1 2019
MARCEL WANDERS | ALVISI KIRIMOTO | YABU PUSHELBERG | KARIM RASHID | VUDAFIERI-SAVERINO MASQUESPACIO | NERI & HU | ELENA SALMISTRARO | SNØHETTA | HUMBERT & POYET | BIG BJARKE INGELS GROUP ENGLISH TEXT
Armadio Sept. - Progetto Hub48studio
SUMMARY
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FILOMURO Porta collezione Filomuro, modello Biplan, rivestita con pannelli in laminato ceramico Laminam.
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SUMMARY
1 • OTTOBRE • 2019 12
EDITORIALE
CROSSOVER 14
HIGHLIGHTS
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LO STUDIO DI KARIM RASHID A NEW YORK
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NUOVI SPAZI COWORKING IN CINA
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THE PINK CLOSET BY CRISTINA CELESTINO
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IL McCAFÈ SECONDO PAOLA NAVONE
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DESIGN COLORS BY PORRO
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FITNESS D’AUTORE A DUBAI
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PARISOTTO FORMENTON WORKS
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OITOEMPONTO PER LA MAISON DU CAVIAR
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SHOWROOM MINOTTI SHENZEN
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NANDA VIGO LIGHT PROJECT
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TECNO OIL CORP
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AT HOME AL MAXXI ROMA
C O N T R AC T AT L A S 50
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PROJECTS • AD ALTA QUOTA
Nuovo headquarter a Chicago by Alvisi Kirimoto
PROJECTS • BELGIAN ATTITUDE
Gli store Delvaux secondo Vudafieri-Saverino
SUMMARY
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PROJECTS • PINK PIZZA
Child Studio reinterpreta i Formica Caffs
MAKERS • YABU PUSHELBERG PROJECTS • IN&OUT
Nuovo hub commerciale by Neri&Hu
PROJECTS • CITY OF SKY
WJ Design integra natura, architettura e design
PROJECTS • INDUSTRIAL HERITAGE
Alila Resort by Vector Architects
MAKERS • MASQUESPACIO PROJECTS • REDEFINE LINKEDIN
Innovativi workplace per nomadi digitali
PROJECTS • UNDERWATER
Il ristorante che “scivola” sui fondali del mare
PROJECTS • LIGHT HOUSE
Calvi Brambilla per Barovier&Toso
PROJECTS • FANCY FLIGHT
La rinascita del TWA Terminal progettato da Saarinen
MAKERS • HUMBERT & POYET PROJECTS • LA DOLCE VITA
Lion, un ristorante eclettico disegnato da Daniela Colli
PROJECTS • BUSINESS & LEISURE
Mantab Workplace, ultima creazione di S LAB10
PROJECTS • UNBOXING NEW YORK
Il residenziale “social” di Studio ODA a Brooklyn
MAKERS • MAURIZIO LAI PROJECTS • OASI VERTICALE
Marcel Wanders: lusso e natura a Panama City
EIKON EXÉ Materia e Forma Materiali naturali e pregiati donano un inconfondibile effetto materico, definendo l’identità e la personalità di ogni finitura. Forme pure ed essenziali sottolineano l’estetica di Eikon Exé, con la certezza del made in Italy e una garanzia di ben 3 anni.
SUMMARY
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PROJECTS • CIVIC LANDMARK
La torre residenziale di Richard Meier a Taipei
PROJECTS • URBAN LIVING
Elena Salmistraro per Vitra Collection
MAKERS • LAURA GONZALEZ PROJECTS • OPEN LAYOUT
Rapt Studio progetta la nuova sede di Jerde
PROJECTS • NUOVO NOMA 2.0
BIG riprogetta il celebre Noma di Renè Redzepi
PROJECTS • LA NUOVA ERA DEL MICROLIVING
A Milano trionfa il residenziale “small unit”
INSIDE 216
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THINK TANK • HUMAN DESIGN
Il progetto TUNED di Lomabardini22
MADE FOR CONTRACT • SKEENS, WOOD PASSION
Tabu riveste le pareti con un sottilissimo “tessuto ligneo”
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MAKING OF • FANTONI
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MAKING OF • SECCO SISTEMI
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MAKING OF • VIMAR
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SHOW OFF • HI TECH DESIGN
LG Signature protagonista all’IFA di Berlino
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SHOW OFF • HIGHLIGHTS
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ENGLISH TXT
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EDITOR'S PICK
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DIRETTORE Antonia Zanardini zanardini@contractnetwork.it EDITORS-AT-LARGE Maura Corbetta Lorenzo Noè COMITATO SCIENTIFICO Gianpietro Sacchi (POLI.Design Milano) Francesco Scullica (Politecnico di Milano) CAPOREDATTORE Roberto Negri negri@contractnetwork.it CAPOSERVIZIO DESIGN E TENDENZE Alessia Delisi
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ASSISTENTE DI DIREZIONE Roberta Bonanno direzione@contractnetwork.it CORRISPONDENTI Paola Camillo (New York) Paola Vallatta (Parigi) COLLABORATORI Vittoria Baleri, Tullio Castiglioni, Alessia Cipolla, Marta Germani, Agnese Lonergan, Emma Sarzi Sartori, Clelia Torelli, Tita Vannucci, Beatrice Vegetti, Laura Verdi ART DIRECTOR • Lisa Fumagalli
REAL ESTATE SVILUPPATORI CONTRACTOR ITALIA ED ESTERO
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PROGETTO GRAFICO • Wrooom Design Lovers • wrooom.it WEB DEVELOPER • Nicholas Rasi EDITORE Contract Network srl via Washington 79 20146 Milano Advertising advertising@contractnetwork.it Amministrazione amministrazione@contractnetwork.it Abbonamenti Costo singola copia euro 10 - Abbonamento annuo (4 numeri) euro 30 abbonamenti@contractnetwork.it Iscrizione al ROC n. 33412 Registrazione Tribunale Milano del 19/09/2019 Pubblicità non eccedente il 45% Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’Editore Stampa LRC Printing srl Bastiglia - Mo
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CONTRACT BOOK Eccoci qui, con una nuova rivista - CONTRACT BOOK - dedicata al design di interni e al settore della progettazione contract negli ambiti Retail, Office, Residenziale, Hospitality, Food e Yachting. Un magazine che, con una visione internazionale, si rivolge al mondo del progetto - in primis architetti e interior designer - e della produzione, affrontando in ogni numero le tendenze e i temi di più stretta attualità nel settore delle commesse bespoke e chiavi in mano, con un’impronta dinamica e una lettura contemporanea dei suoi linguaggi, presentati attraverso prestigiose realizzazioni, analisi di mercato, news e crossover, approfondimenti teorici, tendenze e interviste a progettisti, designer, aziende e in uencer. Un mondo variegato e in continua espansione nazionale e internazionale, dalle molte sfaccettature. Un ecosistema complesso, di relazioni fra spazi e oggetti, fra progettisti, contractor, produttori, developer e utilizzatori, che CONTRACT BOOK cercherà sempre di raccontare con attenzione e sensibilità ai valori estetici, funzionali ed emozionali di ogni progetto. Buona lettura! Antonia Zanardini
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CORNICI - CORNICI DA PARETE - BATTISCOPA - CORNICI PER ILLUMINAZIONE - ELEMENTI DECORATIVI
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CROSSOVER
STRØM SPA NORDIQUE Situata sulle sponde del fiume Saint Laurent, Størm Spa Nordique di Vieux Quebec è finalista di The International Hotel & Property Awards, il riconoscimento che celebra i progetti più interessanti nei settori dell’immobiliare e dell’architettura a livello internazionale. Gli architetti dello studio Lemay Michaud sono riusciti a integrare materiali ed elementi stilistici che ricordano il vecchio porto del bacino Brown, mentre i colori si ispirano ai paesaggi invernali e al grigio del fiume. Il carattere minimalista della struttura lascia spazio alla vista sul landscape e i materiali - vetro, pietra, acciaio - evocano le navi cargo di un tempo e il passato marittimo della vecchia capitale.
IRONICO E POP Divertente e caleidoscopico: è il Torno Subito, la nuova avventura culinaria di Massimo Bottura nell’esclusivo W Dubai The Palm progettato da Jean Nouvel per il gruppo Marriott. Il progetto, firmato dallo studio Bishop Design, mette in scena un immaginario eclettico che ricorda la Romagna e i film di Federico Fellini. Colori pastello affiancati da tonalità più audaci, pavimenti optical, insegne al neon e arredi di design strizzano l’occhio al vintage anni Sessanta. E ancora: sedie di plastica intrecciata, punti luce simili a palloni da spiaggia, colorate cabine in legno e mosconi a remi danno vita a un luogo informale in cui dimenticare le rigide regole del fine dining. • 14
YOVANOVITCH PER VILLA NOAILLES Pierre Yovanovitch firma la nuova boutique di Villa Noailles, tra i primi esempi di Modernismo in Francia, oggi spazio museale e centro d’arte polivalente. Architettura rigorosa, mobili geometrici e una palette dominata da rosa, terracotta e blu Klein: l’interior dello store è sorprendente e scenografico, scandito da una successione di archi e prospettive che vengono esaltati da cromie dense e vibranti.
NUOVO HEADQUARTER DMAIL Contraddistinti dal colore giallo, i negozi Dmail stanno conquistando lo stivale con 27 negozi monomarca in 18 città. Complice di questo successo lo studio Migliore+Servetto Architects, che da tre anni segue il rilancio del brand, dall’ideazione del nuovo logo al concept e all’art direction dei singoli store. Dello studio anche il concept del nuovo headquarter a Pontassieve: un progetto di interior design che abbraccia uno spazio di 1200 mq, distribuito su due piani, che comprende anche una zona dehors. Il percorso di avvicinamento viene scandito anche dalla grafica che caratterizza il muretto all’ingresso con l’elemento circolare, il bollo, a richiamare lo sviluppo della grafica ambientale dei nuovi store.
LONDON DESIGN FESTIVAL Alpi e Martino Gamper di nuovo insieme in occasione del London Design Festival. L’azienda, leader nella produzione di superfici decorative in legno composto, ha contribuito infatti alla realizzazione dell’esclusiva installazione site-specific “Disco Carbonara” progettata da Gamper a King’s Cross e concepita come una giocosa porta di accesso temporanea al nuovo polo Coal Drops Yard. Per il progetto, il designer ha espressamente scelto materiale ligneo di recupero non più impiegabile nella produzione. Un interessante processo di decostruzione e ri-contestualizzazione dell’esistente, con l’obiettivo di restituire nuova vita e valore a un materiale “dimenticato” ed esplorarne nuove potenzialità.
CROSSOVER
THE DIXON BY LEMA Il nuovo The Dixon a Londra deve il suo nome a John Dixon Butler, architetto che nel 1905 progettò l’edificio edoardiano, originariamente sede del Tribunale dei Magistrati di Tower Bridge. Lo stabile, classificato come monumento storico, è stato oggetto di un restauro che ne ha salvaguardato l’identità, a partire dalle grandi finestre e dalla facciata rimasta intatta. La ristrutturazione è stata guidata da Consarc Design Group mentre Rani Ahluwalia, direttore creativo di M Studio London, e Twenty2Degrees hanno dato vita a un raffinato progetto di interni capace di unire elementi classici e moderni. La divisione contract di Lema ha firmato tutti gli arredi su misura delle camere e delle dieci suite.
ZONA INDUSTRIALE HOLMEN Per conto dell’armatore Holmøy Maritime, Snøhetta ha progettato Holmen Industrial Area, una struttura di pesca di 6.000 mq situata sul lato orientale di Sortlandssundet, nella Norvegia settentrionale. Il complesso è organizzato in quattro edifici che ospitano le strutture di stoccaggio e lavorazione del pesce oltre a una guest house dedicata al riposo dei dipendenti. A caratterizzare il complesso è l’uso del colore: rosso, arancione, giallo e verde esaltano il contrasto con il paesaggio nordico e con le sue mutevoli condizioni di luce. Negli interni, grandi spazi open space e ampie finestre accolgono la luce naturale, mentre legni di frassino e betulla rivestono arredi e superfici creando un’atmosfera calda e accogliente.
STANDARD LONDON Inaugurato Standard London, design hotel che sorge all’interno di un edificio brutalista degli Anni 70, oggi ridefinito con interni dai colori intensi progettati da Shawn Hausman per contrastare il grigiore londinese. Sofisticate le camere decorate con moquette blu cobalto e sedute in un intenso color prugna. Sorprendenti gli armadi di un rosso brillante rifiniti con maniglie semicircolari e cornici incurvate che richiamano la forma arrotondata delle finestre in facciata. In stile vintage l’originale reception decorata con ceramiche dell’artista Lubna Chowdhary.
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CROSSOVER
LO STUDIO DI KARIM • txt Marta Germani • ph Stanislas Liban
Non poteva che essere coloratissimo, dinamico e frizzante: benvenuti nello studio newyorkese di KARIM RASHID
K
arim Rashid, grande nemico di uffici piccoli e bui, anche per il suo studio a New York ha fatto ampio uso di estro, fantasia e positività, dando vita a un grande ambiente colorato e frizzante, dove ogni giorno un team di giovani creativi mette a servizio del design tutto il proprio talento. Perché Rashid, che crede fermamente nel potere benefico della bellezza sulla vita delle persone, ha voluto rendere i suoi uffici confortevoli e ispiranti come se fossero una casa, cioè il luogo in cui ci si sente a proprio agio più che in ogni altro. E per suggerire un senso di libertà, condivisione e allo stesso tempo privacy, il designer ha prima disegnato e poi scelto la collezione Hook di Newform Ufficio, vincitrice dell’Award Recipient C77DA, The Best of Design. Una linea che colpisce per la leggerezza delle linee, le possibilità di personalizzazione e i colori freschi e contemporanei. Pop art work “Lo spazio di un ufficio dovrebbe essere confortevole e dare ispirazione come casa propria, solo con meno distrazioni. Un ufficio dovrebbe dare senso di libertà, personalizzazione e condivisione allo stesso tempo. Tocchi di colore, pop art work e semplici divisioni possono creare un ambiente privato in linea con lo spazio in cui ci si trova. Le stanze piccole sono obsolete. Nessuno vuole stare in una gabbia, confinato in 4 mq, con foto tristi appese alle pareti di un muro marroncino. Io credo che
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“UN UFFICIO DOVREBBE DARE SENSO DI LIBERTÀ, PERSONALIZZAZIONE E CONDIVISIONE. TOCCHI DI COLORE, POP ART WORK E SEMPLICI DIVISIONI POSSONO CREARE UN AMBIENTE PRIVATO IN LINEA CON LO SPAZIO IN CUI CI SI TROVA” spazi fluidi, puliti e luminosi promuovano una vita lavorativa attiva e che a sua volta un ufficio di questo genere porti a lavorare meglio e con più grinta. La mia collezione per Newform Ufficio incarna questo spirito”. Così Karim Rashid racconta Hook, una collezione di scrivanie che possono essere usate singolarmente o in gruppi, con sistemi di schermatura traslucida e pannelli laterali che consentono di isolarsi e concentrarsi. Massima la libertà di movimento sul piano di lavoro: un secondo livello offre un comodo appoggio per documenti e nasconde il cablaggio dei cavi, mentre l’illuminazione è assolta da lampade led che sovrastano ad arco l’intera lunghezza delle scrivanie, emanando anche luce d’ambiente. ●
CROSSOVER
DAVID LOPEZ QUINCOCES Prosegue la collaborazione tra LIVING DIVANI e il giovane e talentuoso designer spagnolo. Che firma GREEN e SAILOR, due proposte dal mood rilassato ma impeccabile • txt Agnese Lonergan
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agli anni Duemila, a seguito dell’arrivo di Carola Bestetti, seconda generazione in azienda, e del coinvolgimento di numerosi giovani talenti, Living Divani dà vita a una collezione senza limiti tipologici, geografici e di gusto, con punti di vista sempre diversi ma con la stessa eleganza. Tra le nuove collaborazioni, alcune ritornano negli anni, in primis quella con David Lopez Quincoces, architetto e designer spagnolo che ha saputo affermarsi tra l’avanguardia dei giovani progettisti e che nel 2019 firma due nuove proposte. Suo, infatti, il design di Green, poltrona e divano rialzati su un sottile piedino, dove la scocca esterna, strutturata ma morbida, accoglie ampie cuscinature. Curve appena accennate per una collezione dal mood rilassato e disinvolto, ma dove tutto è come al solito impeccabile. Linee pulite e semplici che si intersecano per equilibrare l’impatto visivo dell’insieme contraddistinguono anche la nuova libreria terra-soffitto e a parete Sailor, ispirata al mondo della nautica. Il passo arioso dei montanti verticali a sezione esagonale contrasta con il ritmo più̀ fitto delle mensole affusolate, create accostando essenze o laccature in un raffinato gioco di chiaro-scuri e di ebanisteria. ●
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carlhansen.com
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WISHBONE CHAIR HANS J. WEGNER | 1950
L’iconica sedia Wishbone Chair CH24 disegnata da Hans J. Wegner nel 1950 sintetizza l’essenza intramontabile del “modern design” danese ed è perfetta per chiunque voglia creare, oppure ampliare, la propria collezione di arredi contemporanei ma al tempo stesso classici senza tempo. Prodotta esclusivamente con materiali naturali e di elevata qualità, questa sedia è l’esempio ottimale della tradizione ebanista che contraddistingue Carl Hansen & Søn sin dal 1908. “Every piece came with a story” esplora l’universo della CH24 su carlhansen.com
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CROSSOVER
DAL REVAMPING AL COWORKING Da più di quattro anni lo studio ANYSCALE progetta e realizza spazi di coworking per Soho 3Q. Un’estesa operazione di riconversione funzionale basata sull'uso creativo del colore e sulla massima standardizzazione di layout e componenti • txt Marta Germani • ph Jerry Yin, Xia Zhi, CreatAR, Soho China
C
osa lega real estate development, cambiamento dei modelli di consumo e riqualificazione e ridestinazione immobiliare? In Cina la risposta l’hanno trovata l’office developer Soho China Group e la società di architettura e interior design anySCALE con il progetto Soho 3Q, un’iniziativa che ha come obiettivo la riconversione di immobili destinati a uffici e grande distribuzione in spazi di coworking. Un piano concepito nel 2014, che nel tempo ha portato alla creazione di ben 25 centri sparsi in tutta la Cina per un totale di quasi 120 mila metri quadrati e oltre 18 mila postazioni di lavoro. Gli edifici interessati, caratterizzati da layout distributivi eterogenei e diverse destinazioni d’uso, hanno rappresentato una sfida
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impegnativa per i progettisti di anySCALE, che hanno concepito una serie di soluzioni originali e accattivanti sia per gli spazi office privati sia per gli spazi destinati al coworking. Vincoli come la presenza di controsoffitti, lobby comuni, un elevato numero di corpi scala e vani ascensore e un impianto distributivo fittamente frammentato hanno portato alla scelta di ricavare la maggiore quantità possibile di superfici aperte tramite l’abbattimento delle partizioni interne. Ugualmente sfidante è stata la richiesta di riutilizzare anche gli spazi ipogei originariamente destinati a parcheggio o deposito. Fil rouge di tutti i progetti di interior è l'uso creativo del colore, con una palette che privilegia l’utilizzo del bianco come colore di base abbinato a materiali come legno e cemento, e al quale si affiancano tonalità calde come arancione, giallo e rosso e, in alcuni ambienti, cromie più fresche come verde, rosa e azzurro. Protagonista del progetto illuminotecnico, che vede sempre al centro la luce naturale grazie al mantenimento ove possibile dei soffitti a tutta altezza, è un mix di corpi illuminanti di tipo industriale e fonti di luce calda, simili a quelle degli ambienti domestici. L’importante entità degli interventi ha influito anche sui processi della progettazione che, per tenere il passo con tempistiche ristrette, ha fatto ampio ricorso alla standardizzazione di alcuni elementi di interior design, dagli arredi ai materiali fino al layout delle lounge e delle sale riunioni. A questo scopo sono state create vere e proprie librerie di componenti utilizzabili in tutti i successivi progetti con i debiti adattamenti. ●
LA PALETTE DI COLORI UTILIZZATA DA ANYSCALE PRIVILEGIA L’UTILIZZO DEL BIANCO COME COLORE DI BASE, CUI SI AFFIANCANO LE TONALITÀ CALDE DELL’ARANCIONE, DEL GIALLO E DEL ROSSO E, IN ALCUNI AMBIENTI, QUELLE PIÙ FRESCHE DEL VERDE, DEL ROSA E DELL’AZZURRO
CROSSOVER
NELLA CORNICE COLOR ROSA POLVEROSO CHE CARATTERIZZA LE PARETI E GLI ALTI SOFFITTI CON VOLTA A CROCIERA, SPICCA A PAVIMENTO UN INTARSIO DI MARMI POLICROMI CHE RICREA IL DEGRADARE DEI FONDALI
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he Pink Closet è situata a pochi metri dall’ingresso dell’hotel e vi si accede da una vetrina affacciata su strada. Oltrepassata la soglia, la percezione è quella di trovarsi in un grotto contemporaneo, con ombre marine che sfumano in profondità. Nella cornice color rosa polveroso che caratterizza le pareti e gli alti soffitti con volta a crociera, spicca a pavimento un intarsio di marmi policromi che ricrea il degradare dei fondali: dai toni del verde acquamarina, passando dal verde liberty fino al rosa egeo. Mariella Avino, managing director di Palazzo Avino, ha scelto Cristina Celestino per firmare il progetto: “Immaginavo un luogo intimo e femminile dall’atmosfera delicata, una ‘stanza delle meraviglie’ per contenere capi e accessori frutto di un’attenta ricerca e Cristina ha dato vita a questo sogno con la poesia e l’eleganza che la contraddistinguono”. Celestino per il progetto ha scelto il rosa, iconico colore del Palazzo, e il verde del mare nelle sue gradazioni, seguendo una cifra stilistica ad hoc per stabilire un dialogo con l’edificio e l’ambiente circostante. Uno scenario raccolto e sofisticato in bilico tra terra e mare, dove la natura è stata trasposta in geometrie regolari. ●
THE PINK CLOSET Nella magica atmosfera di PALAZZO AVINO, storica dimora arroccata sulla scogliera di Ravello, nasce The Pink Closet, la nuova boutique disegnata da CRISTINA CELESTINO • txt Vittoria Baleri • 24
with water
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CROSSOVER
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McCAFÈ A PARIGI Il McCafè della Gare d’Austerlitz progettato da PAOLA NAVONE è uno spazio singolare e non ripetitivo, colorato con tinte acquatiche e toni accesi. Dove ogni dettaglio è pensato per creare un ambiente caloroso e pop • txt Paola Vallatta • ph Sylvie Becquet
"Q
uesta scatola bianca, luminosa, il cui spazio è definito grazie a tonalità che vanno dal bianco al grigio, a tinte acquatiche e a consistenze differenti declinate in modo non ripetitivo, traducono bene la mia volontà di riprodurre un ambiente casalingo in cui tutte le stanze sono singolari e sono arredate con mobili colorati per stimolare il buon umore", spiega Paola Navone, chiamata da McDonald’s per studiare dei McCafé diversi da tutti gli altri. Quello parigino della Gare d’Austerlitz si è vestito a nuovo all’inizio dell’anno, dopo che già avevano cambiato volto altri sei McDo francesi. "Ogni dettaglio", continua Navone, "è pensato per creare un ambiente caloroso. Le sedie diverse tra loro, per esempio, permettono a ognuno di scegliere quella che preferisce, come farebbe a casa propria". Ce ne sono infatti di alte, di basse, di più o meno larghe e più o meno avvolgenti, in almeno cinque tipologie differenti a firma di Cappellini, Chaises Nicolle e Gervasoni. I piani dei tavoli - di Abet Laminati - sono decorati come tappeti, mentre i muri sono a grossi pois grigi o con enormi finte pennellate di colori marini che sembrano imitare gli acquarelli. I colori sono tenui - come le sfumature già citate dal bianco al grigio - o accesissimi: turchese, verde acqua, pavone, azzurro intenso, arancione. "Ci sono voluti tre anni di lavoro per rendere concrete le piste cui avevo pensato" conclude la designer. "E la sfida maggiore è stata concepire il matrimonio tra un’estetica imperfetta, quasi artigianale, con la richiesta di performance tecnica". ●
I COLORI SONO TENUI, CON SFUMATURE DAL BIANCO AL GRIGIO, O ACCESISSIMI: TURCHESE, VERDE ACQUA, PAVONE, AZZURRO INTENSO E ARANCIONE
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CARTA DA ZUCCHERO
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legante e sofisticato, ma anche romantico e rilassante, il carta da zucchero è uno dei colori più cari all’interior design. Una tinta perfetta per ambienti dal sapore vintage che Porro declina su tre nuove proposte. La prima è la poltroncina lounge Lullaby, disegnata da Nicola Gallizia, che con la sua particolare configurazione rievoca la comodità e il gesto del cullare. Piccolo oggetto del desidero, Lullaby svela dietro l’apparente semplicità dettagli sofisticati, come il piedino di appoggio nella finitura metallica cuvée, la struttura in legno massello di frassino e il rivestimento in soffice tessuto azzurro. Anche Piero Lissoni si è cimentato con il tema della club chair e ha disegnato Frank Club, una seduta lounge liberamente ispirata al design francese, che porta nuova comodità e possibilità espressive nelle sale d’attesa e zone relax. Il suo disegno unisce in un unicum armonico tre elementi distinti: l’avvolgente schienale a conchiglia, le solide gambe in metallo che acquisiscono slancio grazie alla sezione circolare e variabile, e la seduta imbottita e molleggiata con cinghie elastiche di grande spessore, per un comfort superiore. Infine, anche l’armadio stagionale Storage Battente di Piero Lissoni sceglie ante Piana laccate in carta da zucchero con la maniglia metallica Block verniciata di azzurro. Qui il colore è esaltato dalla vetrina con ripiani luminosi e dalla nuova scatola Bento in metallo verniciato nero: due segni decisi che
PORRO punta sul colore “carta da zucchero”, una tonalità di blu romantico e rilassante che declina in tre nuove proposte a firma di NICOLA GALLIZIA e PIERO LISSONI • txt Vittoria Baleri
irrompono nella continuità della superficie colorata. ●
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1 POLTRONCINA LULLABY BY NICOLA GALLIZIA 2 FRANK CLUB, LOUNGE CHAIR BY PIERO LISSONI 3 ARMADIO STORAGE BATTENTE BY PIERO LISSONI • 28
CÉLINE Design Paolo Festa
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FITNESS D’AUTORE Nuovo punto d’attrazione del Dubai Design District, la WAREHOUSE GYM riutilizza con originalità alcuni ex spazi commerciali per creare un’experience che unisce fitness e socialità. Valorizzata da VSHD DESIGN con un interior dinamico e configurabile • txt Tullio Castiglioni
T
re ex spazi commerciali indipendenti, distribuiti su 600 metri quadrati, in cui ricavare palestra, bar, aree comuni e funzioni di servizio. Non è stato facile il compito assegnato allo studio VSHD Design con la realizzazione di Warehouse Gym, centro fitness nel Dubai Design District, quartiere che ospita una vivacissima design community. La sfida principale: creare un gym center allo stesso tempo attraente, funzionale e in linea con un contesto caratterizzato da una forte vocazione per l’arte e la cultura.
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PARAMENTI MURARI IN MATTONI DI CEMENTO ALTERNATI AD AMPIE SUPERFICI IN LEGA DI RAME DORATO DONANO UN TOCCO DI CONTEMPORANEITÀ, EVOCANDO UN’ATMOSFERA ELEGANTE, CALDA E INTENSA
Data la collocazione all’ingresso principale del Dubai Design District, in una posizione che prospetta sulle due strade principali del quartiere, utilizzare questo naturale collegamento con l’esterno come elemento di attrazione ha rappresentato una scelta naturale. L'area reception/bar è stata quindi concepita come spazio valorizzato da una parete vetrata continua che si sviluppa per 17 metri sul fronte strada, creando un punto di incontro per i clienti della palestra e offrendo anche agli abitanti una suggestiva location in cui
socializzare. Essendo gli ambienti originariamente distribuiti in tre spazi commerciali indipendenti, una delle sfide più impegnative è stata quella di ottenere la massima fluidità dei percorsi interni. A questo scopo, un cubo semitrasparente situato in posizione centrale può essere liberamente riconfigurato in funzione dell’affluenza e delle attività ospitate durante la giornata. Per l’interior design, di chiara ispirazione brutalista e con un’atmosfera che richiama i fight club clandestini, VSHD non ha utilizzato i materiali in genere adottati in questa tipologia di spazi. Al contrario, ha optato per la creazione di paramenti murari in mattoni di cemento alternati ad ampie superfici in lega di rame dorato, che donano un tocco di contemporaneità evocando un’atmosfera elegante, calda e intensa. Lampade led a sospensione, disegnate su misura, occultano alla vista gli impianti a soffitto, contribuendo a creare un mood luminoso e vivace che può essere calibrato in maniera differenziata in funzione delle diverse aree training. ●
L’INTERIOR È DI CHIARA ISPIRAZIONE BRUTALISTA, CON UN’ATMOSFERA CHE RICHIAMA I FIGHT CLUB CLANDESTINI
CROSSOVER
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urante i Milano Design Days di ottobre, Parisotto+Formenton Architetti ha presentato WORKS, la terza monografia edita da Electa Architettura che riunisce il lavoro degli ultimi cinque anni dello studio. Il volume, curato da Eleonora Grigoletto e con prefazione di Francesco Dal Co, è concepito come un documentario che raccoglie immagini e parole per descrivere e raccontare l’articolato mondo progettuale dello studio: dai progetti di architetture e interni - alcuni dei quali ancora inediti - agli spazi retail, dalle imbarcazioni agli interventi cittadini. Ampia anche la sezione dedicata agli oggetti di design realizzati per Baleri Italia, cc-tapis, Cea, Cimento, True e Viabizzuno. Continui salti di scala che rivelano la sorprendente coerenza del pensiero, della ricerca e della produzione di una realtà professionale che nel 2020 giungerà al suo terzo decennio di attività. ●
P+F WORKS Una nuova pubblicazione riunisce progetti inediti e lavori noti degli ultimi cinque anni dello studio PARISOTTO+FORMENTON • txt Marta Germani
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MAISON DU CAVIAR OITOEMPONTO, studio con sede a Porto, ripensa l’interior della Maison du Caviar, storico ristorante parigino. Un concept che rievoca lo spirito del transatlantico Normandie e la raffinata eleganza di un viaggio sull’Orient Express • txt Paola Vallatta • ph Jerome Galland
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er Artur Miranda è swing, mentre per Jacques Bec è una questione di atmosfera, così il duo al comando di Oitoemponto, studio di interior design e architettura con sede a Porto, nel ripensare la struttura e l’arredamento della Maison du Caviar, storico ristorante parigino, ha mixato lo spirito del transatlantico Normandie, l’eleganza dell’Orient Express e il glamour pimpante degli Anni 50. Lo spazio si sviluppa in tre ambienti: all’ingresso muri in travertino e boiserie d’iroko verniciato accompagnano la curva del bancone Anni
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50 in melamina nera, che è l’unico elemento che i due di Oitoemponto hanno voluto conservare dell’arredamento originale. Sul bancone spiccano le lampade abat-jour rosse come gli alti sgabelli in velluto. Sopra il bar uno storione in vetro levigato fa da pendant alle sculturestorione che decorano i tavolini e il soffitto è lavorato a ondate di stucco sul quale le lampade dorate risaltano come stelle. Le panche lungo la parete sono in velluto avorio madreperlato.La seconda sala è tutta in toni di luce: le panche in velluto verde muschio, le sedie in bronzo dorato con decorazione stile Art Déco in metallo sullo schienale, le applique californiane di plexiglas cristallo, gli specchi, il soffitto in oro e le cornici
dorate, il grande mobile per rinfrescare lo champagne al centro con il suo grande bordo d’ottone e le grandi finestre che danno sull’esterno. La moquette è disegnata a ‘mosaico di marmi’. La terza e ultima sala fa infine pensare a un acquario: un po’ astratto nei toni bronzei e dorati della tappezzeria jap style dipinta a mano da de Gournay sulla quale spiccano le forme stilizzate di alghe e coralli, più evidente nelle plafoniere a riccio e decisamente al suo massimo nelle applique corallo di Hervé van der Straeten. Le panche sono in tweed beige in lana e filo di rame. Sul fondo uno specchio con intarsi di legno e ottone a firma Oitoemponto sovrasta una console alla Ruhlmann. ●
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MINOTTI SHENZEN Inaugurato a Shenzhen il nuovo flagship store MINOTTI by DOMUS TIANDI. Uno showroom che alterna dettagli solenni e spettacolari a raffinate atmosfere domestiche • txt Marta Germani
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perto in estate il nuovo flagship store Minotti a Shenzhen, grazie alla partnership strategica con Domus Tiandi, rivenditore di eccellenza nel settore dell’arredo di alta gamma in Cina, già case history di successo per Minotti a Shangai e Beijing. Sviluppato su una superficie di circa mille metri quadrati, il nuovo store esprime raffinatezza e contemporaneità. Progettato in sintonia con il particolare contesto in cui è inserito, è caratterizzato da una facciata importante con tagli architettonici sofisticati e tipicamente urbani. Il concept degli interni, invece, mira a enfatizzare la straordinaria ampiezza dello spazio che si sviluppa su due livelli indipendenti, entrambi caratterizzati dalla presenza di un imponente • 36
camino dalla peculiare forma ottagonale. Tra gli elementi architettonici più caratteristici anche una reception scultorea in bronzo satinato e una parete retroilluminata di grande impatto, decorata con un originale segno grafico a effetto tatami. Se il piano terra esprime solennità e spettacolarità, il primo piano riproduce fedelmente gli interni di uno spazio domestico. Il visitatore viene quindi accompagnato all’interno di un vero e proprio appartamento, in cui si susseguono aree living, sala pranzo, uno studio e una master bedroom, enfatizzati da atmosfere intime e di grande charme, caratterizzati da boiserie color moka e da un'elegante luce soffusa. ●
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NANDA VIGO LIGHT PROJECT
Artista e architetto, NANDA VIGO ha trovato nella sperimentazione luminosa l’elemento unificante di spazio e tempo. Dai CRONOTOPI del 1962 fino ai più recenti DEEP SPACE, una grande retrospettiva italiana ne ha ripercorso l’eccezionale carriera • txt Alessia Delisi • ph Marco Poma
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ono pochi gli autori che nella loro carriera hanno sperimentato l’interdisciplinarità, frequentando i territori linguistici affini ma non uguali dell’arte, dell’architettura, del design e della comunicazione. I loro nomi sono quasi tutti italiani e tra questi spicca quello di Nanda Vigo che con Lucio Fontana, Bruno Munari e Gio Ponti ha condiviso l’utopia di una progettualità capace di inglobare entro i propri orizzonti cosmici tutte le discipline sensibili. Architetto di formazione, per breve tempo nel 1959 frequenta la comunità di Taliesin West di Frank Lloyd Wright e, di ritorno a Milano - dove nasce nel 1936 - diviene la compagna di Piero Manzoni in una burrascosa relazione dettata dal fatto che lui l’avrebbe preferita a fare la donna di casa anziché la sua diretta concorrente. A lei, che dopo la prematura scomparsa del geloso artista aderisce al gruppo transnazionale ZERO, il Palazzo Reale di Milano ha dedicato la mostra Light Project, volta a ricostruire l’eccezionale percorso di ricerca di questa figura che dalla fine degli anni Cinquanta a oggi ha trovato nella luce l’elemento unificante di spazio e tempo. Risalgono infatti al 1962 i Cronotopi, luminosi oggetti in vetro che di lì a poco si sarebbero trasformati in ambienti praticabili - alcuni dei quali
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realizzati in collaborazione con Fontana - metafora dell’immaterialità spirituale dell’arte, ma affini anche all’estetica industriale e a quella sorta di brutalismo architettonico che viveva allora la sua stagione migliore. Degli anni Settanta sono invece quelli che il curatore Marco Meneguzzo definisce veri e propri “sistemi di frantumazione dello spazio”, trapezi o piramidi di specchio che rompono la continuità del paesaggio urbano, riflettendo incongrue porzioni di spazio. Da qui si arriva agli anni Ottanta, all’acme di un processo creativo che, dopo l’esasperazione cromatica dei Light Trees, ripiega nel silenzio della luce assoluta e nella ricomposizione del mondo in una nuova unità pulsante.
