RASSEGNA STAMPA DEL 28 SETTEMBRE 2020

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28-SET-2020 Estratto da pag. 1-7

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

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LE IDEE

AUTONOMIA PRIORITARIA MA SOLTANTO NELLE PAROLE

IL COVID OSCURA MA NON ELIMINA I TANTI ALTRI MALI CHE CI AFFLIGGONO

FRANCESCO JORI MASSIMILIANO CANNATA

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L’

autonomia come la primula ros- urticanti. Per la stessa Lega, che non ne ha dicata a temi come immigrazione e sicusa: che ci sia tutti lo dicon, dove portato a casa neppure una briciola quan- rezza; neppure quando al governo ci stasia nessun lo sa. Sulla carta, il do pure era al governo con Berlusconi, e va e da protagonista. plebiscito regionale che ha ap- in posizione chiave. Lo provano anche le Occorre peraltro chiarire, in tutta onepena incoronato re Zaia, sommato alla cronache recenti: sul tanto decantato pat- stà, che l’aria che tira a palazzo non è poi “ola” referendaria di tre anni fa, dovrebbe to tra le forze di centrodestra chiesto dal dissimile dalla stessa che si respira fuori. fugare una volta per tutte il mistero. Ma Carroccio prima del voto, la narrazione Non solo nel centro-sud, ma anche in buonon sarà un reato di lesa maestà coltivare degli interessati ha mesna parte del nord, esiste quanto meno il dubbio, se oltre al clima so in risalto il capitolo anun clima che oscilla tra che si respira all’esterno si tien conto ti-inciucio, relegando ai Introdotta vent’anni fa la sostanziale indifferenin Costituzione dell’aria che tira a palazzo tra i cortigiani. margini quello sull’autoza e l’aperta ostilità: coMagari annotando che tra un anno ricorre- nomia. E anche i risultati me testimoniano le poleha visto passare rà un altro ben poco festoso anniversario, fin qui prodotti dal dialomiche e le divisioni al ridieci governi diversi il ventennale della modifica del titolo V go tra governo centrale e Ma anche nello e nessuno realizzarla guardo. della Costituzione che introduceva l’auto- governatori locali, non sostesso Veneto il tifo pro nomia differenziata per le Regioni. Rima- no ascrivibili a un qualsiaautonomia è tutt’altro sto sulla Carta, rimasto di carta, malgrado si partito, Pd o Lega che siano, ma a due che impetuoso: nel referendum di tre anda allora si siano avvicenpersone di buona volon- ni fa, 2 milioni 300 mila persone sono andate cinque legislature e tà, i ministri Bressa pri- date a manifestare un consenso plebiscitaIl sospetto è che sia dieci governi, di diverso ma e Boccia poi: parados- rio; ma un altro milione e 700mila è rimasegno politico. Così da in- un tema di minoranza salmente due di sinistra, sto a casa, segno quanto meno di totale durre il sospetto che a lima senza grandi consen- estraneità. Forse allora sarebbe il caso, in politica vello nazionale l’autonosi al riguardo in casa lo- per i paladini dell’autonomia, di spendecome nella pubblica mia rimanga un tema di ro, anzi. E non sarà certo re qualche tonnellata di parole in meno minoranza: non solo per opinione, anche veneta in discesa il prosieguo in per la propaganda, e di impegnarsi in la politica, ma anche per Parlamento, dove l’auto- un’opera di sensibilizzazione diffusa per la cosiddetta opinione pubblica. nomia è attesa dal voto decisivo: semmai far capire il valore della riforma. Un conChe lo sia tra i partiti, sono i fatti a dimo- il modello sarà quello forche caudine. Lì fi- senso da costruire nella coscienza collettistrarlo. Succede per la sinistra, il cui Dna nalmente si vedrà chi fa sul serio e chi fino- va prima che nelle urne. Perché per vincein Italia è inguaribilmente centralista. Per ra ha bluffato: incluso Salvini, che in mate- re, la strada maestra è una sola: convincela destra, cui la sola parola provoca effetti ria non ha mai sfoggiato la stessa grinta de- re. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

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antenere saldo l’insegnamento degli anni cinquanta, quando con i primi trattati si pose con gravità l’obbiettivo di impedire altro sangue sui confini tra i paesi europei, dove intere generazioni furono reciprocamente stroncate: da allora il mondo mutò e oggi abbiamo la percezione delle instabilità mondiali che ci circondano, ma la (quasi) certezza che l’Europa è maestra di vita per i suoi cittadini, anche quando affronta un cataclisma sanitario che incombe diversamente, ma tuttora meno che altrove. Sembra finito il secolo del passaggio alla modernità: la tecnologia è entrata nella quotidianità di tutti e il pensiero evolutivo si concentra sul digitale nelle sue applicazioni. Tuttavia la attuale natura immateriale del progresso presenta infiniti pericoli per la sua specializzazione che si manifesta in scritture inadatte alla percezione collettiva. Mentre nei maggiori centri mondiali si coltiva senza limiti questo percorso, inclusi gli

l male sta nelle parole” su questa celebre affermazione di Luigi Pirandello, si troverebbe probabilmente d’accordo Bernard – Henri Lévy il cui saggio “Il virus che rende folli” (ed. La Nave di Teseo) prende le mosse dall’analisi del termine “confinamento”, parola trappola, che ha generato una girandola di equivoci, a cominciare dall’abusato esercizio del “distanziamento sociale”, che forse faremmo tutti bene a definire distanziamento fisico, facendo almeno uno sforzo lecito di neutralizzare implicazioni discriminatoria. Proprio sulla delicatezza delle parole Pier Aldo Rovatti su queste colonne si era con grande lucidità già soffermato, la questione linguistica offre lo spunto per osservare la realtà da un punto di vista diverso, spezzando la monotonia imposta dal “pensiero dominante”. “Tracciare”, “testare”, “isolare” il mantra obbligato in questi difficili mesi ha “oscurato” il celebre trinomio che ha ispirato i valori della Rivoluzione francese “Libertè, fraternitè, egalitè”. Il forzato parallelismo utilizzato dal filosofo francese (da sempre maitre à penser controcorrente) rende molto bene, per contrasto, il senso della posta in palio, in questa delicata fase in cui la pandemia ha sconvolto il nostro “essere nel mondo”, costringendoci a rivedere abitudini e stili di vita, nel contesto di città che hanno cambiato profilo. Non si può scambiare – questo il passaggio probabilmente più forte del libro – la libertà con la sicurezza sanitaria, contravvenendo ai principi di quel patto sociale costato anni di lotte e rivendicazioni: “Salvare la vita è bene, ma salvare la vita libera è ancora meglio”. Il dilemma ha una precisa formulazione: “Esiste un modo per combattere una pandemia senza cadere nella trappola dello stato di sorveglianza sanitaria? ”. L’interrogativo è destinato a rimbalzare a lungo senza risposta, a giudicare dalle tante incertezze che ci stanno accompagnando. I dati di contesto possono rendere più chiara l’analisi, a patto che sia abbia la capacità di aggiornare le nostre mappe “che hanno permesso all’umanità di vedere oltre l’orizzonte individuando le ferite più gravi”, come scrive Maurizio Molinari nel suo interessante “Atlante del mondo che cambia” (ed. Rizzoli). I punti di riferimenti che hanno segnato il secolo breve si sono, infatti, liquefatti, con il risultato che i rivolgimenti sociali in questa epoca di incertezza sono ormai dietro l’angolo. Il progressivo disimpegno degli USA riguardo alle vicende di un’Europa troppo debole e divisa, le spinte neo imperialiste di nuovi dittatori, la crisi degli organismi internazionali, di cui l’ONU è l’emblema, il dramma della fame con 25mila persone che continuano a morire ogni giorno in molte aree del mondo sono tutti aspetti che fanno ben comprendere come la “malattia” del pianeta non sia una sola. Appare perciò evidente come il Covid non sia l’unica patologia con cui dobbiamo fare i conti, perché il quadro clinico della democrazia nel mondo e lo stato di salute dei diritti dell’uomo stanno attraversando un momento non certo facile. “Siamo entrati nell’epoca dell’imprevedibilità permanente. Viviamo dentro un ossimoro” ha commentato lo scrittore argentino Martin Caparros. Per uscirne conviene seguire il consiglio del filosofo e mantenere il grand’angolo, nell’osservazione delle principali fenomenologie del cambiamento. Solo alla condizione di esercitare il pensiero critico con apertura e libertà di giudizio potremo venire fuori dal buio della notte dentro cui ci siamo cacciati. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

BAUHAUS EUROPA FUTURA VENEZIA È UNA SEDE IDEALE GIULIANO SEGRE

impianti militari, in Europa va crescendo la percezione della necessità primaria di riportare all’utilità sociale gli sviluppi del progresso. Il 16 settembre scorso la Presidente von der Leyen se ne è data carico nel messaggio sullo Stato dell’Unione, dedicato alla sostenibilità per l’ambiente e alla cultura per l’uomo. Su questi due piani deve agire il sistema di recupero e rilancio dell’Europa. I fondi sono disponibili in misura consistente nel programma NextGenerationEU: ora si tratta di sviluppare il progetto con coerenza. Nelle pa-

role stesse della presidente compare una strategia praticabile: costruiremo una nuova Bauhaus, uno spazio creativo comune nel quale “architetti, artisti, studenti, ingegneri e designer” lavorino insieme per la nuova Europa. Qui non vi sono fantasie, né proposte la cui realizzazione dipenda da altri: la nuova Europa “lo farà questo percorso”, perché lo conosce. La promessa della von der Leyen riprende un momento straordinario di cento anni fa: la elaborazione a più mani di una sorte di arte applicata, anche alla vita quotidiana, in un

contesto collaborativo fra tecnologia e cultura. Richiede però che questa avventura non si chiuda fra le mura di un luogo, ma sia anch’essa circolare: è necessario un fare diffuso e ben sostenuto dagli Stati; non un singolo “capannone” operativo come fu la Staatliches Bauhaus. Se poi è tuttavia necessario un luogo primario, la scelta non è facile: allora fu inizialmente Weimar. Oggi per un centro urbano a spinta europea, esclusi i grandi contesti delle città capitali, le ipotesi non possono essere molte. Tecnologia e cultura sono un binomio raro se espressi in dimensione internazionale. Venezia è uno di questi luoghi: allora era da poco non più austriaca ora è aperta al mondo con attività utilmente allocabili al progetto Bauhaus Europa futura. Ma non è Venezia che deve candidarsi, è l’Europa che deve geo-localizzare la proposta di un progetto di vita nuova, che possa essere compreso da tutti i suoi 450 milioni di abitanti. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

Il dopo elezioni pedemontana veneta

«Alluminio nei capelli di chi vive a Malo»

La galleria di Malo MALO

ALBINO SALMASO

Ci sono tracce di ferro e alluminio nei capelli di 14 residenti dell’area della Pedemontana, dove si sta scavando il tunnel della galleria di Malo. La località Vallugana è da un paio d’anni al centro di un contenzioso tra il comitato locale e la Sis, che sta costruendo la superstrada: Polvere, rumore assordante con esplosioni giorno e notte e ora anche la presenza di metalli nei capelli. A sollevare il caso con un esposto alla procura di Vicenza sono stati gli avvocati Giorgio Destro e Serena Pomaro, che tutelano i residenti della località Vallugana di Malo, insieme alla neoeletta in regione Cristina Guarda. Ieri l’ingegnere Elisabetta Pellegrini , ha replicato con una lunghissima nota in cui spiega che «alla Regione non è stato comunicato nulla in merito. Senza sollecitazioni dirette, diversamente da quanto affermato, i controlli ambientali su Pedemontana si fanno anche in contraddittorio tramite di Arpav. Il piano di monitoraggio ambientale della Pedemontana è decisa in sede di valutazione di impatto ambientale. In questo caso il piano con il tipo di analisi e i monitoraggi da effettuare, prima della costruzione, durante il cantiere e dopo tre anni, lo ha deciso il ministero dell'ambiente con la Via». —

