RASSEGNA STAMPA DEL 18 SETTEMBRE 2020

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Intervista ad Alessandra Agnello, Donatella Iorio, Enrico Stefà no, Angelo Sturni e Marco Terranova a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


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VIII

Feltre

L’ASSESSORE DEL BIANCO Investiti per ora 83 mila euro «La nostra idea è coinvolgere gli eventuali prossimi gestori specie per gli interventi sulle cucine»

Venerdì 18 Settembre 2020 www.gazzettino.it

belluno@gazzettino.it

Ex scuole di Farra a disposizione tra pochi mesi `Il gruppo locale

di alpini potrà così tornare “a casa” FELTRE

Palazzo Gazzi, primi passi nell’operazione di recupero A 10 anni dalla chiusura del ristorante `Affidato allo studio Doglioni-Daminato al piano terra, uno spiraglio per il futuro il progetto dei lavori di riqualificazione `

FELTRE È stato individuato lo studio che si occuperà della progettazione definitiva/esecutiva e che seguirà poi i lavori di riqualificazione di palazzo Gazzi, più conosciuto come Belle Epoque. «Un progetto molto delicato. La nostra volontà è che sia condiviso con chi poi potrebbe prendere in mano la gestione dell’area ristorativa» afferma con decisione l’assessore alla cultura e al turismo di Feltre, Alessandro Del Bianco

LA STORIA Palazzo Gazzi è un edificio storico che si affaccia su piazza Maggiore. Il piano terra per anni è stato destinato a ristorante. Questo fino al 2011. Poi si sono

abbassate le serrande e non sono più state rialzate. C’è stato qualche tentativo da parte dell’amministrazione di trovare dei nuovi gestori, ma la ricerca si è sempre conclusa con un nulla di fatto. Da qui la decisione di eseguire i lavori di recupero dell’edificio, così da renderlo anche più appetibile.

L’AFFIDAMENTO In questi giorni gli uffici comunali hanno affidato il servizio di progettazione definitiva/esecutiva e coordinamento sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori allo studio associato architetti Francesco Doglioni-Renata Daminato che vede quali mandanti l’ingegner Michele Zancanaro e gli architetti Michele Bondanelli, Arianna Guadagnin e Giovanni Loche;

l’investimento economico è di 83 mila euro. «Si tratta di una progettazione molto delicata e non si risolverà certo in breve tempo perché l’edificio è particolare e ha tutta una serie di problematiche – spiega l’assessore Del Bianco -. La nostra idea di affiancare, per quanto possibile, una platea di potenziali interessati alla gestione del ristorante in modo tale che possano collaborare anche in fase progettuale perché se si progetteranno le cucine sarà necessario anche l’occhio di chi in cucina ci dovrà lavorare». Finché i lavori non saranno in uno stato avanzato non si aprirà il bando di gestione ma «l’idea è quella di aprire una manifestazione di interesse, ovviamente tramite procedura pubblica, per i potenziali interessati a gestire la struttura in modo tale

che possano essere partecipi in fase progettuale» chiude l’assessore che sottolinea come il recupero di questo edificio, che si affaccia su piazza Maggiore, sia un altro tassello posto sulla rivitalizzazione del centro storico che, in questo periodo, è in pieno fermento.

CANTIERI APERTI Ricordiamo infatti che ci sono diversi cantieri in corso: dall’ultimo stralcio del teatro al recupero delle fontane Lombardesche, passando per la realizzazione del museo archeologico, al rinnovamento della galleria Rizzarda e al restauro della torre del Campanon, solo per citarne alcuni. E poi ci sono gli interventi dei privati, che non mancano. Eleonora Scarton

Le ex scuole di Farra torneranno presto a disposizione della comunità. La struttura, utilizzata da diverse realtà feltrine e in particolare dagli alpini del gruppo locale, sono state dichiarate inagibili dopo l’uragano Vaia dell’ottobre 2018. Un duro colpo per la comunità. Diverse le soluzioni ipotizzate per dare una sede agli alpini ma la volontà da sempre dichiarata è di non volerne una dalla frazione. Ecco che a distanza di due anni l’amministrazione comunale ha approvato il progetto che consentirà alle realtà associative di tornare a occupare quei locali. Gli interventi necessari per ripristinare le condizioni di sicurezza della copertura e degli altri danni conseguenti alla tempesta Vaia sono corposi: in primis sistemare il tetto, per procedere poi con la sostituzione del manto di copertura, delle guaine e dei coppi, oltre che di tutte le lattonerie. Nel progetto sono poi compresi la ripara-

zione dei serramenti danneggiati, la ricostruzione di una partizione crollata e la sostituzione dei controsoffitti. Non sono previsti interventi sugli impianti. «Con l’intervento di ripristino e di messa in sicurezza delle ex scuole di Farra di via Dolci andiamo a sistemare un altro importante tassello nel complesso mosaico degli edifici comunali gravemente danneggiati dalla tempesta Vaia del 2018 – afferma l’assessore ai lavori pubblici Adis Zatta -. L’importo complessivo dei lavori è pari a 250 mila euro, finanziato, per l’appunto, con i fondi commissariali dell’emergenza post-Vaia e riguarda principalmente il rifacimento della copertura e di tutte le parti in lamiera, la realizzazione di un cordolo di acciaio in testa alle murature, la riparazione dei serramenti danneggiati e la ricostruzione delle parti danneggiate dalla tempesta del 2018. La tempistica del cronoprogramma è particolarmente veloce: approvato il progetto/esecutivo, procederemo ora a brevissimo (entro il 30 settembre) con l’affidamento dei lavori in modo che nel 2021 l’immobile possa tornare nella disponibilità del quartiere e della città». E.S. © riproduzione riservata

Il medico di famiglia

Solo 500 assistiti per Leila Turnava (e.s.) Saranno solo 500 gli assistiti che potrà seguire Leila Turnava, a cui è stato affidato l’incarico definitivo come medico di famiglia, nell’ambulatorio in via Piave a Feltre. Potranno rimanere con lei quindi solo i primi 500 che faranno richiesta (la procedura richiede l’invio di mail non di posta certificata - all’indirizzo cambiomedico@aulss1.veneto.it). La dottoressa Turnava ha preso servizio nel maggio del 2019 sostituendo Giulia Cassol (a sua volta sostituta di Rudi De Bastiani). L’incarico di medico di assistenza primaria sarà conferito ufficialmente dalla direzione ospedaliera dell’Usl 1 Dolomiti il 26 settembre e riguarderà l’ambito territoriale di Feltre, Pedavena, Seren, Alano e Quero/Vas. L’auspicio è che entro la fine dell’anno la dottoressa possa ottenere quanto necessario per poter assistere 1500 utenti.

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Strada da Campo a Fobba, si va verso un progressivo ritorno alla normalità ALANO DI PIAVE A quasi due anni dalla frana che ha interrotto la strada comunale che porta dalla frazione alanese di Campo a quella di Fobba, ieri è stato annunciato ufficialmente che a breve inizieranno i lavori. È prevista la sistemazione della strada e la posa della nuova condotta acquedottistica danneggiata da una frana innescata dai dissesti provocati dalla tempesta Vaia di ottobre-novembre 2018. L’annuncio è stato dato durante la conferenza stampa (nella foto gli intervenuti) convocata congiuntamente da Comune di Alano, Regione Veneto e Alto trevigiano Servizi. Nel suo saluto agli intervenuti, il primo cittadino alanese Serenella Bogana ha riassun-

to la cronologia dei fatti e ha sottolineato l’importanza dell’evento. «Questo momento ci rende tutti più tranquilli perché siamo arrivati alla conclusione di un percorso che presuppone la sistemazione e la messa in sicurezza di una strada che ha diviso in due il Comune di Alano».

ce illustrati dal geologo Nicolò Doglioni e dall’ingegner Eugenio De Demo di Enco, azienda di di Sedico. I lavori che si protrarranno per almeno otto mesi (240 giorni stimati), prevedono un importo complessivo di 2,5 milioni, di cui 1,2 per i lavori sulla strada, i restanti per la fornitura dei materiali e la messa in sicurezza delle condotte esistenti.

SINERGIE FONDAMENTALI La sinergia fra gli enti (Regione, Comune e Ats) ha portato al compimento di questa progettualità («un esempio di buona politica in quanto quando le istituzioni collaborano per il bene del territorio, è una vittoria»). In rappresentanza della Regione Veneto era presente l’assessore all’ambiente e alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin che ha più volte ringra-

SONO TRASCORSI QUASI DUE ANNI DA VAIA E DALLA FRANA CHE PROVOCÒ PROBLEMI SU CUI ORA INTERVERRÀ ALTO TREVIGIANO SERVIZI

ziato Ats, il soggetto attuatore del Comissario Luca Zaia per questo che è uno dei molti interventi già iniziati (alcuni conclusi) a seguito dell’emergenza Vaia. A rappresentare l’Alto trevigiano Servizi vi erano l’amministratore delegato Pierpaolo Florian e il direttore generale Roberto Durigon. I dettagli tecnici dell’intervento sono stati inve-

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PIANO DI INTERVENTI 2020 Le opere in programma rientrano nel Piano degli interventi 2020 predisposto dalla Protezione Civile. Come hanno ben spiegato gli intervenuti, la sistemazione della strada comprende il consolidamento dei cigli, l’installazione di guard-rail, la ricostruzione del pendio con un muro di sostegno dell’arteria, la

messa in sicurezza delle quasi centenarie condotte adduttrici dell’acquedotto Schievenin e la ricostruzione del tratto riferito all’acquedotto della Comunità Montana del Grappa.

L’ITER DEI DECRETI Ad agosto di quest’anno Alto Trevigiano Servizi ha emanato il decreto per l’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo. Con lo stesso decreto è stato avviato l’iter per l’affidamento dei lavori, mediante procedura negoziata. Ad aggiudicarsi la gara di appalto è stata la ditta Adriacos (azienda friulana di Latisana), con un ribasso del 16,73 per cento. I lavori cominceranno in autunno e si protrarranno per mesi. Fulvio Mondin © riproduzione riservata


VIII

Padova

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Toninelli: «I 5 Stelle devono presidiare la Regione» `«Saremo presenza

indispensabile per controllare» POLITICA PADOVA Ultimi fuochi di campa-

gna elettorale. Ieri a sostenere i candidati 5Stelle è arrivato a Padova l’ex ministro delle infrastrutture Toninelli. «Non direi che si rischia l’esclusione dal Consiglio Regionale e lo dico soprattutto per i veneti, la nostra

presenza in Consiglio non è importante ma assolutamente indispensabile in quanto presidio di trasparenza, legalità e soprattutto di corretto utilizzo dei fondi pubblici è qualcosa che non può passare sopra le teste dei cittadini - esordisce Toninelli se i veneti credono che Zaia debba vincere ma senza 5Stelle in Consiglio è uno svantaggio per tutti i cittadini. Come ministro sono stato denigrato costantemente ma ricordo che grazie a noi si è fatto il ponte di Genova prima grande opera del Governo, qui esempi di grandi opere gestite male dalla Lega dal Mose alla pedemontana. Noi siamo

una garanzia, votateci». Non poteva mancare il sostegno al Sì sul referendum per il taglio dei parlamentari. «Il taglio è una battaglia nostra perché siamo stati coerenti, è una riforma che tutti i partiti cercano di fare dal 1983, siamo arrivati noi e con 2 anni in maggioranza l’abbiamo portata a casa con ben 4 votazioni - continua io dico tagliamo quei 300/350 parlamentari che sono già assenteisti, i soliti potenti che non si presentano mai. Efficentiamo il parlamento ma subito dopo però serve la riforma elettorale: diamo la possibilità ai cittadini di esprimere la preferen-

za per far si che siano i cittadini a scegliere, tutti in parlamentari devono essere eletti dal popolo». Toninelli ricorda inoltre che l’esperienza di governo ha cambiato il Movimento non più impegnato a far campagna elettorale ma facendolo stare negli uffici a studiare e programmare per concretizzare il mandato dei cittadini e così abbiamo il Reddito di Cittadinanza, Quota 100 o spazzacorrotti, per fare degli esempi ma quasi tutte le promesse del 2018 sono state attuate. «Siamo passati dalle promesse alle azioni concrete. Dati alla mano, e qui troviamo una grande discrepanza tra la realtà

e ciò che viene raccontato - sottolinea l’ex ministro - siamo impegnati a lavorare e la gestione della pandemia è stata all’altezza sia dal punto di vista della salute che dell’economia. Un’ottima gestione nonostante qualche presidente di Regione scaricasse sul Governo le proprie responsabilità, più della Lombardia che del Veneto, ma Zaia deve farsi il segno della croce per aver avuto Crisanti e l’università di Padova al fianco che ha imposto un modello che non è di Zaia o della Lega ma di un ottimo professionista». Luisa Morbiato EX MINISTRO Danilo Toninelli

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Case popolari, prima i senzatetto `Sono arrivate 1.718 richieste di alloggio, 200 le case disponibili L’assessore Marta Nalin: «Secondo una norma introdotta dalla Regione, punteggio più alto agli ospiti dell’asilo notturno» «Molte famiglie non vogliono affittare a stranieri, residenti stabili» `

Tentata rapina in pieno centro, l’aggressore resta in cella

LA NOVITA’ PADOVA La graduatoria per l’asse-

gnazione delle case popolari è stata pubblicata sull’Albo pretorio. E’ definitiva, quindi. Mille 718 le domande che sono pervenute a Palazzo Moroni, di cui 1.500 ammesse, ma solo 200 alla fine saranno i cittadini che avranno un alloggio. E questa volta rispetto al passato c’è una novità e cioè che nelle prime posizioni ci sono gli “ultimi”, cioè le persone che a tutti gli effetti non hanno un tetto, come ad esempio coloro che dormono all’asilo notturno di via del Torresino o sotto i portici del centro, le quali, in base a una normativa introdotta dalla Regione, hanno acquisito un punteggio maggiore rispetto agli altri richiedenti proprio in virtù della loro condizione di indigenza totale che li fa balzare in vetta alla classifica per l’attribuzione degli appartamenti di Edilizia residenziale pubblica. Sono alcune decine, ma non è detto che alla fine tutte decidano di usufruire dell’opportunità data da questa “corsia preferenziale” e di trasferirsi nell’abitazione che gli è stata destinata, perché tanti ormai sono talmente abituati alla precarietà, che non hanno nessuna intenzione di cambiare vita e di rinunciare alle sistemazioni provvisorie che ogni notte improvvisano, magari all’addiaccio.

IL PIANO Il Comune, quindi, si accinge ad affrontare il nodo delle assegnazioni dei 200 alloggi popolari che ogni 3-4 anni si rendono disponibili in base a un turnover che però dà risposte soddisfacenti solo nel 15% dei casi. E per questo, come ha annunciato ieri Marta Nalin, che in Municipio ha la delega al Sociale, contestualmente l’amministrazione ha pubblicato un avviso, in scadenza a giugno dell’anno prossimo, per dare un’ulteriore offerta per l’emergenza abitativa: l’invito è rivolto alle agenzie immobiliari affinché individuino sul mercato alloggi sfitti da concedere a canone agevolato alle famiglie che hanno un Isee basso, ma non sono poverissime, e che quindi potrebbero permettersi una casa in affitto calmierato dai privati. E in questi casi Palazzo

«ABBIAMO PROPOSTO ALLE AGENZIE IMMOBILIARI DI DARE LE CASE A FAMIGLIE CON REDDITO BASSO, GARANTE IL COMUNE»

L’INCHIESTA PADOVA Il marocchino di 38 an-

CASE POPOLARI Secondo la nuova normativa regionale l’assessorato al Sociale del Comune assegnerà più punti ai senzatetto

Moroni farebbe da “garante”, mettendo a disposizione una serie di strumenti, tra cui un fondo da elargire al proprietario dell’immobile in caso di morosità. Tra l’altro quest’anno a Padova c’è una disponibilità maggiore di abitazioni vuote in quanto, a causa dell’emergenza Covid, moltissimi studenti fuori sede non sono rientrati, lasciando quindi liberi quelli che occupavano.

