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STUDIO GOTO | HERZOG & DE MEURON | ELENA SALMISTRARO | NEFA ARCHITECTS | SPAGNULO & PARTNERS YUSUKE SEKI | ROMAN PLYUS | AB CONCEPT | EL EQUIPO CREATIVO | ADAM NATHANIEL FURMAN ENGLISH TEXT
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outdoor / indoor
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SUMMARY
N. 5 • DICEMBRE • 2020 16
EDITORIALE
CROSSOVER 20
HIGHLIGHTS
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UNIQLO BY HERZOG & DE MEURON
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RISTORANTE GIANNINO A LONDRA
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LIVING BATHROOMS
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MAKERS: CHIARA MASPERO
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SUNRISE DI CRISTINA CELESTINO
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MINIMAL & INDUSTRIAL
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LIGHT & SOUND
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SUPERFICI MATERICHE
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LONDON SKYLINE
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TIMELESS FEELING
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LIGHTS
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CONTRACT GALLERY
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Oakridge Tower Three Lobby | design Castiglia Associati
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PROJECTS • RED, FOREVER RED
Waterfrom Design
PROJECTS • SULLE ORME DEI KHMER
Studiogoto
MAKERS • AB CONCEPT
PROJECTS • LIGHTS AND SHADOWS
FORX Design Studio
PROJECTS • UNDERGROUND FITNESS
VSHD Design
PROJECTS • CELEBRATING SOUND
Yusuke Seki
MAKERS • ADAM NATHANIEL FURMAN
PROJECTS • HOTEL CHIMERA
Elena Salmistraro
PROJECTS • NON-STANDARD HOTEL
NEFA Architects
PROJECTS • BUHA(I)REST
Roman Plyus
MAKERS • EL EQUIPO CREATIVO
PROJECTS • MAHARISHI TRIBECA
Studio ABA
PROJECTS • SPAZIO LENOVO
Alessandro Luciani
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Studio Asthetique
SIMONSWERK / si – mons – werk /: 1. I nostri prodotti permettono alle porte di aprirsi dal 1889 2. La nostra sfida, rendere il buono sempre migliore 3. Innovazione ed elevati standard qualitativi sono i pilastri del nostro successo 4. La nostra forza sta’ nella cura per i dettagli 5. La parola “Cerniera” è troppo semplice per descrivere i nostri sistemi. 6. In un mondo in costante trasformazione siamo precursori nel cambiamento 7. Semplicemente, SIMONSWERK
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INSIDE
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VIVI, IMMAGINA E PROGETTA • VERDE VIP
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MODULAR ECO PARTITION • NARDI
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ALLA FERMATA DEL TRENO • VL HOME
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X-CENTER 70 • VALSIR
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CONTAGIATI DALLA PASSIONE • DIVANIA - HORO
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IL MOVIMENTO PERFETTO • FRITSJURGENS
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SHOW OFF • HIGHLIGHTS
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ENGLISH TXT
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EDITOR'S PICK
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I NOSTRI LETTORI
14500 ARCHITETTI INTERIOR DESIGNER ITALIA
EDITOR-IN-CHIEF Antonia Zanardini zanardini@contractnetwork.it EDITORS-AT-LARGE Marisa Corso Lorenzo Noè COMITATO SCIENTIFICO Lucia Casadei (Contract Strategist, We Do Lab) Gianpietro Sacchi (POLI.Design Milano) Francesco Scullica (Politecnico di Milano) ART DIRECTOR Lisa Fumagalli
2500
CAPOREDATTORE Roberto Negri negri@contractnetwork.it
ARCHITETTI INTERIOR DESIGNER
ARCHITETTURA E PROGETTI Francesca Tagliabue tagliabue@contractnetwork.it
ESTERO
1000 REAL ESTATE SVILUPPATORI CONTRACTOR ITALIA ED ESTERO
DESIGN E TENDENZE Claudio Moltani moltani@contractnetwork.it
CORRISPONDENTI Paola Camillo (New York) Francesca Comotti (Barcellona) Raffaella Oliva (Berlino) Paola Vallatta (Parigi) REDAZIONE E COORDINAMENTO Roberta Bonanno direzione@contractnetwork.it COLLABORATORI Vittoria Baleri, Sabrina Bergamo, Donatella Bollani, Tullio Castiglioni, Marta Germani, Agnese Lonergan, Emma Sarzi Sartori, Clelia Torelli, Beatrice Vegetti, Antonella Zaccuri PROGETTO GRAFICO • Wrooom Design Lovers • wrooom.it WEB DEVELOPER • Nicholas Rasi TRADUZIONI • Oliver Harris Rimes EDITORE
WEARECONTRACT
Contract Network srl Piazza Amendola 3 20149 Milano Advertising advertising@contractnetwork.it Amministrazione amministrazione@contractnetwork.it Abbonamenti Costo singola copia euro 10 - Abbonamento annuo (4 numeri) euro 40 abbonamenti@contractnetwork.it Iscrizione al ROC n. 33412 - Registrazione Tribunale Milano 19/09/2019 Pubblicità non eccedente il 45% Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’Editore Stampa - LRC Printing srl - Bastiglia - Mo
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EDITO RIALE
NEXT NORMAL In Italia siamo ancora nel pieno della seconda ondata del coronavirus, ma già ci interroghiamo su come potrà cambiare la nostra vita una volta che ci saremo messi alle spalle questa pandemia. Da alcuni indicatori e dalle indagini degli istituti di ricerca emergono già alcune certezze. Una su tutte: saremo sicuramente meno analogici e più digitali, molto più di prima. Ovvero, compreremo ancora più prodotti e servizi online, lavoreremo - non sempre ma spesso - in remote working e viaggeremo meno per lavoro, se non altro perché tutti abbiamo verificato che, in molti casi, un meeting virtuale può sostituire gli incontri vis-a-vis in maniera efficiente ed efficace. In sintesi: una rivoluzione, destinata a cambiare radicalmente città e territori, ridefinendone la mobilità e anche tutta la complessa rete di servizi a supporto del commercio e della produzione. Ecco, quindi, emergere un’altra certezza: città e territori dovranno essere ripensati e ridisegnati. Molti parlano già di città verdi, di uffici di prossimità, di “quartieri da 15 minuti” o di smart district. O, a scala più ridotta, di servizi in condivisione e car sharing di comunità, di portinerie di quartiere e di coworking condominiali. Emergono nuovi possibili scenari e anche una speranza: forse l’esperienza della pandemia ci ha finalmente fatto capire che un certo modello di sviluppo, eccessivamente fondato sul consumo di suolo, sulla finanza e sull’espansione metropolitana, su una crescita quantitativa ma senza qualità non è più sostenibile? Cambieremo il nostro modo di abitare il pianeta, ripensando radicalmente i rapporti tra spazi domestici, luoghi pubblici, mobilità e sistemi produttivi? Forse… magari, viene da dire. Sicuramente è presto per dirlo, e senza dubbio siamo più nell’ambito delle speranze che in quello delle previsioni. Ma forse c’è anche la remota possibilità che un evento così fulmineo e drammatico ci lasci alla fine qualcosa di positivo. Se non altro la straordinaria occasione di fermarci e riflettere. Per ridisegnare tutto: le nostre case, gli spazi dove lavoriamo, le città, i territori… e la vita che verrà. Antonia Zanardini
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CROSSOVER
PROJECTS HERZOG & DE MEURON SPAGNULO & PARTNERS PAUM DESIGN DESIGN CRISTINA CELESTINO ANGELETTIRUZZA DESIGN LIGHT & SOUND PARATI D'AUTORE LIGHTS DESIGN ON STAGE LONDON SKYLINE BY AGC MAKERS CHIARA MASPERO HIGHLIGHTS
CROSSOVER
HIGHLIGHTS
PRINCYPE MILANO In occasione di Milano Design City è stato presentato Princype, il nuovo complesso residenziale progettato dallo Studio Marco Piva. L’architettura, ubicata in via Principe Eugenio, cattura subito l’attenzione per il suo fascino iconico e per le grandi terrazze verdi poste ai vari livelli, che digradano verso la corte interna e sottolineano la leggerezza della composizione, regalandole slancio e rievocando la tradizione di eleganza e stile caratteristica delle residenze storiche milanesi. Come ha spiegato Marco Piva all’inaugurazione: “Un progetto che nasce con lo scopo di sanare dopo anni di abbandono un vasto vuoto urbano, attraverso la creazione di un complesso residenziale di grande pregio, caratterizzato da un concept abitativo inedito, che trae ispirazione dalla consolidata esperienza dello Studio Marco Piva nell’ambito dell’hotellerie e dei servizi connessi, per tradursi in un lifestyle residenziale innovativo, dinamico e altamente funzionale”.
OPEN SPACE VISTA MARE La gamma SX di Sanlorenzo si amplia con la nuova ammiraglia di 34 metri, progettata da Zuccon International Project nelle linee esterne e con interni di Piero Lissoni, che, per l’occasione ha dedicato molta attenzione alla suddivisione degli ambienti. Il main deck è pensato infatti come un open space che reinterpreta il concetto di spazio interno della barca, sviluppato in un ambiente unico e continuo da poppa a prua con la zona living, senza soluzione di continuità tra interno ed esterno, grazie anche ad ampie vetrate che si affacciano sul mare. Una soluzione capace di massimizzare il rapporto con gli spazi open air, grazie alla timoneria posizionata sul flying bridge che mantiene così libera la zona a prua del salone sul ponte di coperta, permettendo di realizzare un unico ambiente.
CAIMI OPEN LAB Nella convinzione che senza ricerca e voglia di innovare non possono esistere impresa, design e prodotto, Caimi ha messo a punto il nuovo progetto Open Lab: sette avveniristici laboratori specificamente dedicati alla ricerca teorica e applicata in ambito tecnologico, acustico, ai nuovi materiali e alla prototipazione avanzata. Dotato di strumentazioni e attrezzature di ultimissima generazione, in gran parte progettate e realizzate appositamente all’interno dell’azienda, Open Lab per il futuro prevede anche l’organizzazione di corsi di formazione, lezioni e training camp rivolti ad architetti, scuole e università. Sono previsti anche seminari di acustica e workshop nell’ambito del design del suono, della materia e degli spazi.
VUE RESTAURANT Non raggiunge le vertiginose altezze di altri edifici di Singapore, ma la sua collocazione sul dock di Marina Bay gli permette un’incredibile vista su Oue Bayfront, il quartiere più in voga della città. Qui, all’ultimo piano, è stato inaugurato il VUE Restaurant, con un interior design a firma di Chil Interior Design e arredi eleganti e sartoriali, dall’impronta tutta italiana. Disposti su due file parallele, i tavoli hanno gambe e profili di ottone e piani in marmo nero arricchiti da una lampada da ambiente in finitura rame. Il colore del metallo ritorna anche nei rivestimenti delle sedute: le poltroncine, della collezione Break di Bross, hanno infatti lo schienale di seduta con imbottitura in pelle di tonalità rame, ritmata da sottili cuciture verticali, mentre la scocca e le gambe sono in legno tinto nero. Disegnate da Enzo Berti, le sedute sono state impiegate anche per la sala privata, che riprende gli stessi materiali utilizzati per il ristorante, come le boiserie in legno scuro, la copertura in rame e un tappeto a pattern geometrici con motivi circolari sul quale è collocato il grande tavolo che ospita fino a dodici persone. • 20
BRICKELL FLATIRON A MIAMI Brickell Flatiron è la torre residenziale di 64 piani – uno dei più alti edifici del quartiere finanziario al centro di Miami – progettata dallo studio Iosa Ghini Associati. Il nuovo high rise ospita 549 unità con una Spa al 64° piano sospesa nel cielo a 224 metri di altezza. Le unità abitative sono arredate secondo un progetto su misura e con arredi e finiture italiani di altissima qualità. La hall della torre, che riprende all’interno il tema delle curve che caratterizza l’esterno, è immersa nella luce naturale che penetra dalle grandi vetrate a tutta altezza ed è arricchita con opere d’arte di Julian Schnabel. Perla del complesso, posizionata al 64° piano, è la Sky Spa, sospesa nel cielo con vista sullo skyline di Miami, che comprende piscina panoramica, centro benessere e fitness con servizi terapeutici, bagno turco privato, sauna e spogliatoi.
MARGHERITA, BY NATHALIE DU PASQUIER In occasione del quindicesimo anniversario di attività, Mutina lavora in modo inedito sul colore insieme all’artista francese Nathalie du Pasquier dando vita a una collezione dall’anima duplice: Mattonelle Margherita si presenta minimal e raffinata da un lato, audace e vibrante dall’altro, intrecciando colori, motivi grafici e geometrie e sovrapponendo diversi linguaggi estetici e formali per ottenere risultati sorprendenti. Una collezione composta da 41 diversi pattern disegnati a mano che possono essere combinati fra loro liberamente, creando layout inediti e innovativi, adatti a ricoprire intere superfici, sia a pavimento che a rivestimento, o a creare interessanti accenti decorativi all’interno degli ambienti.
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HIGHLIGHTS
ACOUSTIC E GREEN CORD CROMO, BRONZO E NERO Si arricchisce di nuovi modelli la serie disegnata da Simone Micheli per ARTIS RUBINETTERIE. Forte della sua crescente affermazione anche nel settore dell’hotellerie, oggi Artis presenta una nuova variante di tendenza per la serie Oggetto: i miscelatori a pavimento per lavabo e per vasca. Due innovative e funzionali soluzioni che interpretano alla perfezione le richieste dell’interior design contemporaneo. Non manca poi l’attenzione alla personalizzazione del miscelatore, disponibile in molte raffinate finiture, dal classico cromo al bronzo spazzolato “Tuscany”, fino al moderno nero opaco.
INFORMALE E CREATIVO Il divano Papilo, firmato DITRE ITALIA, è una seduta senza fronte né retro, in cui ogni lato offre nuove potenzialità e libere interpretazioni, adattandosi perfettamente alle esigenze di chi lo utilizza. Il fulcro è un cuscino libero – disponibile in diverse varianti - dalla forma mobile, appoggiato per contrasto su una base geometrica e rigorosa. Gli schienali, anch’essi liberi, si modellano all’appoggio, assicurando un comfort inedito e avvolgente. • 22
Il segreto, si sa, è applicare il prodotto giusto al progetto giusto. È per questo che N.O.W. EDIZIONI ha allargato la sua gamma di supporti aggiungendo alla tradizionale carta da parati, alla fibra di vetro e all’affresco, due nuove proposte: l’Acoustic e la Green Cord. Due nuovi materiali che rispondono all’esigenza di assorbire il suono o di chi vuole utilizzare supporti ecologici e green. Non manca il servizio di personalizzazione: ogni grafica, infatti, può essere adattata a qualsiasi tipo di supporto o dimensione.
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R E TA I L
UNO STORE… UNIQLO Uno scenario rigoroso ed essenziale, in giocoso contrasto con i vivaci colori delle collezioni. È il concept sviluppato da HERZOG & DE MEURON per il nuovo flagship store Uniqlo a Tokyo • txt Roberto Negri - ph Nacasa & Partners
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l tempo della sua costruzione strizzava l’occhio alla tradizione dei grandi magazzini parigini. Ma quando Uniqlo, gigante giapponese dell’abbigliamento casual, ha scelto il Marronnier Gate - un grande edificio anni Ottanta nel quartiere di Ginza a Tokyo - per farne il suo flagship store, il rigido impianto distributivo del vecchio shopping center è stato completamente rivoluzionato per farne uno spazio accogliente per i visitatori e in diretta relazione con il vivace contesto urbano in cui è immerso. Curato dallo studio Herzog & De Meuron, il progetto di
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LA MAGLIA STRUTTURALE IN CALCESTRUZZO, SPOGLIATA DI OGNI RIVESTIMENTO, GIOCA IN FELICE CONTRASTO CON I COLORI DELLE COLLEZIONI UNIQLO
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R E TA I L
VASTA LA PALETTE DEI MATERIALI: DAI PAVIMENTI IN PIETRA AL LEGNO CHE INCORNICIA LE VETRINE, DAI RIVESTIMENTI METALLICI AI SOFFITTI IN VETRO
riqualificazione ha fatto dell’originale maglia strutturale in calcestruzzo, spogliata di tutti gli elementi di rivestimento, uno scenario la cui essenzialità gioca in felice contrasto con i vivaci colori delle collezioni Uniqlo. Spazi espositivi e interni sono sottolineati grazie all’utilizzo creativo di una vasta palette di materiali, dai pavimenti in pietra al legno che incornicia le vetrine, dai rivestimenti metallici ai soffitti in vetro colorato e decorato. Una scelta che oltre ad ammorbidire il rigore delle strutture in cemento reinterpreta il tradizionale spazio retail con una nuova espressività. Le connessioni fisiche e spaziali tra i diversi livelli dell’edificio mettono efficacemente in relazione le aree dello store creando suggestivi scorci visivi sia all’interno che verso l’esterno, in un gioco di vuoti e pieni punteggiato da vetrine e pannelli digitali che convergono verso la grande galleria centrale. Un grande porticato creato dalle strutture originali dell’edificio diventa poi elemento di connessione fra interno ed esterno, dove su due grandi cubi, esplicito richiamo al logo Uniqlo, vengono proiettati video creati da artisti locali.
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HERZOG & DE MEURON HANNO RIVOLUZIONATO L'IMPIANTO DISTRIBUTIVO DEL VECCHIO SHOPPING CENTER PER FARNE UNO SPAZIO ACCOGLIENTE. IN DIRETTA RELAZIONE CON IL VIVACE CONTESTO URBANO IN CUI È IMMERSO • 26
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PROGETTI
GIANNINO GOES TO LONDON È di Spagnulo&Partners il progetto del nuovo ristorante Giannino a Londra. Un concept colto e raffinato, ricco di citazioni e di significati sottesi • txt Antonia Zanardini
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l ristorante Giannino a Londra sancisce l’avvento di un’importante firma della ristorazione milanese nella capitale inglese. Una nuova apertura che rappresenta il secondo passo di un processo di revisione integrale - iniziato nel 2017 con il rifacimento di Giannino Milano - del celebre ristorante che da 120 anni rappresenta un pezzo della storia meneghina. Il progetto, interamente curato dallo studio Spagnulo&Partners, ha comportato una radicale revisione della
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distribuzione precedente, restituendo al locale, così come già fatto nel progetto di Milano, il peso e l’importanza della sua tradizione. Ed è stato proprio l’intimo rapporto con la storia a suggerire un approccio progettuale che, partendo da alcune icone classiche della ristorazione di alta gamma, definisse un ambiente contemporaneo e intimamente legato alla città di cui, negli anni, è divenuto simbolo di ospitalità. Una sorta di percorso stilistico tra luoghi ed epoche
rilevanti che, in alcuni casi, ha dato vita a vere e proprie citazioni. Così le classiche boiserie in noce daniela si attualizzano grazie all’uso pulito di cornici e rilievi geometrici in cui si intrecciano profili in ottone spazzolato. I tessuti alle pareti si rifanno a stilemi geometrici di inizio secolo, mescolandosi e attualizzandosi grazie alle partizioni dei pannelli-parete secondo le composizioni della tradizione neoplastica De Stijl. Riferimenti artistici anche per le applique e i lampadari - tutti
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PROGETTI
disegnati dallo studio - che attraverso l’ottone e il vetro raccontano la leggerezza eterea e l’articolazione in ritmi musicali dello spazio tipiche delle sculture di Fausto Melotti. Un progetto colto e raffinato, ricco di significati sottesi. Un vero e proprio “sottofondo di cultura e di storia” che restituisce valore al tema della provenienza, facendone elemento costitutivo per la definizione di un progetto senza tempo, radicato nella memoria e, al tempo stesso, perfetto interprete della contemporaneità. • 30
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S U R FA C E S
LIVING BATHROOMS Cambiare radicalmente l’immagine del bagno attraverso nuove sperimentazioni estetiche. È la mission di EX.T, che arricchisce le collezioni Nouveau e Frieze con wallpaper coordinati • txt Marta Germani
L
e nuove collezioni bagno Nouveau e Frieze, disegnate rispettivamente da Bernhardt & Vella e da Marcante-Testa, oggi si arricchiscono di un elemento inedito per il catalogo Ex.t: la carta da parati, realizzabile su tre diversi supporti: vinile, cellulosa e fibra di vetro. Quest’ultima, in particolare, grazie alle sue particolari caratteristiche tecniche, rende la carta da parati impermeabile e dunque perfetta in caso di pareti a diretto contatto con l’acqua. Un materiale, dunque, che si adatta perfettamente alla missione del brand: cambiare radicalmente l’immagine del bagno, attraverso sperimentazioni estetiche, quasi come se fosse una zona living. ➡
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S U R FA C E S
Così, il duo Marcante-Testa disegna la collezione di carte da parati Frieze che completa l’omonima linea di lavabi e complementi bagno. Una vera e propria “stratigrafia” del muro che, attraverso fasce di colore ed elementi decorativi orizzontali, diventa sia sfondo che elemento decorativo degli ambienti. Il progetto propone tre decori in vari abbinamenti di colore che si integrano perfettamente con la collezione Frieze, per creare una stanza da bagno d’autore. Mentre le designer Bernhardt & Vella, partendo dalla ricerca sulle forme della collezione Nouveau, presentano due carte da parati geometriche, ognuna disponibile in tre diverse colorazioni. La prima esalta la tridimensionalità attraverso un combinarsi di trame strette e larghe e diverse nuance di colore. La seconda, invece, caratterizzata da piccoli elementi grafici triangolari, è un omaggio alle atmosfere Déco che caratterizzano tutta la collezione.