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HEADQUARTERS WOLF OIL CORP Per il nuovo quartier generale Wolf Oil Corp ha scelto TECNO, capace di interpretare i caratteri di innovazione, performance e funzionalità che rappresentano la vision aziendale • txt Agnese Lonergan • ph Anna Giulia Gregori
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olf Oil Corporation è produttore di lubrificanti, tra i player principali del settore a livello mondiale. Per disegnare e perimetrare gli spazi del nuovo headquarter progettato dallo studio olandese Cosmas Design, Tecno ha installato 130 metri quadrati di pareti divisorie W80 vetrate in finitura Elox nero - scorrevoli e a battente - che introducono in ambienti allestiti con arredi dell’azienda, sia di serie che custom.
Sedute e workstation Le forme fluide, simbolo di velocità, dalla scenografica scultura esterna continuano idealmente nella reception dove collaboratori e visitatori sono accolti da un lungo desk interamente realizzato da Tecno in corian bianco. Proseguendo nel percorso lungo il building si incontrano aree attesa dove le poltroncine P32 dialogano con i divani e i tavolini della collezione Pons, mentre nelle lounge sono accostate al divano D70 e a
Nomos in un’inedita versione coffee table. I cluster operativi sono organizzati con le workstation Graphis e Nomos, le sedute responsive Vela e gli elementi storage Cento, in un’ottica di massima personalizzazione e comfort per chi lavora. Nelle diverse meeting room, pensate per riunioni plenarie o dedicate a scambi più ristretti e informali, le comode poltroncine Plau sono disposte attorno ai tavoli Nomos con piano rettangolare in legno o rotondo in finitura laminata.
Io.T - The Intelligence of Tecno Tutti gli ambienti della nuova sede sono attrezzati con Io.T-The Intelligence of Tecno, la tecnologia che l'azienda ha introdotto per connettere gli arredi con il building, che permette la prenotazione e la gestione delle sale, oltre al collegamento internet, server e cloud per condividere documenti e presentazioni. Infine, una sequenza di Vela dining con gambe di legno è stata scelta per le zone kitchenette e bar dove cucina, tavoli alti a parete, armadiature, bancone e mobile bar sono stati prodotti appositamente per questa realizzazione. ●
NOMOS, DISEGNATO DA NORMAN FOSTER NEL 1986 E VINCITORE DEL COMPASSO D’ORO ADI NEL 1987, SI RITROVA NELLE SUE DIVERSE VERSIONI E CONFIGURAZIONI,COME TAVOLO, DESK O WORKSTATION
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Photo Giulia Bruno
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a celebre Villa Malaparte a Capri in dialogo con il rifugio sulle Dolomiti dei giovani Demogo. I collegi universitari di Urbino di Giancarlo De Carlo con il progetto Sugar Hill di David Adjaye, ad Harlem. La Casa Baldi di Paolo Portoghesi a Roma con la casa “spaziale” di Zaha Hadid in Russia. Il Bosco Verticale di Stefano Boeri, a Milano, con la Moryama House di Tokyo. Sono solo alcuni
AT HOME
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Progetti per l’abitare contemporaneo, al MAXXI Roma fino ad aprile 2020 • txt Agnese Lonergan 3 Photo Pietro Savorelli
dei duetti di AT HOME. Progetti per l’abitare contemporaneo, il nuovo allestimento della collezione di architettura del MAXXI a Roma che fino ad aprile 2020 racconta l’evoluzione del concetto di abitare dal dopoguerra a oggi, le modificazioni, le evoluzioni degli spazi domestici e del modo stesso di viverli. Attraverso un’analisi delle opere dei grandi maestri italiani del Novecento e delle figure emergenti nel panorama internazionale, l’esposizione presenta alcune delle risposte che gli architetti hanno fornito passando dall’abitare individuale a quello collettivo, con particolare attenzione alle esperienze più articolate e ibride che testimoniano i nuovi rapporti tra individuo e dimensione comunitaria. Il gioco delle coppie Un’esposizione che, tra passato e attualità, esplora la dimensione scalare e sociale dell’abitare: dall’individuale al collettivo, dal quartiere intensivo alle abitazioni unifamiliari, nelle quali spesso si è raggiunto il maggior grado di sperimentazione, come nella Casa Baldi a Roma, opera prima di Paolo Portoghesi che la mostra mette in relazione con The Capital Hill, la casa “spaziale” progettata da Zaha Hadid per il miliardario russo Vladislav Doronin e ultimata nel 2018, che svetta in mezzo alla foresta vicino Mosca. Sono esposte opere realizzate da maestri dell’architettura come da architetti della nuova generazione: progetti lontani nel tempo e nello spazio ma assonanti e affini per metodo applicato, per contesto in cui sono collocati o per la ricerca formale che li associa, sono messi
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in diretta relazione visiva per offrire una ulteriore suggestione, in un ardito “gioco delle coppie”. Così, il rifugio sulle Dolomiti dei giovani Demogo messo in relazione con la Casa Malaparte di Adalberto Libera, su uno scoglio impervio di Capri, può innescare una riflessione sulla potenza dell’elemento naturale nel condizionare le scelte di un progetto. Le case-manifesto costruite da due grandi architetti visionari come la casa-astronave di Luigi Pellegrin sulla via Aurelia e la casa-albero di Giuseppe Perugini, a Fregene, nella loro diversità di risultato possono raccontare le utopie e le immaginazioni di una particolare generazione di architetti italiani nel cui DNA vi era una dose di spericolata innovazione. La cura di Carlo Scarpa nella scelta dei materiali e nella loro sapiente incastonatura può essere ritrovata nelle architetture ossessivamente curate nel dettaglio materico e spaziale delle case di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. L’attenzione alla dimensione collettiva di una comunità di studenti espressa da Giancarlo De Carlo a Urbino può infine dialogare con un edificio costruito da David Adjaye per una comunità di abitanti di Harlem, caratterizzato 4
Photo OKO Group Images
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1 STEFANO BOERI,BOSCO VERTICALE 2 MARIA GIUSEPPINA GRASSO CANNIZZO, ANM 2018/INTERVENTO SULL'ORDINARIO 3 DEMOGO,BIVACCO FANTON 4 ZAHA HADID ARCHITECTS,THE CAPITAL HILL RESIDENCES 5 PAOLO PORTOGHESI,CASA BALDI 6 DANILO GUERRI,CASA GUZZINI
da una ricca offerta di spazi comuni.
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Living a quality experience.
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Photo: Andrea Avolio, behance.net/neroluce
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• LAURA GONZALEZ
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PROJECTS
AD ALTA QUOTA WORK
ALVISI KIRIMOTO TRASFORMA IL 32° PIANO DI UN GRATTACIELO A CHICAGO, OGGI HEADQUARTER DEL COMMITTENTE. LE PARETI DI LEGNO, CHE SI SMATERIALIZZANO IN LAMELLE VERTICALI PER CALIBRARE PRIVACY E LUMINOSITÀ, E IL SORPRENDENTE WINTER GARDEN A DOPPIA ALTEZZA SONO LE PRINCIPALI DIRETTRICI DEL PROGETTO • txt
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Antonia Zanardini
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ph Nic Lehoux
ospesi tra le nuvole, ma ben radicati nel contesto, i nuovi uffici direzionali disegnati dallo studio romano Alvisi Kirimoto occupano interamente il 32° piano di un grattacielo nel vivace quartiere di West Loop, a Chicago. Il progetto, pensato per ospitare il quartier generale del cliente e parte della sua collezione di opere d’arte, gioca fin dall’ingresso su uno studiato gioco di contrasti. Entrando, infatti, sono subito visibili due ambienti contrapposti: da un lato la reception e dall’altro la playroom, entrambe caratterizzate da una grande
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vetrata che mette in comunicazione il visitatore con i due volti di Chicago, quello più urbano da una parte e quello più territoriale dall’altra. Dal punto di vista planimetrico, il fronte sud ospita le funzioni più rappresentative e di aggregazione come la reception, la sala riunioni, il Winter Garden, i percorsi espositivi e la zona ristorante, mentre il retro, orientato a nord, accoglie gli uffici privati e alcune aree comuni. Gli interni sono caratterizzati da pareti in legno naturale a tutta altezza, partizioni vetrate e pannelli sospesi, che delineano le
Sketch e modello del Winter Garden, ambiente polifunzionale a doppia altezza che rappresenta il cuore pulsante del progetto
diverse aree di lavoro. La grande flessibilità e trasparenza degli elementi consente a visitatori e impiegati di godere di panorami mozzafiato anche negli ambienti più privati delimitati da superfici opache. Pareti di legno, che si smaterializzano in lamelle verticali per calibrare il grado di privacy e di luminosità, caratterizzano le principali direttrici del progetto, un leitmotiv che accompagna il visitatore fino alla scoperta del Winter Garden, un ambiente polifunzionale a doppia altezza che rappresenta il cuore pulsante del progetto. • 52
Il Winter Garden “Dalla struttura del Blues, musica che permea la città di Chicago” - spiegano gli architetti - “abbiamo ripreso il concetto ‘Tension and Release’. L’altezza di 3,60 m del soffitto ci ha permesso di alternare elementi sospesi, come i pannelli di tessuto, a elementi scultorei poggiati a terra. Questo gioco di compressione e sospensione culmina nel volume del Winter Garden: uno spazio unico, sospeso nel vuoto della città, un diaframma materico e tattile che racchiude uno spazio per la musica, l’arte e gli eventi così
Nel Winter Garden spiccano una scultura sospesa in bambÚ, creata su commissione dall’artista giapponese Ueno Masao, e il tavolo disegnato da Junko Kirimoto, con finitura in lacca giapponese
©Ilaria Magliocchetti Lombi HR
"È PROPRIO IL TRACCIATO DI CHICAGO, CON LE SUE SORPRESE, CHE ABBIAMO PENSATO DI PROIETTARE ALL’INTERNO DI QUESTO SPAZIO: SI PASSEGGIA TRA PEZZI DI ARTE CONTEMPORANEA SORPRESI DI TANTO IN TANTO DA COLORI FORTI O DA DOPPIE ALTEZZE INSOLITE PER UN GRATTACIELO, GUIDATI DAL RITMO SERRATO DELLE PARETI, DALLA LUCE E DAGLI ASSI VISUALI. IL PRIMO INPUT, INFATTI, È STATO PROPRIO PRIVILEGIARE QUESTI ULTIMI E LASCIARE GLI ANGOLI LIBERI PER MANTENERE SEMPRE IL CONTATTO VISIVO CON LA CITTÀ” Massimo Alvisi e Junko Kirimoto
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Ogni ambiente è inondato di luce e privilegia gli assi visuali, mantenendo sempre il contatto visivo con la cittĂ
Tra colori e giochi di luce, anche l’arte gioca un ruolo fondamentale: gli uffici ospitano un percorso espositivo olistico di oltre 1000 mq tra i pezzi da collezione del committente
come per la meditazione e la lettura”. A seconda dei punti di vista, la pelle del Winter Garden, composta da due file di listelli lignei sospesi e non allineati fra loro, con un vetro trasparente posto nel mezzo, si dissolve o diventa opaca, generando molteplici punti di vista e un interessante gioco di luci e ombre. Completano la stanza una scultura sospesa in bambù, creata su commissione dall’artista giapponese Ueno Masao, e il tavolo disegnato da Junko Kirimoto, con finitura in lacca giappo• 56
nese. Lo spazio ha un tocco orientale e proporzioni sapientemente misurate, in linea con le sensibilità italiane e giapponesi che animano lo studio. Luce e colore L’intero progetto è stato curato in modo sartoriale in tutti i suoi aspetti, dagli arredi disegnati su misura, come le workstation e i tavoli della mensa, alla disposizione e scelta di gradazione dei
L’USO DEL COLORE È PONDERATO: SI VA DALL’ARANCIONE DEL SOFFITTO DELLA PLAYROOM AL ROSSO INTENSO DEI PANNELLI IN CONTRASTO CON LE PARETI GRIGIE DELLA ZONA RISTORANTE, DAL RUGGINE SUADENTE DELLA CARTA DA PARATI GIAPPONESE AL BIANCO RIGENERANTE DELLE POSTAZIONI OPEN SPACE
punti luce. Anche l’uso del colore è ponderato: a volte infonde serenità, altre disegna lo spazio o, ancora, definisce una funzione. Si va dall’arancione del soffitto della playroom e dei pannelli sospesi negli uffici al rosso intenso dei pannelli in contrasto con le pareti grigie della zona ristorante, dal ruggine suadente della carta da parati giapponese all’ingresso al bianco rigenerante • 58
delle postazioni open space. Tra colori e sapienti giochi di luce, anche l’arte gioca un ruolo fondamentale: gli uffici ospitano un percorso espositivo olistico di oltre 1.000 mq tra i pezzi da collezione del committente, in un susseguirsi di spazi che si compenetrano, sovrapponendosi alla città e generando punti di vista inattesi e sorprendenti. ●
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BELGIAN ATTITUDE SHOP
DAL 2012 LO STUDIO VUDAFIERI-SAVERINO PARTNERS CURA IL CONCEPT DEGLI STORE DELVAUX. PIÙ DI 42 NEGOZI NEL MONDO, DA LE 27 A BRUXELLES, CHE RIVOLUZIONA IL VOCABOLARIO DEL RETAIL DI LUSSO, FINO AL RECENTE FLAGSHIP ROMANO, DOVE RIVIVONO I FASTI DELL’ANTICA DOMUS • txt Alessia Delisi • ph Santi Caleca
A ROMA, TRA ATRIUM, TABLINUM, PERISTILUM, TRICLINUM SI ARTICOLANO LE COLLEZIONI DELVAUX, IN UN SUSSEGUIRSI DI AMBIENTI CHE, COME IN UNA MODERNA DOMUS, DA PUBBLICI DIVENTANO SEMPRE PIÙ INTIMI ED ESCLUSIVI
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Nella foto al centro Il Peristilum dello store romano, con le sue immacolate volte a crociera e le colonne rivestite da una speciale carta da parati in cui le rovine di Piranesi sono reinterpretate in chiave contemporanea e pop
È
un omaggio alla Città Eterna il flagship Delvaux recentemente inaugurato in un edificio storico dell’esclusiva Piazza San Lorenzo in Lucina di Roma. La pelletteria di lusso fondata a Bruxelles nel 1829 si è affidata ancora una volta allo studio milanese Vudafieri-Saverino Partners per la scelta del leit motiv del progetto di interior, ispirato alla domus romana e alla disposizione dei suoi spazi. Tra Atrium, Tablinum, Peristilum, Triclinum si articolano così le collezioni Delvaux, in un susseguirsi di ambienti che, come in una moderna domus, da pubblici diventano sempre più intimi, alludendo a un’esperienza di shopping capace di offrire un progressivo senso di esclusività. Nella domus romana Ad accogliere il cliente, nelle prime due maestose sale della boutique, è un lampadario di Venini degli anni Settanta, che illumina, con i suoi pendagli in cristallo, un tavolo da gioco intarsiato risalente invece al Seicento italiano. A conferire un ulteriore tocco di preziosità agli ambienti è poi il pavimento d’ingresso, realizzato in marmo travertino Navona e decorato da un motivo a losanghe con inserti in ottone. La shopping experience prosegue nella parte posteriore: qui sorge il Peristilum con le sue immacolate volte a crociera e le colonne
rivestite da una speciale carta da parati in cui le rovine di Piranesi sono reinterpretate in chiave contemporanea e pop. Le architetture barocche di Borromini e le pareti decorate dall’artista Filippo Falaguasta conducono al Triclinum, che, tra atmosfere anni Cinquanta e arredi vintage, funge da vera e propria VIP Room. Delvaux a Bruxelles L’apertura del flagship romano segue quella del negozio milanese di via Bagutta e conferma il ruolo di interior designer di Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino che dal 2012 curano il concept delle boutique Delvaux. Utilizzando il linguaggio dell’interior decoration per declinare in maniera sempre nuova la belgitude e la creatività della Maison, lo studio milanese ha così dato vita a più di 42 negozi nel mondo, di cui 15 in Europa. Tra questi spicca senz’altro Le 27, inaugurato nel 2018 all’interno di una villa borghese sul Boulevard de Waterloo di Bruxelles. All’insegna di eclettismo e contaminazioni, a metà tra concept store e galleria d’arte, Le 27 rivoluziona il vocabolario del retail di lusso e, con la sua selezione di oggetti d’arte, tappeti antichi, fotografie d’autore e ricercati pezzi di design, completa l’opera dello studio improntata all’evocazione del movimento De Stijl.
All’insegna di eclettismo e contaminazioni, a metà tra concept store e galleria d’arte, Le 27 a Bruxelles rivoluziona il vocabolario del retail di lusso e, con la sua selezione di oggetti d’arte, tappeti antichi, fotografie d’autore e ricercati pezzi di design, completa l’opera dello studio improntata all’evocazione del movimento De Stijl
L’INTERIOR DI LE 27 A BRUXELLES SI BASA SU UNA COMBINAZIONE DI CATEGORIE OPPOSTE: L’ANTICO E IL CONTEMPORANEO, L’ORDINE E L’APPARENTE DISORDINE, IL RIGORE GEOMETRICO E L’ASIMMETRIA • 64
INTERVIEW VUDAFIERI-SAVERINO PARTNERS Quanto avete giocato con il genius loci nella progettazione degli store Delvaux? Ogni boutique Delvaux è progettata come uno spazio dal design peculiare, unico, partendo dalla ricerca di un dialogo tra il marchio, l’arte e l’architettura del luogo. Per questo adattiamo ogni volta il concept Delvaux alle caratteristiche e alla cultura di ciascuna città. Se un tempo le boutique dei grandi brand erano pensate come ambienti sempre uguali a se stessi ovunque ci si trovasse nel mondo, ora si va sempre più verso la creazione di spazi capaci di confrontarsi con il contesto locale, di interpretarne la cultura e le caratteristiche, pur mantenendo una propria identità. Così ad esempio per la boutique di Milano il genius loci è stato esaltato con i riferimenti ai grandi maestri dell’architettura meneghina - Caccia Dominioni, Portaluppi, Gardella - a Roma abbiamo giocato con la pianta tipica della domus romana, a Londra nel nuovo store di New Bond Street le boiserie scure richiamano lo stile degli storici club inglesi, mentre Le 27 è una vera e propria celebrazione della creatività belga. Pur nella sua unicità ogni boutique conserva un pizzico di belgitude, elemento che contraddistingue la Maison, insieme a un’attitudine alla creatività e all’innovazione che continua da sempre. Da un lato essenzialità e rigore, dall’altro un’anima anticonvenzionale, ironica e talora eccentrica. Alla base del concept di ogni boutique vi è l’interpretazione non convenzionale dei valori tradizionali che contraddistinguono il brand: storia, creatività e savoir-faire. Da dove nasce l’ispirazione per ogni singola boutique? Noi ragioniamo in termini di concept, dietro ogni progetto c’è la capacità di ascoltare e interpretare i bisogni del cliente. Il retail è uno dei più affascinanti settori nel quale un architetto si può cimentare perché ci impone di trovare la sintesi tra due elementi: i valori della marca che mette in scena la propria
identità attraverso il negozio e il comportamento delle persone che quei luoghi frequentano. Significa quindi saper osservare e capire l’essenza del marchio e indirizzare le preferenze dei consumatori, rendere lo spazio adatto a essere messaggio del brand e al contempo garantire comfort, piacevolezza, immediatezza e facilità al gesto di acquisto dei clienti. A questo fine la parte “invisibile” del progetto è quella decisamente più importante. Per le boutique Delvaux, ma in generale per qualsiasi progetto, cerchiamo sempre di raccontare una storia, che non è la nostra ma quella del committente. Siamo abbastanza antidisciplinari e, pur vivendo immersi nelle influenze dei grandi maestri del passato, la nostra ispirazione viene spesso dall’arte, dalla fotografia, dalle esperienze, dal cibo, insomma dalla vita. Con Delvaux il processo è condiviso col cliente in tutte le sue fasi, inclusa quella creativa, e il risultato è sempre frutto di uno scambio in cui il cliente ha una parte fondamentale. Che funzione svolgono invece i complementi d’arredo? Fondamentale. Per ogni boutique Delvaux acquista pezzi unici che appartengono alla storia delle arti decorative, ma che vengono usati come oggetti funzionali all’esposizione o alla vendita. Emblematico è Le 27 a Bruxelles, al cui interno sono esposti, in dialogo con le creazioni della Maison, pezzi del design belga degni di una collezione museale, realizzati dai più grandi designer del Novecento. Il risultato è uno spazio a metà tra concept store e galleria esperienziale, un luogo che trascende l’abituale concetto di negozio ridefinendone forma e funzione. In generale, in tutte le boutique Delvaux sono stati scelti pezzi e riferimenti ai momenti più importanti del design del Novecento, legati sia alla belgitude della maison sia al contesto artistico culturale della città in cui ci si trova. Ogni boutique resta allo stesso tempo fedele all’estetica di Delvaux, nobilitandola grazie all’incontro con l’eccellenza locale.
LA BOISERIE NERA IN FINITURA OPACA,
CHE CARATTERIZZA ANCHE LA FACCIATA DELLA BOUTIQUE LONDINESE, FA DA CORNICE L’equilibrio tra gli opposti Come sottolineano gli architetti, l’allestimento dello store si basa su una combinazione di categorie opposte: l’antico e il contemporaneo, l’ordine e l’apparente disordine, il rigore geometrico e l’asimmetria. Il gioco dei contrasti armonici vuole essere un richiamo alle tendenze della Maison che nelle sue creazioni unisce linee classiche e inserti moderni. Conservando tutti gli elementi caratteristici della villa in cui sorge - dai soffitti alti fino a quattro metri allo scalone in legno con la balaustra intagliata, dai parapetti in ferro battuto ai decori in gesso delle pareti – Le 27 è dominato dal bianco che riempie di luce gli ambienti, interrotto soltanto da bande verticali, bordi, riquadri e nicchie di colore grigio chiaro. A questi elementi si aggiungono mensole e consolle che, come la grande vetrata affacciata sul cortile interno, si ispirano alle tele di Mondrian. L’uso di materiali preziosi quali il marmo e il nichel lucido è invece una chiara allusione all’Art Déco. • 66
ALLE CREAZIONI DELVAUX ATTRAVERSO IL CONTRASTO CON LA GEOMETRIA QUADRATA DELLE MENSOLE E CONSOLLE IN ORO PALLIDO
Il “fil noir” dello store londinese A raccontare la tradizione, il savoir-faire e al tempo stesso la creatività del brand con un linguaggio che riflette l’identità del luogo è anche lo store londinese di New Bond Street. Progettato nel 1906 da William Flockhart, l’edificio che ospita la boutique è un vero e proprio gioiello architettonico la cui valorizzazione ha avuto un
Nello store di Milano ogni elemento si fa portavoce di una storia: dai pannelli in marmo che celebrano gli ingressi tipici dei palazzi milanesi del Novecento fino alla scelta di arricchire l’arredamento con pezzi di Luigi Caccia Dominioni, Ignazio Gardella e Angelo Lelli
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ruolo centrale nel progetto di interior design. Protagonista è infatti la boiserie nera in finitura opaca che caratterizza la facciata e fa da cornice alle creazioni Delvaux attraverso il contrasto con la geometria quadrata delle mensole e delle consolle in oro pallido. Boiserie che ritorna nell’imponente scalinata che conduce al piano inferiore, dove i toni scuri dell’ambiente enfatizzano il bianco dell’armadio icona di Delvaux. Accanto alla presenza di pezzi di design del XX secolo, lo spazio si distingue anche per i divani MSE Marta Sala Edition e il progetto di illuminazione curato da Walter Amort. Il design milanese incontra la creatività belga Se a ogni indirizzo corrisponde una boutique unica, dove l’universo Delvaux dà vita a un dialogo tra le creazioni della Maison e straordinarie opere d’arte decorativa, il negozio milanese di via Bagutta, all’interno di Palazzo Reina, rappresenta una commistione inedita tra citazioni del design milanese del XX secolo e riferimenti alla creatività belga. In uno spazio di 200 metri quadrati, ogni elemento si fa portavoce di una storia: dai pannelli in marmo che celebrano gli ingressi tipici dei palazzi milanesi del Novecento fino alla scelta di arricchire l’arredamento con pezzi di Luigi Caccia Dominioni, Ignazio Gardella e Angelo Lelli, la boutique di Milano conferma la capacità degli architetti di fare del genius loci il tratto distintivo di ogni progetto. ●
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PINK PIZZA EAT
A LONDRA, CHILD STUDIO FIRMA HUMBLE PIZZA, CINEMATOGRAFICO RISTORANTE CHE SI RIFÀ AI TIPICI FORMICA CAFFS DI WEST END. E CHE, PER PIACERE AI MILLENNIAL, SI TINGE DI ROSA • txt Alessia Delisi
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n nuovo ristorante vegano ha aperto i battenti a Chelsea, il quartiere londinese sinonimo di moda, musica e pop culture. Si chiama Humble Pizza e nasce dalla reinterpretazione di questi riferimenti a opera di Child Studio che, per il progetto di interior, si è ispirato ai Formica caffs, ovvero i caffè simbolo di una certa architettura britannica del secondo dopoguerra. Apparsi intorno agli anni Cinquanta nel West End di Londra, questi locali - molti dei quali sono rimasti intatti - testimoniano la presenza di famiglie di immigrati italiani. La loro funzione, ripresa dai designer Chieh Huang e Alexey Kostikov di Child Studio, era servire
“SIAMO STATI A LUNGO ATTRATTI DALLA QUALITÀ CINEMATOGRAFICA DEI FORMICA CAFFS DI LONDRA, DALLA COMPRESENZA, AL LORO INTERNO, DI LINGUAGGIO MODERNISTA E SPIRITO GIOCOSO, QUASI FUMETTISTICO” Chieh Huang e Alexey Kostikov, Child Studio
semplici snack e bevande in un ambiente essenziale e accogliente, caratterizzato da superfici in laminato e colori pastello. Un progetto all’insegna dell’italianità quindi, che oggi come ieri si propone di calamitare l’attenzione di scrittori, musicisti, fotografi e ogni genere di personaggio bohémien. Il laminato Formica che riveste gli interni da parete a parete prosegue lungo i controsoffitti e persino sui tavoli, evidenziato da cornici in legno di ciliegio. A colpire l’attenzione è però la tonalità “Millennial Pink” scelta dallo studio per ricreare il design originale di un pattern molto in voga negli anni Settanta. A omaggiare la
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COLPISCE L'ATTENZIONE LA TONALITÀ MILLENNIAL PINK SCELTA DALLO STUDIO PER RICREARE UN PATTERN MOLTO IN VOGA NEGLI ANNI SETTANTA
Il laminato Formica che riveste gli interni da parete a parete prosegue lungo i controsoffitti e persino sui tavoli, evidenziato da cornici in legno di ciliegio
lunga tradizione di questi caffè sono poi i pavimenti con le piastrelle a mosaico, le scaffalature in legno di ciliegio e le insegne al neon che dialogano con i classici dell’illuminazione firmati da Poul Henningsen, Jacques Biny e Luigi Massoni. «Siamo stati a lungo attratti dalla qualità cinematografica dei Formica caffs di Londra, dalla compresenza, al loro interno, di linguaggio modernista e spirito giocoso, quasi fumettistico. Il progetto intende creare una versione contemporanea di questa tipologia di locale unica», ha dichiarato il duo. E, a giudicare dall’atmosfera piacevolmente rétro che vi si respira, pare proprio che ci sia riuscito. ●
LE INSEGNE AL NEON DIALOGANO CON I CLASSICI DELL'ILLUMINAZIONE FIRMATI DA PAUL HENNINGSEN, JACQUES BINY E LUIGI MASSONI
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HOSPITALITY HÔTELLERIE DIVISION Soluzioni di arredo contract per hotel, aparthotel e residence, attraverso le fasi di consulenza, progettazione e produzione. La vasta gamma di prodotti e finiture permette di studiare la soluzione più adatta per ogni struttura: dall’arredamento moderno e di design a quello classico, con particolare attenzione alla funzionalità, al comfort ed alla scelta dei materiali.
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MAKERS
YABU Pushelberg Tiffany, Edition Hotels, Barneys, Louis Vuitton: Yabu Pushelberg è lo studio adorato dai brand che fanno sognare il mondo, per la loro capacità di creare spazi con un’aura di lusso intimo e confortevole, da vivere e ammirare. Li abbiamo intervistati nel loro studio di Tribeca a Manhattan txt Paola Camillo
G
eorge Yabu e Glenn Pushelberg sono le star silenziose che sanno ascoltare. Ascoltano il luogo al quale il progetto è destinato così come il loro personale bagaglio di ricordi, sviluppando concept unici e allo stesso tempo appropriati per la committenza. Ogni progetto si schiude e cresce organicamente grazie all’interazione e alla fusione delle varie parti di una macchina perfetta che si chiama, in sintesi, Yabu Pushelberg. Il duo canadese, con uffici a Toronto e New York, alla soglia dei 40 anni di attività - lo studio è stato fondato nel 1980 -, è corteggiato dai brand più famosi del mondo. Come loro, pochi sanno ricreare quell’aura di lusso intimo e confortevole che non scivola mai troppo nel confidenziale,
come loro stessi raccontano, ma vive in una dimensione sospesa, per essere insieme vissuta e ammirata. Oggi il duo - insieme nella vita e nel lavoro - ha all’attivo commissioni per marchi come Tiffany, Bergdorf Goodman, Barneys New York, Edition Hotels, Louis Vuitton e Goop, il brand lanciato da Gwyneth Paltrow. Non male per chi ha iniziato tutto ripensando gli interni di una lavanderia a Toronto… Li abbiamo intervistati nello studio di Tribeca a Manhattan, dove i designer hanno spostato la sede newyorkese circa un anno fa, creando uno spazio tutta luce e con una palette di colori neutri e opalescenti, in perfetto equilibrio fra razionalità e intuizione, operatività e meditazione.
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“NEL RETAIL GLI OBIETTIVI SONO DRASTICAMENTE CAMBIATI NEL CORSO DEGLI ANNI. OGGI PER CREARE UNO SPAZIO FEDELE AL BRAND E AI SUOI CLIENTI È NECESSARIO CAPIRE PROFONDAMENTE LA SUA MISSION”
Come nasce l’idea, dalla ricerca o da un’intuizione? Glenn: Le idee possono nascere da qualsiasi cosa. Da un momento, da un capo di abbigliamento, da una pietanza. Possono arrivare dalla ricerca o da un’intuizione, come hai detto tu. Ma soprattutto sono il frutto dei ricordi. Ognuno ha una propria banca di memorie e di esperienze che modellano le idee e le percezioni. I ricordi, insieme alla ricerca e all’intuizione, possono creare idee astratte che risultano contestualmente appropriate. Se invece dovessi usare solo uno
dei tre elementi - ricerca, intuizione o memoria - l’idea risulterebbe probabilmente datata o banale. Quali sono oggi le caratteristiche e le specificità di un progetto retail? Glenn: Oggi bisogna andare oltre i confini tradizionali della progettazione per il retail. In questo campo gli obiettivi sono drasticamente cambiati nel corso degli anni, e per creare uno spazio fedele al brand e ai suoi clienti è necessario capire profondamente la sua mission. Il mondo dell'interior design
per il retail non si discosta molto da quello della progettazione per gli hotel. I clienti vogliono un sogno, una fantasia, e uno spazio nel quale partecipare al lifestyle al quale il brand si ispira. Ci sono dei progetti retail che considerate emblematici? George: Non abbiamo progettato per nessuno di questi marchi, ma due spazi retail che per me sono emblematici sono Gentle Monster e Dover Street Market a New York. Quando sei in competizione con marchi
TRAVEL
“IL DESIGN DEVE TROVARSI A PROPRIO AGIO NEL LUOGO CHE LO OSPITA. PER CREARE UN DESIGN MEMORABILE DEVI ASSICURARTI DI SAPERE CON CHI STAI PARLANDO, QUAL È IL TARGET GEOGRAFICO E CULTURALE DI RIFERIMENTO”
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Numerosissimi i loro progetti retail, per marchi come Tiffany, Bergdorf Goodman, Barneys New York, Edition Hotels, Louis Vuitton e Goop, il brand lanciato da Gwyneth Paltrow
online accessibili da tutto il mondo, devi pensare a come vuoi rappresentare la personalità di un negozio fisico. E Gentle Monster e Dover Street hanno perfettamente capito come creare e usare il mix “high-low”, ovvero uno streetwear di qualità che parla a un vasto tipo di clientela, dai banchieri a chi lavora nella moda o semplicemente a chi insegue cose ricercate. Entrambi i negozi mescolano i confini e creano esperienze di vendita al dettaglio inaspettate e piacevoli, che inducono le persone a visitare i loro negozi piuttosto che a fare acquisti online.
