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N°1 Novembre 2010

pubblicazione gratuita / Mensile / Anno I / Numero 1

ARTISSIMA ATTERRA A TORINO novembre contemporaneo: guida pratica per orientarsi e divertirsi Nicus Lucà inaugura la Collezione ArteSera



l’editoriale Che senso ha una (nuova) rivista di arte contemporanea? Nessuno, se non si ha nulla di nuovo da dire. Oppure se non si trova un diverso modo di comunicare. Questo è l’obbiettivo di Artesera, cioè riuscire a ricondurre l’arte alla gente, sulla strada, come qualcosa di cui le persone possano essere in grado di discutere, criticare, emozionarsi. L’arte contemporanea come un materiale quotidiano, esposto e offerto alla vita comune. ArteSera è un piccolo esperimento, che prova con umile ma tenace volontà a dialogare, a non sentire la propria eco nelle alte sfere speculative riservate a pochi, ma a mescolarsi nel chiacchiericcio dei molti. Lì ci sono il cervello, il cuore e la pancia dell’arte che ci interessa. In ogni numero cercheremo di coinvolgere persone e realtà diverse per raccontare e suggerire qualcosa, storie perse da recuperare, sguardi dentro ai quali infilarsi, zone da osservare. E ascolteremo tutto quello che chi leggerà vorrà dirci. ArteSera nasce a Torino per Torino, per raccontare l’unicità di un territorio che anche grazie all’arte ha saputo reinventarsi e ritrovare un ruolo: dato spesso non riconosciuto, ma che merita invece di essere dichiarato, manifestato e, soprattutto, condiviso da coloro che questa città la abitano, la vivono e, in qualche maniera, la amano. Ci sarà la copertina per andare in giro nel mondo, l’approfondimento che seguirà un evento di rilievo, la collezione che presenterà il lavoro degli artisti del territorio, gli sconfinamenti fra arte e altri linguaggi, i mestieri che rendono l’arte possibile e concreta. Poi racconteremo personaggi, storie e pezzi del passato e del presente artistico di Torino, il rapporto tra la città stessa e l’arte pubblica, lo spazio fuori porta dove merita andare. Il primo numero parte da Artissima, luogo simbolico per l’arte contemporanea piemontese e nazionale, la fiera che in Italia rappresenta la più importante di settore, con il suo contorno di eventi del sistema pubblico e privato, che coinvolgono tutto il territorio. Artissima sarà un osservatorio per stimare gli effetti di una crisi sempre più evidente, certamente economica, ma soprattutto etica e intellettuale. I tagli alla cultura sono ingenti, ma rappresentano solo la punta dell’iceberg di un malessere profondo, che mette in dubbio concetti fondanti come l’identità italiana. Pochi si sono accorti, per esempio, che i musei d’arte contemporanea delle regioni meridionali non hanno in programma mostre per i prossimi mesi, salvo rare eccezioni. Questa è un’emergenza, perché la cultura è un alimento di prima necessità, lo strumento per eccellenza del vivere civile e democratico. Quindi, non dite mai più che di arte non ne capite nulla o siete ignoranti, e provate, esigete di abitarla in un modo o nell’altro, senza timidezze e senza qualunquismi.

Mensile / Anno I / Numero 1 Novembre 2010

Direttore Editoriale Annalisa Russo Direttore Responsabile Olga Gambari Coordinamento di Redazione Barbara Casalaspro Progetto grafico e impaginazione www.dariobovero.it Copertina Giuseppe Ghignone

Hanno collaborato a.titolo, Piero Acuto, Franz Bernardelli, Luisa Cicero, Maurizio Cilli, Cuochivolanti, Italo Draperi, Nicus Lucà, Filippo Fossati, Pietra Pistoletto, Gianluca Platania, Serbardano, Stefania Sabatino, Roberta Tedesco, Daniela Trombetta, Maria Vernetti Contatti Arte Sera Produzioni Via Lamarmora, 6 10121 Torino MAIL: redazione@artesera.it

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Testata giornalistica registrata. Registrazione numero N°55 del 25 Ottobre 2010 presso il Tribunale di Torino Tutti i diritti riservati: nessuna parte di questa rivista può essere riprodotta in alcuna forma, tramite stampa fotocopia o qualsiasi altro mezzo, senza autorizzazione scritta dei produttori.


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EVENTO DEL MESE

novembre contemporaneo testo di LUISA CICERO*

Con l’arrivo dell’autunno, come avviene ormai da diversi anni, si alza il sipario su Contemporaryart Torino Piemonte, il contenitore delle arti contemporanee.

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a città della Mole, dal 2009 in sinergia con Milano, ha lavorato alla programmazione di un calendario di appuntamenti dedicato alle arti visive, design, teatro, danza, musica e cinema che coinvolgerà il pubblico di tutte le età. In sintesi, gli appassionati, i girovaghi della cultura, i curiosi, potranno prendere carta e penna per segnarsi cos’è importante non perdere. Il 3 novembre, con un’inaugurazione in grande stile

- aperta a tutti - a Palazzo Madama prenderà il via la tredicesima edizione di Luci d’Artista. Una convention che richiamerà a Torino tutti gli artisti che hanno lavorato al progetto dal 1998 a oggi. La collezione della città si arricchirà di tre nuovi lavori: My noon di Tobias Rehberger, Cristallizzazione sospesa di Carlo Bernardini e Bwindi Light Masks di Richi Ferrero. Dal 5 al 7 novembre aprirà Artissima 17, la fiera internazionale d’arte contemporanea. Terminato il triennio sotto la direzione di Andrea Bellini, l’edizione 2010, che sarà organizzata all’interno dell’Oval, sarà firmata Francesco Manacorda. A un anno dal completo riallestimento gli spazi espositivi della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (via Magenta 31) ospiteranno fino al 31 gennaio 2011 due nuove mostre: nell’Exibition area - al primo piano – I capolavori di Osvaldo Licini, maestro del Novecento italiano e rappresentante di spicco dell’arte astratta e, nell’Underground Project – al piano interrato - luogo dove

analisi e sperimentazione si intrecciano, la prima mostra che un museo italiano dedica al lavoro di Martha Rosler. Le opere di Licini tracciano un percorso dell’artista che parte dagli esordi e arriva al 1958, anno della sua morte, lo stesso in cui alla XXIX Biennale di Venezia ottenne il Gran Premio Internazionale per la Pittura. Di Martha Rosler si potranno ammirare le più importanti opere realizzate dal 1965 ad oggi: dagli storici collage delle serie Body Beautiful e Bringing the War Home alle più recenti opere installative, alle serie fotografiche dedicate agli aeroporti, strade cittadine e metropolitane. Concepita per la Manica Lunga del Castello di Rivoli (Piazza Mafalda di Savoia – Rivoli) l’esposizione Exibition Exibition riflette sulla percezione e sull’esperienza del guardare l’arte e le mostre. Le sale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (via Modane 16) ospiteranno fino al 27 febbraio Modernikon, una mostra realizzata con le opere di venti artisti russi,


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alcuni emergenti e altri già conosciuti sulla scena internazionale. L’esplosione creativa contemporanea cinese, invece, sarà protagonista dal 6 novembre, con i lavori di una generazione di artisti d’avanguardia come Ai Weiwei e Huang Yong Ping, della rassegna China Power Station alla Pinacoteca Agnelli (Via Nizza 230). Che Cos’è Una Casa? l’esposizione di Mario Merz tenutasi nel 1999 alla Fundaçao de Serralves di Porto, rivivrà, da dicembre, negli spazi della Fondazione Merz (Via Limone 24): disegni, tavoli e igloo si espanderanno nelle sale a costituire un’opera unica. Anche quest’anno ritorna In Sede, la manifestazione che da alcuni anni invita gli artisti emergenti a trasformare contesti pubblici in spazi espositivi inusuali. Proposta per la prima volta insieme da Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, con la partecipazione di Finpiemonte, nell’ambito di ContemporaryArt Torino Piemonte quest’edizione, a cura di Francesco Poli ed Elisa Lenhard, affronta il tema della precarietà. La rassegna, che coinvolge quaranta giovani artisti attivi sul territorio, per interpretare le difficoltà e i sogni di migliaia di loro coetanei, e non solo, in cerca di stabilità e di un futuro migliore, è visitabile fino al 29 settembre 2011 dal lunedì al venerdì con orario 10-17 in via San Francesco da Paola 3 (Assessorato alla Cultura del Comune), in via Bertola 34 (Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte) in Galleria San Federico 54 (Finpiemonte) e dal lunedì al venerdì con orario 9-12 in via Bologna 153 (Centro per l’impiego della Provincia). I Nuovi Arrivi si inaugureranno all’Accademia Albertina delle Belle Arti il 2 novembre. Giulia Gallo, Nakamura Kanako, Beatrice Piva, Nadir Valente e due gruppi, Micron e il Gruppo Radici nell’esposizione dal titolo Get Closer Fatti sotto/Vieni più vicino propongono sguardi ravvicinati e mappature, interattività e coinvolgimento, pratiche di appropriazione e dinamiche seriali. Lo spazio Zona Arrivi accoglierà invece alcuni dei lavori recenti (realizzati nell’anno) dei vincitori della scorsa edizione: il premio-acquisto Cornelia Badelita e Fatma Bucak alla quale è stato assegnato un soggiorno di studio e ricerca tra Turchia e Siria nell’ambito del progetto Passaporto. Sabato 6 novembre ritorna la Notte Delle Arti Contemporanee, il tradizionale appuntamento di ContemporaryArt Torino Piemonte. Per l’occasione il pubblico sarà invitato a partecipare a eventi unici: feste, concerti, djset, happening, performance e vernissage con apertura straordinaria di musei, fondazioni artistiche e gallerie d’arte. Il calendario aggiornato degli eventi è consultabile sul sito internet all’indirizzo: www.contemporarytorinopiemonte.it

* Luisa Cicero è nata a Torino dove si è laureata in storia della critica d’arte. E’ giornalista professionista e lavora all’ufficio stampa della Città di Torino. Si occupa in particolare di cultura.

nella pagina a fianco: Maurizio Cattelan, Moi-meme-soi - meme (1997), Castello di Rivoli in questa pagina, alto: Anna Parkina, The case is open II (2007), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in basso: Mario Merz, Rinoceronte (1980), Fondazione Merz – foto di Paolo Pellion


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EVENTO DEL MESE

foto grande: Yang Fudong, Lock Again, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli in basso a sinistra: Ramona Vada, La sposa Esplosa - In sede, varie sedi in basso a destra: Gruppo Radici, 7x7_Artematica 2010, Nuovi Arrivi, Accademia Albertina delle Belle Arti


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Martha Rosler, Hunting Fantasy, GAM


