RASSEGNA STAMPA DEL 6 OTTOBRE 2020

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V

Belluno

IL CASO BELLUNO «Il danno non è solo materiale, ma soprattutto psicologico, sociale e culturale. Va subito tamponato. Le scuse pubbliche rappresentano un atto nobile. Si dimostri, però, che sono veramente sentite. Il volontariato con malati oncologici darebbe un senso profondo al pentimento. Metto a disposizione i reparti degli ospedali dove questi ragazzi potranno incontrare anche loro coetanei che stanno combattendo contro un tumore. Il miglior modo per far loro capire cosa c’è dietro a quei nastri rosa, quanta sofferenza, è proprio quello di farli entrare in corsia. Un contrappasso dantesco: tu che con un atto del genere hai sbeffeggiato chi sta male, adesso sei chiamato ad accudire e sostenere le persone che stanno attraversando questa malattia». A parlare è Luca Zaia. Il presidente della Regione ha le idee chiare su ciò che dovrebbero fare i ragazzi che nei giorni scorsi nelle piazze di Conegliano e Belluno hanno prima gettato a terra e poi fatto a pezzi i nastri rosa, simbolo della campagna contro il tumore al seno portata avanti dalla Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori. Le scuse sono fondamentali. Il danno, però, potrebbe essere realmente recuperato solo dedicando almeno un po’ di tempo alla sofferenza delle persone, calpestata assieme ai nastri rosa. Presidente, i ragazzi che hanno distrutto i simboli della Lilt ora rischiano denunce e multe. Lui, però, pensa a una soluzione diversa. «Se il contesto fosse stato un altro, staremmo parlando di una bravata fine a se stessa. Invece questo è un contesto delicato e doloroso. Stiamo parlando di prevenzione e di lotta contro il cancro. Quanto successo non può essere derubricato a semplice ragazzata, fatta seguendo una strana idea di divertimento. Il danno materiale potrebbe essere anche irrisorio. Il punto, però, è che qui il danno più pesante è quello sociale. E come tale va riparato».

Martedì 6 Ottobre 2020 www.gazzettino.it

Zaia, ai vandali della Lilt: «Apro i reparti oncologici venite a curare i malati» Il presidente della Regione interviene `«Le scuse pubbliche non possono bastare dopo i danneggiamenti dei nastri rosa volontariato per dimostrare il pentimento» `

semplicemente doveroso. Adesso riconoscete pubblicamente il vostro errore. Fate un atto di pentimento. Io vi organizzerò la possibilità di fare del volontariato con persone colpite da tumore. Così avrete la possibilità di dare davvero un senso al vostro pentimento. E, di conseguenza, darete un senso in più anche alla campagna di prevenzione portata avanti dalla Lilt».

DETERMINATO Il presidente della Regione Luca Zaia ha accettato le scuse dei vandali pentiti (a Conegliano) ma ha anche sottolineato la necessità per gli autori di frequentare i reparti in cui si curano i tumori. A Belluno gli autori del vile gesto rimangono al momento senza un autore: le indagini sono in corso.

Si apriranno le porte dei reparti? «Sono pronto a mettere a disposizione le corsie degli ospedali, nei modi che verranno ritenuti più opportuni. Ci sono un sacco di persone che stanno facendo chemioterapia. Anche persone

«CI SONO UN SACCO DI PERSONE CHE STANNO FACENDO CHEMIOTERAPIA, ANCHE GIOVANI A CUI SERVE CONFORTO»

giovani. Stanno soffrendo e hanno bisogno di un conforto. Per questi ragazzi è l’occasione giusta per capire cosa c’è dietro a quei nastri rosa e per porre rimedio del migliore dei modi a quello che hanno fatto. La strada migliore è proprio quella di farli entrare nei reparti degli ospedali». Eviterebbe le denunce? «Non siamo davanti a un problema che può essere risolto applicando la legge. Se prendiamo il mano il codice, rischiamo di far passare tutto come una bravata. Spero non succeda una cosa del genere. La situazione è diversa. Qui non si risolve nulla semplicemente applicando la legge. Serve un intervento diverso perché si ha a che fare con dei giovani. I giovani rappresentano il nostro futuro. E’ necessario un intervento che guardi alla loro educazione e alla loro formazione. Soprattutto in un campo così delicato». Vale anche per le multe? «E’ la prima cosa a cui si pensa davanti a fatti del genere. Sembra inevitabile. Ma stavolta non basta pagare una sanzione, magari anche relativamente bassa, per chiudere la cosa senza troppi strascichi. Il danno sociale fatto con un gesto simile è un danno che deve essere subito tamponato. Altrimenti ci sarà un’emorragia di atti considerati alla stregua di bravate. Invece queste non sono bravate. Ricordo che stiamo parlando di Lilt, di donne, di prevenzione contro il tumore al seno. I nastri rosa sono già stati presi di mira in più occasioni. La cosa non va presa alla leggera. La misura migliore è il contrappasso dantesco: tu che con un atto del genere hai sbeffeggiato chi sta male, adesso sei chiamato ad accudire e sostenere le persone che stanno attraversando questa malattia». Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le indagini

In città gli autori rimangono ignoti Rimane senza un nome e senza un volto l’autore dell’atto vandalico contro il nastro rosa della Lilt di Belluno. Al setaccio le telecamere della piazza ma al momento le indagini non hanno portato all’attesa svolta. A far propendere per il gesto volontario e non per un incidente (magari causato dal vento) è stata proprio la concomitanza con episodi del tutto simili in altre zone in cui era in corso la stessa campagna di sensibilizzazione, fiocchi rosa

Da qui la proposta ai ragazzi che hanno distrutto i simboli della Lilt a fare volontariato con malati oncologici. «Assolutamente sì. Anzi, mi rivolgo direttamente a loro. Vi siete comportati come elefanti in una cristalleria. Avete inutilmente rotto dei cristalli estremamente preziosi, senza pensare a tutte le persone che possono trarre beneficio dalla campagna di prevenzione contro il tumore al seno. Il rispetto verso la sofferenza e il dolore, e purtroppo anche verso la perdita di vite umane, è

spezzati anche a Conegliano e Motta di Livenza in provincia di Treviso. Episodi che hanno scatenato le ire social non solo della politica normale ma soprattutto della gente comune che ha visto in questo sfregio un attacco alle persone più fragili che avrebbero bisogno di aiuto e non certo di diventare vittime due volte da chi forse per noi si è divertito ad allungare un calcio sull’esile nastro di polistirolo che si è sbriciolato a terra. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ladri a scuola: spariti computer portatili e monetine dai distributori di bevande LADRI IN AZIONE BELLUNO Il danno è da quantificare con precisione, ma qualunque sia l’amaro in bocca resta. Ignoti hanno rubato alla scuola elementare Rino Sorio di Mussoi. Con il favore del buio hanno raggiunto l’interno e poi sottratto, anche, i soldi lasciati nel distributore automatico delle merendine. Non solo, con l’incursione sono spariti 4 pc portatili, forse gli oggetti più di valore di tutto l’edificio. Un bottino di qualche migliaio di euro circa, viene da pensare da una prima stima approssimativa, ma che comunque lascia attoniti insegnanti e genitori.

LA SCOPERTA Il raid è stato scoperto ieri mattina, dunque non è chiaro quando potrebbe essere avvenu-

to. L’edificio è rimasto ovviamente chiuso tra venerdì e lunedì. Un lasso di tempo che ha consentito ai malviventi di scegliere un momento qualsiasi prima di lunedì mattina. I ladri sono entrati forzando la porta d’ingresso, si sono mossi nelle stanze cercando gli oggetti con un minimo di valore, hanno puntato agli uffici e alla macchinetta delle merendine con le monete dentro e poi se la sono filata indisturbati. Il danno, facevano sapere ieri i carabinieri, è ancora da quantificare.

IL RAID SCOPERTO IERI MATTINA, I BANDITI HANNO QUINDI AVUTO TUTTO IL FINE SETTIMANA

Ad ogni modo l’episodio oggi apre le incognite sulla necessità di rendere più sicuri gli edifici scolastici, con ingressi a prova di malviventi e segnali di allarme. Nelle scuole, si sa, i computer sono contati e i soldi non sono mai sufficienti ad assicurare manutenzioni e l’acquisto in abbondanza di materiale. Un furto simile, insomma, pesa. Pesa sull’attività degli insegnanti e sui conti perché sarà necessario ricomprarli e aggiustare, se non sostituire, la porta d’ingresso. Sull’episodio stanno indagando le forze dell’ordine, forse anche avvalendosi di telecamere presenti in zona grazie alle quali si potrebbero ottenere preziose informazioni sui malviventi, sulla loro auto e la direzione di provenienza. L’ultimo tra i furti segnalati dalle forze dell’ordine riguardava, ugualmente, un bersaglio diverso dai soliti appartamenti o

villette di privati.

IL PRECEDENTE Circa un mese fa ladri avevano puntato l’agenzia di pratiche auto “Asia Veneto” di via Tomea a Belluno, portando via con sé un bottino da circa 1500 euro ottenuto scassinando la cassaforte. Quella volta erano entrati attraverso le scale d’emergenza, avevano quindi rotto la finestra e si erano calati all’interno dell’immobile. Sul campo avevano lasciato disordine e danni, buste rotte, cassetti svuotati e contenuti ribaltati a casaccio. L’ipotesi della prima ora era che si fosse trattato di qualcuno non del tutto estraneo all’agenzia, una persona che l’ufficio l’aveva già visto per esserci stato almeno una volta e che dunque sapeva come muoversi. Alessia Trentin © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL SOPRALLUOGO Carabinieri a scuola per risalire agli autori del furto


Treviso Martedì 6, Ottobre 2020

CAMPIONATI AL VIA: TUTTO IL CALCIO DELLA MARCA FRA SORPRESE E DELUSIONI

San Bruno. Fondò con pochi discepoli nella deserta valle di Chartroux un Ordine, in cui la solitudine eremitica si combinasse con una minima forma di vita comunitaria.

11°C 21°C Il Sole Sorge 7:13 Tramonta 18:42 La Luna Sorge 21:03 Cala 11:35

Carbonera

Basket Carroll, solo una storta ma Tvb è sotto esame

Emma e la laurea con lode «La tesi? Sulla mia malattia» All’età di nove anni le fu diagnosticata l’atassia di Friederich, patologia rara, oggi a 22 anni è diventata neo dottoressa a pieni voti.

