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AERONAUTICA

CAPRONI CA 100

Il CA 100 “terrestre” in volo.

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IDRO O TERRESTRE? Questo è il dilemma

STORIA DI DUE IMPEGNATIVI RESTAURI VOLANTI

Quasi centenari, i due aerei dei quali parliamo in questo servizi sono perfettamente effcienti e si possono vedere sorvolare il suggestivo lago di Como e le pianure padane: l’uno ammarando nell’idroscalo comasco, dove ha sede l’unica scuola di volo in Europa per l’abilitazione all’idro e all’anfbio, l’altro nell’aeroporto di Bresso. Il Caproni CA 100, in versione idrovolante, è il più antico al mondo, originale e autentico, in effcienza di volo e l’unico con i galleggianti in legno. L’altro è la sua versione terrestre, che si differenzia per avere il carrello di atterraggio. L’orgoglioso proprietario e pilota, Gerolamo Gavazzi, ne ha personalmente curato il restauro ottenendo prestigiosi riconoscimenti internazionali, oltre alla certifcazione Targa Oro di ASI. Entrambi sono gli aerei più vintage in Italia, con il certifcato di navigabilità in corso di validità e gli unici anteguerra. Questa la straordinaria storia della gloriosa Caproni, degli unici due esemplari volanti e del loro impegnativo restauro.

A sinistra, Gerolamo Gavazzi ai comandi.

Il “Caproncino” idrovolante sul Lago di Como.

GEROLAMO GAVAZZI, PROPRIETARIO DEI DUE STUPENDI VELIVOLI PROTAGONISTI DEL SERVIZIO, NEL DILEMMA DI SCEGLIERE FRA LE VERSIONI CON GALLEGGIANTI PER L’ACQUA O CON CARRELLI TERRESTI… LI HA PRESI TUTTI E DUE E LI HA RESTAURATI FINO ALL’ULTIMA VITE! LA STRAORDINARIA STORIA DI UN VELIVOLO LEGGENDARIO E DELLA INCREDIBILE PASSIONE CHE HA PORTATO I DUE ESEMPLARI A ESSERE I PIÙ ANZIANI IN ITALIA ISCRITTI NEL REGISTRO AEROMOBILI ENAC.

di Claudio Tovaglieri

LE OFFICINE AERONAUTICHE CAPRONI E IL CA 100

Gianni Caproni fonda la sua industria agli albori del ‘900 e il primo volo del CA 1 è del maggio 1910. Il velivolo originale è ancora oggi esistente ed è esposto al Museo di Volandia. La crescita e affermazione del suo prodotto aeronautico Gianni Caproni la raggiunge nella Prima guerra mondiale. Sono più di un centinaio i progetti realizzati o solo concepiti e migliaia gli esemplari di velivoli venduti alle nascenti forze aeree di tutto il mondo. Tra questi il CA 100, denominato simpaticamente “Caproncino”, che mette le ali nel 1928 per soddisfare l’esigenza di un affdabile aereo da turismo e da addestramento primario (scuole di pilotaggio dei piloti militari e civili) dalle semplici caratteristiche: biposto, biplano dalla potenza limitata e intorno ai 100 CV. Il concorso statale venne vinto da Caproni. Il generale Italo Balbo, a presiedere la giuria, nella sua avveniristica visione, desiderava un aereo con ali ripiegabili che, riducendo la sagoma, poteva essere posto su di un carrello stradale e facilmente trasferito e rimessato in un’area residenziale. L’originalità del progetto restò inattuata ma prese corpo un altro non meno ambizioso programma: agevolare gli uffciali piloti nell’acquistare aerei personali con uno speciale pagamento rateale. All’epoca gli uffciali di Cavalleria avevano il possesso di un “cavallo di agevolezza”; il pilota, moderno cavaliere, avrebbe potuto acquistare “l’apparecchio di agevolezza”. La bontà del progetto e la sua affdabilità consenti al CA 100, costruito in oltre duemila esemplari con potenze variabili dagli 85 CV ai 145 CV, di restare in produzione per oltre due lustri. Di costruzione tradizionale in legno, metallo e tela rientrava nella categoria al di sotto dei 1000 kg al decollo, a pieno carico. L’impiego operativo termina alla fne degli anni ’30, quando lo Stato Maggiore dell’AMI lo sostituisce con il Breda 25. Tuttavia, agevolando il Ministero la vendita dei propri CA 100 ai privati, molti di questi ebbero rinnovata vita negli Aeroclub, brevettando migliaia di piloti.