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EVENTO DEL MESE

Michelangelo Pistoletto, Love difference (2005) – foto di Gianluca Platania

tornano le luci d’artista

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’interruttore sarà pigiato la sera del 3 novembre. Con quel click si accenderanno per il tredicesimo anno le magiche installazioni di Luci d’Artista. L’edizione 2010-11 sarà speciale, l’ultima inaugurata dall’amministrazione Chiamparino e quella che accompagnerà i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia ed è per questo che passeggiando nel centro storico della città si potranno ammirare tutte le opere della collezione più tre installazioni nuovissime. Il comitato artistico ha affidato i tre lavori ex novo a un artista tedesco, Tobias Rehberger e due italiani: Carlo Bernardini e Richi Ferrero. My noon di Rehberger, un grande orologio luminoso che scandisce le ore in formato binario, sarà allestito in piazza Castello. Cristallizzazione sospesa di Bernardini, un lavoro realizzato con i fili di fibre ottiche e strutturato come una concatenazione di più installazioni, percorrerà il cortile di Palazzo Bertalazone in via san Francesco d’Assisi. Bwing Light Masks di Ferrero, quaranta maschere identiche provenienti da un’area di confine tra Congo e Uganda, verranno collocate come piccoli monoliti, in ordine sparso e illuminate nel cortile di Palazzo Chiablese. Ad esse si affiancherà nella storica piazza delle Erbe il Tappeto volante di Daniel Buren che, come già accadde nel 2006 per l’evento olimpico, quest’anno sarà realizzato con i colori della bandiera italiana. Il verde quindi sostituirà il blu francese. La centralissima via Roma ospiterà Noi, le figure delineate di Luigi Stoisa, in Via Garibaldi danzerà Volo su… di Francesco Casorati, un filo rosso in flexneon retto da

sagome di uccelli geometrici. Palomar, l’opera che Giulio Paolini ha concepito come un antico atlante astronomico, costellato da pianeti iscritti in forme geometriche, illuminerà via Po. Confermata nella monumentale Piazza San Carlo, salotto della città, l’opera Regno dei Fiori: nido cosmico di tutte le anime di Nicola De Maria. Neongraphy, la grande insegna al neon con immagini di ideogrammi di Qingyun Ma, brillerà nuovamente sul portone d’ingresso della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. In Piazzetta Mollino, a lato del Teatro Regio, tornerà il coloratissimo Vento Solare di Luigi Nervo. I Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn continueranno a donare un aspetto onirico e surreale al Monte dei Cappuccini e, sulla cupola del monumento simbolo di Torino, la Mole Antonelliana, ritornerà il Volo dei numeri di Mario Merz, la luminosa sequenza numerica di Fibonacci in cui ogni numero è la somma dei due precedenti (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89…). Sull’Antica Tettoia dell’Orologio a Porta Palazzo, nel cuore di uno dei mercati all’aperto più grandi d’Europa, Michelangelo Pistoletto, scriverà con neon colorati la frase Amare le differenze in 39 lingue diverse. La Galleria Subalpina, “…uno spazio unico per sensibilità, un gioiello di leggerezza unita a un pizzico di austerità”(M.G.) è il luogo dove Marco Gastini ha dipinto il soffitto con segni luminosi come fosse un grandioso cielo stellato di cui l’energia è parte determinante. All’entrata Sud della città, nel laghetto di Italia ’61, si potrà vedere la Luce Fontana Ruota di Gilberto Zorio, una stella rotante che evoca un mulino e sui muri laterali

dei Murazzi si delineerà l’opera di Joseph Kosuth Doppio passaggio (Torino). Passeggiando in via Pietro Micca sotto il Planetario di Carmelo Giammello sarà possibile incontrare, all’altezza di via Prati, anche la Luce di Domenico Luca Pannoli L’amore non fa rumore, mentre il Concerto di parole di Mario Molinari ci accompagnerà ai Giardini Reali. Le Luci si spegneranno il 16 gennaio. Le opere di Buren, Gastini, Rebecca Horn, Kosuth, Merz, Pistoletto e Zorio si accenderanno nuovamente dal 17 marzo, giorno d’inizio dei festeggiamenti del 150enario dell’Unità d’Italia, fino alla fine di giugno 2011. (lc)

informazioni PASSEGGIATE SOTTO LE LUCI, un suggestivo tour a piedi, in compagnia di una guida professionista, della durata di un’ora e mezza, che si svolge tutti i sabati alle h.17 dal 13 novembre 2010 al 14 gennaio 2011. Sul web: www.turismotorino.org/visite_guidate Il CITY SIGHTSEEING TORINO, l’autobus rosso a due piani, che tutti i sabati, le domeniche e i giorni festivi prevede una corsa esclusiva alle h.18 della durata di un’ora per ammirare le Luci d’Artista; dal 6 novembre 2010 al 15 gennaio 2011. Sul web: www.turismotorino.org/busturistico


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paratissima Vi

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a sesta edizione di Paratissima, mostrahappening di arte contemporanea, è dedicata alle similitudini fra la cucina, ambiente “laboratorio” della casa, e il quartiere multietnico di San Salvario. Come la stanza dove si mangia è uno spazio di nuovi piaceri nonché il luogo di conservazione e preparazione del cibo, così la zona della circoscrizione 8 interessata all’evento è il luogo di insediamento di attività creative ed artigianali e cornice ideale per i talenti emergenti.

necessità il “frigo tazebao”. Cosi’ è se vi Panda – 30 opere x 30 anni di Panda. Per celebrare l’anniversario di Fiat Panda sono stati selezionati 30 pezzi d’auto(re) che contribuiranno a ricostruire idealmente una Panda artisticizzata all’interno di un container collocato in

largo Saluzzo le cui pareti diventeranno la tela per la performance di Antonio “Shades” Agee, tra i più noti Graffiti Artist di Detroit. (lc) Per informazioni: www.paratissima.it.

Dal 3 al 7 novembre, le strade, le piazze, le botteghe degli artigiani, i negozi, gli studi professionali, i locali storici e gli appartamenti di San Salvario si affolleranno di opere realizzate da giovani artisti: uno spazio espositivo allargato che coinvolgerà un intero quartiere con eventi, iniziative collaterali e concorsi per tutti coloro che non sono ancora entrati nel circuito ufficiale dell’arte. Fanno parte di Paratissima tre progetti speciali: Fresh Art – letteralmente Arte al Fresco - è l’esposizione di 10 frigoriferi “allestiti” e “rimpinguati” di cibi e bevande normalmente acquistati e consumati nella quotidianità da 10 artisti di fama internazionale, Bruna Biamino, Monica Carocci, Marco Gastini, Luigi Mainolfi, Luisa Rabbia, Botto&Bruno, Enrico De Paris, Giorgio Griffa, Michelangelo Pistoletto, Saverio Todaro. Me ne frigo – La “social mostra” dedicata alle foto finaliste del concorso per frigoriferi emergenti rivolto a coabitanti/ coinquilini, a coloro cioè che (con)dividono per scelta o

Non dimenticarti di tutte le mostre a pagg. 20-23. E inoltre... artE

cinema

Artissima Design a Palazzo Birago, Camera di Commercio di Torino (dal 7 al 14 Novembre)

PicTURIN l’evento internazionale di arte murale (da ottobre a novembre)

Diversamente vivi: zombie, vampiri, mummie, fantasmi al Museo Nazionale del Cinema (dal 30 settembre al 9 gennaio 2011)

Piemonte Share Festival 2010 - Smart Mistakes al Museo Regionale di Scienze Naturali in Via Giolitti (dal 2 al 7 novembre)

Domenico Oliviero – Pocket, un intervento di contaminazione artistica dello spazio pubblico in Via Madama Cristina, Via Giulia di Barolo e in Via della Rocca (la sera del 6 novembre)

The White Cellar, a cura di Chiara Canali, presso l’ex Palazzo Fiat di Via Marconi 10 (dal 3 al 7 novembre dalle 20 alle 24)

IoEspongo Edizione XIII (finale) al Temporary Art Cafè in Piazza Emanuele Filiberto (dal 21 ottobre al 7 novembre) Inside India Atul Dodiya, Riyas Komu, Jagannath Panda, Justin Ponmany, TV Santosh, Thukral & Tagra a Palazzo Saluzzo Paesana, Via della Consolata 1 bis (dal 5 al 24 novembre) Il luogo dell’ascolto di Giulia Bonora (vincitrice del concorso Autofocus 2) presso Baricole – Showroom Vanni in Via Maria Vittoria 15 (dal 6 novembre all’8 gennaio 2011) La mostra perfetta al Museo del Design GH, Via Pietro Micca (dal 6 al 30 novembre) NWOIB, New Wave of Italian Spaghetti Bomb al Mirafiori Galerie (dal 26 ottobre al 21 novembre)

TOPOS Sguardi contemporanei sul paesaggio greco presso Le Meridien Turin Art+Tech (dal 27 ottobre al 28 novembre)

teatro/danza Fondazione del Teatro Stabile di Torino – Festival d’autunno. Prospettiva 2 - Le dinamiche del doppio presso varie sedi (dal 15 ottobre al 14 novembre) Fondazione del Teatro Stabile di Torino – Torino Danza Festival 2010 presso la Cavallerizza Reale e le Fonderie Limone di Moncalieri (dal 7 settembre al 13 novembre) Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani onlus / ITER / Sistema Teatro Torino - CHILDREN’S THEATRE FOR CONTEMPORARY ARTS in Corso Galileo Ferraris 266 (dal 19 novembre al 5 dicembre)

Torino Film Festival – 28esima edizione (dal 26 novembre al 4 dicembre)

musica Club to Club – The X superstition presso varie sedi a cura dell’Assocazione Culturale Situazione Xplosiva (dal 3 al 7 novembre) Musica 90 Dalle nuove musiche al suono mondiale – XXI edizione a cura dell’associazione Musica90 (dal 15 ottobre all’11 dicembre) MUSICHE IN MOSTRA 2010 XXV edizione Otto concerti con atelier a cura di Rive Gauche Concerti (dal 31 ottobre al 5 dicembre) Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI - Concerto 2010-2011 in Piazza Rossaro (19 novembre) Xenia Ensemble - EstOvest: un viaggio nella musica di oggi edizione 2010 presso varie sedi (dal 15 ottobre al 2 dicembre)


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COPERTINA

ARTISSIMA ATTERRA A TORINO testo di REDAZIONE • illustrazione di GIUSEPPE GHIGNONE

Si chiama Artissima e potrebbe essere il nome di una città invisibile di Calvino, quella dell’arte contemporanea, fatta di pannelli di allestimento per gli stand, arredata con opere d’arte, illuminata dai neon, sfamata da punti ristoro come quelli degli autogrill autostradali e frequentata per soli quattro giorni all’anno da genti di ogni luogo.

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n realtà è anche un po’ un circo che arriva e pianta le tende, si anima di numeri vari, ospita personaggi diversi, mentre attorno prendono vita tanti eventi come germinazioni per la città. Artissima è la fiera d’arte contemporanea italiana per antonomasia, nata diciassette anni fa, quando si stava consolidando il tentativo di dare una nuova identità forte a Torino, a seguito della crisi della Fiat con tutto il suo indotto. La creatività era un elemento presente da sempre nel dna torinese, follia e rigore, understatement e anarchia. Da postindustriale, grigia e senza cammino davanti, Torino iniziò a diventare lentamente una capitale dell’arte contemporanea, e tutto pian piano si risvegliò, dal centro storico, alle periferie, alla vita sociale. E Artissima, rimasta all’inizio un po’ nell’ombra, con il tempo, e l’acquisizione

del marchio da parte degli enti pubblici, si è evoluta fino a diventare il perno di un sistema.

Future) e poi artisti, invece, già maturi ma rimasti immeritatamente fuori dal palcoscenico (Back to the future).

Ogni novembre Torino fa, quindi, la sua mise en place, con un ballo che coinvolge tutta la città, dalle istituzioni agli spazi off. Quest’anno dal 5 al 7 novembre Artissima approda per la prima volta all’Oval, con la nuova direzione di Francesco Manacorda. Saranno giorni densissimi sia di eventi in fiera, raccolti tutti dentro al perimentro dell’Oval, sia di molteplici proposte in contemporanea da parte dei protagonisti del mondo dell’arte cittadino.

Oltre all’aspetto commerciale ed economico, però, ci saranno molte iniziative con ambizioni puramente culturali, piccole sperimentazioni per proporre contaminazioni con l’architettura in Urban Genoma Project, il design con Design Visualising Transformation, la letteratura in Poesia in forma di rosa, la danza in The dancers, la grafica di Typography, la formazione di Pickpocket almanack e il cinema con Thinking through Cinema. E c’è posto anche per l’ipnosi con l’Hypnotic Show.

In “mostra” ci saranno 153 gallerie arrivate da tutta l’Europa, New York e Hong Kong, insieme a sezioni dedicate a giovani gallerie (New Entries), artisti emergenti (Present

Con la sua forma ad anello, che orbita sul paesaggio, la navicella aliena dell’arte contemporanea prova a scendere a terra.



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il racconto dell’arte

FUCINA TORINO testo di olga gambari

Un racconto sull’arte contemporanea a Torino dovrebbe iniziare almeno un secolo fa. Radici lontane e necessarie per provare a spiegare un’identità cittadina intellettuale e sensibile alle questioni sociali e ideologiche, ma anche profondamente caratterizzata dall’intuizione artistica.

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na cifra, quest’ultima, che ha sempre coinvolto l’aspetto ideativo e quello realizzativo di molti progetti scaturiti dal territorio negli anni. Torino pensa e fa, assomiglia a un laboratorio, a una fucina operosa e visionaria, in cui si lavora nell’ombra elaborando l’idea, dandole forma, mescolando stilemi diversi. La sua è sempre stata una realtà artistica poliedrica ed ecclettica, all’insegna della contaminazione, dell’avanguardia e dell’underground. In fondo, le stesse officine meccaniche, da cui sorse poi la grande fabbrica Fiat, le cosiddette boite, altro non erano se non luoghi di geniale artigianato d’eccellenza. E allora come raccontare una città rappresa per decenni in uno stereotipo di metropoli ordinata e produttiva, quindi, se non attraverso storie tratte da questo suo ricchissimo e sorprendente background di miscellanea artistica? Si trovano capitoli spesso poco conosciuti di un ritratto che fermenta, in cui i linguaggi e gli ambiti si mescolano, tra arte, design, letteratura, musica, cinema, teatro. La stagione del Futurismo, che comprende anche l’apertura del ristorante Santo Palato, la straordinaria figura di imprenditore e mecenate di Riccardo Gualino, i movimenti dell’Informale Internazionale attorno a Michael Tapiè, della Bauhaus Im-

maginista, di Surfanta e dell’Arte Povera. E poi il Museo Sperimentale di Eugenio Battista negli anni Cinquanta, la nascita della Gam, le mitiche gallerie La Bussola, Il Punto, LP220, Sperone, Stein e Martano nei Sessanta. Esistono donne inconsapevolmente militanti di un’arte femminista e libera come Carol Rama e Marisa Merz. Troviamo personaggi come Luciano Pistoi, Corrado Levi e Paolo Fossati, Edoardo Fadini legato al teatro, Armando Testa alla pubblicità, un’industria cinematografica che fu un modello anche per gli Stati Uniti. Ecco gli anni Ottanta, assetati di mondo, con una nuova ondata di impulso e vitalità, il consolidarsi del modello dei “punti verdi”, seguiti dai Novanta con le Biennali del Mediterraneo dedicate alla giovane arte, i circoli Arci, le zone dei Docks Dora e dei Murazzi, le Fondazioni per l’arte, la Cittadellarte di Michelangelo Pistoletto. Torino è stata riscoperta in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006, ma le strade per attraversarne la biografia artistica sono sia viali sia vicoletti, che portano in pompa magna al Castello di Rivoli, oppure che deviano fino all’invenzione del primo gelato ricoperto e al metodo MP3. Ci sta dentro tutto, alto e basso, perché insieme viene fuori un racconto corale e coerente, fatto anche di piccole avventure e fasce laterali: queste sceglieremo di volta in volta.


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pagina 12: Giulio Paolini, Amore e Psiche (1981), dal Catalogo Arte povera in collezione (Ed. Charta, Milano 2000) pagina 13, in senso orario: Manifesto per Cabiria realizzato da Leopoldo Metlicovitz per l’edizione del 1914 (Courtesy Museo Nazionale del Cinema di Torino) Salvo, 77 PITTORI ITALIANI, 1975 Una mannequin vestita di pittura industriale, 13 Maggio 1959, dal Catalogo Pinot Galizio, Il laboratorio della scrittura, Ed. Charta, Milano 2005 Immagine pubblicitaria della Taverna Futurista Santopalato Bruno Zanichelli (Pennarex) Carol Rama (2007) – Foto di Viola Berlanda


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collezione arte sera: nicus lucà

Potassio Pliffi intervista Filippo Fossati* sul lavoro di Nicus Lucà (estratto del dialogo) PP Siamo qui per conversare di Nicus Lucá e delle sue opere e se fosse possibile vorremmo farlo in modo che anche i non “addetti ai lavori” possano capire. Cominciamo da quando vi siete conosciuti, 22 anni fa… FF Ci siamo conosciuti da qualche parte intorno a Palazzo Nuovo...ricordo un luogo buio e un cappotto che si avvicina. Dal centro delle spalle spunta un cappuccio e la punta di un naso...un naso importante. La figura si avvicina con incedere elegante, un Petrolini muto. Senza una chiacchiera appare un guanto nero che mi offre un oggetto. Lo guardo ed é la sagoma di una pistola. Non riesco a distinguere ma vi é qualcosa di scritto. Poi un tono di voce. “Non aver paura.”- mi dice -”É solo l’invito della mia mostra”. PP E tu? FF Io non so bene cosa fantasticare e metto l’arma di cartone in tasca. Pochi giorni dopo ho visto la sua mostra, Com’é romantico cullare una pistola: aveva smontato la casa dove ancor oggi vive... tutti i materiali erano diventati personaggi inanimati e con gli stessi materiali aveva costruito lo scenario di un racconto. Nell’androne c’era la figura di un uomo dai capelli di ferro e la faccia di legno, braccia e gambe assemblate con pezzi di grondaia arruginiti. L’impatto emotivo era forte. Non concedeva spiegazioni. La vita stessa di Nicus pulsava lí...inquieta, cruda. Scendendo poi nei sotterranei, si incontravano altri esseri di sembianze umane simili al primo, che piantonavano le sale con una pistola in braccio. Nicus stava cercando di smontare il mondo, di guardarlo in faccia. Si sentiva giá la rabbia e la paura del gesto, l’energia del rompere, il delirio creativo...la povertá dei materiali lasciava immaginare ancora di piú. PP Iniziavi a farti un’idea su di lui? FF Colloco l’essere e il lavoro di Nicus in quel nonluogo e nontempo di cui parla Marc Augè in Che fine ha fatto il futuro?. Nicus é un artista anomalo nel panorama del mondo dell’arte...fa parte di una paesaggio che non esiste, che non si puó categorizzare, che lui si é attrezzato e in cui vive... affermo con uno slogan che Nicus é un artista che si é lasciato il futuro alle spalle...che sa di vivere nel presente. So che sa cosa costa vivere e fare arte in in termini non solo economici. La sua vita é l’arte e ne é responsabile e consapevole... PP Faccio fatica a trovare un legame, forse perché i lavori di Nicus sono tutti cosí diversi uno dall’altro che sembrano fatti da tanti artisti. FF Hai ragione, tutti i lavori di Nicus sembrano figli di padri diversi, ma c’é un filo fortissimo che lega il tutto ed é un filo consapevole e chiaro. I suoi lavori vivono di vita propria, senza bisogno di spiegazioni o dottrine. Dicono altro dal loro essere fisico. PP Hai parlato brevemente dei primi lavori. Potresti raccontarcene altri che ti hanno colpito? FF Nicus aveva cominciato a fare degli happening, delle performance : una sera aveva montato un tavolo nel giardino di un castello. Sul tavolo c’erano un frullatore, una lampada e un piccolo amplificatore a cui era attaccata una chitarra elettrica. Nicus aveva attirato l’attenzione togliendosi la maglia e tirando fuori da un sacco di plastica un cervello di mucca, che aveva messo nel frullatore. L’aveva acceso e poi si era messo a produrre suoni con la chitarra. PP Torna spesso la musica parlando di Nicus FF E’ forte il suo legame con la musica... Nicus canta e suona con talento... e successo. La RCA gli produsse un disco, anni prima che ci conoscessimo. A Nicus piace sovvertire, manipolare, contaminare... non solo il “pubblico” ma anche se stesso... la sua é un’opera di contagio... dell’arte, della musica, delle parole... e chiunque ne puó fruire... pensa alla teatralitá della scena e dell’oggetto che vi inserisce... a una certa violenza voluta,

provocante... tutte cose che continua a usare... che ha approfondito e raffinato nel corso degli anni… il desiderio di ribaltare i linguaggi, tutti i linguaggi... pensaci... é tutto lí, nelle sue opere... nei bersagli, nei libri fossili, nella cyclette legata per strada, nelle bandiere, nei quadri con gli spilli... PP ...continuiamo la storia… FF ...poi c’é la mostra da Franz Paludetto, in cui Nicus realizza un perfetto campo da pallacanestro, ma in cui non si puó giocare, perché i due canestri regolamentari sono uno piegato in modo che la palla non entri nel cesto, l’altro con un grande tavolo sotto, fatto con un piano a specchio. In un’altra sala aveva fissato a terra con dei bulloni un sedile di ferro, da altalena... ai manici erano attaccati due grandi elastici tesi per tutta la lunghezza della stanza fino alla parete opposta del salone. Il seggiolino era puntato, come il proettile in una fionda, verso una grande tela bianca con una cornice d’oro, appesa nel bel mezzo del muro. Il lavoro si intitolava Fiondati! e non avevo avuto il coraggio di sedermi. Nessuno lo ha avuto e la tela é ancora bianca... però funziona ancora perfettamente... e se ti lanci ti spiaccichi di sicuro nella tela. Fai/sarai il quadro. Il lavoro di Nicus cerca sempre contributi... é la molla che da’ vita al giocattolo... e le collaborazioni sono infinite. Lui ha sempre sostenuto la responsabilitá dell’artista verso il proprio lavoro, è un suo modo di lavorare con il mondo che lo circonda... in quanto a collaborazioni pensa anche solo alla “produzione” pratica che richiede di volta in volta assistenti e manovalanze specializzati... oppure al rapporto del suo lavoro con il pubblico, con lo spettatore. PP ...anche con altri artisti? FF Anche, ma non solo. Le collaborazioni di Nicus seguono strade proprie e coinvolgono persone in tutto diverse tra loro... per fare degli esempi penso alla biblioteca di libri fossili che Nicus realizzó in Marocco con l’aiuto di lavoranti locali e che espose a Torino da Caterina Fossati e a Parigi da Simonis prima che venisse felicemente smembrata...oppure ai quadri con gli spilli a cui partecipano vari lavoranti e che possono essere “guardati” anche da un cieco. PP anche noi siamo qui adesso... é vero... per collaborare ad un suo progetto... perché per l’uscita di questo primo numero di ArteSera, Nicus propone una collaborazione con chi desidera condividerla e mi pare a piú livelli... ha coinvolto anche te e me! Ancora una cosa però: anni fa Nicus ha iniziato un progetto infinito, chiamato “Popclub”. FF Nicus possiede ufficialmente anche una vera stella a cui ha dato quel nome. L’idea del progetto é quella di un cappello (Pop-club) che, come la calotta celeste, contenga una costellazione di teste diverse, di individualitá autonome che si incontrano e partecipano in un progetto comune... PP Mi sembra che il progetto che Nicus ha fatto espressamente per ArteSera sia, invece, in qualche modo ingabbiato in una griglia di possibilitá limitata. FF E ti sbagli... Nicus ha cominciato, non a caso, un quadro astratto e chiede, a chi vuole, di continuarlo. Basta chiamarlo al telefono e prendere un appuntamento e chiunque voglia puó andare in studio da lui e contribuire alla realizzazione del quadro. Mi pare che le possibilitá e le ragioni di un gesto simile siano illimitate, che non esistano griglie, si puó sconfinare nella pittura e in un dibattito sulla pittura... parlare del senso delle parole o di quello della vita... oppure piú terrenamente di comportamenti umani, relazioni. Questo é un quadro che é la pagina di un giornale che é una

CONTATTO ASTRATTO Una tela bianca, su cui persone diverse sono invitate a depositare il proprio segno, in libertà, coordinate dall’artista, che si pone come il direttore d’orchestra. Il progetto pensato da Nicus Lucà per Collezione ArteSera è un’agorà, un luogo d’incontro collettivo in cui confluiranno molte tracce diverse, fatte da coloro che vorranno partecipare. Nel suo studio in via San Donato per alcune settimane una superficie neutra accoglierà interventi multipli, una sovrapposizione di “testimonianze” artistiche aperte. “Sarà un lavoro che si sviluppa nel tempo, con una tensione reale e viva che coinvolge chi vi partecipa” dice Lucà e aggiunge che “ così diventa un’avventura, perché c’è un rischio, e il risultato dipende da ciò che accadrà”. Una pagina di diario, un foglio di un libro. Dentro c’è la visione di Nicus Lucà su ciò che è per lui “Torino”, una città sentita come spazio e umanità che gli respira attorno, una comunità che attraversa, dai confini e la definizione in continua ridefinizione. www.nicusluca.it

performance... cosa vuoi di piú!? *Potassio Pliffi (Siena 1970) é critico e saggista. Scrive d’arte per varie testate ed ha pubblicato recentemente una raccolta di interviste dal titolo “Cosa ti fai?” per la Haarvard Press di Minneapolis. Vive a San Francisco. Filippo Fossati (Torino 1965) mercante d’arte di base a New York. Fondatore e direttore di gallerie d’arte, di testate e di un parco permanente di sculture all’aperto.

ARBRE MAGIQUE Coltan 2010 Cm 197 x 151 x 1, Acrilico e vernice su legno fenolico (courtesy SENTè d’ART)


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arte pubblica

1995 – 2010

15 anni di arte pubblica a Torino testo di maurizio cilli*

Può una città poco conosciuta al mondo, legata per oltre mezzo secolo al destino di un marchio automobilistico, cambiare il proprio sviluppo e proporsi all’attenzione internazionale come città ospitale, bella, capace di candidarsi a diventare Città della Cultura?

