatte sulla possibilità di aggiungere un’ulteriore deroga per favorire i ricongiungimenti familiari: un altro punto sull’autocertificazione per fare visita ai genitori anziani o a un nonno rimasto solo. «Non c’è ancora un’indicazione chia-

ra, spero comunque che alle famiglie sia concesso di riunirsi», ha detto la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ai microfoni di Tagadà, su La7. L’ala più rigorista nella maggioranza teme, però, che si verrebbe così a creare un movimento eccessivo e pericoloso: ad esempio, il figlio che va a trovare i genitori portandosi ovviamente moglie e figli. Moltiplicato per decine di migliaia di famiglie. E allora si pensa di limitare la facoltà di ritorno a casa per Natale solo a chi ha la residenza in un’altra regione. Il paradosso di questa nuova architettura di regole è che dalla Lombardia non si potrà andare, ad esempio, in Piemonte, ma si potrà andare a sciare in Svizzera. Stessa opportunità per i piemontesi, o

per gli abitanti di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia-Giulia diretti sulle piste austriache. Al momento il governo non pensa a chiudere i confini nazionali per impedire questo fenomeno. E chi deciderà di varcarli poi dovrà solo presentare un tampone negativo al rientro, per evitare le due settimane in quarantena. Per gli appassionati della settimana bianca la stagione in Italia inizierà a gennaio. Quanto alla scuola, l’ipotesi di una ripresa della didattica in presenza prima della pausa natalizia si è sgretolata, mentre la messa della notte di Natale sarà in presenza ma anticipata. Per quest’anno, a Natale, prima a messa e poi a cena. — NIC.CAR. © RIPRODUZIONE RISERVATA


PRIMO PIANO

SABATO 28 NOVEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

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Coronavirus:l’emergenza in Italia

ZONA ROSSA Coprifuoco dalle 22 alle 5 Vietati gli spostamenti, anche all’interno del proprio Comune, salvo motivi di lavoro, necessità e salute Chiusura di bar e ristoranti 7 giorni su 7 (asporto consentito fino alle 22) Negozi chiusi, salvi alimentari e beni di prima necessità Aperte edicole, tabaccherie, farmacie, lavanderie e parrucchieri Didattica a distanza dalla seconda media Mezzi di trasporto pubblico al 50% Chiusi musei, mostre, teatri, cinema, palestre Attività motoria solo nei pressi di casa, attività sportiva solo individuale

ZONA ARANCIONE

in area medica o nelle terapie intensive». Detto questo il monitoraggio un po’ di luce in fondo al tunnel la fa intravedere. Prima di tutto perché «per la prima volta da varie settimane si osserva una diminuzione nell’incidenza dei casi a livello nazionale», che sono passati da poco più di 732 a 706 contagi per 100mila abitanti. Un calo che è appunto conseguenza dell’analoga discesa dell’Rt, perché se ciascun nuovo positivo contagia meno di una persona è chiaro che poi anche la curva epidemica si piega verso il basso. Ma a confortare c’è anche un altro dato, quello che vede scendere da oltre 87mila a 77.500 i casi per i quali non si riusciti a ricostruire la catena dei contagi. Il che, spiega il report, «potrebbe suggerire un miglioramento nelle attività di tracciamento».

Il presidente del Piemonte: Conte faccia riaprire gli impianti sciistici «La curva si sta appiattendo e la pressione sugli ospedali è in calo»

Cirio: «Scuole chiuse Non ripetiamo gli errori» ALBERTO CIRIO PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE

Ai negozi offriremo la possibilità di tenere le serrande alzate fino alle ore 22 per evitare così gli assembramenti Per le festività di fine anno spero che siano consentiti gli spostamenti per raggiungere i parenti e gli affetti più stretti

MA LE REGIONI PROTESTANO

Intanto però più di un go-

Coprifuoco dalle 22 alle 5 Vietati gli spostamenti tra Regioni e tra Comuni, salvo motivi di lavoro, necessità e salute Chiusura di bar e ristoranti 7 giorni su 7 (asporto consentito fino alle 22) Centri commerciali chiusi nei giorni festivi e prefestivi Aperte edicole, tabaccherie, farmacie, lavanderie e parrucchieri Didattica a distanza dalla prima superiore Mezzi di trasporto pubblico al 50% Chiusi musei, mostre, teatri, cinema, palestre. Aperti i centri sportivi Attività motoria solo nei pressi di casa, attività sportiva solo individuale

da 9 regioni: Lazio (con Rt a 0,88), Liguria (0,76), Marche (0, 93), Piemonte (0,89), Trento (0,81), Umbria (0,99) e Valle d’Aosta (0,99). Ce ne sarebbe anche una decima, la Calabria, ma il suo Rt a 0,92 è bollato come «non affidabile». IL NODO DEGLI OSPEDALI

Riguardo la tenuta degli ospedali al 24 novembre «17 regioni avevano superato almeno una soglia critica

L’Rt a livello nazionale è a 1,08 e si avvicina all’obiettivo di andare sotto la soglia di uno vernatore alza la voce contro il sistema a semaforo. «Queste zone sono una buffonata», è il commento come al solito colorito del campano Vincenzo De Luca, che ha smesso gli abiti da sceriffo quando è stata la sua regione a finire in rosso. Ma anche il valdostano Erik Laveraz non si capacita, «rimarremo zona rossa e ad ora non sappiamo perché. Roma deve darci una spiegazione» e, aggiunge, la Valle d’Aosta «si riserva ogni azione politica nelle prossime ore». In Toscana Eugenio Giani ha invece deciso di far da sé, con una nuova ordinanza regionale «per agevolare lo svolgimento di alcune attività in zona rossa». Mentre il veneto Luca Zaia riapre di sabato, da oggi, «le medie e grandi strutture di vendita». Più che vestirsi di giallo l’Italia torna a indossare l’abito di Arlecchino del federalismo sanitario. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’INTERVISTA Lidia Catalano

l via libera ufficiale all’ingresso in zona arancione arriva nel giorno in cui il Piemonte registra il record di decessi della seconda ondata epidemica: 97 i morti comunicati nel bollettino di ieri, mai così tanti da aprile. Una coincidenza triste, che suona come un monito: guai a lasciarsi trascinare da facili entusiasmi. Presidente Cirio, dopo tre settimane il Piemonte esce dalla zona rossa e da domani riaprono negozi e centri estetici. Pericolo scampato? «Siamo soddisfatti perché questo avanzamento è frutto dei sacrifici e delle azioni messe in campo: quando siamo entrati in zona rossa il nostro indice di trasmissione del contagio era 2.16, oggi si attesta a 0.9. È un dato

I

incoraggiante, la curva si sta appiattendo e anche la pressione sugli ospedali è in calo. Ma di certo non possiamo dire di aver vinto la battaglia. Abbiamo già visto che cosa significa abbassare la guardia troppo in fretta: il Natale non può essere una copia dell’estate, nessuno in Italia può più permettersi passi falsi. Per questo da noi le riaperture saranno accompagnate da misure estremamente rigorose». Quali? «Penso ad esempio ai centri commerciali, che comunque resteranno chiusi nei weekend: abbiamo previsto la misurazione della temperatura in ingresso, accessi contingentati, monitoraggio in tempo reale delle presenze. Ai negozi offriamo la possibilità di estendere la fascia oraria di apertura fino alle 22 per spalmare il più possibile la clientela nell’arco della giornata e potenzieremo i controlli anti-assembramento nelle aree merca-

tali e nelle vie dello shopping». E le scuole? «Anche se il passaggio in zona arancione ci avrebbe consentito di rimandare in classe i ragazzi delle medie, dopo un confronto con gli epidemiologi e gli esperti della task force regionale ho deciso di aspettare e di prorogare anche per loro la didattica a distanza». Non ne sarà felice Anita, la ragazzina torinese simbolo della protesta anti-Dad. «L’ho incontrata proprio l’altro giorno davanti al palazzo della Regione assieme ad altri studenti: apprezzo i ragazzi che scendono in piazza per rivendicare il diritto allo studio. Ma a loro dobbiamo poter garantire le lezioni in presenza e insieme la massima sicurezza: stiamo mettendo a punto un piano che ci consentirà di centrare entrambi gli obiettivi alla ripresa delle scuole dopo le festività natalizie». Di che si tratta?

«Stiamo riorganizzando il sistema dei trasporti: viaggeranno al 50% del carico, come prescritto dal governo, portando i ragazzi a scuola in fasce orarie scaglionate. Sarà fondamentale la collaborazione e la flessibilità degli istituti, che incontreremo lunedì proprio per discutere di questo». Quindi non la entusiasma l’ipotesi di una riapertura anticipata delle scuole? «Sarebbe una follia riaprire a pochi giorni dal Natale, oggi non ci sono le condizioni per andare a scuola in sicurezza. Ricordiamoci che i ragazzi che affollano gli autobus sono gli stessi che poi trascorrono le festività con i genitori e con i nonni. Non possiamo permetterci di correre un rischio del genere». A proposito di Natale, lei come vede gli spostamenti tra regioni? «Io credo che un atteggiamento prudenziale sia l’unico che ci consente di stabilizzare i risultati raggiunti. Detto questo, penso sia possibile ragionare su una soluzione di buon senso che consenta gli spostamenti per raggiungere i parenti e gli affetti più stretti e li impedisca in tutti gli altri casi». E per le vacanze sulla neve vede spiragli? «Su questo punto il dibattito con il governo è ancora aperto. Assieme alle altre regioni montane ho sottoposto a Roma delle linee guida per la riapertura degli impianti da sci in sicurezza perché si tratta di un settore trainante della nostra economia. Se si riterrà che non ci sono le condizioni, chiediamo ristori certi e una linea comune europea, con la chiusura delle piste anche in Francia, Slovenia e Austria». Non c’è il rischio che vadano tutti in Svizzera? «Su quello purtroppo non abbiamo giurisdizione, ma sarebbe già positivo trovare un accordo a livello europeo». Tra due settimane si aspetta che il Piemonte passi in zona gialla? «Con l’Rt sotto 1, oggi abbiamo già numeri da zona gialla. Ma dobbiamo consolidarli. Ed è un traguardo che va conquistato giorno per giorno». — © RIPRODUZIONE RISERVATA


VI

Primo Piano

Sabato 28 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Coronavirus, il commercio GLI ACQUISTI PADOVA Non si rinuncia al Black Friday, le lunghe code e la folla di ieri lo hanno dimostrato. Se la mattina è andata abbastanza liscia con piccole file distanziate, è nel pomeriggio che la frenesia dello shopping ha avuto il sopravvento. Via Roma e il Liston sono stati presi d’assalto, creando non poche tensioni visto che è stato complicato mantenere le distanze. Si sono viste code lunghe diversi metri, soprattutto di fronte ai negozi delle grandi catene, di gente che sfidava il freddo per accaparrarsi gli sconti migliori. E c’era di tutto: dai più giovani agli adulti, anche qualche famiglia, per non parlare dei gruppetti di amici che volevano entrare tutti assieme in pericolosi assembramenti. Anche senza gli eventi organizzati dal Comune, sospesi a data da destinarsi, pandemia permettendo, gli acquisti non sono mancati. Pacchi e pacchettini sono spuntati ovunque e sembrava quasi fosse un venerdì qualunque, prima della pandemia, con la sola aggiunta delle mascherine e del gel disinfettante. Ma c’è da chiedersi come andrà oggi considerando che il presidente Luca Zaia ha dato il via libera all’apertura delle grandi e medie strutture di vendita il sabato, centri commerciali esclusi. Nel frattempo le associazioni di categoria ribadiscono l’importanza di rispettare le regole. «A prescindere da tutto, se non usciamo dalla pandemia, non risaneremo l’economia – dice il presidente di Confesercenti, Nicola Rossi –. Secondo un nostro studio, anche se restiamo in zona gialla il periodo natalizio subirà una perdita di 700 milioni di euro a causa della preoccupazione per la situazione sanitaria. Ed è la migliore delle ipotesi».

SCELTA Quest’anno ogni negozio ha fatto la sua scelta: c’è chi ha deciso di fare sconti venerdì e sabato, chi ha optato per la Black Week, cioè sconti tutta la settimana. «Le regole sono state comunque rispettate – sostiene Patrizio Bertin, presidente di Ascom –. Chissà che si possa proporre un Black Friday come gli anni passati a febbraio, coronavirus permettendo». Gli incassi non sono andati poi così male e i tantissimi padovani che hanno aspettato in coda un indizio di buoni affari lo hanno dato. «Mi dicono che è stata incassata più o meno la metà dei precedenti Black Friday – riferi-

Corsa ai super sconti, file davanti ai negozi Pellizzari: «È stata incassata più o meno la metà dei precedenti Black Friday, c’è stato maggior movimento rispetto al resto della settimana e direi bene così» `

sce Massimiliano Pellizzari, presidente dell’Associazione commercianti del centro –. C’è stato sicuramente più movimento rispetto al resto della settimana e direi bene così». Ma resta il punto di domanda su cosa accadrà oggi. Anche alla luce della decisione di Zaia di tenere aperte le medie e grandi strutture di vendita, a meno che non si trovino all’interno di un centro commerciale. «Si ripete anche in Veneto l’ingiusto trattamento tra le piccole attività commerciali delle gallerie

all’interno dei centri commerciali e le grandi strutture di vendita isolate – scrive in una nota Confesercenti – . Dispiace che, come al solito, i provvedimenti scattino 12 ore dopo essere stati comunicati mettendo in confusione commercianti, consumatori e obbligando le strutture commerciali di medie dimensioni a riorganizzare in poche ore tutto il personale dipendente per riaprire l’attività domani mattina (oggi, ndr)». Il concetto di contingentamento dovrebbe valere per tutti, secondo le associazioni di categoria. «Come si fa per un piccolo negozio si può fare per uno più grande – dice Pellizzari –. E lo stesso potrebbe valere per i centri commerciali. Che le medie e grandi strutture di vendita possano aprire il sabato è una buona notizia». Silvia Moranduzzo

ROSSI, CONFESERCENTI: «SE NON SI ESCE DALLA PANDEMIA NON SI RISANA L’ECONOMIA» BERTIN, ASCOM: «REGOLE RISPETTATE»

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Vino per la ricerca anti- Covid, raccolti più di 100mila euro L’INIZIATIVA VO’ Un vino che fa bene. Non solo a chi lo beve ma anche alla ricerca contro il Covid-19 e a Vo’, il primo focolaio veneto. È quello a marchio Vo’ al centro di un’iniziativa benefica che finora ha raccolto più di 100mila euro da destinare all’Università di Padova per la ricerca scientifica contro il coronavirus. Il 24 novembre il “contatore” della Cantina Colli Euganei, produttrice delle bottiglie, segnava 107.440 euro. Un traguardo annunciato con orgoglio dal presidente Lorenzo Bertin: «Siamo andati ben oltre le nostre aspettative (l’obiettivo iniziale era 100mila euro, ndr). Speriamo di poter implementare ancora le vendite soprattutto in vista delle feste,

quando il vino viene consumato e regalato». Visto il successo riscosso dall’iniziativa, ormai diffusa capillarmente nella regione, la Cantina sta valutando una proroga rispetto al termine fissato al 31 dicembre. «Vorremmo proseguire fino a Pasqua – rivela Bertin –, ci stiamo lavorando: alcuni marchi della grande distribuzione ci hanno già dato la loro disponibilità e noi siamo ben lieti di raccogliere altri fondi per la ricerca e per la promozione del territorio». Il progetto “Vo’ per la ricerca” era stato presentato lo scorso giugno nella Cantina, che ha sede proprio a Vo’, con un testimonial d’eccezione: il microbiologo Andrea Crisanti, ideatore degli studi condotti sul cluster euganeo per conoscere il comportamento del virus e condivisi con la co-

munità scientifica internazionale. Proprio in questi giorni (oggi e domani) il direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova è tornato a testare i vadensi, convocando i 160 positivi che nel campionamento di maggio avevano presentato una risposta anticorpale. L’obiettivo di questo nuovo test (il quarto da febbraio e il secondo con prelievo venoso) è capire quanto durano gli anti-

LA CANTINA COLLI EUGANEI DI VO’ RAGGIUNGE TRAGUARDI IMPORTANTI IL PRESIDENTE BERTIN: «SIAMO ANDATI OLTRE LE NOSTRE ASPETTATIVE»

CANTINA COLLI EUGANEI Il presidente Lorenzo Bertin

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corpi. Alla ricerca contro il Covid Vo’ ha deciso di contribuire anche attraverso i suoi prodotti di punta: il Serprino Spumante Doc e il Rosso Doc dei Colli Euganei. Così, dalla collaborazione tra la Cantina Colli Euganei e i principali attori della grande distribuzione organizzata è nato un marchio benefico dedicato a Vo’, il primo Comune veneto in lotta contro il virus. Grazie all’iniziativa “Vo’ per la ricerca”, per ogni bottiglia venduta un euro viene devoluto all’Università di Padova a sostegno della ricerca contro il Covid-19. A inizio ottobre è stato staccato un primo assegno da 50mila euro a favore dell’Ateneo patavino. La prossima tranche è prevista a Natale e sarà un regalo molto gradito. Anche al Comune di Vo’ le bottiglie solidali portano un benefi-

cio: 10 centesimi incassati per ogni pezzo venduto. La somma verrà utilizzata per la promozione del territorio collinare. I vini solidali, oltre a conquistare le tavole di tanti appassionati, si sono aggiudicate anche il primo premio al Gist Travel Food Award 2020, assegnato il mese scorso a Rimini, in occasione della 57esima edizione della fiera TTG Travel Experience. L’iniziativa è stata eletta come miglior progetto italiano del 2020 per il rilancio del territorio e dell’enogastronomia. Parola di Gist, il gruppo italiano stampa turistica che ogni anno riunisce una commissione di esperti del settore per premiare le migliori iniziative attuate nell’ambito del turismo enogastronomico. Maria Elena Pattaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


IX

Belluno

Sabato 28 Novembre 2020 www.gazzettino.it

E-commerce senza freni una trentina gli “sportelli”

L’Ascom punta sui grandi negozi per competere con i colossi web

I DATI BELLUNO Cresce ancora il nu-

mero dei pacchi consegnati da Poste Italiane a Belluno. Nei primi nove mesi del 2020, infatti, si è registrato un incremento del 35% dei pacchi e-commerce rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In Provincia di Belluno la rete Punto Poste, l’insieme di attività commerciali che offrono i servizi di ritiro e spedizioni pacchi, conta 28 tabaccherie, bar, cartolerie, negozi ed edicole dove è possibile ritirare i propri acquisti in modo semplice e veloce. L’Azienda è riuscita a far fronte alle nuove esigenze del mercato, ai nuovi bisogni dei consumatori e soprattutto al considerevole incremento di richieste dei citta-

La nuova ordinanza Zaia ridimensiona i timori per il venerdì di saldi on line `

IL PROVVEDIMENTO BELLUNO L’ordinanza del presi-

dente Zaia, arrivata in zona Cesarini, forse salva il black friday. Ieri pomeriggio la nuova direttiva della Regione che permette oggi l’apertura anche dei negozi di medie e grandi dimensioni lascia ben sperare Ascom.

IL SOSTEGNO «Gli sconti – ha fatto sapere ieri in serata Luca Dal Poz, direttore dell’associazione di categoria- proseguiranno anche oggi. L’ordinanza va nella direzione di supportare il commercio e di evitare, per quanto possibile, il “cannibalismo” dell’e-commerce. Certo, se fosse arrivata giovedì sera sarebbe stato meglio, avremmo potuto organizzarci quanto meno». Ieri, intanto, la giornata si è conclusa senza onore e senza gloria. In centro il passaggio non è sembrato essere più intenso degli altri giorni della settimana nonostante gran parte dei negozianti abbia deciso di cavalcare l’onda della giornata di sconti con ribassi

dal 30% in su. Per il presidente di Ascom, Paolo Doglioni, niente di nuovo. La chiusura dei locali alle 18 continua a essere una zavorra e non c’è black friday che tenga alla percezione della gente che oltre l’ora x scatti il coprifuoco.

dini in questo periodo di emergenza. «Per Poste Italiane - ricorda l’ad Matteo Del Fante - il segmento B2C (Business to Consumer, dall’azienda al consumatore) mostra un trend solido dopo aver registrato un terzo trimestre molto forte, con volumi di vendite significativi. A ottobre, che è andato ancora meglio di settembre, e a novembre abbiamo assistito ad una costante crescita. Inoltre, stiamo entrando in un periodo importante per questo tipo di mercato». La rete logistica di Poste Italiane è destinata ad ampliarsi: nei giorni scorsi Poste Italiane ha annunciato di aver sottoscritto un accordo preliminare per acquistare l’intero capitale sociale dell’operatore postale Nexive Group. © riproduzione riservata

CORSA A OSTACOLI «La chiusura alle 18 dei bar pregiudica più della metà del guadagno dei negozi – spiega -. Inoltre la restrizione del numero delle persone per metri quadri, per quanto giusta, è evidente che fa un po’ da deterrente agli acquisti. Perchè passi per i panifici, dove una persona sbriga l’acquisto in pochi minuti, ma se uno si trova a dover fare la fila fuori da un negozio di vestiti allora può annoiarsi e decidere di non entrare. Sono vincoli necessari in questo momento, sono d’accordo, ma allora io auspico che il Governo dia una mano poi per la ripartenza». I saldi in molte attività del capoluogo erano iniziati già lunedì, anche per questo forse ieri non c’è stato un vero assalto alle botteghe. Si vedrà oggi come va, con il ritorno del mercato in piazza e i

UNA VETRINA Oggi aperti anche i negozi di grandi dimensioni (archivio)

due grandi negozi del salotto buono, Blue Dress e Stimm, che possono aprire nonostante la metratura.

L’AUGURIO «Tutti ci auguriamo che queste restrizioni portino benefici sotto il profilo epidemiologico – conclude Doglioni -, il Natale rappresenta per un commerciante il 20% dell’introito di un anno e non possiamo permetterci di perdere questo treno. Però il Governo deve dare una mano, i saldi del black friday non bastano, qui serve un aiuto dall’alto». Intanto il centro storico si prepara al Natale. In

questi giorni il Consorzio Belluno Centro storico sta addobbando con grandi corone di pino i ceppi fuori dai negozi, gli stessi che lo scorso anno reggevano una lanterna, e più di qualche negoziante ha ulteriormente abbellito lo spazio esterno con decorazioni e addobbi a tema. Un tentativo di rendere l’aspetto del centro il più possibile consono al clima del periodo: non sarà lo sfarzo dei tempi migliori, ma almeno un piccolo surrogato di normalità in un tunnel ancora troppo buio. Alessia Trentin © riproduzione riservata

Lettera d’intenti con la Cina per promuovere l’ambiente L’INCONTRO BELLUNO Una lettera di intenti tra il Comune di Belluno e il Distretto di Wulingyuan del Governo di Zhangjiajie è stata ufficializzata e presentata in Cina, nella città di Zhangjiajie nei giorni scorsi durante il seminario “Siti Unesco in dialogo”, ideato e organizzato da ChinaMuseum International, che ha riunito due straordinari siti del patrimonio mondiale: il Parco Nazionale di Zhangjiajie Cinese (“il Parco di Avatar”) e le Dolomiti Italiane. Firmata dal sindaco Jacopo Massaro, e da Zheng Xiaohu, presidente del distretto di Wulingyuan e direttore del Parco di Zhangjiajie, la

lettera è una promessa del loro impegno a stabilire un ponte di amicizia a lungo termine in modo da promuovere in vari modi possibili le due realtà. Tale collaborazione inietterà nuova vitalità nel turismo culturale e promuoverà l’internazionalizzazione dei rispettivi ambiti territoriali. «È un onore per Belluno stringere un patto di amicizia con Zhangjiajie» - dichiara Massaro - basato su valori come la bellezza, l’ambiente e la cultura. È poi un particolare orgoglio per noi stringere alleanze tra Paesi geograficamente così lontani, in un momento in cui il Covid-19 ci vorrebbe isolati, chiusi nelle nostre case». © riproduzione riservata

L’Agenda del Leone 2021

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IV

Primo Piano

Sabato 28 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Coronavirus, l’economia

Shopping e ingressi contingentati: così cambiano i negozi Dalle borse “contapersone” ai nuovi `«Difficile sorvegliare chi entra mentre modi di risparmiare sulle gestioni si serve un cliente, ma ci proviamo» `

IL COMMERCIO ROVIGO Una borsa per ogni cliente posta all’entrata del negozio. Esaurite le “sporte” in plastica, non si può più entrare. E’ l’originale idea del negozio di casalinghi Gasparetto per controllare il flusso di persone all’interno dell’attività che, secondo l’ultima ordinanza della Regione, non può superare il numero di un cliente per ogni 20 metri quadri. «Al posto del contapersone – spiega Marcello Gasparetto, uno dei titolari dell’attività affacciata sul corso del Popolo – abbiamo pensato a questa simpatica soluzione per controllare quanti clienti stanno facendo acquisti all’interno del negozio. Ecco come funziona: un cartello posto all’entrata avvisa chi entra di munirsi della borsa rigida in plastica. Una volta alla cassa il contenitore, che ha la funzione di mini-carrello, viene restituito, igienizzato e posto subito all’esterno, a disposizioni di altri clienti».

spiega il negoziante -, ma non ci siamo fermati. Ci siamo adattati alle restrizioni e abbiamo cercato di sviluppare anche l’online grazie al quale stiamo assumendo nuovo personale». L’e-commerce di Gasaparetto, in queste settimane, ha registrato un vero e proprio boom di vendite, con pacchi che da Rovigo raggiungono tutta Italia. Un successo nato grazie alla collaborazione con il noto chef del Gambero Rosso Max Mariola, che nei suoi video utilizza spesso i prodotti propo-

sti dal negozio rodigino, consigliati al cuoco televisivo proprio da Marcello Gasparetto. «Siamo davvero orgogliosi – spiega il negoziante del centro - di portare il nostro marchio e, in un certo senso, anche Rovigo, in tutta Italia. Il messaggio che vogliamo trasmettere è quello di non fermarsi mai davanti ai momenti difficili, ma cercare sempre il piano ‘B’».

LA NUOVA ORDINANZA Nel frattempo, dopo due saba-

CONTAPERSONE Ieri mattina le borse azzurre all’entrata di Gasparetto erano 11, ma già oggi, con gli ultimi allentamenti sulla metrature, potranno essere 16. «Non è un momento facile per il commercio –

TAGLIO ALLE SPESE DI RISCALDAMENTO E DI PERSONALE PER FAR QUADRARE IL BILANCIO ANCHE CON LE NUOVE REGOLE

NEI NEGOZI Ilaria (a sx) e Antonella

ti di stop alle medie strutture di vendita imposti dall’ordinanza di Zaia, oggi Gasparetto riapre finalmente le porte allo shopping nel prefestivo, anche se con ingressi contingentati. E proprio il problema delle restrizioni sul numero di clienti che possono fare contemporaneamente shopping all’interno della stessa attività, sembra penalizzare la maggior parte delle attività del centro storico. «Non posso lamentarmi, i clienti non mancano – spiega Antonella Briganti di “Annamaria boutique”, il negozio di borse griffate sul Corso - L’unico problema è però il numero limitato di clienti che possono entrare, ossia una sola persona dal momento che ho una metratura di 55 metri quadrati. Chi fa acquisti solitamente è accompagnato da un familiare o da un’ amica per farsi consigliare. Sicuramente per la mi attività è un limite». A pochi metri, anche Giulio Pellegrini di “Irio”, fa notare che, pur avendo un negozio di circa 54 metri, la Regione lo costringe ad autorizzare l’accesso ad una solo cliente per volta. «Gli uomini spesso vengono a fare acquisiti con la moglie o la compagna – spiega il negoziante - Eppure qui la mascherina, a differenza dei locali, non viene mai tolta, dunque la sicurezza è sempre mantenuta alta». «Ho tagliato le spese del personale e, ad esempio, del riscaldamento, lasciando sempre la porta del mio negozio aperta per via del Covid – spiega Ilaria Tomasi di Archè, il negozio di abbigliamento di via X Luglio Le miei clienti fortunatamente continuano a fare acquisti». Roberta Merlin © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ci sarà tempo fino al 7 dicembre per chiedere il contributo comunale I RISTORI ROVIGO È uscito il bando per i contributi una tantum a sostegno delle attività economiche danneggiate dell’emergenza Covid-19. Destinerà la somma di 500 euro alle imprese del commercio, pubblici esercizi, servizi alla persona, turismo, sport, cultura, spettacolo, intrattenimento. Sono escluse le sale bingo, le sale gioco slot-Vtl e scommesse sul territorio comunale. Palazzo Nodari erogherà il contributo a fondo perduto una tantum direttamente alle attività citate.

LE DOMANDE Le domande potranno essere presentate fino al 7 dicembre. Possono richiedere il contribu-

to le micro imprese del capoluogo sottoposte alle restrizioni imposte dal Dpcm del 11 marzo, le attività operanti nel settore del commercio al dettaglio, della ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande, dei servizi alla persona. Fra questi gli acconciatori, gli estetisti e i tatuatori. Sono compresi anche gli operatori del turismo esclusi gli alberghi, chi lavoro nello sport, cultura, spettacolo e tutti gli operatori economici del

CIRCA UN MILIONE LA SOMMA TOTALE A DISPOSIZIONE CON RISTORI DI 500 EURO A OGNI ATTIVITÀ

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commercio su aree pubbliche, titolari di concessione rilasciata dal Comune e che svolgano la propria attività in mercati periodici o posteggi isolati.

ELENCO DEI BENEFICIARI Il Comune redigerà un elenco dei richiedenti in base alle domande pervenute nei tempi stabiliti e dichiarate ammissibili. Il contributo di 500 euro potrà essere erogato esclusivamente a fronte di una riduzione del volume d’affari maggiore o uguale al 15% registrata nel periodo tra marzo e maggio 2020 rispetto allo stesso trimestre 2019. Il contributo verrà erogato nei limiti dello stanziamento e sulla base dell’ordine temporale progressivo di presentazione delle domande. Il Bando è visionabile nel sito internet: www.comune.rovigo.it – sezio-

ne Avvisi della home page. La domande saranno accolte fino al 7 dicembre e fino ad esaurimento delle risorse complessive disponibili. Le domande presentate prima o dopo la scadenza saranno automaticamente escluse. La richiesta del contributo, corredata dalle dichiarazioni attestanti il possesso dei requisiti di ammissibilità, dovrà essere compilata nell’apposita pagina web in tutti i campi obbligatori previsti. Per informazioni e chiarimenti è possibile contattare il Comune, dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 12.30, allo 0425 206445 oppure con la e-mail:commercio@comune.rovigo.it. La somma totale erogabile in varie tranche sarà di circa un milione di euro. R.Mer. © RIPRODUZIONE RISERVATA


III

Primo Piano

Sabato 28 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Trovati i “super frigoriferi” I vaccini possono arrivare Rientrato felicemente il pasticcio creatosi intorno ai container per la catena del freddo. L’Ulss 5 ha confuso i dati in suo possesso e ne è apparsa priva `

LOGISTICA ANTI-COVID

NUOVI FOCOLAI La Casa Sacra Famiglia di Fratta Polesine

Personale, Rsa vicine all’emergenza

«Si convochi un tavolo in Prefettura» «La bolla virtuale che ha protetto le strutture per anziani dal Covid in Polesine è esplosa: abbiamo chiesto al prefetto un tavolo d’incontro urgente, che metta insieme strutture, sindaci e Ulss con le parti sociali». A sottolinearlo sono il segretario generale e il segretario di Rovigo della Fp Cgil Davide Benazzo e Roberta Denanni. «Il virus – rimarcano - ha trovato le strutture in grosse difficoltà. Loro malgrado perché la carenza di personale non è certo una colpa da attribuire alle singole strutture e nemmeno una situazione venutasi a creare di recente: negli ultimi anni è stata da noi più volte segnalata, ora ha ampiamente superato il concetto di qualità del servizio. Ogni giorno riceviamo comunicazioni da parte dei lavoratori e delle direzioni sulla grave

situazione relativamente al personale necessario e alla grande difficoltà di reperirlo, soprattutto infermieri, ma anche Oss. Questo determina che spesso si valica il confine tra la professione di Oss e quella infermieristica, incorrendo nell’abuso di professione. Riteniamo che i lavoratori esposti in prima linea debbano essere valorizzati e non umiliati, ringraziati per il lavoro fanno, fingendo di non aver paura. La situazione ha ampiamente superato il tema carichi di lavoro e rispetto degli istituti contrattuali, come le ferie: si è alla vera emergenza che necessita di un urgente intervento delle istituzioni, dei sindaci, che fino ad ora mai si sono esposti, e dell’Ulss, con il coordinamento della Prefettura». F.Cam. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ROVIGO I “superfrigoriferi” ci sono. E il direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella congela ogni possibile polemica sul nascere: «Voglio tranquillizzare tutti, non c’è alcun giallo sui frigoriferi: il Polesine non è sprovvisto di dispositivi di conservazione per temperature bassissime. In questo momento abbiamo otto congelatori che garantiscono i meno 80 gradi, ognuno con capienza di circa 500 litri. Uno solo però è attualmente completamente libero, perché gli altri sono occupati e contengono materiali biologici, ma potremmo liberarne subito anche un secondo spostando il contenuto negli altri congelatori. Comunque è già partito anche l’ordine per l’approvvigionamento di almeno un altro paio. Poi se saranno acquistati o noleggiati, sarà una decisione che prenderà il provveditorato».

DATI SBAGLIATI

BUONE NOTIZIE SUGLI ANTINFLUENZALI: LE FARMACIE RINUNCIANO ALLE DOSI E NE CONCEDONO TREMILA FIALE

FIDUCIOSO Il direttore dell’Ulss Compostella ieri in conferenza stampa

Un problema di comunicazione alla base del giallo, tuttavia, c’è stato. «C’è stata un po’ di confusione sulla disponibilità a livello polesano di questi dispositivi per la conservazione, anche per colpa nostra - sottolinea Compostella -, perché abbiamo trasmesso i dati alla struttura diversa da quella che si occupava di raccoglierli e, per questo, è emerso che Polesine non aveva fornito dati e quindi appariva che fossimo sguarniti. Al di là di ogni equivoco, l’importante è che questi frigoriferi ci siano». Anche perché sono assolutamente necessari per la conservazione di questa prima tipologia di vaccino, che necessita, ap-

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punto, una temperatura di meno 80 gradi e una catena del freddo senza interruzioni. Innegabilmente l’arrivo del vaccino che possa portare ad una svolta nella battaglia all’epidemia è oggetto di un attesa messianica, anche se per la vaccinazione su larga scala i tempi saranno ancora molto lunghi.

LE FORNITURE «Per quanto riguarda i vaccini Covid – spiega Compostella al di là anche di notizie relative a un rallentamento della sperimentazione del vaccino Oxford-Astrazeneca, rimane valido quanto già annunciato dal ministro Speranza, dal commis-

sario Arcuri e dal presidente Zaia sulla prima fornitura a gennaio. Ovviamente, però, è ancora presto per definire a livello locale tempi e modalità, che saranno oggetti di approfondimenti nelle prossime settimane. Si tratta di 3,4 milioni dosi prenotate dall’Italia del vaccino Pfizer-Biontech, che vuol dire 1,7 persone vaccinate perché necessita di due dosi. Per il Veneto la prima fornitura dovrebbe essere di circa 350mila dosi, ovvero 170mila persone, mentre per il Polesine si parla di una distribuzione di poco meno di 30mila dosi, quindi di circa 14mila persone. Sono numeri ancora caratterizzati da una forte variabilità, ma questo serve per capire quale dovrebbe essere l’ordine di grandezza». Nel frattempo, c’è un altra campagna vaccinale, quella antinfluenzale, che complice la massiccia adesione e anche la forte campagna di sensibilizzazione, insieme con l’allargamento della platea dei beneficiari a titolo gratuito, come i bambini al di sotto dei sei anni e delle persone con più di 60 anni, mentre in passato la soglia era 65, ha visto subito esaurirsi le scorte e si è quindi pressoché fermata. Le farmacie del Veneto rinunceranno a una quota di vaccini e ciò permetterà al Polesine di ricevere altri tremila dosi. F.Cam. © RIPRODUZIONE RISERVATA


V

Primo Piano

Sabato 28 Novembre 2020 www.gazzettino.it

«Riaprire il sabato: una boccata d’ossigeno per le nostre attività» L’ordinanza regionale fa ripartire le medie strutture Ferracin: «Il vero pericolo sta nella grande distribuzione» `

I COMMENTI

LE CODE Gli italiani hanno riscoperto la pazienza per entrare in negozio, ma molti hanno rinunciato allo shopping per le code. Sopra, tutti in fila ieri fuori dai negozi in centro storico a Treviso (Foto Nuove Tecniche/DE SENA)

dall’altro che aumenta l’interesse per il consumatore». Pomini però frena gli entusiasmi. Non è un black friday a fare primavera. «È una buona cosa, ma da qui a fare un bilancio a fine stagione c’è tanta strada da fare». Ascom ringrazia la Regione. «Ci sono stati degli aggiustamenti importanti, ad esempio l’apertura alle 2 persone ogni 40 mq. Mi sembra che sia prevalso l’ordine, il buonsenso e il rispetto delle regole. Dobbiamo continuare così per garantirci un Natale aperto in sicurezza. Mi pare che il black friday abbia rappresentato un esempio virtuoso in questo senso». Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA

«PREVALSI L’ORDINE E IL RISPETTO DELLE REGOLE: BISOGNA CONTINUARE PER GARANTIRCI UN NATALE APERTO»

La world cup

Il tiramisù in aiuto ai commercianti La lunga diretta con gli appassionati del Tiramisù avrà inizio domani, a Treviso, con il “Tiramisù Global Marathon”, la sfida a cui prenderanno parte chef non-professionisti da tutto il mondo che si cimenteranno nella preparazione del dolce. Dalle 10, si collegheranno da ogni angolo del pianeta ciascuno secondo il proprio fuso orario e nella lingua locale - i partecipanti alla TGM che proporranno la loro personale versione del Tiramisù. Otto ore di diretta per la raccolta fondi per le micro-imprese del turismo e della ristorazione di Venezia. Per seguire l’evento e sostenere la raccolta è sufficiente collegarsi al sito www.tiramisuworldcup.com e seguire le istruzioni. «L’iniziativa si tiene in un

periodo che ci porta a stare in casa e proprio per questo è possibile reinventare attività in cui cimentarsi - racconta Francesco Redi, organizzatore e fondatore della Tiramisù World Cup Sarà una diretta con tantissimi ospiti». Ma c’è anche una sorpresa per i più piccoli. Alle 16 i giovanissimi chef che si collegheranno, riceveranno un regalo da Geronimo Stilton grazie alla collaborazione di Edizioni Piemme e della Geronimo Stilton Fondazione, presieduta dalla scrittrice Elisabetta Dami. Diretta sulla pagina Facebook della Tiramisù World Cup. L’iscrizione è gratuita. Informazioni sul sito www.tiramisuworldcup.com. © RIPRODUZIONE RISERVATA

TREVISO Un sabato che sembra un sabato italiano. O almeno ci prova. Non solo i mercati con tutte le merceologie, da oggi riaprono anche le medie e grandi strutture di vendita. E Ascom ringrazia Zaia. «E’ un’ordinanza che dà una boccata d’ossigeno importante alle nostre attività. Il sabato rappresenta per molti il 50% del fatturato settimanale. Guardiamo al Natale con maggiore fiducia» conferma l’associazione. La possibilità di tenere aperto il sabato è salutata con grandissimo entusiasmo dalle medie strutture in città e in provincia. «Apriremo le nostre strutture in ottemperanza alla nuova ordinanza» fanno sapere, con sollievo Sisley e Benetton in città. Ferracin abbigliamento saluta la nuova disposizione come un regalo. «Anche se all’ultimo posso dire che questa notizia cambierà le sorti del mese di novembre e di dicembre per noi- assicura il titolare Bruno Ferracinsiamo davvero lieti che la regione Veneto ripari ad una macroscopica svista del Governo. I veri rischi infatti si corrono nella grande distribuzione, tutti ammassati con file e assembramenti. Nei nostri punti vendita ci piacerebbe dire che abbiamo la calca, ma non è così. Ci troviamo quindi a dover chiudere nell’unico giorno in cui le famiglie possono ponderare gli acquisti importanti nel vestiario».

LE MISURE Anche Coin potrà riaprire i battenti sfruttando i sabati da qui a Natale (salvo nuove ordinanze). «La nuova ordinanza della Regione Veneto va finalmente nella giusta direzione-rileva l’amministratore delegato di Coin Spa Roland Armbruster- La riapertura al pubblico il sabato delle realtà commerciali di medie e grandi dimensioni riconosce il comportamento responsabile delle attività che, come Coin, in questi mesi hanno sempre operato nel pieno rispetto delle norme e delle restrizioni previste, con l’obiettivo di tutelare al massimo lavoratori e clienti». La sicurezza è sempre stata tra le priorità del punto vendita di piazza del Popolo. «Nel department store Coin di Corso del Popolo disponiamo di ampie me-

COIN: «LA SICUREZZA SEMPRE UNA NOSTRA PRIORITÀ. POTREMO VENIRE INCONTRO ALLE ESIGENZE DEI CITTADINI»

trature che ci permettono di assicurare il corretto distanziamento tra le persone. All’ingresso è segnalato il numero massimo di persone che possono accedere alla struttura in coerenza con le disposizioni di legge e sono già presenti contapersone per monitorare gli accessi. Anche per le aree delle casse, che potrebbero risultare quelle più soggette a possibili assembramenti, sono state implementate procedure specifiche che consentono di assicurare il rispetto dei regolamenti. L’estensione dell’orario di apertura dei negozi permetterà di diradare ulteriormente le presenze in negozio e verrà incontro alle esigenze d’acquisto dei cittadini in vista delle prossime festività». Un sabato di quasi normalità dunque, con ingressi contingentati nei mercati all’aperto ma la possibilità di acquistare anche abbigliamento e generi per la casa. E, negli store, si iniziare a pensare al Natale. Prove di normalità in attesa del dpcm del 3 dicembre, che determinerà i comportamenti e le limitazioni per tutto l’arco delle feste. E.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE REGOLE Tutti i negozi di medie dimensioni di casalinghi, calzature, abbigliamento potranno dunque lavorare il sabato. «Una differenza non irrilevante- riprende Ferracin- ricordiamo che l’incasso del sabato spesso corrisponde al 50% dell’incasso settimanale. Ringraziamo dunque Zaia e ci impegniamo a comportarci come abbiamo sempre fatto, con correttezza, professionalità e consapevolezza». Sulla domenica, invece, nessun dubbio. «Andiamo ripetendo da anni che le domeniche vanno dedicate alla famiglia e non allo shopping- riprende Ferracin- la capacità di spesa, quella è, inutile farsi una concorrenza sleale costringendo tutti a turni inumani. La domenica serve in alcuni momenti, come regola è assolutamente sbagliata e un danno sociale rilevante».

BOCCATA D’OSSIGENO Tra i negozi che riaprono c’è Ferracin

Incassa 13 euro al giorno: «Costretta allo sciopero fiscale» LA STORIA CODOGNE’ Tredici euro è l’incasso di una giornata ai tempi del Covid. Non sono sufficienti neanche a pagare l’affitto della sua fioreria. Valentina allarga le braccia: «Non c’è alternativa alla sciopero fiscale. I mille euro di quota Inps che devo pagare? Non li pagherò, non so cos’altro fare». Quella di Valentina Bonaldo, titolare della “Fioreria Valentina” in via Roma a Codogné, è una storia simbolo delle difficoltà abnormi che stanno affrontando i titolari di piccole botteghe come la sua, dirimpettaia di una boutique, di un negozio di fotografia e di una cartoleria. «Qualche mese fa noi commercianti ci siamo ritrovati in piazza a

Treviso per manifestare - spiega Valentina -. L’idea della disobbedienza fiscale è scattata tempo dopo, con un video di “Lady Brian” che invitava a non pagare. Avevamo manifestato pacificamente, ora perl alziamo l’asticella».

LE DIFFICOLTA’ Valentina Bonaldo ha 33 anni, due figli; un maschietto di undici anni e la femminuccia di due anni e mezzo. Il suo è un lavoro autonomo, è tutto sulle sue spalle. «È da febbraio che non si lavora più - racconta -, ma nonostante questo mi stanno già chiedendo l’anticipo delle tasse per il prossimo anno. Siamo alla follia». Da qui la decisione di “chiudere i rubinetti” e smettere di pagare le imposte. «L’idea è quella di bloc-

care i pagamenti, visto che no riusciamo più a guadagnare niente. La gente esce molto meno, e quei pochi che entrano in negozio non spendono. Hanno paura e non spendono. Io non so come fare ad andare avanti, sto considerando veramente di chiudere tutto. Martedì scorso (lo dice mostrando lo scontrino delle entrate) ho incassato 13 Euro. Ne devo fare almeno 17 al giorno per pagare

VALENTINA BONALDO È TITOLARE DI UNA FIORERIA: «NON SI RIESCE PIU’ A LAVORARE. I MILLE EURO ALL’INPS? NON LI PAGHERO’»

l’affitto. Quei mille euro non saranno una cifra enorme ma adesso non posso permettermi di pagarli». In totale sono quattromila gli euro che Valentina deve versare annualmente, ma con l’emergenza Covid è diventata una cifra, conti alla mano, impossibile da onorare. «Ho due figli. Li tengo entrambi in negozio con me. Il più grande fa la prima media e al pomeriggio, dopo la scuola viene in negozio a fare i compiti. La piccola ha due anni e mezzo e sta con me tutto il giorno. Non posso certo permettermi una baby sitter».

LO SFOGO INFURIATA Valentina Bonaldo è titolare di una fioreria

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La piccina dorme sonni beati nel suo passeggino “parcheggiato” in un angolo tranquillo della fioreria. «Quello che chie-

do è che mi lascino lavorare. Le regole cambiano continuamente e le persone sono impaurite. Un’altra cosa che trovo assurda è ritenere noi esercenti responsabili degli assembramenti fuori dal negozio. Così non si lavora con serenità. Se non ci verranno incontro saremo in tanti a dover chiudere e io, come molti altri sto considerando di lasciare la mia attività. Sono fortunata che mio marito lavora altrimenti non saprei come fare. Ci sono molti altre situazioni dove in famiglia non lavora nessuno dei due e questo è veramente un disastro. Dovrebbero dare aiuti più concreti, invece continuano a farci pagare tasse di ogni tipo» Pio Dal Cin © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 28 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Virus, il commercio LA GIORNATA TREVISO Il black friday ci prova a riportare un clima di normalità nello shopping trevigiano, ma ci riesce a metà. Sono in tanti a passeggio per il Calmaggiore, tutti rigorosamente muniti di mascherina. E ci sono code evidenti fuori dai negozi ma dovute solo alle norme anti Covid, non certo a una ritrovata normalità. I conta persone, gli addetti che disciplinano gli ingressi, la sosta a distanza funzionano per scaglionare gli ingressi. Sotto lo sguardo della polizia locale, che presidia il Calmaggiore. Ma ci sono anche tanti clienti che, infastiditi dalle attese all’esterno, nei negozi non ci entrano. Capita, per esempio, in piazza Borsa, dove attorno a mezzogiorno in quattro rinunciano all’acquisto nella boutique di bigiotteria. La commessa all’ingresso scrolla le spalle: «In questi giorni capita a tutti». E non sono che un esempio.

LA VIA DELLO SHOPPING Trevigiani disciplinati ieri in Calmaggiore per il black friday che si è svolto senza resse sotto l’occhio attento dei vigili urbani

(foto Nuove Tecniche/DE SENA)

I CONTROLLI «Abbiamo iniziato ad acquistare i regali di Natale e per due motivi- spiegano Cristina e Aldo, coppia pugliese da anni residente in Veneto- non sappiamo se i negozi saranno aperti nelle prossime settimane, ma soprattutto non sappiamo se potremo scendere dai parenti. Quindi abbiamo deciso di muoverci in anticipo e nel caso di spedire tutto al Sud con un corriere». Il fermento di chi sfida i divieti per lo shopping è tutto natalizio: coppie e famiglie si aggirano con una sorta di lista della spesa. Ma gli acquisti più consistenti, come nel caso dei saldi, si segnalano in profumeria e nei negozi di intimo. «Maglie, profumi, trucchi e creme, sarà un Natale un po’ spartano, ma non voglio far mancare il pensiero alle mie figlie» racconta Roberta, in fila da Sephora. Da vicolo Barberia due signore in attesa sentenziano: «Speriamo che tutto questo finisca presto, impossibile fare acquisti cosi». Kiko, Douglass, Tezenis, Intimissimi, H&M, Benetton store sono i luoghi in cui si segnalano le code più lunghe. Ma anche da Nespresso. «Il caffè per noi è un rito. Spesso non si prende più al bar per i più diversi motivi, e il nostro consumo domestico è aumentato moltissimo» ribadiscono Attilio e Loredana, coppia di mezza età che attende il turno per l’acquisto delle cialde. Davanti a Footlocker le ragazze fanno la fila. Ordinata, arriva in strada. «Ho puntato un paio di scarpe, devo fare un regalo speciale. Attendo il mio turno, ma ho le idee chiare» conferma Valeria in fila con l’amica Eleonora.

L’IDEA Nelle boutique la ressa non si

Nei negozi solo a turno in coda per lo shopping Il black friday attira i trevigiani in centro ma le norme anti contagio impongono lunghe attese. In tanti rinunciano agli acquisti: «Comprare così non è facile» `

vede. «Semplice-spiegano in piazza Pola- abbiamo selezionato le clienti su appuntamento. Sono più sicure loro, e siamo più sicuri noi. Peraltro il black friday si è trasformato in black week quindi abbiamo avuto più tempo a disposizione». Lungo l’arteria del commercio cittadino c’è però chi dice no. Da Polin non si fa black friday. «No grazie-spiegano con un esaustivo cartello in vetrina-qualità assoluta, ogni giorno. E una politica di prezzi limpida e corretta». Da Tiger la fila arriva

oltre la Loggia. Sono adolescenti che comprano gadget matite e quaderni per i compagni e gli amici. «Ci vedremo solo per scambiarci i pensieri di Natale» racconta un gruppo di ragazze di 16 anni che da settimane ormai segue la didattica a distanza. Soddisfatto è Guido Pomini, referente moda di Ascom Treviso. «Sono felice che i miei colleghi siano ancora indaffarati con i clienti. Non abbiamo feedback al momento, ma almeno a livello di clima si respirava un dinamismo diverso».

IL PIANO

POMINI (ASCOM): «IL MOVIMENTO È UNA BUONA COSA, SIAMO ALLA FINESTRA È ANCORA PRESTO PER FARE BILANCI»

Un dato di fatto è che le persone hanno vinto le reticenze: l’appeal del black friday ha comunque fatto breccia. «Quest’anno si è tentato di diluire la settimana di sconti-riprende - c’è la conferma che da un lato questo stratagemma commerciale ha la capacità di aumentare il venduto e

Baristi e ristoratori da Zaia: «Aiutaci a superare la crisi» LA PROTESTA TREVISO Hanno portato la loro voce fino a Mestre, dove il governatore Luca Zaia ogni giorno illustra i progressi dello lotta contro il Covid. Ieri ad attenderlo c’era una delegazione di commercianti rappresentati dall’associazione “Treviso Imprese Unite”. All’ingresso della sede della Protezione Civile, armati di cartelli, hanno spiegato a Zaia le loro difficoltà, ribadito ancora una volta il momento tremendo che stanno attraversando. E gli hanno consegnato il manifesto delle loro richieste, documento che il governatore ha garantito di voler tenere presente per nella trattativa Stato-Regioni. «A Zaia abbiamo chiesto un aiuto. Adesso -

spiega il portavoce dell’associazione Andrea Penzo Aiello - vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni».

IL MANIFESTO Sono 12 i punti principali toccati, tutti mirati a ottenere un solo scopo: la sopravvivenza di categorie costrette a fare i conti con incassi azzerati, affitti, scadenze. Treviso Imprese Unite chiede quindi «Strumenti normativi straordinari per la negoziazione dei contratti di locazione, per almeno 6 mesi da quello che verrà considerato l’effettivo termine del periodo emergenziale. Richiediamo quindi che avvenga un ampliamento dei soggetti beneficiari del credito d’imposta riguardante le locazioni ad uso non residenziale». Seconda richiesta: «Annullamento del-

le tasse “anno bianco” per gli anni 2020, 2021 per tutte le attività che abbiano subito un calo di almeno il 30% di fatturato». E ancora: «Esenzione per tutto il 2020 ed il 2021 sui tributi/canoni per l’occupazione del suolo pubblico (COSAP e TOSAP)». Altro punto fondamentale riguarda le bollette: «Promuovere un accordo quadro in favore della calmierazione dei prezzi riguardanti le utenze . Questo viene richiesto per almeno 6 mesi dal temine dichiarato dell’emergenza».

IL PERICOLO La paura più grande resta quella per le cartelle esattoriali. E infatti l’associazione chiede la «Proroga dei termini di sospensione delle cartelle e dei pignoramenti Equitalia fino a sei mesi oltre al termine dichiarato dello

LA MANIFESTAZIONE I rappresentanti di Imprese Unite Treviso mentre parlano col governatore Luca Zaia a Mestre

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stato d’emergenza». E poi le condizioni del credito: «Richiesta di Fondo perduto ampliato per tutti i settori». E anche «l’allungamento dei piani di ammortamento dei finanziamenti garantiti con il Fondo di garanzia (MCC): è necessario che la durata di detti finanziamenti sia rimodulata da 6 anni ad almeno 10-15 anni. Infine gli ammorttizzatori sociali: «Serve l’accelerazione dell’erogazione della CIG e della CIGD con aumento degli importi, oltre alla riduzione del cuneo fiscale e lo studio di misure di tutela per le aziende in liquidazione o in stato di fallimento da covid, la proroga delle concessioni scadute fino alla fine del periodo emergenziale e il riconoscimento della malattia da covid anche per le partite IVA». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

LA GIORNATA VENEZIA Per ora il Nordest rimane dov’è. Ieri sera il ministro Roberto Speranza ha annunciato la firma di una nuova ordinanza con cui rinnova le misure restrittive vigenti in Friuli Venezia Giulia, che dunque resta in fascia arancione fino al 3 dicembre, mentre è confermata la permanenza del Veneto in area gialla, benché “plus” in forza delle ordinanze regionali. I due governatori sono fiduciosi: «Siamo arrivati sul “pianoro” della curva dei contagi», sottolinea Luca Zaia; «Dobbiamo impedire che torni a salire», concorda Massimiliano Fedriga.

IL MONITORAGGIO Secondo il monitoraggio settimanale condotto dalle Regioni, dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, l’Rt (e cioè l’indice di trasmissione del virus) negli ultimi 14 giorni è sceso a 1,23 in Veneto e a 1,17 in Friuli Venezia Giulia. L’incidenza cumulativa è di 2.637,34 casi ogni 100.000 abitanti veneti (e di 1.804,42 per i friulgiuliani). «Non abbiamo certezze matematiche – premette Zaia – ma presumiamo di essere arrivati nella parte alta della “campana”, perché oggettivamente da alcuni giorni questo tasso si mantiene costante, il che sembra indicare che abbiamo raggiunto l’apice delle infezioni. Di

I PICCHI DI RICOVERI E DECESSI VERRANNO RAGGIUNTI DOPO: NEI BOLLETTINI DI IERI ALTRI 125 MORTI FRA LE DUE REGIONI

Sabato 28 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Il Veneto resta giallo, il Fvg lo vede: «Siamo sul pianoro» Scende l’Rt, confermate le fasce attuali `Fedriga: «Arancioni fino al 3 dicembre Zaia: «La curva dei contagi si è appiattita» Se continuiamo così, saremo premiati» `

fronte a questa piatta, immaginiamo che prima o poi i contagi possano iniziare a scendere. Solo dopo toccherà alla curva dei ricoveri e, per ultima, a quella dei decessi. Comunque registriamo già una diminuzione di pazienti in Pronto soccorso, da una parte per il senso di responsabilità dei cittadini che hanno accolto i nostri appelli, dall’altra per la collaborazione dei medici di base che sopperiscono a molti accessi impropri».

IL PUNTO Da sinistra il governatore Massimiliano Fedriga e l’assessore Riccardo Riccardi seguono l’andamento dell’epidemia in Friuli Venezia Giulia

L’OTTIMISMO Per questo già in mattinata a Marghera circolava ottimismo, così come Fedriga aveva ricevuto un’anticipazione da Roberto Speranza: «Ho sentito per le vie brevi il ministro, che mi ha confermato, anche alla luce delle rilevazioni nazionali, il miglioramento dei dati in Friuli Venezia Giulia. Questo comporta che ogni ipotesi di passaggio in zona rossa sia esclusa. Inoltre, se le statistiche continueranno a migliorare, con il nuovo dpcm la regione tornerà in zona gialla: una condizione che, numeri alla mano, sarebbe già realtà, ma che, ai sensi dell’ultimo decreto, necessita di 14 giorni per diventare esecutiva». Ma l’attenzione non dovrà calare, ha ammonito il governatore: «Al di là di questa buona notizia, dobbiamo continuare a mettere in campo tutto l’impegno

ROMA Slitta la dichiarazione dei redditi. Slitta anche il versamento della seconda rata di acconto Irpef e quella dell’Irap. Tutto spostato dal 30 novembre al prossimo 10 dicembre. Non è però questa mini proroga il cuore del decreto “ristori quater”, oggetto ieri dell’ennesimo vertice di maggioranza. Per le imprese in difficoltà, le scadenze fiscali di novembre e dicembre saranno posticipate fino al 30 aprile. E lo saranno per tutte le aziende che fatturano fino a 50 milioni di euro, ovunque esse siano localizzate, e che hanno subito un calo del fatturato nei primi sei mesi del 2020 di almeno il 33%. La stessa proroga vale anche, a prescindere dalla perdita di ricavi, per le imprese che si trovano nelle zone rosse e sono ricomprese negli elenchi di quelle chiuse dai Dpcm del governo (individuate attraverso i codici Ateco). E vale infine, per i ristoranti e i bar localizzati in zona arancione. Il Tesoro ha anticipato la decisione attraverso un comunicato stampa per fermare la macchina dei commercialisti già in moto per effettuare i versamenti e trasmettere le dichiarazioni in scadenza lunedì. Il comunicato rappresenta anche la prima e più immediata conseguenza degli impegni che il governo ha assunto nei confronti del centrodestra, che a gran voce aveva chiesto lo slittamento delle scadenze fiscali, ponendolo come condizione al voto sullo scostamento del deficit di 8 mi-

I DATI Sullo sfondo della rilevazione relativa alla settimana compresa fra il 16 e il 22 novembre, si inseriscono i dati di ieri. Il bollettino del Veneto segnala 3.394 nuovi contagi, che portano il totale a 139.026, su un ammontare di 2.750.906 tamponi molecolari e 907.727 test rapidi dall’inizio dell’emergenza. I ricoveri scendono a 2.565 in area non critica, mentre salgono a 323 in Terapia intensiva, a dimostrazione del fatto che la pressione ospedaliera complessiva si mantiene ancora su livelli elevati. Altri 90 decessi aggiornano la tragica contabilità a 3.619. Sono invece 864 le nuove infezioni individuate in Friuli Venezia Giulia, cioè in tutto 27.963. Rimangono stabili a quota 55 i pazienti intubati, invece calano a 594 i degenti negli altri reparti. Con ulteriori 35 vittime, la conta totale arriva a 776. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tasse, arriva il rinvio Per le cartelle verso un’altra rottamazione IL PROVVEDIMENTO

possibile a tutela della salute e delle attività economiche. Per questo, gli sforzi che faremo tutti insieme nei prossimi giorni saranno fondamentali per tornare in area gialla e, più nel lungo periodo, per tutelarci vicendevolmente».

liardi per finanziare le nuove misure. Nel decreto dovrebbe entrare anche il rinvio a marzo delle rate di dicembre della rottamazione delle cartelle esattoriali e del saldo e stralcio. La pace fiscale ieri ha tenuto banco nelle discussioni del governo. Il Movimento Cinque Stelle ha presentato un emendamento per introdurre una quarta operazione di rottamazione dei ruoli esattoriali, per poter saldare senza sanzioni e interessi quelli di quest’anno. Nel decreto ci sarà il rinnovo del contributo di 1.000 euro per i lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo. E un’indennità di 800 euro per i lavoratori sportivi. Non troverà invece spazio il cosiddetto “bonus Cig”, ossia il pagamento di un extra di 500 euro a dicembre per i dipendenti in Cassa integrazione. A proporre la misura era stato direttamente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, tuttavia, ha dovuto scontrarsi con la contrarietà del ministero del Tesoro preoccupato dai costi del bonus (1,6 miliardi). Contrari si sono detti anche diversi partiti della maggioranza, come Italia Viva, soprattutto per il rischio che la somma non potesse essere erogata a tutti e non nei tempi sperati dal premier. Quello che invece potrebbe arrivare, sono dei ristori di 600 euro a fondo perduto per i cosiddetti «ordinisti», i lavoratori autonomi iscritti ad un ordine professionale (architetti, avvocati, commercialisti). Andrea Bassi © RIPRODUZIONE RISERVATA

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del NordEst

ANNO 134- N° 282

VENEZIA MESTRE

Sabato 28 Novembre 2020

Marghera Statua della Madonna decapitata: il palestinese sarà espulso

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Calcio Conte incassa la fiducia di Zhang «Lui il vero leader dell’Inter»

Scatti & Riscatti Il Golfo, una guerra vissuta in diretta tv Nordio a pagina 17

Tamiello a pagina XI

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l’AGENDA 2021

A pagina 20

Grandi negozi, oggi si riapre `Il Veneto rimane nella fascia gialla “plus” Via libera agli esercizi di medie e grandi dimensioni, ma non nei centri commerciali per il Friuli confermata quella arancione `

L’analisi

Il caso Oggi sarà demolito. Fu eretto nel 2006

La seconda ondata? Dieci Paesi l’hanno evitata. Noi no Luca Ricolfi i siamo abituati un po’ tutti, in questi lunghi mesi dell’epidemia, a usare la parola “ondata”. L’ondata del Covid, la prima ondata, la seconda ondata. L’ho fatto anch’io, e lo farò ancora, perché non so trovare una parola diversa e più adatta. Però dovremmo smetterla, o almeno renderci conto (...) Continua a pagina 23

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La storia

«Sostenuta dai vicini quando ero malata, aiuto chi ha bisogno» Sola in casa ha trovato nei vicini di casa un sostegno e un aiuto concreto. Per questo ora è lei a voler aiutare chi si trova a lottare contro il virus senza nessuno al proprio fianco. È la storia di Caterina Ventimiglia, di Castelfranco. Russo a pagina 6

`Il farmacologo: «Astrazeneca, che gran pasticcio:

Berlusconi, il centrodestra e il capolavoro di Letta

errori nei dosaggi ma anche nella comunicazione»

Il focus

Covid, meno nascite e più decessi: l’Italia sotto i 60 milioni

Bruno Vespa

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CONFESSIONE Uno dei due killer

Garattini: «Il vaccino? Improbabile a gennaio»

Le idee

onosco Gianni Letta da 58 anni. Nella redazione del “Tempo” ero un ragazzo e lui un giovanotto in carriera. La sua intelligente e raffinata arte diplomatica si manifestò subito in campi diversi. Rinascessero, i cardinali Richelieu e Mazzarino (marsicano come lui) gli chiederebbero un corso d’aggiornamento. Continua a pagina 23

Oggi in Veneto le medie e grandi strutture di vendita saranno aperte. Il presidente Zaia ha nuovamente modificato le disposizioni riguardanti i negozi, prevedendo che nei prefestivi fino al 4 dicembre possano essere operativi gli esercizi dai 250 metri quadrati in su, ad eccezione di quelli collocati nei centri commerciali, per i quali rimane la chiusura. Per ora il Nordest rimane dov’è. Il ministro Speranza ha annunciato una nuova ordinanza con cui rinnova le misure restrittive in Friuli, che dunque resta in fascia arancione, mentre è confermata la permanenza del Veneto in area gialla. Pederiva alle pagine 6 e 7

Padova, fine di un’epoca cade il Muro di via Anelli SIMBOLO Oggi verrà demolito il muro di via Anelli. Fu eretto per complicare la vita agli spacciatori si passavano la droga dal “bronx” di Padova alla strada retrostante. Cozza a pagina 10

L’aumento della mortalità legato al Covid, unito alla persistente crisi delle nascite ha dato una drastica accelerazione al declino demografico del nostro Paese, riportando la popolazione residente sotto la soglia dei 60 milioni. Cifoni a pagina 3

