MASSIMO TROISI
MESAGNE
ARTE LIBERATA 1937-1947
CAPOLAVORI SALVATI DALLA GUERRA
XILELLA
Il reportage fotoletterario di Antonio Giannini che racconta le trasformazioni del paesaggio pugliese
UN GIORNO AL MArTA
Al museo archelogico di Taranto per ammirare le testimonianze dell’antica civiltà magnogreca
anno numero febbraio -marzo 202
Il borgo a forma di cuore è Capitale pugliese della Cultura 2023
183 2-3 3 A n n o X V I I In 23 f e b b r a i om a r z o 2 0 2 3 -
D a l c i n e m a , a l t e a t r o , a i l i b r i l ’ o m a g g i o a l l ’ i n d i m e n t i c a b i l e a t t o r e e r e g i s t a
primo piano
l e n o v i t à d e l l a c as a
IL RAGGIO VERDE EDIZIONI
ilraggiov erdesrl.it
Piero della Francesca, (Borgo Sansepolcro, 1412 circa –1492), Madonna col Bambino e angeli detta Madonna di Senigallia 1474 circa, olio e tempera su tavola, Oil and tempera on panel
Urbino, Galleria Nazionale delle Marche © MiC
Galleria Nazionale delle Marche
Ph Claudio Ripalti
EDITORIALE
Ci sono cose che non si possono prevedere né fermare. I terremoti, ad esempio, come quello terribile che recentemente ha scosso la Turchia e la Siria, provocando la peggiore catastrofe umanitaria di cui si ha memoria. O come non si può prevedere, nella quotidianità che ci appartiene, la morte improvvisa di una persona cara che sconvolge e lascia un inesorabile vuoto Ma ci sono cose che se è possibile prevedere si possono anche fermare e a questa specie appartengono i conflitti. Siamo entrati già nel primo anno di guerra in Ucraina e nessun segno di distensione, di favorire un dialogo di pace. E la guerra che distrugge preziose vite umane, mette in pericolo anche quelle opere che dell’uomo sono il segno tangibile della bellezza
La bella mostra allestita alle Scuderie del Quirinale, fino al 10 aprile, è il racconto di tante storie e delle persone che le hanno scritte sulla sia di un unico fil rouge: salvare il nostro patrimonio artistico durante la Seconda Guerra Mondiale E il pensiero non può che andare al loro coraggio e oggi più che mai anche a quell’articolo 11 della nostra splendida Costituzione che recita il ripudio alla guerra. A tutte le guerre Perché come sosteneva Gino Strada «La guerra è la più grande vergogna del genere umano Se la guerra non viene buttata fuori dalla storia degli uomini sarà la guerra a buttare fuori gli uomini dalla storia». Le guerre rappresentano sempre un fallimento della buona politica e del buon governo e a farne le spese sono sempre i più deboli, bambini in primis, che rappresentano anche il futuro dell’Umanità
Un ringraziamento doveroso va alla squadra di Arte e Luoghi, ai reportage bellissimi, alle storie di bellezza e sensibilità che qui sono custodite per essere donate a chi vorrà leggerci. E in questo febbraio, corto e amaro, un omaggio sincero alla comicità, alla poesia dell’attore e regista napoletano Massimo Troisi che il 19 febbraio avrebbe compiuto settant’anni e sembra incredibile che siano passati già ventinove anni dalla sua scomparsa. Ci ha lasciato troppo presto. Troppo. Ma con un’eredità immensa Grazie Massimo Buona lettura (an fu )
Proprietà editoriale
Il Raggio Verde S.r.l.
Direttore responsabile
Antonietta Fulvio
progetto grafico
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Redazione
Antonietta Fulvio, Sara Di Caprio, Mario Cazzato, Nico Maggi, Giusy Petracca, Raffaele Polo
Hanno collaborato a questo numero:
Mario Cazzato, Sara Di Caprio, Veronica Di Maglie, Dario Ferreri, Sara Foti Sciavaliere, Antonio Giannini, Massimiliano Manieri, Raffaele Polo
Redazione: via del Luppolo, 6 - 73100 Lecce
e-mail: info@arteeluoghi it www.arteeluoghi.it
Iscritto al n 905 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 29-09-2005 La redazione non risponde del contenuto degli articoli e delle inserzioni e declina ogni responsabilità per le opinioni dei singoli articolisti e per le inserzioni trasmesse da terzi, essendo responsabili essi stessi del contenuto dei propri articoli e inserzioni Si riserva inoltre di rifiutare insindacabilmente qualsiasi testo qualsiasi foto e qualsiasi inserzioni L’invio di qualsiasi tipo di materiale ne implica l autorizzazione alla pubblicazione Foto e scritti anche se pubblicati non si restituiscono La collaborazione sotto qualsiasi forma è gratuita I dati personali inviateci saranno utilizzati per esclusivo uso archivio e resteranno riservati come previsto dalla Legge 675/96 I diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati Non è consentita la riproduzione anche se parziale di testi documenti e fotografie senza autorizzazione
SOMMARIO
Luoghi|Eventi| Itinerari: Girovagando | Mesagne il borgo a forma di cuore 30| Xylella l’ora del riscatto 60| ItinerArte 75 | MArTA la domus della Magna Grecia 86
Arte: Arte liberata (1937-1947) 4 | Jardins d’Europe. Loris Liberatori 26 | Lasciare il segno BIIC, omaggio a Carlo Carrà 46
Interventi letterari|Luoghi del mistero: Cardigliano 14 Salento Segreto 84
Teatro|Danza|Moda In ricordo di Massimo Troisi Al v ia il progetto C.I.O.È. 24
Musica |Cento anni fa nasceva Fausto Papetti 83 |
Cinema| I Luoghi del cinema Buon compleanno Massimo 18 | Prima v isione Close 80|
I luoghi della parola: | Quando Schulzt disegnò i Peanuts 44 | Curiosar(t)e: l’arte pervasiva di Gary Baseman 52
Libri | Luoghi del sapere 76-79 |
I luoghi nella rete|Interviste| Musei | Nerone l’avatar digitale al Parco del Colosseo 82
Numero 2 anno XVIII -febbraio-marzo 2023
L’ARTE PERVASIVA DI GARY BASEMAN
Dario Ferreri
«Non ho particolari talenti, sono soltanto
appassionatamente curioso»
Albert Einstein
Gary Baseman, classe 1960, è un artista americano del firmamento pop surrealista, noto a livello internazionale, che ha fatto dell’ ”arte pervasiva” il proprio life motive: la sua multiforme produzione creativa spazia dal disegno alla pittura, dalla fotografia ai video ed alle installazioni artistiche, dalla performance alla moda, dal design di giocattoli ai social media: una produzione interdisciplinare che indaga la storia, il patrimonio e la condizione umana (in particolare l'amore, il desiderio e la perdita) attraverso un'icono-
grafia “da cartoon” unica e fantastiche narrazioni visive che celebrano "la bellezza dell'agrodolce della vita"; il suo lavoro, come da consolidata tradizione pop surreal, riunisce i mondi della cultura popolare e dell'arte.
