SE VUOI 2/2020 promo

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1 Luglio - Agosto 2019

SE VUOI


indice 6 18 27 CERCATORI DI FELICITÀ

BIBBIA:

DOSSIER

LUIGINO BRUNI

GLI AVVERBI DI DIO/2

Restiamo UMANI

-11FAQ: “la domanda” D. MICHELE FALABRETTI

-12CORSE E RINCORSE DELLA PREGHIERA / 2

- OGGI P. SALVATORE MAURIZIO SESSA

-22VOCAZIONE: TRA OSTACOLI E NOVITÀ ALTRA prospettiva MARINA BERETTI, TERESITA CABRI

DENTRO IL TEMA Un GIOVANE SA...

Uno SGUARDO che va al cuore

D. ANDREA LONARDO

ROBERTA LA DAGA

FOTO E FRASI PER DIRE... rimanere UMANI!

-14FOCUS/TECNOLOGIA ROBOTICA... che passione!

L. FAVETTA, M. DE LUCA

A proposito di... UMANITÀ

VALERIA CAGNINA

-26GLI sguardi DEI GIOVANI

Fuori dal pianeta incantato dell’EGOISMO

ESCO FUORI E VEDO... che bisogna andare avanti

PRATICAMENTE

FRANCESCA TARANTINO

GIUSEPPE TRAMONTIN

D. GIOVANNI BERTI


“Grandi Speranze”

VOCI PROFETICHE sr. Maria Laura Mainetti

Romanzo di Charles Dickens

“Voglio fare qualcosa di bello per gli altri”

ALESSANDRO ZACCURI

SR. BENIAMINA MARIANI, FdC

TI PRESENTO UN LIBRO

-43LIBRI & C. ROBERTA LA DAGA

-44-

-56IO CE L’HO FATTA! Giovanni Benvenuto Quando un sogno si realizza FEDERICA CAMMARATA

MUSICA “Spirito nel buio” Zucchero D. PINO FANELLI

-46FILM: The Farewell UNA BUGIA BUONA

CATERINA CANGIÀ

-59-

VOCI DAL MONDO p. Marc Nzeyimana (Sacerdote Pallottino del Rwanda)

-50TANGRAM

INFORMATIVA

Le combinazioni della comunicazione

sr. Tea Frigerio (miss. Saveriana in Amazzonia)

-65-

Il gioco crea relazione

UN OROSCOPO DA DIO Guarda le stelle del cielo...

CARLO MENEGHETTI

ROBERTA LA DAGA

Nel rispetto dell’art. 13 del D.Lgs 196/03, La informiamo che la raccolta dei dati personali viene effettuata allo scopo di attivare gli abbonamenti richiesti e la diffusione della rivista; tali dati verranno custoditi in archivi informatici e cartacei, secondo principi di correttezza, liceità e trasparenza e di tutela della sua riservatezza e dei suoi diritti; oltre che per l’adempimento di obblighi di legge, li utilizzeremo per aggiornarLa sulle nostre iniziative promozionali e commerciali. Solo se Lei desiderasse opporsi al trattamento dei dati che la riguardano, ai sensi dell’art. 7 del D.Lgs 196/03, La preghiamo di barrare la casella e di rispedirci il tagliando debitamente sottoscritto. Inoltre Lei ha il diritto di opporsi all’invio di informazioni commerciali e materiale pubblicitario qualora sia inviato separatamente dal periodico. Lei potrà chiedere l’aggiornamento, la verifica o la cancellazione dei Suoi dati in ogni momento, scrivendo all’Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni - via Mole, 3 - 00073 Castel Gandolfo /RM. Ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs 196/03, Le comunichiamo che titolare del trattamento dati è l’Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni nella persona della legale rappresentante.

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SE VUOI

...al futuro “SÌ”!

bimestrale - anno 61 n. 2/2020 Marzo/Aprile sped. in abbon. postale direzione, redazione, amministrazione via Mole 3 00073 CASTEL GANDOLFO / RM tel. 06.932.03.56 - fax 06.936.07.00 e-mail: sevuoi@apostoline.it www.apostoline.it/sevuoi/ direttore responsabile: Laura Cenci gruppo redazionale: F. Bellucci, M. Beretti, T. Cabri, M. De Luca, L. Favetta, C. Giacinti, R. La Daga, M. Peviani, G. Verani collaboratori ed esperti: G. Berti, L. Bruni, F. Cagnasso, V. Cagnina, F. Cammarata, C. Cangià, M. Falabretti, P. Fanelli, F. Lambiasi, A. Lonardo, C. Meneghetti, S. M. Sessa, F. Tarantino, G. Tramontin, L. Vari, A. Zaccuri progetto grafico e realizzazione L. Cenci, R. La Daga responsabile diffusione: Donatella Branco ap editore: Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni (Suore Apostoline) autorizzazione del Tribunale di Velletri/RM n. 08 del 28/04/99 con approvazione ecclesiastica stampa: Grafica Animobono via dell’Imbrecciato, Roma Immagine di copertina: Picspree