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Il consiglio regionale straordinario sulla Marmolada nel 2018 per difendere i confini dalle pretese di Trento. A destra in senso orario Bisato, Tonella, Possamai e Camani del Pd

Il centrosinistra scommette su Lorenzoni “portavoce” Rinviate le dimissioni del segretario dem Bisato: l’assemblea dopo i ballottaggi A palazzo Ferro Fini il Pd decide il capogruppo e il vicepresidente dell’aula PADOVA

Le dimissioni di Alessandro Bisato, che ha portato il Pd alla disfatta con il minimo storico del 12%, non verranno discusse il 3 ottobre ma slittano di almeno una settimana. Ieri il segretario regionale ha preso atto che domenica prossima si torna alle urne per i ballottaggi a Castelfranco e Portogruaro dove il centrosinistra spera di giocare fino in fondo la sua partita senza essere umiliato. SCAMBIO DI TELEFONATE

Dopo una breve telefonata con il presidente dem Giovanni Tonella, c’è stato il via libera per spostare il dibattito sull’esito elettorale verso metà ottobre, con la speranza che nel frattempo maturi una leadership nuova e autorevole. Meglio tardi che mai. Lo shock per il responso delle urne ha

mandato in tilt il gruppo dirigente, che ora corregge la rotta. Paolo Giaretta, uno dei padri del Pd, commenta con amarezza che scordare la data del ballottaggio è il segnale più drammatico della perdita di contatto con la realtà, mentre l’area Zingaretti con Camani, Naccarato e Ruzzante il 30 settembre ha organizzato un dibattito con il politologo Almagisti per capire le ragioni profonde del plebiscito di Zaia. L’obiettivo è riorganizzare il Pd per evitare che scompaia come il M5s e oggi a Palazzo Ferro Fini i 9 consiglieri regionali si sono dati appuntamento per scegliere il capogruppo.

Ce la farà il centrosinistra a coprire tutte queste caselle o dovrà passare la mano? La domanda gira tra i banchi del centrodestra che non fa mistero di pensare di modificare il regolamento per prendere atto dei mutati rapporti di forza. La lista Zaia ha 24 eletti, la Lega di Salvini 9 come tutto il centrosinistra con il Pd che è il terzo gruppo con 6 rappresentanti. Poi c’è FdI con 5 poltrone. A mettere fine a tutti gli equivoci ci pensa Roberto Ciambetti, presidente in carica: i posti che spettano alla minoranza sono sacri, lo dice il regolamento, non è questione di 9 o 11.

LE POLTRONE DA ASSEGNARE

IL PORTAVOCE DEGLI SCONFITTI

Ci sono altri due ruoli autorevoli da assegnare: la vicepresidenza dell’assemblea legislativa e la guida della IV commissione di verifica e controllo.

La vera novità si chiama “portavoce dell’opposizione” previsto all’articolo 47, comma h, dello statuto. Una figura voluta da Carlo Alberto Tesserin e

Le biografie dei 41 eletti del centrodestra al vaglio del presidente A Venezia torna Corsi che ha dovuto risarcire le famiglie sinti

La condanna di Polato blocca FdI Zaia fa l’esame alla squadra GLI IMPRESENTABILI

C

i sarà Matteo Salvini domani a incontrare i 34 consiglieri di Lega e lista Zaia, ma nella squadra dei 41 eletti del centrodestra ci sono personaggi dalla lingua sciolta e qualche piccolo precedente penale

che non risulta nel casellario giudiziario perché le sentenze non sono definitive. Il caso che più fa discutere riguarda Daniele Polato, assessore alla sicurezza a Verona con il sindaco Sboarina, che nel 2019 ha lasciato FI per Fratelli d’Italia. A dicembre è stato condannato a un anno con la sospensione condizionale della pena

«attestando falsamente di aver accertato personalmente l’identità dei firmatari»: l’obiettivo era far partecipare alle regionali del 2015 la lista di Forza Nuova. Si è difeso sostenendo l’ideale della “democrazia partecipativa” e ha presentato ricorso in appello. Il 20 settembre ha raccolto 10.783 preferenze e contende ad Ele-

ARTURO LORENZONI HA RACCOLTO IL 16 PER CENTO DEI VOTI ALLE ULTIME ELEZIONI REGIONALI

Ciambetti assicura: i posti assegnati per statuto ai consiglieri della minoranza non si toccano, non è questione di 9 o 11 na Donazzan il posto in giunta regionale. A deciderà sarà Zaia che su queste vicende ha il pugno di ferro. Valga per tutti l’esclusione di Barbisan, Forcolin e Montagnoli della liste per aver chiesto i 600 euro del bonus Inps. A Palazzo ferro Fini ritorna anche il veronese Enrico Corsi, rieletto con la lista di Salvini grazie a 3.778 preferenze: nel 2008 è stato condannato a 2 mesi per propaganda razzista e al risarcimento danni ad alcune famiglie di sinti. Con un gruppo aveva diffuso volantini con frase ritenute razziste. Con loro c’era pure Flavio Tosi poi sindaco di Verona e segretario regionale della Lega, espulso da Salvini. Nella biografia di Gabriele Michieletto (Lista Zaia, 3.221

mai decollata per la frammentazione delle minoranze tra Pd, M5s, lista Tosi e transfughi delle civiche con il record di 14 gruppi e relativi assetti organizzativi e un budget di 500 mila euro l’anno per l’attività istituzionale. IL RUOLO DI LORENZONI

Con il bipolarismo perfetto stile anglosassone, quel ruolo spetta di diritto al professor Arturo Lorenzoni che però ha già bisticciato con il Pd, accusandolo di averlo lasciato solo nella sfida contro Zaia. In realtà il Covid ha costretto alla quarantena il candidato presidente del centrosinistra che ha disertato tutti gli incontri delle ultime due settimane. Peggio di così non poteva andare. Il portavoce dell’opposizione, se verrà nominato, ha diritto a partecipare alla conferenza dei presidenti dei gruppi senza però interferire con la loro autonomia organizzativa. In altre parole è probabile che vengano creati 3 gruppi oltre alla figura del portavoce: Partito democratico, Veneto che vogliamo con Elena Ostanel ed Europa Verde con Cristina Guarda. Il nodo verrà sciolto oggi. Lorenzoni speaker metterà tutti d’accordo o finirà nel Gruppo Misto? —

DANIELE POLATO ELETTO CON 10.783 PREFERENZE CONTENDE IL POSTO A DONAZZAN

Centenaro ha aggredito Canella a una sagra e dopo 3 mesi di sospensione dal partito è stato eletto in consiglio

preferenze), risalta un messaggio su Facebook per dileggiare il ministro del governo Letta Cècile Kyenge in sintonia con il pensiero di Calderoli. La Kyenge è un medico e ha fatto la volontaria a Padova durante le elezioni per garantire il voto ai malati di Covid. C’è poi la storia di Giulio Centenaro, eletto con la lista Zaia a Padova, sospeso nel 2017 per aver aggredito in una sagra Daniele Canella, oggi sindaco di San Giorgio delle Pertiche. Una litigata tra leghisti per rivalità di territorio. Finì con tre mesi di sospensione per entrambi dal partito. Canella è stato escluso dalle politiche 2018, Centenaro con 4.135 preferenze è a palazzo Ferro Fini. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Lunedì 28 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Il virus, i fronti aperti

«Anziani “reclusi”, serve una svolta» Enrico Brizioli, Ad del gruppo che gestisce la Rsa di Favaro `«Comprendiamo la sofferenza di ospiti delle strutture interviene su uno dei temi più delicati legati alla pandemia e familiari, valutiamo nuove modalità per favorire gli incontri»

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L’EMERGENZA MESTRE Anziani “reclusi” nelle case di riposo per evitare contatti con il virus. Familiari arrabbiati perché non possono andare a trovare i propri cari e tante lettere, appelli a Ulss e Regione in cui si chiede di risolvere la situazione. «Per gli ospiti delle Rsa, vivere, è diventata una pesante disperazione senza fine». Si leggono queste parole nella lettera aperta scritta a metà settembre da un gruppo di familiari di ospiti della residenza per anziani Anni Azzurri di Favaro. Destinatari il presidente del Veneto Luca Zaia e il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben. Le famiglie denunciavano il fatto di non aver mai potuto accedere all’interno della struttura, ma solo nel giardino, dove da luglio, muniti di mascherine e separati da un plexiglass che li colloca a tre metri di distanza, possono incontrare i propri cari per mezz’ora 2 volte alla settimana.

APPELLO ACCOLTO Parole che a quanto pare non sono rimaste inascoltate dal momento che Enrico Brizioli, amministratore delegato di Kos Care, il gruppo che gestisce anche la residenza assistenziale di Favaro, ha deciso di dare una risposta. «Abbiamo letto l’appello dei parenti dei nostri ospiti per le difficoltà che stanno vivendo a causa delle limitazioni a visite e contatti con i loro cari, restrizioni motivate dalla necessità di tutelare la loro salute e dettate dalla normativa vigente. Siamo vicini a loro in questo momento e comprendiamo pienamente la sofferenza che stanno vivendo». Parole di solidarietà, dunque, ma quali soluzioni si possono trovare per rendere meno amara la vita a ospiti e familiari?. «Questa pandemia ci sta forzando verso la ricerca di un nuovo equilibrio nella definizione del mandato stesso delle strutture

per anziani e dei rapporti tra Aziende Sanitarie, erogatori, ospiti e familiari», risponde Brizioli. Le Residenze, compresa quella di Favaro, nascono per perseguire essenzialmente due scopi: supportare le famiglie e garantire agli ospiti la migliore qualità di vita possibile. «Ma perché questo percorso virtuoso si verifichi le strutture devono essere aperte, sia alle famiglie per garantire lo scambio emotivo sia al territorio per garantire una continuità di stimoli di vita vissuta agli ospiti - prosegue l’amministratore delegato di Kos Care - Il Covid ha messo in crisi questo modello. Apertura al territorio, se da un lato significa continuità vitale e il mantenimento dei legami affettivi, dall’altro significa esposizione al virus e quindi rischio per la salute e la sopravvivenza degli ospiti delle residenze, persone non semplicemente anziane, ma molto spesso non autosufficienti con una salute molto fragile e diverse patologie concomitanti».