Zanardo a pagina XX

Miriade a pagina XXI

Vendrame a pagina XII

Zaia: «Volontariato in ospedale per i vandali» `Nastri della Lilt

distrutti, il governatore «I colpevoli in corsia» «Il danno non è solo materiale, ma soprattutto psicologico, sociale e culturale. Va subito tamponato. Le scuse pubbliche rappresentano un atto nobile. Si dimostri, però, che sono veramente sentite. Il volontariato con malati oncologici darebbe un senso profondo al pentimento. Metto a disposizione i reparti degli ospedali dove questi ragazzi potranno incontrare anche loro coetanei che stanno combat-

tendo contro un tumore. Il miglior modo per far loro capire cosa c’è dietro a quei nastri rosa, quanta sofferenza, è proprio quello di farli entrare in corsia. Un contrappasso dantesco: tu che con un atto del genere hai sbeffeggiato chi sta male, adesso sei chiamato ad accudire e sostenere le persone che stanno attraversando questa malattia». A parlare è Luca Zaia. Il presidente della Regione ha le idee chiare su ciò che dovrebbero fare i ragazzi che nelle piazze di Conegliano, Motta e Belluno hanno gettato a terra e fatto a pezzi i nastri rosa, simbolo della Lilt. Favaro alle pagine XVI e XVII

I tamponi rapidi

Studente positivo al virus al Cerletti L’Usl in classe: negativi i compagni I tamponi rapidi erano pronti da tempo per essere utilizzati direttamente all’interno delle scuole. Ieri sono stati usati per la prima volta nell’istituto enologico Cerletti di Conegliano: un positivo, 30 tamponi effettuati su prof e compagni. Tutti negativi. DETERMINATO Il governatore Zaia non fa sconti ai vandali della Lilt

A pagina VI

I TEST L’esordio a Conegliano

Castelfranco, Marcon resta sindaco Il primo cittadino di centrodestra vince con il 51,6%: «Premiata la concretezza». Sartoretto amaro: «Fatto il possibile»

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La protesta

In 200 al Canova «Un incontro in Regione» «Chiederemo un incontro con il presidente della Regione, Luca Zaia, e con i sindaci del territorio. Gli effetti della chiusura dell’aeroporto devono essere mitigati. Se non è possibile arrivare a una riapertura parziale spostando parte dei voli che in questo periodo sono stati dirottati a Venezia, proporremo di considerare l’intero ecosistema del Canova come un’area di crisi». I sindacati ieri davanti all’aeroporto con duecento lavoratori. A pagina XI

Si riapre l’era di Stefano Marcon: a Castelfranco il sindaco uscente sale al municipio per altri 5 anni. Al governo della città, con uno scarto di 658 voti, viene riconfermato il centrodestra con Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la civica Marcon sindaco. Al ballottaggio Marcon contro lo sfidante Sebastiano Sartoretto per il centrosinistra ha portato a casa una vittoria di 7.538 voti contro 6.880, ossia il 51,68% contro il 48,32%. I cittadini, con un’affluenza al 47,24%, hanno prediletto la continuità premiando quanto fatto finora e il programma di centrodestra seppur di pochi voti, con uno spoglio che ha fatto aspettare tutti fino all’ultimo prima di cantar vittoria. «Eravamo soli contro tutti - ha commentato a caldo Marcon - e ce l’abbiamo fatta. E’ stata premiata la concretezza». Deluso Sartoretto: «Chi non si è schierato a consegnato la città alla Lega». Russo e Quarello da pagina II a pagina V

Il progetto Presentato il Racquet club, pronto a giugno

Caerano

Preso a martellate dai banditi

Tennis e Spa nel centro di Panatta COME SARA’ La nuova struttura al posto dell’ex Zambon

Va a funghi a Cortina ex primario disperso Vive ore d’angoscia la famiglia Celegon, che dalla mattina di domenica non ha notizie di Leopoldo, 72 anni. L’uomo, notissimo cardiologo ed ex primario all’ospedale San Giacomo di Castelfranco, risulta disperso a Cortina, dove dalle 20 di domenica sono in corso le ricerche a oltre 1.500 metri di quota. Con un massiccio dispiegamento di uomini, unità cinofile, elicottero e droni ieri sono stati ritrovati un bastone da funghi e uno zaino appartenenti al medico in prossimità di un torrente nella zona di Pocol. De Salvador a pagina XIII

CARDIOLOGO Leopoldo Celegon, 72 anni, era andato a funghi

Redazione Treviso: 31100 - Treviso, via Toniolo 17 - Tel. 0422.410270 - fax 041.665179 treviso@gazzettino.it

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Filini alle pagine VIII e IX

Se ne sono andati con il Rolex d’oro che Renzo Durante portava al polso, lasciando dietro di sé una scia di sangue. Ma anche la sensazione che, quanto è accaduto domenica sera, in camera da letto, al ristoratore ottantaduenne di Caerano e alla moglie, Giuliana Semenzin, avrebbe potuto avere conseguenze ancora peggiori. Una rapina violenta: l’anziano è stato colpito alla testa con un martello e medicato in ospedale con diversi punti di sutura. «Un altro colpo e sarei morto» ha detto. Bon a pagina XIV


Treviso Martedì 6, Ottobre 2020

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San Bruno. Fondò con pochi discepoli nella deserta valle di Chartroux un Ordine, in cui la solitudine eremitica si combinasse con una minima forma di vita comunitaria.

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Vendrame a pagina XII

Zaia: «Volontariato in ospedale per i vandali» `Nastri della Lilt

distrutti, il governatore «I colpevoli in corsia» «Il danno non è solo materiale, ma soprattutto psicologico, sociale e culturale. Va subito tamponato. Le scuse pubbliche rappresentano un atto nobile. Si dimostri, però, che sono veramente sentite. Il volontariato con malati oncologici darebbe un senso profondo al pentimento. Metto a disposizione i reparti degli ospedali dove questi ragazzi potranno incontrare anche loro coetanei che stanno combat-

tendo contro un tumore. Il miglior modo per far loro capire cosa c’è dietro a quei nastri rosa, quanta sofferenza, è proprio quello di farli entrare in corsia. Un contrappasso dantesco: tu che con un atto del genere hai sbeffeggiato chi sta male, adesso sei chiamato ad accudire e sostenere le persone che stanno attraversando questa malattia». A parlare è Luca Zaia. Il presidente della Regione ha le idee chiare su ciò che dovrebbero fare i ragazzi che nelle piazze di Conegliano, Motta e Belluno hanno gettato a terra e fatto a pezzi i nastri rosa, simbolo della Lilt. Favaro alle pagine XVI e XVII

I tamponi rapidi

Studente positivo al virus al Cerletti L’Usl in classe: negativi i compagni I tamponi rapidi erano pronti da tempo per essere utilizzati direttamente all’interno delle scuole. Ieri sono stati usati per la prima volta nell’istituto enologico Cerletti di Conegliano: un positivo, 30 tamponi effettuati su prof e compagni. Tutti negativi. DETERMINATO Il governatore Zaia non fa sconti ai vandali della Lilt

A pagina VI

I TEST L’esordio a Conegliano

Castelfranco, Marcon resta sindaco Il primo cittadino di centrodestra vince con il 51,6%: «Premiata la concretezza». Sartoretto amaro: «Fatto il possibile»

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La protesta

In 200 al Canova «Un incontro in Regione» «Chiederemo un incontro con il presidente della Regione, Luca Zaia, e con i sindaci del territorio. Gli effetti della chiusura dell’aeroporto devono essere mitigati. Se non è possibile arrivare a una riapertura parziale spostando parte dei voli che in questo periodo sono stati dirottati a Venezia, proporremo di considerare l’intero ecosistema del Canova come un’area di crisi». I sindacati ieri davanti all’aeroporto con duecento lavoratori. A pagina XI

Si riapre l’era di Stefano Marcon: a Castelfranco il sindaco uscente sale al municipio per altri 5 anni. Al governo della città, con uno scarto di 658 voti, viene riconfermato il centrodestra con Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la civica Marcon sindaco. Al ballottaggio Marcon contro lo sfidante Sebastiano Sartoretto per il centrosinistra ha portato a casa una vittoria di 7.538 voti contro 6.880, ossia il 51,68% contro il 48,32%. I cittadini, con un’affluenza al 47,24%, hanno prediletto la continuità premiando quanto fatto finora e il programma di centrodestra seppur di pochi voti, con uno spoglio che ha fatto aspettare tutti fino all’ultimo prima di cantar vittoria. «Eravamo soli contro tutti - ha commentato a caldo Marcon - e ce l’abbiamo fatta. E’ stata premiata la concretezza». Deluso Sartoretto: «Chi non si è schierato a consegnato la città alla Lega». Russo e Quarello da pagina II a pagina V

Il progetto Presentato il Racquet club, pronto a giugno

Caerano

Preso a martellate dai banditi

Tennis e Spa nel centro di Panatta COME SARA’ La nuova struttura al posto dell’ex Zambon

Va a funghi a Cortina ex primario disperso Vive ore d’angoscia la famiglia Celegon, che dalla mattina di domenica non ha notizie di Leopoldo, 72 anni. L’uomo, notissimo cardiologo ed ex primario all’ospedale San Giacomo di Castelfranco, risulta disperso a Cortina, dove dalle 20 di domenica sono in corso le ricerche a oltre 1.500 metri di quota. Con un massiccio dispiegamento di uomini, unità cinofile, elicottero e droni ieri sono stati ritrovati un bastone da funghi e uno zaino appartenenti al medico in prossimità di un torrente nella zona di Pocol. De Salvador a pagina XIII

CARDIOLOGO Leopoldo Celegon, 72 anni, era andato a funghi

Redazione Treviso: 31100 - Treviso, via Toniolo 17 - Tel. 0422.410270 - fax 041.665179 treviso@gazzettino.it

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Filini alle pagine VIII e IX

Se ne sono andati con il Rolex d’oro che Renzo Durante portava al polso, lasciando dietro di sé una scia di sangue. Ma anche la sensazione che, quanto è accaduto domenica sera, in camera da letto, al ristoratore ottantaduenne di Caerano e alla moglie, Giuliana Semenzin, avrebbe potuto avere conseguenze ancora peggiori. Una rapina violenta: l’anziano è stato colpito alla testa con un martello e medicato in ospedale con diversi punti di sutura. «Un altro colpo e sarei morto» ha detto. Bon a pagina XIV


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Nordest

ALTA MAREA, PIAZZA SAN MARCO ALLAGATA Per il secondo giorno consecutivo le zone più basse di Venezia sono finite sott’acqua: dopo la prova di sabato, il Mose è rimasto fermo domenica e anche ieri. Picco a 98 cm

Martedì 6 Ottobre 2020 www.gazzettino.it

L’intervista Andrea Martella ndrea Martella, è vero come dice il politologo Paolo Feltrin che i tre sottosegretari veneti del Partito Democratico, cioè lei, Pier Paolo Baretta e Achille Variati, non “avete messo la faccia” nella sfida di Arturo Lorenzoni contro Luca Zaia? «Detta così, sembra una battuta da bar Sport e io nemmeno la commenterei, mi sembra pretestuosa rispetto alla profondità di pensiero del professor Feltrin. Baretta era candidato sindaco di Venezia, quindi è un po’ difficile dire che non ci abbia messo la faccia. Per me, credo, e lo dico senza presunzione, parlino i fatti e il mio lavoro come rappresentante di Governo e politico sul territorio anche in questa difficilissima campagna elettorale. Lo stesso vale per il collega Variati».

A

Feltrin dice che lo scontro doveva essere “Governo contro Governo”, Roma contro Veneto. Forse contro Zaia andava candidato un sottosegretario? «Non ci vuole un indovino per immaginare i commenti con un altro scenario: “dovevamo privilegiare il profilo del territorio e non quello romano”. La candidatura di Lorenzoni e il tentativo di aprirci alla società civile con una declinazione green sono state scelte giuste che il Pd ha sostenuto. Vorrei ringraziare Feltrin per la considerazione nei confronti dei sottosegretari, ma non credo ci fossero miracoli all’orizzonte». Alle Regionali in Veneto Zaia ha sfiorato il 77%. I veneti moriranno zaiani? «Non credo, penso che siamo già entrati nel dopo Zaia. Queste Regionali sono state le elezioni che hanno premiato i governatori, lo si è visto anche in Campania e in Puglia. In Veneto partivamo già con un bel gap da colmare. Evidentemente non siamo riusciti a spiegare le molte carenze della gestione di Zaia. E poi ci si è messo anche il Covid a stoppare il nostro Lorenzoni. È proprio per andare oltre Zaia che dobbiamo compiere i prossimi passi. Senza perdere tempo dobbiamo stabilire attraverso un dibattito aperto le linee attorno le quali vogliamo muoverci esplorando ogni aspetto della realtà veneta, dalla sanità alla difesa idrogeologica, dalla green economy alla digitalizzazione dei servizi, tenendo conto

«Basta psicanalizzarci costruiamo il dopo Zaia» «Noi sottosegretari colpevoli per la batosta `«Ora serve un vero congresso rifondativo del Pd? Roba da bar Sport, evito commenti» che sappia andare oltre le correnti costituite» `

«SUL MOSE QUESTO GOVERNO HA FATTO UN’OPERAZIONE DI TRASPARENZA E ANTICIPATO I TEMPI DI MESSA IN FUNZIONE» «PORTO DI VENEZIA È GIUNTO IL MOMENTO DI RIPROGETTARE E RIFARE LA CONCA DI NAVIGAZIONE»

Cosa deve fare il Pd? «Il prossimo passaggio dovrà essere un congresso programmatico, rifondativo, veramente nuovo che sappia andare al di là delle correnti costituite. Si sono avvicinate tante energie in questa complicata campagna elettorale che dobbiamo tenere insieme e valorizzare. Dobbiamo evitare di cadere nel solito errore di psicanalizzare noi stessi quando fuori c’è

Favorevole alla proroga dello stato di emergenza? «Sì. Domani (oggi ndr) il ministro alla Salute Roberto Speranza farà una comunicazione alle Camere, lo stato di emergenza verrà prorogato, ci sarà un nuovo Dpcm. Credo si vada verso l’uso delle mascherine all’aperto in tutto il territorio nazionale». Non è eccessivo? «Penso sia una misura giusta, di maggiore cautela per evitare i contagi. Molte regioni lo hanno già fatto, a cominciare dal Lazio, l’ho vissuto personalmente a Roma».

SOTTOSEGRETARIO Andrea Martella, 52 anni, originario di Portogruaro, per quattro legislature in Parlamento, nel governo di Giuseppe Conte ora ha la delega all’editoria

anche delle opportunità e delle risorse offerte dal Recovery Fund e dal Mes. Non si perda tempo anche perché questo lavoro ci permetterà di individuare con largo anticipo la figura in grado di rappresentare il centrosinistra in vista delle prossime elezioni».

interesse è scaduta da pochi giorni, il 27 settembre. Sarà compito del ministro De Micheli compiere questa scelta d’intesa con il presidente della Regione».

una società alla quale offrire una alternativa». Di chi è la colpa della disfatta di Lorenzoni e del Pd? «Io per cultura sono abituato a non dare mai la colpa a qualcuno. Chi conosce gli sport di squadra sa che si vince e si perde insieme. Del resto il dibattito in corso nel Pd testimonia che non ha prodotto rassegnazione, ma voglia di ripartire. C’è un desiderio di rilancio rispetto alla animosità da resa dei conti». Il Mose funziona, piazza San Marco è rimasta all’asciutto. Lo stesso Mose che in passato il centrosinistra aveva osteggiato e su cui ora il Governo, di cui fa

parte il suo partito, il Pd, accelera. Sembra una contraddizione. «Parlamoci chiaro, sul Mose abbiamo fatto una doppia operazione. Una operazione trasparenza, cercando di renderlo “una casa di vetro” dopo gli scandali degli anni passati. Abbiamo accelerato i lavori con la nomina del super commissario Elisabetta Spitz nella consapevolezza che l’opera andava conclusa e in secondo luogo che Venezia in ogni caso non si salva solo con il Mose, ma con tutte le opere di salvaguardia complementari. Non solo, abbiamo anticipato i tempi e fatto un passo in avanti costituendo l’authority che, ponendo fine alla frammentarietà delle competenze, avrà il compito di gestire il Mose e tutti

gli altri interventi di salvaguardia». Con le dighe mobili il porto di Venezia rischia di morire? «No, dobbiamo fare in modo che il funzionamento del Mose sia compatibile con i traffici portuali. Per questo si sta approvando il nuovo protocollo fanghi per l’escavo dei canali. Credo sia giunto il momento di riprogettare e rifare l’attuale conca di navigazione. C’è un lavoro in corso con la Community portuale di Venezia». Pino Musolino, ora commissario, sarà riconfermato alla presidenza del Porto? «La call per la manifestazione di

Il Covid sta aiutando il Governo? «La campagna elettorale è finita, il governo nazionale è più stabile, il Pd è più forte. Ora bisogna concentrarci su tre obiettivi. Primo, continuare a combattere il coronavirus. Secondo, utilizzare al meglio le risorse del Recovery Fund per trasformare il paese e per declinare un nuovo modello di sviluppo. Terzo, continuare a lavorare per dare risposte al tessuto economico e sociale in favore di una ripresa. Il clima generale è più positivo, lo dimostrano le parole del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha rilanciato l’idea di un patto per l’Italia. Il governo c’è». Ci sarà un nuovo lockdown? «Dobbiamo evitarlo ad ogni costo. Siamo chiamati in questo tempo difficilissimo ad aumentare la responsabilità di fronte all’emergenza sanitaria e nel contempo ripartire. Come ho visto personalmente in questo periodo ad esempio a Padova con la settimana del volontariato, a Pordenone con il festival letterario, a Treviso con un evento dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e, in fondo, com’è stato a Venezia con il Mose». Cosa pensa della partita Juve-Napoli? «Secondo me la partita andava rinviata e lo dico da juventino. La salute viene prima di tutto. Mi auguro venga trovato un protocollo per continuare il campionato». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tav Brescia-Verona, la maxi-talpa dà il via ai lavori INFRASTRUTTURE BRESCIA Si chiama Martina, ma dietro al nome gentile si cela una “talpa” del diametro di 10 metri che dovrà scavare una galleria di quasi 8 chilometri. La maxi fresa ha acceso ieri i motori a Lonato del Garda, nel Bresciano, da dove sono partiti i lavori per l’alta velocità Brescia-Padova, un’opera «strategica» - come è stata definita dal ministro delle infrastrutture Paola De Micheli - che dovrà essere completata in tempo per le Olimpiadi lombardo-venete del 2026. Una cinquantina di chilometri fondamentali per la circolazione sulla tratta ferroviaria più importante del Nord, che attraversa la Pianura padana.

Alla cerimonia erano presenti anche gli assessori ai trasporti di Veneto, Elisa De Berti, e Lombardia, Claudia Terzi, i sindaci dei comuni interessati dal tracciato e i vertici di Ferrovie e Saipem, il cui amministratore delegato, Stefano Cao, ha sottolineato: «Siamo abituati a gestire la costruzione di opere complesse con competenze trasversali di ingegneria e project management,

IL CANTIERE INAUGURATO IN LOMBARDIA IL MINISTRO DE MICHELI: «OPERA STRATEGICA» L’ASSESSORE DE BERTI: «E POI FINO A VENEZIA»

sia nel settore energetico che delle infrastrutture. Ci proponiamo sempre più come una società di servizi, diversificata, pronta a competere nel mercato delle infrastrutture, sia a livello europeo che nel resto del mondo».

VISTA DAL VENETO

TAGLIO DEL NASTRO Il via ai lavori nel cantiere di Lonato

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Proprio la galleria di Lonato è l’opera più complessa della tratta Tav Brescia-Verona. «L’accensione della fresa significa che i lavori sono davvero partiti», ha detto il sindaco di Verona, Federico Sboarina: «L’alta velocità renderà il nostro territorio e il suo tessuto industriale ancora più competitivo dal punto di vista economico, collocando Verona al centro dei corridoi viari nord-sud ed est-ovest». «La linea ferroviaria dell’alta

velocità - ha commentato l’assessore De Berti - è un’opera strategica per il Veneto e per l’intero Paese, che la Regione ha sempre sostenuto. L’auspicio è che i lavori previsti tra Brescia est e Verona vadano avanti speditamente, come pure tutte le attività in corso da parte del ministero relative alle altre tratte venete, per arrivare in tempi rapidi all’approvazione dei progetti e alla realizzazione dell’infrastruttura sino a Padova e quindi a Venezia». Il raddoppio dei binari consentirà anche di «alleggerire il traffico ferroviario oggi circolante sulla linea storica, a favore del servizio regionale destinato ai pendolari, fortemente condizionato dalla limitata capacità dell’infrastruttura». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Martedì 6 Ottobre 2020 www.gazzettino.it

Elezioni, i nuovi equilibri

Da Brugnaro a Polo passando per Nesto Nel nome dei sindaci Al centrodestra vanno cinque Comuni `Hanno prevalso molti leader uscenti Il centrosinistra regge soltanto a Dolo ma la Lega ha fatto sentire il proprio peso `

LA GEOGRAFIA DEL VOTO

I nuovi sindaci

MESTRE Cinque sindaci al cen-

Venezia

Luigi Brugnaro

centrodestra

Portogruaro

Florio Favero

centrodestra

Dolo

Alberto Polo

Eraclea

Nadia Zanchin

civ. centrodestra

Cavallino Treporti Roberta Nesto

civ. centrodestra

trodestra, uno al centrosinistra. L’esito della tornata elettorale del 20 e 21 settembre mostra dal punto di vista numerico solo un leggero scostamento rispetto alle situazione precedente, con Torre di Mosto che dalla civica di Giannino Geretto ha cambiato colore con Maurizio Mazzarotto, sindaco centrista che guarda al centrodestra.

