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Intervista con Fabio Contillo
Il design moltiplicato 14
Tanti sono i marchi di camper van di cui il Product & Design Manager di Trigano Van è responsabile. Dopo avere lavorato nella nautica - su navi da crociera, yacht e imbarcazioni a vela - Fabio Contillo è approdato al mondo dei veicoli ricreazionali. Ecco la sua visione di questo settore
Testo di Paolo Galvani
Il ruolo del design industriale va ben oltre il mero fattore estetico. La definizione di un prodotto complesso come un camper richiede tante competenze e la capacità di affrontare sfide di ogni genere. Abbiamo parlato di questi aspetti con Fabio Contillo, Product & Design Manager di Trigano Van, la società di Trigano che si occupa della progettazione e della produzione di camper van per la gran parte delle aziende del Gruppo. In totale, da questa struttura vengono gestiti ben 14 marchi diversi. Contillo ha studiato disegno industriale all’università di architettura di Pescara e ha iniziato la sua attività come consulente per lo sviluppo di prodotto. Prima di approdare nel mondo dei veicoli ricreazionali ha passato sette anni nel mondo della nautica come yacht designer di imbarcazioni a vela e nel settore del “contract” di interni per yacht di lusso di marchi come Ferretti e Azimut. Nel 2011 è entrato in SEA, quando ancora non era parte del gruppo Trigano, come designer di Elnagh, per poi diventare nel giro di pochi anni responsabile del design di Arca e Mobilvetta. Dal 2019 lavora in Trigano Van, ad Atessa. “Sono tornato nella terra in cui ho studiato, in Abruzzo, pur essendo nato a Foggia, perché questa regione presenta delle eccellenze nel settore automotive: ovviamente la Sevel, ma anche Honda e Trigano,” spiega Contillo. “Credo che quella abruzzese sia una bella realtà, con tre potenzialità industriali soltanto in parte espresse. La crescita registrata da Trigano Van negli ultimi cinque anni lo dimostra”.
In cosa consiste il suo lavoro all’interno di Trigano Van?
Fabio Contillo: Oggi sono Product & Design Manager: una posizione più unica che rara. Il product manager solitamente è una figura che si occupa dell’impostazione di prodotto ai fini commerciali, collaborando con il marketing, ed è quello che faccio attualmente nella definizione del prodotto. Ogni anno ridefinisco con le business unit le caratteristiche dei van e del loro posizionamento di mercato per i 14 brand del Gruppo. Questa è la parte che ho acquisito con un po’ di esperienza nei dieci anni passati nel settore camper. La cosa bella e interessante è però che in realtà disegno ancora, come responsabile del design. È un lavoro che porto avanti con il bel gruppo dell’ufficio tecnico, dove una decina di persone sviluppa le caratteristiche differenziali e specifiche per ogni brand. Una delle soddisfazioni maggiori degli ultimi anni è stata quella di essere riuscito in questa bella realtà - a partire dal plant manager Giancarlo Finizio a tutti i membri dell’ufficio tecnico, giovani ed entusiasti, guidati da Luigi Celeste - ad allargare il portfolio prodotto di Trigano Van a tutte le fasce di prezzo. Attualmente produciamo veicoli che vanno dai 37/38.000 ai 78.000 euro, quindi con una presenza sul mercato in tutte le fasce di prezzo, dalla entry alla media, fino alla premium, coprendo davvero ogni richiesta.
Qual è più spesso il punto di partenza per la progettazione di un nuovo veicolo? Un’idea innovativa? La richiesta del pubblico? Le esigenze di contenimento dei costi?
Fabio Contillo: I punti di partenza sono tanti... Io mi considero un po’ come un cuoco che ha a disposizione tanti ingredienti per preparare il prodotto, il piatto. Fra questi c’è sicuramente il posizionamento di mercato, con le esigenze di prezzo finale e la conseguente necessità di individuare e centrare esattamente il prezzo per la clientela giusta. Parliamo quindi di design to target cost: abbiamo un limite e dobbiamo rispettarlo. Questo è uno degli ingredienti, ma poi c’è la producibilità, ci sono da rispettare le caratteristiche del brand e c’è un pizzico di innovazione. Tutti i nostri prodotti, in livelli più o meno accentuati a seconda del marchio, hanno un certo livello di innovazione. Poi bisogna tenere conto delle caratteristiche stilistiche regionali e delle preferenze o richieste dei vari team. Spaziamo da veicoli che fanno il giro del Marocco a quelli che viaggiano perlopiù in climi freddi, quindi vanno rispettate anche le esigenze di mercato e gli usi e costumi della nostra grande Europa. Io provo a mettere insieme tutti questi ingredienti e con l’aiuto di tutta la cucina, ovvero Trigano Van, provo a preparare il piatto migliore per i nostri clienti.