LE RIFLESSIONI «E’ vero - conferma Marta Nalin - ai primi posti della graduatoria ci sono persone senza dimora, ma anche numerose famiglie che avranno una casa popolare. Per cittadini e cittadine che invece non ci riusciranno, vedremo di trovare una soluzione nel mercato libero, in collaborazione con le agenzie. Purtroppo ci sono dei proprietari che fanno fatica ad affittare alle famiglie composte da persone di origine straniera, anche se si tratterebbe di inquilini perfettamente integrati, che hanno un reddito sicuro, supportato da una busta paga regolare. Tutto ciò è frutto di una narrazione errata della realtà che porta a una discriminazione sul fenomeno dell’immigrazione». Nicoletta Cozza © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fumata nera Comitato Iris-Ragona sulle Passeggiate Bianchini e Lazzari PARCO IRIS PADOVA Fumata nera dopo l’in-

contro tra una delegazione del Comitato “Sì, SalviAMO le Passeggiate “Bianchini D’Alberigo” e “Lazzari” guidata dal presidente Maurizio Ulliana, e l’assessor Andrea Ragona, alla presenza dai responsabili tecnici di Aps e del Comune, chiesto dal Comitato per illustrare la propria posizione a salvaguardia delle passeggiate del Parco Iris sulle quali è previsto il transito della linea del tram che collegherà la Stazione al quartiere Voltabarozzo. Un’opera che di fatto cancella l’attuale molto usata ciclopedonale che verrà ricostruita a lato delle rotaie. «Abbiamo fatto presente all’assessore che all’interno del Comitato ci sono aderenti sia favorevoli che contrari al Sir3, ma che tutti concordano sull’esigenza di salvaguardia delle Passeggiate Bianchini D’Alberigo e Lazzari, che hanno un valore urbanistico sia dal punto di vista eco-

logico che da quello sociale. Siamo contro le ipotesi di cancellazione per la trasformazione in percorso per tram, bus o altri mezzi motorizzati - ha spiegato il presidente - l’assessore Ragona ci ricordato di aver ereditato dal suo predecessore, un progetto che già beneficia di un finanziamento pubblico che vincola il percorso, mettendo gli amministratori a rischio di denunce per danno erariale in caso di modifiche». Una tesi, come ha sottolineato Ulliana, contestata dal Comitato in quanto l’iter per la realizzazione del Sir 3 è ancora in corso, ed è stato inoltre sollevato il problema delle scelte pubbliche guidate dai soldi e non dalle esigenze dei

MANCA L’ACCORDO PER UN PIANO DI PROTEZIONE DEL PERCORSO NEL PASSAGGIO DEL TRAM

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cittadini. «L’assessore Ragona ha fornito una panoramica delle modifiche all’area interessata dal passaggio del tram chiedendo un contributo di idee per migliorare gli aspetti pratici del percorso tramviario predeterminato ma l’incontro si è concluso con il comitato e l’amministrazione fermi sulle proprie posizioni - ha concluso il presidente - l’azione del Comitato ha come scopo la salvaguardia della passeggiata. La questione tram per noi è incidentale, perché oggi il problema è il passaggio del tram. Se prevedessero una strada o gli attraversamenti per auto il Comitato ci sarebbe egualmente per salvaguardare le due Passeggiate Bianchini D’Alberigo e Lazzari». Da tempo il Comitato si batte affinché non venga distrutto il percorso interno al Parco Iris. L’ultima manifestazione, una simbolica passeggiata ecologica, è stata organizzata lo scorso 5 settembre. L.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ni Tarik Titwani resta in cella. Il Gip Elena Lazzarin, ieri nella casa circondariale Due Palazzi, ha convalidato l’arresto del nordafricano, difeso dall’avvocato Luca Motta, per la tentata rapina ai danni di un sessantenne in via Emanuele Filiberto in pieno centro storico. Titwani è stato anche accusato di avere messo a segno quattro spaccate, ma al momento il pubblico ministero titolare delle indagini non ha chiesto alcuna misura restrittiva. Il marocchino davanti al giudice ha dichiarato: «Mi sono messo a litigare con due persone all’esterno di un bar, ma non ho colpito nessuno con una bottigliata in testa. Io non ho fatto nulla». Insomma, il 38enne si è dichiarato innocente, ma a incastrarlo ci sarebbe un video registrato da una telecamera della sorveglianza. Inoltre la scena di violenza sarebbe stata vista da un testimone, che ha poi identificato Titwani attraverso una foto segnaletica mostratagli dagli uomini della Squadra mobile. Il marocchino si sarebbe dovuto nemmeno trovare a Padova: era già stato espulso dal prefetto di Brescia. Ed era stato pure già arrestato in città a febbraio. La polizia aveva cercato di mandarlo in un centro di identificazione ed espulsione, l’anticamera del rimpatrio. Ma non c’era posto, ed era stato rimesso in libertà. M.A. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SPACCATA Titwani in azione


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Nordest

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I veleni elettorali di fine campagna tra diffide, esposti e pirati informatici Ultimo giorno di propaganda: pochi eventi e confronti ridotti Zaia: «Hackerato il mio cellulare». Girotto, sanzione dell’Agcom `

LA CHIUSURA VENEZIA Cinquanta giorni di calma piatta: pochi eventi, polemiche modeste, nessuna sorpresa. Finché ieri la sonnolenta campagna elettorale per le Regionali, arrivata ormai alla vigilia del silenzio pre-voto, si è improvvisamente risvegliata con i botti. Ma non si tratta certo dei fuochi d’artificio alle feste di chiusura, mestamente sostituite al più da qualche “aperitivo senza assembramento” di singoli aspiranti consiglieri, bensì dell’esplosione dei veleni in vista delle urne, tra attacchi dei pirati informatici, diffide dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, esposti in Procura.

vernatore Enrico Cappelletti, al capo politico Vito Crimi e alla senatrice Barbara Guidolin. I pentastellati chiedono di accertare «le eventuali responsabilità penali» della Regione per l’emissione della sostanza Genx dall’ex Miteni di Trissino. «Bene, così esce la verità: è il Veneto che ha fissato il limite zero», replica l’assessore Gianpaolo Bottacin, in campo

con Zaia Presidente.

GLI APPUNTAMENTI È in questo clima che oggi si conclude la propaganda. Confermata alle 13.15 su Rai3 la “Tribuna elettorale”, ma solo con sette candidati: Lorenzoni è in isolamento domiciliare per il Covid e Zaia ha ritenuto di rinunciare. Per vederli tutti e nove, ancorché

A MESTRE Da sinistra Federico D’Incà, Enrico Cappelletti, Vito Crimi, Sara Visman e Danilo Toninelli ieri

con spazi separati di dieci minuti, bisognerà guardare “Prima serata” su Tva alle 21.15, dove ciascun candidato porterà un oggetto che rappresenta la sua idea di Veneto per i prossimi anni: fra gli altri, spunteranno bandiere, miele e piatti biodegradabili. Scarna è invece l’agenda degli appuntamenti sul territorio. Detto che Lorenzoni deve stare a riposo su racco-

mandazione dei medici, Zaia alle 18 a Castelfranco chiuderà la campagna del candidato sindaco Stefano Marcon. Veneto per le Autonomie, che supporta Simonetta Rubinato, per evitare assembramenti farà un flashmob in differita nelle varie province: le foto di mascherine e cartelli formeranno un collage che sarà proposto oggi sui social della lista. Il comi-

zio finale del M5s è stato invece anticipato ieri sera a Mestre, con il ministro Federico D’Incà, l’ex Danilo Toninelli e il sottosegretario Riccardo Fraccaro, il quale oggi incontrerà le associazioni di categoria, mentre vari candidati (come Erika Baldin a Cavarzere) saranno ai banchetti nei mercati. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tra medici e infermieri ora è guerra di ricorsi

GLI SCONTRI Per alcune ore Luca Zaia, governatore uscente e ricandidato per il centrodestra, si è ritrovato il cellulare fuori uso. Un guasto all’apparecchio? Secondo i suoi tecnici, no. «Sono stato vittima di hackeraggio su WhatsApp e sul mio profilo Instagram. Ho ripristinato i social e il numero telefonico, ma al momento non riesco a ricevere messaggi WhatsApp. Conto di risolvere il problema al più presto», annunciava via Facebook in mattinata il leghista, che sarebbe stato il bersaglio di un virus telematico. È invece già certa la sanzione dell’Agcom nei confronti della padovana Radio Gamma 5, dopo «l’accertamento d’ufficio» disposto dal Comitato regionale per le comunicazioni, per «consentire all’Autorità l’adozione in via d’urgenza di ogni provvedimento utile al fine di ripristinare l’equilibrio nell’accesso alla comunicazione politica». Nel mirino è finito il programma “L’altra salute” condotto da Paolo Girotto, in corsa per la presidenza con il Movimento 3V, in onda settimanalmente anche dopo che è scattata la par condicio. Per questo il Garante ha ordinato alla cooperativa radiofonica di Campodarsego di sospendere la puntata di ieri. Fra gli scontri di giornata, spiccano poi due denunce. Una è quella presentata, proprio contro la formazione no-vax, da Marco Carrai, in lista a Padova con Il Veneto che Vogliamo a sostegno del portacolori di centrosinistra Arturo Lorenzoni, per l’iniziativa negazionista del 6 settembre in Prato della Valle: «La libertà di manifestazione sancita dalla Costituzione non è fine a se stessa ma deve coniugarsi con altri princìpi come quello dell’integrità e difesa della salute». L’altro esposto è stato invece presentato sul tema Pfas da Sonia Perenzoni, in lizza a Vicenza con il Movimento 5 Stelle, insieme al candidato go-

IL CONTENZIOSO VENEZIA Tra infermieri e medici, ma soprattutto tra i loro sindacati, scoppia la guerra giudiziaria. Fials ha annunciato ieri la propria costituzione, davanti al Tar del Veneto, nel ricorso promosso nel gennaio scorso da Cimo contro la Regione. In ballo c’è la delibera con cui erano stati istituiti i percorsi di formazione complementare per le professioni sanitarie, in particolare per lo sviluppo delle competenze avanzate dell’infermiere nella continuità delle cure.