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ARTS&CRAFTS
CREAZIONI DA VIVERE CHIARA MASPERO è un’artista dell’abitare, che con sensibilità estetica crea armonie di spazi, stili e décor. Progetti residenziali o contract in cui l’artificio creativo e le emozioni che ne derivano si fondano su una rigorosa metodologia di lavoro • txt Agnese Lonergan
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atura, viaggio e arte sono da sempre le grandi passioni di Chiara Maspero, e le sue principali fonti di ispirazione per creare luoghi che sono come opere d’arte da vivere. In uno stile personalissimo che guarda in molte direzioni, anche lontane dai linguaggi accademici, i suoi progetti spaziano da dimore private a palazzi nobiliari, da resort a ville, lodge e, non ultimo, anche case di moda haute couture. Il suo è un lavoro di consulenza, styling, restyling, progettazione sartoriale e visione estetica, frutto di talento artistico, competenze tecniche e di continua ricerca. Perché, con delicatezza e introspezione, Chiara Maspero interpreta l’anima dei suoi committenti, in ogni ambito, traducendola in progetti con
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una storia e un carattere unico e irripetibile, che colpiscono per il senso di benessere e calma che trasmettono. Progetti che sono sempre un mix di eccellenza artigianale, décor e design, e nei quali persone, culture, luoghi, atmosfere, segni del tempo s’intersecano, si mescolano e si mostrano rivelando un genius loci da intuire, sentire, indagare e a cui dar voce. Dagli interventi pittorici alle lavorazioni manuali, anche le più antiche e complesse, Chiara percorre e attraversa le diverse tecniche con disinvoltura per dare vita a creazioni sorprendenti, ricercate e sofisticate. Non a caso, anche le aziende si lasciano ispirare dalla sua creatività. Nascono così alcune importanti collaborazioni per la realizzazione di complementi
e di carte da parati dal fascino esclusivo. “Sono una creativa, guidata dalla bellezza, dalla ricerca raffinata e al contempo quasi scientifica” afferma Chiara. “Amo portare armonia ed equilibrio, riconnettendo le persone con la natura per ritrovare la dimensione umana del tempo e dello spazio”. Ne emerge uno spontaneo senso di responsabilità, sviluppato nell’assoluto rispetto della natura ed espresso attraverso la rivalutazione di oggetti ordinari in pezzi straordinari, l’esposizione di reperti in wunderkammer immaginifiche e le frequenti collaborazioni con altri maestri artigiani. Studia la disposizione degli spazi, la scelta delle finiture, la posizione delle luci, l’arredamento, la decorazione, la fragranza, e anche l’esperienza tattile. Un lavoro che non si ferma
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ART WALLPAPER LE CARTE DA PARATI DI CHIARA MASPERO SONO PRODOTTE DA QUADRATURE E SONO STATE PENSATE COME PRODOTTO ARTIGIANALE E SU MISURA CON L’OBIETTIVO, NONOSTANTE LA LORO RIPRODUCIBILITÀ, DI MANTENERE LE CARATTERISTICHE DEL DIPINTO A MANO. SI POSSONO QUINDI NOTARE ANCORA LE TIPICHE IMPERFEZIONI, LE IRREGOLARITÀ E LE SFUMATURE VIBRANTI A EFFETTO “ANTICHIZZATO”. NELLA CARTE DIPINTE A MANO E SU PROGETTO È ANCORA PIÙ VISIBILE L’ARTIGIANALITÀ DEL PRODOTTO E L’AUTENTICITÀ DEL COLORE. SONO DIPINTE SU STRISCE DI CARTA FODERA DA TAPPEZZIERE APPOSITAMENTE PREPARATA. MENTRE LE CARTE STAMPATE SONO REALIZZATE IN ESACROMIA CON PIGMENTI NATURALI, NON TOSSICI, RESISTENTI ALLA LUCE. I SUPPORTI POSSONO ESSERE DIVERSI, IN ACCORDO CON IL CLIENTE, MA CHIARA MASPERO PREDILIGE L’USO DI CARTA “SAND BLUST” CHE CON LA SUA PICCOLA GOFFRATURA PUNTINATA CREA L’EFFETTO DEL MURO COME IN AFFRESCO.
alla superficie delle pareti o all’arredamento, ma che raggiunge lo spirito di chi deve vivere e abitare lo spazio. “Cerco di fare miei i suoi sogni e, con questo, creare un ambiente che doni armonia conclude Chiara - Una miscela equilibrata fra le fantasie delle carte da parati che dipingo a mano, i complementi che trovo da antiquari di fiducia o che realizzo su misura, i tessuti naturali che arrivano da una lunga ricerca sui materiali e le lavorazioni, fino alle essenze che faccio creare ad hoc da maestri profumieri”.
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S O L O D O C C I A
PADOVA HEADQUARTERS | ITALIA MILANO ARCHITECT SHOWROOM | ITALIA PARIGI | FRANCIA BARCELLONA | ESPAÑA PORTO | PORTUGAL
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DESIGN
SUNRISE Nell’onirica corte dell’Hotel Senato, Cristina Celestino ha presentato le nuove sedute Frisée e Corolla disegnate per Billiani • txt Agnese Lonergan - ph Chiara Cadeddu
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er esaltare i nuovi prodotti disegnati per Billiani, in occasione di Milano Design City, Cristina Celestino ha voluto unire il savoir-faire dell’azienda friulana, la sua dimestichezza con il mondo dell’hotellerie e calarli in un contesto milanese, esclusivo e intimo. Le sedie Frisée e la linea di poltroncine Corolla hanno così trovato spazio nell'allestimento "Sunrise" all’Hotel Senato, luogo milanese per eccellenza, che unisce l’accoglienza di una gestione familiare curata nel minimo dettaglio a una iconica location di design, ambientata in uno storico palazzo a pochi passi dal quadrilatero della moda. Le morbide Corolla sono state posizionate nella hall, mentre un’installazione di sedie Frisée ha occupato la corte interna del palazzo. “Il nome Sunrise, che vuole essere anche un segnale di buon auspicio per la città, per il mondo del design e dell’hotellerie, è stato lo spunto per uno scenario onirico che colora l’acqua della
corte di un arancio caldo su cui galleggiano piattaforme rotonde di color terracotta. Le sedie Frisée, si collocano sopra queste piattaforme, come surreali sculture in legno, svincolate dalla loro funzione ed esaltate dal contesto architettonico” ha spiegato Cristina Celestino.
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DESIGN
LEGGEREZZA E MATERIA CRISTINA RUBINETTERIE presenta Tabula ed East Side, due nuove serie firmate ANGELETTIRUZZA DESIGN • txt Claudio Moltani
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ristina Rubinetterie propone due nuove serie - Tabula ed East Side - firmate AngelettiRuzza Design, presentate a ottobre nello showroom milanese del brand. Nella realizzazione di Tabula, i designer Silvana Angeletti e Daniele Ruzza si sono ispirati al senso di leggerezza e armonia che pervade l’estetica giapponese. Esiste un termine (iki) che esprime questi concetti e che lo scrittore Kuki Shūzo portò a conoscenza nel libro del 1920 “La struttura dell’iki”. Qui il concetto di “fare leggero” trova ideale corrispondenza con il lavoro di sottrazione che i designer hanno eseguito su alcuni elementi del miscelatore, in particolare sulla leva, resa quasi asciutta, essenziale.
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Un risultato ottenuto grazie all’eliminazione del collo, normalmente unito alla leva. In questo modo, quasi a contrasto con la forma squadrata del miscelatore, si è cambiata l’architettura stessa del prodotto, rendendo la leva elemento bidimensionale, che sorprende la mano nell’atto dell’impugnatura. Il miscelatore è composto da due pezzi: il corpo e la fonte squadrata di erogazione dell’acqua. La cartuccia fornisce prestazioni idriche ottimizzate (5l/Minuto di consumo). Il miscelatore nasce da una fusione dell’ottone che rende un tutt’uno il corpo del rubinetto con la bocca d’erogazione: in questo modo si garantisce il perfetto passaggio dell’acqua e la pulizia estetica del rubinetto. Inoltre, la fusione risolve anche le problematiche legate a un improprio utilizzo del prodotto, come nel caso dei rubinetti bordo vasca, spesso utilizzati come appoggio. East Side, la seconda linea firmata AngelettiRuzza Design, fin dal nome richiama le atmosfere industriali tipiche dei loft newyorkesi degli anni Settanta, e vede le finiture come protagoniste assolute. La godronatura, in particolare, realizzata su torni a controllo numerico, risulta non solo funzionale ma espressione voluta di un contrasto materico, che permette alla mano un’inedita esperienza fisica e tattile. Le caratteristiche industriali dei prodotti sono evidenziate da finiture che spaziano dal cromo nero spazzolato al metallic spazzolato, dal gold brass al nero opaco. I miscelatori sono realizzati in ottone, e il processo di lavorazione - dalla tornitura allo stampaggio a caldo della leva di comando fino alla fusione in gravità del corpo vasca e doccia - viene effettuato internamente. Il bicomando a leva, con maniglie separate per acqua calda e fredda, permette una user experience diffusa e rassicurante. ●
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LIGHTS
LIGHT & SOUND Intono di LUCE&LIGHT è la nuova lampada contract che integra luce e suono, design e tecnologia • txt Vittoria Baleri
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ntono, la nuova e camaleontica applique di Luce&Light, risponde alle molteplici esigenze progettuali del contract contemporaneo e dell’outdoor di alta gamma e fa un ulteriore passo in avanti verso l’integrazione tra progettazione illuminotecnica e ambiente. Intono, infatti, è una “lampada sonora” poiché all’interno del corpo si può alloggiare una cassa audio per riprodurre qualsiasi tipo di suono o musica. Una caratteristica molto utile nei settori dell'hotellerie e della ristorazione, ove vi è la necessità di ricreare diverse ambientazioni luce/suono, o nell’outdoor, per creare spazi adatti a ospitare eventi e feste. Compatibile con i sistemi di domotica più rinomati, Intono consente anche di modificare gli scenari luminosi e la musica attraverso veloci comandi vocali grazie a smart speaker via wi-fi. Disponibile in quattro dimensioni - con emissione singola o doppia - e con un corpo lampada cilindrico ed elegante raccordato al muro da una doppia curva, Intono viene proposta nei colori bianco, grigio, corten e antracite, e anche nella versione con primer, ovvero opportunamente preparata per essere dipinta con la stessa finitura utilizzata per la parete d’appoggio. Le sorgenti previste sono Power LED e COB, a seconda delle versioni, e oltre alle classiche ottiche con fascio stretto, medio e largo, Luce&Light offre anche altre tipologie di emissioni quali lama di luce, wall-washer e asimmetrica. ●
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CROSSOVER
PARATI D’AUTORE AFFRESCHI & AFFRESCHI lancia Season 1, la nuova collezione di parati artigianali materici disegnati da Vincenzo D’Alba • txt Marta Germani
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no slow living ispirato alla natura e venti nuovi design dalle linee eteree, fluide, quasi silenziose. Season 1 è la nuova collezione disegnata da Vincenzo D’Alba per Affreschi&Affreschi, uscita in occasione della Milano Design City edition. Una collezione che comprende 134 opere d’autore realizzate sull’esclusivo intonaco da parati creato da Affreschi & Affreschi. Creazioni che travalicano il tempo, mixano in un flusso straordinario antico e presente, arcaismi e ridondanze, leggerezza e densità materica. Esclusivi wall covering sartoriali riprodotti su supporto materico artigianale, customizzabili nel design e nelle dimensioni. ●
S U R FA C E S
CROSSOVER
D E S I G N O N STAG E
LONDON SKYLINE
A Londra, nel cuore del financial district, AGC GLASS EUROPE firma il nuovo prestigioso building 70 St. Mary Axe • txt Agnese Lonergan
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GC Glass Europe, leader europeo nella produzione di vetro piano, si conferma partner d’eccellenza del mondo contract a livello internazionale e firma il nuovo prestigioso building dallo spirito green 70 St. Mary Axe. Situata nel cuore pulsante di Londra, nel centralissimo financial district e progettata dallo studio di architettura Foggo Associates, la nuova torre dall’iconica architettura è destinata a diventare il punto di riferimento per il mondo del business della capitale britannica. Caratterizzata da un’originale forma semi-ellittica e da un profilo unico, la struttura, alta 90 metri, si inserisce in perfetta armonia all’interno dello skyline londinese, ospitando nei suoi 19 piani eleganti uffici e ambienti di lavoro moderni e accoglienti. AGC Glass Europe ha contribuito a questo progetto attraverso la realizzazione delle vetrate delle facciate dell’edificio, per le quali è stato scelto Stopray Vision-60: il vetro selettivo a elevate performance in termini di trasparenza e controllo solare
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di AGC, che massimizza la trasmissione luminosa e riduce il calore solare. Offrendo elevati livelli di selettività, questo vetro ad alte prestazioni permette di ridurre i costi di illuminazione, condizionamento ed energia, grazie alla combinazione tra luce naturale, controllo solare e isolamento termico, assicurando massimo benessere e comfort abitativo. Infatti, 70 St. Mary Axe è un progetto altamente efficiente in termini di prestazioni termiche ed energetiche per le quali ha già ottenuto la certificazione BREEAM “Excellent”. Particolarmente indicato per le applicazioni da esterno, come facciate di building residenziali e commerciali, Stopray Vision-60 con le sue caratteristiche di progettazione altamente flessibili e versatili può essere combinato con altri prodotti della gamma AGC e potenziato in base alle esigenze specifiche di architetti e progettisti, permettendo così di trovare soluzioni customizzate per ogni realizzazione.
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Tenda a pergola
CROSSOVER
PROJECTS
TIMELESS FEELING PAUM DESIGN firma un ristorante eclettico, che fonde epoche e stili e li arricchisce con colorati echi vintage • txt Raffaella Oliva - ph Sergey Melnikov
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ustico, ma in chiave moderna. Si presenta così il ristorante Italy sulla Vilenskiy Pereulok a San Pietroburgo, ultimo nato di una catena che nella città russa vanta altri locali. Una trattoria contemporanea progettata con l’intento di replicare la sensazione che si prova oggi passeggiando, per esempio, per una città come Milano, miscuglio di epoche e stili estetici. Da un lato il sapore pittoresco dei vicoli, dall’altro il fermento cosmopolita: fondendo questi due orientamenti lo studio Paum Design ha messo a punto un ambiente idealmente senza tempo, ma dall’identità forte, giocato principalmente sulle tonalità del bianco e del rosso, con qualche tocco di verde regalato anche da piante e palme. Una volta varcato l’ingresso si viene accolti da un’alternanza di pareti di mattoni, superfici rivestite con assi di legno, inserti in cemento,
colonne in ghisa verniciate, ringhiere perimetrali e sezioni di soffitto rifinite con piastrelle chiare. Questi alcuni dei segni particolari di un ristorante la cui sala principale è dotata di una cucina completamente aperta, visibile ai clienti. L’obiettivo è di creare un’atmosfera informale e famigliare anche attraverso altri dettagli: dall’arco in legno con griglia esterna in metallo che separa due aree del locale alle lampade in vetro e ceramica, passando per sedute, divanetti, mobili e complementi di design dal lieve gusto vintage. Non mancano alcune mensole a muro con sgabelli e una wine room con un grande tavolo per gruppi di massimo sedici persone, il tutto in uno spazio di 350 metri quadrati dove la luce è concentrata sui tavoli, per non distogliere l’attenzione dal vero protagonista dell’allestimento: il cibo.
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CROSSOVER
LIGHTS
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1 • Luce d’alabastro Lastre dal taglio rettangolare che richiamano il marmor alabastrum dei Latini caratterizzano la linea Honicé, disegnata da Oriano Favaretto per MASIERO. Una gamma di lampade - a sospensione lunga, a sospensione quadrata, applique - contraddistinta da un diffusore in onice traslucido e ricco di venature, incastonato in una preziosa cornice di metallo effetto oro opaco. 2 • Una linea sottile Concepito per l’installazione su pannelli in cartongesso a soffitto o a parete, Kips è un sottilissimo profilo in alluminio a incasso firmato PANZERI. La strip led in silicone bianco opale disegna una linea di luce sottile e la combinazione di moduli lineari e curvi consente originali configurazioni continue che si integrano con creatività in ogni progetto. 3 • Lighting Story Sono molti i dettagli da raccontare nella nuova storia di luce di PRANDINA disegnata da Marco Alessi. Un racconto che si sviluppa dall’esterno verso l’interno, da un diffusore in metallo impreziosito da finiture galvaniche a un diffusore in cristallo soffiato. Fez è una collezione dalle linee semplici e sinuose, ma dotata di forte identità ed eleganza, che nasce dal rapporto tra due cilindri, uno trasparente, luminoso e rigido, l’altro pieno, riflettente e sagomato per accogliere e distribuire la luce. Disponibile in differenti materiali, colori e finiture superficiali che lasciano libero spazio alla creatività e all’interpretazione degli ambienti interni. 4 • Timeless Light Sfera è la nuova lampada di BROKIS che diffonde una luce soffusa e morbida grazie al vetro opalino opaco soffiato a mano. La sfera, tagliata in modo netto nella parte apicale e fissata su un piano in metallo con un sottile dettaglio multi angolare, è disponibile in cinque dimensioni per configurazioni multiple che si adattano a qualsiasi progetto architettonico e residenziale. • 50
Vivi Immagina Progetta Il verde artificiale per spazi creativi VERDEVIP Srl. verdevip.eu
Piante artificiali da interno ed esterno con tronchi naturali selezionati, siepi sintetiche, erba artificiale e giardini verticali di altissima qualitĂ
real
WOOD
ITALY
made
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Colors of Wood
Discover the new Collection ReThinking the Future — Anthology One on www.tabu.it
®
CONTRACT
GALL ERY
The House Hotel Nisantasi a Istanbul. Interior design dello studio Autoban
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Interni dell'Ivy Caffè a Tonekabon in Iran. Progetto di Neda Mirani ©Deed Studio
©Deed Studio
©Deed Studio
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©Deed Studio
©Deed Studio
©Deed Studio
©Kuomin Lee
©Kuomin Lee
©Kuomin Lee
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©Kuomin Lee
ŠKuomin Lee
ŠKuomin Lee
Le bombole di acciaio fungono da gambe di scrivania nell'ufficio progettato da Waterfrom Design per Gas Lab
©Quang Tran
È dello studio A+H Architect il progetto del coffee shop Adiuvat in Vietnam
©Quang Tran
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©Quang Tran
©Wonter Van Der Sar
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A Monaco di Baviera il bar all'ultimo piano dell'Hotel Andaz progettato da Concrete
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©Dinesh Mehta
Un vibrante color ruggine per gli interni e i prospetti progettati da Sanjay Puri per l'hotel Aria in India
ŠDinesh Mehta
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©Ken'ichi Suzuki
©Ken'ichi Suzuki
©Ken'ichi Suzuki
Tom Shinokawa Architects firma gli interni del fashion store nell'Oharasando Building a Oita, in Giappone
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©Alex Filz
©Alex Filz
©Alex Filz
ŠAlex Filz
La Sudtirol Home costruita ad Anterselva in occasione del 51° Campionato Mondiale di Biathlon. Un progetto di Studio NOA*
©Andriy Bezuglov
©Andriy Bezuglov
È di YOD Group il progetto del ristorante SpicyNoSpicy in Vietnam
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©Andriy Bezuglov
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©Andriy Bezuglov
©Andriy Bezuglov
Sono progettati da Vandersande Studio gli interni del nuovo showroom Barovier & Toso a Milano
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ŠHiroyuki Oki
Takashi NIWA Architects ha progettato sinuosi e curvilei schermi in legno che filtrano la luce all'Ippudo Restaurant in Vietnam
©Feng shao
©Feng shao
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©Feng shao
©Feng shao
È il celebre studio X-Living a firmare lo spettacolare Zhuyeqing Greentea Flagship Store a Chengdu, in Cina
©Feng shao
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ŠKlaus Brechenmaker
Sono di K-Studio gli interni moderni e minimalisti del Perianth Hotel ad Atene
Quarta & Armando disegna The Zian, una piccola e raffinata pasticceria a Shanghai
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EAST SIDE angelettiruzza design
cristinarubinetterie.com
CONTRACT ATLAS
PROJECTS
CONTRACT ATLAS
TRAVEL
EAT
SHOP
SHOW
ALILA VILLAS KOH RUSSEY
GRILLICIOUS RESTAURANT
MAHARISHI TRIBECA
HOTEL CHIMERA
STUDIO GOTO
FORX DESIGN STUDIO
STUDIO ABA
ELENA SALMISTRARO
NON-STANDARD HOTEL
BUHA|I|REST
SPAZIO LENOVO
BANG & OLUFSEN
NEFA ARCHITECTS
ROMAN PLYUS
ALESSANDRO
TEMPORARY STORE
THE Y STUDIO ASTHETIQUE
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LUCIANI
YUSUKE SEKI
FUZHOU VANKE GOLDEN FIELD WATERFROM DESIGN WAREHOUSE GYM DUBAU VSHD DESIGN
MAKERS
LIVE
• AB CONCEPT • ADAM NATHANIEL FURMAN • EL EQUIPO CREATIVO
AT L A S
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PROJECTS
RED, FOREVER RED LIVE
UN AFFASCINANTE CENTRO MULTIFUNZIONALE DOMINATO DAL COLORE ROSSO, SIMBOLO DELLA CULTURA CINESE. UN PROGETTO DI WATERFROM DESIGN, CON CONTRASTI CROMATICI CHE CREANO UNA TENSIONE DRAMMATICA E CATTURANO LO SGUARDO â&#x20AC;¢ txt Raffaella Oliva - ph Qilin Zhang e Kuomin Lee
L’
incontro come fondamento di ogni civiltà: il Fuzhou Vanke Golden Field of International Reception Center è la traduzione architettonica di questa suggestione concettuale. Se solo interagendo e rapportandosi tra loro gli esseri umani possono dare vita a comunità di diverso genere, perché, allora, non creare edifici e spazi ispirandosi all’idea di dialogo e relazione? Si basa su questo principio l’attività del pluripremiato Waterfrom Design, studio con base a Taipei e Shanghai che nel 2019, in collaborazione con IF Design, ha completato la progettazione del nuovo centro vendite del gruppo immobiliare Vanke in quel di Fuzhou, una delle città più antiche della Cina e al contempo una delle più aperte alle sfide della contemporaneità. Lo ha fatto trasformando uno spazio distribuito su due livelli, per un totale di 1600 metri quadrati di superficie, in un uf-
UNO SPAZIO DOMINATO DA TONI GRIGI E NEUTRI, ESALTATO DALLA PRESENZA DI SEZIONI DI PARETI E DI SOFFITTO IN PIÙ NUANCE DI ROSSO REALIZZATE CON TRAME DI BAMBÙ EFFETTO SETA • 84
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GRAZIE ALLA PRESENZA DI PAVIMENTI CON PATTERN CHE EVOCANO IL CIOTTOLATO, IL CENTRO RICHIAMA IDEALMENTE LA PIAZZA DI UN VILLAGGIO
ficio vendite che, oltre a ospitare un appartamento arredato ad hoc per essere mostrato ai potenziali acquirenti di moduli abitativi simili, offre al pubblico, in un’ottica di multifunzionalità, un centro culturale che è anche biblioteca con zone lettura, galleria e caffetteria. Sin dalla strada l’attenzione è catturata da una facciata a vetrate così pensata per connettere l’atmosfera rilassante degli interni con il brulicare della vita all’esterno. Mentre una volta varcato l’ingresso ciò che colpisce è l’utilizzo di librerie metalliche dalle
linee essenziali che senza appesantire l’ambiente diventano strutture espositive non solo per libri e volumi, ma anche per sculture, vasi e oggetti legati alla tradizione artigianale di Fuzhou, celebre soprattutto per le lacche dipinte. Ma da convinto sostenitore della necessità di luoghi non stereotipati e aperti a libere interpretazioni mutevoli nel tempo, Nic Lee, il direttore di Waterfrom Design, non si è limitato a questo: per com’è stato concepito, anche grazie alla presenza di pavimenti con pattern che evocano il ciottolato,
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il Fuzhou Vanke Golden Field of International Reception Center richiama idealmente la piazza di un villaggio. L’accostamento di libri, piante, corner verdi, divani-panca, tavolini e complementi d’arredo con rotelle dal gusto retrò dà vita a una sorta di salotto con più postazioni destinate sia alla lettura sia a meeting e riunioni. Salotto che rimanda, da un lato ai giardini d’inverno tanto popolari in Oriente, dall’altro all’usanza degli abitanti di Fuzhou di ritrovarsi a chiacchierare o a festeggiare ricorrenze e matrimoni sotto agli alberi. Da notare l’inserimento - in uno spazio dominato da toni grigi e neutri - di sezioni di pa-
reti e di soffitto in più nuance di rosso realizzate con trame di bambù effetto seta: una soluzione incentrata non casualmente sul colore simbolo della cultura cinese, in un gioco di contrasti che contribuisce a determinare una tensione drammatica e a catturare lo sguardo. Questa la medesima filosofia che ha spinto gli architetti e designer di Waterfrom Design a impreziosire la sala d’entrata con un mobile pieno di riviste d’epoca in bella vista e l’intero ambiente con cimeli, pezzi d’antiquariato, vecchi televisori e macchine da scrivere: è il passato che si immette nel presente e lo vivifica, proiettandosi nel futuro. ●
AT L A S
PROJECTS
SULLE ORME DEI KHMER TRAVEL
ICONICO IL RESORT VILLA KOH RUSSEY DEL BRAND ALILA. STUDIOGOTO FIRMA UN’ARCHITETTURA SCENOGRAFICA CHE SI FONDE E STEMPERA NEL LUSSUREGGIANTE PAESAGGIO CAMBOGIANO, SENZA SOLUZIONE DI CONTINUITÀ
• txt Anna Parlato
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UN COMPLESSO SCENOGRAFICO, IMMERSO NELLA NATURA COME LO ERANO I TEMPLI DELL’ANTICO IMPERO KHMER. UNA TRADIZIONE CHE EMERGE ATTRAVERSO LA REINTERPRETAZIONE DEI MOTIVI A QUADRI DEL KRAMA - TIPICO TESSUTO CAMBOGIANO - IN UN’OTTICA SPAZIALE
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ntegrare l’architettura nel paesaggio: è l’obiettivo che ha guidato lo studio di Singapore Studiogoto nella progettazione di Alila Villas Koh Russey, esclusivo resort sulla splendida Bamboo Island, al largo della costa sud-occidentale della Cambogia. Qui il team capitanato dall’architetto Chioh-Hui Goh ha dato vita a un complesso scenografico, ma immerso nella natura senza soluzione di continuità, come lo erano i templi dell’antico impero Khmer, fiorente civiltà all’origine di tradizioni come il teatro delle ombre con marionette di cuoio intagliato, oggi patrimonio dell’Unesco.
Questa la suggestione che ha condotto alla realizzazione di più di sessanta ville e suite a padiglione dalle dimensioni volutamente non imponenti, fuse con la lussureggiante vegetazione circostante e disposte su terreni con pendenza graduale in modo da garantire a tutti gli ospiti la vista sull’oceano. In una prospettiva ecologica la topografia pre-esistente non è stata particolarmente modificata dall’intervento architettonico, ma al contempo Studiogoto ha voluto compiere un passo in più attraverso un’operazione duplice: da un lato, allontanandosi dalla sovrabbondanza decorativa e scultorea dell’architettura tradizionale
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IL RESORT HA OTTENUTO LA CERTIFICAZIONE EARTHCHECK, PER LA SUA COMPATIBILITÀ CON IL TERRITORIO E PER LE RIDOTTE EMISSIONI DI ANIDRIDE CARBONICA
cambogiana per abbracciare un approccio moderno basato sul ricorso a linee pulite e forme cubiche. Dall’altro, celebrando comunque la tradizione Khmer tramite la reinterpretazione dei variegati motivi a quadri del krama, tipico tessuto cambogiano, in un’ottica spaziale. Il risultato è un affascinante complesso turistico dove interno ed esterno dialogano e si confondono grazie alla presenza non solo di ampie vetrate panoramiche, ma anche di pareti lignee a griglia, ottime, tra l’altro, per favorire la circolazione dell’aria. “Desideravamo che la comunità locale potesse apprezzare il resort come una rivisitazione positiva della propria cultura”, ha dichiarato Goh, che per il progetto ha ottenuto la certificazione di EarthCheck, organizzazione con sede in Australia che ha valutato la compatibilità di Alila Villa Koh Russey con il territorio, nonché le emis• 98
sioni di anidride carbonica, ridotte anche grazie a pannelli solari e a sistemi di regolazione automatica dell’illuminazione e della temperatura. In tutto ciò la semplicità delle geometrie è l’ingrediente che permette allo sguardo di concentrarsi sulla natura e sugli intriganti reticolati in legno che compongono la struttura. Legno che nei diversi ambienti del resort va ad accostarsi alla pietra e, negli arredi, al tessuto di canapa e al bambù di pouf e complementi dall’animo romantico, quali le semisferiche amache sospese disposte nella lobby come invito al relax. Non mancano un’incantevole piscina a sfioro vista oceano, una spa fronte spiaggia per trattamenti olistici e massaggi, un centro fitness e due ristoranti specializzati in ricette fusion e cucina Khmer. Un progetto olistico, perfetto per il benessere di anima e corpo. ●
AT L A S
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MAKERS
AB CONCEPT Progettare uno spazio è come creare la ricetta perfetta: è una questione di dosi, di ingredienti, di gusto. Parola di ED NG e TERENCE NGAN, da oltre vent’anni alla guida di AB CONCEPT. Pluripremiato studio di architettura e design con sedi a Hong Kong, Taipei e Milano txt Francesca Tagliabue
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lienti in sedici Paesi diversi, progetti realizzati in oltre trenta città sparse per il mondo e tre sedi, a Hong Kong, Taipei e Milano: sono questi i numeri da capogiro con cui si presenta AB Concept, studio internazionale di architettura fondato nel 1999 da Ed Ng e Terence Ngan. La collaborazione tra i due progettisti si basa su una grande alchimia e sulla complementarità delle competenze e delle attitudini: Ed è un interior designer ossessionato dagli spazi e profondo conoscitore dei materiali, Terence un architetto fissato con la cura maniacale dei dettagli e naturalmente portato per
il problem solving. E proprio partendo da questo background, AB Concept si concentra sulla creazione di ambienti dal lusso elegante, ricchi di soluzioni sartoriali che li rendano unici, con rimandi al contesto e alla tradizione del luogo affinché risultino istintivamente famigliari e rassicuranti. Dall’hospitality al retail d’alta gamma, passando per il settore residenziale, l’approccio adottato è simile a quello di uno chef che, per realizzare la ricetta perfetta con un bilanciato mix di sapori, studia a fondo la cultura del luogo e sperimenta, mescolando gli ingredienti in differenti proporzioni fino a ottenere un gusto equilibrato e avvolgente.
“Applichiamo sempre lo stesso schema di pensiero a ogni progetto, non importa se piccolo o grande - raccontano Ed e Terence - Ci sforziamo di creare ambienti belli e funzionali, che offrano un momento unico a chi li visita o li vive. Desideriamo che le esperienze vissute si trasformino in ricordi, e che vengano condivise, così da invogliare altre persone a esperire i nostri spazi. Non seguiamo le mode e non perseguiamo uno stile unico, semplicemente applichiamo la nostra filosofia. Come un buon piatto, ogni progetto deve essere ben bilanciato, ma deve anche contenere una nota a contrasto che lo renda interessante”. Una filosofia - e un metodo - che si legge chiaramente scorrendo il loro ricco e straordinario portfolio, nel quale non mancano mai chiari riferimenti alla cultura e al genius loci di ogni progetto. Ai quali, però, sempre si affianca un touch contemporaneo, in gra• 102
do di trasformare la storia e le tradizioni in spazi e suggestioni da vivere nel presente. Carico di rimandi alla storia della Cina, l’interior della struttura ricettiva Yan Tau Shan combina dettagli tradizionali a suggestioni occidentali, derivate dal passato portuale dell’area. Attraverso il calibrato intervento di AB Concept, l’antica casa di epoca Ming è ritornata a nuova vita, ed è stata traghettata nel futuro rispettandone la storia. All’esterno si ritrovano i tratti della classica casa a corte - tetti di tegole grigie, verande a graticcio e un ampio cortile con bonsai di cipresso adagiati sull’acqua in omaggio al paesaggio tradizionale cinese - mentre all’interno, l’aspetto è energico e moderno. Divani dalle linee mid-century declinati in giallo brillante e verde acqua sono affiancati da tradizionali piatti in ceramica oversize e da lastre di vetro splendidamente incise con forme astratte che rievocano le
“NEL NOSTRO NUOVO HEADQUARTER ABBIAMO MIGLIORATO IL WORKFLOW E LA LOGISTICA. NOI DUE NON ABBIAMO PIÙ UNA SCRIVANIA, MA DIRIGIAMO IL LAVORO MUOVENDOCI TRA I DESK DEL NOSTRO TEAM”
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montagne e i fiumi di Fuzhou e le barche a vela che un tempo trasportavano in Occidente i preziosi te della regione. Si fonda sul grande rispetto del luogo anche il restyling del ristorante Paper Moon Giardino nel Quadrilatero della Moda a Milano. Il locale occupa un edificio ottocentesco, sottoposto a vincoli di tutela. Ed e Terence non ne hanno modificato l’impianto spaziale ma, preservando i soffitti affrescati e la ritmica scansione delle sale, hanno ricavato sei ambienti elegantemente decorati con specchi e imbottiti scelti nei delicati e rilassanti toni del beige, in contrasto con il glamour spesso troppo ostentato nelle vicine boutique.
Estremamente chic anche il nuovo Laguna Baycourt di Gamagori, in Giappone. Un hotel sospeso tra natura e artificio “Caratterizzato da uno schema di colori a contrasto ed elementi a forma di onda – racconta Ed Ng – che ci hanno aiutato a riproporre con il nostro codice la linea della costa poco distante”. Un codice colto e sofisticato che ispira anche i loro progetti retail, tra i quali spicca lo store di Lalique a Shanghai. Qui il concept ruota attorno al tema della foresta, fin dalle origini la principale fonte di ispirazione per i prodotti in vetro di Lalique. Una foresta misteriosa e chic, con legno di carbone marugame dal pavimento al soffitto, lastre di marmo nero e forme curve e volut-
“COME UN BUON PIATTO, OGNI PROGETTO DEVE ESSERE BEN BILANCIATO, MA DEVE ANCHE CONTENERE UNA NOTA A CONTRASTO CHE LO RENDA INTERESSANTE”
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“DESIDERIAMO CHE LE ESPERIENZE VISSUTE SI TRASFORMINO IN RICORDI, E CHE VENGANO CONDIVISE, COSÌ DA INVOGLIARE ALTRE PERSONE A ESPERIRE I NOSTRI SPAZI”
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tuose che, volutamente, riecheggiano le sinuosità del corpo femminile. E ovunque i naturali bagliori dei preziosi vetri Lalique, disposti su un sistema di mensole terra-cielo a creare una fitta trama, simile a una foresta, che invita i clienti a entrare per esplorare lo spazio e scoprirne i dettagli. Ma, probabilmente, la sfida più difficile affrontata da AB Concept è stata quella di disegnare il loro nuovo headquarter a Hong Kong: essere clienti di se stessi non deve essere stato facile per professionisti che puntano alla perfezione, e ogni scelta è stata così ben ponderata che i soci non possono che essere soddisfatti del loro nuovo atelier. L’avventura della re-location è iniziata con l’individuazione della zona in cui trasferirsi, il Victoria Dockside, un’area in rapida espansione e il quartiere in cui è nato Ed Ng. “Abbiamo colto questa opportunità per cambiare
radicalmente il layout dei nostri uffici - hanno dichiarato - e presentare un concept diverso per un ambiente altamente collaborativo. Abbiamo pensato a come rendere migliore il workflow e la logistica, per esempio noi due non abbiamo più una scrivania di rappresentanza ma dirigiamo il lavoro muovendoci tra i desk del nostro team”. Un altro radicale cambiamento è stata la riduzione della material library, eliminando i campioni superflui per scegliere con più facilità e in minor tempo tra le opzioni pre-selezionate. Gli uffici hanno così assunto l’aspetto accogliente di un appartamento panoramico affacciato verso il porto e lo skyline, punteggiato da studiati pezzi di design e arte neo-pop. La scenografia ideale per trovare la giusta ispirazione e lasciar fluire nuovi progetti e idee. ●
AT L A S
PROJECTS
LIGHTS AND SHADOWS EAT
PROGETTATO DA FORX DESIGN STUDIO, GRILLICIOUS RESTAURANT RICHIAMA IL BRUTALISMO TROPICALE PER L’INTERSECARSI DI MURI RIVESTITI DI PANNELLI IN CEMENTO E AMPIE VETRATE CON STRUTTURE METALLICHE CHE CREANO SUGGESTIVI GIOCHI DI LUCE E OMBRA • txt Raffaella Oliva - ph Tinnaphop Chawatin
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olpisce per l’avvicendarsi di vuoti e pieni e di dimensioni e altezze diverse il progetto messo a punto dal ForX Design Studio di Bangkok per Grillicious, ristorante giapponese dove gustare carne e specialità alla griglia situato nel centro di Pattaya, una delle città più vivaci e tra le mete turistiche più popolari della Thailandia. Candidato nel 2020 agli ArchDaily Building of the Year Awards, il nuovo locale occupa un edificio che richiama il brutalismo tropicale per l’intersecarsi di muri rivestiti di pannelli in cemento, molto alti ma di larghezza ridotta, e ampie vetrate con strutture metalliche a vista: una soluzione che offre il vantaggio di creare, negli ambienti al chiuso, suggestivi giochi naturali di luce e ombra.
