1 Luglio - Agosto 2019
SE VUOI
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A COLPO D’OCCHIO
BIBBIA:
Come CONTROLLARE la VIOLENZA e la RABBIA?
I “VERBI” DI DIO
GIUSEPPE SAVAGNONE
TACERE e ATTENDERE Il Padre tace e attende una risposta e così anche il Figlio
DOSSIER
i FUORIONDA della VITA
P. SALVATORE MAURIZIO SESSA
-22VOCAZIONE E VOCAZIONI
-11UNA DOMANDA PER TE “Come avverrà questo?” (Lc 1,34)
Con un nome nuovo e una manna nascosta LA VOCAZIONE PERSONALE MARINA BERETTI
CHIARA SCARDICCHIO
FOTO E FRASI PER DIRE... FUORIONDA
ROBERTA LA DAGA
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L. FAVETTA, M. DE LUCA
TI MANDO UN MESSAGGIO
A proposito di... COLPI DI SCENA
D. MICHELE FALABRETTI
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A proposito di ONDE fuori e dentro
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Colpo di scena di Dio! D. GIOVANNI BERTI
FOCUS Preghiera in CORSA
LA VOCE DEI GIOVANI STACCI
PRATICAMENTE
P. INNOCENZO GARGANO
FRANCESCA TARANTINO
GIUSEPPE TRAMONTIN
TI PRESENTO UN LIBRO “Le lettere di Berlicche” di Clive Staples Lewis
VOCI PROFETICHE John Henry Newman Il profeta della coscienza
D. DOMENICO CAMBARERI
ROBERT CHEAIB
-43LIBRI & C. ROBERTA LA DAGA
-44MUSICA “Io sono l’altro” di Niccolò Fabi PINO FANELLI
-46FILM LA FATTORIA DEI NOSTRI SOGNI CATERINA CANGIÀ
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WEB RESOURCES Noi siamo il nostro AMBIENTE
-56GIOVANI E... CULTURA Intervista a... Matteo Pirro FEDERICA CAMMARATA
-60VOCI DAL MONDO ...DA ROMA Sete di Amore! Missionarie della Carità Contemplative di Madre Teresa di Calcutta
bimestrale - anno 60 n. 6/2019 Novembre/Dicembre sped. in abbon. postale direzione, redazione, amministrazione via Mole 3 00073 CASTEL GANDOLFO / RM tel. 06.932.03.56 - fax 06.936.07.00 e-mail: sevuoi@apostoline.it www.apostoline.it/sevuoi/ direttore responsabile: Laura Cenci gruppo redazionale: F. Bellucci, M. Beretti, T. Cabri, M. De Luca, L. Favetta, C. Giacinti, R. La Daga, M. Peviani, G. Verani collaboratori ed esperti: G. Berti, F. Cagnasso, D. Cambareri, F. Cammarata, C. Cangià, M. Falabretti, P. Fanelli, I. Gargano, F. Lambiasi, C. Meneghetti, G. Savagnone, C. Scardicchio, S. M. Sessa, F. Tarantino, G. Tramontin, L. Vari progetto grafico e realizzazione L. Cenci, R. La Daga responsabile diffusione: Donatella Branco editore: Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni (Suore Apostoline) autorizzazione del Tribunale di Velletri/RM n. 08 del 28/04/99 con approvazione ecclesiastica stampa: Grafica Animobono via dell’Imbrecciato, Roma Immagine di copertina: pixabay
ABBONAMENTI
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UN OROSCOPO... DA DIO Guarda le stelle del cielo... ROBERTA LA DAGA
CARLO MENEGHETTI
INFORMATIVA
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SE VUOI
...al PASSO con te!
Nel rispetto dell’art. 13 del D.Lgs 196/03, La informiamo che la raccolta dei dati personali viene effettuata allo scopo di attivare gli abbonamenti richiesti e la diffusione della rivista; tali dati verranno custoditi in archivi informatici e cartacei, secondo principi di correttezza, liceità e trasparenza e di tutela della sua riservatezza e dei suoi diritti; oltre che per l’adempimento di obblighi di legge, li utilizzeremo per aggiornarLa sulle nostre iniziative promozionali e commerciali. Solo se Lei desiderasse opporsi al trattamento dei dati che la riguardano, ai sensi dell’art. 7 del D.Lgs 196/03, La preghiamo di barrare la casella e di rispedirci il tagliando debitamente sottoscritto. Inoltre Lei ha il diritto di opporsi all’invio di informazioni commerciali e materiale pubblicitario qualora sia inviato separatamente dal periodico. Lei potrà chiedere l’aggiornamento, la verifica o la cancellazione dei Suoi dati in ogni momento, scrivendo all’Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni - via Mole, 3 - 00073 Castel Gandolfo /RM. Ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs 196/03, Le comunichiamo che titolare del trattamento dati è l’Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni nella persona della legale rappresentante.
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A rispondere ai vostri messaggi è don MICHELE FALABRETTI responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile
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Novembre - Dicembre 2019
ucrezia” Ziche, “L
aro Giuliano, la risposta alla tua domanda è sì, esiste! L’amore per definizione è così totalizzante da non prevedere una data di scadenza. Ogni altra cosa è un patto di scambio, un contratto di affari, un’intesa di convenienza reciproca. Allora, mi chiederai, perché è così difficile da vedere o da trovare? Io penso che dobbiamo riconoscere i nostri limiti e fragilità: quando una persona è investita dall’esperienza dell’amore, io credo che percepisca questo bisogno profondo di eternità, cioè il desiderio che l’amore ricevuto non cessi mai di esistere e – possibilmente – la renda capace di fare altrettanto. Ma, almeno in questo mondo, nessuno di noi è capace di eternità. Dunque anche il nostro amore è soggetto ad infragilirsi, qualche volta persino a cessare. Ma noi non possiamo non ricordarci che l’amore eterno esiste: è quello di Dio, è quello che ci è stato mostrato attraverso l’esperienza della vita di Gesù. È a questo amore che dobbiamo tornare quando sentiamo il bisogno di rinvigorire il nostro o di farlo rinascere. “Per sempre” è un’espressione da utilizzare con cura: nessuno deve sentirsi un eroe pronto ad essere invincibile, ma non per questo possiamo rinunciare all’idea che l’amore possa ancora essere quell’esperienza che anima nel profondo le storie degli uomini. Sapere che ci saranno momenti di caduta e di fragilità, non significa costruirsi la propria uscita di sicurezza. Vuol dire, piuttosto, saper mettere accanto alle nostre fragilità la voce di Dio che ci chiama ogni giorno a riprendere le strade dell’amore. “Per sempre” è, anche, sapere che si può ricominciare.
di Silvia
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IULIANO, 22 ANNI)
vignetta
Esiste un amore che è PER SEMPRE? (G
Il PROSSIMO = mio fratello Di fronte a una crescente indifferenza nei confronti di Dio o all’ostentazione della propria fede in maniera "opportunistica", come proporre in modo positivo il messaggio cristiano, nel rispetto della libertà dell’altro? È sufficiente l’esempio e il lasciarsi riconoscere nel modo in cui ci si ama gli uni gli altri? (BETTY, 25 ANNI)
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ara Betty, il Vangelo (fin dalle origini) ha sempre avuto bisogno di un “come”. La questione si è posta anzitutto per Gesù che ha fatto delle scelte precise: non ha fatto la carriera del mondo liturgico (non era un sacerdote e non viveva nel Tempio), non ha aperto una sua scuola rabbinica, non ha cercato nessuna forma di potere. E questa è già una grande indicazione: il messaggio cristiano ha a che fare con la vita personale di ciascuno e non dipende da nessun tipo di compito o incarico da svolgere nella vita. Il vangelo “funziona” quando si vede, cioè quando le parole e i gesti sono così spontaneamente intrisi di vita buona da poter rivelare una dimensione di vita che da soli non potremmo mai darci. Questo può accadere soltanto nella fiducia e nell’affidamento (fede, appunto) al Vangelo di Gesù. Per questo è decisiva la vita fraterna. Vedi, gli amici si scelgono mentre i fratelli no. Questo è decisivo rispetto al significato del volersi bene: uomini e donne che liberamente danno alla loro vita la forma del Vangelo attraverso esperienze di fraternità, volendo bene non solo a chi si riconosce come amico, ma al prossimo che si incontra come fratello; questo finisce per proporre in modo positivo il messaggio cristiano. Ma proprio questo ci chiede di rimanere in un atteggiamento sempre pronto alla conversione: io devo imparare a non sentirmi superiore a nessuno, a non pretendere di insegnare o proporre niente a nessuno. Cambiare il cuore e sforzarlo alla fraternità: questo sarà annuncio vero di vita nuova!
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5 Novembre - Dicembre 2019
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VOCAZIONE E VOCAZIONI di MARINA BERETTI, Apostolina
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...darò una pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all’infuori di chi lo riceve. (cf. Apocalisse 2,17)
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CON UN NOME NUOVO E UNA MANNA NASCOSTA La vocazione personale
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via di uscita! Piuttosto sono un incontro tra ciò che sei e l’amore di Dio che avvolge e coinvolge la tua vita. Il filo rosso da seguire è la libertà con cui puoi rispondere. Un santo dei nostri giorni, Don Giacomo Alberione, amava ripetere: «Il Signore accende le lampadine, in avanti, man mano che si cammina ed occorre; non le accende tutte, subito all’inizio, quando ancora non occorrono; non spreca la luce; ma la dà sempre a tempo opportuno».
È nel procedere in avanti che si apre il futuro. Quando anch’io come te ero alla ricerca di ciò che poteva far sbocciare la mia vita in dono da ridonare, mi aveva molto colpito questa frase del libro dell’Apocalisse: «Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all’infuori di chi lo riceve» (Ap 2,17). Quella pietruzza bianca, su cui è scritto il tuo nome
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iamo all’ultima tappa del breve percorso di riflessione tra la vocazione e le vocazioni. Abbiamo detto tutto? Certamente no, perché per declinare la parola vocazione ci vuole la vita! La mia e la tua! Per di più le vocazioni, come scelte di vita, non sono un labirinto in cui perdersi prima di trovare l’unica
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QUEL “NOME NUOVO” È LA VOCAZIONE NELLA VOCAZIONE, CIOÈ QUEL QUALCOSA DI TE CHE SI MANIFESTERÀ NEL TUO MODO UNICO E ORIGINALISSIMO DI ESSERE
nuovo, ti fa conoscere qualcosa di più dell’originalità presente in ogni vita, e che anche tu potrai sempre ritrovare in ogni esperienza che sarai chiamato a vivere, nella scelta di vita che sarai chiamato a fare. Quel nome nuovo è la vocazione nella vocazione, cioè quel qualcosa di te che si manifesterà nel tuo modo unico e originalissimo di essere sposo o sposa, madre o padre, prete, consacrato o consacrata, missionario o missionaria; e ancora, studente, lavoratore, professionista... Insomma, quando lasci trasparire i tratti di Gesù... attraverso di te. Ascolta cosa Papa Francesco dice parlando del lavoro, spazio che rimane – anche con le difficoltà Novembre - Dicembre 2019
che si presentano per la precarietà di trovarlo o per le condizioni in cui lo si vive –, un luogo in cui si può esprimere il meglio di sé: «Quando uno scopre che Dio lo chiama a qualcosa, che è fatto per questo – può essere l’infermieristica, la falegnameria, la comunicazione, l’ingegneria, l’insegnamento, l’arte o qualsiasi altro lavoro –, allora sarà capace di far sbocciare le sue migliori capacità di sacrificio, generosità e dedizione. Sapere che non si fanno le cose tanto per farle, ma con un significato, come risposta a una chiamata che risuona nel più profondo del proprio essere per dare qualcosa agli altri, fa sì che queste attività offrano al proprio cuore
un’esperienza speciale di pienezza» (CV 273).
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ì, quella vocazione nella vocazione o, come meglio viene definita, la
vocazione personale, sarà come la fir-
ma indelebile del tuo farti dono. C’è una modalità tutta tua, personalissima e originale, di coinvolgerti in quel pezzettino di storia in cui vivi e, insieme a tanti altri, di trasformarla con la novità del Vangelo. Quella vocazione personale si nutre della manna nascosta che ti sfama ogni giorno attraverso incontri che portano sempre novità impreviste; amicizie che fanno riposare dentro il bene dato e ricevuto; relazioni antiche e nuove anche se
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non sempre ti gratificano in ciò che desideri; conoscenze che aprono e allargano il pensiero; volti che nascondono storie personali di luce e di ombra; poveri di pane e di senso che interpellano la tua capacità di donare. Questa manna nascosta è la stessa che si fa pane buono perché tu impari a condividere. È la manna nascosta che ricevi anche attraverso quei doni di grazia che sostengono il tuo cammino: soprattutto la Parola di Dio e i Sacramenti, quello dell’Eucaristia che ti alimenta, e quello della Riconciliazione che ti rigenera ogni volta che qualcosa offusca il tuo nome nuovo e ti chiude al bene. Ciò che è veramente in-
teressante nella vocazione e nelle vocazioni è quella novità che non viene mai meno, quella originalità che non permette di accomodarsi dentro i propri nidi o rigidità, quell’orizzonte che è sempre un po’ più in là di dove ci si trova, ma che dà la direzione al proprio camminare. Ti auguro di saperti nutrire sempre della manna nascosta che ti sostiene e ti fa diventare pane buono per tanti. E di saper custodire quel nome nuovo che solo tu conosci, ma che si svelerà, quasi a tua insaputa, quando lo pronuncerai come benedizione su quanti attendono di essere contagiati dal dono della tua vocazione
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on Gesù ci sono sempre
nuovi orizzonti Papa Francesco ai giovani del Madagascar
Scopriamo la nostra
identità a partire dall’incontro con l’altro Strumento di Lavoro del Sinodo sull’Amazzonia n. 40
personale.
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TI PRESENTO UN LIBRO
particolare copertina del libro Ed. Mondadori
dal romanzo di Clive Staples Lewis “LE LETTERE DI BERLICCHE”
La fine dell’arcobaleno di DOMENICO CAMBARERI domenicocambareri81@gmail.com
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e credete che i temi della fede non interessino a nessuno vi sbagliate e di molto. C’è soprattutto una questione che ancora oggi raccoglie da ogni parte una curiosità che confina col morboso: il diavolo e il mon-
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do che gli gira attorno. Dato per morto con la “rivoluzione” del Sessantotto oggi è vivo più che mai, ne è prova il continuo susseguirsi di film e serie TV che lo hanno come protagonista. Dall’Esorcista – film cult di Friedkin del 1973 – in
poi è costante l’interesse per questo genere di argomenti che non fanno altro che confermare quella tendenza che potremmo definire l’ “irresistibile fascino del male”.
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opo questo articolo mettetevi a guardare una
serie TV che incroci il nostro argomento; ad esempio Lucifer. Non riuscirà a non esservi simpatico questo diavolo annoiato, ma pieno di risorse. Ebbene questa visione soft e compiacente del re dell’Inferno appartiene a una tradizione immaginifica nella quale si inserisce il libro che propongo alla vostra lettura: Le lettere di Berlicche. L’autore è Clive Staples Lewis e nel 1942 consegnerà al mondo quest’opera che diverrà in breve celebre. Un libro da leggere “capovolti” perché il bene è in realtà il male e viceversa: un diavolo versatile e sapiente (Berlicche) risponde trentuno volte alle lettere del giovane nipote (Malacoda) che gli chiede suggerimenti su come svolgere il suo lavoro di tentatore di anime. Pare che il lavoro non sia facile e così urge un confronto sul modus operandi del diavolo più giovane. Mi piace pensare a Lewis come a un professorone un po’ annoiato che si diverte a compilare questo epistolario per esplorare i meandri umani nei quali abita la curiosità per tutto ciò che riguarda questo mondo. È un diavolo – Berlicche – mol-
to british, così simile al suo energico autore, ed è soprattutto costruito per accattivare il lettore coi suoi suggerimenti, le sue intuizioni di buon senso che fanno pensare al fatto che il personaggio lewisiano sia un grande conoscitore dello spirito umano. Questo “è” il diavolo che incontrerete leggendo questo godibilissimo testo. Parlavamo di un libro capovolto. Il Nemico è ovviamente il buon Dio che cerca in tutti i modi di salvare le anime, e il bene è presentato come banale. Guardiamo meglio a questa “banalità del bene” tanto disprezzata da Berlicche e Malacoda. Invitandovi a leggere l’intero libro, sottolineo alcuni passaggi notevoli. Dio è il nemico dei diavoli per la sua originalità. Il Diavolo – che non ama la musica ma il rumore, ci informa Lewis – imita, ma non crea. Solo Dio è creatore. E ci sono cose geniali che appartengono solo a lui. I diavoli possono al massimo contraffarli, distoglierli. I doni di Dio sono: il piacere, l’essere se stessi e il tempo:
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«... piaceri li ha inventati Lui. Finora tut-
te le nostre ricerche non ci hanno reso capaci di produrne neppure uno. Tutto quanto ci è dato di fare è di incoraggiare gli umani a servirsi dei piaceri che il Nemico ha prodotto, nei tempi, o nei modi, o nella misura che gli ha proibito. Per cui noi ci sforziamo sempre di allontanare dalla condizione naturale del piacere per far scivolare in quella che è meno naturale, che ha meno l’odore del suo Fattore, e che è meno piacevole».