I CORSI Si tratta dei corsi teorico-pratici da 300 ore, destinati per ogni tornata a 25 infermieri che prestano servizio nell’assistenza domiciliare e che sono chiamati a gestire i pazienti complessi, garantendo anche il passaggio dall’ospedale al territorio. Contro questa possibilità si era però schierata l’organizzazione dei medici ospedalieri Cimo, secondo cui «la normativa di legge nazionale prevede le competenze avanzate solo per i laureati con diploma che abbiano conseguito, con frequenza ad appositi master perlomeno annuali, la qualifica di specialista». Perciò la delibera era stata impugnata davanti al Tribunale amministrativo regionale.

L’OPPOSIZIONE In questo procedimento si inserisce ora l’opposizione di Fials, che rappresenta proprio i lavoratori potenzialmente interessati da quel tipo di formazione. «La professionalizzazione del professionista sanitario diverso dal medico e lo stesso riconoscimento di ruoli dirigenziali nell’ambito della rispettiva area di specializzazione non sono assolutamente attacchi alla funzione del medico», afferma il segretario nazionale Giuseppe Carbone, per il quale è «l’esperienza del medico che deve evolvere». (a.pe.)

M5S IN PROCURA CONTRO LA REGIONE SUI PFAS, IL VENETO CHE VOGLIAMO DENUNCIA LA LISTA 3V. STASERA SU TVA I NOVE CANDIDATI SI SVELANO

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Primo Piano

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Il virus in Veneto SUL TERRITORIO Due sanitari di un’Unità speciale di continuità assistenziale regionale suonano al citofono di un paziente Covid. Qui sotto un seggio ospedaliero

IL SEGGIO SPECIALE VENEZIA Tra Venezia, Padova e Treviso ci sono quasi tremila persone in isolamento fiduciario, quarantena in pratica. Elettori - la tara dei minorenni è già stata fatta - che quindi non potranno uscire di casa e presentarsi alle urne di domenica e lunedì, per eleggere il presidente di Regione (e magari anche il sindaco) ed esprimere il proprio “stop” o “via libera” al taglio dei parlamentari. Tra Venezia, Padova e Treviso, però, solo 125 elettori bloccati in casa dalle norme sanitarie hanno chiesto di poter usufruire del seggio Covid-19, ovvero della possibilità di far venire a casa propria degli scrutatori e votare: il 4,1%.

ANCHE LORENZONI Una percentuale bassissima, quella degli elettori che hanno chiesto di votare da casa e che annovera, nelle sue pur non nutrite schiere, anche il caso del candidato presidente di Regione, Arturo Lorenzoni. Padovano, professore universitario, ex vicesindaco a Palazzo Moroni prima di diventare l’outsider nella sfida all’uscente - e ricandidato - Luca Zaia, Lorenzoni prima è risultato positivo al Covid, poi è stato ricoverato e infine dimesso. Ma non potrà andare a votare e così ha chiesto l’invio del seggio speciale per le votazioni di domenica e lunedì. Un voto, e un’attesa, sui generis, condita anche dal compleanno che domani il candidato presidente passerà in quarantena.

I NUMERI Scendendo nel dettaglio sono 24 le persone in quarantena, su una platea di un migliaio di aventi diritto al voto, che nell’area metropolitana di Venezia hanno chiesto l’invio del seggio-Covid: 3 di queste sono nel territorio comunale di Venezia dove si voterà anche per l’elezione del sindaco. A Padova, dei quasi 800 in quarantena, sono 50 in tutta la provincia (15 in città, tra i quali proprio Lorenzoni) gli aventi diritto al voto che hanno scelto l’invio del seggio speciale. Cinquantuno (su un migliaio di aventi diritto) e spalmati su 17 comuni, gli elettori che nella Marca voteranno da casa usufruendo della possibilità fornita dal ministero dell’Interno che a fine agosto ammetteva il voto a domicilio nell’era Covid-19.

Quarantena senza urne solo il 4% voterà da casa Fra Venezia, Treviso e Padova 3.000 `Soltanto 125 hanno chiesto di ricevere elettori sono in isolamento domiciliare gli scrutatori (con scafandri) a domicilio `

L’UNICO SEGGIO A VENEZIA La ricerca delle persone da inviare a casa degli elettori in quarantena non è stata facile. Basti pensare che alla fine la Prefettura di Venezia si è dovuta rivolgere ai volontari delle Uscar (le Unità speciali di continuità assistenziale regionale) e della Protezione civile perché nessuno degli scrutatori iscritti alle normali liste, e a cui era stato assegnato il servizio nel seggio-Co-

LA PREFETTURA LAGUNARE HA DOVUTO MOBILITARE I SANITARI DELLE USCAR E I VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE

Regione e pediatri

Sintomi a scuola, allo studio un’autocertificazione VENEZIA Un’autocertificazione per evitare il caos nelle scuole. È il documento che la Regione sta valutando con il mondo della pediatria, dopo aver ricevuto molte segnalazioni di genitori che vengono chiamati dagli istituti frequentati dai loro figli perché i ragazzi presentano qualche sintomo e vanno riportati a casa, o che non sanno come comportarsi per la gestione del rientro in classe. L’idea è che la mamma, il papà o comunque il titolare della responsabilità genitoriale dichiari per

iscritto di aver contattato il medico curante e di essersi attenuto alle sue indicazioni rispetto alla terapia e al numero di giorni di assenza da scuola, specificando che il sanitario non ha ritenuto necessaria l’esecuzione del tampone. «Le modalità del rientro a scuola di ragazzi inviati a casa perché presentano sintomi influenzali o semplicemente da raffreddamento – afferma l’assessore regionale Manuela Lanzarin – sono un problema nazionale al quale non è ancora stata data un risposta.

Per questo, in Veneto, ci stiamo confrontando con le organizzazioni professionali dei pediatri per cercare di chiarire i dubbi che tanti genitori stanno avendo, irrisolti dalle linee guida nazionali, e tuttora in assenza di un preciso quadro di riferimento e della validazione del tampone rapido per Covid-19». L’esponente di Zaia Presidente ritiene che «una decisione comune possa arrivare in tempi relativamente brevi».

VENEZIA Sonoarrivati soloieri, atre giorni dall’inizio dei campionati, i richiesti (a gran voce) chiarimenti della Figc sul protocollo sanitario per il calcio dilettantistico. Attesa interminabile che ha “partorito” il divieto di assistere dal vivo alle partite almeno fino al 7 ottobre di tutti «i campionati ufficiali che prevedono uno sviluppo continuativo su più giornate». Un provvedimento che in Veneto impone il “porte chiuse” ai tornei di Promozione, Prima e Seconda categoria (più tutti i giovanili regionali) al via dopodomani alle ore 15.30, in concomitanzacon legare dellaCoppaItalia di Eccellenza che invece, come già domenica scorsa a Spinea e Salzano (ma non a San Donà e Portogruaro), potrebbero accogliere i tifosi sugli spalti. Giuseppe Ruzza, presidente mestrino del Comitato Regionale Veneto, ha evitato di entrare nel merito della differente percezione della paura di contagio

da parte del mondo del calcio rispetto ad altre discipline sportive e alla normale quotidianità delle persone, limitandosi a commentare: «Sono molto preoccupato per questa interpretazione fortementerestrittiva».

ISINGOLI EVENTI Nel documento “Indicazioni generali per il contenimento dell’emergenza epidemiologica”, la Figc ha chiarito le tematiche di competenza della stessa Federazione, non potendo intervenire su provvedimenti e materie di esclusiva pertinenza del Governo o dell’autorità sanitaria. «Al momento (fino a tutto il 7 ottobre 2020) la partecipazione del pubblico è consentita – puntualizza il protocollo – su tutto il territorio nazionale per i soli “singoli eventi sportivi di minore entità” (ad esempio singole gare o tornei amichevoli). In tutti i casi l’organizzatore dovrà assicurare il rispetto della capienza massima autorizzata, garantendo sempre la preassegnazione del

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rante tutto il tempo di permanenza nella struttura, così come la misurazione della temperatura all’accesso e la registrazione delle presenze, ecco l’ufficializzazione del divieto: «È da intendersi, al momento, esclusa la partecipazione di pubblico alle partite delle competizioni ufficiali riconosciute di interesse nazionale e regionale dalla Figc come i campionati ufficiali che prevedono uno sviluppo continuativosupiù giornate».