S

embra una missione impossibile, eppure questa è la traccia di una ricostruzione storica degli ultimi quindici anni di riflessione sul futuro di Torino. Grazie ad un complesso percorso di pianificazione la città è stata in grado di delineare le politiche necessarie al suo sviluppo sociale e ambientale. Torino eredita verso la fine degli anni ‘80 una società locale marcatamente monoculturale, una struttura economica poco differenziata, un tessuto urbano collettivo molto debole, un diffuso impoverimento degli ambienti urbani e dei servizi. Un limite alle economie di investimento di risorse private in progetti rivolti ad un diffuso miglioramento della qualità della vita pubblica. Da queste urgenze, alla base di una plausibile ipotesi di sviluppo, la città ha inaugurato nel ’95 una lunga stagione di riflessione coordinata di tutti gli organi di governo territoriale, dapprima, con l’approvazione del nuovo PRGC, e poi, così come altre città europee, nel 2000 un primo Piano Strategico esteso al vasto territorio dell´area metropolitana. Una delle linee strategiche più ambiziose è promuovere Torino come Città di Cultura fondata su di un reale Sistema Culturale Territoriale, una rete di istituzioni rivolte allo studio, alla ricerca e alla promozione dell’arte contemporanea. Si intende rivendicare come la Cultura sia una delle vocazioni primarie di sviluppo del territorio a partire dal sottovalutato ruolo storico che Torino riveste nel campo dell’arte internazionale dal secondo dopoguerra. Torino ha saputo anche attivare progetti di programmazione esterna alle sedi deputate ad accogliere esposizioni temporanee e collezioni, inaugurando una stagione di interventi artistici pensati per lo spazio pubblico in trasformazione. Sulla scia di esperienze di arte pubblica tedesche nate verso la fine degli anni ’70 come Skulptur Projekte a Munster e Documenta a Kassel, Torino vara dapprima nel ‘96 Gli artisti del Passante (progetto tuttora in corso) curato da Rudi Fuchs e Cristina Mundici, un programma ambizioso di 11 grandi installazioni su scala urbana pensate per alcuni degli spazi lasciati liberi dal sistema della viabilità del viale urbano alberato della Spina Centrale ottenuto grazie all’interramento della ferrovia passante.

Nel ‘97 grazie ad una felice intuizione di Fiorenzo Alfieri nasce Luci d’Artista esemplare e imitato progetto di arte pubblica. L’idea di illuminare la città nasceva da un’esigenza concreta richiesta al Comune da parte del mondo del commercio. La localizzazione degli interventi di illuminazione da parte degli artisti segue gradualmente il piano di pedonalizzazione e restauro delle principali piazze storiche della città sino ad interagire, occasionalmente e solo in seguito, con spazi non canonici ma accessibili a tutti e lontani dal centro. Giunta alla XIII edizione Luci d’Artista nel frattempo è diventata una collezione di una trentina di opere. Queste prime esperienze pongono oggi alcune questioni di merito sulle quali bisogna riflettere. Nel caso del passante,

si adotta un modello verticale di monumentalità decorativa intesa in senso tradizionale che solo raramente intercetta il flusso vitale dei cittadini in un vero e proprio spazio pubblico, nel caso delle luci, invece, gli interventi risultano spesso un commento decorativo di spazi urbani di per sé già molto espressivi e qualificanti. Proprio in virtù di una sperimentazione rivolta ad una più incisiva pratica di relazione fra opera, cittadini, luogo e contesto, è bene segnalare le più recenti esperienze proposte dal collettivo di curatrici dall’associazione a.titolo fondata a Torino nel ‘97,

con lo scopo di promuovere l’arte contemporanea orientata verso le dimensioni sociali, politiche e culturali dello spazio pubblico. Dal ‘01 per Nuovi Committenti la sua finalità è attivare o recepire una domanda d’arte, di qualità della vita, di integrazione sociale o di recupero urbano basato sulla relazione tra cittadini, mediatori e artisti, il modello sviluppa una forma di produzione culturale orizzontale, assegnando a gruppi e a singoli individui la responsabilità di un’opera d’arte. Questa promozione del ruolo dell’arte pubblica sul territorio pone oggi la necessità di stabilire un maggior grado di autonomia nella scelta dei contesti su cui è più urgente intervenire e un ruolo dell’arte pubblica non più secondario e accessorio alle politiche di rigenerazione urbana. Anche in questa direzione di radicamento al contesto sociale e spaziale dei luoghi, rivolge la propria ricerca la sperimentazione avviata dal progetto situa.to, un libero laboratorio di esplorazione urbana, nato nell’autunno del ‘09 da un gruppo di lavoro formato da a.titolo, Maurizio Cilli e Andrea Bellini, attivato grazie al sostegno della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo nell’ambito delle attività culturali di Y-our Time - Torino 2010 European Youth Capital. Un percorso formativo di riflessione e studio di che cos’è la città oggi e come rendere possibile un senso comune e condiviso di cittadinanza. Situa.to ha avviato la produzione di numerosi progetti e azioni attivatrici della rifondazione dello spazio pubblico nel territorio a margine e nelle sue periferie interne, stimoli di una concreta possibilità di agire rivendicando il senso di responsabilità verso la città e chi l’abita. Ci torneremo. * architetto e artista nato a Torino nel 1963, rivolge la propria ricerca verso la comprensione dei fenomeni di trasformazione territoriale e urbana. Tra i fondatori nel 1993 del gruppo “città svelata”, nel 2005 ha coordinato il progetto www.glocalmap.to, primo geoblog della rete web, dal 2009 è uno dei curatori del laboratorio www.situa.to. Attualmente è impegnato in una ricerca sul territorio della Drộme des collines nella regione francese del Rhộne Alpes.


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nella pagina a fianco: Fontana di Mario Merz - foto di My stification, in questa pagina: Eco di Marc Didou (2005)

ArteE’ è una nuova società di servizi dedicati al mondo dell’arte. L’azienda si occupa di tutti gli aspetti legati all’organizzazione e alla realizzazione di mostre, partendo dall’idea e dalla curatela, fino all’assicurazione, al trasporto e all’allestimento, avvalendosi di professionalità diverse e del supporto di partner qualificati. E’ attualmente in fase di progettazione una Officina dell’Arte, il cui intento è di riunire in un unico luogo, a Torino, artisti, designer, professionisti e creativi, partendo dalle risorse presenti sul territorio e mettendo a loro disposizione uno spazio esclusivo in grasdo di ospitare eventi e creare importanti occasioni di scambio e crescita professionale; un’iniziativa unica in Italia. La prima mostra ArteE’ è stata “Handle with care” presso i Magazzini Arte in Movimento a Torino (7-10/10/2010) ed è già definita la prossima, “Art Transit Station” alla Stazione Leopolda di Firenze (11-13/11/2010), nell’ambito del Salone di Arte e Restauro della Città di Firenze.

www.arteeartee.it


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sconfinamenti

indossa l’arte non metterla da parte testo di pietra pistoletto

Per raccontarmi devo partire dagli anni Novanta, esattamente dal 1994, quando ho cominciato a esprimere la mia creatività attraverso “l’abito”. Abito inteso non come semplice capo d’abbigliamento, quanto piuttosto come mezzo per coniugare arte e moda da un lato, e come strumento per riflettere sui temi dello spreco e del recupero dall’altro.

L

a ricerca di un nuovo equilibrio tra etica ed estetica è diventata, quindi, la mia linea guida, seguendo la quale realizzo abiti utilizzando capi esistenti e passati di moda. Sono nate così le “mezze giacche”, le “maglie calze”, le “triple camicie”, la “t-shirt di sacchetti di plastica”, la “t-shirt di pizzi della nonna”, gli abiti da sposa “camicie” e “slip”, le “gonne di calze”, i “gilè di calze”. In ognuno sono racchiuse delle storie, quella della mia famiglia innanzitutto, e poi quelle delle persone che hanno usato gli abiti, cucite insieme a tanti differenti tessuti, come capitoli di un romanzo. Seguendo questo percorso, l’abito è diventato anche performance: le mie partecipazioni a eventi si sono trasformate in azioni artistiche in cui pongo in relazione mercato e museo, chiedendo al pubblico di diventare protagonista, magari nello scegliere dal proprio armadio ciò che vuole farsi trasformare in altro.

La riflessione sulla forma, più che sulla funzione, è diventata centrale nel corso degli anni: l’abito deve andare oltre alla sua funzione, diventando una scultura che si osserva e produce idee e stimoli. Così è partito un percorso che mi ha avvicinata molto al design, con l’obiettivo di creare capi unici in cui innovazione e ricerca sviluppino ulteriormente il rapporto moda -arte- design. Controparte fondamentale del processo creativo è il rapporto di collaborazione tra persone che non si conoscono, la presenza di momenti di relazione in cui ritrovare il valore della lentezza e della tradizione, in contrasto a un’epoca in cui dominano velocità, superficialità e tecnologia. La mia ricerca è quindi in continua evoluzione e segue filoni diversi, che attraversano suggestioni legate al concetto di un’arte sociale, sostenibile e bella, da indossare e da ammirare, che diventi ispirazione ad altro. Una serie di lavori, per esempio, sono quadri realizzati con l’elabora-

zione di fili e tessuti avanzati e conservati da lavori precedenti. Da essi nasce un tessuto stampato che ha la stessa fantasia. Un altro esempio sono elementi di design dalla forma sferica, costituiti dai materiali di scarto, una metafora per sottolineare come i rifiuti stiano prendendo il sopravvento, e come sia difficile per l’uomo smaltire ciò che ha prodotto, ma di cui non ha più bisogno. L’obiettivo del mio lavoro è comunicare che l’essere umano sta distruggendo se stesso e la natura indifesa che lo circonda; la mia ultima opera, infatti, è proprio un abito scultura che rappresenta ciò che resta dell’onda nera di petrolio che ha invaso il Golfo del Messico. Ma, in ultima analisi, è un’onda simbolica di tutto ciò che ci sovrasta giornalmente, a volte in maniera evidente a volte celata: io non faccio altro che renderlo evidente agli occhi dei miei spettatori.


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pagina a fianco: Pietra Pistoletto, Abito – tappeto luce (2004-2005), foto di Max Tomasinelli in questa pagina, sopra: Pietra Pistoletto, abito da sposa / sotto: Pietra Pistoletto, L’abito nero (2010)

* Pietra Pistoletto, nata nel 1971, si è diplomata in Grafica Pubblicitaria a Torino e successivamente in Design di Moda al Polimoda di Firenze. Ha conseguito esperienze professionali in Italia e all’estero nei settori arte, moda e design. Attualmente vive e lavora tra Torino e Biella. www.pietrapistoletto.com


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Agenda musei gli appuntamenti imperdibili di novembre 2010 torino e piemonte

GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA (GAM)

MARTHA ROSLER. AS IF La prima mostra di un museo italiano dedicata al lavoro di Martha Rosler raccoglierà le più importanti opere dell’artista dal 1965 ad oggi; opere molto note che hanno fatto la storia dell’arte internazionale degli ultimi quaranta anni saranno presentate accanto a video, testi, e ricerche meno conosciuti, nel tentativo di restituire la complessità e la profondità di un pensiero critico esercitato nell’arco di un ormai lungo impegno artistico. il percorso, che comprende l’installazione di un nuovo progetto pensato dall’artista in relazione a Torino, non segue un percorso cronologico ma tematico, affrontando problematiche di scottante attualità come lo sfruttamento del corpo femminile, il consumismo, la guerra, le classi e i conflitti sociali, in un più ampio contesto di crisi globale. AS IF (come se) è la formula che Martha Rosler ha sempre usato per descrivere il suo metodo di lavoro che è quello tipico dello schizzo, in antitesi a un concetto di compiutezza delle opere.

FONDAZIONE MERZ

CASTELLO DI RIVOLI

PAGEANTRY OF PAINTING

JOHN MCCRACKEN RETROSPETTIVA

Una ventina di grandi pitture selezionate da Rudi Fuchs con l’assistenza di Cristina Mundici. Le opere in mostra, realizzate tra la metà degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta, provengono sia da importanti musei europei sia da collezioni private.

VIDEO.IT Giunta ormai alla dodicesima edizione, Video. it è una rassegna internazionale dedicata alla promozione della creazione video contemporanea.