A DISTANZA La “Anni azzurri” di Favaro. Sotto una manifestazione dei familiari degli ospiti a Marghera. Nel tondo Enrico Brizioli

3.702, in pratica ci sono stati 223 nuovi positivi in sette giorni. Di pari passo anche l’aumento degli attualmente positivi, arrivati ieri sera a 513: erano 415 domenica scorsa, 98 in meno. C’è da dire che sono aumentati, seppur in maniera molto più lieve, anche i negativizzati virologici, cioè i guariti passati dai 2.959 del 20 settembre ai 3.083 di ieri. La settimana si è chiusa ieri, poi, con 27 persone ricoverate in ospedale, quattro delle quali in Terapia intensiva, numero, questo, più alto da fine maggio. Nessun decesso nelle ultime ventiquattr’ore: il totale è 329. In isolamento 1.508 persone. (n.mun.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Altri 36 contagi in una sola giornata Più di 3.900 casi, oltre 500 i positivi

EQUILIBRI PRECARI Ma non è tutto, il contesto infatti è complesso, delicato ed in ballo ci sono pure le indagini in corso da parte della magistratura. «Trovare un nuovo equilibrio è un compito molto difficile con cui le autorità sanitarie si sono misurate e si misurano continuamente nella definizione delle norme e delle indicazioni operative più efficaci, con l’obiettivo di contemperare la necessità di tutelare la salute degli ospiti e le esigenze affettive loro e delle loro famiglie spiega Enrico Brizioli - Da parte nostra, ci stiamo impegnando per trovare nuove modalità e

strumenti per favorire questi incontri, garantendone la massima sicurezza». Infine una proposta e un’apertura alla speranza: «Auspico che sia possibile far convergere le energie di tutti in un dibattito aperto, non solo veneto ma nazionale, con l’obiettivo di trovare un nuovo equilibrio fatto di nuove soluzioni gestionali, nuove modalità di erogazione dei servizi, nuove sensibilità nella gestione degli spazi e delle relazioni per garantire veramente la miglior qualità di vita possibile ai nostri grandi anziani». Soluzioni che, quindi, per Brizioli, devono essere trovate non per una singola struttura, ma aprendo una sorta di tavolo di trattativa a livello nazionale in cui vengono elaborati progetti e idee per garantire il bene comune, gli interessi di tutti, familiari, operatori e, soprattutto, degli anziani. Enrico Galeazzo

Il bilancio sanitario

«VA MIGLIORATA LA QUALITA’ DELLA VITA DEGLI ANZIANI IN TEMPI DI COVID, SAREBBE UTILE UN CONFRONTO A LIVELLO NAZIONALE»

VENEZIA Oltre quota 3.900. E, poi, oltre quota 500. Sono il numero, rispettivamente, dei casi assoluti nel Veneziano dall’inizio della pandemia (l’1.30 del 22 febbraio scorso) e delle persone attualmente positive al coronavirus alle 17 di ieri. A voler essere precisi, nell’arco di tempo fotografato dal bollettino di Azienda Zero - ovvero tra le 17 di sabato e le 17 di ieri - ci sono stati 36 nuovi casi, che portano il totale a 3.925 positività: un numero enorme, raggiunto in sette mesi e che ha subito un’accelerata decisiva in queste ultime settimane. Una settimana fa, sempre con il bollettino pomeridiano di Azienda Zero, i casi erano

Uno studente positivo al liceo “Bruno” Tamponi ok per compagni e professori NUOVO ALLARME MESTRE Un caso di Covid anche al liceo scientifico Bruno della Bissuola. L’allarme è scattato lunedì della scorsa settimana quando la famiglia di uno studente ha avvisato la coordinatrice di classe che il ragazzo sarebbe stato a casa perché malato, con i sintomi tipici che facevano sospettare il contagio. L’esito del tampone eseguito mercoledì ha poi confermato la positività per cui è scattata la quarantena. Dal canto suo la scuola ha attivato tempestivamente il protocollo per la gestione del caso, lasciando a casa tutti i compagni di classe nella giornata di giovedì e inviandoli ad effettuare il tampone. Si sono aggiunti anche i quattro docenti incaricati della distribuzione delle mascherine. «Ho subito contattato la dottoressa Bernadetta De Caprio, coordinatrice del Team Covid dell’Ulss, che ringrazio per la grande collaborazione – spie-

ga la preside Michela Michieletto – Nel giro di appena mezzora sono arrivati gli esiti, tutti negativi. Questo ci ha permesso di riammettere la classe in aula già sabato». Il ragazzo risultato positivo da oggi seguirà la didattica a distanza tramite il suo computer. Potrà ricongiungersi ai compagni quando avrà due tamponi consecutivi negativi.

OTTIMA COLLABORAZIONE «Le indicazioni su come intervenire sono chiare e la collaborazione con il Team Covid permette di gestire nel migliore dei modi le situazioni – osserva Michieletto che dirige anche il classico Franchetti e il comprensivo

INTANTO MOLTI GENITORI SI DICONO PERPLESSI SULLE PROCEDURE: «BASTA UN RAFFREDDORE DEI RAGAZZI PERCHE’ STIANO A CASA GIORNI»

Spallanzani – È chiaro che bisogna stare all’allerta e pronti a fare subito quanto necessario, ma il personale è formato al meglio e c’è la serenità di sapere come agire prontamente affinché non insorgano grossi problemi». Sul rapporto tra scuole ed emergenza Covid nei giorni scorsi l’Ulss 3 Serenissima aveva fatto il punto della situazione, spiegando che dal giorno della ripresa delle lezioni, il 14 settembre, sono stati eseguiti 1.670 tamponi prescritti dai medici su bambini e ragazzi sintomatici: sono emerse 13 positività più altre tre che riguardano operatori scolastici, coinvolgendo in tutto 16 scuole, diventate 17 a seguito delle indagini epidemiologiche sui contatti stretti che hanno permesso di rilevare un’altra positività. I medici di medicina generale e i pediatri secondo le Ulss dovrebbero svolgere un ruolo “filtro” sulla scelta di fare o meno il tampone a un bambino o un ragazzo che presenta anche solo un minimo sintomo.

GENITORI PERPLESSI Ma i genitori hanno molte perplessità. «Nel dubbio – racconta una mamma – nessun pediatra si prende la responsabilità di rimandare un bambino a scuola. Così, di fatto, basta un banale raffreddore di stagione per spedire tutti a fare il tampone, perdendo come minimo tre-quattro giorni di scuola. In attesa dell’esito, i genitori sono costretti a rimanere a casa e devono prendere permesso, perché la normativa non prevede la malattia, come invece nel caso della quarantena per positività acclarata». «Inoltre – prosegue – c’è il tema della certificazione per la riammissione, che spetterebbe al pediatra, ma nel fine settimana parrebbe delegata ai medici della continuità assistenziale. Non c’è chiarezza. La speranza è che si trovi un sistema più rapido per agevolare la frequenza a scuola e lo svolgimento del lavoro dei genitori che rischiano di essere penalizzati dalle lungaggini della procedura». Peraltro, in alcune chat e

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LICEO DI MESTRE L’ingresso dell’istituto dove si è registrato il caso

passaparola, inizia a emergere qualche genitore che piuttosto ipotizza soluzioni di fortuna del tipo «al prossimo raffreddore lo tengo a casa con la baby sitter o i nonni e non avviso le autorità competenti», il che – va chiarito

– è un reato. Il tampone ad esito rapidissimo taglierebbe la testa al toro dal punto di vista clinico e scongiurerebbe anche questo rischio. Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Belluno

Lunedì 28 Settembre 2020 www.gazzettino.it

«Capitale dello sci, senza Nevegal addio anche all’etichetta» I Maestri di sci inaugurano la Sala De Luca e si interrogano sul futuro del Colle in cui molti veneti hanno imparato a sciare

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LA CONCOMITANZA BELLUNO Quasi una beffa. Da

una parte sale il “de profundis” al Nevegàl, con la chiusura della stagione invernale all’orizzonte perché mancano gli impianti di risalita. Dall’altra c’è la bella notizia, portata con orgoglio dal presidente regionale dei Maestri di sci, Luigi Borgo: la ex Sala De Luca, a Borgo Pra, il 10 ottobre, aprirà le sue porte come nuova sede veneta dei Maestri di sci. «Belluno è percepita da noi come la capitale, lo dimostra la scelta operata un anno fa di far partire il cantiere che ha trasformato l’edificio, che era una falegnameria, nella casa di 1500 maestri, di cui 1000 bellunesi. Non è un caso, insomma, che qui a Belluno, città ai piedi del Nevegàl, abbiamo creato la base istituzionale dello sci veneto». Per lui, insomma, se Verona coincide con opera lirica e Treviso con prosecco, il binomio Belluno-Nevegàl significa neve, sci e scuola che insegna a muovere i primi “passi” ai bambini di tutto il Veneto.

IL TAGLIO DEL NASTRO La betoniera è ancora là, nel giardino. In realtà mancano solo le rifiniture, ma ci siamo. Quella che era un luogo di conferenze noto a tutti i bellunesi, dopo i lavori di restyling iniziati il 21 luglio, cambia insegna: lo storico edifico in riva al torrente Ardo diventa il punto di riferimento dei Maestri di sci del Veneto. E sarà la piazzetta dedicata a San Lucano, a Borgo Pra, a fare da cornice alla festa di 1500 maestri, di cui 1000 bellunesi. Qui si terrà il taglio del nastro, tra autorità e tutti i cittadini che vorranno stringersi intorno ai maestri. Quindi calici alzati e la visita guidata, in ottica sicurezza, all’edificio di 500 metri quadri acquistato dai Maestri dagli eredi del mecenate bellunese Francesco De Luca. Nella ex “Sala

De Luca” si entrerà a gruppi, accompagnati dai consiglieri del Collegio dei Maestri di sci, dai consiglieri dell’Associazione Maestri di sci, dai direttori della Scuole di sci. Se lo sguardo è al futuro, non ci si dimentica del passato: «Ecco che abbiamo stampato molte copie

PRESIDENTE REGIONALE Luigi Borgo

L’APPUNTAMENTO È PER IL 10 OTTOBRE: LA NUOVA SEDE OSPITERÀ LA CATEGORIA DELL’INTERA REGIONE

di un opuscolo che ripercorre la storia del fabbricato – precisa Borgo, vicentino di Valdagno – e consegneremo un portachiavi che vuole essere simbolico, come dire che ognuno ne ha idealmente le chiavi». Gli inviti sono stati spediti. A sportivi, amministratori, rappresentanti delle istituzioni. Un nome è sicuro: «Ci ha già confermato la sua presenza il presidente nazionale dei Maestri di sci, il valdostano Giuseppe Cuc». Chissà, poi, chi risponderà all’invito. Il governatore Luca Zaia? Il presidente della Provincia, Roberto Padrin? Il sindaco di Belluno (in questi giorni sotto attacco per una lenta gestione del “caso Nevegàl”), Jacopo Massaro? Intanto una cordata di imprenditori sta lanciando un ultima ancora di salvezza. «Per questo il Collegio dei maestri del Veneto vuole ancora credere nella soluzione che farà riaprire gli impianti, noi a collaborare ci siamo», conclude Borgo, ricordando che ogni inverno sono 5000 i bambini e i ragazzi che, anche grazie ai corsi organizzati dagli istituti scolastici, iniziano sulle piste del Colle a mettersi ai piedi sci e scarponi. Daniela De Donà © RIPRODUZIONE RISERVATA

EX SALA DE LUCA La nuova sede regionale dei maestri di sci

TUTTO FERMO Il pericolo che non parta la stagione invernale ora è molto concreto

Impianti di risalita è scontro Prade: «Serviva chiarezza» LA POLEMICA BELLUNO Continua a destare

scalpore, in città, la notizia che gli impianti di risalita del Nevegàl rimarranno fermi anche quest’inverno, nonostante ci siano dei soggetti che si erano detti pronti a gestirli, una volta che Palazzo Rosso li avesse acquisiti da Alpe del Nevegàl. Gli operatori del Colle hanno chiesto le dimissioni del sindaco, i consiglieri di minoranza assistono invece ad una debalce politica «di un’amministrazione che ha fallito in otto anni di inerzia e demagogia», utilizzando un’espressione di Francesco Pingitore (Patto belluno Dolomiti). «Questa squadra di governo avrebbe dovuto essere chiara fin dal principio – sbotta Paolo Gamba – dicendo che non le interessava la stagione invernale e che avrebbe puntato sull’estate». Il consigliere di Belluno è di tutti, già assessore sotto l’amministrazione di Antonio Prade, fa un passaggio in più. «La genesi di questa vicenda parte dalla decisione del sindaco Jacopo Massaro di non aver portato avanti il progetto Abitare il Nevegàl e di aver fatto fallire la Nis».

PROGETTO ABBANDONATO Un progetto che si incentrava, in primis sulla scuola alberghiera svizzera del turismo “Swiss Hotel Management School”, ma che si completava con altre attività specificatamente individuate per dare una precisa e stabile identità frazionale (polo urbano) a tutta la zona del Nevegàl. «Pazienza se a Massaro non piaceva Abitare il Nevegàl, se almeno avesse pensato a qualcosa si strutturato. Non ha tenuto buono nemmeno ciò che ora sarebbe disposto a rifare, per esempio il Parco Avventura, per il quale afferma di voler avviare un bando per identificare un soggetto privato. Ci vuole una visione più larga sul Nevegàl, non idee qua e là», conclude il consigliere Gamba. Il collega del Patto Belluno Dolomiti sposta la vicenda sul pia-

«QUESTA SQUADRA DI GOVERNO DOVEVA SPIEGARE FIN DA SUBITO CHE L’INVERNO NON GLI INTERESSAVA»

no politico: «Il Pd vuole fare un’alleanza con chi ha immobilizzato la città, ovvero questa amministrazione. A me non interessa fare una mozione di sfiducia perché sarebbe una bolla di sapone. Ora più che mai serve riunire il centro destra. Se penso ad Abitare il Nevegàl mi mangio le dita, e pensare che non avevamo Unifarco pronto a sostenerci, quella volta».

LE TURBOLENZE Evidentemente non tutto il Pd sta dalla parte di Massaro. Quinto Piol, che fa parte del Circolo castionese del Pd, con delega al Nevegàl affida il suo commento sui social: «In effetti otto anni sono stati troppo pochi per risolvere la questione. Una storia indecente», ricordando come «ora un progetto strategico quadro c’è, elaborato da tutti i soggetti interessati (pubblici e privati) frutto del lavoro partecipato di circa un anno. Si chiama #progettanevegaldomani. È stato fatto proprio pure dalla amministrazione comunale ma, di fatto viene “serenamente”, ignorato come si usa fare tante volte in questi tempi». Federica Fant © RIPRODUZIONE RISERVATA

Assalto all’osteria al Ponte: bottino magro ma danni ingenti `Buttata giù a spallate qualcosa sarebbe successo a bre-

la porta, ladri in fuga con pochi spiccioli IL COLPO BELLUNO Una, due, tre spallate e la

porta si è aperta. Nessun problema con l’allarme, era fatalmente spento, e il fondo cassa a facile portata di mano ha permesso di terminare il tutto in pochi minuti. Dopo le 4, prima delle 6.30. Nel buco tra il passaggio del vigilante della Secur Italia e l’arrivo della madre per le pulizie della domenica mattina, qualcuno ha rubato il fondo cassa a Massimo Bortoluzzi dell’Osteria al Ponte a Borgo Pra. E’ stato un risveglio pesante, reso ancora più difficile dal rimorso di essersi dimenticati, proprio sabato sera, di attivare l’allarme. «Me lo sentivo che

ve – ripeteva ieri -. Proprio pochi giorni fa ragionavo con amici e mi ero reso conto di come, in dieci anni di gestione del locale, non avessi mai avuto eventi particolarmente spiacevoli. Me la sono chiamata, si dice in questi casi, no?». Fato, sfortuna o caso, fatto sta che oggi la porta è rappezzata con chiodi e fascette perché dopo le spallate dei malviventi non si chiude più. Nei prossimi giorni la sostituirà con una più solida, a prova di ladri. «Io e mia moglie Silvia abbiamo chiuso il locale all’1.15 sabato sera – racconta -, eravamo stanchi e ci siamo dimenticati di innescare l’allarme collegato a MondialPol. Lo inseriamo sempre, è stato davvero un caso. Alle 6.30 di ieri mattina, ancora dormivo, mia madre mi ha chiamato per chiedermi se avessi lasciato la porta aperta la sera prima, mi è venuto il dubbio, ho iniziato a pensarci e alla

SCASSINATA La porta è stata divelta con alcune spallate

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fine sono andato lì a vedere». La madre di Bortoluzzi da una mano nelle pulizie la domenica mattina, arriva al locale alle 6.30 circa. Così ha fatto anche ieri, perciò è stata la prima a scoprire la porta aperta ma con i giri di chiave effettuati. In un primo momento ha pensato alla sbadataggine del figlio che, stanco, poteva aver infilato la chiave nella serratura e aver girato per chiudere ma senza accostare la porta. Poi, con il passare delle ore tutto si è fatto più chiaro. «Una parte della porta aveva il legno rotto, controllando bene abbiamo capito come non avessero forzato nulla ma spinto – spiega l’oste -, è una porta vecchia, con un paio di spallate in effetti poteva aprirsi». Una volta raggiunto l’interno i malviventi si sono limitati a rubare il fondo cassa, 150 euro in banconote e una cinquantina di euro in monete da 1, 2 euro e da 0,50 centesimi. I pezzi più picco-

li no, li hanno lasciati lì e non si sono spinti a cercare altro. Per questo oggi Bortoluzzi ha ristretto il cerchio dei possibili responsabili. «Non sono ex dipendenti e non sono clienti del locale – spiega -, perché chi frequenta il posto vede dove metto la moneta, ci sono rotolini di monete dal valore anche di 150 euro. Inoltre non hanno preso con sé nemmeno il barattolo con le mance, dove oltre alla moneta c’è anche qualche pezzo da dieci euro». Al loro posto anche il tablet, il computer e le bottiglie di alcolici, i ladri si sono limitati ad arraffare quanto trovato in cassa e poi sono scappati via veloci. In mattinata è stata sporta denuncia alla polizia che, nei prossimi giorni si servirà anche dei filmati di un paio di telecamere private presenti in zona per riuscire a risalire ai responsabili. Alessia Trentin © RIPRODUZIONE RISERVATA


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San Donà

Lunedì 28 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Fiera Rosario ridimensionata ma con tanti eventi in centro

Cattai, il ricordo del Governatore «Un esempio» `In tanti si sono

uniti al cordoglio per l’imprenditore JESOLO

Quest’anno niente Campionaria e niente mercato straordinario ma non sarà il vuoto

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SAN DONÀ Quella di quest’anno sarà un’edizione in versione ridotta della Fiera del Rosario: niente Campionaria in via Pralungo, niente mercato straordinario in centro, e niente luna park. Il sindaco Andrea Cereser ha spiegato che al posto della fiera il Comune promuoverà i giorni “dea Maramacoea” con alcune iniziative limitate. Da sabato 3 a lunedì 5 ottobre in piazza Indipendenza si svolgerà il mercatino dell’antiquariato, la zona pedonale di corso Trentin ospiterà il mercato agricolo a km 0; lunedì si terrà il consueto mercato cittadino in piazza Rizzo, esteso fino alle 19. Alcune strade del centro saranno chiuse al traffico. In due aree, inoltre, saranno allestiti due palchi con musica e intrattenimento per grandi e piccoli a cura di Confcommercio. Si tratta di un aiuto fornito dall’associazione dei commercianti alle attività del centro: alcune per l’occasione si presenteranno con un plateatico allargato rispetto al solito per dare ai cittadini la possibilità di vivere, almeno in parte, l’atmosfera della fiera. Al calendario è stato dato il nome di “Le fiere”.

IN PIAZZA INDIPENDENZA RASSEGNA ANTIQUARIATO, IN CORSO TRENTIN IL MERCATO AGRICOLO “MINI–AREA PEDONALE” CON PLATEATICI ALLARGATI

Diversi gli appuntamenti che si terranno nella corte interna del centro culturale Da Vinci, dedicata a spettacoli per bambini e adulti (in totale una cinquantina di posti), e nella piazzetta a fianco del teatro Astra, in via Ancillotto, la stessa dove è stata realizzata la rassegna cinematografica con proiezioni sul muro del teatro.

SOSTEGNO ALLE ATTIVITÀ «L’emergenza e la necessità di non abbassare la guardia hanno spinto il sindaco Cereser a sospendere l’appuntamento storico che di regola attrae migliaia di persone, dando un grande contributo all’economia di San Donà – spiega il presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo, Angelo Faloppa – la nostra associazione non ha potuto organizzare l’altro evento dedicato alle aziende con la Campionaria d’autunno nei capannoni di via Pralungo. Però abbiamo trovato un modo per non abbandonare il centro e aiutare le attività». «Non è la soluzione all’annullamento di questa edizione della Fiera del Rosario – precisa il delegato comunale Confcommercio, Luigino Fontanello – ma si tratta di un modo per stare vicino ai commercianti e ai cittadini. La prudenza e il rispetto delle regole sono necessari nei nostri comportamenti, senza però abbandonare le esigenze di tutti, del commercio quanto dei cittadini. E ancora una volta Confcommercio si è dimostrata vicina alla città, al centro, tenendo fede al suo modo di fare, sempre nel rispetto delle regole, per la sicurezza di tutti». Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

FIERA DEL ROSARIO Nonostante i “tagli”, si terranno comunque vari momenti: lunedì il consueto mercato in piazza Rizzo.

Al centro Da Vinci

Show per bambini (ma non solo) Una decina gli spettacoli in calendario nella corte interna del centro culturale Da Vinci nelle tre giornate della fiera. Sabato 3 si alza il sipario con due spettacoli per bambini: alle 15.30 appuntamento con clownerie, magia e giocoleria dal titolo “Chi è di scena?” degli artigiani dello spettacolo Baramboccolo di Martellago; alle 17 si prosegue con clownerie, e magia comica “Faccia di gomma”, show dell’artista di strada Paolo Sperduti, in arte “Otto il Bassotto”. Alle 18 la commedia “Il matrimonio per forza” per la regia di Giovanni Giusto del Teatro dei Pazzi. Domenica 4 il primo spettacolo sarà alle 10.30 con “I racconti di Arnaldo”, scritti da Giuliano Bozzo, interpretati dagli “Amici di Cesco”,

accompagnati dalla fisarmonica di Luca Bonetto. Alle 15.30 il “Teatro delle Arance” presenta una lettura animata con il coinvolgimento di bambini per un breve laboratorio teatrale; seguirà, alle 17, uno show di magia a cura di Alberto Vio; alle 18.30 sarà la volta di uno spettacolo di teatro-narrazione a cura di Giovanna Digito del Teatro delle Arance, tratto da “Gigi, una famiglia e la sua storia”, racconti di Evandro Della Serra dedicati alla fiera di un tempo a San Donà. Lunedì 5, alle 10.30, è prevista una replica de “I racconti di Arnaldo” e, a seguire, due repliche alle 15.30 e alle 17 di “Airship pirate”, spettacolo surreale a cura di Enrico Moro (D.Deb.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Perdiamo una grande persona che ha dato molto alla città e al turismo in generale». Da Bibione a Rosolina è unanime il dolore e la sensazione di smarrimento per l’improvvisa scomparsa di Renato Cattai, 64 anni, storico albergatore jesolano. Da alcune stagioni Cattai gestiva l’hotel Palm Beach, da 9 anni era il presidente di Federconsorzi, ricoprendo anche il ruolo di vicepresidente regionale di Unionmare. È morto sabato pomeriggio per un arresto cardiocircolatorio, mentre stava pedalando in sella alla sua bicicletta in una strada di montagna ad Alano di Piave. Ieri pomeriggio il rientro della salma a Jesolo, con il trasferimento nella camera mortuaria di via Levantina. Ancora da fissare la data dei funerali. Una notizia terribile, che ha sconvolto tutto il mondo turistico della Regione. Per questo ieri a ricordare la sua figura è stato anche il Governatore Luca Zaia. «Se il turismo è la prima voce dell’economia del Veneto - ha detto Zaia - lo si deve al lavoro di chi, come Renato, non solo si è impegnato nell’attività di ricezione turistica con alta professionalità ma ha anche guidato le sinergie utili tra gli operatori per affermare un livello sempre più alto e competitivo delle nostre imprese. Il suo lungimirante impegno sarebbe stato sicuramente ancora ricco di stimoli e proposte». Commosso il ricordo di Alessandro Berton, jesolano e presidente regionale di Unionmare: «Renato era stimato e apprezzato - dice - per la passione che metteva nell’impegno per il bene della costa e di chi ci lavora, oltre che per la competenza e per il suo modo di porsi, sempre corretto e leale con tutti. In questi nove anni ha messo tutto sé stesso, dedi-

cando molto tempo, magari tolto alla vita personale, per portare avanti le istanze del turismo balneare. Abbiamo perso una grande persona, un grande lavoratore e un grande amico, io gli devo molto». Sentimenti condivisi anche dal precedente presidente di Unionmare Veneto, Leonardo Ranieri. «Tra le ultime battaglie condotte assieme - continua Berton ricordo quella per la forte mareggiata dello scorso inverno (che lo aveva toccato personalmente) e quella per la riorganizzazione della spiaggia nel post pandemia. È suo, a Jesolo, il progetto della filodiffusione lungo tutto l’arenile». Commossi anche il sindaco Valerio Zoggia e l’assessore al Demanio, Esterina Idra: «Non riusciamo a non pensare - sono le loro parole - al grande lavoro sviluppato negli ultimi anni da Renato per immaginare una spiaggia sicura e protetta. La città ha perso un imprenditore del turismo capace, lungimirante». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

ZAIA: «SE IN VENETO IL TURISMO È FORTE È MERITO DI PERSONE COME LUI». «COMMOSSI» ANCHE IL SINDACO E LE CATEGORIE

IL PRESIDENTE Renato Cattai

Jesolo Magica, approvata la viabilità Cambio in Consiglio comunale L’opposizione attacca: «Quando si inizia?» Mario Tonon al posto di Sensini `Firmato da Zaha Hadid

sorgerà a ridosso della rotatoria Picchi JESOLO Jesolo Magica, il Consiglio comunale approva le modifiche alla viabilità. Nuovo passo in avanti per la realizzazione dell’astronave firmata dall’archistar Zaha Hadid. Si tratta della monumentale opera architettonica firmata dal compianto architetto di origine irachena (il suo unico shopping center), destinato ad essere costruito a ridosso della rotonda Picchi. Venerdì scorso il Consiglio ha approvato le opere infrastrutturali collegate all’intervento, ovvero le modifiche alla viabilità lungo via Adriatico con la realizzazione di un sottopasso e di una nuova rotonda all’altezza di via La Bassa per separare il flusso di traffico diretto in città da quello del centro commerciale.