Baseman è il primo dei quattro figli di Ben e Naomi Baseman, entrambi sopravvissuti all'Olocausto ed originari della Polonia orientale (ora Ucraina): i suoi genitori credevano fortemente nel sogno americano e instillarono nel proprio figlio ideali democratici, incoraggiandolo a mostrare empatia e
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C U R I O S A R
E
“
( T )
”
Un viaggio tra i luoghi e nonluoghi fisici ed emozionali dell'arte
contemporanea
“Spero soltanto che non ci si dimentichi di una cosa. Che tutto è cominciato da un topo”
Walt Disney
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Gary Baseman, Man of Anellida
Gary Baseman, The world of Toby, a lato: The Ascension of Blackie the Cat
c o m p a s s i o n e per gli altri, oltre a restare sempre fedele a sé s t e s s o B a s eman si è laureato con lode alla UCLA in Comunicazione Cres c i u t o a L o s A n g e l e s , d a l
1 9 8 6 a l 1 9 9 6 , B a s e m a n h a vissuto e lavorato a New York, p r o d u c e n d o enormi quantità d i a n n u n c i e c a m p a g n e e d itoriali per pubblicazioni intern a z i o n a l i e d a z i e n d e ( T h e N e w Yo r k e r, TIME e Rolling S t o n e ; N i k e , Gatorade, Levi's e M e r c e d e sBenz, ecc) Sul finire degli anni
‘90 Baseman ha ampliato la sua c a r r i e r a a r t i s t ica, progettando l ' i d e n t i t à v i s i v a per uno dei più v e n d u t i g i o c h i da tavolo, CRANIUM, e creand o l a s e r i e d i a n i m a z i o n e A B C / D i s n e y “Teacher's Pet” che ha ottenuto d i v e r s i p r e m i
E m m y e B A FTA
L'ampia gamma d i p e r s o n a g g i creati nel tempo da Gary Baseman rappresenta lo spettro dell a c o n d i z i o n e umana: le comp l e s s i t à d e l l ' amore e del desid e r i o , d e l l a m e r a v i g l i a e della gioia e non m a n c a a n c h e u n t o c c o d i oscurità. In forma pelosa, animale o umana, i suoi personagg i , c o m e g i à a c c e n n a t o , c e l e b r a n o l a bellezza dell'ag r o d o l c e d e l l a vita.
« C r e o p e r s onaggi basati su un tema che sto esplorando o su cosa sta succedendo nella mia vita», dice Gary Baseman in una recente intervis t a « r e n d o l a mia visione del mondo e poi sviluppo una narr a z i o n e , c o n personaggi che e s i s t o n o p e r l ' a r t e e p e r l a memoria. Dice-
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Gary Baseman, Playboy Redux II
vo che "non creo personaggi, li disegno e basta". Sento ancora che è così. I personaggi si manifestano in molteplici modi, rivelando chi sono attraverso il lungo processo di disegnarli o dipingerli».
Lo sviluppo del personaggio è divenuto un tratto importante del lavoro dell’artista ed include soggetti quali Toby (il migliore amico e custode di segreti, leale e audace, felice di accompagnare in tutte le avventure),
Dumb Luck (che porta il suo piede di coniglio fortunato), ChouChou (che porta via l'energia negativa e l'odio), il simpatico e spaventoso Ahwroo (che brama amore e affetto e sfoggia il suo sorriso sdentato per esprimere la sua ricerca di attenzione, e, se non la ottiene, potrebbe solo graffiare e prelevare un po' di sangue) e Blackie the Cat (che fa delle fusa meditative e curative), altri gatti (come Itch, Fishtail e Scratch, malizio-
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Gary Baseman, A-Passage-of-Time
si ma leali e pronti alle fusa , amici che si guarderanno per sempre le spalle l'un l'altro... da coccolare) e Marilyn (dagli occhi spalancati, che rappresenta l'intelligenza, l'innocenza e la bellezza; nata come fidanzata di Toby, Marilyn rappresenta le donne amate che sono forti e solidali e si sacrificano in nome dell'amore). Ed è proprio attraverso questi personaggi ingannevolmente carini, che spesso vivono in ambientazioni ultraterrene, che la poetica e l’iconografia di Baseman sfidano gli spettatori a riflettere e a dare un significato alle sfide ed ai trionfi della vita.
Pur se ascritto da molti al filone pop surrealista, Baseman preferisce parlare della sua produzione artistica come “Arte pervasiva” e rifiuta le etichette spesso imposte da critici o storici dell'arte
Come artista, spera di essere definito semplicemente con suoi termini: «l'arte pervasiva abbatte i muri di tutti i diversi media; è la mia definizione Finché rimani fedele alla tua estetica e hai un messaggio forte, puoi mettere la tua arte su qualsiasi cosa. Quindi puoi mescolare la moda, o mettere la tua arte su skateboard, o TV, o video, o in un'installazione o in una galleria. La forza dell'opera si basa sul concetto, l'idea e l'estetica, e non necessariamente dove viene collocata o come viene utilizzata. Ho usato quel termine perché lo trovo come la definizione più appropriata del mio lavoro Quando le persone hanno cercato di chiamare il mio lavoro lowbrow, o pop surrealismo, per me, è stato un imbastardimento di un termine, di persone che cercavano di creare un movimento artistico basato sul contenuto. Per me, il contenuto non era così interessante. Voglio dire, sì, la mia arte sembra un po' c a r t o o n e s c a m a d e v i g u a r d a r e p i ù i n profondità, oltre la superficie. Molti dei miei riferimenti sono riferimenti alla cultura pop Vengo dall'essere un bambino cresciuto in TV: i vecchi cartoni della Warner Bros., i fra-
telli Fleischer, la vecchia Disney erano quello che pensavo fosse il modo perfetto di disegnare, piuttosto che il tradizionale disegno dal vero. All'inizio sembra molto giocoso, sembra innocente e dolce, e i colori sono rosa e viola brillanti, e ha un buon sapore. Poi guardi più in profondità ed è anche molto nutriente».