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COMODE PASSERELLE IN ASSI DI LEGNO COLLEGANO LE DIFFERENTI AREE DEL RISTORANTE E OFFRONO CONTINUI CAMBI DI PROSPETTIVA
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ORIGINALI LE PARETI REALIZZATE CON BLOCCHI DI CARBONE IMPILATI DIETRO UNA GRIGLIA IN ACCIAIO. CHE LA SERA SI ILLUMINANO DI ROSSO, A EVOCARE IL COLORE DEL FUOCO E LE SUE INFINITE SFUMATURE
Siamo su un’area di 650 metri quadrati: qui un viale alberato conduce dalla strada all’ingresso, dal quale si snodano gli altri ambienti, dalle sale da pranzo alla cucina, per arrivare agli spazi open air arredati con panche e tavoli da picnic di design, una scelta che rivela il gusto per un’eleganza informale. L’atmosfera è calda, accogliente, ideale sia per incontri a due sia per uscite in compagnia, il tutto in una struttura architettonica composta da linee diagonali, passaggi e tettoie a sbalzo che generano movimento in un costante dialogo tra dentro e fuori. Nelle aree outdoor, infatti, ForX Design Studio ha posizionato comode passerelle in assi di legno, elementi che danno vita a corridoi e percorsi che, collegando le differenti aree del ristorante, regalano ai
visitatori la possibilità di continui cambi di prospettiva. E se all’esterno le protagoniste sono le palme, all’interno Grillicious reinterpreta l’idea di veranda in chiave contemporanea con piante ornamentali appese alle pareti, lampadari dal sapore vagamente industriale, divani a muro e sedute in pelle e legno, materiale, quest’ultimo, che torna nei tavoli con barbecue incorporato. Degni di nota il controsoffitto rivestito di intrecci di rami in una delle dining room con parete in mattoni e, proprio all’entrata, le originali pareti realizzate con blocchi di carbone di legna di vario diametro impilati dietro a una griglia in acciaio, che nelle ore serali si illuminano di rosso, a evocare il colore del fuoco e le sue infinite sfumature. ●
Gattoni Rubinetteria. Stile e affidabilitĂ made in Italy
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gattonirubinetteria.com
AT L A S
UNDERGROUND FITNESS LIVE
VSHD DESIGN FIRMA SPRINGS WAREHOUSE GYM, TERZO FITNESS CONCEPT DEL BRAND OMONIMO CON SEDE A DUBAI. UNO SPAZIO CONTEMPORANEO, IN CUI ATMOSFERE ANTICONVENZIONALI SI SOVRAPPONGONO A UN’ESTETICA BRUTALISTA • txt Roberto Negri - ph Oculis Project
PROJECTS
STUDIATI GIOCHI DI RIFLESSI RECIPROCI CREANO ILLUSIONI OTTICHE E UN EFFETTO DI SPAZIO ILLIMITATO
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rogetti trendy e alla moda, ma valorizzati da un design ricercato e ricco di personalità. È questo il leitmotiv che guida molte delle più recenti realizzazioni a Dubai, palestra di nuove generazioni di designer che nell’Emirato trovano un humus ricco di opportunità per sperimentare le loro creazioni. Un identikit che si attaglia perfettamente a Springs Warehouse Gym, ultima creazione dello studio di architettura VSHD Design che mette la sua firma su questa terza incarnazione dell’omonimo fitness brand, già proprietario di due strutture nei quartieri O14 e D3 di Dubai premiate proprio per la loro inconfondibile impronta.
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LA FUSION DI ELEMENTI DI DESIGN BRUTALISTI, GIOCHI PROSPETTICI E ILLUMINAZIONI D’ACCENTO REPLICA LE ATMOSFERE RETRÒ DI UN FIGHT CLUB
L’ultima nata, a oggi la più grande delle Warehouse Gym, abbraccia pienamente la filosofia design-oriented del marchio, e in questo caso affronta il tema della distribuzione funzionale dei suoi ampi spazi per creare atmosfere underground in cui l’estetica brutalista scelta da VSHD Design gioca un ruolo centrale. All’essenzialità dei materiali fa riscontro uno stile architettonico basato sulla ripetizione di elementi modulari, tra cui colonne e travi in cemento a vista, intercalati da ampie superfici in calcestruzzo stampato che definiscono le diverse aree dedicate al workout. Mentre alla particolare maglia strutturale fanno da contrappunto i soffitti a cassettoni, in cui si aprono cavità illuminate da una luce artificiale che esalta ulteriormente l’atmosfera degli ambienti. VSHD Design ha qui fatto uso di una avanzata tecnologia di illuminazione, supportata da una struttura a griglia e da un elaborato sistema di binari multidirezionali che consente di personalizzare la luce ambiente. Due diversi tipi di faretti, regolabili in numero e intensità in base alla quantità e tipo di luce desiderata, illuminano le attrezzature • 120
e le diverse zone di allenamento, una scelta volutamente alternativa alla classica illuminazione per ambienti unici utilizzata in questo tipo di strutture, che riflette l’attenzione dedicata dai progettisti alla creazione di diverse atmosfere. A definire il mood degli ambienti contribuiscono anche batterie di luci a led inserite dietro una serie di specchi circolari posizionati strategicamente, che forniscono un’illuminazione d’atmosfera morbidamente riflessa dalle texture del calcestruzzo stampato in parete. Al tempo stesso, il loro gioco di riflessi reciproci crea suggestive illusioni ottiche che riproducono un effetto di spazio illimitato. La fusion di elementi di design brutalisti, giochi prospettici e illuminazioni d’accento replica le atmosfere retrò di un fight club, che convivono felicemente con tocchi luxury e attrezzature all’avanguardia. Il mood vintage della reception e degli spogliatoi è invece interpretato con suggestiva efficacia da essenziali piastrelle - nei toni rosso e bianco - e dai motivi geometrici che decorano gli arredi, cui l’utilizzo di finiture dorate per i corpi illuminanti, le rubinetterie e gli armadietti dona un tocco di contemporaneità. ●
AT L A S
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PROJECTS
CELEBRATING SOUND A KYOTO IL POP-UP STORE BANG & OLUFSEN DI YUSUKE SEKI. UN PICCOLO CAMEO
SHOW DI DESIGN, ISPIRATO AL MANTRA DEL MASSIMO EFFETTO CON IL MINIMO INTERVENTO • txt Paola Camillo - ph Tomooki Kengaku
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n negozio di abbigliamento in via di demolizione, a Kyoto, diventa uno spazio temporaneo per celebrare in modo quasi rituale il suono. Il brand danese Bang & Olufsen ha scelto l’architetto giapponese Yusuke Seki per ricreare l’estetica di un ambiento sacro al servizio dei propri prodotti. Un pop up store che ha il valore di un cameo di design, ispirato al mantra del
massimo effetto con il minimo intervento. Quasi un gesto, con cui l’architetto ha immortalato lo stato di pre-demolizione degli interni, utilizzandolo come elemento di una narrazione atemporale e allo stesso tempo dal contenuto etico. Se, da un lato, il progetto ha dato vita a una sorta di sito archeologico del futuro, dove gli strumenti acustici rappresentano
YUSUKE SEKI HA IMMORTALATO LO STATO DI PRE-DEMOLIZIONE DEGLI INTERNI, UTILIZZANDOLO COME ELEMENTO DI UNA NARRAZIONE ATEMPORALE
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I VISUAL PUBBLICITARI DEI PRODOTTI SONO STATI POSTI ALL’INTERNO DI CAVITÀ DOVE UN TEMPO SI TROVAVANO GLI SCAFFALI DEI NEGOZI, TRA RUVIDI PILASTRI IN BELLA MOSTRA
l’idea della permanenza e dell’affidabilità tecnologica, dall’altro uno dei temi principali è stata la capacità di riutilizzare i materiali riducendo gli sprechi. In questo caso, Seki ha trovato un nuovo uso per il legno da stampo utilizzato per creare in situ i piedistalli di cemento per l’esposizione degli oggetti. Il legno utilizzato per questo scopo era lo tsuga, un materiale costoso e largamente impiegato nei santuari scintoisti della zona di Kyoto. Questi calchi al negativo sono diventati ulteriori piedistalli e piani di appoggio, a corredo e di forma complementare a quelli di cemento. Così facendo, l’architetto ha ridato un valore estetico a un materiale destinato allo scarto, evocando al contempo l’idea della purezza e della contemplazione, e di rimando la perenne, sacrale ed etica bellezza del suono. ● • 126
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MAKERS
ADAM NATHANIEL FURMAN “Sono stato attratto dai colori brillanti fin dall’infanzia”: comincia così la nostra intervista ad ADAM NATHANIEL FURMAN. Artista e designer eclettico, nonchè direttore di Saturated Spaces, gruppo di ricerca dell’Architectural Association di Londra che indaga il ruolo del colore nel design, nell’architettura e nell’urbanistica txt Raffaella Oliva
S
culture e installazioni urbane, oggetti e complementi d’arredo, decorazione d’interni e collezioni per gallerie d’arte: ad Adam Nathaniel Furman piace spaziare tra tutti questi mondi. Ma se il suo stile è eclettico, c’è un ingrediente che accomuna tutti i suoi lavori: l’uso sfacciato del colore. Sfacciato, sì, perché il designer e artista londinese, classe 1982, non è certo uno che si risparmia: caratterizzati da tinte vivaci, accese e pastello mescolate in un trionfo cromatico di forte impatto, i suoi
progetti si ispirano al suo background multietnico - il padre è argentino, la madre per metà giapponese e per metà israeliana -, e all’ambiente queer in cui è cresciuto. Un inno alla libertà che è anche un messaggio politico espresso con il linguaggio del design e che gli è valso diversi premi, mostre e l’occasione di tenere lezioni e seminari presso realtà prestigiose come la Harvard Graduate School of Design e il Carnegie Museum of Art di Pittsburgh. “Sono stato attratto dai colori brillanti sin dall’infanzia”, dice Furman.
“NON C’È NIENT’ALTRO CHE ABBIA UN IMPATTO VISIVO SULLE PERSONE IN MANIERA COSÌ ISTANTANEA ED EMOZIONALE. I COLORI SONO POTENTI, PERFETTI PER DIFFONDERE VALORI IN MODO IMMEDIATO” Da dove nasce questa fascinazione? Da vari fattori. Da un lato è una questione di gusti, dall’altro ho subìto l’influenza delle personalità vivaci, audaci, sia di mia madre, sia di mia nonna, che ha sempre portato abiti super colorati e scintillanti. Poi c’è stata la scena gay e dei club degli anni Novanta con le sue grafiche sfavillanti. È finita che all’università mi avvicinavo a ogni progetto giocando con i colori, peccato che lì mi abbiano fatto capire che non potevo, che era una cosa da matti. Cos’è per te il colore nel design, un simbolo? Esattamente. Dal 2011 dirigo Saturated Space, gruppo di ricerca all’interno dell’Architectural Association di Londra che si occupa del ruolo del colore come protagonista attivo nel design, nell’architettu• 130
ra e nell’urbanistica. Non c’è nient’altro che abbia un impatto visivo sulle persone in maniera così istantanea ed emozionale. Non è un caso che i colori siano importanti per i movimenti di protesta, nei loghi, nelle bandiere: perché sono potenti, perfetti per diffondere valori in modo immediato. Il tuo stile è anche una risposta al minimalismo che domina da tempo il mondo dell’interior design? Non sono contrario al minimalismo, ma se fino all’inizio degli anni Novanta è stato uno stile di nicchia, chic, sofisticato, per certi ambienti di Parigi, Tokyo, New York e Londra, in seguito è diventato un’ortodossia: tutto ciò che se ne allontana è additato come strano o frutto di una moda passeggera. Quest’idea che esista una nor-
malità e che ciò che se ne distanzia sia eccentrico o superficiale è soffocante. Adoro il minimalismo di John Pawson, ma non può essere quella l’unica via. C’è anche un intento, da parte tua, di reinterpretare la storia dell’architettura con un’estetica che fonde più tradizioni culturali? Amo la storia dell’architettura, studiarla serve a comprendere il contesto in cui viviamo. Ciò detto, nei miei progetti uso i riferimenti storici con un approccio estremamente libero, miscelandoli e intrecciandoli con suggestioni derivanti da storie parallele a quelle che solitamente si studiano, come quella dell’architettura gay o della “failed architecture”. Nelle tue decorazioni si notano spesso linee circolari che evocano i mandala. Anche qui vado nella direzione opposta rispetto al minimalismo. In quest’ultimo l’idea è che liberare lo spazio aiuti la mente ad acquie• 132
“QUEST’IDEA CHE ESISTA UNA NORMALITÀ E CHE CIÒ CHE SE NE DISTANZIA SIA ECCENTRICO O SUPERFICIALE È SOFFOCANTE. ADORO IL MINIMALISMO DI JOHN PAWSON, MA NON PUÒ ESSERE QUELLA L’UNICA VIA”
“NEL MINIMALISMO L’IDEA È CHE LIBERARE LO SPAZIO AIUTI LA MENTE AD ACQUIETARSI, MA CON ME NON FUNZIONA. IN UN AMBIENTE QUASI VUOTO IO VADO FUORI DI TESTA”
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tarsi, ma con me non funziona: in un ambiente quasi vuoto vado fuori di testa. Al contrario, contemplare la complessità mi aiuta a liberare la mente, favorisce la meditazione. Non parlo di psichedelia, semmai è come quando passeggi in città e mentre osservi tutto quello che ti circonda ti rassereni. Allo stesso modo, concentrare lo sguardo su un oggetto molto colorato e complesso può essere rilassante. Qual è il materiale più adatto ai tuoi giochi cromatici? Sono ossessionato dalla ceramica, materiale che mi affascina perché ha una tradizione antichissima e perché ha trovato e trova tuttora applicazioni diverse in differenti culture. Ho disegnato una linea di piastrelle per Botteganove, e ne ho un’altra in uscita, è uno dei progetti su cui sono impegnato assieme a un’installazione per la National Gallery di Melbourne. Nel Regno Unito il settore della ceramica era rilevante, ma purtroppo è praticamente collassato. Spero di
collaborare di più con i marchi italiani, ho notato che preferiscono i vecchi designer, ma manca poco, invecchio pure io (e ride… nda). C’è un essenziale elemento di queerness nel tuo lavoro, ti preoccupa come i media possono trattarlo? Non m’interessa, ma di certo la queerness è un elemento clou nel mio lavoro, tant’è che sto scrivendo un libro sul tema. Ciò che mi impensierisce è che la stampa trasformi questo mio approccio in una questione di moda oppure identitaria, come se io fossi solo quello. Invece è importante, ma non è tutto. Le critiche che ho ricevuto per il mio stile sono le medesime che vengono rivolte a ciò che tradizionalmente si considera queer, ma io adoro quello stile, perché dovrei giustificarmi per questo? Perché c’è gente che lo ritiene queer o effeminato? Non sono tenuto a spiegare ciò che faccio in opposizione a ciò che va per la maggiore. ●
PROJECTS
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SOGNI E CHIMERE ELENA SALMISTRARO DISEGNA HOTEL CHIMERA, ALL’INTERNO DELLO SPAZIO CEDIT
SHOW A MILANO. UN PROGETTO ONIRICO CHE RIPERCORRE LE CORRENTI DEL DESIGN DEL XX SECOLO ATTRAVERSO I TEMI GRAFICI DELL’OMONIMA COLLEZIONE • txt
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Agnese Lonergan
I
llusione, fantasia, sogno, utopia: questo il mix di ingredienti che ha raccontato l’installazione della collezione Chimera prodotta da Florim - realizzata in occasione di Milano Design City, all’interno dello Spazio Cedit in Brera. Uno spazio di fuga e di evasione dalla realtà, frutto di un miscuglio eterogeneo di elementi. “Raccontare con un’istallazione una collezione tanto ampia non è cosa semplice. Cosi è nata l’idea di dare vita all’Ho-
tel Chimera, una sorta di non-luogo, un’entità priva di legami, spoglia di vincoli, e soprattutto capace di riunire più componenti dando vita a un luogo immaginifico dove l’artificio diventa protagonista” ha spiegato Elena Salmistraro, autrice dell’allestimento e della collezione. Concepita come un percorso temporale, l’installazione percorre le correnti del design del XX secolo attraverso i temi grafici
“HOTEL CHIMERA È UNA SORTA DI NON-LUOGO, UN’ENTITÀ PRIVA DI LEGAMI, SPOGLIA DI VINCOLI, E SOPRATTUTTO CAPACE DI RIUNIRE PIÙ COMPONENTI DANDO VITA A UN LUOGO IMMAGINIFICO DOVE L’ARTIFICIO DIVENTA PROTAGONISTA” Elena Salmistraro
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della collezione. Si parte dalla hall, rivestita con lastre Empatia che danno vita a un ambiente dall’immaginario art déco con alternanza del bianco e del nero per scandire moduli e geometrie. Il lato opposto ospita la lounge area che esprime il movimento moderno attraverso le lastre Ritmo, liberamente ispirate al lavoro delle maestre del Bauhaus Gunta Stölzl e Anni Albers. Le due ambientazioni sono separate da una sinuosa curva che separa e compatta, allo stesso tempo, l’intera esposizione. Un secondo livello rivela due quinte rivestite da lastre Radici e Colore. Le prime appaiono come un richiamo alle tendenze animalier del periodo Radical, adattandosi perfettamente come sfondo di una possibile camera da letto, mentre le seconde, espressione della contemporaneità iperdecorativa, potrebbero essere il perfetto rivestimento di un’area ristorante. “Questo hotel dei sogni svela anche la sua facciata grazie a un’illustrazione che racchiude tutti i tratti, i segni, i colori e le ispirazioni della collezione” conclude Elena Salmistraro, che conferma ancora una volta il suo talento di artista e designer dall’ineguagliabile forza comunicativa. ● • 140
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PROJECTS
TRAVEL
NON-STANDARD HOTEL
UN LUOGO NON CONVENZIONALE, CAPACE DI SORPRENDERE GLI OSPITI CON GIOCHI MATERICI, ILLUSIONI OTTICHE E INATTESI ACCOSTAMENTI CROMATICI. UN PROGETTO DI NEFA ARCHITECTS, NEL CUORE DI UN BOSCO, A POCHI KILOMETRI DA MOSCA • txt Raffaella Oliva – ph Ilya Ivanov
“U
n edificio industriale sepolto nel cuore di un bosco”: con queste parole lo studio russo Nefa Architects ha descritto lo spazio in cui si è ritrovato a immaginare il NON-Standard Hotel di Pirogov, vicino a Mosca, nel territorio di un golf club. L’idea iniziale è stata quella di mettere a punto un
albergo dalle caratteristiche uniche, con l’obiettivo di soddisfare le richieste dei proprietari. Richieste piuttosto precise, dettate dalla volontà di trasformare la struttura preesistente in un luogo affascinante, capace di sorprendere gli ospiti con giochi materici, illusioni ottiche, inattesi accostamenti cromatici.
NEFA ARCHITECTS HA OSATO E SPERIMENTATO NUOVE SOLUZIONI ARCHITETTONICHE E UN INEDITO EQUILIBRIO TRA MATERIALI GREZZI, QUALI IL CALCESTRUZZO E IL RAME OSSIDATO, ED ELEMENTI NOBILI COME IL MARMO E IL VETRO FUSO VENEZIANO
Un hotel non convenzionale, come suggerisce il nome, progettato con estro a partire dalla sua suddivisione in due aree, una riservata alla zona notte e una destinata alla vita sociale e all’intrattenimento della clientela. Per rispondere a queste aspettative, i designer di Nefa Architects hanno, dunque, dato sfogo alla fantasia, cercando, sì, di preservare lo spirito industriale in cui andavano ad agire, ma sperimentando nuove soluzioni architettoniche e osando fino a trovare un equilibrio tra materiali grezzi e metallici quali il calcestruzzo e il rame ossidato ed ele• 144
menti nobili e indubbiamente più costosi come il marmo e un bellissimo vetro fuso veneziano. Quest’ultimo, in particolare, è stato utilizzato in modo innovativo sulla base di una suggestione fortuita: “Abbiamo trovato un pezzo di vetro fuso su un tavolo, in un laboratorio dell’Accademia di design e arti applicate moscovita, la Stroganovka, e discutendo sul suo possibile uso ci siamo resi conto che poteva essere sfruttato e lavorato in una maniera nuova”. Nelle aree comuni e nella stupenda piscina del NON-Standard
L’ISPIRAZIONE AGLI ART HOTEL OLANDESI, CON DECORAZIONI MURALI IN BIANCO E NERO DALL’EFFETTO OPTICAL O CON ELEMENTI COLORATI IN STILE POP ART, COME LA PARETE GIALLA CON BOCCHE ALLA ANDY WARHOL
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Hotel il materiale che ha reso celebre in tutto il mondo l’isola di Murano è diventato, così, il protagonista di un ambiente ricco di effetti scenografici ottenuti giocando con le trasparenze, la traiettoria della luce, le sfumature di colore. In seguito a un bando pubblico una società russa, la Nickel Collective, è stata selezionata per aver sviluppato il sistema più funzionale per fissare le lastre di vetro - verdi, gialle, rosse e azzurre e ricoprire le pareti dell’edificio esaltandone l’altezza e creando in esse delle sezioni da cui osservare il paesaggio circostante. Percorrendo questa via si è dato vita a un dialogo tra interno ed esterno, in un albergo ispirato agli art hotel olandesi, dal New York di Rotterdam al Winston di Amsterdam. Ecco, allora, nella parte riservata alle camere da letto, decorazioni murali in bianco e nero optical dall’effetto psichedelico oppure multicolori e in stile Pop Art, vedi la parete gialla con bocche alla Andy Warhol. Vi si aggiungono muri rivestiti con frammenti di container rimodernati, pavimenti e superfici in legno, vasche da bagno che omaggiano tinozze d’altri tempi. A fare da guida, un gusto estetico poliedrico e trasversale, che stimola gli occhi fondendo diverse tendenze dell’interior design, all’insegna di una contaminazione che non annoia. ●
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DETTAGLI EYE-CATCHING EAT
A BUDAPEST, NEL RISTORANTE BUHA|I|REST, IL DESIGNER ROMAN PLYUS HA DISEGNATO AMBIENTI ONIRICI E NON CONVENZIONALI, CON DETTAGLI EYE-CATCHING. COMPLICE IL COLORE, CHE DEL PROGETTO È LA VERA ANIMA • txt Paola Camillo - ph Roman Plyus
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U
n progetto ad alta “instagrammabilità”, che offre vedute non convenzionali, dettagli eye-catching e un’atmosfera piacevolmente onirica. Si potrebbe riassumere cosi il “vibe” del ristorante Buhairest a Budapest, ma non basterebbe. Il progetto, infatti, combina il trend del fatto ad hoc per Instagram con una profonda interpretazione personale di momenti storici del design e dell’arte contemporanea, scavando sentieri estetici più inediti e intensi. Il designer è un giovane nome, Roman Plyus. È di Mosca e ha firmato progetti di interior carichi di personalità e cultura, dalle capitali europee a New York. Nel ristorante di Budapest, situato in un quartiere storico della capitale ungherese, Plyus ha integrato forme organiche con un rigore appena percettibile. Entrando nel locale ci si trova in un mare placido di forme morbide, con applique a oblò che strizzano l’occhio ai tavoli oblunghi, ai soffitti arcuati e all’affascinante camino che assomiglia a un bulbo gigante e sembra uscire da un cartone animato della Disney - di quelli ovattati degli albori - tant’è il fascino che emana. Il pavimento è formato da mattonelle rosso ruggine con motivi a cerchio che creano un decoro maxi polka-dot sulla superficie. C’è un’ironia di fondo in questi spazi ma anche una certa teatralità, complice il colore
LE PLAFONIERE E I MOBILI CURVILINEI ISPIRATI AD ALEXANDER CALDER CONVIVONO CON LE FORME IMPREVEDIBILI DEL CAMINO, IN UN CONTINUO RIMBALZO TRA DESIGN STORICO E FORME PIÙ FRESCHE E DI FANTASIA
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che, di questo progetto, è la vera anima. Ai più trendy color albicocca e terracotta sono state abbinate calde nuance rosso ruggine e rosa gelsomino - frutto di una ricerca cromatica appassionata - che, rafforzandosi tra di loro, rendono l'atmosfera magnetica. Il lavoro di Plyus ha preso le mosse dalla richiesta del committente di creare uno spazio dove il decoro contemporaneo convivesse con una serie di suoi pezzi vintage - tra cui le sedie di Pierre Jeanneret - che ora arredano il locale. Anche per questo le forme del ristorante sono frutto di un rimbalzo continuo tra un design storico e forme più fresche e di fantasia dove, per esempio, le plafoniere e i mobili curvilinei sono ispirati ad Alexander Calder e convivono con le forme imprevedibili del camino. • 154
Lo spazio interno è diviso in due grandi hall: nella prima c'è una piccola caffetteria mentre la seconda, più intima, è dedicata alle cene di piccoli gruppi con prenotazione. Il coffee bar a sua volta è organizzato in aree distinte attraverso sedute che offrono livelli di comfort differenti, che invitano a un pit stop di ricarica durante la giornata oppure a una sosta più lunga. Lo spazio offre anche una propria collezione di arte contemporanea di cui il vero pièce de résistance è la scultura Small Lie dell’artista Kaws, una figura ispirata a Pinocchio, rannicchiata in un angolo misterioso vicino all’entrata, e che subito crea l’occasione per far balzare il locale da una dimensione di esperienza fisica a una digitale. ●
X-WALL
X-Wall, il sifone a parete per docce filo pavimento X-Wall è il nuovo sifone per docce a filo pavimento, completamente ispezionabile, con predisposizione per lo scarico condensa dellâ&#x20AC;&#x2122;impianto di condizionamento, appositamente studiato per evitare il ritorno di cattivi odori. Disponibile con griglia regolabile in acciaio inox lucido o satinato, è perfetto sia per le nuove installazioni che per le ristrutturazioni.
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MAKERS
EL EQUIPO Creativo Celebra quest’anno i dieci anni di sodalizio professionale con i due soci dello studio barcellonese El Equipo Creativo. NATALI CANAS DEL POZO è entrata nel gotha dei progettisti che si sono fatti un nome disegnando spazi gastronomici e per l’hospitality capaci di raccontare storie e di creare atmosfere fuori dall’ordinario txt Francesca Comotti - ph Adrià Goula
I
l premio ricevuto dal World Interiors News Awards come Miglior studio di Interior nell’edizione del 2019 è solo l’ultimo di quasi una cinquantina di riconoscimenti internazionali collezionati in soli dieci anni di sodalizio professionale tra Natali Canas del Pozo, Oliver Franz Schmidt e Lucas Echeveste Lacy, alias El Equipo Creativo. Premio al Miglior Hotel del Mondo con l’Hotel Axe di Madrid, premio al Miglior Ristorante del mondo con Las Chicas, los Chicos y los Maniquís (Madrid), Disfrutar e Pakta (Barcellona), premio al Miglior Bar del Mondo con Blue
Wave Cocktail Bar (Barcellona), oltre alle immancabili nomination annuali al Restaurant & Bar Design Awards. La traiettoria professionale di Natali Canas del Pozo e dei suoi soci si è guadagnata in pochi anni un posto di rilievo tra gli studi di riferimento nel settore hospitality, grazie a un approccio fresco e anticonvenzionale, che piace - e molto - agli addetti ai lavori in cerca di un modello di business fuori dagli schemi, che rifugge da un’estetica tradizionale e che riesce a sorprendere. El Equipo Creativo è composto da tre professionisti che si sono uniti in
occasione della progettazione dello spazio Tickets dei fratelli Ferran e Albert Adrià (insieme ai fratelli Iglesias) a Barcellona e che da allora collezionano un successo dopo l’altro. Qual è il segreto del vostro sodalizio? Come molte cose nella vita, è successo tutto per caso. Abbiamo cominciato a lavorare insieme nel 2010 come team di professionisti a vocazione multidisciplinare formatosi per quell’occasione. Di fatto il nome “El Equipo Creativo” è l’eredità di quel primo progetto. Terminato Tickets abbiamo deciso di continuare a collaborare nella progettazione di spazi per la gastronomia, un settore in piena espansione creativa in cui ci sentiamo perfettamente a nostro agio, perchè possiamo sperimentare più che in ogni altro ambito. Il successo del nostro incontro radica nel rispetto reciproco e nella consapevolezza che ciascuno di noi possiede capacità specifiche, complementari, direi un incastro perfetto. Come affrontate ogni progetto e da dove traete ispirazione per disegnare spazi con una forza immaginativa così proprompente? Tutti e tre veniamo dal mondo dell’architettura, e forse per questo af• 158
frontiamo i progetti da una prospettiva più concettuale e meno “decorativa”. Siamo convinti che gli spazi, esattamente come il cibo, debbano raccontare qualcosa, suscitare sensazioni e comunicare esperienze. Il nostro metodo di lavoro ci impone di affrontare ogni progetto a partire dalle sue specificità, per dare personalità a ogni spazio e renderlo unico. Partiamo sempre con un’importante ricerca di elementi riconducibili al progetto da cui trarre ispirazione: arte, fotografía, cultura, storia, grafica, moda, artigianato, musica, … e questo ci conduce ogni volta verso percorsi e soluzioni sorprendenti, sia per il cliente che per noi stessi. Non avete uno stile proprio, ma nei vostri progetti il denominatore comune sono l’ironia e l’effetto “wow”. Quali sono gli ingredienti che impiegate e che potremmo definire la firma di El Equipo Creativo? Non ci interessa elaborare uno stile in cui identificarci e che ci obblighi a ripetere gli stessi schemi, non rientra nella nostra filosofía. Ogni volta cominciamo da zero. È più impegnativo ma anche più stimolante, ci mantiene attivi. Il risultato finale deve rispondere all’idea originale del
“NON CI INTERESSA ELABORARE UNO STILE IN CUI IDENTIFICARCI E CHE CI OBBLIGHI A RIPETERE GLI STESSI SCHEMI. OGNI VOLTA COMINCIAMO DA ZERO. È PIÙ IMPEGNATIVO MA ANCHE PIÙ STIMOLANTE, CI MANTIENE ATTIVI”
cliente. Non vogliamo che i nostri progetti siano riconosciuti come tali, ciò che deve essere riconoscibile è il brand. I nostri clienti apprezzano il fatto di sentirsi a propio agio e di riconoscere gli ambienti come propri, esattamente come accade con un vestito su misura. Detto ciò, è vero che nei nostri lavori ci sono strategie che si ripetono. Per esempio ci piace lavorare sulla pelle interna degli spazi, dando vita a un elemento protagonista avvolgente, come le tele nel ristorante Pakta o l’onda ceramica della cockteleria Blue Wave. Prestiamo particolare attenzione al soffitto, che trattiamo come uno dei fronti protagonisti del progetto, come per esempio quello riflettente del ristorante One Ocean o quello organico dell’Ikibana. L’effetto sorpresa è garantito dall’impiego di materiali e colori combinati in modo insolito... Ci piace sperimentare con i materiali e cerchiamo di spingerli fino all’estremo delle loro possibilità, che si tratti di corde, fili, tessuti, legno o elementi grafici. Il colore è un altro dei nostri espedienti abituali, talvolta per il suo uso azzardato, come nel ristorante Las Chicas, Los Chicos y Los Maniquies, o per la sua proposta chiaramente monocromatica, come nel bianco mediterraneo della sala del ristorante Disfrutar, oppure nell’azzurro della Tunateca Balfego. Cerchiamo di giocare con i contrasti e di sorprendere, con un punto irriverente, ironico e surrealista, se il progetto ce lo permette. La verità è che tutte queste strategie finiscono
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“PARTIAMO SEMPRE CON UN’IMPORTANTE RICERCA DI ELEMENTI RICONDUCIBILI AL PROGETTO, DA CUI TRARRE ISPIRAZIONE: ARTE, FOTOGRAFIA, GRAFICA, MODA. E QUESTO CI CONDUCE OGNI VOLTA VERSO PERCORSI SORPRENDENTI”
per creare il marchio di El Equipo Creativo, nonostante ogni progetto sia completamente diverso dall’altro. Il concetto di felicità, originalità ed esperienza memorabile segnano fortemente il vostro lavoro. Com’è il processo che porta alla creazione di uno spazio con queste caratteristiche? Fino a oggi il nostro lavoro si è concentrato sull’hospitality e il retail, settori dove ciò che si cerca sono proprio originalità, sorpresa, nuovi concept e molte experience. Questi progetti ci riescono bene perchè ci piace sperimentare. Curiosamente ci sono altri settori che in questo momento stanno
cercando di percorrere questa strada e abbiamo clienti che ci propongono di progettare spazi di lavoro, museali, e perfino residenze, con queste caratteristiche. Per noi si tratta senz’altro di una sfida interessante. Lo spazio che non avete ancora progettato su cui vi piacerebbe misurarvi? Probabilmente la scenografia per un concerto o per un film, visto che sono due mondi da cui traiamo forte ispirazione. L’ultimo progetto realizzato? Abbiamo appena terminato l’Hotel Kimpton Vividora a Barcellona.
“CI PIACE SPERIMENTARE CON I MATERIALI E CERCHIAMO DI SPINGERLI FINO ALL’ESTREMO DELLE LORO POSSIBILITÀ”
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Il design si ispira al carattere gioioso e aperto della città, soprattutto del quartiere Gotico dove sorge. Saranno tre gli spazi aperti alla città: il Bar Got, il Restaurante Fauna e La Terraza de Vivi… ma vi invitiamo a scoprirli. Negli ultimi anni avete fatto il salto nel mercato estero, puoi anticiparci i progetti su cui state lavorando? Ne abbiamo in cantiere diversi. Il più “lontano” in termini geografici è un food-market di 4000 metri quadrati in Corea del Sud, uno spazio gastronomico che ingloba una ventina tra chioschi e ristoranti. Più vicino, ma
non meno ambizioso, un altro food-court a Casablanca. Stranamente è una tipologia molto richiesta ultimamente. Stiamo lavorando anche alla catena di ristoranti Kiiro, in Olanda, dove presto sarà inaugurato il primo. A L’Aia, invece, abbiamo terminato pochi mesi fa il Crazy Pianos Gastro Club, un club musicale dal carattere molto peculiare. Tornando alla Spagna, stiamo lavorando a un complesso residenziale nel centro di San Sebastián, a un boutique hotel a Girona - che sarà un gioiellino -, a degli uffici a Barcellona, e ad altri progetti a Maiorca, Alicante e Malaga. Come vedi, siamo sempre aperti a nuove sfide. ●
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PROJECTS
MAHARISHI TRIBECA SHOP
IL BRAND INGLESE DI STREETWEAR MAHARISHI HA SCELTO LO STUDIO NEWYORKESE ABA DI EMILY ABRUZZO E GERALD BODZIAK PER IL SUO NUOVO STORE A NEW YORK • txt
È
Paola Camillo - ph Naho Kubota e Rafael Gamo
un design naturale e organico quello che anima lo store Maharishi a New Tork, che si fonde abilmente con l’immagine del brand. Il marchio inglese di streetwear ha scelto lo studio newyorkese ABA di Emily Abruzzo e Gerald Bodziak per l’esecuzione degli interni. Al piano terra di un classico edificio di ghisa nel quartiere storico di Tribeca, gli architetti hanno concepito lo store con linee leggere e pulite: tutto l’interior design è
caratterizzato da un sistema minimale di scaffalature cielo-terra adagiate a ogni parete, che trae spunto dagli storici magazzini newyorkesi, tradizionalmente organizzati proprio con il medesimo sistema di armadi a muro a tutt’altezza. La scaffaltura è stata interamente realizzata in multistrato di pino, colorato in una gradazione verde oliva con sottotoni di grigio, un blend studiato fino all’ultimo goccio di colore, che fa vi-
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LA SCAFFALATURA È IN MULTISTRATO DI PINO, COLORATO IN UNA GRADAZIONE VERDE OLIVA CON SOTTOTONI DI GRIGIO. UN BLEND STUDIATO FINO ALL’ULTIMO GOCCIO DI COLORE, CHE FA VIBRARE IL BIANCO DEGLI STUCCHI E I TONI MAUVE DEL PROSPETTO
OGNI NICCHIA DEGLI ESPOSITORI È RICOPERTA DA UN TELO DI COTONE CHE, UNA VOLTA SROTOLATO, TRASFORMA GLI STAND IN PICCOLI DEPOSITI
brare con grande eleganza il bianco degli stucchi originali del soffitto e i toni mauve del prospetto. Il colore scelto, spiegano gli architetti, agisce soprattutto da rimando narrativo al brand e ai suoi prodotti, cioè abiti che usano molta canapa e riutilizzano anche tessuti militari camouflage per creare uno stile ricercato e allo stesso pratico e urbano. La griglia degli armadi a muro crea all’interno del negozio due macro spazi. A metà altezza si distende un mezzanino che crea una sala più intima. L’idea dello spazio doppio è ispirata ancora ai valori del brand, che miscela l’ispirazione all’Oriente con la velocità dei ritmi occidentali, e combina motivi camouflage con un “look Hi-Vis”, ovvero gli indumenti ad alta visibiltà, luminescenti, utilizzati da alcune categorie lavorative. Da Maharishi, dove ogni nicchia ha un telo di cotone che, una volta srotolato, permette di trasformare gli stand per gli abiti in mini depositi, il design è una sottile lezione di come la performance di uno spazio possa nascere dalla semplificazione. Una lezione su quel “less is more” di cui New York è maestra. ● • 168
dal brand all’esperienza
Con la nostra divisione DESIGN & CONTRACT supportiamo le aziende del settore arredamento e finiture nello sviluppo della Marca nei canali distributivi di interesse, creando la migliore connessione con il mondo dell’architettura e della progettazione.
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www.wedolab.it
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PROJECTS
CONCEPT STORE LENOVO SHOP
ALESSANDRO LUCIANI FIRMA SPAZIO LENOVO, PRIMO CONCEPT STORE DEL BRAND IN EUROPA. UN LUOGO DI SCOPERTA E DI INCONTRO, NEL QUALE VIVERE ESPERIENZE IMMERSIVE • txt
È
Agnese Lonergan
la visione di un designer eclettico ad avere dato forma al primo concept store europeo di Lenovo, leader globale nell’innovazione tecnologica, attivo in 180 mercati con 57 mila dipendenti nel mondo. Il nuovo concept store, inaugurato a settembre a Milano, è stato disegnato da Alessandro Luciani, designer italiano, tra i più creativi e visionari, che per Lenovo ha creato un progetto sui generis, in cui tecnologia e natura si fondono e convivono in sinergia
e armonia. Come lui stesso spiega: “Spazio Lenovo non è una semplice vetrina, né uno store tradizionale e io credo profondamente nel ruolo ormai naturale che la tecnologia ha assunto nella nostra vita e a come ci ha aiutato a migliorarla. Per questo ho cercato di trasfondere questi due universi, apparentemente antitetici, per creare un ambiente fluido, elegante, in cui il passaggio tra verde e metallo diventa facile, immediato e funzionale“.
“SPAZIO LENOVO È UN LUOGO SPECIALE, COLORATO, CHE ESPRIME TUTTI I VALORI DEL BRAND. DOVE LEGGERE, LAVORARE, INFORMARSI, SCEGLIERE L’ULTIMA NOVITÀ TECNOLOGICA, O SEMPLICEMENTE FERMARSI PER UNA PAUSA RIGENERANTE AL BISTROT INTERNO ALLO STORE” Alessandro Luciani • 172
LO STORE È UN ECOSISTEMA ESPERIENZIALE, CULTURALE E SOCIALE, DEDICATO ALL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DIGITALE
“Ho voluto ricreare la socialità di una agorà greca e nel contempo creare un filo conduttore, accorciando le distanze tra mondo esterno, en plein air per intenderci, e quello degli interni, chiuso, tipico di uno store tradizionale” prosegue Luciani. “Ho immaginato e contaminato questo spazio funzionale con l’ausilio di tredici colonne di verde verticale, fili luminosi a led, vetri dicroici e grandi videowall, ottimizzando lo spazio in cui anche il passaggio delle persone da una attività all’altra sia facile”. Sono due i piani su cui corre il concept store nel centralissimo edificio all’angolo fra corso Matteotti e via San Pietro all’Orto, con diverse aree pensate per offrire esperienze immersive, in se stessi o nei prodotti, dotato anche di spazi funzionali per il coworking, un auditorium con platea, un bistrot e lo shop. Uno spazio fisico dove i visitatori possono entrare in contatto con la tecnologia e scoprire come l’IT può migliorare la vita delle persone e delle aziende, contribuendo a migliorare la società a partire dai prodotti che utilizziamo nella nostra vita quotidiana. Sono infatti presenti postazioni dedicate a PC, tablet, smartphone e workstation, visori di realtà aumentata e virtuale e un’intera area esperienziale dedicata al mondo data center, oltre a soluzioni di smart home-office. Un vero e proprio luogo di incontro, nel quale aprirsi alla scoperta, al gioco e alla bellezza. ● • 174
STS HOTEL
supervise
connect
speak
risparmio energetico
accesso con smartphone controllo remoto
controllo accessi controllo climatizzazione
tastierini codice variabile
self check in
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automazione alberghiera sts hotel, gestione totale. STS HOTEL è un marchio di proprietà di I.S.I. Srl www.stshotel.it - info@stshotel.it
AT L A S
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PROJECTS
TEATRALE THE Y EAT
LA “BEUTIFICATION” DI MOSCA IN UN RISTORANTE SCENOGRAFICO E TEATRALE. UN PROGETTO DELLO STUDIO NEWYORKESE ASTHETIQUE, CON LA BENEDIZIONE DI WES ANDERSON • txt Paola Camillo • ph Mikhail Loskutov
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e profilature in bronzo che decorano le pareti del locale si tuffano nello spazio tridimensionale sotto forma di grandi lampade a cupola, avvolgenti e solide, mentre i colori pastello, verde menta, rosa cipria, pesca e beige sablè, creano un’atmosfera sognante e sospesa. La natura del The Y è sensuale e materna allo stesso tempo. Il ristorante appena aperto nel quartiere residenziale di Hamovniki a Mosca è nato infatti dall’idea di abbracciare la generazione dei millennial, la Y, nella dualità di figli e di genitori, e raccontare la cultura che li definisce: l’incontro tra l’immaginario ereditato dagli anni ’70 e l’energica proiezione verso il futuro. Per questo il locale si articola in una combinazione di spazi differenti, flessibile a ospitare riunioni di famiglia così come cene intime, e poter es-
sere vissuto da mattina fino a tarda notte. A creare la narrativa inclusive e magica del The Y sono stati Alina Pimkina e Julien Albertini dello studio newyorchese Asthetique. “La ristoratrice, Kira Baybakova, è una donna energica e piena di sorprese. È un’imprenditrice, una mamma e molto altro ancora. È stata lei a sceglierci per dare vita al suo progetto”, racconta Alina, designer russa trasferitasi da pochi anni nella Grande Mela. Il ristorante si distribuisce su due piani: il primo, più informale, solare e luminoso si completa con un café declinato nei colori del verde pastello e del rosa petalo; il secondo, piu sofisticato e elegante, dispiega un mood lunare, acceso da nuance metalliche. “La principale sfida è stata proprio quella di differenziare l’estetica dei due piani pur rimanendo coerenti con l’idea guida.
