...per giovani che cercano il meglio
bimestrale - anno 58 n. 5/2017 - settembre/ottobre sped. in abbon. postale direzione, redazione, amministrazione via Mole 3 - 00073 cAsteL GAndoLFo/rM tel. 06.932.03.56 - fax 06.936.07.00 e-mail: sevuoi@apostoline.it www.apostoline.it/sevuoi/ direttore responsabile: Laura cenci gruppo redazionale: M. beretti, F. cammarata, t. cabri, M. de Luca, L. Favetta, c. Giacinti, r. La daga, M. Peviani, G. Verani collaboratori ed esperti: n. ban, A. bianconi, F. cagnasso, c. cangià, A. cencini, L. d’Ascenzo, n. dal Molin, M. Falabretti, P. Fanelli, r. Fior, G. impastato, F. Lambiasi, c. Meneghetti, e. nundini, G. Perego, M. rogante, i. sandrin, L. Vari, M. zito progetto grafico e realizzazione L. cenci, r. La daga responsabile diffusione: elena Ferrario ap editore: istituto regina degli Apostoli per le vocazioni (suore Apostoline) autorizzazione del tribunale di Velletri/rM n. 08 del 28/04/99 - con approvazione ecclesiastica stampa: Grafica Animobono via dell’imbrecciato, roma foto di copertina: designed by nensuria / Freepik foto retrocopertina: wiesia klemens
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Quando il limite diventa risorsa - MArziA roGAnte Fotolinguaggio sul Tema: L. FAVettA, M. de LucA “Intervista impossibile a...”
J. TaKayama uKon
A COLPO D’OCCHIO
di erikA nundini
Vissuti ed ESPERIENZE
“Praticamente” - idee PrAtiche di F. cAMMArAtA
nicoLA bAn
d. MicheLe FALAbretti
FOCUS
PAURA di scegliere?!
P. iuri sAndrin
A curA di FedericA cAMMArAtA
MUSICA “TI andreBBe dI camBIare IL mondo?”
di Renato Zero
Pino FAneLLi
e la missione dei 12 apostoli
cArLo MeneGhetti
Libera il tuo sì! sr. AnnA JuzwiAk
LA MIA IMPRONTA NELLA STORIA 5 a impronta: fare quaLcosa per
la nostra Terra - MAriA zito
FILM quando un Padre
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DALLA BIBBIA: la chiamata
DIRE LA VOCAZIONE OGGI - 5/6
CONTRO CORRENTE
Quando la scuola fa BENE!
WEB RESOURCES Per “volare” sui palazzi delle nostre città
GiAcoMo PereGo
GIOVANI
un’assemblea che celebra
LeonArdo d’Ascenzo
“Vieni e vedi!” FILIPPO DI BETSÀIDA
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DIRE, FARE, BACIARE... - 5/6
Parole, gesti, emozioni della LITURGIA
MESSAGGI E DOMANDE @...
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DOSSIER: OLTRE IL LIMITE
INDICE
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SE VUOI
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WE LIKE!
LIBrI & c.