Con un investimento di circa 100 milioni di euro, in gran parte a carico di un fondo londinese, il progetto Jesolo Magica prevede un centro polifunzionale con negozi, ristoranti, un cinema e un’area wellness. Ed è in questo contesto che i gruppi di opposizione hanno chiesto nuove informazioni. «Gli investitori - ha spiegato il sindaco Valerio Zoggia - ci hanno riferito di essere pronti a par-

IL RENDERING L’astronave dell’archistar

tire con l’opera non appena sarà conclusa la procedura per il rilascio della Valutazione di impatto ambientale, se non ci saranno altri impedimenti i lavori potrebbero partire anche entro l’anno. Noi, come tutti, siamo in attesa del via all’intervento che ovviamente non dipendente da noi». Ciò nonostante dalle minoranze le perplessità non mancano: «Ad oggi - attacca Alberto Carli, capogruppo della Lega l’unico intervento avviato è quello nel terreno antistante all’area in cui dovrebbe sorgere Jesolo Magica, un ambito che fino a un paio di anni fa era unico e rientrava nella realizzazione del centro commerciale ma che l’amministrazione ha diviso in due consentendo la costruzione di un nuovo supermercato. Nonostante le richieste, ad oggi non sappiamo se a questo supermercato, che doveva essere un mercato per prodotti a chilometro zero, ne seguiranno altri e quando verrà davvero avviata Jesolo Magica». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

`Secondo dei non eletti pietro Zaramella, quest’ultimo

aveva racimolato 17 voti FOSSALTA Dimissioni di Massimo Sensini dal consiglio comunale di Fossalta, si apre la corsa all’avvicendamento nel ruolo di consigliere di minoranza. L’ex sindaco fossaltino, giovedì, ha presentato le proprie dimissioni (anche dalla Lega): a subentrare nel seggio doveva essere Aureliana Camata (42 preferenze) che però fa sapere di non intendere accettare l’incarico per motivi personali e di lavoro. Il successivo nome tra i non eletti, quindi, è quello di Mario Tonon (17 voti), che conferma di accettare l’incarico. Già consigliere di maggioranza nel precedente mandato, 66 anni, titolare assieme ai due fratelli di un’officina meccanica nel settore auto e moto, Tonon aveva fatto parte della lista civica “La Piave”; il gruppo fa capo a Gian-

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(dopo 10 anni come vice di Sensini) era stato candidato sindaco lo scorso anno, e ora siede sui banchi dell’opposizione nel parlamentino di Fossalta. In merito alla sua adesione politica Tonon precisa di essere «un semplice simpatizzante della Lega, non tesserato». L’insediamento di Tonon si terrà nel prossimo consiglio comunale previsto per mercoledì 30 settembre. (d. deb.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

NEO CONSIGLIERE Mario Tonon, 66 anni

Meolo Palasport e palestre riaprono per i club Dopo mesi di sospensione dovuta al Covid-19, l’assessorato allo Sport di Meolo e le associazioni sportive hanno concordato la ripresa delle attività nelle strutture comunali. La riapertura del palazzetto dello sport e delle palestre della scuola primaria e della scuola secondaria è stata fissata per oggi, lunedì. Di fronte alle direttive contro la diffusione del virus, l’amministrazione comunale ha inoltre deciso di acquistare tre termoscanner che saranno messi a disposizione dei club per misurare la temperatura di ragazzi ed atleti prima dell’accesso alle tre strutture, così da individuare potenziali casi di infezione ed adottare i necessari provvedimenti. E.Fur. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

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Virus, l’allarme

Paura alle De Amicis positivi tre alunni della stessa classe Contagiati dal Covid due compagni `Benazzi: «In isolamento anche le della bambina risultata infetta sabato maestre». Nizzetto: «Abituiamoci»

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L’ALLARME TREVISO Salgono a tre gli alunni delle scuole elementari De Amicis risultati positivi al tampone che individua il Covid. E sono tutti nella stessa classe. Dopo il caso della bambina emerso sabato mattina, ne sono stati scoperti altri due ieri. E il livello di tensione nella scuola di via Caccianiga in centro città si è alzato, le chat di classe si sono riempite di messaggi preoccupati e il telefono di Lorella Zauli, dirigente dell’istituto comprensivo “Serena” di cui le De Amicis fanno parte, non ha fatto altro che suonare per tutto il giorno. I due nuovi casi sono una diretta conseguenza del primo: alcuni genitori, in autonomia, dopo aver appreso che tra i compagni di classe dei figli c’era un caso di positività, hanno deciso di sottoporre i bambini al tampone. Da qui la scoperta.

CONTROMISURE Oggi nessun bambino della classe finita nell’occhio del ciclone tornerà a scuola, così come le maestre. Tutti in quarantena, secondo le linee guida. Gli ambienti, già sanificati a fondo come previsto dalle normative ministeriali, verranno oggi nuovamente ripuliti e messi così in sicurezza. Parallelamente ci sarà il confronto con la task force dell’Usl, che dovrà analizzare la situazione e suggerire come procedere. Il protocollo prevede

tamponi per tutti i compagni di classe, per le maestre e quarantena fino ai risultati definitivi. «In questi casi - sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2 - la prassi è ben definita: classe in quarantena, tamponi per studenti e insegnanti. Trattandosi poi di tre casi di positività nella stessa scuola, tecnicamente, stando ai protocolli, dovremmo parlare di focolaio, definizione che si utilizza da due casi in su accertati nello stesso ambiente. Il termine fa impressione, ma è solo un’espressione tecnica che vuol dire poco. Ogni situazione va poi esaminata nel suo contesto». I tempi, tra tamponi e quarantene, sono però ancora piuttosto lunghi prima di tornare a una situazione di normalità: «Speriamo nell’introduzione del tampone rapido (oggi il governatore Luca Zaia dovrebbe annunciare delle novità in merito ndr). Per la scuola sarebbe l’ideale perchè nel giro di cinque minuti possiamo sapere se una persona è positiva o negativa. E, in caso di positività, la spediamo a fare il tampone moleco-

IL DIRETTORE: «CON PIÙ DI DUE EPISODI SI PUÒ TECNICAMENTE PARLARE DI FOCOLAIO MA OGNI SITUAZIONE VA CONTESTUALIZZATA»

LE CONTROMISURE Il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi e l’assessore comunale alla Scuola Silvia Nizzetto si stanno occupando del caso di contagio scoppiato alle De Amicis

lare. Questo ci consentirebbe di evitare la quarantena di intere classi e, quindi, di bloccare il lavoro delle scuole».

COLLABORAZIONE Quella di ieri è stata una giornata particolarmente intensa anche per Silvia Nizzetto, assessore comunale alla Scuola. Il caso “De Amicis” ha monopolizzato gran parte della giornata, iniziata con una telefonata della dirigente Zauli: «Mi ha confermato i casi di positività - premette l’assessore - e l’avvio di tutta la

procedura prevista in queste situazioni. Tutto è sempre rimasto sotto controllo e la collaborazione massima. La scuola ha preso le contromisure dovute, ha isolato la classe dei positivi, avviato la pulizia dei locali e adesso attende le ulteriori indicazioni dell’Usl. I bambini positivi sono tre: uno accertato sabato e altri due trovati perché i genitori hanno voluto fare un test in autonomia. Qualcuno parla di tamponi anche alle altre classi dello stesso anno delle De Amicis ma, in realtà, non c’è al-

cuna notizia in merito. Una decisione del genere può prenderla solo l’Usl, che si occuperà del caso a partire da domani (oggi ndr)». Nizzetto si è premurata, più di ogni altra cosa, di stemperare eventuali timori ingiustificati: «Il servizio sanitario fun-

TENSIONE L’ingresso delle scuole elementari De Amicis, dove tre alunni della stessa classe sono stati trovati positivi al test per il Covid.

Il quadro Le contromisure al vaglio

Test rapidi, contagi e isolamenti ecco il piano dell’Usl per le scuole I PUNTI TREVISO Il coronavirus sta mettendo a dura prova le scuole. Ad oggi nella Marca sono in quarantena 372 bambini e ragazzi, più altre 26 persone tra insegnanti e personale scolastico. L’ultimo isolamento, in ordine di tempo, è quello alle elementari De Amicis in centro città.

TAMPONI E ISOLAMENTI Che test vengono usati oggi? Quando scatta la quarantena dell’intera classe? Al momento i controlli sui casi sospetti in ambito scolastico possono essere eseguiti solo con il tampone tradizionale processato in biologia molecolare. E’ il gold standard: l’esito arriva generalmente in un paio di giorni, ma è certo. Quando viene confermata la positività di un alunno, scatta la quarantena per l’intera classe che ha frequentato

nei giorni precedenti. Di seguito interviene la task force dell’Usl, chiamata a contattare tutte le persone coinvolte e a organizzare i tamponi di controllo. Il rientro a scuola è consentito solo quando i test danno esito negativo. Ci possono essere casi di positività senza l’isolamento della classe? Si. Quando la carica virale riscontrata nella persona colpita dal Covid-19 è estremamente bassa, l’Usl la inserisce tra i soggetti non contagiosi. In questa situazione scatta l’isolamento per chi è risultato positivo, ma non viene disposta la quarantena per la classe di appartenenza. «E’ accaduto con due bambini – rivela Roberto Rigoli, direttore del centro di Microbiologia di Treviso – sono risultati positivi, ma con una carica virale bassissima ed evidenziando un solo gene dei tre che vengono ricercati. In questi casi si è di fronte a quelli che potremmo chiamare “pezzettini” di

virus». Cosa che non è associata alla presenza di infettività.

I PEDIATRI

IL MEDICO Roberto Rigoli direttore della Microbiologia

Perché i pediatri inviano i bimbi con sintomi simil influenzali a fare i tamponi nei punti dell’Usl? Perché, in assenza di un accordo diverso, è ciò che prevedono le linee guida nazionali. Il rapporto 58 dell’Istituto superiore di sanità dice che davanti anche a un solo sintomo compatibile con l’infezione da coronavirus, tosse, raffreddore, febbre, i genitori devono tenere i figli a casa, informare la scuola e il pediatra. E quest’ultimo, davanti a un caso sospetto di Covid-19, è tenuto a trasmettere tempestivamente la richiesta del tampone al dipartimento di Prevenzione dell’Usl. Ecco perché si sono formate lunghe code davanti ai punti tampone dell’azienda sanitaria. L’Usl auspica un innalzamento del livello dei sintomi simil influenzali per

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IL PROTOCOLLO PERMETTE IL RIENTRO A SCUOLA SOLO QUANDO I TEST DANNO ESITO NEGATIVO CON CARICA VIRALE BASSA NON C’È ISOLAMENTO

definire i casi sospetti. Ad oggi, però, ne basta anche solo uno.