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IL MONDO CINEMATOGRAFICO DI WES ANDERSON HA ISPIRATO I DUE DESIGNER NELL’USO GIUSTAPPOSTO DI FORME ARCUATE, PARTIZIONI SIMMETRICHE E UNA TAVOLOZZA DI COLORI PASTELLO CHE CREANO UN’ATMOSFERA SOTTILMENTE MISTERIOSA E TEATRALE
Abbiamo creato un’illuminazione più spumeggiante per il primo piano con grandi pendenti in bronzo, e una più drammatica per il secondo con molti spot di luce e una scelta di toni scuri”, spiega Julien. A guidare l’estetica di The Y è stato - metaforicamente - anche il regista Wes Anderson. Il suo mondo cinematografico ha ispirato i due designer nell’uso giustapposto di forme arcuate, partizioni simmetriche e una tavolozza di colori pastello che creano un’atmosfera immersiva, sottilmente misteriosa e teatrale, nella quale la relazione con lo spazio si approfondisice lentamente e diventa affettiva. The Y riflette anche un momento cruciale di Mosca, dove “Blagoustroistvo” in questi ultimi anni è la parola d’ordine: significa lo sforzo di abbellimento e miglioramento delle strutture pubbliche intrapreso dall’amministrazione della città per rigenerarne lo spazio urbano, che dà vita anche nuove avventure di design. ●
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INSIDE
BRAND VERDE VIP NARDI HORO-DIVANIA VL HOME VALSIR FRITSJURGENS SHOW OFF HIGHLIGHTS EDITOR'S PICK
CONTRACT BOOK PER
VERDEVIP
IGOR COMAI MOCCI TITOLARE VERDEVIP
Vivi Immagina Progetta VERDEVIP, IL VERDE AL SERVIZIO DELLA CREATIVITÀ, DAL 1985
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el 1985 nasce l’idea imprenditoriale Verdevip, con la volontà di promuovere il verde artificiale di qualità come complemento d’arredo in tutti i contesti della quotidianità. La capacità di intuire, reinterpretare e anticipare le tendenze permette all’azienda di riconoscere il potenziale delle decorazioni floreali artificiali. Negli anni si aggiungono specializzazioni e nuove idee, fino a costituire un portfolio di prodotti che include dalle piante con tronco naturale ai giardini verticali, oggi venduti su territorio nazionale e internazionale. Produzione e ricerca si sviluppano di pari passo, per offrire prodotti di design e di facile collocazione per centri commer-
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ciali, locali e hotellerie, nonché per la vendita on line di articoli destinati all’uso domestico. Nel 1990 l’azienda inizia a importare e certificare in maniera autonoma la materia prima, ottenendo una qualità sempre più adatta agli standard di una clientela europea e prezzi nettamente più competitivi. È in quel momento che Verdevip decide di rivolgersi non più solo al cliente finale, ma anche ai rivenditori professionisti: nel 1993 apre al mercato estero, dove i prodotti ricevono grande apprezzamento per la cura, i particolari e la qualità dei materiali utilizzati. “Il concetto di Made in Italy per noi è fondamentale - spiega Igor Comai Mocci, titolare dell’azienda - Ci contraddistingue. La costruzione manuale fatta dagli artigiani va a differenziare il nostro articolo da quello di massa. Ci piace che lo staff sia sempre aggiornato e partecipe allo studio e allo sviluppo dei progetti. Abbiamo scelto di puntare su un’ampia gamma
di articoli perché la varietà botanica rende i nostri prodotti unici e al servizio della creatività di ogni cliente. Questo è quello che ogni singolo giorno ci impegniamo a fare.” Tra la fine degli anni Novanta e l’inizio anni Duemila, arrivano le prime commesse dal mondo dell’alta moda, che chiede prodotti versatili e tailor made in grado di assecondare e valorizzare il carattere e l’unicità delle griffe. È anche il momento in cui l’azienda si affaccia al mondo della comunicazione attraverso riviste e fiere di settore internazionali come MyPlant & Garden, Fuori Salone e Macef a Milano, Maison Objet a Parigi, Index a Dubai e molte altre. Verdevip oggi è presente a Panama City e nel Middle Est (Dubai, Doha, Riad, Oman), conta clienti in Inghilterra, Estonia, Lituania e Irlanda. Germania e Austria restano i mercati principali, ma molte commesse arrivano anche da Svizzera e Spagna, qualche apertura anche dalla Russia, con una tipologia di clientela che spazia dal rivenditore al professionista, dall’arredatore al designer. Negli ultimi anni il passaparola tra professionisti ha avuto una grande importanza. In un anno vengono prodotte, com-
mercializzate e spedite più di 2.500 piante artigianali, 15.000 mq di siepe per esterni ed interni, 25.000 mq di erba sintetica, 1.000 mq di giardini verticali artificiali (greenery), 10.000 piccoli e grandi articoli. Il gruppo è giovane e sempre in crescita e anche in questo periodo di difficoltà l’azienda ha scelto di investire sui suoi collaboratori e sul customer care. Ogni persona viene responsabilizzata, stimolata a sviluppare le proprie attitudini e competenze personali e coinvolta a livello globale nello sviluppo dell’azienda. Per il futuro l’azienda ambisce a consolidare la propria presenza sul mercato, attraverso una sempre maggiore internazionalizzazione e l’incremento della varietà dei prodotti e servizi offerti. Dopo 35 anni di attività la conduzione familiare si riflette ancora nel Team Verdevip che risulta compatto, legato oltre che dall’aspetto lavorativo anche sul piano personale. Un’atmosfera e una cura che si respirano immancabilmente negli ambienti in cui queste soluzioni vengono installate contribuendo a costituirne l’unicità. ● www.verdevip.eu
SMART, DINAMICI E INNOVATIVI DI NATURA LA MISSIONE DI VERDEVIP È FORNIRE AI CLIENTI PRODOTTI VERSATILI E NATURALI CON UNO SGUARDO SEMPRE ATTENTO AL RISPETTO DELL’AMBIENTE E ALLA SOSTENIBILITÀ
INSIDE
OUTDOOR DESIGN
MODULAR ECO PARTITION NARDI presenta SIPARIO, un rivoluzionario divisorio per ambienti outdoor interamente realizzato con plastica riciclata • txt Marta Germani
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isegnato da Raffaello Galiotto, Sipario è un nuovo sistema modulare di pareti divisorie per esterno in plastica rigenerata con fioriera. Caratterizzato da un elegante e asimmetrico disegno a rete consente, a seconda del posizionamento dei singoli moduli, la creazione di diverse configurazioni. Infatti, grazie a speciali agganci a scatto è possibile realizzare pareti di diverse forme - lineari, spezzate, curve e chiuse - con altezze che possono superare anche i due metri. Un prodotto innovativo che risponde con efficacia e originalità all’attuale esigenza di suddividere gli spazi di bar, hotel e ristoranti e che, al contempo, permette di vivere in ambientazioni naturali e green, ricche di piante e fiori che rendono privati ed eleganti gli spazi suddivisi. Sipario, inoltre, è stato pensato per il mondo contract, quindi con caratteristiche e soluzioni funzionali specificamente pensate per un uso professionale. A partire dal vaso auto-irrigante, cioè dotato di un serbatoio di otto litri che permette di non doversi occupare quotidianamente delle piante. Ma non solo: Sipario è anche facile da pulire perché privo di spigoli, facilmente montabile e accatastabile senza alcun utilizzo di viti o utensili, e una volta smontato occupa uno spazio molto contenuto.
SIPARIO RISPONDE CON EFFICACIA E ORIGINALITÀ ALL'ATTUALE ESIGENZA DI SUDDIVIDERE GLI SPAZI DI BAR, HOTEL E RISTORANTI
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SIPARIO CONSENTE LA CREAZIONE DI PARETI DI DIVERSE CONFIGURAZIONI E FORME: LINEARI, SPEZZATE, CURVE E CHIUSE
Regeneration by Nardi Sipario è un prodotto interamente realizzato in materiale riciclato e riciclabile e si inserisce nel programma industriale Regeneration di Nardi, che ritira gli arredi outdoor obsoleti per rigenerarne la plastica. Perché lavorare al fine di rendere i processi produttivi sempre più sostenibili è parte integrante della filosofia Nardi, uno stile di vita e un modo per contribuire al problema dell’inquinamento del
pianeta. Il programma Regeneration nasce da un’intuizione, osservando una pratica che l’azienda spontaneamente aveva da sempre messo in atto: riciclare gli scarti di produzione. Il processo prevede il recupero, presso punti di raccolta predefiniti, degli arredi giunti a fine vita, quindi la triturazione, macinazione e omogeneizzazione della plastica obsoleta che viene ridotta in granuli poi reimpiegati per lo stampaggio di nuovi prodotti. Un’attenzione
alla sostenibilità che non si limita alla produzione, ma riguarda anche gli imballaggi. Ad esempio, per Sipario l’imballo di protezione e i relativi sostegni interni sono in cartone riciclato certificato FSC e sono studiati per ridurre al minimo l’impiego di materiale. All’interno, inoltre, tutti i componenti sono protetti con sacchetti di polietilene a bassa densità, materiale riciclabile al 100%. www.nardioutdoor.com
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INSIDE
CONTRACTOR
ALLA FERMATA DEL TRENO VL HOME firma il progetto Borgo Stazione. Una riqualificazione che ha trasformato una antica stazione ferroviaria in un affascinante bike hotel • txt Agnese Lonergan
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uesta è la storia di un viaggio che è in divenire dal 1934 - anno dell’inaugurazione della linea ferroviaria che univa Mantova a Peschiera del Garda - e che racconta la storia di convogli in partenza dalla stazione, allora, e di amanti della bicicletta, oggi, da quegli stessi binari che oggi sono una pista ciclabile. Borgo Stazione, infatti, è un progetto di rinascita, ambizioso e innovativo, che ha riqualificato la vecchia stazione ferroviaria trasformandola in un Bike Hotel. Al contractor VL Home è stata affidata la progettazione degli interni: un percorso che si sonda tra arredamenti, tessuti, texture e tonalità per esaltarne l’anima accogliente e confortevole. Essenzialità trasmessa attraverso linee geometriche pulite e arredi naturali, in una palette di colori che va dal bianco al tortora, per riaffiorare nelle venature del legno con sfumature più calde. Un’amaca in corda riveste per metà la zona di soppalco, un luogo di totale relax, sospeso tra l’arrivo e la partenza di chi ha potuto cogliere l’essenza di questo luogo immerso nella natura. Ma il vero perno di Borgo Stazione è la casa sull’albero che si sviluppa attorno al tronco di un tiglio secolare. Le sue foglie, che si ammirano dalle ampie vetrate e dalla struttura in vetro che circonda l’albero, sono lo spunto creativo per la texture di un tessuto che ne richiama i colori. Ma il vero focus del progetto è la vasca a vista, adagiata ai piedi della finestra da cui si apre il panorama sul Mincio. Un tocco di lusso per i ciclisti più esigenti.
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VL HOME È UN GENERAL CONTRACTOR SPECIALIZZATO NEI SETTORI HOSPITALITY E PRIVATO, COLLEGATI FRA LORO DA VALORI TRASVERSALI: ABITABILITÀ, COMFORT E PERSONALIZZAZIONE. IL VERO CUORE PULSANTE DELLO STUDIO SONO LE PERSONE CHE LO COMPONGONO, PROFESSIONISTI CON ESPERIENZE E FORMAZIONE COMPLEMENTARI: ARCHITETTI, GEOMETRI, INTERIOR DESIGNER E CONSULENTI EDILI. GRAZIE A LORO IL PROGETTO DIVENTA NARRAZIONE DEI VALORI CHE IL BRAND VUOLE TRASMETTERE AI SUOI OSPITI. IN FASE REALIZZATIVA, POI, VL HOME VANTA UNA FORTE SINERGIA DI AZIONE TRA PROGETTISTI E MAESTRANZE CONSOLIDATE, MANTENENDO COSÌ UN CONTROLLO DECISO SU TEMPI DI CONSEGNA E CONTROLLO DEL BUDGET.
INSIDE
X-CENTER 70 • txt Marta Germani
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ggi sempre più persone scelgono una soluzione filo pavimento per la realizzazione dell’ambiente bagno ideale: è un’opzione esteticamente accattivante e in linea con gli attuali trend dell’interior design. Ma presenta alcuni problemi. Per incassare il sifone è necessaria un’altezza di massetto considerevole, che va prevista in fase di progettazione: in caso si desideri invece modificare un’installazione esistente (ad esempio sostituendo una vasca da bagno), oppure si lavori ad una ristrutturazione, questo requisito diventa spesso un ostacolo ineludibile. Inoltre, in una soluzione filo pavimento la pendenza del piatto doccia è cruciale, e va realizzata con estrema precisione e professionalità, pena il
BRAND
VALSIR presenta un nuovo sistema con sifone ribassato per progettare e realizzare con facilità docce a filo pavimento
malfunzionamento dell’intero sistema. Per superare questi limiti Valsir ha realizzato il sistema X-Center 70, costituito da un pannello che integra il sifone ribassato T-58, che necessita di soli 70 mm di spazio, piastrella compresa: il pannello è preformato e sagomato con le pendenze corrette, in modo da guidare la posa delle piastrelle, che sarà dunque facilitata e a prova di errore. Il sifone T-58, inoltre, presenta caratteristiche tecniche di assoluto interesse: • Con soli 58 mm di altezza complessiva, guarnizione compresa, garantisce una portata di 48 l/m, il doppio rispetto ai prodotti tradizionali (la normativa EN 274 prescrive una portata minima di 24 l/m). In questo modo T-58 è perfetto anche per
l’impiego di soffioni doccia ad alta portata. • La resistenza agli odori è eccezionale, con 700 Pa a fronte dei 400 Pa prescritti (in questo caso la normativa è la EN 1253), grazie alla conformazione del sifone che presenta una doppia guardia idraulica. • È completamente ispezionabile: manutenzione e pulizia richiedono poche e semplici operazioni. • Consente di scegliere tra otto differenti griglie in acciaio inox, con finitura lucida o satinata. Naturalmente, il rivestimento doccia lascia completa libertà creativa, rendendo X-Center 70 una soluzione adatta a qualsiasi stile e a ogni contesto architettonico, anche laddove è richiesta la massima accessibilità alla doccia per persone con mobilità ridotta.
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INSIDE
BRAND
CONTAGIATI DALLA PASSIONE In un anno complesso e incerto, Divania continua a brillare di luce propria. E con il brand HORO firma prestigiosi progetti contract, in Italia e nel mondo • txt Vittoria Baleri
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ORO è il nuovo brand con cui Divania, leader nel contract alberghiero e non solo, produce arredi tailor made per progetti di particolare rilevanza tecnica e stilistica. Non più solo imbottiti e complementi tessili, ma forniture complete realizzate in legno, metallo, marmo, vetro e qualsivoglia materiale venga richiesto. E anche nel 2020, un anno difficile e quanto mai incerto, HORO non è rimasta ferma, anzi è cresciuta e si è trasformata al passo con i tempi e con le richieste di un target sempre più mirato ed esigente, firmando le forniture di alcuni tra i più importanti progetti nazionali e internazionali. Progetti tra i quali spicca l’Hotel Britannique di Napoli, un cinque stelle a firma dello Studio Gnosis-Na, dove le alte e laboriose boiserie in legno e i tessuti dai colori naturali dei tendaggi, dei letti e degli imbottiti realizzati su disegno creano ambienti di charme che rimandano ai toni luminosi della città, visibile attraverso le ampie vetrate a doppia altezza. Anche al The Pantheon Iconic Rome Hotel, progettato da Marco Piva, HORO ha prodotto tutti gli arredi e le forniture delle aree comuni e
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IN ALTO, L'HOTEL ET GRAND CAFÈ FAUCHON A PARIGI IN BASSO, GLI INTERNI DELL'HOTEL PALAZZO CANOVA A VENEZIA, UN PROGETTO DELLO STUDIO INTERNATIONAL OPERA DI FIRENZE
dei ristoranti, nonché le camere dal design contemporaneo, caratterizzate da morbide boiserie rivestite in pelle che corrono lungo tutte le pareti. Al Tornabuoni Hotel, progettato da Andrea Auletta, HORO è stata nuovamente protagonista, dando forma ad affascinanti armonie di colori - arancio, pavone, grigio e senape - che conferiscono una nota di personalità unica a ogni camera. Mentre nelle parti comuni del piano terra il cuoio delle sedute evoca atmosfere raffinate con un tocco di natura: l’armonia
dei grigi e dei beige contribuisce al relax e induce al gioco della memoria in un hotel dalla lunga e prestigiosa storia. Ma il portfolio dei progetti ultimati da HORO non si esaurisce certo qui, include infatti anche l’H10 Palazzo Canova a Venezia, i ristoranti Aqua Shard di Londra e Hutong a Miami. E ancora, il ristorante Vyta Covent Garden a Londra firmato da Daniela Colli e, non ultimo, lo straordinario Hotel et Grand Cafè Fauchon a Parigi, un esclusivo cinque stelle in cui tutto è ispirato alla joie de vivre
francese. Al punto che il Fauchon oggi è una vera e propria destinazione, più che un semplice hotel. Progetti e commesse che HORO ha realizzato con competenza, maestria e, soprattutto, con tanta passione: “Il lavoro è la nostra passione ed è con passione, dedizione e professionalità che abbiamo ottenuto grandi risultati e grandi soddisfazioni” - dichiara Sandro Picciolini, CEO e responsabile comunicazione del brand - “Il futuro quindi non potrà che regalarci altre sorprese: oltre ai progetti in cantiere, con consegne a breve e media scadenza, stiamo investendo molte energie in un nuovo e stimolante progetto “interno”, avvalendoci della collaborazione di noti professionisti del settore. Per ora non possiamo svelare altro, ma potremo dare maggiori dettagli già a partire dai primi mesi
del 2021. Stay Tuned! ”.
