La Casa Notarbartolo. Storia e tavole genealogiche

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MARIOLINO PAPALIA CAVALIERE DELL’ORDINE AL MERITO CIVILE DI SAVOIA Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon

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CASA NOTARBARTOLO STORIA E TAVOLE GENEALOGICHE


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CASA NOTARBARTOLO STORIA E TAVOLE GENEALOGICHE

PER

FRANCESCO NOTARBARTOLO Principe di Sciara e Castelreale, Marchese di S. Giovanni La Mendola


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© testo e foto Mariolino Papalia © su tutte le altre foto come descritte nel testo Via D. Camarda, 10 - 90135 Palermo Tel/Fax 0912539622 - 3771346692 www.associazionechiesestoriche.it - Email ufficiostampa@associazionechiesestoriche.it

© Copertina: stemma della Casa Notarbartolo (1282) conservato A.S.P, per gentile concessione © Interno: l'Angelo custode della famiglia e di Polizzi, gentile concessione Don Carlo Notarbartolo dei Duchi di Villarosa, Conte del Priolo © Interno: Foto Don Francesco e Ketty Notarbartolo di Sciara, gentile concessione dell’Autore

Casa Editrice Antipodes Via Toscana, 2 90144 Palermo www.antipodes.it info@antipodes.it ISBN: 978-88-99751-12-8 Copyright © MMXVI Antipodes s.a.s. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore.


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OPERA REALIZZATA GRAZIE AL PATROCINIO DI:


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AVVERTENZA E RINGRAZIAMENTI

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a storia contemplata in questo volume prende avvio con il capostipite, più conosciuto nella storia, della famiglia Notarbartolo, Nicolaus Wangen, e tratterà di tutti i rami familiari di questa famiglia. Nella descrizione si procederà, con la numerazione, seguendo il diritto di primogenitura. Taluni riferimenti presenti e riguardanti documenti recepiti nell’Archivio di Stato di Palermo o altri archivi potrebbero, a seguito nuova numerazione d’inventario, subire cambiamenti; ove possibile segneremo la vecchia e la nuova numerazione. Teniamo a precisare che la “vera” fonte di informazioni non è stato tanto l’archivio Notarbartolo di Sciara, quanto l’archivio Notarbartolo di Villarosa (A.S.P, Inventario 77, Notarbartolo di Villarosa) molto più proficuo dal punto di vista delle informazioni. Abbiamo provato a contattare molti membri della famiglia, ma non tutti sono stati disponibili. Talune informazioni mancanti, date, luoghi ecc, sono pertanto mancanti. Le informazioni relative ai titoli di Casa Notarbartolo sono desunte dalla “Storia dei Feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia”, Francesco San Martino De Spucches, Edizione Boccone del Povero, Palermo, 1927. Per la buona riuscita di questo volume desidero ringraziare: Il Ministero dei Beni Culturali nella persona dell’On. Dario Franceschini La Presidenza del Consiglio Comunale di Palermo Don Francesco Notarbartolo, Principe di Sciara e Castelreale, Marchese di San Giovanni La Mendola Donna Donatella Notarbartolo dei Principi di Sciara e Castelreale Donna Angelica Notarbartolo dei Principi di Furnari per il materiale di pertinenza della sua famiglia Donna Lucrezia Notarbartolo dei Conti di Salandro Donna Gacinta Notarbartolo dei Principi di Sciara Donna Ifigenia Notarbartolo dei Principi di Sciara Don Carlo Notarbartolo dei Duchi di Villarosa per le numerose foto riguardanti la sua famiglia Don Gabriele Alliata dei Principe di Villafranca per le foto del matrimonio dei suoi genitori Don Mario Gregorio discendente dei Sandoval per l’esclusiva messe di documenti Don Stefano Notarbartolo dei Principi di Sciara Don Filippo Notarbartolo Conte di Salandro Don Filippo Notarbartolo dei Principi di Sciara Don Pietro Notarbartolo dei Duchi di Villarosa Padre Giorgio, Monaco della Chiesa di S. Francesco di Paola a Palermo Il Parroco Padre Silvestri e il personale tutto della Chiesa Madre di Polizzi Generosa (PA) La Badessa del Monastero delle Cappuccinelle di Palermo per la graziosa ospitalità Padre Calà padre Gesuita, bibliotecario di Casa Professa Palermo La Reverenda Madre Bernadetta Ciraulo, Badessa del Monastero di San Marco di Termini Imerese (PA) L’Architetto Giuseppe Scuderi L’Architetto Patrizia Cannatella Purpura Daniele Costantino, titolare della “Libreria del Corso”, di Corso Vittorio Emanuele, Palermo Il personale dei Cimiteri di S.M. di Gesù, dei Cappuccini, dei Rotoli e di S. Spirito, di Palermo Il personale dell’Archivio di Stato di Palermo sezioni Gancia e Catena Il Signor Domenico Cimilluca, archivista della Cattedrale di Palermo Cav. Prof. Mariolino Papalia, Presidente dell’Associazione Chiese Storiche per il materiale d’archivio Dottore Francesco Gabriele Papalia, titolare di “MelaRipari”, Palermo Tutti coloro che con il loro aiuto hanno permesso la buona riuscita di questo volume