I CONTAGI Quanti bambini sono risultati positivi tra quelli che hanno fatto il test ai punti drive-in? Pochissimi. Dall’inizio della scuola, il 14 settembre, ad oggi sono stati con-


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Primo Piano

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I genitori: «In mensa si rischia» La dirigente: «Niente panico» La preside Lorella Zauli: «La situazione è sotto controllo, tutti i protocolli sono stati attivati. Potremmo essere noi i primi a sperimentare i tamponi rapidi» `

ALLE ELEMENTARI

ziona perchè, come abbiamo visto, ha subito individuato i casi positivi. Tutte le autorità sanno cosa fare e si stanno muovendo di conseguenza. Non ci devono essere timori. Il compito del Comune, adesso, è facilitare la collaborazione tra tutte le ammini-

TREVISO «Il messaggio che voglio trasmettere è essenzialmente questo: niente panico. La situazione è sotto controllo e la classe dei casi positivi già isolata. Se ci saranno da fare altri tamponi, li faremo. Magari saremo i primi a utilizzare il tampone veloce». Lorella Zauli, dirigente dell’istituto comprensivo Serena che ingloba anche le De Amicis, da sabato si sta dedicando alla gestione dei contagi Covid capitati nella sua scuola. «Sono tre bambini - conferma - tutti nella stessa classe. Dopo il primo accertati sabato, alcuni genitori si sono mossi in autonomia e ne sono stati trovati altri due. È da sabato sera che sono al telefono per pianificare tutto. Sono in costante contatto col vice preside, il presidente del consiglio d’Istituto, gli insegnanti». La dirigente raffredda anche una delle tante voci che si sono subito diffuse, quella di tamponi a tappeto per tutte le classi dello stesso anno di quella nel mirino: «Cosa fare ce lo dirà l’Usl - precisa - e in merito non è arrivata alcuna indicazione. Ma se ci diranno che dovranno essere predisposti tamponi per tutte le classi parallele a quella dove sono emersi i casi di positività, lo faremo. Non ci sono problemi. Inoltre si dice che entro breve, nelle scuole, si potranno fare i tamponi rapidi. Un’ottima cosa: magari saremo noi gli apripista, i primi a farli. Non che ci faccia piacere strazioni coinvolte. E, nei prossi- essere i primi in questo, ma se mi giorni, aumenteremo la co- serve si farà». municazione tra di noi in modo da eliminare tutti i possibili con- LA PAURA trattempi. Purtroppo situazioni Tra i genitori però la tensione del genere saranno sempre più non si allenta e le domande si acfrequenti, dobbiamo abituarci. cavallano: «Non so se lasciare il Con l’Usl è stato codificato un bambino a mensa, non mi fido, protocollo d’intervento che sta sono tutti accalcati», è il dubbio funzionando bene. Se poi doves- di una mamma. E ancora: «Cose arrivare il tampone rapido, me fa chi ha fratelli che frequentutto diventerebbe ancora più tano altre classi della scuola? Si semplice. L’importante è non rischia un contagio a catena». Alperdere la calma». le De Amicis i dubbi si accavallaPaolo Calia no e riguardano un po’ tutto. Un papà si chiede: «E i genitori co© RIPRODUZIONE RISERVATA

tinuare ad arginare il numero delle positività. Il vero obiettivo sta nel velocizzare i controlli, ovviamente senza rinunciare all’attendibilità.

I CONTROLLI

trollati 3.322 minori. E solamente due sono risultati positivi. Lo 0,06%. Attualmente si lavora con maglie strettissime per individuare pochi casi. Lo dimostra anche il fatto che non è ancora mai emerso un contagio avvenuto direttamente all’interno di una classe. Solo così, però, si può con-

I tamponi rapidi sviluppati a Treviso, eseguiti semplicemente “strizzando” il tampone faringeo in una “saponetta”, possono essere usati nelle scuole? Al momento no. Servirebbe una revisione della linee guida da parte del ministero o un provvedimento della Regione. Poi dovrebbe essere richiesta l’autorizzazione preventiva a tutti i genitori. E’ il sistema al quale punta l’Usl per limitare le quarantene di intere classi a partire dal mese di ottobre. L’idea è di reagire in tempo reale a fronte della positività di uno studente, andando a testare tutti i compagni di classe nella stessa giornata, prima del suono dell’ultima campanella. Se i controlli si rivelassero tutti negativi, la sezione potrebbe continuare le proprie normali attività a scuola, senza alcun isolamento. «Con il sistema attuale – avverte Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – rischiamo si ritrovarci con le scuole chiuse nel giro di un mese». Sono possibili altre strade per introdurre i tamponi rapidi? Sì. L’Usl sta valutando la pos-

me fanno? Possono andare a lavorare?». E più di qualcuno sta pensando di tenere il figlio a casa. Almeno per queste prime 24 ore. Le risposte arriveranno dopo il confronto con l’Usl previsto per oggi.

CONSAPEVOLEZZA Zauli è consapevole che, prima o poi, anche la sua scuola avrebbe dovuto affrontare un caso di contagio: «Pensare di arrivare a giugno dell’anno prossimo senza nemmeno un episo-

dio del genere, secondo me, era assurdo. Da quello che sentiamo ogni giorno, i contagi ci sono. Magari aumentano di poco, ma sono ben presenti. Per questo sono stati predisposti dei protocolli molto precisi, che stiamo seguendo alla lettera. Nel caso specifico confermo che la classe dei tre casi lunedì (oggi ndr) non tornerà a scuola. E nemmeno le maestre, che sono già state avvisate. Il fatto che tutto questo sia capitato nel fine settimana, non ci ha aiutato, ma i protocolli ci sono e sappiamo cosa fare». Al di là della quarantena per la classe, la dirigente ha già messo in moto tutta la macchina della prevenzione: «Abbiamo ripulito e sanificato l’aula, che era già stata sanificata come tutto il resto dell’istituto e adesso è chiusa. Per il resto abbiamo adottato tutte le misure previste: la distanza tra i banchi nelle aule e in mensa, gli spazi adeguati, le mascherine. Ogni settimana ne arriva un quantitativo sufficiente per tutti. Tutto quello che c’era da fare lo abbiamo fatto scrupolosamente». Adesso si attende quindi il confronto con l’Usl, previsto già per oggi. La task force predisposta per occuparsi principalmente delle scuole è già stata attivata: «Ci diranno loro come procedere, cosa fare di altro. Siamo a disposizione. Posso assicurare tutti che la collaborazione tra le istituzioni c’è. Eravamo pronti a un caso del genere. Ma tutti i dispositivi di sicurezza sono stati attivati e la situazione è sotto controllo, oltre che seguita passo-passo». P. Cal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«I MEDICI CI DIRANNO SE FARE ESAMI ANCHE IN ALTRE SEZIONI NOI ABBIAMO PRESO TUTTE LE MISURE DI SICUREZZA PREVISTE»

sibilità di inquadrarli come screening.

IPOTESI SCREENING I tamponi rapidi vengono già usati nelle aziende, nelle case di riposo e nei punti ad accesso diretto. «Per gli screening non servono autorizzazioni da parte del ministero – fa notare Benazzi – si tratta di applicare anche alle scuole il sistema di controlli già utilizzato nei punti drive-in. E’ una questione di sanità pubblica. Altrimenti non potremmo fare i test rapidi nemmeno ai minori che si rivolgono ai nostri punti ad accesso diretto». Questo permetterebbe una grande scrematura: solo i tamponi rapidi con esito positivo, infatti, dovrebbero poi essere confermati dal tampone in biologia molecolare. Perché non sono i pediatri a fare direttamente i tamponi rapidi ai bambini? Non è ancora stato tro-

vato un accordo. I pediatri si sono detti disponibili a effettuare i tamponi rapidi sui bambini, ma non nei loro ambulatori, per non alzare il rischio di contagio dove vengono visiti tutti i pazienti. Le stime dicono che ogni pediatra potrebbe dover fare una decina di test al giorno. Chiedono di poter usare strutture alternative. C’è una soluzione in vista: le 70 strutture pubbliche, tra palestre e sale polivalenti, che i Comuni hanno messo a disposizione dell’Usl per la prossima campagna vaccinale contro l’influenza

FINO A OGGI CONTROLLATI 3.322 MINORI SOLO DUE SONO RISULTATI INFETTATI L’OBIETTIVO È EVITARE CHE GLI ISTITUTI SCOLASTICI SI FERMINO

LE LINEE GUIDA DICONO CHE SE IL PICCOLO PRESENTA SINTOMI DI TOSSE, RAFFREDDORE E FEBBRE DEVE STARE A CASA

IN PRIMA LINEA La dirigente Lorella Zauli, sotto i test all’ex dogana

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stagionale potrebbero essere usate anche dai pediatri per fare i tamponi rapidi. Ma c’è pure un nodo che riguarda gli stessi test: «Al momento – dice Gianfranco Battaglini, segretario della federazione dei medici pediatri di Treviso – non ci sono provvedimenti che definiscano come equivalenti i tamponi in biologia molecolare e i tamponi rapidi».

L’ATTENDIBILITA’ A proposito, i tamponi rapidi sono attendibili? L’istituto Spallanzani, il centro di riferimento nazionale per le malattie infettive, li ha validati. Ma manca ancora la consacrazione del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità per l’uso nelle scuole. Roberto Rigoli, riferimento di tutti e 14 i centri di Microbiologia del Veneto, non ha dubbi: «E’ stata riscontrata una sensibilità del 99,52% e una specificità del 99,28% – mette in chiaro – i te-

st rapidi sono assolutamente attendibili se vengono processati pochi minuti dopo la raccolta del tampone. Si prenda atto del punto di vista scientifico. Non c’è altra possibilità per evitare il lockdown delle scuole». Quanti ce ne sono a disposizione? Si rischia di non averne abbastanza? L’Usl può già contare su 480mila test rapidi. «Ci siamo attrezzati per affrontare la stagione invernale» assicura Benazzi.

IL TEST DELLA SALIVA Il traguardo finale sarà l’introduzione a scuola dei test della saliva? Probabilmente si. Ma è ancora presto. I test salivari sono in fase di studio. L’obiettivo è di poter raccogliere la saliva di tutti i ragazzi di una classe per poi fare un’analisi in pool. Cioè in un colpo solo. Se il risultato sarà negativo, non emergeranno problemi. Se invece sarà positivo, allora sarà necessario andare a testare i bambini e i ragazzi uno per uno, con il sistema tradizionale, per individuare la persona contagiata. «Ci sono già elementi concreti – conclude Rigoli – che ci inducono a pensare che i nuovi test salivari possano essere pronti entro breve tempo». Ma nessuno azzarda ancora delle date. Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


DEL LUNEDÌ

il Quotidiano

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del NordEst

ANNO 134- N° 38

VENEZIA MESTRE

Lunedì 28 Settembre 2020

Camponogara Vede morire l’amico mentre scendono lungo un sentiero

L’intervista Michieletto: «Così ho capito che sarei diventato regista»

A pagina IX

Pittalis a pagina 12

www.gazzettino.it

Calcio La Juve in 10 ma ci pensa Ronaldo: 2-2 con la Roma Da pagina 19 a pagina 22

Veneto, giunta: Lanzarin verso vice-presidenza `L’assessore uscente

favorita come numero 2 Opposizione, Zottis leader Alda Vanzan maligni (maschi) dicono che di questo passo tra un po’ bisognerà introdurre le quote celesti. Di certo mai come in questo momento storico le donne in politica hanno avuto così tante opportunità, normative e contigenti. Tant’è che ai piani di comando, sia in maggioranza che all’opposizione, si stanno prefi-