robertA LA dAGA
L’ECO DI UNA VITA
VOCI DAL MONDO
Peppino Impastato
Amalia Bianconi (volont. Carcere)
GioVAnni iMPAstAto
Una chiamata inaspettata
...sulle orme dell’Abbé Pierre
Silvana e Renzo Fior (Com. Emmaus)
inForMAtiVA
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PAROLE, GESTI, EMOZIONI DELLA LITURGIA
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e M E i S N i Un’assemblea che celebra di IurI sandrIn, gesuita
“Attraverso i riti, verso una nuova identità… Abbiamo già avuto modo di considerare come l’attraversamento di una soglia simbolica che segni il passaggio dai luoghi e dai momenti che appartengono alle diverse cose della vita a uno spazio e a un tempo “diversi”, nei quali sia possibile celebrare il grande senso della vita e ri-appropriarsi di esso, è uno dei grandi pilastri su cui
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si fondano le esperienze rituali proprie di quasi tutte le tradizioni religiose. tale “momento di passaggio” assume una valenza generativa che ha lo scopo di ri-costituire una nuova identità, quella della “assemblea celebrante”. L’inizio di una celebrazione liturgica avviene radunando uomini e donne, giovani e anziani, assidui frequentatori e sporadiche presenze, che provengono dai diversi “contesti vitali” (anagrafici, geo-
grafici, sociali, politici, culturali, talvolta anche ecclesiali) in cui ciascuno riconosce e incarna la propria chiamata a essere discepolo del signore e a dare fiducia alla buona notizia. raccogliere le molteplicità attraverso cui le comunità cristiane si esprimono e trasformarle in un unico grande soggetto che vuole riscoprire il fondamento del suo essere “un solo corpo” unito al suo “capo”, è esattamente ciò a cui mira ogni celebrazione sacramen-
foto Wiesia Klemens
foto Wiesia Klemens
DIRE, FARE, BACIARE...
tale. Questo avviene sempre in modo graduale, perché costruire un’assemblea che possa e sappia partecipare a quanto celebra non è mai né semplice né scontato. Per facilitare questo processo di formazione del soggetto celebrante, le celebrazioni danno una certa importanza ai “riti iniziali” o “introduttivi”, ovvero al proporre alcuni primi passi per imparare a muoversi come un’assemblea (intesa come una pluralità che agisca al singolare). il canto iniziale (un primo grande esercizio di assunzione di un’unica e armoniosa voce) e il saluto e l’accoglienza da parte del presidente della celebrazione (colui che svolge un ruolo di coordinamento e di “regia” nei
confronti dell’intera assemblea), sono due esempi concreti di questo “intento costitutivo”. È molto interessante notare come – spesso – faccia parte della ritualità dell’inizio anche un “momento penitenziale”, che può svolgersi con gesti e parole diversi a seconda di quando si celebri. credo che questa particolarità celebrativa meriti una certa attenzione! Perché e in che senso il riconoscersi dei peccatori contribuisce a costituire un’assemblea celebrante?
Riscoprire la propria identità riconoscendosi “peccatori” Possiamo soffermarci bre-
vemente a considerare l’atto penitenziale di una celebrazione eucaristica. che cosa ci propone? che tipo di esperienza? A pensarci bene si tratta di qualcosa di “fastidioso” e di fondamentalmente “ingiusto”... infatti, quello che viene chiesto a ciascuno è di autodefinirsi come qualcuno che ha “molto peccato”, che lo ha fatto in tanti modi (“pensieri, parole, opere, omissioni”) e che riconosce per ben tre volte – per di più anche battendosi il petto – una “propria colpa”, addirittura “grandissima”! infatti, a tutti coloro che prendono parte alla celebrazione – a prescindere da quello che possono realmente aver combinato nelle faccende della propria vicenda
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ciò che doniamo dovrebbe essere
sempre
la parte migliore di noi stessi (Gandhi)
personale – viene chiesto di assumere le stesse parole e di usare la propria voce per dirle insieme ad altri! L’elemento “problematico” in questo modo di procedere sta nel fatto che in quel momento non importa molto ciò che ciascuno abbia o non abbia effettivamente fatto, al punto che tanto chi si è appena confessato quanto chi non lo fa da un po’ di tempo, sono chiamati a dire le stesse cose! Ma com’è possibile che la gravità di quanto commesso “fuori” in quel momento perda la sua rilevanza e “omologhi” tutti quanti, forse troppo indistintamente, sotto la categoria di “grandi peccatori”?
