1 Luglio - Agosto 2019
SE VUOI
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A COLPO D’OCCHIO
BIBBIA:
ASCOLTIAMO il GRIDO della terra
I “VERBI” DI DIO - CHIAMARE -
ALFONSO CAUTERUCCIO
Il Padre chiama e invia e così anche il Figlio
DOSSIER SANTI ...”originali”!
P. SALVATORE MAURIZIO SESSA
-22VOCAZIONE E VOCAZIONI
-11UNA DOMANDA PER TE “Sono forse io il custode di mio fratello?” (Gen 4,1-16)
Io sono una missione ESSERE MISSIONARI MARINA BERETTI
SANTITÀ: IMPRONTA unica che solo tu potrai lasciare D. GUGLIELMO CAZZULANI
ROBERTA LA DAGA
FOTO E FRASI PER DIRE... ORIGINALI!
-12TI MANDO UN MESSAGGIO
L. FAVETTA, M. DE LUCA
D. MICHELE FALABRETTI
A proposito di... SANTITÀ
-14FOCUS IKIGAI ( 生き甲斐 ): il segreto per una vita straordinaria
LA VOCE DEI GIOVANI RIMPASTA
PRATICAMENTE
FRANCISCO AKIRA TAMAKI
FRANCESCA TARANTINO
GIUSEPPE TRAMONTIN
-26-
SANTI antipatici? D. GIOVANNI BERTI
TI PRESENTO UN LIBRO “Divorare il cielo” di Paolo Giordano
VOCI PROFETICHE Jean Vanier Uomo di PACE e costruttore di PONTI
D. DOMENICO CAMBARERI
D. SECONDO MARTIN
-43LIBRI & C. ROBERTA LA DAGA
-44MUSICA “Mai più da soli” di Renato Zero PINO FANELLI
-46FILM
-56GIOVANI E... DANZA Intervista a... Nicole Ongaro FEDERICA CAMMARATA
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VOCI DAL MONDO Speciale 60° di fondazione 8/9/2019 Le APOSTOLINE in Italia, Brasile e Polonia
SOLO COSE BELLE
INFORMATIVA
WEB RESOURCES
bimestrale - anno 60 n. 5/2019 Settembre/Ottobre sped. in abbon. postale direzione, redazione, amministrazione via Mole 3 00073 CASTEL GANDOLFO / RM tel. 06.932.03.56 - fax 06.936.07.00 e-mail: sevuoi@apostoline.it www.apostoline.it/sevuoi/ direttore responsabile: Laura Cenci gruppo redazionale: F. Bellucci, M. Beretti, T. Cabri, M. De Luca, L. Favetta, C. Giacinti, R. La Daga, M. Peviani, G. Verani collaboratori ed esperti: G. Berti, F. Cagnasso, D. Cambareri, F. Cammarata, C. Cangià, A. Cauteruccio, G. Cazzulani, M. Falabretti, P. Fanelli, F. Lambiasi, S. Martin, C. Meneghetti, S. M. Sessa, F. Tarantino, G. Tramontin, L. Vari progetto grafico e realizzazione L. Cenci, R. La Daga responsabile diffusione: Donatella Branco ap editore: Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni (Suore Apostoline) autorizzazione del Tribunale di Velletri/RM n. 08 del 28/04/99 con approvazione ecclesiastica stampa: Grafica Animobono via dell’Imbrecciato, Roma Immagine di copertina: Pexels
ABBONAMENTI
CATERINA CANGIÀ
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SE VUOI
...al PASSO con te!
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Per non fermarci davanti alle NUOVE SFIDE/2
UN OROSCOPO... DA DIO Guarda le stelle del cielo...
CARLO MENEGHETTI
ROBERTA LA DAGA
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TI MANDO UN MESSAGGIO...
A rispondere ai vostri messaggi è don MICHELE FALABRETTI responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile
...LIBERI si diventa!