Da tempo motivato a impegnarsi in un dialogo sull'arte e la cultura visiva, Baseman è spesso relatore a conferenze internazionali sull'arte multi/interdisciplinare e la comunicazione visiva Baseman ha ricevuto le borse di studio Fulbright e Sundance New Frontier Lab. I progetti recenti includono collaborazioni con COACH, Dr Martens e Lladro; e un film documentario Mythical Creatures sulla sua eredità familiare. La retrospettiva sulla sua carriera artistica “The Door is Always Open” è stata presentata a Los Angeles, Taipei e Shanghai. L'arte di Baseman è stata e viene tuttora esposta in musei e gallerie negli Stati Uniti, così come in Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Hong Kong, Israele, Italia, Messico, Nuova Zelanda, Filippine, Russia, Spagna, Taiwan, Thailandia e Regno Unito.
La straordinaria capacità di Baseman di attingere a diversi mezzi gli ha permesso di comunicare con un pubblico nuovo e giovane che segue i registri quasi diaristici della sua pratica artistica.
Per una full immersion nell’universo creativo di Gary Baseman, i riferimenti sono i seguenti: https://www.garybaseman.com/; h t t p s : / / w w w f a c e b o o k c o m / B a s e m a n A r t ( 1 6 0 0 0 0 f o l l o w e r s ) ; h t t p s : / / w w w i n s t ag r a m . c o m / g a r y b a s e m a n / ( 2 0 0 . 0 0 0 f o llowers)
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Gary Baseman, Marilyn-Craddling-Toby
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XYLELLA ULTIMO ATTO. È L’ORA DEL RISCATTO
Antonio Giannini
Un’immagine mi viene sempre alla mente da quando esiste il problema Xylella, ed è quella di una meravigliosa fotografia degli anni sessanta che mi capitò tra le mani sottoforma di cartolina molti anni fa Ritraeva tante donne con i loro grembiuli grigi ed il capo coperto da fazzoletti, inginocchiate tutte intorno ad un mastodontico albero d’ulivo a formare un cerchio perfetto, intente a raccogliere nei loro cesti di vimini le olive cadute sul terreno. Quelle donne, malgrado il duro lavoro, sembravano essere lì per una festa Dalla
espressione di alcuni volti si poteva immaginare che in quell’istante, dalla loro voce, salisse un canto lieve e struggente.
Dalla disposizione e postura di quei corpi si poteva dire che stessero partecipando a un gioco infantile così com’erano a contatto di gomito una a fianco all’altra sul nudo terreno, oppure ad un rito propiziatorio al cospetto di quel patriarca che le accoglieva sotto le sue fronde.
Gli uomini di quelle donne dovevano essere impegnati alle altre cure dei campi, era
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Puglia, reportage fotografico di Antonio Giannini
“ ” G I R O V A G A N D O
Girovagando tra suggestioni letterarie e storie di terra
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autunno e bisognava arare, oppure erano in mare, partiti di notte con i loro piccoli e grandi pescherecci. Quella fotografia in bianco e nero, straordinaria nella sua semplicità, come un lampo, solo per un attimo, mi aprì come uno squarcio su un mistero che riguardava la vita degli uomini, che comunque non sarei stato in grado di spiegare con le parole del vocabolario
Lo sguardo sorridente di una tra le più giovani rivolto verso l’obiettivo era lì a testimoniare quella universale contentezza festaiola di una vita che si apre al mondo Ero ragazzo quando vidi quell’immagine di qualche lustro precedente e non sapevo ancora che quegli ulivi, quelle terre così a m o r e v o l m e n t e curate, erano state strappate con le lotte allo sfrut-
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Puglia, reportage fotografico di Antonio Giannini
tamento ed alla schiavitù del latifondo ed assegnate ai contadini con la riforma fondiaria del 1950.
Allora, quando mi capitava di percorrere quel dedalo di strade del basso Salento, in molti tratti si attraversavano ancora veri e propri fitti boschi di ulivo, ed intorno e nel sottobosco si percepiva come tutto era curato, e l’impressione era di entrare in punta di piedi in un dominio dove ogni angolo, anfratto, ramoscello, erano oggetto delle carezze di mani premurose ed infaticabili Nulla era trascurato, e le stesse pietre dei muri che delimitavano gli appezzamenti sembravano lì apposta per inserirsi in un in un contesto armonioso, e tutto era permeato dal continuo dialogo tra uomini terra e mare.
Poi, come è successo per molte altre zone della Puglia, l’incantesimo è finito e quella meravigliosa armonia è stata violata e barattata con il posto fisso nei grandi insediamenti industriali, frutto delle scelte politiche
degli anni sessanta e settanta, cambiando lentamente ed inesorabilmente il volto di quell’ambiente fisico e sociale così faticosamente conquistato
Era il tempo dell’industrializzazione del Paese e uno Stato colonizzatore progettava, dall’alto, la realizzazione di grandi insediamenti industriali, completamente scollegati dal territorio e per esigenze che non rispondevano a quella profonda della comunità, ma solo a quella immediata di creare posti di lavoro purché fossero e consenso elettorale
Pulman pieni di nuovi operai – contadino, senza una coscienza di classe, mi ricordo, partivano tutte le mattine dai tanti comuni disseminati sul territorio per raggiungere gli insediamenti industriali di Taranto e Brindisi. Le terre sono state lasciate perlopiù in uno stato di semiabbandono, le buone pratiche dell’agricoltura tradizionale sono state sostituite dall’uso massiccio ed indiscriminato dei pesticidi che ha organicamente impoverito il
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terreno ed eliminato quasi del tutto la biodiversità, l’aria si è guastata, si è impennata l’incidenza di malattie gravi, si è sviluppato un turismo mordi e fuggi, la costa, tranne qualche raro caso pagato anche col sangue come Porto selvaggio, è stata violentata dalla costruzione indiscriminata di case che per la maggior parte rimangono inutilizzate per buona parte dell’anno.
Io, come quelli della mia età nati negli anni cinquanta posso testimoniare, ahimè, di tale decadimento di cui oggi la Xylella e l’inferno degli incendi estivi dei campi abbandonati, sono solo l’epilogo di una parabola discendente già in atto da tempo.
Nel Salento comunque ci sono ancora tante piccole aziende agricole votate alla cura biologica ed alla biodiversità che ora portano gli scettici nei campi, perché vedano con i propri occhi come gli ulivi, quelli dati per spacciati, si stanno riprendendo lentamente grazie alle cure tradi-
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zionali mai abbandonate, a dimostrazione del fatto che la Xylella non è l’unica causa di questo disastro.
Sono queste realtà illuminate e lungimiranti, condotte spesso da giovani che stanno tornando alla terra degli avi con nuove professionalità in campo ambientatale, agro - alimentare, storico - paesaggistico, coscienti di essere portatori di una eredità straordinaria che ci fa ancora sperare in un cambiamento radicale del paradigma di uno sviluppo incentrato unicamente sullo sfruttamento degli uomini e della natura, e quando questa consapevolezza prevarrà, potremo contare su
una produzione di beni agricoli di alta qualità, sulla valorizzazione dell’artigianato locale, su un turismo sostenibile e più esteso lungo tutte le stagioni, su una enogastronomia ancor più valorizzata E solo allora, quei tronchi spogli e scheletrici che oggi sembrano imprecare al cielo la loro tragedia, elevandosi verso l’alto, ritorneranno come un tempo ad invocare l’aria, la pioggia e la dolce carezza delle nuvole.
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MIRCO MARCHELLI. VOCI IN CAPITOLO a cura di Paolo Bolpagni e Giovanni
Battista Martini
fino al 2 luglio 2023
Fondazione Biscozzi | Rimbaud
Piazzetta Giorgio Baglivi 4, Lecce
Orari: dal martedì alla domenica dalle ore 16 00 alle 19 00; l’ultima domenica di ogni mese dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
Biglietto: Intero 5 €, ridotto 3€. www.fondazionebiscozzirimbaud.it
VAN GOGH
Palazzo Bonaparte, Roma
fino al 26 marzo 2023
Orario apertura: dal lunedì al venerdì
9 – 19 Sabato e domenica 9 – 21
Aperture straordinarie: Giovedì 8
Dicembre 9 – 21; Sabato 24 Dicembre
9 – 16; Domenica 25 Dicembre 16 – 21
Lunedì 26 Dicembre 9 – 21; Sabato 31
Dicembre 9– 16; Domenica 1 Gennaio
16 – 21; Venerdì 6 Gennaio 9 – 21
La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti; Intero € 18,00; Rid € 16,00
T. +39 06 8715 111
ARTEMISIA GENTILESCHI A NAPOLI
Gallerie d'Italia - Napoli
Napoli, Via Toledo, 177
fino al 20 marzo 2023
Da martedì a venerdì dalle 10:00 alle 19:00. Sabato e domenica dalle 10:00
alle 20:00 Ultimo ingresso: un ' ora prima della chiusura
Lunedì chiuso Intero: 7,00
Info: 800 167 619
I MACCHIAIOLI
Museo Revoltella, Trieste
fino al 10 aprile 2023
Orario apertura
Dal lunedì alla domenica e festivi 9-19
Martedì chiuso
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti Intero € 16,00; Rid. € 14,00
Informazioni e prenotazioni
+39 040 982781
PITTORI DI POMPEI
23 settembre 2022 - 19 marzo 2023
Museo Civico Archeologico, Bologna Museo Civico Archeologico
Bologna, Via dell’Archiginnasio 2, Biglietti: intero € 14 | ridotto € 12 | scuole € 5 Info e prevendite: +39 02 91446110 mondomostre vivaticket it ipittoridipompei.it
JAGO, BANKSY, TVBOY E ALTRE STORIE CONTROCORRENTE
MARTA
Museo Archeologico Nazionale Taranto, Corso Umberto n. 41 Tel. +39 099 4532112
www.museotaranto.beniculturali.it
Al cinema solo il 17, 18 e 19 gennaio 2022 il film diretto dal regista
TIEPOLO A VEROLANUOVA. A tu per tu con i due capolavori restaurati Verolanuova (BS), Basilica di San Lorenzo (piazza Malvestiti)
25 febbraio – 4 giugno 2023
Palazzo Albergati, Bologna fino al 7 maggio 2023
Orario apertura, Tutti i giorni 10 – 20 Biglietti Intero € 15,00, Rid. € 13,00
David Bickerstaff distribuito da Adler Entertainment
Informazioni e prenotazioni
T. +39 051 03014
LA VIOLENZA NON È AMORE
INSTALLAZIONE DI ANNA IZZO
Inaugurazione 8 marzo 2023 ore 11.00
San Quirico d'Orcia
Strada di Bagno Vignoni
Fino al 30 settembre 2023
MASACCIO. LA CROCIFISSIONE
Dal Museo e Real Bosco di Capodimonte
Omaggio ad Alberto Crespi Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini (p.zza Sant’Eustorgio, 3)
22 febbraio – 7 maggio 2023
Orari: martedì- domenica, 10-18; chiuso lunedì Biglietti:
Intero: € 9,00 Ridotto: € 7,00
Info: T +39 02 89420019; www.chiostrisanteustorgio.it
ESCHER
Museo degli Innocenti, Firenze fino al 26 marzo 2023
Orario apertura: tutti i giorni 9 – 19
Biglietti mostra + Museo degli Innocenti: Intero € 16,00, Ridotto € 14,00
AGNESE PURGATORIO PAROLE NOMADI
24 febbraio- 14 maggio
Pinacoteca Giacquinto Bari
Orari da sabato 4 marzo a domenica 4 giugno (prenotazione obbligatoria solo per i gruppi e le scuole): sabato: 11.00-13.00 (ultimo ingresso ore 12 40) 14 30-17 30 (ultimo ingresso ore 17.10). Domenica: 10.30-13.00 (ultimo ingresso ore 12.30) 14.0017.30 (ultimo ingresso ore 17.00)
Ingresso: 5€; info: 338.2668622 www.tiepoloverolanuova.it
“IL MEGLIO MAESTRO D’ITALIA”.
PERUGINO NEL SUO TEMPO
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (corso Pietro Vannucci, 19)
4 marzo – 11 giugno 2023
Info: Tel. 075.58668436
www.gallerianazionaledellumbria.it; www.peruginocinquecento.it
CERUTI SACRO E LA PITTURA A BRESCIA TRA RICCI E TIEPOLO
11 marzo – 21 maggio 2023
Museo Diocesano di Brescia
Via Gasparo da Salò, 13
Orari: tutti i giorni, tranne mercoledì, 10 00 – 12 00; 15 00 – 18 00
Ingresso alle collezioni del Museo e alle mostre: intero: € 6,00; ridotto: € 3,00. Info:tel. 030.40233; www.museodiocesano.brescia.it
PRULE. Raffaele Puce
Museo Sigismondo Castromediano
Lecce, viale Gallipoli, 31
fino al 3 marzo 2023
Orario: dalle 8.30 alle 20.00, ogni giorno, lunedì esclusi.
Info: 0832 373572
I T I N E R _ A R T E . . .