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A Francesco Notarbartolo, Principe di Sciara e Castelreale, Marchese di San Giovanni La Mendola, amico affettuoso di tante avventure, questo libro è dedicato

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a Porta Nuova” a Palermo, “Ecco, io sono nato nelle stanze poste su questa porta...”. Così racconta Don Francesco Notarbartolo, XI° Principe di Sciara, VIII° Principe di Castelreale e VIII° Marchese di San Giovanni La Mendola, “... il 15 gennaio del 1933, una domenica, alle ore 19,25, primogenito di papà Gaetano, X° Principe di Sciara e Castelreale, Marchese di San Giovanni La Mendola e di mamma Nicoletta Scipioni Cianci Leo di Sanseverino figlia del Senatore del Regno, Generale di Corpo d’Armata Scipione Scipioni e di Cianci di Leo San Severino Nobile Adele. Tale, inconsueto, luogo fu dovuto al fatto che a mio nonno, Generale Comandante la piazza della Sicilia, gli furono assegnati due alloggi: uno proprio a Palazzo Reale, l’altro a Villa Igea; però lui accettò quello di Palazzo Reale. Mia madre essendo molto affezionata al padre chiese di potere stare con lui e quindi il parto avvenne in quelle stanze”. Tutti i trattati di Araldica o di genealogia attestano l’antichità e la nobiltà di questa famiglia che sembra discendere dai Conti di Alsazia. Tale asserzione è suffragata da un archivio familiare, ben conservato, presso l’Archivio di Stato di Palermo (Inventario 77, Notarbartolo di Villarosa) e altri, su cui fanno riferimento parecchi autori: Villabianca (Sicilia Nobile, volume II, pagina 158); Antonio Mango di Casalgerardo (Nobiliario di Sicilia, volume II, pagina 15). Ancora più interessante è lo studio del manoscritto Il meriggio della Nobiltà (ASP voll. 1 e 3, Inventario 77, Notarbartolo di Villarosa). Il manoscritto si articola in quattro libri: i primi due sono conservati al vol. 1 dell’archivio di famiglia, gli altri due sono al vol. 3. Il libro I, suddiviso in sedici capi, tratta in via teorica del concetto di nobiltà: il libro II, suddiviso in ventidue capi, è invece dedicato alla storia della famiglia Notarbartolo a partire dalle sue origini. Il libro III, intitolato Dei compendiosi ragguagli delle famiglie legate per maritaggi all’antica gente Ntarbartoli over Notarbartolo, descrive brevemente, seguendo un puntuale ordine alfabetico, la storia di ciascuna delle famiglie imparentatesi con i Notarbartolo. Il libro IV, intitolato Della pubblica nobiltà del Regno di Sicilia, narra, seguendo un criterio diatronico, la storia di tutte le dinastie avvicendatesi sul trono del Regno di Sicilia. Proprio nel secondo libro, l’autore del manoscritto, Pietro Alvarez d’Evàn, cognato di Francesco Notarbar31


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tolo Alvarez d’Evàn ricostruisce l’albero genealogico della famiglia inserendo anche qualche dato di fantasia, infatti fa discendere la famiglia dai Wangenii Signori di Andernach, città della provincia di Coblenza sulla riva sinistra del Reno. La Famiglia Wangen fa risalire la sua origine a Wangen, ultragenito di Nicanore, Re dei Franchi nel 446 A.C. La famiglia si spostò in Francia mutando il cognome da Wangen in Angenio e guadagnandosi la stima dei reali oltre a diversi dominii. Dalla Francia scesero in Italia, maggiormente a Napoli dove aprirono il varco a nuovi acquisti, nuove alleanze e nuovi matrimoni. Possedettero la città di Lecce col titolo di Conti dai quali nacque una Regina d’Ungheria. Giovanni d’Angenio, Conte di Lecce, si unì in matrimonio, in prime nozze, con la figlia del Conte Bernardo, ed in seconde con la figlia di Re Carlo II. Fiorì dunque questa illustrissima famiglia, non solo in Francia dove arrivarono dalla Germania, ma soprattutto in Italia e, nella fattispecie, nel napoletano dove diede origine a grandi famiglie. Nicolaus sposò Prassomia, figlia di Barnerio, fratello del Signore di Baden, generando tre figli: Barnerio, Ermanno e Bartolo che venne in Italia al seguito dell’Imperatore Ottone II° nella seconda metà del X° secolo e ricoprendo l’incarico di “Notarius” cancelliere incaricato di registrare gli atti della corte imperiale e di Governatore della città di Pisa. Bartolo ebbe un solo figlio Luchino di Notarius Bartolo - da qui il cognome, prima di Intrabartolo, come attesta una lapide del 1524 Vecchi alberi genealogici. Per gentile concessione Don Carlo nella Chiesa Madre di Polizzi Generosa (PA) poi di Notarbartolo -. Notarbartolo dei Duchi di Villarosa. Luchino nominato Governatore della città di Pisa nel 979, sposa Busetta Orlandi figlia di Gualtiero, nobile pisano. Alla sua morte gli successe il figlio Bartolo che sposò Baldina degli Obizzi, ricchissima fiorentina la cui nobile famiglia proveniva dalla Borgogna; ebbero un solo figlio, Luchino che sposa Florella Ademari, Signora che godeva della stima di Federico, compare di matrimonio e il cui marito ebbe dallo stesso Federico il governo della città pisana per cinque anni. La coppia ebbe tre figli: Bartolo, Gerardo e Manno (1.1/1.3). 1.1) Bartolo, sposa Nietta Traversari figlia di Paolo, Signore di Ravenna; ebbero due figli: Guido comandante, nel 1265, i Ghibellini di Firenze contro i Guelfi, ed in secondo tempo i Volterrani; Alberico fu Cavaliere di Rodi nel 1309. Nessuno dei due ebbe discendenza. 1.2) Gerardo, ebbe un figlio, Ruberto, che per qualche tempo ebbe sotto i suoi comandi col grado di Capitano guidando i Guelfi di Perugia nell’impresa contro i Ghibellini nel 1260, ma per il loro malcontento passò a Pisa divenendo Capitano della plebe e della nobiltà. Ebbe in moglie Bersalea Gambacorta, sorella di Guido. Ebbero un solo un figlio, Uguccione che venne ucciso da Pietro Raspante in difesa di Andrea Gambacorta. 1.3) Manno ebbe due figli: Guido e Achelao. Guido nacque intorno al 1350, sposa a Firenze Bandina Acciaiuoli, comandò i Ghibellini contro i Guelfi a Firenze. Ebbero 32