non è forse in questo momento che, pur dicendo le parole dell’atto penitenziale, siamo portati a pensare che per quanto noi non siamo proprio il massimo, in fondo i “veri peccatori” sono altri, che hanno commesso qualcosa di ben più grave? Proprio da qui nascono il fastidio dell’essere omologati in modo troppo indifferenziato ad altri e il senso di ingiustizia dell’essere messi sullo stesso piano di coloro che consideriamo grandi peccatori ben più di noi! eppure è proprio questa una delle esperienze che vuole farci fare la liturgia! utto ciò avviene e astsume un suo senso proprio, perché accade all’interno dei “riti inziali”. Questi hanno l’intento di costituire da subito quell’unica assemblea celebrante attraverso un senso di solidarietà che accomuna tutti nell’unico atto di riconoscimento dell’inadeguatezza e del non-merito rispetto all’amore gratuito e totale del signore Gesù. Amore da mettere in circolo nelle più diverse situazioni di vita e secondo le possibilità di ciascuno. Amore che ci supera ed è sempre più grande noi!
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Chi crede di essere un cristiano solo perché va in chiesa, sbaglia...
...non si diventa mica una macchina entrando in un garage! Albert Schweitzer
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nella foto, un momento del doposcuola
Giovani
ortnoccorrente
IL BENE C’È E SI PUO’ FARE! nella foto, Cristina
di FEDERICA CAMMARATA
…quando la scuola fa Bene! autore: cristina - età: 28 anni Professione: dottoranda in ingegneria Interessi: volley, trekking, viaggiare, “scoprire - imparare insegnare”
C
ercavo un modo per impegnarmi nel sociale: la possibilità di unire la mia passione per scoprire - imparare - insegnare, la mia sensibilità verso i più deboli e l’urgenza di un problema sempre più importante come quello dell’immigrazione, sembrava non essere capitata per caso! così sono entrata a far parte del gruppo di insegnanti per la scuola di italiano per stranieri.
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dopo un primo giorno di disorientamento, ho subito capito che gli occhi di quei ragazzi (circa 60 che vengono da diverse parti dell’Africa) volevano dirmi qualcosa. Quello sguardo a volte abbassato mi chiedeva attenzione, aiuto e impegno. ho capito che insegnare qualche parola e frase in italiano era molto importante per la loro integrazione, ma c’era di più. Quel “grazie” detto a fine lezione da entrambe le parti mi ricordava che donare è il miglior modo per
ricevere. credo che questo “fare scuola” sia stato per me una piccola-grande luce nel mio cammino personale. un esempio forte e chiaro di come i talenti individuali possano trovare completezza nei bisogni attuali; un accento sul termine scuola che non può prescindere dalla dimensione umana; e soprattutto una conferma del fatto che, nonostante le barriere culturali, c’è una lingua bella e universale che unisce e unirà sempre tutti.
autore: Andrea - età: 21 anni Professione: studente di lettere antiche Interessi: mi piace studiare, ma sto scoprendo che si impara molto più dalle persone che dai libri...
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a mia avventura coi bambini inizia come proposta per vivere più in pienezza le cose che facevo in parrocchia. La prima volta è stata sconvolgente: immaginate un “branco” di venti bambini scatenati dopo otto ore a scuola: anche il più pigro della terra (tipo me) sentirebbe l’impulso di mettersi a correre per un salone! L’obiettivo è quello di coinvolgere tutti in una sana ora di gioco, preparata fin nei minimi dettagli da noi animatori e inevitabilmente destinata a soc-
combere all’entusiasmo dei bambini! e dopo l’attesissima merenda è proprio il tempo di aprire i quaderni! beh! A dire il vero, il nostro di doposcuola ha soltanto il fatto che viene dopo la scuola! nessuno di noi è un insegnante (anche se in molti sogniamo di diventarlo) e ciascuno porta con sé i suoi studi e la sua esperienza. siamo lì per far intuire ai bambini che il gioco e lo studio non sono così diversi (non per niente gli antichi li chiamavano en-
trambi ludus), che ambedue necessitano di attenzione, coinvolgimento e soprattutto dell’altro! La condivisione di una matita mi riempie di gioia molto più di un problema di matematica risolto! Il doposcuola è certo un servizio per chi ha bisogno e una possibilità di fare un’esperienza formativa, ma è prima di tutto un incontro con chi, nella maniera più insospettabile, ci insegna cose sulla vita!
