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Cultura: La segheria “SAILA
from ERKER 05 2021
by Der Erker
PERSONE, LUOGHI E MESTIERI
La segheria “SAILA” -
Una storia vipitenese del Novecento
Fino alla seconda metà del secolo scorso, nel comprensorio di Vipiteno, il commercio di legname e le segherie continuarono a essere attività fiorenti, intorno alle quali ruotava la sussistenza di tante famiglie. A Vipiteno sono da ricordare la storica segheria Stötter e, in tempi più recenti, le ditte di commercio e di lavorazione del legname di Hofer, Auckenthaler, Manzardo e Dalla Torre. Attorno alla segheria di Via Mulini, nota ancora a molti come “SAILA”, si annoda la storia di due famiglie in particolare, i Tua e gli Eminente.
LA GRANDE SEGHERIA ATTI-
GUA ALLA HAIDENSCHAFT
La segheria occupava l’intera area compresa oggi tra la strada statale e l’Isarco, dove si estende il City Center. Dal 1921, i laboratori e la residenza Haidenschaft - la grande casa quattrocentesca di Via Mulini - passano di proprietà dai falegnami Kelderer all’Azienda Legnami Alberto Conrotto e Co., società composta da commercianti torinesi, tra cui i fratelli Romano e i fratelli Ferrino. Liquidata all’inizio del 1923, è acquisita nell’aprile dello stesso anno da una nuova società torinese, la Società Anonima Industria Legnami Atesini - SAILA, tra i cui investitori compaiono Musso, Tua e ancora i fratelli Romano. Dal 1934 Ambrogio Tua diventa unico proprietario della ditta fino al 1955-56, quando vende la segheria a Libero Eminente, della famiglia di albergatori di Colle Isarco. Infine, nel 1977 l’area della segheria è acquisita dalla nuova società SAILA SAS e, nello stesso anno, la Seeste inizia la costruzione del City Center. da molti vipitenesi come la “Casa Tua”. Molte furono le famiglie che, giunte a Vipiteno tra il primo e il secondo dopoguerra, presero temporaneamente alloggio negli appartamenti affittati dai Tua: bisogna considerare, infatti, che fino alla seconda metà degli anni Trenta non erano ancora state costruite le case INCIS, né le semirurali di Via Marconi, né erano ancora disponibili gli alloggi disposti dall’ENTV. Ambrogio Amabile Tua (1887 – 1957), orfano di madre, era figlio di un falegname di Galfione, una piccola frazione in provincia di Biella. Frequentate le scuole professionali di stipetteria a Torino, Tua era riuscito a diventare direttore della ditta torinese di alta falegnameria di Francesco Bocca. Nel 1912 si sposò con Luigina Pesato (1889 – 1970), figlia di un oste di Torino, con la quale ebbe tre figlie: Margherita (1914 – 2008), Amalia (1921 – 2020) e Vittoria (1924 – 2008). Affidatagli la gestione della SAILA, dal 1923 Tua fece sistemare la residenza Haidenschaft, dotando la casa di acqua corrente e di elettricità e nella primavera del 1924 lo raggiunsero la moglie e le figlie per stabilirvisi. Margherita frequentò il collegio tedesco di Rio di Pusteria e le “Dame inglesi” di Bressanone, diventando bilingue, mentre le figlie minori andarono a frequentare dei collegi in Liguria. Margherita Tua, nel diario conservato da suo figlio Ermanno Bonicatti, ricordando i primi tempi dell’attività paterna a Vipiteno, annotava: “Qui non capivamo e non ci capivano e sentivamo attorno tanta ostilità. Tanto che per qualche anno a papà non vendettero neppure un tronco. Solo il signor Prandl di Vörgl (Tyrol), imparentato con i Mühlsteiger di Vipiteno, che aveva un albergo e si interessava di legname, per anni favorì l’acquisto di grosse partite di legname dal Vorarlberg. Poi i vipitenesi capirono con chi avevano a che fare e dettero la loro piena fiducia. […] Bastava ein Handschlag ed il contratto era fatto e rispettato”. Ambrogio Tua assunse come capo operaio Pietro Da Col e prese alle dipendenze una cinquantina di operai, fissi e stagionali, di lingua italiana e tedesca, questi ultimi provenienti soprattutto dalla Val Giovo. Proprio quando gli affari comin-
Veduta della segheria ex SAILA, 1975. Foto di Ciro Coppola
ciavano a decollare, ci furono due grandi alluvioni: nel 1926 e nel 1927. Con la prima esondazione il livello dell’acqua nel piazzale della segheria raggiunse i quattro metri e la corrente trasportò i tronchi fino a Mezzaselva, mentre il tavolame finì nel lago di Fortezza. Un’altra avversità colpì la famiglia Tua il 14 gennaio 1935, quando in una giornata di forte vento, con l’Isarco gelato andò a fuoco il tetto di scandole della Haidenschaft.
Dagli anni Trenta per Ambrogio Tua le cose andarono sempre meglio. La sua attività commerciale prosperava e lui si era fatto un nome: faceva parte della Camera di Commercio di Bolzano e del Consiglio della Cassa di Risparmio e nel 1936 fu nominato delegato della Croce Rossa. In quegli anni il suo legname, caricato sui pianali alla stazione di Vipiteno, finiva soprattutto a Trieste, ma anche a Genova, ai cantieri navali e nella palificazione di fondazione delle caserme di Vipiteno fu impiegato il legname della SAILA. La famiglia Tua partecipava in modo attivo anche alla vita cittadina vipitenese, ogni anno la signora Tua e la figlia maggiore, Margherita, si occupavano del catechismo e della festa della Prima Comunione. Inoltre, la casa dei Tua era sempre pronta ad accogliere tutti, dagli operai alle personalità eminenti che passavano per Vipiteno. Con l’8 settembre 1943, però, cambia tutto. Ermanno Bonicatti riporta: “L’organizzazione Todt espropria la ditta dalla sera alla mattina, quando l’ultimo bilancio chiudeva intorno ai 4.000.000 di lire. Dopo la guerra, però, il risarcimento fu solo di circa 800.000 lire. Mio nonno si era rifiutato di lavorare per la Todt e da quel momento il telefono, il numero 58, tace perché i fili vengono strappati la sera dell’8 settembre. Sono anni duri e difficili, ma la stima e le amicizie si vedono nel bisogno e molti erano gli amici dei Tua a Vipiteno: i Volgger, i Braunhofer, i Girtler, Paula Scheiber, Ida Wiedner, i Bovo, i Taddei, i Langer, don Kofler i due fratelli cappuccini Egger e tanti altri. Il cibo era razionato, ma molti contadini di Tuins, Telves, Flains e Schmudres aiutavano nei tempi difficili.”
Le sorelle Tua non si perdono d’animo e, durante l’Alpenvorland, Margherita continua a lavorare per la SAILA come “impiegata di ditta in liquidazione”, Vittoria lavora presso la segreteria del sindaco, e Amalia, che studia all’Università di Torino, tra il ‘44 ed il ‘45 dà ripetizioni clandestine ad alcuni bambini italiani. “Verso la fine della guerra,” - racconta Ermanno Bonicatti - “la Todt allenta i controlli e prima dell’arrivo degli americani ricompaiono magicamente generi alimentari. Secondo i ricordi di mia zia Amalia, il 5 maggio 1945 a cena dai Tua ci sono un major e il Gauleiter ubriachi e altri due soldati americani, e il telefono ricomincia a suonare.” Finita la guerra cominciano a passare da Vipiteno le tradotte dei reduci dei campi di prigionia e con una rete di solidarietà - che coinvolge i cappuccini, alcuni ferrovieri e diversi cittadini vipitenesi - da Brennero e da Fleres telefonano a casa dei Tua per avvisare dell’arrivo dei treni. Riporta Bonicatti: “Tramite Capezzone e alcuni operai della SAILA venivano distribuite patate bollite e altro ai reduci che sostavano nel boschetto di Ceves o in stazione, in attesa di proseguire il rimpatrio. Mio nonno andava lì con le tasche piene di aspirine donate dal farmacista Langer.” Nel 1955-56 Haidenschaft e segheria vengono vendute a Libero Eminente e dopo poco più di un anno Ambrogio Tua muore a Biella. Racconta Bonicatti: “Finita la guerra mio nonno cercò di riavviare gli affari ma si ammalò di morbo di Parkinson e non riuscì più a riprendere come prima il commercio di legname. I capitali, le fortune sono stati guadagnati e persi ma la mia famiglia non ha mai dimenticato Vipiteno-Sterzing e i tanti amici.”
Le sorelle Tua, 1938. Da sinistra Vittoria, Amalia e Margherita. Foto archivio Ermanno Bonicatti
Anche quest’anno da inizio maggio a fine ottobre avrà luogo il concorso di lettura LiL – Lesen im Liegestuhl + estate, se leggi!. Ragazzi tra gli 11 e i 16 anni – bibliomani e quelli che lo vogliono ancora diventare – possono partecipare e concorrere alla vincita di fantastici premi in palio. Si possono scegliere uno o più libri da una lista di romanzi, fumetti e libri di saggistica, effettuare il login su www.lilestate.bz.it e rilasciare le valutazioni dei libri letti. Così si parteciperà al sorteggio di 100 premi in palio. Ragazzi più creativi possono realizzare un booktrailer di un minuto o scattare una foto, sempre ispirati dal libro, e caricare tutto sul sito. Così si possono vincere 6 iPad mini. Ulteriori informazioni si ricevono sul sito www. lilestate.bz.it, presso la Biblioteca Civica di Vipiteno, la biblioteca scolastica dell’IPC di Vipiteno o nelle biblioteche locali. Il concorso di lettura è un’iniziativa coordinata e finanziata dall’Ufficio Educazione Permanente, Biblioteche e Audiovisivi (Cultura italiana) e dall’Ufficio biblioteche e lettura (Cultura tedesca) dell’amministrazione provinciale di Bolzano in collaborazione con le biblioteche dell’Alto Adige.
Il gruppo Malaika di Vipiteno organizza in collaborazione con la Biblioteca Civica un mercatino di libri nella Galleria municipale di Vipiteno. Sarà possibile sbirciare tra i media scartati della biblioteca venerdì 4 giugno dalle ore 14 alle ore 18 e sabato 5 giugno dalle ore 10 alle ore 18, per approvvigionarsi di libri per l’estate in arrivo. Il mercatino è organizzato a favore del progetto “Oasis of Endless Hope Centre”, che sostiene la costruzione di un orfanotrofio vicino a Nairobi.
Il Futuro in città ha 17 obiettivi Parliamone assieme!
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite comprende 17 obiettivi con cui l’ONU vuole rendere il mondo ecologicamente, socialmente ed economicamente più giusto. 193 paesi si sono impegnati ad avvicinarsi a tutti i 17 obiettivi entro il 2030. Sul sito della Rete dell’Alto Adige per la sostenibilità – www.future.bz.it – e sul blog SOS Future di Salto si può scoprire cosa includono questi obiettivi e come le associazioni altoatesine si impegnano per raggiungerli. Le biblioteche sono un partner importante per la Rete e per il raggiungimento dei 17 obiettivi. Per questo tra maggio e ottobre in 50 biblioteche altoatesine sarà in viaggio una mostra itinerante, che in ogni biblioteca inquadra due dei 17 obiettivi con un pacchetto mediale. Nell’Alta Val d’Isarco la mostra itinerante sarà ospite nella Biblioteca Civica di Vipiteno, nelle biblioteche a Prati di Vizze e a Mules e nella biblioteca scolastica delle Superiori di lingua tedesca di Vipiteno. Per coinvolgere la nostra città, parleremo di questi obiettivi in un cerchio musicale organizzato in collaborazione con la Biblioteca Civica, che avrà luogo in data 27 maggio alle ore 19 nella sala Vigil Raber di Vipiteno. La serata sarà accompagnata musicalmente da scolari e scolare della scuola di musica di Vipiteno. Per il dialogo saranno presenti i partner della Rete di www.future.bz.it, che invitano le associazioni del paese, rappresentanti del Comune e cittadini interessati a partecipare per cercare insieme idee concrete per vivere la sostenibilità. Si prega di registrarsi per l’evento su info@future.bz.it o contattando la Biblioteca Civica di Vipiteno (0472 723760 / biblioteca@vipiteno.eu). La manifestazione avrà luogo online, se non fosse ancora possibile tenerla in presenza. La serata è co-finanziata dalla Provincia Autonoma di Bolzano e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Stranieri nella Wipptal Mabel Nilva Barlassina, Umberto I, Argentina
Intervista del 30.01.2021 con l’aiuto di Christine Zwischenbrugger Haller, promotrice del Caffè delle lingue di Vipiteno
Come sono arrivata qui
Sono arrivata qui per mio marito. Lui era in Argentina per conoscere la Patagonia, il suo sogno da bambino. Anch’io mi trovavo nello stesso periodo a visitare i famosi ghiacciai in fondo alla Patagonia, 3000 km distanti dalla mia città d’origine. Dato che lui era rimasto da solo a fare il viaggio e parlava poco lo spagnolo, l’ho aiutato con la lingua. Così siamo diventati amici e mi ha invitata a venire in Alto Adige, era il 2002. Io approfittai di un viaggio di gemellaggio per venire in Italia, e a Vipiteno, dove viveva lui. Stavamo molto bene insieme, siamo diventati una coppia e abbiamo scelto di vivere qui. Che sorpresa quando in inverno ho visto che si doveva sempre pulire la macchina dal ghiaccio e tutto il piazzale dalla neve! Dopo un po’ mi sono abituata al freddo e mi sono veramente innamorata di questo posto. Per me è il posto più bello del mondo. All’inizio, dopo che ci siamo sposati, tutto era nuovo per me, con l’aiuto di mio marito ho dovuto imparare molto. Ero da sola durante il giorno, perché lui lavorava fino a tardi. Per me era un dramma con la lingua, facevo molta fatica e succedevano delle situazioni imbarazzanti. Avevo già fatto un corso d’italiano in Argentina, ma una cosa è fare un corso per capire un po’, un’altra è la vita quotidiana. Mi occupavo della casa e non avendo bambini, non vedevo nessuno e il mio problema era: con chi parlo? Andavo a fare piccoli acquisti ed esercitavo il mio italiano nel vedere qualcuno. Dopo un po’ avevo fatto delle amicizie tramite mio marito ed ero venuta a conoscenza che organizzavano un corso di tedesco. Volevo parlare con la gente. Ho fatto il corso di tedesco nel 2004 e ho conosciuto una donna con la quale potevo parlare lo spagnolo. Lei mi ha parlato di Christine, referente dei corsi di tedesco! Lei è stata importante per me, per la mia integrazione! Con lei ho fatto altri corsi, ho frequentato “la Banca del tempo”, il “Caffè delle Lingue”, ma soprattutto ho conosciuto altre persone cominciando a fare nuove amicizie ed a sentirmi maggiormente integrata. Ecco questo è stato l’inizio.
Come sto qui
Sto bene qui, sono qui da 18 anni. Il mio posto nel mondo è questo devo dire. L’anno scorso, a causa della pandemia, sono rimasta bloccata per 6 mesi in Argentina e lì ho capito che casa mia ormai era diventata Vipiteno. Non è stato facile all’inizio, perché il modo di vivere era diverso, gli spazi sono più piccoli in confronto all’Argentina che ha 3 milioni km² e 40 mi-
lioni di abitanti di cui la metà abita a Buenos Aires. Gli spazi privati sono molto più estesi, le case sono unifamiliari, come qui nei paesi. Dopo aver vissuto in una grande città, qui mi sento sicura, la gente è onesta e non ci sono delinquenti. Tutto funziona bene, quasi tutti lavorano, inoltre la sanità è molto buona. Apprezzo tutto questo. I primi anni ho fatto traduzioni dall’italiano allo spagnolo e ho dato lezioni private di spagnolo e di pianoforte. Per fortuna, quando ancora non c’era la pandemia potevamo viaggiare, conoscere altri luoghi. Normalmente tutti gli anni andavamo in Argentina nel mese di febbraio.
Come immagino il mio futuro Il mio futuro lo vedo a Vipiteno, possibilmente in salute. Con mio marito approfittiamo sempre per andare in montagna, quando si
Calendarietto
Udienza della difensora civica
presso la sede dell'Ispettorato all'agricoltura, via Stazione 2 a Vipiteno, venerdì, 28 maggio 2021 dalle ore 9.00 alle ore 12.00, appuntamento necessario. Per informazioni: tel. 0471 946020.
Per medici e farmacie di turno vedi pag. 90 può, perché ci piace la natura, ci piace andare nelle malghe, andare a raccogliere frutti di bosco, fare giri in bicicletta, godersi la natura, anche d’inverno. Di carattere sono curiosa, aperta e spontanea. Mi è sempre interessato e mi interessa tutt’ora, viaggiare e conoscere diversi modi di vivere, ma sempre tornerò qui.
Com’è vivere qui, cosa serve sapere se si viene qui?
Per prima cosa è utile imparare almeno una lingua. Mio marito è di madrelingua italiana e forse avrei dovuto imparare prima il tedesco, perché l’italiano l’avrei appreso automaticamente. Spesso, se parlo in tedesco, mi serve troppo tempo, qui è sempre difficile perché si parla il dialetto, allora cambio e parlo in italiano. Ciò che mi rende felice è che qui c’è una biblioteca, il teatro ed altre attività culturali. Essendo un’assidua frequentatrice della biblioteca, posso leggere libri in italiano, tedesco e inglese. L’inglese l’ho sempre studiato, anche quando facevo l’Università. Io ero analista in sistemi informatici nel Mistero della Salute in Argentina. Quando qui all’inizio accendevo il computer non capivo niente. Per poter lavorare per esempio in ospedale, non avrei saputo usare il computer, non sapendo le due lingue. Senza una lingua non puoi integrarti. All’inizio mi è costato abituarmici ma quello che offre il territorio, come paesaggi e attività sportive sia in estate che in inverno mi dà l’opportunità di vivere una vita intensa.