IL CAPRONI CA 100 TERRESTRE I -ABMT

Costruito nel 1933 dalla SA Aeroplani Caproni per la Regia Aeronautica, come aereo scuola di primo periodo, il velivolo ebbe la matricola militare fno al 1939; successivamente passò ad un privato che lo modifcò in idrovolante. Rimessato all’idroscalo di Pavia per tutto il periodo bellico, al termine del confitto fu ceduto a una ditta di lavoro aereo con sede a Milano che lo riconvertì in terrestre, impiegandolo per il traino di striscioni. Nel 1962, ormai ritenuto obsoleto per l’impiego di lavoro aereo, rimase dimenticato in un hangar a Bresso e nel 1996 fu acquistato dal socio ASI Gerolamo Gavazzi che ne curò il maniacale recupero e la rimessa in linea di volo.

Il “Caproncino” come si presentava nell’hangar di Bresso prima del restauro.

Sopra, alcuni particolari delle ali in legno del velivolo durante la fase di restauro. Qui a lato e sotto, gli interni ultimati e il cruscotto con gli strumenti originali. Il motore dell’I-ABMT sbarcato dopo anni di abbandono.

IL CAPRONI CA 100 IDROVOLANTE I -ABOU

Costruito nel marzo 1935 dalla Macchi di Varese e consegnato alla Regia Aeronautica Militare nei mesi successivi, fu assegnato inizialmente alla Brigata Aerea di Roma–Lido per la scuola di primo periodo per poi giungere all’Idroscalo di Desenzano del Garda. Restò nell’impiego operativo aeronautico fno al 1940, quando venne acquistato da Samuele Silvani, famoso motonauta, che lo trasferì all’Idroscalo di Pavia e lo immatricolò civile per poi approdare nel 1947 in quel di Como dove è tuttora hangarato. L’aereo volò fno al 1967 per il neonato Aeroclub, poi la storia si ripete e viene tristemente dimenticato nell’hangar. Dopo una curiosa parentesi nel giardino di un facoltoso industriale, dal 1985 è anch’esso di proprietà di Gerolamo Gavazzi che con grande sacrifcio e competenza lo ha rimesso in volo dopo ben sei anni di duro ed esemplare restauro.

LE OFFICINE MECCANICHE COLOMBO, S.A. IL RITROVAMENTO E LA REVISIONE DEI MOTORI

La fabbrica ebbe sede a Milano. Fondata nel 1915 fu poi acquisita dall’ Alfa Romeo. Il primo e non facile compito di Gavazzi, tessera ASI n. 16883 e Commissario Nazionale di settore, volendo operare con il massimo rigore e nel pieno rispetto della originalità, fu quello di reperire i ricambi per la cui ricerca occorsero anni. I motori installati erano ahimè fniti, avendo esaurito le ore di volo: stanchi, trasudavano olio e non raggiungevano la potenza. Gavazzi, resosi conto della loro inaffdabilità, cercò propulsori analoghi anche presso lo Stato Maggiore della A.M. il quale, dopo ricerche, concluse che da decenni non c’era più nulla nei propri depositi. Altro tentativo ma con insperato esito positivo, fu esperito presso gli Istituti Tecnici Aeronautici. Quando infatti ogni speranza sembrava vana, si trovò un Colombo S.63 in un istituto di Roma. Il motore di proprietà della AMI, era stato concesso in comodato all’Istituto a scopi didattici. Nel contempo si veniva a conoscenza che incredibilmente a Cinecittà vi era un motore Colombo utilizzato per generare il vento a scopo cinematografco. Un terzo Colombo S.63 fu invece reperito all’Istituto Tecnico Malignani di Udine. La disponibilità di questi consentì di ridare vita a due motori risolvendo così il non facile ostacolo. Entrambi, raffreddati ad aria, sviluppano una potenza di 140 CV a 1850 giri/min e montano un’elica in legno bipala a passo fsso trattivo.