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VOCAZIONE: TRA OSTACOLI E NOVITÀ

Ogni giorno possiamo ATTRAVERSARE la nebbia dello scoraggiamento


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ALTRA prospettiva di MARINA BERETTI e TERESITA CABRI, Apostoline

C

i sono momenti in cui sembra calare come una fitta nebbia nel cuore. Non si riesce più a trovare gusto per ciò che si fa. Persino i luoghi più familiari sembrano sconosciuti, e i volti delle persone care sono improvvisamente lontani.

Cosa sta succedendo? Se si riavvolge il nastro dei giorni passati per vedere se qualche ragione c’è... probabilmente riusciamo a trovare il perché. SCENA UNO Giulia ha studiato mesi per preparare un esame. Ha tagliato per un buon tempo anche con gli amici e ha rinunciato a ciò che

le piaceva di più. Era agitata e preoccupata come non mai per questo esame. Non voleva rovinarsi la media, soprattutto non accettava di fare brutta figura con il professore e con i compagni di corso che investono sempre tanto su di lei. Conclusione: esame da rifare. Delusione. Come è possibile continuare?


CC’

è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra

SCENA TRE

la luce

Antonella e Matteo sono giovani sposi. Ce la stanno mettendo tutta a costruire la loro vita a due ma non è così semplice. Antonella sapeva che Matteo non è la persona che brilla per l’ordine, ma in alcuni momenti è proprio esagerato e lei necessariamente deve rimettere sempre a posto tutto. Matteo, poi, non sopporta quando Antonella sta al telefono con la sua amica per raccontarle tutto nei dettagli e poi

Leonard Cohen

Non temete i momenti difficili,

il meglio viene da lì. Rita Levi Montalcini

foto Picspree

Scrive don Francesco dalla missione in Africa dove si trova da più di due anni: “Quando sono arrivato ero pieno di entusiasmo, felice di aver coronato un sogno che custodivo fin da piccolo. La gente del villaggio mi ha accolto bene. Le cose da fare non mi mancano, anzi! Ma se mi fermo a pensare, si insinuano delle domande molto pungenti. Che io sia qui o non ci sia, cambia qualcosa? Davvero hanno bisogno di me? Ho dovuto svestirmi del mio modo di pensare, mi sono adattato a misurare il tempo con un orologio che non è il mio, ho imparato a gustare quello che piace a loro... ma loro, hanno avuto un po’

più di vita? Gesù è diventato anche solo un po’ più conosciuto e amato?... Quante volte ho pensato che in Italia avrei potuto dare di più!”.

foto Picspree

SCENA DUE


con lui esaurisce quello che c’è da dire in poche battute. Non è l’amore che sta venendo meno ma l’inciampare nelle piccole, banali, cose quotidiane, lasciando una sorta di delusione reciproca.

I

n ogni stagione della vita, in ogni vocazione, possiamo attraversare la nebbia dello scoraggiamento dove non si riconosce più cosa è custodito dentro questo o quel passaggio esigente della vita. Forse non è stato diverso nemmeno per gli apostoli di Gesù quando all’insuccesso di non saper operare i miracoli come Lui aveva promesso,

gli hanno chiesto spiegazioni (Mc 9,28). Gesù non li ha sgridati come incompetenti, ma ha fatto vedere loro le cose da un’altra prospettiva, riportandoli alla necessità di una confidenza che nasce non dalle proprie capacità ma dal coinvolgere anche Dio in ciò che si fa. Ci sono delle frasi killer, che ci vengono spontanee in certi momenti. Esse, però, non aiutano a trovare la via d’uscita. Per esempio quando dici: “Non ce la farò mai!”, non stai forse negando le tante volte che invece ce l’hai fatta, anche se fosse solo una, e che dentro te c’è sempre una

possibilità nuova? Oppure, quando pensi: “Non cambierò più /non cambierà più”, non stai incasellando la vita in ciò che conosci senza lasciarla fiorire in nuove opportunità? Può capitare di sentirti insignificante e inutile, ma ricorda che “Quello che puoi fare tu è solo una goccia nell’oceano, ma è ciò che dà significato alla tua vita” (Albert Schweitzer) e, probabilmente, alla vita di altri. Allora, di fronte allo scoraggiamento che ci attraversa, ci può essere sempre un’altra prospettiva con cui guardarci e guardare la vita.


CORSE E RINCORSE DELLA PREGHIERA QUOTIDIANA

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Uno SGUARDO che va al cuore

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«Come faccio a pregare se ho troppe cose da fare?»

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scendo dagli schemi, la preghiera, a volte, può evocare immagini di persone sedute con mani giunte e cuore in estasi. Non è sbagliato pregare così, anzi, resta necessario. Ma stavolta piuttosto che “andare a pregare” puoi “pregare andando”. Ovvero? La preghiera è un incontro: Dio cerca te. E tu puoi rispondere, come? Porta con te una croce tascabile e...

STEP 2 “GUARDARE” Mi ha sempre colpito la differenza tra questo verbo e il verbo “vedere”. Chi vede resta in superficie captando le in-

fo necessarie per riconoscere cose o persone. Guardare, invece, è andare in profondità e i nostri occhi sono dotati di un laser speciale, superiore a ogni megapixel fotografico, capace di “vedere oltre”. Gli occhi vedono ciò che il cuore predispone. Prova a vivere questa giornata guardando la realtà che vive intorno a te in modo nuovo. Osserverai il mondo, capterai sguardi... tutti “spazi” abitati da Dio. Non importa se alcuni sguardi saranno fugaci, conta quanto permetterai a quell’istante di entrare dentro di te. La croce ti farà da promemoria: ogni volta che ti accorgerai che ce l’hai in tasca, potrai ricorda-

re che tu puoi scegliere come guardare le situazioni e le persone che attraversano la tua quotidianità. L’amore riempie i nostri giorni, solo che a volte passa, e noi lo lasciamo andar via! Tu, però, puoi fermarlo... sr. Roberta

#LaMiaStoriaConDio INVENTA.... E PUBBLICA UNA “STORIA INSTAGRAM” CHE DICA IL TUO “GUARDARE”. MENZIONA LA NOSTRA PAGINA SE VUOI RIVISTA E/O UTILIZZA L’HASHTAG #LAMIASTORIACONDIO. RIPUBBLICHEREMO LA TUA STORIA TRA LE NOSTRE.


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COMBINAZIONI della COMUNICAZIONE

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Il gioco crea relazione di CARLO MENEGHETTI, docente di Teologia della comunicazione

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n questa tappa del nostro viaggio vorrei portarvi alla scoperta del gioco. Tutti noi, chi prima o chi dopo, siamo entrati in contatto con questo affascinante mondo. Pensa anche a quanti detti (più o meno corretti) esistono in riferimento al gioco: “Non è un gioco, smetti di gio-

care, mettiti in gioco...”. Per molto tempo il gioco è stato considerato come una “cosa da bambini” snaturando la sua utilità a livello sociale, comunicativo, relazionale, che si può invece valorizzare in ogni età della vita. Se ti chiedessi una definizione di gioco cosa mi diresti? Prova a pensare al-

l’ultimo gioco che hai “giocato” e quale emozione ti ricorda. Giocavi da sola, da solo? In compagnia? Si trattava di un gioco organizzato o hai scelto di aprire una scatola a caso? Il dizionario online Treccani, alla parola gioco riporta questo: “Qualsiasi attività liberamente scelta a


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cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive”. Quando giochi, infatti, non trascorri soltanto del tempo con qualcuno divertendoti, ma scopri sia l’altra/o che te stessa/o. Solitamente, quando ho ospiti a cena, segue anche un momento ludico. Spesso intrattengo gli amici con Dixit per esempio, lo abbiamo provato anche dopo una pizzata nel-

la redazione di SE VUOI lo scorso anno. Si tratta di un gioco che ti porta ad associare immagini di vario tipo alla tua vita, utilizzando canzoni, film, poesie, situazioni, opere letterarie... Questo sforzo comporta un momento di sosta interiore, un tempo dedicato al discernimento e alla relativa scelta. Il gioco, infatti, è una cosa seria! Nel momento in cui vengono svelate le associazioni, si scopre anche quanto hanno pensato gli altri e inizia un bel momento di confronto. Alla fine, anche chi non raggiunge il traguardo ha ugualmente vinto. Il gioco poi implica anche la messa in campo delle emozioni, non si è mai soltanto freddi strateghi. Se hai giocato a briscola, a Uno, a Monopoly magari

