Le orchidee di monte pellegrino

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Vincenzo Bertolini

Le Orchidee di Monte Pellegrino Il tesoro della Santuzza

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Vincenzo Bertolini. Nato a Palermo il 29 Giugno del 1975, si laurea in Scienze Agrarie presso l'Università degli Studi di Palermo nel 2001 dove si abilita successivamente all'esercizio della professione di Agronomo. Da sempre appassionato di orchidee, svolge il tirocinio tecnico-applicativo relativo al proprio corso di laurea, nell'azienda produttrice di orchidee Pot d’Or di Catherine Fraimbault (Guadeloupe F.W.I., Francia) per un periodo di 6 mesi, grazie al finanziamento del programma europeo Leonardo da Vinci. Vincitore di una borsa di studio del Ministero degli Esteri, frequenta dal 2003 al 2005 una Maestría en Ciencia al Colegio de Postgraduados (Messico), ottenendo il titolo di Maestro en Ciencia con una tesi sperimentale su Phalaenopsis (Orchidaceae). Permane in Messico fino a tutto il 2006 dove insegna materie di carattere agronomico alla Universidad Politecnica Francisco I. Madero (Edo. de Hidalgo, Messico) e partecipa ad uno stage al Belize Botanic Gardens (Cayo, Belize) sulle orchidee native del Belize. Rientrato in Italia nel 2007, collabora con l’Unitá di Ricerca per il Recupero e la Valorizzazione delle Specie Floricole Mediterranee del C.R.A (Bagheria, PA) ed al contempo conclude gli studi per il dottorato di ricerca in Agronomia Ambientale nella Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, presentando la dissertazione finale sul tema delle orchidee spontanee di Monte Pellegrino il 30 Marzo 2009. e-mail: vinbert@infinito.it ; vin.bertolini@gmail.com Immagine di copertina: Ophrys lunulata Parlatore. Immagine del frontespizio: esemplare multiplo di Ophrys panormitana (Tod.) Soó ad inizio fioritura. Si ringraziano: il Dott. Antoine S. Giardina per le competenze botaniche messe a disposizione; Calogero Muscarella per alcune delle foto. Il Brigantino Società Editrice Via Toscana, 2 90144 - Palermo ilbrigantinoedizioni@gmail.it Progetto grafico: F. Lapiana & I. Sparacio Citazione del volume: Bertolini V., 2009 - Le Orchidee di Monte Pellegrino. Il tesoro della Santuzza. Le guide del Brigantino, 1. Il Brigantino, Palermo, 91 pp. ISBN 978-88-96624-00-5

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Alla Santa Patrona di Palermo ed alla Sua Cittadinanza

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PRESENTAZIONE Nell’immaginario collettivo, il termine orchidea richiama un fiore esotico e costoso, offerto come regalo prestigioso in eleganti confezioni; non molti sanno invece che in Europa fioriscono spontaneamente circa 500 tra specie e sottospecie di orchidee, la metà delle quali ben rappresentate anche in Italia. Dalle rive del mare alle alte quote, da gennaio a fine settembre, nei prati, sugli argini o nei boschi, queste delicate espressioni del regno vegetale si distinguono per i raffinati e variopinti apparati floreali, per gli originali stratagemmi riproduttivi e per una spiccata propensione all’ibridazione, che talvolta riserva all’appassionato l’emozione di una nuova scoperta. Ma non solo: negli ultimi anni, la loro presenza ha assunto anche l’importante ruolo di indicatore ecologico, potendo vegetare solo in habitat non sconvolti dalle coltivazioni o dall’antropizzazione. Ciò spiega l’esistenza di una associazione, il Gruppo Italiano per la Ricerca delle Orchidee Spontanee, con soci di ogni regione, che ne promuove lo studio e la protezione, nonché la pubblicazione, in poco più di un decennio, di quasi un centinaio di libri sul tema, per lo più dedicati ad un particolare territorio. In questo panorama ora si colloca anche la presente opera, che ha per oggetto le orchidee del Monte Pellegrino, nei pressi di Palermo. Preceduto da una ampia e dotta premessa sulla vicende geologiche, storiche e botaniche del sito e da un sintetico, ma chiarissimo e ben documentato, trattatello di botanica orchidologica, il libro si articola poi in 39 schede, ciascuna riservata ad ognuna di esse, con bellissime immagini fotografiche. Oltre che per il contenuto scientifico, il presente volume va quindi apprezzato anche per il gradevole aspetto estetico e grafico. All’autore e collega Vincenzo Bertolini, ed a quanti hanno reso possibile questa iniziativa, il nostro plauso e l’incoraggiamento a proseguire! Galeazzo Sciarretta Presidente Nazionale G.I.R.O.S.