Quali sono i compromessi che più spesso bisogna accettare quando si arriva vicini alla fase di produzione e commercializzazione?
Fabio Contillo: Il termine “compromessi” mi sembra brutto. Io non l’ho mai vista in questi termini. Come progettista, sin dai primi anni, ho sempre considerato il problem solving come creatività applicata: di fronte alla problematica, che può nascere in qualunque fase del progetto (all’inizio durante l’impostazione, nello sviluppo del prodotto, prima del lancio, durante la produzione, in fase di acquisizione dei materiali nella supply chain), il mio ruolo da designer è sempre stato quello di utilizzare la creatività come strumento di soluzione dei problemi, e quindi non come estro fine a se stesso. Di fronte a una scelta progettuale prefiguro già nella mia mente la soluzione migliore, il piano B, il piano C e il piano D, e nel momento in cui serve utilizzo la carta più adatta. Quindi più che un compromesso io lo vedo più come una soluzione creativa ai problemi.
Negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente il ruolo dei furgonati e adesso sta prendendo piede anche il fenomeno dei polivalenti. Come cambia il modo in cui ci si approccia alla definizione degli spazi rispetto a semintegrali, mansardati e motorhome?
Fabio Contillo: Quando ero in Toscana ho lavorato anche al design di grandi motorhome, ai modelli di punta dei nostri marchi di SEA. Fra i progetti più interessanti ho realizzato il Mobilvetta Tekno Design, che è stato selezionato per l’ADI Design Index 2018 come progetto candidato al Compasso d’oro 2020, poi vinto dalla Ferrari Monza. Però ho sempre guardato con interesse al prodotto van, che vedo come più sportivo, più compatto e più intrigante. Nella mia carriera ho fatto dei passi verso la riduzione: ho lavorato nel “contract” navale - quindi su navi da crociera, poi nei megayacht e yacht e infine sulle imbarcazioni a vela - poi su motorhome e camper semintegrali in SEA e adesso sui van, la soluzione più piccola che abbiamo in produzione, se escludiamo la nuova tendenza dei minivan. Diciamo quindi che ho ridotto sempre più le dimensioni e questo in qualche maniera è un po’ come concentrare: come un buon aceto balsamico, che con gli anni si concentra sempre di più e acquisisce odori e fragranze,
i sapori diventano più intensi. Lavorare a un prodotto come il van vuol dire concentrare sempre di più le esigenze che si hanno su una barca o su un motorhome in un prodotto ancora più piccolo. In questo, la nuova frontiera è quella dei prodotti polivalenti, utilizzabili come seconda auto, come camper per le vacanze o come mezzo per gli spostamenti di persone e oggetti, con un utilizzo come furgone e come seconda auto. È un veicolo che ha degli ingredienti in più, nonostante sia il più piccolo fra le proposte che abbiamo in Trigano, e probabilmente quello che più degli altri ha caratteristiche di praticità che offrono maggiori possibilità di sviluppo e di innovazione.
Quando all’interno di un brand si sviluppano veicoli di categorie di diverse, quali sono i “tasti” su cui per un designer è più facile intervenire per mantenere un family feeling coerente capace di far riconoscere immediatamente l’appartenenza a un marchio?
Fabio Contillo: Qui dovrei svelare miei segreti di designer! Al di là della battuta, è una bella domanda su cui mi interrogo tutti i giorni. Secondo me è il contatto che abbiamo “a pelle” con il veicolo, quello delle finiture. Il van è una casa più piccola di un camper tradizionale che disegniamo in maniera minuziosa e sartoriale, come un vestito: gli spazi ci avvolgono tanto da essere continuamente in contatto proprio fisico con le pareti e le tappezzerie. Il carattere che distingue nella maniera migliore un brand è proprio quello del touch, del contatto con le finiture interne. E infatti, al di là delle ovvie e necessarie standardizzazioni industriali che abbiamo all’interno dei nostri prodotti e che ne rendono alcuni simili come impostazione, quello delle finiture, dei colori, delle goffrature, delle pareti più lucide o più opache definiscono bene il carattere: sono il vero e proprio vestito che definisce il brand e che dà quel feeling anche con veicoli più grandi. Credo che riusciamo proprio con le finiture, con questa pelle, questo vestito che tocchi continuamente all’interno del camper, a dare una definizione e un carattere. Abbiamo brand che lavorano con interni dai forti contrasti - bianco lucido e nero goffrato - altri che lavorano sul tono su tono, quindi beige e marroni molto vicini l’uno con l’altro, altri sui contrasti freddi, alcuni su toni decisamente più caldi e più “cozy”, come direbbero gli americani, quindi molto più accoglienti. Credo che questa sia la vera chiave per riuscire a dare identità a un brand. Alla fine, layout e attrezzature sono di pari livello, anche rispetto alla concorrenza, ma quello che ci caratterizza è una ricerca di abbinamento fra i tessuti e i materiali definita dalle goffrature, da questo touch che è la vera sensazione che si prova all’interno di questa casa che ti avvolge come un vestito.