EXHIBITION, EXHIBITION

OSVALDO LICINI La mostra antologica dedicata a Osvaldo Licini, maestro del Novecento italiano e internazionale e rappresentante di spicco dell’arte astratta, presenterà al pubblico i cento capolavori dell’artista. Le opere esposte in mostra rappresenteranno il percorso dell’artista dagli esordi, a partire dagli anni Dieci, fino al 1958, anno della sua morte. La retrospettiva si propone di evidenziare le tappe decisive del percorso artistico di Licini, facendo seguito alla grande rassegna antologica organizzata dalla GAM del 1968. Il progetto è curato da Zeno Birolli, Luciano Caramel, Fabrizio d’Amico, Danilo Eccher e Riccardo Passoni.

BE SQUARE!GAM Il progetto, ideato e realizzato dall’artista Antonio Riello in collaborazione con Gianluca Marziani, intende celebrare il “fattore umano” di un museo attraverso la vestizione dell’intero staff con una divisa che indaga e celebra l’identità collettiva utilizzando una stoffa disegnata appositamente dall’artista. Obiettivo è la realizzazione di un tartan, il classico pattern scozzese sinonimo di una precisa appartenenza: il “Tartan Torino” quindi, che rifletterà i colori della città e, oltre a vestire il personale della Gam, diventerà un originale “catalogo indossabile” (dal 22 ottobre 2010)

QUANDO: PAGEANTRY OF PAINTING fino al 14 novembre 2010/ VIDEO.IT 18 – 19 Novembre 2010 DOVE: Via Limone 24 Torino INFO: www.fondazionemerz.org / info@ fondazionemerz.org

FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO

Attraverso l’uso di un formato espositivo inedito, la mostra EXHIBITION, EXHIBITION, specificatamente concepita per gli spazi della Manica Lunga, riflette sulla percezione e sull’esperienza del guardare l’arte e le mostre. Il percorso espositivo include opere dagli anni Sessanta ai giorni nostri di artisti internazionali emergenti o affermati. Nella Manica Lunga del Castello sono esposti dipinti, video, opere sonore, sculture, installazioni e lavori basati sull’azione performativa. Nell’ambito della mostra sono organizzati incontri, concerti ed eventi destinati a stimolare l’investigazione e approfondire i concetti base della rassegna quali la copia e l’originale, la percezione e l’interpretazione nell’arte contemporanea. QUANDO: John McCracken Retrospettiva: 4 novembre 2010 – 6 marzo 2011/ EXHIBITION, EXHIBITION: 21 settembre 2010 – 9 gennaio 2011 DOVE: Piazza Mafalda di Savoia - Rivoli INFO: 011.9565222 – web. www.castellodirivoli.org / info@castellodirivoli.org

MODERNIKON

(ARTE CONTEMPORANEA DALLA RUSSIA) La mostra presenta al pubblico le più nuove ed interessanti ricerche artistiche di un Paese che solo di recente si è proposto sulla scena internazionale. La mostra è patrocinata dal Ministero per gli Affari Esteri. QUANDO: 23 settembre - 27 febbraio 2011 DOVE: Via Modane 16 Torino INFO: 011 3797600 – web. www.fondsrr.org / info@ fondsrr.org

CITTà DELL’ARTE FONDAZIONE PISTOLETTO

CONTEMPORARY MYTHS

(WAEL SHAWKY) La mostra presenta il video Cabaret Crusades: The Horror Show File, una produzione di Cittadellarte, messo in scena con le marionette della collezione bicentenaria Lupi. Il tema del film sono le crociate, presentate traendo ispirazione dal libro “Le crociate viste dagli arabi” di Amin Maalouf, con lo scopo di denunciare l’assurdità di ogni conflitto, con particolare riferimento ai conflitti del tempo attuale.

QUANDO: 24 ottobre 2010 - 31 gennaio 2011 DOVE: Via Magenta, 31 Torino INFO: tel. 011 4429518– web. www.gamtorino.it

Il Castello di Rivoli organizza e propone la prima retrospettiva in un museo europeo dell’artista americano John McCracken (Berkeley, California, 1934. Vive e lavora a Santa Fe, Nuovo Messico). Protagonista di fama internazionale dell’arte americana, a partire dal suo approccio irregolare e visionario alle correnti del Minimalismo e del Finish Fetish che si sviluppano negli Stati Uniti dall’inizio degli anni Sessanta, John McCracken è per la storia e la critica dell’arte figura epica e incompresa, minimalista e visionaria allo stesso tempo.

QUANDO: 25 giugno 2010 - 30 aprile 2011 DOVE: Via Serralunga 27 Biella INFO: 01528400 - www.cittadellarte.it fondazionepistoletto@cittadellarte.it

PINACOTECA GIOVANNI E MARIELLA AGNELLI

CHINA POWER STATION

(ARTE CONTEMPORANEA CINESE DALLA COLLEZIONE ASTRUP FEARNLEY) In mostra l’esplosione creativa dell’arte contemporanea cinese, attraverso le opere di una generazione di artisti d’avanguardia tra cui Ai Weiwei e Huang Yong Ping , insieme con la nuova generazione di artisti post - Mao nati tra la fine degli anni ‘70 e i primi anni ’80, tra cui Cao Fei, Liu Wei, Yang Fudong, Sun Xun, Zhang Ding. Video, installazioni di grandi dimensioni, pittura, scultura, raccontano la vibrante scena artistica cinese, svelando alcune delle risposte più innovative che stanno emergendo in relazione a questo paese che fornisce un terreno fertile per l’esplorazione artistica. QUANDO: 7 novembre 2010 - 28 febbraio 2011 DOVE: Via Nizza 230 Torino INFO: 011 0062713 – www.pinacoteca-agnelli.it / ufficio stampa@pinacoteca-agnelli.it


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FONDAZIONE 107

C’ERA UNA VOLTA E UNA STANZA

(SALVATORE ASTORE) La mostra, pensata per i grandi gli spazi della Fondazione, presenterà un gruppo di monumentali sculture, site-specific, in ferro, acciaio e mattoni, oltre opera in carta e ad un’istallazione esterna.

TORINO/ANVERSA: ANDATA E RITORNO L’eccellenza giovanile, la mobilità delle idee e il dialogo continuo sono gli obiettivi principali del progetto Torino – Anversa: andata e ritorno: 24 giovani artisti esprimeranno in pieno la loro arte. QUANDO: C’ERA UNA VOLTA UNA STANZA – Salvatore Astore: 15 ottobre – 28 novembre 2010 TORINO – ANVERSA: ANDATA E RITORNO: 5 novembre – 28 novembre 2010 DOVE: Via Sansovino 234 Torino INFO: www.progetto107.it info@progetto107.it

PARCO D’ARTE VIVENTE

BARRIERA

PRIVATE GARDEN

GROUNDHOG DAY

Il termine Giardino riporta a un suo ripensamento in chiave intima, anche a partire dall’etimologia del termine tedesco Garten, luogo cinto e concluso. Nella collettiva, i lavori site-specific di Nicola Toffolini, Arnaud Hollard e Juliana Mori, Alessandro Quaranta e Dacia Manto, intendono riflettere sull’ambiente inteso come luogo in cui avvengono metamorfosi continue. QUANDO: 29 ottobre – 31 dicembre 2010 DOVE: Via Giordano Bruno 31 Torino INFO: www.parcoartevivente.it / info@ parcoartevivente.it

(DAVID RENGGLI / CRISTIAN ANDERSEN COLAZIONE IN BARRIERA 2010) Colazione in Barriera: Il giorno 7 novembre alle ore 10.00 del mattino, dopo la notte bianca delle arti, inaugura la mostra curata da Salvatore Lacagnina (curatore delle sedi italiane dell’Istituto Svizzero) che ci accompagnerà tra le opere di David Renggli e Cristian Andersen. QUANDO: 7 novembre 2010 – 15 gennaio 2011 DOVE: Via Crescentino 25 Torino Torino INFO: 011 2876485 www.associazionebarriera.com barriera@associazionebarriera.com

CeSAC – Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee, Caraglio (Cuneo), Associazione Culturale Marcovaldo

FARE MUSEO/MAKING MUSEUM Vedi sezione visita guidata a pagina 24 QUANDO: 9 ottobre – 12 dicembre 2010 DOVE: via Matteotti 40, Caraglio, Cuneo INFO: cesac@filatoio.it

VILLA GIULIA – CRAA CENTRO DI RICERCA ARTE ATTUALE

CUOGHI & CORSELLO L’evento è incentrato su un’installazione realizzata dalla celebre coppia (Monica Cuoghi e Claudio Corsello) che ama sperimentare e conferire connotazioni diverse alla musica, al video, alla luce elettromeccanica creando molteplici lavori e performance visivo-sonore.

FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE

Collettiva 2010

(a cura di Benjamin Weil) La Fondazione Spinola Banna inaugura domenica 24 ottobre alle ore 12 la mostra Collettiva 2010, frutto di una accurata selezione dei progetti proposti dagli artisti che hanno seguito i workshop dell’anno 2009-2010. I quattro artisti rielaborano l’esperienza formativa vissuta nei mesi scorsi alla Fondazione, creando opere site specific per gli spazi di Banna. La commissione che ha individuato i quattro progetti per la Collettiva era composta da Luca Vitone, Peter Friedl, Benjamin Weil, Gail Cochrane e Guido Costa. QUANDO: 25 ottobre - 14 novembre DOVE: Frazione Banna - Poirino (TO) INFO: 01528400 - info@fondazionespinola www.bannaperlarte.org

CARLO BERNARDINI Bernardini sviluppa un lavoro ad hoc per l’occasione, in accordo con la sua ricerca visiva incentrata sul concetto di trasformazione percettiva dello spazio attraverso opere tese tra dimensione scultorea e installazione.

ACCADEMIA ALBERTINA DELLE BELLE ARTI

GET CLOSER/FATTI SOTTO

(NUOVI ARRIVI 2010) Get Closer/Fatti sotto intreccia storie e intenzioni di artisti in progress – Giulia Gallo, Gruppo Radici, Nakamura Kanako, Micron, Beatrice Piva, Nadir Valente – che presenteranno in mostra progetti interattivi, installazioni, performance che prevedono il coinvolgimento diretto del pubblico, per stimolare una riflessione sui temi della prossimità e dell’attenzione. La sezione Zona Arrivi presenta inoltre i vincitori del premio Passaporto 2009 di UniCredit Private Banking – Gruppo UniCredit QUANDO: 3 novembre – 4 dicembre 2010 DOVE: Via Accademia Albertina 6 Torino INFO: 011 889020 www.accademialbertina. torino.it / info@accademia.albertina.torino.it

ERWAN BALLAN

Erwan Ballan colloca la sua ricerca artistica nell’ambito dell’astrazione, indagando i processi di “rigenerazione”della pittura al di là dei formalismi e della pura citazione post-moderna. La sua pittura presenta tutti gli aspetti del modernismo ma in effetti non è affatto una pittura modernista. QUANDO: 31 ottobre 2010 – 13 febbraio 2011 DOVE: Corso Zanitello 8 - Verbania INFO: 0323 557691 - www.craavillagiulia.com

MUSEO INTERNAZIONALE DELLE ARTI APPLICATE OGGI (MIAAO)

ARTS AND CRAFTS SUPERMARKET

(SAVOIR FAIRE À LA PIÉMONTAISE II) Per il quinto anno consecutivo la Galleria Sottana del MIAAO si trasforma in un eccentrico temporary shop di arti applicate contemporanee, illustrato per la prima volta anche on-line. QUANDO: Novembre - Dicembre 2010 DOVE: Via Maria Vittoria 5 Torino INFO: 011 0702350


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Agenda Gallerie gli appuntamenti imperdibili di novembre 2010 torino e piemonte

41 ARTE CONTEMPORANEA

PAPIER

9 novembre 2010 - 30 gennaio 2011 Strada Val Salice, 9 - Torino martedì - venerdì 15.00 - 18.00 www.41artecontemporanea.com

GAGLIARDI ART SYSTEM

GIORGIO PERSANO

BYE BYE VITTORIO! Group show

GEOGRAFIA SENZA PUNTI CARDINALI

28 ottobre - 13 novembre 2010 Corso Vittorio Emanuele II, 90 - Torino martedì - sabato 15.00 – 20.00 www.gasart.it

ALBERTO PEOLA Arte Contemporanea

LAURA PUGNO

6 novembre 2010 – 29 gennaio 2011 Via della Rocca, 29 - Torino lunedì - sabato 15.30 - 19.30 www.albertopeola.com