Quindi ritenete che il vostro lavoro consista nell’allestire emozioni? George: Penso che il nostro lavoro comunichi il piacere di un comfort intimo che però non diventa mai troppo familiare. Non vogliamo ricreare la sensazione di una casa lontano dalla propria casa. Che senso avrebbe? Progettiamo invece un rifugio alternativo alla casa ma con tutte le comodità di una casa. Vogliamo creare novità, qualcosa di fresco, uno spazio intimo e uno stile che informi di sè tutto l’edificio: dal modo in cui la luce colpisce una stanza al divano in cui si riposa fino al bicchiere da cocktail. Queste sono le
emozioni che vogliamo che le persone provino quando vivono in uno dei nostri ambienti. Quanto sono importanti le radici naturali e culturali del luogo? Glenn: Molto, il design deve trovarsi a proprio agio nel luogo che lo ospita. Per creare un design memorabile devi assicurarti di sapere con chi stai parlando, qual è il target geografico e culturale di riferimento. Ad esempio, se per un progetto in Florida utilizzi le stesse combinazioni di colori adottate per una proprietà gemella nel Nord degli Stati Uniti è probabile che il progetto non
funzioni, perché la percezione di ciò che è design di qualità spesso varia a seconda del gruppo demografico. Per alcuni luoghi è importante che il design abbia una connessione profonda con la storia locale, mentre per altri è vero il contrario. Si, è indispensabile avere percezione del luogo. Qual è il fil rouge dei vostri progetti? George: Creare un senso di familiarità attraverso il comfort. Nei vostri progetti ci sono riferimenti ad architetti o a maestri che amate? George: Il nostro mentore è stato Arthur • 82
Eric son, un modernista canadese che ha progettato il Museum of Glass di Washington, una figura molto influente nella cultura del suo tempo. Ci ispiriamo anche a Ludwig Mies van der Rohe che progettò il Toronto Dominion Centre, iniziato nel 1960 e terminato nel 196 . Ancora oggi l’edificio non è cambiato: un monumento alla sua opera. Avete anche firmato molti arredi per i migliori brand internazionali del design come interagiscono il progetto di architettura e il design dei prodotti? Glenn: La pratica del nostro studio si è
ampliata nel corso degli anni fino a includere figure professionali che prima non c'erano, come designer industriali, architetti, esperti di illuminazione e anche di branding. L’integrazione di tutte queste discipline rende oggi un progetto molto più forte. Tutte le attività possono vivere e fiorire insieme, spostando e arricchendo un’idea da una disciplina all’altra. Questo ci consente anche di fermarci a comprendere tutte le istanze, i punti in comune e le differenze tra i punti di vista delle diverse figure, per assicurarci di fare sempre il nostro meglio. ●
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PROJECTS
IN & OUT SHOP
SULLA STORICA YUYUAN ROAD A SHANGHAI, NERI & HU TRASFORMANO UN ANONIMO GRUPPO DI EDIFICI PER UFFICI IN UN HUB COMMERCIALE A USO MISTO GRAZIE A UN PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE CHE NE VALORIZZA LA STORIA E LA DIMENSIONE COMUNITARIA • txt Roberto Negri • ph Pedro Pegenaute
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S
ituata in una suggestiva strada fiancheggiata da filari di platani, all’interno di un’area edificata alla fine del XIX secolo sottoposta a tutela dal governo cinese, la location protagonista di questo progetto di riqualificazione firmato Neri & Hu è un compound di dieci edifici prospettanti su una corte centrale che ne definisce ed esalta la dimensione comunitaria, ciascuno caratterizzato da specifici connotati architettonici. La principale sfida progettuale è perciò consistita
nel definire un’impronta e un mood che potessero fungere da elemento di armonia e continuità. Chiaramente ispirato ad alcune tipologie edilizie tipiche dell’architettura cinese come gli hutong, i tradizionali quartieri urbani della Cina settentrionale, e i nongtang, i vicoli della vecchia Shanghai, l’inserimento come elemento baricentrico di un lungo muro in mattoni rossi - un tema ricorrente nella poetica dei due progettisti - definisce una netta linea di demarcazione e confine
UN LUNGO MURO IN MATTONI ROSSI - TEMA RICORRENTE NELLA POETICA DI NERI & HU - DEFINISCE UNA LINEA DI DEMARCAZIONE E CONFINE URBANO FRA L’INTERVENTO E IL RESTO DEL QUARTIERE, MANTENENDO AL TEMPO STESSO CAPACITÀ DI DIALOGO E INTERAZIONE FRA SPAZIO PUBBLICO E PRIVATO • 86
L’UTILIZZO DI UN ELEMENTO COSTRUTTIVO RELATIVAMENTE COMUNE COME IL MATTONE ROSSO A VISTA VIENE VALORIZZATO ATTRAVERSO L’USO DI DIFFERENTI SCHEMI COMPOSITIVI IN UNA SAPIENTE ALTERNANZA DI VUOTI, PIENI E SUPERFICI IN RILIEVO • 88
urbano fra l’intervento e il resto del quartiere, mantenendo al tempo stesso una capacità di dialogo e interazione fra spazio privato e pubblico. Le aperture dei varchi di accesso che ne interrompono la continuità generano infatti una relazione fra il tessuto urbano e il nuovo complesso di edifici, pur mantenendone la dimensione di comunità identitaria. Il muro funge da barriera alla vista e alla luce ma, superando il concetto funzionale della cinta muraria, è contemporaneamente barriera fisica e trait d’union capace di interagire tanto con le eterogenee architetture degli edifici quanto con l’intorno, che diventano così legati da un’invisibile ma concreta relazione, virtuale sintesi fra storia e modernità.
Gli spazi interni e il ristorante All’interno del complesso, là dove gli edifici esistenti andavano a creare con le loro geometrie irregolari spazi non utilizzabili, il muro si insinua creando piccole corti, spazi intimi e discreti a disposizione della comunità. L’utilizzo di un elemento costruttivo relativamente comune come il mattone rosso a vista viene valorizzato attraverso l’uso di differenti schemi compositivi in una sapiente alternanza di vuoti, pieni e superfici in rilievo, mentre l’esteso impiego del colore bianco per i prospetti di facciata che sovrastano l’intreccio murario in laterizio permette di sfumarne l’eterogeneità e le differenti scansioni. Parte integrante del progetto è anche Together, il ristorante all’interno del complesso che lo studio ha curato in ogni aspetto, dalla scelta del menu alle uniformi del personale, oltre naturalmente all’interior design. Poco più di 200 metri quadrati e una capienza di circa 40 coperti per questo spazio intimo che si articola in una dining room principale, un’area lounge bar e una sala privata. Le porte in vetro che separano i diversi ambienti mantengono la continuità visita tra gli spazi, dove troviamo due diverse palette di materiali. Nella sala centrale, mattoni rossi a vista creano un elemento di raccordo e relazione fra interni ed esterni, piastrelle bianche smaltate curve e rovere chiaro per i due spazi secondari, a suggerire la tranquillità di un’atmosfera domestica e familiare. Sospensioni in ottone realizzate su disegno, classiche sedie in vimini e semplici posate smaltate aggiungono un tocco di raffinata eleganza che riecheggia l’essenza della visione culinaria di Together, incentrata sulla dimensione sociale e conviviale del pranzo in un’atmosfera raccolta e rilassata. ●
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PROJECTS
CITY OF SKY SHOP
THE REALM OF THE SKY: È IL NOME SCELTO PER IL CENTRO COMMERCIALE DI SKY CITY, NUOVA INIZIATIVA IMMOBILIARE DEL GRUPPO CINESE VANKE. UN PROGETTO DI WJ DESIGN IN CUI MINIMALISMO E LEGGEREZZA SONO GLI ELEMENTI DOMINANTI, ALL’INSEGNA DI UN’INTEGRAZIONE FRA NATURA, ARCHITETTURA E DESIGN CHE HA COME PROTAGONISTA LA HUMAN EXPERIENCE • txt Roberto Negri • ph Shen Qiang e Huang Mingde
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U
na comunicazione efficace è strategica per il successo di un’operazione immobiliare. E nessuno lo sa meglio di un grande operatore real estate come il gruppo cinese Vanke. Che per promuovere Sky City, nuova iniziativa della collezione “City Community” - concept imperniato sul tema della continuità fra città e natura - ha scelto come biglietto da visita The Realm of the Sky, struttura destinata a ospitare il centro commerciale del gruppo. Il cui progetto, curato dal pluripremiato studio di architettura WJ Design fondato da Leo Hu, si declina all’insegna di un concetto di ambiente urbano
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che trova nel senso del tempo e della memoria i suoi elementi fondativi. Netto superamento del tradizionale spazio commerciale, la struttura è improntata, più che su uno specifico linguaggio stilistico, sulla comunicazione di un preciso lifestyle che rispecchia fedelmente il mood delle più recenti operazioni immobiliari del gruppo. E che ha come punto di partenza interiorità ed emozionalità, tradotte in spazi di vita da un design concept volto a creare un flusso naturale tra gli ambienti interni e esterni e i loro fruitori.
LA TRASPARENZA DELLE AMPIE SUPERFICI VETRATE DIVENTA IMMATERIALE PUNTO DI DIALOGO FRA INTERNI ED ESTERNI, RESTITUENDO I RIFLESSI DELLO SPECCHIO D’ACQUA PER TRASFORMARLI IN ULTERIORE ELEMENTO DI DESIGN
“IL DESIGN DOVREBBE PARTIRE DAL CUORE, ESPRIMERE LA NATURALE RIVELAZIONE IN UN LINGUAGGIO SEMPLICE E PORTARE ALLA PROGETTAZIONE DETTAGLIATA DELLO SPAZIO” Leo Hu
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Il dialogo con l'ambiente Sulla base di questo approccio WJ Design reinventa completamente gli 800 metri quadrati di un vecchio parcheggio, creando spazi in cui l’integrazione e il dialogo con l’ambiente circostante esprimono con grande immediatezza una filosofia progettuale che ha come protagonista l’esperienza umana. Un lighting design che utilizza estesamente la luce naturale, ampie superfici vetrate e due corti interne aperte scandiscono ambienti in cui leggerezza e trasparenza sono connotati dominanti. Dalla rampa pedonale di accesso il primo elemento che si apre alla vista dei visitatori è un patio con un suggestivo specchio
d’acqua, elemento centrale di grande valenza simbolica legato a un’idea di mutevolezza, plasticità e vitalità. La trasparenza delle ampie superfici vetrate diventa immateriale punto di dialogo e comunicazione fra interior e outdoor, restituendo i riflessi dello specchio d’acqua per trasformarli in ulteriore elemento di design che esalta l’essenziale linearità della struttura. Una grande tettoia, anch’essa affacciata sullo specchio d’acqua, sottolinea a sua volta il concetto di apertura verso la natura e i suoi elementi, regalando un’esperienza pienamente a contatto con il landscape circostante ma al tempo stesso al riparo dai suoi rigori.
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WJ DESIGN RIFUGGE QUALSIASI TENTAZIONE DI SOVRACCARICARE GLI AMBIENTI PER PRESERVARE IL SENSO DI UNA FILOSOFIA PROGETTUALE INCENTRATA SULL’ESPERIENZA UMANA
Interni essenziali In coerenza con le opzioni architettoniche degli esterni, anche l’interior è declinato all’insegna di un’elegante e moderna essenzialità. Non casualmente, WJ Design rifugge qualsiasi tentazione di sovraccaricare gli ambienti per preservare il senso di una filosofia progettuale incentrata sull’esperienza umana e, non ultimo, su un concetto di dinamica continuità fra passato, presente e futuro. Quasi un invito a ripensare ai giorni dell’infanzia con la maturità emotiva dell’età adulta, che rispecchia fedelmente l’immagine corporate di Vanke come provider di servizi urbani integrati più che semplice sviluppatore immobiliare. E, al tempo stesso, un concetto di lifestyle dinamico suggerito da spazi flessibili, aperti e lineari, quasi una tavolozza su cui disegnare esperienze di vita all’insegna dell’emozionalità e delle esperienze interiori. ●
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PROJECTS AI PIEDI DI PICCHI CARSICI NELLA CONTEA DI YANGSHUO, TRA NATURA E NUOVI MATERIALI CHE NE ESALTANO LO SPIRITO INDUSTRIALE, UNO ZUCCHERIFICIO ANNI SESSANTA DIVENTA UN RESORT FIRMATO VECTOR ARCHITECTS. VINCITORE DELL’AHEAD GLOBAL AWARD 2018 • txt Lorenzo Noè
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INDUSTRIAL HERITAGE
IL RIMANDO ALLA NATURA E AL GENIUS LOCI È EVIDENTE NELLA REALIZZAZIONE DI SPECCHI D’ACQUA ARTIFICIALI E NELL’AFFACCIO SULL’ANSA DEL FIUME
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“I
paesaggi delle montagne e d’acqua di Guilin sono i migliori al mondo”: così dice un’iscrizione su una tavoletta della dinastia Song (960-1279) che si trova ai piedi del Picco della Bellezza Solitaria nella regione del fiume Lijiang, dove lo studio pechinese Vector Architects ha progettato il recupero di uno zuccherificio da destinare a sede di un resort di lusso. L’area, situata a nord est della regione dello Guangxi a settecento chilometri da Guăngzhōu (già conosciuta in occidente come Canton e al centro della più grande conurbazione metropolitana del mondo, che conta 46,5 milioni di abitanti), è una delle mete turistiche più popolari della Cina. Il paesaggio è carsico, caratterizzato dalle acque del fiume che scorrono fra i picchi verticali di roccia dolomitica sui quali cresce la vegetazione subtropicale e da grotte. Nel 1980 l’allora presidente Deng Xiaoping, in visita all’area, dichiarò prioritaria la protezione dell’ambiente del fiume Lijiang e furono chiuse le unità produttive della zona. La crescente consapevolezza del pregio ambientale di Guilin portò nel 1996 la Commissione Nazionale della Repubblica Popolare Cinese per l’UNESCO a candidare lo scenario del fiume Lijiang per l’inserimento nell’elenco del patrimonio mondiale dell’umanità. Qui, su un’ansa del fiume Li, sorge il complesso industriale di Yangshuo, acquisito negli anni duemila da Alila Hotels, catena indonesiana che
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ha incaricato Vector Architects del progetto di riqualificazione e Horizontal Space Design del design degli interni del nuovo resort. Lo studio incaricato, Vector Architects è uno dei protagonisti della scena architettonica internazionale. Dong Gong, il fondatore, ha studiato a Pechino, Monaco e Chicago e lavorato negli Stati Uniti con Richard Meier & Partners e Steven Holl Architects. Lo studio esprime un approccio di critico pragmatismo (“Towards a Critical Pragmatism: Contemporary Chinese Architecture” era il titolo della mostra della Harvard Graduate School of Design dedicata nel 2018 all’architettura cinese contemporanea), che è tipico dell’architettura cinese contemporanea più interessante. “Abbiamo sempre pensato” - racconta Dong Gong - “che il progetto abbia bisogno di confrontarsi con i problemi sin dal primo giorno. Piuttosto che imporre il proprio ego un buon architetto deve rispettare l’ambiente esistente con logica e ragionevolezza” (Making Architecture - Lecture in Hong Kong University by Dong Gong, Vector Architects, 27 marzo 2019). Per Vector Architects ciò si traduce nell’attenzione a quattro questioni strategiche - le interrelazioni del programma architet-
tonico, lo spirito del luogo, la percezione e il dettaglio - che si possono riassumere nell’importanza del “prendersi cura”. Un atteggiamento che ha portato lo studio a occuparsi di progetti di dimensioni relativamente ridotte, soprattutto in relazione a quanto avviene in Cina negli ultimi anni. Il progetto per l’Alila Yangshuo prevede il recupero degli edifici industriali degli anni Sessanta e la costruzione di tre nuovi corpi di fabbrica. Il programma funzionale comprende 117 fra camere e suite, oltre a ristoranti, caffè, bar, un’area fitness e una libreria. L’impianto volumetrico è molto chiaro: un nuovo edificio di cinque piani lungo quasi cento metri fa da confine verso la strada di ingresso, e altri due volumi formano una corte con i fabbricati storici. Le 102 camere sono ospitate nell’edificio su strada, mentre gli edifici sulla corte ospitano gli appartamenti con giardini privati. Gli spazi comuni sono ricavati negli edifici storici, insieme alle Heritage Suites, le più prestigiose del resort. Per bilanciare l’accentuata verticalità della natura Vector Architects ha disegnato un intervento dalle linee molto semplici. All’inizio i nuovi corpi di fabbrica erano stati progettati con
tetti piani, ma, in seguito alle critiche del governo locale, lo studio ridisegnò le coperture adeguandole alle coperture a falda degli edifici storici. Dice Dong Gong: “In realtà la soluzione mi piace. In qualche modo, qualche compromesso nel corso della progettazione può non essere una cattiva cosa”. Colpisce per la raffinatezza il sistema di circolazione del resort. Gli edifici sono connessi da un sistema di spazi aperti molto suggestivi, che comprende una piazza allagata che funge anche da riserva antincendio e una piscina che riutilizza le strutture del molo sul fiume Li. Il sistema dei percorsi pubblici si estende nel nuovo edificio pluriplano, la cui lunghezza è interrotta da tre spazi speciali assimilati dai progettisti alle caverne delle montagne circostanti, la cui relazione con il fabbricato ricorda gli elementi porosi della Simmens Hall di Steven Holl al MIT di Cambridge. • 104
A caratterizzare i nuovi edifici è l’uso sofisticato dei materiali. Le pareti portanti sono in calcestruzzo gettato in opera, le rimanenti chiusure sono costituite da elementi di calcestruzzo forati e blocchi di pietra. Vector Architects ha impiegato più di un anno, dei cinque che è durata la progettazione, per mettere a punto gli elementi degli schermi. I progettisti desideravano pareti materiche e semitrasparenti che fossero alte fino a 3,5 metri senza elementi di irrigidimento a vista. Ne è nato un sistema che alterna blocchi di calcestruzzo forati e conci di marmo di Baisha, una pietra proveniente da una regione ai confini con il Myanmar - l’ex Birmania - di un colore che ricorda la pietra carsica delle montagne circostanti. I conci sono forati e connessi con tondini di ferro che irrigidiscono la struttura. Per la costruzione sono stati utilizzati circa 20.000 elementi, tutti fatti a mano e gettati a piè d’opera in casseformi di plastica. Il moti-
IL PROGETTO DI INTERIOR Il design degli interni è stato affidato a Ju Bin di Horizontal Space Design, il cui progetto è guidato da una riuscita contaminazione tra fascino antico e comfort moderno e che pone particolare enfasi sulle preesistenze storiche del complesso e la tradizione dei luoghi. All’insegna di un elegante minimalismo, sulle superfici murarie giochi di intrecci creati da cordami in canapa si alternano a fotografie i cui contrasti si richiamano all’eleganza delle tavole a china della tradizione cinese, una scelta formale che insieme all’ampio impiego della pietra locale tende a ribadire il legame fra l’edificio e il suo territorio. Il concept trae chiara ispirazione anche dalle importanti preesistenze del vecchio zuccherificio, e ai dipinti che raffigurano la storia di famiglia dei vecchi proprietari, cui fa da contraltare la modernità delle installazioni del giovane creativo Wu Wei, che campeggiano nella hall in stretto dialogo con il paesaggio di Guilin. Un tema, quello del retaggio del tempo, ripreso anche nelle sculture della dinastia Wei collocate all’ingresso della spa, nei dipinti della hall opera dell’artista contemporaneo Jiang Dahai e nei tradizionali paralumi in seta fatti a mano, tutti elementi di un’estetica fortemente radicata nella cultura del luogo. Come nello storico zuccherificio permangono i vecchi pavimenti lucidati a mano e le grandi porte originali, che conferiscono un’atmosfera “industrial" e "raw” a tutti gli ambienti del resort, in contrasto e al tempo stesso in stretto dialogo con i contemporanei arredi e complementi di design. (Agnese Lonergan)
UN SISTEMA CHE ALTERNA BLOCCHI DI CALCESTRUZZO FORATI E CONCI DI MARMO DI BAISHA ALLEGGERISCE L’IMPATTO FINALE DELLE NUOVE COSTRUZIONI
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vo degli schermi è stato ispirato dalle murature di un deposito circolare presente sull’area dove venivano messe a ventilare le canne da zucchero, che è stato smontato e ricostruito come accesso all’area sotterranea della spa. Le nuance di grigio dei nuovi corpi di fabbrica fanno da contrappunto ai colori più scuri degli edifici industriali, con i quali, invecchiando, intesseranno relazioni cromatiche sempre diverse all’interno di una palette molto coerente. Nel progetto per l’Alila Yangshuo le riflessioni teoriche di Vector Architects si traducono in spazi di grande serenità. “Ovviamente” - spiega Dong Gong - “l’architettura è una questione complessa, correlata a molti fattori come quelli sociali, ambientali, energetici e politici, ma, per me, il fondamento dell’architettura è il fare, il coinvolgimento delle nostre mani e del nostro corpo per creare, in ultima analisi, un posto che abbia uno spirito”. ●
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MAKERS
DESIGN as a lifestyle Fondato nel 2010 da Ana Milena Hernández Palacios e Christophe Penasse, MASQUESPACIO è uno studio di successo che combina marketing e interior design per creare interni dallo stile inconfondibile, dove la luce e il colore sono i protagonisti assoluti txt Alessia Delisi
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olombiana lei, belga lui. Insieme si trasferiscono a Valencia, in Spagna, trasformando le rispettive culture e formazioni in punti di vista mobili e in un approccio innovativo al design d’interni. Interessati a rinnovare quell’effetto sorpresa che garantisce vitalità a ogni progetto, mantengono la propria cifra stilistica mediterranea, tropicale, ipnotica e seducente - pur nell’alternanza di
brand e collaborazioni, da The Student Hotel al giapponese Kento. E mentre i premi si moltiplicano - l’ultimo dei quali come Interior Designer of The Year assegnato dall’edizione spagnola del magazine T di The New York Times - i due creativi non si fermano e per la Design Week milanese hanno anche progettato una nuova linea di arredi che, come loro, è giocosa e accattivante.
"IL COLORE CREA EMOZIONI E PER QUESTO MOTIVO NON POSSIAMO VIVERE SENZA. TUTTAVIA, ANCHE SE NE FACCIAMO LARGO USO, UTILIZZIAMO UN PATTERN MINIMALE, RIPETENDO I COLORI SELEZIONATI" Qual è la cifra stilistica di Masquespacio? Il nostro obiettivo è creare customer experience uniche, adatte al target di ogni cliente, ma sempre con un tocco di innovazione e dettagli sorprendenti. Come definireste il vostro uso del colore? Per noi il colore crea emozioni e per questo motivo non possiamo vivere senza. Tuttavia, anche se ne facciamo largo uso, utilizziamo sempre un pattern minimale, ripetendo i colori selezionati. Che ci siano più o meno colori, sono comunque pochi i progetti che non hanno una paletteforte e ne abbiamo anche in arrivo alcuni con un approccio cromatico ancora più eclettico. • 110
Di quali stimoli si nutre il vostro design? E quanto influisce la cultura spagnola? All’inizio eravamo concentrati soprattutto sulle tendenze del design, oggi invece sono la quotidianità e i viaggi che facciamo ad avere un grande impatto sulla nostra visione. Per quanto riguarda la Spagna, la cosa interessante è che né io né Ana siamo spagnoli. Masquespacio è un mix delle tre culture di cui facciamo parte: quella spagnola, quella colombiana e quella belga. Tutte possono essere ritrovate non soltanto nel nostro design, ma anche a livello personale. Molti hanno definito il nostro stile “mediterraneo”, per via del colore e della luce intensa: tenendo presente che viviamo in una città
con 300 giorni di sole all’anno, è impossibile non esserne ispirati, anche se l’emozione che Ana mette in ogni progetto fa indubbiamente parte del suo carattere colombiano. Per il brand di ristorazione giapponese Kento avete progettato già diverse sedi: come riuscite ogni volta a essere innovativi? Ciascun Kento deve rappresentare l’identità del marchio. Ogni volta facciamo leggere modifiche su materiali e colori, cercando di rinnovare l’effetto sorpresa. Per la terza sede abbiamo posizionato su diverse pareti alcune strisce di legno. Anche i colori sono più pop. Per il prossimo Kento utilizzeremo
"UN NEGOZIO DI SUCCESSO DEVE CONNETTERE IL CLIENTE E FARLO SENTIRE IMPORTANTE, FACENDOGLI AL TEMPO STESSO VIVERE UNA NUOVA ESPERIENZA. UN LUOGO CAPACE DI RAFFORZARE IL RAPPORTO TRA BRAND E CLIENTE"
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invece piastrelle più grandi su pavimenti e pareti, pur mantenendo lo stile originale che mescola legno e materiali industriali. Come si configura secondo voi un negozio di successo? Oggi che tutto si può acquistare online, le persone hanno meno interesse nell’andare nei negozi. Per questo un negozio di successo deve essere più di un semplice punto vendita: deve connettere il cliente e farlo sentire importante, facendogli al tempo stesso vivere una nuova esperienza. Deve essere poi un luogo capace di rafforzare il rapporto
tra brand e cliente, cercando di far sentir quest’ultimo parte del marchio e orgoglioso di utilizzarne i prodotti. Per il negozio Rubio che abbiamo disegnato, ad esempio, abbiamo raggiunto questo obiettivo attraverso piccoli dettagli interattivi che raccontano qualcosa della storia del brand, ma offrono anche l’opportunità di divertirsi. Rendere felici i clienti è il modo migliore per connettersi a loro e farli innamorare dei propri prodotti. Quali caratteristiche deve avere invece un hotel progettato per i millennial? I millennial più di ogni altro gruppo sono
un obiettivo da raggiungere quando si cerca l’innovazione. A portarli in un hotel sarà un design unico e sorprendente che condivideranno sui social e con i loro amici. Riteniamo quindi che una struttura progettata per loro dovrebbe essere piena di dettagli, dalla facciata all’ingresso, ma anche dare un tocco speciale ad angoli spesso dimenticati come gli ascensori. Le camere d’altra parte dovrebbero avere tutte uno stile diverso per far sì che il cliente, tornando, rimanga sempre sorpreso e abbia la sensazione di star vivendo un’esperienza indimenticabile.
"ALL’INIZIO ERAVAMO CONCENTRATI SOPRATTUTTO SULLE TENDENZE DEL DESIGN, OGGI INVECE SONO LA QUOTIDIANITÀ E I VIAGGI CHE FACCIAMO AD AVERE UN GRANDE IMPATTO SULLA NOSTRA VISIONE"
Come immaginate gli uffici di domani? Io e Ana ne parliamo spesso e non siamo sicuri, ad esempio, che il fattore divertimento introdotto da Google offra davvero qualcosa in più. Siamo però convinti dell’importanza di avere un’estetica interessante, che aiuti i dipendenti a migliorare la qualità del loro lavoro. La tecnologia, che fa già parte degli uffici di oggi, migliorerà sicuramente negli anni a venire, ma riteniamo che il boom del coworking sarà seguito dalla capacità di venire associato al concetto di coliving. Questo darà alle aziende la possibilità di offrire ai propri dipendenti un pacchetto completo di servizi e allo stesso tempo di integrarli nella filosofia del brand.
ual il progetto pi complesso con cui vi siete confrontati fino a oggi? Sicuramente i due progetti a cui abbiamo iniziato a lavorare nel 201 per The Student Hotel a Barcellona. Non avevamo mai realizzato hotel tanto grandi e confrontarci con un team così numeroso è stata per noi una sfida che si è conclusa con successo. Saremo sempre grati a The Student Hotel per questa opportunità. Che tipo di dialogo instaura il vostro design d’interni con il progetto architettonico? Partiamo sempre dall’idea di mantenere elementi architettonici originali come stampi, travi, pilastri di cemento e così via. Se lavoriamo a un progetto in cui questi elementi del passato esistono, la
nostra sfida è dare vita a un design contemporaneo capace di rispettarli. Per quanto riguarda i nuovi progetti invece, cerchiamo sempre di creare installazioni a soffitto, rendendole parte del nostro design. uali novit avete in cantiere? Qui a Valencia stiamo realizzando alcuni progetti di ristorazione, mentre abbiamo in atto collaborazioni più grandi a Barcellona e Madrid. A settembre poi è prevista l’apertura del nuovo hotel che abbiamo disegnato a Berlino per il brand The Student Hotel. Ma stiamo lavorando anche a una collezione che vorremo presentare l’anno prossimo a Milano con Mas Creations, brand che rappresenta la nostra visione al 100%. ●
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REDEFINE LINKEDIN WORK
LE SEDI LINKEDIN DI PARIGI, MONACO, MADRID E MILANO OFFRONO SPAZI NUOVI E NON ASETTICI, RIVOLTI ALLE NUOVE GENERAZIONI DI LAVORATORI NOMADI. UN PROGETTO DELLO STUDIO IL PRISMA, CHE HA INTRODOTTO SOLUZIONI INNOVATIVE ED ESALTATO LE PECULIARITÀ SOCIO-CULTURALI DI OGNI LOCATION • txt
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Antonia Zanardini
na nuova metodologia in grado di orientare le società che devono ridisegnare i propri ambienti di lavoro e un percorso progettuale attento ai fattori percettivi e sensoriali, per realizzare spazi nuovi e non asettici rivolti a nuove generazioni di lavoratori nomadi. è il percorso di analisi e progettazione partecipata Redefine Your Habits proposto dallo studio Il Prisma di Milano. Un processo multidisciplinare che
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oltre alla sfera fisica e architettonica coinvolge anche il mondo comportamentale e digitale introducendo soluzioni innovative, come la possibilità di lavorare in qualsiasi ambiente dell’ufficio portando con sè il proprio supporto tecnologico. Un nuovo modo di lavorare che però può funzionare se insieme alla creazione fisica dello spazio si educa contestualmente la popolazione aziendale al corretto utilizzo degli ambienti e a lavorare per obiettivi.
IL PROCESSO DI PROGETTAZIONE MULTIDISCIPLINARE, OLTRE ALLA SFERA FISICA E ARCHITETTONICA, HA COINVOLTO ANCHE IL MONDO COMPORTAMENTALE E DIGITALE INTRODUCENDO SOLUZIONI INNOVATIVE. COME LA POSSIBILITÀ DI LAVORARE IN QUALSIASI AMBIENTE PORTANDO CON SÉ IL PROPRIO COMPUTER
Le premesse e il concept L’identità di LinkedIn è stata innanzitutto definita come l’ambiente (virtuale) dove le attitudini e le skill personali possono trasformarsi in eccellenza, sia attraverso la ricerca o l’offerta di posizioni lavorative migliori sia attraverso la creazione di nuovi contatti e la diffusione di cultura e contenuti professionali tramite endorsement o percorsi di apprendimento online. Quindi, l’applicazione della metodologia Redefine Your Habits ha permesso l’identificazione di un modello di progettazione basato sui valori della società, quali "Members Come First" e "Act Like an Owner", che creano appartenenza e responsabilità, "Relationships Matter" e "Be Open, Honest and Constructive", che sono alla base dell’atmosfera familiare, e "Demand Excellence" e "Take Intelligent Risks", che spingono il team a perseguire obiettivi sempre più alti. Valori condivisi da tutti i membri, che guidano a livello globale il brand ma che vengono percepiti localmente con differenti sfumature in base a culture, abitudini e bisogni dei singoli team. Quattro le sedi coinvolte - Italia, Francia, Spagna e DACH, ovvero Tedesca, Austriaca e Svizzera - dove abitudini, relazioni e tradizioni locali sono state tradotte attraverso spazi funzionali alle loro peculiarità. Sei gli spazi identificati come caratterizzanti lo spazio e le attività che vi si svolgono. Reception: uno spazio di immersione completa nel brand, ma dove già si percepiscono le caratteristiche, in termini di colori e sapori, della location in cui è immerso. Breakout: spazi dedicati alla socializzazione, per aumentare la collaborazione e il senso di appartenenza, dal gioco con i colleghi alla condivisione del pranzo o di un aperitivo. Lounge: uno spazio calmo, legato alla natura o riservato e silenzioso, leggermente nascosto, per rasserenare gli animi. Un ambiente dove riposare, fare yoga, oltre che, naturalmente, lavorare. All Hands: un ambiente in cui tutti i dipendenti possono trovare posto e partecipare. Dove si svolgono riunioni informative, legate a comunicazioni aziendali o a programmi di formazione. Meeting: spazi di “intelligenza collettiva” per collaborare e raggiungere insieme gli obiettivi, perché un gruppo di persone è in grado di generare molto più valore, innovazione e creatività di quanto potrebbe fare un singolo. Drop In: spazi in cui svolgere compiti che richiedono particolare concentrazione, dove ogni dipendente - oltre al proprio desk in open space - può trovare momenti personali per pensare e progettare. Una volta identificati gli elementi identitari e gli spazi caratterizzanti l’attività di Linkedin e dei suoi team si è quindi passati alla progettazione delle singole sedi. • 118
A MONACO, LA ZONA LANDMARKE SI ISPIRA ALLA PASSIONE DEL TEAM LOCALE PER LA VITA ALL’ARIA APERTA E AI PAESAGGI ALPINI DELLA REGIONE. ROCCIA, ROVERE E PIANTE CREANO UN ANFITEATRO CHE PERMETTE RIPOSO E SOCIALIZZAZIONE Monaco La DACH è un’unica regione che si estende in più paesi - Germania, Austria e Svizzera - mantenendo radici ed eccellenze comuni. La sede di Monaco è quindi stata disegnata come The DACH Gate, selezionando alcuni temi progettuali che evidenziassero l’unicità dell’area. In primis la zona Landmarke, ispirata alla passione del team locale per la vita all’aria aperta e ai paesaggi alpini della regione. Roccia, rovere e piante integrate con una tecnologica infrastruttura audio e video creano un anfiteatro che permette riposo e socializzazione. Un podio centrale con due alberi concettuali diventa il palco dedicato agli oratori, mentre un’area brainstor-
ming reinterpreta l’archetipo della casa sull’albero, mentre tronchi sospesi e una parete verde introducono a un’area breakout progettata con rovere tagliato al grezzo. La Konzertsaal si ispira invece alla musica classica dei maestri della DACH del Settecento. Qui una struttura sospesa evoca la metafora di un carillon, dove trombe di ottone diffondono le note di un piano nascosto dall’area lounge. Mentre lo spirito tecnologico della regione è stato raffigurato nella zona Wiege der Technik: dal settore automotive a quello farmaceutico, ricerca e innovazione sono parte dello spirito del territorio, qui rappresentate con un cubo di specchi sospeso che simboleggia la collaborazione.
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EL PATIO DE LUZ È L’ELEMENTO CENTRALE DELLA SEDE DI MADRID, PUNTO DI CONVERGENZA DELLE ORBITE DI TUTTI GLI ALTRI SPAZI. QUI UNA PERGOLA IN LEGNO, UN SOFFITTO RETROILLUMINATO E UN PAVIMENTO IN CERAMICA TRASMETTONO L’ESSENZA DEL TIPICO PATIO IBERICO
Madrid Il sole è il cuore della cultura spagnola: tutto a Madrid ruota attorno al El Patio de Luz, elemento centrale del progetto e punto di convergenza delle orbite di tutti gli altri spazi. Progettato per la comunicazione e la convivialità, utilizza una pergola in legno, un soffitto retroilluminato e un pavimento in ceramica per trasmettere l’essenza del tipico patio iberico. Ma la Spagna ha anche dimostrato il suo talento nel realizzare grandi cose partendo da zero. Il concetto di volontà e determinazione nel superare i limiti, attraverso un linguaggio innovativo, è stato interpretato con l’idea di cambiare il punto di vista: l’area di brainstorming è così una zona lounge riconfigurabile in infinite soluzioni all’interno di un nido di tessuto-metallo, mentre la drop in room Picasso celebra la reinterpretazione della realtà attraverso una parete decostruita. In aggiunta un’opera di Ruben Sanchez rappresenta una figura a cavallo di un toro che esce da una caverna prismatica, metafora dei tempi bui della crisi economica e della mancanza di ispirazione in un processo creativo. Al di fuori di questa caverna, un’esplosione di colori rappresenta invece un mondo pieno di possibilità.
Parigi Gli uffici di Parigi sfruttano la pianta di un edificio Haussmaniano per rappresentare un Worksphere Ecosystem nel quale sette tematiche caratterizzano il design di ogni ambiente. Tra questi, Symphonies Visuelles parla della tradizione francese legata a cinema, opera, teatro e generalmente a tutto ciò che è show. Un’eccellenza che ha ispirato la progettazione di una All Hands dove un palco può accogliere eventi speciali mentre i posti per il pubblico sono rappresentati da una gradonata a disposizione dei dipendenti. Nel Cafè de Phares cemento, ferro, legno grezzo e lampade vintage sono stati utilizzati per ricreare l’atmosfera in un bistrot intellettuale, mentre Détails de Style offre diversi work setting organizzati concettualmente come una strada di boutique dove ogni vetrina rappresenta un’eccellenza francese nell’alta moda. Particolarissima anche l’area Idée de Parfum, che prende ispirazione da essenze e aromi delle più esclusive fragranze, dei più sofisticati piatti e dei più preziosi vini della tradizione francese. Qui il corridoio è un percorso verde con piante sospese e alberi concettuali, mentre le sale riunioni sono progettate con vetri da serra e pergole di legno che richiamano alla memoria i luoghi dove l’eccellenza francese crea fragranze e sapori unici.
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A PARIGI, L’AREA IDÉE DE PARFUM PRENDE ISPIRAZIONE DA ESSENZE E AROMI DELLE PIÙ ESCLUSIVE FRAGRANZE, DEI PIÙ SOFISTICATI PIATTI E DEI PIÙ PREZIOSI VINI DELLA TRADIZIONE FRANCESE
NELLA SEDE DI MILANO LA TAVOLA DELL’AREA RISTORANTE È IL LUOGO DOVE L’ITALIANITÀ PUÒ ESPRIMERSI, ATTRAVERSO QUALITÀ E RELAZIONE. LA GIORNATA LAVORATIVA INIZIA CON LA COLAZIONE E OGNI BREAK È UN’OCCASIONE PER CONDIVIDERE IDEE E PROGETTI
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Fin dall’ingresso, negli uffici Linkedin Milano l’esperienza è unica: una lobby completamente blu accoglie gli ospiti con un IN bug, due touch screen per digital signage e una rastrelliera di bici brandizzate Linkedin a disposizione dei dipendenti per l’uso quotidiano
Milano L’Italia ha la capacità di adattarsi alle situazioni che si evolvono pur mantenendo vive le proprie tradizioni. Non stupisce quindi che gli uffici di Milano siano stati progettati attorno alla metafora dei “luoghi di trasformazione”, ovvero ambienti in cui il talento puro viene trasformato in valore. In collaborazione con il team locale, sono stati selezionati cinque luoghi particolarmente rappresentativi dell’Italia e di Milano: Il Teatro, Il Ristorante, La Sartoria, La Cantina e Il Giardino Segreto, quest’ultimo progettato con in mente i paesaggi italiani e le nostre eccellenze agricole. Fin dall’ingresso, negli uffici Linkedin Milano l’esperienza è unica: una lobby completamente blu accoglie gli ospiti con un IN bug, due touch screen per digital signage e una rastrelliera di bici brandizzate Linkedin a disposizione dei dipendenti per l’uso quotidiano. Spettacolo e cultura, divertimento e apprendimento vengono rappresentati nel Teatro, spazio polifunzionale che si adatta a varie esigenze grazie alla sua flessibilità: su una grande gradonata in legno dai toni caldi si mettono in scena non soltan-
to i risultati lavorativi, ma vengono coltivati giochi, passioni ed esperienze. Anche la tavola ha sempre rappresentato il luogo dove l’italianità può esprimersi, sinonimo di qualità e relazione. Quindi, in linea con lo spirito conviviale e informale del team italiano, la giornata lavorativa inizia con la colazione, la pausa pranzo diventa un momento di condivisione e ogni break è un’occasione per riprendere energia e condividere idee e progetti. Insolito e avvolgente, Il Giardino Segreto è il luogo simbolo dei nostri prodotti della terra: curve morbide e profumi intensi caratterizzano un vero e proprio angolo di pace dove potersi rilassare ammirando il panorama urbano o dove organizzare incontri di lavoro in una cornice alternativa. Infine, non potevano poi mancare i nostri vini: La Cantina è uno spazio per incontri importanti o il luogo dove ascoltare buona musica bevendo un bicchiere di vino, isolandosi dalla frenesia dell’open space, in un ambiente caratterizzato da materiali tattili e profumati che fanno vivere al fruitore un’esperienza sensoriale completa. Un luogo “non connesso” nell’azienda più connessa. ●
PROJECTS
AT L A S
UNDERWATER EAT
UNDER, ULTIMO CAPOLAVORO DI SNØHETTA, È UNO STRAORDINARIO ESEMPIO DI ARCHITETTURA INTEGRATA CON L’AMBIENTE. UN PARALLELEPIPEDO IN CEMENTO CHE SEMBRA SCIVOLARE SUI FONDALI MARINI • txt
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Laura Verdi
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ph Ivar Kvaal e Inger Marie Grini
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embra la citazione del titolo di un libro, oppure la stranezza di un architetto bizzarro ma non è così: si tratta dell’ultimo capolavoro di Snøhetta, lo studio internazionale con sede a Oslo, amico dello sviluppo sostenibile e dell’etica progettuale. Suoi i concetti di architettura vista come connubio tra ambiente e artificio, tradizione e innovazione, perfettamente leggibili in Under, il primo ristorante sottomarino in Europa. Non è la prima volta che si cimentano con i piani inclinati, anzi,
sembra proprio essere un loro segno distintivo, basti pensare alla Biblioteca Alexandrina, con la quale si fecero conoscere al mondo più di 15 anni fa, o la Oslo Opera House, ma con Under si spingono oltre, realizzando un parallelepipedo in cemento lungo 34 metri che quasi sembra scivolare sui fondali marini, per arrivare a una profondità di cinque metri sotto il livello del mare. “Under, che in norvegese significa sotto ma anche meraviglioso, è il naturale sviluppo delle nostre sperimentazioni con i confini”, spiega Kjetil-
UNDER NON È SOLO UN RISTORANTE MA ANCHE UN OSSERVATORIO BIOMARINO DAL QUALE I BIOLOGI SEGUONO LE SPECIE ITTICHE E NE STUDIANO I COMPORTAMENTI
Thorsen, socio fondatore di Snøhetta, “e un nuovo landmark per la Norvegia del Sud”. Osservatorio di biodiversità Under è situato a Lindesnes, il punto più meridionale della costa norvegese, famosa per le sue condizioni atmosferiche difficili e variabili in brevissimo tempo, dalla calma alla tempesta. Non è solo un ristorante ma anche un osservatorio biomarino dal quale i biologi seguono le specie ittiche durante le diverse stagioni e ne studiano i comportamenti. Under dà anche una diversa percezione del sé, alla scoperta di nuove prospettive, sopra e sotto il mare. • 128
L’involucro in cemento, con i suoi 50 centimetri di spessore, è stato appositamente studiato per contrastare le spinte della pressione esterna e resistere alla forza delle onde, e con il tempo si integrerà completamente con l’ambiente. Come una sorta di reef naturale, sarà ricoperto da alghe e mitili. Dal rosa corallo al blu notte La zona cucina è situata più vicino alla costa, mentre quella ristorante, con circa 40 posti a sedere, si trova nella parte più immersa ed è caratterizzata da tonalità che diventano più scure quanto più ci si immerge sott’acqua e che riprendono le sfumature di
IL METODO COSTRUTTIVO L’involucro esterno è stato assemblato su una chiatta a venti metri dal sito, comprese le finestre installate prima dell’immersione. È stato poi spostato da rimorchiatori, riempito completamente d’acqua e fatto scivolare sul fondo con l’ausilio di una gru. I lavori strutturali sono stati completati una volta alloggiato il parallelepipedo, che è stato imbullonato a una lastra ancorata sul substrato roccioso. Svuotato dell’acqua, sono iniziati i lavori negli interni.
IL RISTORANTE È CARATTERIZZATO DA TONALITÀ CHE DIVENTANO PIÙ SCURE QUANTO PIÙ CI SI IMMERGE SOTT’ACQUA: ROSA CORALLO NEL FOYER, VERDE E BLU PER LA SALA DINNER
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un tramonto: rosa corallo nel foyer, verdi e blu per la sala dinner. La linea di galleggiamento, dove il cielo tocca il mare, è visibile dal bar all’ingresso, attraverso una finestra verticale che taglia il cemento dall’alto fino alla base della struttura. La sala ristorante, invece, è completamente immersa e la totale percezione dell’ambiente marino è garantita da una grande finestra alta 3,4 metri e lunga 11. I continui cambiamenti delle profondità marine, nell’arco delle giornate ma anche delle stagioni, rendono mutevoli anche gli interni, mai uguali a se stessi.
Il sistema di illuminazione della sala, con 380 lampade led regolabili in funzione della luce che filtra dall’esterno, rende poco percepibili i riflessi del vetro all’interno e ottimizza la vista dell’esterno. Camminare all’interno di questo parallelepipedo in cemento è un’esperienza sensoriale, guidata non solo dai colori ma anche dai materiali che dalle finiture più grezze dell’ingresso diventano sempre più raffinate inoltrandosi nel cuore dell’edificio, fino alla sala ristorante, completamente rivestita in rovere proveniente dalle querce delle foreste norvegesi. ●
AT L A S
PROJECTS
LIGHT HOUSE SHOW
NELL’OMONIMO PALAZZO VENEZIANO, LA MAISON DELLA LUCE BAROVIER&TOSO CELEBRA SETTECENTO ANNI DI PASSIONE PER IL VETRO CON UN NUOVO E SORPRENDETE SHOWROOM. UN PROGETTO DI CALVI BRAMBILLA IN CUI CONVIVONO ARTE, STORIA E CONTEMPORANEITÀ • txt Laura Verdi
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riduttivo chiamarlo showroom: tre piani di luce declinata nelle collezioni di Barovier&Toso. È il nuovo palazzo che della storica azienda prende il nome sul Rio dei Vetrai a Murano, il canale che da secoli ospita le fornaci di una delle vetrerie più antiche al mondo, che da sempre vanta una politica abilmente bilanciata tra innovazione e tradizione. Ed è proprio su questo connubio che si basa il progetto di Calvi Brambilla, abile reinterpretazione contemporanea degli elementi architettonici tipici degli antichi palazzi nobiliari: dalla boiserie al pavimento in seminato veneziano, dalla disposizione in pianta delle stanze • 132
fino al colore che scandisce univocamente ogni sala, stabilendo la declinazione cromatica di tutti i suoi componenti. Una scelta che diventa fil rouge dell’intero edificio e regala un’esperienza visiva unica. “Per realizzare il nuovo palazzo abbiamo pensato a uno spazio in cui potessero convivere storia e contemporaneità, le due essenze primarie di Barovier&Toso” commenta Paolo Brambilla. “Siamo riusciti ad armonizzare un concept d’interior essenziale e moderno con la maestosità del vetro di Murano, celebrandolo in un contesto colmo di luce e riflessi” gli fa eco Fabio Calvi.
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“SIAMO RIUSCITI AD ARMONIZZARE UN CONCEPT D’INTERIOR ESSENZIALE E MODERNO CON LA MAESTOSITÀ DEL VETRO DI MURANO, CELEBRANDOLO IN UN CONTESTO COLMO DI LUCE E RIFLESSI” Fabio Calvi
Colore e luce Il progetto è fatto di luce e colore, elementi alla base della filosofia progettuale di Calvi Brambilla e intesi spesso come un unico strumento indispensabile per organizzare lo spazio, che qui diventano decorazione, nella sua accezione più grafica e pura. Il piano terra è caratterizzato da toni scuri e da luci soffuse che accolgono i visitatori, tra lampade a sospensione e da tavolo che creano atmosfere in un giusto mix di luce e ombra. I tre piani del palazzo sono collegati da una scala dorata con pavimento alla veneziana che affaccia su una doppia altezza dominata dal lampadario Taif, disegnato nel 1980 per un palazzo del re saudita. Al primo piano il colore scandisce un’infilata di stanze - bianca, oro, blu, nera e rossa - e determina la scelta cromatica dei pezzi più prestigiosi della maison, come Camparino, Quadri, Rosati, Venezia 1295, in totale libertà di accostamento compositivo. Al piano
superiore, in una sala con soffitto a capriata, il percorso di luce termina in uno spazio bar in cui due splendide Perseus illuminano un’esposizione di vetri soffiati e pezzi di lampadari scomposti su una libreria a giorno. Nella caffetteria, dominata dai toni del rosa, President e Premiere Dame si fronteggiano in un gioco di riflessi amplificati dagli specchi a parete. Ai vari piani, opere di Jason Martin, Brigitte Kowanz e Astrid Krogh affiancano le collezioni, in un sorprendente gioco di rimandi tra arte, tempo e bellezza. ●
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PROJECTS
FANCY FLIGHT
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TRAVEL
IL TWA TERMINAL DI NEW YORK PROGETTATO DA SAARINEN TORNA AL SUO SPLENDORE E DIVENTA UN HOTEL ISPIRATO AI FAVOLOSI SIXTIES. UN PROGETTO A PIÙ MANI, FIRMATO LUBRANO CIAVARRA ARCHITECTS, BEYER BLINDER BELLE E STONEHILL TAYLOR • txt Paola Camillo • ph David Mitchell
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igure is lost. La forma si è persa, non è più leggibile, recitava il diagramma di flusso dei lavori che avrebbero ridato la luce al TWA Terminal, un capolavoro di espressionismo nel design che Eero Saarineen realizzò nel 1962 per l’aeroporto JFK di New York. Oltre cinque anni di interventi per ristabilirne la cristallina identità, liberarlo dalle superfetazioni e ritrovare il figure in the field, in gergo, la forma pura, scultorea, seppure nella sua nuova funzione di hotel. Red Chili Ristrutturato alla perfezione nel suo binomio bianco latte e rosso peperoncino, pavimenti a mosaico e sedute di velluto, lucernari a nastro e corrimano in corsa, l’ex terminal aeroportule è stato rifunzionalizzato nella hall e area lounge dell’hotel, che mantiene il nome dell’estinta compagnia di volo TWA. Le cinquecento camere dell’albergo hanno trovato spazio in una struttura costruita ex novo, bipartita a formare due ali ai lati dell’ex terminal, un proscenio discreto per il “mezzo pompelmo schiacciato”, così come • 138
Saarineen spiegò la peculiare forma del suo capolavoro secondo un architetto del suo studio: “Eero stava facendo colazione e usando la buccia del suo pompelmo per descrivere il guscio del terminal, ha spinto verso il centro per raffigurare la depressione che desiderava”. Raggiungere le camere dell’albergo è emozione pura: si percorre la passerella che un tempo conduceva ai gate e che oggi è invece il raccordo all’hotel. Si cammina nel rosso puro avulsi dalla realtà, in una terra di mezzo tra il suolo e il cielo. Giunti nelle camere, il tema del volo prosegue. I letti sono rivolti verso la parete in vetro con vista verso l’antico terminal oppure verso le piste di atterraggio (in fase di prenotazione si può addirittura scegliere tra vista “landmark” e “runaway”). Allo studio di design Stonehill Taylor è stata affidata la visione interior: ”In molti modi, l’anno 1962 ha significato la forza, l’ottimismo e l’innovazione americana nella ‘Golden Age of Flying’. Abbiamo incorporato molti elementi di design che ricordano l’era del bar Martini in stile Mad Man, e poi il tavolo Tulip e l’iconica Womb
Chair progettati da Saarinen. La cultura del 1962 ci ha aiutato a immaginare un’esperienza dell’ospitalità contemporanea: intuitiva, raffinata e perfettamente adatta al viaggiatore moderno - spiega Sara Duffy di Stonehill Taylor - Inoltre, mentre ci siamo assicurati di utilizzare lo stesso “rosso chili” del TWA terminal, lo abbiamo intenzionalmente bilanciato con una palette neutra di bianchi e blu, e con finiture in noce naturale e ottone per rendere lo spazio più attuale”. Futuro e nostalgia della Jet Age Leggermente curvato verso l’interno, l’hotel ha linee misurate e ha la funzione di esaltare e ammorbidire allo stesso tempo il chias-
soso assetto aeroportuale circostante. “La facciata in alluminio e vetro crea una parete neutra che mette in risalto le linee di Saarineen“ spiega l’architetto Anne Marie Lubrano che insieme a Lea Ciavarra -entrambe di origini italiane - ha curato il concept-design del progetto. Il TWA Hotel è stato uno sforzo collettivo di più studi e istituzioni che hanno riaperto un’icona dell’architettura, poetica, sexy, libera e piena di opzioni: lasciarsi illuminare dal sole che irrompe dalle finestre a parete della “Sunken Lounge”, oggi divenuta un cocktail bar, o passeggiare sulle scale a rampa, per un drink o una cena nel ristorante dello chef francese Jean-Georges Vongerichten.
“ABBIAMO INCORPORATO MOLTI ELEMENTI DI DESIGN CHE RICORDANO L’ERA DEL BAR MARTINI IN STILE MAD MAN, E POI IL TAVOLO TULIP E L’ICONICA WOMB CHAIR PROGETTATI DA SAARINEN. LA CULTURA DEL 1962 CI HA AIUTATO A IMMAGINARE UN’ESPERIENZA DELL’OSPITALITÀ CONTEMPORANEA” Sara Duffy, Stonehill Taylor
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Sopra Raggiungere le camere dell’albergo è emozione pura: si cammina nel rosso puro avulsi dalla realtà, in una terra di mezzo tra il suolo e il cielo. A fianco Le 500 camere dell’albergo hanno trovato spazio in una struttura costruita ex novo, bipartita a formare due ali ai lati dell’ex terminal
Per dare il via ai lavori di restyling del TWA ci sono voluti oltre dieci anni -il terminal era stato totalmente chiuso e abbandonato nel 2001- e una sfilza di proposte cassate tra cui anche una di Donald Trump. I lavori odierni sono stati guidati dai preservazionisti di Beyer Blinder Belle, maestri nel restyling di edifici storici, che hanno riportato in vita ogni centimetro cubo del sito: dall’Ambassador Lounge con la sua bella fontana in pietra di Noguchi fino al display a palette Solari di Udine, riprodotto utilizzando la tecnologia autentica, sviluppata da Remigio Solari negli Anni 50. Ma lo stupore si spinge verso l’esterno del terminal dove un dismesso aeroplano Lockheed Constellation è stato ristrutturato e trasformato in un intimo cocktail bar, dove si respira l’avventura del volo
dei favolosi sixties, il boom di viaggiatori via etere che nel giro di dieci anni cambiò la portata del JFK. Oggi il TWA è un hotel pensato sia per viaggiatori in scalo ma è anche una destinazione in sè, che attrae chi cerca un’esperienza di dislocamento temporale, un raffinato viaggio nel tempo. Tra curvature sensuali e riccioli di luce e architettura, qui non è necessario essere viaggiatori per prendere il volo. ●
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In basso Nelle camere il tema del volo prosegue: i letti sono rivolti verso la parete in vetro con vista sul terminal o sulle piste di atterraggio
AT L A S
MAKERS
LUXURY touch Dal 2008 HUMBERT & POYET disegnano interni intimi ed eleganti, capaci di interpretare in chiave contemporanea lo spirito del luogo. Un progetto dopo l’altro, approdano in Provenza, dove firmano una nuova wine experience txt Alessia Delisi ph Francis Amiand
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utto ha avuto inizio nel 2007, quando Emil Humbert ha aperto il suo studio di architettura a Monte Carlo, mentre Christophe Poyet si era da poco laureato alla prestigiosa Académie Charpentier di Parigi. Parigino il primo, con studi all’Ecole Nationale Supérieure d’Architecture di Paris-Belleville, monegasco il secondo, dopo appena un anno dal loro primo incontro hanno unito le rispettive competenze e la comune • 144
passione per il design e la moda, fondando lo studio di architettura Humbert & Poyet, nel Principato di Monaco: «È stato naturale, ho capito subito che avremmo lavorato insieme», afferma infatti Emil Humbert. Otto anni più tardi questo giovane duo di creativi è un vero e proprio punto di riferimento a Monaco e uno tra i più apprezzati nel resto del mondo, con progetti a Parigi e Cannes, Lussemburgo, New York e Hong Kong.
Il blu Egeo adorna le pareti delle aree comuni e fa risaltare l’ottone luminoso delle lampade a sospensione e delle applique
Nel segno del lusso Un design elegante e meticoloso capace di creare spazi senza tempo utilizzando materiali di altissima qualità come pietra, legno e bronzo: è questa la cifra stilistica di Humbert & Poyet che pure non dimenticano mai di anteporre a ogni loro progetto il genius loci e la personalità del cliente. Basti vedere lo spettacolare Beefbar Paris, steakhouse dell’esclusivo gruppo fondato nel 2005 dall’imprenditore Riccardo Giraudi, con cui il duo di architetti si è cimentato nel restauro di una sala Art Nouveau registrata già dal • 146
1985 come monumento storico, creando interni drammatici dove minimalismo e design contemporaneo dialogano con gli originali decori floreali delle vetrate. Ma Humbert & Poyet sono celebri anche per aver lasciato il loro inconfondibile segno nell’hotel parigino The Hoxton e nelle boutique di Aquazzura a New York e Alexis Mabille a Parigi, distinguendosi per scelta dei materiali, lighting design e capacità di porre il cliente al centro della scena. «Comunichiamo costantemente durante la fase di lavorazione. La nostra simbiosi è alla base di ogni progetto e
assicura che lo spazio che abbiamo immaginato funzioni», dichiara Christophe Poyet. Wine experience in Provenza Una delle ultime creazioni di Humbert & Poyet è Ultimate Provence, nuova tenuta vinicola in Provenza dotata di hotel e appartamenti che, combinando convivialità ed eleganza, si appresta a diventare una destinazione assolutamente unica nel suo genere. Ribaltando i tradizionali codici di progettazione di un’azienda vinicola, il duo ha infatti dato vita a degli ambienti al
UN DESIGN ELEGANTE E RICERCATO, CAPACE DI CREARE SPAZI SENZA TEMPO UTILIZZANDO MATERIALI DI ALTISSIMA QUALITÀ COME PIETRA, LEGNO E BRONZO: È QUESTA LA CIFRA STILISTICA DI HUMBERT & POYET
ULTIMATE PROVENCE È UNA TENUTA VINICOLA DOTATA DI HOTEL E APPARTAMENTI CHE, COMBINANDO CONVIVIALITÀ ED ELEGANZA, SI APPRESTA A DIVENTARE UNA DESTINAZIONE UNICA NEL SUO GENERE
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Il contrasto tra caldo e freddo, contemporaneo e vintage domina anche le oltre venti camere e i cinque appartamenti, dove legno e colori pastello creano atmosfere intime e ricercate
tempo stesso intimi e urbani dove estetica e funzionalità si fondono. L’accostamento di materiali grezzi come il cemento con elementi più nobili come il rovere invecchiato, il marmo, l’ottone e la pelle conferisce alla struttura un carattere contemporaneo, in accordo con la linea finora seguita dagli architetti. Fonte di ispirazione dell’intero progetto sono i paesaggi del sud della Francia trasformati per l’occasione in materiali esclusivi, con note di salvia e seppia a ricordare i colori dei vigneti di Provenza. Giochi di luce e contrasti Il blu Egeo adorna le pareti delle aree comuni e fa risaltare l’ottone luminoso delle lampade a sospensione e delle applique. Il contrasto tra caldo e freddo, contemporaneo e vintage domina anche le oltre venti camere e i cinque appartamenti, dove legno e colori pastello creano atmosfere intime e ricercate. Un ruolo importante nella definizione degli spazi interni è poi giocato dalla luce: è questa infatti a creare dettagli, rivelare sfumature ed evidenziare i contrasti, permettendo, con il suo incontrollabile dinamismo, di valorizzare le superfici che avvolgono i volumi. Non è un caso quindi che Humbert & Poyet abbiano scelto grandi porte in bronzo vetrato a separare le diverse aree - dalle cantine alla sala di degustazione fino al ristorante - creando al tempo stesso una magnifica fluidità visiva che contribuisce a fare di Ultimate Provence una location d’eccezione. ●
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MAKERS
OS2 75 porte e finestre Secco ottone brunito Disponibile nelle pregiate finiture: acciaio inox e ottone, bruniti e naturali, Corten e acciaio zincato verniciato. Vincitore del Compasso d’Oro, il serramento OS2 75 si distingue per la sua eleganza e flessibilità di progettazione, avendo a disposizione oltre 40 profili per disegnare nel dettaglio il serramento desiderato. Anche con sezioni a vista minimali, di soli 47 mm, i serramenti del sistema OS2 75 possono avere apertura ad anta/ribalta e altissime prestazioni di isolamento.
Fondaco dei Tedeschi - Venezia ITA OMA - Rem Koolhaas Secco Sistemi | www.seccosistemi.com
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like a stone
www.adrenalina.it
carved by the wind
ROCHE design
Daria Zinovatnaya
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LA DOLCE VITA EAT
ECLETTISMO, VINTAGE E INNOVAZIONE A LIÒN, IL NUOVO RISTORANTE TRA IL PANTHEON E PIAZZA NAVONA DISEGNATO DA DANIELA COLLI • txt Laura Verdi • ph Matteo Piazza
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uori un tipico palazzo di epoca fascista, dentro un tripudio di colori, materiali e motivi geometrici. È il Liòn, il ristorante progettato da Daniela Colli nel centro di Roma, a pochi passi dal Pantheon e da Piazza Navona. Un locale che, a dispetto della posizione, non si rivolge al turista frettoloso ma offre uno stile vintage e ricercato caratterizzato da linee morbide, colori saturi e luci soffuse riflesse nelle superfici
specchiate che rievocano frammenti della dolce vita romana. “Liòn è un universo di colori, materiali e geometrie che si fondono con grande coerenza formale per offrire al cliente un’esperienza totalizzante tra design e cucina”, racconta l’architetto Colli, che in questo progetto è riuscita a combinare le esigenze dello stile di vita contemporaneo con le radici storico culturali del design, in un mix di passato e futuro.
IL DESIGN DEGLI INTERNI SI BASA SULLA RIPETIZIONE MODULARE DEL CERCHIO, RIPROPOSTO NEI FREGI A PARETE, NELLA BOTTIGLIERIA SOPRA IL BANCONE IN OTTONE FRESATO E NEI MOTIVI DEGLI ARREDI BESPOKE
Come in un frattale Il locale si sviluppa su due livelli. Il piano terra è uno spazio volutamente fluido, senza frapposizioni e definito solo da macchie di colore pieno, che ospita il bar e la sala ristorante e che si apre sul dehor esterno illuminato da ampie vetrate incastonate in portali in marmo, tipiche dell’architettura del periodo. Il piano interrato, al quale si accede attraverso una scala in marmo impreziosita da dettagli in ottone, ospita invece la cucina, i locali di servizio e la cantina dei vini. Le geometrie sulle quali si gioca il design degli interni sono semplici e nascono dalla ripetizione modulare del cerchio, riproposto nei fregi a parete, nella bottiglieria a losanghe sopra il bancone e nei motivi dei mobili disegnati su misura. Cerchio che ovunque ricorre e domina anche gli elementi sospesi in vetro colorato in pasta, che rievocano i vetri piombati dei primi del Novecento. A terra si ripropone un geometrismo spinto con una pavimentazione a rombi a effetto tridimensionale sui toni dell'azzurro, che ben si sposa con l’ottanio della boiserie e il turchese del bancone in vetro diamantato e dei divani in velluto. In velluto anche le poltrone, ma di un rosso acceso che grida al contrasto. Mentre due pilastri oversize rivestiti in mosaico spezzano il bancone in ottone fresato e inseriscono due macro elementi di spicco nell’insieme dei dettagli di design. ●
A terra un geometrismo spinto, con una pavimentazione a rombi a effetto tridimensionale sui toni dell'azzuro, che ben si sposa con l’ottanio della boiserie e il turchese del bancone in vetro diamantato e dei divani in velluto
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stituzionale, ma anticonvenzionale. Per il business, ma anche per il tempo libero e la socialità. Scenografico, ma raffinato. Si gioca tutto su uno studiato equilibrio e dialogo fra contrasti Mantab Workplace, la nuova sede dell’omonimo gruppo di real estate che a Bangsar, elegante quartiere residenziale di Kuala Lumpur, rivoluziona la classica tipologia dello spazio ufficio trasformando un edificio residenziale in uno scenografico hub che integra differenti funzioni. Un progetto dello studio australiano S/ LAB10, che parla un linguaggio audace e fuori dagli schemi, ma al
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tempo stesso guidato da una solidissima coerenza concettuale, come alla solidità allude il nome stesso della location, Mantab, che ne è la traduzione in lingua malese. Una metafora declinata sin dall’involucro dell’edificio: pannelli rivestiti da elementi poligonali irregolari realizzati in lega di oro e rame avvolgono la struttura creando un gioco di sfaccettature che richiama i tagli di lavorazione dei diamanti. Ispirati alle tradizionali persiane in ferro delle botteghe malesi, i pannelli possono essere aperti, per creare un dialogo con il landscape urbano, o chiusi in modo
BUSINESS & LEISURE WORK
ULTIMA CREAZIONE DELLO STUDIO S/LAB10, MANTAB WORKPLACE REINTERPRETA IL TEMA DEGLI SPAZI UFFICIO CON UN OCCHIO AL CLIMA DEL SUD-EST ASIATICO E UNO ALLA CORPORATE IMAGE DEL COMMITTENTE. IL RISULTATO? AUDACE, OSPITALE E GLAM • txt Agnese Lonergan
ISPIRATI ALLE TRADIZIONALI PERSIANE IN FERRO DELLE BOTTEGHE MALESI, I PANNELLI DI FACCIATA IN LEGA ORO E RAME POSSONO ESSERE APERTI, IN DIALOGO CON IL LANDSCAPE URBANO, O CHIUSI PER SCHERMARE GLI AMBIENTI DALLA LUCE TROPICALE E CONTROLLARE IL MICROCLIMA
da schermare gli ambienti interni dalla brillante luce tropicale e controllarne il microclima, creando un involucro esterno straordinariamente affascinante e scenografico. Il tema del progetto d’interni è stato non meno sfidante, la contaminazione tra funzioni business e leisure, la creazione di ambienti di lavoro ma anche di relazione e socializzazione. Un obiettivo che ha indotto S/LAB10 a rompere i classici schemi distributivi degli • 158
spazi office e ad adottare una serie di opzioni che, mantenendosi nei vincoli della struttura originale dell’edificio, creano un abile quanto complesso gioco di volumi a sbalzo, superfici, materiali e texture contrastanti. Proprio l’uso creativo ma al tempo stesso rigoroso dei contrasti è stato un tema progettuale chiave, articolato secondo le parole degli stessi progettisti in una serie di “disallineamenti intenziona-
I PANNELLI IN LEGA DI ORO E RAME, GIÀ UTILIZZATI PER L’INVOLUCRO, NEGLI INTERNI ASSUMONO LA FUNZIONE DI DISEGNARE LA DISTRIBUZIONE DEGLI AMBIENTI, CREANDO CONFIGURAZIONI FLESSIBILI IN CUI L’IMPRONTA OFFICE SI STEMPERA SCONFINANDO IN QUELLA LEISURE
AI PIANI SUPERIORI, VOLUMI INTERAMENTE RIVESTITI IN ESSENZE LIGNEE LOCALI SI ACCOMPAGNANO AD ARREDI CAPACI DI CREARE SPAZI INTIMI DI DIALOGO E INTERAZIONE • 160
li”. Alla privacy dei tre uffici direzionali riservati al board dell’azienda risponde la versatile flessibilità della grande sala riunioni che occupa la porzione centrale del primo piano che, grazie alla combinazione di tendaggi verde smeraldo e pannelli traslucidi incorniciati da profili in acciaio illuminati al neon in diverse tonalità, può riconvertirsi indifferentemente da spazio silenzioso e riservato a lounge accogliente e aperta al dialogo con gli ambienti circostanti. Ai piani superiori, materiali, texture e colori creano un percorso narrativo che guida con fluidità da un ambiente all’altro. I pannelli in lega di oro e rame già utilizzati per l’involucro assumono
qui la funzione di disegnare la distribuzione degli ambienti interni, creando configurazioni flessibili in cui l’impronta office si stempera sconfinando dichiaratamente in quella leisure. Volumi interamente rivestiti in essenze lignee locali si accompagnano ad arredi capaci di creare spazi intimi di dialogo e interazione, realizzando concretamente quell’ibridazione di funzioni e atmosfere che è alla base dell’intero progetto. Il tema del dialogo e dell’interazione spaziale, questa volta fra interno e esterno, ricorre anche nella “bamboo terrace” creata lungo il prospetto sud-ovest dell’edificio, dove natura e ambienti interni si integrano e virtualmente si completano. ●
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PROJECTS
UNBOXING NEW YORK LIVE
UN INNOVATIVO PROGETTO RESIDENZIALE A BROOKLYN, CHE RICREA IL SENSO DELLA COMUNITÀ E STIMOLA ALL’INTERAZIONE. UN OBIETTIVO CHE STUDIO ODA HA RAGGIUNTO GRAZIE ANCHE AL COINVOLGIMENTO DI STREET ARTIST LOCALI • txt Paola Camillo
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onostante sia tra le città più costose e individualiste al mondo, New York non è sicuramente nè elitaria nè esclusiva. Denizen ne è la riprova: un complesso residenziale mastodontico, e nuovo di zecca, che ha puntato tutto sulla cultura di strada e sul senso di comunità, pur rivolgendosi a un target medio-alto. Infatti, Denizen (dall’inglese, abitante) è stato costruito lì dove sorgeva lo storico stabilimento Rheingold, iconico birrificio che ha prodotto birre dal 1883 al 1977, e come il suo predecessore, • 162
occupa due interi isolati urbani. E al posto della linea ferrata che attraversava la fabbrica, c’è oggi anche un parco urbano aperto al pubblico, che interseca gli spazi privati di Denizen. Spazi social La visione che anima questo nuovo progetto è ampia e ambiziosa: l’architetto Eran Chen, fondatore dello studio di architettura ODA, ha voluto infondere un senso europeo del vivere, creando una moltitudine di spazi dove incontrarsi e di amenity da con-
IL SENSO COMUNITARIO E GIOCOSO DEL PROGETTO TROVA IL SUO CULMINE NEL GRANDE LAVORO DI COPERTURA A GRAFFITI DELLE SUPERFICI INTERNE DEL COMPLESSO, COMMISSIONATO A CELEBRI STREET ARTIST LOCALI
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All’ingresso sud risaltano superfici in cemento, che rievocano le origini industriali del complesso, interrotte da finiture in ferro e corten e dai legni utilizzati per i pavimenti e gli arredi
INFINITE LE AMENITY A DISPOSIZIONE DEI RESIDENTI, DALLA PISCINA COPERTA ALLE SAUNE NEI CORTILI, DAGLI SPAZI DI COWORKING ALLE PALESTRE E ALLA STANZA PER IL POKER E I GIOCHI DA TAVOLO. FINO AL LABORATORIO PER FARE LA BIRRA, IN OMAGGIO AL PASSATO DELL’AREA E ALLA TRADIZIONE DI BROOKLYN
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Anche sul rooftop di Denizen si può ritrovare la stessa visione comunitaria che caratterizza tutto il complesso. Tra un orto idroponico e una chaise longue all’ombra di un giardino fiorito, gruppi di abitanti spesso si intrattengono a parlare o organizzano barbecue e grigliate
dividere, in un quartiere come quello di Bushwick che, seppure in rapida ascesa, conta ancora un’ampia percentuale di popolazione a basso reddito. “Volevo che non si creasse un divario con la città reale ma che, al contrario, questi due mondi coesistessero. Per questo abbiamo pensato a un parco e a delle aree con servizi retail e bar aperti anche al pubblico, ma soprattutto a un programma che coinvolgesse artisti locali, con la realizzazione di graffiti all’interno degli edifici”, dice Chen. Con i suoi oltre 900 appartamenti, Denizen si divide in due blocchi a forma di L, offrendo spazi leisure che vanno dall’evocativa pisci-
na vetrata coperta da volte in ceramica smaltata - le cosiddette “subway tile”, perchè ricordano le vecchie coperture delle stazioni della metro - alle saune nei cortili, dagli spazi di coworking alle palestre con parete da arrampicata, dalla stanza per il poker e i giochi da tavolo a un laboratorio per fare la birra, in omaggio al passato dell’area e in generale alla tradizione di Brooklyn. L’arte è local, di strada Il senso comunitario e insieme giocoso del progetto trova il suo culmine nel grande lavoro di copertura a graffiti delle superfici interne del complesso, commissionato a giovani artisti. La crea-
“L’INGRESSO NORD È PIÙ ELEGANTE E LUMINOSO, CON UN TOCCO FEMMINILE E MORBIDO. CON IL SUO VERDE MENTA, QUESTO È UNO SPAZIO ‘FLOREALE’ CHE SOGNA LA NATURA, OPPOSTO A QUELLO PIÙ MUSCOLARE DELL’INGRESSO SUD DOVE SI FA INVECE LARGO USO DI CORTEN, METALLO E LEGNO, PER CITARE IL PASSATO INDUSTRIALE E MANIFATTURIERO DI BUSHWICK” Ryoko Okada, Studio ODA
tività di circa undici street artist, molti locali ma riconosciuti a livello mondiale, dilata le superfici, aprendole a una dimensione di relazione con la cultura di strada. Painter come Rah Crawford e Gera Lozano hanno così realizzato tributi alla popolazione ispanica, mentre altri, come Inkala o Sipros, hanno lasciato un inconfondibile segno pop. La talentuosa interior designer Ryoko Okada di ODA ha dovuto coordinare la convivenza dei graffiti con il decoro degli interni, e ammette che non è stato semplice: “c’e stato un momento in cui abbiamo lavorato in venti a questo progetto, ogni spazio doveva vivere di una connotazione unica e precisa”, dice scorrendo il dito sulla planimetria, suddivisa in un numero infinito di ambienti. “L’ingresso nord è più elegante e luminoso, con un tocco femminile e morbido. Con il suo verde menta, questo è uno spazio ‘floreale’ che sogna la natura, opposto a quello più muscolare dell’ingresso sud dove si fa invece largo uso di corten, metallo e legno, per citare il passato industriale e manifatturiero di Bushwick”, dice Ryoko. Gli interni della hall settentrionale sono contrassegnati da coloratissimi divani sullo sfondo di pareti crema e dagli accenti della moquette verde lime, mentre all’ingresso sud risaltano le finiture in corten e i grandi tavoli e le pareti divisorie in legno. • 168
Identità e community Degli oltre 900 appartamenti, il venti per cento è riservato alla categoria del “rent control”, ovvero affitti calmierati, mentre la restante parte è sul mercato immobiliare. E ovunque individualità e community coesistono, anche nei dettagli. Basti pensare che accanto alla porta di ogni appartamento, a margine del campanello, c’e una piccola scatola a vetri dove ogni proprietario può inserire piccoli oggetti, simbolici della sua personalità, per presentarsi agli altri condomini. Così in uno c’e un cofanetto di Tiffany insieme a un profumo Gucci, mentre in un altro troviamo la riproduzione di un piccolo teschio... Perchè lo spirito comunitario e l’interazione sono la vera e propria sfida in un luogo come questo, e di molti altri che stanno fiorendo nell’area con simili premesse, principalmente abitato da chi lavora in aziende corporate o in start-up, spesso nel settore tech, immersi nello schermo di un computer per molte ore al giorno, avvolti nel proprio mondo ma al tempo stesso seduti su soffici divani negli spazi comuni. E anche sul rooftop di Denizen si può ritrovare la stessa visione. Tra un orto idroponico e una chaise longue all’ombra di un giardino fiorito, c’e un gruppo di ragazzi che si intrattiene parlando mentre griglia carne e verdure. E anche grazie all’architettura, la comunità, quella vera, si ricompone. ●
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MAKERS
LUCE e materia Scenografici ed emozionali, gli spazi progettati da MAURIZIO LAI fin dal primo sguardo colpiscono per l’intenso dialogo che la materia intreccia con la luce, esaltata e riflessa all’infinito. Mentre i volumi si dispongono in fluida successione e proprio grazie alla luce acquisiscono una dimensione scultorea txt Antonia Zanardini
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riginale, distintiva, intensa: la cifra stilistica di Maurizio Lai è immediatamente riconoscibile ma, al contempo, pronta ad adeguarsi alle specificità di ogni singolo luogo e progetto. Architetto, classe 1965, con una formazione multiforme che si basa innanzitutto sull’amore per la sperimentazione e su una creatività dirompente che, fin da studente, prima a Venezia e poi al Politecnico di Milano, lo ha spinto a integrare il percorso universitario con l’attività di scenografo per Rai e Mediaset e per il teatro. Nel 1998, a Milano, fonda lo Studio Lai e proprio questo suo insolito percorso formativo e professionale emerge in tutte le sue architetture d’interni, caratterizzate da superfici e volumi che creano suggestive scenografie, in cui la luce è indiscussa protagonista.
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In questa pagina Al Sushi Club Saronno la hall di ingresso è caratterizzata da un gioco di rivestimenti metallici e luminosi che conducono alla scoperta graduale del locale, attraverso portali, trasparenze e profondità visive sempre inedite, arricchite da soffitti decorativi e quinte metalliche Nella pagina a fianco Dettagli di interior dei progetti AJI Milano, Yama Restaurant a Laveno e Sushi Club a Cesano Maderno
Il restyling dello storico Caffè Garibaldi a Vicenza interpreta due tipologie di ristorazione: un bistrot affacciato sulla Piazza dei Signori e il ristorante stellato El Coq al primo piano, il cui ingresso è stato concepito come il foyer di una galleria d’arte disseminata di installazioni luminose
Il suo ricco portfolio comprende progetti residenziali, office e retail per marchi come Longines, Montblanc e Gucci, Ventaglio Travels Group e The Club Med. Intensa ed emblematica del suo stile l’attività di progettazione di locali dedicati al food e alla ristorazione: spazi che fin dal primo sgaurdo colpiscono per l’intenso dialogo che la materia • 174
intreccia con la luce, quella che proviene da studiati corpi illuminanti o che naturalmente filtra da corti e lucernari, esaltata e riflessa all’infinito da specchi, vetri, cristalli acidati o intrecci di maglie metalliche che invadono soffitti e pareti. Locali nei quali i volumi si dispongono in fluida successione e proprio grazie alla luce acquisiscono una
dimensione scultorea che amplifica la percezione dello spazio, mentre studiati bagliori e accenti luminosi indicano e scandiscono percorsi e funzioni. Lontano dai canoni convenzionali, nei suoi progetti per la ristorazione la fusione fra architettura e scenografia assume una forma espressiva propria, una narrazione coin-
“LA LUCE È IL MIO LINGUAGGIO, UNA PARTE INTEGRANTE E FONDAMENTALE DELLA MIA ARCHITETTURA, QUASI FOSSE MATERIA, UN ELEMENTO COSTRUTTIVO”
Nel ristorante Kisen, particolarmente elaborata e originale la boiserie luminosa realizzata lungo la scala che collega i due piani del locale, in grado di variare il motivo geometrico decorativo a seconda dell’apertura delle sue parti mobili
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Al FICO di ologna, lo Spazio Forme o re una store e perience nella uale ristorazione e ac uisto convivono con momenti di conoscenza, ormazione e gioco. vun ue la orma del Parmigiano eggiano appare come un gioiello, racchiuso in uno spazio che ne esalta la preziosità, con boiserie luminose che si ispirano al gioco di mattoni dei tipici caselli del territorio emiliano
volgente che Lai sviluppa attraverso una sapiente costruzione di effetti ottici e prospettici. Nascono così veri e propri “teatri di luce e materia”, pronti ad accogliere contemporanei rituali di convivialità e sapore. Atmosfere quasi incantate, memorabili, che ben interpretano l’esigenza di creare luoghi che sappiano emozionare gli ospiti e che lascino impressi nella loro memoria ricordi unici. Una ra nata psicologia dello spazio sempre concepita per chi lo spazio lo vive. • 176
Dettaglio e materia Ma non è solo una questione di emozioni. I progetti di Maurizio Lai sempre si basano anche su una attenta analisi distributiva dello spazio, su un elevatissimo numero di elementi customizzati - in primo luogo le luci - e su una accurata e originale scelta dei materiali, minuziosa e sperimentale, spesso frutto di manipolazioni e accostamenti sorprendenti. Legni, ceramiche, cristalli, acciaio, plexiglas vengono accop-
piati secondo sequenze che con evidenza scaturiscono da una creatività curiosa e versatile, pronta a esplorare più che a ripetersi secondo forme e modelli consolidati. Trasparente, materico o setoso: ogni materiale viene valutato e scelto per superficie e consistenza, e in un continuo gioco manipolatorio viene stampato, inciso, verniciato, brunito per esaltarne l’identità espressiva e funzionale. Per ogni “teatro”, una regia perfetta. ●
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OASI VERTICALE LIVE
LUSSUOSO, RAFFINATO, ESCLUSIVO. È IL LIFESTYLE CHE PROPONE HYDE BY WANDERS & YOO, LA PIÙ RECENTE INIZIATIVA IMMOBILIARE DEL REAL ESTATE DEVELOPER YOO A PANAMA CITY. UN CONCEPT RESIDENZIALE IN EQUILIBRIO FRA LUSSO E NATURA, CHE MARCEL WANDERS DECLINA CON STRAORDINARIA ORIGINALITÀ • txt Tullio Castiglioni
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a oltre vent’anni Yoo, l’immobiliare nata dalla partnership fra l’imprenditore John Hitchcox e Philippe Starck, collabora con i più visionari real estate developer e designer internazionali nello sviluppo di progetti residenziali e alberghieri in tutto il mondo. Ed è proprio una superstar dell’interior design come Marcel Wanders la
mente ispiratrice di Hyde by Wanders & Yoo, l’esclusiva torre residenziale - la seconda realizzata da Yoo a Panama City che propone non semplici appartamenti, per quanto lussuosi, ma un vero e proprio lifestyle all’insegna di una ricercata raffinatezza i cui fili conduttori sono il relax e il suggestivo scenario naturale della baia di Panama.
Greenery Design La sinergia fra GVA Arquitectos, autori del progetto architettonico, e la pirotecnica creatività del designer olandese ha dato vita a una vera e propria oasi verticale, che va ad affiancarsi a una prima torre creando un complesso residenziale capace di offrire standard di vita eccezionalmente elevati. I 480 splendidi appartamenti di Hyde, vero e proprio punto di riferimento del lifestyle cittadino, rivoluzionano il concept di questa tipologia di spazi residenziali attraverso un mix di suggestioni naturali e servizi di alto livello che li rendono tanto innovativi quanto unici. Caratterizzate da un interior design originale e raffinato, con evidenti tocchi in perfetto stile “greenery”, l’interior concepito dalla creatività di Wanders vuole comunicare solarità, energia e relax. Tutte le unità abitative sono valorizzate da una eccezionale illuminazione naturale, frutto di finestre a tutta altezza che, insieme alle terrazze presenti in tutti gli appartamenti, offrono una straordinaria vista panoramica sulla città e la baia di Panama. Una distribuzione degli ambienti attentamente studiata, cucine, spazi living e bagni finemente arredati creano un’esperienza abitativa emozionante e coinvolgente. In linea con l’elevatissimo lifestyle di Hyde, negli spazi comuni e di servizio i residenti possono godere di aree ricreative, campi da gioco, una piscina con servizio bar, parcheggi, palestra e centro benessere. Per vivere un quotidiano al top del comfort. ●
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CIVIC LANDMARK LIVE
RICHARD MEIER PROGETTA A TAIPEI UNA TORRE RESIDENZIALE CHE APRE LA STRADA A UN UTILIZZO CONSAPEVOLE DEL TERRITORIO. UN NUOVO LANDMARK CON UN’AMPIA AREA VERDE ACCESSIBILE AL PUBBLICO E BEN INSERITA NELL’ASSE VIARIO METROPOLITANO • txt
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Laura Verdi
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ph Roland Halbe
o stile è inconfondibile: purismo delle geometrie, asimmetria nella composizione, contrapposizione tra verticalità e orizzontalità, il ruolo fondamentale attribuito alla pianta, articolata ma con percorsi liberi, e poi il culto incondizionato del bianco. Questi in sintesi gli stilemi architettonici di Richard Meier, architetto pluripremiato e riconosciuto a livello mondiale per aver saputo dare al Movimento Moderno una propria interpretazione non avulsa da influenze americane, non ultimo il tipico gusto per
le proporzioni monumentali. Tutti facilmente leggibili in una delle più recenti opere di Richard Meier & Partners Architects: la XinYi Residential Tower a Taipei, una torre residenziale nel cuore culturale e finanziario di Taiwan che rappresenta il primo esempio di edificio studiato per soddisfare le esigenze di lusso residenziale ma allo stesso tempo garantire apertura alla città. Il risultato è un nuovo landmark frutto di un’urbanizzazione controllata con un’ampia zona verde al contorno, accessibile al
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IL SITE PLAN È UNA RISPOSTA ALLA RAPIDA URBANIZZAZIONE DELLE CITTÀ ASIATICHE CHE, SE NON CONTROLLATA, RISCHIA DI MINACCIARE LA QUALITÀ DELLA VITA DEI RESIDENTI MA ANCHE DI INDEBOLIRNE L’APPEAL INTERNAZIONALE
Per gli interni, sobri ed eleganti, la scelta dei materiali si è orientata sulla pietra per le pavimentazioni, il travertino per i rivestimenti della hall e deck in legno naturale per le terrazze
pubblico esterno e ben inserita nell’asse viario metropolitano. Il parco è realizzato con alberi autoctoni delle zone montane ed è costellato da sculture di artisti internazionali. Il site plan è una risposta alla rapida urbanizzazione delle città asiatiche che, se non controllata, rischia di minacciare la qualità della vita dei residenti ma anche di indebolirne l’appeal internazionale. Roof attrezzato e due piani di amenity Dal punto di vista volumetrico, l’edificio si suddivide in due corpi distinti, un volume rivolto a sud, trasparente e luminoso, che ospita le residenze e le aree destinate alle attività comuni, e un pro-
La torre si sviluppa per 127 metri in altezza, con 29 piani dedicati alla residenza e due destinati alle amenity, con sale riunioni, sale musica, palestra e una splendida piscina all’ultimo piano
spetto nord che nasconde le zone dei servizi di tutto il complesso. La torre si sviluppa per 127 metri in altezza, con 29 piani dedicati alla residenza e due destinati alle amenity, con sale riunioni, sale musica, palestra e una splendida piscina all’ultimo piano dalla quale ammirare il Taipei 101, il grattacielo a forma di canna di bambù, l’ottavo più alto al mondo. A ogni piano - di circa 600 mq - si sviluppano due appartamenti, mentre i piani più alti sono occupati da un’unica penthouse caratterizzata da pianta libera. I posteggi di pertinenza sono a impatto zero e collocati nei quattro piani interrati. • 186
Materiali naturali e curtain wall I materiali utilizzati sono quelli cari a Meier e al suo staff: strutture in acciaio e cemento armato, con pilastri rivestiti da un carter metallico, passanti e ben visibili a ogni piano, quasi a diventare elemento architettonico distintivo. Anche le enormi facciate in vetro chiaro stratificato sono una costante delle sue architetture, ben bilanciate tra pieni e vuoti. Le parti cieche sono realizzate con facciate ventilate in pannelli di alluminio. Per gli interni, sobri ed eleganti, la scelta dei materiali si è orientata sulla pietra per le pavimentazioni, il travertino per i rivestimenti della hall e deck in legno naturale per le terrazze. ●
PROJECTS
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URBAN LIVING A MILANO SHOW
IL SEGNO INCONFONDIBILE DI ELENA SALMISTRARO RILEGGE IN CHIAVE ATTUALE IL TEMA DELL'ABITARE ALL'INTERNO DELLE AREE URBANE. PROTAGONISTI ASSOLUTI IL COLORE E LA VITRA HOME COLLECTION, PER L'OCCASIONE DECLINATA IN CHIAVE MENEGHINA • txt
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Alessia Delisi
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ph Omar Sartor
on solo designer, ma anche pittrice e illustratrice: quella di Elena Salmistraro è una personalità decisamente poliedrica. Giocando con la vasta gamma di colori e materiali dell’azienda svizzera Vitra, il suo inconfondibile segno in primavera ha invaso lo storico negozio di mobili Spotti Milano con un allestimento temporaneo, un racconto intenso e ricco di sfumature in cui protagonista è stato il tema dell’arredamento nelle aree urbane. Le grandi città sono infatti luoghi dinamici e vitali dove l’offerta di cultura, lavoro e divertimento deve conciliarsi con ambienti di vita quotidiana sempre più compatti • 188
PUNTO DI RIFERIMENTO DELL’ALLESTIMENTO TEMPORANEO LA CITTÀ DI MILANO, CON I SUOI TRAMONTI ARANCIONI TRASFORMATI IN UN SUGGESTIVO EFFETTO GRADIENT A RICOPRIRE LE PARETI
e trasversali. Punto di riferimento dell’allestimento di Elena Salmistraro è stata allora la città di Milano, con i suoi tramonti arancioni trasformati in un suggestivo effetto gradient a ricoprire le pareti, ma anche con gli ingressi dei suoi palazzi la cui citazione nei pavimenti del negozio ne conserva i decori, mutandone però la geometria e ottenendo un risultato simile a un’opera d’arte astratta. L’esperimento è stato poi ripetuto su quattro ambienti - il living, la sala da pranzo, lo studio e l’area dedicata al gioco - che, amalgamandosi perfettamente gli uni con gli altri, hanno generato una nuova visione dell’abitare, fresca e vitaminica esattamente come la città che • 190
volevano riprodurre. Milano è entrata così in questo originale immaginario domestico attraverso la visione di una designer che condivide con Vitra l’importanza del colore e l’esigenza di un giusto equilibrio tra forma e funzione, tra classici senza tempo e loro reinterpretazione in chiave attuale. Non esiste un dentro e un fuori, né tantomeno una casa contrapposta a una città: l'allestimento di Elena Salmistraro ha trasformato lo spazio in un luogo unico in cui la dimensione urbana e il suo fitto tessuto di storie è riuscito a dialogare con la sua fervida ed eclettica immaginazione. ●
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MAKERS
Laura GONZALEZ Ristoranti, negozi, bar, hotel: la creatività di Laura Gonzalez non ha limiti. È l’interior designer che ha conquistato Parigi con uno stile che reinterpreta il classico trasformandolo in qualcosa di molto personale e alla moda. Celebrata in Francia e all’estero, a settembre è stata nominata Designer of the Year da Maison&Objet txt Agnese Lonergan
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aura Gonzalez è una progettista che ha destato clamore con i suoi lavori in patria e negli ultimi anni anche all’estero, grazie a uno stile che reinterpreta il classico con fantasia e che ha segnato con un’impronta inconfondibile ristoranti, bar, hotel e negozi. Una creatrice tanto prolifica quanto talentuosa che a settembre Maison&Objet ha celebrato nominandola designer dell’anno. • 192
Luoghi con un’anima “Ho bisogno che i luoghi abbiano un’anima”: questo è il programma che la progettista, formatasi presso l’Ecole d’Architecture di Paris-Malaquais, applica brillantemente a tutti gli ambienti oggetto delle creazioni del suo studio, aperto a Parigi nel 2008. Che si tratti di risvegliare belle addormentate - come nel caso delle ristrutturazioni di locali come l’Alcazar, l’Hotel Cristine e la bras-
Una stazione, quella di Passy-la-Muette. Il ristorante La Gare che è stato creato all’interno è stato pensato come un giardino d’inverno, arredato con mobili ispirati allo stile coloniale e con un esuberante greenery in ogni ambiente
“CIÒ CHE MI DIVERTE È L’EFFERVESCENZA DELLA CREATIVITÀ. LA PARTE DIFFICILE È TROVARE LA GIUSTA VIA DI MEZZO TRA IL BUON GUSTO NELLA SUA VERSIONE MASSIMALISTA E IL TOO MUCH”
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serie La Lorraine - o di partire da un foglio bianco per immaginare una nuova storia dalla A alla Z come ha fatto all’86 Champs, al Manko, al Noto, nei negozi Louboutin a Barcellona e Amsterdam o nelle boutique Cartier di Stoccolma, urigo e Londra. Tutte realizzazioni in cui Gonzalez ha instillato il suo stile personale che fonde i più svariati riferimenti classici rivisitati sul metro di un immaginario lussureggiante ma abilmente padroneggiato.”Faccio attenzione a non ripetermi mai”afferma Laura onzalez, e i suoi ultimi progetti a Parigi lo dimostrano. A LaGare, ristorante e brasserie dalle dimensioni extra large nel 16mo arrondissement, moltiplica le strizzatine d’occhio al tema del viaggio toccando tutte le sponde del Mediterraneo, mentre da Cartier in Rue de la Paix trasforma il negozio in un appartamento degno di Coco Chanel. E ancora, per il mitico ristorante La Perouse ripristina la boiserie in legno, le decorazioni d’epoca e gli affreschi con l’aggiunta di un tocco di romanticismo reinterpretato.
Sotto 86 Champs è la panetteria del famoso Pierre Hermé. Situata sugli Champs-Elysée, è caratterizzata da un interior dai colori caldi e da un profluvio di luci, no spazio elegante e accogliente dove rilassarsi gustando un macaron
MAI FREDDA O ASETTICA LA CIFRA DI LAURA GONZALEZ NON TROVA EGUALI PER L’ABILITÀ DI MIXARE CON IL GIUSTO EQUILIBRIO TESSUTI, MOTIVI, MATERIALI, COLORI, EPOCHE E STILI
Un mix audace Mai freddo o asettico lo stile di Laura Gonzalez non trova eguali per l’abilità di mixare con il giusto equilibrio tessuti, motivi, materiali, colori, epoche, ed è già diventato la sua firma. “Mi piace moltiplicare i dettagli, mi piace essere sicura che, ovunque lo sguardo si posi, trovi qualcosa”. Un trionfo del mix and match che era già presente nel suo primo progetto, quando appena terminati gli studi, a soli 26 anni, ha rinnovato il Bus Palladium, tempio delle notti parigine, mescolando non meno di trentacinque carte da parati con arredi di recupero e riportando i bagliori dell’ottone alla ribalta delle tendenze. nato in questo modo uno stile che si è arricchito negli anni grazie a molteplici collaborazioni con i migliori artigiani di Francia, marmisti, ebanisti, vetrai, soffiatori di vetro, specialisti del mosaico e della lacca. Ciò che mi diverte è l’effervescenza della creatività. La parte difficile è trovare la giusta via di mezzo tra il buon gusto nella sua versione massimalista e il too much». Ma Laura Gonzalez possiede l’intuito per riuscirci senza sforzo, come già accadeva a Madeleine Castaing, suo nume tutelare nel campo della decorazione. Arredi che riflettono personalità In questo momento Laura Gonzalez sta lavorando a un nuovo progetto che si sposa perfettamente con la generosità latina ereditata dalla madre spagnola: la ristrutturazione nella campagna del Vexin di una dimora padronale che diventerà il suo showroom o, come preferisce dire, “uno spazio per vivere”. Concepita per ricevere clienti e collaboratori, artigiani, chef e giornalisti, la dimora sarà arredata con una messa in scena di oggetti recuperati uno a uno (il vintage è la sua passione) abbinati alla sua nuova collezione di mobili, divani, lampade, tavoli. “Un arredamento che mi assomiglia, dove tutto è fatto su misura, dove si potrà scegliere il colore di una sedia o la combinazione dei tessuti per una poltroncina”. I mobili della collezione saranno affiancati da pezzi unici, realizzati a mano in collaborazione con i migliori artigiani e artisti, come un backgammon di onice e una lampada di ossidiana. Rendez-vous a novembre per l’apertura. ● • 196
AT L A S
PROJECTS
OPEN LAYOUT A LOS ANGELES, SI SPOSTA DA VENICE A DOWNTOWN LA NUOVA SEDE DI JERDE, SOCIETÀ
WORK INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA E URBANISTICA. E AFFIDA A RAPT STUDIO IL PROGETTO, ORIENTATO A CREARE EMOZIONI E CONNESSIONI PARTENDO DALL’ARCHITETTURA • txt Laura Verdi • ph Eric Laignel
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LA PLANIMETRIA È APERTA, FINALIZZATA ALLO SCAMBIO DI INFORMAZIONI, ALLA COMUNICAZIONE TRASVERSALE E AL LAVORO COMUNE
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A fianco: all’ingresso una grande lobby con un desk in metallo spazzolato accoglie i clienti, alle spalle doghe in legno a tutta altezza attualizzano il concetto di boiserie. Sotto: Più che con scrivanie, l’ambiente lavorativo è organizzato con banconi in legno che permettono maggiore flessibilità d’uso per piccoli e grandi gruppi di lavoro
J
erde, società di architettura e urbanistica famosa per i suoi interventi internazionali su larga scala, e Rapt Studio, noto per la progettazione di uffici e showroom di importanti brand mondiali - tra cui Dropbox, PayPal, Fender, North Face, HBO - si incontrano e cambiano ruolo. Jerde per una volta diventa cliente e incarica Rapt Studio di progettare la sua nuova sede, affidandosi alla loro esperienza orientata a creare emozioni e connessioni personali partendo dall’architettura. Jerde dopo trent’anni a Venice, quartiere nella zona ovest di Los Angeles, si sposta così a Downtown, nel cuore della città, in uno
degli edifici più belli, il Cal Edison, un grattacielo di quattordici piani in stile Art Dèco costruito nel 1931. Un design di connessione “Non disegniamo cose ma creiamo esperienze che fanno andare avanti le aziende” è questa la mission di Rapt Studio, capitanato da David Galullo, che firma questo intervento proponendo una planimetria aperta, finalizzata allo scambio di informazioni, alla comunicazione trasversale e al lavoro comune. Emblematico della loro filosofia progettuale è “Tell me more”, che quest’anno ha se-
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IL LINGUAGGIO È DUPLICE, DA UN LATO IL CEMENTO A VISTA, L’ACCIAIO E L’IMPIANTISTICA A SOFFITTO, DALL’ALTRO MATERIALI PREGIATI, CALDI, COME IL LEGNO E IL CUOIO DELLE SEDUTE, E RAFFINATI, COME L’OTTONE DEI DETTAGLI
gnato il debutto dello studio americano al Fuorisalone negli spazi voltati delle gallerie alla Stazione Centrale di Milano. Qui il design portava il singolo individuo a uscire dalla sua comfort zone, ma anche da una propria chiusura mentale, e a connettersi in una rete formata da persone. Negli uffici di Jerde, avviene la stessa cosa: spazi fluidi invitano alla collaborazione e al confronto di idee. La dicotomia del progetto Il linguaggio è duplice, da un lato il cemento a vista e l’acciaio con il brutalismo dell’impiantistica a soffitto, dall’altro materiali pregiati, caldi, come il legno e il cuoio delle sedute dalle forme morbide, e raffinati come l’ottone dei dettagli. All’ingresso una grande lobby con un desk in metallo spazzolato accoglie i clienti,
alle spalle doghe in legno a tutta altezza attualizzano il concetto di boiserie. La zona lounge, di attesa per il visitatore ma anche di relax per chi lavora nell’ufficio, è informale ma elegante. In adiacenza si apre una grande sala riunioni perimetrata da pareti vetrate, secondo la logica dell’open space completamente permeabile alla vista. Ma all’occorrenza la sala si può dividere grazie a una parete scorrevole. Più che con scrivanie, l’ambiente lavorativo è organizzato con banconi in legno che permettono maggiore flessibilità d’uso per piccoli e grandi gruppi di lavoro. Un’ampia sala, anche questa vetrata, è dedicata alla realizzazione di maquette. Gli spazi sono delimitati da librerie di tipo industriale fatte di assi in legno e tubolari metallici. Ovunque cascate di piante verdi richiamano il colore del logo aziendale oltre a contribuire a creare ambienti piacevoli dall’atmosfera rilassata. ●
AT L A S
EAT
PROJECTS
BJARKE INGELS GROUP E DAVID THULSTRUP FIRMANO IL NUOVO NOMA DI COPENHAGEN, PIÙ VOLTE NOMINATO MIGLIORE RISTORANTE AL MONDO. UN’ISOLA VERDE NEL CUORE DI CHRISTIANIA, CON LA CUCINA AL CENTRO DI TUTTO • txt
Antonia Zanardini
NUOVO NOMA 2.0
F
in dall’apertura, il Noma di René Redzepi è stato in prima linea nella gastronomia e nella creatività. Il ristorante, riconosciuto per ben quattro volte come il migliore al mondo, nel 2017 ha chiuso per riaprire in un nuovo spazio, sviluppato e costruito in collaborazione con Studio BIG, situato tra due laghi, all’interno della comunità di Christiania e costruito sul sito di un ex magazzino militare protetto. Immaginato come un villaggio giardino intimo e in stretta rela• 204
zione con la natura che lo circonda, il Noma propone oggi una nuova filosofia. Al centro del progetto, l’idea di dissolvere le singole funzioni del ristorante e organizzarle come una collezione di edifici separati ma collegati fra loro. In totale undici spazi, con diverse e specifiche funzioni, densamente raggruppati attorno al cuore pulsante del ristorante: la cucina. Spiega Bjarke: “Il nuovo Noma dissolve l’idea tradizionale di un ristorante nelle sue parti costitutive e le riassembla in un modo che
mette gli chef al centro di tutto. Ogni parte dell’esperienza del ristorante - l’arrivo, il salone, il barbecue, la selezione di vini e l’azienda privata - ruotano attorno agli chef, che dalla loro posizione centrale hanno una panoramica perfetta di ogni angolo del ristorante. Inoltre, ogni 'edificio all’interno dell’edificio' è collegato da percorsi coperti in vetro che consentono agli chef e agli ospiti di seguire i cambiamenti della luce e le stagioni, rendendo l’ambiente naturale parte integrante dell’esperienza culinaria”.
La cucina come un panopticon La cucina è progettata come un panopticon con un cappuccio sovradimensionato che si libra sopra gli chef. Ovunque il legno caratterizza gli spazi, con assi accatastate che assomigliano a legno ammucchiato ordinatamente in un deposito di legname. Un grande lucernario e un ampio set di finestre rivelano il paesaggio e consentono agli ospiti di percepire visivamente tutte le stagioni e gli ambienti naturali del ristorante. All’esterno, tre case di vetro
“OGNI EDIFICIO È COLLEGATO AGLI ALTRI DA PERCORSI COPERTI IN VETRO CHE CONSENTONO AGLI CHEF E AGLI OSPITI DI SEGUIRE I CAMBIAMENTI DELLA LUCE E LE STAGIONI, RENDENDO L’AMBIENTE NATURALE PARTE INTEGRANTE DELL’ESPERIENZA CULINARIA” Bjarke Ingels, Studio BIG
indipendenti custodiscono la serra-orto del ristorante, la cucina di prova e la panetteria. Gli ospiti possono camminare attraverso ogni edificio sperimentando una varietà di materiali e tecniche di costruzione nordiche: il barbecue è una capanna gigante e il salone assomiglia a un enorme e accogliente caminetto interamente realizzato in mattoni. Tra i singoli edifici, grandi spazi vetrati permettono agli ospiti e al team di Noma di vagare in costante connessione con la natura e le stagioni che cambiano. Infine, lo storico magazzino a un solo piano completa la cerchia degli edifici che circondano la cucina. BIG, in questo caso, ha conservato l’involucro in cemento grezzo dell’ex magazzino e ha • 206
Negli interni, gli arredi sono semplici e funzionali: trionfano legno, vetro e pietra, che conferiscono agli spazi un’atmosfera vissuta e senza tempo. Un approccio olistico, che si è tradotto in un design coerente con la nuova filosofia di Noma
inserito un enorme ripiano di legno per riporre e mettere in mostra. Tutte le funzioni di back-of-house si trovano qui: la cucina per le preparazioni, i laboratori di fermentazione, le vasche per i pesci, il terrario, la fattoria delle formiche e tutte le aree per lo staff. L’interior di David Thulstrup Per lo chef René Redzepi era fondamentale esprimere “la natura del luogo” e dare vita a un spazio accogliente, quasi residenziale, con un’enfasi sui materiali utilizzati come elementi decorativi. A progettare gli interni l’architetto David Thulstrup, che lo scorso • 208
anno ha ricevuto il prestigioso Design Award 2018 proprio per l’ARV Chair disegnata ad hoc per Noma. L’atmosfera generale è decisamente nordica ma senza cliché, familiare e autentica, tutta giocata su texture e finiture che creano continuità visiva e materica con l’esterno, a partire dalla creazione di uno straordinario pavimento in terrazzo con grandi pietre di fiume. Gli arredi sono semplici e funzionali e trionfano legno, vetro e pietra. Tutto è stato accuratamente selezionato, curato o progettato conferendo agli spazi un’atmosfera vissuta e senza tempo. Un approccio olistico, che si è tradotto in un design coerente con la nuova filosofia di Noma. ●
THE BRAND NEW WA L L PA P E R C OL L E C T I ON
DISCOVER IT NOW w w w. t e c n o g r a f i c a . n e t
AT L A S
PROJECTS
LA NUOVA ERA DEL MICROLIVING LIVE
UN NUOVO PROGETTO RESIDENZIALE CON INEDITE SOLUZIONI ABITATIVE, PENSATE PER SODDISFARE LA CRESCENTE DOMANDA INTERNAZIONALE DI SMALL UNIT CON ALTISSIMI STANDARD • txt Marta Germani
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ncastonato tra il Duomo e Piazza San Babila, il nuovo progetto residenziale The Central Tower firmato Milano Contract District presenta per la prima volta le soluzioni della nuova piattaforma More+Space, il primo modello integrato Design&Build dedicato al microliving, che offre soluzioni inedite di progetto, layout e interior pensate per gli spazi residenziali di dimensioni ridotte. Tutto nasce dal progetto di riqualificazione di un edificio progettato dal celebre studio milanese BBPR - Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers - che ne enfatizza le forme e i dettagli architettonici dando vita a una residenza con 60 soluzioni abitative che vanno dal monolocale fino all’ampio attico dotato di un importante rooftop e di piscina privata. La residenza offre anche un’ampia gamma di servizi. Fra questi, l’attenzione per la privacy e la sicurezza dei residenti grazie ai sistemi key free e alla domotica, la conciergerie, il rooftop disponibile per organizzare eventi, l’area lounge a uso esclusivo dei residenti e lo storage dove far recapitare i propri acquisti. A Milano, l’era del microliving Per le abitazioni entro i 60mq sono state disegnate e specificate innovative soluzioni progettuali e di arredo fornite dalla nuova divisione More+Space dedicata al microliving. Perché “piccolo” è la dimensione del futuro: meno metri quadrati ma dotati di ogni comfort e progettati nei minimi dettagli per far fronte alla crescente domanda di spazi residenziali di piccole dimensioni, dettata dai nuovi stili di vita e dalle recenti trasformazioni urbane.
“PICCOLO” È LA DIMENSIONE DEL FUTURO: MENO METRI QUADRATI MA DOTATI DI OGNI COMFORT. PER RISPONDERE A UNA DOMANDA IMMOBILIARE DETTATA DA NUOVI STILI DI VITA E DALLE RECENTI TRASFORMAZIONI URBANE
Infatti, come dimostrano le analisi più recenti, le “micro-case” stanno diventando sempre più importanti per investitori e sviluppatori, destinate a diventare una delle asset class più richieste nel residenziale alternativo. In particolare a Milano, la città che, prima in Italia, ha iniziato a uscire dalla crisi del settore immobiliare grazie anche all’incremento delle compravendite di case da mettere a reddito (passate dal 13,8% del 2014 al 24,3% del 2018, fonte Agenzia delle Entrate). Questo spiega anche perchè a Milano la tipologia più richiesta è il bilocale, che raccoglie il 44,9% delle preferenze contro una media delle grandi città del 23,5%. E anche i dati Istat parlano chiaro: una famiglia su tre è composta da una sola persona, che cerca sempre di più spazi ristretti, compresi tra mono e bilocali, collocati nelle zone centrali: mini oasi urbane che sappiano coniugare funzionalità, design e comfort. La casa di funzioni In questo scenario, More+Space è la nuova divisione di Milano Contract District in grado di trasformare un’abitazione fatta di • 212
MORE+SPACE TRASFORMA UNA CASA DI STANZE IN UNA CASA DI “FUNZIONI”, CON PARETI MOBILI E ARREDI "MUTEVOLI", CHE AMPLIANO, MOLTIPLICANO, COMPONGONO E NASCONDONO GLI SPAZI
stanze in una casa fatta di “funzioni”, con pareti mobili capaci di ricreare ambienti che mutano nell’arco della giornata e arredi che si trasformano per ampliare, moltiplicare, comporre e nascondere, ottenendo il massimo comfort con il minimo spazio. Nuovi layout di progetto e soluzioni di arredo inedite grazie alle quali è possibile ricavare da un monolocale di 30 mq altri 8 mq, mentre da un bilocale di 39 mq se ne ottengono altri 16, ricreando le funzioni d’uso di una terza stanza, anche senza avere lo spazio per realizzarla. Una “conversione di spazio in più spazio” che viene raggiunta attraverso un’attenta analisi sui tipologici realizzabili, sull’ottimizzazione dei “piani tipo” dell’edificio e sulla consulenza nella destinazione ad aree social e di condivisione in linea con la domanda del target di riferimento. Un’expertise che non si limita alla restituzione planimetrica esecutiva, ma che si concretizza anche nella puntuale restituzione del progetto in dettagli ed esecutivi di capitolato finiture, luci ed arredi. Ciò si traduce per il developer in migliore capacità di budgeting e di verifica di sostenibilità finanziaria dell’operazione sin dai primi step di analisi. ●
concept: Barlucchi comunicazione photo: Lorenzo Borgianni
SOHO BAR
New Design Porte S.r.l. Monteriggioni (Siena) Italy Tel. +39 0577 306075 | info@newdesignporte.com | www.newdesignporte.com • 214
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THINK TANK TUNED LOMBARDINI 22
concept: Barlucchi comunicazione photo: Lorenzo Borgianni
MADE FOR CONTRACT SKEENS BY TABU MAKING OF SECCO SISTEMI FANTONI VIMAR SHOW OFF
INSIDE
T H I N K TA N K
©
iStock | iMrSquid
HUMAN DESIGN Le neuroscienze applicate all’architettura possono portare alla creazione di spazi in linea con le aspettative e i bisogni delle persone? È questo l’obiettivo di TUNED, il progetto di LOMBARDINI22 che riporta l’uomo al centro del progetto. Con vantaggi concreti e misurabili anche per i committenti • txt Roberto Negri
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a relazione tra uomo e spazio architettonico, e più in particolare fra architettura e neuroscienze, è da tempo al centro di un vivace dibattito scientifico e culturale. Ma è soprattutto in questi ultimi anni che la fioritura di un’intensa attività di ricerca e sperimentazione ha trasferito il tema su un piano di maggiore
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concretezza. Capofila in ambito italiano di questa nuova frontiera della progettazione è Lombardini22, che già nel 2013 ha introdotto le neuroscienze a supporto del processo di progettazione architettonica con il progetto “Empatia degli Spazi”, volto a definire come queste ultime possano sintonizzare l’architettura con i bisogni
delle persone. Nel 2017 l’incontro con DAVIDE RUZZON, responsabile scientifico del Master NAAD Neuroscience Applied to Architectural Design presso lo IUAV di Venezia, ha portato a un ulteriore salto di qualità con il varo di TUNED, un nuovo strumento rivolto al mercato del real estate e finalizzato a guidare lo sviluppo del progetto
architettonico in sintonia con i bisogni e le attese degli utenti. Ma anche realizzando concreti vantaggi funzionali e competitivi per chi decide di costruire secondo questo approccio. La nostra conversazione con l’architetto Ruzzon ci offre uno spaccato di straordinario interesse su una metodologia che nei prossimi anni si candida a diventare standard in un’ampia varietà di tipologie funzionali, dalle strutture dell’ospitalità e cura a quelle della didattica e della ricerca, passando per gli spazi office e produttivi. Su quali fondamenta scientifiche nasce il progetto TUNED? Innanzitutto dalle scoperte realizzate nel mondo delle neuroscienze, che hanno prodotto un’enorme conoscenza sul rapporto tra il nostro sistema corpo-cervello e lo spazio nel quale siamo immersi. Conoscenza che, a sua volta, trasforma l’approccio al progetto dei luoghi nei quali passiamo il 90 per cento del tempo della nostra vita. Per ragioni legate all’evoluzione dell’essere umano, il pensiero e il linguaggio sono costruiti da quelle che le neuroscienze chiamano metafore sensori-motorie - la leggerezza, il salto, il rilassamento - che utilizzano i movimenti del corpo nello spazio per far emergere i significati. La scoperta di come le stesse strutture cerebrali siano attivate quando vedono un’azione, quando la compiono o la ricordano, ha permesso di riconoscere come anche le emozioni e i sentimenti da questa derivanti siano
fusi con i significati della stessa metafora sensori-motoria. Questo accade grazie al corpo, che agisce come strumento capace di unire i significati, i movimenti e la struttura emozionale. Un processo che quindi coinvolge anche la sfera emozionale… Sappiamo come l’emozione influisce sulla capacità attentiva, sull’attitudine a sviluppare memoria di quello che stiamo facendo, sulla capacità di valutazione e quindi di apprendimento. Ma le emozioni sono anche attese, che si generano ogni volta che compiamo un’azione, attese che noi proiettiamo in uno spazio con cui cerchiamo istintivamente di entrare in sintonia. E lo spazio può essere un catalizzatore o un ostacolo, a seconda di come la struttura e la complessità dei segnali che ci comunica si relazionano alla nostra aspettativa ed esperienza creando o meno questa sintonia. L’obiettivo di TUNED è quello di sfruttare queste conoscenze per tradurle in una progettazione consapevole di tali dinamiche e in linea con i bisogni degli utenti. Come è nata la collaborazione con Lombardini22? Ci siamo incontrati nel 2015 proprio a seguito delle attività di ricerca sul rapporto fra architettura e neuroscienze che entrambi stavamo conducendo. È nata un’immediata sintonia che ha portato alla nascita di TUNED, nome che oggi contraddistingue
Paragrafo Render — Sala — Titolo d’attesa
Policlinico di Milano | Vivere l’attesa
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TUNED È UN NUOVO STRUMENTO RIVOLTO AL MERCATO DEL REAL ESTATE E FINALIZZATO A GUIDARE LO SVILUPPO DEL PROGETTO ARCHITETTONICO IN SINTONIA CON I BISOGNI E LE ATTESE DEGLI UTENTI. MA ANCHE REALIZZANDO CONCRETI VANTAGGI FUNZIONALI E COMPETITIVI PER GLI INVESTITORI
una divisione di Lombardini22 attraverso cui offriamo servizi per il mondo del real estate, le istituzioni e tutti coloro che hanno necessità di sviluppare spazi dedicati alle più diverse attività e vogliono farlo con maggiore consapevolezza e un approccio più evoluto. TUNED sintetizza tutti gli aspetti compositivi dell’architettura - illuminazione, colore, distribuzione, percorsi - che in genere sono trattati separatamente in un concetto coerente e con una finalità precisa: riportare l’uomo al centro del progetto architettonico sfruttando la conoscenza di come l’essere umano abbia costruito la sua dimensione emotiva nel corso dell’evoluzione e come il nostro rapporto con lo spazio sia mediato dalla nostra capacità simulativa. Con quali strumenti? Attraverso quello che chiamiamo Brief elaboriamo documenti e schemi grafici per guidare lo sviluppo del progetto preliminare facendo in modo che - sintetizzando esigenze quantitative, normative e contesto - si possa arrivare a un’architettura sostenibile perfettamente orientata ai bisogni delle persone. Il nome stesso, TUNED, suggerisce il concetto di sintonia e allineamento fra lo spazio e i suoi utenti in relazione alle loro esigenze emotive. Nella fase di sviluppo
L’ATTENZIONE A UN RAPPORTO DI QUALITÀ TRA LO SPAZIO E I SUOI UTENTI HA RITORNI ECONOMICI, MISURABILI E MISURATI, IN TERMINI DI MAGGIORE PRODUTTIVITÀ, CRESCITA DI ATTENZIONE, CONCENTRAZIONE E QUALITÀ DEL LAVORO, MINORE AFFATICAMENTO MENTALE E RIDUZIONE DEGLI ERRORI
dell’opera programmata o dello spazio esistente, e si individuano gli ambiti architettonici statisticamente attraversati più frequentemente dalle persone. Si tratta del
progettuale, l’utilizzo delle indicazioni contenute nel Brief produce effetti positivi sulle attività e sulle esperienze che gli utenti vivono all’interno degli spazi che li accolgono, creando le condizioni più favorevoli all’espressione delle loro potenzialità, ma anche concreti vantaggi per i committenti sia in termini di gestione che di valorizzazione dei processi come degli immobili. Come si sviluppa il Brief? La redazione del Brief richiede innanzitutto l’individuazione di cluster funzionali omogenei dello spazio da realizzare. Si analizza il programma funzionale
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cosiddetto sistema delle Unità Ambientali Omogenee, la cui fruizione nel corso del tempo definisce la percezione prevalente e quindi il sentimento di fondo che viene rilevato. Il passaggio propedeutico alla definizione del brief consiste nel far coincidere le fasi della metafora sensori-motoria con i nuclei dei singoli cluster individuati dal programma e dall’analisi dei flussi e dei percorsi delle persone. Compiuto questo primo passaggio, si realizzano le condizioni per caratterizzare l’atmosfera del progetto, cioè il sistema di segnali sensoriali che, rilevati dal sistema recettore delle persone, fanno emergere il sentimento di fondo. A quali ambiti tipologici è applicabile? TUNED è concepito per guidare interventi in diversi contesti e tipologie edilizie, nonché
negli spazi aperti della città, per interventi di nuova costruzione, ristrutturazione, interior e landscape design. TUNED Build, in particolare, si applica nel caso di nuove costruzioni e ristrutturazioni totali con demolizione e ricostruzione. In questo caso, elementi cardine del Brief sono i livelli di progettazione inerenti la geometria, la dislocazione topologica, la prossemica e la luce naturale. TUNED Restart si applica invece alle ristrutturazioni, coinvolgendo nel Brief materiali, colori, texture, geometria e acustica, e in relazione alle modifiche strutturali e di facciata anche la prossemica dei confini, la topologia e la luce naturale possono entrare fortemente in gioco. TUNED Interior coinvolge gli interni di immobili esistenti secondo le stesse modalità. TUNED City, infine, si applica agli spazi aperti delle città analizzando ambiti di transito, percorsi lineari, aree verdi e spazi di interazione sociale. Che accoglienza sta avendo questo nuovo approccio alla progettazione? Si sta certamente diffondendo la consapevolezza che le ricadute di questa via innovativa alla progettazione hanno un peso economico, oltre che sociale, molto rilevante. Se guardiamo ai dati di realtà più avanzate rispetto a quella italiana è facile vedere come l’attenzione a un rapporto di qualità tra lo spazio e i suoi utenti abbia ritorni economici, misurabili e misurati, in termini di maggiore produttività, crescita di attenzione, concentrazione e qualità del lavoro, minore affaticamento mentale e riduzione degli errori. Abbiamo già sviluppato diversi progetti in svariati ambiti, dalle strutture scolastiche a quelle di assistenza e cura passando per spazi pubblici e laboratori di ricerca, e siamo convinti che gli spazi di sviluppo di questa metodologia siano ampi ed estremamente interessanti. ●
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MADE FOR CONTRACT
SKEENS WOOD PASSION TABU, eccellenza italiana nella tintoria e tecnologia del legno multilaminare, presenta SKEENS: una nuova visione della boiserie, che riveste le pareti con un sottilissimo tessuto ligneo. Con effetti sorprendenti e infinite possibilità di personalizzazione • txt Antonia Zanardini
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eggeri e sottilissimi fogli di legno, con uno spessore minimo, quasi vicino allo zero, da applicare a parete come se fossero tessuti preziosi. Incanta gli occhi Skeens, la nuova collezione di Tabu che rivoluziona
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radicalmente il concetto di boiserie e il modo di decorare gli interni. Perché un attimo dopo la fascinazione estetica, se ne intravvedono immediatamente gli infiniti ambiti applicativi e le straordinarie
potenzialità decorative, soprattutto in ambito contract. Come se i sogni di ogni progettista e interior designer si fossero improvvisamente materializzati e, grazie a Tabu, avessero finalmente preso forma.
“Ci sono voluti anni di studi e ricerche per riuscire a produrre un vero e proprio ‘tessuto di legno’, che può essere facilmente incollato a parete”, spiega Flavio Borghesi, Sales & Marketing Manager Skeens, “una straordinaria collezione che trae ispirazione da sette specie legnose - Bolivar, Eucalyptus, Frassino, Larice, Noce, Rovere e Tiglio - per offrire nuove possibilità di progettazione delle superfici lignee”. L’estetica è davvero sorprendente, come siete arrivati a questo risultato? “Partendo dalla nostra grande esperienza nella realizzazione di piallacci tinti e multilaminari, siamo riusciti a produrre un foglio sottilissimo che offre lo stesso effetto decorativo di una boiserie”. Ma, da quanto intuisco, senza tutte le complessità insite in una boiserie tradizionale. Penso solo ai costi e ai tempi di realizzazione, alla movimentazione e alla logistica, alla complessità del cantiere e ai limiti in fase progettuale… “E’ proprio così. L’effetto finale è quello di una boiserie, ma si tratta di leggeri fogli di
L’AMORE, SOSTENIBILE, PER IL LEGNO PER LA NUOVA COLLEZIONE SKEENS TABU HA VOLUTAMENTE SCELTO SOLO LEGNO CERTIFICATO E SOSTENIBILE FSC - FOREST STEWARDSHIP COUNCIL - CHE IDENTIFICA IL LEGNO CHE PROVIENE SOLO DA FORESTE GESTITE IN MANIERA RESPONSABILE,NEL RISPETTO DEI CICLI DELLA NATURA E SECONDO POLITICHE DI RIFORESTAZIONE. PROPRIO PER QUESTO MOTIVO SONO STATE SCELTE UNICAMENTE SPECIE LEGNOSE NORDAMERICANE ED EUROPEE, TUTTE TRACCIATE DAL TRONCO FINO ALLA SUPERFICIE FINALE.
SKEENS È UN NUOVO PERCORSO INNOVATIVO PER IL LEGNO A PARETE. UN SOTTILISSIMO TESSUTO DI LEGNO CHE PUÒ ESSERE FACILMENTE INCOLLATO SU MURI, PORTE E RIVESTIMENTI COME SE FOSSE UNA SEMPLICE TAPPEZZERIA
legno preverniciati che si possono applicare direttamente su pareti, porte, rivestimenti e pannelli”. Quindi con infinite possibilità applicative? Assolutamente si, basti solo pensare alla complessità delle superfici curve: con Skeens il problema non si pone, perché lo spessore è minimo e si applica facilmente su qualsiasi supporto, alla pari di un tessuto o di una carta. Per non parlare poi delle possibilità di personalizzazione e di realizzare soluzioni tailor made. Quindi oltre alla collezione base si possono definire anche soluzioni e finiture custom? La collezione è articolata in 10 tessuti lignei di base, ciascuno disponibile anche in tre varianti goffrate: delicati decori a rilievo che disegnano nella fibra legnosa motivi floreali (goffratura Flower), motivi naturali e foglie (goffratura Leaf) o motivi geometrici romboidali (goffratura Tweed). La collezione conta quindi 40 codici che interpretano i colori e i trend del design contemporaneo. Ma questa è solo la collezione di base, che può essere ampliata e personalizzata per rispondere a ogni esigenza progettuale e decorativa. Si possono variare colori, dimensioni e formati, si possono realizzare lavorazioni superficiali e disegni su misura e, non ultimo, anche sperimentare innesti con • 222
TABU, COLORS OF WOOD
altri materiali. Infinite soluzioni tailor made, specifiche per ogni progetto e per costruire l’interior design desiderato. Quindi una soluzione perfetta per il contract, praticamente il sogno di ogni progettista… “Noi l’abbiamo definita ‘L’Officina dei Sarti’, per sottolineare che in Tabu e nella nuova divisione Skeens siamo abituati a lavorare proprio come dei couturier. E proprio come sarti, da oltre 90 anni, sappiamo dare forma alla materia e alle idee, per creare spazi unici. È la nostra vocazione, la nostra natura: innovare incessantemente e ricercare il bello”. ●
Tabu è un’azienda con radici quasi centenarie, nata nel 1927 a Cantù, nel cuore della Lombardia, oggi eccellenza italiana nella tintoria del legno. Presente in oltre 60 Paesi nel mondo, Tabu produce piallacci naturali tinti e multilaminari, raccolti nella splendida Collezione 555.18, intarsi industriali (collezione Radiche & Graffiti), superfici tridimensionali (collezione Groovy) e linee di pavimenti in legno con lo strato nobile tinto nello spessore. Tutti i piallacci, infatti, vengono tinti nello spessore, per garantire l’omogeneità del colore e la sua replicabilità all’infinito: centinaia di tonalità applicate a decine di specie legnose. Una gamma pressoché infinita di texture e di cromie tra le quali non mancano anche i toni più audaci, come i gialli, gli arancioni, i rossi, i verdi, gli azzurri e i porpora. Un caleidoscopio di colori che Tabu ha racchiuso nel progetto RED BOX 555, ADI Design Index 2019 e in corsa per il Compasso d’Oro 2020: la più vasta raccolta al mondo di piallacci naturali tinti e multilaminari per i progetti di interni, una summa, un concentrato di tecnologia applicata al legno che non può mancare sullo scaffale di ogni studio di progettazione. Un box che nasce dall’ascolto e dall’interpretazione delle tendenze, dei gusti, del mutare degli stili di vita, delle ibridazioni tra architettura, arredo, moda, industria navale e automobilistica. In un instancabile “crossover stilistico e creativo” che esplora le infinite e multiformi forme della natura, dello stile e della bellezza.
INSIDE
MAKING OF
POLIFUNZIONALE URBAN MEETING PLACE Un’illuminata famiglia di imprenditori nel settore agroalimentare dell’Idaho ha deciso di offrire alla propria città un centro polifunzionale e ricreativo. FANTONI si occupa di tutte le soluzioni fonoassorbenti • txt Vittoria Baleri • 224
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ump, acronimo di Jack’s Urban Meeting Place, è il lascito alla comunità locale di un uomo che aveva fatto dello spirito pionieristico la ragione della sua attività professionale, uno spazio per offrire opportunità di crescita, innovazione, ispirazione. Centro ricreativo che offre aree d’incontro e sale gioco, aree brainstorming e spazi per ricevimenti, nonché studios dove registrare musica, prototipare in 3D o realizzare film, cucinare o danzare. Il campus sorge in centro città al posto di un antico essiccatoio di proprietà della
famiglia e ingloba anche gli headquarter aziendali, una mensa aperta al pubblico e un auditorium. Le soluzioni Fantoni Spazi enormi e ampi volumi impongono agli interior designer di concentrarsi sul tema dei rivestimenti a soffitto, selezionando materiali fonoassorbenti che possano bilanciare l’acustica potenzialmente compromessa dalle numerose vetrate progettate per favorire lo scambio con l’ambiente esterno. L’incontro con Fantoni favorisce
18.000 MQ TRA CLIMACUSTIC E 4AKUSTIK CONTRIBUISCONO A RENDERE PIACEVOLMENTE PERFORMANTI GLI HEADQUARTER DI SIMPLOT, LA MENSA, I CORRIDOI DI COLLEGAMENTO E MOLTI DEGLI SPAZI COMUNI, CON SOLUZIONE CUSTOMIZZATE A FORTE IMPATTO ESTETICO
l’approfondimento della conoscenza tecnica di Climacustic, sistema radiante e fonoassorbente a base legno unico al mondo, che rappresenta una risposta completa alle loro esigenze di: pannelli radianti “wood looking” con performance acustiche, decorativi speciali da abbinare al design degli edifici, flessibilità del prodotto dovuta alle condizioni del soffitto, materiali ignifughi e, non ultima, estetica d’impatto. Inoltre, la forte performance radiante del prodotto lo rende adatto a essere utilizzato anche nelle zone perimetrali vetrate. In alcune aree il sistema radiante Climacustic si alterna al solo pannello
fonoassorbente 4akustik, curvato, plasmato e customizzato. Anch’esso conforme allo standard F 4 stelle secondo la norma JIS, certificata dal ministero giapponese e considerata la più rigorosa al mondo, relativamente al bassissimo contenuto di formaldeide, e quindi prodotto altamente ecocompatibile, particolarmente adatto all’utilizzo in ambienti pubblici ove il committente ricerca alte prestazioni tecniche combinate a soluzioni sostenibili, non trascurando l’aspetto estetico. Vincente anche la possibilità di avere uniformità di finitura, eliminando così l’interruzione visiva tra un prodotto e l’altro. ●
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MAKING OF
ESSENZIALI SEGNI DI LUCE Nelle Twin House progettate da IASSAIAS PAPAIOANNOU grandi aperture firmate SECCO SISTEMI si affacciano sul monte Parnitha e facilitano la continuità tra esterno e interno • txt Agnese Lonergan
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e Twin House realizzate da Issaias Papaioannou a Ekali, in Grecia, nascono come intervento di riconversione di una grande casa suburbana degli Anni ‘80 senza particolare pregio architettonico. L’intervento ha lavorato su alcuni fronti diversi ma integrati. Dal punto di vista strutturale, l’adeguamento del complesso alle norme antisismiche ha reso necessaria la costruzione di una nuova facciata in cemento armato autoportante, che
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avvolge e diventa tutt’uno con l’involucro esistente. Dal punto di vista planimetrico e distributivo, invece, le due residenze sono organizzate su tre livelli principali con un volume complessivo diviso in due parti uguali lungo l’asse nord-sud. Un diaframma evidente identificato da un setto rivestito in legno che penetra profondamente la composizione. L’espressività formale è data da dettagli sofisticati e dalla matericità delle superfici. Cemento, legno, vetro e metallo si esprimono senza mimetismi, ma al contrario lasciano che sia la loro essenza a diventare decoro. Grandi aperture, inoltre, permettono la vista sul monte Parnitha e facilitano la continuità tra interno ed esterno. Le soluzioni Secco Sistemi Geometrie nette e precise, spessori ridotti al minimo per scomparire e lasciare alla
IL SISTEMA OS2 65 DI SECCO SISTEMI PERMETTE LA MASSIMA PERSONALIZZAZIONE NELLA COMPOSIZIONE DELLA FACCIATA, ANCHE GRAZIE ALLA SCELTA DI VETRI E TIPOLOGIA DI APERTURE - BATTENTE, RIBALTA, BILICO, LIBRO MA ANCHE VETRATE FISSE E SCHERMI DI LUCE - CON CUI È POSSIBILE PROGETTARE IN ESTREMA LIBERTÀ
luce il ruolo di protagonista, piani che si sovrappongono e arretrano generando aggetti importanti e ombre profonde. I profili OS265 di Secco Sistemi in acciaio zincato verniciato contribuiscono a definire l’immagine contemporanea delle Twin House, garantendo il massimo comfort e rispettando il disegno dei prospetti. La famiglia di serramenti OS2 65 associa infatti spessori minimi, alte prestazioni e una resa estetica assoluta, determinata dalla pulizia del disegno ma anche dall’impiego di materiali preziosi. Una serie di serramenti molto versatile, grazie alle infinite varianti dei profili, ma anche capace di trasformare la propria immagine in base ai materiali impiegati. Dall’acciaio zincato all’acciaio inox, con le straordinarie qualità di resistenza all’ossidazione e alla corrosione, dalla patina inconfondibile del corten alla ricchezza materica dell’ottone, utilizzato in questo progetto, o alla capacità di assumere i tratti cromatici del bronzo antico. Tutti proposti in un’ampia gamma di finiture e con una resa estetica di alto livello, e tutti in grado di interpretare lo scorrere del tempo aggiungendo valore al progetto. ●
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MAKING OF
HERITAGE E DOMOTICA HI TECH Circondati da storia, arte e bellezza gli ospiti che soggiornano presso PALAZZO BONTADOSI vivono un’esperienza indimenticabile, resa possibile anche grazie al fondamentale contributo tecnologico dei dispositivi VIMAR • txt Marta Germani
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alazzo Bontadosi Hotel & Spa è una combinazione splendidamente riuscita di art de vivre, eleganza, creatività e capacità di attraversare il tempo in modo nuovo. Un boutique hotel che si affaccia sulla piazza principale di Montefalco, cittadina-gioiello che racchiude un ricco patrimonio d’arte, circondata da morbidi e verdi colli. Costruito agli inizi del ‘400, il Palazzo offre magnifici spazi affrescati nei quali sono state ricavate dodici camere e suite, un ristorante, un centro benessere e una galleria d’arte. Tutte diverse tra loro ma accomunate dal sapiente connubio di antico e moderno e dalla cura dei particolari, le camere sono legate da un’armonia invisibile, pur distinguendosi per particolari come gli splendidi affreschi originali, gli arredi, i colori e i decori che le rendono uniche. Efficienza, funzionalità e design Così come unica è la dotazione tecnologica presente nella struttura. L’impianto elettrico è infatti stato recentemente rinnovato e integrato con il sistema domotico By-me di Vimar, ideale per piccole strutture perché consente di automatizzare le camere offrendo anche la possibilità di supervisionarle direttamente dalla reception. Luci, clima e automazioni di
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ogni singola stanza possono così essere gestiti localmente dall’ospite o regolati centralmente tramite il tablet presente nella reception. Questo grazie al web server Vimar, un dispositivo che permette di controllare l’intero sistema domotico anche da remoto attraverso l’intuitiva app By-web, che consente di avere sempre sotto controllo l’intera struttura, verificando lo stato della camera - libera o occupata - ma anche quello le luci e la temperatura di ogni ambiente, se necessario intervenendo per evitare inutili sprechi. Inoltre, ogni camera è dotata di comandi domotici e lettori di card a transponder, che consentono agli ospiti di impostare le loro condizioni preferite e di accedere in modo sicuro all’interno del loro alloggio. La tecnologia Vimar è però stata scelta anche per un altro fondamentale motivo:
mantenere intatte tutte le preziose testimonianze della storia come affreschi, intonaci, stucchi e pavimenti. L’esigenza era infatti quella di non intervenire con opere murarie e questo è stato possibile installando in ogni camera un modulo domotico multifunzione Vimar, un dispositivo da quadro che ha permesso di realizzare un impianto domotico senza dover eseguire interventi invasivi, ma semplicemente collegando il cavo Bus ai suoi ingressi e uscite. Parallelamente, il design dei dispositivi installati valorizza ulteriormente gli interni della struttura. Per fare da cornice ai comandi Vimar è infatti stata scelta la serie Arké in due varianti, entrambe nella versione Round in metallo, ma differenti nella tonalità - polar matt total look e bronzo matt - in modo da integrarsi perfettamente nell’ambiente. ●
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SHOW OFF
HIGH TECH DESIGN Il forte legame di LG SIGNATURE con l’arte e il design è risultato evidente a IFA Berlino 2019. Sottolineato dalla collaborazione con STUDIO FUKSAS, che ha progettato il caleidoscopico stand del brand coreano • txt Tullio Castiglioni
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nche nell’epoca della produzione di massa il concetto alla base dell’Industrial Design, ovvero il miglior connubio possibile tra ricercatezza formale e funzionalità, rimane quanto mai attuale. Ma in un’epoca liquida, in cui alla volatilità dei trend e delle mode fa riscontro una tecnologia dalle evoluzioni sempre più rapide, qual è il punto di equilibrio capace di coniugare due istanze - Forma e Funzione - che sono tuttora sinonimo di un’eccellenza al riparo dalla mutevolezza dei tempi? Lo abbiamo chiesto a Noh Changho, head of LG Design Center, e a Doriana e Massimiliano Fuksas, autori dell’installazione Infinity per lo stand LG Signature - il brand ultra premium di LG Electronics - presentato alla recente edizione dell’IFA a Berlino. Un progetto che, in linea con la filosofia “Art Inspires Technology, Technology Completes Art”, sottolinea la relazione simbiotica tra arte, design e tecnologia. Oggi la tecnologia non si traduce più solamente in performance sempre migliori, ma apre anche nuove possibilità in termini
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di design: come si coniugano questi due aspetti nella filosofia LG? Noh Chang-ho L’essenza di entrambi i termini è la tecnologia. In altre parole design e funzionalità concorrono, all’interno del medesimo contesto, a creare un risultato in cui l’eleganza formale è anche il contenitore di funzionalità d’eccellenza. I prodotti LG Signature condividono un tratto comune, una personalità marcata e inconfondibile: una raffinata estetica minimalista, che al tempo stesso definisce la natura intima di ogni prodotto. Lo stesso processo ideativo seguito da LG è un fattore di importanza determinante nel coniugare efficacemente design e tecnologia. I designer sono stati coinvolti in ogni aspetto, dal concept iniziale di prodotto alla definizione, sviluppo e comunicazione degli elementi di innovazione. Inoltre, con la gamma LG Signature abbiamo fin da subito perseguito l’obiettivo di mantenere integralmente l’idea iniziale sino al suo completamento finale. E per raggiungerlo abbiamo deciso che ogni
ipotesi di modifica avrebbe dovuto essere vagliata da un “comitato di progettazione” composto da CEO, CTO, collaboratori esterni e gruppi di consulenza, rendendola quindi estremamente laboriosa. “Prestazioni senza compromessi ed eccellenza nel design” è il motto della gamma: quali sono i trend in termini di materiali, colori e linee che ne sono il filo conduttore? Noh Chang-ho Il concept dei materiali e colori della gamma LG Signature è timeless, senza tempo. La palette è concentrata sui colori nero, bianco, argento e su finiture matt, in modo da esaltare l’essenza dell’acciaio inossidabile e dell’alluminio. Seguire mode e tendenze, di per sé volatili e passeggere, renderebbe quasi impossibile adottare una filosofia così fortemente incentrata sull’essenzialità del prodotto. Se invece quest’ultima, con il suo contenuto di funzionalità, viene mantenuta, il risultato saranno prodotti senza tempo. Naturalmente molti prodotti e oggetti di uso comune si
ph Gianmarco Chieregato
caratterizzano per una grande diversità di forme e materiali, così come più in generale gli stessi spazi abitativi e ciò che essi contengono sono a buon diritto considerati, nella loro variabilità, “prodotti” di design. In un contesto così complesso è difficile individuare dei trend specifici, ma nel nostro Design Management Center operano un team di ricerca specializzato in materiali, finiture e colori e un team di ingegneri che esplora la possibilità di tradurre queste diverse opzioni in termini di tecnologie. Proprio grazie a questo approccio i prodotti LG Signature sono frutto di un processo che coniuga ogni aspetto in un’ottica di usabilità e connettività. Oggi la tecnologia non è solo funzionalità ma anche lifestyle. Come e in quale misura questo influenza le attuali tendenze del design? Massimiliano Fuksas L’innovazione tecnologica è uno dei fattori che aiuta a rappresentare i nostri “sogni”. La tecnologia virtuale è molto utile. Ti consente di avere
un maggiore controllo sul progetto e di immaginarlo più chiaramente prima che sia organizzato e abbia una forma definita. Ma prima devi avere un’immagine concreta, solo allora il computer può identificare i punti e renderli in tre dimensioni e visualizzare il design. La tecnologia aiuta a costruire, per ottenere un’altissima precisione, aiuta a risolvere problemi complessi. Tuttavia, l’immaginazione la precede. Senza immaginazione, non puoi fare nulla con la tecnologia. La precisione con cui il computer introduce il design non è qualcosa di importante in sé: è una funzione del concetto di design. Ho un sogno: una tecnologia che mi dia la possibilità di avere una stanza, uno spazio con solo schermo, che funziona come un puzzle, che possiamo comporre come vorremmo. Doriana Fuksas Per quanto mi riguarda, poiché lavoro principalmente con le idee, la tecnologia funge solo da strumento. Il problema non è negli strumenti, il problema è nella sostanza. Se non hai la sostanza,
puoi avere un intero arsenale di strumenti, ma non sai come usarli. Se non hai in mente nulla, puoi semplicemente creare un modulo. È come scrivere: per prima cosa devi pensare, il progetto è nella tua testa, legato a un concetto che deve essere creato, sviluppato, articolato. In questo modo, inizi a costruire, anche prima di aver progettato qualcosa. In quali scelte si è tradotto questo nuovo concetto di high tech nell’allestimento degli spazi espositivi di LG Signature all’interno della fiera? Massimiliano Fuksas L’allestimento degli spazi espositivi di LG Signature per IFA2019 introduce il modello del caleidoscopio e lo combina con l’elegante forma dell’esagono riuscendo a esprimere in questo modo le infinite possibilità della tecnologia e del design LG Signature. La geometria perfetta funge da ponte tra il motivo del caleidoscopio e i prodotti, sottolineando ulteriormente la qualità e la modernità futuristica che il marchio incarna. ●
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SHOW OFF
UN’ESTETICA RIGOROSA Elegante superficie opaca enfatizzata da un’estetica rigorosa e minimale per il lavabo d’appoggio Belt - design by Meneghello Paolelli Associati - inserito nella composizione Code Wave 01 di ARBI ARREDOBAGNO. Una combinazione costituita da piano folding bio in pino tarlato, su cui sono appoggiati i due lavabi Belt 40 in tekno, abbinati al mobile Wave in finitura laccato bianco opaco e alla mensola Slide.