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IN ALTO, IL TORNABUONI HOTEL DI FIRENZE PROGETTATO DA ANDREA AULETTA A FIANCO, THE PANTHEON ICONIC ROME HOTEL PROGETTATO DA STUDIO MARCO PIVA
INSIDE
TECNOLOGIE
IL MOVIMENTO PERFETTO La cerniera System M + di FRITSJURGENS è il sistema perfetto per controllare le varie fasi di apertura di una porta a bilico • txt Agnese Lonergan
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erché limitare la potenza, quando la si può tradurre in controllo? Che cosa permette a una porta di compiere il “movimento perfetto”? Quali i vantaggi nel movimentare alla perfezione una soluzione a bilico? Sono alcune delle domande che nascono spontanee dai professionisti del
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progetto attenti alle novità e alle innovazioni tecnologiche. La tecnologia FlowMotion, cuore pulsante delle cerniere System M e System M+ di FritsJurgens, è la risposta a tutte queste domande. FlowMotion, infatti, sfrutta l’energia idraulica per trasformarla in una
fluidità di movimento che consente il pieno controllo della porta, sia essa leggera o pesante. Uno speciale freno idraulico di ammortizzazione agisce sul movimento della porta proteggendola, quando spinta in apertura, da impatti o urti contro porte, pareti o eventuali elementi d’arredo adiacenti. Allo
stesso tempo, le conferisce un movimento di chiusura estremamente fluido e delicato, con soft close. Inoltre, agendo sul comando Damper Control si va a regolarne la funzione nel suo complesso: ammortizzazione in chiusura e freno idraulico in apertura vanno sempre di pari passo, pertanto incrementando l’intensità del freno idraulico si va dunque ad aumentare anche quella dell’ammortizzazione in chiusura, e viceversa. Le cerniere System M+ includono, naturalmente, tutte le funzioni della cerniera System M per garantire il controllo totale del movimento di porte pivot fino a 500 kg di peso: funzione Damper Control, tecnologia FlowMotion, posizioni di fermo a 0°, 90° e -90° e perfetta compatibilità con porte apribili in un solo senso o nei due sensi. Questa volta però FritsJurgens è andata oltre: la cerniera pivot regolabile FritsJurgens System M+ è la prima a offrire anche le innovative funzioni Latch Control e 30° Speed Control. La funzione Latch Control provoca all’anta, negli ultimi 10° della rotazione verso la posizione 0°, un’adeguata accelerazione che ne assicura la corretta chiusura. Una funzione, questa, particolarmente utile per le porte a bilico esterne. La funzione 30º Speed Control consente invece di regolare con massima precisione la velocità con cui l’anta compie gli ultimi 30° del proprio movimento di chiusura, consentendo di registrare millimetricamente la chiusura della porta, a prescindere dal peso. Come tutti i sistemi di cerniere pivot FritsJurgens, anche la cerniera pivot con chiudiporta integrato System M + è resa unica dal fatto di non richiedere l’installazione di alcun tipo di elemento strutturale a pavimento o a soffitto. Le cerniere sono completamente integrate a scomparsa nella parte superiore e inferiore dell’anta. Al momento del montaggio, a dover essere installate a pavimento e soffitto saranno soltanto le due piastre d’appoggio. Quindi un sistema virtualmente invisibile che fa sì che l’attenzione dell’osservatore possa focalizzarsi interamente su ciò che più la merita: il design della porta a bilico e ciò che le sta attorno. ● fritsjurgens.com
INSIDE
SHOW OFF
IN PIETRA NATURALE La sinergia tra marmo pregiato e design contemporaneo caratterizza il nuovo divano Infinity di FRANCHI UMBERTO MARMI. La pietra naturale - nobile e antico materiale - è combinata infatti con cuscini imbottiti e realizzati con vari tessuti, dai velluti pregiati alle tele per outdoor. I bench di 2,50 metri di lunghezza possono essere affiancati o posizionati a isola al centro della stanza, per creare soluzioni d’arredo personalizzate e uniche.
VOLUMI ENFATIZZATI Parte della più ampia collezione Wam progettata da Marco Zito per BROSS, Wam Bergère ha linee contemporanee e volumi enfatizzati: la scocca imbottita, dalla forma ergonomica, è infatti completata da un poggiatesta dalle proporzioni inusuali, che avvolge completamente l’ospite. Wam offre la possibilità di combinare differenti tessuti e colori nelle due parti che compongono il guscio di seduta, per creare combinazioni uniche, adatte a qualsiasi stile e ambiente. L’esile struttura in metallo è disponibile in finitura nera o bronzo spazzolato.
MIX DI COLORI Il colore diventa emozione nella serie Boomerang creata da Marco Piva per GATTONI RUBINETTERIA. Dotata di un innovativo sistema che facilita la manutenzione tecnica grazie alla simbiosi perfetta tra “corpo” e “anima” del miscelatore, la linea è dotata di molteplici mix di finiture, tra cui spiccano le versioni bicolor, che ne valorizzano la resa estetica e rendono unico l’ambiente bagno.
GEOMETRIA E COLORE Un design asciutto ed essenziale contraddistingue Leo, la nuova collezione di ADRENALINA. Il contrasto tra la struttura in tubolare metallico e i volumi imbottiti in pelle è la cifra stilistica della linea che gioca sulla relazione tra colore e geometria. I dettagli di aggancio di sedute, schienali e braccioli alla struttura metallica ne caratterizzano la fisionomia elegante ed equilibrata. • 192
DECORI D’AUTUNNO INSTABILELAB continua il suo viaggio attraverso le stagioni proponendo una carta da parati dedicata all’autunno e all’inverno. Le grafiche richiamano atmosfere incantate grazie alle nuance del marrone e del grigio che decorano progetti d’arredo raffinati. Alla creatività della collezione è accostata l’estrema funzionalità. I supporti sono infatti facilmente applicabili, adatti a ridurre i rumori, resistenti all’acqua, ignifughi, lavabili, sanificabili e antibatterici.
COMBINAZIONI MATERICHE Linee grafiche e sapienti combinazioni materiche e cromatiche per Era, lo scrittoio di LIVING DIVANI che arricchisce l’omonima collezione. Il piano impiallacciato in essenza, i fianchi e il frontale del cassetto colorati, la struttura in tubolare d’acciaio grigio canna di fucile e il piedino in ottone a contrasto creano una composizione elegante e armonica.
FREESH OUTDOOR SYSTEM Oggi le pergole, le pergole bioclimatiche e i gazebo SPRECH si arricchiscono di un nuovo sistema di nebulizzazione integrato per garantire un maggiore comfort degli spazi outdoor. Freesh Outdoor System può infatti essere utilizzato per rinfrescare l'ambiente, allontanare zanzare e insetti e anche per sanificare. Il funzionamento è semplice: una pompa pesca l’acqua da un apposito serbatoio che viene trasformata in una nebbia rinfrescante che si diffonde nell’ambiente e ne abbassa la temperatura. Inoltre, inserendo nel serbatoio un repellente naturale, si può ottenere anche un efficace sistema antizanzare. Infine, il sistema può essere utilizzato anche per la sanificazione istantanea dell’ambiente: inserendo nel serbatoio un prodotto sanificante è possibile igienizzare lo spazio outdoor attraverso la nebulizzazione, abbattendo istantaneamente la carica microbica. Freesh Outdoor System è un sistema opzionale disponibile su tutti i prodotti Sprech ed è ideale per spazi outdoor residenziali, commerciali, contract e hospitality.
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P. 82 - RED, FOREVER RED
A fascinating multifunctional centre where red - a symbol of Chinese culture - reigns supreme. This project by WATERFROM DESIGN uses chromatic contrasts to create a dramatic tension and capture the eye
At the foundation of every civilisation lies the act of meeting, and the Fuzhou Vanke Golden Field of International Reception Center is the architectural translation of this concept. For if only through interacting and relating to each other human beings can bring life to communities of different kinds, then why not create buildings and spaces inspired by the idea of dialogue and relationship? This underpins the work of award-winning Waterfrom Design, with studios in Taipei and Shanghai. In 2019, in collaboration with IF Design, it completed Vanke Real Estate Group’s new sales centre in Fuzhou, one of the oldest and most outward-embracing cities in China. It did so by transforming a space distributed on two levels, totalling a surface area of 1,600 square metres, into a sales office with a specially furnished show flat for potential buyers of similar housing modules. And in the spirit of multifunctionality, it also offers the public a cultural centre comprised of a library with reading areas, a gallery and a cafeteria. From outside, attention is captured by a glass facade designed to connect the relaxing atmosphere of the interior with the life swarming by on the street. Once through the entrance, one is struck by the use of metal bookshelves with essential lines that without weighing down the environment form exhibition structures not only for books and volumes, but for sculptures, vases and objects linked to the craft traditions of Fuzhou, famous above all for its painted lacquers. Being a convinced supporter of the need for places that are unstereotypical and open to free interpretation that changes over time, Waterfrom Design’s Director Nic Lee has gone further to include cobblestone-patterned floors, ideally reminiscent of a village square. The combination of books, plants, green corners, sofa-benches, tables and retro-style furnishing accessories with castors creates a sort of living room with several stations for reading, and meetings and gatherings. This living room evokes the winter gardens that are so popular in the East, as well as the Fuzhou custom of meeting to chat or celebrate anniversaries and weddings under the trees. Note the inclusion - in a space dominated by grey and neutral tones - of sections of walls and ceiling in several shades of red, created with silk-effect bamboo
wefts: a solution deliberately centred on this symbolic colour of Chinese culture, in a game of contrasts that helps to create dramatic tension and capture the eye. This is the same philosophy that led Waterfrom’s architects and designers to embellish the entrance hall with a piece of furniture full of vintage magazines in plain sight, and the whole room with memorabilia, antiques, old televisions and typewriters: here the past enters the present and brings it to life, projecting itself into the future.
P. 92 - IN THE FOOTSTEPS OF THE KHMER
The Villa Koh Russey resort of the Alila group is iconic: a project by STUDIOGOTO, where scenic architecture blends into the lush Cambodian landscape without interruption
Integrating architecture into the landscape. That is the objective that guided Singapore studio Studiogoto in designing Alila Villas Koh Russey, an exclusive resort on beautiful Bamboo Island, off the Southwest coast of Cambodia. Here the team led by architect Chioh-Hui Goh have created a scenic complex immersed in nature without interruption, just like the temples of the ancient Khmer empire, a flourishing civilisation at the origin of traditions such as the shadow theatre with its carved leather puppets, now a Unesco World Heritage Site. This has led to the creation of more than sixty pavilion villas and suites merged with the lush surrounding vegetation and arranged on gradually sloping land, so as to guarantee all guests a view of the ocean. From an ecological perspective, the pre-existing topography has not been altered by the architectural intervention, but at the same time Studiogoto wanted to go one step further through a twofold operation: by moving away from the decorative and sculptural overabundance of traditional Cambodian architecture to embrace a modern approach based on the use of clean lines and cubic shapes; and also by celebrating the Khmer tradition by reinterpreting the varied patterns of the krama - a typical Cambodian fabric - from a spatial point of view. The result is a fascinating tourist complex, where inside and outside interact and blend together through the presence not only of large panoramic windows, but also of wooden grille walls, excellent among other things in promoting air circulation. “We wanted the local community to appreciate the resort as a positive reinterpretation of its culture”, says Goh, who has obtained certification for the project from EarthCheck, an Australian-based organisation. It assessed the compatibility of Alila Villa Koh Russey with the territory, as well as carbon dioxide emissions, which are reduced thanks to solar panels, automatic lighting and temperature control systems. In all this, the simplicity of the geometries is the ingredient that allows the eye to concentrate on nature and the intriguing wooden gratings that make up the structure. Wood, in the resorts’ various rooms, is combined with stone, and in the furnishings with hemp fabric and bamboo poufs and accessories with a romantic soul, such as the semi-spherical suspended hammocks arranged in the lobby, inviting one to relax.
P. 100 - AB CONCEPT
“Designing a space is like creating the perfect recipe: it’s a matter of doses, ingredients and taste.” So say Ed Ng and Terence Ngan, who have been at the helm of AB CONCEPT for over twenty years. The award-winning architecture and design studio has offices in Hong Kong, Taipei and Milan
Clients in sixteen countries, projects in over thirty cities around the world, and offices in Hong Kong, Taipei and Milan. These are the dizzying numbers with which AB Concept, the international architecture studio founded in 1999 by Ed Ng and Terence Ngan, presents itself. The collaboration between the two designers is based on a great alchemy and complementarity of skills and attitudes: Ed is an interior designer obsessed with spaces and a deep connoisseur of materials, and Terence is an architect with an all-con• 194
suming attention to detail, naturally inclined towards problem solving. And it is precisely from this background that AB Concept focuses on creating environments of elegant luxury, full of sartorial solutions that make them unique, while referencing the context and tradition of the place to make their creations instinctively familiar and reassuring. From hospitality to highend retail, passing through the residential sector, their adopted approach is similar to that of a chef who, to create the perfect recipe with a balanced mix of flavours, studies the culture of the place in depth, and experiments by mixing the ingredients in different proportions to obtain a balanced and enveloping taste. “We always apply the same pattern of thought to every project, no matter how small or large”, say Ed and Terence. “We strive to create beautiful and functional environments that offer a unique moment to those who visit or live in them. We want the experiences we have lived through to be transformed into memories, and shared, so that other people are encouraged to experience our spaces. We do not follow fashions or pursue a unique style, we simply apply our philosophy. Like a good dish, every project must be well-balanced, but it must also contain a contrasting note that makes it interesting”. That philosophy - and method - can be clearly read as we scroll through their rich and extraordinary portfolio, which never lacks clear references to the culture and genius loci of each project. But is always accompanied with a contemporary touch, capable of transforming history and traditions into spaces and suggestions to be lived in the present. Loaded with references to the history of China, the interior of the Yan Tau Shan accommodation facility combines traditional details with Western suggestions derived from the area’s port past. Through the calibrated intervention of AB Concept, the old Ming period house has returned to life, and been transported into the future while respecting its history. On the outside are the features of the classic courtyard house - grey-tiled roofs, half-timbered verandas and a large courtyard with cypress bonsai trees lying on the water, in homage to the traditional Chinese landscape - while inside, the look is energetic and modern. Sofas with mid-century lines in bright yellow and aqua green are flanked by traditional oversized ceramic plates and glass slabs beautifully engraved with abstract shapes. They evoke the mountains and rivers of Fuzhou, and the sailing boats that once transported the precious teas of the region to the West. The restyling of the Paper Moon Giardino restaurant in Milan’s Quadrilatero della Moda is also based on great respect for the place. The restaurant occupies a nineteenth-century building subject to protection restrictions. Ed and Terence have not changed its spatial layout but, preserving the frescoed ceilings and the rhythmic scansion of the spaces, have created six elegantly decorated rooms with mirrors and upholstered furniture in delicate, relaxing shades of beige, in contrast with the often over-ostentatious glamour of the nearby boutiques in the Quadrilatero della Moda. Also extremely chic is the new Laguna Baycourt in Gamagori, Japan. A hotel suspended between nature and artifice, “characterised by a contrasting colour scheme and wave-shaped elements”, says Ed Ng, “which helped us to re-propose the nearby coastline with our code”. This same cultured and sophisticated code also inspires their retail projects, including the Lalique store in Shanghai. Here the concept revolves around the theme of the forest: from the very beginning the main source of inspiration for Lalique’s glass products. A mysterious, chic forest, with marugamo wood from floor to ceiling, black marble slabs and curved, voluptuous shapes that deliberately echo the sinuousness of the female body. And everywhere the natural glow of precious Lalique glass, arranged on a system of floor-to-ceiling shelves to create a dense forest-like texture, inviting customers to come in, explore the space and discover its details. But probably the most difficult challenge faced by AB Concept was to design their new headquarters in Hong Kong. Being their own client must not have been easy for professionals aiming for perfection, and every choice is so well thought out that the associates can only be satisfied with their new atelier. The adventure of re-location began in identifying the area to move to: Victoria Dockside, a rapidly expanding area and the neighbourhood where Ed Ng was born. “We took this opportunity to radically change the layout of our offices, and present a different concept for a
highly collaborative environment. We thought about how to make workflow and logistics better, for example we no longer have a representative desk. Instead we manage the work by moving between the desks of our team”. Another radical change has been the reduction of the material library, eliminating unnecessary samples to make choosing between the pre-selected options easier and less time-consuming. The offices have thus taken on the welcoming appearance of a panoramic flat overlooking the harbour and skyline, punctuated by studied pieces of design and neo-pop art. It is the ideal setting to find the right inspiration and let new projects and ideas flow.
P.110 - LIGHTS AND SHADOWS
Designed by FORX DESIGN STUDIO, Grillicious Restaurant evokes tropical brutalism through its intersection of concrete-panelled walls and large windows with metal structures, that play suggestively with light and shade
Developed by Bangkok-based ForX Design Studio for Grillicious, a Japanese restaurant serving meat and grilled specialities and located in the centre of Pattaya, one of the liveliest and most popular tourist cities in Thailand, the project is striking for its alternation of empty and full spaces and differing sizes and heights. Nominated for the ArchDaily Building of the Year Awards in 2020, the new restaurant occupies a building evocative of tropical brutalism through the intersection of concrete-panelled walls - very high but narrow in width - and large windows with exposed metal structures, creating suggestive natural light and shade indoors. We are in an area of 650 square metres. Here a tree-lined avenue leads from the street to the entrance, from where the other rooms wind their way. These range from the dining rooms, to the kitchen, to open air spaces furnished with designer benches and picnic tables, revealing a taste for informal elegance. The atmosphere is warm, welcoming, and ideal for both meetings for two and outings with friends, all in an architectural structure broken down by diagonal lines, passageways and cantilevered canopies that generate movement in a constant dialogue between inside and outside. In fact, in the outdoor areas ForX Design has positioned comfortable wooden planked walkways, elements that give life to the corridors and paths. Connecting the different areas of the restaurant, they invite visitors to continuously change perspective. And if outside the protagonists are palm trees, inside Grillicious reinterprets the idea of a veranda in a contemporary key with ornamental plants hanging from the walls, chandeliers with a vaguely industrial feel, wall sofas, and seats of leather and wood, used also for the tables with their built-in barbecues. Worthy of note is the false ceiling intertwined with branches in one of the brick-walled dining rooms, and immediately at the entrance, the original walls built from blocks of charcoal of various diameters stacked behind a steel grill. In the evening hours they light up red, evoking fire and its infinite shades.
P. 122 - CELEBRATING SOUND
In Kyoto is the Bang & Olufsen pop-up store by YUSUKE SEKI. A design cameo, inspired by the mantra of maximum effect with minimum intervention
A clothing shop under demolition in Kyoto has become a temporary space to celebrate sound in a near ritualistic way. Danish brand Bang & Olufsen has chosen Japanese architect Yusuke Seki to recreate the aesthetics of a sacred environment at the service of its products. A pop-up store that has the value of a design cameo, inspired by the mantra of maximum effect with minimum intervention. Almost a gesture, through which the architect has immortalised the pre-demolition state of the interior, using it as an element of a timeless narrative with ethical content. While the project has created a sort of archaeological site of the future, where acoustic instruments portray the idea of permanence and technological reliability, one of the main themes is the reuse of materials while reducing waste. In this case, Seki has found a new purpose for the wooden casts used to create the in situ concrete display pedestals. The wood in question is tsuga, an expensive material widely used in Shinto sanctuaries in the Kyoto area. These casts have become additional pedestals and support tops, complementing the concrete ones. And in doing so, the architect has restored an aesthetic value to a material destined to be discarded, while evoking the idea of purity and contemplation, and of the perennial, sacred, ethical beauty of sound.