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tare dalla parte di Dio vuol dire rinunciare al piacere? Assolutamente no, parola di un diavolaccio espertissimo come Berlicche! Ma se il Nemico (Dio) ostacola il lavoro di tentatore di Berlicche & Company, donando agli uomini il modo di essere veramente se stessi, accogliendo il limite come parte integrante della propria umanità... Berlicche, invece, educa il nipote Malacoda a far credere all’anima tentata che può tutto, che ogni ostacolo può essere rimosso e dimenticato; che
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«...Non v’è nulla che equivalga alla sospensione e all’ansietà per barricare la mente di un essere umano contro il “Nemico”. Egli vuole uomini che si preoccupino di ciò che fanno: nostro compito è invece di farli pensare sempre a ciò che capiterà loro. (…)» da: Le lettere di Berlicche
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l’uomo è infallibile e che – pensate a Genesi – in fondo diverrà come Dio. Ma poi è vero che Dio “non ha limiti”? Ma questo è un altro discorso... Lewis in questo passaggio ci dà un altro tocco della sua profondità psicologica – e quindi spirituale –, ricordandoci a questo proposito che è proprio del diavolo il conformismo. Dio nel volere la nostra realizzazione non ci vuole mai uniformati. Un altro dono di Dio che i diavoli possono solo alterare è il tempo; essi ci inducono al disprezzo del presente in nome di qualcosa da possedere nel futuro. Risultato? L’insofferenza di non vivere mai veramente oggi:
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«... uasi tutti i vizi sono radicati nel futuro. La gratitudine guarda al passato e l’amore al presente; il timore, l’avarizia, la lussuria e l’ambizione guardano avanti. Non pensare che la lussuria sia una eccezione».
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anima che cede alla tentazione del futuro è un’anima ingrigita dal non vivere l’oggi – unica possibilità che abbiamo
di coinvolgerci col mondo – uniformata e piena di ansietà, «una razza che persegua perpetuamente la fine dell’arcobaleno», questo il poco consolante esito dell’azione demoniaca.
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uanto a me, ho scelto di farmi appassionare dalle imprevedibili storie di Dio. Secondo il Vangelo di Luca (10, 17-24), Gesù dopo aver inviato i suoi discepoli a predicare la Buona Parola si ferma ad ascoltarne i racconti. Tutti sono infiammati dall’aver sperimentato il loro potere sullo spirito del male. E Gesù vede
questo potere del bene che si fa spazio. Ma invita i suoi a
non lasciarsi sedurre dal fascino del male. Ma di appassionarsi all’amore di Dio e al suo irrompere nelle anime delle persone belle: «Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». Questa è la passione più colorata a cui consegnare i nostri giorni. Con buona pace di Berlicche e Malacoda!
WE LIKE!
Libri & C. di ROBERTA LA DAGA
ERRI DE LUCA, IMPOSSIBILE ED. FELTRINELLI 2019, 125 PAGINE, € 13,00 Dopo quarant’anni due uomini si ritrovano su un sentiero di montagna. Non sono semplicemente due conoscenti, l’ultima volta in cui si sono incontrati era, infatti, in un processo. L’uno vestiva i panni dell’imputato, l’altro del pentito. Ma durante questo incontro il pentito è vittima di un incidente che lo porta alla morte. Successivamente il magistrato penserà ad un regolamento di conti. Da quel momento in poi si entra in un bellissimo dialogo che attraversa il senso dell’impossibile, della vita, dell’amore, della bellezza.
BORTOLO UBERTI, GLI SDRAIATI DEL VANGELO STORIE PER RIMETTERE IN CAMMINO I GIOVANI
ÀNCORA EDITRICE 2019, 101 PAGINE, € 14,00 Quanti incontri di Gesù possiamo leggere nei Vangeli, e quante volte le persone incontrate sono “sdraiate”. Questo testo, dal titolo che desta curiosità, ci mostra quanto l’invito di Gesù: «alzati», sia rivolto a ciascuno di noi.
