È arrivata la primavera, che inizia con quel freddo umido che però non morde più. Come gli animali dopo il letargo, si ricomincia ad andare in giro, a vivere la città nelle sue strade, all’aperto. E i muri ritornano visibili, superfici di comunicazione metropolitana. Per la street art, invece, la città è sempre una tela, un foglio di quaderno aperto su cui scrivere, disegnare, raccontare, gridare. Le interferenze visive di questi “artisti e scrittori” sono segni tribali metropolitani.