ti sarà capitato di provare estrema gioia nel vincere, grande tristezza dopo una sconfitta, disgusto nel pareggio... Le emozioni non sono mai spettatrici, ma entrano in campo e diventano co-protagoniste di quel momento: il gioco evoca anche un cambiamento. Formazione, educazione, animazione, catechesi ma anche scuola, università e aziende hanno rivalutato positivamente il gioco utilizzandolo come strategia e metodologia educativa che permette di scoprire, riscoprire e relazionarsi con gli altri valorizzando la bellezza del decentramento e dell’incontro divergente. Quando avviene questo incontro tutti escono vincitori! Ti auguro una buona strada, anche giocosa.


VOCI DAL MONDO

...DAL BRASILE - AMAZZONIA

VITA in abbondanza! di TEA FRIGERIO Missionaria di Maria - Saveriana

S

ono Tea Frigerio e sono arrivata ad Abaetetuba, Pará, Amazzonia, dove la diocesi era affidata ai Missionari Saveriani il 6 dicembre del 1974. Ho ricevuto subito un importante insegnamento: l’acqua marcava il tempo (la città si trova davanti a una lingua dell’Oceano Atlantico nel Nord del Brasile ed è cir-

condata da molti corsi d’acqua). L’incontro con la marea, che ogni sei ore si alza e si abbassa mi ha insegnato a lasciarmi condurre dal ritmo della natura. Il rapporto con le persone - soprattutto Quilombola discendenti degli schiavi africani; Ribeirinho che vivono lungo i corsi d’acqua; piccoli agricoltori, donne - mi hanno trasformato. Il lo-

ro contatto con la natura, col Trascendente profondo e immediato; la relazione, la simbiosi tra fede e vita è stata molto importante per me. Dopo sei mesi di inserimento ho cominciato a lavorare nell’équipes di formazione delle Comunità di Base e poi tutta la mia storia di missionaria è stata quella di formare animatori.


In questo cammino ho cambiato idea di formazione. Ricordo un episodio avvenuto nella mia prima esperienza. Una signora - a volte sento ancora il tocco della mano sulla spalla -, nell’intervallo si è avvicinata mi ha accarezzato la spalla dicendo: «Questa sorella quante cose belle dice! Peccato che io non capisco niente». Mi ha fatto riflettere e aiutato a cambiare metodologia: non dovevo più dire cose belle, ma cose che arrivano al cuore e fanno cambiare la vita. Da quel momento, inoltre, ho cominciato ad avere una particolare attenzione all’insegnamen-

to delle donne: per le loro doti e per la saggezza che nasce dall’impegno nel quotidiano. Ho dedicato i miei studi biblici avendo come riferimento le donne. Ho, quindi, cominciato con loro a cercare quali fossero le figure femminili importanti nella Bibbia, per riscoprirne il ruolo nella comunità cristiana, il coraggio, la presenza nella storia del popolo di Dio. Riflettendo insieme su come la Parola illumina la vita e come ci impegna a trasformarla. Donne che erano “schiave in casa”, e poco alla volta hanno saputo fare un cammino di liberazione, arrivando a impegnarsi

in attività pastorali e per il cambiamento sociale.

A

d Abaetetuba ho conosciuto un agricoltore di nome Bené, sposato; partecipava alle Settimane di formazione Sociale della diocesi. Erano gli anni 1978-79. In lui era forte la solidarietà con gli altri agricoltori e il suo impegno contro la monocoltura, che impoverisce la terra. Voleva mantenere viva le colture tradizionali, come la manioca, il riso, i fagioli. Bené fu ucciso perché lottava per un sindacato libero per la difesa degli agricoltori. Con loro ho imparato ad amare il Creato. Anche i


Nella foto Tea Figerio in un momento di preghiera

Quilombola mi hanno introdotto nell’amore per la natura, l’attenzione al “giardino”. Mi hanno insegnato che si può vivere senza violentare la natura, difendendo le sorgenti native, i fiumi, la foresta. Ammiro l’orgoglio e l’impegno per mantenere viva la loro cultura, il legame che li unisce e quello con gli Orixá, considerate divinità protettrici.

D

a anni vivo a Belém, capitale dello Stato del Pará e faccio una esperienza molto bella nel comitato interreligioso e nel consiglio amazzonico delle Chiese Cristiane. Nel comitato, ci sono rap-

presentanti di varie religioni. Ho chiesto a una sacerdotessa quale fosse la sintesi del loro credere. Mi ha risposto: “FARE IL BENE A TUTTI GLI ESSERI VIVENTI”. Questa non è parola vuota, perché poi nel convivere testimoniano rispetto per la natura, per tutte le persone e impegno contro l’intolleranza. Mi ha fatto comprendere che fare il bene a ogni essere vivente corrisponde a quello che Gesù ha detto: “IO SONO VENUTO A DARE VITA E A DARLA IN ABBONDANZA”. Nell’ottobre del 2019 si è svolto il Sinodo per l’Amazzonia. Io ho accompagnato il coraggio dei vescovi, dei popoli origi-

nari e dei rappresentanti del popolo dell’Amazzonia; con Papa Francesco ho seguito il coraggio di aprire cammini nuovi per la Chiesa, riconoscendo e accogliendo la diversità dei suoi popoli, una Chiesa decolonizzata, proprio “amazzonica”. Non ci può essere un unico modello di Chiesa solo occidentale. La vera inculturazione deve nascere dalla cultura del popolo, nel mettersi in ascolto di esso e, da qui, far nascere una Chiesa con un volto autenticamente amazzonico, rispondendo anche alle esigenze di comunità disperse, difficili da raggiungere.


FAQ: “la domanda” A RISPONDERE È

don MICHELE FALABRETTI DEL SERVIZIO NAZIONALE PER LA PASTORALE

?

GIOVANILE

« In cosa consiste per te il Vangelo? »

Carissima Stella,

(STELLA, 20 ANNI)

che bella domanda! Nella semplicità delle tue parole, mi costringi ad andare al cuore di tutto: della mia vita, della mia fede, di ciò che faccio ogni giorno. Il Vangelo è stata la rivelazione di un cuore legato a una persona: l’ho scoperto quando la mamma mi insegnò a mandare un bacio verso la Presenza nel tabernacolo, quando in famiglia ho imparato a pregare, quando ho visto comunità che ascoltano una Parola, imparano a seguire la vicenda di Gesù e celebrano l’Eucaristia. Il Vangelo è quando vedo lo sforzo di costruire una vita fraterna, soprattutto attraverso l’esercizio della cura: per i piccoli che crescono, per gli adolescenti che sbattono la testa qua e là, per i giovani che sognano. E la dedizione per i poveri, gli anziani e gli ammalati: quando vedo che si può considerare la vita come un dono prezioso anche quando per qualcuno è inutile o fastidioso. Il Vangelo è quando sento che Dio ci è così vicino da portarci a credere che non saremo mai abbandonati al buio della morte, che non saremo eternamente prigionieri delle nostre paure, che oltre le nostre più stupefacenti scoperte scientifiche e tecnologiche c’è altro. E questa è una buona notizia. Hai notato, Stella? Non sono riuscito a dirti “in cosa consiste” il Vangelo. Però non ho potuto fare a meno di ripetere “quando...”. Il Vangelo, per me, non è un libro o un insieme di teorie. È qualcosa che viene: non è un caso che il primissimo annuncio di Gesù abbia a che fare con un “regno” (cioè una situazione) che “viene” attraverso di lui. Insomma: non possiamo pensare il Vangelo senza Gesù, la sua vita, le sue parole e gesti, la sua morte e risurrezione. Ma penso che si debba far consistere il Vangelo anche in tutto ciò che gli uomini (mi metto fra di loro) riescono a far succedere dando testimonianza al Vangelo e impegnandosi per uno stile di vita nuova, diversa. Mi affascina molto l’idea che il Vangelo tenga insieme Dio e gli uomini nel costruire vita: è allora che faccio consistere il Vangelo in un’avventura e in un’impresa comune. Un’ultima cosa: è la mia esperienza e provo a rendere questa testimonianza. Ma la Chiesa esiste perché ciascuno senta di poter vivere la propria esperienza di fede: qualcuno ti attende!


Nel momento

in cerca dell’AMORE,

anche l’amore si muove per venirci incontro.

E ci salva

Paulo Coelho

via Mole 3 - 00073 CASTEL GANDOLFO/RM - sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma

in cui partiamo


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