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PREFAZIONE Le Piane dei Colli e di Gallo ed i monti che circondano parte del territorio palermitano sono universalmente noti per la presenza di insediamenti antropici di età preistorica, protostorica e per la storia materiale ed economica che nei secoli si è succeduta, tanto da essere considerati una “città nella città” e da meritarsi il titolo di “Palermo fuori le mura”. Di questo territorio, e di Monte Pellegrino in particolare, vogliamo svelare ancora un ennesimo segreto. La “Storia ufficiale” s’identifica sempre con l’insieme delle tante piccole storie che, anche se appaiono tra loro lontane nel tempo, slegate o prive d’interesse per la conoscenza di un determinato luogo, contribuiscono però, come tanti affluenti di un grande fiume, ad alimentare la comprensione degli uomini che vi abitano ed operano. Se è vero che i tanti “emissari” che vi s’immettono per aumentarne la conoscenza hanno molteplici provenienze e che nella maggior parte dei casi le pubblicazioni sono di carattere storico, biografico, geografico o archeologico, fortunatamente non mancano però quelle di carattere naturalistico in un periodo storico, il nostro, che tende a conservare intatti lembi di territori per la pubblica fruizione delle nuove generazioni e per fini turistici. Alla botanica, in particolare, sono stati dedicati contributi sulle piante della “macchia mediterranea”, un tempo padrona assoluta delle Piane dei Colli e di Gallo, e alle essenze floristiche degli impianti artificiali di pini ed eucalipti operati nei passati anni dall’Azienda Foreste Demaniali. Sono inoltre da ricordare per la notevole rilevanza economica il sommacco, l’ulivo e gli agrumi, che hanno dato lavoro ad intere generazioni di maestranze palermitane. Ad essi si aggiunga il mirto che fu piantumato in tutta la Piana e richiesto per la produzione di acido tannico sin dal secolo XIV; la sostanza era usata per la concia di pelli e marocchini che l’imprenditore toscano Mastro Gaddo da Nubula ricavava dalla spremitura dei teneri ramoscelli dell’arbusto. La Conca d’Oro è un territorio del tutto particolare, con un suo specifico microclima, dove crescono essenze endemiche (tra tutte ricordiamo il Limonium panormitanum che vegeta tra gli scogli in prossimità del mare) protette dalla cortina dei monti che fanno da corona al territorio che oggi, purtroppo, è in massima parte cementificato: il Gallo, il Billiemi, il Cuccio, il Grifone ed a Settentrione il Pellegrino. Questi rilievi isolano la Piana dal resto della Provincia di Palermo che viene così riparata dai forti venti di tramontana e di scirocco e comunque sufficentemente ventilata grazie alla presenza delle due “portelle di mare” di Sferracavallo e Mondello. Di questo ambiente possediamo una vera e propria messe di pubblicazioni scientifiche che ci hanno fatto scoprire anche gli angoli meno accessibili dove 9


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insistono beni ambientali di importanza mondiale come le grotte dell’Addaura, la grotta Regina e le grotte Impiso e del Pecoraro a Sferracavallo, i qanat “del Serpente”, diversi siti archeologici preistorici, come le grotte della Marinella, protostorici con le necropoli “Scalea – Santocanale” e “Valdesi”. Inoltre vi sono Ville del Settecento e del Liberty Palermitano, che hanno permesso di conoscere fatti e personaggi che nella Piana hanno vissuto ed operato. Fortunatamente questa “abitudine” continua ad essere perseguita da un ristretto numero di studiosi che lentamente strappa segreti e notizie dall’oblio o brandelli di storia dagli archivi bibliografici siciliani che poi vengono ricomposti come tanti tasselli di un grande mosaico, scongiurando così il pericolo di far scivolare lentamente fatti e personaggi nei “si dice” o nelle leggende o addirittura nell’oblio assoluto, privando le future generazioni della conoscenza del passato. È in questo contesto che s’inquadra il lavoro scientifico di Vincenzo Bertolini nel proposito di offrire un grande “contributo delle conoscenze” e dell’approfondimento di alcune tematiche naturalistiche e botaniche dei Monti di Palermo e specificatamente di Monte Pellegrino. L’opera del Bertolini, “Le Orchidee di Monte Pellegrino. Il tesoro della Santuzza”, ha il pregio di migliorare la conoscenza sulle varie specie di orchidee, piante per lo più sconosciute o semisconosciute alla maggioranza dei cittadini sia per le loro ridotte dimensione che per la loro variegata cromaticità che spesso si confonde con i colori dell’ambiente circostante. Orchis papilonacea, Barlia robertiana, Limodorum abortivum, Serapis lingua, Ophrys ciliata, Ophrys lutea sono alcuni dei nomi di questi delicati fiori in miniatura. Il lavoro botanico è preceduto da un ragguaglio storico che analizza il Monte attraverso le vicende che si sono succedute, accenna al mito di Santa Rosalia quale patrona del monte, della città e di tutti i Palermitani, fornisce un breve riassunto delle principali caratteristiche vegetazionali e faunistiche. Grazie al volume di Vincenzo Bertolini, si permette a specialisti e a semplici appassionati di avere un quadro completo del fenomeno “orchidee”. Ottimo quindi questo lavoro scientifico e divulgativo del Bertolini che assieme a tanti altri lavori inerenti il territorio contribuisce ad allargare le conoscenze dei Monti di Palermo, sotto certi aspetti ancora “tutti da scoprire”. Importante altresì tale guida che permette il riconoscimento delle piante nel loro habitat naturale, di classificarle, fotografarle ed indicarle alle nuove generazioni, futuri cittadini e fruitori dell’ ambiente naturale. Pippo Lo Cascio Libero Ricercatore