Non difende il femminicida, gli avvocati contro la collega «Il diritto di difesa va riconosciuto a tutti, indistintamente, agli accusati di ogni reato, anche del più bieco e ripugnante». Lo ha ribadito ieri il presidente dell’Unione delle Camere penali del Veneto, Federico Vianelli, a seguito del clamore suscitato dalla decisione dell’avvocatessa Rosanna Rovere, già presidente dell’Ordine degli avvocati di Pordenone, di rinunciare alla difesa di Giuseppe Forciniti, l’uomo accusato di aver ucciso due giorni fa la compagna, Aurelia Laurenti, a Roveredo in Piano. Amadori a pagina 11

«Ritengo sia improbabile che il prossimo gennaio si possa già iniziare con la somministrazione dei vaccini contro Covid-19, almeno non quelli prodotti da AstraZeneca e dall’Università di Oxford». È davvero scettico Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell’Istituto Mario Negri, sulle previsioni forse un po’ troppo ottimistiche circa la velocità con cui avremo a disposizione le prime dosi del vaccino Astrazeneca. «Probabilmente aspetteremo un po’ di più, specialmente dopo quest’ultimo pasticcio». Pasticcio non tanto sull’errore nei dosaggi, secondo Garattini, «ma più che altro comunicativo». Arcovio a pagina 4

Venezia

Si fanno fare una fotografia con il coltello, poi la uccidono Davide Tamiello rima di ucciderla, si sono fatti scattare una foto dalla vittima. Sguardi e atteggiamento da duri, in posa con un grosso coltello da cucina: lo stesso, secondo gli investigatori, utilizzato poi per ferirla a morte. Un omicidio cruento e assurdo, per le modalità e per il movente: Marcella Boraso, 59enne di Portogruaro, è stata assassinata per pochi spiccioli e una collana di bigiotteria. Una manciata di euro che dovevano servire a concludere in bellezza la serata dei suoi carnefici, i due marocchini Wail Boulaied, 23 anni, e Mohammed Rabih, 21: l’intenzione, infatti, era spenderli in marijuana. Il delitto della notte del 22 luglio a Portogruaro nasce in un contesto malato, fatto di dipendenza e depressione. Da una parte una donna sola, Marcella, che negli ultimi dieci anni, dopo la morte del marito, aveva visto la vita scivolarle dalle mani. L’ombra nera della depressione tenuta a bada solo dagli psicofarmaci e dalla compagnia di quei due giovani marocchini. Soprattutto Boulaied. Non una relazione incondizionata,(...) Continua a pagina 11

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IL NUOVO LIBRO DI

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Nomine

Zaia sceglie il suo super-manager: è Meneghesso Scelto il super-manager al vertice della direzione del presidente Zaia. Si tratta di Federico Meneghesso, chiamato a raccogliere la pesante eredità di Fabio Gazzabin.

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L’ITA LI A A MÒ MUSSOLINI (e come è sopravvissuta alla dittatura del virus)

Pederiva a pagina 13

REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆ “Le Grandi Battaglie della Serenissima - vol. 4” + € 7,90 ∆ “Dolomiti. Passeggiate sulla neve” + € 7,90 ∆ “Agenda del Leone 2021” + € 8,80 ∆

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Primo Piano

Sabato 28 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Il virus, le ricadute sull’economia

Sconti, in fila fuori dai negozi Il Black Friday riporta gente in centro, code per le restrizioni `Clienti infreddoliti. «Qui anche per solidarietà ai negozianti» a Mestre. «Giusto, è per la nostra sicurezza». Ma c’è chi se ne va Assalto soprattutto ai centri commerciali, proteste sul web `

IL PUNTO MESTRE Chiaroscuro. È questa la

tonalità del Black Friday nel centro di Mestre. Gente. Tanta gente. Ma non necessariamente interessata agli acquisti. In piazza Ferretto le luci si accendono, la musica risuona allegra dagli altoparlanti, e il sindaco Brugnaro, in un bagno di folla, accende l’albero di Natale. E le code? Quelle che l’ultima ordinanza regionale avrebbe potuto creare fuori dai negozi? Ci sono. Magari non dappertutto, magari non chilometriche, ma ci sono. Tutti aspettano il proprio turno, in fila, almeno tre o quattro persone, spesso di più, vagamente infreddolite. Si vede gente soprattutto (ma non solo) davanti ai supermercati e una grande affluenza si registra nei centri commerciali, come alla Nave de Vero, dove si formano lunghe code, con qualche protesta che viaggia sul web. Ma torniamo nel cuore di Mestre.

QUALCHE PROTESTA «Sono contrario al Black Friday», dice il signor Michael, con accento squisitamente british, di fronte ad un negozio di telefonia con a fianco la moglie Liliana. «Siamo qui solo per protestare contro una promozione ingannevole, che ci hanno illustrato male», spiegano infastiditi. Da Foot Locker, invece, Bianca attende con paziente positività di potersi assicurare qualche calzatura a prezzi scontati. «Se queste sono le regole bisogna rispettarle – commenta – Io frequento anche il web, ma era un’occasione per fare due passi». Ora, tolto il primato assoluto delle Poste in piazzale Donatori di Sangue, le code più considerevoli e persistenti si formano da Sephora e Yves Rocher. Davanti alla profumeria, Marina aspetta la sua amica, perché in due non posso-

no entrare. «Sono norme corrette – sostiene - anzi, c’è anche troppa gente in giro, mentre dovremmo tirare un po’ i remi in barca per riaprire serenamente un domani. Comunque non trovo gusto a comprare online – rivela – io voglio girare, vedere, provare». Francesca e Luca, poco più avanti, parlano di «adattarsi. Senza il Natale saremmo rimasti volentieri a casa, ma dovevamo provare dei prodotti sulla pelle». Per Donatella «prima eravamo liberi, adesso soffriamo un po’», e per Sandra «stiamo andando indietro», mentre per il piccolo Leonardo che dorme in passeggino di problemi sembra proprio non ce ne siano. «È la prima volta che usciamo di

casa – dicono le studentesse Brenda e Valentina davanti a Tezenis – perché siamo impegnate con le lezioni online e perché acquistiamo spesso sul web, tipo su Amazon oppure sui siti di abbigliamento, e anche per questo Black Friday fino adesso avevamo fatto così, evitando di uscire. Non ci aspettavamo così tanta

«VOGLIAMO VEDERE E PROVARE I VESTITI, MA CHE FREDDO!» LE CATEGORIE: «SFIDA IMPARI COL “TUTTI LIBERI” DEL WEB»

gente – aggiungono - se avessimo saputo non saremmo venute, questo è il primo negozio e sarà anche l’ultimo».

PRIMA LA SALUTE Fuori da Kiko, invece, c’è Katia, che brontola perché «si perde tempo», ma riconoscendo come in termini di salute sia «giusto così. Compriamo anche online – aggiunge – è un’ottima soluzione». Qualche metro più avanti si trova Intimissimi, dove Giusy e Carolina attendono il pro-

prio turno, parlando di «pro e contro, dipende dalle priorità, se uno non vuole le code non viene: noi vogliamo vedere i vestiti di persona… ma che freddo!». Anche Marzia da Calzedonia, nonostante si diletti pure di e-commerce, se può scegliere si reca in negozio, e il motivo è anche filantropico: «Così aiuto il commercio – spiega - quest’anno bisogna prenderla in questo modo, e se posso mi fa piacere aiutare i negozianti». A commentare il Black Friday Massimo Zanon,

presidente della Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia. «Come tutte le mode che provengono da oltreoceano è una trovata in più per svilire le nostre tradizioni, depotenziando agli acquisti natalizi. Non dico di tornare indietro, non si può, ma il senso del Natale non va perso, per noi adulti e per i nostri bambini. E poi non dobbiamo combattere l’innovazione, ma cavalcarla, il futuro dei negozi dovrà essere dinamico, tra il commercio in presenza e

tente a sistemare la merce o in qualche raro caso ad addobbare la vetrina in vista del Natale; oltre ai bodyguard, a braccia conserte e con lo sguardo puntato sulla porta d’ingresso. Anche da Zara, negozio d’abbigliamento in bacino Orseolo che con la nuova ordinanza consente 72 persone contem-

poraneamente, nessuna coda all’esterno, se non per accedere alla cassa. Una clientela comunque ordinata e distanziata. Poco più in là c’è Carpisa (solo 2 gli accessi consentiti), la cui store manager – Elena – in tarda mattinata ha parlato di una situazione «un po’ desolante». Aggiungendo come

IN CENTRO STORICO Clienti fuori da un supermercato ieri in Strada Nova

Ma le calli di Venezia restano semideserte con pochi clienti quasi ovunque e nelle boutique IL COMMERCIO IN CRISI VENEZIA Cambia la percentuale degli sconti esposti in bella vista sulle vetrine dei negozi del centro storico, ma non la sostanza. C’è chi propone il 20% in meno, chi il 30%, nella speranza di attrarre più clientela possibile. Ma la realtà è la stessa per tutti (o quasi). Perché ieri mattina, nonostante un Black Friday che avrebbe dovuto far gola a molti in vista delle festività natalizie, le attività commerciali della città erano più o meno vuote. In netto contrasto con il viavai frenetico dei corrieri che trasportavano carrelli stracol-

mi di pacchi ordinati online. Verrebbe da dire che a poco è servita l’ordinanza del governatore Luca Zaia, entrata in vigore il 26 novembre. Quella che ha stabilito nuove regole per limitare ulteriormente il pericolo di contagio: una persona per nucleo familiare all’interno dei supermercati e

IL PROBLEMA È SEMPRE QUELLO DELLA MANCANZA DI TURISTI E TANTA GENTE PREFERISCE COMPRARE ON LINE

un numero di clienti massimo consentito all’interno dei negozi, in base alla loro metratura, indicato sulle vetrine. Uno scrupolo in più, quello sottoscritto dal presidente del Veneto, che nel caso della città lagunare ha dovuto fare i conti con un’atmosfera alquanto insolita. Privata della consueta corsa all’occasione più ghiotta propria d’ogni Black Friday che si rispetti. Tanto in calle larga XXII marzo, dove sono concentrati i grandi brand di moda, quanto nella zona di Rialto. Intorno alle 11, le boutique dell’area marciana erano infatti deserte, di certo complice la mancanza dei turisti. Le uniche presenze, le commesse in-

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Primo Piano

Sabato 28 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Artigianato, nasce portale on line «Così il “local” diventerà “global”» Presentato il progetto “eBotteghe” per portare `De Checchi: «Un’idea “in saor” per fare in modo e vendere via web i prodotti veneziani di qualità che Venezia raggiunga il mondo, e non viceversa» `

Su internet i prodotti e il profilo degli autori

LA NOVITÀ VENEZIA «Raccontiamo al mondo la tradizione veneziana rendendo global le sue prestigiose manifatture “local”». Da questo proposito nasce a Venezia “eBotteghe”, primo portale di vendita on line interamente dedicato all’artigianato veneziano. Il progetto, sviluppato da Behind Venice in collaborazione con Confartigianato Imprese Venezia, è stato presentato ieri nella sede di Castello dell’associazione. Presenti alla conferenza, oltre a Gianni De Checchi, direttore di Confartigianato Venezia, e al presidente Andrea Bertoldini, anche gli ideatori dell’e-commerce “a misura d’artigiano”.

LE ADESIONI VENEZIA Tra gli artigiani già atti-

PIATTAFORMA

IN CODA Qui sopra clienti all’esterno di un negozio di piazza Ferretto ieri a Mestre. A sinistra la ressa fuori da un negozio della “Nave de vero”

quello online». E poi Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti Venezia. «Noi eravamo contrari – ricorda - avevamo chiesto al governo di bloccarlo il Black Friday, e non per il mondo e-commerce in generale, ma per le attuali limitazioni ai negozi che devono competere con la libertà del web: insomma, è una corsa impari. Ora – aggiunge giudicando il momentaneo risultato – è normale che la scontistica qualcosa porti, ma la condizione di sfiducia dei consumatori e le restrizioni per le attività fanno sì che magari in giro di gente ce ne sia, senza però che questo si traduca in acquisti». Luca Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

«oggi (ieri ndr) a quest’ora, gli anni scorsi di movimento ce n’era molto di più. Finora i clienti sono stati una decina». Il tutto frutto, forse, anche di una serie di promozioni in molti casi dilatate, tanto da portare a Black Days o addirittura a Black Week. Elevata l’attenzione agli ingressi da H&M,

A illustrare i dettagli pratici della rivoluzionaria piattaforma virtuale ci ha pensato il creatore informatico Marco Ziliotto, seguito dall’intervento conclusivo dell’assessore alle Attività produttive Sebastiano Costalonga. Come voce di controcampo agli affari da “black friday” sponsorizzati sulle grandi piattaforme di vendita on line (e non solo), la campagna pubblicitaria “compra a Venezia” rilancia gli acquisti di quartiere. «Vogliamo che il local si faccia global, e che Venezia raggiunga il mondo, non viceversa», spiega De Checchi. La genesi di questo portale “in saor”, come lo soprannomina il segretario, parte dal 2019 con Simone Padovani, Sara Prian e Alice Bianco che ricercano soluzioni per digitalizzare la città. «Facendo riemergere la cura per la qualità - racconta Padovani - combatteremo la sommersione di Venezia». Nel momento di crisi economica, “eBotteghe” vede un’occasione per proporre al mondo i tesori di Venezia in maniera inedita e intelligente. «Non deve essere l’artigia-

in campo San Luca, dove un addetto si premurava di far igienizzare le mani a tutti (32 le presenze massime), ricordando di mantenere il distanziamento. E se anche da Benetton si è registrato un calo rispetto al 2019, da Stefanel l’80% di sconto sui capi ha richiamato un certo interesse, tanto che alcune clienti hanno dovuto sostare fuori, in attesa del proprio turno. Intanto, mentre in Strada Nuova si stava allestendo il tradizionale mercatino degli alberi di Natale, nei supermercati ci si è dovuti adeguare alle nuove norme. «Prima di fare la spesa, ognuno deve prelevare un cestino o un carrello – spiega Claudia, cassiera alla Coop di San Felice, dov’è stata predisposta la segnaletica già prima del lockdown – in modo da poter contare gli accessi, al massimo 40. Di gente ce n’è di più o di meno in base all’orario». E ancora, al Despar Teatro Italia alta l’attenzione dei dipendenti e l’ingresso presidiato. Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA

PRODOTTI LOCALI Un artigiano al lavoro nel suo laboratorio, In basso a destra, Gianni De Checchi

no che si adatta all’approccio industriale dell’e-commerce, ma il contrario», sottolinea Padovani. Non soltanto. Lo stesso utente deve rieducarsi alla produzione artigianale, soprattutto ai tempi di attesa. «Dietro a ogni prodotto c’è una lavorazione manuale, realizzata ad hoc per l’ordinazione - chiarisce Ziliotto -. La velocità non è la nostra priorità». La stessa comunicazione ricalca il tema di “una passeggiata tra le calli, dietro le quinte dei mestieri”, precisa Sara Prian. “eBotte-

L’ASSESSORE COSTALONGA: «PRONTI A SOSTENERE L’INNOVAZIONE DIGITALE CHE PROMUOVE IL TESSUTO ECONOMICO PIÚ ANTICO DELLA CITTÁ»

ghe” è quindi un’esperienza veneziana a 360 gradi, fatta di brevi interviste e contenuti video, fotoreportage e tour virtuali negli show-room degli artigiani. Un’interazione etica e sostenibile, che dedichi a ciascuna storia artigiana lo spazio che merita.

PARTECIPAZIONE GRATUITA Il portale conta attualmente una ventina di affiliati e farne parte è gratuito. Per ogni vendita la piattaforma trattiene il 10%. Nulla di più. Il materiale fotografico ed editoriale prodotto per ciascun “negozio” rimane all’artigiano ad uso personale. I visitatori di questo particolarissimo e-commerce possono così sbizzarrirsi tra una decina di categorie merceologiche all’interno di “racconto” tutto veneziano. Stare al passo con i tempi non significa quindi necessariamente piombare nell’anonima omolo-

gazione, quanto piuttosto interpretare gli strumenti tecnologici offerti dalla modernità. E proprio notando la sinergia stabilita da “eBotteghe” tra il digitale e l’arte del saper fare, l’assessore alle Attività produttive manifesta il suo entusiasmo per l’iniziativa: «L’amministrazione pubblica - sottolinea Costalonga - è pronta a muoversi per un’innovazione digitale e intelligente di Venezia che salvaguardi e promuova il tessuto economico più antico della città». A partire dal turismo di prossimità, innestando un seme di qualità per il futuro. «Individuare le risposte giuste ora - questo il monito dell’assessore - con strumenti non convenzionali, adatti al post-Covid che affronteremo». Ed “eBotteghe” è senz’altro un esempio virtuoso di questa proiezione. Costanza Francesconi

vi sulla piattaforma veneziana di vendita online troviamo Alberto Sarria Masks, l’atelier Daniela Levera, la bottega orafa Abc, e Ca’ Beltà. Ma ancora, Caffè Girani, Costantini Glassbeads, Damocle Edizioni, il Graffio, Kanz, Nicolao Atelier, Signor Blum, Miga Design, Vizioevirtù cioccolateria. Tra loro anche Vianello Nadia Murrine, Venezia Stampa, Sunset yogurt, Miani Venetian Jewelry, Mater Domini Mask, Lagooneyes e Feelin’ Venice. Divisi per tipologia di prodotto, che si tratti di abbigliamento e accessori, alimentari, casa, cancelleria o giocattoli. Piuttosto che di gioielli, libri, maschere, occhiali o workshop, ciascun profilo racconta in maniera particolareggiata la storia del suo artigiano e ne presenta gli articoli tramite un catalogo interattivo da cui gestire i propri acquisti. Foto, video e descrizioni rendono l’itinerario virtuale gradevole come una reale passeggiata tra le botteghe di Venezia. Nella home page è inoltre possibile trovare in evidenza gli “artigiani del mese”, i nuovi arrivati sul portale eBotteghe. (c.fra.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA VETRINA VIRTUALE SI PRESENTA SUDDIVISA FRA LE VARIE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il bel tempo non premia i centri balneari «Effetto di preoccupazione e troppi limiti» LA COSTA VENEZIANA BIBIONE “L’altra stagione”, persi 2 milioni di euro tra i locali della costa veneziana. Non bastavano i fine settimana di Pasqua-Pasquetta, 25 aprile, primo maggio e 2 giugno tra l’altro caratterizzati da giornate soleggiate. Anche i weekend, che da settembre a inizio novembre caratterizzati da un clima gradevolissimo, non hanno portato buoni incassi: a causa del virus molte famiglie invece di tornare nelle località di mare sono rimaste a casa. I timori e le restrizioni per il Covid hanno determinato una perdita di 250mila turisti e mancati incassi per 1,5-2 milioni di euro a bar, pub, trattorie e ristoranti nelle spiagge di Bibione, Jesolo, Caorle, Eraclea, Cavallino Treporti. È quella che il presidente dei Sindaci della Costa Veneta e primo cittadino di San Michele al Tagliamento-Bibione Pasquali-

no Codognotto chiama “l’altra stagione”. Lo stesso Codognotto ha spiegato: «Quest’estate siamo riusciti a partire nonostante le mille difficoltà. A settembre-ottobre ci sono state belle giornate di sole che avrebbero permesso di recuperare qualcosa ai nostri commercianti ed imprenditori. Con l’ ”altra stagione” venivano sì promosse le spiagge ma anche l’intero entroterra, purtroppo questo particolare momento va ad incidere ulteriormente sul reddito d’impresa e occupazione. Ma saremo pronti a ripartire, non ci mancano ottimismo e volontà». Va-

È STATO STIMATO CHE FRA SETTEMBRE E NOVEMBRE BAR E RISTORANTI ABBIANO PERSO CIRCA DUE MILIONI

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lerio Nadal presidente del Condifesa Veneto (oltre 20mila imprese agricole associate) è preoccupato: «Non sarà bloccato anche Natale? Contraccolpo durissimo poiché si fermerebbe l’intero canale Horeca e per le aziende non sarà facile risollevarsi. Stiamo fronteggiando ancora una volta l’emergenza. Se il privato festeggerà Natale in casa ci attiveremo con servizi veloci di consegna del vino a domicilio. Sarà fondamentale il rapporto di stima con la clientela consolidata». «Chi è organizzato potrà lavorare con l’asporto chiaramente più a pranzo che a cena, una sorta di ancora di salvezza - ribadisce Annibale Toffolo editore della rivista “Taste Vin” ed esperto di ristorazione - Ma per gli altri sarà molto più difficile e potranno limitare i danni attraverso i ristori di Stato». L’ enogastronomia nel 2019 aveva un fatturato nella costa veneziana d‘estate di 250 milioni. Quest’anno il crol-

lo dei fatturati per la ristorazione va dal 25 al 30 per cento, ciò è dovuto soprattutto al fatto che i ristoranti sono stati chiusi da aprile a giugno, mesi caratterizzati da fine settimana soleggiati. Nei periodi di massimo splendore nelle spiagge veneziane (2018-2019) si arrivava ad un fatturato di 150/200 milioni. Quest’anno il calo dei consumi va dal 20/30 per cento. Bisogna però fare un distinguo come ha spiegato il presidente Coldiretti Andrea Colla: «C’è stato sì un netto calo nei consumi dei vini di alto valore aggiunto. Invece hanno retto bene le nostre bollicine, vedi Prosecco e poi lo Chardonnay oltre ad altri vini tipici di casa nostra. Ci stiamo riprendendo con calma, anche se in giro c’è ancora tanto timore. Dobbiamo essere fiduciosi e consapevoli che abbiamo la forza per risalire”. Marco Corazza © RIPRODUZIONE RISERVATA


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