2 minute read

Quando imprenditoria fa rima con sociale

Ènoto che l’attività di Promocamp Italia attiene alla tutela degli interessi e all’incremento del business degli associati operanti nel settore del turismo all’aria aperta; è nota anche la sua attività specifica nel settore del turismo itinerante, svolta attraverso il lavoro di ProgettAree Group, l’incubatore di business degli associati operanti nelle attrezzature per aree di sosta e campeggi.

E non si può non ricordare l’attività istituzionale che porto tenacemente avanti attraverso mille iniziative - ultima in termini di tempo la realizzazione di una serie di convegni in occasione delle manifestazioni fieristiche regionali del settore, tutte finalizzate a sensibilizzare la classe politica sulla necessità e sulla opportunità di incrementare in modo significativo la rete dell’ospitalità per il turismo itinerante.

Ciò che invece non tutti conoscono sono le attività sociali svolte da Promocamp Italia.

Non parliamo qui dell’impegno dei singoli appartenenti all’Associazione o all’organo direttivo, quanto piuttosto di veri e propri progetti dai risvolti sociali portati avanti a favore dell’incremento del turismo itinerante.

Bisogna impostare la macchina del tempo a circa vent’anni fa, e catapultarsi a Rimini ai tempi di Mondo Natura; a quando l’illuminato Presidente Cagnoni recepì con trasporto il progetto di Promocamp (della quale ero un socio consigliere, ma molto propositivo…) di sviluppare un progetto per coinvolgere i giovani e avvicinarli alla natura e al turismo in libertà.

L’operazione mirava a stimolare nei ragazzi delle scuole elementari e medie il desiderio di conoscere la natura, di imparare a viverla immergendosi in essa, di goderne tutti gli aspetti più belli e divertenti, e soprattutto di rispettarla per ciò che è e che rappresenta: un bene prezioso, da preservare e aiutare nel suo ciclo vitale, vivendola da turisti consapevoli.

A Rimini videro la luce diversi progetti, e grazie alla collaborazione della Fiera e del Provveditorato fu possibile coinvolgere schiere di ragazzini vocianti e festosi che scoprirono la natura e gli strumenti e la forma più vicini a loro per viverla, le tende ed il campeggio.

Il progetto mirava alla formazione culturale dei giovani, e integrato da attività pratiche insegnava loro le tecniche per vivere appieno il campeggio; un combinato di teoria e pratica che intendeva contribuire - e ci riuscì con ottimi risultati - alla formazione degli adulti e dei campeggiatori di un domani che oggi viviamo come tempo presente.

Vale la pena ricordare che molti Paesi (tra cui la vicina Francia) hanno inserito azioni simili nei propri programmi didattici, creando piccoli campeggiatori che sono cresciuti negli anni, e probabilmente sono oggi felici caravanisti o camperisti; forse, chi (fiere e associazioni) ha sempre rifiutato di attuare operazioni a favore dei giovani dovrebbe domandarsi se esiste un nesso, un collegamento, tra avvicinare i giovani al turismo all’aria aperta e immatricolare annualmente 27.000 camper anziché 6.000…

Quello messo in essere ai tempi di Rimini fu un piccolo investimento in termini economici, che produsse un grande risultato sotto l’aspetto culturale, formativo e commerciale, pensando alla vendita di tende, veicoli ricreazionali, accessori che quegli utenti hanno acquistato negli anni. Chissà che qualcuno prima o poi capisca, e comprenda l’utilità di sciogliere le briglie che legano Promocamp Italia e la lasci lavorare anche su questi obiettivi… Nell’attesa nuovi temi sociali, questa volta lontani dal mondo del turismo, coinvolgono l’Associazione; la violenza sulle donne, il progetto Fare x Bene, le parole di Lara Magoni in occasione della presentazione a Treviglio del libro di Valentina Pitzalis… ma questa è un’altra storia, di cui forse parleremo - e sentiremo parlare - un’altra volta.

This article is from: