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EVENTI E MANIFESTAZIONI
PROVA SUPERATA
UN’EDIZIONE RIUSCITA QUELLA DEL CRAME CON IL MERCATINO ALL’AUTODROMO DI IMOLA, DOVE GLI ESPOSITORI E I VISITATORI HANNO SUPERATO I NUMERI DELL’EDIZIONE PRECEDENTE DEL 2019. AMPIO SPAZIO DEDICATO ANCHE ALLA CULTURA.
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di Paolo Conti
Con 43 edizioni alle spalle è difcile parlare di esordio ma quello che dal 9 all’11 settembre ha visto l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola teatro della mostra-scambio del CRAME, per molti versi ha avuto questo aspetto, soprattutto dopo una pausa forzata di tre anni. Intanto - dati SIAE alla mano - una crescita di un migliaio di visitatori rispetto al 2019, fugando il timore di come avrebbe risposto il pubblico. Poi per le inedite modalità d’accesso degli espositori, con l’istituzione di un grosso centro accrediti non lontano dal casello dell’autostrada, così da evitare gli assembramenti e le lunghe code agli ingressi dell’autodromo di vecchia data. Questo “centro di raccolta”, attrezzato anche con un punto di ristoro, è entrato in funzione dal giovedì. Anche dal punto di vista organizzativo non sono mancate le innovazioni, con lo stretto coinvolgimento del personale di servizio dell’Autodromo, che ha interamente gestito la logistica, grazie all’intensificarsi del rapporto di collaborazione tra il CRAME e la società di gestione dell’Autodromo. Il legame con il territorio è da sempre un punto di forza degli eventi che si svolgono nel circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari, come ha sottolineato il senatore Daniele Manca, già sindaco di Imola, intervenuto alla cerimonia inaugurale assieme all’onorevole Benedetta Fiorini, al presidente dell’ASI Alberto Scuro e al neo presidente del CRAME Umberto Ciompi, alla sua prima mostra-scambio con questa carica e responsabilità. Di novità, ma forse è meglio definirli cambiamenti, si può poi parlare anche nell’ambito dell’oferta e dell’interesse degli appassionati. In un mercato come quello di Imola ovviamente si trova di tutto un po’, anche se è rivolto principalmente ai motociclisti, ma è innegabile che, proprio in ambito moto, almeno due segnali sono evidenti: l’asticella anagrafica dei modelli si è alzata notevolmente e alla ribalta sono saliti i ciclomotori anni ‘70-’80 e oltre, dal Ciao e afni fino ai “Tuboni”, che sembrano vivere una seconda giovinezza sia per l’interesse di chi era giovane nel periodo della loro produzione, sia per il naturale cambio generazionale degli appassionati. A tutto questo si devono aggiungere i costi contenuti, che li rendono accessibili anche per chi non ha grandi disponibilità economiche. Accanto all’aspetto commerciale non è mancato quello, altrettanto importante, della cultura attraverso le mostre allestite al Museo intitolato a “Checco” Costa, a ingresso libero, con l’esposizione di auto e moto allo stand ASI e con la presentazione del volume ”Giù la visiera e piede a tavoletta” di Renata Nosetto, moglie dell’ingegner Roberto Nosetto, direttore sportivo Ferrari e dell’Autodromo di Imola. Al Museo si sono potute ammirare due mostre di grande interesse: una sul percorso nel mondo delle corse dei fratelli Pederzani titolari del marchio Tecno, l’altra in onore dei 130 anni dalla nascita di Tazio Nuvolari, celebrato con una moto, la Bianchi 500 Bialbero, e un’auto, la Cisitalia D46. Lo stand ASI ha privilegiato i modelli inglesi, con l’auto, una MG TF nella versione ancora con il motore 1.250, e due moto da competizione, le Velocette 500 Thruxston del 1968, destinata alle gare per le derivate di serie e la KTT 350 MK VIII del 1949, simile al modello che ha vinto il primo titolo iridato per questa classe.