Torre di Mosto

civ. centrosinistra L’ECCEZIONE

Maurizio Mazzarotto civ. centrodestra

NEL CAPOLUOGO L’analisi politica presenta però aspetti più interessanti. In primo luogo perché in gioco c’era il capoluogo dell’area metropolitana, riconquistato al primo turno da Luigi Brugnaro che ha tenuto il centrosinistra di Pier Paolo Baretta al 29% e il Pd al 20, minimo storico in una città dove la sinistra rimane abbarbicata nel fortino del centro storico, ma non nei quartieri operai e nelle aree più popolari della città. Un successo personale della lista fucsia del sindaco, che in questa occasione ha approfittato del traino del centrodestra al completo, a cominciare dalla Lega. A Venezia il Carroccio (12,37% la percentuale dei voti) ha visto leggermen-

A TORRE DI MOSTO NUOVA ALTERNANZA IL VOTO DECISO SOLTANTO DA UNA SETTANTINA DI SCHEDE CA’ FARSETTI

te smorzato il successo a livello regionale alimentato dall’effetto Zaia che visto la propria lista triplicare i consensi rispetto a quelli della “casa madre” leghista. Ma il risultato dovrebbe garantire nella Giunta che oggi Brugnaro presenterà alla città un peso specifico superiore rispetto al passato.

IL VENETO ORIENTALE A Portogruaro invece la Lega ha fatto risultato pieno, smarcandosi dalla sindaca uscente Maria Teresa Senatore e imponendo il proprio candidato Florio Favero, che ieri al ballottaggio ha conquistato la fascia tricolore trascinando con sè il centrodestra compatto, Senatore compresa. Nel Veneto orientale del resto la Lega è da anni il partito egemone che ha portato in Regione due

il patto dell’alternanza: anche questa volta l’esito del voto è stato deciso da una manciata di voti - 72 per l’esattezza - a favore di Maurizio Mazzarotto, storico punto di riferimento dell’Udc locale.

consiglieri (Fabiano Barbisan e Francesco Calzavara) pur dovendo rinunciare a candidare il vice presidente veneto uscente Gianluca Forcolin. Meno chiaro lo zampino della Lega a Eraclea, il Comune scosso dall’inchiesta e dal processo sulle infiltrazioni della camorra, dove ha vinto un’altra candidata del centrodestra, Nadia Zanchin, che ha superato il candidato Gian Andrea Babbo sul quale il Carroccio aveva ufficialmente puntato le sue fiches. In compenso il centrodestra a Est di Venezia ha fatto cappotto con la netta conferma di Roberta Nesto a Cavallino Treporti, Comune balneare duramente toccato dall’emergenza sanitaria che ha fatto tremare il comparto turistico, e a Torre di Mosto, dove da quattro tornate a questa parte vige

A reggere il centrosinistra alle urne è rimasto solo Alberto Polo, sindaco riconfermato a Dolo dove pure la Lega alle Regionali, sommando i voti a quelli della lista Zaia aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei consensi. Il risultato maturato in Riviera a favore di Polo e ancora più significativo se si pensa che c’erano soltanto due liste a confrontarsi e che pochi giorni prima del voto era arrivato Matteo Salvini in persona a sostenere la candidatu-

RICONFERMA Il sindaco Alberto Polo davanti al municipio di Dolo

AL CANDIDATO DEL CARROCCIO IN RIVIERA NON È BASTATO IL SOSTEGNO DI SALVINI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I votanti a Portogruaro

Affluenza in calo, ma superiore ai dati del 2015 A Portogruaro l’affluenza cala rispetto al primo turno ma supera di 5 punti percentuali quella di cinque anni fa. Si è fermato al 52,51 per cento il dato dell’affluenza del turno di ballottaggio di queste strane elezioni amministrative 2020, che verranno ricordate anche per le regole anti-contagio da Covid 19. Al primo turno, in concomitanza con le elezioni regionali e soprattutto con il referendum per il taglio dei parlamentari, l’affluenza era stata del 62,92 per cento. Un calo di 10 punti percentuali che dovrebbe fare riflettere ma che resta in ogni caso

inferiore al calo registrato nel turno di ballottaggio del 2015, quando dal 60 per cento si era passati al 46,96 per cento. Le sezioni in cui si è votato di più sono quelle di via Livenza e di Summaga, dove è stato superato il 60 per cento. Resta sempre Mazzolada, e non Lison, come erroneamente riportato ieri, la sezione più pigra, l’unica a scendere sotto il 30 per cento di votanti, attestandosi alle 15 di ieri, termine ultimo per votare, al 23,82. Hanno votato più i maschi delle femmine: il dato esatto è di 53,64% contro 51,46. (t.inf.)

Venezia La squadra di Brugnaro

VENEZIA Il mistero, a dire il vero

neanche tanto fitto, sarà svelato questa mattina quando il sindaco Luigi Brugnaro presenterà la squadra che lo accompagnerà fino al 2025. Dieci assessori più quattro o cinque delegati. Alcuni di questi sono scontati o noti da tempo, altri sono stati in forse fino a qualche giorno fa.

GLI ALLEATI La situazione tra gli alleati di Brugnaro è abbastanza definita e lo è stata fin dai primi momenti. Per Forza Italia ci sarà Michele Zuin, che si riprenderà in mano le deleghe pesanti al Bilancio e alle società partecipate, avendo anche dato dimostrazione di saperle governare. Per Fratelli d’Italia appare scontato il nome di Francesca Zaccariotto, la prima degli eletti del partito ma anche la più esperta, con un cursus honorum importante: sindaco di San Donà, presidente della Provincia e assessore ai Lavori pubblici a Venezia. Manterrà

Questa mattina si presenta la Giunta tra conferme ed esclusioni eccellenti questa delega? Lo sapremo oggi. La Lega avrà un vicesindaco e due assessori. Il vice di Brugnaro sarà il commissario provinciale del partito, Andrea Tomaello, che avrà anche qualche delega. Poi gli assessori: ci saranno il veneziano Sebastiano Costalonga, che dovrebbe avere

il Commercio, e Silvana Tosi alla quale dovrebbe andare la Sicurezza. Quest’ultima in questo momento è convalescente e alla presentazione non ci sarà. Fino a quando non rientrerà in servizio, la delega potrebbe tenerla il sindaco oppure affidarla allo stesso Tomaello.

I FUCSIA

SCELTA ABBASTANZA SEMPLICE FRA GLI ALLEATI TRA I FUCSIA C’ERANO TANTI NOMI E POCHI POSTI

E veniamo ai Fucsia di Brugnaro, dove la scelta è stata più difficile, essendo a disposizione tutti gli uscenti e presenti anche nomi nuovi e intenzionati a dare il proprio apporto all’amministrazione. La squadra fucsia sarà formata da cinque persone, tre uomini e due donne. I tre

ra di Ivano Michelotto. Un dato che serve forse a confermare la natura amministrativa del voto, dove è la figura del sindaco, più del partito, a fare la differenza. Il voto di queste settimane l’ha dimostrato. Alberto Francesconi

VICESINDACO Andrea Tomaello (Lega)

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ASSESSORE Simone Venturini (Lista Brugnaro)

NEO SINDACO Florio Favero domenica al voto

uomini saranno una conferma della edizione precedente: Simone Venturini, Renato Boraso e Massimiliano De Martin. Tra le donne entrerà in giunta Laura Besio, già presidente dell’Antica scuola dei Battuti e attuale vicepresidente dell’Ipav. Data l’esperienza, potrebbe avere la delega al Sociale. Conferma anche per Paola Mar, assessora uscente al Turismo. Ermelinda Damiano con ogni probabilità guiderà i lavori del Consiglio per altri cinque anni. Ci sono altre persone che si aspettavano la conferma o un passaggio e sono probabilmente rimaste deluse. Per alcuni ci sarà il posto di consigliere delegato, per altri solo lo scranno in Consiglio comunale. Ci sono Paolo Romor, assessore uscente al Personale e alle Politiche educative e anche i delegati uscenti Alessandro Scarpa “Marta” e Paolino D’Anna. Per loro, come per altri (tra cui Giovanni Giusto e Riccardo Brunello della Lega), ci dovrebbero essere gli incarichi da consigliere delegato. Michele Fullin © RIPRODUZIONE RISERVATA


Belluno Martedì 6, Ottobre 2020

BELLUNO, “UVETTA” GATTINA SMARRITA: PRONTI MILLE EURO DI RICOMPENSA A CHI LA TROVERÀ

San Bruno. Fondò con pochi discepoli nella deserta valle di Chartroux un Ordine, in cui la solitudine eremitica si combinasse con una minima forma di vita comunitaria.

8°C 17°C Il Sole Sorge 7:14 Tramonta 18:41 La Luna Sorge 21:01 Cala 11:37

Via Carlo Rizzarda, 4 32032 FELTRE (BL) Tel. 0439 1900338 email: info@satelfeltre.it www.satelfeltre.it

Belluno

Hockey Cortina studia la riscossa per l’esordio in casa giovedì

Mesi difficili per la viabilità della Statale 51 di Alemagna Fino ai Mondiali del 2021 sono diversi i cantieri che interesseranno la statale che porta a Cortina. Per gli automobilisti inevitabili i disagi

Dibona a pagina XIV

Trentin a pagina VII

Zambenedetti a pagina VII

Cardiologo disperso, le ricerche sul rio Costeana `Leopoldo Celegon

ha fatto perdere le tracce domenica Scomparso nella zona di Pocol dove le ricerche sono partite domenica sera verso le 20, dopo l’allarme disperato lanciato dalla famiglia. Di Leopoldo Celegon, 72 anni, notissimo cardiologo ed ex primario all’ospedale San Giacomo di Castelfranco (Tv), ieri sono stati trovati solo un bastone da funghi e uno zaino, a circa 1500 metri di quota in prossimità del torrente Costeana che, 400 metri

più a valle, si immette nella diga d’Ajal. Un’ottantina di persone hanno perlustrato tutta l’area attorno a Malga Pezié de Parù, dove il settantaduenne aveva parcheggiato la macchina senza più farvi ritorno. L’ultimo contatto telefonico con la famiglia risale alle 9.30 di domenica. Poi il silenzio. Quanto sia accaduto in seguito resta al momento un’incognita. Si trovava da solo, per questo non sono del tutto chiari i suoi spostamenti né le relative tempistiche. Gli oggetti del medico sono stati ritrovati da un cane molecolare sulle rive del torrente Costeana. A pagina XIII

Agordo

Nuovo Palaghiaccio, c’è il progetto Comune a caccia del finanziamento L’Amministrazione guidata da Roberto Chissalè sogna la ristrutturazione del palaghiaccio e la nascita, assieme al vicino stadio del calcio con le piste di atletica, della cittadella dello sport. Perciò ha incaricato lo studio Dedalo di Torino di predisporre un progetto. LA DIGA sul Costeana a Ciou del Conte dove si concentrano le ricerche

Gabrieli a pagina XI

IL RENDERING del palaghiccio

Comelico, secondo morto per il virus Lo storico macellaio in pensione, Alberto Pomarè Doch di Santo Stefano, è deceduto la sera prima di compiere 74 anni

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Denunciati

In isolamento: coniugi vanno per negozi Se ne andavano in giro a fare shopping nei negozi, ma erano positivi. I carabinieri di Santo Stefano hanno denunciato in stato di libertà una coppia di coniugi residenti a Comelico Superiore per aver violato le leggi sanitarie (art. 260 del Testo unico), che punisce chi non osserva un ordine «legalmente dato per impedire l’invasione o la diffusione di una malattia infettiva». I due erano stati segnalati più volte fuori dalla propria abitazione dove sarebbero dovuti restare in isolamento. A pagina II

Avrebbe compiuto 74 anni proprio ieri lo storico macellaio di Santo Stefano, Alberto Pomarè Doch: invece è morto la sera prima del suo compleanno all’ospedale di Belluno, dove era ricoverato dopo essere risultato positivo al Covid. La morte del commerciante, ormai in pensione da anni, ha lasciato non solo l’intero Comelico, ma tutto il Bellunese sconvolto: l’uomo, fragile per patologie cardiache, si è ritrovato senza difese nel focolaio più grande della provincia e non ha avuto scampo. È la seconda vittima di quel maxi-contagio, che continua a crescere. Anche ieri su 32 nuove positività in provincia, 6 sono in Comelico. E sempre ieri sono quasi raddoppiati i ricoveri di pazienti Covid a Belluno: 23 i degenti. Sono numeri che non si registravano da metà maggio. Vicino ai dati di metà aprile, invece, il totale degli infetti: 242, secondo il report di Azienda Zero. I bellunesi in isolamento sono 875, come in aprile. Bonetti a pagina II

Alla caserma Salsa I commilitoni sottoposti al tampone

Nevegal: «Ora tutti al lavoro»

Alpino positivo: venti in quarantena IL CASO Allarme Covid anche alla caserma Salsa per un alpino positivo

Fiocchi rosa distrutti, Zaia: «Volontariato per i vandali» «Il danno non è solo materiale, ma soprattutto psicologico, sociale e culturale. Va subito tamponato. Le scuse pubbliche rappresentano un atto nobile. Si dimostri, però, che sono veramente sentite. Il volontariato con malati oncologici darebbe un senso profondo al pentimento. Metto a disposizione i reparti degli ospedali dove questi ragazzi potranno incontrare anche loro coetanei che stanno combattendo contro un tumore». A parlare è Luca Zaia. Il presidente della Regione ha le idee chiare su ciò che dovrebbero fare i ragazzi che hanno prima gettato a terra e poi fatto a pezzi i nastri rosa. Favaro a pagina V

Alleghe

Addio al cane eroe del Soccorso Alpino Zar amava volare sull’elicottero del Suem Zar aveva 11 anni, un tumore se l’è portato via, lasciando un vuoto «incolmabile» nella vita del suo conduttore, Manlio Fontanive del Soccorso alpino di Alleghe. «Anche da malato, quando sentiva volare un elicottero abbaiava - racconta Fontanive -. Amava andare in elicottero». DETERMINATO Il presidente Zaia suggerisce il volontariato

Belluno

Fontanive pagina XI

SOCCORSI Il “volontario” Zar

Redazione Belluno: 32100 - Belluno, via Segato 5 - Tel. 0437.940260 - fax 041.665177 belluno@gazzettino.it

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A pagina III

«Il Nevegàl deve andare avanti: la linea è tracciata e li arriveremo» è questa la frase del sindaco Jacopo Massaro che più è piaciuta ai consiglieri di minoranza che ieri lo hanno incontrato, a Palazzo Rosso, alla presenza del segretario comunale Francesco Pucci e un tecnico del comune. Nevegàl e la problematica relativa alla chiusura delle attività commerciali erano gli argomenti principali “dell’incontro del sorriso” di ieri, dove sono stati abbandonati i toni di protesta dell’ultimo consiglio comunale. Fant a pagina VI


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Primo Piano

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La lotta al Covid

Mascherina all’aperto ma niente coprifuoco per bar e ristoranti In Consiglio dei ministri il testo del Dpcm `Ma con un picco dei contagi stretta sulla oggi Speranza alle Camere, domani la firma movida e “chiusure selettive” di alcuni settori `

IL RETROSCENA ROMA Nessuncoprifuoco per bar e ristoranti e neppure ulteriori limiti alle feste private, come matrimoni, battesimi e compleanni. Il governo, per «evitare inutili drammatizzazioni» e per non danneggiare il settore della ristorazione già duramente colpito dalla pandemia, nel nuovo Dpcm inserirà soltanto l’obbligo della mascherina all’aperto su tutto il territorio nazionale. Con un inasprimento delle sanzioni. In più verrà prorogato, come annunciato, lo stato d’emergenzafinoal 31 gennaio. «Per ora ci limitiamo a spingere per avere maggiori controlli nelle strade, anche grazie all’uso dell’esercito, e per ridurre con la mascherina all’aperto i rischi di contagio», è stato convenuto tra Giuseppe Conte e i ministri competenti, «ma la guardia resta alta. Se ci sarà un peggioramento della curva epidemica, interverremo tempestivamente con nuove misure restrittive». «Abbiamo scelto la linea della gradualità, giocarci

LA RIVOLTA DEI GOVERNATORI E LA FRENATA DI PD E IV SPINGONO IL GOVERNO A EVITARE IL GIRO DI VITE ADESSO

IL CASO ROMA Il timore del governo è che, mentre si prepara la nuova stretta anti-Covid, i governatori riprendano a fare, e infatti hanno già ricominciato, il controcanto e a interferire sulle scelte nazionali, forti dei successi elettorali alle ultime Regionali. «Questa è ancora una Repubblica parlamentare e non una Repubblica regionale», è il mood del governo. Ma dialogare con i presidenti non solo si può ma si deve. E allora, ieri sera, prima del Consiglio dei ministri, i titolari della Salute (Roberto Speranza) e degli Affari regionali (Francesco Boccia) si sono riuniti in videoconferenza con De Luca, con uno scatenato Toti («Le Regioni devono poter emettere ordinanze in autonomia totale dallo Stato centrale!») e Zaia, Cirio, Musumeci, Giani e tutti gli altri numero uno regionali. Ma senza Zingaretti (con il suo assessore laziale alla Salute però, Alessio D’Amato) perché, da segretario del partito, nel giorno della vittoria del Pd in tutti i ballottaggi importanti ha avuto felicemente il suo da fare. Il fuoco preventivo dei governatori, che pure si muovono in ordine sparso e ognuno accusa

tutte le cartucce subito sarebbe stato un errore», spiega una fonte che cura il dossier-Covid, «poi cosa faremmo se, com’è probabile, tra qualche giorno la situazione dovesse farsi più grave? Mica possiamo arrivare al lockdown totale...». Aspingereil governoverso una stretta più morbida, «graduale» appunto, rispetto alle previsioni della vigilia sono gli ultimi dati: 2.257 nuovi contagi (erano quasi tremila sabato), con un numero di tamponi però decisamente basso(circa 60.000). E, soprattutto, le pressioni di Pd, Italia Viva, dell’opposizione e di alcuni presidenti di Regione, il ligure Giovanni Toti in testa. Tutti molto cauti (anzi, contrari) rispetto all’introduzione del coprifuoco serale per fermare la movida e a un nuovo giro di vite sugliassembramenti. Ad illustrare la proroga dello stato d’emergenza e il contenuto

del Dpcm che ricalca quello del 7 settembre, sarà oggi in Parlamento il ministro della Salute, Roberto Speranza: il premier ha preferito passare la mano per non diventare bersaglio di polemiche. Poi, dopo il voto delle Camere sulle comunicazioni del responsabile della Sanità, oggi sarà varato lo stato d’emergenza, mentre il Dpcm verrà firmato domani dopo aver deciso l’aggravio della sanzione per chi non indossa la mascherina all’aperto. C’è da dire che già sabato Speranza e Conte, dopo un colloquio telefonico, avevano fatto filtrare che non sarebbero state introdotte misure troppo rigide. Ma il tam tam del coprifuoco per bar e ristoranti ha innescato la reazione di alcuni governatori (Zingaretti incluso) che d’ora in poi potranno emanare solo ordinanze più restrittive rispetto a quelle del governo, di Matteo Salvini e delle asso-

ciazioni di categoria. Da qui la frenata e la necessità di smentite ergaomnes.

LA DOPPIA FRENATA Prima ci ha pensato palazzo Chigi, a metà pomeriggio: «Non c’è nessuna intenzione da parte del governo di chiudere ristoranti, bar e locali come si legge su alcune testate, nè di anticiparne l’orario di chiusura introducendo di fatto un coprifuoco». Poi, è stato Conte in persona a illustrare a “Settestorie” (Rai1) la linea di «cauta prudenza»: «Siamo in una situazione diversa da quella della fase iniziale, quella più acuta. E’ chiaro che il contagio continua, ma posso dire che siamo fiduciosi di tenerlo sotto controllo perché abbiamo un sistema sanitario rafforzato e abbiamo elaborato un sistema di monitoraggio molto sofisticato che ci consentirà, laddove necessario, di intervenire in mo-

Giuseppe Conte a palazzo Chigi (foto ANSA)

do mirato e circoscritto. Quindi quando io dico che non vedo all’orizzonte un nuovo lockdown lo dico non con uno spirito di incautoottimismo». Però è molto probabile una nuova stretta nei prossimi giorni, visto che venerdì il ministero della Salute e l’Istituto superiore della Sanità hanno denunciato il «rischio concreto di un rapido peg-

I NODI

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Le nuove sanzioni Non è stato ancora deciso di quanto sarà la multa per chi non indosserà la mascherina all’aperto: domani la valutazione finale

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Ordinanze solo restrittive I governatori non potranno varare norme più lasche rispetto a quelle del governo nella lotta al virus, ma se più restrittive sì

3

Verso lo stop alla movida Per ora è stata rinviata la chiusura alle 22 o 23 di bar e ristoranti, ma se la situazione peggiora il coprifuoco verrà introdotto

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Il rischio delle feste private Secondo gli esperti matrimoni, battesimi, compleanni sono tra i maggiori veicoli di contagio: possibile una stretta a breve sul numero di invitati

gioramento». Tanto probabile che nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef) esaminata ieri notte dal Consiglio dei ministri è scritto nero su bianco: «Nello scenario di rischio la ripresa dei contagi osservata a partire da agosto si aggraverebbe sensibilmente nei mesi finali del 2020, portando anche al raggiungimento di livelli di guardia in termini di ricoveri ospedalieri. Ciò indurrebbe il governo a reintrodurre chiusure selettive di alcuni settori e misure di distanziamento sociale». Frase, quest’ultima, che fa prefigurare anche la possibilità di uno stop, «in caso di peggioramento serio della situazione» come dice un ministro, «di alcuni settori produttivi». E la limitazione delle attività di bar e ristoranti, più l’introduzione di tetti al numero di partecipantiamatrimoni, battesimie festedicompleanno. Alberto Gentili © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le Regioni contro il governo, la replica: «Potete varare solo ordinanze più dure» l’altro (anche i dem contro De Luca: «Fa lo sceriffo ma ormai è una posa»), ha fatto retrocedere il governo sul blocco della movida ossia sulla chiusura dei bar e ristoranti alle 23, e così ieri sera Speranza ha illustrato loro brevemente ciò che oggi dirà alle Camere insistendo sulla misura sui cui c’è meno disaccordo: l’obbligo di mascherine all’aperto. Ma Toti è molto freddo: «Non esageriamo». De Luca è caldissimo: se fosse per lui si dovrebbe stare con la protezione sanitaria anche dentro le mura domestiche. Zingaretti ha potuto non partecipare perché il suo risultato lo aveva raggiunto in precedenza: niente chiusura di bar e ristoran-

TOTI: NO A LINEE GUIDA NAZIONALI PALAZZO CHIGI: QUESTA È UNA REPUBBLICA PARLAMENTARE E NON FEDERALE

ti alle 23, sennò un settore industriale crolla.

LOTTE DI POTERE Speranza nella video-riunione di ieri sera ha rassicurato i presidenti sul fatto che il Dpcm non sarà troppo duro. Ma Salvini ha avvertito Toti - che ha visto ieri e gli altri rappresentati leghisti nelle Regioni: «Conte vuole andare verso un nuovo lockdown, dobbiamo impedirglielo». Ma anche Bonaccini, che pure è dem, su eventuali lockdown è schieratissimo per il no. Non come De Luca che sente aggredire la Campania - mai tanti positivi dalle sue parti - e la serrata, se le condizioni dovessero peggiorare, rientra nella sua linea durissima. Così come è già rientrata la chiusura anticipata della movida - al punto di far arrabbiare il rivale De Magistris, sindaco di Napoli: «Così aiuti la camorra!», il che non c’entra proprio niente - nelle misure decise da don Vincenzo Lo Sceriffo. E comunque, anche ieri sera Speranza e Boccia hanno ribadito ai presidenti

regionali: vanno rispettate le linee generali, ma se si vogliono rendere più toste si può, se si vogliono ammorbidire invece no. Ovvero: vietatissimo opporsi all’uso delle mascherine all’aperto. E i presidenti dovranno abbozzare, anche se (alcuni) a denti stretti e nonostante Salvini li inviti ad essere polemici e critici con il governo, ritenuto eccessivamente drammatizzante. Che poi è un po’ quello che pensano tutti, e alcuni governatori dem prima della riunione di ieri sera sussurravano senza farsi sentire dai ministri: «Conte esagera il pericolo perché gli serve per governare. Ma oggi in terapia intensiva in Italia ci sono 250 persone, ad aprile ce n’erano 4000». Tra i governatori del centrodestra, al netto di Zaia, circola questo timore: «Il governo, visto che non può chiudere i locali alle 23, manderà l’esercito a controllare la movida e a sparare multe davanti ai pub. Che esagerazione!». Altro timore: «Non è che Conte, pompando il pericolo, fa chiudere le scuole? Non è che esagera il ri-

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Il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti

Il presidente della Campania Vincenzo De Luca

torno del contagio per prendersi tutto il potere lui e lasciare niente a noi nel più tipico schema vetero-centralista?». Gli altri, tra mille diversità e opposti interessi sulla linea soft, De Luca in modalità lanciafiamme. Si rivede un vecchio film. Lui spinge per il lockdown regionale in Campania, loro temono un lockdown nazionale.

IL REMAKE Insieme a Toti («La mascherina all’aperto è un passo indietro inaccettabile. E imporre la stessa regola su tutto il territorio è sbagliato. Se si volesse in qualche modo colpire i poteri delle Regioni lo riterrei gravemente intollerabile»), anche il molisano De Toma è contro l’obbligo delle protezioni anti-bacilli. E il tema divide un po’ tutti trasversalmente, anche i sindaci. Ieri alla videoconferenza tra ministri e governatori hanno partecipato anche i rappresentanti dell’Associazione dei Comuni (Anci) e dell’Unione delle province (Upi). La Conferenza delle Regioni è convocata per giovedì, quindi dopo il varo del Dpcm. E il remake continuerà: regioni in lotta tra loro e in lotta con il governo. Mentre il virus impazza. Mario Ajello © RIPRODUZIONE RISERVATA


DAL 1887

il Quotidiano

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del NordEst

ANNO 134- N° 236

VENEZIA MESTRE

Martedì 6 Ottobre 2020

Mestre Nuovo assalto dei vandali all’asilo e i bimbi restano a casa

L’intervista Strukul: «Il mio Rinascimento tra intrighi e tradimenti»

Tamiello a pag. XII

Il commento

Per non mandare il nostro calcio nel pallone, basta il buon senso Carlo Nordio l conflitto che oppone la Lega di serie A alla SS Napoli Calcio è sintomatico di due radicati difetti del nostro bellissimo ma infelicissimo Paese. Il primo è l’inestricabile garbuglio delle procedure e delle competenze. Il secondo, connesso al precedente, l’istintivo ricorrere a cavillosi bizantinismi quando basterebbe il semplice buon senso. Primo. Di fronte al veto opposto dalle Asl campane di far giocare la partita per ragioni di salute pubblica, la Lega minaccia di sanzionare la squadra partenopea con la burocratica sconfitta a tavolino, quel 3 a 0 che si infligge alle compagini che immotivatamente non si presentano in campo. A sostegno di tanto rigore, la Lega ha invocato la “validità dei protocolli adottati”, i “princìpi di lealtà sportiva e di parità di trattamento”,e infine l’ “insussistenza di provvedimenti di Autorità statali o locali che impediscano il regolare svolgimento della partita”. Ora, è ben vero che lo scoppio dell’epidemia ha determinato un’ indescrivibile confusione di attribuzioni, che hanno a loro volta dissolto il principio della certezza del diritto. Basti pensare ai conflitti dello Stato con le Regioni, di queste ultime tra loro, dello Stato con i Comuni ecc ecc. Una girandola impazzita dove fioccano ricorsi e tutto sembra, come al solito finire, in Tribunale. E’ altresì vero che in un settore come quello calcistico, che dal punto di vista economico ed emotivo è ai vertici dell’interesse nazionale,(...) Segue a pagina 31

I

www.gazzettino.it

Giro d’Italia Crollano Yates e Thomas. Bene Nibali, in rosa Almeida

Zilio a pagina 24

Tavosanis a pagina 27

Mascherine sì, niente coprifuoco In Consiglio dei ministri le nuove norme: `Per ora nessuna stretta sugli orari dei locali le protezioni obbligatorie anche all’aperto possibile in modo selettivo se i contagi salgono `

Nessun coprifuoco per bar e ristoranti e neppure ulteriori limiti alle feste private, come matrimoni, battesimi e compleanni. Il governo, per «evitare inutili drammatizzazioni» e per non danneggiare il settore della ristorazione già duramente colpito dalla pandemia, nel nuovo Dpcm inserirà soltanto l’obbligo della mascherina all’aperto su tutto il territorio nazionale. Con un inasprimento delle sanzioni. In più verrà prorogato, come annunciato, lo stato d’emergenza fino al 31 gennaio. «Per ora ci limitiamo a spingere per avere maggiori controlli nelle

strade, anche grazie all’uso dell’esercito, e per ridurre con la mascherina all’aperto i rischi di contagio», è stato convenuto tra Conte e i ministri competenti, «ma la guardia resta alta. Se ci sarà un peggioramento della curva epidemica, interverremo tempestivamente con nuove misure restrittive». «Abbiamo scelto la linea della gradualità - spiega una fonte che cura il dossier-Covid - poi cosa faremmo se, com’è probabile, tra qualche giorno la situazione dovesse farsi più grave? Mica possiamo arrivare al lockdown totale...». Gentili a pagina 2

Veneto

Caserme, scuole e ospedali crescono i piccoli focolai La cena dei positivi test anche per Salvini Dopo la cena di Terracina, con il caso del presentatore risultato positivo, Salvini dovrà fare il tampone. «Ne ho fatti tanti, farò anche questo». Ajello e Buongiorno a pagina 4

Treviso Ceduto per 118 milioni l’impianto friulano di Muggia

Crescono i contagi in Veneto. A pesare sul Veneziano i tanti casi esplosi all’ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia e la situazione delle ditte esterne che lavorano in appalto a Fincantieri. Nel Bellunese è scattato

l’allarme anche alla caserma Salsa, del Settimo Reggimento alpini di Belluno: un giovane militare è positivo al Covid. In Polesine, quattro studenti positivi in tre classi diverse di un istituto alberghiero. A pagina 5

M5s-Lista Zaia, scontro per un posto in regione Conteggi dei voti: è guerra di memorie I 5stelle sperano di rientrare in Consiglio `

Barilla si mangia la fabbrica Pasta Zara ACQUISTO Barilla rileva per 118 milioni l’impianto di Muggia dell’azienda trevigiana.

A pagina 22

Adriano e Anna sposi, sulle note di Morricone Elena Filini Venezia, sabato mattina, nella sala degli Stucchi di Ca’ Farsetti come ha sempre sognato lei. Con la famiglia e (pia illusione) senza troppi flash come desidera lui. Sarà il sì dell’autunno. Settant’anni appena compiuti lo sposo, segreto d’anagrafe per la bella sposa, la leggenda del tennis salirà lo scalone del Municipio con il cuore in gola che neanche al Roland Garros nel 1976. «Ci siamo guardati, eravamo sul divano (...) Segue a pagina 25

A

Medicina

Nobel ai tre scienziati che hanno scoperto il virus dell’epatite C Il premio Nobel per la medicina è stato assegnato a tre virologi americani. Il riconoscimento è stato attribuito per la scoperta del virus dell’epatite C. «Salvate migliaia di vite umane», si legge nella motivazione. Arcovio a pagina 23

REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆

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Il M5s potrebbe scippare uno scranno alla lista Zaia Presidente. A uscire dal consiglio regionale del Veneto sarebbe Roberta Vianello e a entrare sarebbe Erika Baldin. La poltrona in ballo, infatti, è quella del collegio provinciale di Venezia. Non solo: pure a Treviso inizia a traballare uno scranno di Zaia Presidente. Ma qui a favore non dell’opposizione, ma della Lega. Questione di ore per risolvere i due casi: l’Ufficio centrale della Corte d’appello dovrebbe finire i suoi lavori e proclamare gli eletti oggi o domani. Vanzan a pagina 12

Pd veneto

Martella: «Basta psicanalisi, ora serve il congresso» «Per il Pd il prossimo passaggio dovrà essere un congresso. Dobbiamo evitare di psicanalizzare noi stessi». Ad affermalo in un’intervista è il sottosegretario Martella. Vanzan a pagina 11


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Nordest

Martedì 6 Ottobre 2020 www.gazzettino.it

M5s-Lista Zaia, scontro per una poltrona Guerra di memorie davanti alla Corte d’appello di Venezia `Nodo 5stelle: candidato presidente sopra il 3%, lista invece Se passano i grillini, un posto in meno per la maggioranza sotto la soglia. Si attende la decisione dei giudici. Rischio ricorsi `

Un verdetto per due

L’ESAME VENEZIA E se il Movimento 5 Stelle scippasse uno scranno alla lista Zaia Presidente? A uscire dal consiglio regionale del Veneto sarebbe Roberta Vianello e ad entrare sarebbe Erika Baldin. La poltrona in ballo, infatti, è quello del collegio provinciale di Venezia. Non solo: pure a Treviso inizia a traballare uno scranno di Zaia Presidente anche se in questo caso a favore non dell’opposizione, ma della Lega. Questione di ore e si saprà come andrà a finire: l’Ufficio centrale della Corte d’appello dovrebbe infatti finire i suoi lavori e proclamare gli eletti nella giornata di oggi o, più facilmente, domani, anche se poi c’è sempre il rischio di ricorsi al Tar. Il condizionale, però, è d’obbligo perché si stanno accumulando memorie e contromemorie.

