SE VUOI sito 3/2018

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1 Maggio - Giugno 2018

SE VUOI


indice 6 18 27 A COLPO D’OCCHIO Il fenomeno dei “NEET” RISCOPRIRE IL PROPRIO TALENTO Silvia Flora

BIBBIA LA CHIAMATA E LA 12 APOSTOLI

DOSSIER ...verso il Sinodo

MISSIONE DEI

gIACOMO di Alfeo IL fAsCInO nUdO deL VAngeLO d. gIACOMO PeregO

-12LETTERE E MESSAGGI @... D. MICHELE FALABRETTI

-14-

-22DIRE “VOCAZIONE” OGGI / 9

UNA DOMANDA PER TE Mi ami tu? (gv 21,15-17)

GUARDARE AVANTI... la scelta di ogni giorno!

ROBERTA LA DAGA

AnnALIsA ArrIgOnI

L’INTERVISTA A... Andrea Caschetto

“Viva la vita!”

L. FAVETTA, M. DE LUCA

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PRATICAMENTE ...prove tecniche di “POLITICA”

LA CHIESA CHE VORREI

GIUSEPPE TRAMONTIN

Una PALesTrA di corresponsabilità

RISCOPRIAMO... ...un film, una canzone, un libro

DANIELE CONCIATORI Maggio - Giugno 2018

FOTOLINGUAGGIO

D. GIOVANNI BERTI

R. LA DAGA E L. CENCI

SE VUOI

P. FRANCESCO OCCHETTA, SJ

A proposito di... POLITICA La poLtrona di gesù

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SCELTI PER SERVIRE 5 segreti per amare la politica


GIOVANI E LETTERATURA

GIOVANI CONTROCORRENTE

Lettera aL figLio MehMed

fuorilemur@ in romania

non ci si può saziare del mondo

FEDERICA CAMMARATA

D. DOMENICO CAMBARERI

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LIBRI & C. - R. LA DAGA

L’ECO DI UNA VITA

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don Giuseppe Diana

MUSICA “Le cose che penso” di Emma - PINO FANELLI

seminare giustizia

-48FILM: “Maria Maddalena” CATERINA CANGIÀ

-52WEB RESOURCES siamo anche qUAnTO condividiamo! CARLO MENEGHETTI

VALERIO TAGLIONE

-60VOCI DAL MONDO L’AMOre è un CAMMInO fAMIgLIA dI LOdI (esPerIenzA dI AffIdO)

Il “sì” con la vita alla mia sPOsA d. LOrenzO UCCIerO (dIOC. sABInA - POggIO MIrTeTO)

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...per giovani che cercano il meglio

bimestrale - anno 59 n. 3/2018 Maggio/Giugno sped. in abbon. postale direzione, redazione, amministrazione via Mole 3 00073 CASTEL GANDOLFO/RM tel. 06.932.03.56 - fax 06.936.07.00 e-mail: sevuoi@apostoline.it www.apostoline.it/sevuoi/ direttore responsabile: Laura Cenci gruppo redazionale: M. Beretti, T. Cabri, M. De Luca, L. Favetta, C. Giacinti, R. La Daga, M. Peviani, G. Verani collaboratori ed esperti: A. Arrigoni, G. Berti, F. Cagnasso, D. Cambareri, F. Cammarata, C. Cangià, A. Cencini, M. Falabretti, S. Flora, F. Lambiasi, C. Meneghetti, G. Perego, V. Taglione, G. Tramontin, L. Uccero, L. Vari progetto grafico e realizzazione L. Cenci, R. La Daga responsabile diffusione: Elena Ferrario ap editore: Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni (Suore Apostoline) autorizzazione del Tribunale di Velletri/RM n. 08 del 28/04/99 con approvazione ecclesiastica stampa: Grafica Animobono via dell’Imbrecciato, Roma foto di copertina: V. Bonito

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BIBBIA: LA CHIAMATA E LA MISSIONE DEI

12 APOSTOLI

GIACOMO DI ALFEO Il fascino nudo del Vangelo di don Giacomo Perego biblista

L’APOSTOLO DEGLI ENIGMI Giacomo di Alfeo è un apostolo misterioso, la cui identità si confonde con quella di figure omonime di spicco della Chiesa delle origini. Da qui alcuni enigmi che per secoli sono rimasti irrisolti,

sollevando interrogativi e perplessità sulla sua identità. Proviamo a ripercorrerli insieme.

Primo enigma Giacomo di Alfeo è uno dei “fratelli” del Signore? L’identificazione sembra suggerita dall’evangeli-

sta Marco che presenta, ai piedi della croce, «Maria, madre di Giacomo il minore e di Ioses» (Mc 15,40). Nella lista dei Dodici, però, il nostro Giacomo non viene presentato come «Giacomo il minore», ma come «Giacomo, figlio di Alfeo». Sembra quindi trattarsi

Giacomo

giovanni


esù chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli:

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Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello;

Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo,Tommaso;

Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. (Luca 6,13-16)

di un altro Giacomo, non appartenente alla parentela di Gesù. In altre parole, nei Vangeli noi avremmo a che vedere con tre diversi “Giacomo”: il primo è Giacomo, figlio di Zebedeo, noto come “il maggiore” (tra gli apostoli) e primo martire dei Dodici; il secondo è Giacomo di Alfeo, anche lui apostolo, di cui ci occupiamo in questa sede; il terzo è Giacomo il minore, fratello di Ioses e figlio di una “Maria” che compare ai piedi della croce: quest’ultimo non sarebbe uno dei Dodici e apparterebbe al cerchio dei familiari di Gesù. Gli autori lo hanno sovente identificato con il Giacomo di Gerusalemme, responsabile della comunità dalla partenza di Pie-

tro (verso l’anno 44) fino al martirio avvenuto durante la Pasqua del 62.

Secondo enigma Giacomo di Alfeo e Giacomo di Gerusalemme sono la medesima persona? Quanto detto sopra fa già intuire la nostra risposta. Giacomo di Gerusalemme non va identificato con Giacomo di Alfeo. La cosa sarebbe confermata da due indizi molto chiari. Il primo è offerto da Paolo in 1Cor 15,7: l’apostolo tiene a distinguere il “Giacomo di Gerusalemme” dai Dodici a cui appartiene invece Giacomo di Alfeo. Il secondo indizio è offerto dalla liturgia antica: fino a oggi le Chiese d’Oriente, custodi di usi liturgici

filippo

giacomo di Alfeo

pietro

tommaso

Natanaele

5 Maggio - Giugno 2018

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L’ultima Cena, pittura di Alfredo Pettinari - Tavazzano/ LO (di volta in volta l’apostolo presentato è nel colore originale)


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Maggio - Giugno 2018

foto C. Solenghi

Giacomo di Alfeo è l’autore della “Lettera di Giacomo”? Questa domanda è destinata a rimanere aperta, dal momento che non conosciamo nel dettaglio il profilo del figlio di Alfeo: la formazione, le competenze, il lavoro... La lettera che, per un errore interpretativo, venne definita da Lutero co-

P

resentato in questi termini sembra che Giaco-

mo di Alfeo non abbia “motivi di vanto”: non sarebbe fratello del Signore, non sarebbe responsabile della Chiesa madre di Gerusalemme, non sarebbe l’autore della lettera omonima. Che cosa rimane di lui? Rimane l’essenziale. Quello di essere una persona chiamata dal Signore a condividere la forza del Vangelo. Questo è il vero “motivo di vanto”: in lui la priorità del Vangelo non è offuscata dal suo fare o dai suoi servizi, ma è illuminata dalla semplicità di una sequela totale e decisa. A volte ce ne dimentichiamo: il Signore non ci chiama a lasciare una nostra traccia nella storia, ma a lasciare

fotoPixabay

Terzo enigma

me “una lettera di paglia”, suppone però un autore esperto. Questo predispone a identificarlo con Giacomo di Gerusalemme che la tradizione descrive come una persona cresciuta e formata negli ambienti sacerdotali e con evidenti doti di mediazione e di formazione. Ma non esclude dai possibili autori il nostro Giacomo di Alfeo, anche se la cosa appare poco probabile. Gioca a suo sfavore il fatto di essere una personalità di “secondo piano”, cosa che renderebbe poco vincente l’attribuzione pseudo-epigrafica di uno scritto alla sua figura.

fotoPixabay

molto antichi, distinguono i tre “Giacomo” - il Maggiore, Giacomo di Alfeo e il vescovo di Gerusalemme (Giacomo il minore) dedicando a ciascuno di loro una data specifica del calendario per celebrarne la memoria. Il che fa intuire che si tratta di tre persone distinte.


una sua traccia. Giacomo di Alfeo non ha lasciato nulla di sé: in lui tutto rimanda al Maestro.

FRATELLO DI CHI? C’è però un’ipotesi intrigante per chi vuole approfondire ancora la vita di questo apostolo: nella lista dei Dodici presentata da Matteo, «Giacomo, figlio di Alfeo», compare subito dopo «Matteo il pubblicano», come se i due avessero qualcosa in comune. In Mc 2,14 il dettaglio sembra confermato da un altro dettaglio: quando Gesù descrive l’incontro con Levi-Matteo lo presenta così: «Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco

delle imposte». Levi è definito «figlio di Alfeo». Proprio come Giacomo. La domanda sorge spontanea: Giacomo e LeviMatteo sono forse fratelli? Non sarebbe una novità visto che, nella lista dei Dodici, troviamo altre coppie di fratelli: quella di Simon-Pietro e Andrea, figli di Giovanni; e quella di Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo. L’ipotesi, benché non dimostrabile, risulta possibile. Perché evidenziare la cosa? Perché è bene non lasciarci sfuggire che una delle dimensioni del discepolato è proprio la capacità di confronto, di dialogo, di armonia tra le

differenze che si concretizza nell’invito da parte del Signore a partire “a due a due”, mai da soli. Del resto, sono note le differenze che caratterizzano i fratelli: pur avendo le stesse figure educative e lo stesso contesto di crescita, i fratelli hanno spesso differenze sorprendenti tra loro. Saper accogliere le differenze è il segno più bello di una vocazione. Soprattutto se l’altro è uno come Levi-Matteo. E noi, di chi siamo fratelli?

Per approfondire la storia di Giacomo di Alfeo Le liste dei Dodici: Matteo 10,1-4; Marco 3,13-19; Luca 6,12-16; Atti 1,13 Le apparizioni del Risorto: Prima lettera ai Corinzi 15,1-10

Fratello di Levi? Marco 2,13-14


A proposito di... POLITICA

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LA POLTRONA DI GESÙ di don GIOVANNI BERTI Parroco e vignettista

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esù è stato un uomo politico? Beh, stando ai racconti del Vangelo, direi proprio di sì. Con l’idea di politica e di politici che abbiamo oggi sembrerebbe quasi un’offesa a Gesù. Ma anche guardando il modo di gestire il potere e il governare di tanti contemporanei di Gesù, davvero ci viene da pensare che Lui non lo è stato per nulla. Eppure alla domanda diretta e specifica: “Sei tu re?”, lui ha risposto di sì. Quindi, a suo modo, davvero Gesù ha svolto un profondo e vero ruolo politico mentre era sulla terra. Quando ero piccolo, mio padre, oltre al suo lavoro di artigiano, era stato eletto nelle elezioni comunali e per qualche anno aveva fatto l’assessore. Ricordo che addirittura era arrivato a un passo dall’es-

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sere eletto sindaco. Io ho sempre pensato che facesse una cosa bella, ed ero orgoglioso che mio papà si occupasse anche del bene del nostro paese, anche se aveva tantissime altre cose da fare nel suo lavoro. Non ho mai pensato per un momento che facesse qualcosa di sbagliato o per tornaconto personale, e anche se ovviamente non so nulla di cosa e come l’ha fatto (ero troppo piccolo), il mio primo approccio alla politica è stato filtrato dalla sua esperienza. Quando mi parlano del fare politica come servizio disinteressato, io penso subito a mio papà. Oggi non sembra proprio che sia questo il clima, e mi pare che tanti giovani guardano alla politica solo in modo negativo, perché quel mondo sembra governato solo da interessi personali, scambi di potere e attaccamento alle poltrone, con un distacco sempre più ampio dalla base dei cittadini. Ma io, che sono un inguaribile ottimista, non voglio pensarla così. Penso davvero che in questa cosa il Vangelo può insegnarci molto, e può essere di stimolo per i giovani in un modo sempre nuovo a guardare al servizio politico positivamente, come vera e propria vocazione cristiana. “Servizio”, ecco la parola giusta per comprendere la bellezza della politica, vissuta con lo stile di Gesù.

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Gesù era un vero politico, nel senso che voleva il bene del mondo nel quale è nato e cresciuto. Voleva una società più giusta, più attenta ai poveri, più solidale, libera da guerre e cattiverie. Non si è disinteressato del suo mondo e non parlava solo del cielo, come luogo astratto dove fuggire. Al contrario ha messo i piedi per terra e ha messo al centro quello che dalla società del tempo era ai margini, non avendo paura di sfidare i potenti, civili e religiosi del suo tempo. Gesù ha incontrato tanti uomini di potere, civile e religioso, con i quali si è scontrato, soprattutto per il suo stile rivoluzionario. E in questo ha sconcertato anche tanti suoi discepoli che, forse, si aspettavano uno stile più violento e deciso contro questo o quello. Ma Gesù ha mostrato la via politica dell’ultimo posto e della fiducia negli ultimi. Ha mostrato

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che la società cambia guardando in basso e credendo nelle potenzialità di un bambino, di 4 pescatori ignoranti, di una povera vedova con due spiccioli, di un samaritano nel deserto e di un brigante appeso alla croce vicino a lui. Gesù era attaccato al potere e alla poltrona? Sì, ma al “suo” modo di intendere il potere e alla “sua” poltrona. Nell’Ultima Cena si piega come un servo e lava i piedi ai discepoli, e sulla croce sceglie la sua poltrona, e da lì non si è “schiodato”, come invece lo tentavano gli altri (“se sei veramente chi dici di essere, scendi dalla croce!”). Credere che l’impegno politico (a livello locale e nazionale) sia impossibile per un cristiano è dunque una vera e propria “eresia”, cioè una offesa a quello che Gesù ha fatto e vissuto. Un giovane che guarda alla politica come servizio, ha nel Vangelo un ottimo manuale per viverla davvero non per sé, ma per gli altri.

Non è importante che pensiamo le stesse cose... è invece straordinariamente importante che tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l’uno all’altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo. (Aldo Moro, politico, ucciso dalle Brigate Rosse)

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PRATICA

RISCOPRIAMO...

mente

un film “THE POST” di steVen spieLBerg, 2017

...prove tecniche di “POLITICA”

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gni giorno il mondo bussa alla mia porta con insistenza: i social e i tg, ma anche le “voci” della strada mi riportano di continuo a situazioni di disagio, povertà, violenza e devianza. Davanti a tutto ciò posso decidere di “fare qualcosa”, entrando e abitando queste storie, condividendone il peso e la fatica!

un dramma politico contro la presidenza nixon degli anni ‘70. il motivo: la scoperta giornalistica dei “pentagon papers”, una relazione sul Vietnam da cui risultava che, benché i militari sapessero di non poter vincere, la guerra doveva continuare, perché altrimenti gli usa avrebbero perso la faccia...

una canzone “QUASI LIBERI” Lo stato sociaLe, 2017

PRATICAMENTE: in base alle priorità che sento, stilo la classifica dei valori sociali e politici che per me sono fondamentali, in ordine di importanza. In base a ciò che ho scritto, mi informo su quali siano le realtà associative che già operano in quella direzione (ad es. www.paxchristi.it; www.gruppo abele.org...) e per quel “valore”; cerco un contatto, vedo se sono attive nel mio territorio e decido di mettermi in prima linea: cosa posso condividere di me per contribuire a quella causa?

fidati delle cose chiare/non delle cose ovvie /di quelle luminose /e non di quelle illuminate/...e alla fine è meglio essere liberi/ che furbi

un libro “SERVIRE È LIBERTÀ” s. fausti - a. ZanoteLLi ed. eMi 2016, pp. 128

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Scelgo di impegnarmi, diventando io stesso “quell’impegno”; con il mio coraggio non mi giro più dall’altra parte e con la mia costanza decido di non arrendermi al: “è sempre stato così”. Sono io che inizio a costruire in prima linea, giorno per giorno, nuovi sentieri per un mondo nuovo! (Giuseppe Tramontin)

piccola ma densa introduzione al Vangelo di Marco accompagnata dalla presentazione di alcuni testimoni del nostro tempo capaci di vivere il messaggio cristiano di altruismo e solidarietà con i poveri.

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LODI

foto pixabay

VOCI DAL MONDO: ...DA

L’AMORE è un CAMMINO Autore: papà Marco, mamma rachele, figlio maggiore giacomo (12 anni), Luca (11anni), Maria (9 anni), Chiara (6 anni). Segni particolari: famiglia bella vivace e numerosa, pronta ad (ac)cogliere l’imprevisto.

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n’amica ci ha chiesto di raccontare qualcosa a proposito di noi e della nostra famiglia, di descrivere le nostre scelte di sposi e genitori. Se sognate una famiglia tranquilla e una casa silenziosa e ordinata, la nostra non è il vostro ideale. La nostra rumorosa famiglia è composta da 6 persone: mamma, papà e quattro bimbi dai 6 ai 12 anni. Maggio - Giugno 2018

Lavoriamo entrambi vicino a casa e viviamo in una cittadina lombarda. Ci siamo sposati in chiesa 16 anni fa perché abbiamo scelto di mettere il sigillo del Signore sul nostro amore e su ciò che stavamo costruendo insieme. Siamo sempre stati convinti dell’importanza della scelta del matrimonio e quindi anche da fidanzati abbiamo approfondito il

senso di questo sacramento e di cosa comporta, seguendo specifici corsi. Abbiamo da subito capito l’importanza vitale di essere aperti agli avvenimenti e alle opportunità che la vita ci avrebbe presentato, evitando così il rischio di chiusure su noi stessi. Con il passare degli anni diventa sempre più chiaro che l’amore è un atto di volontà da rinnovare


nella foto mamma Rachele con i suoi bimbi

continuamente, da costruire ed anche da approfondire: è un cammino. Per questo da subito, cioè da giovanissimi sposi, ci siamo attivati nel cercare un gruppo composto da altre coppie con le quali pregare e riflettere sui temi inerenti il legame di coppia. Anche una persona a cui ti puoi affidare e chiedere consigli è importante. Per crescere bisogna apprendere, anche nella vita di coppia, quindi è importante conoscere esperienze di chi ti sta accanto, confrontarsi. Campi vacanze, ritiri, pellegrinaggi, momenti di studio ci sono stati sicuramente utili per costruire il nostro cammino di sposi cristiani e di genitori. Poco dopo il nostro ma-

trimonio, abbiamo dovuto confrontarci con la difficoltà ad avere figli che contrastava con la voglia di aprire alla vita la nostra famiglia. Qualche preoccupazione, ma una idea chiara: non restiamo invischiati e soffocati dai nostri desideri, ma cerchiamo di capire cosa il signore ci chiede in questo momento di difficoltà. La risposta è stata una bimba a noi affidata per 4 anni. Affido familiare difficile, ma ciò che abbiamo a suo tempo seminato è rimasto nel cuore di questa bimba che ora è una giovane donna. Durante questo periodo il Signore ci ha donato la grazia del concepimento ed è nato il primo figlio, seguito negli anni da due bimbe. La nostra atten-

La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda, e vede I DUE MIRACOLI PIÙ BELLI che ha fatto: donare la vita e donare l’amore Giovanni Paolo II

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zione è sempre stata quella di “fare respirare” ai figli un’atmosfera di attenzione all’altro, che sia il vicino di casa o la persona povera che si incontra per strada. Diventando genitori, abbiamo scoperto l’importanza che ha l’educazione in famiglia; nessuno sostituisce mamma e papà. Ogni piccolo avvenimento è utile per indicare ai figli ciò che è buono oppure quello che va evitato. Diamo molto valore alla vita semplice, all’aperto a contatto con la natura. Ci piace ricordare ai nostri figli che tutto è dono e che quindi è bene dire grazie e ricordare nella preghiera coloro che ne sono privi. Questo modo di vivere diven-

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ta una buona abitudine, ed è forse questo che ci ha portato ad accogliere in affido un altro bimbo, che da più di 4 anni vive con noi. Non è stata una scelta calcolata, anzi, quando pensavamo ad altri affidi e ne parlavamo tra di noi, concludevamo che per ora era necessario far crescere i nostri tre bimbi, senza prendere altri importanti impegni. La proposta di questo affido invece si è presentata senza preavviso e noi l’abbiamo letta come segno della Provvidenza. Portiamo avanti, ogni giorno tutti insieme, le scelte che abbiamo fatto, alternando momenti di fatica e di gioia: le corse quotidiane contro il tempo per

portare i bimbi alle rispettive scuole e attività, andarli a prendere, lavorare e poi tornare a sera, fare il papà e la mamma a tempo pieno, ma anche vedere i bimbi apprendere incuriositi le prime nozioni di scuola, leggere i loro primi libri, fare una passeggiata tutti insieme lungo il fiume. Non si tratta di programmare, ma di fare attenzione alle situazioni che si presentano nel quotidiano, accogliendole con la convinzione di fare qualcosa di bello per noi genitori, per i figli, per Dio. Tutto questo è indispensabile per dare un senso alla nostra vita, come singoli, come coppia e come famiglia.


Gira

il tuo viso verso il sole e le ombre cadranno dietro di te! Proverbio Maori

15 Maggio - Giugno 2018

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onosco delle barche che tornano sempre quando hanno navigato. Fino al loro ultimo giorno, e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti perchĂŠ hanno un cuore a misura di oceano. J. Brel

16 - Giugno SE VUOI via MoleMaggio 3 - 00073 CASTEL2018 GANDOLFO/RM - sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma


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