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Ophrys tenthredinifera Willdenow

Pianta robusta, di medie e grandi dimensioni che raggiunge anche i 40 cm di altezza. Foglie da ovate a lanceolate. Infiorescenza densa che porta da 2 a 10 fiori, con sepali larghi ed arrotondati all’estremità, di colore dal bianco al rosa e con leggera nervatura verde al centro; petali piccoli, triangolari e vellutati; e labello trapezioidale, villoso e con una peluria accentuata nell’apicolo. Colore di fondo giallastro che vira al bruno verso il centro con una piccola macula di colore bluastro. Fiorisce da marzo a maggio. Colonizza i pascoli, gli incolti, macchie e garighe fino ad una altitudine di 1300 m s.l.m. Diffusa in tutto il Mediterraneo fino alle Isole Canarie. È comune nelle regioni meridionali, Sicilia e Sardegna, poco frequente in quelle centrali, assente nell’Italia settentrionale. Distribuzione regionale: ampiamente diffusa e comune in tutta l’isola. Distribuzione nell’area: diffusa. Habitat: ubiquitaria. 65


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Ophrys ×lidbergii Mazzola

O. lunulata Parl. × O. tenthredinifera Willd. Distribuzione nell’area: solo 2 esemplari. Habitat: prateria ad Ampelodesmos mauritanicus e lembi forestali del Rhamno alaterni-Quercetum ilicis.

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Ophrys ×inzengae (Tod.) Nyman

O. explanata (Lojac.) P. Delforge × O. tenthredinifera Willd. Distribuzione nell’area: solo 1 esemplare. Habitat: lembi forestali del Rhamno alaterni-Quercetum ilicis.

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Ophrys ×mazzolana Falci, S.A. Giardina & Serio (2008)

O. explanata (Lojac.) P. Delforge × O. lunulata Parl. Distribuzione nell’area: solo 1 esemplare. Habitat: pascoli, prateria ad Ampelodesmos mauritanicus e lembi forestali del Rhamno alaterni-Quercetum ilicis.

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Orchis brancifortii Bivona-Bernardi

Foto C. Muscarella

Altezza 10-25 cm. Labello con lobi laterali pi첫 stretti di quello mediano. Fioritura in aprile-maggio Endemica di Sicilia e Sardegna. Specie segnalata per Monte Pellegrino (Raimondo et al. 1993) ma non rinvenuta nel corso delle nostre ricerche.

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Orchis collina Banks et Solander et Russel

Specie di piccole dimensioni, non supera normalmente i 20 cm di altezza, con foglie ellittiche e divergenti. L’infiorescenza lassa, cilindrica ed allungata con pochi fiori, da 5 a 10. I sepali sono oblunghi di colore verde-porpora, il labello è intero di colore bianco rosato alla base per virare dal rosa al rosa violetto, provvisto di un caratteristico sperone corto e largo. Fiorisce da fine gennaio ad aprile. Reperibile in pascoli radi, garighe, boschi e cespuglieti aperti; distribuita a basse altitudini arriva, al massimo, fino ai 900 m s.l.m. Specie Turanico-Mediterranea, abbastanza rara in Italia dove è segnalata nelle regioni meridionali e insulari. Distribuzione regionale: diffusa nella Sicilia centro-meridionale ed occidentale, localizzata e rara altrove (Falci & Giardina 2004; oss. pers.). Distribuzione nell’area: poco diffusa. Habitat: pascoli in praterie a Pennisetum setacei-Hyparrhenietum hirtae.

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Orchis commutata Todaro

Foto C. Muscarella

Altezza 15-45 cm. Foglie ovato-lanceolate, infiorescenza conica-globosa, petali pi첫 piccoli dei sepali, labello trilobo; di colore che varia dal rosa al violetto con maculatura punteggiata di colore pi첫 scuro. Fioritura da marzo ad aprile. Specie endemica di Sicilia e Calabria. Segnalata per Monte Pellegrino (Raimondo et al. 1993) ma non rinvenuta nel corso delle nostre ricerche.

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