Erika Baldin, chioggiotta, candidata dei 5 Stelle e, a destra, Roberta Vianello, leghista di Fiesso d’Artico inserita nella lista Zaia. Qualora la Corte d’appello dovesse accogliere la tesi M5s la prima prenderebbe il posto della seconda in Consiglio regionale (nella foto a sinistra) e l’opposizione così guadagnerebbe un seggio

LA CONTROMEMORIA Ieri mattina la lista Zaia Presidente, tramite il suo rappresentante, il deputato Giuseppe Paolin, ha depositato una memoria in Corte d’appello con la quale si contesta l’impostazione avanza-

SE DOVESSE ESSERE ACCOLTA LA TESI PENTASTELLATA LA LEGHISTA VIANELLO DOVREBBE CEDERE LA SEDIA A ERIKA BALDIN

ta dal M5s. Va ricordato che il Movimento 5 Stelle è stato escluso dal consiglio regionale, non ha avuto alcun seggio, perché la lista si è fermata al 2,69%, mentre per legge bisogna superare la soglia di sbarramento del 3%. La contestazione del M5s, che raccontano essere ampiamente supportata a livello governativo, è che il candidato presidente Enrico Cappelletti ha ottenuto il 3,25% ed essendo la coalizione composta da una sola lista la soglia deve intendersi raggiunta. «Nel caso di una unica lista - ave-

va spiegato Cappelletti - la volontà dell’elettore di estendere a tale lista il voto al candidato presidente (salvo il caso di voto disgiunto), è più che evidente. Questa interpretazione deve essere fatta prevalere rispetto ad altro tipo di criterio. È il principio di salvaguardia della volontà dell’elettore che deve prevalere». La lista Zaia Presidente con la contromemoria presentata ieri ricorda invece che la legge è chiarissima: è la lista che deve superare la soglia di sbarramento. E se si vuole contestare la norma, la sede de-

putata non è l’Ufficio centrale elettorale della Corte d’appello, semmai la Corte costituzionale. Il risultato di queste “produzioni documentali” è che il “verdetto” atteso per ieri è stato rinviato.

torna a essere “ballerino”. La vicenda - che riguarda i migliori resti - non è stata ancora risolta e potrebbe coinvolgere la lista della Lega.

TREVISO

Ieri, intanto, si è nuovamente riunito il neoeletto gruppo consiliare del Partito Democratico. «La volontà è di fare squadra hanno detto Annamaria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Giacomo Possamai, Andrea Zanoni, Francesca Zottis Abbiamo anche condiviso, pro-

In ballo c’è anche un altro conteggio, in casa della maggioranza, a Treviso: il seggio della lista Zaia Presidente inizialmente assegnato a Stefano Busolin e, dopo il riconteggio in Tribunale, attribuito a Nazzareno Gerolimetto per una manciata di schede, ora

I ballottaggi

Portogruaro, il leghista Favero ribalta il risultato

Castelfranco, rimane il centrodestra con Marcon

LA RIMONTA

LA RICONFERMA

VENEZIA Portogruaro sceglie il sindaco della Lega. Florio Favero, 58 anni, ha sconfitto il candidato del centrosinistra, Stefano Santandrea, in maniera netta, rimontando il “secondo posto” conseguito al primo turno. Il candidato del Carroccio ha vinto con il 55 per cento ed un distacco di oltre mille voti al ballottaggio nella città del Lemene, ribaltando il risultato di due settimane fa che lo vedeva al 30 per cento contro il 37 ottenuto dallo sfidante. Ha quindi funzionato l’apparentamento con le liste che avevano sostenuto la sindaca uscente Maria Teresa SenaFlorio tore al primo turFavero no (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Liberi Insieme e Senatore Sindaco), esclusa dal ballottaggio essendosi fermata al 25,8 per cento. «Ora siamo un unico gruppo che deve lavorare assieme» ha commentato il neo sindaco. L’affluenza è stata del 52,5%, contro il 62,9 al primo turno. «Mi aspettavo un testa a testa e invece il risultato è stato schiacciante - ha riconosciuto il candidato del centrosinistra -. Complimenti e buon lavoro a Favero».

TREVISO A Castelfranco il ballottaggio è stato vinto da Stefano Marcon confermando al vertice del municipio per un altro quinquennio il centrodestra. Marcon ha vinto contro Sebastiano Sartoretto del centrosinistra: 51,68% (7.358 voti) contro 48,32% (6.880). Una sfida che Marcon ha affrontato in solitaria, senza alcun apparentamento con altri sfidanti del primo turno. Di questi, Maria Gomierato (lista civica) e Cristian Bernardi per il Movimento 5 Stelle hanno sostenuto invece la corsa di Sartoretto. Stefano Una vittoria Marcon con uno scarto di poco più di 600 voti quella strappata da Marcon: «Sapevamo che non sarebbe stato facile, è difficile convincere i votanti del centrodestra ad andare a votare una seconda volta soprattutto dopo uno scarto così importante al primo turno (47% contro 25%). L’astensionismo nel ballottaggio è il nemico peggiore da battere». L’affluenza si è infatti fermata al 47,24%). Lucia Russo

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PD

prio nell’ottica del rispetto delle altre minoranze, di attendere l’incontro con gli altri gruppi consiliari prima di rendere note le nostre scelte. Ma non saranno gli organigrammi, pure importanti, a qualificare la nostra azione politica. Tradurre immediatamente in proposte di legge le grandi questioni che hanno animato la nostra campagna elettorale sarà il primo impegno sul quale vogliamo misurare Zaia e la sua giunta». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA


II

Primo Piano

Martedì 6 Ottobre 2020 www.gazzettino.it

Elezioni, il ballottaggio a Portogruaro

Non c’è gara, stravince Favero Il candidato della Lega domina il secondo turno elettorale `Ha pagato l’alleanza con Senatore, che avrà peso in Consiglio: La prima analisi: «Premiato un grande lavoro di squadra» «Un problema? No, lei sa che non possono esserci due sindaci» `

Il ballottaggio (dati in percentuale)

IL VINCITORE PORTOGRUARO La città incorona

sindaco Florio Favero, parte la festa in casa Lega. Favero, 58 anni, ha sconfitto il rivale Stefano Santandrea in maniera netta, inappellabile. L’architetto ha seguito lo spoglio delle schede dalla sede storica di viale Trieste, collocata accanto al bar Basso. Lì i festeggiamenti sono iniziati già alle 16, quando sono arrivati i risultati dalle prime sezioni. L’ansia per il risultato ha lasciato subito spazio alla gioia e alla soddisfazione per essere riusciti a mantenere la città nelle mani del centrodestra.

Florio FAVERO centrodestra

55,01

LAVORO DI SQUADRA «Credevano tutti in questo risultato, che era nei numeri. Non pensavamo però di vincere in maniera così importante. Ciò che ha convinto i cittadini, a

Stefano SANTANDREA centrosinistra 44,99 mio avviso - ha detto Favero - è stata la squadra, il candidato e il programma ben costruito, articolato e approfondito. L’orgoglio dei portogruaresi non è mai venuto fuori come que-

st’anno. Abbiamo toccato il cuore della gente dicendo che non siamo solo veneti ma siamo anche portogruaresi e che quindi dobbiamo tirare fuori la forza che abbiamo, che non è seconda a nessuno e che finora non siamo riusciti ad esprimere. Abbiamo proposto il disability manager, abbiamo detto che vogliamo fare le piste ciclabili definendo il progetto “Sole Verde”, abbiamo detto che vogliamo rivitalizzare il centro non solo con grandi eventi ma anche con delle cose semplici, con musica, pittura, teatro, letture. Sono tutte cose molto fattibili e su cui cittadini ci hanno dato fiducia».

IL PATTO CON L’EX SINDACA

La maggioranza

L’apparentamento con le liste che avevano sostenuto la sindaca uscente Maria Teresa Senatore al primo turno (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Liberi Insieme e Senatore Sindaco) ha portato al risultato sperato. Questa volta ha funzionato il semplice calcolo matematico della somma dei voti raggiunti da entrambi gli schieramenti al primo turno, che avevano visto Favero ottenere il 30 per cento e la Senatore il 25. Non si è verificato quindi l’effetto boomerang dell’accordo con il sindaco uscente, che in molti, visti anche i malumori e il detto-non detto di alcuni esponenti dei due gruppi, avevano pronosticato. Il gruppo della Senatore, che porta in Consiglio 5 suoi

esponenti, potrà influenzare pesantemente le scelte del sindaco e della giunta. Favero però non crede a questa ipotesi. «Fatte le primarie, fatto il ballottaggio - ha detto – ora non c’è più un gruppo A e un gruppo B: siamo un unico gruppo che deve lavorare assieme. La Senatore, che è stata un sindaco intelligente e che ha fatto anche cose che dovevano essere fatte, sa che non ci possono essere due sindaci nella stessa giunta. Poi il suo futuro lo deciderà lei». In questo turno di ballottaggio ha tenuto anche l’affluenza, che si è attestata al 52,51 per cento. Al primo turno, quando però c’era il traino delle elezioni regionale e soprattutto del referendum per il taglio dei par-

La minoranza

LEGA Mattia Dal Ben

LEGA Mario Pizzolitto

LEGA Leonardo Barbisan

LEGA Anna Fagotto

FORZA PORTOGRUARO Riccardo Rodriquez

“SANTANDREA SINDACO” Stefano Santandrea

“SANTANDREA SINDACO” Maria Teresa Ret

PARTITO DEMOCRATICO Antonio Bertoncello

“SENATORE SINDACO” Maria Teresa Senatore

“SENATORE SINDACO” Luigi Geronazzo

“SENATORE SINDACO” Angelo Morsanuto

“SENATORE SINDACO” Renato Stival

FRATELLI D’ITALIA Gastone Mascarin

PARTITO DEMOCRATICO Andrea Vindigni

PARTITO DEMOCRATICO Irina Drigo

CITTA’ PER L’UOMO Marco Terenzi

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III

Primo Piano

Martedì 6 Ottobre 2020 www.gazzettino.it

«Deluso, speravo in un testa a testa» Centrosinistra tradito dalle frazioni Stefano Santandrea non cerca attenuanti: «Mille `Solo 5 sezioni su 27 hanno premiato la coalizione voti di distacco, è stata una vittoria schiacciante» che ha raccolto poco di più rispetto al primo turno `

LO SCONFITTO PORTOGRUARO «Sono molto deluso, mi aspettavo un testa a testa e invece il risultato è stato schiacciante. Complimenti e buon lavoro a Favero». Il candidato del centrosinistra, Stefano Santandrea, medico di base in pensione dallo scorso gennaio, non nasconde la sua amarezza per l’esito del turno di ballottaggio. Solo 5.145 cittadini, pari al 44,99 per cento dei voti di ieri, lo hanno indicato come sindaco ideale di Portogruaro. Il suo distacco con il candidato della Lega e della coalizione di centrodestra ha oltrepassato i mille voti, pari a circa 10 punti percentuali. Un’infinità, già evidente dallo spoglio delle schede nelle prime sezioni scrutinate. Un divario che è apparso incolmabile ad un’ora dalla chiusura delle operazioni di scrutinio.

E’ QUI LA FESTA A sinistra il momento in cui arriva l’ufficialità della vittoria di Florio Favero. A lato l’esultanza dei sostenitori del nuovo sindaco dallo splendido municipio di Portogruaro

lamentari, l’affluenza era stata del 62,92 per cento. Se si confronta però il dato con il ballottaggio delle amministrative del 2015 (46,69 per cento) questo secondo turno è stato più partecipato. Forse l’effetto di una campagna elettorale della Lega molto spinta, sia sui social che sulle piazze. A Portogruaro è arrivato per ben due volte il leader Matteo Salvini e prima della chiusura anche lo stravotato governatore del Veneto Luca Zaia. «Non solo loro», tiene a precisare Favero. «Altri sindaci della Lega sono venuti qui ripetutamente. Il che significa che la squadra è forte perché è stata costruita negli anni. Da questa esperienza – ha aggiunto il neo primo cittadino – abbiamo capito che il centrodestra deve essere unito e potrà avere grandi risultati in futuro. Finalmente lo abbiamo ricostruito e ora per dieci anni realizzeremo belle cose. Il centrodestra non ha bisogno di liste civiche pensate all’ultimo secondo, queste devono essere un valore aggiunto, non un valore da cui partire. Noi ci siamo apparentati con liste civiche del centrodestra, con elettori nostri». Favero ha già la testa sui progetti per la città. «Come dice il nostro punto di riferimento a livello regionale, - ha concluso il sindaco - da domani si lavora pancia a terra per tutti i portogruaresi, nessuno escluso, soprattutto i più deboli». Teresa Infanti © RIPRODUZIONE RISERVATA

«ABBIAMO TOCCATO IL CUORE DELLA GENTE DICENDO CHE NON SIAMO SOLO VENETI MA ANCHE PORTOGRUARESI»

L’ANALISI «Francamente – ha commentato a caldo Santandrea - sono parecchio deluso. Non perché mi aspettassi, dopo il primo turno, una vittoria. Ero consapevole che con l’apparentamento si ripartiva da zero. Tuttavia mi aspettavo una sfida quasi alla pari e, invece, sono stato sconfitto in quasi tutte le sezioni. Mille voti di distacco solo davvero tanti». Guardando ai dati emerge infatti che Santandrea l’ha spuntata solo in cinque sezioni sulle 27 della città del Lemene: due sezioni di via Valle, quella di Verga e due sezioni di via Liguria. «Il centro ha tenuto, le frazioni assolutamente no. Evidentemente – ha aggiunto Santandrea – non siamo stati capaci di fare arrivare e far attecchire il nostro messaggio su queste aree periferiche. Non

LE REAZIONI PORTOGRUARO Il sindaco uscente, Maria Teresa Senatore, sceglie anche questa volta la strada del silenzio. Dopo aver accettato l’apparentamento con le liste di Florio Favero, risultando poi determinante per l’esito del voto, Senatore non commenta la vittoria del candidato della Lega, anche se qualche giorno fa aveva chiesto ai 3459 cittadini che l’avevano appoggiata al primo turno di votare Favero «per completare – aveva detto - le grandi opere iniziate e portate avanti nel mio quinquennio di mandato e per consolidare il ruolo di centralità della nostra città». Sul suo futuro, come ha sottolineato lo stesso sindaco Favero, sarà lei a decidere. Un posto in consiglio comunale lo ha ottenuto ma circolano voci di una lettera di dimissioni che sarebbe già pronta e che potrebbe essere consegnata al segretario comunale al momento della nomina. Accanto a lei, se dovesse accettare il ruolo di consigliere, siederà Luigi Geronazzo, l’assessore uscente alle Attività produttive e sport che ha ottenuto il maggior numero di preferenze al primo turno. «Il centrodestra a Portogruaro si è ricompattato e ha vinto. Non ci sono mai stati liti tra noi, solo due idee diverse

L’ONORE DELLE ARMI Il candidato del centrosinistra Stefano Santandrea con alcuni sostenitori nella sede del Pd dove ha appreso dell’esito negativo del ballottaggio: era in testa dopo il 1. turno col 37% dei voti contro il 30% che aveva incassato Favero

siamo riusciti ad essere credibili. Ora dovremmo capire, assieme alla squadra, il perché di questa situazione. Bisogna tornare a dialogare con le persone, sul territorio. Sono convinto che questo sia un problema che non è nato negli ultimi mesi di campagna elettorale, ma ben prima. Eppure, in questa campagna elettorale ho visto

«PENSAVO CHE LE AREE PERIFERICHE, ABBANDONATE DA ANNI, AVESSERO VOGLIA DI UN CAMBIAMENTO. NON È STATO COSÍ»

aree depresse, in cui l’amministrazione uscente non è per nulla intervenuta. Mi aspettavo che avessero voglia di cambiare, di imprimere una svolta nell’amministrazione. Non è stato cosi».

L’APPARENTAMENTO L’apparentamento con le due liste civiche di Graziano Padovese, Città del Lemene e 7 Frazioni in Comune, che avevano ottenuto 595 voti al primo turno, non è dunque servito, a fronte di quello del neo sindaco con le liste che sostenevano la prima cittadina uscente, Maria Teresa Senatore. Quindici giorni fa Santandrea aveva ottenuto complessivamente

4.955 consensi. Al turno di ballottaggio è riuscito a racimolare solo 190 voti in più. Il candidato del centrosinistra, che era sostenuto dal Partito Democratico e Articolo Uno, e dalle liste civiche Tutta un’altra Portogruaro, Città per l’uomo e Per Stefano Santandrea Sindaco, ha sottolineato come sia presto per definire quale sarà la linea

«CHE TIPO DI OPPOSIZIONE FAREMO? È PRESTO PER DIRLO, MA INIZIEREMO SUBITO A LAVORARE PER LA CITTÀ»

di opposizione da tenere in Consiglio comunale. «Dobbiamo dormirci sopra - ha precisato Stefano Santandrea -. Domani inizieremo a capire dove e come lavorare per la città». Il candidato del centrosinistra ha infine augurato buon lavoro alla squadra che dovrà governare la città per il prossimo quinquennio: «Spero che la coalizione che è chiamata a guidare Portogruaro – ha concluso Santandrea - non sia litigiosa come lo è stata in questi ultimi cinque anni e sappia davvero rappresentare tutti i cittadini. A Florio Favero faccio i miei complimenti più sinceri». T.Inf. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ex sindaca La scelta del silenzio

Geronazzo, l’uomo forte della Senatore: «Nessuna lite, era derby a centrodestra» sul candidato sindaco. Abbiamo chiesto ai cittadini di esprimersi e lo hanno fatto chiaramente al primo turno. Ora tutti compatti abbiamo vinto. Dall’altra parte – ha aggiunto Geronazzo - è stata fatta una campagna denigratoria verso gli avversari. I cittadini invece avevano visto con i loro occhi che qualcosa di buono era stata fatto e ci hanno dato fiducia per continuare il lavoro. Diamo continuità al passato, voltando pagina». Geronazzo, proprio per le sue 367 preferenze ottenute al primo turno, dovrebbe ave-

L’EX ASSESSORE ENTRERA’ ANCHE NELLA NUOVA GIUNTA ENNIO VIT: «RISPETTO IL VOTO, MA NOI NON MOLLIAMO SU S. NICOLÒ»

re un posto garantito in giunta. La vittoria schiacciante di Favero anche a Pradipozzo (162 voti a Santandrea e 379 a Favero), il suo fortino, dovrebbe consolidare questa tesi. «Valuteremo nei prossimi giorni come costruire la nuova giunta. Oggi – dice Geronazzo - mi sembra prematuro parlarne anche se posso dire che in queste settimane ho avuto diverse gratificazioni da associazioni sportive e attività economiche, che mi hanno riconosciuto la bontà del lavoro svolto». Non risponde al telefono invece Graziano Padovese, il candidato delle liste civiche che avevano accettato di apparentarsi CONGRATULATO Un’altra immagine con il centrosinistra. Per lui nes- di Florio Favero ieri in piazza sun posto in consiglio comunale. Ennio Vit, il candidato che ha sul gruppo, commenta sorpreso volutamente scelto di restare il risultato del ballottaggio: «Fafuori da ogni ipotesi di apparen- vero – ha detto - ha vinto in matamento, anche per l’esiguo ri- niera netta, 1000 voti di differensultato raggiunto al primo tur- za sono un’enormità». Il candino e per la natura apolitica del dato della Lega ha fatto incetta

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di voti anche nel quartiere di San Nicolò, dove ha radici la civica di Vit. «Accettiamo il risultato delle urne. Noi però non ci siamo arresi. Adesso andremo a discutere con chi ha vinto dei problemi del nostro quartiere. Se si blocca l’accesso più importante alla città, - ha aggiunto - chi viene da fuori andrà da altre parti per trovare servizi e per fare acquisti». Vit ha ricordato che i temi che stanno più a cuore ai cittadini di quell’area sono la viabilità, la sicurezza e la tutela dell’ambiente. «La prima cosa che andrà affrontata – ha aggiunto – è la revisione del Piano urbanistico che prevede la costruzione di una nuova area commerciale e residenziale in viale Pordenone. Noi non siamo contro questo piano, tuttavia bisogna sviluppare qualcosa che non distrugga il quartiere»(T.Inf.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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