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gurando scelte “rosa”. Un nome? Manuela Lanzarin vicepresidente della Regione Veneto, numero due dopo Luca Zaia. E Francesca Zottis, “capa” dell’opposizione del Partito Democratico in Regione. Andrà davvero così? Le manovre in casa di Luca Zaia sono complicate. Ad aspirare a un posto al sole c’è il recordman delle elezioni regionali 2020, il primato assoluto con 11.660 preferenze personali di Roberto Marcato. Cinquantadue anni, padovano, il “Bulldog” della Lega è amatissimo dalla base leghista, ogni sua uscita (...) Segue a pagina 11

Venezia e Treviso

Video porno e di violenze, indagati dieci “cyberbulli” Atti persecutori, detenzione di materiale pedopornografico e concorso in lesioni sono i reati su cui stanno lavorando le procure di Treviso e Venezia, oltre a quella dei minori. Nei filmati scambiati sui telefonini di un

gruppo di ragazzi ci sarebbero le sequenze di sesso con minori e immagini di un coetaneo bullizzato e vessato. A finire nei guai sono sette minorenni e tre maggiorenni. Zambenedetti a pagina 8

Il Cio: «A rischio Milano-Cortina» Duro scontro tra il Comitato olimpico e il governo sulla riforma dello sport: «Non rispetta i nostri principi»

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Lo studio

L’allarme degli esperti: Italia, possibile boom di morti Fino a 700 morti al giorno per coronavirus in Italia prima del 2021, 15 mila contagi al giorno a novembre e oltre 40 mila a dicembre. Almeno secondo lo studio effettuato dal sito web Worldometer, che ha ipotizzato questo scenario qualora le regole di protezione individuale non venissero rispettate dagli italiani, a cominciare dall’uso delle mascherine. L’analisi, che viene preso in considerazione anche dai membri del Comitato tecnico scientifico prevede tre scenari per i prossimi mesi in Italia. Mangani a pagina 2

Thomas Bach, presidente del Cio, affonda la riforma sullo sport: «Non rispetta la carta olimpica». E lo stallo sulla legge e il nuovo ordinamento concepito dalla riforma mettono a rischio l’operatività del Coni e del suo segretario generale, quindi anche «le chance di medaglie per gli azzurri ai Giochi di Tokyo» e «l’organizzazione di Milano-Cortina 2026». Non solo. Il numero uno dello sport mondiale mette anche in discussione l’incontro che il 15 ottobre dovrebbe avere con il ministro Spadafora. La replica del ministro è durissima: nega che sia mai stato programmato un incontro per il 15 ottobre e accusa il numero uno del Cio di non aver nemmeno letto il decreto attuativo, lasciando quindi intendere che possa essere stato Giovanni Malagò, presidente del Coni, a raccontare - storpiandole - le intenzioni del governo. Conti a pagina 5

Il caso. Palazzo Chigi: risposte entro mercoledì o revoca

Autostrade, ultimatum del governo LO SCONTRO Palazzo Chigi accelera sulla revoca della concessione.

Mancini a pagina 4

L’analisi

Cittadinanza agli stranieri, gli errori altrui da non ripetere Vittorio E. Parsi a vicenda farsesca dell’esame di italiano taroccato del calciatore Suarez, oggetto del desiderio juventino, ha riempito la rete di gustosi sfottò e aspre polemiche, come sempre succede quando c’è di mezzo quella che era “la vecchia signora” del calcio italiano (pre-Moggi) e quando si possono affondare i denti nel sempre più indigente sistema universitario nazionale. Lo scandalo è emerso in quasi perfetta concomitanza del 150° anniversario dell’unificazione d’Italia, di quella Breccia di Porta Pia che liberò i romani dal plurisecolare dominio temporale della Chiesa cattolica, trasformandoli da sudditi del Papa-re in cittadini del Regno d’Italia. E attesta, purtroppo, in quale miserabile conto sia tenuta la cittadinanza oggi, di fatto considerata da chi muove i giganteschi capitali che ruotano intorno al calcio come qualcosa che si può comprare per aggirare le regole del fairplay, che pure nello sport dovrebbero fare da stella polare per qualunque comportamento. Eppure c’è ancora qualcuno per cui è la cittadinanza a rappresentare una stella: pensiamo ai militari che rinnovano ogni giorno il giuramento di difendere la Costituzione e l’integrità della Repubblica e ai milioni di cittadini che si sentono “italiani” anche fuori degli stadi di calcio. E dovremmo anche ricordare tutti coloro per cui, invece, la cittadinanza costituisce un miraggio, un punto d’arrivo irraggiungibile o ben difficile da ottenere, neppure “per merito”. Segue a pagina 27

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Passioni e solitudini

La riforma

Come mantenere o ricreare la sinfonia ormonale

Quota 100 addio, il governo studia l’uscita a 64 anni

Alessandra Graziottin

Fra un anno lo stop al meccanismo sperimentale di Quota 100 promette di produrre effetti ingiusti su chi non potrà andare in pensione sfruttando questa finestra e dovrà attendere di compiere 67 anni. Una delle soluzioni alle quali pensa il governo consiste nel consentire l’uscita anticipata a 64 anni con almeno 38 di contributi accettando un taglio del 2,8-3% della parte di pensione calcolata con il calcolo contributivo per ogni anno che serve a raggiungere i 67 anni. Di Branco a pagina 7

a donna è mobile, anzi ciclica, per lo meno in età fertile. Il segreto della vita che continua sta in una raffinata e ben concertata ciclicità. Sta in un magnifico progetto procreativo, armonioso come una sinfonia biochimica, ormonale, immunitaria e nervosa. Per l’ovulazione, non basta che la ciclica produzione degli ormoni,(...)

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Segue a pagina 27 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 D *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE D

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Nordest

SALVINI STASERA A CENA CON ZAIA Il segretario della Lega Matteo Salvini ha detto che stasera sarà a cena con Zaia: «Luca Zaia è un orgoglio per me, per la Lega, per i veneti, per tutti gli italiani»

Lunedì 28 Settembre 2020 www.gazzettino.it

Veneto, in Regione è l’ora delle donne La leghista Lanzarin in pole position per la vicepresidenza `Vertice del Partito Democratico per decidere il capogruppo Brescacin e Rizzotto le più votate nella lista del governatore Tra le favorite Zottis, in ballo anche la zingarettiana Camani

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IL RETROSCENA VENEZIA I maligni (maschi) dicono che di questo passo tra un po’ bisognerà introdurre le quote celesti. Di certo mai come in questo momento storico le donne in politica hanno avuto così tante opportunità, normative e contigenti. Ai piani di comando, sia in maggioranza che all’opposizione, si stanno infatti prefigurando scelte “rosa”. Un nome? Manuela Lanzarin vicepresidente della Regione Veneto, numero due dopo Luca Zaia. E Francesca Zottis, “capa” dell’opposizione del Partito Democratico in Regione. Andrà davvero così?

LEGA Le manovre in casa di Luca Zaia sono complicate. Ad aspirare a un posto al sole c’è il recordman delle elezioni regionali 2020, il primato assoluto con 11.660 preferenze personali di Roberto Marcato. Cinquantadue anni, padovano, il “Bulldog” della Lega è amatissimo dalla base leghista, ogni sua uscita sui social provoca diluvi di cuoricini e like. Il punto è: l’indole di Marcato è più politica o amministrativa? Meglio tenerlo dietro una scrivania a firmare delibere o fargli battere il territorio per consolidare i consensi, dopo l’exploit di Zaia che ha sfiorato il 77 per cento? Marcato è già nel direttorio della Liga Veneta con il coordinatore Lorenzo Fontana e gli altri tre componenti e cioè il governatore Luca Zaia, l’ex ministro Erika Stefani, il capogruppo uscente Nicola Finco. In prospettiva Marcato potrebbe magari prendere il posto dell’ex mini-

E NON SI ESCLUDE UN RUOLO POLITICO PER IL RECORDMAN DI PREFERENZE ROBERTO MARCATO

LEGHISTA Manuela Lanzarin, vicentina

stro alla Famiglia Lorenzo Fontana, così da dedicarsi a un ruolo prettamente politico, ma nel frattempo c’è da capire che compito avrà a Palazzo Balbi.

LA GIUNTA Per il numero due di Palazzo Balbi era circolato il nome di Gianpaolo Bottacin, assessore uscente all’Ambiente e alla Protezione civile, conosciutissimo al grande pubblico anche per es-

che hanno avuto il 3,3%), sembra evidentemente un controsenso. Mi rendo conto che faccia comodo alla maggioranza un consiglio senza una vera opposizione. Ma nel rispetto degli elettori che ci hanno votato, noi andremo fino in fondo. E credo anche che avremo buone possibilità di vittoria.». (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’OPPOSIZIONE Una scelta rosa si profila anche all’interno del Partito Democratico, il cui gruppo consiliare si riunirà oggi a Palazzo Ferro Fi-

Carte bollate

Cappelletti: «Il M5s entrerà in consiglio» avuto il 3,16%, ma la lista si era fermata al 2,58%. Risultato: fuori tutti. Ora il ricorso è annunciato: «L’intenzione di voto dell’elettore nel caso di una unica lista che sostiene il candidato presidente, è chiarissima - dice Cappelletti Che poi vengano eletti in consiglio regionale consiglieri con poco più dell’uno per cento di lista (e non eletti consiglieri

Caseus Veneti, premiati i migliori formaggi L’EVENTO VENEZIA È calato il sipario su Caseus Veneti, il primo grande evento regionale conclusosi ieri a Piazzola sul Brenta. Ben 403 i formaggi in gara suddivisi in 38 produzioni casearie e 11 formaggi di fattoria. In tutto 49 medaglie: 15 a Vicenza, 17 a Treviso, 7 a Verona, 3 a Belluno, 4 a Padova, 3 a Venezia. Ha detto Terenzio Borga, presidente Aprolav: «Dobbiamo far conoscere a tutti la qualità delle nostre produzioni».

I PREMI Questi i formaggi premiati: Asiago dop caseificio Pennar Asiago e latteria Villa Castelgomberto; Casatella trevigiana dop latteria di Soligo; Grana padano

dop caseificio Pennar Asiago e latteria sociale di Bolzano Vicentino; Montasio dop Centro veneto formaggi Cavaso del Tomba e latteria di Roverbasso Codognè; Monte Veronese dop casearia Albi Velo Veronese e caseificio Gardoni Roverè; Piave dop Lattebusche Cesiomaggiore; Provolone Valpadana dolce caseificio Albiero Montorso Vicentino; Mozzarella latteria di Soligo Farra di Soligo; Morlacco del Grappa Coston da Quinto e Vaka Mora Istrana; Malga Ugo e Raffaele Marini e Nicoli e Pozzato Bressanvido; formaggio affinato nelle vinacce Toniolo casearia Borso del Grappa; freschi e freschissimi Ca’ Verde bio Vallese di Oppeano, Vaka Mora Istrana; Caciotta caseificio Castellan Urbano Rosa, società agricola Giustiniana Piazzola sul

L’INIZIATIVA Si è conclusa a Villa Contarini, a Piazzola sul Brenta (Padova), la manifestazione dedicata al settore caseario veneto

ASSEGNATE 49 MEDAGLIE BORGA: «DOBBIAMO FAR CONOSCERE LA QUALITÀ DELLE PRODUZIONI»

Par condicio violata in radio Agcom sanziona

Quando ci sarà la proclamazione degli eletti? Inizialmente si era detto giovedì 1° ottobre, ieri i rumors di palazzo indicavano uno slittamento a lunedì 5 ottobre. La convocazione del consiglio, con tutti gli eletti, al momento dunque è prevista per lunedì 12 ottobre. Solo dopo l’insediamento - o contestualmente - il governatore Luca Zaia dovrebbe nominare la giunta. La surroga dei consiglieri che prenderanno il posto di chi entrerà in giunta è ipotizzata non prima del 17 ottobre. Alda Vanzan

Manuela Lanzarin, vicentina, apprezzata per essere - alla pari delle colleghe Elisa De Berti, leghista, e Elena Donazzan, FdI - una “secchiona”: diligente e, soprattutto, preparata. Insomma, una che studia e non improvvisa.