GLANCE

CHRISTOFER RUSSEL 6 novembre – 18 dicembre Via San Massimo, 45 - Torino martedì – sabato 16.00 – 19.30 www.galleriaglance.com

ERMANNO TEDESCHI GALLERY

METATRON (TOBIA RAVÀ) 23 settembre – 17 novembre 2010

DIEFFE arte contemporanea

IL BACIO (BARBARA NAHMAD)

3 novembre – 23 dicembre 2010 Via Porta Palatina, 9 - Torino martedi – sabato 15.30 - 19.30 www.galleriadieffe.com

25 novembre 2010 – 30 gennaio 2011 Via C. Ignazio Giulio, 6 - Torino martedì - sabato 11.00 –13.00 / 16.00 – 20.00 www.etgallery.it

GALLERIA FRANCO NOERO

HENRIK HÅKANSSON 4 novembre – 19 dicembre 2010 Via Giulia di Barolo, 16D - Torino giovedì – sabato 15.00 - 18.30 www.franconoero.com

LISA LOVES PINSKY

MARENA ROOMS GALLERY

UPLOAD

(LEONARDO PIVI) 23 settembre – 13 novembre 2010

NAUGHTY GIRLS

(TITTI GARELLI)

18 novembre 2010 – 20 gennaio2011 Via dei Mille, 40/a - Torino martedì - sabato 14.30 – 19.30 www.marenaroomsgallery.com

GALLERIA FRANCO SOFFIANTINO

KATERINA ŠEDÁ MIRROR HILL_NO LIGHT

NOIRE CONTEMPORARY ART

ANNIKA LARSSON

6 novembre 2010 – 22 gennaio 2011 Via Rossini, 23 - Torino martedì - sabato 11.00 - 19.00 / giovedì 14.00 – 22.00 www.francosoffiantino.com

27 ottobre – 10 dicembre 2010 Via Piossasco, 29 - Torino martedì - venerdì 16.00 – 20.00 www.marconoire.com

FUSION ART GALLERY

VELAN Centro d’Arte Contemporanea

LE REGOLE DEL GIOCO

(ENNIO BERTRAND, ILER MELIOLI, PIETRO MUSSINI) 23 ottobre – 7 dicembre 2010 Piazza Peyron, 9G - Torino martedì – giovedì - venerdì 16.30 - 19.30 www.fusiongallery.it

IN ARCO

I’m going up and I’m going down (daniele galliano)

6 novembre 2010 – 15 gennaio 2011 Piazza Vittorio Veneto, 1-3 - Torino martedì - sabato 10.30- 13.00 /16.00- 19.30 www.in-arco.com

GUIDO COSTA PROJECTS

TARZAN RETIRED

6 novembre 2010 - 31 gennaio 2011 Via Mazzini, 24 - Torino lunedì - sabato 15.00 - 19.00 www.guidocostaprojects.com

(La fotografia nell’arte degli anni ’70 in Italia) 7 novembre 2010 – 22 gennaio 2011 Via Principessa Clotilde, 45 - Torino lunedì 15.30 - 19.00 / martedì – sabato 10.00 -13.00 / 15.30 -19.00 www.giorgiopersano.org

Annika Larsson DRUNK 27 ottobre - 10 dicembre 2010 Via Saluzzo 64 - Torino Tel/Fax 011 28 04 06 www.velancenter.com

PHOTO&CONTEMPORARY

EMIL LUKAS RECENT WORKS 7 Novembre 2010 – 20 Gennaio 2011 Via dei Mille, 36 – Torino martedì - sabato 11.00-13.30/ 15.00-19.30

PALAZZO BERTALAZONE DI SAN FERMO

QUIÈTIS (Arturo Casanova) 7 novembre - 4 dicembre 2010 CRISTALLIZZAZIONE SOSPESA (Carlo Bernardini) 4 novembre 2010 - 16 gennaio 2011 Via San Francesco d’Assisi, 14 - Torino martedì- sabato 15.00 -19.00 www.palazzobertalazone.com

SONIA ROSSO

AL GATTO NERO

6 novembre 2010 - 26 febbraio 2011 Via Giulia di Barolo, 11/H - Torino martedì - sabato 14.00 – 19.30 www.soniarosso.com

VERSO ARTECONTEMPORANEA

ME AND MADAME IRAN

(MARYAM AMINI) 23 settembre – 27 novembre 2010 Via Pesaro, 22 - Torino martedì – sabato 15.00 - 19.00 www.versoartecontemporanea.com

WEBER & WEBER

FISICA MINIMA (GREGORIO BOTTA) 23 settembre – 13 novembre 2010

COME UN SOFFIO DELL’ANIMA

NORMA MANGIONE GALLERY

GARTH WEISER

6 novembre - 23 dicembre 2010 Via Matteo Pescatore, 17 - Torino martedì - sabato 15.30 – 19.30 www.normamangione.com

(Andrea Modica, Francesco Nonino, Sylvie Romieu, Robero Kusterle, Adriano Eccel, Gabriele Croppi) 18 Novembre 2010 – 8 Gennaio 2011 Via San Tommaso, 7 - Torino martedi - sabato 15.30 – 19.30

PAOLO TONIN arte contemporanea

CARLINA GALLERIA D’ARTE

MERCOLEDÌ DELLE CENERI

DADAMAINO

(COSIMO ROSA) 4 novembre - 10 dicembre 2010 Via San Tommaso, 6 - Torino lunedì – venerdì 10.30-13.00 /15.00-19.00 www.toningallery.com

22 ottobre - 27 novembre 2010 Piazza Carlo Emanuele II, 17/A – Torino martedì - sabato 10.30 – 12.30 / 15.30 – 19.30 www.galleriacarlina.it


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TUCCI RUSSO

GALLERIA MARTANO / ARCHIVIO GALLIZIO

BASICO MOTO PERPETUO

PINOT GALLIZIO / GOSHKA MACUGA

(Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone) 10 ottobre 2010 - 27 febbraio 2011 Via Stamperia, 9 - Torre Pellice (TO) mercoledì – domenica 10.30-13.00 / 15.00-19.00 www.tuccirusso.com

GIAMPIERO BIASUTTI Arte Moderna e Contemporanea

ECHAURREN ROBERTO SEBASTIÁN MATTA

9 ottobre – 27 novembre 2010 Via della Rocca, 6/b - Torino martedì - sabato 10.30 -12.30 / 15.30 -19.30 www.galleriabiasutti.com

5 - 20 novembre 2010

CON IL LIBRO

(Meri Gorni, Sabrina Mezzaqui, Peter Wuthrich) 25 novembre 2010 – 30 gennaio 2011 Via Principe Amedeo, 29 - Torino lunedì - sabato 15.00 – 19.00 www.galleriamartano.it

Spazio d’arte indipendente WE

[2,4,7,1,4,7]

(personale di Massimiliano Pelletti) 29 ottobre - 10 dicembre 2010 Via Maddalene 40/B - Torino www.weprojectwhat.it

Galleria Repetto

GALLERIA MAZZOLENI

L’angelo necessario

Omaggio a AFRO

(Omaggio a Fausto Melotti) 25 settembre - 27 novembre 2010 Via Amendola, 23 Acqui Terme (AL) www.galleriarepetto.com

9 ottobre 2010 - 15 gennaio 2011 Piazza Solferino, 2 - Torino martedì - sabato 10.00 - 13.00 / 16.00 - 19.30 www.mazzoleniarte.it

Alessandro Marena Project Contemporary Art

Officina italiana di realtà anticonformista (Personale Daniel González) 20 ottobre - 22 dicembre 2010 Via della Rocca 19 - Torino martedi - sabato 15.30 - 19.30 www.alessandromarenaproject.com

Castello di Rivara

Weitere galante szenen altre scene galanti (PERSONALE DI PIA STADTBÄUMER) 10 ottobre - 14 novembre 2010 Piazza Sillano, 2 - Rivara (TO) www.castellodirivara.it


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visita guidata

FARE MUSEO/ MAKING MUSEUM testo di a.titolo*

Cosa significa chiedere al pubblico di Fare Museo? È questo l’interrogativo dal quale parte il secondo appuntamento della nuova programmazione del CESAC, Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee, con sede al Filatoio di Caraglio, promossa dall’Associazione Marcovaldo sotto la direzione artistica del collettivo di curatrici a.titolo.

F

are Museo è la formula assunta dalla nuova direzione quale linea metodologica, è il titolo del bollettino che ne documenterà periodicamente l’attività e, dal 9 ottobre al 12 dicembre, è anche una mostra articolata in due personali e tre project room. Ideate o ripensate per questi spazi o realizzate a partire da laboratori, le opere esposte si confrontano con temi d’attualità come il lavoro, l’identità, la memoria, il paesaggio, individuati quali altrettante espressioni del genius loci del Filatoio - la più antica “fabbrica da seta” d’Europa - e del territorio in cui sorge. Fare Museo, piuttosto che “andare al museo” o “essere nel museo”, allude alla messa a punto di strumenti d’intervento dentro e fuori lo spazio espositivo, in grado di far dialogare il pubblico con i temi e i linguaggi della ricerca artistica contemporanea. Secondo questa prospettiva il museo non è solo più il luogo della

conservazione ma un’idea più vasta di patrimonio e di missione sociale, come ha recentemente sottolineato la Commissione Educazione e Mediazione dell’ICOM (International Council of Museums) Italia: “Il museo, per poter esercitare la sua funzione sociale, deve necessariamente porsi in una posizione “aperta” e “di ascolto” nei confronti della collettività; deve interrogarsi sul proprio ruolo e ripensare la propria funzione per interagire efficacemente con l’attualità, caratterizzata da elementi di complessità e di dinamismo” (novembre 2009). Per rendere operative queste riflessioni, Fare Museo comprende due personali con lavori e progetti ideati in relazione al contesto che li accoglie. La personale Solo ciò che accade di Cesare Viel è composta da due opere e un’installazione sonora che si sviluppano a partire dalla funzione originaria del Filatoio e del lavoro che qui le donne svolgevano. Accanto a opere esposte per la prima volta in Italia, Sans gravité di Olivier Grossetête (personale realizzata in collaborazione con il FRAC PACA di Marsiglia) ha previsto una serie di laboratori finalizzati a erigere una “torre dell’acqua” - segno tipico di tanti centri della pianura del cuneese - alta quindici metri, realizzata con centinaia di scatole di cartone e costruita con la collaborazione di scuole, giovani e associazioni locali. Accanto alle due mostre personali, tre project room: You don’t have to be sure di Andras Calamandrei, Il terzo soggetto di Irina Novarese, Con la coda dell’occhio di Alessandro Quaranta, sono tre lavori che indagano le relazioni tra identità, memoria e località, tra individuale e collettivo, tra il sé e l’altro. Le project room sono alcune direzioni progettuali di Fare Museo, una sorta di ‘introduzione’ a una serie di progetti che a.titolo svilupperà nel corso della sua dire-

zione: un censimento e la costituzione di un archivio in progress per intercettare la presenza, sul territorio, di collezioni “minime” da proporre ad artisti contemporanei come soggetto di lavoro, l’attivazione di un tavolo composto da insegnanti, studenti o semplici cittadini per la committenza di una mostra futura, il dialogo tra l’arte contemporanea e il Museo della Seta e la produzione di opere e interventi nel territorio circostante. Con Fare Museo si vuole avviare una riflessione sull’esperienza del contemporaneo intesa come modo per rileggere la storia e dar vita a uno spazio nel quale trovare il senso delle immagini e delle parole degli artisti. L’artista Tania Bruguera, che con a Meschac Gaba, ha inaugurato a giugno il nuovo corso del CESAC sotto la direzione di a.titolo, sostiene la necessità di un museo contestualizzato. Ci piace che siano le sue parole a riflettere su un’idea di museo del XXI secolo “che non sia un edificio o uno spazio fisso ma una serie di eventi e un programma”, come ha scritto l’artista sulle pagine della rivista Artforum (estate 2010), uno spazio “dove gli oggetti siano contestualizzati anziché storicizzati. Un museo dove le cose non siano mostrate ma attivate”. In sintesi, un museo “che non sia una struttura, ma un momento; che non sia un luogo da visitare ma una presenza”.

* a.titolo è una organizzazione no profit fondata a Torino

nel 1997 con lo scopo di promuovere l’arte contemporanea orientata verso le dimensioni sociali, politiche e culturali dello spazio pubblico. a.titolo cura progetti site-specific, committenze di arte pubblica, campagne fotografiche, convegni, pubblicazioni, workshop e attività didattiche, promuovendo in maniera interdisciplinare il dialogo culturale e artistico fra disegno urbano e arti visive.


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dall’alto verso il basso: Alessandro Quaranta, Con la coda dell’occhio (2010), Frame da video - Produzione CESAC Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee dell’Associazione Culturale Marcovaldo Olivier Grossetête, Pont sospendu, le pas sage (2007), Château Ferry Lacombe, Francia Cesare Viel, Solo ciò che accade (2010), Immagine guida del progetto - Ideato per il Filatoio, produzione Cesac Olivier Grossetête, L’esprit du temps (2007), Fotografia a colori (particolare)


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STORIE

IL CENTRALINO Alquanto defilato, seppur a due passi dal centro più congestionato (l’area di Piazza Vittorio Veneto Murazzi e vie attigue), il Centralino ha sempre goduto di un suo status piuttosto particolare.

foto in alto: live dei Prostitutes - foto di Maria Vernetti in basso da sinistra: la scenografia di Pierluigi Pusole ideata nel 1986 per la serata Minima Immoralia (particolare dimensioni 2.80 x 1.50 m - Tempera su carta da spolvero) e l’invito per 10 serate Minima Immoralia ideato da Piero Acuto

testo di franz bernardelli*

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eanche tanto casualmente, in fondo, situato com’ è sempre stato, in una via oscura quale quella delle Rosine, letteralmente fra i sotterranei di pii ed antichi istituti religiosi, lo storico club dal nome pur un po’ anonimo sembra aver ben giocato la sua carta di piccola isola (in qualche modo) “alternativa” al divertimento notturno di massa e senza personalità. Certo, fin dalla location particolare (letteralmente a quattro passi dall’incantevole Piazza Cavour), e incuneato in un solido e vasto complesso architettonico di collegi e convitti religiosi (con Santa Pelagia al polo opposto), il Centralino ha saputo unire spirito irriverente con un ruolo autenticamente centrale - se non da vero protagonista - nella sempre cangiante night-life prealpina. Se la sua origine si perde negli annali delle serate e jam sessions di soirées da club Jazz dalle soffuse (e fumiganti) atmosfere degli anni Settanta, con ancora straordinari momenti di gloria negli anni Ottanta (con stagioni “ospiti” del Cabaret Voltaire, le selezioni “video” del CinemaGiovani o concerti indimenticabili che videro protagonisti nomi come Paul Bley, Bill Frisell, i folli Legendary Pink Dots di Edward Kaspel o le glorie “psichiche” dei No Strange), è poi stato con i tardi

anni Novanta che il club ha conosciuto un’ulteriore metamorfosi ricca di exploit e di un indescrivibile successo: un nome soltanto - giusto per non dimenticare l’energia concentrata in lunghissime e estenuate nottate elettroniche: The Plug Party. Caratterizzato dall’immancabile ripida scala in discesa (vero tratto di riconoscimento di ogni autentica boite che si rispetti) e dalla zona-bar letteralmente in-your-face, il piccolo quadrato sotterraneo è sempre riuscito a trasformare il suo black box in un contenitore di esorbitante vitalità, e dopo anni di serate a composizione variabile (come non dimenticare certi mercoledì?), è poi stato con una crescente fidelizzazione fra la domenica (Zoccola) ed il venerdì (con Bananamia) che si è mantenuto ribollente e inarrestabile il ritmo delle lunghe notti disco-gay in programma. Se autunno, inverno o primavera non ha mai avuto gran importanza - lo stuolo di fedelissimi e fedelissime non è certo mai venuto a mancare. *critico e curatore d’arte contemporanea freelance, si è sempre interessato ai rapporti fra arti visive, time-based media e nuove musiche, scrivendo e organizzando rassegne di performance, video arte e immagini in movimento.


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foto: Marta Cattaneo

IL MESTIERE DELL’ARTE

Il corniciaio

testo di BARBARA CASALASPRO

Varcando il portone di Corso San Maurizio 25, a Torino, si è immediatamente accolti da un pungente profumo di legno: è il cortile di Silvio Zamorani, un punto di riferimento, da quasi trent’anni, per artisti, galleristi, musei, curatori e collezionisti, non solo torinesi, che si rivolgono a lui per incorniciare le loro opere.

D

a correttore di bozze all’Einaudi a editore: com’è diventato corniciaio? Ho lavorato all’Einaudi come correttore di bozze dal 1975 al 1982. E’ stato un periodo bellissimo, finché la mia irrequietezza non ha preso il sopravvento. Avevo trentaquattro anni e l’amore per i libri mi ha portato a scegliere l’attività editoriale. Mi occupavo di storia, filologia semitica, filosofia. Ero un piccolo editore senza denaro da investire, così mi sono prodigato in attività collaterali per guadagnare, come la grafica e la riproduzione di opere d’arte. Quando dovevo incorniciare le stampe raramente ero soddisfatto, non trovavo mai cornici che mi piacessero, così ho cominciato a produrle io, semplici, pulite, finché, inaspettatamente, mi sono arrivate commesse da altri. Corniciaio ed Editore: quali i nessi tra le due attività? Per me incorniciare è un vero e proprio lavoro d’impaginazione, come con i libri. Un editore difficilmente costruisce un prodotto senza tener conto, allo stesso tempo, di forma e contenuto. Incorniciare significa capire cosa si mette dentro. Per incorniciare e impaginare valgono le stesse regole: leggibilità dell’immagine ed equilibrio fra pieni e vuoti.

I criteri che segue per incorniciare un’opera: quanto è mestiere, quanto artigianato e quanto sensibilità artistica? L’artigiano crea e mostra la sua attività. Incorniciare significa comprendere e saper presentare l’opera di un artista. Nell’arte contemporanea la cornice ha due principali funzioni: conservare, preservare l’opera dal tempo, e mostrare. Una cornice non abbellisce l’opera, la comunica. Il valore più importante è la sensibilità, l’atto di ascoltare. Un lavoro non arriva mai da me solo e muto, ma sempre con una storia, con un artista alle spalle, quindi con più mani e più orecchie. Mestiere è quando il collezionista viene da me e dice:”mi hanno detto che lei sa già quello che deve fare”. Un ricordo: un artista con cui ha lavorato Il ricordo più bello è la mia collezione personale, nata negli anni: ritagli di opere, pezzi di disegni e tele che ho tagliato, in combutta con gli artisti, per necessità, perché non rientravano in certe misure, e, se non si sta in certe misure, a volte il prezzo può triplicare. Ho delle reticenze a fare nomi. Il mio lavoro, che avviene dietro le quinte, deve rimanere tale. È un mestiere fatto di confidenza, da tutelare, con gli artisti, i galleristi, i curatori. Un po’ come a teatro, dove lo spettatore può vedere solo ciò che accade sul palco e

mai quello che avviene dietro: non è utile raccontarlo, e facendolo si perderebbe la magia della scena. Qual è il ruolo dell’arte per Lei, oggi? Non è il mio ruolo, ma posso parlare di una profonda differenza rispetto al passato. Una volta l’artista produceva tutto, era insieme artista e artigiano. Oggi il ruolo fondamentale dell’arte sta tutto nella comunicazione, e gli artisti che hanno successo sono quelli che contemporaneamente alla creazione hanno un’attenzione straordinaria alla comunicazione. Tutti i ruoli degli agenti del mondo dell’arte sono cambiati. Il critico dev’essere anche un pr e il gallerista deve promuovere la propria immagine, partecipando alle fiere, che sono vetrine sul mondo. Oggi sono le selezioni delle fiere a decretare il valore di una galleria. E se un tempo il gallerista veniva da me solo, adesso è sempre accompagnato dall’artista. Cosa le piace di questo lavoro? Il privilegio di vedere le cose nascere, in anteprima. Un altro privilegio è il divertimento insito nel mio ruolo di mediazione tra artista, gallerista e curatore, in cui mi sento un equilibrista tra più esigenze. Amo questo lavoro “dietro le quinte”, dove c’è più tolleranza e meno competizione, e dove ho la rara possibilità di vivere, con tutti i partecipanti al gioco, un momento corale collettivo: l’unico.


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extra

Arte contemporanea, chi ci capisce qualcosa? Luca Beatrice vs Cesare Pietroiusti (modera Olga Gambari)

foto in alto: opera di Felix Gonzalez Torres. pagina a fianco: Cesare Pietroiusti e Luca Beatrice (Courtesy Franco Soffiantino)


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N

ella Galleria Franco Soffiantino il 21 ottobre si sono incontrati per un dibattito Luca Beatrice e Cesare Pietroiusti, che rappresentano un po’ simbolicamente le due anime del mondo dell’arte contemporanea. In questo confronto Pietroiusti incarnava la ricerca più intellettuale, quella impegnata, spesso troppo rarefatta e complessa per essere decifrata da parte del grande pubblico non avvezzo ai codici dell’arte. Beatrice, invece, “era” l’arte che cerca di darsi immediata, nell’evidenza di un’opera tangibile, senza troppi percorsi concettuali e astrazioni. La conversazione (di cui presentiamo un estratto) è stata un’occasione per far dialogare in maniera informale, e spesso ironica, queste due polarità. OG: Le vostre posizioni sono distanti ma anche complementari nel mondo dell’arte contemporanea. LB: Prima di tutto bisogna chiarire una differenza fondamentale. Cesare è un artista, io no. Io sono un fenomenologo che osserva le cose del mondo, cerca di interpretarle: non sono convinto che un critico debba fare necessariamente ciò che gli piace. Per un artista invece è diverso, è quasi impossibile fare un lavoro in cui non crede fino in fondo. In realtà l’errore peggiore oggi è proprio la settorializzazione: se si ha fantasia e curiosità ci si può aprire a tutto. OG: Cesare, però, è un artista particolare: nella sua ricerca artistica si è trovato spesso nella condizione di essere lui stesso un curatore e un critico, cioè un creatore di situazioni che fossero produttrici di pensiero. CP: In realtà, l’ultima cosa che pensavo da giovane era di diventare artista! Mi sono laureato in medicina e quella doveva essere la mia strada, da psichiatra. Per l’arte io ho sempre avuto un sentimento ambivalente, perché mi portavo appresso la convinzione di famiglia che l’artista fosse una figura abbastanza inutile, che faceva perdere tempo e anche soldi a una società che doveva pensare ad altro. E questa cosa, di essere in qualche modo contro l’arte, era anche una necessità: non avendo avuto formazione artistica, nè talento artistico, non sapendo far nulla, ad un certo punto ho sviluppato una specie di teoria nella quale adesso credo fermamente: non esistono ambiti disciplinari. Per me la distinzione tra artista e curatore è una separazione abbastanza fragile. OG: Oggi si coglie sempre più un distacco tra arte contemporanea e pubblico. LB: Ma alla gente dell’arte non gliene frega niente! L’arte è un linguaggio che percepiscono persone che sono interessate a questo argomento, poi uno può dire: “da domani mi interesso anch’io”, e allora noi dobbiamo fornire gli strumenti, le chiavi d’accesso. Bisogna essere democratici in questo senso. Penso che chi fa arte si debba porre il problema di comunicarla, a cominciare dalla scuola, in maniera chiara, lineare. CP: Se nel linguaggio esistono dei vocaboli, delle modalità grammaticali, anche la sperimentazione linguistica dovrà fare i conti con la sintassi; allo stesso modo, noi che lavoriamo all’interno del sistema dell’arte non possiamo non ipotizzare un fuori. E’ il dialogo che rende interessante la tua opera, il dialogo con il contesto. A maggior ragione se l’arte è di difficile lettura. Adorno diceva:”Tutto ciò che appare immediatamente comprensibile è quasi sempre falso”. Se l’arte ha una valenza, è il potere di tentare di dire la verità: tentar di dire che il mondo ha la straordinaria situazione di avere insieme la dolcezza e la morte, che sono le caratteristiche stesse della nostra vita. Da una parte queste cose riguardano assolutamente tutti, però è anche vero che purtroppo la maggioranza delle