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TI ANDREBBE DI CAMBIARE IL MONDO ? di PINO FANELLI, cantautore “Zerovskij… solo per amore” è il 35° album di Renato Zero e celebra i suoi 50 anni di carriera. L’opera, in due CD, presenta 17 brani inediti più la rivisitata canzone “Infiniti treni” (del 1986). L’album è realizzato per essere trasferito sul palcoscenico. Di stile sinfonico, è una sorta di "teatro totale" che fonde musica alta, prosa e cultura pop. Temi come vita, odio, amore, tempo, morte che costituiscono uno sprone per il futuro, un passaggio di testimone a favore dei giovani che sono l’unica speranza per il domani. “Ti andrebbe di cambiare il mondo?” è la canzone che ha anticipato il progetto, e rappresenta un bell’esempio delle atmosfere che caratterizzano l’album. Il messaggio è incentrato sulla necessità di cambiare il mondo rimettendo al centro la persona e la sua dignità, recuperando la bellezza dei rapporti umani.
Un MESSAGGIO per te il mondo oggi non è certamente un paradiso. Guerre, violenze, abusi, fame e povertà, esodi di massa, inquinamento ambientale... certo il mondo non è mai stato e non sarà mai perfetto, ma potremmo fare qualcosa per cambiarlo? (“Non abbandonare i sogni se puoi. Dagli forza e consistenza”). il sogno nutre la nostra forza interiore e ci consente di guardare sempre avanti. oggi vediamo che la terra è malata, intossicata, la vita stessa è violata, perché molto spesso “il potere annebbia gli uomini e il denaro certo non li sazierà”. Quando si antepone il denaro alla persona siamo tutti a perderci in dignità. il cambiamento può avvenire solo se riportiamo l’economia a essere un mezzo
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RENATO ZERO NON ABBANDONARE I SOGNI, SE PUOI. DAGLI FORZA E CONSISTENZA... E POI LASCIA SIANO LORO A PRENDERTI A PORTARTI UN’ALTRA VOLTA VIA DA QUI QUESTA VITA È ORMAI MALATA... LO SAI!? VIOLATA, INTOSSICATA... ADESSO, ANCHE LEI SOTTO QUESTI CIELI LIVIDI NIENTE PIÙ CAREZZE E BRIVIDI PER NOI. TI ANDREBBE DI CAMBIARE IL MONDO CON ME? DI RIPROVARCI UN’ALTRA VOLTA IO E TE? PROPRIO COME IERI NOI, COSÌ INCOSCIENTI CURIOSI ED INTRIGANTI... INCONCLUDENTI MAI... GIURO! LA NOSTRA IMMAGINE PIÙ VERA DOV’È? QUESTO FOLLE ANONIMATO... PERCHÉ? INSOPPORTABILE L’IDEA DI SUBIRE QUESTA IGNORANZA CHE CI VUOLE TUTTI UGUALI A LEI NON FA PER NOI ERA TUTTA UN’ALTRA STORIA, LO SO... È UN NEMICO LA MEMORIA,
LO SO, IL POTERE ANNEBBIA GLI UOMINI ... TI ANDREBBE DI FERMARE IL TEMPO CON ME? DI RITROVARE INSIEME UN SENSO... IO E TE!? UNA BICICLETTA, UN FIUME E TANTO AZZURRO QUALCUNO CHE TI ASPETTA E TI RISPETTA C’È... ANCORA! LA FORZA DI UN ABBRACCIO, DIMMI CE L’HAI? DI SPENDERE OGNI SANO SLANCIO CHE AVRAI SI RIPARLI DI NOI... DI TUTTI I NOSTRI LIMITI MAGARI A PEZZI, MA CON TANTA DIGNITÀ NOI SIAMO ANCORA QUA! QR video ufficiale della canzone https://www.youtube. com/watch?v= A0OrECcIKa0
e non un fine, se rimettiamo al centro la persona e la sua dignità (“si riparli di noi... di tutti i nostri limiti, magari a pezzi, ma con tanta dignità”). L’ostacolo più grande da rimuovere è la rassegnazione. e la domanda che renato zero pone a tutti è un invito a superarla: “Ti andrebbe di cambiare il mondo... di riprovarci ancora?”. È “insopportabile l’idea di subire”, restando passivi e lasciando spazio al fatalismo. essere protagonisti del cambiamento è la conversione che dobbiamo operare in noi e promuovere attorno a noi. occorre almeno provarci perché poi i rimpianti saranno peggio dei rimorsi! La responsabilità che abbiamo nei confronti dell’umanità futura è di consegnare un mondo più vivibile e più abitabile. Ma come possiamo concretamente cambiare il mondo? Liberando gioia, gratuità, rispetto dell’altro e dell’ambiente, solidarietà, accoglienza... il cambiamento inizia dal contributo che ognuno si impegna a dare tenendo come orizzonte il bene comune. non è necessario essere degli eroi, basta solo la consapevolezza che si può fare la propria parte. solo così il sogno di un mondo migliore si può avverare. e la vita è sogno, aspettativa, speranza! svegliarsi e non nutrire più alcuna speranza è la morte del cuore. e “non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno in cui nulla accadrà” (cesare Pavese). nel mondo è la differenza tra • “Il più grande spreco ciò che siamo e ciò che potremmo diventare” (Ben Herbster)
da ascoLTare ERMAL META “RAGAZZA PARADISO” 2017
COLDPLAY “ALL I CAN THINK ABOUT IS YOU”, 2017 giuseppe.fanelli@stpauls.it - pagina fb: Pino Fanelli
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TALENTI Limiti e talenti di ARIANNA PIERAGOSTINI Video Designer freelance
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“iL deserto È ForMAtiVo” Mi disse unA rAGAzzA QuALche Mese PriMA deL ViAGGio che AVrei FAtto in terrA sAntA neLL’ AGosto deL 2016. ed eFFettiVAMente, PAsso doPo PAsso Lo È stAto, in tutti i Modi in cui PoteVA esserLo. È stAto un GrAnde MAestro e coMe tutti i GrAndi MAestri sPesso È stAto seVero e si È FAtto Anche detestAre, MA hA LAsciAto QuALcosA in QueLLo sPAzio indeFinito trA PAnciA e rAGione che tornA A PArLArMi...
uelle grandi pareti di roccia che si ergevano nel deserto, alte, strette e apparentemente di ostacolo, in realtà ci indicavano la strada da percorrere. Attraversandole avremmo raggiunto una via d’uscita invece che vagare in una distesa immensa senza alcuna indicazione. È vero, avremmo avuto la libertà di muoverci ovunque, con il rischio però di girare a vuoto e senza meta per ritrovarci poi a non aver raggiunto nulla. Quelle pareti erano limitanti, ma necessarie. così come lo sono le nostre, le pareti che si innalzano in noi che chiamiamo più comunemente “limiti”. Forse più che superarli, la reale vittoria è nell’essere abbastanza fiduciosi da attraversarli. Puntare sulla strada che si forma, piuttosto che su quella che non possiamo percorrere. Limiti e talenti. È grazie ad essi se la nostra vita prende una direzione. In una distesa immensa di libertà, i limiti delimitano un percorso, i talenti ne determinano l’esito!
il
stringe
è “tempo”
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di
“Gino”, di Marzia Romagna
scegliere!
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Per conoscere meglio SE VUOI chiama lo 06.932.03.56 oppure invia un messaggio con whatsapp al 340.0520610 (sr. Cinzia Giacinti, Suore Apostoline). Nel sito: www.apostoline.it/sevuoi/puoi trovare approfondimenti, idee e materiali utili per attività vocazionali di gruppo. Nella pagina Facebook “SE VUOI rivista”...puoi trovare un confronto e ampliare il tuo cerchio di amici! SE VUOI
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