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Caro don Michele, si può essere veramente liberi? (ALFREDO)
a tua domanda, caro Alfredo, profuma di lunghi dibattiti filosofici e teologici che hanno da sempre accompagnato il pensiero dell’uomo. Sarebbe interessante farsene un’idea leggendo qualcosa, perché in poche righe è davvero difficile rispondere. Chiedi a qualcuno di cui ti fidi se ti aiuta a trovare qualche testo. Io mi permetto di consigliarti la lettura delle Confessioni di Sant’Agostino (non è mai una perdita di tempo); oppure La prova della libertà di Silvano Petrosino e poi anche solo il prologo de Il coraggio di essere liberi di Vito Mancuso (magari ti viene voglia di andare avanti…). Detto che in letture più approfondite potrai trovare una risposta più esaustiva, proverò a non eludere la tua domanda. Io credo che la libertà stia scritta dentro di noi e ci caratterizzi per ciò che siamo chiamati a essere. Non saremo mai persone, se non proveremo a esercitare la nostra libertà. Nella tua domanda, c’è il dubbio che questo non sia possibile; che i condizionamenti fin da quando veniamo al mondo siano molti, troppi, troppo forti per potercene liberare. Ma io credo che la nostra libertà non possa consistere in una condizione di assoluta possibilità di scelta (da questo punto di vista solo Dio è sciolto da qualsiasi condizionamento); quanto piuttosto nell’esercizio stesso della scelta. Per questo mi sembra che la libertà sia qualcosa che comprendiamo lungo tutto il cammino della vita. È esattamente imparando a scegliere (e trovando il coraggio di farlo) che possiamo in qualche modo imparare che c’è libertà solo se si sceglie il bene. Tanto più vero sarà il bene che riusciamo a scegliere, tanto più le cose che scegliamo faranno bene non solo a noi stessi, ma anche agli altri: così sarà piena la nostra libertà. Si può essere veramente liberi? Credo di no: possiamo però veramente diventare liberi!
Nel DOLORE: patire e reagire
C
Quale funzione ha il dolore nella vita degli uomini? (AGNESE)
ara Agnese, in questo mese alle sorelle Apostoline è piaciuto giocare e mi hanno appioppato una seconda domanda da esami finali! Anche a te dovrei dire che ci vorrebbe spazio e tempo per rispondere. Qui però non ci sono libri da leggere, ma esperienze da fare. La salute è proprio una gran cosa. Ce ne accorgiamo solo quando è minacciata: con la salute tutto è possibile; senza la salute, niente. Ma davvero questo è il bene primo e fondamentale dell’uomo? La salute non è tutto; l’uomo è più della sua salute: c’è qualcosa di più profondo. È la fiducia in se stessi, negli altri e nell’avventura che si sta vivendo, è trovare (nella condizione che ci è data) i segni e le parole di una promessa che ci mette in una situazione di attesa e di speranza: non che tutto vada bene, ma che anche nelle situazioni più buie non si rimanga soli. Il vero dolore di Gesù sulla croce, credo, è stata la percezione che le sue relazioni con gli uomini (e, si è chiesto, persino con Dio...) fossero del tutto compromesse. Quando viviamo l’esperienza del dolore possiamo fare solo due cose: patire e reagire. È un cammino difficilissimo, ma bello se riusciamo a non farlo da soli, a mantenere dei legami solidi. È così che è possibile reagire trasformando la malattia e la sofferenza in un’avventura spirituale che aiuta a rispondere alle domande più profonde: chi sono io veramente, se una parte di me può assalirmi? Il dolore ci può permettere di tornare a credere in ogni vicenda all’amore e alla forza salvifica dei legami che rimangono, anche oltre la morte: questa, credo, può essere la funzione impagabile del dolore nella vita.
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VOCAZIONE E VOCAZIONI di MARINA BERETTI, Apostolina
La CARITÀ ci spinge sino ai confini della terra Papa Francesco Giorn. Missionaria 2019
NESSUNO È INUTILE E INSIGNIFICANTE PER L’AMORE DI DIO
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Papa Francesco Giorn. Missionaria 2019
IO SONO UNA MISSIONE Essere MISSIONARI
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foto A. M
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o sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo” (EG 273; CV 254). Queste parole di Papa Francesco sono un ritornello benefico, più volte ripetuto in questo tempo, che ti invito ad ascoltare pensando alla tua vita e alla tua vocazione. Oggi, in questo momento, quando senti che
