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CIRCUITO TRICOLORE
CULTURA AL CHIENTI E POTENZA
È STATA IL TEMA DOMINANTE DEL PRIMO GIORNO, PER LASCIARE POI SPAZIO ALL’ESCURSIONE TURISTICA DELLA RIEVOCAZIONE. INTERESSANTE LA PRESENZA DEI GIOVANI.
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di Paolo Conti
La rievocazione storica sul Circuito del Chienti e Potenza organizzata dal Circolo Automotoveicoli d’Epoca Marchigiano ”Ludovico Scarfiotti” con partenza e arrivo a Tolentino (MC), quarta prova del Circuito Tricolore motociclistico, si svolge nell’arco di due giorni (il 27 e 28 agosto scorsi) , ma la rievocazione vera e propria, almeno per quanto riguarda il percorso di quella che era la gara degli anni Venti del secolo scorso, che si snoda tra Tolentino, San Severino Marche, Serrapetrona e Belforte del Chienti è quella della seconda giornata, ovvero la domenica. Il sabato, seppur le moto siano, o almeno dovrebbero essere, ugualmente protagoniste del programma, è da sempre dedicato alle operazioni di accreditamento dei partecipanti e, soprattutto all’aspetto culturale, che anche questa volta ha oferto un duplice appuntamento. Proprio la preminenza dell’aspetto culturale su tutto il resto ha fatto passare in secondo piano il non averle usate per il trasferimento a e da Macerata, per il duplice appuntamento con la visita ai Musei civici ospitati a Palazzo Buonaccorsi e con la recita del presidente della Commissione cultura dell’ASI, Luca Manneschi. La decisione, condivisa da tutti, di non usare le moto o i sidecar, ma di efettuare la trasferta a bordo di autobus solertemente prenotati dagli organizzatori, è stata motivata da un’allerta meteo, soprattutto nella zona di Macerata. Questo per evitare ogni rischio ai partecipanti, visto che la carovana delle moto avrebbe dovuto raggiungere il centro città, con vie dal fondo stradale in porfido particolarmente scivolose quando bagnate. Palazzo Buonaccorsi ospita i Musei Civici, che comprendono quello della Carrozza, quello di Arte antica - Galleria dell’Eneide - e quello di Arte moderna e la biblioteca Amedeo Ricci. La visita si è concentrata sul Museo della Carrozza, fondato nel 1962 in seguito alla donazione di 7 carrozze sportive e molto altro materiale, per venir ampliato nel 1968 con molte altre carrozze e altrettanto materiale inerente il tema della raccolta. È stato una sorta di salto nel passato, quello in cui il presidente del-
la Commissione Cultura Manneschi ha portato gli spettatori, facendogli rivivere le emozioni di quando il Circuito del Chienti e Potenza era una gara valida per l’assegnazione del campionato italiano, e non solo una rievocazione. “In un periodo in cui siamo… bombardati dalle immagini...”, come ha detto lo stesso Manneschi, “la scelta è stata quella usare solo le parole per illustrare la prima edizione del Circuito, prendendo spunto dal servizio pubblicato sulla rivista Motociclismo del 29 marzo 1924 adattandolo a testo teatrale”. Ad assistere non ci sono solo i partecipanti alla rievocazione, ma anche il presidente dell’ASI Alberto Scuro, e i consiglieri ASI Ugo Gambardella e, pur figurando anche tra i partecipanti, Leonardo Greco, a cui si è poi aggiunta anche Agnese Di Matteo.
Non sono mancate le istituzioni, con il sindaco di Tolentino, Mauro Sclavi, presente assieme al presidente Scuro fin da quando il raduno ha avuto inizio in piazza della Libertà a Tolentino, la Consigliera della Regione Marche Elena Leonardi e l’Assessore al turismo e allo sport del Comune di Macerata Riccardo Sacchi.
LE MOTO DI TOLENTINO
Il racconto alla prima edizione del “Chienti e Potenza” ci riporta anche a quella che è stata la grande tradizione motociclistica di Tolentino, e non solo sotto l’aspetto agonistico. Infatti, negli anni Venti, parallelamente alle competizioni e alla crescita del fenomeno delle biciclette a motore, in questo centro si è sviluppata anche la produzione, con ben due aziende, la Società Brevetti Merlonghi e la Fabbrica Italiana Ciclomotori D & C, dalle iniziali dei cognomi di Tullio De Stefani e Vittorio Conti, con quest’ultimo, noto anche per i successi sportivi, che poi continuerà l’attività solo con il proprio nome. La Merlonghi inizia con la produzione di un motore ausiliario per bicicletta nel 1923, che l’anno successivo viene esposto al Salone di Milano. Nel 1925 la gamma si arricchisce di due nuovi modelli di biciclette a motore, Normale e Sport, anche questi fatti conoscere a livello nazionale essendo esposti al motosalone milanese. La prima è equipaggiata con un motore a 2 tempi di 98 cm³, mentre la Sport impiega sempre un monocilindrico a 2 tempi, ma con cilindrata maggiorata a 132 cm³, che è al limite della potenza fiscale per rientrare nella categoria delle biciclette a motore e godere così dei vantaggio di natura fiscale e di circolazione previsti per questo tipo di veicoli. La trasmissione è a catena, la frizione è a cono e il cambio è in blocco a due rapporti. Entrambi i motori sono prodotti direttamente dalla Merlonghi. Per la Sport viene dichiarata la velocità massima di 70 km/h. L’anno successivo il catalogo non subisce variazioni, anche se i due modelli giovano di alcune migliorie di dettaglio. Che non bastano a garantire la sopravvivenza. Nel 1927 la Società chiude, nonostante le sue moto abbiano ottenuto anche dei validi risultati sportivi e siano state portate in gara da piloti di chiara fama nazionale come Del Monte, Ruggeri e Tigli. Dopo la chiusura, la Società Brevetti Merlonghi viene rilevata da Luigi Piermattei, già ragioniere della ditta che riprende la produzione dei modelli precedenti ma con il marchio PL. In seguito l’azienda sospende la produzione dei motori e assembla le sue moto con i motori francesi Train a due tempi, ma dopo un paio d’anni scompare definitivamente dal mercato.
PILOTA COSTRUTORE
Le vicende dell’altra azienda motociclistica tolentinese ruotano tutte attorno alla figura di Vittorio Conti, anche se agli esordi, con la D & C, spartisce il marchio con De Stefani. Negli anni Venti Conti è un giovane (è nato il 24 luglio 1901) della medio-alta borghesia. La famiglia lo avvia alla carriera ecclesiastica, ma la sua ”vocazione” è la meccanica. Tutto inizia quando recupera un motore Faini 125 a due tempi precedentemente impiegato come pompa per i liquidi. Lo ripristina, lo elabora e, dopo averlo montato sul telaio di una bicicletta, inizia a correre e a vincere. La fama dei suoi successi corre quanto lui in moto e arriva sino a Lecco, alla sede della Faini, che lo convoca ofrendogli la possibilità di correre e di diventare concessionario per le Marche e l’Abruzzo. La collaborazione con la Faini si svolge anche sot-
to il profilo tecnico, con costanti suggerimenti di Conti per migliorare le moto. Proprio questo continuo impegno tecnico lo spinge a coronare il ”sogno” inseguito da alcuni anni con l’amico Tullio De Stefani: aprire la loro fabbrica. Nasce così nel 1926 la Fabbrica Italiana Ciclomotori D & C. Il successo commerciale è immediato, tanto che nel 1927 l’azienda conta una sessantina di maestranze e produce oltre 200 motociclette. Il rapporto con la Faini si conclude e i vari modelli vengono assemblati attorno al motore Della Ferrera 125 due tempi a cilindro sdoppiato. Nel frattempo Conti continua a correre (lo farà sino al 1932). La gamma, che viene pubblicizzata con lo slogan ”La macchina che parte al solo toccarla” è piuttosto ampia, spaziando dalla Baby adatta per signora ed ecclesiastici, alla Touring equipaggiata con il sidecar per arrivare alla KSS, una supersportiva in grado di superare i 105 km/h di velocità massima. Nel 1928 Conti rileva la partecipazione del socio e continua la produzione con il suo nome. Accanto alle biciclette a motore compare anche la prima motoleggera, la 175 Sport con motore JAP a 4 tempi a valvole laterali. Nel 1931 Vittorio Conti, che è grande appassionato di meccanica e di corse, ma è anche capace di afermarsi in un premio letterario con un suo racconto, tenta di superare la crisi che dal 1929-30 ha colpito tutti i mercati con un nuovo modello, la Saetta Azzurra, assemblata attorno al motore Della Ferrera 175 a 4 tempi con distribuzione a valvole in testa disponibile nelle versioni Turismo e Extra Lusso. Ma il tentativo non dà i frutti sperati e l’azienda chiude irrimediabilmente.
LA RIEVOCAZIONE
La domenica mattina le moto e i loro piloti tornano a essere i protagonisti assoluti. Li aspetta la rievocazione vera e propria di quello che era il ”Circuito del Chienti e Potenza”, con la prima méta a San Severino Marche, dove sono ancora ben visibili i danni del sisma del 2016. In piazza del Popolo iniziano anche le prove di abilità cronometrica. Il percorso prosegue per Serrapetrona con altre prove cronometriche e la sosta per la “degustazione iconica” a base di due grandi tradizioni enogastronomiche locali, il panino con la porchetta e il bicchiere di Vernaccia DOCG. A dare il benvenuto ai partecipanti con accoglienza di altissimo livello c’è l’assessore alla cultura Michele Borri, in rappresentanza della sindaca Silvia Pinzi. Siamo ormai verso la fine, ma non prima di gustarsi l’ultimo tratto del percorso, leggermente più lungo rispetto al passato. La conclusione è al Castello della Rancia a Tolentino, per la conviviale e le premiazioni, ma prima di guardare le classifiche, sono doverose alcune considerazioni. La principale riguarda il buon numero di giovani partecipanti, dove la palma va a Vittorio Ceccarelli grazie ai suoi 21 anni, ma è di grande ammirazione anche l’esordio in un raduno di Jessica Nardi, che per seguire il fidanzato Lorenzo Salvini (non fanno 50 anni in due) si è presentata in sella ad una Sunbeam M5 del 1926 con cambio a mano. Davvero brava. Il futuro del collezionismo è nelle loro mani. Ma, per ora, la ”vecchia guardia” non molla, come ha dimostrato Tino Zaghini, uno dei fedelissimi della rievocazione, che, dopo aver conservato la locandina originale della prima edizione della rievocazione del 1983, ha voluto omaggiarla al CAEM. E la ”vecchia guardia”, intesa come esperienza e non in termini anagrafici, non molla anche con il cronometro, dove la miglior prestazione assoluta è stata ottenuta da Giampaolo Paciaroni in sella a una Benelli Leoncino del 1957, che ottiene così il suo quinto successo, davanti a Pietro Caglini e Claudio Trippetti. Nella classifica femminile a vincere è stata Patrizia Baldoni con la Matchless G3L.
Un ringraziamento particolare a Simone Noè per averci messo a disposizione la D & C 125 usata per correre da Vittorio Conti e la Merlonghi 132, e a Pietro Caglini per la documentazione fornita su Vittorio Conti.