Altri 135 contagi In Fvg 63, è record IL BOLLETTINO

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Come disposto dal Viminale, la scheda verrà portata dai componenti del seggio speciale (il presidente e i due scrutatori) che, recita sempre il documento dell’Interno, dovranno «indossare camice/grembiule monouso, guanti, visiera con mascherina chirurgica oppure dispositivi di protezione facciale di tipo Ffp2 o Ffp3 per la raccolta dei voti degli elettori in trattamento domiciliare o in isolamento fiduciario. Saranno sufficienti guanti e mascherina chirurgica per la raccolta dei voti degli elettori in quarantena». L’elettore voterà e poi inserirà le schede nell’urna fornita dal seggio speciale, che a sua volta le porterà nella sezione ospedaliera del nosocomio più vicino alla residenza del votante. E lì le schede verranno scrutinate. Nicola Munaro

TRIBUNA VUOTA Così si presentano gli stadi di calcio al tempo del Covid per il rischio di contagio

La giornata

VENEZIA Altri 135 casi di contagio in Veneto. Il totale dall’inizio dell’emergenza cresce a 25.315, di cui 2.971 attualmente positivi. In quarantena ci sono 7.525 persone, di cui 144 con sintomi. I ricoverati in area non critica salgono a 168, mentre quelli in Terapia intensiva scendono a 17 e i degenti nelle strutture intermedie calano a 23. I 2 decessi registrati ieri aggiornano la conta a 2.153. Balzo delle infezioni in Friuli Venezia Giulia: 63, il dato più alto da metà aprile.

LA VOTAZIONE

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Stadi dei campionati dilettanti richiusi al pubblico in Veneto ILCALCIO

vid, ha deciso di dare il proprio consenso ad indossare uno scafandro e, così, girare per tutta la provincia, bussando casa per casa di persone in quarantena per farle votare. Motivo per cui l’intera area metropolitana di Venezia - laguna e terraferma comprese - avrà un solo seggio-Covid. Tre persone, un presidente e due scrutatori, che avranno l’onere (ma anche l’onore) di far sì che la pandemia del secolo non sia un cortocircuito per la democrazia.

LEPOSITIVITÀ

LA FIGC: ALMENO FINO AL 7 OTTOBRE NIENTE SPETTATORI NEI TORNEI DI PROMOZIONE, PRIMA E SECONDA CATEGORIA

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posto a sedere, il distanziamento di almeno un metro sia frontalmente sia lateralmente ed evitando ogni forma di assembramento».

ILDIVIETO Precisato che l’uso della mascherina è sempre obbligatorio du-

Quanto, invece, alla “gestione casi di positività Covid”, il protocollo specifica: «Qualora durante il periodo di svolgimento degli allenamenti o delle gare si verifichi un caso di accertata positività, si ritiene sempre applicabile il regime previsto dalla Circolare del Ministero della Salute del 18 giugno 2020 per la prosecuzione dell’attività agonistica da parte degli altri componenti del “gruppo squadra”, se attuabile dalla singola associazione-società sportiva dilettantistica in ragione della propria struttura-capacitàorganizzativa». MarcoDeLazzari ©RIPRODUZIONERISERVATA


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Nordest

REGIONALI, LE RICHIESTE DELLA FP CGIL Sottoscrizioni trasversali dei candidati all’appello «per un cambio di passo» su sanità, assistenza, salute, territorio, sociale, centri servizi ed enti locali.

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Un altro candidato Pd: «Votate Zaia e me» `Il segretario regionale dei Dem: «Non è tollerabile indicare Dopo la vicentina Luisetto, anche il padovano Artuso spiega in un video la preferenza disgiunta per chi non vuole Lorenzoni un nome diverso da quello scelto per guidare il centrosinistra» `

IL CASO PADOVA L’antico detto, riadattato in chiave politica, dice che «tutto vale in amore, in guerra e in campagna elettorale». Anche girare un video suggerendo esplicitamente ai propri elettori un voto disgiunto. «Proprio non ce la fai a non votare Zaia? Mettete la crocetta su di lui, ma la preferenza datela a me». L’invito arriva da Stefano Artuso, giovane candidato del Pd padovano (segretario della sezione di Rubano) e scuote pesantemente un partito già in imbarazzo per una lettera simile inviata pochi giorni prima agli elettori da parte del segretario di un circolo vicentino. «L’invito a votare un candidato diverso da Lorenzoni è inaccettabile» tuona il segretario regionale Dem Alessandro Bisato, rendendo pubblica la frattura con il candidato scelto pochi mesi fa. Un candidato grande protagonista di questa campagna elettorale, dall’attivismo sfrenato sui social ai maxi-manifesti in città.

IL FILMATO Il caso esplode di prima mattina, quando nelle chat di mezzo Partito Democratico compare un video elettorale del trentatreenne Artuso, avvocato con la passione per i motori, pilota ferrarista che su martedì raccontava: «Un anno fa arrivava in Sicilia la mia prima vittoria del campionato italiano velocità montagna. Adesso la determinazione e la voglia sono le stesse: corriamo verso il voto di domenica». Determinazione e voglia di guadagnare più voti possibili, però, gli hanno messo contro gran parte del partito. «Se vuoi votarmi hai due modi

IN TV UN CONSIGLIERE DEL M5S HA INVITATO GLI ELETTORI DI CENTRODESTRA A SCEGLIERE IL LEGHISTA ALAIN LUCIANI

- dichiara Artuso in piazza delle Erbe - Il primo è barrare il simbolo del Pd e scrivere Artuso. In questo modo darai il voto a me e al candidato presidente Arturo Lorenzoni. Se proprio non ce la fai a votare Zaia ricorda la possibilità del voto disgiunto. Vota Pd e scrivi Stefano Artuso e poi traccia una X sul nome di Luca Zaia. In questo modo darai il voto a me e, come candidato presidente, a Luca Zaia. Grazie per il tuo aiuto».

Artuso chiarisce così le sue parole: «Le polemiche sono surreali: il candidato è Arturo Lorenzoni, che in questa campagna elettorale ho appoggiato con tutte le mie forze. Ho amici e colleghi che sono già convinti per il voto disgiunto, gli ho spiegato come fare e mi impegnerò comunque fino all’ultimo per convincerli a votare Lorenzoni. La destra becera e priva di contenuti ha strumentalizzato un video ad uso strettamente privato. Molte persone mi hanno chiesto le modalità del voto disgiunto e il video è stato pensato per questo. Ho spiegato come si può votare senza incorrere in errore, garantendo la validità del voto alla lista a cui appartengo e in cui credo. Il resto è pura speculazione. Il disgiunto - insiste - è una modalità di voto legittima e prevista dalla legge: ciò non toglie che il mio impegno fino all’ultimo minuto di campagna elettorale è e sarà quello di spingere tutte e tutti a votare Arturo Lorenzoni».

LA REAZIONE C’è l’indicazione per un possibile voto disgiunto, certo. Ma c’è anche quel “Zaia” pronunciato tre volte in trenta secondi. «Non è tollerabile che un candidato consigliere del Partito democratico dia indicazioni di voto diverse rispetto al candidato presidente sbotta Bisato -. Quel candidato si chiama Lorenzoni, punto. Per quanto legittime, le aspirazioni personali non possono e non devono prevaricare i valori». Un altro candidato padovano, Pietro Bean, l’altro ieri era stato netto: «Voto disgiunto per Zaia? Di questi astrusi meccanismi non voglio saperne nulla».