la vita ti pulsa dentro, o quando ti senti deluso e scoraggiato, prova a ripeterti: “Io sono una missione!”. Bellissima la scelta del verbo essere e non del verbo avere! Certamente le cose che facciamo esprimono qualcosa di noi, ma non sono sufficienti per darci quella pienezza di vita che tanto cerchiamo. Qualcosa in questo senso ce lo può raccontare quel giovane che, andando da Gesù per chiedere che cosa deve fare per avere la vita, si trova di
fronte a una proposta sconvolgente: “Se dai tutto, ritrovi tutto” (cf Mt 19,16-22). Chi ha avuto il dono di incontrare Gesù e di sentirsi raggiunto dal suo amore, sente come una forza vitale che lo spinge fuori da sé, per annunciare l’incontro avuto e per servire nello stile di Gesù. È un movimento interiore insistente, ricco di tenerezza e urgenza che chiama alla condivisione, all’incontro con l’altro, all’attenzione sincera per la realtà,
p. Franco Cagnasso missionario del PIME, foto Jyoti Murmu
a un impegno concreto a favore della vita e nei confronti di chi ha meno vita. Anche in te continua l’esperienza dei discepoli dopo la Risurrezione di Gesù e dopo il dono del suo Spirito, che ha permesso di affrontare gli imprevisti più difficili. Loro ripetevano a chi gli voleva chiudere la bocca: «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20). Così l’essere missione spinge oltre se stessi, semplicemente perché “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori” (Rm 5,5). Per alcuni uomini e donne, giovani e meno giovani, laici, preti, consacrati e consacrate, la comprensione della vita cri-
stiana come espressione di missione, come impegno primario per l’annuncio del Vangelo e per una condivisione di vita con gli ultimi e i più poveri, è diventata una specifica scelta di vita, una vocazione particolare. Immagino che anche tu avrai ascoltato con stupore racconti di missionari che, rientrando nella loro terra per alcuni periodi, testimoniano una vitalità incredibile, raccontano spaccati di vita così tangibili, misti a dolore, povertà, umanità, solidarietà, Vangelo... che ti sembra come di essere parte di quella realtà. Quelle sono parole che, probabilmente, ti mettono nel cuore una grande voglia di andare, di condi-
videre, di conoscere... La Chiesa e la società continuano ad avere bisogno di uomini e di donne che, conquistati da Gesù e sostenuti dalla fede in Lui, rispondono con generosità alla «chiamata a uscire dalla propria casa, dalla propria famiglia, dalla propria patria, dalla propria lingua, dalla propria Chiesa locale» (Messaggio Giornata missionaria mondiale 2019) per portare l’annuncio del Vangelo “fino ai confini della terra”. Saper far propria una cultura diversa, condividere dal di dentro usi e costumi spesso molto differenti dai propri, entrare in dialogo con tante religioni nel rispetto e nella valorizzazione delle varie tradizioni, dar vo-
foto Missionarie ad Haiti
ce soprattutto a chi non ha voce... non è semplice poesia, o facile entusiasmo, ma è partecipazione alla passione di Gesù, che ha dato la sua vita per amore di ogni uomo e donna. Il mandato di Gesù: “andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo” (cf Mt 28,19) è diventato vita della loro vita, vocazione della loro vocazione. Formarsi una “cultura dell’incontro” è forse più facile oggi, quando anche nella nostra società occidentale, ci sono una pluralità di popoli e di culture, c’è maggiore possibilità di educarci al rispetto, al dialogo, alla condivisione, a una attenzione capace di sporcarsi le mani con le fasce so-
ciali più deboli e povere. Ma non tutto è qua, non tutto è dentro i nostri confini... C’è un mondo che chiama e un mandato ben chiaro: portare Gesù a tutti. Ti lascio con un esercizio di vita. Prova a ripeterti spesso: “Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo”. Cerca di ascoltare cosa succede in te, fino ad abbracciare il mondo e - perché no? - a riconoscere una chiamata alla missione a tutte le genti. Una missionaria, in partenza per l’Africa, scriveva in una preghiera: “Io
parto, ma tu non restare”!
Spero sia così per me e per te...
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ualsiasi persona a cui è stato risparmiato il dolore personale deve sentirsi
chiamata
per aiutare a diminuire quello degli altri Albert Schweitzer, medico missionario
Foto e frasi per dire... di L. Favetta e M. De Luca, ap
foto pixabay
foto Wiesia Klemens
Originali!
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Il volto mi parla... ogni volto è manifestazione di Dio. Nel suo essere unico e irripetibile si annuncia l’infinito. (Emmanuel Lévinas)
Io ti supplico: Dio, mio sognatore, continua a sognarmi. (J. L. Borges)
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L’uomo vede l’esterno. Dio vede il cuore. È dono immenso poter entrare nel santuario della persona che noi siamo. (Gianfranco Vianello)
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foto C. Pratez De Azevedo ap
foto M. I. Legato
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Ognuno partecipa del tutto. Se non c’è quel particolare tassello del mosaico, viene a mancare qualcosa a tutto il resto e ognuno ne soffre. (Chiara Lubich)
La vita si contagia con la vita... Che cosa fai oggi per rendere la Vita migliore di come l’hai trovata? (Alessandro D’Avenia)
I santi hanno il genio dell’amore (Georges Bernanos)
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Aiutaci
a entrare insieme, come un’UNICA FAMIGLIA, in un’ arca che possa solcare i mari in tempesta del mondo: L’ARCA DELLA FRATELLANZA Papa Francesco
RENATO ZERO Mai più da soli a cura di PINO FANELLI, cantautore giuseppe.fanelli@stpauls.it
R «AVRESTI UN PO’ DI TEMPO
SOLO UN MOMENTO DA CONCEDERMI
NON HO CAREZZE E BACI NON HO PROMESSE ANCH’IO DA VENDERTI...» (MAI PIÙ DA SOLI, RENATO ZERO)
enato Zero torna sulle scene con “Mai più da soli”, il singolo che anticipa il nuovo album di inediti “Zero il folle”, in uscita a ottobre. Per il cantautore romano “folle è chi sogna, chi è libero, chi cambia, chi non si vergogna mai e osa sempre”. Il singolo di lancio, come il resto dell’album, è stato registrato a Londra e parla di solitudine. Renato Zero lo commenta così: “La solitudine va frequentata e compresa, ma mai troppo assecondata. Il nostro è un tempo assai congeniale per chi vuole essere solo. Ci si ritrova a parlare spesso con un cellulare che non ha volto né consistenza, ci si cerca sui social senza potersi annusare, accarezzare o scegliersi”. Ma alla fine c’é anche un invito alla speranza: “Abbracciatevi e guardate avanti! Mai più soli!”. Il video del singolo è stato girato a Londra, che sullo sfondo appare in un monocromatico bianco e nero, in contrasto con il vestito rosso di Zero che vaga per strade anonime e piatte. Nelle sue mani scorrono i cartelli con i nomi di alcune grandi città come per un autostop. Alla fine torna il colore e la felicità in volto.
Dentro la canzone:
LA SOLITUDINE
Nel mondo di oggi, globalizzato e digitalizzato, l’uomo a volte si ritrova vivere nella solitudine. Lo
stesso mondo virtuale dei social può portare a trascurare le relazioni facendo dimenticare l’importanza dei contatti umani. “Mai più da soli” può essere interpretata come un grido di allarme in questi tempi in cui le conversazioni avvengono attraverso lo schermo di un cellulare, come una denuncia al fatto che siamo diventati schiavi del web e della tecnologia, sempre più superficiali al punto da scomparire agli occhi della nostra anima che avrebbe giustamente da ridire (“Se si arrabbia anche l’anima ha le ragioni sue”). Così la nostra vita corre il rischio di appiattirsi, di scambiare l’essere con l’apparire, preoccupati come siamo solo del numero dei like. È la trappola della Rete, che facendoci vivere in un mondo di finzione e di illusioni ci fa perdere la vera percezione di noi stessi e il senso della realtà. Non dobbiamo negare che la tecnologia digitale costituisce oggi un grande potenziale comunicativo per gli uomini del nostro pianeta, ma certamente se usata male può portare all’autoisolamento, come dice anche Papa Francesco nel Messaggio per la 53ma Giornata mondiale per le comunicazioni sociali: “La Rete è un’occasione per promuovere l’incontro con gli altri, ma può anche potenziare il nostro autoisolamento, come una ragnatela capace di intrappolare”. Occorre perciò un’educazione al suo corretto uso soprattutto per quelle fasce d’età più fragili, specialmente gli adolescenti, che non hanno ancora un’identità strutturata e una capacità di senso critico. “Sono i ragazzi – afferma ancora Papa Francesco – a essere più esposti all’illusione che il social web possa appagarli totalmente sul piano relazionale fino ad estraniarsi completamente dalla realtà”. In questo compito educativo tutti siamo chiamati in causa impegnandoci a investire di più sulle relazioni e aiutando soprattutto i più giovani a passare dal virtuale al carattere interpersonale e umano della comunicazione. “Quella che vogliamo – sottolinea ancora Papa Francesco – è una rete non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere” capace di vincere ogni solitudine.
Per riflettere L’ESPERIENZA DELLA SOLITUDINE È UNA REALTÀ CHE TI COINPER QUALE MOTIVO USI I SOCIAL?
VOLGE?
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a bellezza è semplicemente
REALTÀ vista con gli occhi dell'amore Evelyn Underhill
16 via Mole 3 - 00073 CASTEL GANDOLFO/RM - sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma SE VUOI Luglio - Agosto 2019