SE VUOI 2_2019 sito

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1 Marzo - Aprile 2019

SE VUOI


indice 6 18 27 A COLPO D’OCCHIO

BIBBIA:

DALLA QUARESIMA ALLA PASQUA

I “VERBI” DI DIO - CREARE -

Passo dopo passo verso orizzonti DI LUCE D. ONOFRIO FARINOLA

-11-

Il Padre crea e ri-crea. E così anche il Figlio

DOSSIER «Come se vedessero l’Invisibile» (GMPV 2019)

P. SAlVAtoRE MAURIzIo SESSA

UNA DOMANDA PER TE Vuoi guarire? (Gv 5,6) ROBERTA LA DAGA

-12LO SLOGAN DELLA GMPV

TI MANDO UN MESSAGGIO D. MICHELE FALABRETTI

-14-

-22-

FOCUS “Sciogliere il nodo dell’elastico” Un cammino di Giustizia Riparativa

VOCAZIONE E VOCAZIONI

P. GUIDO BERTAGNA

“Accolgo te!” Il matrimonio cristiano

“Come se vedessero L’InvIsIbILe” (EG, 150) D. MICHELE GIANOLA

FOTO E FRASI PER DIRE... L’INVISIBILE L. FAVETTA, M. DE LUCA

MARInA BEREttI

A PROPOSITO DI... INVISIBILE

-26-

Un Vangelo da favola... VERA

LA VOCE DEI GIOVANI “Il mondo pretende che tu reagisca”

PRATICAMENTE

FRANCESCA TARANTINO

GIUSEPPE TRAMONTIN

D. GIOVANNI BERTI


TI PRESENTO UN LIBRO “Le fedeltà invisibili” di Delphine de Vigan D. DOMENICO CAMBARERI

-43LIBRI & C. ROBERTA LA DAGA

-44-

VOCI PROFETICHE don Primo Mazzolari

“Uomo di pace, non uomo in pace” BRUNO BIGNAMI

-56GIOVANI E... MUSICA Intervista a Francesco Camin musicista FEDERICA CAMMARATA

MUSICA

-59-

“La verità” di Vasco Rossi

VOCI DAL MONDO

PINO FANELLI

Comunità Emmanuel

...DA LECCE VAlEntInA nIkA

-46FILM senza lasciare traccia CATERINA CANGIÀ

-50-

INFORMATIVA

WEB RESOURCES

-62...DALL’ALBANIA

“noi siamo Missione” lEtIzIA MolEStI (esperienza missionaria)

-65-

Desiderio di COMUNITÀ

UN OROSCOPO... DA DIO Guarda le stelle del cielo...

CARLO MENEGHETTI

ROBERTA LA DAGA

Nel rispetto dell’art. 13 del D.Lgs 196/03, La informiamo che la raccolta dei dati personali viene effettuata allo scopo di attivare gli abbonamenti richiesti e la diffusione della rivista; tali dati verranno custoditi in archivi informatici e cartacei, secondo principi di correttezza, liceità e trasparenza e di tutela della sua riservatezza e dei suoi diritti; oltre che per l’adempimento di obblighi di legge, li utilizzeremo per aggiornarLa sulle nostre iniziative promozionali e commerciali. Solo se Lei desiderasse opporsi al trattamento dei dati che la riguardano, ai sensi dell’art. 7 del D.Lgs 196/03, La preghiamo di barrare la casella e di rispedirci il tagliando debitamente sottoscritto. Inoltre Lei ha il diritto di opporsi all’invio di informazioni commerciali e materiale pubblicitario qualora sia inviato separatamente dal periodico. Lei potrà chiedere l’aggiornamento, la verifica o la cancellazione dei Suoi dati in ogni momento, scrivendo all’Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni - via Mole, 3 - 00073 Castel Gandolfo /RM. Ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs 196/03, Le comunichiamo che titolare del trattamento dati è l’Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni nella persona della legale rappresentante.

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SE VUOI

...al passo con te!

bimestrale - anno 60 n. 2/2019 Marzo/aprile sped. in abbon. postale direzione, redazione, amministrazione via Mole 3 00073 CASTEL GANDOLFO/RM tel. 06.932.03.56 - fax 06.936.07.00 e-mail: sevuoi@apostoline.it www.apostoline.it/sevuoi/ direttore responsabile: Laura Cenci gruppo redazionale: F. Bellucci, M. Beretti, T. Cabri, M. De Luca, L. Favetta, C. Giacinti, R. La Daga, M. Peviani, G. Verani collaboratori ed esperti: G. Bertagna, G. Berti, B. Bignami, F. Cagnasso, D. Cambareri, F. Cammarata, C. Cangià, M. Falabretti, O. Farinola, P. Fanelli, M. Gianola, F. Lambiasi, C. Meneghetti, L. Molesti, V. Nika, S. M. Sessa F. Tarantino, G. Tramontin, L. Vari progetto grafico e realizzazione L. Cenci, R. La Daga responsabile diffusione: Donatella Branco ap editore: Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni (Suore Apostoline) autorizzazione del Tribunale di Velletri/RM n. 08 del 28/04/99 con approvazione ecclesiastica stampa: Grafica Animobono via dell’Imbrecciato, Roma Immagine di copertina: elaborazione grafica