DA AERODINA AD HISTORICAL AIRCRAFT GROUP - ITALY

Il 21 dicembre del 2004 viene fondata Aerodina Club e il 25 febbraio dell’anno successivo il Consiglio di ASI accetta il Club come Ente federato, nella neonata Commissione Nautica, Aeronautica e Motonautica dell’Ente. (voluta fortemente dall’allora vicepresidente di ASI Umberto Anerdi, anch’egli pilota e motonauta). L’associazione, unica nel genere in seno alla nostra Federazione, coglie i medesimi scopi statutari e ideali di ASI e pertanto la tutela del mezzo storico aeronautico come bene culturale e tecnologico, favorendo la preservazione, il restauro e il mantenimento in stato di volo degli aeromobili. Primo Presidente è Gerolamo Gavazzi. Dal 2014 l’Historical Aircraft Group si è fusa con Aerodina Club per incidere con maggiore determinazione nella progettualità, consapevoli che l’ulteriore prestigio e importanza derivanti dalla fusione delle due associazioni rappresenta un impegno che onora e che sprona a continuare quanto già realizzato spingendo verso ulteriori traguardi. Oggi l’associazione conta circa 300 soci tra proprietari di velivoli e semplici appassionati e organizza ogni anno raduni e un Air Show, noto come Fly Party, al quale partecipano decine di migliaia di spettatori con esibizioni di aerei di assoluto pregio rigorosamente vintage. L’Aeronautica Militare è ben grata della presenza di aerei HAG alle più importanti manifestazioni in abbinamento alla nostra PAN. HAG ha una propria sede presso l’aviosuperfcie di Bagnoli di Sopra in provincia di Padova e l’attuale Presidente, socio e commissario nazionale di settore ASI è il comandante Stefano Gambaro pilota professionista e comandante di Boeing 747.

I due velivoli Caproncini ritratti in volo. I due aerei sono i più datati iscritti nel registro degli aeromobili dell’ENAC e sono quindi perfettamente in effcienza.

Anche la ricerca degli strumenti non è stata meno impegnativa, così per le eliche originali, in legno. In particolare gli altimetri, le bellissime e famose bussole Pezzani, i diavoletti (avvisatori di incendio motore, ad azione meccanica) e gli orologi. Si era nel periodo dell’autarchia e tutta la strumentazione era rigorosamente di fabbricazione nazionale. Per concludere, i due restauri sono stati molto impegnativi non trovandosi il materiale e per certi versi il compito di Gavazzi fu aiutato, per giudizio del medesimo, dalla fortuna abbinata alla tenacia, pur essendo, a suo tempo, il CA 100 un aereo molto diffuso, così come il motore Colombo. Tuttavia in quegli anni era più facile demolire che conservare e pochissimi avevano una sensibilità, al contrario di quanto già presente nei settori automobilistico e motociclistico. Non è quindi un caso che gli aerei di Gavazzi siano i più datati iscritti nel registro aeromobili tenuto da ENAC (ente omologo della Motorizzazione e del PRA per le auto). Purtroppo si sta perdendo quella manualità tipica delle maestranze aeronautiche dell’epoca, oggi abituate a lavorare con materiali altamente tecnologici e macchinari ben differenti dagli antichi torni manuali. Peraltro in questi ultimi anni, anche grazie a una mutata sensibilità e passione, ogni anno vengono rimessi in condizione di volo aerei di più recente datazione. L’ impegno di Gavazzi ha ottenuto meritato premio e la FAI (Fédération Aeronautique Internationale) gli ha conferito il diploma Phènix per l’idrovolante con questa motivazione: “Per il restauro dal 1985 al 1991 di un aereo Caproni 100 che volò per la prima volta nel 1934 e fu abbandonato nel 1968”. Il restauro ha impiegato 6 anni e richiesto più di 10.000 ore di lavoro oltre a quelle impiegate per la ricerca dei documenti d’epoca e di parti di ricambio originali. Nel settembre 2002, dieci anni dopo, un nuovo diploma Phènix è stato consegnato a Gavazzi: “Per la fedele ricostruzione del Caproni CA 100 e il suo restauro alle condizioni di volo di questo velivolo immatricolato I-ABMT”.

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