Un commento che si sente sempre più spesso da parte degli utenti è “i mezzi sono tutti uguali: visto uno, visti tutti”, soprattutto sul fronte dei furgonati. Come risponde a questa affermazione e che cosa fate voi per mitigare questa percezione?
Fabio Contillo: Non sono d’accordo con questa affermazione! Il nostro lavoro è quello di creare dettagli percepibili che risaltano col tempo. Avere quel profilo stondato sulla cucina all’ingresso del van che ti evita di sbattere con la gamba o di strusciare con la mano su uno spigolo a 90°, e che invece ti accoglie. È un elemento che sul momento appaga l’occhio e con gli anni è qualcosa che ti convince o meno della vivibilità del progetto. Poi il layout è quello - hai letto trasversale o gemelli - ma la cura di questi dettagli è importante. “God is in detail” e io ci credo e provo a curare piccoli elementi che anche nell’apparente somiglianza ti dimostrano con gli anni che quella stondatura vale più di una differenza macroscopica.
Quali sono le costrizioni più rilevanti che incidono sul lavoro di progettazione di un prodotto commerciale?
Fabio Contillo: Io non vedo mai delle costrizioni o dei compromessi, ma vedo degli ingredienti per cui provo a fare lo chef per realizzare un buon piatto anche con il riso bianco. Al Salone del Mobile di Milano c’era Davide Oldani che ha fatto uno “show cooking” per una grossa azienda di cucine preparando un riso bianco: non ha fatto nemmeno il soffritto, ma ha bollito il riso con il sale, ha messo burro e formaggio e poi lo ha condito con una riduzione di Marsala. Stop. Ha fatto un pianto buonissimo. Questo per dire che non ci sono mai costrizioni, ma un uso sapiente degli ingredienti che si hanno a disposizione.
La questione pesi è spesso sottovalutata dall’utente finale, ma è indubbio che sia un problema rilevante. Dal punto di vista della progettazione, quanto questa sfida arriva a incidere sul design del prodotto?
Fabio Contillo: La questione dei pesi è forse una delle più stimolanti che ho affrontato sin da inizio carriera. Si può immaginare quanto nella nautica il peso sia rilevante: un’imbarcazione a motore tanto più è leggera, tanto più corre, e tanto più va veloce tanto più l’armatore la paga. Nel nostro caso le limitazioni di legge sui pesi stanno diventando un assillo anche nei van, perché nonostante siano modelli piccoli si stanno arricchendo sempre di più di elementi di interni. È una sfida legata alla scelta corretta del giusto materiale per la giusta funzione. È un tema difficile, perché sarebbe facile dire “OK, prendo un materiale che pesa 500 kg a metro cubo e lo sostituisco con una fibra di carbonio che pesa 200 kg a metro cubo”. Non è quello il punto. Secondo me bisogna studiare la forma adeguata con il materiale giusto per ottenere la massima performance di resistenza e peso. È un discorso un po’ complesso e difficile, ma anche qui proviamo a fare il meglio.
Quali sono i materiali più utilizzati e cosa possiamo aspettarci nel breve-medio periodo in termini di innovazione? E quali sono le nuove tendenze in termini di design che ha visto emergere più prepotentemente negli ultimi anni?
Fabio Contillo: Qui vorrei introdurre i “big trend” della natura, del contatto con la natura e del rispetto della natura. Il Salone del Mobile è stato totalmente incentrato su questo, dal primo all’ultimo dei prodotti presentati, ovviamente ognuno con il proprio taglio. Si è parlato di materiali riciclati, di utilizzo di tecnologie e materiali a zero impatto ambientale o carbon free o a CO2 compensata… sono tutte interpretazioni dello stesso tema. Altri aspetti sono quelle sulle finiture dei materiali e l’utilizzo di materiali naturali non trattati per non inquinare con elementi chimici durante le fasi di produzione. C’è un’infinita di modi di affrontare il tema del contatto con la natura. Il riferimento alle forme organiche minimal che andava per la maggiore alla Design Week milanese e al Salone del Mobile era espressione pura del design. Le forme squadrate perfette, bianco puro contrapposto al nero lucido puro, sono totalmente sparite e superate: la forma oggi
è molto più accogliente, organica, tondeggiante, è un’altra interpretazione del tema naturale. Sono per altro tutte valide, dal lavoro sui materiali all’impatto zero, e anche noi come azienda ci stiamo addentrando sempre di più in questo discorso. Voglio portare come esempio quanto il prodotto di design possa influenzare i nostri comportamenti facendo un’autocitazione. Ho vinto di recente un piccolo concorso di design con una chaise long realizzata in cartone riciclato. Mobili realizzati con questo materiale se ne vedono da anni, ma non è quello il tema importante. Questa chaise long l’ho chiamata Chaisebook, un po’ a trasformare e stravolgere il nome del famoso social su cui la stragrande maggioranza di noi è impegnata per decine di minuti al giorno. Il nome è nato perché include nella testata una mensola portalibri e io la immagino in spazi pubblici - magari supermercati, scuole o aree all’aperto - in cui fare “book crossing”, spegnere per mezz’ora il cellulare e leggere uno dei libri che si trovano nella sua mensola. Credo che questo piccolo progetto abbia vinto proprio perché l’elemento fondamentale non è non è tanto il cartone riciclato, ma è quello del cambio delle nostre abitudini. In questo credo che il camper in generale, e anche il van, sia per eccellenza un prodotto che migliora le nostre abitudini, perché ti porta a vivere più a più stretto contatto con la natura, ad avere bassissimi consumi di acqua, gas ed elettricità e a vivere in una maniera più essenziale. Per me questo è il miglior progetto naturale, ecologico o eco-friendly, chiamiamolo come ci pare. Disegnare, produrre e vendere camper è l’operazione più ecologica che possiamo fare, perché porterà sempre più persone ad apprendere uno stile di vita più parco nei consumi, a viaggiare a bassa velocità consumando meno carburante e a stare di più a contatto con la natura, imparando a rispettarla e a viverci in simbiosi. Non è la ricerca del singolo materiale che ci cambierà la vita, ma l’imparare nuovi modi di vivere. In questo il designer può pensare a nuove abitudini e poi trasformarle tramite gli oggetti portandole a un pubblico più vasto.
In termini di spazi il pubblico più generalista sembra sia stato educato/abituato a considerare un “must” il layout con letto fisso posteriore su grande garage. Non pensa che bisognerebbe pensare più spesso a soluzioni modulari, con letto basculante/a scomparsa?
Fabio Contillo: Sui layout e progetti che abbiamo in cantiere preferisco per ovvi motivi non addentrarmi. Quello che posso dire è che stiamo lavorando molto sul prodotto. Il van si presta a una clientela più giovane e dinamica, che quindi ama tutto ciò che è modulabile e trasformabile in modo smart. Ogni tanto parlo di smart interior, di progetti “furbi”, perché sfruttano al massimo lo spazio e il poco volume interno nelle diverse ore del giorno e della notte a seconda di quello che serve, quando serve. Stiamo lavorando a 360° dal punto di vista dell’innovazione e abbiamo anche avviato una collaborazione con il corso di progettazione di prodotto industriale del Politecnico di Milano che porterà probabilmente a possibili nuove forme innovative.
C’è un veicolo che le piacerebbe realizzare ma che non è mai riuscito a trasformare in prodotto commerciale? Che caratteristiche avrebbe?
Fabio Contillo: Per me l’ultimo progetto è sempre il più bello, per cui dico molto sinceramente che non ho qualcosa che mi frulla per la testa da tempo e che non ho ancora realizzato. Di volta in volta cerco di sfruttare al meglio gli input che mi vengono dati dal mercato, dai nostri colleghi, dal mondo del design e da tutto quello che gli ruota attorno.
Tutte le facce dei camper van Trigano
La divisione italiana del Gruppo Trigano si occupa, attraverso la società Trigano Van, di sviluppare e produrre, in Abruzzo, i camper van di 14 dei suoi marchi. Eccoli:
Autostar – Francia www.autostar.fr Benimar – Spagna www.benimar.es Challenger – Francia www.challenger-camper.it Chausson – Francia www.chausson-camper.it CI – Italia www.caravansinternational.it Elnagh – Italia www.elnagh.com Eura Mobil – Germania www.eura-mobil.de Forster – Germania www.forster-reisemobile.de Karmann Mobil – Germania www.karmann-mobil.de McLouis – Italia www.mclouis.com Mobilvetta – Italia www.mobilvetta.it Rimor – Italia www.rimor.it Roller Team – Italia www.rollerteam.it Xgo – Italia www.xgomove.it