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A COLPO D’OCCHIO

DALLA QUARESIMA ALLA PASQUA

Passo dopo passo verso orizzonti DI LUCE di don ONOFRIO FARINOLA

P

asso dopo passo, con il tempo della Quaresima, ci avviamo alla terra luminosa della Pasqua. Passo dopo passo, con il cammino penitenziale della Quaresima, andiamo verso la casa del Cenacolo perché l’acqua del catino per lavare i piedi dei discepoli, sia versata anche sul nostro capo per toglierci di dos-

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so la cenere delle nostre fragilità. Passo dopo passo, viviamo i lunghi giorni della Quaresima come un itinerario che ci trasporta dal buio di una vita, spesso affaticata, alla luce di una vita rinnovata da un amore che ci riempie di gioia e ci ridona il motivo per continuare a vivere. Passo dopo passo, continuiamo a percorrere quei

vicoli stretti e ardui di una vita a volte faticosa e che conducono alla montagna del Calvario, per deporre, una volta per sempre, le nostre croci, e poi di lì, continuare il cammino, liberi da ogni peso.

L

a Quaresima, più che il cammino penitenziale, come siamo abituati a pensarlo, è un cammino


che dirige i nostri passi verso l’incandescenza della luce: non è un tempo fine a se stesso, ma il tempo che orienta i passi del vagare umano verso nuovi orizzonti; non il tempo dell’autoflagellazione, quasi che a tutti i costi dovremmo trovare capi di che accusarci pubblicamente pur di ammettere che siamo peccatori, ma è il cammino che ha come meta il fulgore di una luce che mai più si spegnerà nella vita. È il tempo che ha come meta la speranza. Sì, perché la Quaresima non trova la sua fine sui pali della croce innalzata sul Golgota, ma ha come meta la speranza della

vita nuova irradiata il giorno di pasqua con la risurrezione di Gesù. In realtà, la Quaresima dura tutta una vita. Se per Quaresima intendiamo, appunto, il cammino che orienta i passi verso la luce, allora questo cammino abbraccia l’intera nostra esistenza. Ma, attenzione, non un cammino che conduce al luogo della condanna a morte, dove il rischio è sentirsi puntare il dito per le proprie fragilità, ma “percorso esistenziale” che conduce verso il Golgota, sì, ma non per restarvi lì, quanto invece per deporre una volta per sempre la croce delle fragilità, e poi, di là riprendere

CC

he cos’è UN PASSO? È il

possibile di fronte al tutto p. Gian Maria Polidoro

È imparando a ricordare che si inizia a risorgere Luigino Bruni

5 Marzo - Aprile 2019

SE VUOI


N

« el Duomo vecchio di Molfetta c'è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria. La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell'opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. ColloCazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la Croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo. […] Coraggio, fratello che soffri. C'è anche per te una deposizione dalla croce. Coraggio, tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga». mons. Tonino Bello


foto ixabay

locazione provvisoria, così come il vescovo

don Tonino Bello amava ripetere. Facciamo riecheggiare alcune parole dello stesso vescovo don Tonino per addentrarci meglio in questo mistero e comprendere quale sia realmente il significato del Calvario, il luogo da cui prende avvio il cammino della speranza: «Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra. Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra... Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza

C

he bello, c’è il divieto assoluto di sofferenza! Il divieto assoluto di dolore, di disperazione! Certo, la vita, soprattutto quella di noi giovani, spesso rivela il contrario: sofferenza per amicizie tradite, dolore per la perdita di qualche nostro caro, abbattimento morale per ogni tipo di incomprensione, scoraggiamento per il sopraggiungere di una malattia che riguardi noi oppure qualcuno a cui teniamo tanto, disperazione per un futuro che non ci garantisce un minimo di sicurezza professionale, angoscia perché i nostri progetti non si realizzano secondo i nostri più sinceri

LL

a vita

è luce viva e mai si spegnerà Giuseppe Brignone

Attendere

è sempre SEGNO DI SPERANZA Tonino Bello

Be llo

I

l Golgota, luogo della crocifissione, è il luogo della deposizione della croce, o delle croci umane, è il luogo della col-

più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio».

To

ni no

a camminare senza nessun peso, alleggeriti, liberi da ogni incombenza.