P. 117 - UNDERGROUND FITNESS
VSHD DESIGN signs Springs Warehouse Gym, the third fitness concept of the homonymous brand, based in Dubai. In this contemporary space unconventional atmospheres overlap with brutalist aesthetics
Trendy and fashionable projects, enhanced with a sophisticated design that is full of personality. This is the leitmotif guiding many of the most recent projects in Dubai, a training ground for new generations of designers who find in the Emirate a rich humus of opportunities for their experimental creations. The identikit fits in perfectly with Springs Warehouse Gym: the latest creation of VSHD Design architecture studio, which has put its signature on the third incarnation of Warehouse Gym. This homegrown Dubai brand already owns two facilities in the O14 and D3 districts of Dubai, and has received awards for their unmistakable imprint. The latest addition fully embraces the brand’s design-oriented philosophy, and in this case tackles the theme of functional distribution of its large spaces to create underground atmospheres in which the brutalist aesthetic chosen by VSHD Design plays a central role. The essentialism of the materials is matched by an architectural style based on the repetition of modular elements, including exposed concrete columns and beams, interspersed with large moulded concrete surfaces that define the different workout areas. The particular structural mesh is counterpointed by the coffered ceilings, where cavities are illuminated by artificial light that further enhances the atmosphere of the rooms. Here VSHD Design has made use of advanced lighting technology, supported by a grid structure and an elaborate system of multidirectional rails allowing to customise the ambient light. Two different types of spotlights, adjustable in number and intensity according to the quantity and type of light desired, illuminate the equipment and the different training areas. This is a deliberately alternative choice to the classic lighting for unique environments used in this type of structure, which reflects the designers’ attention to creating different moods and atmospheres. Mood is also defined by batteries of Led lights inserted behind a series of eight strategically-positioned circular mirrors, which provide an atmospheric lighting softly reflected by the textures printed on the concrete walls. At the same time, their interplay of reciprocal reflections creates suggestive optical illusions reproducing an effect of unlimited space. The fusion of brutalist design elements, perspective games, and accent lighting replicates the retro atmospheres of a fight club, which happily coexist with luxury touches and state-of-the-art equipment. • 196
P. 128 - ADAM NATHANIEL FURMAN
“I have been attracted to bright colours since childhood”. So begins our interview with ADAM NATHANIEL FURMAN: eclectic artist, designer, and Director of Saturated Space, a research group of London’s Architectural Association, investigating the role of colour in design, architecture and urbanism
Sculptures and urban installations, objects and furnishings, interior decoration and collections for art galleries: Adam Nathaniel Furman’s creations range between all of these worlds. But if his style is eclectic there is one common ingredient: a brazen use of colour. Brazen indeed, because the London-based designer and artist, born in 1982, is certainly not one to hide away: characterised by vivacious, bright, pastel colours mixed in a chromatic triumph of strong impact, his projects are inspired by a multi-ethnic background - his father is Argentinian, his mother half Japanese and half Israeli - and the queer environment in which he grew up. His is both a hymn to freedom and a political message expressed in the language of design. And it has earned him several awards, exhibitions and the opportunity to hold lectures and seminars at prestigious institutions such as the Harvard Graduate School of Design and the Carnegie Museum of Art in Pittsburgh. Where does the fascination for colour come from? From various factors. It’s partly a matter of taste and partly because I have been influenced by the lively, daring personalities of both my mother and grandmother, who always wore super colourful and sparkling clothes. Then there was the gay club scene of the nineties with its glittering graphics. I ended up approaching every project at university playing with colours, which in turn made me realise that in reality I couldn’t, and that it was crazy. What is colour to you in design, a symbol? Exactly. Since 2011 I have directed Saturated Space, a research group within the Architectural Association in London that deals with the role of colour as an active protagonist in design, architecture and urban planning. There is nothing else that has such an instant and emotional visual impact on people. It is no coincidence that colours are important for protest movements, in logos and flags: because they are powerful and perfect for spreading values in an immediate way. Is your style also a response to the minimalism that has long dominated the world of interior design? I’m not against minimalism, but if until the early 1990s it was a niche, chic, sophisticated style in certain circles in Paris, Tokyo, New York and London, it later became an orthodoxy: everything that moves away from it is pointed
out as strange or the result of a passing fashion. This idea that there is normality and that what strays from it is eccentric or superficial is suffocating. I love John Pawson’s minimalism, but that cannot be the only way. Is there also an intention on your part to reinterpret the history of architecture with an aesthetic that blends more cultural traditions? I love the history of architecture, and studying it serves to understand the context in which we live. That said, in my projects I use historical references with an extremely free approach, mixing and interweaving them with suggestions deriving from stories parallel to those we usually study, such as gay architecture or failed architecture. In your decorations one often notices circular lines that evoke mandalas. Here too I go in the opposite direction to minimalism. In the latter the idea is that freeing up space helps the mind to calm down, but it doesn’t work with me: in an almost empty environment I go out of my mind. On the contrary, contemplating complexity helps me to free my mind, favours meditation. I’m not talking about psychedelia. If anything, it’s like when you walk in the city and while you observe everything around you, you feel calm. In the same way, concentrating your gaze on a very colourful and complex object can be relaxing. What is the most suitable material for your colour games? I’m obsessed with ceramics. It’s a material that fascinates me because it has a very ancient tradition and because it has found and still finds different applications in different cultures. I designed a line of tiles for Botteganove, and I have another one coming out: it is one of the projects I am working on, along with an installation, for the National Gallery in Melbourne. In the UK, the ceramics sector was important, but unfortunately it has practically collapsed. I hope to collaborate more with Italian brands. I’ve noticed that they prefer old designers, and it won’t be long now as I’m getting older too. There is an essential element of queerness in your work. Are you worried about how the media could treat it? I don’t care, but certainly queerness is a highlight in my work. And so much so that I am writing a book on the subject. What worries me is that the press turns this approach of mine into a matter of fashion or identity, as if I were just that. It is important, but that’s not all. The criticism I have received for my style is the same as that for what is traditionally considered queer, but I love that style. Why should I justify myself for that? Why are there people who consider it queer or effeminate? I don’t have to explain what I do against what works for the majority.
P. 136 - DREAMS AND CHIMERAS
ELENA SALMISTRARO has designed Hotel Chimera, located within Spazio Cedit in Milan. A dream project that traces the design trends of the 20th century through the graphic themes of the collection
Illusion, fantasy, dream, utopia: this is the mix of ingredients behind the narrative of the Chimera collection installation - produced by Florim - created to coincide with Milano Design City, in Spazio Cedit in Brera. It’s a space for escape and distraction from reality, and the result of a heterogeneous mix of elements. “Narrating such a large collection through an installation is not an easy thing. This is how the idea was born, to give life to Hotel Chimera, a sort of non-place, an entity without ties, free of constraints, and above all capable of bringing together several components to create an imaginative place where the artifice becomes the protagonist”, explains Elena Salmistraro, author of the installation and the collection. Conceived as a temporal path, the installation follows the design currents of the 20th century through the graphic themes of the collection. It starts from the hall, paved with Empatia slabs that give life to an imaginary art deco environment alternating in black and white to pronounce modules and geometries. The opposite side houses the lounge area expressing modern movement through Ritmo tiles, freely inspired by the work of the Bauhaus masters Gunta Stölzl and Anni Albers. The two settings are each defined by a sinuous curve that separates and compacts the entire exhibition at the same time. A second level reveals two wings paved with Radici and Colore slabs. The former appear as a reminder of the animal trends of the Radical period, fitting perfectly as the background of a possible bedroom, while the latter, an expression of contemporary hyper-decoration, could be the perfect covering for a restaurant area.
P. 142 - NON-STANDARD HOTEL
“An industrial building buried in the heart of a forest.” With these words Russian studio NEFA ARCHITECTS describe the space in which they found themselves, imagining the new NON-Standard Hotel in Pirogov, near Moscow
The initial idea was to develop a hotel with unique characteristics, aimed to satisfy the owners’ requests. And rather precise requests too, dictated by the desire to transform the pre-existing structure into a fascinating place, able to surprise guests with material games, optical illusions, and unexpected colour combinations. It is an unconventional hotel, as the name suggests, designed with flair starting from its division into two areas, one reserved for sleeping and one for social life and entertainment. Nefa Architects gave vent to its imagination in trying to preserve the industrial spirit, but experimenting with new architectural solutions and daring to find a balance between raw and metallic materials such as concrete and oxidised copper, and noble and undoubtedly more expensive elements such as marble and beautiful Venetian cast glass. The latter, in particular, was used in an innovative way based on a fortuitous suggestion: “We found a piece of cast glass on a table in a laboratory of the Moscow Academy of Design and Applied Arts, the Stroganovka, and discussing its possible use we realised that it could be exploited and worked upon in a new way”. In the common areas and in the wonderful swimming pool of the NON-Standard Hotel, the material that has made the island of Murano famous all over the world has become the protagonist of an environment rich in scenographic effects, obtained by playing with transparencies, the trajectory of light, and the shades of colour. Along this path, a close dialogue between inside and outside has developed, inspired by the Dutch art hotels like Rotterdam’s New York to Amsterdam’s Winston. In the part reserved for the bedrooms, optical black and white wall decorations with a psychedelic or multicolour Pop Art effect meet a yellow wall with Andy Warhol-style mouths. Added to this are walls lined with fragments of renovated containers, wooden floors and surfaces, and bathtubs that pay homage to those same relics of yesteryear. A multifaceted and transversal aesthetic taste that stimulates the eyes by fusing different interior design trends, in the insignia of a contamination that never bores.
P. 150 - EYE-CATCHING DETAILS
In Budapest, in the Buha|i|rest restaurant, designer ROMA PLYUS has designed dreamlike and unconventional environments with eye-catching details. This thanks to the colour, which is the real soul of the project
A project with high instagramability, offering unconventional views, eye-catching details and a pleasantly dreamlike atmosphere. That could sum up the vibe of the Buhairest restaurant in Budapest, but it wouldn’t be enough. In fact, the project combines the trend for Instagram with a profound personal interpretation of historical moments in design and contemporary art, digging new and intense aesthetic paths. The designer, Roman Plyus, is a young entrant from Moscow and has designed interiors full of personality and culture across European capitals to New York. In the restaurant in Budapest, Plyus has integrated organic forms with a barely perceptible rigour. One enters to find oneself immersed in a placid sea of soft shapes, with porthole appliqués that wink at the oblong tables, arched ceilings and the fascinating fireplace, resembling a giant bulb reminiscent of an old-fashioned muffled Disney cartoon, exuding charm. The floor is of rust red tiles with circle patterns that create a maxi polka-dot decoration on the surface. There is an underlying irony in these spaces, but also a certain theatricality, thanks to the colour which is the real soul of this project. The trendiest apricot and terracotta shades have been combined with warm rust red and jasmine pink nuances - the result of passionate chromatic research - which, strengthening each other, render the atmosphere magnetic. Plyus’s work was inspired by the client’s request to create a space where contemporary decoration coexists with a series of his vintage pieces, including Pierre Jeanneret chairs which now furnish the restaurant. This is another reason why the shapes of the restaurant are the result of a continuous rebound between historical design and fresher, more imaginative forms. For example, the ceiling lamps and curved furniture inspired by Alexander Calder coexist with the unpredictable shapes of the fireplace. The interior space is divided into two large halls: in the first there is a small cafeteria, while the more intimate second is dedicated to dinners for small groups with reservations.
P. 156 - EL EQUIPO CREATIVO
Natali Canas del Pozo celebrates ten years of professional association with the two partners of Barcelona-based studio EL EQUIPO CREATIVO. A studio that has joined the elite of designers by designing gastronomic and hospitality spaces capable of telling stories and creating unusual atmospheres
The award for Best Interior Studio in 2019 from the World Interiors News Awards is just the latest of almost fifty international awards collected in just ten years of professional partnership between Natali Canas del Pozo, Oliver Franz Schmidt and Lucas Echeveste Lacy, aka El Equipo Creativo. The award for Best Hotel in the World for Hotel Axe in Madrid; Best Restaurant in the World for Las Chicas, los Chicos y los Maniquís (Madrid), Disfrutar and Pakta (both in Barcelona); and Best Bar in the World for Blue Wave Cocktail Bar (Barcelona); as well as the unmissable annual nominations at the Restaurant & Bar Design Awards. The professional trajectory of Natali Canas del Pozo and her partners has in just a few years earned a prominent place among the reference studios in the hospitality sector, thanks to a fresh and unconventional approach, which appeals - and very much so - to professionals looking for a business model outside the box, which shuns traditional aesthetics and manages to surprise. El Equipo Creativo is made up of three professionals who joined forces during the design of the Tickets space by brothers Ferran and Albert Adrià (together with the Iglesias brothers) in Barcelona, and who have moved from one success to another ever since. What is the secret of this partnership? Like many things in life, everything happened by chance. We started working together in 2010 as a team of multidisciplinary professionals formed for that occasion. In fact, the name El Equipo Creativo is the legacy of that first project. Once Tickets was finished, we decided to continue to collaborate • 198
in the design of spaces for gastronomy, a sector in full creative expansion, where we feel perfectly at ease because we can experiment more than in any other field. The success of our meeting is rooted in mutual respect and in the awareness that each of us has a specific, complementary capacity. I would say we’re a perfect fit. How do you approach each project and where do you get inspiration to design spaces with such a powerful imaginative force? All three of us come from the world of architecture, and perhaps this is why we approach projects from a more conceptual and less decorative perspective. We are convinced that spaces, just like food, must tell something, arouse feelings and communicate experiences. Our working method requires us to approach each project starting from its specificity, to give personality to each space and make it unique. We always start with an important search for elements that can be traced back to the project, from which to draw inspiration: art, photography, culture, history, graphics, fashion, craftsmanship, music... and this leads us every time towards surprising paths and solutions, both for the client and ourselves. You don’t have a style of your own, but in your projects the common denominator is irony and the “wow” effect. What are the ingredients that you use and that we could define as your signature? We are not interested in developing a style in which to identify ourselves and which obliges us to repeat the same patterns. It is not part of our philosophy. Each time we start from scratch. It is more challenging but also more stimulating. It keeps us active. The final result must respond to the client’s original idea. We do not want our projects to be recognised as such. What must be recognisable is the brand. Our clients appreciate the fact that they feel comfortable and recognise the environment as their own, just as they would do with a bespoke suit. Having said that, it is true that in our work there are strategies that repeat themselves. For example, we like to work on the inner skin of spaces, creating an enveloping protagonist element, such as the canvases in the Pakta restaurant or the ceramic wave of the Blue Wave Cocktail Bar. We pay particular attention to the ceiling, which we treat as one of the protagonists of the project, such as the reflective ceiling in the One Ocean restaurant or the organic ceiling in Ikibana. The surprise effect is guaranteed by the use of unusually combined materials and colourss? We like to experiment with materials and try to push them to the extreme of
their possibilities, be it ropes, threads, fabrics, wood or graphic elements. Colour is another of our usual devices, sometimes for its daring use, as in the restaurant Las Chicas, Los Chicos y Los Maniquies, or for its clearly monochromatic proposal, as in the Mediterranean white of the restaurant Disfrutar, or in the blue of the Tunateca Balfego. We try to play with contrasts and surprise, with an irreverent, ironic and surrealist point, if the project allows us. The truth is that all these strategies end up creating the brand of El Equipo Creativo, even though each project is completely different from the other. The concept of happiness, originality and memorable experience strongly marks your work. How is the process leading to the creation of a space with these characteristics? Until now our work has focused on hospitality and retail: sectors where what we are looking for are originality, surprise, new concepts and many experiences. These projects succeed well because we like to experiment. Curiously enough, there are other sectors that are trying to go down this road at the moment, and we have clients who have proposed that we design work spaces, museums, and even residences with these characteristics. This is certainly an interesting challenge for us. The last project realised? We have just finished the Hotel Kimpton Vividora in Barcelona. The design is inspired by the joyful and open character of the city, especially the Gothic Quarter where it is located. In recent years you have made the leap into the foreign market. Can you tell us about the projects you are working on? We have several in the pipeline. The furthest away in geographical terms is a food-market of 4,000 square metres in South Korea, a gastronomic space that includes about twenty kiosks and restaurants. Closer, but no less ambitious, is another food court in Casablanca. Strangely enough, it’s a very popular typology in high demand. We are also working on the Kiiro restaurant chain in the Netherlands, where the first one will soon open. In The Hague a few months ago we finished the Crazy Pianos Gastro Club: a music club with a very peculiar character. Back in Spain, we are working on a residential complex in the centre of San Sebastián, a boutique hotel in, offices in Barcelona, and other projects in Mallorca, Alicante and Malaga. As you can see, we are always open to new challenges.
P. 164 - MAHARISHI TRIBECA
British streetwear brand Maharishi has chosen New York’s ABA STUDIO, under Emily Abruzzo and Gerald Bodziak, for its new store in the city
A natural and organic design animates the Maharishi Tribeca store, which cleverly blends with the brand’s image. The British streetwear label chose Emily Abruzzo and Gerald Bodziak’s New York studio ABA for the interior design. On the ground floor of a classic cast iron building in the historic Tribeca district, the store has been designed with light, clean lines. The entire interior is notable for its minimal system of floor-to-ceiling shelving on each wall, inspired by New York’s historic warehouses, traditionally organised with the same system of full-height, wall-mounted wardrobes. The shelving is entirely of pine plywood, coloured in olive green with grey undertones, a blend studied down to the last drop of colour, which causes the white of the original stuccoes on the ceiling and the mauve tones of the façade to vibrate with great elegance. The chosen colour, the architects explain, acts above all as a narrative reference to the brand and its products, i.e. clothes that use a lot of hemp and reuse camouflage military fabrics to create a refined, practical and urban style. The grid of built-in wardrobes creates two macro-spaces within the store. Halfway up, a mezzanine floor stretches out to create a more intimate room. The idea of the double space is also inspired by the values of the brand, which mixes inspiration from the East with the speed of Western rhythms, and combines camouflage motifs with a Hi-Vis look. At Maharishi, where every niche of the exhibitors has a cotton cloth which once unrolled transforms the clothes stands into mini-stores, design is a subtle lesson in how a space’s performance can be born of simplification. An example of New York’s mastery of less is more.
P. 170 - LENOVO CONCEPT STORE
ALESSANDRO LUCIANI signs Spazio Lenovo, the brand’s first concept store in Europe. A place of discovery and encounter, to live immersive experiences
It is the vision of an eclectic designer to have shaped the first European concept store by Lenovo, a global leader in technological innovation, active in 180 markets with 57,000 employees worldwide. The new concept store, inaugurated in Milan in September, was designed by Alessandro Luciani, an Italian designer with over 21 awards for his creativity and vision. Luciani has created a truly unique project for Lenovo, where technology and nature come together in synergy and harmony. He explains, “Spazio Lenovo is not a simple shop window, nor a traditional store, and I deeply believe in the now natural role that technology has taken on in our lives, and how it has helped us to improve them. This is why I have tried to transfuse these two apparently antithetical universes, to create a fluid, elegant environment where the transition between green and metal becomes easy, immediate and functional”. “I wanted to recreate the sociality of a Greek agora and at the same time create a common thread, shortening the distances between the external, outside world, and that of the closed interior, typical of a traditional store”, continues Luciani. “I imagined and contaminated this functional space with the help of thirteen columns of vertical greenery, LED light wires, dichroic glass and large video walls, optimising the space in which people can easily move from one activity to another”. The concept store runs on two floors, with different areas designed to offer immersive experiences, either in themselves or in the products. It is also equipped with functional spaces for co-working, an auditorium with stalls, a bistro and the shop. In this physical space visitors can get in touch with technology and discover how IT can improve the lives of people and companies, helping to improve society starting from the products we use in our daily lives
P. 176 - THE Y
The beautification of Moscow in a restaurant with a scenic and theatrical atmosphere. A project by STUDIO ASTHETIQUE, with the blessing of Wes Anderson
The bronze profiles that decorate the walls of the room plunge into three-dimensional space in the form of large enveloping and solid dome lamps, while the pastel colours of mint green, powder pink, peach and sable beige create an atmosphere that is dreamy and suspended. The nature of The Y is sensual and maternal at the same time. The newly opened restaurant in the residential district of Hamovniki, in Moscow, originated from the idea of embracing the millennial generation, the Y, in the duality of children and parents, and describing the culture that defines them: the encounter between the imaginary inherited from the 70s and the energetic projection towards the future. This is why the venue is a combination of different spaces, with the flexibility to host family reunions as well as intimate dinners, which can accommodate from morning until late at night. The inclusive and magical narrative of The Y was created by Alina Pimkina and Julien Albertini of New York’s Asthetique studio. The restaurant is spread over two floors: the first is more informal, sunny and bright, and completed by a café in pastel green and rose petal; the second is more sophisticated and elegant, unfolding a lunar mood lit with metallic nuances. “The main challenge was to differentiate the aesthetics of the two floors while remaining consistent with the guiding idea. We created a more sparkling lighting for the first floor, with large bronze pendants, and a more dramatic one for the second floor with lots of light spots and a choice of dark tones”, explains Julien. The aesthetic of The Y was also led - metaphorically - by director Wes Anderson. His cinematic world inspired the two designers in the juxtaposed use of curved shapes, symmetrical partitions and a palette of pastel colours that create an immersive, subtly mysterious and theatrical atmosphere where the relationship with space slowly deepens and becomes emotional.
EDIT PICK OR’S JOANA VASCONCELOS PER ROCHE BOBOIS Bombom Collection Una collezione di imbottiti ludica, colorata e gourmand, versatile e personalizzabile, ideale per ambienti contract e per lounge giovani e contemporanee. L’artista e scultrice portoghese Joana Vasconcelos ha immaginato per Roche Bobois una nuova linea di divani e accessori attraverso cui ha dato forma alla sua visione del comfort e dell’arredamento: caleidoscopica, gioiosa e decisamente ottimista. Una collezione di divani dalle forme fluide e sinuose che si compongono e si completano a piacere. Le scelte cromatiche rispecchiano l’ottimismo e la creatività di Joana: colori decisi, freschi, aspri o profondi, sempre mixati all’intensità del nero che da un lato li unisce e dall’altro ne esalta il contrasto. Gli schienali, tutti mobili e indipendenti, punteggiano liberamente ogni divano, permettendo a ognuno di progettare il proprio comfort... da seduti o sdraiati. Il rivestimento è in tessuto strech completamente sfoderabile, seduta in multistrato di pino e piedini in faggio massiccio tinto nero. Vari i formati e le possibilità di personalizzazione dei rivestimenti.
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GOLDENWALL 2020
Design APRIL by Giorgia Ricci
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