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quattro figli: Ludovico, Corrado, Giovanni e Pietro (2.1/2.4); Achelao militò con i Pisani contro i Genovesi nel 1284, ebbe un solo figlio, Pietro Eremita di Sant’Agostino. 2.1) Ludovico, figlio di Guido fu Ammiraglio di Roberto D’Angiò dal quale ebbe confermato lo stemma di famiglia: un leone rampante d’oro, coronato, in campo azzurro circondato da sette stelle d’oro in ricordo di sette vittorie riportate contro i Ghibellini (Priv. di Roberto D’Angiò, Napoli 14.07.1314, ASP Inv. Villarosa, V.4). 2.2) Corrado, Rettore perpetuo di Siena sposò Pompilia Lanfranchi figlia di Oddo. Federico II gli concesse, nel 1248, il titolo di Conte Imperiale con i castelli e le terre di Salandro e Picerno (Privilegio 1248, A.S.P, Archivio 77, Notarbartolo di Villarosa, cc. 408-413, V.4). Tale privilegio fu concesso a Corrado, Confaloniere della Repubblica Pisana, e nel quale si dichiara che suo padre fu Prefetto della Repubblica Pisana ed il di lui avo, fu Cameriere Maggiore di Enrico V Imperatore e di Costanza Imperatrice, nell’anno 1248. 2.3) Giovanni, con i fratelli Ludovico e Pietro scevri da matrimonio si accordarono con tre sorelle di sangue, come loro, però nobildonne di giovanil calore, decisero di celebrare le nozze a Siena. Alle tre coppie, già unite, fu impedito di uscire da Firenze e condotti dal Gonfaloniere, che, indugiando l’occhio sulla qualità delle persone, l’indusse a celebrare le nozze nella propria città, ma da li a poco mancò la compagna di Pietro che rimase padre di un bambino che dopo pochi giorni morì. 2.4) Pietro, nato a Firenze nel 1370 circa, si trasferì in Sicilia e diede origine alla famiglia Notarbartolo, dopo aver lasciato cadere, si disse, ma non a ragione, il cognome Nterbartolo. In quel tempo la chiarissima città di Catania era sede della Reggia ove Federico III era stato eletto ed acclamato Re di Sicilia, quindi per mettersi in luce sposò Lisetta Castelli dei Baroni di Biscari; detta occasione pose Pietro agli occhi del sovrano. Fu dapprima Segretario di Federico III di Sicilia con privilegio del 16 settembre 1296, del seguente tenore: “Sub nostro regio militari servitio in Siciliam se contulitet apud nos, et nostram regiam curiam in Catanam se constituit, ob cuius prudentiam virtutes et bonos mores in nostrum regium secretarium in omnibus nostris regiis occurrentiis eligimus” (A.S.P., Inventario 77, Notarbartolo di Villarosa, V. 4). Tale privilegio fu transunto presso gli atti del notaio Rocco Li Chiavi di Palermo, il 30 agosto 1658. Sullo stesso privilegio si basa anche il Villabianca, il quale sostanzialmente ripropone la medesima ricostruzione, seppure con qualche piccola variante. Essendo di grande onore la carica di Castellano della regia città, ma concorrendovi autorevoli personaggi per questa carica, non volendo Pietro inimicarsi alcuno, optò per la carica di Castellano di Polizzi alta e bassa, con “mero e misto imperio” come il registro del Privilegio attesta (Priv. di Re Federico, 10.04.1299, ASP, Regia Cancelleria, reg. 1 n. 1, fg. 28) e nella di cui carica venne dopo Orlando ovvero Giovanni de Milite. La coppia avrà quattro figli: Tuccia, Bartolo, Ugo e Francesco (3.1/3.4). 3.1) Tuccia, sposa Pier Luca Fonsubert Barone di Caltagirone. 3.2) Bartolo, Castellano di Polizzi (Priv. confermato da Re Pietro il 9.04.1339, ASP V. 4 Villarosa), Si-

Atto di Re Federico III, nomina di Pietro Notarbartolo a Segretario.

gnore della terra e castello di Resinechi (Priv. di Re Ludovico del 4.12.1353, ASP V. 4 Villarosa); sposa Eleonora d’Alagona figlia di Jaimo, Castellano di Noto, e di Miuzza de Apilia e Ventimiglia (C.d. dell’11.01.1340 agli atti del notaio Cola Carbone di Noto); ebbero tre figli: Pietro, Ammiraglio di tutto il mare di Siracusa, Augusta e Lentini (Priv. di Re Martino del 16.11.1398, ASP V. 4 Villarosa); Filippo, Giustiziere per la Val di Mazara (Priv. di Re Martino dell’8.04.1395, ASP V. 4 Villarosa), concessione del diritto delle collette e delle regie sovvenzioni di onze 36 d’oro annue sulla terra di Pettineo, col servizio di un paio di calzoni ogni 33


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