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QUEL CHE RESTA DI TE DI ASSUNTINA MARZOTTA
UNA STORIA DI AMORE E DI RISCATTO
Esordio nella narrativa per la poetessa Assuntina Marzotta
Esce per i tipi de Il Raggio Verde "Quel che resta di te", la storia intensa e commovente del rapporto con la piccola Sissi, una yorkshire come si intuisce nella bella copertina a firma di Mariagrazia Egle Calamia Una storia di amore e di devozione, il racconto di come un cucciolo può irrompere nella nostra vita e cambiarla Anche al punto di aiutarci a cambiare a nostra volta, infondendoci il coraggio di scelte importanti.
«L’amore per un cane dona grande forza all’uomo», scriveva Seneca, mentre Schopenauer arriva al punto di affermare che «Chi non ha avuto un cane, non sa cosa significhi essere amato» Poi Freud decifra quello che gli studi di zooantropologia e dell’etologia hanno evidenziato e cioè che «il sentimento per i cani è quello stesso che nutriamo per i bambini».
«Ed è stato soltanto vivendo questo rapporto di attaccamento e di dipendenza l’una dall’altra, che Tita si è resa conto nel tempo come questo legame profondo potesse essere un’ancora di salvezza. – si legge nella nota dell’autrice che continua – Il prendersi cura di Sissi ha portato Tita a staccarsi, per un momento, dalla sua sofferenza quotidiana, conducendola ad acquisire maggiore consapevolezza del suo stato depressivo ed allenandola a prendersi cura delle parti più bisognose e sofferenti di sé stessa » Non sono più un mistero i benefici della petherapy per curare le malattie del corpo e dello spirito. Ma nella storia del legame tra Tita e Sissi c’è anche dell’altro. Con delicatezza, quasi in punta di piedi, si legge tra le pagine della storia forse l’origine dell’alienazione di Tita, una donna sola – i suoi figli adulti sono lontani – sopraffatta dalla violenza dell’orco che le vive accanto perché spesso, ahimè troppo spesso – chi ci fa del male è proprio colui che aveva promesso di amarci, di proteggerci. E invece si finisce, senza nemmeno capire come, in una spirale di violenza che quasi sempre da verbale diventa psicologica e talvolta, purtroppo, anche fisica e serve solo un grande coraggio per uscire fuori da un amore malato “Quel che resta di te” è una storia che commuove e fa riflettere sugli effetti della violenza e sul rapporto di complicità e di pura devozione che lo sguardo del cane restituisce al proprio padrone, diventandone l’ombra silenziosa e infondendogli la forza necessaria per cambiare le cose Perché come asseriva Totò i cani sono per metà angeli e per metà bambini e amano, a differenza degli uomini, in maniera incondizionata. E per sempre. (an.fu.)
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U O G H I
E L S A P E R E
ASSUNTINA MARZOTTA Quel che resta di te Il Raggio Verde edizioni 2023 p 70 €12,00
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ISBN 9791280556301
GIANLUIGI GHERZI
Alfabeti della gioia
AnimaMundi Editore
2022
p. 80
€12
Dopo “Ti aspetto nella mia casa a disordinare (2019) e “A che pagina è la nostra fortuna Passi nei giorni straordinari (2020), scritto con Cristiano Sormani Valli, ancora per i tipi di AnimaMundi editore, Gianluigi Gherzi firma un nuovo lavoro “Alfabeti della gioia”. Come suggerisce il titolo, il libro parla e canta le dimensioni della gioia, del corpo, della felicità. Se per Totò, poeta, «la felicità era fatta di attimi di dimenticanza» per Gianluigi Gherzi «la poesia serve a salvare la vita dalla dimenticanza. E l’esercizio della gioia e della tenerezza è un’esigenza quotidiana «Quando ti prende il male/della vita storta/abbi infinita cura di te/della tua capacità/di andare piano » E se ci si sofferma a guardare le cose del mondo lentamente, con cura, superando la superficialità, si può trovare il senso delle nostre vite Il suo poetare è un invito ad assaporare gesti e profumi, a ritrovarci apprendisti della vita ad imparare dalle piccole cose, così come dalle ferite, senza mai perdere la speranza ma anzi coltivandola ogni giorno e «soffiarla sui nostri gesti stanchi/per troppa vita affannata/per troppo coltello e tradimento.»
ISBN 9791280008985 L U O G H I D E L S A P E R E
Nato a Milano, dove vive, Gianluigi Gherzi è poeta, scrittore, attore e regista teatrale. Oltre ad aver recitato per gruppi di teatro di ricerca ha curato regie e spesso ha portato l’esperienza del teatro e della scrittura nei centri per migranti e nei centri sociali giovanili, nella scuola e nelle periferie della città Tra i molti testi pubblicati, ci piace segnalare “A cosa serve la poesia – Canti per la vita quotidiana” (2016) scritto a quattro mani con il poeta Giuseppe Semerato (edito da Sensibili alle foglie) che in forma di reading è stato presentato nei teatri e nei festival di tutta Italia. Recentemente è stato a Lecce, dove ha tenuto un seminario dal titolo “Poesia nella voce”. L’intento è lo stesso poeta a spiegarlo: «restituire alla poesia la sua essenza orale e teatrale, nella dimensione del rito collettivo e della festa.» Il libro con la copertina di Francesca Ballarini e impreziosito dal testo di Franco Arminio, «è un canto che è un invito all’azione, alla creazione di destini, personali e collettivi » È possibile essere felici? nonostante il grigiore, la precarietà, le guerre? Con i suoi testi poetici, Gianluigi Gherzi indaga le dimensioni della felicità possibile, «dell'amore che pervade certi gesti, la meraviglia dell’attenzione alle cose, la gioia dell’imboccare sentieri sconosciuti, lo stupore della memoria come forza che riempie e riesplode nel presente, il ruolo della poesia, dei libri, nell’essere indicatori di rotte e cammini.»
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MARIA CONSIGLIA MERCURI
Tra luci e ombre la vita accade l Raggio Verde edizioni
2023
pp.154
€15
ISBN 9791280556356
TRA LUCI E OMBRE LA VITA ACCADE LA RACCOLTA POETICA DI MARIA CONSIGLIA MERCURI
“Tra luci ed ombre la vita accade” è il titolo della nuova raccolta poetica di Maria Consiglia Mercuri, edita da Il Raggio Verde e impreziosita dalla copertina di Patrizia Chiriacò.
«La poesia non è di chi la scrive ma di chi gli serve». La celebre frase pronunciata dal postino Mario Ruoppolo nell’ultimo e struggente film di Massimo Troisi ci restituisce una visione sul senso della poesia, del valore delle parole. E in una società che svilisce tutto, linguaggio compreso, la parola deve poter recuperare in pieno il senso dell’umanità. La poesia di Maria Consiglia Mercuri è un’immersione nei sentimenti umani, quelli più intimi e più autentici spesso taciuti perfino a se stessi
È un immergersi nelle acque rigeneratrici del suo mare, quello del Salento -Terra di incrocio di mari e cristi in croce. Di case di calce e chiese barocche - che è appartenenza e identità di cui essere fieri e dove sempre si torna. E come le onde, i pensieri – briciole di poesia a riempire silenzi – si accavallano, scandendo frammenti di esistenza, ribaltando rapporti e situazioni affettive come nel legame primario con la madre Sguardo amorevole su passi incerti. Carezz a d e l l a s e r a , c u r a d e i g i o r n i , / f a r o d i c e r t e z z e , a n c o r a incagliata,/nel viavai/delle tempeste. Capovolge il tempo le prospettive,/stesso quadro, diversa cornice
Ma la parola arriva a lenire il dolore quando si deve fare i conti con l’assenza riuscendo a coglierne la sua universalità – è piena dei tuoi sorrisi, della tua voce di ricordi che si toccano/con le mani/questa mia vita sottosopra, sottotono sottovuoto, senza te! – Chi non ha condiviso, almeno una volta nella vita, la devastante sensazione della perdita?
Ma lo sguardo della poetessa non è solo introspettivo Maria Consiglia Mercuri sa leggere la contemporaneità, la vita che accade tra luci e ombre come d’altronde suggerisce il titolo della raccolta. Non è nella sua indole volgere gli occhi altrove, troppo facile e comodo lasciarsi sopraffare dall’indifferenza! Dal Mediterraneo – mare di silenzio/ destinato a rimanere,/macigno sulle coscienze, /oltre milioni di inutili parole – al ricordo sempre vivo delle atrocità nei campi di sterminio e al ricordo delle Foibe Perché l’uomo/non dimentichi:/errori, orrori,/dell’uomo contro l’uomo!
Perché non si smetta mai di cercare la pace Di inseguire l’amore Che bella parola da riempire ogni giorno di significato Amore verso la propria terra, un tramonto, la Natura sempre più bistrattata e violata. Amore verso l’altro ricordando però
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che se è amore le sue braccia sono/il posto più sicuro! Mai una prigione!
I suoi sono versi cristallini, densi pur nella loro semplicità, che descrivono luoghi fisici e luoghi dell’anima provando a raccontare la bellezza delle emozioni – mi vesto e mi svesto/di parole profumate, per sciogliere/il gelo del tempo E Dio solo sa quanto ce n’è bisogno di sciogliere questo gelo che ci penetra dentro Oggi più che mai, dopo il disorientamento e la solitudine imposta dalla pandemia, che ci ha annichiliti e resi forse ancora più diffidenti ed egoisti, e l’angoscia di una guerra assurda che mette ancora una volta uomo contro uomo, che continua a distruggere, in nome del potere, violando il più sacro dei diritti: la vita
Il suo poetare non è uno sterile esercizio di stile, non è innamoramento della parola fine a se stessa ma è volontà di opporsi all’egoismo e all’indifferenza, è desiderio di narrazione, di condivisione del suo sentire più intimo e profondo, della bellezza percepita, del ricordo intriso di nostalgia, della determinazione a non arrendersi mai Nonostante tutto Perché la vita è breve e imprevedibile e il tempo a disposizione non va sprecato. Perché c’è bisogno disperato di amare e di sognare, di incontrarsi e ritrovarsi superando le incomprensioni così come le apparenze perché mai la vita è ciò che appare/La vita è ciò che ognuno si porta dentro/è ciò che senti dentro/è il cuore riflesso negli occhi
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Antonietta Fulvio
PRIMA VISIONE (RECENSIONI E RIFLESSIONI)
Massimiliano Manieri
CLOSE di Lukas Dhont. Con Eden Dambrine, Gustav De Waele, Émilie Dequenne, Léa
Drucker, Kevin Janssens.Genere Drammatico, - Belgio, Paesi Bassi, Francia, 2022, durata 105 minuti. distribuito da Lucky Red
Stiamo forse assistendo alla nascita di un nuovo grande amanuense della regia cinematografica.
Già con il suo primo lungometraggio, Girl, il belga Lukas Dhont era riuscito nella magia di portare sullo schermo un racconto dai contorni delicatissimi.
Poteva essere solo un caso, quello, ma così non è, visto che la magia si è ripetuta in questo secondo lungometraggio.
CLOSE, appunto, una storia di rara delicatezza, narrata con toni che mai toccano retoriche di genere.
Riuscire a raccontare una perdita non è mai facile, ancor più se questa è ammantata da silenzi di circostanza, protezione dei soggetti sul campo, famiglie che han difficoltà a raccontare il non detto
Per esser sinceri sino in fondo, su questo terreno sdrucciolevole, occorre probabilmente mixare dolcezza ed onestà, anche a costo di apparir brutali, in alcuni passaggi.
La dote umana del regista in questa odissea, sta nel non farne un filmetto cerca/lacrime, ma un atto assolutamente sobrio, in un paesaggio immerso fino al collo nella natura, dove vivono la loro intima amicizia due ragazzi adolescenti. Amicizia talmente osmotica, da risultare sospetta alla vista di molti loro coetanei, e forse insospettabile anche per loro stessi, perlomeno sino a quando i due non cominciano loro stessi a porsi domande sui contorni di quel rapporto, cer-
cando risposte ulteriori, dall’intorno, dagli occhi dei genitori, da loro stessi
È dunque solo amicizia, o forse altro?
In questa percezione si assistono ad i primi scricchioli, visto che uno dei due par ritrovarsi più a suo agio, anche nella possibilità di una nuova dimensione, mentre l’altro sembra non accettarla, non apparentemente almeno Intorno le pressioni psicologiche si fanno mana a mano più forti, le battute più taglienti, gli sguardi, più insinuanti Sopravvivrà a tutto questo quel rapporto? Resisteranno i due adolescenti a queste pressioni?
Occorre tener conto che la vicenda si svolge in terre d’Olanda, cioè in una cultura europea in cui determinate dinamiche, lontane dalle aree mediterranee, vengono vissute senza clamori, ma all’opposto, possono invero soffrire, in taluni casi, di troppo silenzio circostante
Nel mezzo stanno quasi sospesi gli sguardi dolcissimi di questi amici fraterni, il loro legame troppo, troppo visibile, e non giustificabile in termini di amicizia soltanto, per alcuni. E mentre la vita va avanti, prima nel periodo estivo, nei caldi pomeriggi trascorsi nell’erba, con le biciclette buttate vicino alle loro teste, poi con l’apertura delle scuole, divenendo anche compagni di classe, i rapporti cominciano ad intersecarsi, si intravedono piccole gelosie, il terremoto emotivo li scuote nel profondo, da quel momento in poi, i due sco-
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priranno quanto possa essere doloroso crescere e cambiare come persone
Ed è qui che il regista esibisce le sue migliori carte narrative, poiché gli accadimenti si fanno tragici, e la piccola comunità un poco sembra raccogliersi intorno le famiglie, un poco sembra respingere le ragioni che possono aver causato quegli eventi
Un interessante quesito che questa opera pone, sta nella lotta interiore che si scatena nei due adolescenti, tra il bisogno di farsi accettare dagli altri, e la naturalità dei sentimenti gradualmente scaturita tra i due.
Le coordinate utilizzate dal regista non ci fanno mai scontrare di petto con il muro della questione, quanto più con le sue ombre, in un gioco più di parole non dette, che di parole dette, in un modo di fare cinema dai tratti quasi bergmaniani, anche se riportati al mondo odierno, con umori dei protagonisti che dovremo più raccogliere dai loro sguardi, più che dal parlato.
E l’ultimo sguardo di Léo, che si volta, e cerca tra i fiori il suo amico Rémi, taglia a fette l’anima di qualunque essere che abbia anche una sola volta constatato di avere un organo che gli batta, ora quieto, ora furioso, in mezzo al petto
È a di poco un’impresa trovare sbavature recitative in questa pellicola, eccezionale la recitazione dei due adolescenti: Léo, interpretato da Eden Dambrine, e Rémi, interpretato da Gustav De Waele.
Presentato nel Concorso del Festival di Cannes, il film in questione ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria
C i n e m a d ’ A u t o r e
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L’AVATAR DI NERONE GUIDA DIGITALE DEL PARCO DEL COLOSSEO
Si chiama Nerone ed è il nuovo chatbot –software di intelligenza artificiale nelle vesti dell’imperatore giulio claudio – lanciato dal Parco archelogico del Colosseo. Nerone è stato progettato per accompagnare il pubblico nella richiesta di informazioni sugli orari di apertura del Parco e per approfondire le notizie storiche sui tanti monumenti e siti che di esso fanno parte Ideato e promosso dal Parco archeologico del Colosseo con la cura e gestione di Federica Rinaldi e Astrid D’Eredità, il progetto è il risultato di una collaborazione internazionale con l’azienda italiana Machineria srl, attiva nella produzione di contenuti e automazioni per istituzioni culturali, e l’azienda francese Ask Mona, leader nella creazione di strumenti di conversazione, intelligenza artificiale e analisi dei dati
A partire da febbraio 2023 le relazioni online con il pubblico del PArCo saranno quindi gestite non più soltanto attraverso i canali social (Facebook, Twitter, Instagram) e le mail o telefonate dirette al servizio URP, ma finalmente anche facendo ricorso a un nuovo strumento informatico, sviluppato ad hoc per le necessità del luogo della cultura più visitato d’Italia, disponibile accedendo alla home
page del sito internet www.parcocolosseo.it. Il chatbot (termine che deriva dall’unione di “chat” e “robot”) è un software che simula ed elabora le conversazioni umane consentendo agli utenti che vi si rivolgono di interagire con i dispositivi digitali come se comunicassero con una persona reale, in modo intuitivo, rapido e tempestivo
Nell’angolo in basso a destra dello schermo del pc, dello smartphone o del tablet “Nerone”, raffigurato con la toga e con la corona radiata, così come rappresentato in alcune emissioni monetali degli anni del suo principato., sorride in piedi davanti all’Anfiteatro Flavio (che il vero imperatore non conobbe mai) e si presenta cordialmente agli utilizzatori del chatbot. L’interfaccia, chiara e intuitiva, appare come una finestra di conversazione simile a una app di messaggistica in cui l’interlocutore fornisce le indicazioni utili e non risparmia qualche battuta sagace sulla sua storia e sui suoi tempi
“Nerone” è in grado di offrire informazioni di servizio e gestire oltre cento possibili scenari, fornendo risposte in più lingue – inglese, italiano e francese Per maggiori informazioni: https://parcocolosseo.it/parla-con-nerone
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Il nuovo chatbot accompagnerà i visitatori offrendo risposte in più lingue su orari e nozioni storiche
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CENTO ANNI FA NASCEVA FAUSTO PAPETTI
Negli anni Sessanta e Settanta la Casina Municipale a Selva di Fasano nella provincia di Brindisi, vide salire sul palco grandi protagonisti, ancora oggi, della musica italiana, tra gli altri, Mina, Peppino di Capri, Ornella Vanoni, Fred Bongusto, Caterina Caselli e poi c’era lui con il suono inconfondibile del suo sax: Fausto Papetti e ad accompagnare le sue note la voce di Jymmi Roty. Sembra un secolo, e in realtà lo è dalla nascita di questo grandissimo musicista nato a Viggiù il 28 gennaio 2023 e scomparso a Sanremo il 15 giugno 1999. La sua carriera, iniziò nel 1955 quando, dopo aver fatto parte di alcune orchestre jazz, formò il complesso I Menestrelli del Jazz Poi l’incontro con la casa discografica “Music”, il gruppo “I campioni” che accompagnava il cantante Tony Dallara con cui cominciò a collaborare. Nel 1959 arrivò il contratto con la Durium come strumentista e fu una sua rielaborazione della colonna sonora del fim “Estate violenta” a decretare il suo successo. Il 45 giri infatti superò per vendite la colonna sonora originale e la Durium gli fece incidere nello stesso anno il suo primo album con la denominazione Fausto Papetti Sax alto e Ritmi E il resto è storia. Recentemente è stato ricordato al Museo del Sassofono con una mostra e un programma di concerti. «L'idea di realizzare un simile evento - ha raccontato Attilio Berni, direttore del Museo del Saxofono –è partita dalla disponibilità degli eredi Papetti a concedere in esposizione lo strumento
personale dell’artista, un sax alto Selmer Mark VI del 1958 e altri memorabilia. Successivamente è iniziato un lungo percorso di ricerca, raccolta e analisi di foto, materiali e testimonianze che mi ha portato alla costruzione di una narrazione emozionante e suggestiva ricostruendo la storia artistica di Fausto Papetti e delineandone un ritratto completo, del musicista come dell’uomo. Da qui, con l'occasione dell'anniversario il 28 gennaio, è stato gioco-forza immaginare una serie di eventi celebrativi in omaggio al grande saxofonista italiano.» Sono tanti i celebri brani del periodo arrangiati in versione strumentale, scelti soprattutto fra le musiche per il cinema, che spesso superavano le vendite delle colonne sonore originali.
In Italia Fausto Papetti è riuscito ad imporre per la prima volta nella musica leggera il cosiddetto "genere strumentale", sino ad allora quasi ignorato dalle classifiche di vendita, divenendo l’interprete che, con ben 29 dischi, ha piazzato il maggior numero di album nella Hit Parade italiana. La grande Mina è seconda con 27 e i Pooh terzi con 23. La sua fu una carriera travolgente, erano gli anni del vinile e delle musicassette, che lo ha reso notissimo in tutto il mondo, soprattutto in Germania, Spagna, Francia, Russia e Giappone.
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Una foto del saxofonista Fausto Papetti tra quelle esposte nella mostra omaggio promossa dal Museo del Saxofono, Fiumicino, Roma © Archivio Papetti
Il Museo del Saxofono ha celebrato
“Il mito del Sax Crooner” con una bella mostra e un programma di concerti”
LUNGO IL BALCONE...
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Passeggiando nel cuore antico tra vicoli e pagine di storia
ueste arpie reggono il lungo balcone angolare di palazzo Rossi, già Grassi, proprio di fronte a San Matteo, recentemente ripulito Le arpie sono alternate a leoni, secondo un ritmo ab ab ecc. come nella Basilica di Santa Croce il lungo balcone figurato alterna figure umane ad animali simboli con lo stesso ritmo abab ecc. Precisamente il ritmo di scansione del balcone della Basilica è : ababa BBB ababa ,dove a sta per la figura umana e b quella animale. Per un totale di 13 figure. A Palazzo Rossi siamo nei primi decenni del 600, la complessa simbologia del balcone di Santa84
Mario Cazzato S
Foto di Mario Cazzato
a l e n t o S e g r e t o ” “
QUELLE ARPIE
Croce si era ecliss a t a m e n t r e p e rm a n e v a c o m e m o d e l l o f o r m a l e . S t r a n i s s i m o c h e l ’ e s i b i z i o n e q u a s i provocatoria delle nudità delle arpie c o n t r a s t i c o n l a sacralità del palazzo accanto, quello Perrone o Pirrone, che si diceva non solo abitazione di S a n t ’ O r o n z o m a addirittura luogo di un famoso miracol o f a t t o d a S a n F r a n c e s c o . U n a provocazione?
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Veronica Di Maglie
L’orgoglio del patrimonio culturale tarantino è la “casa” del territorio, il museo MArTA, la culla d’infanzia dell’ex capitale della Magna Grecia: Taranto.
Un museo, un edificio tangibile, un corpo che custodisce, nella propria interiorità, gli organi di Taras, e rende i battiti dei suoi figli, ricchi dell’ossigeno della bellezza culturale, necessario per combattere le realtà avverse
Il “viaggio” nel Museo, inizia nel periodo della preistoria e protostoria, in cui l’uomo scel-
se d’insediarsi nel habitat più utile alle proprie necessità, al fine d’impiegare al meglio le risorse del territorio Sin dall’antichità, la vicinanza al mare ha favorito lo sviluppo delle attività portuali e del commercio tarantino, ma tuttavia la negoziazione marittima non è mai stata l’unica risorsa vantaggiosa per la terra ionica, in quanto si assistette ad una notevole espansione dell’allevamento, della pastorizia e dell’artigianato; ne danno un’attendibile testimonianza la grande mole delle ceramiche pervenute.
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Girovagando in terra magno greca tra antiche vestigia e il mare G i r o v a g a n d o
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MARTA: LA “DOMUS” DELLA MAGNA GRECIA
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i r o v a g a n d o
Il culmine dello splendore si raggiunse nell’VIII sec. a. C, periodo in cui l a t e r r a d e i d u e m a r i divenne la più i m p o r t a n t e π όλ ι ς ( c i t t às t a t o ) d e l l a M a g n a G r ec i a I c i n q u e a n n i d ’ a s p r e g u e r r e c o nd a n n a r o n o l e c i t t à g r e c h e alla sottomissione; Taras fu l’unica a vedere l’ultimo tram o n t o p r i m a di cadere sotto la dominazione romana, p e r t a n t o l a c u l t u r a g r e c a conservò una nota influenza s u l t e r r i t o r i o N e l p e r i o d o e l l e n i c o Taranto acquis ì u n ’ i m p o rtanza propria, che si riconobb e n e l v o l t o delle monete, o v e v e n i v a c o n i a t a l ’ i mm a g i n e d e l fondatore della città, guidato da un delfino. La moneta
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e r a u n v e i c o l o c o m u n i c a t i v o e d emblema di un’efficiente autogestione e comunicazione. L’intensificazione dei flussi migratori, i quali avevano come destinazione prediletta l’Italia meridionale, favorì l’inizio di un processo dinamico di convivenza tra i Greci e le popolazioni indigene, che c r e a r o n o u n s e n s o d ’ i n t e g r a z i o n e reciproco. Tra i valori cardine della cultura greca vi era l’importanza della celebrazione “post-mortem” dell’individuo, espressa mediante la realizzazione delle strutture funerarie. Tanti sono i ritrovamenti rinvenuti sul suolo ionico appartenenti a tale campo di ricerca storica, ma in particolar modo il sarcofago dell’atleta tarantino, vincitore delle Grandi Panatenee di Atene, ha rianimato i battiti del passato conservando nel museo l’eternità della sua vittoria L’età ellenistica non cessa di sorprendere gli occhi degli ospiti visitatori della casa di Taras, poiché a catturare l’attenzione dei medesimi sono proprio gli ori di Taranto, una collezione di gioielli che attesta l’ampio calibro dell’artigianato orafo e l’interesse circa la pratica della lavorazione dell’oro La ricostruzione della storia è paragonabile al completamento di un puzzle; la mano del presente sfiora con i guanti ogni frammento del passato e delicatamente scioglie l’intreccio e comprende l’incastro, in tal modo la vita crea il mosaico del tempo
A volte il mare restituisce dei frammenti di storia e tempo, i quali vengono trasportati dai venti e dalle onde, altri emergono grazie al desiderio dell’uomo di cercare nell’avverbio “ieri” delle risposte valide per il proprio “oggi”, di scavare nella terra e di scoprire le radici dentro sé stesso.
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