persone, a milioni, si rinchiude in una serie di luoghi comuni e in un ascolto passivo di cose che non la riguardano. OG : Autonomia dell’opera o arte relazionale? LB:Ogni volta che un artista mi dice “ho da parlarti di un progetto” già a me non importa più. Perché non esistono i progetti, ci sono le opere d’arte, che possono essere più o meno tangibili, più o meno formalmente conchiuse, ma esistono le opere. E purtroppo è tutta colpa di questi curatori che richiedono i progetti, che analizzano e poi non sanno neanche riconoscere un quadro buono da un quadro falso. Quindi parliamo di opere, già il termine “lavoro” mi piace poco perché se uno fa l’artista non lavora. Le opere sono cose che ti interessano, che ti piacciono, che ti stupiscono, che ti mettono all’angolo e che ti danno anche fastidio, perché no? Quando il progetto predomina sull’arte, quando l’opera d’arte si sfalda completamente. Anche una conferenza può essere un’opera d’arte, anche uno spettacolo teatrale, non pongo nessun limite. Ma quando tutto quanto diventa il dialogo sul progetto secondo me stiamo parlando di altro, e non vale neanche la pena di continuare a discutere. Non stiamo facendo sociologia. OG: Cosa ne pensi Cesare? CP: Penso che la polemica, che sento spesso sul rapporto tra opera e lavoro, tra opera e progetto, sia una presa di posizione poco significativa perché secondo me nascon-

de un secondo fine che è anche uscito un po’ fuori dal nostro discorso, che è quello della monetizzazione, del mercato. Vorrei introdurre un concetto un po’ azzardato. Il fine dell’artista potrebbe essere quello di produrre un’opera bella, quella cosa che comunemente si definisce come estetica, il riconoscimento di bellezza di un’opera; questo è il fine dell’artista. Il fine di un’opera potrebbe essere quello di essere venduta. Il percorso che le opere fanno normalmente termina, ha successo, quando l’opera viene venduta da una galleria, a una fiera, ecc… . La sfera estetica e la sfera economica viste così sono come le finalità del lavoro. Secondo me si potrebbe parlare più che di opera, di progetto, ecc… di movimento di senso, e sono convinto che il principale movimento di senso stia nel ribaltare il discorso fra fini e mezzi. Se noi riuscissimo a considerare l’estetica e l’economia come due ambiti disciplinari, di sapere, epistemologici, importantissimi, che però non vanno considerati né come trascendentali, sopra di noi come se fossero delle regole cui dobbiamo obbedire per forza, né, dal punto di vista dell’operatività di ciascuno di noi, come dei fini. Se un artista riesce a utilizzare l’aspetto estetico facendolo diventare uno strumento per qualche altra cosa, trasformandolo in mezzo, secondo me apre un campo di pensiero, di libertà, di possibilità. Idem con l’aspetto economico. Se si riesce a includere una parte di un comportamento economico non come la finalità, ma come uno strumento di pensiero, di operatività, si apre un campo.

OG: L’arte può avere un valore sociale e di intervento pubblico? LB Contesto fortemente l’arte pubblica . Intanto perché noi veniamo da una tradizione di monumentalismo, perché abbiamo i monumenti a cavallo degli eroi risorgimentali, alla resistenza, quindi verticalmente cerchiamo sempre un punto all’orizzonte per capire qualcosa, e questa è il tipo di arte pubblica cui siamo stati abituati. Si scambia per arte pubblica la maggior parte delle cose di questa città, che sono deformazioni di questo tipo: dai fontanoni di Merz alle colonne di Pomodoro, sempre monumenti sono. Se l’arte pubblica fosse una cosa seria in teoria dovrebbe andare ad analizzare un contesto sociale, ma il contesto sociale non ha bisogno di questo tipo intervento, perché avrebbe bisogno di un intervento sociale! Andiamo a rincorrere la marginalità quando invece sarebbe molto più interessante studiare noi, la nostra tipologia di umanità: cosa facciamo, quali sono i nostri gusti, le nostre esigenze…e non lo fai con questo scopo falsamente umanitario per cercare di capire cosa succede nei campi nomadi, di cui, tra l’altro, se tu non fossi un artista non te ne fregherebbe niente. Questa è la cattiva coscienza della pseudo arte sociale, che a me personalmente non piace. CP: Il problema è ancora diverso. E’ chiaro che bisogna togliere un sacco di pregiudizi. Non è che solo perché un‘opera va ad agire in un contesto socialmente disagiato allora significhi che sia un buon lavoro. E purtroppo in molti casi è così. La generalizzazione è sempre sbagliata. Il termine relazionale nell’arte è un termine che non mi piace tanto, però il concetto di relazione lo considero fondamentale. Non si può isolare l’opera dal contesto. Un’opera che ti sfida a includere te come corpo, come movimento, pensiero, coraggio. Il concetto di relazione, e quindi di non autonomia dell’opera, di non separazione dell’opera da un contesto e da noi, è fondamentale per seguire i movimenti di senso. LB :C’era un artista che io ho molto amato, Felix Gonzales Torres, che faceva installazioni di caramelle: le lasciava lì, negli angoli, e la gente le poteva prendere. Il custode tornava la sera e rimetteva a posto le caramelle che mancavano. L’artista non pensava “questa è una modalità di arte relazionale” ma “questo è quanto pesa il mio compagno malato di Aids e quello che tu adesso ti stai portando a casa è un pezzo del suo corpo”. Ti parla di esistenza, di vita. Invece secondo me certe volte le sperimentazioni di arte concettuale paiono noiose e inutili. Chi sono gli artisti bravi? Sono quelli che fanno le opere che hanno il coraggio di uscire nel mondo e parlare alle persone, di parlare anche di cose abbastanza toste. Sono convinto che nell’arte contemporanea il vero ready-made sia la pittura, perché se tu prendi il quadro figurativo di un pittore di medio calibro e lo porti in una pizzeria, può darsi che qualcuno lo compri per 100 euro, così, perché gli piace o gli è simpatico. Poi lo porti in una galleria è avrà un altro prezzo ancora. Poi lo porti al Castello di Rivoli o alla Tate e questo costerà un milione di dollari. Perché? Perché è il contesto che lo tratta esattamente come un ready-made, e allora fare pittura oggi è un casino. E’ molto più difficile perché paradossalmente devi rimontare tutte queste posizioni che l’arte del Novecento gli ha fatto perdere. CP: Però non dobbiamo ricadere in quella cosa lì…dire che l’arte concettuale è intellettualistica e quindi snob e radical chic è una generalizzazione, in molti casi sarà pure vero ma è anche vero che in altrettanti casi la pittura è espressione banale. C’è poco da fare…se io mi guardo “La Tempesta” di Giorgione è un’altra cosa rispetto alla maggior parte dei quadri.


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arte sera consiglia

LA NOTTE DEI PICCOLI ARTISTI all’arte e alla sua necessità è l’obbiettivo” aggiunge Anna Pironti, che si occupa del progetto Tappeto Volante alla scuola Baj ed è una delle anime del progetto Zonarte, che la scorsa primavera ha visto uniti in una grande rete tutti i dipartimenti educativi e didattici delle maggiori istituzioni cittadine. Altri temi sono stati la scoperta della lentezza, animali fantastici, parole perse e ritrovate, una notte piena di stelle. L’arte è una materia fondamentale, che sviluppa la mente e il cuore sin dai primi momenti di educazione scolastica.

foto: Michele D’Ottavio

di colore, segno, materiale, racconto astratto e figurativo, con risultati dalla creatività vitale sorprendente. “Abbiamo coinvolto i piccoli e le loro famiglie in un progetto di conoscenza, manipolazione e modificazione dei materiali, con molta libertà, lasciandoli esprimere, mettendoli a confronto, portandoli nei musei“ commenta l’educatrice Roberta Negro dell’Asilo Nido “La Nidiata” di via Coppino. “Nei progetti del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli da vent’anni cerchiamo di mettere al centro l’idea di ridare valore alla persona. Educare

foto: Silvia Pastore

foto: Michele D’Ottavio

La Notte delle Arti Contemporanee del 6 novembre, momento clou di Artissima, oltre ai grandi anche i piccoli diranno la loro. Alla Biblioteca Nazionale sei scuole, dal nido alle elementari, si danno appuntamento per presentare i lavori nati durante una serie di laboratori artistici, ma anche le scuole Chagall e Baj rimangono aperte sino a mezzanotte. Insieme alle insegnanti bambini dall’anno e mezzo ai dieci hanno lavorato per mesi su percorsi di ricerca e sperimentazione dei linguaggi artistici. Centinaia di “opere” che ragionano a loro modo sull’idea

Masbedo

Daniele Galliano

CIRCOLO CONTEMPORANEO Il Circolo dei Lettori propone al pubblico di Artissima un programma dedicato all’arte contemporanea, dal titolo Circolo contemporaneo. Visioni preventive di un presente luminoso tra arte e letteratura, che prosegue poi per tutto il mese di novembre. Si parte il 3 novembre alle 18 con l’anteprima del videodocumentario Constellations del regista Marco Ponti dedicato al pittore torinese Daniele Galliano: una giornata passata insieme, nel suo studio, mentre i suoi lavori prendono forma e si mescolano alla sua quotidinità.

Si prosegue poi il 6 novembre alle 21 con due videoinstallazioni della coppia milanese Masbedo, Ash e Kreppa Babies, loro ultimi lavori dedicati all’Islanda. Sono visioni cinematografiche in cui si mescolano i concetti di scultura e pittura, insieme alle suggestioni letterarie. Sono previsti poi incontri con Francesco Bonami e Vittorio Sgarbi. www.circololettori.it

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svago

falso d’autore

di Annalisa Russo

Trova le 6 differenze tra l’originale e la copia di LIFE (1986, particolare) di Gilbert & George.

la ricetta del mese

a cura dei Cuochivolanti*

I MUFFIN PORTATILI I Cuochivolanti riscrivono, con un pizzico di ironia e una buona dose di giocosità, le regole dell’aperitivo: ‘portatile’, a pronto consumo, contenuto in sacchettini di carta molto vezzosi, distribuito direttamente dal loro PORTER scassatello, l’aperitivo Prêt-à-PORTER (con l’accento sulla ‘o’, naturalmente!) è la nuova frontiera dell’aperitivo mobile, pratico ed economico perché senza buffet e servizio, elegante perché senza piattini di plastica ricolmi di schifezze, sano e buono perché cucinato con cura e amore dai Cuochivolanti! Nell’indispensabile ‘bugiardino’ confezionato per noi da quei mattacchioni di LIBELLULART (www.libellulart.com) potete scoprire il goloso contenuto del nostro sacchettino.

INGREDIENTI Per 10 muffin: 250 g. di farina 00 130 g. zucchero 1 bustina di lievito per dolci 1 pizzico di sale 120 ml. di latte 100 ml. di olio di semi di girasole 2 uova intere Ma guarda che semplice: mescola uova, olio, latte da una parte, farina, zucchero, lievito e sale dall’altra. Poi miscela liquidi e solidi fino ad ottenere un composto fluido e omogeneo. Versa nei pirottini monoporzioni (a noi piacciono un po’ barocchi). Se vuoi puoi aggiungere a piacimento: scaglie di cioccolata, scorzette di arancia, frutta a pezzi, puoi metterci dentro un’amarena (bellissima!), cospargerlo di nocciole tritate, eccetera eccetera. Metti nel forno preriscaldato a 180° per circa 15 minuti.

*Roberta Cavallo, Davide Barbato e Patrizia Capuzzi sono gli chef-artisti dell’associazione torinese Cuochivolanti. Dal 2006 creano serate di cucina e teatro a domicilio (www.cuochivolanti.it)

artoku

di Danita

il segno del mese Scorpione

Fai raffreddare e goditi la bella figura (anche senza sacchetto, via...).

di Serbardano

21 ottobre / 25 novembre

Caro Scorpione, basta esitazioni: è arrivato il momento di prendere il largo e veleggiare verso nuovi lidi. Tutti i pianeti sono dalla tua: Marte transita nel tuo segno, Venere ti bacia, Giove e Urano fanno il tifo per te, e un irritabile Mercurio ti dà la grinta necessaria per superare ogni ostacolo. Se hai ancora dei dubbi, o non sai ancora chiaramente dove sei diretto, pensa al buon vecchio Picasso, Scorpione come te: se non avesse osato andare oltre, rompendo tutti gli schemi, non avrebbe mai dipinto le Demoiselles d’Avignon, ma sarebbe ancora lì, con una vecchia maschera tribale africana in mano, a chiedersi come creare qualcosa di altrettanto autentico, magico e brutale. Pablo Picasso (Málaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8 aprile 1973) è stato un pittore spagnolo di fama mondiale, considerato uno dei maestri della pittura del XX secolo.

buonumore

di Stefania Sabatino

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