RITI D’ORIENTE Nuove declinazioni estetiche traducono il progetto Immersion di AGAPE, disegnato da Neri&Hu. Vasca e lavabo, nella forma e nelle proporzioni, rimandando alle tradizioni orientali del rito del bagno. • 234
TRAMA DI LINEE Disegnata da Ichiro Iwasaki, la collezione modulare Tube di VIBIA è costituita da una rete di tubi che trasportano la luce a vari diffusori. Minimalista nel concetto e nella forma, è dotata di caratteristiche che agevolano una progettazione flessibile e personalizzata. I condotti in acciaio si snodano attraverso il soffitto, creando una trama di linee e angoli che rievoca una mappa della metropolitana. Si possono collegare fino a quattro diffusori led, disponibili in varie misure, in quattro tonalità di grigio e in versione a soffitto o a sospensione con altezza regolabile
ELOGIO ALLA BELLEZZA Trame elaborate e geometrie originali si intersecano in preziose composizioni che evocano il fascino delle antiche dimore: nella nuova collezione di Quadrotte Signature by WOODCO, la maestria artigiana incontra l’estro creativo dei professionisti del design, per pavimenti unici e fortemente suggestivi.
COUPÉ SOFA CARL HANSEN & SON amplia la sua collezione di arredi firmati Frits Henningsen con il magnifico Coupé Sofa del 1936, caratterizzato da una forma morbida e armonica, un’estetica elegante e distintiva e uno straordinario equilibrio tra i materiali. Uno dei progetti più originali di Frits Henningsen, con il profilo all’altezza della spalla, le gambe posteriori ad angolo e gli eleganti braccioli interni: un divano dall’estetica eloquente.
UN DARDO AMOROSO Dall’incontro tra una lunga e minimale barra led che trafigge - come un dardo amoroso - un paralume in tessuto stampato all’interno nasce Cupido di KARMAN, fonte luminosa sospesa tra rigore e decoro, illuminazione tecnica e decorativa. La lampada si trasforma e rivive anche in altre versioni e dimensioni - piantana, terra/cielo, sospensione tradizionale - per inserirsi con poetica versatilità in ambienti diversi, at home così come in ufficio.
BAXTER ROMA Inaugurato a Roma il nuovo store BAXTER che trova la sua location in via Monterone 2A, in un edificio storico del Cinquecento. Entrando all’interno dello spazio si scoprono soffitti a volte, stanze che si susseguono una nell’altra e inaspettate visuali architettoniche per un progetto che assomiglia più a un atelier che a un negozio di arredamento. La collezione Baxter qui presentata consente di mettere in scena lo stile dell’azienda in una suggestiva ambientazione che unisce elementi contemporanei, come la grande istallazione neon del corridoio, ad atmosfere dal sapore antico. Protagonisti assoluti degli spazi sono i più recenti prodotti iconici Baxter come i divani Chester Moon, Tactile e Viktor per la zona living e il tavolo Lagos per la zona dining, che regalano un’atmosfera in cui ogni singolo elemento entra in sintonia con l’altro creando uno store attivo, fresco e dinamico.
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SHOW OFF
1 EFFETTO CANGIANTE La nuova collezione Nebula, disegnata da Cristina Celestino per BESANA CARPET LAB, evoca una flora immaginaria, un miraggio velato e sfocato tra cosmo e abissi. Besana, inoltre, studia per Nebula una stampa digitale che mette in risalto i vivaci colori delle grafiche su più livelli, su una moquette morbida e folta che acquisisce un inaspettato effetto cangiante.
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2 MODULARE E COMPONIBILE Panorama di BONALDO è un divano modulare dalle molteplici composizioni. Oltre al divano, la linea comprende poltrone e pouf. Spiega il designer Fabrice Berrux, “la sua geometria è uno stimolo all’accostamento dei diversi elementi per trasformare la zona living nel più caldo e accogliente degli ambienti”. 3 LIFESTYLE PER IL CONTRACT Le collezioni tessili di SANS TABÙ, alto di gamma, sono la giusta proposta per l’arredo di hotel, dimore e yacht privati. Non solo per l’ampia scelta di fantasie ma anche per la capacità creativa e produttiva di affrontare ex novo il briefing del cliente per un progetto tailor made, traendo spunti e riferimenti da un immaginario ludico, raffinato e sensuale per arricchire stanze e spazi comuni dedicati a un’accoglienza contemporanea e di qualità. Lino, cotone, canapa e lana merinos sono i materiali protagonisti, ma con una nuova sorpresa: da oggi i decori possono essere riprodotti su richiesta anche su rivestimenti murali in fibra naturale - lino, cotone o seta - o su TNT, moquette, porcellane.
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4 UN TAVOLO, DUE FUNZIONI Spritz e Step di NARDI sono coloratissimi tavolini d’appoggio in resina fiberglass dalla sinuosa ed essenziale base a tre gambe e dal piano rotondo, caratterizzati da una peculiare doppia funzionalità. Sono infatti dotati di un kit che permette di ottenere due diverse altezze, per un’amplificata libertà di utilizzo in ogni contesto e a seconda delle diverse occasioni d’uso. 5 ADDIO AL RIVERBERO ACUSTICO Con la tecnologia Snowsound di CAIMI l’esigenza di muoversi e vivere in ambienti meno rumorosi, riducendo il fastidioso riverbero acustico, trova finalmente una risposta in un prodotto innovativo, adatto a risolvere svariate esigenze progettuali in ambito contract. Performance acustiche eccellenti raccontate dalla mano di designer diversi che hanno dato vita, con la loro creatività, a una collezione ampia ed eterogenea di soluzioni accomunate dalla capacità di inserirsi in modo leggero e flessibile negli ambienti, sia in nuovi progetti che in quelli esistenti.
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SPAZI FLUIDI AD ALTO TASSO DI DESIGN Nel contesto dell’abitare contemporaneo, la porta rappresenta sempre più un plus progettuale, non solo funzionale ma anche estetico, che contribuisce all’unicità di un ambiente. In linea con questa tendenza, FERRERO LEGNO ha messo a punto la linea Scenario, archetipo di un nuovo concetto di porta che diviene sistema completo di partizione dalle enormi potenzialità, permettendo di separare o creare continuità visiva tra gli ambienti. Un sistema di pareti scorrevoli, abbinabili anche a pannelli fissi, e strumento di progettazione flessibile e funzionale: divide e crea ambienti negli ambienti, senza appesantire gli spazi con interventi murali. Scenario è disponibile in quattro differenti soluzioni - Visio, Delineo, Premium e Lignum - tutte stilisticamente improntate a un sofisticato minimalismo, per adattarsi a qualsiasi contesto architettonico, soddisfacendo così le esigenze di consumatori finali e progettisti.
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SHOW OFF
CONCEPT LIVING Si ispira a forme organiche Lapis, il “concept living” disegnato da Emanuel Gargano e Anton Cristell per AMURA. Non un semplice divano, ma una nuova interpretazione della relaxing experience che vuole ricongiungere l’uomo e la natura, in una dimensione quasi ancestrale. Lapis può assumere varie dimensioni e combinazioni a seconda degli spazi e delle necessità: dalle forme più classiche e tradizionali, a composizioni libere e irregolari.
VETRI SELETTIVI A CONTROLLO SOLARE AGC arricchisce la sua gamma di vetri selettivi e presenta due nuovi prodotti a controllo solare che si caratterizzano per la tecnologia avanguardistica: Stopray Vision-52 e Stopray Vision-62, con le rispettive versioni temprabili. Vetri ad alta selettività, prediletti dall’architettura contemporanea per la realizzazione di grandi facciate trasparenti, che permettono di massimizzare la quantità di luce naturale che penetra negli edifici, minimizzando al contempo l’impatto sul clima interno.
DIVANO SCULTURA L’armoniosa asimmetria e l’intrigante gioco di proporzioni fanno di Boè - il divano creato per DÉSIRÉE da Jai Jalan - un modello che ricorda una dormeuse contemporanea. Monolitico, avvolgente e sinuoso, Boè è un divano scultura che invita a sedersi nell’ansa laterale, in cui adagiarsi assumendo la posizione semi stesa tipica della chaise longue.
ESPRESSIVO E LUCENTE Il materiale chiave della nuova collezione GERVASONI è l’alluminio, al quale Paola Navone ha dato tante forme e tante vite giocando sulle qualità di questo materiale, bellissimo perché duttile, espressivo, universale e riciclabile. La lucentezza della superficie diventa uno speciale strumento di creatività capace di dare agli oggetti una luce in più e un’aria fresca e un po’ avveniristica.
BAMBÙ, NATURALE E RESISTENTE Per il sistema di pedane a quote differenti di Snodo, nuovo fulcro di aggregazione delle serate torinesi, è stato scelto Panorama di DÉCO, l’esclusivo rivestimento naturale in bambù che, grazie al trattamento di compressione termica e all’alta densità, presenta doghe totalmente dritte e stabilizzate, non soggette a fenomeni di torsione e resistenti alle intemperie, all’acqua e agli urti, che mantengono negli anni un aspetto naturale. L’essenza, leggera, versatile, adatta ad ambienti soggetti ad alto calpestio, è tra i legni naturali più resistenti e robusti. • 238
FABBIAN PER FOSTER+PARTNERS A Hong Kong, il Murray Hotel è un progetto custom in cui si esprime tutta l’abilità di FABBIAN nella lavorazione del vetro per creare pareti divisorie e apparecchi di illuminazione su disegno. Un prestigioso progetto di Foster+Partners per la riqualificazione e il ridisegno degli interni di un edificio costruito nel 1969 nel quartiere Central, cuore degli affari della città nato come sede generale del governo. Per il Murray Hotel Fabbian è intervenuto in alcune zone comuni dell’ingresso e del ristorante dove sono state predisposte cinque pareti divisorie in vetro costituite da formelle in cristallo il cui disegno richiama il motivo a griglia della facciata dell’hotel, tutte incorniciate da una cover dorata. Alle pareti sono stati incassati dei riquadri illuminati a led, utilizzando formelle in cristallo incollate su specchi per far riflettere maggiormente la brillantezza del vetro. Per il bar sono state invece ideate due sospensioni rettangolari e una grande ovale costituite da grandi piastre con incassati numerosi faretti Cheope racchiusi da una cornice in eulithe, un materiale simile al legno ma più leggero e sintetico sul quale sono possibili particolari trattamenti, come la cromatura.
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SHOW OFF
OASI DI RELAX Con la collezione Mawi Spa di GLASS 1989 la minipiscina si guadagna a pieno titolo il ruolo di elemento d’arredo: un’oasi di relax perfetta sia nell’indoor che nell’outdoor. Minipiscine dalle linee contemporanee, che arricchiscono il mondo spa di un nuovo comfort, con pannellature esclusive dalle potenzialità e caratteristiche inaspettate.
LIMESTONE PREGIATO Lithos, di COTTO D’ESTE, parte dalla pietra portoghese Gascoigne - un limestone particolarmente pregiato - per arricchirsi di dettagli e venature caratteristiche del marmo. Ne deriva un’estetica completamente nuova, capace di unire la bellezza del limestone a striature marmoree a intarsio, raffinate e sottili. Le cromie utilizzano colori caldi e neutri che vanno dal grigio chiaro al grigio scuro, passando per il tortora e il beige, dando vita a una collezione fatta di nuance estremamente sofisticate.
RED DOT AWARD Bette Craft, il bacino rotondo e convesso che coniuga il meglio di due mondi - l’estetica scultorea e l’acciaio al titanio vetrificato - è stato premiato con il Red Dot Award 2019. Il linguaggio delicato del suo disegno e la superficie brillante sono così impeccabili che creano istantaneamente l’effetto della porcellana cinese. Il team Tesseraux + Partner ha dato vita a un design che ha trasformato l’acciaio al titanio vetrificato di BETTE in una forma arrotondata, che si “inchina” verso la parte superiore e inferiore, e che ricorda l’argilla morbida stampata a mano dalla ruota del vasaio.
EASY CHAIR La JK Easy Chair, disegnata per RITZWELL da Jun Kamahara con una forma essenziale e decisa, quasi archetipica, viene oggi rinnovata grazie all’introduzione di nuovi colori e materiali. La poltrona si compone di un sottile telaio tubolare in acciaio inox che sostiene una profonda seduta in cuoio. Colori che riprendono le tonalità tradizionali giapponesi come il rosso e il bronzo scaldano visivamente l’acciaio della struttura grazie a una sofisticata verniciatura acril-uretanica molto sottile, mentre una morbida pelle riveste i braccioli donando una piacevole sensazione al tatto.
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PLANIMETRIE GEOMETRICHE La collezione di tappeti Plano, disegnata da Miguel Reguero per MOHEBBAN, è un’interpretazione architettonica di una visione personale sulla città di Milano, con la sua vita segreta, nascosta all’interno di splendidi palazzi e cortili interni, accessibili solo ad alcuni privilegiati. Al centro di ogni tappeto un cuore rettangolare morbido in seta che si trasforma man mano in versioni planimetriche più complesse. Una disposizione geometrica che configura uno spazio ordinato, pronto però per essere arredato secondo uno schema libero e informale, creando giochi di rilievi e profondità su una superficie piatta.
BELLA: PICCOLA E PERFORMANTE L’attento studio di miniaturizzazione della tecnologia è la chiave della straordinaria compattezza di Bella by PANZERI. Braccio conico decentrato, testa orientabile e comando Step Dim a cinque regolazioni di intensità luminosa caratterizzano le versioni da tavolo e parete, quest’ultima con snodo anche alla base, per una maggiore flessibilità nel posizionamento. Tanto piccola quanto performante, Bella è un disco di luce dal carattere contemporaneo, che offre alto rendimento in minimo spazio. Bianco, nero, titanio, bronzo e ottone satinato le finiture disponibili.
L’UNICITÀ DELLA PIETRA NATURALE ANTOLINI, da oltre 60 anni sinonimo di eccellenza nel settore delle pietre naturali, e OFFICINA DELLA SCALA, che opera nell’ambito della progettazione immobiliare di lusso proponendo soluzioni d’arredo e realizzando progetti contract chiavi in mano, si presentano oggi uniti in partnership in un progetto altamente innovativo: il nuovo office e showroom Officina della Scala e Antolini a Milano. Uno spazio esclusivo pensato come meeting point per designer, architetti, grandi committenti e representative owners che ambiscano a progetti di elevato valore. Le pietre naturali sono esposte, oltre che in funzionali kit di campionature, anche a parete, come stupefacenti quadri: inseriti in grandi display, materiali come Irish Green, Dalmata o Quarzite Michelangelo, posati a macchia aperta, incantano lo sguardo e impreziosiscono l’intero spazio rivelando la loro sorprendente personalità.
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SHOW OFF
1 PERFEZIONE SARTORIALE Morbide cuscinature in cui perdersi e ritrovare il significato autentico del comfort: il nuovo divano Horizon di ALIVAR è un arredo dallo stile classico contemporaneo - trait d’union della linea disegnata da Giuseppe Bavuso - che coniuga perfezione sartoriale e pura essenzialità delle forme. Si presenta con una struttura di legno e acciaio dal rivestimento in poliuretano espanso di varie densità e fodera in fibra di poliestere. Il tutto sorretto da esili ma robuste gambe in fusione di alluminio verniciato.
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2 POSITIVE OFFICE Il Positive Office di DIEFFEBI si configura come uno spazio dinamico, accogliente e altamente produttivo. Gli elementi modulari - dalle scrivanie agli armadi, dalle cassettiere alle librerie - permettono una grande flessibilità nell’utilizzo e si prestano a essere riconfigurati nel tempo, grazie a un design versatile ad alto livello di personalizzazione, che mette in primo piano le dinamiche individuali e collettive della vita negli ambienti di lavoro.
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3 SOLUZIONI ACUSTICHE Con una fornitura di 2.500 mq, ROCKFON è protagonista del nuovo CampZero Active Luxury Resort a Champoluc, dedicato agli appassionati della montagna. Lo studio Blad Idea, che ha curato il progetto architettonico in collaborazione con l’architetto Vincenzo Bonardo di AB Sound per l’acustica, ha infatti scelto Rockfon Mono Acoustic negli ambienti comuni del piano terreno, in quanto soluzione acustica ad alto assorbimento, esteticamente creativa e allo stesso tempo flessibile. 3
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4 LIBERTÀ COMPOSITIVA Il sistema Papilo di DITRE ITALIA offre una nuova interpretazione del divano informale. L’elemento distintivo del progetto è il cuscino libero dalla forma scomposta, ispirato alla famosa poltrona Sacco 68, che può facilmente adattarsi da schienale verticale a schienale relax, grazie alla particolare miscela interna di imbottitura. Di tutt’altro aspetto il basamento: ordinato e teso anche se estremamente confortevole, con rotondità orizzontali e verticali consentite da tagli sartoriali di nuova concezione. 5 BUREAURAMA A casa, in un museo, in ufficio: questi e molti altri sono gli ambienti in cui la nuova collezione Bureaurama creata da Jerszy Seymour per MAGIS si trova perfettamente a suo agio. Una serie di sgabelli - alti, medi e bassi - e di tavoli realizzati in alluminio in versione bianco e nero o in diversi colori fluo. Elementi caratterizzati dalla leggerezza e da una linea grafica ed essenziale, che consente di configurare innumerevoli soluzioni e di concepire l’ufficio come un luogo di lavoro dinamico e in continua evoluzione.
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UFFICI DA VIVERE Gli uffici contemporanei devono essere dinamici, versatili e fluidi, sempre più orientati al benessere e alla creatività. Uffici da vivere, quasi fossero home-office curati e con una qualità estetica di alto livello, dove concentrarsi per portare a termine lavori impegnativi ma anche concedersi momenti di svago e relax. Seguendo queste tendenze PEDRALI propone soluzioni d’arredo eleganti e funzionali pensate per questi smart office: sedute direzionali che garantiscono il massimo comfort, tavoli flessibili che rispondono alle esigenze dell’utente o degli spazi e complementi che arredano con gusto garantendo la massima efficienza. Soluzioni grazie alle quali è possibile creare ambienti contemporanei multiformi: dalle moderne sale riunioni ai format coworking di ultima generazione, fino alle aree relax e waiting. Soluzioni che, grazie al comfort, alla flessibilità e all’alta qualità estetica che sanno garantire, sono state scelte per arredare numerosi progetti di uffici contemporanei come l’Headquarter Google a Dublino, Edelman a Dubai e PULS Vario a Vienna, ma anche Microsoft House, Sky Italia, lo spazio coworking Copernico a Milano e la nuova sede Lavazza a Torino.
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SHOW OFF
INDUSTRIAL STYLE La nuova sede in Florida di Cultiva, azienda agricola ai vertici del mercato fresh-cut, si sviluppa su tre piani interamente ricavati da container marittimi, assemblati e disassemblati in Italia per poter affrontare un viaggio oltreoceano via nave. Un progetto di Eligo Studio in cui le finiture e gli spazi, dal carattere fortemente industriale, mantengono l’essenza delle unità costruttive che scivolano le une sulle altre per creare stanze, corti e terrazzi. Partner del progetto FANTIN, realtà specializzata nella produzione di arredi in metallo, che ha fornito tutti gli arredi.
IN SINTONIA CON LA NATURA La nuova collezione Forme di CP PARQUET comprende splendidi pavimenti in legno e boiserie con effetti decorativi che disegnano affascinanti composizioni geometriche, straordinariamente moderne e dinamiche. Le texture sono create utilizzando elementi di legno in diversi colori e forme che vengono ricomposte secondo suggestivi schemi modulari. Innovazione e tradizione si incontrano grazie a un esclusivo design di grande impatto visivo, espressione della più alta artigianalità: le composizioni sono infatti eseguite a mano durante la posa in opera.
RENDEZ-VOUS Rendez-vous è il nuovo sistema di sedute SABA pensato non solo per la casa ma anche per gli spazi collettivi. Obiettivo del progetto consentire un’estrema flessibilità compositiva con pochi elementi di base. Il punto di partenza è una struttura metallica verniciata nera sulla quale si fissano i moduli orientandoli a propria scelta. Il risultato è un appuntamento con il piacere estetico: angoli curvi da ritmare con linee pure, per disegnare ambienti di elevata personalità.
PVC FINITURA MARMO GERFLOR lancia la nuova finitura Carrare, ovvero la sua interpretazione del marmo in chiave vinilica, che presenta soluzioni adatte a ogni tipo di spazio - dal residenziale al retail e all’alberghiero - e che offre soluzioni architettoniche con un significativo abbattimento dei costi, dovuti alla tipologia del materiale e al suo peso, che di fatto semplifica il trasporto e la posa. Parte della gamma Creation, Carrare è disponibile sia nella versione 55 che nella versione 30, ossia con due differenti spessori dello strato di usura.
GEOMETRIA BILANCIATA Alma, disegnata da Matteo Cibic per IL FANALE, è una suggestiva fusione di vetro e ottone che si inserisce con discrezione in ambienti contemporanei lasciando un segno di luce intenso dato dalla fonte luminosa a led dimmerabile. La geometria bilanciata conferisce un senso di stabilità alleggerito dalle sfere luminose sospese. Il risultato finale è un oggetto iconico dall’aura immateriale. • 244
ITALIAN CHAIR MAKERS VERY WOOD è un marchio che raccoglie una raffinata collezione di sedie, poltrone, divanetti e sgabelli per ristoranti e aree pubbliche e in generale per il contract. Collezioni che coniugano un design funzionale all’innata passione per il legno, l’artigianalità, la cura dei dettagli e la qualità dei materiali naturali. Una raccolta di forme classiche e legate al migliore made in Italy reinterpretato in chiave moderna, per ambienti contemporanei capaci di soddisfare gli standard internazionali legati al mondo contract. Nelle immagini le collezioni Very Wood arredano con stile inconfondibile il ristorante vietnamita Nam a Kiev, progettato dallo studio YOD Design.
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P. 50 • HIGH ALTITUDE
A skyscraper in Chicago’s West Loop into the client’s headquarters
Suspended in the clouds, but well rooted in the context, the new head o ce designed by studio Alvisi irimoto occupies the entire nd floor o a skyscraper in hicago’s est oop. reated to host both the client’s head uarters and part o his art collection, the pro ect plays ith u taposition as soon as you alk in. pon entry, you meet t o contrasting environments, on one side the reception, on the other a playroom. oth are characterized by a large glazed panel, hich connects the visitors ith the t o aces o hicago: the urban and the territorial. he interiors eature ull height natural timber alls, glass partitions and suspended panels, hich help define the di erent orking zones. here is a significant fle ibility in the transparency o these elements, hich allo s occupants to marvel at the breathtaking landscape, even in the most private areas. he inter garden, a double height space, represents the pulsing heart o the pro ect. here, depending on their vie point, visitors ill see aspects o a suspended bo made up o t o asymmetrical ro s surrounding glass partitions creat ing an interesting play o lights and shado s. ompleting the room is a suspended bamboo sculpture by apanese artist eno asao and a table by unko irimoto in a apanese lac uer. he use o color has been care ully considered, at times transmitting serenity hile remaining unctional. rom the orange hues o the playroom to the intense red o the panels contrasting the grey alls o the restaurant, the rusty tones o the apanese allpa per at the entrance and the invigorating hite o the desks in the open space. ●
P. 60 • BELGIAN ATTITUDE
S V S P stores for Delvaux. 42 stores in the world including Le 27 in Brussels, which has revolutionized the language of luxury R Paying homage to the eternal city, elvau ’s flagship store as re cently opened in a historical building in ome. he lu ury leather
are company ounded in russels in has once again entrusted to ilanese architectural firm udafieri Saverino Partners the inte rior design pro ect, inspired by the omus omana and its spaces. ithin the store the elvau collections are distributed bet een the Atrium, ablinum, Peristilum and riclinum, in a succession o envi ronments that, like in a modern domus, go rom being public and become more intimate, a shopping e perience that o ers a progres sive sense o e clusivity. The domus romana lients are elcomed into the store via t o ma estic rooms, one ea tures a s enini lamp, ith its crystal pendants that light up, a carved ooden games table dating back to the talian th century. o give an additional touch o lu ury to the rooms is the entrance floor, made rom avona travertine marble and decorated in a dia mond shape moti ith brass inserts. he shopping e perience starts at the rear: here rises the Peristilum ith its immaculate cross vaults and columns covered ith a special allpaper here orks o the artist Piranesi have assumed a contemporary depiction. orromean baro ue architecture and alls decorated by ilippo alaguasta lead to riclinum, hich bet een the mood o s and the vintage urnishings unctions as a P room. Delvaux Brussels Among the elvau stores ithout a doubt e , opened in in side a bourgeoise villa on oulevard de aterloo in russels, stands out. y pursuing something bet een a concept store and an art gal lery, e revolutionizes the language o lu ury retail thanks to its se lection o art pieces, carpets, photography and prized design pieces that complete the ork o the studio, hich ocuses on evoking the e St l movement. As highlighted by the architects the setting o the store is based on a combination o contrasting categories: an ti ue and contemporary, order and apparent disorder, geometric strength and asymmetry. he play on harmonic contrasts aims to recall elvau style, hich in its creations unites classic lines and modern additions. onserving architectural eatures o the building, e is dominated by the color hite that fills the space ith light, interrupted only by a vertical strip, and edges, s uares and niches in light gray. Alongside these elements you can also find shelves and consoles hich are inspired by ondrian’s amous paintings. he use o precious materials such as marble and polished nickel, is a clear re erence to Art co. T L he ability to narrate tradition, the savoir aire and at the same time the creativity o the brand ith a language able to mirror the identi ty o the place is also visible in the e ond Street store in ondon. esigned in by illiam lockhart, the building is a genuine ar chitectural e el. aking the lead role here is the black boiserie ith matt finishes that characterizes the a ade and rames the elvau creations through a contrast o geometric s uare shelves and con soles. oiserie also eatures in the imposing staircase hich leads to the lo er floor here the dark shades o the space emphasize the hite o the iconic elvau rilliant hite bag. Aside rom the pres ence o design pieces rom the th century, the space also stands out because o the S arta Sala dition so as and the alter Amort lighting scheme. Milanese design meets Belgian creativity you’re looking or a uni ue bouti ue, the ilanese store in ia a gutta is the ultimate representation o innovation ith a mi o re er ences rom the th century ilanese design and elgian creativity. ach element tells a story: rom the marble panels that celebrate
the typical Milanese entrances of the 20th century as well, and the decision to pair this with pieces designed by Luigi Caccia Dominioni, Ignazio Gardella and Angelo Lelli. The Milan boutique affirms the architects’ ability to capture the genius loci. ●
P. 70 • PINK PIZZA
In London the designer duo Child Studio creates Humble Pizza, a cinematographic restaurant, inspired by the typical Italian cafes, that started popping up in London in the last century. And just for millennials, it’s pink
A new vegan restaurant opens in Chelsea, the London area synonymous for fashion, music and pop culture. Humble Pizza is born out of the reinterpretation of these references, thanks to the work of Child Studio who for the interior project were inspired by Formica Caffs, meaning the café bars of a typical British architectural style after the 50s in the West End of London. These bars, some of which still exists, are a testimony to the presence of Italian immigrant families in London after the war. Their function to offer simple drinks and snacks in a welcoming environment has been re-proposed by the designers Chieh Huang and Alexey Kostikov of Child Studio. Humble Pizza is characterized by pastel-colored laminated surfaces. An Italian style project which today as before aims to attract writers, musicians, photographers and all types of bohemian personalities. The laminated Formica that lines the internal wall continues up until the ceiling cove and even the tables are highlighted by cherrywood frames. The most eye-catching aspect, however, is the millennial pink tone chosen by the studio in order to recreate the original design of a pattern which was in fashion in the 70s. Paying homage to the long tradition of these cafes we find the floors covered in mosaic tiles, the shelving in cherry wood and the neon sign which recalls the classic lighting styles of Poul Henningsen, Jacques Biny and Luigi Massoni. ●
P. 76 • YABU PUSHELBERG
Tiffany, Edition Hotels, Barneys, Louis Vuitton: Yabu Pushelberg is the firm beloved by international brands for their ability to create spaces that have an intimate, luxurious comfortable aura that’s admirable and liveable. We met them in their Tribeca studio in Manhattan
George Yabu and Glenn Pushelberg are the silent stars who know how to listen. They listen to the space they are working on and store their findings in their personal memory bag, which helps them develop unique concepts suited to each client. Each project opens and evolves thanks to the interaction and fusion of various elements of the perfect machine also known as Yabu Pushelberg. The Canadian duo has offices in Toronto and New York and following 40 years of activity - the studio was founded in 1980 - they’ve courted the most famous international brands. Few know how to recreate the essence of comfortable intimate luxury that doesn’t slide into exclusion like they do. Today the duo are working with Tiffany, Bergdorf Goodman, Barneys New York, Edition Hotels, Louis Vuitton and Gwyneth Paltrow’s brand Goop. Not bad for a team that started out redesigning laundromats in Toronto. We interviewed them in their Tribeca offices in Manhattan where the designers relocated a year ago. Here they’ve created a bright space with a palette of neutral shades in perfect balance with the rational and intuitive. How is an idea born? From research or an intuition? Glenn: Ideas can be born from anything. A meal, a moment, a piece of clothing. Where they come from can be research or intuition as you said. But really, ideas are an offspring of memories. Everyone has a memory bank of experiences that shape their ideas and perceptions. Your memories, in tandem with research and intuition, can create abstract idea’s that can feel contextually appropriate for it’s • 248
a purpose. If you were to only use one of the three, an idea can be old news and trite. Design for retail: what are the characteristics of this projects? Glenn: To design retail, you need to step out of what you think the traditional barriers of retail design are. The purpose of retail design has drastically shifted over the years and in order to create an environment that’s true to the brand and its customers you need to think of its sense of purpose. If you really think about it, the landscape of retail design doesn’t fall far from how you design a hotel. Customers want a fantasy, a space that allows the customer to participate in the brands aspirational lifestyle. It’s less so about how you place items on a rack. Which retail projects do you consider emblematic? George: We haven’t designed for either of these brands but two emblematic retail spaces that come to mind are Gentle Monster and Dover Street Market. When you’re competing against accessible online brands from around the world, you have to think about how you really want to portray the personality of a store. I think what Gentle Monster and Dover Street understand is the mix of high low - a mix of quality streetwear that speaks to a vast type of customers - from bankers to people in fashion, to people who just like nice looking things. They blur these lines and create an unexpected and enjoyable retail experiences that make people want to visit their stores rather than just shop online. Aside from creating emotion through your work, what else does your work instill? George: I think our work instills delight in intimate comfort without being too familiar. We never intend to design your home away from home, what would be the purpose in that? We design a retreat from home, but with all the creature comforts that a home provides. We want to design newness, something fresh that also exudes the solace of your most intimate personal spaces. From the building itself to the way the light hits a room, to the couch you rest on, down to the cocktail glass. Those are the emotions we want people to feel when experiencing an environment we create. How important are the natural and cultural roots of the place? How do you interact with local traditions? Glenn: Very, the design needs to live comfortably in the place that it is. To create memorable design you need to make sure you know who you are speaking to first. For example, if you are completing a project in Florida and used the same colour schemes used in a sister property in the North, it won’t necessarily work with the demographic because their perception of what is a quality design could be different. Some places want the design to have an in-depth con-
nection to the geographical history while others shy away from that approach. There needs to be appropriateness to a sense of place. It’s all dependent on it’s sense of place. What are the common threads found in your projects? George: Creating a sense of familiarity through comfort. How does architecture project and product design interact? Are there mutual influences or are they two separate activities? Glenn: Our studio’s practice has expanded over the years to include interiors, product, lighting and textile designers, architects, stylists, and branding experts. The integration of all these disciplines makes a much stronger complete project. All the activities can live and thrive together, bouncing one idea through one medium to the next. It allows us to set time aside to understand all the factors - the commonalities and differences within a project to make sure we excel to the best we can be. In your projects are there tributes to architects you love? George: Our mentor was Arthur Erickson, a Canadian modernist who has worked has had a significant influence on the east and west. He was influential and greatly involved in the cultural world, designing the Museum of Glass in Washington. We are also inspired by Ludwig Mies van der Rohe who completed the Toronto Dominion Center which began being built in 1960 and finished in 67. Even today, the building has not changed and that is a testament to his work. ●
P. 84 • IN & OUT
Neri & Hu have transformed a group of buildings on the old Yuyuan Road in Shanghai into a mixed-use commercial hub. All thanks to a regeneration project which enhances its historic and community dimension
Located in an impressive street flanked by rows of trees in a protected area built in the late nineteenth century, the protagonist in this regeneration project by Neri& Hu is a compound of ten buildings that face a central courtyard that defines and enhances the community space. Each one is characterized by specific architectural features. The main design challenge here was to define a footprint and a mood that could serve as an element of harmony and continuity. The buildings are clearly inspired by typical Chinese architectures such as hutong, the traditional northern Chinese urban neighborhoods, and the nongtang, Shanghai’s old alleyways. A long wall in red brick defines a clear dividing line between this project and the rest of the
neighborhood. The wall, in fact, acts as a barrier to sight and light but overcomes the functional concept of the wall: it is a physical barrier and a trait d’union, able to interact with the heterogeneous architecture of buildings as much as with the surroundings, which thus it become linked by an invisible but concrete relationship. Inside the complex, where the existing buildings were created with an irregular geometry, the wall creates small courts and intimate spaces in a clever alternation of voids, solids and raised surfaces while the extensive use of white on the façades blurs the heterogeneity. An integral part of the project is Together, the restaurant that seats 40 and is divided into a main dining room, lounge area and a private dining room. The glass doors that separate the different areas maintain a visible continuity between the spaces, where we find two different material palettes. In the central room, red exposed brick creates an element of connection and relationship between internal and external, while curved white glazed tiles and light oak for the two secondary spaces create a domestic and family atmosphere. ●
P. 90 • THE REALM OF THE SKY
This is the name chosen for China-based real estate group Vanke’s latest initiative, their sales center in Sky City. Here, minimalism and lightness are the dominant elements
Effective communication is key to the success of building operations and no one knows this better than large real estate companies like Chinese group Vanke, who in order to promote Sky City chose ‘The Realm of the Sky’ for their business card, a structure destined to host the company’s sales center. The project, curated by the multi award-winning architecture practice WJ Design founded by Leo Hu, stems from the concept of the urban environment, which has its roots in the sense of time and memory. The building is shaped, rather than on a specific style, but on communicating a precise lifestyle, which faithfully reflects the mood of the most recent works of the building company. Furthermore, the dual starting points here are both emotions and internal senses, which are also translated into the living spaces with a design concept aimed at creating a natural flow between the internal and external areas and the visitor. Based on this approach, WJ Design has completely reinvented a former 800sqm car park, creating a space where integration and dialogue with the environment are able to directly express the project’s philosophy, which is centered on the human experience. The lighting design mainly focuses on using natural brightness and large glass surfaces, two internal open courtyards help partition these areas. From the pedestrian pathway, the first thing visitors will notice is an impressive water pool. The central element holds a symbolic meaning bound to the idea of flexibility, elasticity and vitality. A large eaves above the patio highlights the concept of opening out towards nature and its elements, offering an experience that’s fully in touch with the landscape while at the same time remaining sheltered. ●
P. 108 • DESIGN AS A LIFESTYLE
Established in 2010 by Ana Milena Hernández Palacios and Christophe Penasse, Masquespacio is a successful firm that combines marketing and interior design to create inimitable projects
She’s Colombian and he’s Belgian, but work from their offices in Valencia, Spain. Their style is Mediterranean, tropical, hypnotic and seductive. The duo continues to receive more and more accolades, such as Interior Designer of The Year, awarded by Spanish edition of the New York Time’s T magazine. What is the Masquespacio signature style? Our objective is to give a unique customer experience that is targeted to each client, but also with an innovative touch and surprising details.