LE DATE

VENEZIA Il Movimento 5 Stelle è intenzionato a ricorrere alle carte bollate pur di entrare in consiglio regionale del Veneto. Il candidato presidente Enrico Cappelletti ha preso il 3,25% mentre la sua lista si è fermata al 2,69%, al di sotto della soglia di sbarramento del 3%. Un caso analogo si era avuto nel 2010 quando il candidato presidente del M5s David Borrelli aveva

Il caso Girotto

`Nuova sanzione a carico di Radio Gamma 5 da parte dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Dopo la sospensione del programma “L’altra salute” previsto per il 17 settembre, sono finite nel mirino dell’Agcom anche le precedenti puntate del 3 e 10 settembre, sempre condotte da Paolo Girotto (in foto), candidato alla presidenza della Regione per il Movimento 3V. È stato infatti accertato che il veterinario «ha svolto attività di conduttore radiofonico durante il periodo di par condicio elettorale in violazione del quadro normativo e regolamentare di riferimento». Sulla base dell’istruttoria condotta dal Corecom del Veneto, è stato ritenuto che «la presenza in trasmissione, tra gli altri, di un candidato integri per sé una espressione di preferenza di voto». All’emittente padovana è stata così ordinata «la diffusione, nella prima trasmissione utile, di un messaggio recante l’indicazione della violazione commessa, cui sia assicurato un risalto non inferiore per fascia oraria, collocazione e caratteristiche editoriali a quelle oggetto di accertamento». (a.pe.)

DEMOCRATICA Francesca Zottis, veneziana

sere stato “alla sinistra del padre”, sempre presente alle conferenze stampa all’ora di pranzo del governatore Luca Zaia in epoca Covid. Ma ad ambire al ruolo di vice Zaia, benché il governatore abbia detto che è solo un obbligo di legge e che se fosse per lui la delega la terrebbe per sé, sono in parecchi, specie dopo che l’uscente Gianluca Forcolin è stato “azzoppato” dalla vicenda del bonus Inps. In pole position c’è

ni - prima da solo, poi con gli alleati del Veneto che Vogliamo di Elena Ostanel e Arturo Lorenzoni - per decidere i ruoli da assumere nella prossima legislatura. Al di là del numero di preferenze, che semmai incoronerebbero il vicentino Giacomo Possamai, a giocare a favore dell’incarico di capogruppo è anche l’esperienza, motivo per cui la veneziana Francesca Zottis - la più votata in provincia con 3.778 preferenze personali, un primo mandato al Ferro Fini dal 2015 al 2020 - è data tra le favorite. Accetteranno i dem Andrea Zanoni (6.418 voti a Treviso) e Giacomo Possamai (11.515 preferenze a Vicenza) di cedere il posto a chi ha preso meno voti di loro? E se tra i vari contendenti la spuntasse la padovana zingarettiana Vanessa Camani? In ballo ci sono anche altre poltrone: la vicepresidenza del consiglio regionale, la presidenza della Quarta commissione che ha poteri ispettivi, il ruolo di speaker dell’opposizione che spetterebbe teoricamente al candidato governatore Arturo Lorenzoni. Ma siamo sicuri che al Pd vada bene cedere un po’ di riflettori? Nel frattempo, si preannunciano rosa anche le presidenze di altri gruppi: nella lista Zaia Presidente le più votate sono state Sonia Brescacin (8.863 preferenze) e Silvia Rizzotto (7.309). Scelta obbligata, invece, per Europa Verde: unica eletta la vicentina Cristina Guarda.

Brenta; Latteria pasta molle con crosta Longhin Mara & Sonia Campagna Lupia, caseificio Lia di Barattin Gianni Ormelle, latteria sociale Tarzo e Revine, Centro veneto formaggi Cavaso del Tomba; pasta semidura fattoria San Michele Bassano del Grappa, latteria di Roverbasso Codognè; pasta

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dura caseificio San Rocco Tezze sul Brenta, La Campagnola di Castagna Dino Villaga; mozzarella latte vaccino società Giustiniana Piazzola sul Brenta, caseificio San Girolamo di Cordioli Villafranca; mozzarella di bufala Cipriani cheese Losson di Meolo; pasta filata molle Magnasame S. Angelo di Piove, caseificio Lia di Barattin Ormelle; pasta filata dura Longhin Mara & Sonia Campagna Lupia; formaggi aromatizzati Lattebusche Cesiomaggiore, Vaka Mora Istrana, malga Faggioli Erbezzo, Perenzin San Pietro di Feletto, Caseificio Albiero Montorso Vicentino; formaggi erborinati Donadel e Marangon Mogliano; formaggi di capra Kornigian di Marta Zampieri Val di Zoldo; Ca’ Prelibatezze Thiene, Ca’ Verde bio Vallese di Oppeano.

DIREZIONE FINANZA E TRIBUTI ESITO DI GARA DESERTA Si rende noto che per la procedura aperta telematica per "l'assunzione di un mutuo, con oneri a carico della Regione, per l'attuazione di spese relative all'investimento specifiche previste per l’anno 2020 ai sensi dell'art. 4 della L.R. 46/2019. CIG: 8396917B1B", entro il termine per la presentazione delle offerte previsto per il 10 settembre 2020 ore 12:00, nel sistema telematico Sintel non è pervenuta alcuna offertae pertanto la procedura è da considerarsi deserta. Il R.U.P. Dott.ssa Anna Babudri

Rubrica di Gare, Aste, Appalti e Sentenze


VeneziaMestre OGGI

70 ore 10:30

Lunedì 28, Settembre 2020

AI VICENTINI “SHEFOUND” L’HYBRID MUSIC CONTEST AL PARCO

CODICE GIALLO

100 ore 21:50 DOMANI 45 ore 5:45

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30 ore 16:50 20 ore 3:45

20 ore 16:25

12°C 16°C

100 ore 22:25

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Il Sole Sorge 7.03 Tramonta 18.57 La Luna Sorge 18.03 Cala 3.09

San Donà

Calcio Venezia, esordio con i fiocchi e sabato arriva il Frosinone

Cantante protagonista In gara 174 concorrenti Spolaor a pagina XII

Fiera del Rosario “ridotta” ma con tanti eventi in piazza Tanti eventi in centro, ma spazi ridotti per la Fiera del Rosario di San Donà di Piave, in programma da sabato.

De Lazzari a pagina XVI

De Bortoli a pagina X

C’è Salvini, le richieste di Brugnaro Il leader della Lega che stasera sarà a Portogruaro domani `Agenzia per Venezia, portualità e Mose i punti principali del vertice. Bazzaro: «C’è spazio per un’azione politica forte» incontrerà il sindaco a Venezia: confronto sui temi “caldi”

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Oggi a Portogruaro, per una visita in vista del ballottaggio che domenica prossima vedrà impegnato il candidato Florio Favero, domani a Venezia per parlare con Luigi Brugnaro della nuova Giunta ma anche di come attraverso la Lega la città potrà farsi sentire a Roma. Per il leader della Lega Matteo Salvini si apre oggi la due giorni veneziana che, dopo la visita a Portogruaro, lo vedrà impegnato domani a Venezia con i neo-eletti consiglieri regionali della Lega. Il piatto forte però sarà l’incontro di Salvini con Luigi Brugnaro: si parlerà dei nomi proposti dal Carroccio per la nuo-

va Giunta - in primis quello del commissario provinciale del partito Andrea Tomaello, vicesindaco in pectore - ma anche di temi veneziani sui quali esercitare un forte pressing in Parlamento. All’ordine del giorno soprattutto l’Agenzia per la laguna, l’organismo previsto dal Decreto Agosto non ancora convertito in legge, che Brugnaro e la Lega contestano per il rischio di vedere espropriata la città da decisioni riguardanti il proprio territorio. Ma si parlerà anche del completamento del Mose e del settore crocieristico. Per il deputato veneziano Alex Bazzaro «c’è spazio per un’azione politica forte». Sperandio a pagina III

Scivola scendendo lungo il sentiero: muore prof 41enne

Portogruaro

Santandrea intesa e patto con le Civiche Contromossa di Stefano Santandrea: il candidato del centrosinistra a Portogruaro, dopo l’accordo fra il suo avversario Florio Favero (Lega) e il sindaco uscente Maria Teresa Senatore, si è apparentato con le due liste civiche dei comitati di Padovese e Vit. Infanti a pagina XI

PATTO Salvini con Brugnaro e il consigliere Giusto a febbraio

Basket Vince senza affanni con Brindisi

Chioggia

Grandinata: coltre bianca sulle strade

Degan a pagina VIII

Il governatore del Veneto Luca Zaia si unisce al dolore per la scomparsa dell’albergatore jesolano Renato Cattai, stroncato da un infarto a 64 anni durante un’escusione in bicicletta. «Se il turismo in Veneto è forte - ha detto - il merito è anche di persone come lui». Babbo a pagina X

Lui e lei morti in due giorni Oggi l’addio

L’amico 38enne di Camponogara ha cercato inutilmente di rianimarlo

Un quarto d’ora di grandine fitta e il centro di Chioggia che si imbianca come se ci fosse stata una nevicata. E al largo si sono create trombe marine.

Zaia ricorda Renato Cattai «Un esempio»

Mestre

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Stefano Polo, 38enne originario di Rovigo che risiede a Camponogara ieri pomeriggio ha visto morire il suo amico di sempre, Paolo Ambroso, 41 anni, insegnante di musica di Rovigo, padre di tre figli, mentre i due erano in escursione nel Pordenonese, sul monte Cavallo. Sulla strada del ritorno il quarantunenne perde il passo e scivola: un volo di cinquanta metri davanti agli occhi dell’amico. Polo cerca di raggiungerlo per rianimarlo, sarà lui a chiamare i soccorsi. Ma è tutto inutile. Salvador a pagina IX

Jesolo

Una Reyer in ghingheri per la prima PRIMA OK La Reyer supera Brindisi 75-67 nell’esordio.

Garbisa alle pagine XIV e XV

Sono morti a distanza di due giorni una dall’altro. È la storia di Alessandra Zadra, 78 anni, spirata l’8 settembre e del marito, Felice Ladino, 84 anni, morto il 6 settembre. Oggi verrà celebrato il funerale della donna e nell’occasione sarà ricordato anche il marito, il cui funerale era stato stoppato dalla famiglia proprio perché nel frattempo Alessandra Zadra era stata vittima di un incidente e dopo poche ore era morta, su un letto dell’ospedale dell’Angelo di Mestre dove era stata ricoverata per i postumi dell’incidente automobilistico che l’aveva coinvolta. A pagina VII

«Case di riposo, anziani “reclusi”: serve una svolta» Non è passato inosservato l’appello dei familiari degli ospiti delle case di riposo che da mesi non possono avere contatti diretti con i loro cari. «Ci stiamo impegnando per trovare nuove modalità e strumenti per favorire questi incontri, garantendone la massima sicurezza», assicura Enrico Brizioli, amministratore delegato del gruppo che gestisce il centro Anni Azzurri di Favaro. Il manager comprende la necessità di garantire una vita sociale agli ospiti assieme alla tutela sanitaria per preservarli dai rischi di contagio, e auspica un confronto a livello nazionale sulle modalità di rispondere a entrambe le esigenze. Galeazzo a pagina II

Camera di commercio

Zanon parla già da nuovo presidente «Affrontare uniti un anno terribile»

ANNI AZZURRI La sede a Favaro della Rsa “Anni azzurri”

Uniti per superare la crisi. È il messaggio che il presidente designato della Camera di commercio Massimo Zanon, lancia ai soci (e agli artigiani che avrebbero dovuto guidare l’ente) in vista delle sfide che attendono le imprese alle prese con l’emergenza Covid che ha messo in ginocchio l’economia locale. Francesconi a pagina VII

PRESIDENTE Massimo Zanon

Corrado Cancian Massofisioterapista Osteopata Per maggiori informazioni o per prenotare un appuntamento: Via Piavon 25 Ceggia (VE) 0421 32 24 26 - 348 7913966 c.cancian@ancorterapiefisiche.it

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