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L’amore

«

è l'unica strada è l'unico motore È la scintilla

divina che custodisci nel cuore Tu non cercare la felicità semmai proteggila Simone Cristicchi

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desideri, avvilimento perché una certa povertà, anche materiale, ha bussato alla porta della nostra vita. Ma tutto questo, per dirla ancora con don Tonino: «Anche se durasse tutta la vita, è sempre collocazione provvisoria». Il grande peccato sarebbe arrestarsi, arretrare anche solo di un centimetro nel nostro cammino, eliminare dal nostro vocabolario esistenziale la parola “speranza”, facendo della Quaresima la meta e non, invece, il punto di partenza verso inediti percorsi che ci spingono al di là di nuovi orizzonti, dove veniamo sospinti in un oceano immenso, quello della vita, per poter alzare di notte, la

notte dei nostri dolori e dei nostri pianti solitari, lo sguardo e contemplare il luccichio meraviglioso delle stelle. Il termine ultimo di una giornata non è la notte, ma l’alba. E la notte indica l’inizio di un nuovo giorno, il momento cruciale che segna un passaggio. Dunque, la tua notte, i tuoi pianti solitari, le tue paure, i tuoi dolori, le tue insicurezze, le tue angosce, hanno un limite di tempo, sono il punto di partenza verso cui dirigere i tuoi passi verso la meta della fiducia e della speranza. È ancora il vescovo Tonino Bello a dirci che le tue ferite diventano ferito-

ie che orientano verso i sentieri di luce.


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Foto e frasi per dire... di L. Favetta e M. De Luca, ap

foto S. Toninato

foto F. Laratore ap

L’ invisibiLe

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La vita è sempre più grande dei nostri schemi, del nostro limitato punto di vista, legato all’adesso. (Alessandro D’Avenia)

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Stiamo perdendo la forza del silenzio, che con la sua voce, zitto zitto, ci raccontava la vita... (Enzo Gragnaniello) foto A. Palma

Ogni donna, ogni uomo e ogni generazione racchiudono in sé una promessa che può sprigionare nuove energie relazionali, intellettuali, culturali e spirituali. (Papa Francesco, GMP 2019)

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foto L. Nicheli

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foto P. Donati

foto B. Stepniewska

Questa è la trascendenza: è identificarsi col bambino, il povero, il mendicante, il malato, è condividere con loro. (oscar Romero martire salvadoregno)

Mi rifiuto di accettare l’idea che l’umanità sia incatenata, con nodi tragicamente indissolubili, alla notte senza stelle del razzismo e della guerra. (Martin l. king)

L’essenziale è invisibile agli occhi.

“G IN O”

di M ar zia

Ro m ag na

(Antoine de Saint-Exupéry)

Così

ti vedo! Marzo - Aprile 2019

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Marzo - Aprile 2019


GLi occhi coLmi di speranza

trasformano iL deserto in un Giardino (Paolo Gentili)

13 Marzo - Aprile 2019

SE VUOI


WEB resources di Carlo Meneghetti docente di teologia della comunicazione

DESIDERIO DI COMUNITÀ

I

l tema che papa Francesco ha scelto per la 53ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali del 2019 è questo: «siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,25). Dalle social network communities alla comunità umana. Nella presentazione del Messaggio, il Pontefice si sofferma sull’importanza di abitare la rete e non solo di utilizzare la rete, l’obiettivo della persona, ricorda Papa Francesco, è di rendere umano ogni ambiente che ci è dato, anche quello digitale. Lo stesso desiderio è richiamato anche nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali del 2014: non basta passare lungo le “strade” digitali, cioè semplicemente essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero. non possiamo vivere da soli, rinchiusi in noi stessi. Abbiamo bisogno di amare ed essere amati. Abbiamo bisogno di tenerezza. non sono le strategie comunicative a garantire la bellezza, la bontà e la verità della comunicazione. Anche il mondo dei media non può essere alieno dalla cura per l’umanità, ed è chiamato ad esprimere tenerezza. la rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane.

Leggendo queste righe magari potresti pensare che l’invito del Pon14 SE VUOI

tefice sia pura utopia; se scorriamo le bacheche dei social network o leggiamo qualche commento o post ci sembra infatti di entrare in un mondo ostile, lontano anni luce dalla cura, dall’accoglienza e dall’umanità. Ma, stiamo osservando e camminando nei luoghi Marzo - Aprile 2019


giusti? E nella vita offline le strade che percorriamo sono forse diverse? In rete, se cerchi con attenzione, potrai trovare diversi gruppi impegnati per attivare momenti di confronto e di scambio, che si adoperano per la cura del creato, che si interessano alle problematiche sociali ed economiche, che propongono idee lavorative per i più giovani e molto altro ancora. Chi può fare la differenza in rete? Tu ovviamente, tu che sei giovane, tu che puoi essere di esempio per gli adulti, tu che con la freschezza delle tue idee puoi contagiare chi ha perso la voglia di mettersi in gioco per rendere la rete (e non solo) un posto migliore, un luogo da abitare nell’alterità e nello scambio. Il tuo dispositivo mobile può essere lo strumento per incontrare e curare l’altro, umanizzando bit e pixel! Pensa di essere il nuovo “Piccolo Principe” che ha il compito di “addomesticare” gli abitanti di questo universo:

C

“ he cosa vuol dire addomesticare?” “non sei di queste parti, tu”, disse la volpe, “che cosa cerchi?” “Cerco gli uomini”, disse il piccolo principe. “Che cosa vuol dire addomesticare?” “Gli uomini” disse la volpe, “hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. tu cerchi delle galline?” “no”, disse il piccolo principe. “Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?” “È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami...” (Il Piccolo Principe di A. de Saint-Exupéry)

buon viaggio (anche) in rete!

15 Marzo - Aprile 2019

SE VUOI


TI MANDO UN MESSAGGIO...

A rispondere ai vostri messaggi è don MICHELE FALABRETTI responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile

Il coraggio di SCEGLIERE T

ra strade ugualmente buone e che portano al bene, come valutare e scegliere quella giusta? Quella in cui sentiamo di poter amare di più (non sempre condivisa da chi ci è accanto) o quella che rende più felici gli altri? (ADrIAnA)

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Marzo - Aprile 2019

Quino tta di Vigne

C

redo di capire la tua domanda, cara Adriana, ma spero anche di interpretarla bene. Strade “ugualmente buone” (come le definisci), sono entrambe “giuste”. Quindi, di per sé, potresti sceglierle entrambe. Perché allora, non te la senti di tirare semplicemente una monetina e fare testa o croce? Perché sai bene che quello che scegliamo ha conseguenze sulla vita di chi ci sta vicino. Qui ci vuole coraggio. il coraggio di fare le scelte che sentiamo di poter sostenere. Accontentare gli altri, ma rischiare di non riuscire a mantenere gli impegni presi, potrebbe non essere la scelta giusta. Ci vuole coraggio: anche di fare scelte che potrebbero scontentare le persone a cui vogliamo bene. ricordati, però, che potrebbe essere un male molto più piccolo (e dunque accettabile) di quello che si potrebbe generare domani, in conseguenza a scelte generose, ma troppo difficili da portare fino in fondo.


Il LINGUAGGIO CONCRETO dell’Amore Come si può parlare e trasmettere il linguaggio della gratuità, del bene disinteressato, della reciprocità in un mondo in cui prevale la ricerca del successo, del denaro, del potere? (SArA)

C

ara Sara, perdonami se parto da una puntualizzazione ma spero poi di farmi capire. Un linguaggio non si trasmette: è esso stesso mezzo di trasmissione. Dico questo perché un linguaggio non si “impone” (come tutti desideriamo quando si parla di valori come gratuità, bene disinteressato...), ma dovrebbe fare appello alla libertà di ciascuno. A me pare che qualche volta i cristiani pensino che il Vangelo debba avere una via preferenziale e, per questo, farsi strada attraverso le leggi di tutti. non è così: il Vangelo è offerto alla libertà di ciascuno e chiede un’adesione che non può tradursi in costrizione. il linguaggio del vangelo è quello dell’amore: chiede che si muova il cuore, chiede che alle sue parole e alla sua visione ci si affezioni. Concretamente, questo dovrebbe portarci a credere di più nella forza intrinseca che il Vangelo porta con sé: il linguaggio della gratuità, del bene disinteressato, della reciprocità non saranno mai dei pensieri da spiegare, ma delle pratiche da esercitare e da sperimentare. Il successo, il denaro, il potere non fanno teorie: chi ci finisce dentro ne subisce il fascino. C’è da chiedersi fino a che punto abbiamo sperimentato il fascino dei valori che vorremmo contrapporre a questi ultimi. Se non abbiamo ricordato a noi stessi, se non abbiamo interiorizzato il senso dell’umano evangelico, non potremo mai offrirlo come alternativa valida alle forme di vita che questo mondo tanto ama. Il cristianesimo, prima di essere spiegato, va mostrato. Sì, Sara: non saremo credibili fino a quando questa forma di umanità non trapeli da tutto il nostro essere. E il “vestito” più evidente per questo stile di vita dovrà essere l’umiltà e la gioia di vivere così!

Per scrivere alla redazione o inviare i tuoi messaggi / domande / feedback collègati ai nostri social “SE VUoI rivista”

17 Marzo - Aprile 2019

SE VUOI


qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto (Thomas Jefferson)

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via Mole 3 - 00073 CASTEL GANDOLFO/RM - sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma

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