SANDRO CALVANI, LILLY IPPOLITI, DHEBORA MIRABELLI LE STELLE NON HANNO PAURA DI SEMBRARE LUCCIOLE
EDITRICE AVE 2018, 184 PAGINE, € 15,00 Persone comuni raccontano il proprio riscatto. Uomini e donne che ce l’hanno fatta a raggiungere la pienezza. Puntare in alto è difficile, ma c’è in gioco la vita. 13 Novembre - Dicembre 2019
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WEB resources di CARLO MENEGHETTI docente di teologia della comunicazione
Noi siamo il nostro ambiente
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iao care lettrici e ciao cari lettori come state? Di certo, nell’ultimo periodo, non vi sarà sfuggita una tematica: quella dell’ambiente. Servizi giornalistici, approfondimenti, trasmissioni tematiche, blog, post, catene sui social, meme, e quant’altro hanno occupato buona parte delle agende dell’informazione. Un aspetto spicca su tutti: l’impegno dei più giovani riguardo l’ambiente. L’esempio di Greta e molti raduni planetari animati dalle giovani generazioni per sensibilizzare ogni singola persona non sono certo passati inosservati. Alcuni adulti, purtroppo, sono scettici a riguardo e definiscono questa attenzione come momentanea o come moda passeggera, magari “pilotata” a scopo di lucro. Fortunatamente mi sento lontano da complotti e complottismi e considero gli sforzi fatti dai più giovani anche come una sorta di “incarnazione” dell’Enciclica di Papa Francesco Laudato si’. Sono certo che tu ne abbia sentito parlare, se non la conosci trovi in rete il testo integrale. Papa Francesco rivolge un pressante appello: «La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha
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ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi». La crisi ambientale comporta non soltanto l’annientamento della flora e della fauna ma è causa di povertà, guerre, carestie e sofferenze che, nella stragrande maggioranza dei casi, si ripercuotono sui più poveri, sugli ultimi. Intervenire con urgenza e con decisione è quanto mai necessario per migliorare il rapporto uomonatura e per donare alle generazioni future un ambiente vivibile e sostenibile. Il pontefice non si ferma soltanto sulla considerazione dell’ambiente “naturale” ma si spinge oltre invitando a “curare” ogni altro ambiente di vita: l’economia, la politica, la famiglia, la scuola e la comunicazione. Ogni nostra “stanza” dovrebbe essere “costantemente pulita” da quanto può danneggiarla. Pensa, per esempio, alla comunicazione. Quante volte inquiniamo le nostre relazioni digitali con “spazzatura” e non siamo altrettanto perseveranti nella cura delle parole da “seminare”? Quante volte non facciamo la differenza o la “raccolta differenziata” postando e condividendo bufale, fake news o contenuti inappropriati? Quante volte siamo di esempio? Ti invito a leggere “con cura” l’Enciclica di Papa Francesco e prova a chiederti cosa puoi fare anche tu. Concludo questa nostra chiacchierata con le parole di un canto di P. Spoladore: O Maestro dammi tu un cuore grande, / che sia goccia di rugiada per il mondo, che sia voce di speranza, / che sia un buon mattino / per il giorno d’ogni uomo. Ti auguro di fare la differenza, in ogni ambiente. Buon cammino!
...in viaggio nel Web VIDEOMESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER IL LANCIO DEL PATTO EDUCATIVO CON UN EVENTO MONDIALE IL 14 MAGGIO 2020. (HTTP ://W2.VATICAN.VA) "SIAMO ALL’INIZIO DI UNA ESTINZIONE DI MASSA E TUTTO QUELLO DI CUI SIETE CAPACI DI PARLARE È IL DENARO E FAVOLE DI UN’ETERNA CRESCITA ECONOMICA...". (GRETA TUNBERG ALL’ONU) ...NESSUNO È ESCLUSO, NESSUNO DEVE ESSERE LASCIATO INDIETRO LUNGO IL CAMMINO NECESSARIO PER PORTARE IL MONDO SULLA STRADA DELLA SOSTENIBILITÀ. (HTTPS://UNRIC.ORG/IT/AGENDA-2030) 15 Novembre - Dicembre 2019
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Dio è luce e la sua luce gentile risplende nell’amore umile.
Papa Francesco, Omelia 6/1/2019
via Mole 3 - 00073 CASTEL GANDOLFO/RM - sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma