LIBRO BIANCO DELLA CASTAGNA EUROPEA

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LIBRO BIANCO DELLA CASTAGNA EUROPEA Arginare il declino del castagno europeo per rispondere ai bisogni del mercato interno e preservare l’equilibrio economico, sociale ed ambientale delle zone di produzione a forte handicap naturale.

Scheda d'identità di la castagna in Europa :   

163.000 tonnellate di cui 104.000 nell’UE 200.000 ettari di cui 120.000 nell'UE 100.00 produttori di cui 70.000 nell'UE

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Il Libro Bianco è stato scritto grazie alle partecipazioni di: -

Union Interprofessionnelle de la Châtaigne du Périgord-Limousin, Francia (Sg. Guérin) REFCASTA, Portogallo (Sg. Laranjo) Syndicat des Producteurs de châtaigne, Francia (Sg.Vernol) Chambre d’Agriculture de l’Ardèche, Francia (Sg. Bertoncello) ProAgrosilga, Galicia, Spagna (Sg. Quinta)

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Struttura del documento 1. LA PRODUZIONE NEL MONDO ED IN EUROPA 1.1 Volumi mondiali prodotti nel 2010 1.2 La produzione in nel Sud Asiatico Cina Corea del Sud Giappone 1.3 La produzione in Europa Dati generali Evoluzione della produzione europea Produzione in ciascun paese Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, Turchia 1.4 Altri paesi del mondo Australia Cile USA

2. ELEMENTI ECONOMICI 2.1 Scambi commerciali europei Importazioni UE Esportazioni UE Esportazioni per paese: Italia, Portogallo, Spagna, Francia Scambi commerciali 2.2 Il consumo 2.3 Elementi microeconomici Prezzo alla produzione Prezzo al consumo Elementi economici alla produzione 2.4 Industria di trasformazione

3. PROSPETTIVE ECONOMICHE 3.1 Vantaggi 3.2 Costrizioni

4. AZIONI DA INTRAPRENDERE 4.1 Produzione di castagne 4.2 Trasformazione in fattoria ed industriale 4.3 Azioni di identificazione delle produzioni delle regioni Europee 4.4 Azioni di organizzazione del settore 4.5 Comunicazione 4.6 Valorizzazione del legno di castagno 4.7 Riconoscimento dei frutteti di castagno nelle politiche europee

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1. LA PRODUZIONE NEL MONDO ED IN EUROPA

1.1 Volumi mondiali prodotti nel 2010 La produzione mondiale di castagne è concentrata principalmente in due aree geografiche, il Sud Asiatico e l'Europa mediterranea, attorno a tre specie distinte di castagne:   

Castagna crenata Giapponese Castagna mollissima Cinese Castagna sativa Europea

A partire dal 1950, in Francia, sono state create delle specie ibride di queste tre tipologie di castagne al fine di lottare contro alcune malattie che influiscono sul castagno europeo (malattia delle radici e del tronco). Queste nuove varietà sono oggi in forte sviluppo. Una quarta specie, la Castagna dentata, era presente in America Settentrionale, questa però è scomparsa a causa di alcune malattie come la “blight disease” (Chryphonectria parasitica). Tavola della produzione mondiale nel 2010:

Volumes exprimés en tonnes

Source : FAOSTAT

Asie

1 736 500

Europe

169 417

Chine

1 620 000

Turquie

59 171

Corée du Sud

82 300

Italie

42 700

Japon

23 500

Portugal

22 400

Corée du Nord 10 700

Espagne

18 600

Grèce

11 000

France

9 536

Albanie

5 500

Hongrie

280

Pologne

230

Produzione mondiale: 1.900.000 tonnellate AREFLH 33000 BORDEAUX - Tel : +33.5.56.48.88.48

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La produzione mondiale di castagne deriva principalmente da due bacini di produzioni: il Sud Asiatico (in via di sviluppo) e l’Europa mediterranea (che invece regredisce). Due zone principali:   

Sud asiatico: Cina, Corea, Giappone Europa mediterranea: Turchia, Italia, Portogallo, Grecia, Spagna, Francia Paesi emergenti: Australia, Cile, Stati Uniti

1.2 La produzione in Asia Regione di Pekin

1.2.1 Cina La Cina è il primo produttore mondiale di castagne, i volumi prodotti variano enormemente a seconda delle fonti: 300.000 tonnellate secondo i professionisti cinesi incontrati in occasione della missione AREFLH/BGSO nel settembre 2005 e 1.620.000 tonnellate secondo FAO STAT. Molte spiegazioni: Al fine di essere più precisi, gli strumenti di censimento si sono evoluti nel corso degli anni. Le castagne rimangono perlopiù prodotti alimentari di base delle popolazioni contadine e non danno luogo a commercializzazione. Per quanto riguarda la parte commercializzata, questa lo è soprattutto localmente ed in via amichevole, cosa che rende ogni studio statistico sulla produzione e sulla commercializzazione molto approssimativo. Zone di produzione Gran parte della produzione proviene dal Sud-Est. Il raccolto comincia ad agosto, in modo tale da poter essere esportato molto presto, arrivando così sul mercato europeo fin dal mese di ottobre. Una produzione più ridotta (30.000 tonnellate) è situata invece nel nord del paese (regione di Pechino). Questi volumi sono trasformati, cucinati, pelati, confezionati in sacchetti da 50 a 100g ed infine esportati verso il Giappone, l'America Settentrionale e l'Europa. AREFLH 33000 BORDEAUX - Tel : +33.5.56.48.88.48

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1.2.2 Corea del Sud La Corea del Sud è il secondo produttore mondiale con 82.300 tonnellate di castagne nel 2010. La missione dell’AREFLH condotta nel 2005, teneva però conto di 70.000 tonnellate. La totalità dei frutteti deve la sua esistenza al programma di sviluppo economico che il paese ha intrapreso negli anni ‘70. I frutti di grandi dimensioni sono esportati, freschi o sempre più spesso trasformati, soprattutto verso il Giappone. Questo mercato, essendo fortemente soggetto alla concorrenza da parte della Cina, ha avviato un programma d'esportazione verso l'Europa a partire dal 2008.

1.2.3 Giappone Con un volume di 23.500 tonnellate, la produzione giapponese è in forte arretramento. Il Giappone, che dispone di una forte tradizione culinaria attorno alla castagna, si rifornisce, in particolare di prodotti trasformati, dalla Corea ed a partire dal 2000 dalla Cina. Il Giappone è un mercato interessante e remunerativo per prodotti di qualità,ma anche dopo poco in Europa (Italia, Spagna)

1950 1970 1977

27000 T 50000 T 59000 T

Source : mission CNICM France au Japon, sept 1979

2010

23500 T

Source : FAO Stat

1.2.4 Evoluzione della produzione in Asia Chesnut ASIA production - Données FAO ( 1961 - 2010 ) 1800 1620,0

1600

Scala proporzionale al valore della curva della Cina (blu)

1400

Volums (x 1000) T

1200 1000 800 600

CHINA

400

JAPAN

200

129,0 27,5 0 0,5 1961

82,2 1969

1977

1985

1993

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2001

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KOREA, REP. OF

23,5 2009

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1.3 La produzione in Europa

Dati generali Tavola: produzione europea nel 2010: 163.200 tonnellate L’elevata produzione che ebbe luogo nei paesi europei durante il 19° secolo è fortemente regredita in seguito a malattie per poi crollare a partire dagli anni ‘60. Fino ad allora tale produzione rappresentava un’importante fonte di sostentamento per le popolazioni rurali; quest’ultima fu poi sostituita da altri alimenti, come la patata ed i cereali. La sua regressione segue l'evoluzione delle popolazioni rurali. Anche se una parte dei volumi prodotti è consumata localmente, la maggior parte dei volumi raccolti è messo in vendita. Si distinguono due impieghi del frutto: Consumo fresco: i frutti sono proposti freschi ai consumatori. Questo primo modo di consumo sta regredendo. Consumo trasformato: i frutti sono pelati e trasformati prima di essere consumati (farina di castagna, purea e creme, castagne intere, in conserva, marron glacé, ecc.) Localizzazione È una produzione situata in zone ad altitudine media, da 200 a 400 metri, a forte handicap naturale. Nessuna produzione agricola gli è sostituibile. Svolge dunque un ruolo determinante nell'equilibrio naturale di questi territori. Quando questi castagneti vengono abbandonati, il paesaggio ridiventa una sodaglia (conseguenza dell'abbandono di ogni valorizzazione economica di questi terreni difficili). Economia familiare Nella maggior parte dei casi, questa produzione è basata su un'economia familiare di raccolta associata alla pastorizia. L'esodo dalle campagne, in questi territori difficili, comporta ancora ai nostri giorni l'abbandono dei castagneti.

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Tipo di frutteti La maggior parte dei castagneti è oramai vecchia (oltre 100 anni) e soffre di un deterioramento naturale legato all'età degli alberi, alle malattie, in particolare una malattia dell’inchiostro (phytophora), e dall'arrivo di un insetto originario dalla Cina, il cynips, nel 2002; tutto ciò comporta un ribasso della produzione che può raggiungere l'80%. I programmi di ristrutturazione di questi castagneti (attraverso delle rigorose potature), hanno permesso il mantenimento, anche se ridotto, della produzione in molte regioni europee. Nonostante ciò, a livello globale, gli alberi e le superfici di produzione regrediscono e continueranno a regredire.

Molte regioni europee si sono impegnate in programmi di piantagione di nuovi castagneti: 

a partire dalle varietà locali: è il caso in particolare delle regioni del nord del Portogallo che vedono così crescere la loro produzione nazionale in modo significativo.

a partire da varietà create in Francia dall'INRA fin dal 1960. Il programma di creazione continua ancora oggi nella regione di Bordeaux (collaborazione INRA, CTIFL, INVENIO). Queste varietà sono dette ibride poiché incrociano le specie Castanea sativa (Europa), C. crenata (Giappone) e C. mollissima (Cina). L'obiettivo della ricerca è il conseguimento di varietà resistenti alle malattie.

Un frutteto “nuovo” è stato sviluppato con queste varietà (Marigoule e Bouche di Bétizac), soprattutto nel sud-ovest della Francia e più recentemente in altre regioni europee. Questo tipo di frutteto è in espansione e costituisce la sola vera alternativa al crollo della produzione europea.

La meccanizzazione (raccolto in particolare) e l'itinerario tecnico sono relativamente ben controllati. Le varietà attualmente coltivate producono frutti di grandi dimensioni destinati al mercato del fresco. Nuove varietà sono in grado di essere sviluppate per fornire l'industria della trasformazione.

La piantagione di nuovi frutteti, sia delle varietà tradizionali che delle nuove, costituisce l’unica vera alternativa al crollo della produzione europea.

Volontà di rinnovare i frutteti esistenti In Francia sono in corso dei programmi di ricerca e di sperimentazione il cui obiettivo è quello di identificare dei portainnesto tolleranti alle malattie ed adattabili alle condizioni di produzione in zone aride. Quest’ultimi permetterebbero di sviluppare piantagion di varietà sativa o ibrida. Essi mirano in particolare a colmare gli spazi lasciati vuoti nei frutteti vecchi a seguito della mortalità di alcuni alberi. Un nuovo pericolo in Europa: il cynips del castagno (Dryocosmus kuriphilus) Il cynips è considerato mondialmente come il pericolo più importante per il castagno. Attualmente, è la più grande minaccia alla produzione europea di castagne. Cynips depone le sue uova nei germogli verdi e in fase di crescita. In primavera, con la ripresa dell’attività da parte delle larve, si formano delle galle sui giovani germogli, sulle inflorescenze e sulle foglie. Gli organi della pianta colpiti non si sviluppano completamente a causa delle deformazioni generate dalle galle. La produzione di galle, secondo i livelli d'infestazione, può provocare:

  

una perdita di resistenza dell'albero, un ribasso della produzione del frutto che può variare dal 50 all' 80% ;

mortalità dei ramoscelli toccati e dei rami, in particolare gli anni più secchi. La mortalità dell'albero intero giunge soltanto su piante già colpite da altre malattie.

Questo piccolo insetto proviene dalla Cina. Scoperto in Italia nel 2002, ha contaminato gli altri paesi europei: Francia (2005), Slovenia (2005), Ungheria (2009) e Svizzera (2009). A oggi, con una sola eccezione, tutte le varietà sative o ibride possono essere colpite da questa malattia. L’unico metodo di lotta in frutteto è di tipo biologico: tramite emissioni di un parassitoide, il Torymus sinensis. Il suo sviluppo deve essere intensificato poiché la cynips è in forte progressione. Tuttavia, questa lotta biologica produce i suoi effetti in tempi molto lunghi. Occorrono infatti molti anni affinchè la popolazione di Torymus sia sufficientemente importante da far abbassare il numero di cynips. Dunque una riduzione della produzione per alcuni anni è inevitabile nelle regioni colpite. Se si vuole evitare che molti castagneti siano AREFLH 33000 BORDEAUX - Tel : +33.5.56.48.88.48

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abbandonati, è indispensabile creare dei programmi di sostegno specifici per i produttori al fine di attenuare questo ribasso temporaneo di produzione, che di conseguenza accentua la diminuzione strutturale della produzione europea.

1.3.1 Evoluzione della produzione Europea 1961

1965

1970

1975

1980

1985

1990

1995

2000

2002

2005

2008

2009

2010

FRANCE

71,2

82,4

47,6

39,2

24,4

14,2

13,5

11,0

13,2

11,2

8,1

6,3

8,7

9,5

GREECE

12,6

14,6

17,4

16,2

14,3

10,3

10,8

12,5

13,2

12,4

12,3

9,8

11,0

11,0

ITALY

123,8 86,5

66,4

69,3

63,4

38,8

49,5

71,9

50,0

54,3

52,0

55,0

52,1

42,7

PORTUGAL 82,0

47,0

91,6

32,7

20,2

17,0

20,4

23,2

33,3

31,4

22,3

22,0

20,7

22,4

SPAIN

99,0

88,0

81,0

25,0

24,3

27,5

23,6

20,1

19,2

19,3

18,6

15,0

16,0

18,6

TURKEY

38,4

33,0

48,0

47,0

58,5

59,0

80,0

77,0

50,0

47,0

50,0

55,3

61,7

59,1

U.E.

388,6 318,5 304,0 182,4 146,6 107,8 117,8 138,7 128,9 128,6 113,3 108,1 108,5 104,2

EUROPE

427,0 351,5 352,0 229,4 205,1 166,8 197,8 215,7 178,9 175,6 163,3 163,4 170,2 163,3

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Quantités en milliers de tonnes

1.3.2 La produzione in ciascun paese Italia

Si stima che la produzione di castagne in Italia sia di circa 45 000/50 000 Tonellate. La castagna rappresenta quasi l’88% del raccolto e il 12% è costituito invece da marroni. I dati italiani del 2008 mostrano che la superficie dei castagneti è concentrata soprattutto nelle regioni centrali e meridionali del paese, in particolare in Campania (13.300 ha, 22 000 T), Calabria (10.700 ha, 11 000 T), Toscana (7.800 ha, 5400 T), Piemonte (5.400 ha, 6.500 T), Lazio (5.200 ha, 6 000 T), Abruzzo (1.600 ha, 1050 T) ed Emilia Romagna (2.200 ha, 1.900 T). Tra il 2000 e il 2003, in Italia c'è stato un fenomeno di ristrutturazione della cultura dei castagneti che ha condotto ad una riduzione del 30% della superficie a loro destinata. Nonostante questo forte ribasso, un nucleo duro di produttori di castagne si è costituito attorno a 39 “Comunità Montana„ con 34.000 unità di produzione. Quasi il 77% delle superfici si trovano in zone di montagna ed il 22% in zone collinari. I lotti di castagni sono di superfici piccole e medie. Il 40% della superficie dei castagneti italiani è compreso nella classe di SAU 0 - 5 ettari, mentre la superficie media piantata è di circa 1 ettaro. Si nota che alcuni dati statistici si riferiscono a superfici molto importanti, ma che una parte soltanto è effettivamente coltivata. Queste castagne, di dimensioni più piccole, prodotte dai castagneti forestali non innestati, sono orientate sul prodotto disidratato e la farina. L'organizzazione ed il sostegno alla produzione avviene attorno a Gruppi d'Azione Locale, portatori di azioni di qualità, come ad esempio la creazione di 5 IGP e 2 DOP; 9 DOP sono invece in corso di riconoscimento.

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Les chiffres de la production cultivée Surfaces Volumes Régions (Ha) (Tonnes) Campanie Calabre Piémont Toscane Latium Emilie Romagne Abruzzes Sicile

13 300 10 700 5 400 7 800 5 200 2 200 1 600 ?

19 600 9 600 5 800 5 400 7 000 1 900 1 050 500

TOTAL

46 200

50 850

Portogallo La produzione della castagna portoghese varia da 25.000 a 30.000 T per una superficie totale di 34.457 Ha (secondo le statistiche). Ma i ricercatori pensano che la produzione sia vicina alle 50.000 T (1,5 T/Ha). Le zone di produzione si situano nelle regioni dell'Alto Duero, del Tràs osso monte e di Beira intérior, in zone la cui altitudine varia tra i 600 m e i 1.000 m. Oggi, frutteti si iniziano a essere introdotti sui terreni fertili del Minho, al livello del mare. Le superfici, dopo essere diminuite a causa della malattia dell”'inchiostro” (phytophtora), sono in corso di reimpianto (15 000 ha piantati nel corsi degli ultimi venti anni) e la produzione da frutto è sempre più importante, ma non soddisfa la domanda. In queste regioni d'agricoltura di montagna, tale produzione svolge un ruolo essenziale d'ordine ambientale e sociale con il mantenimento di sistemi agro marginali ed una partecipazione attiva alla conservazione del patrimonio paesaggistico. Per promuovere l'organizzazione ed il sostegno del settore, una rete si è organizzata: la Rede Portuguesa da Castanha (FefCast).

Superficie (ha)

Volume (T)

Continente

34.457

22.105

Norte

30.386

18.435

Centro

3.527

2.872

Lisboa

5

6

Alentejo

523

778

Algarve

16

14

Madeira

94

63

Açores

65

182

Regione

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Spagna La produzione della castagna spagnola è in forte ribasso: 16 000 - 18 000 T circa. Le principali zone di produzione sono la Galizia, la Castille e Léon, l'Andalusia e l'Estremadura. Si trovano castagneti di bosco anche nelle Asturie, in Catalogna ed in Biscaye, ma la produzione non è significativa. La superfice coltivata a castagneti corrisponde a circa 80 000 ha, ma una parte importante di questa è stata abbandonata negli ultimi venti anni ed il raccolto stimato a circa 23 000 T prima degli anni 2000 è crollato di circa il 30% ai giorni nostri. I dati forniti da FAO STAT, che tengono conto di una produzione di 5.500 tonnellate non sono conformi alla realtà, ciò è confermato dai volumi commercializzati di cui siamo al corrente.

Le cifre della produzione coltivata Superfici Regioni Volumi (T) (Ha) Galice Castille et Léon Extremadure Andalousie Catalogne

11 000 3 000 1 800 2 800 50

TOTAL

18 750

Francia La produzione della castagna francese oscilla tra le 8.500 e le 12 000 T, per una superficie di frutteto di circa 10.000 ettari. La produzione è assicurata da due tipi di frutteti con caratteristiche proprie: 

Un frutteto vecchio chiamato “tradizionale„. È il frutteto attualmente maggioritario, tanto in superficie quanto in volume di produzione. È costituito da decine di varietà della specie europea di castagno, Castanea sativa. È derivato da frutteti più volte centenari. È localizzato principalmente in montagna, in zone a forte pendenza. Questo frutteto ha un ruolo molto importante per l'equilibrio dei sistemi operativi di queste zone svantaggiate. Molto spesso il castagno è la sola possibilità di cultura nelle pendenze in cui si trova.

Un frutteto recente costituito di varietà ibride o tradizionali. Le varietà ibride sono generalmente derivate da incroci volontari tra la specie europea Castanea sativa e le specie giapponesi (Castanea crenata) o cinesi (Castanea mollissima).

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Alcune azioni di “qualità” hanno permesso la creazione di 2 AOC (Corsica ed Ardèche). Denominazioni come AOC/AOP (castagna delle Cévennes) ed etichette rouge/IGP (sud-ovest) sono in fase di elaborazione E’ possibile distinguere il castagneto da frutto dal castagneto di bosco: essi hanno differenze molto importanti in termini di superficie. Il castagneto da frutto è costituito da terreni in cui sono stati piantati castagni scelti per la produzione della frutta e deriva soprattutto da varietà innestate e da alcune varietà di produzione diretta. Il castagneto di bosco francese, invece, non è utilizzato per il raccolto del frutto. È costituito da bosco ceduo o da miscuglio bosco ceduo/boschetto e da frutteti tradizionali abbandonati. Può essere sfruttato per la produzione di legno di qualità o di legno da ardere. Il castagneto di bosco francese ha una superficie stimata di 1 milione di ettari, cioè il 50% della superficie europea. In Francia, infatti, il castagno è la terza tipologia di legno da ardere dopo la quercia ed il frassino. Il castagneto di bosco francese deriva principalmente da vecchi frutteti, molti dei quali sono stati tagliati nel XX° secolo per lo sfruttamento del tannino. Produzione in agricoltura biologica (fonte Agenzia Biologica) Nel 2010, la castagna è la terza produzione francese di frutta in agricoltura biologica (dopo la noce e l'oliva). Circa il 30% della produzione di castagna è certificato o in conversione verso l’agricoltura biologica. Produzione biologica

Superfici (certificate e in conversione)

Numero di sfruttamenti

2010

2414 ha

369

2011

2942 ha

462

Le cifre della produzione coltivata (Francia) Dipartimento

5 000 1 500 1 000 950 800 650 630 420 125 80 75 70

Volumi (Tonnellate) 5 000 1 100 1 100 1 500 800 700 500 420 125 80 225 70

400 400

400 400

12 100

12 420

Superfici (Ha)

Ardèche Dordogne Corse Corrèze Lozère Gard Var Charente Hérault Alpes Maritimes Drôme Alpes de Haute Provence Lot Haute-Vienne

TOTAL

Grecia AREFLH 33000 BORDEAUX - Tel : +33.5.56.48.88.48

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I dati relativi alla produzione della castagna greca sono mal conosciuti. I frutteti si trovano principalmente in zone di montagna. La produzione stimata è di circa 12.000 tonnellate per una superficie di 10.000 ettari; quest’ultima non è esportata. La Grecia importa castagne fresche dalla Turchia e dal Portogallo ed i prodotti trasformati dall'Italia e dalla Turchia. Fonte: relazione del Sig. Demetris GALIAKIS per la regione dell'est, di Kissavos ed il fondo Olympu Turchia La Turchia è un paese produttore di castagna con un volume attuale di 60.000 tonnellate circa. Anche in questo paese si fa riferimento ad una castagna tradizionale d'altitudine (400 a 1200 m). Le zone di produzione principali sono situate nelle regioni di Izmir, all'ovest, con il 70% dei volumi, cioè 45.000 tonnellate, e nella regione di Bursa, a sud di Istanbul, con il 20% dei volumi, cioè 10.000 tonnellate. Dopo avere conosciuto un picco di produzione (90.000 tonnellate) nel 1970, i volumi raccolti sembrano regredire progressivamente. Il deterioramento degli alberi è stato segnalato da professori universitari, in particolare nella regione di Bursa (mallatia dell”'inchiostro”, phytophtora). La Turchia esporta, verso l'Europa soprattutto il prodotto fresco: Italia, Francia, Germania (grazie alla sua forte Comunità Turca), ma anche verso il Libano, Israele ed i paesi arabi del Medio Oriente. I prezzi pagati alla produzione crescono a causa della domanda europea, da 1,2 a 1,6 € in un anno normale, fino a 2,8 € negli anni di produzione debole. Fonte: missione di vigilia concorrenziale AREFLH/BGSO in Turchia, nell'ottobre 2007

1.3.3 Altri paesi del mondo Benché non registrate finora dalla FAO, siamo al corrente, grazie ai nostri scambi professionali, di produzioni in molte altre regioni del mondo. Australia Produzione 2011: 2.000 tonnellate, 1.000 ettari, 300 produttori Regione di Victoria al Sud-Est del paese, varietà italiane ed ibride francesi Prospettive 2012: 2.500 tonnellate, 1.250 ettari Commercializzazione del prodotto fresco e trasformato sul mercato interno Fonte: Chestnuts Australia Inc

Cile

Alcuni operatori privati da 8 anni, hanno intrapreso la costituzione di un frutteto a partire da varietà ibride francesi, con il fine di esportarle in Brasile ed in Giappone. Superficie: 1.000 ha, potenziale: 500 tonnellate USA Frutteti della varietà ibrida francese “Bocca di Bétizac„ sono registrati in California ed approvvigionano il mercato locale.

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2. ELEMENTI ECONOMICI 2.1 Scambi commerciali europei 2.1.1 Importazioni UE I paesi europei, nel 2010, hanno importato circa 7300 T di castagne provenienti da paesi extracomunitari per un valore di 10,05 milioni di euro. L'Italia importa una parte relativamente importante di castagne provenienti dalla Turchia (tra 800 e 1500 T), ma anche dall'Albania (500 a 900 T) e dalla Cina (300 a 400 T). Le importazioni dalla Cina si sono abbassate negli ultimi due anni. Nell'UE, le importazioni italiane si fanno soprattutto con il Portogallo (1400 T) e la Spagna (1900 T). Negli scambi mondiali, la principale zona d'importazione è l'Europa. A livello europeo, per molto tempo, la Francia è stata la principale importatrice di castagna. Tuttavia, l'Italia ha aumentato il volume delle sue importazioni negli ultimi vent’anni, superando così la Francia.

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2.1.2 Esportazioni UE

2.1.3 Scambi per paese Italia      

L'Italia è il primo paese esportatore dell'UE in volume ed il secondo mondiale dopo la Cina. 17.442 tonnellate, cioè il 40% dell'equivalente della sua produzione 50.1 milioni di Euro 75% della parte esportata lo è nell'UE. Francia 30%, Svizzera 14%, Germania 11%, Austria 11% il 25% è esportato fuori dall’UE, verso gli USA 9%, il Canada 4.6%, il Giappone 2.8% Principali prodotti: marron glacé, farina, purea, frutta fresca

L'Italia conta più di 94 associazioni di produttori di castagne, raccolte in “ Comunità Montane„. È il primo paese produttore di castagna dell'Unione Europea con una produzione media che va dalle 50 000 alle 55 000 tonnellate, ma anche il più grande paese consumatore d’Europa con 42.000 Tonnellate di consumo interno di castagne.

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Importazioni Italia

Volumes Importation Pays hors Europe 2010 1539 Tons Albania Turkey 691,7 T 525,5 T 46% 35%

Switzerlan d 22,3 T 2% China 39,2 T Chile 3% 48,6 T 3%

Valeurs en K€ Importation Pays hors Europe 2010 1952 K€ Albania 484,68 K€ 26% Bosnia Herzegovi na 131,48 K€ 7%

Bosnia Herzegovi na 167,3 T 11%

Turkey 1008,88 K€ 55%

Switzerlan d 101,89 K€ 6%

Chile 47,21 K€ 3% China 51,16 K€ 3%

Esportazione Italia

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Portogallo      

Il Portogallo esporta una grande parte della sua produzione. Dal 50 al 60% della sua produzione è esportata, cioè 15.000 tonnellate Gran parte della produzione è esportata fresca, verso il Brasile (4.000 t), ma anche verso l'Italia, la Francia, la Spagna ed il Regno Unito. Tradizionalmente il Portogallo (con la Spagna) fornisce di frutta fresca le industrie di trasformazione in Francia e Italia. Il resto del prodotto (una minor parte) è esportato dopo una prima fase di trasformazione: frutti pelati e congelati. Fabbriche di prima trasformazione si sono sviluppate dagli anni ‘90. I frutti di dimensioni inferiori sono esportati verso i fabbricanti di crema di castagna (Ardèche in Francia, e Italia)

Importazioni Portogallo

Esportazione Portogallo

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Spagna   

La reputazione della Spagna era “grandi volumi poco costosi„ Con la regressione della produzione, i volumi esportati verso le imprese di trasformazione francesi ed italiane sono diminuiti. Delle unità di prima trasformazione si sono sviluppate a partire dal 1980.

Importazioni Espagne

Exportations Espagne

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Francia  

La Francia esporta circa il 35% della sua produzione: principalmente prodotto fresco. Esporta principalmente verso la Germania, ma anche in Svizzera, nel Benelux e nel Regno Unito. In totale circa 3.029 tonnellate sono esportate verso l'Europa.

Importazioni Francia

Esportazione Francia

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Grecia Importazioni

Esportazioni Grecia

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2.2 Il consumo in Europa 2.2.1 Un consumo in regressione Principali caratteristiche:  

Frutto tradizionale che fungeva da prodotto alimentare di base delle popolazioni rurali Consumo del frutto fresco in autunno (periodo di raccolto) e in frutta trasformati – marron glacé, castagne in conserva (tacchino alle castagne) - per le feste di Natale.  Consumo del prodotto grigliato durante il periodo invernale.  Dualità contradditoria del prodotto: prodotto alimentare povero (popolazione rurale) e di lusso (marron glacé) in occasione delle feste.  Prodotto difficile da preparare da parte del consumatore. Allo stato fresco infatti, occorre eliminare le 2 pelli per poterlo cucinare. Globalmente, il consumo europeo regredisce, facendo così regredire anche la produzione.    

Il contesto generale non è favorevole a questo prodotto Mancanza di tempo da parte del consumatore moderno che trascura questa frutta poiché è troppo complicata da pelare. Ricerca permanente di argomentazioni sulla salute della castagna (spesso assenti a torto). Dimenticanza del prodotto che “decora„ ancora i banchi frutta e verdura d'autunno, ma che è consumato soltanto in autunno ed al momento delle feste di Natale.

2.2.2 Italia, Francia, Spagna e Portogallo Il consumo della castagna in Italia è orientato, per il 45 - 50%, al frutto fresco. Per i marroni, le possibilità di trasformazione agroalimentare sono aumentate, il 40% di quest’ultimi è consumato sotto forma di dolciumi e prodotti pelati congelati, mentre il 10% è destinato alla produzione di disidratati e di farina. In Francia, a seconda degli anni, la produzione nazionale consumata dal mercato riguarda il prodotto fresco commercializzato da gruppi organizzati di produttori, ma anche da operatori commerciali. Solo i frutti di piccole dimensioni ed i frutti divisi delle varietà di castagne sono sfruttati dall'industria della trasformazione, soprattutto in purea in Ardèche ed in farina in Corsica. Le castagne importate sul territorio francese sono utilizzate per il 90% dall'industria agroalimentare e trasformate per la confetteria e per la conserva e vengono consumate soprattutto durante le festività natalizie. In Spagna, come in Portogallo, nonostante le zone di produzione siano chiaramente identificate, la commercializzazione è molto dispersa, e realizzata soprattutto da operatori commerciali privati. Esistono poche strutture di produttori aventi un peso significativo sul mercato. Il consumo del prodotto fresco avviene principalmente in autunno, a volte crudo in Spagna.

2.3 Elementi microeconomici 2.3.1 Prezzo alla produzione Mercato Degli Ortofrutticoli Freschi:

1.5 a 2.5€/kg

Mercato della trasformazione:

0.5 a 1.2 €/kg per la sbucciatura industriale 2.5 a 3.5 €/kg per i moarron glacé

2.3.2 Prezzo al consumo Mercato Degli Ortofrutticoli Freschi:

3 a 6 €/kg

Mercato della trasformazione: Rendimento

2kg frutta fresca = 1 kg di frutta pelata 4 kg di frutta fresca = 1 kg di farina

Castagna in conserva: 3.5€/kg

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Prezzi pubblici medi Mercati per il grande pubblico

RICAVI

Produzione in fattoria

Prodotti industriali

Castagne al naturale (pelate, cucinate, in conserva)

10 a 18€/kg

2,5 a 10€/kg

Farina di castagna

10 a 15€/kg

6 a 10 €/kg

Crema di castagna

10 a 18€/kg

Da 3 a 6 €/kg

Purea di castagna

10 a 15€/kg

2,5 a 5€/kg

Castagne fresche in confezioni pronte da consumare

senza prodotti

8 a 10 €/kg.

I prezzi di vendita per il grande pubblico permettono oggi una retribuzione interessante per la produzione.

2.3.3 Elementi economici alla produzione Rendimenti:

0.5 a 1,5 T/Ha in frutteto anziano 1 a 3 T/Ha in frutteto recente

Costo di produzione: variabile da 0,50€/kg a 1,50/kg fuori costo di raccolto inclusi Le spese di raccolto sono variabili da 0,50€/kg (raccolto meccanico con sovvenzione sul materiale) a più di 1 €/kg (raccolto manuale). Il raccolto è generalmente realizzato dall'esercente. L'orario di lavoro è generalmente remunerato al di sotto del costo della mano d'opera dipendente. Costo di piantagione: 5.000 €/Ha Costo per la riabilitazione di un castagneto abbandonato: molto variabile in funzione dello stato del frutteto stesso, dell'accessibilità e dei lavori da realizzare (potatura in particolare): stima: di 1.500 €/ha a più di 7.000 €/Ha

2.4 Industria di trasformazione La castagna è un frutto fresco che si consuma quasi sempre cotto, arrostito o bollito dopo la sbucciatura. È abbastanza naturale che nei confronti di questo frutto sia stato rapidamente mostrato un forte interesse per nuove trasformazioni come alternativa valida alla sua valorizzazione ed al fine di aumentare la diversità dell'offerta di quest’ultimo presso i consumatori. Le principali trasformazioni del prodotto, hanno permesso di migliorare la conservazione attraverso l’essiccazione. La prima trasformazione conosciuta è il confisage per la produzione di marron glacé. È di gran lunga il più vecchio metodo utilizzato per trasformare la castagna con una cottura a base di zucchero. La Francia e l'Italia sono i capofila incontestati di questa trasformazione (confisage), da cui si può acquisire il "know-how" preciso per la preparazione di questo prodotto. Più recentemente, negli anni 70, l'industria della sbucciatura si è sviluppata con la comparsa di un materiale per la sbucciatura delle castagne e per rispondere a nuove domande di consumo. Gradualmente, i paesi europei produttori di castagne si sono forniti di unità di trasformazione industriale per la sbucciatura di quest’ultime, ma anche per la fabbricazione di crema e purea di castagne. La Francia, in seguito alla creazione di questo strumento industriale, ha favorito lo sviluppo di una ventina di unità industriali di trasformazione che si sono sviluppate nei due principali bacini di produzione della castagna: AREFLH 33000 BORDEAUX - Tel : +33.5.56.48.88.48

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Ardèche e Périgord, con una produzione annuale di 13.900 tonnellate che generano così un fatturato di 119milioni di euro. In Italia, in Campania, in Piemonte, nel Lazio ed in Toscana, sono nate, e si sono sviluppate, numerose fabbriche attorno a questa produzione elaborando castagne pelate congelate ma anche castagne candite e gelate. L'Italia è il paese europeo con il consumo di prodotto trasformato più importante e la sua industria di trasformazione è molto differenziata. La produzione italiana raccoglie piccole imprese artigiane e PMI nelle regioni produttrici di castagne di tutta l'Italia che producono 33 000 Tonnellate e realizzano un fatturato di 250 milioni di euro. Al Nord Ovest della Spagna, la regione di Galizia produce oltre il 70% dell’intera produzione spagnola ma anche nel Léon, due fabbriche di marron glacé e crema e tre fabbriche di castagne pelate congelate, si sono sviluppate negli anni ‘80 con altre piccole imprese artigiane per trasformare 5 500 Tonnellate, che generano così circa 20 milioni di euro di fatturato. Una grande parte di questi prodotti trasformati è esportata negli altri paesi europei ed in Giappone.

Produzione Industriale della Castagna europea Dati 2010

Castagne secche 3%

Farina di castagna 5%

Marrons Glacés 7% Castagne candite 5%

Crema e puree 16%

Conserve di Castagne 12%

Castagne pelate congelate 49%

Castagna sotto vuoto 3%

Grafico realizzato da JL BELLAT

In Portogallo, a partire dagli anni ‘90, tre fabbriche di trasformazione di castagne pelate congelate, si sono create nelle regioni del nord e concentrano la produzione portoghese. Questa produzione industriale varia da 5 000 a 6 000 Tonnellate per un fatturato di 25 milioni di euro ed è principalmente rivolta verso la trasformazione di castagne pelate congelate che vengono poi esportate all’ 80% verso gli altri paesi europei ed il Brasile. Più della metà della produzione europea di castagne coltivate e raccolte è attualmente destinato alla trasformazione industriale ed artigianale, con circa 58 500 Tonnellate di castagne elaborate prodotte. La produzione industriale ha assunto, da allora fino ad oggi, molta più importanza poiché porta nuove possibilità di consumo della castagna in un mondo in cui il consumatore pone sempre maggiore attenzione alla ricerca di un

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prodotto naturale e sano, ma allo stesso tempo facile da consumare. I prodotti trasformati, elaborati sotto diverse forme, facilitano l'utilizzo di questo frutto naturale e silvestre in molte preparazioni culinarie. La trasformazione della castagna è concretamente una risposta pratica alle necessità dietetiche del consumo moderno ed agli equilibri nutrizionali imposti dai consumatori in ricerca di una migliore igiene di vita.

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3. PROSPETTIVE EUROPEE 3.1 Vantaggi 3.1.1 Mercato   

Mercato non soddisfacente in termini di volume, che deve fare ricorso a prodotti d'importazione fuori UE per essere soddisfatto (Turchia, Cina, Corea) Prezzi al consumatore che possono permettere di remunerare i vari attori del settore (produttori, trasformatori). Aumento regolare delle vendite dei prodotti trasformati.

3.1.2 Prodotti 

Un'industria della trasformazione dinamica (prima trasformazione e prodotti freschi): Italia, Francia, Spagna, Portogallo

Una gamma estremamente varia di prodotti a base di castagna per ricette salate o zuccherate:

 castagna fresca: un piacere d'autunno e d'inverno, da mangiare arrostita o cucinata nell’acqua    

(purea, castagna intera in accompagnamento di piatti, ecc.). prodotti secchi: farina, castagna intera secca, incrinature (da utilizzare come il riso), paste, ecc. dolciumi: creme e confetture, marron glacé, pasticceria, ecc. bevande: sciroppi, liquori, birre, ecc. minestre, gastronomia a base di castagna, ecc.

Confezionamenti vari: fresca, in conserva, congelata, sotto vuoto, ecc.

Un reale vantaggio per la salute: prodotti alimentari senza glutine. La malattia della celiachia o l’intolleranza al glutine è oggi una delle malattie digestive più frequenti. Si ritiene che una persona su 100 possa sviluppare questa malattia in Europa. La frequenza della malattia sembra identica nel continente nordamericano. In Francia, soltanto dal 10 al 20% dei casi sarebbero oggi diagnosticati. (Fonte: Associazione Francese degli Intolleranti al Glutine - www.afdiag.fr)

Caratteristiche dietetiche favorevoli:

 Tonicità: Il valore energetico della castagna è comparabile a quella dei cereali (180 Kcal per 100g). Inoltre, i suoi zuccheri hanno il vantaggio di liberare gradualmente la loro energia, essendo quindi ideali per gli sportivi e la resistenza allo sforzo.

 Equilibrio: le sue proteine accompagnate da latticini danno un equilibrio alimentare perfetto.  Minerali: generosa in potassio e magnesio, che aiutano a lottare contro lo sforzo e la stanchezza; e ben fornita in calcio, ferro e oligoelementi.

 Vitamine: il contributo di vitamina C per 100 g di castagne è equivalente a 100 g di limone.  Acidi grassi insaturi favorevoli alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.

3.1.3 “L'albero a pane”: una storia che ha profondamente segnato 

Un legame, spesso molto forte, ad un terreno ed a una zona di produzione: si parla a volte “di civilizzazione del castagno„: quest'albero, infatti, ha nutrito uomini ed animali per generazioni. Il suo legno è servito a riscaldare, a fabbricare mobili, barili, parquet, strutture, rivestimento delle case, ecc. Ha dato forma al paesaggio d’intere regioni. Oggi, numerose sono le donne e gli uomini appassionati di quest'albero e del suo frutto:

 I produttori di castagna certamente, AREFLH 33000 BORDEAUX - Tel : +33.5.56.48.88.48

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 ma anche numerose persone che perpetuano la conoscenza del castagno attraverso associazioni, feste e manifestazioni, musei, azioni d'istruzione rivolte ai bambini, ricettari, menù “castagna„ nei ristoranti, specialità culinarie, ..... fino agli ambasciatori della castagna. 

La castagna apporta, grazie al mantenimento di paesaggi e ad un patrimonio agricolo e socio architetturale, un contributo essenziale all'attrazione turistica delle regioni di produzione:

 Le terrazze: esse sono state costruite in zone con forti pendenze, tramite l’erezione di muretti in pietra secca, spesso alti molti metri; questi muretti sono stati costruiti secondo le curve di livello del terreno al fine di trattenere la terra (limitare il liscivazione del suolo e l'erosione idrica) e permettere la messa in coltura di questi terreni difficili: in particolare delle piantagioni di castagni.

Fotografia ©Cica/Rissoan

 “Le béalières„ o “béals„: sono piccoli canali d'irrigazione gravitazionali tradizionali. L'acqua è incanalata a partire da un fiume, da un ruscello o da una fonte sulle pendenze seguendo le curve di livello del terreno. Questi piccoli canali superano di rado i 50 cm di larghezza e i 30 cm di profondità. Questi ultimi, con le loro ramificazioni, permettono di irrigare in primavera campi, prati e frutteti. Essi sono puliti manualmente o a volte con una manutenzione meccanica adeguata (mini-pelleetc.). Le béalières, con i loro lati ricoperti da vegetazione, svolgono un ruolo depuratore delle acque di smaltimento (superficie di filtrazione). Quando sono ben curati, (evitando così un’eccessiva manutenzione), possono anche costituire zone di sviluppo per una flora specifica e luoghi di vita, di riparo e di riproduzione di molte specie animali (avifaune, piccoli mammiferi).

 Altre strutture agricole tradizionali specifiche: gli essicatoi tradizionali (“lo clèdes„ delle Cévennes), in pietra secca, utilizzati per conservare le castagne ed i mulini (in Corsica) per fabbricare la farina di castagne in settori in cui la cultura dei cereali era rara.

3.1.4 I castagneti e l'ambiente. 

La manutenzione dei frutteti gioca un ruolo molto importante nella lotta contro gli incendi.

Il castagneto da frutto è ancora per lo più costituito da frutteti vecchi. Essi sono composti da grandi alberi con sottoboschi ben tenuti. Sono comparabili solamente con pochi altri habitat naturali, forestali od agricoli. I popolamenti forestali sfruttati per il legno sono spesso più giovani e gli alberi di più piccola dimensione. I castagni vecchi sono caraterizzati da grandi cavità e anfrattuosità sulla loro corteccia; riparando così una diversità biologica eccezionale, tra cui in particolare:

 Uccelli, in particolare le specie cavicoles (picchi, civetta, gufo, ecc.).  Mammiferi cavernicoles: pipistrello (chiroptères). A livello europeo, la direttiva (CEE N°92/43) “habitat-fauna-flora„ segnala che tutte le specie devono beneficiare di una protezione rigorosa. La Francia metropolitana ospita 34 specie di pipistrelli. Tutte queste specie sono protette ed interessate dal piano nazionale di azioni a favore dei pipistrelli della Francia metropolitana 20082012. Il 2011 ed il 2012 sono, su iniziativa delle Nazioni Unite, gli Anni internazionali del pipistrello, il cui obiettivo è quello di sensibilizzare alla necessità della loro protezione.

 Insetti saproxyliques: si parla d'insetto saproxylique per tutte le specie che dipendono per una parte del loro ciclo di vita, dal legno che muore, da funghi arboricoli o dalla presenza di altri

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organismi che si nutrono della legna. Le specie saproxyliques appartengono ad una delle comunità di invertebrati più minacciate su scala europea. 

Produzione d'energia rinnovabile: anche se il castagno è “un prodotto secondario„, questo legno può rappresentare una fonte di legno-energia non trascurabile.

Contributo all’immagazzinaggio di carbonio: Concetto “di pozzo di carbonio agricolo„: L'agricoltura, tra le tante particolarità, non è soltanto una fonte di emissioni di gas a effetto serra (GES) come gli altri settori dell'economia, ma può fornire anche in alcune condizioni “pozzi di carbonio„, cioè un mezzo di immagazzinaggio (o “intrappolamento” o “sequestro”) del gas a effetto serra (il diossido di carbonio o CO2), nella biomassa (la materia organica), nel suolo e nelle piante. Sono generalmente i prati, soprattutto “i prati permanenti„ (prati naturali, lande, prati inglesi…), ad essere citati come esempio agricolo di pozzo di carbonio, poiché hanno generalmente un'attività biologica del suolo (“la vita del suolo„) più importante ed un tasso di materia Potatura di castagno - Fotografia organica più elevato della maggior parte delle altre forme agricole. Il ©Cica/Rissoan castagneto tradizionale rappresenta, a causa del ruolo che determinano i castagni nel sequestro del carbonio (stock e flusso del carbonio) nella biomassa boscosa, un tipo di immagazzinaggio agricolo ancora più efficiente (riportato all'ettaro) che i prati.

3.1.5 Produzione 

Una produzione con poco input che favorisce lo sviluppo del rilascio di attestati in agricoltura biologica.

L'agricoltura “ad alto valore naturale„ (HVN) L'Agenzia Europea dell'Ambiente (AEE) definisce le zone a HVN come “zone dell'Europa dove l'agricoltura è una forma principale (generalmente dominante) d'utilizzo dello spazio e dove l'agricoltura è all'origine - o è associato a - una grande diversità di specie e di habitat e/o alla presenza di specie d'interesse europeo„ (Andersen, 2003). Gran parte dei castagneti da frutto europei rientra in questo quadro.

Una produzione sostenuta da istituti di ricerca sperimentale efficienti:

Una rete francese strutturata: INRA/CTFL/INVENIO/SEFRA/ARMELR/AREFLEC lavora in modo concertato su un programma differenziato:

 materiale vegetale: selezione varietale, portainnesto tolleranti alle malattie, resistenza alla siccità: nuove varietà ibride create in Francia tolleranti alle principali malattie e pericoli, adeguate ad alcune condizioni di produzione.

 condotta culturale: frutteto moderno, miglioramento del lavoro in frutteto tradizionale  Stato sanitario della frutta: lotta in frutteto contro carpocapse, baladin e putrefazioni. 

Università Trás osso Montes in Portogallo: sviluppo produzioni portoghesi

Una concertazione europea (Italia, Francia, Svizzera) nella lotta contro il cynips, iniziata dai castanéiculteurs e basata sull'esperienza dell'Università di Torino e dell'Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica (INRA) di Sophia Antipolis.

Tecniche di raccolto in frutteti tradizionali che

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permettono di attenuare, almeno in parte, il ribasso della mano d'opera familiare: meccanizzazione con aspiratori, reti, ecc. 

Costi di installazioni di nuovi esercenti, su frutteti esistenti, relativamente bassi in rapporto ad altre produzioni agricole.

Il castagneto tradizionale combina spesso due produzioni: la castagna come coltura permanente estensiva e l'erba sotto gli alberi da utilizzare per il pascolo degli allevamenti estensivi.

Un'opportunità per la diversificazione degli agricoltori grazie al turismo: visita di frutteti, trasformazione e vendita del prodotti all'azienda agricola, alloggio, restauro, ecc.

3.2 Costrizioni 3.2.1 Mercato:     

Forte regressione del consumo di frutta fresca Un prodotto che beneficia di pochi sforzi di promozione Un prodotto poco identificato per le sue origini di produzione A partire dal 2005, forte concorrenza cinese, con prezzi bassi, sia sulle spese sia sul prodotto trasformato Poca o nessuna normalizzazione per il commercio del frutto fresco.

3.2.2 Produzione:         

Presenza maggioritaria di frutteti vecchi in tutti i paesi: deperiscono e sono gradualmente abbandonati, nonostante gli sforzi fatti in numerose regioni. Un frutteto è per lo più situato in zone a forte handicap naturale, tra 300 er 1200 m d'altitudine, a forte disinganno agricolo. Una rete di produttori vecchi che regredisce: scompare l'economia familiare agricola in queste regioni Varietà tradizionali sensibili alle malattie e ravageurs: phytophtora, ulcera della pelle, cynips (insetto che influisce fortemente sulla produzione di frutta) Una parte dei frutteti tradizionali è produttiva, ma non sono sfruttati e sono spesso lasciati all'abbandono, in particolare a causa della mancanza di volontà dei proprietari. Varietà tradizionali sensibili alle malattie ed ai parassiti: phytophthora, ulcera della pelle. Mancanza di portainnesto adeguati alla produzione in zone aride. Prezzi alla produzione a volte troppo deboli, in particolare per la castagna destinata alla trasformazione industriale. Frutteti tradizionali messi davanti, in numerosi settori, ad un aumento dei danni causati dalla fauna selvatica, in particolare dal cinghiale: castagne mangiate, nascoste e sporcate, ecc.

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4. AZIONI DA INTRAPRENDERE L'obiettivo è di fermare il ribasso della produzione europea di castagna, quindi di svilupparla. Molte azioni devono essere associate.

4.1 Produzione di castagne La sfida principale per tutta la produzione di castagna da frutto europeo è il cynips del castagno 

Proseguire il lavoro di lotta contro il cynips del castagno (lotta biologica con introduzione di Torymus sinensis.)

Predisporre un piano di sostegno eccezionale ai produttori per affrontare il ribasso della produzione attesa a causa del cynips del castagno, in attesa degli effetti della lotta biologica.

Appoggio al settore vivaistico.

Frutteti vecchi e tradizionali: 

favorire il raccolto dei frutteti di castagno vecchi e produttivi ma lasciati abbandonati, in particolare trattando i problemi di controllo fondiario e/o d'accessibilità dei terreni (creazione di tracciati). C'è una possibilità di produzione a breve termine.

Per attenuare il ribasso della mano d'opera familiare e migliorare le condizioni di lavoro, è necessario sviluppare la meccanizzazione del raccolto e della manutenzione dei terreni nei frutteti situati in zone a forte handicap naturale.

Aiutare il rinnovamento dei frutteti: azioni d'apertura, di potatura, d'innestatura di rifiuti di stock, piantagione di sostituzione, ecc.

Sviluppare i dispositivi del secondo pilastro attraverso le misure agroambientali (MAE) adeguate alla produzione di castagne del paese o della regione interessati, per compensare gli handicap naturali di questa produzione il cui contributo alla preservazione dell'ambiente è innegabile.

Frutteti esistenti 

Accentuare il lavoro di ricerca e di lotta per migliorare lo stato sanitario della frutta. Obiettivo: limitare le perdite legate alla frutta bacata (carpocapse, balanin) o colpita dalla putrefazione, che può rappresentare una quantità variabile compresa tra il 30 ed il 40% della produzione in alcuni anni.

Permettere l'accesso alle DPU (pagamento unico all'ettaro)

Aiutare la ristrutturazione dei frutteti.

Professionalizzare la produzione: azioni di formazione.

Favorire una politica di prezzi alla produzione remunerativi, in particolare per i frutti destinati all'industria.

Lottare contro i danni provocati dalla grande selvaggina (cinghiale, capriolo, ecc.)

Rinnovo dei frutteti: 

Sostenere programmi di piantagione di nuovi frutteti di varietà ibride e tradizionali.

Sostenere programmi d'innestatura dei rifiuti di stock.

Rilanciare un programma di creazione varietale

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Proseguire il lavoro di ricerca e di sperimentazione: 

varietà e portinnesto resistenti alle malattie ed adattabili al mercato ed alle varie condizioni di produzione, in particolare in zone aride ed in un contesto di riscaldamento climatico, ancora più accentuato dal clima mediterraneo,

Itinerari tecnici di produzione rispettosi dell'ambiente,

Tecniche di raccolto qualitativo,

Tecniche di conservazione della frutta qualitative.

4.2 Trasformazione di fattoria ed industriale   

Innovazione prodotti Investimenti materiali ed immateriali Formazione

4.3 Azioni di identificazione delle produzioni delle regioni Europee  

IGP AOP

4.4 Azioni d'organizzazione del settore   

Organizzazione di produttori Interprofessioni nazionali Federazione Europea della Castagna

4.5 Comunicazione Due assi principali di comunicazione possono essere previste: 

Valorizzazione del frutto. La funzione principale di un castagneto coltivato è quello di produrre castagne destinate all'alimentazione. La produzione di castagne a livello europeo dispone di vantaggi che una politica di comunicazione adeguata deve fare conoscere presso i consumatori ed i professionisti dell'industria agroalimentare.

Valorizzazione del castagneto da frutto e del suo impatto socioeconomico in territori rurali fragili: azioni d'informazione e di sensibilizzazione sul carattere patrimoniale del castagneto, valorizzazione turistica, impatto favorevole alla biodiversità,…

4.6 Valorizzazione del legno di castagno Nell’ambito della manutenzione di un castagneto, una produzione di legno a valorizzazione energetico può avere luogo.

4.7 Riconoscimento del frutteto di castagni nelle politiche europee Il castagneto da frutto potrebbe essere interessato da 2 dei pilastri della futura politica agricola comune (PAC): 

1° pilastro (aiuti diretti): Molti tipi di pagamenti, obbligatori od opzionali, sono da prevedere: aiuto di base, “aiuto verde„, “complemento ICHN„ e sostegno accoppiato.

2° pilastro: Due delle sei priorità o “obiettivi tematici„ potrebbero riguardare direttamente i castagneti: quella relativa “agli ecosistemi tributari dell'agricoltura e della foresta„ e quella legata all'utilizzazione efficace delle risorse e ad un debole livello d'emissione di gas a effetto serra. Molte misure potrebbero così applicarsi alla coltivazione delle castagne: “i sistemi di qualità„, gli aiuti agli investimenti, le misure specifiche per “le catastrofi naturali„, “il rinnovamento dei villaggi„, “i pagamenti agroambientali e AREFLH 33000 BORDEAUX - Tel : +33.5.56.48.88.48

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climatici„, i nuovi aiuti all'agricoltura biologica e le nuove “indennità di compensazione all’ handicap naturali (ICHN)„. I fondi strutturali dell'Unione europea potrebbero anche essere sollecitati: 

Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) mira a rafforzare la coesione economica e sociale nell'Unione europea correggendo gli squilibri regionali. I territori sui quali si trovano la maggior parte dei frutteti di castagni si trovano in zone ad handicap geografico naturale (regioni insulari, montagnose o poco popolate).

Il Fondo Sociale Europeo (FSE) sostiene progetti per l'occupazione sostenuti da organismi di formazione, comunità locali o associazioni. La sua missione consiste nel ridurre le divergenze di sviluppo e rafforzare la coesione economica e sociale tra paese e regioni dell'Unione europea.

Traduzione : Alice ARMILLEI

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