LA REPLICA

GLI ALTRI CASI

IL MESSAGGIO Artuso nel video finito nella bufera nel quale promuove la possibilità del voto disgiunto

L’ex vicesindaco

«Gli ho mandato un messaggio, non mi ha risposto» PADOVA «Fare un’affermazione del genere significa non aver capito il progetto a cui sto lavorando». Arturo Lorenzoni, candidato presidente di quel centrosinistra a cui appartengono ovviamente anche il Pd e Stefano Artuso, è schietto e diretto. Subito dopo aver ricevuto il video elettorale di Artuso, l’ex vicesindaco di Padova gli ha scritto un messaggio per dirgli che si trattava di un errore. Senza se e senza ma. «Gli ho scritto subito per dirgli

che quel messaggio non era molto bello ma lui non mi ha risposto - racconta Lorenzoni -, credo poi mi abbia fatto rispondere dai rappresentanti del partito perché sono molti gli esponenti del Pd che mi hanno cercato per dimostrarmi compattezza e sostegno». Lorenzoni, in ogni caso, non ha gradito: «Non voglio fare polemiche perché so che devo essere superiore a queste cose, in questi mesi ne ho viste

tante e non mi faccio certo spaventare. Ma quello che voglio ribadire è che io ho lavorato duramente ad un progetto fortemente alternativo a quello proposto dalla destra. Per questo credo sia impensabile un voto disgiunto. Il mio progetto è basato su valori e contenuti. Fare un intervento come quello significa non averne compreso la portata». Sulla stessa linea la lista civica “Il Veneto che vogliamo” in appoggio a Lorenzoni: «No al voto disgiunto, l’obiettivo è costruire

In 70 comuni solo un candidato LO STUDIO VENEZIA Dal 2016 ad oggi, nel 13% dei Comuni veneti si è presentato un solo candidato sindaco. In alcuni casi le elezioni sono state rinviate per l’assenza di concorrenti. Secondo la Fondazione Think Tank Nord Est la soluzione è la fusione dei Comuni. Non tutti i cittadini veneti possono scegliere il sindaco del Comune in cui risiedono tra una rosa di candidati. C’è chi trova solo un nome nella scheda elettorale, mentre in alcuni Comuni (l’ultimo caso è quello di Lozzo di Cadore) le elezioni vengono addirittura rinviate per assenza di candidati. È questo il risultato di un’analisi della Fondazione Think Tank Nord Est dedicata al-

le candidature alle elezioni comunali in Veneto negli ultimi 5 anni, dal 2016 al 2020: secondo lo studio, infatti, in oltre 70 casi il candidato sindaco era solo uno. Evidentemente, si tratta di una situazione che si verifica nei Comuni più piccoli, con un numero di abitanti molto ridotto. In queste realtà, peraltro, alcune volte è capitato di non ottenere risultati validi, poichè in presenza di un

STUDIO DELLA FONDAZIONE THINK TANK RIVELA COME IN 5 ANNI IN TANTI PICCOLI PAESI VENETI GLI ELETTORI NON SIANO STATI LIBERI DI SCEGLIERE

unico candidato è necessario che l’affluenza superi il 50% (obiettivo difficile laddove ci sono molti residenti all’estero).

LA SOLUZIONE Per ovviare a queste situazioni, la Fondazione Think Tank Nord Est invita le Amministrazioni del Veneto ad intraprendere un percorso di fusione, fondamentale per costruire localmente dei Comuni più forti, in grado di fornire servizi di qualità a cittadini e imprese. Un Municipio più grande potrebbe anche svolgere un vero ruolo di rappresentanza degli interessi locali, cercando di sviluppare progetti che possano garantire un futuro alle comunità, soprattutto nei luoghi più periferici. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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un’alternativa a questa regione anche nei prossimi 5 anni. Abbiamo creduto fin dall’inizio nella candidatura di Arturo Lorenzoni. La richiesta che abbiamo raccolto in questi mesi è di costruire un progetto di lungo periodo, con una guida chiara e una squadra competente. Votare il Veneto che Vogliamo è votare Arturo Lorenzoni. La direzione è chiara: creare un progetto concreto e alternativo alle destre, alternativo a chi ha mal governato la nostra Regione negli ultimi 20 anni». Il video di Artuso ha creato parecchi malumori anche tra i civici. G.Pip.

Pochi giorni fa a provocare fibrillazione era stata una lettera del circolo di Nove-Cartigliano, inviata ai partecipanti alle primarie nel Vicentino, che ricordava la possibilità del voto disgiunto indicando la priorità: dare la preferenza all’aspirante consigliera Chiara Luisetto. Imbarazzo, intanto, anche nel Movimento5 Stelle dove il consigliere comunale padovano Giacomo Cusumano in tv ha invitato gli elettori del centrodestra a votare il leghista Alain Luciani: «Lo conosco, è bravo». Ora si difende e prende le distanze: «La stima che provo nei confronti di Luciani è legata all’impegno e alla serietà con cui affronta i temi del territorio. Per i contenuti siamo molto distanti. Io avevo già parlato abbondantemente a sostegno del nostro candidato Borile». Oggi sarà l’ultimo giorno di una campagna elettorale che si è accesa improvvisamente negli ultimi giorni. Anche e soprattutto per le competizioni interne. Gabriele Pipia © RIPRODUZIONE RISERVATA


VII

Primo Piano

Venerdì 18 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Ca’Foscari, la nuova rettrice UNIVERSITÀ VENEZIA Tiziana Lippiello docente ed esperta di lingua e cultura cinese è il nuovo rettore di Ca’ Foscaro. Pardon, rettrice, come ha voluto puntualizzare all’inizio. Con lei ci sarà continuità sui progetti portati avanti dal suo predecessore Michele Bugliesi , visto che è stata la sua vicaria per sei anni, ma ci sarà anche qualcosa di diverso. Per la squadra di collaboratori dice che è ancora presto, poiché per scaramanzia aveva deciso di non pensarci fino all’esito del voto.

CONTINUITÀ CON DIFFERENZE «Con Michele Bugliesi ho lavorato sempre in armonia - spiega Lippiello, che il primo ottobre entrerà in carica - e lui mi ha dato sempre piena fiducia nella mia delega alle relazioni internazionali». Quali saranno i punti di forza del nuovo sessennio universitario cafoscarino, dunque? «La forza di Ca’ Foscari è stata fin dalle origini innovare mantenendo la sua tradizione di internazionalizzazione e mantenendo un ruolo di protagonista. Nel mio programma ho enfatizzato il ruolo di università civica, immersa in questo territorio e in collaborazione con altre istituzioni culturali, in particolare con Iuav, Accademia, Conservatorio. La continuità di tutte le azioni positive di questi anni è un punto di forza». Anche la valorizzazione dei vari Dipartimenti era nel programma elettorale ed è uno dei cavalli di battaglia. «Secondo me, dai dipartimenti bisogna trarre il meglio che sanno fare, non omologandoli.

«Un ateneo internazionale e più immerso nella città» Tiziana Lippiello spiega il suo programma `Corsi di laurea, ora si consolida «Servono più spazi e servizi per gli studenti» «Ricerca e didattica, puntiamo sulla qualità» `

Mi riferisco in particolare alla valorizzazione della ricerca per la quale vanno applicati con metodi di valutazione diversi». Un punto dolente sono invece i servizi per gli studenti, che spesso decidono la posizione degli atenei nelle classifiche internazionali. Ca’ Foscari ha ancora da fare in questo campo. «Mancano ancora molti servizi per gli studenti, che invece troviamo in tutte le buone università europee. Una delle critiche che ci viene posta in generale è che non offriamo abbastanza servizi, tra cui aule studio, posti nelle biblioteche. Qui dovremo lavorare, soprattutto con la città in particolare nell’area umanistica. Poi non abbiamo abbastanza mense. Ne abbiamo una centrale, ma ne manca una a San Giobbe (la stiamo facendo) e una a Mestre». A proposito dell’area umanistica, Lippiello aveva assicurato un’attenzione particolare nei primi sei mesi di mandato. «Bisogna trovare nuovi spazi nell’area linguistico-umanistica. Siamo cresciuti ed è aumentata nel frattempo la necessità di ospitare sempre più docenti oltre che gli studenti. In questo rientra anche la partita di San Sebastiano,

QUALITÀ E QUANTITÀ

PRIMA DONNA IN VENETO La Rettrice Tiziana Lippiello

TANTI I MESSAGGI DI CONGRATULAZIONI ZAIA E MUSOLINO: «BENE LA SUA APERTURA INTERNAZIONALE» BRUGNARO LE TELEFONA

che va valutata con attenzione, perché può essere utile ma non risolutiva dei nostri problemi in area umanistica e poi c’è un desiderio dei docenti di non lasciare San Sebastiano. Alcuni spazi sono stati individuati tra le proprietà del Comune, ma non abbiamo ancora approfondito».

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In questi sei anni che verranno probabilmente Ca’ Foscari non aggiungerà ulteriori corsi di laurea alla sua espansione. «Credo che per offrire servizi e didattica di qualità non dobbiamo aumentare l’offerta formativa, ma consolidare quello che c’è, garantire un tipo di didattica innovativa dove il docente possa dialogare con gli studenti e quindi classi non troppo numerose». Infine, una battuta sul progetto Science Gallery da poco partito in area portuale e sulla Fondazione Ca’ Foscari. «Per Science Gallery sarà necessaria un’analisi. Credo che l’iter di quel progetto non sia stato sentito abbastanza dal corpo docente cafoscarino. Ovviamente si dovrà autosostenere ed essere gestito dai nostri docenti, cosa che finora non è stata approfondita. Anche in Fondazione ci sarà un lavoro da fare: deve semplicemente mantenere come lo è ora il proprio ruolo di ente strumentale di ateneo come lo è ora». Ora che le lezioni partono un po’ in presenza e un po’ on line, la rettrice assicura: «La didattica in presenza non potrà mai essere sostituita, non siamo un’univer-

sità telematica. Certamente la didattica on line sarà utile per gli scambi internazionali, visto che non ci si può muovere. Non è come vivere un altro Paese, ma è meglio di niente».

I MESSAGGI Sono intanto arrivati i primi messaggi di congratulazioni e attestati di stima. Il rettore usciente Michele Bugliesi si è detto felice per l’esito delle elezioni: «Dopo di me arriva la persona che è stata al mio fianco in tutti questi anni». «L’elezione della prima donna al vertice di un ateneo veneto - è il commento del governatore Luca Zaia - è un importante segno di quella che è oggi la realtà della nostra regione. Un segnale ancora più importante se si considera che la professoressa Lippiello ha nel suo bagaglio accademico una importante esperienza didattica nel campo delle relazioni internazionali». «Condivido appieno il programma della Rettrice che sottolinea l’importanza dell’apertura alla comunità accademica internazionale - dice Pino Musolino, commissario dell’Autorità di sistema portuale - il nostro territorio ha un bisogno estremo di confrontarsi sempre di più con il resto del mondo. Serve una nuova classe dirigente capace di dialogare ai massimi livelli e di riportare a Venezia e in Veneto le migliori pratiche internazionali in ambito accademico e lavorativo». Il sindaco Luigi Brugnaro, infine, ha sentito personalmente al telefono la professoressa Lippiello per farle le sue congratulazioni, stante un rapporto di conoscenza che dura da molti anni. Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA


XXVI

Cittadella

IL RECUPERO I pompieri sono arrivati da Padova e da Cittadella Li hanno raggiunti con un gommone e portati sani e salvi fino all’auto

Camposampiero

Venerdì 18 Settembre 2020 www.gazzettino.it

padova@gazzettino.it

Tenta il suicidio, salvato nella notte dai carabinieri `Un trentenne

si è gettato nel fiume ed è rimasto ferito FONTANIVA

IL SALVATAGGIO I vigili del fuoco mentre soccorrono i tre ragazzi rimasti bloccati di sera su un isolotto in mezzo al fiume Brenta

Bloccati in mezzo al Brenta Soccorsi dai vigili del fuoco

Voleva dire addio alla vita e si è lanciato dal ponte di Fontaniva nel fiume Brenta nel cuore della notte. Ferito, è stato salvato una pattuglia dei carabinieri della Radiomobile della compagnia di Cittadella. È avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì, lungo la 53 Postumia, sul tratto di ponte nel comune di Fontaniva a poche centinaia di metri da Carmignano di Brenta. L’azione degli uomini dell’Arma, mai come in questo caso, è stata provvidenziale per un uomo nemmeno trentenne.

riva direttamente con i mezzi. Il rischio immediato era quello che la corrente portasse via la persona che non si sapeva tra l’altro da quanto tempo si trovasse in acqua. I carabinieri si sono fatti strada, sempre alla luce delle torce, tra viottoli e vegetazione, riuscendo a giungere sulla riva. Valutata la situazione, uno dei militari è entrato nel fiume e ha caricato sulle spalle il ferito portandolo al sicuro a riva. Poi sono intervenuti i sanitari per il primo soccorso. Il giovane non rischia la vita. Si è attivato in queste ore anche il supporto specifico all’uomo, dato il gesto drammatico che fortunatamente non è riuscito. Ai due carabinieri il giovane ha confidato il motivo del suo gesto, ora si spera possa ritornare quanto prima ad una vita serena. M.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ALLARME `I tre avevano perso l’orientamento Paura per due ventenni e un 12enne Sono rimasti intrappolati su un isolotto Loro stessi hanno chiesto aiuto `

FONTANIVA

Carmignano

Il pomeriggio trascorso nell’area naturalistica del fiume Brenta ha rischiato di avere un serio epilogo per due fratelli di 20 e 12 anni ed un amico anche lui ventenne. I tre hanno perso l’orientamento, rimanendo bloccati all’imbrunire su un isolotto. Per riportarli a riva sono intervenuti i vigili del fuoco con gli operatori Saf - Speleo alpino fluviale, che hanno chiamato gli stessi ragazzi dopo aver tranquillizzato i genitori, preoccupati di non vederli rientrare ed informati direttamente via cellulare dell’accaduto. Un’avventura che i tre non scorderanno. So no stati tratti in salvo dai vigili del fuoco di Cittadella e Padova. Impegnati anche i carabinieri della stazione di Gazzo

Vertenza Paganini, stasera l’annuncio (M.C.) Provincia e Comune di Carmignano di Brenta hanno vinto la pluriennale vertenza con l’allevamento di suini Paganini. Oggi alle 20,30 in Villa Le Colombare, incontro pubblico sulla vicenda con il sindaco Alessandro Bolis, l’assessore all’Ambiente e Politiche Agricole Andrea Bombonati, la presidente del Consiglio Elisa Pajusco, Giulio Bozzato, medico e presidente del Comitato dignità e salute per Carmignano di Brenta, Michele Greggio e Carlo Zampieri, legali del Comune, e Marco Zecchin agronomo.

e della Radiomobile della Compagnia di Cittadella.

IL SALVATAGGIO L’allarme è arrivato al 115 dei vigili del fuoco alle 20,20 di mercoledì quando i tre giovani hanno capito che da soli non avrebbero potuto raggiungere la riva. Il terzetto era arrivato a Fontaniva, nella zona di Brenta Viva, alle 14. Il programma era quello di fare una escursione nell’ampia area del fiume, una zona però non conosciuta dai tre. Il problema si è verificato al rientro, per ritornare alla macchina. Il gruppetto ha perso l’orientamento, è finito in uno dei tanti isolotti creati dalle varie diramazioni del fiume in quella zona, poi l’acqua è salita velocemente e sono rimasti bloccati. Evitando azioni che avrebbero potuto generare rischi mag-

giori, i ragazzi, ormai avvolti dal buio, hanno chiesto aiuto. Via WhatsApp hanno inviato la posizione precisa. I vigili del fuoco hanno posizionato sul ponte di Fontaniva i camion e con le torri faro hanno illuminato l’area dove si trovavano. La viabilità e la sicurezza dei pompieri, essendo quel tratto molto trafficato, è stata garantita dai carabinieri. Con i fuoristrada gli operatori sono stati accompagnati sul punto della riva più vicino ai tre. Poi li hanno raggiunti utilizzando un gommone. Indossati i salvagente, i due ventenni e il dodicenne sono stati riportati a riva. Hanno poi potuto raggiungere l’auto nel parcheggio e rientrare sani e salvi. Alle 23 si è concluso l’intervento dei soccorritori. Michelangelo Cecchetto © RIPRODUZIONE RISERVATA

La pattuglia, in ordinario servizio di controllo del territorio e prevenzione del crimine, è stata attirata da un’auto ferma lungo la piazzola di sosta del ponte sul lato sud. I militari hanno deciso di verificare e, non essendo un tratto illuminato, hanno utilizzato le torce elettriche in dotazione. Nulla di anomalo a prima vista. Nel veicolo non c’era nessuno. All’interno nessun oggetto che potesse attirare l’attenzione. Hanno così cominciato a controllare l’area circostante e quando i fasci di luce delle pile si sono diretti verso il basso, verso il fiume, ecco giungere delle grida di aiuto. La voce di un uomo che chiedeva insistentemente di essere soccorso dicendo di essere bloccato, ferito, nell’acqua. La pattuglia non ha perso tempo. Ha avvisato la centrale operativa di Cittadella, ma contestualmente si è diretta verso la riva. Manovra non semplice, perchè non vi si ar-

UNO DEI MILITARI SI É TUFFATO E LO HA CONDOTTO A RIVA SULLE SPALLE IL GIOVANE NON É IN PERICOLO DI VITA

L’INTERVENTO I carabinieri hanno salvato un giovane

Viabilità, rilancio dell’economia e formazione: i candidati a confronto CITTADELLA Secondo incontro con i candidati al consiglio regionale Veneto promosso dal Coordinamento delle categorie economiche del Cittadellese con portavoce Oddone Sartore. «Ci salviamo solo applicando precisamente le direttive dell’Unione Europea - ha detto Giulio Campagnaro del Partito Democratico - Non si deve toccare più nemmeno un metro quadro di suolo. É poi necessario l’allacciamento della 308 con la Pedemontana, no alla bretella della 47 perchè si rischiano allagamenti. Il Veneto da 30 anni è governato dal centrodestra, tanti problemi sono causa loro non di Roma o Bruxelles». «Un disegno sovranazionale vuole far co-

mandare le multinazionali - l’intervento di Mario Fabris di Forza Italia - Vanno create scuole per insegnare i vecchi mestieri, vanno tutelate le acque e quindi il suolo, valorizzati gli esperti nel mondo agricolo che può dare molti posti di lavoro. Si deve essere veramente vicini ai bisogni della gente, no ad una politica di Roma che è solo teatro». «Abbiamo fatto una legge contro il consumo del suolo - ha sottolineato Giuseppe Pan della Lega (assessore regionale uscente) - La 47 è opera strategica, si sono perse occasioni per potenziarla, ed è in corso l’iter per cederla all’Anas. La ferrovia Bassano-Padova è stata elettrificata, il progetto della metropolitana di superficie non è abbandonato, il problema della banda ultralarga che non arriva è colpa dell’ap-

palto che è nazionale. Promuoviamo i Distretti del commercio».

LE POSIZIONI «Regione e Comuni devono fare sinergia per il commercio, definire il consumo del territorio, istituire un accordo tra settore agricolo ed industriale condividendo un tavolo programmatico - le azioni asupicate da Igor Rodeghiero di Lista Veneta Au-

IN CORSA I candidati al consiglio regionale dell’Alta Padovana si sono confrontati sui grandi temi l’altra sera nella sede Assindustria

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ULTIMO INCONTRO NELLA SEDE DI ASSINDUSTRIA AL CENTRO DEL DIBATTITO ANCHE L’ECCESSIVO CONSUMO DI SUOLO

tonomia - La viabilità deve considerare anche le zone industriali. Infine, condivido il piano di Zaia sulla valorizzazione dei prodotti locali». «Da 20 anni il Veneto è governato da Forza Italia prima e dalla Lega poi. Basta supermercati, no a nuovi capannoni. In agricoltura vanno salvaguardate le competenze degli over 50, va realizzata la metropolitana leggera con biglietto unico per tutta la regione», ha ribadito Serenella Vallotto di Italia Viva. «Si deve fare gioco di squadra tra consiglieri. É fondamentale pianificare per programmare - ha spiegato Paola Zanarella de Il Veneto che vogliamo - partendo dall’agricoltura, poi dall’industria, considerando la scuola che è fondamentale». M.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA


DAL 1887

il Quotidiano

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del NordEst

ANNO 134- N° 221

VENEZIA MESTRE

Venerdì 18 Settembre 2020

Spinea Perseguitava la ex di 72 anni condannato un 65enne Amadori a pagina XXIV

La Mostra Marc Chagall a Rovigo: arte e poesia per un sogno

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Calcio Ibrahimovic mette benzina europea nel motore del Milan che passa in Irlanda Drudi a pagina 19

Zanchetta a pagina 15

«Votate me e Zaia». Bufera sul candidato Pd `Video del padovano

Artuso. Il segretario dem veneto: «Intollerabile» L’antico detto, riadattato in chiave politica, dice che «tutto vale in amore, in guerra e in campagna elettorale». Anche girare un video pre-elettorale suggerendo esplicitamente ai propri elettori un voto disgiunto. «Proprio non ce la fai a non votare Zaia? Mettete la crocetta su di lui, ma la preferenza datela a me». L’invito arriva però da Stefano Artuso, giovane candi-

dato alla regione del Pd padovano (nonchè segretario della sezione di Rubano) e scuote pesantemente un partito già in imbarazzo per una lettera dai toni simili inviata pochi giorni fa agli elettori da parte del segretario di un circolo vicentino. «L’invito a votare un candidato diverso da Lorenzoni è inaccettabile» tuona il segretario regionale Dem Alessandro Bisato, rendendo pubblico il disagio dentro il partito e le difficoltà che incontra Lorenzoni anche dentro l’elettorato di centrosinistra. Pipia a pagina 11

Veneto, verso il voto tra veleni e denunce

Pirati informatici: “bloccato” il cellulare del governatore Dopo 50 giorni di calma piatta ieri la sonnolenta campagna elettorale per le Regionali venete si è improvvisamente risvegliata tra attacchi dei pirati informatici, diffide dell’Autorità per le garanzie

nelle comunicazioni, esposti in Procura. Per diverse ore Luca Zaia, governatore uscente si è ritrovato il cellulare fuori uso, vittima di hackeraggio su WhatsApp e sul profilo Facebook. Pederiva a pagina 12

HACKERATO Luca Zaia

Fondi, le condizioni dell’Europa Finanziamenti, Bruxelles detta le regole e stringe i tempi. In Italia slitta il taglio del costo del lavoro al Sud

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La polemica

Bielorussia linea dura Ue ma la Lega si astiene Un duplice voto in Europa su Mosca divide la politica italiana e riaccende le polemiche sui rapporti tra la Lega di Matteo Salvini

e la Russia di Putin. Gli eurodeputati leghisti hanno infatti votato contro la risoluzione che condanna l’avvelenamento dell’oppositore russo Alexei Navalny, chiede l’apertura di un’inchiesta

internazionale sul caso e invita i governi a rafforzare le sanzioni esistenti contro la Russia. E si sono astenuti su una risoluzione sulla Bielorussia nella quale si chiedono sanzioni contro «un regime brutale e i suoi leader». Pollio Salimbeni a pagina 3

I governi dovranno inviare alla Commissione i piani per la ripresa e la resilienza entro fine aprile 2021, però sono «incoraggiati» ad anticipare a metà ottobre la presentazione dei documenti preliminari, che potranno essere chiusi nella loro versione definitiva, appunto, entro aprile. È questa l’indicazione dell’esecutivo Ue che ha pubblicato orientamenti, principi e numerosi dettagli per la preparazione delle manovre anticrisi che i governi stanno predisponendo per utilizzare i 750 miliardi previsti. Intanto in Italia è a rischio la riduzione del costo del lavoro al Sud promesso dal Governo. Sulla carta il taglio del 30% dovrebbe scattare dal primo ottobre, ma la misura prevede l’autorizzazione dell’Ue e la trattativa è ancora in corso mentre il provvedimento che contiene questa novità è ancora fermo al Senato Cifoni e Pollio Salimbeni a pag.2

Il caso I fratelli accusati della morte di Willy avevano il sussidio

Anche a loro il reddito di cittadinanza Gabriele e Marco Bianchi, accusati della morte di Willly Monteiro

Marani a pagina 6

Il commento

Sciopero della scuola, una brutta lezione Carlo Nordio a notizia che la riapertura dell’anno scolastico sarà accompagnata dallo sciopero proclamato da alcuni sindacati di insegnanti e, quantomeno a Roma, da una paralisi dei trasporti urbani, può suscitare indignazione e forse anche rabbia. Ma soprattutto, secondo noi, desta incredulità. Tutti, dal Presidente della Repubblica al Pontefice, avevano predicato, o almeno auspicato, che “le bon usage des maladies” ci avrebbe resi cittadini più virtuosi e cristiani più solidali. E invece ora, dopo la primavera del nostro scontento e l’estate della rifiorita speranza, eccoci ripiombati nell’autunno cupo del conflitto sociale, reso più incomprensibile dalle pregresse sofferenze dei malati e dagli esempi eroici dei tanti che, anche sacrificando la vita, li hanno curati. Ora è ben vero che le ragioni degli insegnanti, soprattutto dei precari, sono in gran parte sacrosante. Si tratta di una categoria sedimentatasi nel tempo senza criteri, senza concorsi e senza programmazione, mal distribuita e peggio pagata. Molti di loro vengono periodicamente “delocalizzati” secondo misteriosi calcoli algoritmici, con il risultato che alcuni giorni fa una maestra di Padova è stata improvvisamente trasferita nel lontano Comelico, e una sua collega del Comelico è finita sulla Riviera del Brenta, con un’insopportabile offesa alla loro dignità e ancor di più al buon senso. Altrettanti docenti attendono (...) Continua a pagina 23

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Società

Calcio e virus

Guru e falsi miti quando si rischia di morire di dieta

Richiusi i campi dei dilettanti: niente pubblico

«Se dilaga il fenomeno di diete che promettono di fare miracoli e di medici spregiudicati, che prescrivono farmaci pericolosi, è a causa dell’ignoranza e del fatto che le persone preferiscono credere nei miracoli che nella scienza», dice Marcello Ticca, medico, docente di Scienze dell’Alimentazione. Ma i fenomeno di diete che promettono miracoli dilaga.

Sono arrivati solo ieri, a tre giorni dall’inizio dei campionati, i chiarimenti della Figc sul protocollo sanitario per il calcio dilettantistico. Attesa interminabile che ha “partorito” il divieto di assistere dal vivo alle partite almeno fino al 7 ottobre di tutti «i campionati ufficiali che prevedono uno sviluppo continuativo su più giornate». Un provvedimento che in Veneto impone il “porte chiuse” ai tornei di Promozione, Prima e Seconda categoria (più tutti i giovanili regionali) . De Lazzari a pagina 5

Errante e Pierucci a pagina 10 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆

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