How would you define your use of color? Color creates emotions and this is why we can’t live without it. However, even if we use it extensively, we always use a pattern that repeats the selected colors. We have a few projects coming up with an even more eclectic chromatic approach. What stimuli does nourish your design? And how does Spanish culture influence you? In the beginning we were mainly focused on design trends, today, on the other hand, it is everyday life and the journeys we make that have a great impact on our vision. The interesting thing is neither Ana nor I, are Spanish. Masquespacio is a mix of our cultures: Spanish, Colombian and Belgian. All can be found not only in our design but also on a personal level. Many have defined our style as “Mediterranean” because of the color and intense light, keeping in mind that we live in a city with 300 days of sunshine a year, it is impossible not to be inspired by this, although, the emotion that Ana puts into each project is undoubtedly part of her Colombian character. You’ve designed several different branches for the Japanese brand Kento, how do you keep creating innovative spaces? Each Kento must represent the brand’s identity. We make slight changes to materials and colors every time, trying to recreate the surprise effect. For the third location, we placed a few strips of wood on different walls, here even the colors are more pop. For the next Kento we will be using large tiles on the floor and walls, while maintaining the original style that mixes wood and industrial materials. In your opinion, what makes a successful store? Today everything can be bought online, and people are less interested in going shopping. Therefore, a successful store needs to be more than a point of sale: it needs to connect with the customer and make them feel important, while allowing them to live a new experience. It must then be a place capable of strengthening the relationship between the brand and customer, trying to make customers feel like a part of the brand and proud to use its products. For the Rubio shop that we designed, we achieved the goal through small interactive details that tells you something about the history of the brand while also offering the opportunity to have fun. Making customers happy is the best way to connect with them and make them fall in love with products. What features must a hotel targeting millennials have? Millennials more than any other are a target group who seek innovation. Attracting them to a hotel requires a unique and surprising design that they will share on social media and with their friends. We therefore believe that a structure designed for them should be full of details, from the facade to the entrance, but also give a spe-
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cial touch to corners that are often forgotten, such as elevators. The rooms on the other hand should all have a different style to make the customer come back and be surprised, to make them feel like you are living an unforgettable experience. How do you see the office of the future? Ana and I speak about this frequently and we are sure that for instance, the fun factor Google has introduced, really offers something. However, we are convinced about the importance of having an interesting aesthetic, which helps employees improve the quality of their work. The technology that we use today will definitely improve over the coming years and the co-working boom will be followed by the concept of co-living. This will give companies the opportunity to offer their employees a complete service package and at the same time to integrate them into the brand philosophy. What is the most complex project you have ever worked on? Definitely the two projects we started working on in 2017, for The Student Hotel in Barcelona. We had never created a hotel that big and with such a large team, it was a challenge for us that ended successfully. We’ll always be grateful to The Student Hotel for this opportunity. How does your interior design interact with the architectural elements in a project? We always work from the idea of maintaining the original architectural elements, such as the moldings, beams, concrete pillars and so on. If we work on a project in which these types of elements are present, our challenge is to bring a contemporary design to life, while respecting the original space. In regards to new projects, we always try to create ceiling installations, making them part of our design. What are you currently working on? In Valencia we have some restaurant projects, while there are larger projects in the works in Barcelona and Madrid. From September, we should be opening a new hotel we designed in Berlin for The Student Hotel brand, but we are also working on a collection that we want to present at Design Week in Milan, next year, called Mas Creations, the brand that 100% represents our vision. ●
P. 116 • REDEFINE LINKEDIN
The headquarters of Linkedin in Paris, Munich, Madrid and Milan provide new and non-sterile spaces for the nomad professionals
A new methodology to help guide companies that need to redesign their workspaces and a project-oriented approach that is attentive to the perceptive and sensorial factors that create new and non-sterile spaces, aimed at a new generation of nomadic professionals. It is the path of analysis and participatory planning Redefine Your Habits, proposed by Milanese firm Il Prisma, a multidisciplinary design process that in addition to the physical and architectural sphere involves the behavioral and digital world by introducing innovative solutions. Like the possibility of working in any office environment by simply bringing one’s own technology. Linkedin’s identity was first defined as the (virtual) environment, where attitudes and personal skills can be transformed into excellence either through research or by offering better job positions. Thus, the application of the methodology Redefine Your Habits, has identified a model design based on the values of the company, such as Members Come First and Act Like an Owner, that create a sense of belonging and responsibility. Relationships Matter and Be Open, Honest and Constructive, which are based on the family atmosphere, Demand Excellence and Take Intelligent Risks that push teams to pursue ever-higher goals. Values that are shared on a global scale by all members but are perceived locally with different nuances based on the cultures, habits and needs of the individual teams. Four locations were involved: Italy, France, Spain, and DACH (Germany, Austria and Switzerland), where habits and local traditions have been translated through spaces.
Munich - DACH is one region that covers several countries: Germany, Austria and Switzerland. The Munich headquarters has been designed as The DACH Gate, with themes that highlight the uniqueness of the region.F irst, the Landmarke zone, inspired by the passion of the local team for life in the open air and the alpine landscapes of the region. The Konzertsaal zone, instead, was inspired by the eighteenth century classical music from DACH. Here a suspended structure evokes the metaphor of a music box, while the technological spirit of the region, has been depicted in the Wiege der Technik area: from the automotive sector to the pharmaceutical sector, research and innovation are part of the spirit of the territory, represented here with suspended cube of mirrors that symbolize collaboration. Madrid – Sun is the center of Spanish culture: everything in Madrid revolves around El Patio de Luz, the central element of the project and a point of convergence for the orbits of all the other spaces. Designed for communication and conviviality it features a wooden pergola, a back lit ceiling and ceramic tiles to convey the essence of the typical Iberian patio. Paris - The Paris offices exploit the space within a Haussmann building to represent a Worksphere Ecosystem in, where seven themes characterize the design of each environment. Symphonic visuals speaks of the French tradition and all things ‘show’. In Cafè de Phares, concrete, iron and wood combine to recreate an intellectual bistrot mood, while Détails de Style offers a different work setting, conceptually organized as a boutique street where every showcase represents French excellence in high fashion. Milan - These offices were designed around the metaphor of “Places of Transformation”, or environments, in which pure talent is transformed into value. In collaboration with the local team, five locations, particularly representative of Italy and Milan, were chosen: Il Teatro, Il Ristorante, La Sartoria, La Cantina and Il Giardino Segreto. The latter designed with Italian landscapes and agricultural excellence in mind. Right from the entrance of LinkedIn Milano the experience is unique. You see a blue reception that welcomes guests, two-touch screen for digital signage and a rack of LinkedIn branded bikes available to employees throughout the day.
P. 126 • UNDERWATER
Under, the latest masterpiece by Snøhetta, is an extraordinary example of architecture that has been integrated with the environment. A concrete parallelepiped which looks like it is sliding into the sea bed
Sounds like the title of a book or the fantasy of a bizarre architect, but it’s not: it is the latest masterpiece by Snøhetta, the international Oslo-based studio, a friend of sustainable development and ethical projects. Their architectural concepts are seen as a mixture of the environment coming together with the artificial creation and innovation; this is perfectly expressed in Under, the first European restaurant located under the sea. It is not the first time they’ve build something on a dramatically inclined plane, in fact this seems to be their style, just take their Library in Alexandria, Egypt, which they created more than 15 years ago, or the Oslo Opera House. However, with Under they’ve gone further by creating a 34-meter long concrete periscope, which appears to be sliding into the sea to reach five meters below sea level. The 50cmthick cement envelope has been purposely studied to resist the external pressure and waves. With time the building will integrate completely with the environment, like a sort of natural reef, it with be covered by algae and mussels. The kitchen is located closer to the shore while the 40 seats restaurant is located at the deeper end and features shades that become darker the further you go into the water. This is designed to mirror the shades of the sunset with coral pink in the foyer and blue and green in the dining room. From a vertical window at the bar, guests can marvel at the point which the sky meets the sea. The dining space
is completely submerged and a full immersion experience is provided via a big window that is 3.4 meters high and 11 meters in length. The continuous change in the sea during the day and over the seasons also means that the interiors are constantly evolving. ●
P. 132 • LIGHT HOUSE
In the eponymous Venetian palazzo, lighting manufacturer Barovier&Toso celebrates 700 years of passion for glass with their stunning new showroom
With its three floors of the Barovier&Toso collection, this is much more than a showroom. The new building is located on the Rio dei Vetrai in Murano, a place that for centuries has hosted the furnace of the oldest glassworks in the world. It is on this, specifically, that studio Calvi Brambilla bases the project by reinterpreting typical elements of the historic building: from the Venetian terrazzo flooring to the layout of the room, down to the colors that set them apart. A choice that has become the fil rouge of the entire building is the gift of a unique visual. The project is made of light and colors, elements underscoring Calvi Brambilla’s design philosophy, often considered as a unique indispensable element to organize the space. The ground floor is characterized by dark tones and soft lighting which welcomes visitors. Suspension lights and table lamps help create an atmosphere that balances the perfect mix between light and shade. The three floors are connected by a golden staircase, which faces a double-height space dominated by a Taif lampshade designed in 1980 for a Saudi King’s palace. On the first floor, color punctuates a sequence of rooms in white, gold, blue, black and red, and determines the chromatic choice of the company’s most prestigious pieces, such as Camparino, Quadri, Rosati, Venezia 1295. Upstairs, in a room featuring arched ceilings, the light path ends in a bar where two splendid Perseus illuminate the display of blown glass and dismantled lamps on a shelf. In the cafeteria, which is decorated in various shades of pink, President and Premiere Dame face off in a game of reflections amplified by a wall of mirrors. Other floors feature works by Jason Martin, Brigitte Kowanz and Astrid Kroghto to complete the collections in an incredible reference between art, rhythm and beauty. ●
P. 136 • FANCY FLIGHT
New York’s TWA Terminal originally designed by Saarinen has been transformed into a hotel inspired by the swinging Sixties. A collaborative project by Lubrano Ciavarra Architects, Beyer Blinder Belle and Stonehill Taylor
“Figure is lost” is no longer readable, a quote of the workflow chart that would have illuminated the TWA Terminal in JFK airport, New York - an expressionist masterpiece by Eero Saarineen built in 1962. Over five years of works have been carried out to restore its crystalline identity. Refurbished to perfection it features chili pepper-red velvet seatings, carpets, and sections of penny-tiled flooring. The former airport terminal has been repurposed into the hotel’s hall and lounge area, which retains the name of the now shut down airline TWA. Five hundred hotel rooms are located in the two new structures, located behind the existing Saarinen building, which the designer himself described as a “half crushed grapefruit”. Reaching the hotel rooms is an experience in itself: you walk down a walkway, which once led to a terminal gate; today it connects to the hotel. In the rooms the flight theme continues. The beds face the glass windows, where guests can see flights take off the runway or view the former Saarinen-designed terminal. Stonehill Taylor completed the interior design. “We wanted to utilize original pieces, like the Tulip table and the Womb and Executive chairs designed by Saarinen for Knoll, but we didn’t want to make the guest feel like they’ve entered a museum,” says Sara Duffy of Stonehill Taylor. “Alternatively, we also didn’t want the guest to feel like they’d walked into a room filled with 1960s paraphernalia. We needed to find a way that felt refined, innovative, and most importantly, contemporary.” ●
P. 144 • HUMBERT & POYET
Since 2008 Humbert & Poyet have been designing intimate and elegant interiors that interpret the contemporary spirit of the space. This time they’ve developed a new wine experience in Provence
It all started in 2007, when Parisian and graduate of the Ecole Nationale Supérieure d’Architecture in Paris-Belleville, Emil Humbert, opened his architecture studio in Monte Carlo. Christophe Poyet, who is originally from Monaco had just graduated from the prestigious Académie Charpentier in Paris and decided to move back to Cote d'Azur. They hit it off as soon as they met and decided to combine their skills and passion for design and fashion, thus was born their architecture studio in Monaco, with projects spanning the most cosmopolitan French cities, such as Paris and Cannes, but also Luxembourg, New York and Hong Kong. Their style is elegant, they are capable of creating timeless spaces using high quality materials, like stone, wood and bronze. Most importantly, each one of their project places is a reflection of their client's personality. Take Beefbar Paris, where they restored an Art Nouveau space, creating a dramatic interior where minimalism and contemporary
design speak with the original decorations. Humbert & Poyet have also left their recognizable design style on The Hoxton and Alexis Mabille in Paris, plus the New York boutique Aquazzura. Their latest creation, Ultimate Provence, is a new winery experience, a hotel and apartments that combine elegance and conviviality. Here the duo has thrown out the rule book to a space founded on aesthetics and functionality, based on the urban and intimate surroundings. The combination of raw materials such as cement with more refined natural materials like aged oak, marble, brass and leather help give the building a contemporary finish. ●
P. 152 • DOLCE VITA
Eclecticism and innovation: Liòn, the new restaurant located between the Pantheon and Piazza Navona in Rome, designed by Daniela Colli
Outside it's a typical building of the Fascist age, inside is a completely different story, a blaze of colors, materials and geometric motifs. Liòn, the restaurant designed by Daniela Colli, is not aimed at fast tourism, but at locals. Offering a sophisticated style, it is characterized by soft lines, full colors and the dim lights reflected in the mirrored surfaces, which recalls fragments of the Roman dolce vita. The geometries the interior design plays with are simple, generated by the modular repetition of circles, which are also reproduced in the wall décor, the brushed brass, the bottle store on the milled brass bar and in the motifs of the bespoke furniture. The circles also dominate architectural elements like the suspended colored glass, which resemble decorative lead glass window designs of the past. An intense geometrical 3D rhombus effect in light blue tones covers the floors and combines well with the brass of the paneling, the turquoise blue of the diamond glass bar and the velvet-covered sofa. Velvet also covers the armchairs, but in a bright red which creates a stark contrast. Two mosaic-covered over-sized pillars split the bar in two and introduce clear macro elements in the context of the design details. The bar is structured over two levels, a ground floor, which faces out and is illuminated via wide glazed panes, fixed into marble gates, typical of the architecture of that time period. There is also an underground level, which is used for the kitchen and service area, it is a space that is meant to be fluid, with no divisions but defined through the use of color. ●
P. 156 • BUSINESS & LEISURE
S/LAB10’s latest design Mantab Workplace creatively reinterprets the idea of an office space while paying attention to the South-East Asian climate and the client’s corporate image
Institutional, but unconventional. Designed for business, but also for free time and socializing. Spectacular, yet refined. A balance between contrast has been carefully studied to establish Mantab Workplace, the real estate group’s head office in Kuala Lumpur. It revolutionizes the classic office space and has transformed a residential building into a fantastic hub that effectively integrates different functions. Australian architectural firm S/LAB10 has truly thought outside of the box to deliver a bold project, which is at the same time, guided by a solid conceptual coherence which alludes to the name of the building: Mantab, which in Malay means solidity. The building’s envelope features triangulated matt facets and a highly polished finishing of gold-copper alloy, creating a look that’s reminiscent of the diamond cutting process. Inspired by the traditional iron shutters of Malaysian store fronts the panels can opened out to connect the building with the urban landscape, or closed to shield the internal spaces from the glare of the tropical daylight, therefore, maintaining the microclimate. The interior design theme was no less challenging: deliver a place that functions for both business and leisure. In the exact words of S/LAB10 the spaces are “intentional • 252
as Inkala or Sipros, have left their unmistakable pop style. Interior designer Ryoko Okada from ODA coordinated the graffiti works and the interiors. The northern hall is characterized by colorful sofas with a background of cream walls and lime green carpet, whereas the southern entrance features corten finishes and the wooden surfaces of tables and dividing walls are prominent. ●
P. 170 • MAURIZIO LAI
Scenographic and emotional, the spaces designed by Maurizio Lai strike at first glance through the intense dialogue that interweaves the material and the light, heightened and reflected to infinity
mismatches”. From the privacy afforded to three board director’s offices, to the flexibility of the centrally located large first floor conference room, enveloped by emerald green drapes and translucent steel panel frames - features that allow the space to be closed off or opened up to become a welcoming lounge. On the upper floors, gold and copper alloy panels establish a flexible configuration in which the office spaces shifts into the leisure area. Volumes, entirely covered in locally sourced timber, are complemented by furnishings to create intimate spaces. ●
P. 162 • UNBOXING NEW YORK
An innovative residential project in Brooklyn that recreates a sense of community and stimulates interaction, has been achieved by Studio ODA, in partnership with local artists
Although this is one of the most expensive and individualist cities in the world, New York is neither elitist nor exclusive and Denizen proves this. The new residential complex focuses on street culture with a sense of community, while targeting the upper middle class. Denizen was built at the site of the former Rheingold, an iconic brewery that produced beer between 1883 and 1977, and like its predecessor, Denizen occupies two blocks. Instead of the railway line, which ran through the warehouse, today there is an urban public park. The vision behind the project is ambitious: Eran Chen, founder of ODA, wanted to instill a European style of living by creating a multitude of meetup spaces and amenities to share in an up- and-coming area like Bushwick, which still has a large percentage of low-income earners. With over 900 apartments, Denizen offers leisure spaces including the evocative glass swimming pool, covered by painted ceramic arches, to the saunas in the courtyards, co-working spaces and gym, play areas and a brewery, paying homage to Brooklyn’s traditions. The fun and sense of the community in the project are best represented by 11 artists in the graffiti, most of them are locals but internationally known. Painters like Rah Crawford and Gera Lozano have paid tribute to the Hispanic population, while others such
Original, distinctive and intense: Maurizio Lai's style is immediately recognisable, but at the same time readily adaptable to the specifics of each place and project. An architect born in 1965, with a multiform education based on a love of experimentation and a disruptive creativity, Lai since his studenthood in Venice and then at the Politecnico Milano has integrated his university career with work as a set designer for Rai and Mediaset, as well as in the theatre. In 1998 in Milan, he founded Studio Lai, and it is precisely this unusual training and professional path that emerges in all his interior architecture, characterised by surfaces and volumes that create suggestive sceneries of light and matter. Lai’s rich portfolio includes residential, office and retail projects for brands such as Longines, Montblanc and Gucci, Ventaglio Travel Group and Club Med. Intense and emblematic of his style is the designing of rooms dedicated to food and catering: spaces that strike at first glance through the intense dialogue that the material interweaves with the light. It is a style that derives from studied lighting bodies, or that naturally filters from courtyards and skylights, intensified and reflected endlessly by mirrors, glass, etched crystals, or weaves of metal links that invade ceilings and walls. These are rooms where volumes are arranged in a fluid succession, and with the light acquire a sculptural dimension that amplifies the perception of space, while studied flashes and bright accents indicate and pronounce paths and functions. In this way, real "theatres of light and matter" are born, ready to welcome contemporary rituals of conviviality and taste. Almost enchanted, memorable atmospheres well interpret the need to create places that can excite guests and impress them with unique memories: a refined psychology of space always conceived for those who live in it. But it's not just a matter of emotions. Maurizio Lai's projects are always based on a careful analysis of spacial distribution, on a large number of customised elements - firstly the lights - and on a studied and original choice of materials, that is meticulous and experimental, often resulting from manipulations and surprising combinations. Woods, ceramics, crystals, steel and plexiglass are paired through sequences that clearly emerge from a curious and versatile creativity, ready to explore rather than repeat themselves according to consolidated shapes and models. Transparent, palpable or silky: each material is evaluated and chosen for its surface and consistency, and in a continuous manipulative game, is printed, engraved, painted and burnished to enhance its expressive and functional identity. For every "theatre" there is a perfect direction. ●
P. 178 • VERTICAL OASIS
The most recent initiative from real estate developer Yoo in Panama City is a residential concept that strikes a balance between luxury and nature, which Marcel Wanders applies with extraordinary originality
For over 20 years Yoo, the company born out of a partnership between businessman John Hitchcox and Philippe Starck, has been collaborating increasingly with the most visionary real estate firms and international designers in developing residential and hotel projects all over the
world. This time the creative mind behind Hyde’s exclusive residential tower, is superstar interior designer Marcel Wanders. The building offers a highly refined lifestyle with a running theme of the relaxing natural scenes of Panama Bay. The synergy between the projects’ architects, GVA Arquitectos, and the overall creativity of the Dutch designer has given life to a real vertical oasis, which places itself amongst one of the first residential towers capable of offering an exceptionally high standard of living. The 480 Hyde apartments are a true reference point for revolutionary city life. The concept of this residential space being a mix of natural and high-quality services that makes it innovative and unique. Using perfectly incorporated touches of greenery, Wander’s interior aim here is to express brightness, energy and relax. All of the apartments benefit from large amounts of natural illumination afforded by the full height windows, which along with the terraces that feature in each apartment, offer an extraordinary panoramic view of Panama City and bay. The spaces have been carefully curated, so that the finely furnished kitchen, living area and bathroom combine to create a warm and welcoming experience. ●
P. 182 • CIVIC LANDMARK
Richard Meier designs a residential tower in Taipei that encourages a more careful use of land. A new landmark with a large green space that’s accessible to the public and well positioned within the metropolitan space
The style is unmistakable: purism of geometry, asymmetric compositions, a clash between verticality and horizontality, the fundamental role attributed to the plant, structured, yet still also displaced and then the unconditional cult of white. This is the architectural styles of Richard Meier, multi award-winning architect recognized globally for being able to give the modern movement an interpretation not detached from American influence. This is all easily readable in one of the most recent works by Richard Meier & Partners Architects: the Xin-Yi Residential Tower in Taipei, a building designed to meet the needs of residential luxury but at the same time guarantee openness to the city. The new landmark is the fruit of a controlled urbanization surrounded by a large green area accessible to the public and well positioned in the metropolis. The park has been created using native mountain trees and features sculptures by international artists. From the volumetric point of view, the building is divided into two distinct bodies, a volume facing south, transparent and bright, which houses the residences and are-
as for common activities, and a north elevation that hides the service areas of the whole complex. The tower is 127 meters high with 29 floors for residents and two for amenities, with meeting rooms, music halls a gym and a pool on the top floor. Each floor is 600sqm and features two apartments, while the higher floors have one penthouse. The materials used are those dear to Meier and his staff, such as steel and reinforced concrete structures, with pillars covered by a metal casing leaving passers-by clearly visible on each floor to become a distinctive architectural element. Even the large stratified glass facades are a constant feature in his architecture, creating a balance between full and empty. For the sober and elegant interiors, the choice of materials was based on the stone used for the flooring: travertine for the hallways and natural wood decks for the terraces. ●
P. 188 • URBAN LIVING IN MILAN
The unmistakable style of Elena Salmistraro defines Urban Living Milano. The star of the show is the Vitra Home Collection, reinterpreted in a Milanese style
She’s a designer, but also a painter and illustrator, too. In fact, Elena Salmistraro definitely has a multifaceted personality. The range of colors and materials she’s combined for Swiss company Vitra is unmistakably Salmistraro. Her style has invaded the historic Milanese store Spotti with an intense and rich collection of shades where the urban setting takes the lead role. Big cities are indeed dynamic and lively where the cultural, professional and social offerings must balance with daily life spaces that are more and more compact and multifunctional. Decorating these spaces is a big creative challenge that Vitra Home Collection aims to accomplish. The reference point for Elena Salmistraro is the city of Milan, with its orange sunsets transformed into an evocative gradient effect which covers the wall, as well as the typical decoration of building entrances which are referenced in the store floors. The experiment plays out in four different environments - the living room, the dining room, the studio and the playroom - which, by perfectly coordinating with each other, have generated a new vision of living, both fresh and vibrant like the city they aim to represent. ●
P. 192 • LAURA GONZALEZ
Restaurants, shops, bars and hotels: Laura Gonzalez’s creativity is limitless. Celebrated internationally, in September she was nominated Designer of the Year by Maison&Objet
Laura Gonzalez has caused a stir with her projects in her home town of Paris and more recently internationally, too. Her style amazingly reinterprets classics, and it is with this vision that she applies her unmistakable mark on restaurants, bars, hotels and shops. A prolific creator that is so talented, Maison&Objet named her 2019’s Designer of the Year. “I need places to have a soul,” says Gonzalez. This is the approach that the designer, graduate of the School of Architecture Paris-Malaquais, applies spectacularly to all the spaces created by the studio she opened in Paris, in 2008. Gonzalez can re-awaken sleeping beauties, as she did with the restorations of l’Alcazar, l’Hotel Cristine and La Lorraine brasserie; or work from a blank page to construct a new story, from start to finish, as she did with 86 Champs, Manko and Noto and with the Barcelona and Amsterdam Louboutin store, or the Cartier boutiques in Stockholm, Zurich and London. These are all creations where Gonzalez has infused her personal style, which merges a variety of different revisited classic references, based on the principle of lush imagery she has mastered. Never cold or sterile, Gonzalez’s style has no equal for its ability to tastefully mix the right balance of fabrics, motifs, colors and seasons. A triumph of mix and match that was already present in her very first project, when she had just finished her studies at 26 years old and renovated the Bus Palladium, the temple of Parisian nightlife. ● • 254
P. 198 • OPEN LAYOUT
In Los Angeles international architecture, landscape design and planning firm Jerde’s head office is moving from Venice Beach, Downtown. They have enlisted Rapt Studio with the task of developing a project that evokes emotions and forms a connection with the architecture
International architecture, landscape design and planning firm Jerde and Rapt Studio, who are known for their office and showroom designs for prestigious international brands, which include Dropbox, PayPal, Fender, North Face, HBO are swapping roles. This time Jerde will be the client of Rapt, which has been commissioned to design their new headquarters and entrusting them with the task of developing a project that evokes emotions and a connection with the architecture. “We don’t design things but instead create experiences that move the company forward”, say Rapt. The project is headed by David Galullo, who has created an open plan space, encouraging collaboration and communication. On one side, you find exposed cement and a steel beam ceiling, on the other, warm materials including wood, soft leather seats or refined finishes like the brass detailing. A large lobby makes up the reception, which features a brushed metal desk to welcome clients, behind this full height wood paneling has been installed on the walls creating a modern boiserie. The lounge is informal but elegant and next to it a large meeting space that can be opened up via the glass partitions. The workspace features large custom desks rather than traditional desks; these are more flexible for big as well as small work groups. A large room, which is also surround by glass, is dedicated to model making. These spaces are broken up by an industrial library made from wooden planks and metal tubes with green plants that recall the company’s logo and help establish a pleasant and relaxing atmosphere. ●
P. 204 • NEW NOMA 2.0
Bjarke Ingels Group and David Thulstrup designed the new Noma in Copenhagen, which has been nominated World’s Best Restaurant four times. A green island in the heart of Christiania, with a kitchen in the center of it all
Since its opening, René Redzepi's Noma has been at the forefront of gastronomy and creativity. The restaurant has been awarded World's Best Restaurant four times. It closed in 2017 in order to reopen a year later in a new space, developed and built in collaboration with Studio BIG it is located between two lakes inside Christiana and build on the site of an old protected military warehouse. At the heart of the project is the idea of dissolving the single functions of the restaurant and reorganizing them as a collection of separate buildings that are still connected. A total of 11 spaces with different specific functions, densely grouped around the pulsing heart of the restaurant: the kitchen. Each “building inside the building” is connected via covered glass paths, which allow chefs and guests to follow the change of light and seasons, making the atmosphere a natural part of the full integrated culinary experience. Wood features throughout the spaces, such as the stacked boards that resemble orderly piled planks in a timber store. The interiors were completed by David Thulstrup, who won the prestigious 2018 Design Award for the ARV Chair, created especially for Noma. The general atmosphere is definitely Nordic, but without the clichés, it is both familiar and authentic, all centered on the texture and finishes that create a visual and concrete continuity with the exterior, starting from the creation of the extraordinary terrazzo floor featuring large river stones. Furnishing is simple, practical and functional, made of mainly timber, glass and stone. All this has been carefully selected and designed providing the spaces with a visually timeless atmosphere. ●
P. 210 • THE NEW ERA OF MICRO LIVING
A new and unusual residential project with housing solutions designed both to realize the dream of living in the center of Milan and to meet the growing international demand for small high-end units
Located between the Duomo and Piazza San Babila, the new residential project by Milano Contract District, the first living solution by new group More+Space, which integrated Design&Build with microliving, offers unique solutions in layout and interior design. Developed for small residential spaces, it was born out of a regeneration project by Milanese group BBPR - Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers - and emphasizes the forms and architectural details to produce 60 apartments, from studio to lofts with roof terraces and the use of a private pool. The residence also offers a wide range of services thanks to the Key Free system that pays special attention to the privacy and security of residents. Along with the key free systems and home automation, there is a concierge, rooftop event space, a private residential lounge and storage space for delivery items. Each apartment has 60mq dedicated to innovative solutions and furnishings by More+Space. Why is “small” the dimension of the future: less square meters, yet with every comfort and detail to meet the growing demand for small residential spaces dictated by new lifestyles and recent urban transformations. Indeed, as the most recent analysis show, “micro-homes” are becoming more important to investors and developers, destined to become one of the most popular asset classes in the alternative residential sector. Milan, in particular has begun to emerge from the real estate sector crisis thanks to the increase in home purchases (growing from 13.8% in 2014 to 24.3% in 2018). This is also one of the reasons why in Milan, the most sought after type of property is a one-bedroom apartment, which makes up 44.9% of requests, against an average of 23.5 in other major cities. The Istat data is also clear: one in three families is made up of just one person, who continues to seek smaller spaces: one and tworoom apartments that are located in the central areas, mini urban oasis that can marry functionality, design and comfort. ●
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