L'Industria delle Carni e dei Salumi - 01/23

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LEGGE DI BILANCIO 2023: LE MISURE PER L’AGROALIMENTARE Poste ItalianeSpedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano € 1,81 GENNAIO 2023 N°01 L’industria delle Carni e dei SalumiTradizioneeinnovazione, qualit à e sicurezza: saperfareitaliano

Carni e dei Salumi

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Chiuso in tipografia il 18 gennaio 2023

SOMMARIO

attualità

Legge di bilancio 2023: le misure per l’agroalimentare 3 export

2022: cresce l’export salumi nei primi 9 mesi dell’anno, ma inflazione e PSA pesano sugli scambi 4

PSA: prosegue l’attività di sorveglianza nelle zone soggette a restrizioni 6 Sistema Armonizzato e sostenibilità 7 approfondimento

Crisi Ucraina - Russia: un anno di conflitto e la sua evoluzione 8

Europa

Proposta di revisione della legislazione dell’Ue sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio 10

Meat Sounding in Francia: il Consiglio di Stato sospende il decreto nazionale 11 Green Deal: accordo su un regolamento per combattere la deforestazione e il degrado forestale mondiali causati dalla produzione e dal consumo dell’Ue 11 normativa

Autotrasporto: i divieti di circolazione per l’anno 2023 12 sostenibilità

Qual è il rapporto degli italiani con la sostenibilità? Risponde Nomisma 14 Rapporto ASVIS, aumentano le distanze tra le regioni, ancora lontano il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile 15 eventi

“Natale a tavola, ieri e oggi”, Famiglia Cristiana festeggia i 90 anni 16 ricette d’autore Pasticcio in crosta con salsiccia, coppa e prosciutto 16

dai media

Dicembre ci ha fatto riassaporare, dopo due anni di pandemia, il gusto di stare insieme a tavola 17 Da gennaio a settembre cresce la produzione dell’1,9%, le vendite del 4,4% e l’affettato in vaschetta del 10,3% 17 comunicazione Salumi e frutta abbinamento impossibile? La sfida lanciata agli chef a Identità Golose 18 IVSI torna al Sirha di Lione con il progetto europeo “Let’s Eat” 18 Si abbassano le temperature e il turismo invernale torna in vetta 19 fiere

Marca by Bolognafiere al via: oltre 900 espositori. Appuntamento il 18 e 19 gennaio 2023 al quartiere fieristico di Bologna 19 prodotti tutelati

Massimo Bottura, alla festa del Consorzio Zampone e Cotechino Modena IGP, decreta il vincitore del concorso “Gli chef di domani” 20 Grande successo per la 3° edizione di “Ban Nadel” 20

Culatello di Zibello DOP: i segreti del Re dei Salumi, che stagiona nelle nebbie della Bassa Parmense 21 carni sostenibili

Influenza, perché le proteine aiutano a prevenirla e combatterla. 3 piatti antinfluenzali 22

interviste impossibili

Il porco fa un nuovo testamento 23 libro del mese

I maccheroni di Casanova 23

2022: cresce l’export salumi nei primi 9 mesi dell’anno, ma inflazione e PSA pesano sugli scambi

Qual è il rapporto degli italiani con la sostenibilità? Risponde Nomisma

Festa del Consorzio Zampone e Cotechino

Modena IGP: Bottura premia il vincitore del concorso “Gli chef di domani”

L’industria delle
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GENNAIO 2023 N°01

Legge di bilancio 2023: le misure per l’agroalimentare

In una congiuntura complessa, uno sforzo significativo per guardare avanti

Come ogni anno, anche la fine del 2022 ha visto succedersi con estrema rapidità i lavori e i dibattiti attorno al documento cardine di ogni annualità: la legge di bilancio.

In questo caso, la delicatezza e l’importanza di tale norma sono state accentuate dalla particolare congiuntura economica e internazionale che ci troviamo ad affrontare: una guerra da un lato che non accenna a rallentare, le complicazioni agli scambi internazionali di tante materie prime, l’evoluzione pandemica globale non ancora risolta definitivamente e con molteplici incertezze circa la capacità globale di farvi fronte predisponendo misure preventive e di contenimento.

Tutte incognite che divengono ancora più delicate per il settore agroalimentare che, come abbiamo imparato in piena emergenza Covid, presenta molteplici interconnessioni e dipendenze da altre filiere globali, anche non strettamente e direttamente connesse con l’alimentazione, ma che offrono servizi indispensabili e funzionali alla stessa e che spesso richiedono una capacità e un’esperienza talmente specifica da non essere così rapidamente e facilmente sostituibili.

Di qui la scelta del governo di inserire in questa legge di bilancio una serie di misure destinate a programmare una migliore prospettiva per l’agroalimentare nazionale. Si è evitato di dare vita a mille fondi per l’indennizzo di situazioni di difficoltà o per far fronte a improvvisi danni derivanti da imprevedibili andamenti delle relazioni internazionali e dei mercati.

Questa legge di bilancio contiene invece una serie di previsioni e investimenti destinati principalmente a mettere il Paese in migliori condizioni competitive favorendo e accompagnando sia gli investimenti delle imprese sia le azioni e iniziative di ricerca, sviluppo, sperimentazione e tutela del patrimonio agroalimentare nazionale.

Nella norma approvata a fine 2022 dal Parlamento, nonstante l’iter turbolento e spesso affaticato, riusciamo a trovare diverse misure di natura e interesse per il settore agroalimentare, che per quanto possa magari dirsi non particolarmente soddisfatto (questa non è certo una finanziaria agricola, per dirla con molti analisti di settore) non è stato certamente trascurato.

Troviamo così la previsione di un fondo destinato alla sovranità alimentare con una dotazione di 25 milioni di euro l’anno per 4 anni per complessivi 100 milioni di euro, destinati a sostenere le filiere maggiormente in difficoltà e quelle produzioni chiave che potrebbero rischiare di ridursi notevolmente o persino di scomparire.

L’obiettivo è quello di preservare la ricchezza del patrimonio agroalimentare nazionale e la sua diversità, individuati come fattori coadiuvanti le produzioni di qualità che il mondo ci invidia e che sostengono non solo l’immagine del food made in Italy nel mondo, ma possono contribuire a rilanciare l’export del paese.

Con il medesimo intento di programmare il futuro dell’agroalimentare, mettendo solide basi per una ripartenza e una ritrovata competitività, troviamo anche il fondo per l’innovazione che investe 75 milioni di euro l’anno (per complessivi 225 milioni in 3 anni) nella ricerca di soluzioni in grado di preservare la qualità dei nostri

prodotti e dei nostri modelli produttivi. Uno sforzo che permetterà non solo di effettuare ricerca e sperimentazione di nuove metodologie, pratiche e tipologie di allevamento o coltura, ma anche di sviluppare quella innovazione di processo indispensabile a perpetuare le tradizioni di prodotto che caratterizzano l’agroalimentare nazionale.

Per il comparto suinicolo, poi, non possiamo dimenticare il fondo speciale dedicato agli investimenti in promozione, innovazione, sostenibilità e ammodernamento delle imprese di tutta la filiera suinicola; tale fondo è stato fin qui impegnato con qualche milione di euro a beneficio di campagne informative mirate a sostenere i consumi consapevoli. Ora il capitolo di spesa viene rifinanziato con 4 milioni di euro per l’anno 2023 e 2 milioni di euro ciascuno per gli anni 2024 e 2025, una dotazione dignitosa che dovrebbe permettere anche qualche altro intervento più strutturale sulla filiera suinicola.

Sullo stesso filone anche i 30 milioni destinati alla ricerca e sperimentazione in campo per migliorare la resa qualitativa e quantitativa delle nostre produzioni, rendendo più efficienti le coltivazioni e l’allevamento.

Sempre con un deciso sguardo verso il futuro sono stati introdotti ulteriori 80 milioni di euro utilizzabili in garanzie per accompagnare investimenti aziendali da parte di ISMEA, al fine di favorire lo sviluppo dell’imprenditoria nel settore agroalimentare. Ciò consentirà la più facile erogazione di prestiti per sostenere investimenti e ammodernamenti del parco agroalimentare nazionale.

Importante anche l’investimento a tutela delle nostre produzioni in Italia e nel mondo. Se è vero che il food made in Italy è il più richiesto, apprezzato e invidiato nel mondo è altrettanto vero che spesso è anche molto copiato, impropriamente e ingiustamente. Nel 2023 sono dunque attesi incrementi di organico per 300 unità all’Ispettorato Centrale per la Tutela della Qualità e la Repressione delle Frodi e 120 unità per il Comando Carabinieri Tutela Agroalimentare che saranno attivamente impegnati nel contrasto agli illeciti e alle imitazioni dei nostri prodotti di qualità sui mercati nazionali, internazionali e nel commercio elettronico. Da notare anche la proroga a marzo 2023 del credito

di imposta 20% sui carburanti ad uso agricolo, ittico e agrimeccanico, anche laddove questi carburanti siano impiegati per il riscaldamento di serre o allevamenti. Un segnale di specifica attenzione in questo periodo in cui i costi energetici continuano a procedere a passo spedito e sostenuto, impattando in maniera particolarmente intensa sui costi di produzione complessivi di ogni azienda della filiera, con l’effetto di moltiplicare gli aumenti lungo le varie fasi della produzione.

Attenzione è stata poi riservata anche alle condizioni di maggior necessità del tessuto sociale nazionale, prevedendo l’investimento di 500 milioni di euro per l’acquisto di derrate alimentari di prima necessità da destinare a famiglie in condizioni di bisogno. L’assegnazione di tali fondi avverrà con successivo decreto del Masaf.

È stata inoltre finanziata per 1,5 milioni di euro la realizzazione di una misura denominata “reddito alimentare” a cui è riservato un fondo sperimentale e destinata all’acquisto e distribuzione di pacchi alimentari a famiglie in condizioni di disagio economico sulla base del parametro ISEE. Anche se i dettagli verranno definiti con appositi decreti attuativi, l’idea di fondo è quella di provare a sostenere le famiglie con necessità e al contempo ridurre gli sprechi, coinvolgendo dunque nel progetto la Grande Distribuzione e le proprie disponibilità di prodotto invenduto ancorché idoneo al consumo.

La legge di bilancio, infine, include anche alcune altre misure destinate a interventi più specifici per l’ittico, l’ippica e le produzioni agrumicole nazionali, prevedendo interventi mirati e specifici che possano rilanciare questi settori oltre il momento particolarmente complesso che stiamo affrontando.

Da ultimo, vale ricordare che a latere dei lavori della legge di bilancio il Masaf ha condotto un’intensa attività di coordinamento con ISPRA e con gli altri soggetti interessati per elaborare e mettere a punto un piano quinquennale di contenimento e gestione della fauna selvatica, aspetto troppo spesso sottovalutato non solo per i danni che può causare alle colture e agli allevamenti nazionali, ma anche nelle sue ripercussioni in termine di benessere ambientale e animale che viene alterato e compromesso dall’eccessiva e incontrollata presenza di animali selvatici. Alcuni frutti di tale lavoro sono già confluiti nella legge di bilancio che introduce infatti alcuni specifici poteri in capo alle Regioni sia per limitare la caccia a determinate specie animali che necessitino un’azione forte di riduzione dei capi presenti sia per organizzare anche al di fuori dei periodi di caccia, operazioni necessarie al contenimento della fauna selvatica con l’obbiettivo di garantire maggiore sicurezza agli animali e agli esseri umani, nonché all’ambiente, al paesaggio e a monumenti di interesse storico.

3 Gennaio 2023 attualità di Giovanni Pallavicini

2022: cresce l’export salumi nei primi 9 mesi del 2022, ma inflazione e PSA pesano sugli scambi

Crescono le esportazioni di salumi italiani nei primi 9 mesi del 2022, ma inflazione e PSA pesano sugli scambi rallentandone il passo e limitando il potenziale del settore.

Secondo i primi dati ISTAT, nel periodo gennaio-settembre 2022 le spedizioni dei salumi italiani hanno raggiunto quota 147.860 ton per un fatturato di 1.455,4 milioni di euro registrando un +2,2% in quantità e un +8,6% in valore

Nel corso dei primi nove mesi l’import di salumi ha evidenziato una flessione in volume, ma una crescita in valore: -4,2% in quantità per un totale di 35.717 ton ma +4,5% per un valore di 184,3 milioni di euro. Il saldo commerciale del settore è salito a quota 1.271,1 milioni di euro in aumento (+9,3%) rispetto ai primi nove mesi del 2021

Si tratta indubbiamente di un risultato positivo considerando le tante difficoltà presenti sullo scenario internazionale, che però si colloca al di sotto delle attese. Le esportazioni del comparto, infatti, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo decisamente più lento di quello dell’industria alimentare (+20,3%) e di quello generale del Paese (+21,0%). Dal confronto risulta evidente come la capacità del settore di crescere sui mercati internazionali sia stata penalizzata dalle vicende che hanno caratterizzato il 2022 sia sotto il profilo economico sia sotto il profilo sanitario.

I prezzi di energia e materie prime hanno registrato una nuova impennata durante l’estate, colpendo duramente la nostra economia. Inoltre, nonostante i progressi fatti nelle trattative con diversi Paesi Terzi, le limitazioni all’export dei nostri prodotti decise a causa della presenza sul nostro territorio della PSA hanno continuato a frenare gli scambi con i Paesi Extra Ue. Restano ancora del tutto preclusi, infatti, importanti mercati come il Giappone, la Cina o Taiwan e continuano le limitazioni ai prodotti esportabili in Brasile o Serbia.

La situazione resta, poi, molto delicata sul fronte dei margini, fortemente penalizzati dagli aumenti dei costi di materie accessorie e materie prime. La migliore performance dei valori rispetto a quella dei volumi continua ad essere solo apparentemente una buona notizia, perché gli incrementi dei prezzi non sono sufficienti a coprire i maggiori costi.

Tutti questi fattori hanno rallentato il passo dell’export durante l’estate: nel periodo luglio-settembre, infatti, l’export salumi ha registrato un -0,5% in quantità a fronte di un +8,6% a valore.

Per quanto riguarda i prodotti, nel periodo gennaio-settembre hanno registrato una buona crescita le esportazioni di prosciutti crudi stagionati. Gli invii di prodotti con e senza osso, infatti, hanno evidenziato un +5,3% in quantità per un totale di 53.469 ton inviate e un +9,6% in valore per 660,2 milioni di euro.

Entrambe le voci doganali che compongono la categoria hanno evidenziato una crescita. Gli invii di prosciutti disossati (la voce comprende anche speck, coppe e culatelli) hanno chiuso i nove mesi a quota 51.636 ton (+5,3%) per un fatturato di 647,2 milioni di euro (+9,5%), mentre le spedizioni di prosciutti in osso hanno evidenziato un +3,5% in quantità per un totale di 1.833 ton inviate e un +15,5% in valore per 12,9 milioni di euro. In buon aumento anche le spedizioni di salami che hanno raggiunto il traguardo delle 33.250 ton inviate (+5,2%)

per un valore di 359,6 milioni di euro +9,0%.

Risultato positivo, ma in attenuazione rispetto ai trimestri precedenti, anche per le esportazioni di prosciutto cotto, che con 16.874 ton inviate per 133,6 milioni di euro hanno chiuso i nove mesi con un +2% in quantità e un +8,6% in valore

Ottimo l’andamento delle esportazioni pancetta stagionata, che hanno chiuso i primi nove mesi dell’anno con un +9,1% per 5.006 ton e un +7,7% per 48,4 milioni di euro, registrando la migliore performance con riferimento ai volumi fra le varie famiglie di prodotti.

Hanno faticato, invece, gli invii di mortadella e wurstel Le spedizioni di questi prodotti, infatti, nei primi 9 mesi del 2022 si sono fermate a quota 30.363 tonnellate (-4,3%), pur registrando una crescita in valore (+4,2%), per oltre 129,5 milioni di euro. Stessa dinamica per gli invii

103.611 tonnellate e +9,9% in valore per 974,6 milioni di euro

Il terzo trimestre (luglio-settembre) ha registrato, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una contenuta crescita a volume (+1,1%) e un importante aumento a valore (+10,5%).

Fra i nostri Partner comunitari spiccano i risultati di Francia (+9,0% per 26.607 ton e +15,3% per 264,1 mln di euro) nostro principale mercato di riferimento per quanto riguarda i volumi e Polonia (+34,7% e +35,2%).

In aumento sono risultati anche gli invii verso Belgio (+2,8% per 6.948 ton e +4,9% per 83,3 mln di euro), Austria (+10,2% per 6.590 ton e +15,6% per 60,9 mln di euro) e Spagna (+1,1% in quantità e +18,3% a valore).

di bresaola, che con 2.920 ton e 59,4 milioni di euro ha registrato un -1,4% in quantità, ma un +10,9% a valore.

Per quanto riguarda i mercati, nei primi nove mesi del 2022 hanno evidenziato una discreta crescita le spedizioni dei salumi verso la UE: +3,1% in quantità per

Hanno evidenziato un calo invece la Germania (-5,3% per 25.682 ton e -0,5% in valore per 269,6 mln di euro) e, limitatamente ai volumi, la Croazia (-11,1% per 4.794 ton ma +21,3% per 16.502 mln euro) i Paesi Bassi (-3,3% ma +5,5%) e la Romania (-4,3% ma +15,3%).

Buone notizie sono arrivate, infine, da Svezia (+5,2% in

4 Gennaio 2023 economia di Laura Falasconi Export salumi gennaio - settembre 2022 - var % (valori espressi in tonnellate e migliaia di euro) gen-set 2022 gen-set 2021 Merce Quantità Valore Quantità Valore Prosciutti crudi 53.469 660.166 5,3% 9,6% Salsicce e salami stagionati 33.250 359.614 5,2% 9,0% Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi 30.363 129.517 -4,3% 4,2% Prosciutti cotti 16.874 133.643 2,0% 8,6% Pancette 5.006 48.365 9,1% 7,7% Bresaola 2.920 59.384 -1,4% 10,9% Altri salumi 5.978 64.759 -7,9% 4,6% Totale salumi 147.860 1.455.448 2,2% 8,6% Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Export salumi gen-set 2022/gen-set 2021 (tonnellate) Export salumi gen-set 2022/gen-set 2021 (.000 euro) gen-set 2021 gen-set 2022 0 20.000 40 000 60.000 80.000 144.730 147.860 gen-set 2021 gen-set 2021 0 200.000 400.000 600 000 800 000 1.000.000 1.200.000 1.400.000 1.455.448 1.339.825 +8,6% +2,2% 100.000 1.500.000 120.000 140.000 160.000

quantità e +8,4% in valore), Slovenia (+9,4% e +10,0%) e Malta (+13,7% e +17,8%).

Nel periodo gennaio-settembre hanno segnato il passo i volumi inviati verso i Paesi extra UE. Gli invii di salumi italiani, con 44.249 ton e 480,8 milioni di euro, sono rimasti stabili a volume ma hanno registrato +6,1% a valore. Sul risultato complessivo ha pesato la flessione registrata nel periodo luglio-settembre, che ha evidenziato un -4,0% in quantità ma +4,9% in valore rispetto allo stesso periodo del 2021.

Nonostante l’ottimo risultato realizzato sul mercato USA e la tenuta dell’export verso il Regno Unito, emergono chiaramente segnali di rallentamento: le esportazioni verso i Paesi Terzi che hanno adottato misure restrittive stanno infatti registrando un -21,4% a volume e un -26% a valore.

Fra i Paesi Terzi hanno evidenziato una importante crescita a due cifre le spedizioni verso gli Stati Uniti, che hanno raggiunto quota 13.657 ton (+19,3%) per un valore di circa 161,1 milioni di euro (+27,4%); ottimo anche il risultato del Canada (+15,1% in quantità e +19,7% in valore). Discreto l’andamento delle spedizioni verso il Regno Unito: +3,7% in volume per 12.316 ton e +6,5% in valore 137,5 mln di euro.

In contrazione a volume sono risultate, invece, le esportazioni verso la Svizzera, che nel periodo gennaio-settembre hanno registrato un -3,5% in quantità per 4.043 ton, ma un +2,7% in valore per 68,5 mln di euro.

In flessione anche gli invii verso il Giappone (-71,5% in quantità per 585 ton e -78,0% in valore 5 milioni di euro),

penalizzate dal divieto di importazione sui prodotti a base di carne suina confezionati dopo la “safe date” del 13 dicembre 2021, che ha portato gradualmente all’azzeramento dei flussi export.

Risultati incoraggianti sono arrivati invece da Bosnia Erzegovina (+24,8% e +62,4%), Norvegia (+9,4% e+14,2%) e Libano (+28,2% in quantità e +62,4% in valore).

Hanno chiuso, infine, con una flessione Brasile (-17,0% in quantità e -28,4% in valore), dove a causa della PSA è possibile esportare solo prodotti a base di carne su-

ina cotti e stagionati per un periodo minimo di 6 mesi, Hong Kong (-12,1% e -4,0%), e Repubblica Sudafricana (-63,6% e -61,7%), penalizzata anch’essa dalle restrizioni relative alla PSA e dal divieto di importazione dei prodotti a breve stagionatura.

Ha registrato una flessione, infine, l’export verso la Federazione Russa (-57,2% in quantità per 41 ton e -55,4% in valore per 291mila euro) dove, dal 2014 le esportazioni sono limitate al codice 1602 a causa dell’embargo.

5 Gennaio 2023 economia Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Export salumi gen-set 2022/gen-set 2021 Principali Paesi di destinazione dei salumi italiani (valori espressi in tonnellate) Romania Slovenia Paesi Bassi Canada Polonia Svezia Svizzera Croazia Spagna Austria Belgio Regno Unito Stati Uniti Germania Francia !# $%% % & %$%% % & #$%% % ! %$%% % ! #$%% % ( %$%% % )*+ - + / 0*1+ + 23+3 4 3 506 7!4 37 8096 7 <3 + 2 +6 + >*7+? + 2@.? ?0 + 2@0 ? + A 797 + >+ +B + A +0< 8+< < 297@0 + 571+ + !"# $% &'()((*!"# $ % & gen-set 2021 gen-set 2022 0 5.000 20.000 25.000 30.000 10.000 15.000

PSA: prosegue l’attività di sorveglianza nelle zone soggette a restrizioni

La Commissione europea regionalizza la Sardegna

Al 10 gennaio 2023 sono 287 i cinghiali trovati positivi alla Peste Suina Africana in Piemonte , Liguria e Lazio, su migliaia di animali testati. L’attività di sorveglianza attiva e passiva prosegue intensa nelle zone soggette a restrizioni, così come il rafforzamento delle barriere fisiche eventualmente già presenti all’interno della zona infetta e nei punti di passaggio naturali o artificiali tra la zona infetta e l’esterno, con la costruzione di una seconda barriera artificiale.

Nelle zone indenni, il Piano di sorveglianza nazionale della PSA in Italia prevede la sorveglianza passiva nelle popolazioni di cinghiali, attraverso la segnalazione e il controllo diagnostico di tutti i cinghiali rinvenuti morti e di tutti i casi sospetti, e la sorveglianza passiva negli allevamenti di suini, oltre che la verifica dei livelli di applicazione delle misure di biosicurezza nelle aziende suinicole.

Proprio alla luce degli esiti di queste attività e del resoconto della riunione dell’Unità centrale di crisi (UCC) del 21 dicembre 2022, durante la quale è stato concordato di mantenere e rafforzare le misure già poste in essere, il Commissario Straordinario alla Peste suina africana ha adottato, il 27 dicembre u.s., l’Ordinanza n. 5/2022, in applicazione dal 2 gennaio scorso

Con tale Ordinanza il Commissario ha disposto la proroga per ulteriori tre mesi di quanto previsto dall’art. 3, comma 1, lettera b), punti ii. e iii. dell’Ordinanza 28 giugno 2022, n. 4: 1 . Nella zona infetta istituita in conformità agli articoli 63 paragrafo 2, 64 e 65 del regolamento delegato (UE) 2020/687 e nella zona di restrizione parte II di cui all’allegato I del Regolamento di esecuzione (UE) 2021/605 e successive modificazioni ed integrazioni, le autorità competenti delle regioni e Province autonome di Trento e Bolzano e le aziende sanitarie locali, in maniera coordinata, attuano quanto segue : […]

b) suini detenuti (inclusi i cinghiali): […]

ii. il servizio veterinario della ASL territorialmente competente programma la macellazione immediata dei suini detenuti all’interno di allevamenti familiari, commerciali della tipologia semibradi e allevamenti misti che detengono suini, cinghiali o loro meticci destinati alla produzione di alimenti, e divieto di ripopolamento per sei mesi dalla data di emanazione della presente ordinanza;

iii. il servizio veterinario della ASL territorialmente competente programma altresì la macellazione tempestiva dei suini presenti negli altri allevamenti di tipo commerciale. La predetta ASL verifica il rispetto del divieto di riproduzione e di ripopolamento per

sei mesi dalla data della presente ordinanza. Migliora, invece, la situazione epidemiologica della Peste suina africana in Sardegna , tanto che la Commissione europea ha deciso l’adozione del Regolamento di esecuzione (UE) 2022/2486 del 16 dicembre che modifica l’allegato I del Regolamento di esecuzione (UE) 2021/605.

Il testo definisce le zone della Sardegna “soggette a restrizioni”, tenendo conto della situazione nelle aree circostanti. Tali zone sono differenziate in funzione della situazione epidemiologica della PSA e del livello di rischio e sono classificate come zone soggette a restrizioni I, II e III. Le zone non elencate sono considerate a tutti gli effetti come zone indenni dalla malattia. Queste rappresentano circa la metà del territorio sardo.

Pur tenendo conto dei diversi livelli di rischio in funzione del tipo di prodotto e della situazione epidemiologica, il Regolamento prevede determinati divieti di movimento dei diversi prodotti suini ottenuti da animali detenuti nelle zone soggette a restrizioni I, II e III ma prevede anche deroghe a tali divieti nonché condizioni generali e specifiche.

Le zone soggette a restrizioni III ( 21 comuni in provincia di Nuoro ) sono le aree con il livello di rischio più elevato di diffusione della malattia e che rimarranno ancora sotto totale embargo.

La Commissione europea ha constatato con soddisfazione che le misure adottate nel corso degli ultimi anni hanno portato a un forte miglioramento della situazione della PSA nell’isola sia nei suini domestici che nei cinghiali Questo aspetto è tanto più importante se calato nella situazione epidemiologica internazionale della PSA, che continua purtroppo a diffondersi sia in Europa che in Asia.

La presentazione dei risultati ottenuti dall’Italia in seno ai competenti organi della Commissione europea è stato un segnale estremamente importante, che testimonia la bontà della strada imboccata ai fini della eradicazione definitiva della malattia dalla Sardegna. Quanto ottenuto fino ad oggi deriva anche e soprattutto dall’ imprescindibile ruolo di coordinamento e vigilanza del Ministero della Salute e della Regione Sardegna in questi ultimi anni. Ricordiamo ancora la disastrosa situazione venutasi a determinare in Sardegna a seguito dell’esplosione di focolai nel biennio 2012‐2013, salvo poi constatare, con estrema soddisfazione, che proprio da quel momento è partita la scelta di fare della battaglia contro la PSA una priorità. Partendo dall’analisi degli errori del passato è stato costruito un piano d’intervento che avesse un approccio innovativo, con l’aiuto dei maggiori esperti sul campo.

Oggi, quindi, sulla base delle informazioni e delle giustificazioni fornite dalle competenti Autorità italiane e tenuto conto, inoltre, dell’efficacia delle misure di controllo delle malattie in relazione alla Peste suina africana, alcune zone della Sardegna, prima soggette a restrizioni III, sono ora elencate come zone soggette a restrizioni II data l’assenza di focolai di PSA nei suini detenuti e la presenza nei suini selvatici; alcune zone sono state “declassate” a zone soggette a restrizioni I data l’assenza di focolai di Peste suina africana in suini detenuti e selvatici ma la vicinanza a zone soggette a restrizioni II o III ; altre zone (circa la metà del territorio sardo) sono state eliminate dagli elenchi dell’Allegato I del Regolamento di esecuzione (UE) 2021/605 data l’assenza di focolai di Peste suina africana in suini detenuti e selvatici e sono considerate a tutti gli effetti come zone indenni dalla malattia

Rimangono, infine, all’interno delle zone soggette a restrizioni III nella provincia di Nuoro i comuni di Aritzo, Arzana, Baunei, Belvi, Desulo, Gavoi, Mamoiada, Ollolai, Olzai, Oniferi, Orani, Orgosolo, Orotelli, Ottana, Sarule, Talana, Tonara, Triei, Urzulei, Villagrande Strisaili.

“ Accolgo con estrema soddisfazione che la Commissione europea abbia ufficialmente riconosciuto che le misure adottate nel corso degli ultimi anni hanno portato a un forte miglioramento della situazione della PSA nell’isola. Mi auguro che i buoni risultati ottenuti in Sardegna siano replicabili quanto prima anche nell’Italia continentale ed invito le nostre Autorità sanitarie ma soprattutto politiche a proferire il massimo sforzo per raggiungere l’obiettivo di una completa eradicazione della PSA sul nostro territorio.

Il Commissario straordinario alla PSA deve essere messo in condizioni di operare con la massima efficacia; diversamente, le conseguenze saranno disastrose: dall’inizio del 2022 il settore sta subendo un danno da mancate esportazioni di almeno 20 milioni di euro al mese e le trattative per la riapertura dei mercati dei Paesi terzi sulla base del principio della regionalizzazione sono particolarmente difficili ” ha commentato il Presidente di ASSICA

Ruggero Lenti

Lenti ha poi concluso: “ Ritengo – ed i fatti lo stanno dimostrando – che la nascita e la conferma dell’Unità di Progetto (UdP) per l’eradicazione della PSA in Sardegna abbia rappresentato senza dubbio il passaggio principale che ha determinato un cambio di rotta rispetto al passato. L’UdP è stata la vera novità sul piano organizzativo, che ha permesso per la prima volta uno stretto collegamento tra tutti i soggetti istituzionali, e non solo, coinvolti nella lotta al virus. Un coordinamento che ha reso possibile attivare un lavoro di squadra mai visto prima sul piano legislativo e quindi operativo nelle diverse azioni intraprese per debellare la malattia. Per questo voglio ringraziare la Giunta Pigliaru per aver intrapreso questo percorso virtuoso e l’attuale Giunta Solinas per aver portato a termine il lavoro raggiungendo un risultato storico .”

6 Gennaio 2023 export di Giada Battaglia

Sistema Armonizzato e sostenibilità

Il Sistema Armonizzato - Harmonised System (d’ora in poi HS) sviluppato dalla World Customs Organization, Organizzazione Mondiale delle Dogane - è lo strumento universale di identificazione merceologica di manufatti, materiali e prodotti di ogni genere che si presenta come una progressiva stratificazione semantica di regole e definizioni, continuamente riviste e adattate seguendo l’inarrestabile evoluzione dei beni e delle tecnologie che vengono prodotti e scambiati nel mondo. L’HS, nella sua più intrinseca struttura, si presenta, infatti, come un vero e proprio linguaggio: non solo parole e definizioni (il cosiddetto naming) ma anche regole grammaticali, interpretative e addirittura comportamentali, dense di gerarchie, eccezioni e soluzioni quasi “dialettali”, tutte adottate per fronteggiare l’infinita creatività del commercio internazionale.

Nonostante l’HS venga aggiornato ogni 5 anni - l’attuale versione è entrata in vigore il 1° gennaio 2022 - le riflessioni sulla configurazione del futuro HS 2027 sono già state avviate a livello WCO. È prassi che la pubblicazione degli emendamenti all’HS avvenga due anni prima della loro entrata in vigore, consentendo alle autorità doganali di ciascuna delle Parti contraenti della World Customs Organization (d’ora in poi WCO) di aggiornare i materiali utilizzati per gli agenti doganali nazionali e riallineare i database statistici nazionali.

La parola chiave che sta guidando l’elaborazione dell’HS 2027 è sostenibilità Stati membri della WCO e organizzazioni intergovernative hanno ribadito la necessità di sviluppare un HS denso di misure di politica green. E l’Agenda 2023 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile riconosce il ruolo chiave che il commercio internazionale e la politica commerciale rivestono nel processo di transizione verso un’economia autenticamente circolare. È giunto, infatti, il tempo per discostarsi dal modello lineare di produzione in favore di uno circolare, che estenda il ciclo di vita

dei prodotti, riparandoli, riciclandoli e/o riutilizzandoli in diverse fasi della catena del v alore. Contestualmente, è stata evidenziata a livello WCO la necessità di monitorare e misurare i traffici di determinate categorie di prodotti che potrebbero costituire un rischio per la sicurezza dell’ambiente, come, ad esempio, i prodotti della chimica.

L’orientamento alla sostenibilità promosso dalla WCO si riflette anche sulle attività delle aziende ASSICA: tra i “prodotti della chimica” meritevoli di considerazione sotto il profilo della classificazione “sostenibile” troviamo, infatti, anche gli additivi utilizzati nei mangimi per animali (ad es., conservanti, antiossidanti, emulsionanti, regolatori di acidità, ecc.) i quali, se non opportunamente trattati, potrebbero esser rischiosi non solo per gli animali ma anche per l’ambiente (presenza di residui nel terreno, nelle falde acquifere e nelle acque superficiali). La legislazione europea in materia di mangimi costituisce un quadro volto a garantire che i mangimi e le sostanze chimiche in essi contenuti non rappresentino un pericolo per la salute umana, animale o ambientale (art.1 Reg. CE 1831/2003 del PE sugli additivi destinati all’alimentazione animale). Per tale ragione, gli additivi contenuti nei mangimi, non possono essere commercializzati se non mediante autorizzazione rilasciata dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) che dimostri che gli additivi non presentino caratteristiche dannose per la salute umana e animale e per l’ambiente (art.5.1 Reg. CE 1831/2003).

I principali additivi per i mangimi destinati agli animali da allevamento vengono classificati, oggi (a dire il vero, come già da molte edizioni dell’HS), ai codici HS 2106 10 (Preparazioni alimentari non nominate né comprese altrove - concentrati di proteine e sostanze proteiche testurizzate) o 2106 90 (Preparazioni alimentari non nominate né comprese altrove -“altre”. Li troviamo, poi anche classificati alla Voce

Doganale (VD) 2834 (Nitriti e nitrati) e all’HS 3507 90 (“altri”- Enzimi; enzimi preparati), mentre i mangimi vengono classificati al codice HS 2309 90 (Preparazioni dei tipi utilizzati per l’alimentazione degli animali, eccettuati gli alimenti per cani o gatti).

Tra gli additivi di più recente approvazione, troviamo un preparato di endo-1,4-beta-xilanasi (EC 3.2.1.8) che la Commissione europea ha autorizzato come additivo zootecnico per mangimi destinati a suini da ingrasso in quanto l’EFSA ha concluso che la sostanza non incide negativamente sulla salute degli animali, sulla salute umana o sull’ambiente. Si tratta di un enzima, quindi da classificare al codice HS 3507 90. Anche in questo caso, un opportuno adeguamento anche “elastico” dell’HS (o della NC - Nomenclatura Combinata) - ossia destinato a mutare nel tempo seguendo l’evoluzione della disciplina in materia - potrebbe consentire di identificare immediatamente, sia in import che in export ed anche con effetti sul trattamento fiscale, i prodotti che non incidono negativamente sulla salute o sull’ambiente, individuando codici residui laddove tale certezza non vi sia.

Per il 2027, sempre che le aziende del settore - e quelle ad esse collegate, come possono esser considerate le nostre associate - si facciano “sentire” in sede WCO, potrebbero esser generati codici HS (o, anche solo per la UE, NC) che rappresentino in modo adeguato i mangimi e gli additivi conformi al Reg.(CE) 1831/2003, garantendo così un’immediata identificazione di mangimi e additivi sostenibili.

I cosiddetti “Environmentally Preferable Products” (EPP) cioè prodotti preferibili dal punto di vista ambientale perché prodotti o lavorati in modo, relativamente, “clean” (ad es., utilizzando energia rinnovabile) rispetto a metodi di produzione

EXPORT CARNI E PRODOTTI A BASE DI CARNE VERSO PAESI TERZI: ASSICA PARTECIPA AL TAVOLO DEL MINISTERO DELLA SALUTE

ASSICA ha partecipato, il 10 gennaio scorso, all’incontro promosso dal Sottosegretario Marcello Gemmato, e aperto dai saluti del Ministro Orazio Schillaci, svoltosi al Ministero della Salute alla presenza delle associazioni di categoria più rappresentative della filiera di produzione di carni italiane e delle Istituzioni. Obiettivo della riunione è stato quello di evidenziare e condividere le verosimili problematiche connesse all’esportazione di carni italiane e dei relativi prodotti verso i Paesi terzi e fare il punto con le parti interessate.

“Quello di oggi vuole rappresentare un primo incontro esplorativo: il dialogo tra politica, tecnici e rappresentanti delle imprese è la chiave per trattare in modo diretto le questioni aperte e individuare soluzioni condivise”, ha dichiarato il Sottosegretario, Marcello Gemmato, introducendo i lavori. “Proprio per questo motivo – ha continuato Gemmato - ho voluto far sedere allo stesso tavolo i referenti del Masaf, i tecnici delle direzioni competenti di questo Dicastero, e le principali organizzazioni rappresentative della filiera delle carni, per cono -

inquinanti (come, ad es., utilizzando combustibili fossili) - stanno assumendo particolare rilievo internazionale: tra essi, vi possono essere anche le carni lavorate, se la loro produzione rispecchia i criteri di sostenibilità. Anche in questo caso, l’individuazione mediante specifici codici HS di prodotti environmentally preferable potrebbe semplificare controlli e traffici, garantendo una più ampia diffusione di metodologie di produzione che abbiano un impatto ridotto sull’ambiente.

Un altro obiettivo di una classificazione green è quello connesso alla lotta contro il commercio illecito di fauna e flora selvatiche, lo sfruttamento illecito delle risorse forestali, ittiche e minerarie e il traffico di rifiuti, tutti temi che toccano lo sviluppo sostenibile. L’attuazione di politiche volte a facilitare il commercio di prodotti “preferibili” dal punto di vista ambientale sarebbe più facile se essi fossero codificati a livello internazionale e l’HS, in quanto lingua franca del commercio mondiale - si presterebbe ottimamente allo scopo. Sul tema della sostenibilità si sono allineate anche le imprese ASSICA: nel giugno 2022 ASSICA, insieme all’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI), ha lanciato il “Programma Sostenibilità” che prevede 5 goals, 48 Best practices e 35 impegni concreti verso un nuovo modello di impresa sostenibile. Si tratta di un importante cambio di passo con cui le imprese delle carni e dei salumi sottoscrivono l’impegno verso l’introduzione di pratiche sostenibili nella loro strategia aziendale.

scere le criticità che impediscono l’export in alcuni mercati esteri, come ad esempio la Cina, e provare a superarle”.

Garantire e certificare sicurezza e qualità dei prodotti agroalimentari di origine italiana è, infatti, una delle mission del Ministero della Salute; questo è possibile anche grazie al lavoro di rete con gli stakeholder e al dialogo costante e fattivo con i partner di esportazione.Proficuo il giro di tavolo con le associazioni presenti, le quali hanno apprezzato l’iniziativa odierna e dimostrato la propria disponibilità a future interlocuzioni.

“Ringrazio il Sottosegretario per averci invitato a questo tavolo che riunisce sia rappresentanti politici che tecnici delle nostre Istituzioni” ha dichiarato il Direttore di ASSICA, Davide Calderone “per avere successo nelle negoziazioni con i Paesi terzi, infatti, è fondamentale mettere a sistema le competenze e l’esperienza italiane di tutte le Istituzioni a tutela dell’export di un settore chiave del food Made in Italy.”

7 Gennaio 2023 export
di Fulvio Liberatore – Team Ricerca
Easyfrontier

Crisi Ucraina - Russia: un anno di conflitto e la sua evoluzione

Dopo il riconoscimento, avvenuto a febbraio 2022 delle repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk la Russia ha avviato operazioni militari nel territorio ucraino, dando il via ad un conflitto che sin da subito non dava adito ad esiti certi.

In risposta alle azioni russe l’Unione europea, il Regno Unito, gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali hanno adottato una serie di contromisure mirate, approvate in “pacchetti” successivi, che hanno progressivamente inasprito il disposto sanzionatorio in vigore, in relazione all’innalzamento del livello di aggressione da parte della Federazione russa.

I pacchetto: le misure adottate dalla UE il 23 febbraio 2022 rispecchiano quelle adottate dagli Stati Uniti, sia nelle parti rivolte alle due autoproclamatesi Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk che nell’inasprimento delle sanzioni economiche e finanziarie già in essere dal 2014 nei confronti della Russia. Viene ampliato, rispetto a quanto disposto nel 2014, l’elenco dei soggetti ed entità cui si applicano le restrizioni che raggiunge un totale di 555 persone e 52 entità. Le misure comportano il congelamento dei beni, divieto di mettere fondi a disposizione dei soggetti designati e il divieto di viaggio ne impedisce l’ingresso o il transito nel territorio dell’UE. Viene ampliata la portata delle disposizioni già adottate nel 2014 in merito alle restrizioni finanziarie e limitazioni alla capacità del governo russo di raccogliere capitali sui mercati finanziari europei. Inoltre, viene vietata l’importazione nella UE di merci originarie dalle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, l’esportazione, la vendita, la fornitura o il trasferimento di beni e tecnologie nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni, dell’energia, della prospezione, esplorazione e produzione di petrolio, gas e risorse minerali. Infine, è vietato fornire servizi direttamente connessi alle attività turistiche nei territori specificati.

II pacchetto: nonostante lievi differenze, le misure addizionali adottate dalla UE come seconda tranche formalizzata il 25 febbraio 2022, continuano a rimanere strettamente coordinate con quelle di Stati Uniti, Regno Unito e altri partner internazionali prevedendo il rafforzamento delle sanzioni volte ad incidere sull’accesso della Russia ai mercati dei capitali colpendo il suo sistema finanziario e, per suo tramite, le capacità industriali e l’economia nazionale. In particolare, le misure UE e USA impongono severi controlli sulle esportazioni impedendo l’accesso della Russia a tecnologie avanzate per limitare le sue capacità militari e industriali. Sono dirette a membri dell’élite russa e alle loro famiglie, tra cui il Presidente Putin e il Ministro degli Affari Esteri Lavrov, e altre entità strategiche per l’industria e la finanza russa, ora assoggettate al congelamento dei beni e al divieto di ingresso in UE e negli USA. Infine, le misure USA e UE si estendono ad entità della Bielorussia per sanzionare il loro ruolo nel conflitto.

III pacchetto: il 28 febbraio 2022 la UE formalizza l’istituzione, gli obiettivi, l’ambito di applicazione e la durata della “Misura di assistenza” a favore dell’Ucraina per contribuire a rafforzare la capacità e la resilienza delle forze armate ucraine e proteggere la popolazione civile Viene modificato ulteriormente il preesistente disposto del 2014, imponendo nuove misure che vietano ai vettori russi e a qualsiasi aeromobile immatricolato in Russia, o posseduto, noleggiato o controllato da persone fisiche e giuridiche russe di atterrare nel, decollare dal o sorvolare il territorio dell’Unione, rendendo di fatto impossibile la movimentazione fisica fra la Russia e la UE; viene altresì

vietata qualsiasi operazione con la Banca Centrale Russa. A marzo 2022 vengono introdotte nuove misure che dispongono l’esclusione di sette delle principali banche russe dal sistema di messaggistica finanziaria utilizzato per dare esecuzione agli ordini di pagamento transnazionali, SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication). Inoltre, un ulteriore provvedimento integra il regime sanzionatorio vietando, ad alcuni operatori la capacità di radiodiffusione.

Pacchetto “compliance”: le misure adottate il 9 marzo 2022, in reazione alla prosecuzione dell’attacco all’Ucraina, introducono ulteriori restrizioni nei confronti della Russia, tra cui divieto di transazioni in criptovalute; blocco all’export di beni e tecnologie (inclusa la relativa assistenza tecnica e finanziaria) per la navigazione marittima, divieto di fornire servizi finanziari alla società Russian Maritime Register of Shipping. Vengono introdotte per la Bielorussia nuove restrizioni finanziarie rispetto a quelle previste dal Reg. UE 756/2006, allineando il regime sanzionatorio a quello disposto per la Russia per evitare elusioni. Ulteriori restrizioni sono adottate nei confronti della Federazione Russa, tra le quali la designazione di altri 160 individui (14 imprenditori e 146 membri del Consiglio della Federazione che hanno votato in favore del riconoscimento delle repubbliche separatiste), nei confronti dei quali si applica il congelamento dei fondi e il travel ban. Per quanto riguarda le decisioni assunte dagli Stati Uniti, un nuovo ordine esecutivo presidenziale dispone il divieto di importazione di petrolio e gas russi (in particolare, petrolio greggio; petrolio; combustibili petroliferi, oli e prodotti della loro distillazione; gas naturale liquefatto; carbone; e prodotti carboniferi) e di nuovi investimenti nel settore energetico da parte di soggetti statunitensi. Anche il Regno Unito rafforza la propria azione con l’annuncio di un piano per eliminare gradualmente le importazioni di petrolio russo entro la fine dell’anno e l’introduzione di restrizioni sugli aeromobili russi e di nuove sanzioni commerciali. Per quanto riferisce alle sanzioni introdotte dalla Russia, l’8 marzo il Cremlino emana un decreto che prevede la possibilità per il Governo di introdurre, tramite appositi decreti, restrizioni all’esportazione e all’importazione di materie prime e prodotti fino al 31 dicembre 2022. In questo contesto, la Commissione UE si adopera per esplorare possibili opzioni per lenire l’impatto economico dell’escalation di sanzioni e contro-sanzioni di Mosca, presentando allo stesso tempo la comunicazione “REPowerEU: azione europea comune per una energia più accessibile, sicura e sostenibile” per contenere l’innalzamento dei prezzi dell’energia e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi.

IV pacchetto: il 15 marzo 2022 viene introdotto un nuovo export ban per i beni di lusso di valore unitario superiore a 300 euro. Viene stabilito un divieto di importazione relativamente a determinati prodotti siderurgici,

oltre all’inasprimento delle restrizioni all’esportazione di apparecchiature, tecnologie e servizi nonché agli investimenti nel settore energetico. È ulteriormente esteso il listing soggettivo (designati altri 15 soggetti tra i quali oligarchi, dirigenti d’azienda e giornalisti che hanno contribuito alla propaganda del governo russo e 9 nuove entità). La UE adotta una dichiarazione politica sulla sospensione delle concessioni commerciali multilaterali alla Russia, sottoscritta dai Paesi G7 e da alcuni membri dell’OMC.

V pacchetto: l’8 aprile 2022 l’Unione europea adotta il quinto pacchetto di misure sanzionatorie, che amplia e rafforza il quadro disposto dai Regolamenti 833/2014 e 269/2014 alla base del regime precedentemente in vigore. Il regime sanzionatorio si inasprisce ulteriormente colpendo per la prima vota le importazioni dalla Russia di materie prime energetiche (carbone), vietando le attività degli autotrasportatori russi e bielorussi e l’accesso ai porti di navi battenti bandiera russa, nonché l’accesso e la prosecuzione da parte di operatori russi di attività collegate agli appalti pubblici europei. Misure speculari vengono adottate, per evitare triangolazioni, anche nei confronti della Bielorussia. In particolare, quelle inerenti ai trasporti su strada, con le medesime eccezioni del servizio postale e regimi autorizzativi per il trasporto di gas naturale, petrolio, prodotti petroliferi raffinati, titanio, alluminio, rame, nichel, palladio e minerali di ferro, prodotti farmaceutici, medici, agricoli e alimentari, compresi grano e fertilizzanti. Sul piano finanziario, i divieti di esportazione e/o cessione di valuta e attività denominate in euro sono estesi alle valute di tutti gli Stati membri. L’elenco delle entità oggetto di congelamento dei beni viene ampliato con 217 nuove persone fisiche e 18 entità giuridiche, fra cui altre quattro banche con una quota di mercato pari al 23% già escluse dal sistema SWIFT ed ora assoggettate a divieto totale (Otkritie FC Bank, VTB, Novikombank e Sovcombank).

VI pacchetto: il 3 giugno 2022 la UE, dopo il divieto all’import di carbone, con il sesto pacchetto segna un cambio di passo imponendo di affrontare le sfide connesse alle infrastrutture abilitanti, in primis per l’adeguamento degli impianti di raffinazione al trattamento di greggio diverso da quello russo. Di fatto vengono vietati acquisto, importazione o trasferimento di petrolio greggio e di alcuni prodotti petroliferi dalla Russia. L’eliminazione graduale durerà da 6 mesi per il greggio a 8 mesi per gli altri prodotti petroliferi raffinati. È prevista un’eccezione temporanea per le importazioni di petrolio greggio tramite oleodotto negli Stati membri maggiormente esposti alla dipendenza dalle forniture russe e che non dispongono di valide alternative. Inoltre, Bulgaria e Croazia beneficeranno di deroghe temporanee per l’importazione di greggio russo via mare e di gasolio sottovuoto. Dopo una trattativa lunga e controversa a causa delle divergenti visioni sullo stop all’import petrolifero, le restrizioni hanno assunto una forma diversa da quella originariamente proposta dalla Commissione a seguito di veto e distinguo di Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Bulgaria, che dapprima ha inciso sui periodi di phasing out ed in seguito sulle modalità di trasporto del greggio. Sul pacchetto hanno pesato anche le reticenze di Grecia, Cipro e Malta a vietare il trasporto da parte di imbarcazioni battenti bandiere dell’UE verso altre aree del mondo. Nelle conclusioni del Consiglio europeo viene reiterata la ferma condanna dell’aggressione e la richiesta di cessare immediatamente gli attacchi contro civili e infrastrutture civili, di

8 Gennaio 2023 approfondimento di Francesca Senna
È da quasi un anno che lo scenario mondiale è funestato dalla tragedia della guerra tra Russia e Ucraina

ritirare le truppe dall’intero territorio ucraino, consentendo l’accesso umanitario immediato, assicurando il ritorno in sicurezza delle persone trasferite forzatamente in Russia.

VII pacchetto: in un contesto di timori di recessione globale, di crisi energetica in Europa e di crisi alimentare nei Paesi che dipendono dall’import di cereali e fertilizzanti da Russia, Ucraina e Bielorussia, il 21 luglio 2022 la UE ha adottato, tramite procedura scritta, un nuovo pacchetto di misure denominato “VII pacchetto - manutenzione e allineamento” per rafforzare l’attuazione di quelle già in vigore, prevenirne l’elusione ed estenderne la portata. Le principali disposizioni prevedono l’introduzione del 1) divieto di import di oro e articoli di gioielleria contenenti oro di origine russa, che costituiscono la voce di export più significativa dopo i prodotti energetici. 2) Vengono integrati e/o sostituiti alcuni elenchi di beni e tecnologie sottoposte a divieto di trasferimento o esportazione in Russia o per uso in Russia. 3) È ampliata la portata del divieto relativo all’accesso ai porti delle navi registrate sotto bandiera russa, estendendolo alle chiuse, per evitare che la misura venga elusa. 4) Viene esteso il divieto di accettare depositi per includere quelli provenienti da persone giuridiche, enti o organismi stabiliti in Paesi terzi e posseduti per oltre il 50% da cittadini russi o persone fisiche residenti in Russia il cui valore totale per ente creditizio supera i 100.000 EUR. L’accettazione di depositi per il commercio transfrontaliero non vietato sarà soggetta a un’autorizzazione preventiva da parte delle Autorità nazionali competenti. 5) Inoltre, per scongiurare possibili aggravi dell’insicurezza di approvvigionamento alimentare, sono previste deroghe allo svincolo di fondi di determinati enti statali riguardo a prodotti agricoli e alimentari, in particolare grano e fertilizzanti e si apre alla possibilità di effettuare transazioni necessarie all’acquisto di prodotti agricoli e alimentari, compresi il grano e i fertilizzanti, e prodotti chimici e minerali nonché petrolio e prodotti petroliferi. 6) Sono previste deroghe per transazioni in ambito processuale e amministrativo, per consentire di concludere transazioni necessarie a garantire l’accesso a procedimenti giudiziari, amministrativi o arbitrali in uno Stato membro, nonché per il riconoscimento o l’esecuzione di una sentenza o di un lodo arbitrale pronunciati in uno Stato membro. 7) Viene chiarita la portata delle misure già in vigore riguardanti gli appalti pubblici ed è previsto il divieto di aggiudicare o proseguire l’esecuzione di qualsiasi contratto pubblico o di concessione a, o con alcuni soggetti. 8) È consentito lo scambio di informazioni finalizzato alla definizione delle norme tecniche nel quadro dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (ICAO) in relazione a beni e tecnologie del settore, ed infine 9) sono aggiunti agli elenchi di persone ed entità “designate” ulteriori 48 soggetti e 9 entità, 6 tra queste Sberbank, già esclusa dallo SWIFT ed ora soggetta anche a congelamento dei beni e risorse economiche.

VIII pacchetto: il 6 ottobre 2022 la UE adotta un nuovo pacchetto di misure sanzionatorie a seguito dell’intensificarsi dell’aggressione militare e delle ulteriori azioni illegali nei confronti dell’Ucraina da parte della Russia, tra cui la minaccia dell’uso di armi di distruzione di massa, l’avvio di una mobilitazione parziale e l’organizzazione di referendum per l’annessione di parti dei territori occupati in territorio ucraino. Il nuovo pacchetto è composto da quattro Regolamenti (1903/2022; 1904/2022; 1905/2022; 1906/2022) e tre Decisioni (1907/2022; 1908/2022; 1909/2022) che integrano e modificano i provvedimenti di base: i Regolamenti UE 833/2014 (e s.m.i.), n. 269/2014 (e s.m.i.), n. 263/2022 e le Decisioni n. 145/2014, n. 266/2022 e n. 512/2014. Le principali disposizioni riguardano: 1) trasporto marittimo di petrolio e prodotti petroliferi: in aggiunta al preesistente divieto di prestare servizi collegati al trasporto marittimo da parte di navi dell’UE di petrolio greggio e determinati pro-

dotti petroliferi esportati o originari della Russia verso Paesi terzi, viene vietato il trasporto marittimo di tali merci verso Paesi terzi a decorrere dal 5 dicembre 2022 per il petrolio greggio e dal 5 febbraio 2023 per i prodotti petroliferi; 2) divieto all’import di prodotti siderurgici e di altri settori: viene ampliata la portata del divieto di importazione (e acquisto) a far data dal 30 settembre 2023, di determinati prodotti ferrosi e siderurgici trasformati in un Paese terzo. Sono altresì introdotti nuovi elenchi di prodotti, che ne includono ulteriori del settore cartario, articoli di gioielleria (pietre e metalli preziosi), macchinari, prodotti chimici, manufatti del tabacco, plastica e prodotti cosmetici; è, inoltre, ampliato l’elenco dei prodotti del carbone e altri combustibili soggetti a restrizioni; 3) deroghe a divieti di import ed export: sono previste clausole di salvaguardia per l’esecuzione, fino all’8 gennaio 2023, di contratti (e necessari contratti accessori) conclusi prima del 7 ottobre. Inoltre, è previsto che le Autorità competenti autorizzino l’import di taluni beni qualora necessari per impieghi specifici nei casi in cui non vi siano fonti alternative di approvvigionamento; 4) il divieto di accesso ai porti UE per le navi russe e di transazioni con le Autorità certificatrici viene esteso, a partire dall’8 aprile 2023 a tutte le imbarcazioni certificate dal Russian Maritime Register of shipping, con l’eccezione di imbarcazioni operanti in casi di emergenza o di sicurezza. Inoltre, lo stesso ente stataleincaricato delle attività legate alla classificazione, ispezione e sicurezza di navi e imbarcazioni non russe - viene inserito nell’elenco degli enti statali con i quali vige il divieto di effettuare qualsiasi transazione economica o finanziaria; 5) ulteriori restrizioni all’esportazione e alla fornitura verso la Russia di beni e tecnologie: viene esteso l’elenco di beni e tecnologie suscettibili di contribuire al rafforzamento militare e del settore della difesa e della sicurezza della Russia; 6) divieto di fornitura di servizi: il divieto esistente di fornire determinati servizi alla Russia è esteso ai servizi di architettura e ingegneria, di consulenza informatica e legale; 7) divieto soggetti UE nei board di organismi statali russi: è previsto un divieto, a decorrere dal 22 ottobre 2022, per i soggetti UE di ricoprire posizioni apicali nella governance di talune entità o organismi russi a controllo statale; 8) restrizioni su cripto-valute: è vietata la fornitura di servizi di portafoglio, conti o custodia di cripto attività a cittadini russi o persone fisiche residenti in Russia, o persone giuridiche, entità od organismi stabiliti in Russia, indipendentemente dal valore totale di tali attività; 9) modifiche agli allegati del Reg. 833: sono previste modifiche agli allegati VII (vengono incluse ulteriori categorie di beni e nuove definizioni), VIII, XI, XVII, XIX, XXI, XXIII. Sono inseriti due nuovi allegati (XXVIII, inerente alle norme sul price cap; XXIX che include la lista di progetti energetici specifici da esentare per la sicurezza energetica di alcuni Paesi terzi) Sono inseriti due nuovi allegati, il XXVIII, inerente le norme sul price cap ed il XXIX che include la lista di progetti energetici specifici da esentare per la sicurezza energetica di alcuni Paesi terzi; 10) estensioni restrizioni territoriali: le restrizioni disciplinate dalla Decisione PESC 2022/266 e dal Regolamento UE 2022/263 sono modificate, estendendo a Kherson e Zaporizhzhya l’ambito geografico delle misure previste per gli oblast di Donetsk e Luhansk. 11) misure soggettive: vengono aggiunti ulteriori soggetti ed entità tra i “designati”; si tratta di esponenti governativi e cittadini coinvolti nell’organizzazione dei referendum per l’annessione dei territori occupati e di responsabili di attività di disinformazione in relazione al conflitto. Viene, inoltre, introdotto un ulteriore criterio per l’inserimento nell’elenco delle persone fisiche o giuridiche, entità e organismi listati che riguarda coloro che facilitano l’elusione o l’aggiramento delle disposizioni sanzionatorie quindi, potenzialmente, anche soggetti non russi.

IX pacchetto: il 16 dicembre 2022 con Regolamento UE 2022/2474 del Consiglio del 16 dicembre 2022 che modifica il Regolamento UE n. 833/2014 concernente mi-

sure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina, l’Unione Europea ha adottato un nuovo pacchetto di misure sanzionatorie per intensificare la pressione ed aumentare l’isolamento economico della Russia. Il pacchetto consta di tre Decisioni e tre Regolamenti, le cui principali disposizioni riguardano: 1) Controlli e restrizioni all’export: vengono imposti nuovi controlli e restrizioni sulle esportazioni di beni e tecnologie a duplice uso, nonché di beni e tecnologie che possono contribuire al potenziamento tecnologico del settore della difesa e della sicurezza della Russia. Per impedire l’accesso a prodotti chimici chiave, agenti nervini, apparecchiature per visione notturna e radionavigazione, e componenti elettronici ed informatici utilizzabili per finalità belliche, l’elenco degli utilizzatori finali militari ed entità listate nell’All. IV del reg 833 viene ampliato di ulteriori 168 soggetti. Inoltre, il divieto di esportazione di beni e tecnologie connessi all’aviazione e all’industria spaziale viene esteso ai motori degli aerei e alle loro parti e si applicherà sia agli aeromobili con equipaggio che a quelli senza. 2) Disinvestimenti e chiusura delle attività in Russia: viene modificata la norma antecedente (art. 5, Reg. UE 822/2014) per consentire le transazioni e le vendite necessarie a finalizzare la liquidazione, il disinvestimento e il ritiro delle attività dalla Russia entro il 30 giugno 2023. Viene inoltre inserito una nuova disposizione (art. 12 ter) che disciplina la vendita, la fornitura o il trasferimento di beni e tecnologie elencati negli allegati II, VII, X, XI, XVI, XVIII, XX e XXIII, (come aggiornati dal Reg. 2022/2474), nonché nell’allegato I del Regolamento UE 2021/821 fino al 30 settembre 2023, laddove queste operazioni (vendita, fornitura o trasferimento) siano necessarie per la cessione o la cessazione delle attività commerciali in Russia. 3) Settore bancario: viene stabilito il congelamento dei beni nei confronti di altre due banche russe (Credit Bank of Moscow e Dalnevostochny Bank) e si aggiunge la Banca russa di sviluppo regionale all’elenco delle entità di proprietà o controllate dallo Stato russo soggette al divieto totale di transazione. 4) Informazione e Broadcasting: il Consiglio avvia il processo di sospensione delle licenze di trasmissione di altri quattro media russi: NTV/NTV Mir, Rossiya 1, REN TV e Pervyi Kanal, ritenendoli sotto il controllo diretto o indiretto della leadership russa e utilizzati per azioni di disinformazione e propaganda. Come nei casi precedenti, queste misure non impediranno ai media designati e al loro personale di svolgere attività nell’UE diverse dalla radiodiffusione, come ad esempio, ricerche e interviste. 5) Servizi di consulenza: viene introdotto il divieto di fornire servizi di pubblicità, ricerche di mercato e sondaggi di opinione dell’UE, revisione contabile, consulenza aziendale e gestionale, nonché di collaudo dei prodotti e di ispezione tecnica in Russia e a favore di persone giuridiche, entità o organismi stabiliti in Russia. L’assistenza tecnica relativa alle merci esportate in Russia rimane consentita nei casi in cui la loro vendita, fornitura, trasferimento o esportazione non siano vietate al momento in cui viene fornita l’assistenza. 6) Settore energetico e minerario: viene ampliato il divieto di nuovi investimenti nel settore energetico russo e nel settore minerario, con l’eccezione delle attività estrattive e minerarie che coinvolgono determinate materie prime essenziali. 7) Altre disposizioni: ai cittadini dell’UE è vietato ricoprire qualsiasi carica negli organi di governo di tutte le persone giuridiche, le entità o gli organismi di proprietà o controllati dallo Stato russo con sede in Russia. 8) Designazioni individuali: sono aggiunti circa 200 soggetti ed entità, includendo figure di primo piano delle forze armate russe, singoli ufficiali, gruppi industriali nel settore della difesa, membri della Duma di Stato e del Consiglio federale, ministri ed Autorità, che risultano coinvolte negli attacchi deliberati della Russia contro i civili, nel rapimento di bambini ucraini condotti in Russia e nel furto di prodotti agricoli ucraini.

9 Gennaio 2023
approfondimento

Proposta di revisione della legislazione dell’Ue sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio

La Commissione europea ha pubblicato la seconda parte del pacchetto sull’economia circolare

In data 30 novembre 2022 la Commissione europea ha pubblicato la seconda parte del pacchetto sull’economia circolare, che include:

1. la comunicazione su un quadro strategico per le plastiche a base biologica, biodegradabili e compostabili, stabilendo per quali applicazioni tali plastiche sono realmente vantaggiose sul piano ambientale e come dovrebbero essere progettate, smaltite e riciclate;

2. la proposta di regolamento che rivede la legislazione dell’UE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio oggetto del presente articolo.

La proposta, che contiene 12 capitoli, 65 articoli e 13 allegati, nasce dalla consapevolezza – secondo la Commissione europea – che l’attuale direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, introdotta nel 1994 (Dir. 94/62/CE), non sia riuscita a ridimensionare gli aspetti della produzione di imballaggi che hanno un impatto negativo sull’ambiente, tra cui l’imballaggio superfluo, la quantità di materiali non riciclabili in crescita nella composizione degli imballaggi, l’etichettatura ambigua, che rende difficile ai consumatori separare i rifiuti e l’uso ancora molto scarso di materiale riciclato negli imballaggi di plastica, che comporta un’enorme spreco di risorse preziose.

Lo strumento giuridico proposto è un regolamento, quindi un atto legislativo vincolante che sarà applicato nella sua interezza in tutta l’UE, senza necessità di recepimento da parte degli Stati membri, e comprende requisiti che si applicano direttamente agli operatori economici. La base giuridica proposta è quella del mercato interno.

PUNTI CHIAVE DELLA PROPOSTA

Prevenzione dei rifiuti di imballaggio Dagli obiettivi di prevenzione dei rifiuti alle misure di riduzione degli imballaggi e ai divieti di utilizzo di alcuni formati, diversi requisiti del testo mirano a ridurre l’uso degli imballaggi. Se gli Stati membri saranno chiamati ad attuare misure per ridurre la produzione di rifiuti di imballaggio, gli operatori economici saranno tenuti a contribuire al raggiungimento di tali obiettivi riducendo gli imballaggi non necessari ed eliminando gli imballaggi superflui. A partire dall’entrata in vigore del regolamento verrebbero immediatamente vietati anche diversi formati di imballaggio monouso utilizzati nella vendita al dettaglio e nel settore HORECA.

Riutilizzo e ricarica

A partire dal 2030, gli obiettivi di riutilizzo e ricarica si applicheranno a una grande varietà di imballaggi per alimenti e bevande. Allo stesso modo, l’uso di imballaggi riutilizzabili per il trasporto diventerà la norma nell’ ecommerce, nei siti industriali e per la consegna di prodotti tra i siti degli operatori economici. Nonostante le sfide che gli operatori economici dovranno affrontare

in termini di investimenti infrastrutturali necessari per implementare i sistemi di riutilizzo, la proposta di regolamento aumenta già l’ambizione di tutti gli obiettivi di riutilizzo menzionati, in alcuni casi triplicandoli.

Contenuto minimo di materiale riciclato negli imballaggi in plastica

Secondo la proposta della Commissione, dal 1° gennaio 2030 ogni unità di imballaggio contenente una parte in plastica dovrà includere una certa percentuale di contenuto riciclato per poter essere immessa sul mercato dell’Unione. La Commissione intende inoltre incentivare l’adozione del contenuto riciclato modulando le tariffe EPR (extended producer responsibility – responsabilità estesa del produttore) in base alla percentuale di contenuto riciclato utilizzata negli imballaggi in plastica. Il testo propone anche alcune esenzioni, che si applicherebbero unicamente all’imballaggio dei medicinali.

Imballaggi riciclabili

Tra i requisiti di sostenibilità, la proposta stabilisce che tutti gli imballaggi devono essere riciclabili. Tutti gli imballaggi immessi sul mercato dell’Unione dovranno essere raccolti separatamente in modo efficace ed efficiente; dovranno essere riciclati in materie prime secondarie di qualità sufficiente a sostituire le fonti primarie di materiali; dovranno essere progettati per il riciclo a partire dal 1° gennaio 2030 e dovranno essere riciclati su larga scala dal 1° gennaio 2035. La valutazione della riciclabilità avverrà sulla base di criteri di progettazione per il riciclo (DfR), al momento non noti, e che dovranno essere stabiliti nei prossimi anni, per ciascuna categoria di imballaggi, dalla Commissione tramite atti delegati. I contributi per la responsabilità estesa del produttore (EPR) che i produttori di imballaggi saranno tenuti a pagare saranno definiti sempre dalla Commissione tramite atti delegati e modulati in base al grado di prestazione di riciclo raggiunto (da A a E). I formati di imballaggio che si collocano nella fascia più bassa (E) saranno considerati non riciclabili a partire dal 1° gennaio 2030, e quindi non saranno più ammessi sul mercato dell’UE. Sono previste deroghe fino al 31 dicembre 2034 per gli imballaggi primari dei medicinali, per gli imballaggi in plastica sensibili al contatto dei dispositivi medici e per i dispositivi medici diagnostici in vitro

Obiettivi di riciclaggio

Vengono stabiliti gli obiettivi di riciclo dei rifiuti di imballaggio che gli Stati membri devono raggiungere entro il 31 dicembre 2025 ed entro il 31 dicembre 2030. Questi obiettivi non sono nuovi rispetto alla direttiva 94/62/CE. Se gli Stati membri posticipano i termini per il conseguimento degli obiettivi per il 2025, sono tenuti a presentare un piano di attuazione conformemente all’allegato XI. Entro otto anni dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione europea riesamina

gli obiettivi minimi di riciclo fissati per il 2030 al fine di mantenerli o, se del caso, aumentarli.

• Entro il 31 dicembre 2025 almeno il 65 % dei rifiuti di imballaggio dovrà essere riciclato.

• Entro il 31 dicembre 2025 dovranno essere raggiunti i seguenti obiettivi minimi di riciclo per i seguenti materiali; 50% plastica; 25% legno; 70% metalli ferrosi; 50% alluminio; 70% vetro; 75% carta e cartone;

• Entro il 31 dicembre 2030 almeno il 70 % dei rifiuti di imballaggio dovrà essere riciclato.

• Entro il 31 dicembre 2030 dovranno essere raggiunti i seguenti obiettivi minimi di riciclo per i seguenti materiali: 55% plastica; 30% legno; 80% metalli ferrosi; 60% alluminio; 75% vetro; 85% carta e cartone.

Imballaggi compostabili

A due anni dall’entrata in vigore del regolamento, le bustine di tè o caffè, le unità monodose di caffè o tè necessarie per contenere un caffè o un tè, le buste di plastica molto leggere e le etichette adesive applicate a frutta e verdura dovranno essere compostabili. La Commissione mantiene, inoltre, la facoltà di ampliare l’elenco delle applicazioni per le quali potrebbe essere reso obbligatorio l’uso di imballaggi compostabili in condizioni industriali controllate negli impianti di trattamento dei rifiuti organici (quando ciò è giustificato e appropriato a causa degli sviluppi tecnologici e normativi che incidono sullo smaltimento degli imballaggi compostabili e ai sensi delle condizioni di cui all’allegato III).

Etichettatura

Auspicando di porre fine alla proliferazione di requisiti nazionali di etichettatura che hanno messo in discussione la libera circolazione dei prodotti preconfezionati nel mercato dell’UE, la proposta della Commissione propone di stabilire istruzioni obbligatorie per i consumatori sulla raccolta differenziata in tutta l’UE, che dovranno essere apposte sia sulla confezione che sui contenitori per i rifiuti. Vengono poi proposte ulteriori misure: specifiche per l’etichettatura del contenuto riciclato negli imballaggi in plastica e un’etichetta obbligatoria per tutti gli imballaggi riutilizzabili per consentire ai consumatori di distinguerli chiaramente dagli imballaggi monouso. Per questi ultimi, il testo suggerisce l’utilizzo di un codice QR o di altri tipi di supporti digitali per fornire informazioni ai consumatori sulla riutilizzabilità dell’imballaggio, come la disponibilità di un sistema di riutilizzo e di punti di raccolta.

PROSSIMI PASSI

La proposta sarà ora esaminata dal Parlamento europeo e dal Consiglio nell’ambito della procedura legislativa ordinaria (co-decisione).

PRIME CONSIDERAZIONI

Il Governo italiano ai massimi livelli ha deciso di fare di questo dossier una battaglia politica, chiedendo che venga fatta una moratoria su Regolamentazioni inutili

10 Gennaio 2023 Europa di Michele Spangaro

e scriteriate che rischiano di creare solo oneri aggiuntivi in questa fase di crisi. Le criticità individuate sono le seguenti:

• la proposta ignora completamente tutti gli sforzi messi in campo dall’industria (compreso il settore agroalimentare) in tema di sostenibilità degli imballaggi (es. eco-progettazione, riduzione degli spessori e dell’over packaging in generale) degli ultimi anni.

• In particolare, si evidenzia che l’Italia è un Paese che in questi anni ha fatto un lungo percorso virtuoso in tema di riciclo di imballaggi. Si tratta, infatti, dell’unico Paese UE che attraverso il CONAI e grazie all’industria e alla collaborazione fra attori pubblici e privati, ha già raggiunto gli obiettivi UE di riciclo al 2030.

• La proposta segue, invece, una narrativa punitiva: centralizza il potere nelle mani della Commissione euro-

pea togliendo quasi ogni sfera decisionale agli Stati Membri; adotta un approccio “packaging free” e che incentiva al riuso piuttosto che al riciclo. Approccio che risulta punitivo soprattutto per un paese come l’Italia che (rispetto ad altri paesi come la Germania) ha, invece, negli anni investito sul riciclo.

• L’impatto potenziale delle nuove misure e target è devastante - in termini di maggiori costi di investimenti, di risorse drenate da altre attività aziendali, di alti costi per la reperibilità dei materiali riciclati – ancora di più in una fase congiunturale particolarmente difficile anche per il settore alimentare.

• È prevedibile un effetto depressivo cascata sui consumi per via dei maggiori costi e oneri diretti e indiretti in capo agli operatori economici “impossibilitati” a adeguarsi a difficoltà logistiche e organizzative di non

poco conto in così poco tempo.

• È necessaria l’introduzione di obiettivi di riutilizzo e di ricarica unicamente laddove sia chiaramente dimostrato che ciò abbia senso dal punto di vista ambientale ed ecologico. La gerarchia dei rifiuti (ecodesign, sottoprodotti, riutilizzo, riciclo, recupero energetico) rappresenta principi programmatici che orientano il policy maker in materia di economia circolare e ai fini dell’adozione di decisioni va sempre contestualizzata e sottoposta agli strumenti di analisi come il Life Cycle Assessment. Se a seguito di tale analisi non sussistessero benefici ambientali netti (come nel caso del riutilizzo per molto imballaggi rispetto al loro riciclo), ma anzi sussistessero esternalità negative, allora applicare la gerarchia rigidamente comporterebbe pregiudizi sia all’ambiente che all’economia.

MEAT SOUNDING IN FRANCIA: IL CONSIGLIO DI STATO SOSPENDE IL DECRETO NAZIONALE

A luglio 2022 la Francia aveva emanato un decreto per vietare l’uso di denominazioni associate a prodotti di origine animale, per la commercializzazione di alimenti contenenti una percentuale significativa di proteine vegetali. Il testo fissava la quota di proteine vegetali oltre la quale non era possibile utilizzare tali denominazioni, fissando anche le modalità di applicazione e relative sanzioni.

Il Decreto prevedeva la protezione delle denominazioni del “code-des-usages” francese e di molte altre denominazioni relative alla carne e ai prodotti a base di carne dal loro utilizzo per prodotti per vegetariani/vegani, e dunque senza carne, approfittando deliberatamente della notorietà e tradizione delle denominazioni di maggior successo proprie del settore con il solo scopo di attrarre l’attenzione dei consumatori, addirittura rischiando di indurli a pensare che questi prodotti sono dei validi sostituti – in termini di gusto, valori nutrizionali o ruolo in una dieta sana ed equilibrata. Senza contare che, in molti casi, tali prodotti sono pubblicizzati come alternative più sostenibili nonostante la composizione e il relativo contenuto nutrizionale siano diversi e dunque con comparabili.

Successivamente l’associazione “Protéines France” che riunisce i “leader francesi nel campo delle proteine da settori vegetali e nuove risorse” come gli insetti, ha depositato un ricorso presso il Consiglio di Stato facendo leva sulle seguenti argomentazioni:

• Termine di applicazione troppo breve (ottobre 2022);

• Elenco non esaustivo delle denominazioni interessate;

• Incompatibilità con il regolamento UE in materia di informazioni al consumatore (la denominazione d’uso è quella nota al consumatore e non fissata dal regolamento);

• Notifica contestata (il testo notificato a Bruxelles è stato successivamente modificato);

• Distorsione della concorrenza (Il decreto non si applica ai prodotti fabbricati in un altro Stato membro, ma riguarda esclusivamente gli operatori francesi);

• I Codici d’Uso francesi (per esempio i “Code-des-usages” relativi ai prodotti di salumeria ed alle preparazioni di carne) sono a pagamento e non di accesso pubblico.

Il Consiglio di Stato ha recentemente riconosciuto l’impossibilità per gli operatori di poter adempiere al decreto alla data di entrata in vigore del testo, ossia il 1° ottobre 2022. Conseguentemente, il Consiglio di Stato ne ha sospeso l’attuazione, senza però esprimersi sulle altre argomentazioni oggetto del ricorso.

Attualmente i portatori d’interesse e le Autorità competenti francesi stanno lentamente negoziando un nuovo testo nel quale inserire una lista ben precisa di denominazioni oggetto di protezione.

GREEN DEAL: ACCORDO SU UN REGOLAMENTO PER COMBATTERE LA DEFORESTAZIONE E IL DEGRADO FORESTALE MONDIALI CAUSATI DALLA PRODUZIONE E DAL CONSUMO DELL’UE

A dicembre 2022 è stato raggiunto un accordo di massima tra le tre istituzioni UE (Commissione, Consiglio e Parlamento) sulla proposta di regolamento in tema di deforestazione. La proposta di regolamento era volta ad arrestare il disboscamento ed il degrado delle foreste globali imputabile all’Unione europea. Il Regolamento obbligherà le imprese che commerciano in prodotti la cui produzione sta contribuendo a erodere la superficie delle foreste nel mondo a esercitare specifici doveri di diligenza, accertandosi della legalità della loro provenienza. Gli operatori saranno tenuti a raccogliere le coordinate geografiche degli appezzamenti d’origine delle materie prime che immettono sul mercato: scopo di una tracciabilità così rigorosa è garantire che nell’UE entrino solo prodotti a disboscamento zero e dare alle autorità competenti degli Stati membri i mezzi necessari per vigilare in tal senso. Parallelamente, sarà adottato un sistema di valutazione finalizzato a quantificare i rischi di disboscamento correlati alla produzione di tali beni nei diversi Paesi di provenienza. Un sistema comparativo gestito dalla Commissione consentirà di individuare i paesi a basso, medio o alto rischio di produrre materie prime o prodotti che contribuiscono al disboscamento o che non sono conformi alla legislazione del paese produttore. Gli obblighi in capo agli operatori e alle autorità varieranno in funzione del livello di rischio del paese o della regione di produzione,

con doveri di diligenza semplificati per i prodotti provenienti da zone a basso rischio e controlli rafforzati per le zone ad alto rischio. In sostanza le nuove regole mirano a far sì che sul mercato dell’Unione siano ammessi solo prodotti legali (secondo le norme vigenti nel paese d’origine) e “a disboscamento zero”.

Nell’ambito di applicazione del regolamento rientrano le seguenti materie prime: carne bovina, legno, gomma, olio di palma, soia, caffè e cacao – e alcuni loro derivati, ad esempio pelle, cioccolato e mobili, proposti sulla scorta della valutazione d’impatto dell’iniziativa. Il risultato dei triloghi interistituzionali ha così evitato che fosse inserita anche la CARNE SUINA come avrebbe voluto il Parlamento europeo. È stato in questo modo evitato un ulteriore fardello amministrativo – seppur minimo – per il nostro settore.

La Commissione europea aveva pubblicato la proposta di regolamento il 17 novembre 2021. Il Consiglio ha adottato il suo orientamento generale il 28 giugno 2022. L’accordo provvisorio raggiunto con il Parlamento europeo deve ora essere approvato e formalmente adottato da entrambe le istituzioni prima di poter entrare in vigore. Gli operatori avranno poi 18 mesi per attuare le nuove norme. Le micro e piccole imprese avranno a disposizione un periodo di adattamento più lungo e beneficeranno di altre disposizioni specifiche.

11 Gennaio 2023
Europa
Sospeso il Decreto che vietava - dal 1° ottobre 2022- l’utilizzo di denominazioni di prodotti di origine animale per designare prodotti alimentari contenenti proteine vegetali. I portatori d’interesse sono al lavoro su un testo alternativo

Autotrasporto: i divieti di circolazione per l’anno 2023

E’ stato firmato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il decreto che stabilisce il calendario dei divieti di circolazione stradale, fuori dai centri abitati, per i veicoli di massa superiore a 7,5 tonnellate per l’anno 2023, nei giorni festivi e in altri giorni dell’anno 2023, particolarmente critici per la circolazione stradale, indicati nell’allegato al decreto.

Come già previsto negli anni precedenti, per i veicoli provenienti dall’estero e dalla Sardegna, muniti di idonea documentazione attestante l’origine del viaggio e la destinazione del carico, l’orario di inizio del divieto è posticipato di ore quattro. Per i veicoli diretti all’estero, muniti di idonea documentazione attestante la destinazione del carico, l’orario di termine del divieto è anticipato di ore due. Per i veicoli diretti in Sardegna muniti di idonea documentazione attestante la destinazione del viaggio l’orario di termine del divieto è anticipato di quattro ore

Per i veicoli che circolano in Sardegna, provenienti dalla rimanente parte del territorio nazionale, purché muniti di idonea documentazione attestante l’origine del viaggio, l’orario di inizio del divieto è posticipato di quattro ore. La stessa deroga è prevista anche per i veicoli che circolano in Sicilia, provenienti da altre regioni d’Italia che si avvalgono di traghettamento, ad eccezione di quelli provenienti dalla Calabria, purché muniti di idonea documentazione attestante l’origine del viaggio.

Esenzioni

Il divieto di circolazione non trova applicazione per i veicoli e per i complessi di veicoli, di seguito elencati, anche se circolano scarichi:

• per il trasporto di derrate alimentari deperibili in regime ATP;

• per il trasporto di prodotti deperibili, animali vivi destinati alla macellazione o provenienti dall’estero, nonché i sottoprodotti derivati dalla macellazione degli stessi.

Detti veicoli devono essere muniti di cartelli indicatori di colore verde delle dimensioni di 0,50 m di base e 0,40 di altezza, con impressa in nero la lettera «d» minuscola di altezza pari a 0,20 m fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul retro.

Il divieto non trova applicazione altresì per i veicoli che compiono percorso per il rientro alla sede dell’impresa intestataria degli stessi, principale o secondaria, da documentare con l’esibizione di un aggiornato certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, purché tali veicoli non si trovino ad una distanza superiore a 50 km dalla sede a decorrere dall’orario di inizio del divieto e non percorrano tratti autostradali.

Condizioni per la circolazione in deroga al divieto Ai fini della circolazione per motivi di assoluta e comprovata necessità e urgenza, le Prefetture, sulla base di istanze presentate almeno 10 giorni prima della data prevista dalla partenza, possono autorizzare deroghe al divieto di circolazione, esclusivamente nei seguenti casi:

1. trasporto di prodotti agricoli diversi da quelli sopra citati, al fine di evitarne il deterioramento, a condizione che tali esigenze siano riferibili a situazioni particolari debitamente documentate, temporalmente e spazialmente limitate e quantitativamente definite;

2. trasporto di alimenti destinati agli animali da allevamento con veicoli diversi da quelli indicati, al fine di consentirne il continuo approvvigionamento, a condizione che tali esigenze siano riferibili a situazioni particolari debitamente documentate, temporalmente e spazialmente limitate e quantitativamente definite;

3. trasporto di prodotti dell’industria a ciclo continuo, qualora i sistemi produttivi e l’organizzazione della filiera di distribuzione richiedano necessariamente l’immediato trasferimento di tali prodotti;

4. altri casi singoli di comprovata e assoluta necessità e urgenza di trasporti di merci, necessarie a soddisfare emergenze particolari e specifiche.

I veicoli di cui sopra, autorizzati alla circolazione in deroga, devono altresì essere muniti di cartelli indicatori di colore verde, delle dimensioni di 0,50 m di base e 0,40 m di altezza, con impressa in nero la lettera “a” minuscola di altezza pari a 0,20 m, fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul resto.

Procedure per la richiesta di autorizzazione in deroga

Le richieste di autorizzazione prefettizia in deroga al divieto devono essere inoltrate all’ufficio competente, di norma la Prefettura della provincia di partenza, indicando:

• il giorno o il periodo in cui si intende circolare, che deve risultare limitato alle effettive esigenze;

• la targa del veicolo, o dei veicoli qualora necessari per la medesima esigenza di trasporto, di cui si chiede l’autorizzazione;

• le località di partenza e arrivo, compresi i percorsi su cui si intende transitare, che devono essere specificati e comunque limitati;

• la tipologia di merce, prodotto che può essere esonerata dal divieto, specificando le motivazioni che ne determinano il trasporto in regime di deroga.

Procedure per il rilascio dell’autorizzazione prefettizie

La Prefettura che ha ricevuto la richiesta di autorizzazione

alla circolazione in deroga al divieto valutare le necessità e le urgenze prospettate in relazione alle condizioni locali e generali della circolazione, conduce l’istruttoria della richiesta in base ai seguenti criteri:

a) accertamento della sussistenza dell’effettiva esigenza di circolazione in deroga ai divieti e delle condizioni che la giustificano, in funzione delle specificità dei luoghi, del contesto, delle condizioni meteorologiche e climatiche;

b) sussistenza di condizioni di particolare criticità derivanti dalla specifica posizione geografica della Sardegna e della Sicilia, ed in particolare dei tempi necessari per le operazioni di traghettamento;

c) verifica dell’indifferibilità del trasporto nei giorni di non vigenza del divieto;

d) accertamento dell’assenza di condizioni ostative da parte di soggetti terzi ed in particolare degli enti proprietari e/o gestori di strade;

e) verifica della compatibilità del trasporto in deroga con le caratteristiche delle infrastrutture stradali interessate e con le condizioni di traffico previste sulla rete stradale.

Se sussistono le condizioni per la deroga, la Prefettura rilascia il provvedimento che autorizza la circolazione del veicolo in deroga ai divieti, sul quale, oltre alle circostanziate motivazioni, sarà indicato:

a) l’arco temporale di validità, che deve risultare strettamente limitato alle effettive esigenze di trasporto e che può comprendere eccezioni di date in cui persiste il divieto di circolazione;

b) la targa del veicolo, o le targhe dei veicoli, autorizzati alla circolazione;

c) le località di partenza e di arrivo, nonché i percorsi individuati al fine di garantire le migliori condizioni di sicurezza della circolazione, in base alle caratteristiche della rete stradale ed alle situazioni di traffico, specificando eventualmente le strade o le aree in cui non è comunque consentita la circolazione in deroga; d) la tipologia di merce, prodotto o attrezzatura per il trasporto dei quali è consentita la circolazione in deroga.

e) l’eventuale specifica che i veicoli possono circolare scarichi, unicamente nel caso in cui tale circostanza si verifichi nell’ambito di un ciclo lavorativo che comprenda la fase del trasporto e che deve ripetersi nel corso della stessa giornata lavorativa;

f) la prescrizione che i veicoli autorizzati alla circolazione in deroga devono essere muniti di cartelli indicatori di colore verde, delle dimensioni di 0,50 m di base e 0,40 m di altezza, con impressa in nero la lettera «a» minuscola di altezza pari a 0,20 m, fissati in modo ben visibile su ciascuna delle fiancate e sul retro.

12 normativa di Silvia Bucci

ART. 2. CALENDARIO DEI DIVIETI

È vietata la circolazione dei veicoli elencati di cui all’articolo 1, nei giorni festivi e negli altri particolari giorni dell’anno 2023 di seguito elencati

MESE GIORNO INIZIO DIVIETO FINE DIVIETO

GENNAIO 1 domenica 09,00 22,00 6 venerdì 09,00 22,00 8 domenica 09,00 22,00 15 domenica 09,00 22,00 22 domenica 09,00 22,00 29 domenica 09,00 22,00

FEBBRAIO 5 domenica 09,00 22,00 12 domenica 09,00 22,00 19 domenica 09,00 22,00 26 domenica 09,00 22,00

MARZO 5 domenica 09,00 22,00 12 domenica 09,00 22,00 19 domenica 09,00 22,00 26 domenica 09,00 22,00

APRILE 2 domenica 09,00 22,00 7 sabato 09,00 16,00 8 venerdì 14,00 22,00 9 sabato 09,00 16,00 10 domenica 09,00 14,00 11 lunedì 09,00 22,00 16 martedì 09,00 14,00 23 domenica 09,00 22,00 25 lunedì 09,00 22,00 30 domenica 09,00 22,00

MAGGIO 1 lunedì 09,00 22,00 7 domenica 09,00 22,00 14 domenica 09,00 22,00 21 domenica 09,00 22,00 28 domenica 09,00 22,00

GIUGNO 2 venerdì 07,00 22,00 4 domenica 07,00 22,00 11 domenica 07,00 22,00 18 domenica 07,00 22,00 25 domenica 07,00 22,00

LUGLIO 1 sabato 08:00 16,00 2 domenica 07:00 22,00 8 sabato 08,00 16,00 9 domenica 07,00 22,00

MESE GIORNO INIZIO DIVIETO FINE DIVIETO LUGLIO

15 sabato 08,00 16,00 16 domenica 07,00 22,00 21 venerdì 16,00 22,00 22 sabato 08,00 16,00 23 domenica 07,00 22,00 28 venerdì 16,00 22,00 29 sabato 08,00 16,00 30 domenica 07,00 22,00

AGOSTO 4 venerdì 16,00 22,00 5 sabato 08,00 22,00 6 domenica 07,00 22,00 11 venerdì 16,00 22,00 12 sabato 08,00 22,00 13 domenica 07,00 22,00 15 lunedì 07,00 22,00 19 sabato 08,00 16,00 20 domenica 07,00 22,00 26 sabato 08,00 16,00 27 domenica 07,00 22,00

SETTEMBRE 3 domenica 07,00 22,00 10 domenica 07,00 22,00 17 domenica 07,00 22,00 24 domenica 07,00 22,00

OTTOBRE 1 domenica 09,00 22,00 8 domenica 09,00 22,00 15 domenica 09,00 22,00 22 domenica 09,00 09,00 29 domenica 09,00 09,00

NOVEMBRE 1 martedì 09,00 22,00 5 domenica 09,00 22,00 12 domenica 09,00 22,00 19 domenica 09,00 22,00 26 domenica 09,00 22,00

DICEMBRE 3 domenica 09,00 22,00 8 giovedì 09,00 22,00 10 domenica 09,00 22,00 17 domenica 09,00 22,00 24 domenica 09,00 22,00 25 lunedì 09,00 22,00 26 martedì 09,00 22,00 31 domenica 09,00 22,00

13 Gennaio 2023
normativa

Qual è il rapporto degli italiani con la sostenibilità?

Risponde Nomisma

Caro vita fra le preoccupazioni principali ma la sostenibilità resta in vetta

La crisi Ucraina e il conseguente aumento dei costi di produzione presentano il conto anche al settore agroalimentare italiano, fra i simboli della complessa ripartenza dell’economia del Belpaese. La gestione dei costi, la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e l’impennata delle tariffe energetiche (gas naturale +47%, petrolio +11%) rappresentano infatti le principali difficoltà per le imprese operative sul mercato

Tali aumenti dispiegano i loro effetti anche sull’inflazione, limitando o quantomeno alterando le abitudini di acquisto dei consumatori, chiamati ad approcciare alla spesa in modo oculato e più conservativo. Proprio in virtù di questi nuovi paradigmi Agronetwork ha commissionato a Nomisma uno studio dal titolo “La sostenibilità per gli italiani alla luce dei nuo-

vi scenari” allo scopo di indagare il ruolo che la sostenibilità possiede in questo momento storico Dalla ricerca risulta che l’85% degli intervistati ha scelto di risparmiare, anche rispetto agli acquisti food&beverage. Ben otto milioni di loro hanno dichiarato che, nei prossimi mesi, spenderanno meno in cibo e bevande. Nonostante questa netta tendenza, dopo l’aumento delle bollette (63%) e quello dei prezzi dei prodotti alimentari (57%), a preoccupare maggiormente gli italiani ci sono l’emergenza ambientale e la crisi climatica (per il 37% dei consumatori). Parlando invece dei comportamenti che gli italiani hanno intenzione di adottare nei prossimi mesi: la tutela dell’ambiente si assesta anche qui in terza posizione (28%) dopo le voci salute e benessere individuale (36%) e rapporti interpersonali (33%).

La crisi climatica e l’emergenza ambientale al centro del senso di responsabilità

A commentare e approfondire le evidenze emerse dallo studio anche Emanuele Di Faustino, responsabile industria, retail e servizi di Nomisma, il quale ha specificato che: “ Sebbene l’inflazione rappresenti al momento la principale preoccupazione delle famiglie italiane, nei primi tre temi che hanno maggior impatto sullo stato d’animo degli italiani figura anche l’emergenza ambientale e la crisi climatica ”. Di Faustino

aggiunge poi che: “ a conferma di ciò, la sostenibilità ambientale riveste un ruolo centrale nella vita di tutti i giorni degli italiani (per il 28% è difatti una priorità assoluta) ed influenza direttamente anche la composizione del carrello della spesa alimentare: il 31% dei consumatori dichiara che nei prossimi sei mesi aumenterà gli acquisti di prodotti alimentari con packaging sostenibile (es. con materiale riciclato o riciclabile), mentre il 20% afferma che incrementerà gli acquisti di alimenti e bevande realizzati con metodi che rispettano l’ambiente. Non dimentichiamoci però del fattore prezzo: vista l’attuale congiuntura, sono quasi 2 su 10 gli italiani che acquisteranno prodotti eco-friendly solo se in presenza di uno sconto o promozione ”.

La sostenibilità ambientale – sottolinea lo studio –costituisce per il 57% dei consumatori interpellati il principale criterio di valutazione circa la sostenibilità di un prodotto . Nello specifico, si guarda al fatto che un prodotto sia realizzato nel rispetto dell’ambiente e con attenzione all’impatto del packaging. È invece il 35% dei rispondenti a considerare la sostenibilità economico-sociale (produzione locale, origine delle materie prime, rispetto dei diritti dei lavoratori, tracciabilità della filiera etc.) il principale driver di valutazione

Anche le aziende puntando su un modello d’impresa più sostenibile Negli ultimi 10 anni le aziende agricole ed industriali italiane hanno investito molto (tra il 6% ed il 21%) per far crescere la sostenibilità. Questa, infatti, rappresenta la sfida sulla quale si giocherà la competitività del futuro. I consumatori, del resto, si aspettano che tutti gli operatori economici, soprattutto del settore alimentare compiano una significativa crescita in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale del business.

14 Gennaio 2023
sostenibilità a cura della redazione L’ente di ricerca fa il punto in una indagine condotta per Agronetwork PER LA TUA PUBBLICITÀ SU L’INDUSTRIA DELLE CARNI E DEI SALUMI ASSICA SERVICE S.r.l. Milanofiori Strada 4, Palazzo Q8 - 20089 Rozzano (Mi) Tel. +39 02 8925901 formisano@assica.it EXPORT SALUMI PRIMO SEMESTRE POSITIVO L’industria delle Carni dei Salumi IngredientiALL’INTERNO OTTOBRE 2022 N°09 PRODUZIONE E CONSUMI DI SALUMI NEL 2019 L’industria delle Carni dei Salumi Poste Italiane Spedizione abbonamento postale 353/2003 (conv. L’industria delle Carni e dei Salumi PRESENTATO A ROMA IL PROGRAMMA SOSTENIBILITÀ DELL’ASSOCIAZIONE Il plauso delle Istituzioni Poste Italiane Spedizione abbonamento postale 353/2003 (conv. L’industria delle Carni e dei Salumi CRISI ENERGETICA: BANCO DI PROVA PER ITALIA E UE AGOSTO-SETTEMBRE 2022 N°08 Poste Italiane Spedizione abbonamento 353/2003 (conv. L.27/02/2004 n°46) comma DCB Milano NOVEMBRE-DICEMBRE 2022 N°10 NUOVA LEGISLATURA: AL VIA CON TANTE NOVITÀ A LEZIONE DI SOSTENIBILITÀ CON IL PROF. MARCO FREY, PRESIDENTE DEL GLOBAL COMPACT NETWORK ITALIA L’industria delle Carni e dei Salumi LE PREVISIONI USDA SUL MERCATO MONDIALE DELLA CARNE SUINA: PRODUZIONE IN CRESCITA NEL 2022 Poste Italiane L.27/02/2004 n°46) art.1, comma DCB Milano FEBBRAIO 2022 N°02 L’industria delle Carni dei Salumi

Rapporto

ASVIS, aumentano le distanze tra le regioni, ancora lontano il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo

sostenibile

Il terzo rapporto dell’ASVIS “i territori e lo sviluppo sostenibile”, presentato al Cnel, rivela un paese a diverse velocità. tra le regioni aumentano le distanze nel raggiungimento degli SDGS

Tra il 2010 e il 2021 aumentano le differenze tra le Regioni e le Province autonome nel perseguimento di 7 degli Obiettivi (SDGS - Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030 dell’Onu che riguardano temi cruciali come Povertà (Goal 1), Salute (Goal 3), Istruzione (Goal 4), Parità di genere (Goal 5), Energia (Goal 7), Lavoro e crescita economica (Goal 8), Città e comunità (Goal 11). Nello stesso periodo i divari tra i territori diminuiscono solo per gli Obiettivi di Economia circolare (Goal 12) e Giustizia e istituzioni (Goal 16) e restano stabili per altri 5 Obiettivi: Agricoltura e alimentazione (Goal 2), Acqua pulita e servizi igienico-sanitari (Goal 6), Infrastrutture e l’innovazione (Goal 9), Disuguaglianze (Goal 10), Vita sulla terra (Goal 15). È quanto emerge dal Rapporto sui Territori 2022, pubblicato di recente dall’ASviS, l’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che attraverso l’uso di indici compositi e obiettivi quantitativi, analizza l’andamento di Regioni, Province e Città metropolitane - rispetto ai 15 Obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per cui sono disponibili dati comparabili - e contiene dieci proposte per la salvaguardia e lo sviluppo dei territori.

Il Rapporto, alla terza edizione, è stato presentato al Cnel dai Presidenti dell’ASviS, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, con il commento di esperti e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Anci, Enzo Bianco, il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, il Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia e Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, il Presidente del Cnel Tiziano Treu

Il preoccupante quadro che emerge dal Rapporto raffigura un Paese a diverse velocità, dove le differenze tra aree forti e aree deboli (non necessariamente del Centro-nord e del Sud) aumentano anziché diminuire. Per alcuni Obiettivi, il Rapporto propone anche una prima valutazione dell’impatto della crisi pandemica da Covid-19, in particolare:

• per la Povertà (Goal 1) le differenze continuano ad aumentare anche nel periodo 2019-2021;

• per la Salute (Goal 3), nonostante il complessivo miglioramento in tutto il periodo 2010-2021, il gap esistente nel 2019 è aumentato considerevolmente nei due anni successivi;

• per l’Istruzione (Goal 4) la media nazionale migliora in tutto il periodo soprattutto grazie alle performance delle Regioni migliori, mentre negli anni della pandemia (2019-2021) si registra un ulteriore peggioramento per le Regioni peggiori.

L’analisi, effettuata per la prima volta in questa edizione del Rapporto sui Territori, mette in relazione il comportamento delle cinque Regioni o Province autonome con la performance migliore con le cinque con la performance peggiore. Le tragedie causate dalle recenti alluvioni delle Marche e di Ischia dimostrano come i cambiamenti climatici e l’urbanizzazione incontrollata sono una temibile combinazione. Da almeno tre legislature il Parlamento non riesce a legiferare in materia di consumo di suolo e rigenerazione urbana. Nel “Decalogo per un’Agenda territoriale per lo svi-

luppo sostenibile”, contenuto nel Rapporto, l’ASviS propone, insieme alle associazioni degli urbanisti: l’attivazione di una sede di confronto interistituzionale con tutti gli stakeholder istituita dalle Commissioni Ambiente e Territorio di Camera e Senato con 6 mesi di tempo per individuare il “nucleo essenziale” delle questioni che necessitano di un aggiornamento normativo indicando anche lo strumento, legislativo o amministrativo.

Tra le altre proposte prioritarie, in evidenza: l’approvazione in via definitiva della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile; l’estensione a tutti i Ministeri dell’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile del MIMS (oggi MIT); l’attuazione delle raccomandazioni sul dissesto idrogeologico della deliberazione della Corte dei Conti del 18 ottobre 2021 in materia di finanziamenti, di accelerazione dei tempi degli interventi e di governance.

“Il Rapporto è uno strumento a disposizione delle istituzioni centrali e locali e sollecita il Parlamento ad aggiornare la normativa e a realizzare politiche coordinate per il governo dei territori, in considerazione delle relative diversità e fragilità. La disponibilità di

risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e di altri fondi europei e nazionali, è un’occasione imperdibile per aiutare i territori nella transizione verso un modello di sviluppo sostenibile, ridurre le disuguaglianze e prevenire tragedie come quelle causate dalle recenti alluvioni”, affermano i Presidenti dell’ ASviS Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini. “Servono azioni immediate e concrete per utilizzare al meglio le risorse a disposizione, attuando programmi di lungo periodo sulla base di obiettivi condivisi e misurabili”.

“Il ritardo del nostro Paese nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 Onu, trova ragione in un errato modello di sviluppo i cui effetti devastanti, in termini di cambiamenti climatici, generano un’automatica accentuazione delle disuguaglianze sociali”, dichiara il Presidente del CNEL, Tiziano Treu. “Questa situazione, oggi aggravata dalla pandemia e dal complesso contesto geopolitico internazionale affonda, in verità, le proprie radici in problematiche strutturali del nostro sistema economico-produttivo e sociale che possono trovare soluzione solo in serie politiche volte a colmare i divari territoriali, generazionali e di genere. In questo quadro si collocano le cosiddette priorità trasversali previste dal Pnrr e la necessità di nuove competenze, soprattutto digitali, in capo a tutti i cittadini”.

Il Rapporto analizza inoltre l’andamento delle diverse Regioni e Province Autonome in relazione agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, confrontandolo con il trend nazionale, e propone azioni per accelerarne il raggiungimento. Quest’anno, per la prima volta, le schede delle singole Regioni contengono anche informazioni relative alle rispettive Province e Città metropolitane. Per ogni Regione o Provincia autonoma si presentano tre tipi di analisi:

1. l’andamento degli indici compositi nel periodo 2010-2021 relativi ai 14 Goal su 17 per i quali sono disponibili i dati;

2. la distanza dalla media nazionale degli indici compositi relativi a 12 Goal su 17 per i quali sono disponibili i dati, di ciascuna Provincia e Città metropolitana della Regione;

3. il confronto nel conseguimento di 25 obiettivi quantitativi tra l’Italia, la Regione o Provincia autonoma e la Città metropolitana, quando disponibili i dati, suddivisi nelle quattro dimensioni degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile: sociale, ambientale, economica e istituzionale.

Gli effetti sempre più evidenti delle fragilità del territorio italiano impongono riforme e politiche coordinate, capaci di accelerare il cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile”, concludono i Presidenti dell’ASviS Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini “Le analisi e le proposte contenute in questo Rapporto, insieme alle nostre attività di supporto agli Enti Locali per la definizione delle Agende Regionali e Urbane e per la formazione degli amministratori pubblici, confermano l’impegno dell’ASviS a contribuire al processo di transizione che garantisca la sicurezza e il benessere economico, sociale e ambientale del Paese, come indicato dall’Agenda 2030”.

15 Gennaio 2023 sostenibilità a cura della redazione

“Natale a tavola, ieri e oggi”, Famiglia Cristiana festeggia i 90 anni

Come sono cambiate le tavole natalizie degli italiani nel corso degli anni? Quali piatti vengono preparati di più oggi? Quali regole bisogna rispettare per sapersi rapportare con il cibo?

Da queste domande ha preso il via l’evento dal titolo “NATALE A TAVOLA, IERI E OGGI”, come sono cambiate la cucina e la festa”, organizzato lo scorso 13 dicembre da Famiglia Cristiana – in collaborazione con Caritas Ambrosiana – presso il Refettorio Ambrosiano, in occasione del Natale e dei 90 anni della storica testata ammiraglia del Gruppo Editoriale San Paolo. Dopo i saluti iniziali di Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, il direttore di Famiglia Cristiana, don Stefano Stimamiglio ha voluto esprimere i suoi ringraziamenti: “Questa è la chiusura anche di una lunga serie di convegni che hanno toccato i diversi ambiti di interesse e le diverse anime del nostro settimanale. Dallo sport ai temi famigliari, dalla pace alla legalità, dalla solidarietà alla vita in casa. Novant’anni di una testata italiana, soprattutto in questi anni così difficili per l’editoria, sono un grande traguardo, che ci emoziona e riempie di orgoglio”, ha concluso il direttore don Stimamiglio.

La sala gremita di lettori e appassionati ha potuto ascoltare Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, sul tema della sostenibilità alimentare: “Oggi non possiamo continuare a vedere il sistema alimentare come una cosa esterna a noi. Non possiamo parlare di cibo (che non è una merce come tante) se non ne guardiamo i suoi aspetti fino in fondo: responsabilità, coscienza e armonia con la natura. Dobbiamo cambia-

ricette d’autore

re. Non dimentichiamo che il 37 per cento dell’inquinamento da anidride carbonica è causato dalla produzione e consumo di prodotti alimentari, carne rossa in primo luogo. Infine – conclude – il cibo ha una grande forza: consolidare l’affettività e la comunicazione.

Lo ha seguito Carlo Cracco che, al termine di un giro per la cucina del refettorio e foto con i presenti ha voluto anzitutto dedicare un pensiero all’appena scomparso Toni Sarcina, suo storico maestro, collaboratore di Famiglia Cristiana da lunga data e fondatore con Gualtiero Marchesi di Alto Palato, per poi soffermarsi sulle sue tradizioni natalizie: “Le caratteristiche più belle del mio Natale in famiglia erano la presenza dei “riti” e impegni che non si potevano trasgredire. Orari, compiti e atteggiamenti a tavola, dove i piatti principali erano brodo, ravioli e baccalà. Essenziali ma giusti per farci sentire a casa e ricoperti di affetto”

L’evento è stato anticipato da laboratori di creatività e verde: la maglia per piccoli regali natalizi con gli stilisti Giuliano e Giusy Marelli e la collaborazione di DMC, i centritavola delle feste con Silvia Magnano, autore delle pagine di verde di Famiglia Cristiana, e il tombolo con i pizzi di Cantù di Ernestina Marelli.

Pasticcio in crosta con salsiccia, coppa e prosciutto

Ingredienti per 6 persone

pasta:

• 520 g di farina

• 150 ml di acqua fredda (circa)

• 120 g di burro salato

• 1 uovo grande

• 2 cucchiaini di zucchero

• 1 cucchiaino di sale ripieno:

• 400 g salsiccia

“Anche l’occhio vuole la sua parte”, si dice spesso. Ed ecco un perfetto esempio di come si sazia, oltre al palato, anche la vista. Questo scrigno dorato è il progetto giusto per fare bella figura, strappare qualche commento ammirato e la promessa di replicare al più presto. Una ricetta difficile solo in apparenza: bisogna armarsi di un poco di pazienza, giocare d’anticipo e divertirsi nella decorazione. Ideale per le occasioni speciali, in cui la cucina merita qualche attenzione particolare. Si ha più tempo e più cura dei dettagli, e soprattutto concede il lusso di indugiare anche sull’effetto scenografico: questo pasticcio è perfetto se vogliamo portare in tavola qualcosa di bello, che lasci stupiti e si faccia ricordare.

• 150 g di prosciutto crudo

Procedimento

• 60 g coppa

• 100 g castagne cotte

• 4 scalogni

• 500 g di patate dolci possibilmente a polpa arancione (già cotte)

• 2 cucchiai di olio extravergine di oliva

• mezzo bicchiere di cognac

• sale e pepe

• noci

• un uovo leggermente battuto per spennellare

Preparare l’impasto sbattendo l’uovo con sale e zucchero, aggiungere l’acqua fredda e conservare da parte. Nella planetaria lavorare il burro fino ad ottenere una consistenza a pomata, incorporare quindi l’uovo e la farina poco alla volta fino ad ottenere un impasto omogeneo e liscio. Avvolgere nella pellicola alimentare e conservare a temperatura ambiente per 2 ore circa. Preparare il ripieno. Cuocere le patate dolci in forno tagliate per la metà in senso longitudinale, una volta morbide prelevare la polpa con un cucchiaio e conservare da parte. In una padella ampia scaldare l’olio

extravergine di oliva, unire lo scalogno tritato finemente, abbassare la fiamma e cuocere mescolando finché non risulti traslucido, unire quindi la coppa tritata finemente e la salsiccia (privata del budello), bagnare con il cognac, alzare la fiamma per far evaporare l’alcol; quindi, abbassare e incorporare le castagne sminuzzate, le noci e la polpa delle patate dolci. Mescolare bene e lasciare che il composto si asciughi perfettamente. Lasciare raffreddare completamente. Riprendere l’impasto, dividerlo in due parti uguali quindi stenderne una metà con il mattarello senza aggiungere farina direttamente su un foglio di carta da forno. Una volta ottenuto un rettangolo di circa 40x20 cm dello spessore di circa mezzo centimetro sistemare al centro 5/6 fette di prosciutto crudo, una sotto all’altra in modo da occupare l’area centrale del rettangolo sul lato lungo. Disporre sopra il ripieno dando una forma a losanga quindi ripiegare le fette di prosciutto sopra al ripieno e completare la copertura del pasticcio con le fette di prosciutto rimanenti. Stendere la seconda metà di impasto e sistemarlo a copertura del pasticcio, decorando a piacere. Eliminare l’impasto in eccesso lungo i bordi, sigillare perfettamente e sbizzarrirsi nella decorazione. Lasciare riposare in frigo per una notte. Il giorno seguente spennellare con uovo leggermente battuto e infornare in forno già caldo a 180°C per circa 50 minuti.

Lasciare raffreddare prima di tagliare e servire.

16 Gennaio 2023 eventi a cura della redazione
a cura di la Cucina di Calycanthus Lo scrigno dorato che racchiude sapori e profumi per le occasioni speciali

Dicembre ci ha fatto riassaporare, dopo due anni di pandemia, il gusto di stare insieme a tavola

Natale 2022 ha segnato il ritorno alle Feste di una volta, senza restrizioni e con la normalità di nuovo assaporata dalle famiglie. Le tavole si sono allargate ed è lievitato il budget alimentare, basti pensare che per il cenone la spesa complessiva è stata di circa 2,5 miliardi, 300 milioni in più dello scorso anno, secondo le stime di Confcooperative. Quelle appena passate sono state delle Feste in cui si è riscoperto il piacere dei prodotti nostrani da condividere con le persone più care: l’89% degli italiani ha deciso infatti di rinunciare ai ristoranti per ritrovarsi a casa attorno a tavolate imbandite con leccornie natalizie e piatti tradizionali in compagnia di parenti e amici. Cenoni, brindisi e calore domestico, giornate di distensione dai ritmi frenetici quotidiani in cui dedicarsi agli affetti e alla buona tavola: la scelta ottimale per iniziare al meglio il nuovo anno e lasciarsi alle spalle il vecchio.

Radio e tv hanno approfittato di queste settimane contraddistinte da maggior tempo libero per arricchire i palinsesti di approfondimenti dedicati alla corretta nutrizione, alle eccellenze del nostro dna agroalimentare e alle ricorrenze festive. Un mix di contenuti eterogenei che con leggerezza e poliedricità hanno informato riguardo tematiche che vanno dalla salute, alla gastrono-mia, passando per il costume, il territorio e il folclore popolare.

L’evento protagonista più atteso è stato sicuramente quello della festa dello Zampone e Cotechino Modena IGP con Massimo Bottura padrino della prestigiosa manifestazione, il quale ogni anno esamina e assaggia le preparazioni dei giovani chef provenienti dagli istituti alberghieri di tutto il paese, passando in rassegna ricette, titoli, scelta delle materie prime, accostamenti e

presentazione dei vari piatti. Giudice d’eccezione, guida e fonte di ispirazione per molti aspiranti professionisti, il suo sapere e il suo esempio sono una vera e propria ricetta di vita. Lo abbiamo ritrovato nei servizi andati in onda su Rai Radio 1 nel programma Mary Pop, nel consueto appuntamento con la diretta di Decanter su Rai Radio 2 e, sempre sulla stessa emittente, di Cater XL Hanno dedicato spazio all’evento anche le rubriche Segreti in tavola di Dimensione Suono Soft, World&Travel di RTL 102.5, Mangia come parli di Radio 24, Indovina chi viene a cena di Radio Vaticana e il tg di TV2000. A queste si aggiungano anche le edizioni di Usi e co-stumi del Giornale Radio Fm sul canale 728 di Sky e quella televisiva di Con i frutti della terra al canale 518. A proposito di televisione, oltre alle emittenti regionali Tv Qui, È Tv e TeleRomagna, collegamenti dalla festa sono andati in onda anche nei telegiornali di Rai News 24 e nel programma di rete Sapori e colori, poi anche su Rai Tre durante il Tg Regione Emilia Romagna, Tg 2 Eat Parade e a Uno Mattina e Buongiorno Benessere su Rai Uno, su Rai Due nelle tendenze di TOP e nel nuovo format dedicato alla sostenibilità Italian Green. Sulle reti Mediaset la festa è stata ricordata nell’approfondimento del Tg Salute di Tgcom 24, su Italia 1 di Studio Aperto Mag e quello di Melaverde su Canale 5. Nei programmi di La 7, sia Like che Mica Pizza e Fichi, quest’ultimo proponendo una ricetta a base di pizza e Cotechino. Anche la privata Cusano TV ne ha parlato, nella trasmissione dal titolo Di cotte e di crude Altro evento rilevante è stato quello del Ban Nadel l’appuntamento bolognese nato nel 2016 per raccogliere, attraverso la musica, l’ironia e la buona cucina, fondi destinati a progetti di solidarietà. Un appuntamento dedicato quest’anno al sostegno delle Cucine Popolari a cui ha partecipato anche il Consorzio di tutela della Mortadella Bologna IGP con protagonisti Franz Campi, fondatore dell’iniziativa, Roberto Morgantini, inventore e animatore delle Cucine Popolari, e gli chef Augusto Cosimi e Daniele Reponi. Del Ban Nadel hanno parlato i servizi televisivi di Rai News 24, il programma Agrisapori sui canali di Sky e l’emittente IcaroTv; le frequenze di New Sound Leveldurante Food in town e le rubriche tematiche delle locali Radio Budrio, Radio Emme, Radio

Icaro, Radio Delta, Radio Bruno, Radio Cusano e Radio Roma Capitale.

Ad arricchire la varietà dei nostri piatti delle Feste, sono state inoltre le ricette con il Prosciutto Toscano DOP consigliate dallo chef Alessandro Circiello ospite di Uno Mattina, da Ludovica Santedicola a Linea Verde, e da Nicola Santini che è intervenuto ai microfoni di Segreti in tavola su Dimensione Suono Soft. Anche il Prosciutto di Modena DOP e il Salame di Varzi DOP sono stati presentati nelle sfiziose alternative a base di pizza proposte su La 7 a Mica Pizza e Fichi

Fonti di proteine nobili, vitamine del gruppo B, ferro e zinco, questi prodotti sono salutari non solo per le proprietà nutritive che li contraddistinguono ma anche perché ci raccontano una storia di genuinità fatta di persone, luoghi e passione. Anche quest’anno i media nazionali hanno dato risalto all’importanza di materie prime fondamentali per il territorio, sottolineandone il valore culinario ed etico che contraddistingue la loro produzione e distribuzione in tutto il Paese e nel mondo.

DA GENNAIO A SETTEMBRE CRESCE LA PRODUZIONE DELL’1,9%, LE VENDITE DEL 4,4% E L’AFFETTATO IN VASCHETTA DEL 10,3%

Continua la crescita della Mortadella Bologna IGP sul mercato interno che, con oltre 28 milioni di kg nei primi nove mesi dell’anno (dati forniti dall’organismo di controllo IFCQ certificazioni) registra un aumento della produzione dell’1,9%, un incremento delle vendite del 4,4% e una crescita dell’affettato del 10,3% “Siamo estremamente contenti di questa performance della Regina Rosa dei Salumi che si conferma come il secondo salume tutelato più venduto in Italia con un consumo trasversale dai bambini agli adulti, nonni compresi. Il motivo di tale successo è dovuto ad un insieme di fattori riconducibili innanzitutto al fatto che la Mortadella Bologna, in quanto salume tutelato IGP, soddisfa in pieno la crescente richiesta da parte dei consumatori di prodotti agroalimentari di alta qualità, certificati e garantiti – dichiara il Presidente del Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna, Guido Veroni che prosegue - in seconda battuta, il consumo della Mortadella Bologna è da sempre associato a momenti di con -

vivialità da godersi insieme agli affetti più cari e in un momento storico caratterizzato da un quadro internazionale incerto, la mortadella garantisce la certezza del valore di un vero e proprio comfort food ”.

Questa comunicazione è un’iniziativa che rientra nel programma “ DELI M.E.A.T. Delicious Moments European Authentic Taste”, il progetto promozionale e informativo che unisce tre consorzi agroalimentari per la tutela dei salumi DOP e IGP, cofinanziato dall’ Unione Europea e rivolto al mercato italiano e francese.

La campagna prevede la promozione delle seguenti eccellenze alimentari: Mortadella Bologna IGP, Salamini Italiani alla Cacciatora DOP, Zampone Modena IGP e Cotechino Modena IGP con l’obiettivo di contribuire ad aumentarne il livello di conoscenza e riconoscimento e la competitività e il consumo consapevole in Italia e in Francia.

dai media di Bianca Maria Sacchetti - Grapho
17 Gennaio 2023
In radio e in tv, i prodotti DOP e IGP della tradizione sono i protagonisti immancabili delle Feste

Salumi e frutta abbinamento impossibile? La sfida lanciata agli chef a Identità Golose

A Milano dal 28 al 30 gennaio, nello spazio Let’s Eat le degustazioni a cura dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto dimostreranno il contrario

L’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI) partecipa a Identità Golose , la diciottesima edizione del Congresso internazionale di cucina d’autore, pasticceria e servizio di sala più importante d’Italia e tra i più prestigiosi al mondo.

L’evento si terrà da sabato 28 a lunedì 30 gennaio

In questi tre giorni, al Mi.Co. Milano Congressi insieme ai maggiori protagonisti del settore della ristorazione nel nostro Paese e non solo, l’istituto sarà presente grazie al programma europeo “ Let’s Eat –

Presso lo stand, i visitatori potranno scoprire tutti i segreti di salumi e frutta , due famiglie di prodotti che oltre ad essere dei capisaldi dell’alimentazione, sono anche un perfetto abbinamento dal punto di vista nutrizionale e del gusto. E proprio il gusto sarà il filo conduttore, perché grazie alla collaborazione con l’ Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto , ogni giorno si alterneranno tre degustazioni a cura degli chef dell’Associazione alle 10.30, 11.30

European Authentic Taste ”, promosso da IVSI e da ASIAC - l’Associazione formata dalle otto più grandi organizzazioni di produttori di frutta greca. Il Progetto, partito nel 2021 e che si concluderà nel 2024, gode del co-finanziamento della Commissione Europea nell’ambito del Regolamento (UE) 1144/2014 (Azioni di informazione e di promozione riguardanti i prodotti agricoli nel mercato interno).

e 16.30. Sabato 28 ‘apriranno le danze’ Tina Marcelli , Giulia Avitabil e e Antonino Attardi ; domenica 29 si potranno degustare le creazioni di Pasquale Caliri , Luca Doro e Luca Matromattei ; lunedì 30 sarà la volta di Federico Ferrari Giovanni Poggi Roberta Costagliola Speck mortadella prosciutto cotto bresaola pancetta , coppa , saranno interpretati dagli chef abbinati

alle mele, le pesche, ciliegie, limoni, arance. Sarà un viaggio all’insegna delle emozioni e dei ricordi, nei quali gli chef omaggeranno un ricordo oppure un aneddoto, rendendo questi abbinamenti molto speciali!

Nello spazio Let’s EAT sarà distribuito anche l’esclusivo Album di figurine realizzato grazie alla collaborazione con il Gruppo Panini Editore: 24 pagine con tanti spunti e informazioni sul progetto europeo, qualche curiosità su salumi e frutta, e gli originali abbinamenti pensati ad hoc per Let’s EAT. Ritratti nell’Album, oltre a salumi e frutta, anche i quattro Ambassador scelti come testimonial del programma per la loro filosofia di vita, piena di stile ed energia, in grado di rappresentare al meglio ciascuno dei 4 ELEMENTI cardine della campagna: TRADIZIONECarlo Cracco (chef e personaggio televisivo), NATURA - Matteo Eydallin (Campione del Mondo di Sci Alpinismo), ENERGIA - Paola Fraschini (Campione del Mondo nel pattinaggio artistico a rotelle), WELLBEING - Tanya Gervas i (modella e food blogger).

L’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani torna a promuovere la salumeria italiana all’edizione 2023 della fiera SIRHA di Lione, che si tiene dal 19 al 23 gennaio presso il polo espositivo EUREXPO LYON. La partecipazione avviene nell’ambito del programma europeo denominato “Let’s EAT – European Authentic Taste”, che IVSI realizza insieme all’associazione greca ASIAC (Association of Imathia’s Agricultural Cooperatives) del settore frutta.

Come avvenuto nell’edizione dell’autunno 2021, Let’s EAT parteciperà con un proprio stand, ben riconoscibile grazie alle grafiche della campagna, che verrà posizionato alle seguenti coordinate: Padiglione 2.1 - Stand 2.1L24

I visitatori dello stand potranno degustare una selezione di salumi italiani e di frutta greca, grazie alla presenza di uno chef internazionale, che curerà l’esposizione dei prodotti e creerà abbinamenti creativi con queste due famiglie di prodotti.

18 Gennaio 2023 comunicazione di Tiziana Formisano
IVSI TORNA AL SIRHA DI LIONE CON IL PROGETTO EUROPEO “LET’S EAT” Dopo la partecipazione nel 2021, l’aggregazione di salumi e frutta torna in Francia dal 19 al 23 gennaio

Si abbassano le temperature e il turismo invernale torna in vetta

Per allenamenti in quota, consigliati carboidrati e proteine

Per tutti gli amanti della montagna e degli sport invernali sono finalmente arrivati il freddo e la neve. In vista delle festività saranno infatti più di 12 milioni gli italiani che si metteranno in movimento , come rivela una recentissima indagine di Federalberghi. Di questi, quelli che resteranno in Italia sceglieranno in primis proprio la montagna (28,5%).

Per chi cerca svago sportivo o relax fra i monti è tuttavia molto importante prestare attenzione all’alimentazione, perché il freddo e le altitudini – moderate o elevate – possono aumentare spesa energetica e fabbisogno di specifici nutrienti, soprattutto in chi si dedica ad attività sportive sul manto bianco. Le sfide nutrizionali più importanti per gli affezionati della neve, esposti a condizioni ambientali anche estreme, riguardano l’elevato dispendio di energia (il consumo energetico giornaliero di un atleta di sci di fondo varia da 4780 a 5985 kcal!), un utilizzo più veloce delle riserve di carboidrati sotto forma di glicogeno muscolare ed epatico, l’intensificazione della perdita di liquidi e l’aumento del turnover del ferro. Cosa mettere allora nello zaino? Energia e nutrienti chiave come acqua carboidrati proteine ferro

Su questo importante aspetto del “fuori casa montano” abbiamo chiesto un contributo alla biologa nutrizionista Elisabetta Bernardi : “ se da un lato le attività sportive in quota accelerano la produzione di nuovi globuli rossi (un ottimo adattamento soprattutto per gli atleti di resistenza), dall’altro richiedono un consumo più elevato delle riserve di ferro che, se non idonee, possono portare a stanchezza, frequenti mal di testa, fiato corto e compromettere il recupero ”. Un approccio che confermano anche i campioni degli sport

invernali, come Matteo Eydallin , sci-alpinista della nazionale italiana laureatosi Campione del Mondo individuale nel 2021 e Ambassador del progetto Let’s EAT, che sul suo rapporto con l’alimentazione ha rivelato: “ all’interno della mia dieta non mancano mai salumi e frutta , perfetti per il recupero post gara e per fornire ai muscoli tutto l’ossigeno di cui hanno bisogno. Insomma, un bel panino bresaola e mel a dopo aver posato gli sci è sempre una buona idea! ” – ha concluso.

Il valore dell’abbinamento, solo in apparenza insolito, fra salumi e frutta è sottolineato anche da Elisabetta Bernardi, la quale ha specificato che: “ l’unione tra salumi e frutta è ottimale grazie alla presenza in quest’ultima della vitamina C , fondamentale per facilitare l’assorbimento del ferro non eme presente nei salumi in aggiunta a quello eme, che è più facilmente assorbibile.

Elisabetta Bernardi poi, parlando di attività in montagna nello specifico, ha anche aggiunto che: “ l’allenamento in quota comporta un aumento del fabbisogno di ferro, un aumento dell’assunzione di liquidi, un’assunzione costante di carboidrati, un aumento del tasso metabolico a riposo e una diminuzione dell’appetito, che possono non consentire di avere energie a sufficienza e possono causare la perdita di peso (soprattutto a causa dell’aumento del fabbisogno calorico). È bene quindi preparare attentamente la propria alimentazione e idratazione per gli sport invernali ”.

In sostanza, per ottimizzare il recupero, lo spuntino montano ideale dovrebbe essere consumato entro 1530 minuti dopo aver terminato l’allenamento o l’attività invernale ed essere ricco di carboidrati e proteine, proprio per facilitare rispettivamente la deposizione di

MARCA BY BOLOGNAFIERE AL VIA: OLTRE 900 ESPOSITORI. APPUNTAMENTO IL 18 E 19 GENNAIO 2023 AL QUARTIERE FIERISTICO DI BOLOGNA

glicogeno e l’assorbimento degli aminoacidi essenziali delle proteine. Delle ottime opzioni potrebbero essere piccoli panini con salumi da provare con la frutta, per integrare i carboidrati di pronto utilizzo e la vitamina C. Alcune idee pratiche e gustose? Panino ai semi con speck e mela; panino al latte con bresaola e kiwi e rucola; roll di pane con mortadella, kiwi e hummus di barbabietola: piadina con crudo, mela e spinacino; pane alle noci con bresaola, mela e scaglie di parmigiano.

La diciannovesima edizione dell’unica manifestazione italiana dedicata alla marca commerciale vede la partecipazione di 22 insegne della distribuzione moderna, 6 padiglioni, 2 aree tematiche, oltre 200 buyer già accreditati

Il 18 e 19 gennaio 2023 a Bologna si accendono i riflettori sulla diciannovesima edizione di Marca by BolognaFiere, organizzata in collaborazione con Adm - Associazione Distribuzione Moderna e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della Camera di Commercio di Bologna. Vetrina sempre più prestigiosa dove si espongono i prodotti food e non food dell’eccellenza italiana a marca del distributore, la due giorni rappresenta la prima strategica occasione dell’anno per fare business di qualità, stringere collaborazioni di valore e sviluppare sinergie con le principali insegne della Distribuzione Moderna che solo a Marca by BolognaFiere, nel panorama internazionale, espongono i propri prodotti.

MARCA COMMERCIALE, UN SETTORE IN CRESCITA

Sono oltre 900 gli espositori presenti a questa nuova edizione di Marca by BolognaFiere e sono arrivate a quota 22 le più importanti insegne della Distribuzione Moderna riunite nel Comitato Tecnico Scientifico della manifestazione: Ard Discount, Brico Io, Bricofer, C3, Carrefour, Conad, Coop, Coralis, Cortilia, Crai, Decò, Despar, D.it-Distribuzione Italiana, Italy Discount, Lekkerland, Marr, Md, Risparmio Casa, S&C, Selex, Unes, VéGé.

BUYER IN ARRIVO A BOLOGNA DA TUTTO IL MONDO

Grazie alla consolidata partnership con ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e all’International Buyers Program dedicato ai buyer internazionali, all’edizione 2023 di Marca by BolognaFiere è già iscritta una delegazione di oltre 200 operatori provenienti dai più importanti mercati internazio nali e interessati ai migliori prodotti del Made In Italy, a marchio del distributore. Dal Giappone alla Corea del Sud, dagli Stati Uniti all’Arabia Saudita, dall’Argentina a Singapore, sono più di 50 i Paesi del mondo rappresentati dai buyer già accreditati alla manifestazione.

IL XIX RAPPORTO MARCA BY BOLOGNAFIERE

Nel carrello della spesa degli italiani prende sempre più quota la marca del distributore, che si conferma alternativa preferita dai consumatori in questo momento su cui gravano innanzi tutto incertezza, inflazione e caro-energia. La fotografia del ruolo della Mdd nel 2022 è stata scattata da IRI per Marca by BolognaFiere e osserva un forte spostamento dei consumatori verso la Mdd. Tutti i dati saranno all’interno del XIX Rapporto Marca by BolognaFiere, che verrà presentato nel corso del convegno inaugurale della fiera, nella mattinata del 18 gennaio. Il convegno, dal titolo “L’Italia di oggi e di domani: il ruolo sociale ed economico della Distribuzione Moderna”, è organizzato da Adm, Marca by BolognaFiere e The European House-Ambrosetti, in collaborazione con Ipsos e IRI. In apertura interverrà il Presidente di BolognaFiere,

il convegno Marco Pedroni, Presidente di Adm.

I FORMAT TEMATICI: MARCA FRESH E MARCA TECH Marca Fresh si presenta con un grande spazio centrale, la “piazza dei freschi”, e con un ricco programma di incontri, presentazioni e case history di successo dedicati al segmento, confermandosi contenitore di primo piano per coniugare le esigenze del business con la condivisione e l’approfondimento tematico. Nato dalla sinergia tra Marca by BolognaFiere e SGMarketing, società di consulenza specializzata nei prodotti freschi, Marca Fresh si presenta con uno spazio innovativo e coinvolgente in cui le aziende dell’ortofrutta diventano protagoniste, grazie alla possibilità di esporre in spazi dedicati, condividere contenuti, incontrare e stringere relazioni con i buyer della Distribuzione Moderna Organizzata, ma anche di valorizzare best practice capaci di soddisfare i bisogni di un consumatore sempre più attento ed evoluto anche in tema di benessere e salute. Il programma scientifico di Marca Fresh prevede, tra l’altro, incontri con esperti, professionisti e manager della GDO sulle nuove sfide del mercato, presentazione di analisi consumer, progetti di innovazione sostenibile e valorizzazione del reparto ortofrutta.

Sostenibilità ambientale e innovazione sono più che mai paradigmi necessari. In quest’ottica, è confermata la nona edizione di Marca Tech, che con i suoi 1.500 mq e l’adesione di oltre 60 imprese, si conferma hub fondamentale per le aziende che vogliono rimanere aggiornate sulle proposte più innovative di logistica e di packaging sostenibile, con materiali biodegradabili e compostabili.

ACCESI SULL’ IPLS AWARD, LA TOP TEN DEI PRODOTTI PRONTI PER L’EXPORT Dopo lo straordinario debutto alla scorsa edizione di Marca by BolognaFiere, l’International Private Label Selection (Ipls) Award torna anche nel 2023. Sarà presentato in fiera l’esito della Selezione internazionale dei prodotti novità, organizzata in collaborazione con Iplc-The Retailer Brand Specialists, volta a trovare i migliori prodotti nelle principali categorie del largo consumo, ritenuti più idonei a sfondare sui mercati internazionali. Nell’Open International Arena – Spazio Agorà, nel pomeriggio del 18 gennaio, prenderà il via la premiazione anticipata da un momento di confronto sullo Scenario europeo della Mdd e le nuove attese dei retailer verso i produttori.

19 Gennaio 2023
comunicazione di Tiziana Formisano
Gianpiero Calzolari e a seguire il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida; il Vice Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini (in videocollegamento); il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini; il Presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli; Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House-Ambrosetti; Gianmaria Marzoli, Vice Presidente di IRI. Concluderà
RIFLETTORI fiere

Massimo Bottura, alla festa del Consorzio Zampone e Cotechino Modena IGP, decreta il vincitore del concorso “ Gli chef di domani”

Al primo posto l’Istituto Lazzaro Spallanzani di Castelfranco Emilia

Si è svolta a Modena, lo scorso 10 dicembre, la finale del Concorso “Gli Chef di domani”, nel corso della undicesima edizione della festa dello Zampone e del Cotechino Modena IGP, organizzata dal Consorzio di Tutela.

Gli studenti delle dieci scuole alberghiere precedentemente selezionate dallo chef Massimo Bottura, arrivati a Modena da tutta Italia, hanno preparato live le loro ricette a base di Zampone e Cotechino Modena IGP, per sottoporle al giudizio insindacabile dello chef pluripremiato di fama mondiale Massimo Bottura.

La giuria - composta da Massimo Bottura (accompagnato dal sous chef dell’Osteria Francescana Allen Huynh) e dal Presidente del Consorzio Zampone e Cotechino Modena IGP, Paolo Ferrari, hanno decretato i vincitori.

Al primo posto, l’Istituto Lazzaro Spallanzani di Castelfranco Emilia con la ricetta “Al Burleng”, che chef Bottura ha definito “spettacolare”. “Vince un piatto che è la povertà assoluta - ha dichiarato lo chef - solo farina e tanta acqua. I ragazzi hanno riflettuto sulla tradizione e hanno guardato l’aspetto critico, scegliendo un ingrediente molto deciso, un parmigiano stagionato 34 mesi, e hanno creato una dadolata di Cotechino Modena IGP che aveva un senso di collosità e croccantezza e l’hanno inserita nel burleng”. (tipico cibo povero di origine emiliana. Si tratta di una specie di crêpe molto sottile e croccante. NDR).

Al secondo posto, l’Istituto Nazareno di Carpi, con la ricetta “La forza e l’eleganza del Cotechino”, e al terzo posto, l’Istituto Bernardino Lotti di Massa Marittima (Gr), con la ricetta “Queen Zampone II”, ispirata alla Regina Elisabetta II.

Anche quest’anno, grande partecipazione per celebrare due prodotti simbolo della tradizione della salumeria italiana di qualità.

GRANDE SUCCESSO PER LA 3° EDIZIONE DI “BAN NADEL”

Si è tenuta a Bologna una nuova originale edizione, la terza, per “Ban Nadèl” l’iniziativa dedicata alla raccolta di fondi per progetti di solidarietà attraverso la musica, l’ironia e lo “slang” bolognese. Questa volta con un CD di canzoni inedite dedicate al Natale e una estrazione di premi (oltre 70 quelli in palio), tenutasi il 15 dicembre a Bologna in Piazza Lucio Dalla per una grande festa con musica dal vivo e i panini alla Mortadella Bologna IGP il cui ricavato (insieme a quello della vendita CD) ha contribuito a finanziare i progetti di solidarietà di “Cucine Popolari”.

Ad aprire la serata, una speciale guest-star, il cantautore Ucraino Lesyk Turko che, dal luglio 2022, si è impegnato in attività umanitarie, concerti di beneficienza e altre attività a supporto dei combattenti e dell’Ucraina.

La solidarietà, dunque, che supera i confini. Un segno di fratellanza universale, che il gruppo di Artisti di Ban Nadèl ha deciso di sottolineare sul palco di Piazza Lucio Dalla. Durante la grande festa con musica ed esibizioni dal vivo è stato possibile acquistare e degustare i golosi panini alla Mortadella Bologna IGP, realizzati da Daniele Reponi, il cui ricavato (assieme a quello della vendita CD) ha contribuito a finanziare i progetti di solidarietà di “Cucine Popolari”

Vito, Duilio Pizzocchi, Gianni Fantoni, il Duo Idea, Danilo Masotti, affiancati da una madrina d’eccezione, la chef Ambassador Marisa Maffeo, con la conduzione di Franz Campi e Mauro Malaguti, hanno animato l’estrazione finale grazie ad una gara di solidarietà che ha visto in prima fila il Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna e tante aziende, imprenditori e ristoratori che hanno voluto augurare ai bolognesi, anche a quelli meno fortunati, un felice Natale.

Roberto Morgantini, delle Cucine Popolari, ha spiegato che “In questo momento così difficile siamo arrivati a servire 600 pasti al giorno a persone che non possono permetterseli. A causa della complicata congiuntura economica sono anche diminuite le donazioni e abbiamo bisogno di acquistare carne, tonno e altri alimenti piuttosto cari. L’iniziativa di “Ban Nadel” l’accogliamo con un grande sorriso perché può darci una mano a sostenere queste spese. Ci auguriamo che i cittadini di Bologna comprendano la situazione e partecipino generosamente. Desidero ringraziare il Consorzio Mortadella Bologna IGP e le tante aziende e ristoranti del territorio che hanno offerto i numerosi premi in palio per aver reso possibile questa bellissima iniziativa”.

Come Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna non potevamo che aderire con grande entusiasmo all’appello che Franz Campi ci ha rivolto a favore di “Ban Nadèl” - il Natale Solidale a Bologna - e per diversi motivi. Il primo risiede nel legame profondo con la città felsinea che ci portiamo inscritto nel nome stesso del prodotto. Il secondo è costituito da un patrimonio di tradizioni e storia che arriva a identificare la Regina Rosa dei salumi con la città di Bologna, come testimonia il Bando del Cardinal Farnese del 24 ottobre del 1661 che, per la prima volta, codificava le regole per la corretta produzione del salume all’interno delle cinta murarie.– commenta Gianluigi Ligasacchi, direttore del Consorzio che prosegue – Infine, il Consorzio da diversi anni si pone come obiettivo quello di favorire, ove possibile, la sostenibilità economica e sociale sul territorio e, dopo le passate e proficue adesioni alle iniziative di Cucine Popolari, torniamo con piacere a collaborare con la Onlus fondata da Roberto Morgantini e che ci permette di declinare il nostro claim di comunicazione “Godersi la vita, dal 1661” consentendo a Natale di realizzare questa filosofia di vita anche a chi è meno fortunato di noi, ma ha bisogno di tutto il sostegno e la solidarietà di una comunità viva e partecipe”.

20 Gennaio 2023
prodotti tutelati di Augusto Cosimi e Loredana Biscione
Massimo Bottura:
“In questa gara ho visto delle cose bellissime, ho visto il futuro”

Culatello di Zibello DOP: i segreti del Re dei Salumi, che stagiona nelle nebbie della Bassa Parmense

Re dei Salumi e Principe delle Nebbie: sono due delle definizioni che meglio descrivono il Culatello di Zibello, prodotto di salumeria che ha ricevuto il riconoscimento DOP già nel 1996. Il Culatello di Zibello DOP, ottenuto dai fasci muscolari più pregiati della coscia disossata dei suini pesanti italiani (rigorosamente allevati in Emilia-Romagna e in Lombardia), è infatti considerato uno dei salumi più pregiati e un capolavoro dell’arte norcina del nostro Paese: merito del suo sapore intenso, ricco di sfumature e inimitabile, e del gusto dolce e delicato, di una lavorazione artigianale che ancora oggi avviene in gran parte a mano. Non a caso, sono numerosi gli estimatori illustri di questo prodotto: dal Maestro Giuseppe Verdi a Gabriele D’Annunzio che, in una lettera all’amico parmense Renato Brozzi che per lui realizzava oggetti d’arte, si autodefinì “[…] un cupidissimo amatore del parmense Culatello […]”. Senza dimenticare Giovannino Guareschi e Gianni Brera Il riferimento alla nebbia, invece, è legato al territorio in cui nasce la DOP: siamo nella Bassa Parmense, fascia di terra adagiata lungo le sponde del fiume Po. La zona di produzione del Culatello di Zibello DOP è identificata con i Comuni di Polesine-Zibello, Busseto, Soragna, Roccabianca, San Secondo Parmense, Colorno e SissaTrecasali.

Come spiega Romeo Gualerzi, Presidente del Consorzio di Tutela, «Questo territorio ha caratteristiche microclimatiche molto particolari. È infatti contraddistinto da lunghi inverni freddi, umidi e nebbiosi, e da estati torride, calde e afose. Quest’alternanza climatica è l’elemento cruciale che favorisce la stagionatura del Culatello di Zibello DOP, lunga almeno dieci mesi. L’umidità dell’aria, infatti, favorisce la lenta formazione delle muffe nobili, elemento fondamentale per ottenere un salume morbido e profumato. Il caldo e l’afa estivi, propri della Bassa

Parmense, lo arricchiscono ulteriormente di sapore e profumo».

Il Culatello di Zibello DOP vanta una storia secolare. Basti pensare che l’arte della norcineria, a Parma, è documentata già in epoca preromana. Non mancano i riferimenti artistici: sul portale principale del Duomo di Parma, opera simbolo dello stile romanico italiano, è possibile ammirare una serie di bassorilievi - risalenti al XII-XIII secolo - che ritraggono l’uomo al lavoro nei vari mesi dell’anno. Abbinata al mese di novembre è la figura del norcino, raffigurato nell’atto di macellare il maiale per ricavarne salumi e insaccati. I primi riferimenti specifici al Cu-

comparto ha raggiunto i 23,8 milioni di euro, con un incremento superiore al 22% rispetto al 2020».

e

dei Conti Sanvitale, gli sposi ricevettero in dono apprezzati Culatelli. La prima citazione ufficiale risale al 1735, in un documento del Comune di Parma. In quel secolo il Culatello di Zibello costituiva il pegno che i sudditi fedeli facevano ai propri signori. I primi riferimenti letterari risalgono invece all’Ottocento, a opera del poeta dialettale parmigiano Giuseppe Callegari, che in una sua novella cita due specialità parmensi fra quelle “[…] ammannite in Paradiso: la bomba di riso e il Culatello […]”.

Oggi a custodire e a portare avanti la tradizione del Culatello di Zibello DOP sono 23 produttori, associati al Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello DOP. Il metodo di lavorazione è rimasto immutato nel tempo ed è artigianale. Molte fasi sono tuttora manuali: dalla salatura e dal successivo massaggio della coscia, per consentire l’assorbimento uniforme ed omogeneo del sale, dall’insacco e dalla legatura, effettuata legando strettamente per non lasciare sacche d’aria, alla puntatura, usando la fibula, ago ottenuto dalle ossa del cavallo, per testare le caratteristiche finali del Culatello di Zibello DOP. Anche la stagionatura avviene senza l’ausilio di mezzi meccanici, in cantine tradizionali.

Il comparto conta circa 300 occupati, tra addetti diretti e lavoratori legati all’indotto, e gode di buona salute, come spiega il Presidente del Consorzio Romeo Gualerzi: «Nel primo semestre 2022, i Culatelli di Zibello DOP omologati sono stati 56.552: un dato in crescita del 27,4% rispetto al pari periodo dell’anno precedente. Nel 2021, la produzione è stata di oltre 96.800 Culatelli di Zibello Dop (+23,9% rispetto all’anno precedente) e il fatturato al consumo del

Un trend interessante degli ultimi anni, comune al comparto dei salumi, è legato all’affettamento: in precedenza, infatti, il Culatello di Zibello DOP era commercializzato intero o in tranci. «Tutto ciò ci permette di raggiungere un maggior numero di persone, sfruttando maggiormente le potenzialità del canale GDO: parliamo comunque di una produzione di nicchia e di consumatori evoluti, foodie disponibili a riconoscere economicamente il valore del Culatello di Zibello DOP, - continua il Presidente del Consorzio di Tutela Romeo Gualerzi -. Nel primo semestre 2022, i Culatelli di Zibello DOP destinati all’affettamento sono stati 18.890, pari al 42,5% della produzione. Le vaschette di Culatello di Zibello DOP pre-affettato prodotte sono state oltre 604.000 mila, per un fatturato al consumo di 5,1 milioni di euro. Se si considera questo segmento di mercato, l’incremento a valore rispetto al primo semestre 2021 è pari al 25,6%».

A spingere i consumatori a scegliere il Culatello di Zibello DOP preaffettato è l’elevato contenuto di servizio delle vaschette: si pensi alle grammature adatte alle diverse tipologie di famiglia, alla praticità e alla velocità di acquisto, alla possibilità di consumo fuoricasa, alla facilità di conservazione.

Perché l’esperienza di degustazione sia perfetta, è necessario preparare il Culatello di Zibello DOP. Quando il prodotto viene acquistato intero, bisogna innanzitutto rimuovere lo spago che lo avvolge. Il Culatello di Zibello DOP va poi lavato, avendo cura di inumidire completamente l’involucro, costituito dalla vescica, per poterlo sfilare agevolmente. Quindi, si rifila la parte superficiale del Re dei Salumi, eliminando la parte grassa ingiallita e mantenendo il grasso bianco. Importante anche rimuovere le eventuali muffe in eccesso e le parti scure. Dopodiché, il Culatello di Zibello DOP va avvolto in un canovaccio intriso di vino bianco secco, deponendolo con la parte magra verso il basso in una bacinella per almeno una giornata. Fatte queste operazioni, è il momento dell’assaggio. Per apprezzarne al meglio il profilo organolettico, e in particolare il sapore dolce e delicato, il consiglio è quello di gustare il Culatello di Zibello DOP a crudo, in purezza, tagliato a fette sottili. Il salume è ottimo anche accompagnato con del pane casereccio e qualche ricciolo di burro

Ma il Culatello di Zibello DOP può diventare anche un ingrediente nella preparazione di piatti sfiziosi. A dimostrarlo, nel corso di uno showcooking che si è tenuto a Milano, presso la Sonia Factory, è stata l’imprenditrice digitale Sonia Peronaci, che lo ha proposto in varie preparazioni: dall’antipasto, con “Cestini di pasta fillo con stracciatella, Culatello di Zibello DOP e cipolline in agrodolce” e “Blinis con crema di robiola, Culatello di Zibello DOP e gocce di aceto balsamico”, al primo piatto, come “Frègula con carciofi, pecorino, Culatello di Zibello DOP e datterini gialli”, per arrivare al secondo piatto, “Involtini di vitello al Culatello di Zibello DOP, Parmigiano Reggiano DOP ed erbe aromatiche con chips di topinambur”.

Molto importante è il modo in cui il Culatello di Zibello DOP va conservato: dopo il servizio, lo si avvolge in uno strofinaccio di lino e lo si ripone in luogo fresco, spalmando un filo d’olio d’oliva sulla parte tagliata, cosicché la fetta si conservi morbida. Prima di essere affettato nuovamente, una volta liberato dal canovaccio, il Culatello di Zibello DOP va rifilato con un coltello affilato, in modo tale da eliminarne le impurità esterne.

21 Gennaio 2023 prodotti tutelati a cura della redazione
latello di Zibello DOP sono di poco successivi. Si narra, infatti, che già nel 1332, al banchetto di nozze di Andrea dei Conti Rossi Giovanna

cura della redazione di Carni Sostenibili

Influenza, perché le proteine aiutano a prevenirla e combatterla.

3 piatti antinfluenzali

Come aiutare il nostro organismo a combattere i malanni di stagione? Con le giuste scelte a tavola. E le proteine svolgono un ruolo da protagoniste. Per difendersi dai primi freddi e dai malanni di stagione che sono in agguato è fondamentale seguire una dieta equilibrata, ricca di minerali e vitamine per attrezzare il sistema immunitario ad affrontare meglio i mesi più duri. E le proteine non devono mai mancare. “Ci sono cibi particolarmente indicati nella stagione invernale – sottolinea Elisabetta Bernardi, specialista in Scienza dell’Alimentazione, biologa e nutrizionista - in generale le proteine forniscono i mattoni per costruire altre sostanze di natura proteica che intervengono nella nostra difesa, come gli anticorpi e le cellule del sistema immunitario e svolgono quindi un ruolo importante nella guarigione e nel recupero”.

Esistono tanti tipi di proteine o, più precisamente, di fonti proteiche: possono essere animali, più ricche di amminoacidi essenziali o vegetali. Carne, pesce, uova, latte e derivati yogurt e formaggi sono fonti proteiche di origine animale. Poi ci sono quelle di origine vegetale, che forniscono comunque un certo apporto di proteine, benché di minore qualità, come legumi e frutta a guscio, quindi noci, mandorle, nocciole e pinoli.

La carne, in particolare - evidenzia Elisabetta Bernardi - assicura all’organismo un’ottima quantità di proteine di alto valore biologico, ma prove convincenti dimostrano inoltre che specifiche sostanze come la taurina e la creatina, che sono abbondanti nella carne rossa (ad esempio, manzo, agnello e maiale), svolgono un ruolo importante nell’inibire lo stress ossidativo e l’infiammazione, modulare la risposta immunitaria migliorando il metabolismo e le funzioni di monociti, macrofagi e altre cellule del sistema immunitario1. In particolare, il ruolo della taurina nel sistema immunitario è legato alle sue proprietà antiossidanti, ma sia studi in vitro sia in vivo, nonché diversi studi clinici indicano che i derivati della taurina e la taurina stessa siano utili nella lotta alle

malattie infiammatorie infettive e croniche2. Attraverso l’aumento della disponibilità di arginina per la generazione di ossido nitrico (un’arma contro batteri patogeni, funghi, parassiti e virus), il completamento dietetico con la creatina svolge un ruolo importante nella protezione degli esseri umani dalle malattie infettive3”.

I 3 piatti antinfluenzali

Il brodo, di carne o di pollo

Il brodo è un potente idratante, contiene tutte le sostanze attive coadiuvanti le sindromi febbrili e il successivo decorso di guarigione. Caratterizzato da altissima digeribilità e assimilabilità, è gradevole anche per l’inappetenza che accompagna queste situazioni. Secondo il National Institutes of Health, l’idea del brodo caldo come rimedio contro raffreddore e influenza risale al 12° secolo.

Secondo alcuni studi, il brodo di pollo non è solo un semplice rimedio “della nonna”, ma ha un vero e proprio potere curativo, grazie a una serie di sostanze dotate di attività medicinale benefica, tra cui un meccanismo antinfiammatorio che contribuisce ad alleviare i sintomi dell’influenza e delle infezioni del tratto respiratorio. Il brodo ha, inoltre, pochissime calorie e può essere consumato in grandi quantità, secondo quanto confermato dal Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston.

Gli aminoacidi presenti nel brodo, soprattutto quando sono presenti le ossa, tra cui la glicina e l’arginina, hanno forti effetti antinfiammatori. L’arginina può essere particolarmente utile per combattere l’infiammazione croni-

ca. - afferma la dottoressa Bernardi - Numerosi studi dimostrano, inoltre, che aumentando nella pietanza la percentuale di acqua o di ingredienti ricchi d’acqua, si abbassa la densità energetica di un alimento e si riesce a raggiungere prima il senso di sazietà”.

Zabaione

Una colazione proteica antica, dolcissima, facile da preparare, amata da grandi e piccini. Un vero e proprio “comfort food”. L’uovo è ricco di vitamine del gruppo B. “Le vitamine del gruppo B, in particolare B6, B9 e B12, contribuiscono alla prima risposta dell’organismo nei confronti di un agente patogeno. Lo fanno influenzando la produzione e l’attività dei linfociti Natural Killer, in grado di riconoscere le cellule infettate da un virus o trasformate in cellule tumorali e di eliminarle. - afferma la dottoressa Bernardi - È evidente che la funzione di queste cellule è molto complessa e i linfociti Natural Killer non sono sempre in grado di individuare, fra tante cellule di uno stesso tipo, quella infettata o degenerata. Ma quando la riconoscono ne provocano la morte attraverso l’apoptosi”. In generale, un uovo fornisce circa 7 g di proteine, oltre a contenere sali minerali, tra cui il fosforo e il ferro e una buona fonte di zinco, essenziale per il buon funzionamento del sistema immunitario. Quindi, nei casi di stanchezza o astenia pre o post influenza quello che ci vuole è uno squisito zabaione.

Stracciatella in brodo

Sovrana indiscussa di tutti i pasti febbrili, è da sempre la pastina in brodo, con l’aggiunta di un tuorlo d’uovo. Molto più semplicemente minestrina con le uova, il nome ‘stracciatella’ deriva dal fatto che in cottura le uova vengono ‘stracciate’, ossia mescolate continuamente con una frusta o con una forchetta, coagulandosi in minuscoli pezzetti. Un piatto davvero veloce, semplicissimo da preparare e molto nutriente, un vero rimedio casalingo contro i sintomi dell’influenza.

22 Gennaio 2023 www.carnisostenibili.it
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I consigli della nutrizionista Elisabetta Bernardi: “Prediligere cibi ricchi di vitamine e sali minerali che, uniti alle proteine, rafforzano il sistema immunitario” 1. Wu G. Important roles of dietary taurine, creatine, carnosine, anserine and 4-hydroxyproline in human nutrition and health. Amino Acids. 2020 Mar;52(3):329-360. 2. Marcinkiewicz J, Kontny E. Taurine and inflammatory diseases. Amino Acids. 2014 Jan;46(1):7-20. 3. Ren WK, Yin YL, Zhou BY et al (2018) Roles of arginine in cellmediated and humoral immunity. In: Calder P, Kulkarni AD (eds) Nutrition, Immunity, and Infection. CRC Press, Boca Raton, Florida, pp 333–348

Il porco fa un nuovo testamento

Il maiale, animale dai tanti nomi, è anche l’unico autore di un testamento a torto ritenuto prerogativa solo umana. Per intervistarlo sul suo testamento, come chiamarlo? Non resta che chiederlo direttamente all’interessato.

Egregio Signor…. come devo chiamare lei che ha tanti nomi e che vorrei intervistare sul suo testamento?

Giustamente lei dice che ho tanti nomi, anche se nel sacro testo della Bibbia sembra che l’uomo ne abbia dato solo uno a ciascun animale (Genesi 2:20-21). Io sono maiale, suino e suinetto, porco porcello e porchetta, verro e troia, al ‘nimal e sono anche chiamato in modo diverso secondo le tante decine di razze e con vezzeggiativi familiari come ninén e molti altri, per non parlare di nomi individuali che per i maiali della letteratura e cinema e da compagnia superano i trecento. Nomi miei antichissimi derivano dal dialetto sabino o forse dal greco e soprattutto dall’indoeuropeo e con una varietà di denominazioni che non si trova per nessun altro animale selvatico o domestico. Se lei vuole interrogarmi sul mio testamento mi chiami pure Porco perché è il nome che assumo quando ero sacrificato facendo testamento per risorgere in una miriade di prelibati prodotti salumieri.

Egregio Signor Porco, perché lei, unico animale credo, nei tempi passati ci ha lasciato un testamento Il mio sacrificio è antichissimo tanto che si dice che mi chiamano maiale perché immolato alla dea Maia in modo che anche la terra fosse fertile e gravida di frutti. Un sacrificio che fin dall’alto medioevo, ne è testimone San Girolamo (347 – 420), è una tradizione e un’usanza diffusa in tutta Europa con la quale le mie spoglie sono divise tra i componenti della comunità umana che mi sacrifica. Antica è anche la concessione di permettermi di fare testamento, come testimonia il Testamentum porcelli citato da San Girolamo, e poi il Testamento del Porco di Giulio Cesare Croce (1550 – 1609) uno dei maggiori esponenti italiani della letteratura carnevalesca e di Vincenzo Tanara (... – 1644) nella sua opera

L’economia del Cittadino in Villa del 1644, che ci tramanda la versione più conosciuta.

Un testamento antico quindi, già variato quattro secoli fa, ma non lo ritiene almeno in parte sorpassato e non più valido?

Lei ha ragione e infatti sto pensando a stendere un nuovo testamento. Se nel passato elencavo i doni che lasciavo alla gente che mi avevano allevato e custodito, oggi è venuto il momento di ricordare i meriti che in vita mi sono procurato, permettendomi di lasciare i miei sempre più apprezzati doni dai prosciutti ai salami all’infinita serie di altri prodotti di salumeria. Meriti che mi sono procurato in lunghi anni durante i quali non solo ho cambiato aspetto e fisionomia, ma anche stile di vita e alimentazione. In particolare mi sono cambiato non solo per dare alimento all’uomo, ma anche per ottenere migliori risultati di salute e benessere per le persone che mi allevano, in un nuovo, ma anche antico concetto di un’unica salute o di One Health, come oggi si dice con un termine inglese divenuto internazionale.

Interessante questo nuovo orientamento. Me lo può meglio dettagliare? Nell’One Health la salute non è soltanto mancanza di malattia, ma una salute dei viventi, loro alimentazione e ambiente. Da parte mia da tempo mi sono modificato cambiando anche la mia alimentazione per dare all’uomo più carne e meno grasso e dando a quest’ultimo migliori caratteristiche nutrizionali. Ora mi dò da fare considerando anche la salute dell’ambiente in tre importanti scenari. Il primo di questi scenari riguarda la mia alimentazione sempre più sostenibile perché basata su mangimi ottenuti da coltivazioni ottenute limitate quantità di acqua pur assicurandomi un’efficienza nutrizionale in uno scenario di un migliore benessere mio e dell’uomo che si alimenta di quanto produco. Un secondo scenario è quello del mio benessere ambientale: anch’io come l’uomo mi sono adattato a vivere non più nella foresta ma in allevamenti che sono sempre più confortevoli, perché in un buon ambiente posso sviluppare le mie caratteristi-

I maccheroni di Casanova

Poche cose sanno raccontare la storia dell’umanità come il cibo e in una certa misura la storia dell’uomo sta nello scegliere cosa mangiare, capire come produrlo, comprendere come conservarlo. Anche la pace e la guerra, i trattati economici, il commercio e l’industria possono essere letti come ampliamenti dei due problemi dell’uomo: produrre e conservare il cibo. Il cibo è anche e soprattutto storia e cultura, perché l’uomo sul cibo inventa, ricorda e racconta storie e questa capacità, unica nel mondo animale, connota in maniera specifica la natura umana nella quale la narrazione rivela il significato e il senso più profondo di ciò che, altrimenti, restano una sequenza di informazioni disorganiche e fin dall’origine del mondo raccontare storie è il modo migliore per trasferire esperienza, conoscenza creando legami sociali, rafforzando i valori condivisi e contrastando il disordine culturale e sociale, permettendo il dialogo tra le generazioni e con i racconti rafforzando la propria identità. Un libro di storie sul cibo, più precisamente cinquanta narrazioni presentate come interviste è I Maccheroni di Casanova pubblicato da Tarka Edizioni (2022), con una prefazione di Giancarlo Gonizzi. Nel libro pubblicato con Tarka, Giovanni Ballarini, Professore Emerito dell’Università di Parma e Presidente onorario dell’Accademia Italiana della Cucina, narra di interviste immaginarie

che comportamentali e facendo un poco di movimento miglioro anche le mie produzioni. Un terzo scenario è quello dell’impatto che le mie deiezioni, per altro come quelle dell’uomo, hanno sull’ambiente e che sempre più sono usate per la produzione di biogas e come ammendante dei terreni. Nella mia alimentazione non mi preoccupo solo che sia economica e salutare ma che non sia un rischio di trasmissione di agenti patogeni, riducendo anche la resistenza antimicrobica.

Nel ringraziarla le faccio un’ultima domanda: come questo avviene?

Molti non se ne accorgono e per questo motivo penso a un mio nuovo testamento. Tutto questo accade in un cambiamento in atto nel quale, da una catena lineare si sta passando a un sistema circolare che integra e ottimizza fattori ambientali, di salute umana e animale, sociali ed economici, in una strategia One Health, circolare e sostenibile, necessaria anche nel quadro di una sostenibilità dell’alimentazione umana, dell’agricoltura e dell’industria alimentare.

libro del mese a cura della redazione

dedicata ai più diversi personaggi della storia del cibo. Interrogati sui loro cibi e abitudini alimentari questi personaggi aprono uno squarcio sui costumi della loro epoca e un’intervista impossibile si trasforma in una realtà storica ma soprattutto sociale e culturale di rapida, facile e agevole lettura. Molti sono i prodotti della salumeria che si trovano in queste interviste: iniziando da Ötzi e la preistorica bresaola e da come a Itaca Eumeo allevava i maiali, l’etrusco Haltva commercia i prosciutti, Galla e i porcinari etichettano i salumi, il pretoriano Crastino vende a Roma il prosciutto di Parma, Calidio e Fannia la ventricina e Romulus il prosciutto cotto a Pompei. Perché il filosofo epicureo Filodemo costruisce una meridiana a forma di prosciutto e Benedetto D’Aniane trasforma il lardo in olio? Come fa il grande architetto Benedetto Antelami a diventare uno scultore di salami? Altri personaggi intervistati sono Niccolò Piccinino e le sallamine, Francesca Trivulzio e lo zampone di Mirandola, Napoleone Bonaparte e il prosciutto, il conte Alessandro Vezzani che fa salami d’oca, Giuseppe Verdi che inventa una burla con la Spalla Cotta e Gabriele D’Annunzio che si dimostra un esteta del Culatello. Molte sono le storie dei salumi in un libro piacevolissimo da leggere e che dimostra quanto importante fino dai tempi più antichi è la salumeria italiana anche nei suoi rapporti sociali e culturali.

Editore: Tarka Edizioni

Autore: Giovanni Ballarini

Pagine: 224 Prezzo 16,15 €

23 Gennaio 2023 interviste impossibili
Parma
Prof. Em. Giovanni Ballarini - Università degli
Studi di
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